Finlandia e Russia - Università delle Tre Età UNITRE Sede
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Finlandia e Russia - Università delle Tre Età UNITRE Sede
“Panorami di musica strumentale europea nella prima metà del ‘900” Quarto incontro:Finlandia e Russia Oggi ci occupiamo di due Paesi confinanti che nel periodo di nostro interesse hanno avuto rapporti difficilissimi (del resto, in quel periodo, chi aveva rapporti amichevoli?). La situazione della Finlandia alla partenza del ‘900 è più o meno stabile da quasi n secolo, e cioè da quando nel 1808 un trattato (di Fredrikshanna) consentì allo Zar Alessandro I di impadronirsi del Paese che divenne un Granducato retto da un governatore generale russo. Originariamente Granducato semiautonomo, poi lungo lo scorrere del XIX secolo sempre più sottomesso fino alla dittatura completa nel 1903. Seguirono azioni e reazioni, fino all’assassinio, per mano di Eugen Schauman nel 1904, del generale Bobrikov, che fu Governatore Generale della Finlandia con poteri dittatoriali. Seguirono altre rivolte e scioperi soprattutto in concomitanza con la guerra Russo-giapponese in un crescendo di tensioni che si conclusero con una durissima repressione nel 1910. La Prima Guerra Mondiale esasperò ulteriormente i sentimenti nazionalistici ed antirussi e il 6 dicembre 1917, nel quadro dei grandi sconvolgimenti provocati dalla Rivoluzione Bolscevica, la Finlandia poté proclamare la propria indipendenza. Il diffondersi anche in Finlandia delle idee rivoluzionarie aprì nel ’18 una fase di guerra 1 civile stroncata dalle “Guardie bianche” affiancate dalle truppe tedesche che attuarono una “pacificazione” attraverso il ricorso al “Terrore bianco” Nel 1919 fu proclamata la repubblica e nel 1920 il paese fu riconosciuto anche dall’URSS. Ma per poco. Nel 1939, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la Finlandia dichiarò la propria neutralità, ma la Russia approfittò della situazione di instabilità generale per attaccare la nazione che, nel 1940 dovette cedere all’URSS la Carelia. Un anno dopo, nel 1941, approfittando dell’aggressione tedesca anche la Finlandia dichiarò guerra alla Russia pur sottolineando un po’ ambiguamente di non essere alleata alla Germania. Reazione: bombardamento di Helsinki e offensiva russa nel 1944. Seguì tra le due nazioni un armistizio con conseguente dichiarazione di guerra alla Germania nel marzo del 1945, praticamente a guerra quasi terminata. Poi finalmente la “pace di Parigi” il 10 febbraio del 1947 che confermò l’indipendenza e le condizioni dell’armistizio del 1944 (Cessione della Carelia e del porto di Petsamo sul mare di Barents). Una curiosità: nel quadro di questi avvenimenti c’entra anche un po’ di Italia che inviò la XIIª Squadriglia MAS (Mezzi d'Assalto) - una formazione della Regia Marina Italiana – la quale prese parte alle operazioni belliche sul lago 2 Ladoga per conto delle forze dell’Asse, durante l'assedio di Leningrado. Il lago Ladoga è il più grande lago europeo, nel quale passa il confine tra Finlandia e Russia) Il musicista nazionale finlandese è Jan Sibelius (Hämeenlinna, Tavastehus 1865 – Järvenn pää 1957), un uomo quindi che da musicista ha vissuto tutta l’epopea storica che abbiamo appena descritto. Studiò a Helsinki, poi a Berlino e a Vienna, e dal 1902 insegno a sua volta teoria e violino al conservatorio di Helsinki. Divenne famoso in tutta Europa e nel mondo quando in occasione dell’esposizione universale di Parigi nel 1900, l’Orchestra Filarmonica finlandese compì una lunga tournée attraverso i paesi della Scandinavia, la Germania, l’Olanda, il Belgio e infine la Francia.. Fu eseguita solo musica finnica e a Sibelius