L`ipertesto

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L`ipertesto
L’ipertesto
scheletro del sapere
multimediale
Informatica Applicata
Prof.Emanuela Zilio
1
Navigando…
"Non esiste un vascello veloce come
un libro per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina di poesia
che si impenna - questa traversata
può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio - tanto
è frugale il carro dell'anima.“
Emily Dickinson (Le stanze d'alabastro, tr. it. di N.Campana (1983), Milano: Feltrinelli,
p.121)
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Testo VS ipertesto
"I libri rimarranno
indispensabili non solo
per la letteratura, ma per
ogni circostanza nella
quale si deve leggere
attentamente, non solo
per ricevere informazioni
ma anche per riflettere e
meditare su di esse“
"la scrittura in senso
stretto […] è radicata in
un passato di scrittura
non lineare", "una guerra
si è installata, ed una
rimozione di tutto ciò che
resisteva alla
linearizzazione", "la fine
della scrittura lineare è
esattamente la fine del
libro"
U. Eco, Afterword, in Nunberg G. (ed), (1996), The future of the Book, Brepols: Turnhout, p.300
Derida J., (1969), Della grammatologia, tr.it. di R.Balzarotti, F.Bonicalzi, G.Contri, G. Dal masso,
A.C. Loaldi, Milano: Jaca Book, p.37, p.99 e p.101
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Testo VS ipertesto
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Il lettore
“Nel momento in cui opera un continuo e (spesso) casuale
passaggio di documento in documento, il critico-lettore che
utilizza le potenzialità dell’ipertesto arriva a un risultato finale
non molto differente da quello raggiunto quando, nell’ascolto
di un testo musicale, si imposta il lettore di CD-audio sul
comando random o si premono i pulsanti di riproduzione dei
singoli brani di un CD-audio indipendentemente da una
successione precisa…”
Cadioli A., (1998), Il critico navigante, Genova: Casa Editrice Marietti
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Ipertesto
“Con 'ipertesto' intendo scrittura non sequenziale, testo che
si dirama e che consente al lettore di scegliere; qualcosa che
si fruisce al meglio davanti a uno schermo interattivo. Così
come è comunemente inteso, un ipertesto è una serie di
brani di testo tra cui sono definiti legami che consentono al
lettore differenti cammini“
“L'ipertesto include come caso particolare la scrittura
sequenziale, ed è quindi la forma più generale di scrittura“
“L'ipertesto è anche la forma più generale di linguaggio“
Nelson T., (1990), Literary Machines 90.1, Sausalito: Mindful Press
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Ipertesto
L'ipertesto letterario è "l'utilizzo
del computer per superare il
carattere lineare, circoscritto e
stabilizzato dei testi scritti",
perché, "contrariamente al libro
che ha una forma statica- un
ipertesto può essere composto e
letto in modo non sequenziale;
ha una struttura variabile,
formata da blocchi di testo
(quello che Roland Barthes
chiamava lexia) e da legami
elettronici che li collegano“
Delany P, Landow G.P., (1991), Hypertext, Hypermedia and Literary Studies:
The State of Art, in Hypermedia and Literary Studies, Cambridge (Mass): The Mit Press, p.3
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Ipertesto
“L'ipertesto è una scrittura non sequenziale: un grafo
direzionato, dove ciascun nodo contiene una quantità di
testo o altre informazioni“
Nielsen J., (1990), Hypertext and Hypermedia, San Diego: Academic Press
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Ipertesto
“I testi sono dunque come i pensieri degli uomini;
il loro filo è continuamente interrotto. Ci rinviano
in avanti, indietro, ad altri testi con i quali
annodano legami a distanza, simili in questo ai
fari di Baudelaire, la cui luce si intreccia ad altre
luci intermittenti che si succedono lungo uno
stesso litorale”
Poulet G., (1975), Lecture at Interpretation du texte littéraire, in Qu'est-ce qu'un texte?,
dir. E. Barbotin, Paris: Corti, p.76
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Ipertesto
“Un ipertesto è una matrice di testi potenziali, di cui solo
alcuni si realizzeranno per effetto dell'interazione con un
utente”.
Lévy P., (1997), Il
virtuale, tr. It. Di M.Calò e
M.Di Sopra, Milano:
Cortina, p.30
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Caratteristiche a confronto
FIGURATIVITA’: testo non materiale
ORALITA’: acquisizioni omeriche
SCRITTURA: testo come oggetto materiale
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Caratteristiche a confronto
scrittura del TESTO
si affermano due caratteristiche fondamentali:
visibilità
linearità
IPERTESTO
subentrano altre due caratteristiche:
reticolarità
iconicità
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Caratteristiche a confronto: ipertesto
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Il percorso dell’ipertesto (anni ’60)
Nei primi anni '60 , Douglas Engelbart fonda l'Augmentation
Research Centre (ARC), presso il Stanford
Research Institute.
Assieme ai suoi colleghi William K . English e John F.
Rulifson, crea l'On-Line System o NLS come divenne noto.
Engelbart e il suo team lavorano credendo nella possibilità di
dar vita ad un software che permetta la comunicazione
diretta tra gruppi di lavoro situati in aree diverse del
pianeta.
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Il percorso dell’ipertesto (anni ’60)
Nel 1965, per la prima volta Ted Nelson utilizza la parola
"Hypertext." Nel 1968 poi, assieme a Andries van Dam, dà
Vita all'Hypertext Editing System (HES), ma con scarso
successo.
