Allegato 1.1 Relazione Illustrativa
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Allegato 1.1 Relazione Illustrativa
REGIONE DELL’UMBRIA PROVINCIA DI TERNI COMUNE DI MONTECCHIO Piano Regolatore Generale LEGGE 17 AGOSTO 1942 N. 1150 - L. R. 21 0TTOBRE 1997 N. 31 Parte Strutturale Oggetto Relazione Tecnica Art. 4 – Legge Regionale 31/97 Gruppo di lavoro ambito territoriale del comune di Montecchio COORDINAMENTO SCIENTIFICO : arch. Massimo Azelio Dominici, Dott. S.Trastulli, Dott F. Ciccarella, Dott. A. Busso Sede operativa: Studio arch. Massimo A. Dominici – P.zza del Commercio, 8 – Orvieto (TR) tel 0763/305206 – e_mail [email protected] 1 RELAZIONE GENERALE 1. PREMESSA 1.1 CENNI STORICO URBANISTICI 1.2 LO STATO DI ATTUAZZIONE DEL PROGRAMMA DI FABBRICAZIONE; 1.3 LA COSTRUZIONE DEL PIANO 1.4 DISEGNARE SCENARI 1.5 GLI ABITANTI DI MONTECCHIO 1.6 UNA STRATEGIA PER MONTECCHIO 1.7 I SISTEMI 1.7.1 IL SISTEMA AMBIENTALE 1.7.2 IL SISTEMA DELLA RESIDENZA 1.7.3 IL SISTEMA DELLA PRODUZIONE 1.7.4 IL SISTEMA DELLA MOBILITA’ 2.1 STATO DI ATTUAZIONE DEL PIANO VIGENTE 2.1.1. GENERALITA’ 2.1.2. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER INSEDIAMENTI RESIDENZIALI 2.1.3. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 2.1.4. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER INSEDIAMENTI TURISTICI 2.1.5. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER SERVIZI 2.2 STUDIO GEOLOGICO-AMBIENTALE 3 OBIETTIVI 3.1 OBIETTIVI GENERALI 3.2 OBIETTIVI PARTICOLARI 4 PROGETTO 2 4.1 GENERALITA’ 4.2 AMBITI TERRITORIALI 4.2.1. PREMESSA 4.2.2. INSEDIAMENTI RESIDENZIALI 4.2.3. INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 4.2.4. SERVIZI 4.2.4.1. ATTREZZATURE SCOLASTICHE 4.2.4.2. IMPIANTI SPORTIVI 4.2.4.3. PROTEZIONE CIVILE 4.2.4.4. CIMITERI 4.2.4.5. ZONA ARCHEOLOGICA DEL VALLONE DI SAN LORENZO 4.2.5. SISTEMI INFRASTRUTTURALI 4.2.6. AMBITI RURALI 4.3 VINCOLI 4.4 VERIFICHE QUANTITATIVE 4.4.1. INSEDIAMENTI RESIDENZIALI 4.4.1.1. PREMESSA 4.4.2. NSEDIAMENTI PRODUTTIVI 4.5 RIFERIMENTO A INDIRIZZI E PRESCRIZIONI SOVRAORDINATE 4.5.1.PREMESSA 4.5.2.LEGGE REGIONALE 31/97 4.5.3.PIANO URBANISTICO TERRITORIALE 4.5.4.PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 3 1. PREMESSA Nelle pagine che seguono è illustrato il primo piano regolatore generale del comune di Montecchio. Il piano viene presentato alla città dopo oltre tre anni di lavoro, periodo che ha visto i tecnici incaricati più volte confrontarsi sia con gli amministratori che con i cittadini al fine di arrivare ad una valutazione condivisa della città. Questo periodo cioè è servito, per valutare e interpretare le differenti parti del territorio, i loro caratteri specifici, questo al fine di arrivare alla elaborazione del piano sulla base di atteggiamenti, metodi e strumenti coerenti con l’idea di uno sviluppo compatibile della città. L’iter per la formazione del nuovo Piano Regolatore Generale è iniziato, con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale, nella seduta del 10 febbraio 2005, del Documento Programmatico. Documento partecipato nella conferenza del 14 marzo 2005. Durante la Conferenza gli Uffici della Regione e della Provincia hanno evidenziato alcuni temi da approfondire nella elaborazione del piano L’attuale legislazione Umbra suddivide il piano regolatore generale in due strumenti ciascuno dotati di propri contenuti, efficacia e orizzonti temporali. Il PRG.S (piano regolatore generale strutturale), che in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi della programmazione regionale, della pianificazione territoriale della provincia e tenendo conto delle relazioni con gli altri comuni coinvolti, definisce le strategie per il governo del territorio. Ed il PRG.O (piano regolatore parte operativa), che in applicazione del PRG.S definisce e integra le sue previsioni. 1.1 CENNI STORICO URBANISTICI Il territorio del comune risulta abitato fin dall’epoca pre – romana. L’insediamento umano è documentato infatti fin da tempi antichissimi da ritrovamenti, effettuati casualmente già nel 1855, di una grande necropoli del IV secolo a. C. in località San Lorenzo, alla sinistra del fiume Tevere. La presenza dei romani nel territorio di Montecchio e testimoniata da numerosi reperti travati: a Copio, un capitello dorico, vasellame, oggetti metallici e tracce di quelle che dovevano essere delle “Terme”; a Montecchio, in località “il Piano”, alle falde del monte Croce di Serra, durante gli scavi di fondazione di un edificio di civile abitazione, vennero alla luce sette tombe romane; a Melezzole nel 1826 venne rinvenuta una lastra 4 di travertino recante iscrizione latina (catalogata Nem Cil XI, n. 4676) in cui si indica il carattere dell’insediamento e l’anno, 42 a. C., e numerosi altri reperti. La storia di Montecchio e del suo territorio, posto tra le città dominanti di Todi ed Orvieto, collocata in ottima posizione strategica, subirà per secoli l’influenza di Todi, protesa ad espandere i suoi territori verso Orvieto e ne seguirà da vicino le vicende. La potenza civile di Todi si consolida verso la fine dell’anno Mille. Nella sua espansione incontra notevole resistenza nelle potenti signorie locali, le quali, ben arroccate nei loro castelli fortificati gli tengono testa contrastandone l’avanzata. E’ questo il caso della potente famiglia dei Baschi, padrona incontrastata a quel tempo degli odierni territori costituiti dai comuni di Montecchio e Baschi. Il nucleo difensivo ed offensivo dei Baschi era costituito principalmente da due formidabili roccaforti: uno il castello di Baschi e l’altro nel castello di Carnano, un luogo naturalmente fortificato posto su uno scoglio che strapiomba per due lati su un profondo fosso e per gli altri due lati abbastanza isolati ed eretti per essere agevolmente difeso, restano ancor oggi imponenti tracce. Nel 1154 Federico Barbarossa discese in Italia nella guerra fra guelfi e ghibellini che vedeva, i primi lottare in favore del papa, ed i secondi a favore dell’imperatore. Todi e Foligno, alleati con Federico Barbarossa, scesero in campo contro Perugia, Orvieto, Spoleto, e Narni alleati con il Papa. Forte dell’appoggio dell’imperatore, Todi ghibellina, poté ampliare i suoi confini sottomettendo i vari castelli. Nel 1169, in Todi, la fazione guelfa s’era talmente rafforzata che venuta alle mani con la ghibellina, la cacciò da Todi esiliando numerose