franciscus bossinensis
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franciscus bossinensis
450201_libretto_vd DDD TCP450201 2004 Made in Italy 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 30-06-2004 16:24 Pagina 2 FRANCISCUS BOSSINENSIS FRANCISCUS BOSSINENSIS (2°metà secXV - inizio sec XVI) Petrarca ed il cantare a liuto Nasce l’aspro mio tormento Ite caldi miei sospiri Ostinato vo’ seguire Per dolor me bagno e’l viso Tastar de corde - Recercar dietro O tempo o ciel volubil Recercar VI Occhi mei lassi Non è tempo d’aspectare Poi che volse la mia stella A la guerra, a la guerra Si è debile il filo Recercar I Zephiro spira Che debbo far Per fuggir d’amor le punte Calata ala spagnola S’il dissi mai ch’io venga S’io sedo all’hombra Ahimè ch’io moro Mia benigna fortuna Amando e desiando Francesco D’Ana Bartolomeo Tromboncino Bartolomeo Tromboncino Bartolomeo Tromboncino Joan Ambrosio Dalza Pietro Scotto Franciscus Bossinensis Bartolomeo Tromboncino Marchetto Cara Joan Ambrosio Dalza Bartolomeo Tromboncino Bartolomeo Tromboncino Franciscus Bossinensis Bartolomeo Tromboncino Bartolomeo Tromboncino Marchetto Cara Joan Ambrosio Dalza Bartolomeo Tromboncino Marchetto Cara Michele Pesenti Anonimo Benedetto Cariteo TOTAL TIME 01:00:49 Teresa Nesci: soprano Massimo Marchese: liuto (Libro I) (Libro II) (Libro I) (Libro II) (Libro IV) (Libro II) (Libro I) (Libro II) (Libro I) (Libro IV) (Libro I) (Libro I) (Libro I) (Libro I) (Libro I) (Libro II) (Libro IV) (Libro I) (Libro II) (Libro I) (Libro I) (Libro II) Petrarca ed il cantare a liuto 1:30 4:49 2:55 7:09 2:42 1:28 0:30 2:30 2:49 2:09 3:17 3:04 0:37 1:30 2:25 2:32 2:21 3:03 2:26 4:42 4:13 2:09 Teresa Nesci: soprano, Massimo Marchese: liuto 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Pagina 4 Tactus Letteralmente “tocco”. Termine latino con cui, in epoca rinascimentale, si indicava quella che oggi è detta battuta. Literally “stroke” or “touch”. The Renaissance Latin term for what is now called a beat. Buchstäblich “Schlag”. Begriff, mit dem in der Renaissance, ausgehend vom Lateinischen, das bezeichnet wurde, was heute Takt genannt wird. Littéralement “coup”, “touchement”. Terme provenant du latin, par lequel on indiquait à la Renaissance ce qu'aujourd'hui on appelle la mesure. P 2004 Tactus s.a.s. di Serafino Rossi & C. Via Tosarelli, 352 - 40055 Villanova di Castenaso - Bologna - Italy tel.+39 051 78 19 70 - Fax +39 051 78 19 86 e-mail: [email protected] - web page: http://www.tactus.it In copertina: Benvenuto Tirsi detto il Garofalo, Isabella e Beatrice d’Este, Ferrara, Palazzo di Ludovico il Moro Un particolare ringraziamento al Dott. Franco Daniele per aver reso possible questa registrazione all’interno dell’Abbazia di Santa Giustina di Sezzadio (Al). 17. Ahimè ch’io moro Troppo haime pesa El tormentare per troppo amare senza un’offesa E più quand’un a ben servir se sforza Aimè ch’i moro Aimè ch’io ardo Aimè ch’un dardo de lucido oro El miserando cor m’ha lacerato Che fin che in me resterà polpa o nervo E vivo e morto te serò bon servo Ma fa ogni forza In tormentarmi In macerarmi Che fin che in me resterà polpa o nervo E vivo e morto te serò bon servo Volto beato Leva sta pena La qual mi mena E son lì allato Al doloroso fin che ciascun preme Fa che ‘l mio seme e la mia fede Che in te sola crede Né d’altri teme Sparta non sia né seminata invano. La bella mano Ch’al cor me strinse Amor dipinse Mite e umano Non lo far donche tu crudel et acro Tecnico del suono e direttore della Registrazione: Stefano Abarello Computer Design: Tactus s.a.s. Stampa: KDG ITALIA s.r.l. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto. Son per te macro Rigido e obscuro Ma el colpo duro O aspetto sacro Sol mitigar lo poi con poca spesa 17 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Per penar manco penando Poi ch’io so so che lacrimando Trovo un tal ristoro al core Che mi ferma il gran dolore Dal qual pria fui quasi ucciso. Per dolor… Pagina 6 15. Amando e desiando Amando e desiando I’ vivo e sento La doglia che se sente nel morire Amore mi fa viver in tormento Né mi vuol vivo, né mi vuol finire. Quanto più piango, tanto più contento Di lachryme mi pasco e di martire. Godi crudel ch’io me lamento e ploro I’ moro, ahimè ch’io moro, ahimè ch’io moro. 14. Per fuggir d’amor le punte Per fuggir d’amor le punte Come ingrato e rio tiranno Vagabondo in pian e in monte Era un giorno in grave affanno Quando aimè ch’io non me inganno Vidi un divo e sacro aspetto Ad amar tutto subietto Se ne gia cantando alora Do tiente alora: Tiente alora ruze nenta te serai la malcontenta Do tienti alora. 16. S’io sedo all’ombra S’io sedo all’ombra, amor giù pone el strale e l’arco e meco sedendo si posa. S’io piango, e lui la facia lachrymosa e dolsi del mio affanno e del mio male. S’io mi lamento dil colpo mortale Lui me conforta con voce amorosa S’io mostro la ferita sanguinosa E lui l’asciuga con le sue bianche ale. Io che mai udito avia sì soave e dolce canto Pian pian drieto gli venia Confortando il duol mio alquanto E dopoi da l’altro canto per trovar in lei pietade Poi riposta in libertade se ne gìa cantando alora Do tienti alora. S’io vado in boschi e lui per boschi viene S’io solco il mar e lui volge le sarte E ‘l timon dritto contro il vento tiene. S’io vado in guerra e lui diventa Marte E perché siano eterne le mie pene Questo tiran da me mai non si parte. 16 In Italia, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, la frottola aprì una stagione musicale del tutto nuova e totalmente indipendente dagli stili fiamminghi. Fu anche grazie a Isabella d'Este, grande promotrice di cultura nelle sue varie forme, che questo nuovo genere musicale entrò ben presto nelle principali corti italiane quali Mantova, Ferrara, Venezia, Milano. La molteplicità delle conoscenze e degli interessi, specialmente letterari, di questi ambienti è riflesso nella varietà di forme poetiche in cui si presenta la frottola: testi di poeti illustri – primo fra tutti il Petrarca di cui furono musicati numerosi componimenti tratti dal Canzoniere – e testi commissionati a poeti minori, ma anche testi in latino, che testimoniano il gusto della riscoperta dell’antichità classica, e testi popolari ripresi e “arrangiati” nella nuova veste frottolistica. A questa oscillazione fra generi letterari “alti” e “bassi” corrispondeva naturalmente una varietà metrica: denominate come frottole troviamo infatti strambotti, ballate, sonetti, odi, capitoli e altro. I principali elementi che determinarono il successo della frottola furono la semplicità nel ritmo e la fusione che si creava tra la musica e il testo, che in genere era di carattere amoroso. Ma era il modo di condurre le voci il tratto distintivo che caratterizzava la frottola. Si trattava di una composizione polifonica a quattro voci – e questa non era una novità – ma in realtà le tre voci inferiori (altus, tenor, bassus) sembravano scritte per l'accompagnamento della voce superiore (cantus): al canto era affidata la melodia, mentre il basso "realizzava" la base armonica; le voci del contralto e del tenore, invece, completavano l'armonia. La frottola era nata per essere eseguita a quattro voci, probabilmente a cappella, ma la difficoltà a reperire sempre tutte le voci portò ben presto a rivedere il modo di eseguirla, talvolta utilizzando strumenti musicali che avevano la funzione di raddoppiare le parti vocali. Fu così che divenne piuttosto frequente l'esecuzione per canto e liuto, il quale, omettendo spesso la parte del contralto, raggruppava le parti del tenore e del basso. Quest'ultima combinazione, canto e liuto, grazie al piacevolissimo impasto timbrico, riscosse un tale successo da indurre molti editori a pubblicare opere che andavano incontro alla crescente richiesta. Tra le prime opere dedicate a questa formazione spiccano i due volumi Tenori e contrabbassi intabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto di Franciscus Bossinensis, liutista e compositore originario della Bosnia. Si tratta degli unici libri di questo