Aquariophylia n. 2 anno 2012

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Aquariophylia n. 2 anno 2012
Inserto stampabile: un libro sui discus!
Lectio Magistralis: allevare gamberi
Pesci rossi: continuano le esperienze formative
Chromis chromis
L’acquario in sette domande: il filtro
Incubatori orali: Betta simplex
La raccolta di conchiglie
Stimoli di viaggio,
Naso unicornis
Xenopus laevis
Muschi & Caridine
Le rubriche del mese
LA RIVISTA È CLICCABILE
La rivista che avete tra le mani ha vantaggi (tanti) e svantaggi (pochi) rispetto alla tradizionale carta stampata. Il
principale svantaggio è che essa è
diversa dalle tradizionali pubblicazioni
e questo, nei primi tempi, potrebbe
disorientarvi. Tra i vantaggi principali
invece c’è che è viva e interattiva. In
ogni pagina troverete dei link e molti di
questi sono già caricati in modo da
condurvi su altre piattaforme di approfondimento. Il tutto è assolutamente
gratuito e serve unicamente ad accrescere la diffusione degli acquari nel
nostro paese. Quindi cliccate pure e
divertitevi a creare la rivista su misura
per i vostri gusti. Potrete ad esempio
cliccare sui link delle pagine “questo
mese parliamo di…” per una navigazione monotematica su temi centrali
tecnologici e di attualità. O potrete,
volendo, cliccare sulle pagine delle
associazioni acquariofile ed ecologiste
per avvicinare le attività di particolare
interesse, oppure sulle pagine pubblicitarie per incontrare i produttori e
scoprire cosa bolle in pentola nel mercato specializzato. Potrete infine cliccare sui link che trovate in altri articoli
e ricevere eccellenti suggerimenti
sugli argomenti più vari. Insomma, la
rivista è fatta per essere fruita a vari
livelli e noi vi consigliamo di esplorarli
tutti, per ottenere il massimo. Ma se
semplicemente volete sfogliarla e non
avete ancora acquistato un tablet,
ricordate che essa è anche stampabile, in proprio o presso un centro ufficio.
Chiunque lo desideri, potrà dunque
farne una pubblicazione cartacea di
tipo tradizionale. Anche questo è unicamente sotto il vostro controllo!
AQUARIOPHYLIA
European Aquarium Hobbyist Magazine
www.aquariophylia.it
Mensile di informazione per acquariofili e negozianti
Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011
Anno II numero 3 - marzo 2012
Edito da Papyrus Publishing
COMITATO DI REDAZIONE
Valerio Zupo (Direttore Responsabile)
Alessandro Palomba (Struttura web)
Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione)
Rita Colognola (Segreteria di Redazione)
Ettore Peyrot (Web Marketing)
Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale)
Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia)
Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione)
Massimo Pagni (Revisione testi)
CONSIGLIO SCIENTIFICO
Rita Colognola, Francesco Denitto, Luciano Di Tizio, Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Valerio Zupo
RESPONSABILI DI SEZIONE
Tony Di Meglio (Mini-acquari)
Luciano Di Tizio (Acqua dolce)
Gennaro Iovino (Discus)
Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti)
Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari)
Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni)
Antonio Piccolo (Come si fa)
Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo)
Roberto Silverii (Anabantidi)
Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio)
HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO
Carassio aurato
Rita Colognola
Francesco De Rosa
Tony Di Meglio
Federica Ferrigno
Livia Giovannoli
Mario Loffredo
Lorenzo Luchetta
Febo Lumare
Maria Pia Moschini
Cristiano Papeschi
Maurizio Quarta
Mario Rotondi
Fabio Russo
Linda Sartini
Franco Savastano
Roberto Silverii
Luigi Storoni
Valerio Zupo
Pubblicità e Redazione: Papyrus - Sir Winston Churchilllaan 733
NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands - Tel. 0031-(0)70-3930964
e-mail: [email protected]
Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese:
http://www.aquariophylia.it
Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono
necessariamente l’opinione della redazione.
È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati
in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.
Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente:
Nome dell’autore e titolo dell’articolo In:
aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)
AQUARIOPHYLIA
EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE
Anno II - n° 3 marzo 2012
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EDITORIALE
Questo numero in breve
Lettere in redazione
Lectio magistralis: La gambericoltura. Parte prima. Di Febo Lumare
Aquariophylia photo contest
Benvenuto pesce rosso. Parte seconda. Di Maurizio Quarta
La scheda del mese: Chromis chromis di Fabio Russo e Francesco De Rosa
Intravisione per i Pesci Poeta: poesia di Maria Pia Moschini
Betta simplex l’affascinante incubatore orale di Roberto Silverii
Micro-acquari. A volte ritornano: riallestiamo l’acquario marmellata di T. di Meglio e V. Zupo
Link: Artemia salina a cura di Mario Loffredo
La rubrica del Carassio
Muschi e Caridina: questo matrimonio s’ha da fare. Parte seconda. Di Livia Giovannoli
La rubrica dei lettori
Dalle associazioni
L’acquario in sette domande: Il filtro di Federica Ferrigno
Conchiglie da collezione: i Conidi di Lorenzo Luchetta
Test & Recensioni:
110 CIA Acquavitro
112 Wave glax stone
114 Mikronekuton Natural Deep Sea Mineral
116 Tropic Marin Pro-coral cure
118 Sicce Shark ADV di Mario Rotondi
120 Thrive Aquatics Frag Tree 360
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Inserto: Diskusfische di Stendker Diskuszucht. Prima parte. Traduzione dal tedesco di R. Colognola
Oltre il vetro: una veranda di Luigi Storoni
Stimoli di viaggio: Nasus unicornis di Franco Savastano
Non solo acquari. Xenopus laevis: un simpaticissimo rospo acquatico di C. Papeschi e L. Sartini
Nel prossimo numero
I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE
Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre
più efficiente e produttiva.
Vi presentiamo dunque la squadra!
VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha
ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative
internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la
fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli
acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle
malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce.
ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di
acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med”
che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di
dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati
l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003
scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella
stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel
2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il
recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e
www.aquariophylia.it.
FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge
attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze
Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e
professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli
organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi
i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le
più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito
dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice
di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È
stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.
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TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha
allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è
dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in
poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di
Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti.
LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa
di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al
dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese,
della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la
Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili
ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una
dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore
responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con
propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni.
GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da
15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di
Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha
contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un
grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni
della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati
di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati
internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei.
MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi
abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per
alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo
vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee.
LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico
appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati
ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha
scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore
di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie.
MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983,
da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni
marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.
ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono:
le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose
mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso
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l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista
americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente
nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie.
STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine
ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM
(Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente.
L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di
appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti.
FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da
molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività
Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato
nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per
importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su
testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive
al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film.
ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a
Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione
all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È
co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens.
FEDERICA FERRIGNO (Autore) è nata a Napoli il 30/06/1988. Nel 2010 si è laureata con
lode in Biologia delle Produzioni Marine, con tesi sulle patologie dei Gorgonacei. Da sempre
ha nutrito una forte passione per il mondo animale e per il mare, avvicinandosi in tal modo
all’acquariologia e al diving, nonché alla fotografia subacquea. Ha partecipato a diversi progetti di salvaguardia e monitoraggio di tartarughe marine e soccorso di cetacei spiaggiati.
LUIGI STORONI (Autore) l’architetto Luigi Storoni, nato a Napoli nel 1957, si è laureato con
una tesi sul recupero architettonico di Pozzuoli. I suoi interessi spaziano nel campo dell’arte
dalla pittura alla fotografia, dalla computer grafica alla progettazione architettonica, con particolare attenzione all’impatto ambientale e all’ecosostenibilità. Attualmente è docente di
Liceo Artistico a Napoli.
LIVIA GIOVANNOLI (Autore) è nata a Venezia nel 1968 ed è uno dei pochi volti femminili dell'acquariofilia italiana. Appassionata Acquariofila con la “A” maiuscola dall'anno 2000 quando
ha “scoperto” l'acquario. Una vera passione per il discus la porta a collaborare attivamente con
i portali internet Discusfriends, DiscusPortal e Mondodiscus. La curiosità per l'acquario dolce
tropicale e l'acqua-botanica fa sì che in casa ci siano sempre diverse centinaia di litri d'acqua,
allestiti secondo la curiosità del momento: Discus, Ciclidi sudamericani, Loricaridi, Caridine,
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piante acquatiche, palustri e muschi. Ha collaborato con diverse case editrici (Aquaedì, Aquapress, Primaris)
e si impegna nella divulgazione dell'acquariofilia in Italia organizzando e partecipando attivamente alla creazione di manifestazioni legate all'acquariofilia (Discus Day, Aquascaping workshop). Attualmente, oltre ad una
consolidata collaborazione con Mondodiscus, fa parte del Team project di Napoliaquatica.
MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in
Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore
non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento
di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), è
socio fondatore del Salento Aquarium Club.
FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea
e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e
realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l'associazione AMM “Acquario
Marino Mediterraneo” cura la rubrica "strani e poco conosciuti", oltre a collaborare alla
stesura di schede di organismi marini mediterranei.
FEBO LUMARE (Autore) biologo marino, laureato presso l’Università di Roma, è uno dei
pionieri dell’acquacoltura in Italia. È specializzato nel campo della gambericoltura, per la
quale ha svolto stage di approfondimento in USA, Centro America, Medio ed Estremo
Oriente, Sud-Est Asiatico e in molti paesi dell’area del Mediterraneo e del Nord Europa.
Dirigente di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato direttore dell’Istituto per
lo Sfruttamento Biologico delle Lagune e docente di discipline riguardanti l’acquacoltura
presso le Università di Bari, Lecce e Palermo. Membro di numerosi comitati tecnico-scientifici governativi,
regionali e provinciali, è inoltre, titolare di brevetto in conto C.N.R. per formulazione di mangimi per postlarve di Peneidi e di contratto di trasferimento tecnologico sui metodi di produzione di novellame di gamberi. Attualmente è direttore del CONARGA (Consorzio Nazionale di Ricerca per la Gambericoltura). È autore di circa 140 pubblicazioni scientifiche e tecnologiche e di manuali nel campo dell’acquacoltura, con particolare riferimento alla gambericoltura.
MARIA PIA MOSCHINI (Autore) è nata nel 1939 a Firenze, dove vive. Poeta lineare, pubblica nel 1983 Rizomata. Nello stesso anno fonda ”Intravisioni Area”, spazio di ricerca artistica.
Autrice di varie opere teatrali, ha pubblicato nelle Edizioni Gazebo il volume di testi teatrali
Bataclàn (1997) e il volume di racconti Abitare il fantasma (2005). Nel 2003, con Rosaria Lo
Russo e Liliana Ugolini pubblica La pissera (Edizioni Ripostes). Il suo ultimo volume di racconti è Il salottino degli ospiti invisibili ediz. Gazebo, (2010). Collabora alle Edizioni Morgana
ed è redattrice della rivista “L’area di Broca”.
CRISTIANO PAPESCHI (Autore) è laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università degli
Studi di Pisa e specializzato in Tecnologia e Patologia del coniglio, degli animali selvatici e
dei volatili presso l’Università di Napoli. È in servizio presso l’Università degli Studi della
Tuscia e i suoi campi di interesse si articolano tra le specie esotiche e selvatiche (roditori,
lagomorfi, rettili e anfibi). Autore di numerose pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali nonché autore di due libri sugli animali non convenzionali è anche relatore in congressi
inerenti gli esotici e la selvaggina. Vanta numerose collaborazioni con riviste specialistiche e divulgative, sia
come autore che come referee, forum a tema e siti internet ed è membro del comitato scientifico di
Vetpedia. Nella sua carriera accademica ha partecipato a numerosi progetti di ricerca relativi a studi biologici di base, mutagenesi ambientale ed ecologia.
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GLI ACQUARIOFILI
amicizia. Questo è un acquario, per
SONO DIVERSI!
tutti noi e forse anche molto di più.
