03 ottobre 2004/vers4 - Città del Sole Edizioni
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03 ottobre 2004/vers4 - Città del Sole Edizioni
Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me. (Giorgio Gaber) Anno I n. 3 - Ottobre - Novembre 2004 - PERIODICO MENSILE Supplemento laltrareggio - Registraz. Trib. di Messina n. 17/91 e 1,00 A cura di Franco Arcidiaco e Daniela Pellicanò www.cittadelsoledizioni.it Dopo il complesso dell’altezza e quello della vecchiaia, arriva quello della calvizie, il cavalier Bandana non si piace proprio E’ PEGGIO DI MICHAEL JACKSON!!! CRESCE L’INTERNAZIONALE ANTI BERLUSCONIANA REPUBBLICA ITALIANA cusate il ritardo, siamo stati travolti dal S successo! Se lo sa il cavaliere siamo fregati! “Il Berlusconiere” è diventato un piccolo caso editoriale, nelle città dove non riusciamo ad essere presenti il giornale viene richiesto con ogni mezzo e si organizzano (vedi Genova) addirittura gruppi di venditori spontanei che lo ricevono direttamente da noi. Le piccole dimensioni della nostra casa editrice non ci consentono di tenere il ritmo della periodicità mensile; il pagamento delle copie vendute arriva dopo novanta giorni dall’uscita in edicola del numero nuovo, ed i costi della tipografia lievitano enormemente, abbiamo deciso pertanto a malincuore di ridurre la periodicità a bimestrale. Anche su questo argomento ci sarebbe da svolgere una seria riflessione su come sia inteso in Italia il concetto di “Libertà di Stampa”: il mercato è completamente in balìa dei grossi gruppi editoriali (e naturalmente il Nostro con la sua Mondadori è tra questi) che, controllando virtualmente distributori ed edicolanti, sono gli unici ad avere garantito l’accesso all’edicola. La piccola editoria periodica ed indipendente è guardata con fastidio ed insofferenza, e, quando non è boicottata (vedi il caso di Messina), deve subire tutta una serie di obblighi e balzelli che mettono a durissima prova la sua resistenza. Rinnoviamo pertanto l’appello ai nostri numerosissimi lettori ad organizzare gruppi di vendita alternativa nelle varie città dove non siamo in edicola, spediremo il giornale in conto vendita con lo sconto del 30% e con le spese a nostro carico (praticamente ci pagherete solo il venduto a 70 centesimi). La causa è alta e nobile, datevi da fare!!! In questo numero la grandissima sorpresa è l’arrivo di Zap&Ida, la mitica coppia di disegnatori ha scoperto il giornale a Bologna grazie all’amico Luigi Ghelli (altro nostro diffusore militante) e ci ha contattati mettendo a disposizione le vignette gratuitamente; altro gradito arrivo è quello del famoso poeta dialettale messinese Mico Della Boccetta (al secolo Domenico Borgia) che ci ha inviato le due poesie che trovate all’interno. Un enorme grazie va ancora ad Antonio Barresi ed ai suoi colleghi bancari di Genova che hanno diffuso il giornale al festival nazionale dell’Unità, a Luigi Ghelli (commercialista affermato) che ha contribuito al successo del giornale a Bologna ed alla festa provinciale dell’Unità, alla cara amica edicolante bolognese Betta che ci ha inviato del gustoso materiale che trovate su questo numero, a Cristiana Liconti nostra corrispondente di Roma ed alla simpaticissima Maria Rita Riggio di Palermo (aspettiamo le panelle a forma di bandana). Arrivederci al prossimo numero e fatevi sentire!!! Franco Arcidiaco Benvenuti Zap & Ida www.zap-ida.it Un’associazione a delinquere di stampo umoristico IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI AGOSTO 2004 PATETICI BERLUSCLONI Da questo numero ZAP&IDA Un’altra berlusclona scende in campo FORZA SUPPOSTE Elisabetta Gardini, nuova portavoce di Forza Italia senza peli sulla lingua: «Pensate che la sorella di Tremonti mi