toccò la parte principale: la casa editrice tedesca Breitkopf & Härtel mostrò interesse per il compositore e lo impose all’attenzione dei direttori tedeschi, inglesi e americani. Dopo di che Sibelius si dedicò esclusivamente alla composizione, ma fino al 1927 quando si ritirò … cosciente forse di non potersi adattare agli sviluppi della musica contemporanea …, circondato da onori e grande popolarità. Dopo d’allora, e per i seguenti trent’anni, il suo catalogo presenta solo “5 schizzi per pianoforte” (Op. 114 del 1929), l’Inno nazionale finlandese del 1938 e la marcia “Il destino di Carelia” per coro maschile e pianoforte, alcune poche revisioni e poi silenzio. 3 Ascoltiamo di Sibelius due brani tratti dalle musiche di scena per “La tempesta” di William Sakespeare composte nel 1925 che verranno eseguiti dalla Finnish Simphony Orchestra diretta da Jukka-Pekka Saraste. Il primo brano riguarda l’entrata in scena di Calibano La storia della Russia nei primi cinquant’anni del ‘900 è estremamente densa di fatti e quindi dobbiamo procedere operando più che mai a grandi linee, con drastiche semplificazioni. All’inizio del secolo regnava lo Zar Nicola II che, salito al trono nel 1894 sarà l’ultimo degli Zar. Quattro anni dopo la sua incoronazione (nel 1898) venne fondato a Minsk il “Partito operaio socialdemocratico russo” nelle cui file si misero in luce Vladimir Il’ic Ul’’janov detto Lenin e Lev Davidovič Bronštejn detto Trockij. Passano altri quattro anni ed ecco sorgere il “Partito social rivoluzionario” favorevole a un socialismo agrario comunitario. 1904 – 1905 Guerra Russo-Giapponese, causata dal contemporaneo tentativo della Russia e del Giappone di penetrare in Manciuria e in Corea. Le sconfitte militari di questa guerra acutizzarono i conflitti sociali interni: infatti nel gennaio del 1905 ebbe inizio a Pietroburgo una rivoluzione che coinvolse operai e militari. Nel dicembre dello stesso anno a Mosca ci fu l’insurrezione armata degli operai alla quale il governo reagì con una sanguinosa repressione, e però negli anni che seguirono, e cioè tra il 1906 e il 1914, il regime rappresentativo dell’impero si 4 rivelò sostanzialmente impotente a normalizzare la situazione sociale. Nel frattempo, tra il 1908 e il 1913, a seguito dell’annessione della Bosnia-Erzegovina (di cui abbiamo già fatto cenno quando parlavamo della storia austriaca) tra l’Impero Russo e quello Austro-Ungarico la tensione crebbe fortemente. I due anni che precedettero la Prima Guerra Mondiale videro un acuirsi delle agitazioni operaie e contadine con il loro tragico seguito di massacri. Allo scoppio della guerra, nell’agosto del ’14, in conseguenza dell’attacco austriaco alla Serbia la Russia intervenne militarmente subendo però sconfitte che, come era già successo nel 1905, anche ora (1917 – anno importante) provocarono la disgregazione dell’esercito aprendo la strada alla rivoluzione, che ebbe inizio tra il 23 e il 24 febbraio (per il calendario russo che è diverso da quello occidentale: quelle date corrispondono per noi all’8 e 9 marzo). Il 2 marzo (15 marzo) abdicazione dello Zar a favore del fratello, il Granduca Michele che però rifiutò la corona, e con questo atto finì dopo secoli il dominio della dinastia dei Romanov. L’impero si trasformò in una repubblica che evolse verso un totale bolscevismo dopo il 18 gennaio del 1918. Intanto al fronte le cose andavano malissimo e il 3 marzo (16 per noi) la Russia Sovietica per salvare il regime firmò la pace di Brest-Litovsk con la Germania che le impose durissime condizioni. 