Anzi, potremmo dire, per ognuno di
Cos’è che rende “magico” un acqua-
noi è una cosa un po’ diversa, ma di
rio? I colori dei pesci? Il rumore del
certo possiamo tutti condividere
filtro? Le bollicine che salgono lenta-
quella sensazione di appagamento, di
mente nell’acqua e si rompono in
tradizione, di “casa” che un acquario
superficie? Chiunque ami un acqua-
“nostro” riesce a trasferire. Il senso
rio sa bene che non è questo. Né la
del possesso certamente è un ele-
possibilità di riprodurre specie sem-
mento fondamentale. Questo va nella
pre nuove, la bellezza della vegeta-
direzione di quanto spiegato alcuni
zione subacquea, le occasioni didatti-
anni fa da Konrad Lorenz, che vede-
che che divertono. Certo, un acqua-
va rappresentate nell’acquario una
rio è anche tutto questo, chi potrebbe
serie di pulsioni umane molto pro-
negarlo? Ma ciò che lo rende vera-
fonde ed antiche.
mente magico è quella strana vibra-
Per comprenderlo possiamo fare una
zione ludica che ti prende al cuore
veloce considerazione: guardando
quando realizzi che mettendo insie-
l’acquario di un amico le nostre sen-
me sabbia, piantine ed un paio di
sazioni cambiano, diventano meno
quei pesci tropicali, riuscirai a
profonde. Ci avete mai fatto caso?
costruire un ambiente naturale,
Potrà essere una vasca bellissima,
tutto tuo! Possedere un pezzo di
con landscape curato nei dettagli,
natura ed entrarci con lo sguardo
pesci sanissimi in riproduzione,
quando vuoi, per meravigliarti in
acqua cristallina e luce brillante.
ogni secondo di quello che vedi nel
Bello? Bellissimo! Senza dubbio
prodigioso spazio di cristallo. Gli ani-
magnifico ed appariscente. Forse più
mali si muovono lenti, quasi levitano,
di quanto sapremo mai realizzare.
eppure si accorgono della tua presen-
Eppure… non ci dà quel nodo allo sto-
za, la tollerano e, dopo qualche
maco che proviamo, tornando a casa,
tempo, si lasciano andare a segnali di
quando abbiamo da poco allestito il
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nostro piccolo venti litri!
Fateci caso…
Ebbene, tutto questo dimostra che un acquario è veramente in grado di toccare
corde profonde della nostra
coscienza, facendoci godere
come nessun videogioco
potrà mai fare.
Ora potremmo chiederci:
chi conosce queste sensazioni oltre all’acquariofilo
vero? Chi le conosce oltre a
voi che leggete queste pagine? Le conoscono i produttori, che dovrebbero individuare i vostri gusti e le
vostre esigenze, per offrire
materiali
attraenti?
Le
conoscono i pubblicitari,
che tentano di pescare
nuovi clienti inventando
esigenze? Le conoscono i
super-esperti che scrivono
libri di tassonomia e allevamento?
Sinceramente, tristemente,
riteniamo di no! Troppo
spesso vediamo sul mercato
oggetti realizzati con superficialità,
ed equilibrio biologico. Alimenti che
senza tener conto delle nostre vere
non coccolano per niente i nostri
pulsioni, il nostro bisogno di… gioca-
beniamini…
re. Filtri prodotti “immaginando” che
Termoriscaldatori che rendono il
funzioneranno… Biocondizionatori
riscaldamento dell’acqua una que-
che creano nuovi problemi di stabilità
stione di stato… Sistemi di illumina11
zione che fanno tanto parlare di sé
scono immediatamente, perché rie-
eppure… producono alghe epifite in
scono a trasmetterci a prima vista
abbondanza a causa di errato spettro
quelle sensazioni ludiche che rincor-
di emissione. Ma soprattutto, acces-
riamo. Lo schiumatoio o il fertilizzan-
sori senz’anima, che non riescono a
te che ci offrono hanno talvolta un
divertirci, a soddisfare la nostra esi-
aspetto artigianale, ma hanno il sapo-
genza di perfezione ed efficienza.
re antico che desideriamo gustare.
Pensandoci bene, gli accessori di una
Talvolta costano qualche euro in più.
volta erano diversi. Un aeratore di
Si tratta di soldi ben spesi. Perché
vent’anni fa o una delle prime pompe
quello che vogliamo raggiungere col
centrifughe apparivano molto spar-
nostro acquario non è un risultato
tani nell’aspetto, talvolta difficili da
mediocre a buon prezzo. Noi vogliamo
adoperare, eppure contenevano quel-
la perfezione! Dovendo scegliere,
l’energia viva che deriva dalla passio-
meglio realizzare un acquario da dieci
ne, quella cosa che faceva gioire per il
litri di livello eccelso, che allestire un
“nuovo giocattolo tecnologico”. Oggi
acquario da supermercato, di quelli
queste sensazioni sono regalate sem-
da cento litri e… tanta plastica in più!
pre meno di frequente e, spesso, pro-
In fin dei conti siamo noi che possia-
prio da oggetti costruiti con tecniche
mo e, direi, dobbiamo dirigere il mer-
artigianali.
cato affinché l’acquariofilia torni ad
È possibile tornare un po’ indietro,
essere una passione pura e sincera,
pretendendo meno estetica (even-
appagante, divertente, profondamen-
tualmente) e più passione? Come riu-
te personale. Stiamo facendo passi da
sciremo a spiegare ai produttori quel-
gigante e, permetteteci di dirlo, il
lo che veramente è importante per un
merito è anche un po’ di questa rivi-
acquariofilo? Senza dubbio è fonda-
sta. Noi cerchiamo di fare la nostra
mentale prendere coscienza di quan-
parte per informarvi e, soprattutto,
to un acquariofilo è diverso, rispetto
ricordarvi che siete unici e diversi.
ad appassionati di altri hobby.
Stiamo rapidamente producendo una
Bisognerà che ne prendiamo coscien-
popolazione di acquariofili consape-
za per primi, se vogliamo essere presi
voli dei loro pregi e dell’assoluta uni-
in considerazione.
cità che li rende persone migliori. Voi
Impariamo a “premiare” chi è dalla
fate la vostra, pretendendo sempre
nostra parte. I produttori seri, quelli
l’eccellenza. Non dovete, non potete,
che lavorano con passione, si ricono-
accontentarvi di meno!
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QUESTO NUMERO...
in breve
L e c t i o m a g i s t r a l i s: allevar gamberi. I gamberi
costituiscono una risorsa fondamentale per la
moderna acquacoltura e il Prof. Febo Lumare è
stato uno degli antesignani, in Italia, per gli studi
tesi a rendere questi allevamenti possibili e redditizi. Nel 2008, il volume di gamberi da allevamento
ha costituito il 52,1% della produzione mondiale
(sia da pesca sia da allevamento, per un valore
complessivo di 6.599.671 tonnellate), con un quantitativo di 3.399.105 tonnellate. In questo numero
inizieremo un viaggio nel campo dell’acquacoltura
da reddito, per capire qualche piccolo segreto gestionale da utilizzare nei nostri acquari.
Benvenuto pesce rosso! Nel numero precedente abbiamo preso in considerazione le caratteristiche minime dell’ambiente per i pesci rossi e le
regole di base per sistemare una boccia o,
meglio, un piccolo acquario in casa. Ma quali tra
le tante varietà di pesce rosso possono, seppure
temporaneamente - lo ripetiamo - essere ospitate in una boccia? Senza mai dimenticare che
quest’ultima, infatti, dovrebbe solo rappresentare una sistemazione temporanea, la varietà
comune, il classico “pesce rosso”, e la varietà
conosciuta come “orifiamma”, entrambe limitatamente ad esemplari giovani, sono abbastanza
robuste da poter resistere alle condizioni di vita
estreme a cui la boccia li costringerà. Assolutamente da escludere tutte le altre, troppo delicate. In
questo numero consideriamo un argomento fondamentale dell’allevamento del pesce nella nostra
casa: l’alimentazione.
Chromis chromis: la scheda. È facilmente riconoscibile grazie alla colorazione e la peculiare
forma del corpo, ovale alto e compresso, la pinna
caudale è tipicamente forcuta, a forma di coda di
rondine. Si nutre di minuti organismi planctonici
(principalmente zooplancton) e bentonici. La
riproduzione avviene durante tutta l’estate (da
maggio ad agosto) su fondali rocciosi ed è preceduta da un particolare rituale. È un pesce molto
resistente, ma con comportamento non molto
dolce verso altre specie se inserito per primo,
sentendosi il “proprietario” della vasca. Lo raccontiamo in una scheda… naturalmente su aquariophylia!
14
Poesie. Questo mese l’autrice è Maria Pia Moschini e ci propone un eccellente attacco letterario
sul… pesce poeta. Insomma, non è il poeta a parlare del pesce, ma quest’ultimo a… Beh, riassumere una poesia è come spiegare una barzelletta! Leggetela e diteci se fa commuovere e sorridere insieme, proprio com’è successo a noi.
L’acquario in sette domande. Il filtraggio. Rammenterete
che abbiamo iniziato una serie destinata al negoziante, basata sulle sette domande di un nostro lettore. Siamo oggi arrivati alla terza: sul filtraggio. Per un corretto e duraturo funzionamento di un piccolo ecosistema acquatico, ricreato in un
angolo del nostro appartamento, è necessario e fondamentale porre particolare attenzione al sistema di filtraggio dell’acqua. Cosa fare? Come manutenerlo? La nostra esperta ci
spiega di tutto… di più!
B e t t a s i m p l e x: l’affascinante incubatore orale.
Immaginate un pesce che si accoppia con un
rituale affascinante come il Betta splendens, ma
vive pacificamente in comunità e cura i piccoli per
settimane proteggendoli nella sua bocca... Il Betta
simplex è fatto così e negli ultimi tempi in Italia
stiamo assistendo a una forte crescita dell’interesse per specie come la sua: i cosìddetti Betta “selvatici”. In realtà, la definizione di “selvatico” sarebbe applicabile solo ai pesci prelevati direttamente
in natura; ma tra gli allevatori di Betta è convenzione indicare come Betta “selvatici” o “wild” tutti i pesci appartenenti alle specie diverse dallo splendens. Anche in questo caso, naturalmente, dopo la lettura dell’articolo sentirete l’irrefrenabile
impulso ad allestire un acquario per questi grandi piccoli gioielli della natura.
Oggi parliamo di… A r t e m i a s a l i n a. Appartiene alla classe dei brachiopodi ed è stata descritta per
la prima volta dal grande Linneo, nel 1758. Si tratta di un animale che avrebbe del fantastico, se
non fosse tanto comune. Immaginiamo un animale che possa vivere in ambienti acquatici molti
diversi, dalle pozze salmastre alle saline. Immaginiamo ora che produca uova resistenti alle salinità estreme, le quali possono essere seccate completamente e resistere per anni, al sole, per rivitalizzarsi quando nuovamente immerse in acqua. Impossibile? La utilizziamo in acquario, per nutrire organismi di ogni genere. I nauplii, appena schiusi, sono ricchissimi di vitello e possono servire
per alimentare larve di pesci e di invertebrati.
La rubrica del Carassio. Carassio è sempre lo stesso. Lui però afferma che gli umani non sono
sempre uguali. A suo dire la gente dimostra un livello crescente di aggressività. In questo articolo
mette a confronto pesci e umani per tirare delle somme inquietanti. Lo fa con dimostrazioni quasi
scientifiche, come suo solito, e tira in ballo argomenti tecnici dei quali, per la verità, pare alquanto
poco esperto. In fondo però appariva contento, perché questo mese ha ricevuto la letterina di un
amico e… chi trova un amico trova un tesoro!
Muschi e caridine: questo matrimonio s’ha da fare! Nel numero precedente abbiamo esaminato i rudimenti dell’allevamento delle Caridina e mostrato le possibilità di abbinarle “in matrimonio”
15
a magnifici muschi per realizzare acquari piccoli in dimensioni, quindi adeguati ai moderni
spazi domestici, ma estremamente “ingombranti” in quanto a interesse e tali da divenire
centro delle nostre attività ludiche e distensive.