autore conosciuti o per meglio dire a noi pervenuti. Le due raccolte di frottole per canto e liuto vennero stampate a Venezia nel 1509 e a Fossombrone nel 1511 dal noto editore Ottaviano Petrucci, e dedicate entrambe a Girolamo Barberigo, primicerio di San Marco dal 1501. Si tratta forse del primo esempio di musica a stampa a carattere divulgativo: sebbene il canto accompagnato dal liuto fosse un'eredità del Trecento (lo stesso Petrarca si dilettava 1 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Pagina 8 con questo tipo di esibizione), la nascita della stampa musicale contribuì a diffondere notevolmente questa pratica musicale. Le frottole raccolte dal Bossinensis appartengono ai maggiori frottolisti dell'epoca quali Bartolomeo Tromboncino, Marchetto Cara, Francesco d'Ana detto Varoter, Benedetto Cariteo, Serafino Aquilano e molti altri. La tecnica utilizzata dal Bossinensis è quella di intavolare per liuto (cioè trascrivere con una notazione particolare adatta al liuto) le parti del tenore e del basso omettendo la voce dell'altus, e di lasciare in notazione mensurale (quella su pentagramma) la voce del canto. Questo sistema meccanico di trascrizione della parte per liuto va a contrapporsi ai libri per solo liuto del Petrucci (Spinacino, Dalza, Alemani) in cui viene sottolineata una prassi esecutiva ricca di fioriture e diminuzioni, talvolta altamente virtuosistica. Unico esempio, nel Bossinensis, che si distacca da questo modello è lo strambotto Amando e desiando, di Benedetto Cariteo, in cui per una volta troviamo una scrittura più ricca di diminuzioni. I due libri del Bossinensis contengono, inoltre, 46 ricercari associati alle frottole. Questi venivano eseguiti o prima delle frottole (come preludi) o dopo. Gli abbinamenti erano segnati, attraverso una combinazione di lettere, sul titolo del brano. Massimo Marchese In Italy, between the end of the15th and the beginning of the 16th century, the frottola opened a completely new musical period which was totally unrelated with the Flemish Styles. Thanks to Isabella d’Este too, a great promoter of culture in its different forms, this new musical genre soon entered the main Italian courts such as Mantua, Ferrara, Venice, Milan. The variety of knowledges and interests, especially literary, of these settings is reflected in the different forms in which the frottola appears: - texts by illustrious poets, – the very best Petrarch, whose numerous poems taken from “Canzoniere” were set to music – texts by minor poets, but also texts in Latin to testify the zest of the classic ancient times rediscovery and popular texts revived and arranged in the new frottola expression. To this variation between high and low literary genres, corresponded a natural metrical variety: we can find in fact, strambottos, ballads, sonnets, odes, chapters and other forms known as frottole. The most important elements which determined the success of the frottola, were the simplicity in the rhythm and the harmony created by both music and words, whose theme was generally love. But the distinguishing feature which better characterized the frottola, was the way of leading the voices. 2 Al fin per mia mercede Mi fa con morte guerra. Alla guerra… Che ogni gaudio ove esce a riso Piango il ben che già fu bene Alla mia penosa vita Che con dolci e amare pene A sospir hognor m’è vita La memoria ch’è scolpita Mi sta in cor per contraccambio Fa ch’el riso in pianto cambio Quando quel che fu me avviso. Ma el tutto porto in pace Per quel che nel cor tace Aspetta tempo e tace Questa aspra e crudel guerra. Alla guerra… Ma se’l tuo dur concetto Non m’ha qualche respetto Temo che po’ un dispetto Finirà l’aspra guerra. Alla guerra… Fui felice e si’ felice Quanto ogn’altro avventurato E se dir de più me lice Me trovai in sì alto stato Che nullo altro fortunato Al mi(o) par essermi cresi Ma fortuna in pochi mesi Da un ben tanto m’ha diviso. Per dolor… Se altrove pur sei volta E in tutto da me tolta Ascoltame una volta E a to posta fa po’ guerra. Alla