ha raccontato che il fratello si è comprato una macchinetta-metti supposte...» (da una conversazione al ristorante tra la Gardini ed i suoi commensali) www.dagospia.com Tutti gli uomini che in Italia si fanno da sé è evidente che si fanno piuttosto male Leonardo Sciascia collaborano al Berlusconiere uniti a noi per la nobile causa Speciale a pag. 8 Il Berlusconiere è ospite di ZAP&IDA alla Mostra umoristica “Riso e Sorriso” e alla XXV MOSTRA DEL TARTUFO Città di Castello (PG) 30 ottobre - 7 novembre 2004 2 La folle estate del Cavalier Bandana TORMENTONE BANDANA “I “S ilvio Berlusconi si è tolto la bandana… a quando i primi capelli? - Ci vorrà qualche mese. … L’intervento è avvenuto ai primi di agosto, nel mio ambulatorio a Ferrara Quindi a Natale o quando sarà avremo un presidente del Consiglio con i capelli. Tanti? - I miracoli non li fa nessuno. Chi si rivolge a noi è perfettamente consapevole di non poter pretendere un ciuffo alla Little Tony, ma un miglioramento di sicuro c’è… Si può quindi dire che Silvio Berlusconi ha vinto la sua battaglia contro la calvizie? Penso proprio di si”. (intervista a Piero Rosati, chirurgo plastico ed estetico, dal Corriere della Sera del 20/8/04) n Italia stanno arrivando ospiti importanti e prestigiosi: una volta li accoglievamo con la banda, ora con la bandana. (…) I giornali hanno insinuato che Berlusconi tenesse la testa coperta per nascondere i segni di un recente trapianto di capelli: forse ha solo frainteso il concetto di crescita del pil”.(da il Messaggero del 22/8/2004) Antonello Presta e Marco Dose “I I Conigli di Radiodue da l’Unità giornali italiani hanno raccontato in modo discutibile la gita di Blair in Sardegna. Che senso aveva, infatti, dedicare tanto spazio alla bandana del premier? Dov’era la sorpresa, visto che Berlusconi ha sempre circolato – salvo qualche variazione, si capisce – in bandana? Le barzellette che racconta alle riunioni internazionali, i baci che scocca sulle guance degli altri capi di governo, le battute sulla consorte, non equivalgono forse alla bandana? Gli acquisti di decine di orologi ad ogni sortita nelle strade di Portofino o Portocervo, le giornate in yacht e i pranzi serali su cui riferì già anni fa la signora Ariosto, la lavagna da Bruno Vespa, erano forse qualcosa di diverso dalla bandana? E che cosa sono i menu e i fuochi d’artificio a Villa Certosa, il giubbetto di renna blu sfoggiato a Camp David, il cappelluccio da baseball a Nassiriya? Perciò meraviglia che da articolisti noti per la vena satirica, sia uscito soltanto adesso il paragone tra Berlusconi e Briatore (…). Lo stile dell’uomo è stato infatti sempre lo stesso, e sappiamo da dove viene: dalla cosiddetta Milano da bere, dalle improvvise ed enormi ricchezze (…) lussi degli industrialotti milanesi del primo boom”. (da la Repubblica 19/8/2004) I FELTRIOTI SI SCATENANO LETTERE A LIBERO SULLA BANDANA Bandana/1 Pirati tarantella La presunzione della sinistra non conosce limiti. Ora tante storie perché Berlusconi in vacanza aveva la bandana. Pensano forse di averla inventata loro? Che sia un simbolo comunist-barricadero? Ma la bandana l’avevano i pirati dal Rinascimento in poi. In seguito i pescatori napoletani e i danzatori di Tarantella. E dire che secondo loro la Cultura è sempre a sinistra. Marina Pacini – Roma Bandana/ 2 La sinistra spiazzata La sinistra, per sminuire il successo ottenuto da Berlusconi per la visita del premier britannico, ex fidanzato dell’Ulivo, ha dovuto ripiegare sulla bandana indossata dl Cavaliere. Niente di nuovo: gli sciocchi invece di guardare la luna, guardano il dito che la indica. Vincenzo De Leo – e.mail Bandana/3 Il colpo del comunicatore La questione è da porsi tra la seriosità di chi vuole