Continuiamo esaminando brevemente i due
principali generi dulcacquicoli di questi simpatici crostacei decapodi.
Inserto da stampare e conservare: i discus.
Questo volumetto, prodotto dall’azienda
Discuszukt, tradotto dalla nostra redazione e
regalato in esclusiva ai lettori di aquariophylia, è il risultato della cooperazione della nostra rivista
con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite dell’acquario d’acqua dolce. Nel
corso dei prossimi numeri, vi offriremo in puntate mensili i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle ad un centro stampa per farle assemblare. Di fatto, si
tratta di un altro regalo che aquariophylia fa a tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce.
Questo mese iniziamo col primo capitolo, dedicato all’installazione della vasca per i discus.
Test & Recensioni. Come sempre ricca, la sezione test e recensioni prende in considerazione, in
questo numero, un integratore minerale per caridine, un antiparassitario per coralli, un filtro per
l’acquario marino e d’acqua dolce, un sistema innovativo per coltivare talee di coralli, un nuovo
materiale filtrante e una linea nuovissima e completa di fertilizzanti per l’acqua dolce. Desiderate
notizie su altri prodotti: basta scriverci e chiedere… per il prossimo numero!
Oltre il vetro: una veranda esterna.
Una grande opera d’arte, probabilmente, avrebbe potuto introdurre una
nota dinamica integrandosi con l’arredamento moderno. Ma una grande
opera d’arte non era economicamente
fattibile a questo scopo, né adattabile
all’ambiente aperto. Interpretando le
intenzioni del committente di porre
l’accento sulla zona centrale dell’ambiente, sono state sistemate due
vasche angolate tra loro e la palma, che si è voluta conservare. L’aggiunta delle vasche, come si
vedrà nell’articolo, modifica totalmente il layout, producendo un effetto dinamico, di vita e colore.
Non avete un bar? Questo è un dettaglio assolutamente trascurabile. Se avete una terrazza con
una tettoia o un tendone in giardino, questa realizzazione è fatta apposta per voi.
Stimoli di viaggio: N a s o u n i c o r n i s. Questo mese il nostro amico subacqueo, di ritorno da una
delle sue avventure, ci conduce nell’oceano Pacifico alla ricerca di Naso unicornis. L’esemplare nel
video è da ritenersi di media età, per le sue dimensioni di circa quaranta centimetri di lunghezza,
che in età avanzata possono essere di circa il doppio. L’avvicinamento e la carezza con un dito
sulla guancia, che si vede nel filmato, non sono certamente usuali ed è da attribuirsi alla delicatez16
za dell’approccio tenuto dall’autore, che è arrivato al
contatto fisico con il soggetto, senza che esso fuggisse spaventato.
X e n o p u s l a e v i s: un simpaticissimo rospo acquatico. Per la rubrica “non-solo-acquari” questo mese
presentiamo un nuovo possibile amico domestico.
Xenopus laevis è un anfibio che, per le sue peculiarità,
sta prendendo sempre più piede tra gli appassionati di
animali esotici ma soprattutto tra gli acquariofili.
Quest’animaletto non è difficile da allevare ma ha delle
necessità un po’ particolari che è bene conoscere.
Questo rospo è originario delle regioni dell’Africa meridionale ma oggi lo possiamo trovare anche in alcuni
bacini di acqua dolce degli Stati Uniti, America centromeridionale ed Europa occidentale, in seguito dell’abbandono, nel corso degli anni, di soggetti precedentemente detenuti in cattività come animali da acquario o
da esperimento; la sua estrema adattabilità anche a
condizioni climatiche sfavorevoli ne ha determinato
l’attecchimento.
17
In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio
lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo
caso i tempi di risposta sono molto più lunghi.
Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le
risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere
di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.
www.aquariophylia.it
COMPLIMENTI & CONSIGLI!
Vi ho scoperto con un po’ di ritardo e adesso mi godo il fatto di
avere un bel po’ di buona lettura arretrata in attesa dell’uscita del
prossimo numero. Benvenuti, con una rivista di cui si sentiva una
grande mancanza! Dopo i complimenti, dovuti e quanto mai
meritati, mi permetto, sollecitato dalla vostra richiesta di pareri e
suggerimenti, di esprimere quel che sarebbe il mio desiderio
rispetto a una rivista “dei sogni”: senza dilungarmi troppo, con
un (ardito?) paragone, mi piacerebbe una sorta di “Quattroruote”
dell’acquariofilia nel quale il neofita come l’esperto potesse
vedere sviscerato di volta in volta un “tema” riguardo la conduzione della vasca, con la presentazione dei prodotti che hanno
attinenza con questo “tema” e con un loro confronto, fatto di
dati, misure, costi di manutenzione, prezzi d’acquisto, reperibilità, efficienza dell’assistenza,…
Un esempio tra i tanti possibili:
acquario “dolce” - i test dell’acqua, quali parametri tener monitorati, perché alcuni parametri possono essere più o meno
importanti rispetto ad altri in relazione al tipo di conduzione della
vasca, quali alternative presenta il mercato (strisce, reagenti
liquidi…) marche presenti sul mercato con un’analisi dettagliata
del prodotto offerto (accuratezza della misura, leggibilità dell’esito, conservazione, costo, reperibilità…) e quant’altro fosse
18
utile (e adesso non mi sovviene) al consuma-
RISPONDE IL… CAPO
tore acquariofilo per scegliere consapevol-
Noi non solo ringraziamo per i complimenti, sem-
mente un prodotto rispetto all’altro.
pre graditissimi, ma anche per le proposte concre-
Poiché adesso questo momento di “critica” di
te che il nostro lettore ha voluto fornire. L’idea è
quanto offrono i produttori è quasi totalmente
eccellente, e questo tipo di rubriche, in realtà, fa
assente (il “quasi” è cautelativo; non mi risul-
parte dei nostri piani editoriali. Altre riviste che ci
ta niente del genere ma magari mi sono perso
hanno preceduto hanno evitato accuratamente di
qualcosa) e/o affidato al parere soggettivo del
parlare concretamente di prodotti, per poter evita-
singolo che quasi mai ha la possibilità di spe-
re rapporti tesi con produttori ed operatori com-
rimentare e provare più di un prodotto per
merciali. Noi abbiamo idee diametralmente oppo-
volta.
ste. Dal punto di vista dell’hobbista, siamo convin-
Penso che una rivista che fosse il riferimen-
ti che non ci si diverta affatto se non si riesce a
to di ogni appassionato nel momento in cui
conoscere una vasta gamma di “piccoli oggetti del
si trova a dover scegliere il mangime per i
desiderio” ed è necessario che una rivista autore-
pesci rossi piuttosto che il rifrattometro o la
vole metta in luce pregi e difetti dei più interessan-
pompa di movimento, sarebbe anche molto
ti. Dal punto di vista dei produttori, siamo convinti
appetita dai produttori stessi (dando per
che sia meglio parlar male di un qualsiasi aggeg-
scontata e acquisita l’imparzialità, la compe-
gio, piuttosto che ignorarlo. Pertanto abbiamo
tenza e… il diritto di replica) oltre a fornire un
inserito sin dalla nascita della rivista una serie di
supporto insostituibile ai sempre più nume-
rubriche in questo senso. Non è facile, lo diciamo
rosi lettori.
subito. I produttori e gli sponsor non sono mai
Grazie di tutto!
abbastanza soddisfatti di quanto detto, anche se le
Buon lavoro,
recensioni rivelano numerosi lati positivi di un buon
Mao72
prodotto. Gli appassionati ritengono costantemente che questo nostro lavoro sia fatto “a pagamen-
RISPONDE LA REDAZIONE
to” come forma di pubblicità occulta! Noi siamo
I complimenti sono come sempre graditissimi,
quindi bersagliati da ogni lato, ma continueremo a
anche perché evidentemente sinceri. Siamo molto
fare questo lavoro, che ci piace, con totale onestà
orgogliosi della fiducia che stiamo riscuotendo dai
intellettuale: le malelingue, prima o poi, dovranno
nostri lettori e questo, senza dubbio, ci spinge a
desistere e convincersi della nostra trasparenza!
fare sempre meglio. I suoi suggerimenti, poi, sono
La sua proposta, come dicevamo, è estremamen-
eccellenti e la rubrica suggerita si inserirebbe per-
te interessante e concreta. Siamo però in un
fettamente nelle nostre politiche editoriali. Bisogna
momento di grande lavoro, con tante rubriche
solo trovare chi se ne occupi. Invitiamo quindi pub-
nuove da iniziare, l’anno nuovo da affrontare anche
blicamente tutti i nostri collaboratori a pensare alla
economicamente, i collaboratori che, come sem-
cosa. Anzi, invitiamo anche eventuali lettori che
pre, scarseggiano. In definitiva, siamo in pochi,
vogliano cooperare, a farsi avanti se si sentono
stiamo lavorando anche di notte, e servirebbero
pronti ad affrontare il grande pubblico. In ogni caso
risorse più elevate per accrescere i contenuti della
ci pensiamo seriamente e proveremo a realizzare il
rivista. Abbiamo ad esempio in programma dei
suo progetto, che ora è divenuto anche nostro. I
podcast (in modo che possiate ascoltare la rivista
tempi, ovviamente, dipenderanno dalla effettiva
anche in autobus, mentre andate al lavoro!) e filma-
possibilità di realizzarla coi nostri pochi mezzi. Ma
ti-intervista con i maggiori produttori, da avvicinare
ci potremmo riuscire! Grazie ancora di essere con
agli aquariofili. Abbiamo in forno una serie di rubri-
noi: siamo orgogliosi di avere lettori tanto scrupo-
che per avvicinare nuovi utenti agli acquari ed il
losi e propositivi!
famoso corso di fotografia (oltre a quello di ittiopa-
19
tologia) che stentano a partire. E poi ci saranno a
al parere di uno dei tanti lettori (in termini di
breve le modifiche da apportare a seguito dell’in-
tempestività della risposta e del prezioso
chiesta dei lettori e del miglioramento del consiglio
tempo dedicato alla stessa) valgono più di
scientifico e di redazione. Come fare per inserire
mille parole e considerazioni. Da parte mia
anche questa buonissima idea? Si accettano con-
non posso che ringraziare e “fare il tifo” per
sigli e collaborazioni. Se dei lettori volenterosi ed
tutte le iniziative che vorrete intraprendere
esperti vorranno passare dalla nostra parte, da
per il futuro sviluppo della “nostra” rivista,
quella della redazione, il consiglio scientifico della
certo più che mai che, quando anche non
rivista potrà offrire tutto il supporto tecnico ed il
fosse quella personalmente proposta, ogni
bagaglio di esperienze per assicurare che test e
direzione intendete intraprendere costituirà
recensioni siano corretti e bilanciati. Ma se non
comunque un’interessante scoperta ed un
otterremo questo tipo di contributi, sarà comples-
motivo di crescita. Grazie ancora e… in bocca
so realizzare nuove attività nell’immediato, a parte
al lupo!
quelle già programmate. Ancora una volta siamo
stati sinceri e trasparenti, descrivendovi la situazio-
NON POTEVA MANCARE LA CHIOSA
ne qual è. Siamo certi che lo apprezzerete, come
DI CARASSIO!
di consueto.
Grazie a te amico nostro, per essere divenuto parte
della... famiglia. Ti rinnovo l'invito: se hai cose inte-
TORNA IL LETTORE
ressanti da dire, la rivista ti darà spazio, perché è
Beh, che dire… L’attenzione dell’Adm. rivolta
solo un “luogo” per contenere le nostre passioni.