Poco dopo è la volta di Xanadu, uno dei progetti più
ambiziosi di Nelson, che si rifà all'ispirazione proveniente da
Vannevar Bush e dal suo scritto"As we may think."
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Ipertesto...fulcro dei saperi multimediali (anni ’70)
Risale al 1972 la nascita del Knowledge Management
System grazie ad un team che lavora alla Carnegie-Mellon
University.
Questo sistema, che viene installato per la prima volta a
bordo di un aereo (USS Carl Vision) nel 1983, consiste in
una rete di 28 stazioni operative/nodi che forniscono
informazione sul sistema di gestione e manuali di procedure
online.
Nel 1981, Donald McCracken e Robert Akscyn, fondano la
Knowledge Systems, appoggiandosi a stazioni operative fornite
dalla Sun e da Apollo (conosciute già per l'alta definizione grafica).
L'interfaccia utente del KMS è essenziale e di immediato
apprendimento per l'utente.
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NLS: On-Line System
L'On-Line System introduce molte novità di importanza
essenziale per lo sviluppo dell'ipertesto:
1. outline editors
2. hypertext linking
3. tele-conferencing
4. word processing
5. e-mail
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NLS: On-Line System
In particolare, assume un ruolo rilevante l'abilità dell'utente
nella fase di programmazione e configurazione del sistema!
Per soddisfare le nuove esigenze, vengono introdotti nuovi
"componenti":
a) on-line help systems;
b) windowing software environment;
c) il "mouse", puntatore per la selezione diretta da video;
d) sistemi di interfaccia grafici.
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Ipertesto (anni ’80)
dalla necessità specifica all'utilizzo di massa
1985: Janet Walker crea il Symbolics Document Examiner ovvero il
primo sistema basato sulla struttura ipertestuale volta all'utilizzo di
massa. Il sistema fornisce interi manuali per i Symbolics
Computers, riassumendo in un ipertesto migliaia di pagine a
stampa. E' il primo passo verso un utilizzo più sistematico di
database e informazioni di diversa natura, ma interconnesse.
Sempre nel 1985, Xerox relizza NoteCards, un sistema
ipertestuale costituito da finestra a scorrimento per ogni notecard,
modelli preformattati di notecards e finestra del browser
indipendente.
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Ipertesto (anni ’80)
dalla necessità specifica all'utilizzo di massa
Nel frattempo, alla Brown University viene realizzato
Intermedia per MacintoshA/UX system. Nell'86 viene creata
la prima multi-piattaforma (su supporto IBM) supportata da
una struttura ipertestuale.
Nel 1987, Bill Atkinson della Apple Computers introduced
HyperCard. L'applicazione, fornita gratuitamente agli utenti
Macintosh, è l'elemento che maggiormente diffonde il
Concetto di ipertesto. E' in questo momento che si tiene
la prima vera e propria Conferenza sull‘ Ipertesto.
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Ipertesto in Rete (anni ’90)
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I precursori antichi
TESTI MEDIEVALI: i
manoscritti contengono
commenti sui commenti, vi si
intravede la possibilità di
avere dei testi
aperti...passando di mano in
mano vi si aggiungono note a
margine, disegni, ulteriori
commenti.
DECAMERON...e le sue
elaborazioni online
www.brown.edu
Bibbia, Talmud, ....
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Es: Decameron
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I precursori più recenti
*William Burroughs,ÊCut-ups 1959;
* Raymond Queneau, One Hundred Trillion Poems, 1961;
* Mark Saports, Composition No. 1: Card Shuffling Machine, 1962;
* Vladimir Nabokov, Pale Fire, 1962;
* Julio Cortazar, Hopscotch , 1966;
* Robert Coover, Quenby and Ola, Swede and Carl;
* Raymond Federman, Double or Nothing (1972),
Take It Or Leave It (1976)
* Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati.
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@
decostruttivismo delle parole e del linguaggio, usufruendo
principalmente delle tecniche del "taglia" e "incolla“
@ interazione con l'ambiente della Visual Art, ed in particolare
con Byron Gysin per sviluppare un approccio frammentario e
non lineare alla narrativa contemporanea;
@ acquisizione delle tecniche del collage per sviluppare
connessioni inedite e inaspettate di blocchi di testo, salti logici
non immaginabili, con lo scopo di provocare la coscienza e la
reazione del lettore.
@ Borroughs si autodefinisce: "disegnatore di mappe, esploratore
di aree psichiche". La narrativa è una raffigurazione della
reticolarità mentale, della capacità di stabilire collegamenti al
di là del tempo e dello spazio, focalizzando su connessioni e
contatti prima inesplorati...
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è un lavoro composto da dieci sonetti, ognuno dei quali è
stampato su un singolo foglio; ogni foglio è tagliato in
quattordici strisce, ciascuna delle quali corrisponde ad un
verso. Mescolando casualmente le strisce il lettore crea un
nuovo e personale sonetto. Il numero delle composizioni
possibili è dato quindi da 14 alla dieci, ovvero cento trilioni di
poemi...
Queneau stimò che se un lettore avesse trascorso ogni giorno
otto ore di fronte al suo lavoro, per una media di 200 giorni
l'anno, considerando che non impiegasse più di un minuto per
ogni striscia testuale, gli sarebbero occorsi più di un milione di
secoli per coprire l'intera lettura!