guerra… 13. Per dolor me bagno il viso Di l’affanno che ognor porto Qual col mio silentio copro Io non prendo altro conforto Se non quando il pianto adopro Con qual tutti i pensier copro Solo al cor cotal diletto Che mancando tal effetto Io sarei dal duol conquiso. Per dolor… Per dolor me bagno il viso D’un licor soave tanto Che più car m’è molto il pianto Bono adonca che’l mal tempre Con le lagrime ch’io spando E che adopri il pianto sempre Ma non voler che in bando Stia el tuo servo quando Tu el vedi lacrimando Per la continua guerra. Alla guerra… 15 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Pagina 10 12. A la guerra Non aspecti alcun che volti Questa rotta instabilita Molti sono stati accolti Nel condur de la lor vita Non è tempo… Alla guerra alla guerra Ch’amor non vol più pace Ma sempre è più tenace Alla guerra… 11. Ostinato vo’ seguire Questa guerra è mortale Per un ardente strale Cagion d’ogni mio male Per farme sempre guerra. Alla guerra… Ostinato vo’ seguire La magnanima mia impresa fammi amor qual voi offesa s’io dovessi ben morire. Ostinato… Io non trovo arma forte Che vetar possa notte Invan batto alle porte non di pace ma di guerra. Alla guerra… Fame ciel fame fortuna Bene o mal como a te piace Né piacer né ingiuria alcuna Per avvilirmi o far più audace Che dell’un non son capace L’altro più non po fuggire. Ostinato… Hora son vinto in tutto Preso, arso e distrutto Questo è d’amore il fructo Che sempre me fa guerra. Alla guerra… Vinca o perda io non attendo De mia impresa altro che honor Sopra il ciel beato ascendo S’io ne resto vincitore S’io la perdo al fin gran core Mostrarà l’alto desire. Ostinato… Ma la cagion vo’ dire Poi ch’io deggio morire È un secreto scoprire Cagion di tanta guerra. Alla guerra… Una a chi serve fede Che mio dolor non crede 14 It consisted in a polyphonic 4-part composition, which was not a novelty, but actually the three inferior voices (altus, tenor, bassus) seemed to be written for the superior voice accompaniment (cantus): the cantus created the melody, while the basso “carried out” the harmonic basis; the contralto and the tenor voices completed the harmony. The frottola was born to be performed in a 4-part execution, probably for ‘a cappella’ voices, but the difficulty in finding all the different kind of voices arose the need to revise the way of executing it, sometimes by making use of musical instruments which were meant to double the vocal parts. That is why the cantus and the lute performance became more frequent, even because the lute as it often omitted the contralto part, gathered the tenor and bass parts. The cantus and lute arrangement, thanks to their pleasant timbre impasto, won such a great success as to induce a great number of editors, to publish those works which had met so far with growing demand. Among the first works devoted to this particular consort, are noteworthy the two volumes “Tenori e contrabbassi intabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto ” by the lutenist and composer Franciscus Bossinensis. They are the only books by this author which are known or better which are extant. The two frottole collections for cantus and lute were printed in Venice in 1509 and at Fossombrone in 1511 by the famous editor Ottaviano Petrucci, and both dedicated to Girolamo Barberigo, primicerius of S.Marco since 1501. It may be the first example of printed popular music : although the cantus accompanied by the lute was a heritage from the 14th century (Petrarch himself took delight in this type of performance), the birth of the musical print contributed to greatly promoting this musical practice. The frottole collected by Bossinensis belong to the main composers of frottole of that time, such as Bartolomeo Tromboncino, Marchetto Cara, Francesco d’Ana detto Varoter, Benedetto Cariteo, Serafino Aquilano and many others. The technique used by Bossinensis is to tabulate for the lute (that is to transcribe with a particular notation suitable to the lute) the tenor and bass