20
LAMPADE
distacco dalle sottostanti. A mio parere sono
Buongiorno a tutti, innanzitutto voglio ringra-
al limite con le lampade, troppo poche o
ziare tutto lo staff per ciò che fate e la dispo-
magari anche sbagliate, avrei il posto per una
nibilità. Mi sono permessa di aprire un argo-
terza ma: cosa compro? Per me è un mondo
mento nuovo poiché specificatamente di lam-
molto intricato, ho paura che il negoziante pur
pade non ho trovato nulla. Possiedo un
di vendere... mi rifili qualche cosa di sbaglia-
acquario di 180 lt. lordi a cui mi sto ri-dedi-
to. Chiedo aiuto a Voi? Che cosa devo fare?
cando dopo un periodo di abbandono, è dota-
Grazie ancora a tutti e complimenti per il
to di 1 lampada Grolux F25W/30 gro T8 e 1
Vostro lavoro
Acquastar F25W/30"/174 T8 (questa è la dici-
Daniela/Milano
tura scritta sopra). Ho diverse piante:
Echinodorus bleheri, Limnophila heterophylla, L. sessiliflora, Anubias barteri, Hygrophila
angusta, Ludwigia repens. Ma il mio problema è la Limnophila. Ieri sera ho dovuto procedere alla prima potatura (era stata impiantata
15 gg. fa) ma era cresciuta troppo e dovevo.
Sorpresa: era sì lunghissima, ma scarna con
poche foglie; erano cresciute lasciando molto
RISPONDE L’ESPERTO DI TURNO
Conosci la gradazione kelvin delle lampade? Da
quello che ho capito hai un acquario dolce e avendo due lampade per una giusta illuminazione
dovresti avere almeno 90w totali e le lampade
dovresti accoppiarle così, una deve essere di 4700
°K e una 6500 °K.
Malanoch3
21
TORNA IL LETTORE
se l’acquario da 180 litri è molto alto, la potenza
Da quello che ho trovato in internet pare
complessiva applicata potrebbe essere insufficien-
siano tutte e due da 10000 K e in totale 50 W,
te per piante fotofile. Una soluzione a buon merca-
di questo sono sicura.
to esiste: utilizzi un riflettore posto sopra ogni lam-
Grazie
pada. Quest’ultimo non solo accresce virtualmen-
Daniela/Milano
te del 100% le radiazioni emesse, ma ridirige
anche tutta la luce sul fondo, in modo da renderla
TORNA L’ESPERTO
subito disponibile per le piante. Potrebbe meravi-
Le lampade a 6500 °K le puoi trovare in un comu-
gliarsi presto degli effetti ottenuti, con una spesa
ne negozio di elettronica, basta che siano di marca
assolutamente irrisoria. È fondamentale però utiliz-
(Philip, Osram, Sylvania, ecc). Se poi il negozio di
zare un buon riflettore in metallo lucido, di forma
elettronica è ben fornito può anche darsi che tu rie-
semi-ellittica, con pareti a specchio.
sca a trovare anche quella con gradazione 4700 K.
Quanto è lungo l'acquario?
ERRORI MADORNALI
Malanoch3
Leggendo l'articolo sul biotopo per gli
Apistogramma ho letto delle imprecisioni.
La svista più grossa secondo me è il
Mikrogeophagus altispinosa classificatorio con
la vecchia classificazione di Apistogramma,
CHIOSA LA REDAZIONE
L’assortimento delle lampade sembra adeguato
ma il wattaggio non è molto elevato. D’altra parte,
22
ormai la classificazione ufficiale e quella di Mikrogeophagus. Le
differenze tra i due generi sono sostanziali: gli Apistogramma
depongono in cavità e sono haremici, mentre il genere
Mikrogeophagus depone su superfici piane e forma coppie.
Un’altra svista è considerare l'intervallo ph 6.8/7 per tutto il
genere Apistogramma, questo valore potrebbe andare bene per
i cacatuoides o i borelli, ma per specie come nijsseni, panduro o
agassizii preferiscono valori all'ordine dei 5/6,5 se non inferiori,
come riportato su seriouslyfish o fishbase. Altra castroneria: i
neon T5 da 18 W che non esistono, quelli da 18/20 W sono T8, i
T5 HO li trovi da 24 W o casomai si trovano tubi in tecnologia T5
lunghi come i T8 da 28 W come quelli montati sui acquari Juwel.
La vostra è una bella rivista ma sono un peccato queste sviste
grossolane.
Agro
LA REDAZIONE SI SCUSA
Giustissimo! Alcuni numeri sono impaginati in ritardo e questi sono i
risultati. La cosa più ridicola però è che quegli errori erano stati notati e
corretti in bozza. Anzi, fu fatta una completa revisione tassonomica dell'articolo per eliminare proprio quegli errori, di cui abbiamo un nitido
ricordo. Come mai erano ancora lì al momento della pubblicazione?
Mistero! Forse uno scherzo di word, o di dropbox, oppure uno scambio di file. Di fatto comunque c’eravamo accorti del pasticcio grazie alla
segnalazione di un nostro autore e avevamo provveduto a disporre un
errata corrige sul numero in corso.
Insomma, nessuno è perfetto, ma questi errori erano davvero eccessivi, anzi, non c’è proprio modo di chiamarli “sviste”, come gentilmente il
lettore suggerisce!
Ovviamente la colpa è della redazione, che non ha filtrato correttamente gli errori, probabilmente a causa della fretta, che ha prodotto revisioni insufficienti. Cercheremo di evitarne di simili, in futuro, ma non possiamo escluderlo, dati tempi e mezzi. Voi, però, continuate a correggerci con la stessa grinta. Grazie mille!
UN ALLESTIMENTO PASSO PER PASSO
Vi invio delle foto (a destra) dell’allestimento appena effettuato e
qualche foto del mio reef allestito poco più di 4 mesi fa.
FrancoNapoli
RINGRAZIAMENTI D’OBBLIGO
Ringraziamo il nostro lettore per aver condiviso con noi le immagini del
suo acquario in via di maturazione e le pubblichiamo con piacere, per
la gioia di tutti gli appassionati di marino tropicale.
23
Mikrogeophagus ramirezi. Adesso con il
nuovo allestimento da 200 litri sono indeciso:
non saprei quali pesci mettere. Qualcuno
potrebbe darmi delle indicazioni?
Grazie
Salbt
DUBBI SUL FUTURO DELL’ACQUARIO
NASCENTE
Salve a tutti! Avendo avuto esperienza con
acquari tipo dolce da un anno iniziando con
30 litri poi con 60, adesso devo allestire un
nuovo acquario dolce da 200 litri 100x40x50h
1cm lo spessore dei vetri fatto da un vetraio,
con base in ferro. Ho preso un vano filtro
IL NOSTRO PARERE
interno con pompa centrifuga di ricircolo
Bisogna dire che la sua richiesta suona alquanto
1000L/h. Come substrato vorrei mettere del-
strana! In genere si procede con un ragionamento
l'argilla con fertilizzante, arredi: roccia lavica,
di verso opposto: si decide quali pesci si voglia
e legno manila. Ho acquisito esperienza di
allevare e poi si allestisce un acquario a essi dedi-
riproduzione con alcune specie dei ciprinidi:
cati. Ma l'acquariofilia è un hobby libero: chi ha
Danio zebrati (Danio rerio), Tanichthys albo-
detto che non si possa procedere al contrario?
nubes. Famiglia Poeciliidae: pesce milione
(guppy), corallini, molly. Famiglia caracidi
neon, tetra imperatore. Ciclidi nani:
Allora formuliamo delle ipotesi. In quella vasca ci
potrebbe stare un magnifico ambiente amazzonico, con tre scalari altum e un bel gruppetto di
24
Cheirodon axelrodi. Una vegetazione densa (es. un
Una settimana fa ho aggiunto un pulitore di
folto strato di Vallisneria gigantea intervallata da
alghe (Gyrinocheilus aymonieri albino) poi tre
plot di Ceratophyllum) disposta sulla parete poste-
giorni orsono un bellissimo Betta splendens.
riore potrebbe fare da cornice al landscape prodot-
L'acquisto del combattente è stato valutato
to con le rocce grigie ed i legni di torbiera, dai quali
con il mio negoziante, ben sapendo che ci
spuntano gruppetti fitti di Anubias nana.
deve essere un equilibrio caratteriale tra le
Una soluzione totalmente diversa è costituita da
varie specie e di fatto in questi giorni nulla
una vegetazione robusta, coltivata in vasetti,
poteva presagire che oggi oltre alla nevicata
disposti tra le rocce, e una popolazione ittica costi-
mi sarei ritrovato con il Gyrinocheilus morto
tuita da ciclidi del Lago Malawi. Un acquario di
privo delle sue interiora e il betta che gli
queste dimensioni però si presta anche all'alleva-
gironzolava affianco.
mento di tre o quattro discus, che incedono mae-
Ora, non essendo stato presente sulla scena
stosi su una vegetazione chiara e bassa. Troppi
del crimine, e non avendo riscontrato cedi-
ciclidi? Allora potremmo pensare a un gruppetto di
menti di salute da parte del pulitore, vorrei
Dermogenys pusilla su un allestimento chiaro e
sapere se in linea generale i combattenti pos-
semplice.
sano avere comportamenti simili (mio figlio
Questi pesci Beloniformi ascritti alla famiglia
ha visto il betta strappare le interiora al puli-
Hemirhamphidae hanno forme, abitudini di vita e
tore già morto). Sono dispiaciuto dell'accadu-
sistemi di riproduzione eccezionali (peraltro sono
to perché il primo obiettivo fondamentale che
ovovivipari) e si prestano a esperienze fuori dal
mi sono dato è di creare un ecosistema fun-
comune. Beh, le possibilità in realtà sono quasi infi-
zionante senza perdere nessuna creatura...
nite. Ci siamo limitati qui a suggerirne alcune tra le
cominciamo bene! L'autopsia non è stata
più ovvie. Ci faccia sapere, poi, cos'ha allestito e,
eseguita, per la pronta sepoltura del pulitore.
se possibile, ci invii una foto del suo acquario,
Vi ringrazio fin d'ora per i consigli che vorrete
dopo la decisione critica.
passarmi per far in modo che non si ripetano
simili eventi
Roberto
IL GIALLO DEL GYRINOCHEILUS:
BOTTA E RISPOSTA!
RISPONDE UN LETTORE
Considerando che secondo me una passione
Ciao Roberto, ti premetto che non sono un esper-
non è tale se non è condivisa con altri, spero
to ma il tuo post mi ha incuriosito parecchio e sono
di intromettermi spesso in questa piazza vir-
andato a documentarmi... Betta splendens: non mi
tuale imparando il più possibile su questo
sembra sia lui il colpevole perché è aggressivo solo
mondo che un amico mi ha fatto conoscere
con i maschi come lui. Al più potrebbe attaccare
da poco e che mi accorgo avrei voluto inizia-
pesci dalle lunghe pinne e relativamente lenti ma mi
re molto prima. Avrete capito che sono alle
sembra che non sia il tuo caso.
prese con il mio primo regno degli abissi...
Puntius pentazona? Ma sei sicuro che si tratti pro-
dolce.
prio di pentazona? A me sorge il dubbio che inve-
Da circa due mesi, e finora va tutto bene: 100
ce tu abbia dei Puntius tetrazona, perché anche se
lt, piante varie rigogliose, pulitori da fondo e
le due specie sono simili in quanto a colorazione
alghe, un paio di gourami nani, un gruppo di
non lo sono nel carattere.
petitelle, un gruppo di Barbus pentazona
Infatti “penta” deriva dal greco e significa cinque,
(adesso Puntius pentazona, n.d.r.)... e un pre-
mentre “tetra” sempre dal greco significa quattro...
sunto omicidio! Ho bisogno di un vostro
ora ti esorterei a contare le strisce scure dei tuoi
parere.
pesci, ammesso che tu li abbia presi con livrea
25
26
"wild". Comunque, secondo "l'atlante di aquarium"
riscontrato anche un altro cliente del negoziante a
Puntius pentazona è un pesce pacifico e talvolta
scapito di due Ancistrus. Per quanto riguarda i
un po’ timido che nuota meno attivamente rispetto
Puntius è giusta la tua ricerca e ti confermo che
agli altri Puntius. E può convivere con altri pesci
proprio per la loro indole pacifica ho optato per le
pacifici. Discorso diverso per Puntius tetrazona,
cinque striature verticali. Per ora non sostituisco il
che è notoriamente un pesce molto vivace e attivo,
Gyrinocheilus, ma accetto volentieri un vostro con-
anche moderatamente aggressivo, da tenere
siglio per un sostituto futuro e siccome ho nel cas-
esclusivamente in branco (all'interno del quale s’in-
setto una vasca per pesci rossi ci sentiremo molto
staura una scala gerarchica); può attaccare facil-
presto.
mente le pinne degli altri pesci se non è tenuto in
Bersa
numero adeguato.