Exercises de Style: più forme metriche si mescolano e
interagiscono (sonetto, acronimi, forme neoellenistiche...)
In omaggio all'opera innovativa di Queneau, William Gillespie
scrisse 11,112,006,825,558,016 Sonetti, un poema che si
ripropone ad ogni consultazione con nuove rime e strutture.
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Oulipo
@ Oulipo, (Ouvroir de Litterature Potentielle), nasce a Parigi come
gruppo eterogeneo di scrittori e matematici, interessati ad
esplorare gli utilizzi del testo e ad esplorare nuove forme di
scrittura. Tra i membri del gruppo spiccano Raymond Queneau,
François Le Lionnais, Claude Berge, Georges Perec, e Italo
Calvino.
1. nuove regole di produzione e organizzazione testuale;
2. canoni precisi che interessano tutti gli aspetti del testo: dalla
trama alla struttura, dallo stile alle caratteristiche delle singole
lettere;
3. concezione strutturalista del linguaggio, sino a raggiungere
la precisione matematica.
Il linguaggio è concepito come un sistema complesso, costituito da
un numero finito di elementi, nel quale forze costrittive agiscono
limitandone i naturali percorsi.
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La teoria di Dšblin, secondo la quale un testo epico sarebbe
stato leggibile anche se ridotto in frammenti separati, portò
Saporta ad organizzare una novella in forma di gioco di carte.
La narrazione non è lineare ma fondata sulla rottura di ogni
possibile intreccio prestabilito. L'autore ricorre a un contenitore
di pagine sciolte, che dunque non hanno alcuna numerazione;
ciascuna di esse racchiude una possibile sequenza narrativa,
limitata dal numero di righe previste per ogni pagina. Le
combinazioni sempre nuove e irripetibili e possono essere
stabilizzate solo "legando" tra loro le pagine messe in sequenza
dal lettore.
Nella presentazione editoriale di Composizione n.1 (collocata
sul retro del frontespizio), si legge: "Dall'ordine in cui si
susseguiranno i singoli episodi dipende anche che la storia
finisca bene o male. Una vita si compone di parecchi elementi.
Ma infinito è il numero delle possibili combinazioni.“
Saporta M., (1962), Composizione n.1, tr.it. di E. Capriolo, Milano:Lerici
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@ Pale Fire, è un poema in distici eroici, composto da 999 versi,
diviso in quattro canti: fu composto da John Francis Shade (1898
1959) durante gli ultimi 20 giorni della sua vita, nella sua
residenza a New Wye, Appalachia, U.S.A.
CANTO
CANTO
CANTO
CANTO
1:
2:
3:
4:
166
334
334
166
versi
versi
versi
versi
su
su
su
su
13
27
27
13
fogli
fogli
fogli
fogli
@ La struttura ipertestuale è evidente anche ad un livello
superficiale: testo e commento+prefazione+indice.
@ I links non sono evidenti, ma suggeriti. L'unico aggancio
evidente è la numerazione dei versi, che permette anche il
collegamento all'apparato di commento.
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@ "Hopscotch" fu definito da Salman Rushdie
"diabolicamente esoterico".
@ Il libro è composto da 155 capitoli, gli ultimi 99 dei quali
fanno parte della sessione "capitoli aggiungibili". Il
lettore può seguire un percorso lineare o scegliere di
saltare da un capitolo all'altro, seguendo l'ordine
suggerito dallo stesso Cortazar o inventandone uno
proprio.
@ Cortazar, affermò in più di una circostanza, che se
avesse posseduto i mezzi tecnici per stampare i suoi
stessi libri, avrebbe probabilmente creato una sorta di
collage testuali tra libri diversi.
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"Hopscotch" è un racconto intriso di riferimenti al Jazz...
I set right here and think
three thousand miles away,
set right here and think
three thousand miles away,
can't remember the night
had the blues this bad any-way...
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@ Brian McHale (1987) ha parafrasato l'opera di Coover:
"Carl, un uomo d'affari in vacanza per andare a pesca,
allo stesso tempo dorme o non dorme con una delle
donne che gli fanno da guida durante la pesca; se dorme
con una di esse, lei è allo stesso tempo Quenby, la
moglie di Swede e la figlia di Ola; chiunque sia la donna
con cui egli dorme (ammettendo che dorma con una di
esse), allo stesso tempo Swede scopre e non scopre il
fatto; se lo scopre, allo stesso tempo progetta di
uccidere Carl per vendicarsi e di non farlo. Tutte queste
possibilità sono realizzate nel racconto di Coover.“
@ Manca un punto di vista definito, così come si sfumano
l'uno nell'altro i passaggi da una lexia all'altra...
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@ E' un racconto costruito attraverso l'intreccio dei
tarocchi: le carte appoggiate sul tavolo si intersecano in
righe e colonne, formando sempre nuove storie.
@ Quasi senza che il lettore se ne renda conto, i tarocchi
cambiano il loro significato a seconda della posizione in
cui si trovano: automaticamente si innesca una lettura
multilineare.
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@ "Il Castello dei Destini Incrociati" propone la stessa
struttura di uno dei più famosi e complessi ipertesti
esistenti: "Patchwork Girl" di Shelley Jackson.
