Finlandia e Russia - Università delle Tre Età UNITRE Sede

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Finlandia e Russia - Università delle Tre Età UNITRE Sede
“Panorami di musica strumentale
europea nella prima metà del ‘900”
Quarto incontro:Finlandia e Russia
Oggi ci occupiamo di due Paesi confinanti che
nel periodo di nostro interesse hanno avuto
rapporti difficilissimi (del resto, in quel periodo,
chi aveva rapporti amichevoli?).
La situazione della Finlandia alla partenza del
‘900 è più o meno stabile da quasi n secolo, e
cioè da quando nel 1808 un trattato (di
Fredrikshanna) consentì allo Zar Alessandro I di
impadronirsi del Paese che divenne un
Granducato retto da un governatore generale
russo.
Originariamente
Granducato
semiautonomo, poi lungo lo scorrere del XIX
secolo sempre più sottomesso fino alla dittatura
completa nel 1903.
Seguirono azioni e reazioni, fino all’assassinio,
per mano di Eugen Schauman nel 1904, del
generale Bobrikov, che fu Governatore Generale
della Finlandia con poteri dittatoriali.
Seguirono altre rivolte e scioperi soprattutto in
concomitanza con la guerra Russo-giapponese in
un crescendo di tensioni che si conclusero con
una durissima repressione nel 1910.
La
Prima
Guerra
Mondiale
esasperò
ulteriormente i sentimenti nazionalistici ed
antirussi e il 6 dicembre 1917, nel quadro dei
grandi
sconvolgimenti
provocati
dalla
Rivoluzione Bolscevica, la Finlandia poté
proclamare la propria indipendenza.
Il diffondersi anche in Finlandia delle idee
rivoluzionarie aprì nel ’18 una fase di guerra
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civile stroncata dalle “Guardie bianche”
affiancate dalle truppe tedesche che attuarono una
“pacificazione” attraverso il ricorso al “Terrore
bianco”
Nel 1919 fu proclamata la repubblica e nel 1920
il paese fu riconosciuto anche dall’URSS.
Ma per poco. Nel 1939, allo scoppio della
Seconda Guerra Mondiale, la Finlandia dichiarò
la propria neutralità, ma la Russia approfittò della
situazione di instabilità generale per attaccare la
nazione che, nel 1940 dovette cedere all’URSS la
Carelia.
Un anno dopo, nel 1941, approfittando
dell’aggressione tedesca anche la Finlandia
dichiarò guerra alla Russia pur sottolineando un
po’ ambiguamente di non essere alleata alla
Germania.
Reazione: bombardamento di Helsinki e
offensiva russa nel 1944.
Seguì tra le due nazioni un armistizio con
conseguente dichiarazione di guerra alla
Germania nel marzo del 1945, praticamente a
guerra quasi terminata.
Poi finalmente la “pace di Parigi” il 10 febbraio
del 1947 che confermò l’indipendenza e le
condizioni dell’armistizio del 1944 (Cessione
della Carelia e del porto di Petsamo sul mare di
Barents).
Una curiosità: nel quadro di questi avvenimenti
c’entra anche un po’ di Italia che inviò la XIIª
Squadriglia MAS (Mezzi d'Assalto) - una
formazione della Regia Marina Italiana – la quale
prese parte alle operazioni belliche sul lago
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Ladoga per conto delle forze dell’Asse, durante
l'assedio di Leningrado.
Il lago Ladoga è il più grande lago europeo, nel
quale passa il confine tra Finlandia e Russia)
Il musicista nazionale finlandese è Jan Sibelius
(Hämeenlinna, Tavastehus 1865 – Järvenn pää
1957), un uomo quindi che da musicista ha
vissuto tutta l’epopea storica che abbiamo appena
descritto.
Studiò a Helsinki, poi a Berlino e a Vienna, e dal
1902 insegno a sua volta teoria e violino al
conservatorio di Helsinki.
Divenne famoso in tutta Europa e nel mondo
quando in occasione dell’esposizione universale
di Parigi nel 1900, l’Orchestra Filarmonica
finlandese compì una lunga tournée attraverso i
paesi della Scandinavia, la Germania, l’Olanda, il
Belgio e infine la Francia..