famiglie tra cui i Chiaravalle che trovarono rifugio nei loro possessi di Montucoli (Montecchio), costruendo qui il nucleo di quello che diventerà il castello di Montecchio e di cui ancor oggi se ne può ammirare la costruzione originaria. Uscendo da Montecchio percorriamo poche chilometri ed arriviamo al centro della frazione di Tenaglie posto di fronte a Montecchio, su un crinale, e da questo diviso dal citato scoglio di Carnano. Secondo lo storico G.B. Alvi, il nome di “Tenaglie” sarebbe derivato da “ Gens Tenilla”, quindi di origine romane. La visita al centro di Tenaglie può iniziare dalla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: 5 Superata la grande porta ad arco, dove simboleggia l’aquila tuderte, e i resti di quella che era la cinta muraria che cingeva il castello, troviamo subito sulla destra addossata a quelle che erano vecchie mura castellane la chiesa parrocchiale. Inizialmente la chiesa doveva essere molto piccola e scarna, ma varie opere di restauro l’hanno portata ad assumere l’aspetto decoroso che oggi ha. Sovrastante la chiesa parrocchiale troviamo il palazzo Ancajani, oggi di proprietà privata, che svetta su Tenaglie conferendo al paese una particolare immagine di nobile ed austera bellezza. Costruito ai primi del settecento da Filippo Ancajani, sergente dell’esercito pontificio, fu da questi costruito a sua dimora abituale. Da Tenaglie imbocchiamo la strada per Todi e, dopo circa venti chilometri arriviamo all’ultima frazione “ Melezzole”. Arroccata su una collina posta sulle pendici del Monte Croce di Serra, Melezzole sembra scaturire d’incanto dalla fittissima vegetazione, colpendo soprattutto il visitatore per il suo fascino secolare e per la tranquillità del luogo. Classico castello medioevale a pianta circolare, è impiantato su tre cerchi concentrici che hanno come fulcro la piazzetta centrale dove è ubicata la chiesa parrocchiale. Il topomino di Melezzole, secondo alcuni, deriverebbe dall’abbondanza di meli presenti nella zona; secondo altri, invece, da “gens Melatia”, un’antica famiglia romana. Certo è che i primi insediamenti umani risalgono a tempi molto remoti come testimoniato da reperti archeologici rinvenuti in zona. Il torrione, ancora esistente, presenta sull’esterno lo stemma di Todi: l’Aquila tuderte, collocata nel 1557 come imposto quell’anno, anche tutti gli altri castelli. Suprema la porta d’ingresso del torrione, in una grande nicchia posta al suo interno, sono ancora oggi visibili i tratti cinquecenteschi di una Madonna protettrice, sicuro rifacimento di un precedente affresco presumibilimete dipinto nei secoli precedenti. Il conseguente aumento demografico che si registrò nei secoli successivi provocò un ampliamento urbanistico. Dall’800 fino ai primissimi decenni del ‘900, il paesaggio appare sostanzialmente immutato: i centri più grandi Montecchio e Melezzole, sono ancora costituiti per la maggior parte, dal solo edificato medievale a cui si sono aggiunti pochi edifici a ridosso delle mura e lungo le principali vie di comunicazione. Anche la viabilità è ancora quella antica, strade vicinali, antichi percorsi, le stesse strade di collegamento fra i centri sono ancora quelle antiche. Al di fuori dei centri una grande quantità di poderi che iniziano però lentamente ad esser abbandonati a causa di una 6 forte ondata di emigrazione verso le città più grandi e vicine soprattutto Roma e Terni. I dati sulla popolazione confermano che nel 1951 la popolazione residente era di 3006 unità contro le 1808 del 1981. Una completa trasformazione del territorio si ha infatti subito dopo la guerra. Negli anni a cavallo fra il 1950 ed il 1960 i centri subiscono un primo, seppur limitato, incremento di edifici residenziali e scolastici. I nuovi edifici si attestano lungo le vie principali esterne e spesso tangenti al nucleo storico. Altro forte impulso costruttivo si registra nella seconda metà degli anni ’70 quando sia il capoluogo che le frazioni registrano un incremento di edifici residenziali attestati perlopiù ancora lungo le direttrici principali. Negli anni ’80 – ’90 si assiste infine ad un fenomeno localizzativo diverso: nel capoluogo si abbandona il modello insediativo concentrato lungo gli assi viari principali e si prediligono invece forme di espansione di impianto più ampio lungo vie secondarie a creare gruppi di edifici defilati dalla viabilità principale sebbene esclusivamente residenziali quindi monofunzione: è il caso del quartiere in località “Pranzuto” Infine la situazione insediativa oggi. Le nuove edificazioni sono realizzabili in misura molto limitata rispetto al passato, questo soprattutto per effetto di una serie di iniziative legislative di livello regionale che hanno cercato di evitare la cosiddetta “dispersione abitativa”, di fatto limitando la possibilità edificatoria ad alcune aree già urbanizzate perlopiù a ridosso o all’interno dei centri abitati. 1.2 LO STATO DI ATTUAZZIONE DEL PROGRAMMA DI FABBRICAZIONE Nel 1977 viene approvato il primo strumento urbanistico del comune di Montecchio: “il regolamento edilizio con annesso un P.d.F.”, attualmente vigente. Lo strumento è stato interessato da una serie di varianti, finalizzate a risolvere specifiche situazioni. Nel merito, nel 1987 è stata apportata una prima variante per l’adeguamento al Piano Urbanistico Territoriale. Altre 3 varianti sono state redatte ai sensi dell’art. 30 della L.R. n. 31/97, negli anni 2002, 2003, 2005. Lo sviluppo urbanistico degli ultimi anni è avvenuto nel rispetto delle previsioni di Piano, senza saturare completamente le aree fabbricabili. Le zone residenziali hanno trovato una difficile attuazione, infatti sono state completamente urbanizzate solo due, quella nel capoluogo in loc. “Pranzuto” e quella di “Pozzociulino”. 