@ "Patchwork Girl" è creato dalla mescolanza di testi quali
Frankenstein, testi propri della Jackson, citazioni
femministe e idee di filosofi francesi...
@ Le mappe ipertestuali, vengono talvolta usate (come in
questa sezione "crazy quit!") per orientare il lettore.
@ Per Calvino, come per la Jackson, si può parlare di
"letteratura ergodica" o di "letteratura autogenerativa":
la stessa idea, d'altra parte, era già venuta al gruppo
OuLiPo!
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Shelley Jackson, Patchwork Girl
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Nuovi generi letterari
Lo sviluppo delle teorie riguardanti l'ipertesto, ha portato alla
nascita di nuove categorie e tipologie di testo. Si parla oggi di:
1. letteratura digitale
2. letteratura ipertestuale
3. hyperfiction
4. hypernovel
5. hyperbook
6. letteratura interattiva
7. scrittura topografica
8. testo non lineare
9. testo multilineare
10. seconda specie di oralità...
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Nuovi generi letterari
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La teoria
@
Espen Aarseth ha cercato di stilare una teoria sistematica per
quanto riguarda le nuove forme della testualità.
@
considera come deviante la differenziazione testo/ipertesto,
ritiene privo di senso il concetto di interattività se non meglio
qualificato e non fa rientrare nella categoria dei testi narrativi i
cybertexts. L'approccio dello studioso mira a definire nuove
categorie, come quella della letteratura, che includono sia testi
a stampa che digitali.
@
Il "cybertext" è, secondo Aarseth, "una prospettiva su tutte le
forme di testualità" che si lega direttamente all'aspetto
"ergodico". Nel testo a stampa questo aspetto è spesso stato
considerato un'anomalia e visto come un artificio dell'età
postmoderna.
Espen Aarseth, (1997), Cybertext. Perspectives on Ergodic Literature
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Approcci nuovi alla letteratura
La letteratura "classica" richiede al lettore un approccio di due tipi:
uno meccanico, attraverso il movimento degli occhi e il girare le
pagine, ed un interpretativo.
La letteratura "ergodica" invece richiede uno sforzo in più: quello
della scelta, enfatizzando il ruolo attivo del lettore.
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Califa M.D. Coverley
@ E' un racconto a finale aperto, costituito da percorsi a scelta,
riguardante la caccia ad un tesoro (Califa) andato perduto da
qualche parte nelle montagne Californiane.
@ Nel racconto si intrecciano le vicende più o meno leggendarie e
storiche di tre famiglie in un arco temporale di cinque
generazioni (interrelazionate, ovviamente!)
@ I materiali utilizzati in Califa sono organizzati secondo livelli
cronologici: tempo presente, (ovvero quello del racconto in sé),
passato (quello delle storie raccontare o dei documenti
ritrovati), mitico (quello delle leggende e della mitologia). I
protagonisti si muovono in queste tre dimensioni con
caratteristiche e interpretazioni temporali proprie.
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Califa M.D. Coverley
TEMPO e SPAZIO
due categorie fondamentali.
Coverley, durante una conferenza dull'ipertesto (1998),
aggiunse a queste due categorie una terza suddivisione
riscontrabile nell'ambito dell'hyperfiction.
INTERFACE TIME e COGNITIVE TIME
il tempo reale
delle azioni nel momento della lettura di un ipertesto, e il
tempo interno al racconto.
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Califa M.D. Coverley tempo
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Califa M.D. Coverley spazio
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Califa M.D. Coverley
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INTERFACE TIME
Ne esistono varie sottocategorie:
1.
meccanico, ovvero il tempo
impiegato per scaricare il programma, ...;
2. lettura, ovvero il tempo
impiegato per scorrere il testo;
3. interattivo, ovvero il tempo
impiegato nella navigazione,
nell'interazione con i testi,
i suoni...
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COGNITIVE TIME:
1. tempo reale, quello della narrazione;
2. narrativo, il tempo storico nel quale avviene la
narrazione;
3. mitico, il tempo ciclico della mitologia.
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Tempo in Califa
I tre livelli temporali sono inseriti contemporaneamente nel
contesto/ambiente geologico e culturale.
tempo presente,
lineare e aperto
tempo passato
lineare e chiuso
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Spazio in Califa
SPAZILIALITA’-NAVIGAZIONE:
vengono fornite mappe stellari, mappe geologiche e
geografiche, ognuna delle quali permette di leggere ed
interpretare il racconto in modo diverso. Gli stessi
personaggi della storia si relazionano agli eventi utilizzando
diversi approcci alla dimensione spazio.
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Spazio in Califa
SPAZIO REALE – SPAZIO VIRTUALE:
connessi attraverso il linguaggio.
LINGUAGGIO: ha la capacità speciale di "creare mondi",
evocando dimensioni spazio-temporali, senza determinarle in modo
definitivo e lasciando piuttosto aperte all'immaginazione del
lettore.
Illustrazioni, drammatizzazioni, filmati presenti nel testo
spesso limitano questa possibilità legata all'ambito creativo,
riconducendo il lettore a modelli e immaginari prefabbricati. In
Califa, invece, il linguaggio è simbolico (legato all'astrologia, alla
mitologia indiana, alle mappe geografiche...) e riesce a superare
questo vincolo.
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Continuando con l'ipertesto...