Fu eseguita solo musica finnica e a Sibelius toccò
la parte principale: la casa editrice tedesca
Breitkopf & Härtel mostrò interesse per il
compositore e lo impose all’attenzione dei
direttori tedeschi, inglesi e americani.
Dopo di che Sibelius si dedicò esclusivamente
alla composizione, ma fino al 1927 quando si
ritirò … cosciente forse di non potersi adattare
agli sviluppi della musica contemporanea …,
circondato da onori e grande popolarità.
Dopo d’allora, e per i seguenti trent’anni, il suo
catalogo presenta solo “5 schizzi per pianoforte”
(Op. 114 del 1929), l’Inno nazionale finlandese
del 1938 e la marcia “Il destino di Carelia” per
coro maschile e pianoforte, alcune poche
revisioni e poi silenzio.
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Ascoltiamo di Sibelius due brani tratti dalle
musiche di scena per “La tempesta” di William
Sakespeare composte nel 1925 che verranno
eseguiti dalla Finnish Simphony Orchestra diretta
da Jukka-Pekka Saraste. Il primo brano riguarda
l’entrata in scena di Calibano
La storia della Russia nei primi cinquant’anni del
‘900 è estremamente densa di fatti e quindi
dobbiamo procedere operando più che mai a
grandi linee, con drastiche semplificazioni.
All’inizio del secolo regnava lo Zar Nicola II che,
salito al trono nel 1894 sarà l’ultimo degli Zar.
Quattro anni dopo la sua incoronazione (nel
1898) venne fondato a Minsk il “Partito operaio
socialdemocratico russo” nelle cui file si misero
in luce Vladimir Il’ic Ul’’janov detto Lenin e
Lev Davidovič Bronštejn detto Trockij.
Passano altri quattro anni ed ecco sorgere il
“Partito social rivoluzionario” favorevole a un
socialismo agrario comunitario.
1904 – 1905 Guerra Russo-Giapponese, causata
dal contemporaneo tentativo della Russia e del
Giappone di penetrare in Manciuria e in Corea.
Le sconfitte militari di questa guerra acutizzarono
i conflitti sociali interni: infatti nel gennaio del
1905 ebbe inizio a Pietroburgo una rivoluzione
che coinvolse operai e militari.
Nel dicembre dello stesso anno a Mosca ci fu
l’insurrezione armata degli operai alla quale il
governo reagì con una sanguinosa repressione, e
però negli anni che seguirono, e cioè tra il 1906 e
il 1914, il regime rappresentativo dell’impero si
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rivelò sostanzialmente impotente a normalizzare
la situazione sociale.
Nel frattempo, tra il 1908 e il 1913, a seguito
dell’annessione della Bosnia-Erzegovina (di cui
abbiamo già fatto cenno quando parlavamo della
storia austriaca) tra l’Impero Russo e quello
Austro-Ungarico la tensione crebbe fortemente.
I due anni che precedettero la Prima Guerra
Mondiale videro un acuirsi delle agitazioni
operaie e contadine con il loro tragico seguito di
massacri.
Allo scoppio della guerra, nell’agosto del ’14, in
conseguenza dell’attacco austriaco alla Serbia la
Russia intervenne militarmente subendo però
sconfitte che, come era già successo nel 1905,
anche ora (1917 – anno importante) provocarono
la disgregazione dell’esercito aprendo la strada
alla rivoluzione, che ebbe inizio tra il 23 e il 24
febbraio (per il calendario russo che è diverso da
quello occidentale: quelle date corrispondono per
noi all’8 e 9 marzo).
Il 2 marzo (15 marzo) abdicazione dello Zar a
favore del fratello, il Granduca Michele che però
rifiutò la corona, e con questo atto finì dopo
secoli il dominio della dinastia dei Romanov.
L’impero si trasformò in una repubblica che
evolse verso un totale bolscevismo dopo il 18
gennaio del 1918.
Intanto al fronte le cose andavano malissimo e il
3 marzo (16 per noi) la Russia Sovietica per
salvare il regime firmò la pace di Brest-Litovsk
con la Germania che le impose durissime
condizioni.
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Ma per il momento basta così, perché sebbene
immersi in questo bailamme, i musicisti
dovevano pur continuare a vivere facendo
possibilmente il loro mestiere: torniamo quindi
alla musica e come ormai da tradizione
eleggiamo il “Padre nobile”.