7 Oltre la zona artigianale, in località “Cagnano” attualmente in corso di realizzazione ad opera del consorzio Crescendo, nel P.d.F. è prevista un’altra area in località “Cordigliano” completamente da urbanizzare, e che il P.R.G. riconferma. Le aree destinate a servizio sono state parzialmente attuate. Attualmente nel programma di fabbricazione sono ricomprese una serie di previsioni ancora non attuate: Zone B per una superficie 129.978,21 mq e una volumetria 164.742,30 mc; Zone C una superficie 158.728,00 mq e una volumetria 131.423,50 mc. 1.3 LA COSTRUZIONE DEL PIANO Il progetto di piano, propone una ipotesi di organizzazione del territorio e della città. Dai suoi elaborati dovrebbero emergere nuovi comportamenti, nuove procedure, dovrebbe cioè uscire un nuovo approccio in grado di cogliere le differenze, di evidenziare le loro ragioni e se possibile di valorizzarle. Un piano, dopo aver indagato ed esplorato, disegna scenari. Il suo obiettivo deve essere in prima istanza quello di essere sistema di scelte coerenti, utile strumento di riferimento, sia per i cittadini che per gli amministratori. Ma predisporre un piano è anche il luogo dove disegnare una città possibile, dove equità e bellezza tornino ad essere concetti fondanti. Nel piano di Montecchio viene messa in evidenza la struttura del territorio, il carattere delle sue singole parti, i luoghi della trasformazione cercando non solo di risolvere i problemi ereditati ma di immaginare appunto nuovi scenari: quello di una città da abitare che funziona meglio e che meglio si espande, quella di una città verde che migliora la qualità degli spazi aperti, salvaguarda e valorizza il suo paesaggio. A tal proposito è bene ricordare alcuni assunti sul quale il piano si basa: le qualità ambientali ed il paesaggio, la loro salvaguardia, conservazione e riequilibrio vengono assunti come valori fondanti; il piano non prevede nuovi espansioni, ma conferma quelle attualmente previste nel PdF, in alcuni casi rilocalizzandole questo avendo verificato prima la loro concreta fattibilità; un diverso approccio nella realizzazione degli spazi pubblici; Quanto sopra perché un buon piano deve persuadere, deve cioè dimostrare la bontà delle sua scelte. 8 1.4 DISEGNARE SCENARI La costruzione di un piano è sempre un momento in cui una città ripensa al suo contesto materiale, economico, sociale e culturale. Alla città ed ai suoi abitanti un piano regolatore offre “scenari”, all’interno dei quali si dovrebbero riconoscere le proprie origini, la propria storia, la propria natura, le proprie aspirazioni, da confrontare con il suo modo di funzionare, con le proprie possibilità. Costruire un piano rappresenta sempre un esercizio di immaginazione, da rendere condivisibile e in grado di mostrare che le esplorazioni condotte permettano uno sviluppo sostenibile. Le analisi condotte, ci restituiscono un’immagine articolata e complessa del territorio di Montecchio, accanto alle nuove espansioni e alle aree produttive di recente formazione che in qualche maniera per certi aspetti la connotano come tipica della provincia italiana, permangono all’interno del territorio alcuni elementi di notevole interesse: la permanenza di un sistema di relazioni tra collina e pianura ancora molto forte e caratterizzata da una continuità ambientale; la presenza di una struttura policentrica formata da nuclei storici, con una forte presenza di monumenti eccellenti; la necropoli preromana, il castello di Tenaglie. Progettare Montecchio, ha significato quindi rispondere ad alcuni problemi che il piano ha dovuto affrontare, a fronte di una domanda di nuove aree fabbricabili che ancora perdura, si è cercato di proporre nuove forme d’uso degli spazi collettivi e degli spazi aperti. 1.5 GLI ABITANTI DI MONTECCHIO Quanto segue vuole essere una breve riflessione sulla popolazione e sulle abitazioni del comune di Montecchio. La popolazione negli ultimi 20 anni è pressoché stabile. Il comune di Montecchio, non diversamente dalla quasi totalità dei comuni della provincia di Terni e di tutta la Regione, ha registrato un costante calo della popolazione residente che è passata dalle 2.908 unità censite nel 1951 alle 1.747 del 2001 con un decremento del 39,92% rispetto al 1951; nell’ultimo biennio, 2002- 2003, secondo dati forniti dall’Ufficio Anagrafe del Comune, la popolazione si mantenuta statica e al 31.12.2003 erano registrate 1.749 unità. L’analisi dei saldi naturali risulta che fra gli anni compresi tra il 1990 e l’anno 2003 si hanno nascite per 191 unità e decessi per 392 unità, con saldo naturale assoluto di -201. 9 Sempre per lo stesso periodo si contano 607 immigrati, contro i 423 emigrati con saldo migratorio assoluto pari a 184 abitanti, il tutto può fornire delle spiegazioni di tale andamento. Infatti, il confronto è pressoché in pareggio. La struttura della popolazione per sesso nel 2001 si presenta sostanzialmente in linea con la struttura a livello regionale (dove i maschi rappresentano il 48,33% e le femmine il 51,67%). Il numero dei nati è pressoché costante, con punta massima di nati nel 1997. Contemporaneamente al calo dei nati si può osservare un invecchiamento della popolazione e un mantenimento costante del tasso di mortalità. Invecchiamento della popolazione che è una delle principali cause dei mutamenti in atto nella composizione della famiglia. La dimensione media dei nuclei familiari si sta abbassando, si è passati da 5 persone a 3 persone. Quanto sopra ha contribuito notevolmente ad aumentare il numero delle famiglie che nell’ultimo ventennio sono passate da 636 del 1983 a 712 nel 2003. Il fenomeno rientra nei canoni di normalità in virtù del formarsi di nuovi nuclei famigliari conseguenti all’uscita dei figli dal nucleo originario per matrimonio o per scelta di vivere da soli, ma anche per l’ingresso di nuovi nuclei di immigrati. . Le concessioni edilizie rilasciate per nuove costruzioni abitative sono state 116 nell’intero periodo con punte massime negli anni 1992 (21 concessioni), 1993(18 concessioni), 1994 (18 concessioni) e 2003 (12 concessioni) mentre negli altri anni del periodo considerato il numero di concessioni annuali è variato da 3 concessioni del 1995 a 9 concessioni del 2000. Per quanto attiene il recupero, si può notare che, sempre nell’ultimo decennio, sono stati recuperati circa 240 alloggi. L’attività di recupero è quindi leggermente più consistente, soprattutto per gli immobili localizzati nel centro storico del capoluogo, delle frazioni, infine per le case coloniche sparse nel territorio comunale. Dallo studio socio – economico, si è visto che nel capitolo dedicato alla popolazione che l’incremento demografico del comune è stato ipotizzato in 716 famiglie nel 2013 con un incremento rispetto al 2003 di 50 famiglie. Considerato che il numero medio di componenti la famiglia (2,49 nel 2001) assunto in 2,2 per il prossimo decennio (in virtù del continuo decremento registrato nel numero medio dei componenti nel triennio oggetto di studio – vedi tabella al paragrafo 7.2 del capitolo 2°) e l’affollamento medio delle abitazioni rilevato nel 2001 pari a 0,56 abitanti per stanza si ha: 50 x 2,2 : 0,56 = 196 vani 10 che, considerata l’ampiezza media delle abitazioni nel 2001, corrispondono a circa 45 nuove abitazioni. Si ritiene che questo sia il fabbisogno abitativo complessivo del comune per il prossimo decennio. 