5 Ma per il momento basta così, perché sebbene immersi in questo bailamme, i musicisti dovevano pur continuare a vivere facendo possibilmente il loro mestiere: torniamo quindi alla musica e come ormai da tradizione eleggiamo il “Padre nobile”. Sergej Vasil’evič Rachmaninov (Oneg, Novgorod 1873 – Beverly Hills, California 1943) Più giovane di un anno dell’autore che seguirà ma che scelgo comunque come padre nobile per l’impianto “tardo-romantico” della sua musica, forse più legata dell’altra al secolo precedente. Rachmaninov compì i suoi studi musicali a Pietroburgo e a Mosca; esordì come pianista nel 1892 e si rivelò insigne virtuoso in concerti anche all’estero. Tra il 1905 e il 1906 fu direttore d’orchestra al teatro Bol’šoi di Mosca, dove eseguì anche opere proprie. Dopo una permanenza di quasi tre anni a Dresda, nel 1910 operò negli Stati Uniti per poi tornare a Mosca dove era molto apprezzato e dove rimase anche durante la guerra e fino alla scoppio della rivoluzione. Nel 1918 lasciata la Russia, visse un periodo in Scandinavia per poi stabilirsi definitivamente negli Stati Uniti, la base da dove partiva per tournée in tutto il mondo fatta eccezione per la sua patria nella quale non sarebbe più tornato. Traggo una citazione dall’Enciclopedia della musica (non voglio essere responsabile di critiche che magari non condivido) “ … Influenzato da Čajkovslij, aperto a forme occidentali, incline ad 6 un eccletismo tra la scuola nazionale e il tardo romanticismo, ha lasciato una produzione che pecca spesso di ampollosità e – segnatamente nella vasta produzione pianistica, che pure ha goduto di enorme risonanza,e nei quattro concerti per pianoforte e orchestra – di un virtuosismo spesso esteriore …” (Ognuno è libero di pensarla come vuole). Ascoltiamo un brano tratto dal primo movimento del poema sinfonico “L’isola dei morti” composto nel 1908 e che gli fu ispirato dal quadro di Arnold Böklin del 1880. Questo quadro, famosissimo, fu particolarmente amato anche da Hitler che ne aveva acquistato, nel 1936, una della cinque versioni originali dipinte da Böklin stesso. Questa versione andò distrutta durante i bombardamenti su Berlino. Per gli esecutori non sappiamo di che orchestra si tratti ma il direttore è Ghirghiev Adesso incontriamo un musicista dalla vita e dalle idee non convenzionali, un autore a cavallo tra una solidissima preparazione accademica e uno sperimentalismo eterodosso. Alexandr Nikolaievič Skrjabin (Mosca 1872 – Ivi 1915) Cadetto alla scuola militare fino ai 17 anni, compì contemporaneamente seri studi musicali preparatori. Iscritto al Conservatorio di Mosca a 16 anni, si diplomò nel 1892 e divenne rapidamente celebre come pianista grazie all’editore Beljaev che gli organizzò concerti in tutta Europa e dal 1894 pubblicò anche tutte le sue composizioni. 7 Fu anche insegnante al Conservatorio di Mosca fino al 1903. Nel 1895 si unì a Tatiana Fedorovna Schloezer separandosi dalla prima moglie, la pianista Vera Ivanovna Isakovič che aveva sposato nel 1897: fu una separazione amichevole tanto che la Isakovič continuerà ad eseguire in concerto le musiche che il marito andava componendo. Nel 1906 Skrjabin affrontò la consueta (consueta per tutti i musicisti) tournée negli Stati Uniti, conclusasi però molto velocemente a causa degli spiriti puritani americani che non accettarono la presenza di Tatiana che lo aveva accompagnato e quindi la coppia lasciò gli States per evitare guai giudiziari. Assiduo frequentatore dei circoli Teosofici di Bruxelles, utilizzò per primo l’armonia delle “quarte” creando l’accordo mistico per quarte sovrapposte. Nel 1911 venne eseguita la prima mondiale del “Prometeo”, composizione per orchestra, coro, pianoforte e “klavier à lumiere”, uno strumento ideato dall’inglese Remington nel 1895 ed usato per