Sergej Vasil’evič Rachmaninov (Oneg,
Novgorod 1873 – Beverly Hills, California 1943)
Più giovane di un anno dell’autore che seguirà
ma che scelgo comunque come padre nobile per
l’impianto “tardo-romantico” della sua musica,
forse più legata dell’altra al secolo precedente.
Rachmaninov compì i suoi studi musicali a
Pietroburgo e a Mosca; esordì come pianista nel
1892 e si rivelò insigne virtuoso in concerti anche
all’estero.
Tra il 1905 e il 1906 fu direttore d’orchestra al
teatro Bol’šoi di Mosca, dove eseguì anche opere
proprie.
Dopo una permanenza di quasi tre anni a Dresda,
nel 1910 operò negli Stati Uniti per poi tornare a
Mosca dove era molto apprezzato e dove rimase
anche durante la guerra e fino alla scoppio della
rivoluzione.
Nel 1918 lasciata la Russia, visse un periodo in
Scandinavia per poi stabilirsi definitivamente
negli Stati Uniti, la base da dove partiva per
tournée in tutto il mondo fatta eccezione per la
sua patria nella quale non sarebbe più tornato.
Traggo una citazione dall’Enciclopedia della
musica (non voglio essere responsabile di critiche
che magari non condivido) “ … Influenzato da
Čajkovslij, aperto a forme occidentali, incline ad
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un eccletismo tra la scuola nazionale e il tardo
romanticismo, ha lasciato una produzione che
pecca spesso di ampollosità e – segnatamente
nella vasta produzione pianistica, che pure ha
goduto di enorme risonanza,e nei quattro concerti
per pianoforte e orchestra – di un virtuosismo
spesso esteriore …” (Ognuno è libero di pensarla
come vuole).
Ascoltiamo un brano tratto dal primo movimento
del poema sinfonico “L’isola dei morti”
composto nel 1908 e che gli fu ispirato dal
quadro di Arnold Böklin del 1880.
Questo quadro, famosissimo, fu particolarmente
amato anche da Hitler che ne aveva acquistato,
nel 1936, una della cinque versioni originali
dipinte da Böklin stesso. Questa versione andò
distrutta durante i bombardamenti su Berlino.
Per gli esecutori non sappiamo di che orchestra si
tratti ma il direttore è Ghirghiev
Adesso incontriamo un musicista dalla vita e
dalle idee non convenzionali, un autore a cavallo
tra una solidissima preparazione accademica e
uno sperimentalismo eterodosso.
Alexandr Nikolaievič Skrjabin (Mosca 1872 –
Ivi 1915) Cadetto alla scuola militare fino ai 17
anni, compì contemporaneamente seri studi
musicali preparatori.
Iscritto al Conservatorio di Mosca a 16 anni, si
diplomò nel 1892 e divenne rapidamente celebre
come pianista grazie all’editore Beljaev che gli
organizzò concerti in tutta Europa e dal 1894
pubblicò anche tutte le sue composizioni.
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Fu anche insegnante al Conservatorio di Mosca
fino al 1903.
Nel 1895 si unì a Tatiana Fedorovna Schloezer
separandosi dalla prima moglie, la pianista Vera
Ivanovna Isakovič che aveva sposato nel 1897: fu
una separazione amichevole tanto che la Isakovič
continuerà ad eseguire in concerto le musiche che
il marito andava componendo.
Nel 1906 Skrjabin affrontò la consueta (consueta
per tutti i musicisti) tournée negli Stati Uniti,
conclusasi però molto velocemente a causa degli
spiriti puritani americani che non accettarono la
presenza di Tatiana che lo aveva accompagnato e
quindi la coppia lasciò gli States per evitare guai
giudiziari.
Assiduo frequentatore dei circoli Teosofici di
Bruxelles, utilizzò per primo l’armonia delle
“quarte” creando l’accordo mistico per quarte
sovrapposte.
Nel 1911 venne eseguita la prima mondiale del
“Prometeo”, composizione per orchestra, coro,
pianoforte e “klavier à lumiere”, uno strumento
ideato dall’inglese Remington nel 1895 ed usato
per diffondere luci colorate e a tal fine la partitura
conteneva anche il rigo della “tastiera per luce”.