1.6 UNA STRATEGIA PER MONTECCHIO Dal piano viene fuori una proposta che vuole riconoscere i caratteri specifici delle diverse parti del territorio. Gli spazi interni alla città e quelli esterni debbano essere collegati, stabilendo una continuità tra i diversi sistemi. Il piano assume l’ipotesi che la progettazione urbanistica debba tornare a considerare fondativi gli elementi del paesaggio naturale e le relazioni che esistono, tra le sue trame e i tessuti degli insediamenti umani, cioè tra le frazioni, i nuclei e il territorio di cui fanno parte. Questa corrispondenza, di natura complessa e di qualità particolarmente alta, è la vera ricchezza di Montecchio ed è dal suo riconoscimento che si deve partire per progettare il futuro. Le norme tecniche di attuazione fissano alcuni comportamenti progettuali, in grado di indirizzare gli interventi verso una corretta integrazione nel contesto urbano e paesistico. Le analisi hanno evidenziato gli elementi che si ritengono significativi al fine del riconoscimento della struttura territoriale e di quella urbana. Elementi da tenere in considerazione soprattutto riguardo a cambiamenti che ne potrebbero modificare il ruolo nell’insieme rappresentato. Questo vale soprattutto per i caratteri dello spazio aperto che deve comunque essere considerato come il connettivo attraverso cui implementare la riconoscibilità sia delle relazioni tra le diverse parti edificate interne agli insediamenti che tra questi e il paesaggio “esterno”. In questo senso devono essere considerati soprattutto gli elementi di connessione sia puntuali che lineari. Il vecchio nucleo di Montecchio, insediamento che conserva caratteri architettonici e storici di pregio, posto in posizione paesaggistica con forte dominante territoriale nello scenario prospettico del paesaggio di area vasta. L’edilizia storica di differente impianto e tipologia costituisce un unicum estremamente interessante rispetto alla connotazione morfologica e territoriale del sito. L’edilizia di recente formazione, sia ad impianto di lottizzazione che con elementi puntiformi non contrasta, nel complesso, con le preesistenze storiche dell’edilizia di base e specialistica e il suo sviluppo, per lo più lineare, sul margine dei percorsi di accessi delinea una 11 modalità di sviluppo che può essere definita e rafforzata attraverso interventi di completamento degli spazi liberi interclusi, mantenendo o rafforzando, attraverso indici edilizi e parametri urbanistici, il ritmo pieno/vuoto delle visuali rispetto al paesaggio esterno. La definizione delle aree di nodi di connessione tra parti su diversi livelli è particolarmente interessante nell’area parcheggio ove si svolge il mercato e che apre la vista sul paesaggio di area vasta. Le nuove espansioni di completamento degli spazi interclusi devono rispettare ritmi e visuali interne ed esterne individuate, mentre le espansioni di nuovo impianto devono svolgere il ruolo di definire e/o completare il tessuto in via di formazione nelle zone con caratteristiche di espansione areale. Inoltre in queste aree si delineano necessità di regolarizzare gli allineamenti, controllare i volumi edilizi rispetto all’intorno, e definire lo spazio aperto sia privato che pubblico con equipaggiamento vegetale, per almeno una percentuale dell’area di margine per definire i margini ed i limiti dei nuovi ambiti a prevalente destinazione residenziale. L’insediamento di Melezzole, con un nucleo storico perfettamente leggibile nei suoi aspetti formali, architettonici e storico morfologici di impianto, che vanno salvaguardati nei loro contenuti storico artistici e nei loro rapporti con il paesaggio esterno. I soli interventi ammessi sono relativi a progetti di conservazione e valorizzazione del nucleo insediativo storico e agli ambiti a forte valenza paesaggistica. Infine l’insediamento di Tenaglie, piccolo nucleo storico perfettamente leggibile nella sua struttura di impianto e nei suoi caratteri edilizi. 1.7 I SISTEMI Il piano vuole costruire una città composta da un insieme di luoghi, di spazi e di edifici fortemente riconoscibili ed integrati tra loro. Gli obiettivi che il piano vuole perseguire possono essere così riassunti: tutela e valorizzazione delle risorse naturali e dei caratteri paesaggistici; valorizzazione degli aspetti socio economici locali, in quanto favoriscono il riconoscimento della identità locale; recupero e riqualificazione del sistema insediativi; valorizzazione dell’immateriale, quale elemento fondamentale per la salvaguardia del territorio e dei luoghi; riqualificazione dei servizi e delle funzioni. 12 1.7.1 IL SISTEMA AMBIENTALE Il piano riconosce i caratteri ambientali specifici delle diverse parti del territorio e vuole ristabilire la continuità tra gli spazi sia interni che esterni alla città. Nel piano, il paesaggio è considerato come una risorsa da tutelare e gestire in modo oculato. Al sistema ambientale appartengono anche gli spazi interni alla città. Questi spazi sono costituiti da aree libere o da trasformare, da attrezzare per il gioco e lo sport, percorsi alberati elementi lineari della vegetazione. Quanto sopra perché il verde urbano oltre che avere un’importanza fondamentale nel disegno della città, oltre cioè alla sua funzione estetica, possiede altre importati funzioni, innesca moti termoconvettori dell’area, assorbe sostanze inquinanti, è rifugio per la fauna minore. 