Gyrinocheilus aymonieri è un famoso mangia-alghe
ECCO NUOVAMENTE L’ESPERTO
(anche se ci sono mangia alghe molto più efficien-
Ciao Bersa, di nulla ci mancherebbe! Come man-
ti) che purtroppo è anche piuttosto aggressivo e
gia alghe ci sono ad esempio i piccoli Otocinclus,
spesso e volentieri attacca gli altri pesci.
che non sono aggressivi e vista la grandezza della
Quindi secondo me il Gyrinocheilus avrà provato a
tua vasca secondo me sono l'ideale. Naturalmente
"attaccarsi" a un tetrazona che si è difeso ucciden-
sono da inserire in branco o gruppo. Per quel che
dolo.
riguarda le malattie latenti dei nostri pesci, ho
Le cause della morte del Gyrinocheilus potrebbero
saputo (da un amico biologo marino) che i nostri
essere diverse ma questa mi sembra la più proba-
pesci dal loro luogo di allevamento al nostro
bile, in quanto il Betta solitamente è un pesce
acquario "ne passano di tutti i colori". Tra trasporti
molto tranquillo, anche nel nuoto, per cui non
vari e traslochi da una vasca all'altra... quindi poi
avrebbe potuto sopraffare un pesce veloce come il
spetta a noi fargli trovare il miglior ambiente possi-
Gyrinocheilus. Poi non saprei... qui sicuramente ti
bile nella loro sistemazione definitiva (il nostro
potranno dare risposte molto più esaurienti della
acquario), dove se le condizioni sono ottimali trova-
mia.
no la forza necessaria per rimettersi.
Auguri per il tuo acquario
Tornando ai mangia-alghe mi sento di consigliarti
Orandablu
solo gli Otocinclus, no ad Ancistrus (troppo grossi)
e a Crossocheilus oblongus (crescono molto... 15
TORNA IL LETTORE
cm e poi devono essere allevati in gruppo se no
Ciao Orandablu e grazie per il tuo intervento alla
diventano aggressivi).
mia richiesta di aiuto. Grossomodo le tue note
Ti saluto e facci sapere eventuali sviluppi.
sono tutte giuste. Proprio oggi (pausa nevicata)
Orandablu
sono passato dal negoziante ed ha discolpato il
betta (confermando le tue osservazione sul com-
Ciao Orandablu, ho colto al balzo il tuo consi-
battente) ritenendo varie le cause dell'incidente
glio ed ho inserito un paio di Otocinclus: non
occorso al pulitore, tra le quali uno stress da
li conoscevo ma sono veramente belli, picco-
ambientazione o forse per malattia (ma allora me lo
li e simpatici e nell'acquario ci stanno benis-
ha venduto già malato!). In effetti quando l'ho inse-
simo.
rito, come accennavi tu, sembrava inviperito ed era
Bene ora, mentre giorno dopo giorno accu-
aggressivo con la comunità poi dopo un paio di
mulo esperienza, comincerò a preparare la
giorni si è rintanato e si faceva vedere a singhiozzo
prossima vasca per i rossi per cui sarò di
poi... il misfatto. Comunque capisco che sia diffici-
nuovo tra voi per consigli e sviluppi.
le arrivarci in fondo, per cui voglio optare per un dif-
Un saluto e grazie di nuovo
ficile adattamento nell'acquario, causa che ha
Bersa
27
CATTURARE AVANNOTTI
ottimo battericida, ma a quanto ne so anche
Saluti a tutti! C'è modo di catturare gli avan-
le lampade UV assolvono la stessa funzione
notti di Neolamprologus leleupi senza smon-
però non ho mai sentito di acquari in cui è
tare la vasca? Tra un paio di settimane non
montata una tale lampada e si possa fare a
passeranno più per il retino ma appena mi
meno del cambio parziale dell'acqua riducen-
avvicino alla vasca, spariscono dietro le
dolo a sole due volte l'anno. Cosa ne pensa-
rocce.
te? Vorrei il vostro parere sull'apparecchio in
Longior
questione. Ringrazio in anticipo gli esperti
che vorranno rispondere alla mia domanda.
UNA POSSIBILE SOLUZIONE
A presto
Forse sono ancora molto piccoli ma potresti tenta-
Orandablu
re con una nassa artigianale come quelle che i
pescatori utilizzano per la pesca di diverse specie,
IL PARERE DELLA REDAZIONE
murene e polpi compresi. Prendi una bottiglia d'ac-
L'ozono è una forma molecolare molto reattiva del
qua minerale di plastica da mezzo litro al massimo,
comune ossigeno. Dunque la sua funzione princi-
elimina il tappo e le etichette incollate, infine con
pale è ossidare. La lampada UV sterilizza utilizzan-
delle forbici taglia la bottiglia in due parti immedia-
do un processo fisico. L'ozono sterilizza ossidan-
tamente prima della zona in cui inizia a rastremar-
do, dunque utilizzando un processo chimico.
si. Ora incastra le due parti fino a bloccarle in modo
Mentre sterilizza l'ozono ossida, quindi aiuta la tra-
che il collo della bottiglia risulti all'interno dell'altra
sformazione delle sostanze organiche. Ciò non
parte. Introduci del cibo appetibile agli avannotti
significa che in questo modo si evitano i cambi
come esca ed affonda l'attrezzo nella zona in cui
d'acqua, poiché molte sostanze dovrebbero esse-
circolano gli avannotti lasciandolo nella vasca tutta
re ridotte, invece che ossidate, per uscire definiti-
la notte. Con buona probabilità al mattino troverai
vamente dall'acquario. Senza dubbio però l'ozono
gli avannotti nella nassa e potrai spostarli.
è un gas molto interessante e dovrebbe essere
Guido
preso in considerazione più frequentemente. Aiuta
a mantenere l'acquario veramente sano, elimina i
OZONO IN ACQUA DOLCE: PERCHÉ NO?
batteri in eccesso, riduce la quantità di alghe dan-
Salve a tutti! Girovagando nel web mi sono
nose e permette di ossidare le sostanze tossiche.
imbattuto nella pubblicità di un ozonizzatore
Certamente il suo uso non è limitato all'acqua
per acquario... E con questo? Diranno gli
marina ma bisogna utilizzare un sistema efficace e
amici esperti... sono decenni che l'ozono è
ben collaudato, tenendo presente che si tratta di
utilizzato nell'acqua marina... seppur in picco-
un composto tossico, oltre certi livelli. L'ideale
le dosi e con un uso saltuario. E fin qui ok!
sarebbe controllarne la diffusione utilizzando un
Solo che l'ozonizzatore in questione (com-
elettrodo redox. Proprio in un numero precedente
mercializzato dalla Philips) è indicato per
di aquariophylia abbiamo recensito un ottimo ozo-
l'uso in acqua dolce e per giunta per un uso
nizzatore munito di tutti i sistemi di sicurezza, che
continuativo.
ci sentiremmo di consigliare ai nostri lettori.
Promettendo l'utopica (almeno secondo me)
Ovviamente, nel caso lo utilizzi, ci farà molto piace-
necessità di soli due cambi d'acqua l’anno!
re anche conoscere il suo parere sull'accessorio e
Premetto che so cos’è l'ozono e quali sono i
notizie sui risultati ottenuti.
suoi effetti, ma ho sempre saputo che il suo
uso è saltuario. L’uso in acqua dolce mi giunge nuovo... proprio per gli effetti che ha
(potenziale redox, in primis...). È vero che è un
28
Lectio magistralis
la gambericoltura :
INDUSTRIA E ACQUARI
di Febo Lumare - I parte
I gamberi costituiscono una risorsa fondamentale per la moderna acquacoltura e il Prof. Febo Lumare è stato uno degli antesignani, in Italia, per
gli studi tesi a rendere questi allevamenti possibili e redditizi. Potremmo
anzi affermare che ogni volta che troviamo delle mazzancolle sulle nostre
tavole dobbiamo all’autore di quest’articolo un po’ di gratitudine per una
vita dedicata alla ricerca scientifica in questo campo (vedi box). Abbiamo
chiesto al professore di erudirci sulla biologia e l’allevamento dei gamberi
ed è stato così generoso da regalarci una sorta di “corso” per acquariofili.
Suddivideremo quindi questa lectio magistralis in più puntate e al termine,
saremo tutti più colti in questo campo.
Morfologia esterna di un gambero Peneide
30
Schema dei sistemi vascolare e nervoso in esemplare di Peneide
UN PO’ DI STORIA SULLA MODERNA
del gambero assumesse in Giappone una sicura
GAMBERI COLTURA
prospettiva commerciale, attraverso la produzio-
Chiunque voglia cimentarsi con i gamberi in
ne dei primi chilogrammi di gamberi immessi
acquariofilia, dovrebbe volgere un pensiero di
sul mercato.
riconoscenza al biologo giapponese Motosaku
Nel frattempo la tecnologia aveva incominciato
Fujinaga, che per primo mise a punto le tecniche
a diffondersi nel mondo e, già nel 1963, il ricer-
di riproduzione e allevamento di larve, post-
catore Harry Cook del Laboratorio di Galveston
larve e adulti di gamberi.
(Department
Fujinaga, dopo alcuni anni di studi propedeuti-
Commercial Fisheries Texas, USA) in collabo-
ci, raggiunse nel lontano 1934 un primo succes-
razione con Fujinaga, riuscì a far riprodurre e
so nella riproduzione del gambero Peneide
allevare con successo le larve di Peneidi ameri-
Marsupenaeus japonicus e nel mantenimento in
cani (Litopenaeus setiferus e Farfantepenaeus
vita delle larve. Ma soltanto nel 1959, essendo
aztecus). Questi primi passi portarono lenta-
riuscito a risolvere i problemi delle colture mas-
mente allo sviluppo della attuale gambericoltu-
sive di diatomee, delle quali si alimentano alcu-
ra commerciale del Centro America basata sul
ni stadi larvali, riuscì a produrre novellame del
gambero bianco americano Litopenaeus vanna-
Peneide su scala pilota. Si è dovuto arrivare, tut-
mei.
tavia, al 1967 perché l’attività di allevamento
La tecnica di riproduzione si diffuse più tardi nel
31
of
Interior’s
Bureau
of
Schema dell’apparato digerente
sud-est asiatico (Taiwan, Filippine, Tailandia,
con un quantitativo di 3.399.105 tonnellate, ha
Malaysia, e progressivamente nelle altre regioni
costituito il 52,1% della produzione mondiale
dell’area), con opportune modifiche e adatta-
(sia da pesca che da allevamento, del valore
menti alle specie locali di Peneidi, quali soprat-
complessivo di 6.599.671 tonnellate).
tutto il gambero tigre gigante Penaeus monodon,
molto richiesto, ma anche ad altri di notevole
COME SONO FATTI
importanza commerciale quali Fenneropenaeus
Ma prima di proseguire vediamo di fare meglio
indicus e Fenneropenaeus chinensis.
la loro conoscenza e capire come sono fatti.