Alla prima la partitura fu eseguita senza questa
parte luminosa per la mancanza a Mosca di tale
strumento mentre l’organico completo fu invece
utilizzato a New York nel 1914 (gli americani
hanno sempre tutto).
Questa composizione con i suoi accessori
riscosse il vivo interesse anche degli
espressionisti del “Cavaliere azzurro”.
L’idea di fondo di Skrjabin era che questo
dovesse essere il primo passo verso un’ulteriore
forma d’arte in cui musica, poesia, mimica, colori
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e anche profumi fosse da realizzare in forma
“misterica” in un “tempio emisferico”
(ricordiamoci
delle
sue
frequentazioni
teosofiche).
Stava lavorando con entusiasmo a tale progetto
quando sopravvenne la morte causata da un
violento morbo manifestatosi come setticemia a
causa di una puntura d’insetto sul labbro.
Ascoltiamo
dal
“Poeme-Nocturne”
per
pianoforte del 1911-12 l’esecuzione di Sviatoslav
Richter.
Tra il 1918 e il 1919 i bolscevici stabilirono la
“Dittatura del proletariato”.
Nel luglio del 1918 lo Zar e i membri della sua
famiglia furono uccisi ad Ekaterinburg.
Una cosa un po’ inquietante: nella foto vedete la
“Casa Ipat’ev” dove i membri della famiglia
reale furono reclusi e poi uccisi. Questa casa
prendeva il nome dal suo proprietario, un
facoltoso mercante che si chiamava con questo
nome.
Curiosamente però il nome di questo mercante è
identico al quello del “Monastero Ipat’ev” a
Kostroma da dove i Romanov incominciarono la
scalata al trono.
Nel frattempo l’Armata Rossa,
organizzatore Lev Trockij,
controrivoluzionari “Bianchi”
straniere che li sostenevano –
vittoria nel 1921.
di cui fu grande
sconfiggeva i
- e le truppe
ottenendo piena
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Mentre Lenin, colpito dalla malattia che lo
avrebbe portato alla morte nel gennaio del ’24,
viveva ormai ai margini della vita politica, nel
gruppo dirigente sovietico si svilupparono accesi
conflitti che avevano per oggetto le basi politiche
e sociali dello stato.
Emerse in queste lotte la figura di Josif
Dzusgavili, detto Stalin che nel 1927 vinse
definitivamente la lotta per il potere.
Negli anni tra il 1928 e il 1941 in Russia fu
sviluppata una importante base industriale mentre
il regime staliniano attuò tra il 1936 e il ’38 le
grandi “purghe” contro i “nemici del popolo”
che colpirono anche l’esercito: fu instaurato un
regime del terrore e come finale regolamento dei
conti nel 1940 venne fatto uccidere Trockij che si
era rifugiato in Messico.
Dell’omicidio se ne occupò un certo Ramon
Mercader (1913 – 1978) agente segreto stalinista
di origine spagnola; e questo ci permette di
inserire una piccola curiosità di cui forse non tutti
sono a conoscenza (noi per lo meno non lo
eravamo).
L’estate appena trascorsa, assistendo alla
trasmissione televisiva “Il tempo e la storia” in
cui si parlava di Trockij vennimmo a sapere che
questo Ramon Mercader era il fratello maggiore
dell’attrice catalana Maria Mercader, seconda
moglie che Vittorio De Sica aveva sposato in
Messico nel 59, (matrimonio confermato poi a
Parigi nel 68) e che era la madre dell’attuale
Christian. Abbiamo verificato: è vero.
Ma torniamo alla musica con altri due musicisti
diversissimi tra di loro. Il primo, che per la
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maggior parte della sua vita operò nelle grandi
capitali culturali europee e americane tanto da far
quasi dimenticare la sua origine russa - origine
che però affiora prepotentemente nei suoi lavori e il secondo che, invece, fu legato a doppio filo
alla madre patria dalla quale rimase lontano solo
per un periodo di quindici anni, dallo scoppio
della rivoluzione fino al 1933 quando tornò
definitivamente in Russia.