1.7.2 IL SISTEMA DELLA RESIDENZA Il sistema della residenza, come insieme dei luoghi dell’abitare, è composto dal tessuto urbano e da tutti i manufatti edilizi, compresi gli edifici specialistici, e gli spazi funzionali con essi interagenti. Il piano per il sistema insediativo si pone i seguenti obiettivi: conservazione e recupero del patrimonio edilizio storico; riqualificazione e riconfigurazione del tessuto edilizio di recente formazione attraverso la dotazione di servizi per la residenza o il ridisegno dello spazio urbano; riconversione di parti del tessuto incompatibili con la residenza; riqualificazione del tessuto e degli ambiti urbani anche attraverso micro interventi (piazze pedonali, are di sosta, ecc) tesi a migliorare la vita dei cittadini. Il sistema della residenza, garantisce la vicinanza o la diretta connessione coi servizi, l’immediata relazione con i luoghi per il tempo libero e lo sport. Il piano riconferma le aree destinate a nuova espansione già previste nel P.d.F, si ribadisce che il PRG è ad incremento zero, sono di fatto state individuate delle nuove aree di espansione, delocalizzando aree già previste nel vigente P.d.F.nel merito: - stralciando una zona C attualmente localizzata in località “Cerqueto”per 7.000 mq, localizzandola in località “San Martino” per una superficie di 6.400 mq; - Localizza una nuova zona C in località Pranzuto per una superficie di 10.100 mq; 13 - stralciando una zona C attualmente localizzata nella frazione di Melezzole, località “Le Streppeta”per 64.800 mq, localizzandola in località “La Torre”per una superficie di 32.000 mq; - elimina una zona C attualmente localizzata nella frazione di Melezzole, località “Le Ginestrelle”per 12.400 mq; - elimina una zona C attualmente localizzata nella frazione di Melezzole, via “S.P. Avigliano - Melezzole”per 5.808,00 mq; - elimina una zona C attualmente localizzata nella frazione di Melezzole, via “S.P. Avigliano - Melezzole” per 4.400,00 mq; Pertanto come si rileva dai Conteggi Urbanistici,di seguito riportati, si evince che la superficie prevista dal vigente P.d.F. prevista era di 92.808,00 mq, contro una nuova superficie da urbanizzare pari a 48.400,00 mq. Nelle zone appartenenti al sistema della residenza il PRG.O dovrà incentivare il ricorso a tecniche di bio – architettura e si dovrà fare ricorso a tecniche ed a materiali a basso impatto ambientale. Nel sistema della residenza, la struttura del verde, gli spazi collettivi e i progetti di architettura dovranno lavorare insieme per definire sempre con maggior cura i bordi di ciascuna parte ed i limiti della città. Tabella di riepilogo delle zone residenziali C di espansione oggetto di stralcio e di nuova localizzazione: Previsione di P.d.f. Località Superficie i.f. Previsione di P.R.G. Cubatura Località Superficie i.f. mq/mc Cubatura 7.000,00 Cerretino 6.800,00 1.0 6.800,00 mq/mc Cunicchi 7.000,00 1.0 mq Melezzole 5.808,00 P.C. mq Melezzole 12.400,00 mc 1.5 4.400,00 1.0 TOT. 63.200,00 12.400,00 10.100,00 mc 1.5 15.150,00 mq mc Stralciata // // // Stralciata // // // Valle Cerreto 31.600,00 0.50 15.800,00 mc 1.0 mq Valle Cerreto Pranzuto mc mq Melezzole 8.712,00 mq 4.400,00 mc 0.25 15.800,00 mq mc 92.808,00 48.312,00 mq mc TOT. mq mc 48.500,00 37.750,00 mq mc In riepilogo come si evince dalla tabella si ha una diminuzione delle superfici e delle cubature delle zone C del territorio comunale. 14 1.7.3 IL SISTEMA DELLA PRODUZIONE La conformazione del territorio, come noto per nulla pianeggiante, ha comunque consentito nel corso degli anni la relizzazione di alcune aree produttive (artigianali ed industriali e commerciali) presenti nel P.d.F.; le suddette aree già completamente urbanizzate sono: L’area in loc. S.Martino nei pressi di Montecchio capoluogo; L’area posta in prossimità di Melezzole (fraz. di Montecchio). L’area individuata in loc. S.Pietro. Per quanto riguarda la zona in corso di realizzazione è: L’area in loc. Cagnano. Le rimanenti zone da realizzare sono: L’area in loc. Cordigliano. L’area lungo la strada Provinciale n.34 Montecchio - Todi vicino al centro abitato Il nuovo strumento urbanistico individua solamente una nuova area produttiva situata in loc. S. Martino All’attività produttiva è destinata una discreta parte del territorio. Collocate prevalentemente fuori dai centri abitati lungo la Strada Provinciale , con il nuovo piano si vuole innescare un loro sviluppo e una loro riqualificazione. Nel sistema produttivo è garantita una sufficiente permeabilità. Il piano prevede una nuova area produttiva, localizzate nel capoluogo, parzialmente edificata, è stato edificato un opificio in zona agricola in base alla L.R. 53/74. 1.7.4 IL SISTEMA DELLA MOBILITA’ Il piano si pone come obiettivo il miglioramento del sistema della mobilità dell’intero territorio comunale attraverso il potenziamento, la razionalizzazione e la differenziazione gerarchica della rete viaria esistente assumendo come atteggiamento fondamentale la separazione dei flussi di traffico a scala sovracomunale, locale e urbana. Le proposte del piano regolatore per la mobilità riguardano: Completamento di una strada di collegamento tra via della Selciata e loc. “La Conserva” Allargamento della strada comunale Montecchio – Tenaglie, del Cimitero di Montecchio. 15 Individuazione di nuove aree destinate a parcheggio di cui tre localizzate nel capoluogo, una nella frazione di Melezzole, una in località Carnano ed infine l’ultima individuata in località Pranzuto. Le NTA.S per le nuove strade e per i nuovi parcheggi, prevedono un’adeguata permeabilità e un’adeguata dotazione di verde. Le due principali vie sono la SS n.205 (Amerina) che è la principale arteria di connessione tra Orvieto-Amelia –Terni; l’altra di non minore importanza è la SP n.92, la Montecchio – Todi. Un'altra strada è la SP n.37 la Montecastrilli – Avigliano che attraversa i piedi del borgo della Fraz. di Melezzole. La SP 92 di posizione baricentrica rispetto ai confini comunali 2.1 STATO DI ATTUAZIONE DEL PIANO VIGENTE 2.1.1. GENERALITA’ Lo sviluppo urbanistico degli ultimi anni è avvenuto nel pieno rispetto delle previsioni di Piano, senza saturare completamente le aree fabbricabili. Per le zone residenziali hanno trovato facile attuazione le aree per edilizia di carattere estensivo, poste in collina, hanno trovato invece difficoltà di attuazione le zone Peep. Per le zone produttive si è intervenuto all’interno delle aree già urbanizzate e la creazione di alcune nuove aree. Per i servizi è stata avviata l’attuazione del nuovo centro sportivo, è stato realizzato il centro informazioni in prossimità 2.1.2. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER INSEDIAMENTI RESIDENZIALI Nella tavola 10, in scala 1:10.000, sono evidenziate le aree libere e quelle parzialmente edificate con le relative disponibilità volumetriche. 2.1.3. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER INSEDIAMENTI PRODUTTIVI L’edilizia relativa alle attività produttive ha portato la saturazione dell’area esistente nel P.d.f. di S.Martino portando la creazione di nuove aree, come quella più importante in loc. Cagnano, due zone in loc. S.Martino ed una in località Cunicchi. 16 2.1.4. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER INSEDIAMENTI TURISTICORICETTIVI Nella Tavola 10 è riportata la nuova zona suddetta, prevista dal nuovo PRG.S in loc. Torre nella frazione di Melezzole. 2.1.5. POTENZIALITA’ DELLE AREE PER SERVIZI Nella tavola 10, in scala 1:10.000, sono evidenziati i servizi principali e le aree ancora disponibili per gli stessi e per i nuovi. 2.6 INFRASTRUTTURE E SERVIZI La funzione di polo (per i Comuni limitrofi) relativamente alle attività produttive ed al commercio, ha facilitato la localizzazione nel Comune di Montecchio di infrastrutture e di servizi di interesse intercomunale. Nella tavola 5, in scala 1:10000, sono evidenziate: -le infrastrutture: quelle relative alla mobilità Nella tavola 10 in scala 1:10.000, sono evidenziate: -i servizi: distinti tra quelli di interesse territoriale e quelli di interesse locale. 2.2 STUDIO GEOLOGICO-AMBIENTALE La sintesi dello studio Geologico-Ambientale è l’elaborazione di una carta della “Idoneità geologico-ambientale” alla destinazione urbanistica. Tale carta esprime l’attitudine delle diverse zone del territorio comunale in termini di idoneità alla destinazione d’uso. La classificazione di idoneità alla destinazione d’uso del P.R.G. si fonda sulla Carta di Vulnerabilità delle Componenti Geologico-Ambientali e quindi fa riferimento alle possibili problematiche di stabilità dei versanti ed ai possibili rischi di inquinamento delle acque sotterranee ed inoltre tiene conto dei vincoli sovrimposti di carattere geologico-ambientale. Il territorio comunale è stato pertanto differenziato nelle seguenti categorie di attitudine alla destinazione urbanistica (edificabilità): -zona non edificabile – zona ad edificabilità condizionata – zona edificabile – 17 3 OBIETTIVI 3.1 OBIETTIVI GENERALI Tra gli obiettivi dello sviluppo, verranno privilegiati: -tutela della risorsa d’acqua (falde, sorgenti, corsi d’acqua); -prevenzione dei fenomeni di erosione e dissesto; -tutela delle aree agricole pregiate; -tutela delle singolarità geologiche; -sviluppo controllato delle nuove urbanizzazioni. In tema di nuove urbanizzazioni, fondamentale è trovare una soluzione ai problemi relativi alla viabilità (carrabile e pedonale), ai parcheggi ed al sistema del verde. In particolare per quest’ultimo, fissare le direttive al fine di ottenere spazi adeguati agli scopi per i quali sono stati previsti: relax, hobby, sport, arredo urbano, riparo dal sole, qualità dell’aria, etc. Non meno importante appare l’immagine dello spazio urbano, spesso caratterizzato da una aggregazione edilizia di scarso significato, con spazi pubblici indefiniti e con edifici privati posti al massimo sfruttamento degli indici. In tema di riqualificazione urbana si colloca la questione delle abitazioni. Il confronto tra il patrimonio abitativo ed il numero dei residenti, evidenzierebbe una domanda soddisfatta. La realtà, come ben si conosce, è che detto patrimonio non sempre è utilizzato in modo compatibile con i reali bisogni. Pur avendo una popolazione in lieve calo il Comune ha continuato a registrare, negli ultimi dieci anni, un continuo incremento dei nuclei familiari, tanto che il numero medio dei componenti è sceso sotto le tre unità ed il fenomeno è in continua progressione. Insieme a questa realtà c’è quella di una domanda rivolta prevalentemente ad una edilizia residenziale di qualità, possibilmente con alloggio indipendente. Non a caso le lottizzazioni che hanno facile attuazione sono quelle che prevedono edifici mono o bifamiliari, singole od a schiera, e che sono poste in posizione collinare. Hanno avuto problemi di attuazione, invece, le lottizzazioni a carattere più intensivo e le zone Peep. 3.2 OBIETTIVI PARTICOLARI Sulla base di quanto sopra e non dovendo intervenire sull’assetto generale del territorio, il Nuovo Piano Regolatore Generale mira soprattutto: -a mettere in sintonia il Piano Comunale con Piani e le leggi sovraordinati; 18 -a salvaguardare e valorizzare le risorse storiche e naturalistico-ambientali; -ad ottimizzare la localizzazione e la perimetrazione delle aree per servizi; -a risolvere, o comunque attenuare, i problemi relativi alla mobilità (viabilità e parcheggi); -a riqualificare il tessuto-edilizio esistente; -a soddisfare, almeno in parte, le istanze dei cittadini. Tali obiettivi saranno attuati mediante: -l’istituzione di nuovi vincoli; -la ridefinizione di alcuni tratti di viabilità; -la riperimetrazione di spazi pubblici; -la suddivisione del territorio in zone con previsioni di modesti incrementi; -la riformulazione delle Norme Tecniche di Attuazione. 4 PROGETTO 4.1 GENERALITA’ Le previsioni del nuovo Piano Regolatore Generale-Parte Strutturale, scaturite dalle considerazioni di cui ai capitoli precedenti, ed in sintonia con la programmazione sovraordinata, sono contenute nelle tavole di progetto: “Ambiti Territoriali Urbani”, “Vincoli” e nelle Norme Tecniche di Attuazione. 4.2 AMBITI TERRITORIALI 4.2.1. PREMESSA In conformità all’art. 2 della Legge Regionale 31/97, il territorio comunale è stato contraddistinto dalla individuazione fondiaria di zone. Le zone sono raggruppate in categorie omogenee, che a loro volta appartengono a classificazioni sovraordinate, fino a suddividere il territorio comunale in ambiti urbani e rurali. 4.2.2. “ZONE A-B-C” INSEDIAMENTI RESIDENZIALI Sono così classificati quegli insediamenti prevalentemente residenziali, ma che, oltre alla residenza, possono comprendere altre destinazioni secondarie e compatibili rispetto alla stessa. Le zone sono di due tipi: Zone A Centro Storico e zone B di Completamento. 