parts omitting the altus voice and to leave on mensural notation (on pentagram) the cantus voice. This system of mechanic transcription for the lute part, contrasts the solo-lute books by Petrucci (Spinacino, Dalza, Alemani) in which an executive procedure rich in embellishments and diminutions, sometimes highly virtuoso, is underlined. In Bossinensis, the only example which breaks away from this model, is the strambotto 3 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Pagina 12 Amando e desiando by Benedetto Cariteo in which for the first time we find a writing richer in diminutions. Moreover the 2 books by Bossinensis contain 46 recercari associated with the frottole. The latter were performed either before the frottole (as preludes) or afterwards. The consorts were marked through a particular sequence of letters on the extract title. Massimo Marchese translated by Federica Villa En Italie, entre la fin du XV° siècle et le début du XVI°, avec la frottola, une nouvelle saison musicale s’annonce complètement différente des styles flamands. C’est aussi grâce à Isabelle D’Este, grande promotrice de la culture sous toutes ses formes , que ce nouveau genre musical sera bientôt introduit dans les principales cours italiennes comme: Mantoue, Ferrare, Venise et Milan. La multiplicité des formes poétiques sous lesquelles se présente la frottola reflète nettement les connaissances et les intérêts surtout littéraires de ces milieux. On y trouve des textes de poètes illustres, avant tout Pétrarque dont de nombreuses compositions tirées du Canzoniere ont été mises en musique- des textes écrits sur commande par des poètes mineurs, mais aussi des textes en latin qui prouvent le goût prononcé pour l’antiquité classique qu’on redécouvre, et enfin des textes populaires repris et arrangés pour cette nouvelle expression qu’est la frottola. Ces genres littéraires tantôt raffinés, tantôt populaires se caractérisaient par une métrique différente: on appelait frottole aussi bien les poésies campagnardes que les ballades , les odes , les sonnets ou les poèmes en tercets. Si le succès de la frottola est à attribuer à la simplicité du rythme et à la fusion de la musique et du texte, en général à caractère amoureux, c’est surtout la façon de diriger les voix qui en fait son originalité. Bien qu’il s’agisse d’une composition poliphonique a quatre voixqui n’est pas en soi une nouveauté- les trois voix inférieures (altus, tenor, bassus) semblent, en réalité, écrites pour accompagner la voix supérieure (cantus): la mélodie est confiée au chant, avec la basse qui réalise la base harmonique et les voix du contralto et du tenore qui en complètent l’harmonie. La frottola est née pour être exécutée à quatre voix, probablement “a cappella”, mais devant la difficulté de fournir toutes les voix on repensa très vite à la façon de l’exécuter , en utilisant parfois des instruments musicaux qui avaient la fonction de doubler les parties vocales. 4 E dal mio lato sia paura e gelosia E la nemica mia Più feroce ver me sempre più bella. S’i’l dissi amor l’aurate sue quadrella Spenda in me tutte e l’impiombate in lei S’i’l dissi cielo e terra homini e dei Me sian contrari et essa ogn’hor più fella S’i’l dissi che con sua cieca facella Dritto a morte m’invia Pur come gli è si sia Né mai più dolce o pia Ver me si mostri in atto od in favella Mi dà al cor tanto diletto Ch’el morir non mi par morte E contento di tal sorte fo con gaudio il mio lamento Nasce all’aspro… 10. Non è tempo d'aspettare Non è tempo d'aspettare Quando s'ha bonazza e vento Che si vede in un momento Ogni cosa variare Se tu sali fa’ pur presto Lassa dir che dir vole Questo è noto e manifesto Che non duran le viole E la neve al caldo sole Sole in acqua ritornare Non è tempo… Sia pur l’homo tale o quale Sempre tema el precipitio Per che el bene vien drieto el male Se non substa nel initio Però faccia ben l’offitio Chi ha la rota a governare. Non è tempo… S’i’l dissi mai di quel che men vorrei Piena trovi quest’aspra e breve