un Premier in gessato anche sull’orlo della piscina, tra la malafede di chi riferisce di un disagio dei coniugi Blair, tra chi se ne frega, tra chi pensa che anche un Premier può essere una persona libera e tra chi, come il sottoscritto, pensa che il “comunicatore” abbia colpito un’altra volta. Tutti parlano. A vanvera, ma parlano. Missione compiuta. Piero Briani - e-mail Bandana/4 Un vero pirata Ho visto in tv Berlusconi con la bandana e per un attimo l’ho immaginato brandire la scimitarra, stringere tra i denti un pugnale e calzare babbucce. La prima per tenere alla larga gli avversari, il secondo per difendersi dai nemici interni e le babbucce per prendere a calci in c… alcuni suoi parlamentari incapaci. Luigi Lampugnani – Gottolengo (Brescia) Lettere tratte da Libero del 22 agosto 2004 3 Quando si dice.. l’educazione già”. Poi col sorriso come mi dicesse buonasera, mi ha affrontato con un “Lei ha una bella faccia da str…” allora mi sono sentita in diritto di rispondergli a tono. Oddio, ho pensato – continua la signora riminese – adesso mi chiedono i documenti, come hanno fatto con chi lo chiamò “buffone”. Invece niente, per fortuna. Comunque si sarà capito che non voto per la Casa delle libertà…” da La Repubblica del 25/7/2004 da Il Corriere della Sera Antefatto: Il premier Silvio Berlusconi torna sul lungomare di Rimini, nei luoghi dove si esibiva come cantante in gioventù, e si trova a dover fronteggiare, tra gli applausi, anche molti “vai a casa, via dalla Romagna rossa” di turisti e residenti. Un fuoriprogramma che avviene venerdì verso mezzanotte, dopo la cena nella vicina Gabicce, col cancelliere tedesco Schroeder. Lo racconta la signora Anna Galli (che ha scritto una lettera a Repubblica). “Insieme a una mia amica mi sono accorta che sul viale principale c’erano i lampeggianti – racconta – “c’è Berlusconi” ci hanno detto, allora abbiamo inforcato la bicicletta e siamo corse anche noi. C’era troppa gente e Berlusconi non riuscivamo a vederlo, piccolo com’è. Ci siamo avvicinate e abbiamo sentito gente gridare: “Vai a casa”. Allora abbiamo gridato anche noi, fino a quando non ce lo siamo ritrovate davanti. “Vai a casa”, “No vacci tu”, mi risponde il presidente del Consiglio. “Io ci sono L’UNZIONE DI BUTTIGLIONE E quando si dice... ma che capacità di analisi! Ma secondo voi siamo in un paese civile? (…) Il presidente del Consiglio, reduce dai colloqui di Gabicce, si prende – come è umano – una breve pausa di relax e si compra un gelato. Ma viene circondato da un gruppo di civilissimi incivili che comincia prima a gridargli vergogna, vattene a casa, e poi alle sue umanissime repliche di umiliato e offeso, il piccolo coro degenera puntando sulla criminalità e sulla coprofilia. Nessuno interviene e nemmeno il premier chiede l’intervento delle forze dell’ordine come altri, soprattutto di sinistra, hanno fatto nel passato al primo accenno di contestazione fuori dalle righe. Ma Berlusconi un po’ è abituato a queste manifestazioni d’odio e insulti con plauso della stampa e della cultura progressista. Un po’ è rassegnato, anzi rotto. Anche se lecca un gelato è accusato di conflitto di interessi e di voglia di papparsi il mondo, nocciola e panna incluse. Vergogna. (…) E’ il segno di un livore assai peggiore di quello del passato che almeno si abbinava a qualche passione ideale e civile. Oggi c’è solo distillato velenoso di disprezzo, odio razziale, quasi biologico, verso chi parteggia per il centrodestra. (…) Dunque l’odiatrice acuta di Berlusconi e dei fascisti è una donna che ha superato la cinquantina ma non le turbe della menopausa. Veste casual e magari insegna a scuola: come insegna e cosa insegna lo vediamo dal livello medio dei ragazzi (…). Piccola