19 Sono anche previste nuove zone C di espansione. Le zone A già esistenti nel vecchio P.D.F. sono il centro storico di Montecchio Tenaglie e di Melezzole, invece, il nuovo PRG.S individua un nuovo nucleo storico quello di Carnano. Per quanto riguarda le zone B, molte zone sono state stralciate per il problema della microzonizzazione sismica e quindi spostate in zone molto più omogenee per la possibilità di nuove urbanizzazioni. Invece per le zone C di espansione c’è stata una compensazione con alcune zone tolte, perché mai edificate da decenni, e portate in località dove l’edificato in lottizzazioni sembra avere ottimi riscontri. Il P.R.G. prevede il cambio di destinazione urbanistica della zona di Carnano; attualmente l’area è destinata a servizi F3 (zone a parco archeologico). La nuova destinazione di uso è zona A (centro storico). Il tema della valorizzazione dei siti archeologici in Italia è ampiamente dibattuto. E’ ormai noto il contributo importante che una accorta valorizzazione del patrimonio culturale può arrecare allo sviluppo economico e sociale, oltretutto creando posti di lavoro qualificati e innescando lo sviluppo di filiere economiche, sia direttamente connesse alla valorizzazione del patrimonio (studi e ricerche, progettazione e assistenza tecnica, protezione, conservazione e restauro, editoria e comunicazione specializzata, servizi culturali, ecc.), sia ad essa collegate (turismo, trasporti, agro-alimentare, artigianato, commercio, edilizia e infrastrutture, ecc.). Ora, se si considera che l’area in questione non è vincolata ai sensi del Decreto Legislativo 22/01/2004. L’area è ricompressa nella Unità di paesaggio: Area Pedemontana di Montecchio, codice: 3PDm, subunità 3Cd12: Tenaglie, Fosso San Lorenzo. Essa inoltre non risulta vincolata ai sensi del Decreto Legislativo 22/01/2004. Premesso che, ai sensi della l’art. 15, comma 6 della Legge regionale n. 27 del 24-032000, recante il “Piano Urbanistico Territoriale” nelle aree boscate sono consentiti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, dal punto di vista paesaggistico e ambientale l'indirizzo di piano è quello del totale mantenimento dell’esistente tessuto boschivo, al fine di conservare intatta l’immagine consolidata nel contesto paesaggistico di riferimento. Richiamando quindi la “ZONA A” ai sensi del Decreto n. 1444/68, ovvero “parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico-artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di esse, comprese le aree circostanti, che 20 possono considerarsi parte integrante per tali caratteristiche degli agglomerati stessi” per la porzione di lotto in questione, si richiama la necessità intrinseca della sua più ampia, puntuale e normativamente circostanziata valorizzazione e di tutela. 4.2.3. “ZONE D” INSEDIAMENTI PRODUTTIVI In merito alle aree C.A.I. (commerciali, artigianali, industriali) sono state confermate le poche esistenti e ne sono state create delle altre. 4.2.4. SERVIZI 4.2.4.1. ATTREZZATURE SCOLASTICHE Per quanto riguarda queste zone non sono state apportate modifiche. 4.2.4.2. IMPIANTI SPORTIVI Anche per queste zone non vi sono modifiche rilevanti. 4.2.4.3. PROTEZIONE CIVILE La zona classificata come Protezione Civile corrisponde a quella posta nell’ambito urbano della frazione di Tenaglie e nel capoluogo di Montecchio. 4.2.4.4. CIMITERI Le zone individuate corrispondono agli attuali cimiteri di Montecchio Tenaglie e Melezzole, l’ampliamento è previsto per il cimitero di Montecchio. 4.2.4.5. ZONA ARCHEOLOGICA DEL VALLONE SAN LORENZO I territori comunali di Montecchio e Baschi, che nell’ottica dello studio territoriale in epoca antica costituiscono una realtà sostanzialmente unitaria, sono ricchi di una serie di testimonianze che nell’età preromana giungono fino ad oggi, praticamente senza soluzione di continuità. Essi sorgono in una cornice ambientale di grande pregio, posti come sono lungo una serie di rilievi collinari che a tratti si aprono in profonde forre e in scoscesi dirupi; lungo uno di questi, formato dal torrente San Lorenzo, sono le tombe di una ricca ed articolata necropoli, appartenenti ad un ancora sconosciuto centro abitato delle popolazioni umbre che occupavano il luogo. L’area in cui si aprono le tombe della necropoli lungo il Vallone è raggiungibile con una certa difficoltà, trovandosi sul fondo di un profondo intaglio naturale; la suggestione del luogo, e assieme ad essa la ricchezza del patrimonio naturalistico hanno spinto a 21 ricercare il modo per una destinazione pubblica e per l’accrescimento delle sue possibilità di fruizione. Nel corso degli ultimi due anni, grazie ad un accordo di programma fra la Regione dell’Umbria (Assessorato all’Ambiente) e la Sopraintendenza per i Beni Archeologici è stato disposto un finanziamento a favore dell’Ente Parco Tevere, con il quale sono stati realizzati sistemi di protezione per una parte della necropoli, attraverso tettoie che rendessero sicure le strutture funerarie dagli agenti atmosferici e consentissero una più agevole visita da parte del pubblico. In tal modo i beni archeologici sono correttamente inseriti nella cornice ambientale ancora integra nella quale furono posti dagli antichi abitatori; in anni precedenti erano stati predisposti sentieri di accesso a percorso interno, per consentire ai visitatori di percorrere le strade, soffermarsi negli spazi aperti, individuare le varie specie naturali che – presumibilmente allora come ora – circondavano la città dei morti, che poteva non distare molto dal centro abitato. Purtroppo una serie di avversi eventi naturali hanno reso impraticabili tali sentieri. Appare pertanto indispensabile da un lato ottenere il completamento dei sistemi di protezione delle tombe, con la costruzione di altre serie di coperture, realizzate con criterio identico a quelle già fatte; dall’altro provvedere al miglioramento degli accessi alla necropoli, con l’allargamento della strada di collegamento con il centro abitato, prevedere l’ampliamento della piccola area di sosta, che dovrà essere dotata di strutture (adeguatamente inserite nella cornice ambientale) a disposizione del pubblico (gabinetti, tavoli, panche, piccoli luoghi di riparo e sosta). Sarà infine necessario ripristinare i percorsi di visita interni, danneggiati dagli eventi atmosferici e dotarli di supporti didattici e didascalici adeguati; si potrà inoltre collegare la necropoli con il Centro Visita di Tenaglie, in cui sono raccolti ed esposti alcuni materiali archeologici rinvenuti nel corso degli scavi della necropoli. 4.2.5 SISTEMI INFRASTRUTTURALI Le zone suddette riguardano le Strade e individuano le parti di territorio destinate alla viabilità principale: viabilità regionale, provinciale e comunale. La viabilità interna è classificata all’interno delle singole zone di appartenenza. In tema di viabilità, già nella Parte Strutturale del Piano, sono state effettuate previsioni in risposta alle carenze evidenziate in sede di analisi. In linea generale si è data la preferenza all’adeguamento dei tracciati esistenti, senza l’individuazione di nuove strade. 