diffondere luci colorate e a tal fine la partitura conteneva anche il rigo della “tastiera per luce”. Alla prima la partitura fu eseguita senza questa parte luminosa per la mancanza a Mosca di tale strumento mentre l’organico completo fu invece utilizzato a New York nel 1914 (gli americani hanno sempre tutto). Questa composizione con i suoi accessori riscosse il vivo interesse anche degli espressionisti del “Cavaliere azzurro”. L’idea di fondo di Skrjabin era che questo dovesse essere il primo passo verso un’ulteriore forma d’arte in cui musica, poesia, mimica, colori 8 e anche profumi fosse da realizzare in forma “misterica” in un “tempio emisferico” (ricordiamoci delle sue frequentazioni teosofiche). Stava lavorando con entusiasmo a tale progetto quando sopravvenne la morte causata da un violento morbo manifestatosi come setticemia a causa di una puntura d’insetto sul labbro. Ascoltiamo dal “Poeme-Nocturne” per pianoforte del 1911-12 l’esecuzione di Sviatoslav Richter. Tra il 1918 e il 1919 i bolscevici stabilirono la “Dittatura del proletariato”. Nel luglio del 1918 lo Zar e i membri della sua famiglia furono uccisi ad Ekaterinburg. Una cosa un po’ inquietante: nella foto vedete la “Casa Ipat’ev” dove i membri della famiglia reale furono reclusi e poi uccisi. Questa casa prendeva il nome dal suo proprietario, un facoltoso mercante che si chiamava con questo nome. Curiosamente però il nome di questo mercante è identico al quello del “Monastero Ipat’ev” a Kostroma da dove i Romanov incominciarono la scalata al trono. Nel frattempo l’Armata Rossa, organizzatore Lev Trockij, controrivoluzionari “Bianchi” straniere che li sostenevano – vittoria nel 1921. di cui fu grande sconfiggeva i - e le truppe ottenendo piena 9 Mentre Lenin, colpito dalla malattia che lo avrebbe portato alla morte nel gennaio del ’24, viveva ormai ai margini della vita politica, nel gruppo dirigente sovietico si svilupparono accesi conflitti che avevano per oggetto le basi politiche e sociali dello stato. Emerse in queste lotte la figura di Josif Dzusgavili, detto Stalin che nel 1927 vinse definitivamente la lotta per il potere. Negli anni tra il 1928 e il 1941 in Russia fu sviluppata una importante base industriale mentre il regime staliniano attuò tra il 1936 e il ’38 le grandi “purghe” contro i “nemici del popolo” che colpirono anche l’esercito: fu instaurato un regime del terrore e come finale regolamento dei conti nel 1940 venne fatto uccidere Trockij che si era rifugiato in Messico. Dell’omicidio se ne occupò un certo Ramon Mercader (1913 – 1978) agente segreto stalinista di origine spagnola; e questo ci permette di inserire una piccola curiosità di cui forse non tutti sono a conoscenza (noi per lo meno non lo eravamo). L’estate appena trascorsa, assistendo alla trasmissione televisiva “Il tempo e la storia” in cui si parlava di Trockij vennimmo a sapere che questo Ramon Mercader era il fratello maggiore dell’attrice catalana Maria Mercader, seconda moglie che Vittorio De Sica aveva sposato in Messico nel 59, (matrimonio confermato poi a Parigi nel 68) e che era la madre dell’attuale Christian. Abbiamo verificato: è vero. Ma torniamo alla musica con altri due musicisti diversissimi tra di loro. Il primo, che per la 10 maggior parte della sua vita operò nelle grandi capitali culturali europee e americane tanto da far quasi dimenticare la sua origine russa - origine che però affiora prepotentemente nei suoi lavori e il secondo che, invece, fu legato a doppio filo alla madre patria dalla quale rimase lontano solo per un periodo di quindici anni, dallo scoppio della rivoluzione fino al 1933 quando tornò definitivamente in Russia. Igor Fëdorovič