borghesia radical-country, vacanze in agriturismo e viaggi semideficenti in luoghi dove si soffre con intelligenza. Letture preferite: la Repubblica, più varianti etniche (Manifesto, l’Unità). (…) Oggi i nuovi incivili sono là, hanno titolo di studi superiori alla sporca maggioranza, moderata per indole e pigrizia (…) Marcello Veneziani (Libero - 27 giugno 2004) da Capital COSA NE PENSA LA STAMPA ESTERA SILVIO: Ti ungo Rocco, e sarai pronto per l’Europa! ROCCO: Evviva al cazzo! Dovevi ungermi in fronte, ora mi si incolleranno le palpebre! n tre anni Berlusconi ha dato del nazista ad un eurodeputaI to tedesco e invitato la Borsa americana a investire in Italia per via delle bellissime segretarie. È sparito dalla scena politica per farsi un lifting ed è riapparso nelle pagine della biografia della moglie come “uomo non pronto a confrontarsi con la realtà”. (New York Times, 9-8-2004) 4 L U P O A 5 L B E R T O Tratto dal n. 228 - Giugno 2004 www.lupoalberto.it Continua sul prossimo numero 6 JAMES BONDI IL BONDI PENSIERO… IN LIBERTA’ È impossibile non chiedere a Bondi di Berlusconi “E’ l’uomo politico – ma è riduttivo utilizzare questa definizione - che ha saputo nel tempo in cui viviamo interpretare uno scopo dell’agire svincolato da ogni tipo di ideologia e volto unicamente al raggiungimento del bene attraverso la libertà. La sua leadership non ha nulla di titanico, se non per il coraggio, e ancor meno di monarchico o peggio di autoritario. La sua leadership si fonda unicamente su uno straripante vitalismo. Il potere non lo interessa”. Bondi, Bondi… “Giuro!”. Stralcio dell’intervista rilasciata da Bondi a Renato Farina (Libero del 15 agosto 2004) ... E LA SUA ORIGINE “Sandro Bondi non è più un portavoce, e nemmeno un coordinatore. È una rubrica fissa. Non c’è argomento dello scibile umano, né avvenimento italiano o internazionale che non contempli una sua nota di commento, un suo comunicato di puntualizzazione, una sua lettera di precisazione. (…) E’ bello sapere che il Pallore Gonfiato veglia sulle sorti dell’umanità, senza mai farci mancare una sua parola, talora inutile, talora sbagliata. L’altro giorno, per esempio, Ernesto Galli della Loggia ha constatato il decesso del grandioso progetto “liberale” di Forza Italia: c’è chi lo capisce oggi e chi, come Montanelli, l’aveva capito sul finire del ’93. Questione di riflessi. Bondi, comunque, è subito intervenuto con una lunga lettera a Corriere per puntualizzare alcuni decisivi concetti. Cogliamo fior da fiore. “In politica il vuoto non esiste”: un assunto sul quale si potrebbe convenire, se non esistesse Bondi a smentirlo. Forza Italia “si riconosce nella dimensione tipicamente liberale della meritocrazia”: resta da spiegare, allora, l’ascesa di Bondi a coordinatore nazionale. Nel ‘93 – ricorda Bondi – l’Italia usciva “dallo scontro tra democrazia e comunismo”: Bondi per non sbagliare stava col comunismo, anche se oggi assicura che “non si poteva non dirsi liberali”. Strano: nel ’93 Bondi non stava con Zanone, ma era iscritto al Pds. E con quella tessera in tasca – raccontano gli ex amici – seguì clandestinamente la campagna elettorale dell’amico scultore Pietro Cascella (…) Cascella non fu eletto. A quel punto il Pallore Gonfiato passa a Forza Italia per nobili ideali: è disoccupato. Nel ’95 lavora da par suo con Paolo Del Debbio, candidato presidente della Regione Toscana. E anche lì decisivo: trombato pure Del Debbio. Finisce a Roma, (…) a ritagliare giornali, rispondere a lettere e scrivere discorsi. Il piccolo scrivano fiorentino scrive anche un libro, ma la presentazione salta per mancanza di pubblico. Nel 2001 serve un nome per fare il secondo a briscola nel listino proporzionale di Lombardia (…) viene