1990 Mychael Joyce pubblica Afternoon, a Story, grazie alla
Eastgate Systems. E' il primo iper-romanzo. Trama, intreccio e
discorso narrativo vengono messi nelle mani del lettore.
Nei primi anni '90 intorno alla Eastgate si crea una vera e propria
scuola, che raccoglie diversi personaggi carismatici:
Michael Joyce: -Twilight: A Simphony
- Twelve Blue
>>http://www..eastgate.com/TwelveBlue
Stuart Multhrop: - Victory Garden
- Hegirascope
>>http://raven.ubalt.edu/staff/moulthrop
Shelley Jackson: - Patchwork Girl
Tim McLaughlin: - Notes Toward Absolute Zero
Mark Amerika: - Grammatron >> http://www.grammatron.com
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Ipertesto: giustapporre
La flessibilità del linguaggio digitale permette di mettere
insieme materiali diversi per obiettivi didattici simili. La
visione sincretica di materiali audio e grafici, testuali e
dinamici permette di arricchire la propria esperienza di
lettura.
Viene meno la differenza - secondo Landow - un tempo
fondamentale, tra testi destinati ad essere letti interamente
e testi destinati unicamente alla consultazione.
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Ipertesto: giustapporre
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Ipertesto: la costruzione del testo
Parte fondamentale della comunicazione in rete è
l'authoring collettivo, la possibilità di costruire un corpus unico di
sapere a partire dal contributo di una quantità di persone.
Es.: Newsgroup, Linux
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Ipertesto: labirinto ed esplorazione
La lettura si concentra soprattutto sulla struttura dell'ipertesto,
ancor prima che sui suoi contenuti. Al posto di una preventiva
osservazione delle mappe, questo tipo di lettori sceglie un browsing
esplorativo lungo i diversi percorsi permessi dal labirinto
ipertestuale.
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Ipertesto: labirinto ed esplorazione
Quando l'utente vuol fondare un primo livello di competenza
in un ambito del sapere che non conosce. Utili le mappe
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Ipertesto: labirinto ed esplorazione
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Ipertesto: consultazione
Per le opere, soprattutto off-line, costruite sul modello
dell'enciclopedia o del dizionario. L'unitarietà di un testo
frammentato è data dal percorso compiuto attraverso la lettura.
Bolter, trattando questo tipo di lettura, torna sul problema della
frammentazione. Un libro elettronico è un testo frammentario e
virtuale, una serie di unità incastrate l'una nell'altra e non un entità
organica e in evoluzione. La frammentazione, però, non è segno di
mera disintegrazione. Gli elementi che compongono lo spazio
elettronico dello scrivere non sono privi di ordine, ma si trovano in
uno stato di continua riorganizzazione... L'unità o la coerenza del
testo elettronico deriva dalla relazione continuamente cangiante tra
gli elementi verbali di cui si compone.
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Ipertesto: consultazione
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Ipertesto: consultazione
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Ipertesto: ricerca
Gli ipertesti mettono a disposizione degli utenti una serie di
strumenti di ricerca sul testo stesso. Possono essere trovati e
comparati diversi di media. La struttura ipertestuale può
suggerire alcune metodologie fondamentali per la ricerca, e un
addestramento al reperimento di informazioni su testi di ogni
genere.
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L’albero di Porfirio
Ricavato dalla filosofia aristotelica, l'albero di Porfirio prende il
nome dal suo creatore, che lo descrisse nell'Isagoge, nel III sec.
d.C. Si tratta di un sistema di rappresentazione della conoscenza.
Ai vertici di ogni nodo vi sono i generi, da cui si diramano varie
specie, che ne costituiscono la definizione. L'albero consente la
rappresentazione di un universo possibile in cui possono essere
previsti e collocati molti generi naturali ancora ignoti.
I generi e le specie in realtà sono nomi separati da differenze;
l'albero può essere continuamente riorganizzato secondo diverse
prospettive gerarchiche riposizionando le diverse parti che lo
costituiscono.
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L’albero di Porfirio
Le caratteristiche non postulano necessariamente quelle
del nodo superiore, l'albero non può essere finito: tutte le
differenze possono essere riorganizzate a seconda della
descrizione sotto la quale un oggetto è considerato. L'albero
è sensibile ai contesti.
Nel momento in cui si inizia ad approfondire l'analisi di ogni
differenza si vede come queste si moltiplicano all'interno
degli alberi. Le ramificazioni si intrecciano e confondono, la
struttura armonica dell'albero non sembra la più adatta a
descrivere la conoscenza.
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L’albero di Porfirio
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L’enciclopedia
Eco 1975 e 1983: occorre, rispetto al passato, trovare nuovi
modelli di rappresentazione della conoscenza.
L'interpretazione della conoscenza secondo gli alberi di Porfirio, cari
alla tradizione medioevale, non può dare una rappresentazione
esaustiva di tutti i rimandi possibili e per ogni possibile concetto.
Esso genera una serie di differenziazioni infinite e disordinate.
L'albero dei generi e delle specie, comunque venga costruito,
esplode in un pulviscolo di differenze, in un turbine infinito di
accidenti... (Eco)
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L’enciclopedia
L'enciclopedia è il repertorio di tutte le conoscenze collegate
insieme. Essa è soltanto un postulato semiotico, esiste nella
teoria, ed anche nella pratica di tutti i giorni, ma non è
rappresentabile graficamente. Varia a seconda delle culture
e delle competenze di coloro che interpretano segni e parole.