Strawinskij (Oranienbaum, Pietroburgo 1882 – New York 1971) Musicista di origini russe ma di vocazione internazionale quant’altri mai, è senz’altro uno dei più importanti compositori del ‘900. Figlio di un cantante lirico (un basso), pur coltivando fin da piccolo la musica, fu avviato agli studi di diritto; ma a ventun’anni (dal 1903) divenne allievo privato di Nicolaj RimskijKorsakov che finché visse (1908) oltre a dargli lezioni si adoperò perché fossero eseguite le sue prime composizioni. Importantissimo nella sua carriera, fu l’incontro con Sergej Pavlovič Djagilev, il fondatore dei famosissimi “Ballets Russes” che gli commissionò “L’uccello di fuoco” (1910) che fu per Strawinskij il primo grande successo e al quale seguiranno altri capolavori del genere: “Petrušca” (1911) e la “Sacre du primtemps” (1913) che al suo apparire fece grande scandalo, sia per le crude scene pagane della Russia arcaica, che per la complessità ritmica unita ad una ricchezza strumentale senza precedenti tale da porre l’autore al centro degli interessi anche delle più recenti avanguardie. 11 Dal 1910 fino alla Prima Guerra Mondiale risiedette a Parigi effettuando sempre più rari ritorni in patria, e poi, durante la guerra si trsferì in Svizzera dove venne alla luce un lavoro fondamentale per le sue implicazioni stilistiche: “L’histoire du soldat” una partitura con pochissimi strumenti e rappresentazione realizzabile con limitatissimi mezzi se non addirittura con burattini. (E’ uno dei miei ideali di teatro musicale). Nel 1918, in seguito alla rivoluzione, decise di non tornare più in patria: risiedette in Francia dal 1920 al 1939 – nel ’34 ottenne la cittadinanza francese – poi accettò l’invito della Harvard University e si stabilì negli Stati Uniti assumendone la cittadinanza nel 1945 pur cotinuiando a compiere numerose tournèe in tutta Europa e, nel 1962, unico strappo alla regola che si era imposta, anche in Russia. Nella sua attività di compositore si individuano principalmente tre periodi: il primo periodo, grosso modo quello “ russo” dei grandi balletti il cui stile si radicalizzò con “L’historie du soldat”. Poi la “svolta neoclassica” il cui inizio possiamo far coincidere con il “Pulcinella” (1920) cui seguirono “Oedipus Rex” (1927) fino a “La carriera del libertino” (Venezia 1951 - un’opera ispirata da una serie di incisioni di William Hogart) e che recupera temi e atteggiamenti stilistici del passato rivisitati però con il bagaglio delle esperienze già maturate. Ed infine il periodo delle opere “seriali” con una graduale assunzione della dodecafonia, dal “Settimino” del 1952 attraverso i “Threni” 12 (1957-58) fino al “Requiem Canticles” per soli, coro e orchestra del 1966. Morto a New-York fu, per sua espressa richiesta, tumulato a Venezia nell'isola di San Michele, e la sua tomba è vicina a quella dell’amico e collaboratore di vecchia data, Djaghilev. Strawinskij era molto legato a Venezia, un luogo dove tornava spesso e dove era nata l'opera che ha dato inizio all’ultimo periodo della sua prolifica attività, la già citata “The Rake's Progress” (La carriera di un libertino). Di Igor Strawinskij ascoltiamo il finale dell’Ottetto per fiati composto tra il 1922-23 e che, se cronologicamente fa parte del periodo neoclassico, risente ancora della fantasmagorica inventiva del “Histoire du soldat”. Non sappiamo chi sono gli esecutori. Torniamo però ai nostri musicisti. Sergej Sergevič Prokof’ev (Souzouka, Ekaterinburg 1891 – Mosca 1953) rivelò precocemente interessi musicali e cominciò i suoi studi con la madre ottima pianista per poi frequentare il conservatorio di Pietroburgo dove fu allievo, tra gli altri di Nicolaj Rimskij- Korsakov. Tenne il suo primo concerto a diciannove anni (1910) e a ventuno compose il primo concerto per pianoforte e orchestra. Nel 1918 allo scoppio della rivoluzione, lasciò la Russia e dal 1919 al 1922 la sua attività di compositore e di concertista si svolse prevalentemente negli Stati Uniti. (Questo è un tratto comune di tutti i musicisti russi e non solo russi: per tutti era “L’America”). 