Coppito, la caserma cuore del mondo tra maxischermi e

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Coppito, la caserma cuore del mondo tra maxischermi e
Agitazione nella cittadella militare subito prima dell'avvio del G8
Il contatto con la realtà sembra affidato solo ai grandi monitor
Coppito, la caserma cuore del mondo
tra maxischermi e notizie che non ci sono
L'impressione è che si sia scelto il basso profilo: niente gadget né sfarzo
Fortissima la presenza di forze dell'ordine. Molto attive le organizzazioni umanitarie
dal nostro inviato DANIELE MASTROGIACOMO
Il centro stampa a Coppito
L'AQUILA - Centinaia di persone vagano nel grande spiazzo ricavato alle spalle della cittadella militare della Guardia
di Finanza. Giornalisti, tecnici, operatori, vigili del fuoco, uomini della Protezione civile, della Croce rossa, poliziotti,
carabinieri. E poi militari che girano in borghese, protetti da larghi occhiali scuri, le giacche rigonfie che tradiscono
la presenza di pistole pronte all'uso, gli auricolari incollati nelle orecchie, lo sguardo che si muove nervoso. La folla
si agita, cammina, sale e scende le scale che portano alle postazioni delle tv, si affanna alla ricerca di notizie che
non ci sono e che spesso vengono annunciate e poi smentite. Si inaugura il G8, forse il più incerto, contestato,
criticato summit dei Grandi degli ultimi anni.
L'imponente macchina organizzativa fatica a reggere l'impatto con una folla che adesso preme per sapere, cercare,
vedere dove e come incontrare i leader mondiali. Pochi sono in grado di fornire informazioni. Sui maxischermi
installati sul piazzale sfilano le immagini della cancelliera tedesca in visita a Onna, il borgo a dieci chilometri
dall'Aquila devastato dal terremoto che durante la seconda guerra mondiale fu teatro di una delle più gravi stragi
naziste. Si vede Angela Merkel che si muove tra le macerie ancora accumulate tra le poche case rimaste in piedi,
mentre stringe le mani di quel popolo di volontari che da tre mesi cerca di ridare forma e anima a una comunità
sconvolta. Ma sono solo immagini, senza suono.
Chi si muove in mezzo al piazzale, tra gli ombrelloni bianchi, le sedi e i divani di vimini, i bar assaltati dalla gente,
la palestra del fitness aperta e subito chiusa, lo fa senza una meta precisa, distratto da fusi orari, appuntamenti,
interviste volanti, cavi e computer che vengono trasferiti da un'area all'altra, alla ricerca della migliore ricezione, alla
linea della rete che fa le bizze e che per sicurezza non consente di spedire materiale troppo "pesante".
Il contatto con la realtà resta affidato agli schermi che punteggiano i due grandi hangar dove sono sistemati i
giornalisti della carta stampata e delle tv. Si scopre così che il presidente Barack Obama è appena arrivato a Pratica
di Mare, che prosegue in elicottero verso Roma, che si incontra con il presidente Giorgio Napolitano, si ascoltano le
poche parole durante la breve conferenza stampa.
In un angolo della sala della stampa scritta, gli uomini e le donne di One, l'organizzazione di Bob Geldof, il cantante
che si è inventato il Live aids a favore dell'Africa, chiamano a raccolta i giornalisti. Ricordano gli impegni dei Grandi
al passato G8, sottolineano, ancora una volta, il pesantissimo ritardo italiano, chiedono interventi immediati. "Chi
muore di fame non puo aspettare, ognuno deve fare la sua parte", aggiungono. Mostrano i fogli degli impegni: il
nostro governo ne ha assolto solo il tre per cento. Si sa che Silvio Berlusconi si è scusato. Ma adesso, One si aspetta
una nuova presa di posizione. Fogli e volantini di organizzazioni, come ActionAid, il Munk centre di Toronto, Axfon,
Save the Children, piovono sui tavoli che sono adesso invasi da richieste, appelli, inviti pressanti a fare qualcosa. Per
l'economia in affanno, per il cibo che scareseggia, per l'acqua che non basta per tutti, per l'inquinamento che sta
soffocando il pianeta.
Arriva anche Silvio Berlusconi. Sarà lui, come padrone di casa, a ricevere la delegazione. Offre un aperitivo, poi la
colazione di lavoro. I programmi cambiano e si adeguano al clima che si respira. Dentro e fuori il G8. Si sceglie il
basso profilo. Niente gadget, niente sfarzi, evitare ogni battuta fuori luogo, atteggiamenti che possono offrire il
fianco alle critiche e mettere in imbarazzo una delegazione già a disagio per le vicende di villa Certosa e di Palazzo
Grazioli. Anche le due statue romane della Musa velata e dell'Apollo Chigi, volute dal premier, restano sullo sfondo.
L'estetica, l'immagine tanto cara al presidente del Consiglio possono attendere. Si punta alla concretezza. Conta il
risultato. Ne ha bisogno soprattutto il mondo. Squadre di elicotteri volteggiano sulla cittadella.
Il rombo dei rotori annuncia l'arrivo di Obama. Il vertice entra nel vivo. Prima conferenza stampa alle 19. Primo
banco di prova anche per Berlusconi.
(8 luglio 2009) Tutti gli articoli di esteri