Igor Fëdorovič Strawinskij (Oranienbaum,
Pietroburgo 1882 – New York 1971) Musicista di
origini russe ma di vocazione internazionale
quant’altri mai, è senz’altro uno dei più
importanti compositori del ‘900.
Figlio di un cantante lirico (un basso), pur
coltivando fin da piccolo la musica, fu avviato
agli studi di diritto; ma a ventun’anni (dal 1903)
divenne allievo privato di Nicolaj RimskijKorsakov che finché visse (1908) oltre a dargli
lezioni si adoperò perché fossero eseguite le sue
prime composizioni.
Importantissimo nella sua carriera, fu l’incontro
con Sergej Pavlovič Djagilev, il fondatore dei
famosissimi
“Ballets
Russes”
che
gli
commissionò “L’uccello di fuoco” (1910) che fu
per Strawinskij il primo grande successo e al
quale seguiranno altri capolavori del genere:
“Petrušca” (1911) e la “Sacre du primtemps”
(1913) che al suo apparire fece grande scandalo,
sia per le crude scene pagane della Russia
arcaica, che per la complessità ritmica unita ad
una ricchezza strumentale senza precedenti tale
da porre l’autore al centro degli interessi anche
delle più recenti avanguardie.
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Dal 1910 fino alla Prima Guerra Mondiale
risiedette a Parigi effettuando sempre più rari
ritorni in patria, e poi, durante la guerra si trsferì
in Svizzera dove venne alla luce un lavoro
fondamentale per le sue implicazioni stilistiche:
“L’histoire du soldat” una partitura con
pochissimi
strumenti
e
rappresentazione
realizzabile con limitatissimi mezzi se non
addirittura con burattini. (E’ uno dei miei ideali
di teatro musicale).
Nel 1918, in seguito alla rivoluzione, decise di
non tornare più in patria: risiedette in Francia dal
1920 al 1939 – nel ’34 ottenne la cittadinanza
francese – poi accettò l’invito della Harvard
University e si stabilì negli Stati Uniti
assumendone la cittadinanza nel 1945 pur
cotinuiando a compiere numerose tournèe in tutta
Europa e, nel 1962, unico strappo alla regola che
si era imposta, anche in Russia.
Nella sua attività di compositore si individuano
principalmente tre periodi: il primo periodo,
grosso modo quello “ russo” dei grandi balletti il
cui stile si radicalizzò con “L’historie du soldat”.
Poi la “svolta neoclassica” il cui inizio possiamo
far coincidere con il “Pulcinella” (1920) cui
seguirono “Oedipus Rex” (1927) fino a “La
carriera del libertino” (Venezia 1951 - un’opera
ispirata da una serie di incisioni di William
Hogart) e che recupera temi e atteggiamenti
stilistici del passato rivisitati però con il bagaglio
delle esperienze già maturate.
Ed infine il periodo delle opere “seriali” con
una graduale assunzione della dodecafonia, dal
“Settimino” del 1952 attraverso i “Threni”
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(1957-58) fino al “Requiem Canticles” per soli,
coro e orchestra del 1966.
Morto a New-York fu, per sua espressa richiesta,
tumulato a Venezia nell'isola di San Michele, e la
sua tomba è vicina a quella dell’amico e
collaboratore di vecchia data, Djaghilev.
Strawinskij era molto legato a Venezia, un luogo
dove tornava spesso e dove era nata l'opera che
ha dato inizio all’ultimo periodo della sua
prolifica attività, la già citata “The Rake's
Progress” (La carriera di un libertino).
Di Igor Strawinskij ascoltiamo il finale
dell’Ottetto per fiati composto tra il 1922-23 e
che, se cronologicamente fa parte del periodo
neoclassico, risente ancora della fantasmagorica
inventiva del “Histoire du soldat”.
Non sappiamo chi sono gli esecutori.
Torniamo però ai nostri musicisti. Sergej
Sergevič Prokof’ev (Souzouka, Ekaterinburg
1891 – Mosca 1953) rivelò precocemente
interessi musicali e cominciò i suoi studi con la
madre ottima pianista per poi frequentare il
conservatorio di Pietroburgo dove fu allievo, tra
gli altri di Nicolaj Rimskij- Korsakov.
Tenne il suo primo concerto a diciannove anni
(1910) e a ventuno compose il primo concerto per
pianoforte e orchestra.