L’industria della gambericoltura ha richiesto,
I gamberi Peneidi appartengono al tipo
tuttavia, ancora un periodo di gestazione e attra-
Artropoda,
verso tentativi riusciti ed errori, è arrivata agli
Malacostraca, ordine Decapoda, supersezione
anni ’70, a partire dai quali ha incominciato a
Natantia, famiglia Penaeidea.
subire un rapido miglioramento tecnologico e a
Il loro corpo è ricoperto da una corazza (detta
consentire lo sviluppo di una vera produzione di
esoscheletro) ricca di chitina, che anteriormente
gamberi a livello mondiale.
costituisce il carapace, riveste completamente il
Nel 2008, il volume di gamberi da allevamento,
capo e i segmenti toracici formando il cefaloto32
classe
Crustacea,
subclasse
race e si prolunga in avanti con un rostro.
unitamente al telson costituiscono la pinna
Il capo è provvisto di occhi peduncolati e varie
codale.
appendici delegate a funzioni di rapporto con il
La respirazione avviene a livello delle lamelle
mondo circostante (esterocettori) e con l’attività
branchiali, contenute nelle camere branchiali,
trofica (antennule, antenne con scafocerite,
delimitate dall’esoscheletro della regione cefali-
mandibola, maxillula e maxilla).
ca; esse sono in stretto rapporto con l’apparato
I segmenti toracici sono provvisti, poi, di tre
circolatorio che è di tipo aperto e lacunare.
paia di massellipedi, che contribuiscono alla
Il sistema nervoso è di tipo gangliare e ben svi-
presa degli alimenti, e di cinque paia di piedi
luppato, costituito da un complesso gangliare
ambulacrali (da dove il nome di Decapodi) o
cerebrale o cervello, da un anello periesofageo,
pereopodi. L’addome è composto da sei seg-
da una catena gangliare toracica, ventrale, da
menti, ciascuno provvisto di appendici bifide,
una catena gangliare addominale, dorsale, e da
dette pleopodi, che servono per il nuoto, nonché
sistemi periferici variamente articolati, connessi
di un settimo segmento, privo di appendici,
agli organi di senso (occhi, statocisti, organi sti-
detto telson.
borecettori).
Le appendici del sesto segmento, dette uropodi,
Nei Peneidi il cibo è afferrato con i chelipedi e
Ovario maturo (IV stadio; in giallo) e apparato riproduttivo maschile,
riportati nello stesso esemplare per motivi di sintesi;
i Peneidi, come la maggior parte dei Decapodi, sono a sessi separati
33
Estensione degli ovari, giallastri, con i caratteristici lobi (indicati dalle frecce): anteriori, in
numero di due, mediani, in numero di sei - sette per lato, e posteriori, in numero di due, in
esemplare di Melicertus kerathurus, in avanzata fase di maturazione gonadica (stadio IV)
portato alla bocca, dove subisce una selezione
deferenti, nei pori genitali, alla base del 5° paio
da parte delle tre paia di massellipedi, quindi
di zampe ambulacrali.
viene tritato dalla mandibola e immesso nel-
Le gonadi femminili, caratterizzate da struttura
l’apertura boccale. Da qui passa per l’esofago
follicolare, si estendono con lobature (anteriori,
fino ad arrivare allo stomaco masticatore (parte
mediane e posteriori) molto accentuate, dalla
anteriore, regione cardiaca), per poi transitare
regione cefalica a quella caudale. Esse, attraver-
per la regione pilorica, quella posteriore, in cui
so l’ovidutto, si aprono ventralmente nella
si apre - tramite un dotto - l’epatopancreas; que-
regione pericardica, alla base del terzo paio dei
sto è un grosso corpo ghiandolare, formato da
piedi.
diverticoli tubolari, con funzione di secrezione
Come è facile intuire, ai fini del mantenimento
di molti enzimi e di accumulo delle risorse ener-
in cattività e dell’allevamento dei gamberi
getiche.
Peneidi è molto importante capire i meccanismi
I Crostacei Decapodi, ad eccezione di alcuni
della riproduzione. Per la descrizione di tale
casi di ermafroditismo, sono a sessi separati.
aspetto si fa particolare riferimento al gambero
Nei Peneidi l’apparato genitale maschile è costi-
allevato anche in Italia, il Peneide Marsupenaeus
tuito da un paio di testicoli anastomizzati, collo-
japonicus.
cati nel cefalotorace, in posizione dorsale, che si
(Continua nel prossimo numero)
aprono ventralmente, attraverso un paio di vasi
34
Per voi negozianti!
Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito,
sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un
accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo
raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese
e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale
di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli
acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella:
Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo,
per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine
per 6 mesi.
In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in
dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi!
… E voi acquariofili: stampate questa pagina e
mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel
caso in cui non ci conosca ancora.
Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti.
Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!
35
AQUARIO
PHOTO C
Ecco i lettori che hanno risposto all’iniziativa Photo Contest di questo mese. Come ricorderete, vogliamo aiutarvi a mostrare i vostri capolavori ad un pubblico più vasto rispetto alla semplice parentela!
Allestire un acquario e gestirlo è una cosa meravigliosa ma, diciamolo sinceramente, è bello anche
mostrarlo agli altri! Siamo orgogliosi quando la zia, il nonno, la fidanzata, il figlio, arrivano a casa e si
stupiscono di fronte al nuovo landscape realizzato. Possiamo allargare un po’ la cerchia degli amici da
stupire? Certamente, con l’aiuto di aquariophylia. Ovviamente non potremmo pubblicare le foto di tutti
i nostri lettori (ogni mese servirebbero migliaia di pagine), però possiamo promettere di pubblicare le
più belle. Abbiamo quindi ideato una bella gara, senza trucchi e senza inganni, per permettere a tutti
di gustare la soddisfazione di mettere il proprio acquario in mostra. In pratica, con l’aiuto di un sito web
che coopera con questa iniziativa, voi potrete inviare le vostre foto e vederle pubblicate on-line. Le tre
più belle saranno scelte ogni mese e troveranno spazio sulle pagine della rivista. Così nascono giovani fotografi. Ricordiamo a tutti di inviare le foto in alta qualità altrimenti ci sarà impossibile pubblicarle.
Riportiamo qui sotto il regolamento per partecipare a questo concorso.
La prima foto di questo mese, inviata da Luca, ritrae il suo ramirezi maschio immerso nel verde
della vasca, complimenti per il magnifico esemplare. Continua così!
36
OPHYLIA
CONTEST
Paolo ci invia questa foto del suo monolitico acquario, molto ben curato, con un’eccellente
sezione luci. Da notare la particolarità delle vasche, che si uniscono ai lati. Un gran bel lavoro!
Regolamento photo contest
Tutte le foto inviate dovranno essere preferibilmente in formato JPEG, di dimensioni non inferiori a
1600x1200 pixel (circa 630 kb). Le foto devono essere nella risoluzione originale. Per poter inviare le foto dovrete registrarvi al sito.
Ogni utente può inviare un numero massimo di 3 (TRE) foto; le suddette devono essere accompagnate da una descrizione del contenuto (mediante apposita scheda) e da una delibera scritta
dove si autorizza il sito www.bst67.net alla pubblicazione sulle sue pagine riportando il nome dell’autore e, se gradita, la città di provenienza, e si autorizza la rivista online www.aquariophylia.it
all’eventuale pubblicazione delle più meritevoli.
37
In caso di uso, sul sito www.bst67.net verrà citato l’autore in una apposita didascalia.
Ogni mese ad insindacabile giudizio di www.bst67.net, le foto più meritevoli saranno inviate alla
rivista aquariophylia per la pubblicazione nella pagina relativa al photo contest. In quell’occasione
si pubblicheranno anche il nome dell’autore e la descrizione contenuta nella scheda.
Non saranno accettate foto con watemark di grosse dimensioni. Potete comunque tutelare le
vostre opere con watemark di dimensioni non superiori agli 8 pixel di testo e possibilmente semitrasparenti.
Non esiste nessun premio tangibile. L’unico premio consiste nel vedere il proprio acquario o il proprio pesce preferito on-line e nell’essere eventualmente tra i 3 prescelti per gli onori della pagina
photo contest di aquariophylia.
www.bst67.net e www.aquariophylia.it non si assumono responsabilità in caso di diatriba sulla
paternità della foto; confidiamo nella vostra onestà e, se dovessimo scoprire che una foto è stata
copiata, tale foto sarà cancellata.
I vostri dati personali, non saranno ceduti a nessuno, non riceverete mai mail di spam dai nostri
siti, né sarete contattati in caso di pubblicazione delle vostre foto. Potrete fare riferimento a sito e
rivista in pdf per conoscere l’esito del photo contest.
Premiamo questa artistica foto in bianco e nero. In effetti, non restituire i colori dei pesci è veramente un peccato! Le sfumature di grigio però disegnano una bella foto. Quasi dimenticavamo:
la invia Claudio, da Varedo (MB).
38
Benvenuto
pesce rosso!
di Maurizio Quarta - seconda parte
e la varietà conosciuta come “orifiamma”,
entrambe limitatamente ad esemplari giovani,
sono abbastanza robuste da poter resistere alle
condizioni di vita estreme a cui la boccia le
costringerà. Assolutamente da escludere tutte le
altre, troppo delicate.
Veniamo ora ad un argomento fondamentale
dell’allevamento del pesce nella nostra casa:
l’alimentazione. Ad essa è dedicato interamente
il prossimo articolo della rubrica; qui accenniamo
ad alcuni principi di base che verranno approfonditi nel prossimo numero. Innanzitutto sfatiamo
Nel numero precedente abbiamo preso in considerazione le caratteristiche minime dell’ambiente
per i pesci rossi e le regole di base per sistemare una boccia o, meglio, un piccolo acquario, in
casa. Ma quali tra le tante varietà di pesce rosso
possono, seppure temporaneamente - lo ripetiamo - essere ospitate in una boccia? Senza mai
dimenticare che quest’ultima, infatti, dovrebbe
solo rappresentare una sistemazione temporanea, la varietà comune, il classico “pesce rosso”,
40
assolutamente inadatti e da evitare tassativamente, poiché, alla lunga, nocivi per i pesci. In
generale, la regola d’oro nell’alimentazione dei
pesci ornamentali in casa è: poco e spesso!
Fondamentale è, soprattutto, non sovra-alimentare i pesci, assecondandone l’innata e gioiosa
voracità. L’esiguo volume d’acqua della boccia e
la mancanza di un sistema di filtraggio, infatti,
rendono particolarmente impegnativa la gestione
dell’inquinamento dovuto sia ai processi metabolici dei pesci (CO2 prodotta con la respirazione, feci, urine) che alla decomposizione dell’eventuale cibo in eccesso. Il mercato offre una
notevole varietà di alimenti in fiocchi e in granuli,
espressamente studiati per soddisfare al meglio
le esigenze alimentari del pesce rosso, che sono
con forza un mito presente nei ricordi di ognuno
diverse da quelle degli altri pesci ornamentali, ali-
di noi da bambino: niente briciole di pane o for-
menti completi e affidabili, concepiti per fornire ai
maggio per i pesci rossi! Si tratta di alimenti
pesci tutto ciò di cui necessitano nelle giuste
41
proporzioni. Fornite ai nostri ospiti 3-4 volte al
le che essa comporta e che analizzeremo insie-
giorno una manciata di mangime assicurandovi
me nei prossimi articoli, la classica boccia per
che sia consumato completamente in pochi
pesci rossi è un contenitore assai impegnativo.
secondi.
La gestione migliore possibile certamente non
Ultimo argomento che vogliamo trattare, in que-
può far passare in secondo piano i limiti del suo
sta carrellata iniziale sull’allevamento del pesce
utilizzo per l’allevamento dei carassi, tuttavia
rosso in boccia è la manutenzione della boccia.
vediamo ora quali accorgimenti possono rende-
Al di là dei problemi di carattere tecnico e mora-
re meno problematica la vita dei pesci.