eletto, per il gioco delle liste civetta. Berlusconi lo ammette nella sua segreteria personale e lo sistema nella villa di Arcore, da dove alluviona giornali con lettere incensanti l’Amato firmate “Sandro Bondi – Arcore”. Il resto lo fa lo scontro di potere fra il clan Dell’Utri e il clan Scajola per il vertice del partito azzurro. Fra i due litiganti spunta il servizievole James: nientemeno che coordinatore nazionale. (…) Il Pallore Gonfiato va capito. Deve recuperare i tanti anni trascorsi nell’oscurità, prima di vedere la luce. (…) E oggi, dopo le interviste a Veronica, ai figli e alle figlie, al fratello e alla cognata, i rotocalchi potrebbero dedicare un riquadro anche a lui. Dopo Apicella e il cuoco Michele, si capisce. Nella natia Fivizzano sono in tanti a vergognarsi di lui. Ora un’associazione di giovani svegli, il gruppo Eliogabalo (…) lancia l’idea di dedicargli un appuntamento fisso. Ma di alto livello, degno del suo. Sul modello di Spoleto. Il Festival de Due Bondi. Marco Travaglio, l’Unità 23/7 / 2004 laltrareggio CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI REGGIO CALABRIA Iscrizione Registro Stampa Trib. Messina n. 17 dell’11 luglio 1991 Iscrizione R.O.C. n. 9262 Via Ravagnese Sup. 60 89067 REGGIO CALABRIA Tel. 0965644464 Fax 0965630176 Direttore responsabile: Franco Arcidiaco Caporedattore: Daniela Pellicanò Coordinamento: Antonella Cuzzocrea Progetto grafico e realizzazione: Lillo Pellicanò Stampa: Litografia Trischitta Messina Caro Berlusconiere ti scrivo... PERCHÉ BERLUSCONI NON USA AUTO ITALIANE, LUI DI FORZA ITALIA? Egregio direttore, l’attuale governo, sollecitato anche dal capo dello Stato, preme affinché nelle cerimonie vi sia lo sventolio dei tricolori, l’inno di Mameli sia cantato da tutti i presenti, si porti la mano sul cuore (alla statunitense) e simili. Per capire quanto questo patriottismo risulti anonimo, confuso, ossia “all’italiana”, basta osservare il traffico su una qualunque via delle nostre città: la quota delle auto del gruppo Fiat è sconsolatamente bassa. Persino settori statali acquistano automobili costruite all’estero: la polizia di Stato, ad esempio, e quella municipale ed altri ancora, anche qui a Padova. I politici di vario ordine e grado, utilizzano per i loro spostamenti “auto blu” quali Mercedes, Bmw, Audi… sarebbe come se all’estero si utilizzassero solo Alfa Romeo e Lancia; se lo facessero Chirac e Schroder (è solo un esempio) ne nascerebbe sicuramente una crisi nazionale. Da noi, invece, i “bravi maestri” non mancano: il presidente del Consiglio, per abitudine, usa auto non italiane. Al funerale dell’avv. Agnelli arrivò addirittura, a bordo di un’Audi e fu, giustamente, fischiato. E pensare che ha fondato un movimento politico che si chiama Forza Italia. Bravi, continuate così. Pier Antonio Nalesso Da Linus Barbara ed Eleonora. Ancora di loro non si sapeva granché, tranne che sono le ultime due rampolle della dinastia Berlusconi. Ci ha pensato Vanity Fair, intervistandole per sapere “che cosa hanno dentro”. Il pezzo sotto è intitolato: Un sabato a Villa Certosa. Col Presidente che conta i posti Tesoro, hai le gambe di papà! “Guardate come siamo belli floridi: sembriamo il ritratto della famiglia del benessere”. Silvio Berlusconi fa lo spiritoso mentre si lascia fotografare con le figlie Eleonora e Barbara. “Sapete? In questi giorni ho messo su un po’ di pancia. Mi capita se mi fanno arrabbiare. Avrei ammazzato qualcuno… ma mi sono dovuto accontentare di mangiare di più”. È il 26 giugno. Il sabato dei ballottaggi. Berlusconi lo sta passando a Villa Certosa, in Sardegna, in compagnia delle figlie impegnate nel servizio fotografico per Vanity Fair. Nonostante il momento politico non sia per lui dei più