via S’i’l dissi el fiero ardor che mi disvia Cresca in me quanto el fier ghiaccio in costei S’i’l dissi unquam non veggian gli occhi miei sol chiaro o sua sorella Né donne né donzella Ma terribil procella Qual pharaone in perseguir gli hebrei 9. Nasce all’aspro mio tormento Nasce all’aspro mio tormento Donna mia sol per mirarte E per meglio contemplarte Voria haver de gli occhi cento. Quando se ha fermato el piede Et in tutto intorno visto Muta pur fortune sede Che non val contra al provisto Che gli è ben da poco e tristo Chi non fa col tempo andare. Non è tempo… La dolcezza del suo aspetto Mista ad un venen sì forte 13 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Ché natura a volar ve aperse l’ali, A me diede occhi et io pur nei miei mali Li tenni, onde vergogna e dolor prendo. Pagina 14 Pur a pensar come io corro alla morte A pena spunta in oriente un raggio Di sol, che all’altro monte Dell’avverso orizonte Gionto el vedrai per vie lunghe e distorte Le vite sono sì corte Sì gravi i corpi e frali Degli uomini mortali Che quando io me ritrovo dal bel viso Cotanto essere diviso Col desio non posso mover le ale Poco mi avanza del conforto usato Né so quanto io me mova in questo stato. et sarebbe hora et è passata homai, de rivoltarli in più secura parte, E poner fine agli infiniti guai, Né dal tuo giogo, amor, l’alma si parte, Ma dal suo mal, con che studio tu’l sai: Non a caso è virtute, anzi è bell’arte. 6. Si è debile il filo Si è debile il filo a cui s’attiene La gravosa mia vita, Che s’altri non l’aita Ella sia tosto di suo corso a riva Però che dopo l’empia dipartita Che dal dolce mio bene feci sol una spene È stata fin a qui cagion ch’io viva Dicendo perché priva Sia de l’amata vista Mantienti anima trista Che sai s’a meglior tempo anchor ritorni Et a più lieti giorni O se ‘l perduto ben mai se racquista Questa speranza mi sostenne un tempo Hor vien mancando e troppo in lei m’attempo. 7. Zephiro spira Zephyro spira e il bel tempo rimena Amor promette gaudio agli animali Ognun vive contento, i me lamento Che amor m’ha fatto albergo di tormento L’ampia campagna de bei fiori piena Ogni cor si prepara ai dolci strali Progne scordata de l’antica pena Verso il nostro orizzonte spiega l’ali 8. S’il dissi mai ch’io venga S’i’l dissi mai ch’io venga in odio a quella Del cui amor vivo senza’l qual morrei S’i’l dissi che’ miei dì sian pochi e rei E de vil signorie l’anima ancella S’i’l dissi contra me s’arme ogni stella Il tempo passa e l’hore son sì pronte A fornir. il viaggio, Che assai spatio non haggio 12 C’est ainsi que l’exécution pour chant et luth devint assez fréquente car le luth, en éliminant la partie du contralto, regroupait les parties du tenore et de la basse. Cette dernière combinaison, chant et luth, grâce au très agréable timbre qui s’en dégageait, remporta un tel succès que de nombreux éditeurs se mirent à publier des oeuvres pour satisfaire une demande toujours croissante. Parmi les premières oeuvres dédiées à cette formation, il faut noter les deux volumes Tenori e contrabbassi intabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto du luthiste et compositeur Franciscus Bossinensis. Il s’agit des seuls livres de cet auteur qui nous sont connus ou en tout cas qui nous soient parvenus. Les deux recueils de frottole pour chant et luth furent imprimés à Venise en 1509 et à Fossombrone en 1511 par le célèbre éditeur Ottaviano Petrucci , et dédiés à Girolamo Barberigo , primicier de Saint Marc depuis 1501. Il s’agit probablement du premier exemple de musique imprimée à caractère divulgatif : même si le chant accompagné par le luth est un héritage du XIV° siècle ( Pétrarque lui-même s’amusait à ce genre d’exécution ) la naissance de l’imprimerie musicale a contribué à diffuser amplement ce genre musical. Le frottole recueillies par Bossinensis proviennent des plus grands compositeurs de frottole de l’époque comme Bartolomeo Tromboncino, Marchetto Cara, Francesco d’Ana surnommé Varoter, Benedetto Cariteo, Serafino Aquilano et beaucoup d’autres. La technique de Bossinensis consiste à réaliser une tablature pour le luth (c’est-à-dire transcrire avec une notation particulière pour luth) les parties du tenore et de la basse en éliminant la voix de l’altus , et de laisser en notation mensuraliste.