13 Dal 1923 si stabilì a Parigi dove risiedette per dieci anni pur continuando a compiere numerose tournée, fino a che, nel 1933 decise di tornare definitivamente in patria dedicandosi quasi esclusivamente alla composizione. In Unione Sovietica ebbe numerosi riconoscimenti tra cui il “Premio Stalin” per ben due volte, nel 941 e nel 1947. Benché accettato dal regime soprattutto per le sue collaborazioni per musiche da film (ad esempio con Ejzenštein per “Alexander Newskij” – 1938/39 – e “Ivan il terribile” – 1942/45) nel 1948 subì un processo con l’accusa di “orientamento formalista e antipopolare” ma riuscì a difendersi affermando ironicamente di … “non avere mai messo in dubbio l’importanza della melodia”. Ottenne definitivamente il favore del pubblico e della critica russa solo l’anno precedente alla sua morte con la sua settima sinfonia (1952). Cominciamo con l’ascoltare un brano della citata colonna sonora del Film “Alexander Newskij” e precisamente “La battaglia sul ghiaccio” 1242: l’esercito russo contro gli aggressori, i terribili “Cavalieri teutonici”. Orchestra e coro di Sant Pietroburgo diretta da Yury Termirkanov. Per Sergej Sergevič Prokof’ev però, che detto per inciso è uno dei musicisti russi che preferisco, vorrei fare un’eccezione e proporvi un altro breve brano. La ragione è che quanto abbiamo ascoltato ci rivela un delle due facce di questo compositore, e cioè quella drammatica: la colonna sonora 14 dell’Alexander Newskij è un affresco sinfonico che non lascia spazio all’altra vena, quella intrisa di lieta leggerezza che tutti conosciamo soprattutto per il famosissimo “Pierino e il Lupo”. Avremmo perciò scelto un brano divertente, (che, tra l’altro è stato utilizzato anche recentemente per uno spot pubblicitario, Fruttolo) e cioè la “Marcia sinfonica” scritta nel 1941 che nei cataloghi porta due numeri diversi (ovviamente uno è sbagliato ma non sappiamo quale) e cioè Op.88 oppure 99. Ma poco importa. Stalin, preoccupato per la vittoria del Nazionalsocialismo in Germania, strinse alleanza con la Francia e la Cecoslovacchia e poi, nel corso della Guerra Civile Spagnola (1936) sostenne attivamente i repubblicani. Ma nel 1939, il 23 agosto, con uno strabiliante capovolgimento di posizioni, l’URSS e la Germania firmarono un patto (MolotovRibbentrop) che stabiliva la spartizione della Polonia. Iniziò così la Seconda Guerra Mondiale e l’URSS occupò la parte orientale della Polonia, poi la Finlandia, la Lituania, l’Estonia e parte della Romania. Se non che nel 1941 la Germania, già vittoriosa nel resto d’Europa, attaccò l’alleato. E la loro durissima guerra ebbe una svolta decisiva a favore dell’URSS con le battaglie di Stalingrado (1943) e con la rottura dell’assedio di Leningrado. Nel 1943 alla conferenza di Teheran, Stalin, Churcill e Roosevelt decisero l’apertura del 15 “secondo fronte” con lo sbarco in Francia. (Tutte cose che sappiamo). L’armata Rossa, con una ormai irresistibile avanzata, nei primi giorni di maggio del 1945 conquistò Berlino. Alle conferenze di Yalta e di Potsdam (1945) i “grandi” URSS, USA e GB si confrontarono in relazione del futuro ordine internazionale. Per chiudere il cerchio, in agosto dello stesso anno i sovietici attaccarono il Giappone che, dopo il bombardamento atomico