La prima Encyclopédie di Diderot e D'Alambert, ben diversa dagli
attuali dizionari enciclopedici, metteva in gioco un sistema di
riferimenti incrociati ben diverso dai modelli ad albero: ogni lemma
ne richiamava cento altri e la lettura di una singola voce, anche per
ragioni di censura, non esauriva il processo interpretativo. Spesso
proprio il rimando a una voce secondaria chiariva le vere intenzioni
degli autori.
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L’enciclopedia
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Il Rizoma
Con il termine rizoma (rizhome) i francesi Deleuze e Guattari
(1976) intendevano un particolare modello semantico da
opporre ai modelli basati sull'albero (imperanti in tutte le
discipline, dalla Linguistica con Chomsky, alla biologia). Il
modello ad albero prevede una gerarchia, un centro, e un
ordine di significazione.
Nell'albero i significati sono disposti in ordine lineare.
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Il Rizoma
A differenza degli alberi o delle loro radici, "il rizoma collega
un punto qualsiasi con un altro punto qualsiasi, e ciascuno
dei suoi tratti non rimanda necessariamente a tratti dello
stesso genere, mette in gioco regimi di segni molto differenti
ed anche stati di non-segni. Il rizoma non si lascia
ricondurre né all'Uno né al multiplo. ... Rispetto ai sistemi
centrici (anche policentrici), a comunicazione gerarchica e
collegamenti prestabiliti, il rizoma è un sistema acentrico,
non gerarchico e non significante ..."
(Deleuze e Guattari 1976, 55-56)
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Il Rizoma
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Il Rizoma
Anche Eco, sulla scia della lezione dei filosofi francesi, descrive il
concetto di Rizoma:
Il modello dell'enciclopedia semiotica non è dunque l'albero, ma il
rizoma: ogni punto del rizoma può essere connesso e deve esserlo
con qualsiasi altro punto, e in effetti nel rizoma non vi sono punti o
posizioni, ma solo linee di connessione; un rizoma può essere
spezzato in un punto qualsiasi e riprendere seguendo la propria
linea; è smontabile, rovesciabile; una rete di alberi che si aprano in
ogni direzione può fare rizoma, il che equivale a dire che in ogni
rizoma può essere ritagliata una serie indefinibile di alberi parziali;
il rizoma non ha centro. L'idea di una enciclopedia a rizoma è
conseguenza diretta dell'inconsistenza di un albero di Porfirio.
(Umberto Eco, Semiotica e Filosofia del linguaggio. Einaudi. 1984)
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Il Rizoma
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Il Rizoma
Le teorie testuali di Barthes e di Derrida possono essere
facilmente accostate all'idea di Rizoma.
Celebri i libri di Roland Barthes S/Z e Frammenti di un
discorso amoroso, nei quali l'ipertestualità è stata fermata
solo dalla presenza congelante del cartaceo.
Tutti questi autori hanno postulato le principali
caratteristiche del rizoma, e costituito il solido background
culturale entro il quale si è inscritto l'ipertesto elettronico.
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Il Rizoma
† Connessione
† Rottura asignificante
† Eterogeneità
† Cartografia
† Molteplicità
† Decalcolmania
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Connessione - eterogeneità
Il rizoma ideale è un sistema perfetto di punti perfettamente
connessi l'uno con l'altro. E' un sistema privo di qualsiasi
gerarchia, e tende ad accorpare universi spesso molto
diversi, contesti ed ambiti culturali disparati.
L'idea di eterogeneità e quella di connessione fondano un
modo di pensare la cultura radicalmente nuovo. Gli scienziati
sociali sembrano pronti ad accettare un mondo in cui
contaminazione e forme culturali ibride siano la realtà con la
quale confrontarsi. L'idea che il prodotto culturale, inteso
nella sua accezione più ampia, debba conservare i tratti di
coerenza e coesione, tipici del XIX e del XX sec., sembra
essere tramontata.
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Connessione - eterogeneità
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Internet
Un computer, preso singolarmente, è un sistema gerarchico. Le
cartelle sono strutturate ad albero, dal folder madre ai vari folder
secondari e periferici.
L'hardware ha una unità centrale , o processore, legato a varie
altre unità, dette periferiche di sistema. Si tratta dunque di un
sistema che scopre il proprio carattere cooperativo soltanto quando
entra nel World Wide Web. Internet può essere considerato così un
rizoma realizzato.
Esso rispetta tutti i canoni sopra elencati. Innanzitutto la
connessione: il progetto ARPA, elaborato dal dipartimento della
difesa degli USA diede origine alla rete e fu il primo esempio di
comunicazione punto a punto orizzontale.
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Internet
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Internet
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Internet
Inoltre la tecnologia del web permette un collegamento
potenzialmente illimitato tra tutte le pagine, intese come
punti del rizoma.
A questa infinita e teorica connettività è legato il fatto che
mondi ontologicamente diversi, ambienti che
apparentemente non avrebbero alcun legame tra sé,
possono improvvisamente, a portata di mouse, essere
compresenti agli occhi del navigante, sia esso un curioso, un
uomo d'affari, un dilettante, un grafico professionista.