(celle de la portée) la voix du chant. Ce système mécanique de transcription de la partie du luth se distingue des livres pour luth seul de Petrucci (Spinacino, Dalza, Alemani) où on souligne une exécution riche en fioriture et diminution, parfois de haut virtuosisme. Le seul exemple , chez Bossinensis, différent de ce modèle est le strambotto Amando e desiando de Benedetto Cariteo , où pour une fois , on trouve une écriture plus riche en diminutions. Les deux livres de Bossinensis contiennent, en outre, 46 ricercari associés aux frottole. Ils étaient exécutés avant les frottole (en prélude) ou après. Les couples frottole-ricercari étaient signalés par une combinaison de lettres, sur le titre du morceau. Massimo Marchese traduit par Annie Cousset 5 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Pagina 16 Non ha il regno d’amor sì vario stile Chi è tanto hor tristo quanto mai fu lieto. A cui sempre son presente Col mio spirto e col mio core Che con noi son nontii veri Del mio cor pien di desio Ditili che ciascun giorno Di sua absentia noto o conto E costei del suo ritorno Per mio mal più non fa conto 3. Occhi miei lassi Occhi miei lassi mentre ch’io vi giro Nel bel viso di quella che vi ha morti Pregovi siate accorti Che già vi sfida amore, ond’io sospiro Morte po chiuder sol a’ mei penseri L’amoroso camin che gli conduce Al dolce porto di la lor salute. Tal dolor m’è sopragionto Che ‘l gran spasmo homè m’achora Né mi par mai veder l’hora Che costei con li occhi miri ite caldi… Ma puossi a voi celar la vostra luce Per meno oggetto per che meno intieri Siete formati, e di minor virtute Però dolenti, anziché sian venute L’hore del pianto, che sono già vicine, Prendete hor a la fine Breve conforto a sì longo martiro. Che sarà se lei non viene Crescereteper un cento O mia dolce havuta speme Muterassi in doppio stento La cagion del mal ch’io sento Per mio danno hor troppo intendo Ch’el me par come comprendo Del tornar ch’l tempo spiri ite caldi… 4. Ite caldi miei sospiri Ite caldi miei sospiri Dove sta mia speme viva e de voi qual primo ariva A tornar mio ben ne spiri. 5. O tempo o ciel volubile O tempo o ciel volubil che fuggendo Inganni i ciechi e miseri mortali O dì veloci più che vento e strali Hor ab experto vostre frodi intendo. Riscaldati il freddo core Cum redurli spesso a mente Quanto affanno e aspro ardore Sento ogn’or per lei ch’è absente 6 Ma scuso voi e me stesso riprendo, 11 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 1. Che debbo far che mi consigli amore Pagina 18 Odiar me fanno vita e bramar morte. Crudele, accerba, inexorabil morte Cagion mi dai de mai non esser lieto Ma di menar mia vita in pianto E i giorni obscuri e le dogliose notti I miei gravi sospir non vanno in rime E ‘l mio duro martir vince ogni stile. Che debbo far che me consigli amore? Tempo è ben da morire Et ho tardato più che non vorrei Madonna è morta e ha seco el mio core E volendol seguire Interromper convien questi anni rei Perché mai veder lei Di qua non spero e l’aspettar m’è noia Poscia ch’ogni mia gioia Per il suo dipartir in pianto è volta E ogni dolcezza di mia vita è tolta. Ov’è condotto il mio amoroso stile A parlar d’ira a ragionar di morte U’ sono i versi u’ son gionte le rime Che gentil cor udia pensoso e lieto Quel favoleggiar d’amor le notti Hor non parl’io, né penso altro che pianto. Amor tu ’l senti ond’io teco mi doglio Quanto è il danno aspro e grave Et so che del mio mal ti pesa e dole anzi del nostro, perché ad uno scoglio Havem rotto la nave Et in un punto ne è obscurato il sole. Qual ingegno a parole Poria aguagliar il mio doglioso stato? Ai orbo mondo ingrato Gran cagion hai di dover pianger meco Ché quel ben che era in te perduto hai seco. Già mi fu col desir sì dolce il pianto Che condia di dolcezza ogni agro stile et vegghiar mi facea tutte le notti Hor è il pianger amaro più che morte Non sperando mai il guardo honesto et lieto Altro soggetto alle mie basse rime. Chiaro segno amor pose alle mie rime Detto a begl’occhi et hor l’ha posto in pianto con dolor rimembrando il tempo lieto Onde io vo col pensier cangiando stile E ripregando te, pallida morte. Che mi sottragghi a sì penose notti. 