22 4.2.6. AMBITI RURALI Comprendono le parti di territorio non comprese nelle aree urbane e nel sistema infrastrutturale e sono classificate come segue: -Corsi d’acqua -Boschi -Aree agricole I corsi d’acqua rappresentano le aree occupate dagli alvei, dagli argini e dalle zone golenali dei fiumi, dei torrenti e dei fossi. I boschi sono rappresentati dalle parti di territorio coperte da vegetazione arbustiva ed arborea di estensione superiore a 2.000 mq, così come definiti dall’art. 2 del D. L.vo n. 227 del 18.05.2001. Le aree agricole sono quelle destinate all’esercizio delle attività dirette alla coltivazione, all’allevamento del bestiame ed alle attività con esse connesse, escluse quelle di carattere industriale o commerciale. Il P.R.G.-Parte Strutturale definisce le aree agricole in termini cartografici e normativi classificandole nelle seguenti zone: -zone agricole ad elevata produttività -zone agricole con prevalente funzione di conservazione del territorio e del paesaggio agrario -zone agricole marginali Considerata la particolare valenza del territorio agricolo ed i vincoli imposti, tutte le zone, per quanto riguarda eventuali nuove costruzioni residenziali, sono caratterizzate da indice di fabbricabilità massimo di 5 mc/ha e da altezza massima pari a 6,50 mt. Rientrano nella classificazione di zone agricole anche gli Orti Urbani che, per la loro particolare collocazione all’interno degli ambiti urbani, sono definiti nella Parte Operativa. 4.3 VINCOLI Nella tavola “Vincoli” è riportato il quadro completo dei vincoli sovraordinati e di quelli istituiti con il P.R.G. In particolare sono rappresentate: -le zone di rispetto cimiteriale; -le zone di rispetto dei pozzi; -le zone di rispetto dei depuratori; -il vincolo paesaggistico (art. 136 del D.Lgs. n°42 del 22 gennaio 2004); 23 -il vincolo idrogeologico; -il vincolo degli usi civici; 4.4 VERIFICHE QUANTITATIVE 4.4.1. INSEDIAMENTI RESIDENZIALI 4.4.1.1. PREMESSA In merito a nuove espansioni residenziali il P.U.T. fissa il limite massimo del 10% delle attuali previsioni edificatorie. In base alla normativa del P.T.C.P., è possibile individuare nuove aree, oltre quelle già previste, fino a concorrere ad un aumento del 5% della popolazione residente e comunque gli incrementi dovranno essere contenuti entro i limiti fissati nella U.D.P. per percentuali superiori al 5% è necessario effettuare la verifica delle reti infrastrutturali esistenti. Ai fini della determinazione del numero degli abitanti si fissa uno standard procapite di 160 mc/abitante, come da successiva dimostrazione (art. 60 della legge regionale 27/2000). 4.4.2. INSEDIAMENTI PRODUTTIVI Per quanto riguarda le destinazioni commerciali-artigianali-industriali, le previsioni del piano vigente sono della perimetrazione di nuove aree di piccole porzioni per soddisfare il bisogno comunale. Per quanto riguarda gli insediamenti turistici, viene fatta la nuova individuazione di una zona “turistico-ricettiva” nella fraz. di Melezzole. 4.5 RIFERIMENTO A INDIRIZZI E PRESCRIZIONI SOVRAORDINATE 4.5.1. PREMESSA Il nuovo Piano Regolatore Generale è stato elaborato in conformità alle norme e direttive regionali e provinciali, in particolare alla Legge Regionale 31/97, al P.U.T. ed al P.T.C.P. della provincia di Terni. 4.5.2. LEGGE REGIONALE 31/97 Con riferimento alla Legge Regionale n. 31 del 21.10.1997, il P.R.G. Strutturale: -Individua le aree per gli insediamenti residenziali, le attività turistiche, produttive, agricole, la rete infrastrutturale ed i servizi, mediante zone, definite in termini fondiari, con una o più destinazioni compatibili. 24 -Per ogni zona delimita, norma gli interventi di conservazione o di trasformazione. -Per ogni zona fissa i parametri urbanistici. -Delimita e disciplina i centri storici. -Determina i parametri ecologici. -Individua gli ambiti dove è consentito l’intervento edilizio diretto. -Verifica la compatibilità igienico-sanitaria. -Fissa gli indirizzi per la Parte Operativa. 4.5.3. PIANO URBANISTICO TERRITORIALE In riferimento al P.U.T., approvato con Legge Regionale n.27 del 24.03.2000, il P.R.G. Parte Strutturale: -Definisce le aree di interesse faunistico. -Definisce in termini fondiari le aree di particolare interesse naturalistico o ambientale. -Perimetra le aree boscate. -Delimita in termini fondiari le singolarità geologiche. -Delimita le Aree di particolare interesse agricolo. -Individua gli allevamenti zootecnici e le aree fertirrigue autorizzate. -Disciplina lo spazio rurale. -Prevede incrementi, relativi alla residenza inferiori al 10% delle attuali previsioni edificatorie. -Individua e disciplina le Macroaree. -Disciplina gli insediamenti industriali e artigianali. -Definisce la rete stradale di interesse comunale. -Recepisce la rete delle infrastrutture. -Recepisce in termini fondiari le parti di territorio esposte a pericolo geologico ed idrogeologico. -Specifica l’organizzazione della protezione civile. -Effettua la microzonizzazione sismica ai fini della zonizzazione urbanistica. -Dimensiona le attrezzature di interesse comunale o sovraccomunale nelle zone F. -Dimensiona le aree per standard per insediamenti residenziali. 4.5.4. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il P.T.C.P., che costituisce strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione comunale ed ha valore di piano paesistico, tende a mettere in sintonia le esigenze di 25 trasformazione del territorio con le condizioni ambientali, tramite norme contenenti vincoli, ma anche e soprattutto con modalità e tipologie di interventi. In particolare il P.R.G.-Parte Strutturale: -Nelle nuove urbanizzazioni si fa riferimento alla capacità portante ed agli indici di ecologia del paesaggio per ogni Unità di Paesaggio. -Per quanto riguarda le nuove aree di espansione residenziale, l’incremento di popolazione è inferiore al 5%. -Non prevede incrementi per insediamenti produttivi. -Per le aree agricole fissa come densità massima per la residenza: 5 mc/ha. -Definisce l’organizzazione della Protezione Civile. -Non individua aree per attività estrattiva. -Individua le emergenze di tipo puntuale.-Completa l’individuazione di vedute e coni di visuale. 26