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Molteplicità
La molteplicità rizomatica vuol celebrare la pluralità e la
moltitudine rispetto alla unitarietà, talvolta totalizzante, del
pensiero occidentale. La realtà rizomatica vuol essere
dinamica.
Il miglior modo per osservare questo principio del rizoma è
quello di osservare il teatro delle marionette. Non è
certamente la sola azione del puparo a determinarne il
movimento, ma la molteplicità di fibre, lacci e giunzioni che
lo legano all'oggetto. Pensare in modo rizomatico significa
tenere conto dei fili che collegano le mani del puparo al
corpo della marionetta.
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Molteplicità
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Internet
Anche i naviganti si affidano alla molteplicità di legami che
tengono insieme e che caratterizzano le diverse connessioni
della rete: non unicamente alla tastiera o alle mani
dell'utente.
Molteplicità è quella caratterizzata dai diversi pixels dello
schermo.
Inoltre non esistono posizioni o punti definiti in rete, ma soltanto
un'intricatissima rete di connessioni come le linee rizomatiche.
Come ha sostenuto William Gibson, non vi sono punti nei quali
recarsi sulla rete: al navigante è concesso di restare comodamente
sulla propria sedia spostandosi attraverso l'infinità di connessioni
possibili.
http://www.sapere.it/tca/MainApp
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Rottura asignificante
"Un rizoma può essere rotto, frantumato in un dato momento, ma
si riprenderà ancora secondo una traccia precedente o una nuova".
(Deleuze e Guattari 1987)
In un network rizomatico movimenti e flussi possono essere riruotati intorno alle rotture. In seguito la sezione recisa potrà
rigenerarsi e continuare a crescere, formando nuove linee e
percorsi.
La distruzione di parte dell'universo culturale del rizoma non
implica la sua completa eliminazione. La conoscenza costruita
attorno agli alberi di Porfirio non ammette alcuna amputazione.
Cambiare parte di un albero significa stravolgerne il senso
complessivo. Questo non accade nei sistemi a rizoma.
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Rottura asignificante
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Internet
La rete è divenuta oggi un'immensa matassa di immagini, testi,
grafica, pubblicità, pornografia, filosofia teoretica, pubblica
amministrazione, video streaming in diretta. Vi si possono trovare
tutti i possibili esempi di produzione culturale, in ogni ambito dello
scibile.
All'interno di questa enorme mole di dati esiste però un regno
parallelo: il 404 o file not found. Si tratta del percorso possibile che
ciascun cybernauta può compiere attraverso i siti che non esistono
più, che hanno forse vissuto un periodo di intenso traffico, ma che
alla fine la voracità della web culture e della new economy ha
fagocitato.
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Internet
La rete realizza in pieno l'idea rizomatica di rottura
asignificante: essa conosce quotidianamente nuovi
esperimenti, i web masters cambiano continuamente
l'estetica dei siti, e pretendono nuovi contenuti. Il principio
della rottura a-significante si traduce sul web nella costante
distruzione e generazione di simboli e segni, testi e grafica,
ambienti nuovi. La rete non soffre dei tagli e delle cesure:
essa permette l'oscillazione costante, la contaminazione e
riconfigurazione di ogni sua parte; tutto può esser
modificato in rete, tranne la struttura non gerarchica.
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Cartografia decalcomania
Il rizoma non è un meccanismo che lascia una traccia, ma una
mappa con un'enorme quantità di luoghi d'accesso. Secondo
Deleuze e Guattari la psicanalisi è una traccia rappresentativa del
subconscio esistente prima che esso sia tracciato. Tracciare dunque
non è creare qualcosa di nuovo, ma rappresentare qualcosa di
vecchio, seguendo linee che esistono già. Invece costruire una
mappa significa "costruire l'inconscio, verso un esperienza di
contatto con il reale”. (Deleuze & Guattari).
I principi di Cartografia e Decalcomania oppongono il concetto di
carta a quello di calco. La metafora è un po' astrusa, ma indica nel
calco un testo il cui significato è riproducibile attraverso repliche,
perché frutto di un codice prestabilito, mentre la carta è
caratterizzata dall'accesso diretto alle sue diverse parti.
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Cartografia decalcomania
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Ipertesto
E' il medium sul quale il rizoma digitale può manifestarsi
concretamente.
Per Delany e Landow l'ipertesto può essere definito come
l'uso del computer per oltrepassare gli aspetti lineari, limitati
e statici del tradizionale testo scritto. A differenza della
forma statica del libro un ipertesto può essere composto, e
letto, non-sequenzialmente; è una struttura variabile
composta da blocchi di testo (che Roland Barthes chiama
lessìe) e da connessioni elettroniche che li uniscono.
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Ipertesto
I chunks, o blocchi testuali, sono visualizzati al lettore uno
Alla volta. Il passaggio tra un blocco e l'altro è garantito da
links o connessioni, che provvedono a legare una porzione di
testo con l'altra. Ogni parte visualizzata può contenere un
numero variabile di connessioni; anche tutte le parole che
compongono un certo testo possono essere a propria volta
legami utilizzabili.
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Connettività
Dietro l'idea di link testuale c'è quella, ben più estesa, di
connettività; la rete ed i prodotti multimediali off-line
tendono a configurarsi come media il cui elemento fondante
è la comunicazione simultanea tra più soggetti ed elementi.
E' un ambito più ampio del semplice ipertesto elettronico.