sereni, riesce miracolosamente a “staccare”. Canta Apicella, così a braccio, senza musica. Fa ascoltare in anteprima le nuove canzoni scritte con lo chansonnier napoletano: Scappiamo via, assicura, sarà un successo. Quando scopre che Fabrizio Ferri, il fotografo, ha uno studio di registrazione, ipotizza di incidere da lui il nuovo disco. Porta tutti a visitare i chiacchierati cantieri di Villa Certosa. Momento di panico, per la sicurezza. Il presidente si invola senza avvertire nessuno. Guida verso l’auditorium: uno scavo a cielo aperto e niente di più. Ma annuncia: “Sarà pronto il 5 agosto. Ho portato l’acqua a Catania in venti giorni, finirò l’auditorium in un mese”. Intanto telefona allo chef, ordina il pranzo, pietanza per pietanza. Fa apparecchiare all’aperto. Conta i posti. Riallinea coltelli, forchette e bicchieri finché non è soddisfatto delle simmetrie. “Mi piace occuparmi di tutto, curare i dettagli uno per uno”, spiega. Mentre legge i giornali nello studio, circondato da una collezione di busti di Napoleone, Barbara va a chiedergli se ha voglia di fare una foto. Lui la vede entrare: “Tesoro, hai le gambe di papà!”. Alla fine, si mette in posa. E si prende una reprimenda da Lina, la guardarobiera di Veronica e figli, espertissima di collezioni griffate: “Cavaliere! Ma fa la foto in tuta?”. (da Vanity Fair, n. 31) 7 QUELLI CHE A TRILUSSA NEMMENO LO VEDONO BANANA: U TRASFORMISTA Unni Bush si vistìu di caubbòi, unni Pùtin, inveci, di cosaccu; a Nassirìa in divisa, annàu, d’eroi: giubbottu corazzatu, senza giaccu. A Londra, avìa, ‘ntà testa, ‘na bumbetta, l’umbrellu, u frac, i scappi ccu li ghetti, rassumigghiava, propriu, ‘na macchietta: parìa Sciallotti - senza li baffetti -. ‘Nta Spagna, quannu annàu unni Zapateru, ppi ‘na visita di rapprisintanza, si vistìu - giustamenti - di toreru: u bolerinu, ‘a spada, ‘u suttapanza. O ciccu equestri vesti di pagliacciu; in caserma si vesti ‘i generali; ‘nta curia, poi, si vesti, senza impacciu, ccù cappèddu e u mantellu ‘i caddinali. In Libia si vistìu cc’u barracanu, ppi fari a lu Gheddafi cortesia, e, infini, quannu va ‘nto Vaticanu, si travesti di papa. E accussì sia. Ma è sempri iddu, ‘u solitu Banana, ccu la cammicia janca e la bandana. Mico Della Boccetta UN PROBLEMA NAZIONALI…… Dopu l’espluà ridiculu di Silviu Banana, diventa obbligatoriu purtari la bandana: discussi ‘st’argumentu propriu lu Parlamentu. Bandana obbligatoria ppi tutti i deputati, ppi li ministri in carica e tutti i magistrati, ppi tutti i giunnalisti, compresi i comunisti. Sarà a bandana l’unica, àutru non ci sarà, ppi tutti quanti l’òmini d’a Casa a Libbettà: bandani a strisci gialli ppi tutti li vassalli. Non ci sarannu còppuli, né fez, mancu turbanti, sarà a bandana l’unica, in testa a tutti quanti; non c’è postu pp’i baschi paglietti, kepì o caschi; Vietata sarà ‘a meusa (1) a cuffia, la scuzzitta (2) a kefiah e ogni àutru modellu di birritta: insomma la bandana sarà lu toccasana…. Proibitu lu camauru e puru la tiara, non ci sarà cchiù spaziu pp’i tutti i cappiddara: proibita a papalina, a tuba e la bustina. BANDANA PARADE di Zap&Ida L’elmettu è misu all’indici, e puru lu cappucciu, nenti colbacchi o simili, e nuddu àutru astucciu; è d’obbligu a bandana ppi tutta la simana. Ppi tutti i snob s’elimina cappeddu i feltru grigiu, a mitra ppi lu viscuvu e lu birrittu frigiu: bandana ppi ogni testa, di lavuranti e festa. E’ chistu chi preoccupa l’emeritu Banana, problema non c’è àutru fora di la bandana: e porta ‘st’argumentu propriu ‘nto Parlamentu. ‘Stu copricapu è l’unicu, u megghiu, lu cchiù dignu, daveru indispinsabbili pi ‘dda gran testa ‘i lignu di Silviu Banana, u re di la bandana. Mico Della Boccetta Poeta dialettale di Messina (1) Berretto lungo e pendulo degli antichi contadini (2) Berretta da notte. AVVISO PER I LETTORI Collaborate con noi, inviateci testi e poesie anche dialettali; inoltre dal prossimo numero partirà la rubrica “BerlusKazzate parade”: la classifica delle frasi storiche del cavaliere, stilata in base al gradimento dei nostri lettori. [email protected] - [email protected] Fax 0965-630176 E TAR I V E DA L’OSCENO TESTO In edicola e in libreria è comparsa in questi giorni la prima raccolta ufficiale delle Barzellette di Berlusconi. Si tratta di un osceno testo che raccoglie le famigerate barzellette che usa il cavalier Bandana in ogni uscita pubblica, suscitando unanime imbarazzo e sconcerto. Sentite cosa è stato capace di scrivere nell’introduzione il lecchino d’oro Renzo Barbieri, curatore del libro: Che il cavaliere sia un personaggio straordinario è risaputo. Alle sue doti si aggiungono quella di avere il dono innato della simpatia. Persona di grande spirito, nei rari momenti di relax che la sua frenetica attività gli concede, riserva agli amici momenti irresistibili. Li intrattiene a volte cantando, a volte raccontando barzellette che soltanto il diavolo sa dove va a pescare. Ne ho raccolte qualche dozzina tra politici e conoscenti e non è stata impresa facile perché la cerchia del cavaliere, per ovvi motivi, è molto ristretta. Regaliamo agli italiani quattro risate. In momenti purtroppo di grande tensione internazionale ve n’è proprio bisogno. Buon divertimento». Vi forniamo un mirabile esempio delle freddure contenute nel testo: “Difficilmente i chirurghi, dopo morti, vanno in paradiso. Perché il paradiso è per chi opera bene!” 8 www.zap-ida.it Il Devoto Olio di Zap&Ida è il vocabolario dell’unto dal Signore, illustrato dal calembour sul “presidente”. DAL “DEVOTO OLIO”- DIZIONARIO DELL’UNTO DEL SIGNORE di Zap&Ida – Edizioni Addictions, Milano da Il Vernacoliere - novembre 2003 Dopo il vocabolario inizia un secondo libro: “Il Piccolo Fratello”, prima parte dell’evangelio del terzo millennio farcita da vignette con la nuova grafica che si alternano ai testi. ABBIENTE - Persona facoltosa. Come “solo che ride” io difendo l’abbiente BANANA - Frutto esotico che deve a me il solenne titolo di Cavaliere COLLEGIALE - Tipo di decisione che, quando il Polo si riunisce, prendo sempre io DANTE - Mi pare si tratti dell’autore di una famosissima telenovela EREZIONE - Bondi in piedi FACCENDIERE - Chi sbriga le faccende nella Casa delle Libertà GNOMO - Nano che opera miracoli, che custodisce grandi tesori e che sorride sempre IMBALSAMAZIONE - Terzo ed ultimo grado di intervento dopo il cerone e il lifting LASTRICO - Luogo dove, sotto il mio governo, si sta radunando sempre più gente LONGILINEO - Detto di tipo brutto e antipatico che si sviluppa molto in altezza MAGISTRATURA - Posto di incontro di giudici e magistrati da quando Basaglia ha chiuso i manicomi NARCOTICO - Farmaco che produce narcosi, anestesia. Può essere assunto anche in tivù OMETTO - Birillo del biliardo destinato ad essere buttato giù dalle palle PAGLIACCIO - Buffone, clown, che si riconosce sia dai vestiti che dal perenne sorriso POMPA - Sfarzo, sontuosità. Ho sposato una bolognese per arrivare alla “pompa magna” QUAGLIA - Piccolo uccello migratore che, ingrossando molto, diventa un mio elettore-tipo RAGIONEVOLE - Pretesa di diventare presidente della Repubblica poi Papa SAVOIA - Famiglia reale da me richiamata in Italia per pareggiare con i conti mandati all’estero TERRA - Base di partenza per la conquista dell’universo UNIVERSITA’ - Istituto di studi superiori frequentato da una bassissima percentuale di Forza Italioti VINCERE - Parola d’ordine… ma, mi ricorda qualcosa ZEBRA - Animale che detesto, non è rosso nero