2. Mia benigna fortuna et viver lieto Mia benigna fortuna e ‘l viver lieto I chiari giorni e le tranquille notti E i soavi sospiri e ‘l dolce stile Che solea risonar in versi e rime Volti subitamente in doglia e pianto Fuggito è il sonno alle mie crude notti E ‘l suono usato alle mie roche rime Che non sanno trattare altro che morte Così è’l mio cantar converso in pianto 10 Massimo Marchese è nato a Savona nel 1965. Si è dedicato allo studio del liuto sotto la guida del M° Jakob Lindberg conseguendo il diploma presso il "Royal College of Music" di Londra. Ha inoltre seguito numerosi corsi di perfezionamento con il M° Paul O'DETTE. Svolge dal 1980 attività concertistica sia in qualità di solista che in qualità di continuista in numerosi ensemble collaborando tra gli altri con musicisti quali Jakob Lindberg, Nigel Rogers, Danilo Costantini, Gaetano Nasillo, Patrizia Pace, Pietro Spagnoli, Enrico Gatti, Lorenzo Girodo. Ha suonato in diverse città italiane quali Milano, Torino, Bologna, Parma, Genova, Siracusa, Cagliari etc.,e paesi europei quali Francia, Svizzera e Finlandia, partecipando ad importanti manifestazioni quali “Settembre Musica”, “Piemonte in Musica”, “Festival Internazionale delle Arti barocche”, Centre National de la Recherche Scientifique, Paris - Universitè de Paris IV, Sorbonne. Ha inciso per la RAI, la RCA, la Bongiovanni e la Stradivarius. Svolge, anche, attività di ricerca musicologica ed ha partecipato con relazioni a diversi convegni. Come direttore artistico ha firmato i Festival Internazionali di Musica Antica di Savona, Vigevano e Alessandria. Ha insegnato liuto presso i corsi estivi internazionali di musica antica a Prato e Ravello ed è stato assistente di Ottavio Dantone al corso di musica d’insieme presso i corsi internazionali di Pamparato. Dal 1993 al 1996 ha insegnato e diretto "l'Accademia di Musica Antica in San Giovannino" di Alessandria. E’ docente di liuto presso il Dipartimento di musica antica del Conservatorio Statale “A.Vivaldi” di Alessandria. Maria Teresa Nesci è nata a Pistoia ed ha studiato canto presso la Civica Scuola Musicale di Torino e successivamente con il mezzosoprano Franca Mattiucci. Attualmente si sta perfezionando con il basso inglese Malcom King. Ha seguito inoltre corsi di stile e vocalità con Cristina Miatello, Mark Deller e Alan Curtis. Ha tenuto numerosi concerti come solista o in formazioni da camera specializzate nel repertorio rinascimentale e barocco (fra le altre Collegium Vocale Nova Ars Cantandi e i Solisti del madrigale, diretti da G. Acciai; Almagesto Vocale diretto da B. Foti, I Vocalisti diretto da T. Colombotto) partecipando ad importanti manifestazioni quali l’Autunno Musicale a Como e Mozart nel Veneto ed in Lombardia. Ha realizzato interventi vocali in spettacoli e sacre rappresentazioni con la regia di Monica Maimone. Collabora stabilmente con il coro della Radio Svizzera Italiana, anche in qualità di solista. 7 450201_libretto_vd 30-06-2004 16:24 Pagina 20 Abbazia di Santa Giustina di Sezzadio (Alessandria) Immersa nella campagna del Monferrato, tra Alessandria e Acqui Terme, sorge l’Abbazia romanica di Santa Giustina di Sezzadio, edificio sacro del XI secolo che racchiude al suo interno un’ancor più antica cripta, attribuita dalla leggenda al re longobardo Liutprando. Fondata dai benedettini nel 1030, grazie alla generosità del Marchese di stirpe Aleramica Orberto, la basilica conserva ancora un pavimento musivo del IX – X secolo e affreschi trequattrocenteschi nell’abside centrale, sulla volta del presbiterio e nell’absidiola laterale sinistra 8 9