Nel 1918 allo scoppio della rivoluzione, lasciò la
Russia e dal 1919 al 1922 la sua attività di
compositore e di concertista si svolse
prevalentemente negli Stati Uniti. (Questo è un
tratto comune di tutti i musicisti russi e non solo
russi: per tutti era “L’America”).
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Dal 1923 si stabilì a Parigi dove risiedette per
dieci anni pur continuando a compiere numerose
tournée, fino a che, nel 1933 decise di tornare
definitivamente in patria dedicandosi quasi
esclusivamente alla composizione.
In
Unione
Sovietica
ebbe
numerosi
riconoscimenti tra cui il “Premio Stalin” per ben
due volte, nel 941 e nel 1947.
Benché accettato dal regime soprattutto per le sue
collaborazioni per musiche da film (ad esempio
con Ejzenštein per “Alexander Newskij” –
1938/39 – e “Ivan il terribile” – 1942/45) nel
1948 subì un processo con l’accusa di
“orientamento formalista e antipopolare” ma
riuscì a difendersi affermando ironicamente di …
“non avere mai messo in dubbio l’importanza
della melodia”.
Ottenne definitivamente il favore del pubblico e
della critica russa solo l’anno precedente alla sua
morte con la sua settima sinfonia (1952).
Cominciamo con l’ascoltare un brano della citata
colonna sonora del Film “Alexander Newskij” e
precisamente “La battaglia sul ghiaccio” 1242: l’esercito russo contro gli aggressori, i
terribili “Cavalieri teutonici”.
Orchestra e coro di Sant Pietroburgo diretta da
Yury Termirkanov.
Per Sergej Sergevič Prokof’ev però, che detto
per inciso è uno dei musicisti russi che preferisco,
vorrei fare un’eccezione e proporvi un altro breve
brano.
La ragione è che quanto abbiamo ascoltato ci
rivela un delle due facce di questo compositore, e
cioè quella drammatica: la colonna sonora
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dell’Alexander Newskij è un affresco sinfonico
che non lascia spazio all’altra vena, quella intrisa
di lieta leggerezza che tutti conosciamo
soprattutto per il famosissimo “Pierino e il
Lupo”.
Avremmo perciò scelto un brano divertente, (che,
tra l’altro è stato utilizzato anche recentemente
per uno spot pubblicitario, Fruttolo) e cioè la
“Marcia sinfonica” scritta nel 1941 che nei
cataloghi porta due numeri diversi (ovviamente
uno è sbagliato ma non sappiamo quale) e cioè
Op.88 oppure 99. Ma poco importa.
Stalin, preoccupato per la vittoria del
Nazionalsocialismo in Germania, strinse alleanza
con la Francia e la Cecoslovacchia e poi, nel
corso della Guerra Civile Spagnola (1936)
sostenne attivamente i repubblicani.
Ma nel 1939, il 23 agosto, con uno strabiliante
capovolgimento di posizioni, l’URSS e la
Germania firmarono un patto (MolotovRibbentrop) che stabiliva la spartizione della
Polonia.
Iniziò così la Seconda Guerra Mondiale e l’URSS
occupò la parte orientale della Polonia, poi la
Finlandia, la Lituania, l’Estonia e parte della
Romania.
Se non che nel 1941 la Germania, già vittoriosa
nel resto d’Europa, attaccò l’alleato. E la loro
durissima guerra ebbe una svolta decisiva a
favore dell’URSS con le battaglie di Stalingrado
(1943) e con la rottura dell’assedio di
Leningrado.
Nel 1943 alla conferenza di Teheran, Stalin,
Churcill e Roosevelt decisero l’apertura del
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“secondo fronte” con lo sbarco in Francia. (Tutte
cose che sappiamo).
L’armata Rossa, con una ormai irresistibile
avanzata, nei primi giorni di maggio del 1945
conquistò Berlino.
Alle conferenze di Yalta e di Potsdam (1945) i
“grandi” URSS, USA e GB si confrontarono in
relazione del futuro ordine internazionale.
Per chiudere il cerchio, in agosto dello stesso
anno i sovietici attaccarono il Giappone che,
dopo il bombardamento atomico statunitense,
capitolò il 2 settembre.