42
43
Innanzitutto è bene ribadire che la boccia non va
tutti i giorni di un terzo dell’acqua, con acqua alla
mai lavata utilizzando detergenti o solventi chimi-
stessa temperatura e lasciata maturare per
ci, detersivi o quant’altro si possa avere per
almeno 24 ore (per far evaporare il cloro) oppure
l’igiene della casa. Questi prodotti sono estrema-
trattata con biocondizionatore. Il cambio d’ac-
mente tossici per qualunque organismo acquati-
qua andrebbe eseguito qualche tempo dopo la
co e non c’è modo di garantire che un risciacquo
somministrazione del cibo per dare il tempo al
possa eliminarne ogni traccia.
pesce di digerire in tranquillità ed evitare di inqui-
Il più grosso limite della boccia consiste nella
nare l’acqua appena cambiata. Poiché si tratta di
mancanza di un sistema di filtraggio e lo scarso
un’operazione in ogni caso traumatica e stres-
volume d’acqua contenuto. I pesci rossi produ-
sante per il pesce, va evitata la comune prassi di
cono un elevato carico di deiezioni; questo com-
pescare i nostri amici per “parcheggiarli” tempo-
porta un notevole inquinamento dell’acqua e, nel
raneamente in un bricco o in una bacinella di for-
caso della boccia, l’unico metodo per garantire
tuna riempiti d’acqua “fresca” (e ricca del veleno-
ai pesci una qualità dell’acqua che possa consi-
so cloro) appena prelevata dal rubinetto e svuo-
derarsi almeno decente consiste in frequenti
tare completamente la boccia, con il conseguen-
cambi d’acqua. Una buona regola è il cambio
te doppio e traumatico passaggio da un conte44
nitore all’altro… o, peggio ancora, effettuare il
rappresenta in pieno quanto possa essere facile
cambio mettendo direttamente la boccia sotto
dimenticare che nessuno ci obbliga a tenere dei
un filo d’acqua di rubinetto. Molto meglio fare il
pesci rossi in casa con noi, ma se scegliamo di
cambio lasciando i nostri pesci nella boccia (pos-
vivere la gioia di portare un pur piccolo e limitato
sibilmente senza spostare quest’ultima) sifonan-
pezzo di natura nelle nostre case, spesso atta-
do delicatamente il fondo per rimuovere gli
nagliate nella frenetica vita urbana, dobbiamo
escrementi che vi si depositano.
essere consapevoli che da questa nostra azione
La storia millenaria e la diffusione dell’allevamen-
deriva anche la responsabilità di prenderci cura
to del carassio dorato, incredibilmente, rischia
dei nostri amici e di offrire loro tutto il benessere
spesso di farci sembrare questo splendido ani-
e la lunga vita che un corretto allevamento può
male “banale” e “scontato”. La classica boccia
donare loro. Alla prossima puntata…
45
LA SCHEDA DEL MESE
Castagnola
Chromis chromis Linneo, 1758)
(
Philum: Cordati
Superclasse: Osteitti
Ordine: Perciformi
Famiglia: Pomacentridi
DESCRIZIONE: Facilmente riconoscibile grazie
alla colorazione e alla peculiare forma del corpo,
ovale alto e compresso, la pinna caudale è tipicamente forcuta, a forma di coda di rondine. La colorazione degli adulti è castana scura o nera, con dorso marrone scuro, fianchi più chiari con 56 fasce longitudinali più scure. I giovani hanno, invece, un vivace colore azzurro acceso che
sparisce man mano con la crescita.
HABITAT: Pesce molto comune vive In grossi banchi sospesi vicino ai fondali rocciosi e prateria di Posidonia. Da un metro sino a oltre 50 m di profondità.
BIOLOGIA: Si nutre di minuti organismi planctonici (principalmente zooplancton) e bentonici.
La riproduzione avviene durante tutta l’estate (da maggio ad agosto) su fondali rocciosi ed è
preceduta da un particolare rituale; i maschi delimitano un territorio, ripuliscono attentamente
una parte di roccia sulla quale la femmina deporrà le uova adesive. Il maschio in seguito alla
fecondazione sorveglierà e difenderà strenuamente le uova fino alla schiusa; la difesa del
maschio è così valorosa che lo porta ad attaccare coraggiosamente anche animali molto più
grandi di lui, sub compresi. L’intero ciclo riproduttivo dura 5-6 giorni. Durante l’accoppiamento e in casi particolari la castagnola può emettere singoli suoni a bassa frequenza ma ben udibili sott’acqua.
AMBIENTE IN VASCA: Vasca con anfratti e spazio per il nuoto.
ILLUMINAZIONE: Tollera illuminazione.
TEMPERATURA: Mal sopporta T° superiori ai 24°
OSSERVAZIONI: È un pesce molto resistente, ma con comportamento non molto dolce verso
altre specie se inserito per primo, sentendosi il "proprietario" della vasca.
CURE: Se si vuole tentare l'allevamento è necessario disporre di una vasca abbastanza grande (almeno 150 l.) con un piccolo gruppo.
ALIMENTAZIONE: Si nutre di piccoli animali pelagici; in vasca accetta di tutto.
INCOMPATIBILITÀ: È consigliabile inserirli contemporaneamente ad altri ospiti perché ha una
forte tendenza alla territorialità.
Testo di Fabio Russo e Francesco De Rosa -- foto di Fabio Russo
Per maggiori info consultare il sito Acquario Marino Mediterraneo – www.ecoacquario.it
46
47
L’acquario…
in poesia
Intravisione per i Pesci Poeta - Caffè Letterario Giubbe Rosse
Firenze
Di Maria Pia Moschini
Al centro della vetrina acquario,
immersi nel flottar di parole,
Pesci Poeta depongono uova luminescenti.
Sanno del silenzio il clamore,
l’ascolto impercettibile di virgole ed apostrofi,
muti nella lettura in suoni.
Dai vetri rispecchianti il vibrar della Piazza
penetra un filo d’aria che si annoda al ritmo
di endecasillabi stellati, all’indice che insegue
del verso il suo comporsi in assonanze
fulgide.
In dissolvenza l’odore del Caffè letterario visione,
celebra il suo rito olfattivo, mentre i Pesci Poeta
danzano un fervor di saluti nel microcosmo
liquido che li contiene, oltre l’incanto
delle parole, il fasto delle voci.
Sul fare della sera.
Se la poesia di questo mese vi è piaciuta, sappiate che è possibile approfondire ancora quest’argomento, grazie ad aquariophylia e alla grande produttività letteraria della nostra ospite poetessa.
Basterà cliccare sui link che seguono per passare dal funzionamento dei filtri… all’arte di Calliope!
SITO WEB DELLA CURATRICE DI QUESTA RUBRICA: www.mariellabettarini.it
LA RIVISTA “L’AREA DI BROCA”: www.emt.it/broca
PER LEGGERE L’E-BOOK: http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=43
48
Tempera su legno di Pia Tolomei (Cagliari, 10 marzo 1952 - Roma, 3 maggio 1999)
In occasione del settantesimo compleanno di Mariella Bettarini, curatrice di questa rubrica di poesia in
acquario, è disponibile in eBook una sua raccolta poetica già proposta a stampa nel 1991 con le Edizioni
Gazebo. Intendiamo in tal modo ringraziarla per l'amicizia e per la sua presenza a sostegno e incoraggiamento al nostro lavoro, augurandole buon proseguimento di vita e di scrittura:
Delle Nuvole
Poesie di Mariella Bettarini, LaRecherche.it
Con una nota introduttiva dell’autrice
Apri/leggi/commenta l’eBook: www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=102
Ho ideato questa breve raccolta - che via via lentamente si è andata componendo - spinta da ciò che spinge e muove da sempre il fare poetico: l’osservazione, la constatazione di ciò che esiste, la contemplazione, lo stupore, e poi la lunga dimenticanza e ancora l’osservazione, la meraviglia, il rapporto cangiante
fra ciò che appare e ciò che - di quanto appare - non si conosce, ossia l’ignoto, l’inconoscibile e via via,
circolarmente ma anche spiralicamente. Non dissimile, credo, nella sua origine, la passione dello scienziato, del biologo, del chimico, del botanico, dell’astronomo. […]
Dalla nota introduttiva dell’autrice
49
Betta simplex:
l’affascinante
incubatore orale
di Roberto Silverii
Immaginate un pesce che si accoppia con un
rituale affascinante come il Betta splendens, ma
vive pacificamente in comunità e cura i piccoli
per settimane proteggendoli nella sua bocca... il
Betta simplex è fatto così e negli ultimi tempi in
Italia stiamo assistendo a una forte crescita dell’interesse per specie come la sua: i cosiddetti
Betta “selvatici”.
In realtà, la definizione di “selvatico” sarebbe applicabile solo ai pesci prelevati direttamente in natura, ma tra gli allevatori di Betta è convenzione indicare come Betta “selvatici” o “wild” tutti i pesci
appartenenti alle specie diverse dallo splendens.
Parliamo di numerose specie, 54 (55 con B.
splendens) per l’esattezza, anche se il numero
varia continuamente, in seguito alla scoperta di
nuove specie o alla riclassificazione di altre, che
possono essere suddivise in due modi internazionalmente riconosciuti. Il primo li differenzia in base
al loro meccanismo riproduttivo in costruttori di
nido (quelle specie che, come lo splendens,
costruiscono un nido di bolle dove custodiscono
le uova e la prole nei primi giorni) e incubatori orali.
Negli incubatori orali (o mouth brooder, per utilizzare la definizione anglosassone) dopo aver
compiuto i classici “abbracci” per accoppiarsi,
generalmente sul fondo e non in superficie o a
mezz’acqua come i costruttori di nido, il maschio
custodisce nella propria bocca sia le uova, più
grandi e inferiori di numero rispetto ai “costruttori di nido”, che i piccoli, dopo la schiusa e fino al
riassorbimento del sacco vitellino.
Anche il periodo d’incubazione in questo caso
cambia notevolmente, dalle 36-48 ore dei
costruttori di nido come Betta splendens, imbellis, smaragdina, ecc ai 10, 12 o anche 15 giorni
e oltre degli incubatori orali.
Addirittura in alcune specie (le più grandi come
B. patoti, B. macrostoma) sembrerebbe che la
femmina produca due tipi di uova, il primo adatto alla fecondazione, il secondo, più piccolo e
giallastro, non adatto alla fecondazione, di cui il
maschio si nutre durante l’incubazione. Nelle
altre specie i maschi rimangono invece a digiuno
per tutto il tempo, arrivando molto spesso debilitati al rilascio dei piccoli.
Anche negli avannotti si evidenziano differenze
fondamentali, essendo, oltre che di numero inferiore, di maggiore taglia, rispetto ai cugini nati nei
nidi di bolle.
50
A sinistra, uno degli stagni da cui furono pescati i primi Betta simplex e, a destra, altro biotopo di provenienza di Betta simplex (le foto sono di Nonn Panitvong)
enormi. Quando parliamo di esemplari “wild”,
dobbiamo invece pensare ad animali che l’uomo
non ha modificato in alcun modo (o quasi) e che
sono quindi esclusivamente il frutto di una pressione evolutiva che dura da migliaia di anni.
Quindi pesci che non possono mostrare colori
troppo appariscenti, per non essere predati, o
pinne troppo ingombranti, per nuotare meglio.
Nonostante questo, ci troviamo di fronte ad un
vero “gioiellino” che mostra il meglio di sé durante le parate di minaccia o di corteggiamento.
La livrea del corpo di colore beige/marrone è
costellata d’iridescenze azzurre, un azzurro
molto carico, quasi turchese, meglio visibile sui
bordi delle pinne anale e caudale. Sulle stesse è
presente inoltre una bordatura nera, esterna
rispetto a quella azzurra che ne esalta le tonalità.
Le scaglie sugli opercoli branchiali sono di un bel
verde metallico, come in altri incubatori orali.
Le femmine risultano invece quasi esclusivamente beige/marroni, una caratteristica comune a
tutti gli esemplari femmina di Betta e di altri ani-
L’evoluzione ha portato in pratica a due differenti strategie in specie simili: quella dei costruttori
di nido che punta sul numero, e quella degli incubatori orali che invece mira a rilasciare i piccoli
già autosufficienti.
L’altro criterio di classificazione è quello che divide i Betta in 11 “complessi”, raggruppando tra
loro le specie secondo caratteristiche evolutive e
morfologiche. Anche questo sistema è in continuo aggiornamento per quanto già detto riguardo alle nuove scoperte e riclassificazioni.
Il protagonista di questa mia esperienza è Betta
simplex, un incubatore orale proveniente dalla
Thailandia, di dimensioni medie: circa 5-7cm di
lunghezza, pinne comprese, per gli esemplari
adulti.
Una doverosa premessa prima di passare alla
descrizione di questa specie: sicuramente alcuni
lettori resteranno interdetti nel vedere le foto di
questi esemplari. Le selezioni “show” di Betta
splendens hanno infatti abituato l’opinione pubblica ad animali dai colori sgargianti e dalle pinne
51
Un Betta simplex maschio adulto in parata (foto di Alberto Montalbetti)
nella Thailandia meridionale. Quello che colpisce,
per chi è abituato a pensare ai Betta provenienti
dalle risaie, è la profondità e la limpidezza delle
acque di questi stagni. Un ambiente in cui la protezione fornita dall’incubazione orale è senz’altro
importante.