statunitense, capitolò il 2 settembre. Alla fine della guerra l’URSS era assunta al rango di Seconda Potenza Mondiale. Ora è la volta di Aram Ilič Khačaturjan (Tiflis 1903 – Mosca 1978) Compositore di origine armene, studiò Violoncello e composizione alla scuola Gnesin di Mosca fino al 1929 e poi si perfezionò al Conservatorio fino al 934. Fu attivo non solo come compositore, ma anche come direttore d’orchestra, critico musicale e organizzatore di concerti, opere e balletti. Ricoprì cariche direttive nella “Unione dei compositori sovietici” ma nel 1948 fu accusato, (anche lui come Šostakovič, Prokof’ev e più o meno tutti i musicisti russi del periodo) di “Formalismo deteriore”, accusa da cui riuscì ad affrancarsi. Nonostante le periodiche disavventure causate dal volubile favore del regime, gli furono assegnate varie onorificenze tra le quali spiccano il “Premio Stalin” nel 1941, ’43, ’46 e 50, Il premio Lenin nel 1959 etc. etc. 16 Nella sua produzione, che lo fece considerare con Šostakovič il maggiore compositore sovietico del XX secolo, ha fatto largo e geniale uso di folklore musicale armeno, elemento caratterizzante del suo stile. Di Khačaturjan ascoltiamo, tratta dal balletto “Gajaneh” composto nel 1942, la celeberrima “Danza delle Spade” Orchestra di Bratislava diretta da Antony Bramall. Dmitrij Dmtrevič Šostakovič (Pietroburgo 1906 – Mosca 1975) si diplomò al Conservatorio di Pietrogrado nel 1923 come pianista e nel 1925 in composizione, ma rimase legato al Conservatorio fino al 1930 per tutta una seri di successivi perfezionamenti mentre svolgeva l’attività di direttore artistico e di compositore al “Teatro della gioventù operaia” di Leningrado. Nell'aprile del 1932, il Partito decise di formare la “Lega dei Compositori Sovietici”: i futuri brani musicali avrebbero dovuto contenere canti popolari, inni e finali trionfanti. Šostakovič, eletto presidente della sezione di Leningrado, si salvò dalle censure grazie al fatto che compose musiche per film, infatti la produzione di colonne sonore era allineata con l'esaltazione della patria, tanto voluta dal regime stalinista. Fatta eccezione per la sua Sinfonia n 1, che fu un successo, le ulteriori composizioni, furono accolte con sfavore dalla critica ufficiale che lo 17 accusava di “eccessivo modernismo formalismo filo-occidentale”. e di Il compositore, che doveva tenere "segreta" la propria produzione cameristica e sinfonica, per evitare danni promise – e scrisse – la sua “quinta sinfonia” in cui cercò una mediazione tra il suo linguaggio e le aspettative musicali della critica di regime, mediazione che gli valse la nomina di insegnante di strumentazione al Conservatorio di Leningrado. Nel 1942 venne nominato anche “Membro del comitato per la difesa della pace” una nomina che gli permetterà di partecipare a vari congressi all’estero (New York nel 1948; Varsavia ne 195’; Vienna nel 1952 etc.). Il fatto che sia stato nominato “Artista emerito dell’URSS” nel 1942; “Artista nazionale russo” nel 1948 e “Artista sovietico” nel 1954, non deve far pensare ad una fama circoscritta: il suo lavoro di compositore era riconosciuto anche all’estero : “Membro dell’Accademia Reale di Svezia” (1954) “Dottore Honoris Causa per la musica” all’università di Oxford (1958), “Membro onorario dell’Accademia di Santa Cecilia” in Italia; Medaglia d’oro della “Royal Philarmonic Society” in Gran Bretagna, etc. etc. L’ascolto che dedichiamo a Šostakovič è il famosissimo Piano Concerto con tromba solista No.1 in do minore: eseguito dalla New York Philharmonic Orchestra diretta da Mstislav Rostopovich, si avvele di due solisti d’eccezione: 18 Marta Argerich al pianoforte e Philip Smith alla tromba. 19