Alla fine della guerra l’URSS era assunta al
rango di Seconda Potenza Mondiale.
Ora è la volta di Aram Ilič Khačaturjan (Tiflis
1903 – Mosca 1978) Compositore di origine
armene, studiò Violoncello e composizione alla
scuola Gnesin di Mosca fino al 1929 e poi si
perfezionò al Conservatorio fino al 934.
Fu attivo non solo come compositore, ma anche
come direttore d’orchestra, critico musicale e
organizzatore di concerti, opere e balletti.
Ricoprì cariche direttive nella “Unione dei
compositori sovietici” ma nel 1948 fu accusato,
(anche lui come Šostakovič, Prokof’ev e più o
meno tutti i musicisti russi del periodo) di
“Formalismo deteriore”, accusa da cui riuscì ad
affrancarsi.
Nonostante le periodiche disavventure causate
dal volubile favore del regime, gli furono
assegnate varie onorificenze tra le quali spiccano
il “Premio Stalin” nel 1941, ’43, ’46 e 50, Il
premio Lenin nel 1959 etc. etc.
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Nella sua produzione, che lo fece considerare con
Šostakovič il maggiore compositore sovietico del
XX secolo, ha fatto largo e geniale uso di
folklore
musicale
armeno,
elemento
caratterizzante del suo stile.
Di Khačaturjan ascoltiamo, tratta dal balletto
“Gajaneh” composto nel 1942, la celeberrima
“Danza delle Spade”
Orchestra di Bratislava diretta da Antony
Bramall.
Dmitrij Dmtrevič Šostakovič (Pietroburgo 1906
– Mosca 1975) si diplomò al Conservatorio di
Pietrogrado nel 1923 come pianista e nel 1925 in
composizione, ma rimase legato al Conservatorio
fino al 1930 per tutta una seri di successivi
perfezionamenti mentre svolgeva l’attività di
direttore artistico e di compositore al “Teatro
della gioventù operaia” di Leningrado.
Nell'aprile del 1932, il Partito decise di formare
la “Lega dei Compositori Sovietici”: i futuri
brani musicali avrebbero dovuto contenere canti
popolari, inni e finali trionfanti.
Šostakovič, eletto presidente della sezione di
Leningrado, si salvò dalle censure grazie al fatto
che compose musiche per film, infatti la
produzione di colonne sonore era allineata con
l'esaltazione della patria, tanto voluta dal regime
stalinista.
Fatta eccezione per la sua Sinfonia n 1, che fu un
successo, le ulteriori composizioni, furono
accolte con sfavore dalla critica ufficiale che lo
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accusava di “eccessivo modernismo
formalismo filo-occidentale”.
e
di
Il compositore, che doveva tenere "segreta" la
propria produzione cameristica e sinfonica, per
evitare danni promise – e scrisse – la sua “quinta
sinfonia” in cui cercò una mediazione tra il suo
linguaggio e le aspettative musicali della critica
di regime, mediazione che gli valse la nomina di
insegnante di strumentazione al Conservatorio di
Leningrado.
Nel 1942 venne nominato anche “Membro del
comitato per la difesa della pace” una nomina
che gli permetterà di partecipare a vari congressi
all’estero (New York nel 1948; Varsavia ne 195’;
Vienna nel 1952 etc.).
Il fatto che sia stato nominato “Artista emerito
dell’URSS” nel 1942; “Artista nazionale russo”
nel 1948 e “Artista sovietico” nel 1954, non deve
far pensare ad una fama circoscritta: il suo lavoro
di compositore era riconosciuto anche all’estero :
“Membro dell’Accademia Reale di Svezia”
(1954) “Dottore Honoris Causa per la musica”
all’università di Oxford (1958), “Membro
onorario dell’Accademia di Santa Cecilia” in
Italia; Medaglia d’oro della “Royal Philarmonic
Society” in Gran Bretagna, etc. etc.
L’ascolto che dedichiamo a Šostakovič è il
famosissimo Piano Concerto con tromba solista
No.1 in do minore: eseguito dalla New York
Philharmonic Orchestra diretta da Mstislav
Rostopovich, si avvele di due solisti d’eccezione:
18
Marta Argerich al pianoforte e Philip Smith alla
tromba.
19