L'ipermedia, sfruttando la duttilità del medium digitale,
mette in comunicazione anche persone in video conferenza,
o situazioni in tempo reale.
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Ipertesto: caratteristiche principali
†
Coincidenza autore/lettore
†
Non finitezza/Opera aperta
†
Interattività/Gioco
†
Spazialità
†
Testo fluido
†
Testo frammentato
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Coincidenza autore-lettore
Il lettore è guidato dalla costruzione grafica della pagina,
divenendone allo stesso tempo un giudice e, a seconda del tipo di
ipertesto, uno dei creatori. L'ipertesto esige, in ogni caso, un
lettore attivo. Si è creata una figura intermedia, che Michael Joyce
ha chiamato interlocutore. Studiosi importanti come Walter Ong
hanno visto nel coro di voci che accompagnano le opere in rete un
ritorno all'autorialità collettiva propria dei popoli antichi.
I lettori-scrittori siedono in circolo, fisicamente separati, ma
accomunati dalla condivisione di un unico spazio, uno spazio
virtuale. Le opere di Michael Joyce sovvertono la topografia del
testo, facendo in modo che ogni parola sembri poter avere delle
conferme e lasciando che il lettore le immagini.
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Autore-lettore
Un'attività che dà forza all'ipertesto, rendendolo ricco di
significati potenziali (ma che allo stesso tempo può
determinarne il fallimento se non riesce a dare corpo a tutte
le attese). La lettura diventa un atto che dà vita ed integrità
ad un percorso immaginato dall'autore, una lettura che si
configura come un autentico percorso, con ciascuna lessìa a
rappresentare efficacemente una tappa ideale.
Walter Ong, Oralità e scrittura. Le Informatica
tecnologieApplicata
della parola. Il Mulino Intersezioni 1986
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Non finitezza dispersione
Ogni singola lessìa testuale può presentare legami con ogni altra:
è possibile, in linea teorica, ampliare sempre di più le dimensioni di
un ipertesto, rendendolo praticamente infinito.
La navigazione di un'opera online risulta dispersa entro un grande
numero di parti, le quali presentano attributi ricorrenti ed
omogenei, in teoria connessi con tutto il resto della rete. Si tratta
di caratteristiche instabili: non vi sono punti di riferimento fissi, che
permettano di definire con sicurezza il 'dentro' ed il 'fuori' di un
lavoro in rete.
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Non finitezza dispersione
Un prodotto di grande successo come il Decameron Web
rappresenta perfettamente l'idea di non finitezza. Siamo di
fronte ad un'opera veramente aperta, continuamente
modificata ed arricchita da nuovi contributi, sempre al limite
tra la ricchezza espressiva e la dispersione delle lessìe.
L'ipertesto mostra qui la sua efficacia di medium-ambiente,
capace di realizzare veri e propri
universi virtuali.
http://www.brown.edu/Departments/Italian_Studies/dweb/dweb.shtml
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Interattività gioco
Concetto chiave per la comprensione di qualsiasi aspetto legato alle
nuove tecnologie della comunicazione.
L'interattività, cioè il coinvolgimento del fruitore in un messaggio,
apre possibilità sia ad una diversa ricezione dello stesso, che alla
modifica del lavoro originale dell'autore. L'interattività sposta al
presente il momento della creazione non soltanto degli ipertesti
letterari, ma di qualsiasi prodotto multimediale.
L'interattività rende la lettura un ongoing system: mentre con i
normali testi scritti al lettore è concessa soltanto la possibilità di
fruire di qualcosa che è stato pensato prima, con i media interattivi
la lettura diviene una costruzione personale: essa si attualizza.
Il contenuto del medium interattivo è dipendente dalle scelte del
suo lettore.
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Interattività gioco
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Interattività – gioco
Esiste fra l'interazione uomo – macchina - attività ludica
umana una reciproca attrazione. I primi ipertesti in rete
sono stati i MUD, Multi User Dungeon, veri e propri giochi di
ruolo online.
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Spazialità
3 concetti di spazio:
1.
2.
3.
Interazione all'interno dello schermo tra i diversi elementi
La fiction e la non fiction elettronica si esprimono attraverso le
relazioni spaziali all'interno della rete
Lo spazio elettronico di scrittura come nuovo paradigma
culturale per l'intera comunità umana
Questa immagine rappresenta una battaglia avvenuta nel 1858 tra
gli Ojiba ed i Sioux: è un esempio di scrittura nello spazio, che
David Bolter ha voluto paragonare alla scrittura ipertestuale. Non
c'è voce narrante e la simultaneità è forzata al punto tale che la
marcia degli Ojiba sembra contemporanea alla battaglia al fiume
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Testo fluido
Nel 1716 il dizionario cinese K'anghsi comprendeva 40.545
ideogrammi; combinazioni di lettere ed immagini elaborate
da secoli di tradizione culturale erano state fermate in un
grandioso e poco consultato vocabolario.
Oggi pochi Web Masters riescono riescono a creare
quotidianamente un numero di loghi, icone, disegni stilizzati con
testo e grafica dieci volte superiore, ovviamente rendendo
impossibile la loro codificazione su un supporto stampato.
Siamo di fronte ad un medium che si contrappone frontalmente alla
tradizione tipografica. Il linguaggio digitale è in continua
trasformazione, progetta e consuma voracemente i propri segni e
simboli.
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