Betta simplex è stato rinvenuto anche in altre
pozze più modeste e poco profonde, con acqua
scura e torbida. L’areale di distribuzione di Betta
simplex è comunque davvero molto ridotto.
Questo ne fa una specie a elevato rischio di estinzione, sia a causa degli interventi distruttivi dell’uomo, sia per la pesca sconsiderata di questi pesci
da avviare al mercato (purtroppo) acquariofilo.
Di fatto, la IUCN (International Union for
Conservation of Nature) li ha inseriti nella famosa
“red-list - lista rossa delle specie minacciate di
estinzione” classificandoli come “vulnerabili”
(classe D2).
Sono entrato in possesso di un nutrito gruppo (9
esemplari) di Betta simplex come regalo dell’amico Marco Vaccari, grande acquariofilo e appassionato di specie selvatiche, durante la manifestazio-
mali, in cui la femmina presenta un aspetto meno
appariscente e colori meno sgargianti.
Quello che differenzia macroscopicamente molti
degli incubatori orali, anche se non tutti (pensiamo a B. channoides o B. albimarginata), è la
dimensione maggiore degli esemplari e una conformazione delle ossa craniche e della mandibola più imponente, che aumenta il volume della
bocca, proprio per permettere loro di ospitare le
uova da incubare.
Il particolare trend evolutivo seguito dal Betta
simplex e dagli incubatori orali si coniuga anche
con il loro habitat. Infatti questi popolano, oltre a
stagni, pozze e ruscelli con una colonna d’acqua
ridotta, anche fiumi e laghi di profondità maggiore che mal si adattano ai costruttori di nido. Vi
state chiedendo perché? Provate a immaginare
un Betta splendens e il suo nido in un lago di 3
metri di profondità… che fatica andare a raccogliere tutte le uova e le larve che cadono giù!
Betta simplex è stato descritto per la prima volta
da Kottelat nel 1994, utilizzando dei pesci provenienti da alcuni stagni nella provincia di Krabi,
52
Si’... viaggiare!
Vogliamo viaggiare alla ricerca di Betta nei
loro luoghi d’origine?
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Betta - Thailandia
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Betta, che richiedono acqua tenera e acida, a
volte fino ad arrivare a valori di pH di 4 in specie
del complesso del Betta coccina! Ho anche inserito in vasca, come faccio sempre con tutti i Betta,
delle foglie secche di Terminalia catappa (mandorlo indiano o “Ketapang”), per non permettere al
pH di salire eccessivamente. L’acqua di Bologna,
dove vivo, è infatti tipicamente dura e basica.
Sono rimasto abbastanza sorpreso nel constatare la mancanza di aggressività di questa specie.
Nonostante l’alto numero di esemplari in una
vasca di 55 litri, ho potuto osservare solo alcune
parate di minaccia tra maschi, al fine di stabilire
le gerarchie, a cui seguivano dei brevissimi inseguimenti senza reali contatti fisici. Un comportamento che sarebbe impossibile per un Betta
splendens.
ne “Aquabeach” a Cesena, lo scorso Settembre.
Nonostante fossi consapevole della necessità di
una vasca di dimensioni medio-grandi per un
gruppo di 9 esemplari (da 80 litri in su), preso alla
sprovvista dalla generosità del regalo, mi sono
visto costretto a ospitarli nella vasca che avevo
preparato per una o due coppie, di circa 55 litri.
La vasca, allestita con un ghiaino fine ambrato,
una radice molto ramificata, alcune Vallisneria
sp., Ceratophyllum demersum, Cryptocoryne
sp., Cladophora sp. e numerose piante galleggianti (Lemna minor, Pistia stratiotes e Salvinia
natans), era pronta ormai da tempo e presentava valori di acqua medi: pH 7-7,5 ed una durezza di circa 10-12°. Un’altra particolarità di questi
pesci è che vivono bene in acque neutre/leggermente basiche, al contrario delle altre specie di
A sinistra, avannotto di 1 mese dopo la somministrazione di naupli di Artemia salina e, a destra,
giovanili di 3 mesi circa, si noti in quello più grande come inizia a colorarsi la pinna anale
53
Giovanili di 4 mesi
54
55
Giovanili di 4 mesi
56
57
mentre le femmine sono pronte ad avviare un
nuovo rituale di accoppiamento. Un maschio, se
ben nutrito e in buona salute, può sopportare
anche due incubazioni successive, ma il rischio di
morte, dovuta allo sforzo eccessivo, è elevato.
Ecco perché ho deciso di isolarlo in un’altra
vasca, dove farlo riprendere e alimentarlo a dovere, non appena ho visto che una delle femmine
era nuovamente disposta ad accoppiarsi.
Dopo circa una settimana, in occasione di un
meeting con altri bettofili, ho regalato 7 degli
esemplari adulti ad un amico, tenendo per me la
nidiata e la coppia di riproduttori. Nel periodo successivo ho avuto altri accoppiamenti spontanei in
vasca, in quanto circa 2 mesi dopo, ho trovato in
vasca altri esemplari subadulti di circa 1,5-2 cm.
Una conferma dell’adattabilità di questa specie.
A dicembre, dopo un’altra riproduzione e altri 50
avannotti, ho ceduto anche la mia coppia riproduttrice e sto ora accrescendo le nidiate nate tra
settembre e dicembre.
L’alimentazione degli avannotti è consistita nel
primo mese di naupli di Artemia salina, poi ho iniziato a somministrare anche vermi grindal (con
parsimonia, essendo molto grassi!) e dafnie vive.
Successivamente cibo surgelato (Artemia salina,
Chironomus bianchi e rossi e Cyclops). Se abituati da piccoli i Betta simplex accettano anche
cibo secco in granuli, ma non facilmente come i
Betta splendens, selezionati ormai da decenni
per l’allevamento.
Complici il cambio totale di ambiente, le alte
temperature di fine estate scorsa (circa 28 °C,
mentre questi pesci vivono solitamente a temperature di 23-26 °C) e le somministrazioni abbondanti di cibo surgelato, dopo una decina di giorni ho assistito alle prime parate di corteggiamento e in seguito all’accoppiamento.
I maschi che iniziano a incubare le uova, rimangono fermi sulla superficie dell’acqua, nascosti tra le
piante, presentando una livrea notevolmente sbiadita. È caratteristico il gonfiore della membrana
presente tra le due branche mandibolari, che indica la presenza, più o meno abbondante, di uova.
L’abnegazione con cui i maschi “covano” è davvero straordinaria: restano fermi tutto il giorno, compiendo solo dei movimenti pseudo-masticatori
che servono a smuovere le uova in bocca.
Dopo i primi giorni passati in vasca con gli altri
esemplari, e dopo essermi accertato che il
maschio incubasse ancora le uova (è frequente,
infatti, che maschi giovani e inesperti o eccessivamente disturbati, mangino o sputino le uova,
in particolare nei primi 3-4 giorni), memore dei
consigli dell’amico Marco, ho isolato il maschio
in una “sala parto” a rete, quelle comunemente
usate per gli avannotti di Poecilidi. Mi sono preoccupato di inserire anche delle potature e di
schermare la luce, in modo che il maschio si
sentisse sufficientemente protetto e “nascosto”.
L’incubazione è durata circa 12 giorni, dopo i
quali, con grande emozione, ho notato circa 50
avannotti di colore scuro, molto simili
per dimensioni ad avannotti di B.
splendens di 2 settimane di vita.
A questo punto ho rimosso il maschio,
che non aveva predato nemmeno un
avannotto e l’ho reinserito insieme agli
altri esemplari. Questo momento, per
gli incubatori orali, è cruciale e molto
delicato: sono infatti estremamente
debilitati per i giorni passati a digiuno,
Esemplare adulto che si nutre di
una camola della farina (foto di
Alberto Montalbetti)
58
Le prime fasi dell’abbraccio, in primo piano la femmina (foto di Alberto Montalbetti)
Per abituare i miei simplex al granulare, sono
ricorso ad un espediente usato in zootecnia,
dove per insegnare ai piccoli tacchini dove andare a mangiare, s’inserisce nel gruppo un pulcino
di gallina che, essendo molto più “sveglio”
(l’avreste mai detto?) dà l’esempio ai tacchinotti.
Ho così messo insieme ai giovani Betta simplex,
alcuni giovani Guppy, che non disdegnano affatto il cibo secco, ottenendo il risultato sperato.
Mantengo tuttavia due gruppi di giovani, il primo
viene alimentato anche con cibo granulare, il
secondo solo con surgelato e vivo, sia per una
mia necessità logistica, sia per vedere le differenze di sviluppo con i due tipi di dieta.
L’alimentazione degli adulti è simile; aggiungo al
surgelato anche dei lombrichi fatti a pezzi (altrimenti sarebbero troppo lunghi) e larve vive di zanzara che riesco a raccogliere quando c’è caldo.
Betta simplex è una specie che può dare straordinarie soddisfazioni, soprattutto agli appassionati di Anabantidi e merita una vasca dedicata.
Inoltre, considerando le sue esigenze e caratteri-
stiche, si presta bene anche per acquariofili
meno esperti che, seguendo poche regole,
potranno avvicinarsi a una bella specie di Betta
“selvatico”. Posso garantire che le soddisfazioni
saranno enormi!
Data la sua facilità di allevamento, questa specie
è stata tra le prime a essere inserita nel
“Programma di mantenimento specie selvatiche”
dell’Associazione Italiana Betta; speriamo, infatti,
allevando questa specie in cattività e favorendone lo scambio tra appassionati, di ridurre nel
nostro piccolo la pressione della pesca in natura
oltre a mantenere in cattività una specie minacciata (esagero se dico che magari un giorno, quando
l’uomo avrà imparato a preservare invece di
distruggere, potremo contribuire al ripopolamento
in natura?). Sperando di aver fatto nascere in
qualche lettore l’interesse per questa specie affascinante, invito coloro che fossero interessati ad
entrare in possesso di un gruppetto di giovani
Betta simplex a venire a trovarci nel forum
www.bettaforum.it o scriverci a [email protected].
59
A volte ritornano
riallestiamo
l’acquario marmellata
di Tony Di Meglio & Valerio Zupo
Chiunque abbia allestito un acquario da 500 litri
sa bene che, di tanto in tanto, il vecchio landscape viene a noia e si è costretti a svuotare tutto
per ricominciare daccapo. In questo modo un
acquario marino tropicale diventa un bell’ambiente per discus, e un acquario da anabantidi
finisce per ospitare fauna amazzonica. Non fa
eccezione l’acquario micro che, di tanto in tanto,
può essere ri-allestito per tornare più vicino ai
gusti dell’acquariofilo.
Rammentate l’acquario “marmellata” discusso
alcuni numeri fa? Dopo vari mesi di perfetto funzionamento è stato smontato (si fa per dire!) svuotato
dall’acqua e disassemblato. La “vasca” è stata
però recuperata per realizzare un nuovo allestimento. Questa volta abbiamo voluto eliminare la
ghiaia di fondo, preferendo un ambiente “roccioso”, costituito da un sasso leggermente decentrato sul fondo, incorniciato da un prato di
Aegagropila linnaei (ex Cladophora). L’allestimento
è relativamente semplice, ma richiede precisione e
molta pazienza.
Si comincia con un’accurata pulizia della vasca
di vetro (un barattolo di marmellata di forma
squadrata, come ricorderete), di dimensioni 5 x 5
x 5 e, dunque, del volume lordo di 125 ml. Dopo
il posizionamento del barattolo su un ripiano stabile, si dispone sul fondo un sasso grigio screziato raccolto in spiaggia. Il sasso è stato preventi-
vamente bollito e testato per l’assenza di materiali calcarei (mediante una goccia di acido cloridrico). Attorno al sasso è stata quindi disposta
l’Aegagropila mediante una pinzetta, in modo da
produrre uno strato sottile ma continuo. L’alga va
incastrata bene attorno al sasso, in modo da evitare che galleggi. Per l’allestimento sono stati utilizzati anche sassolini da mezzo centimetro di
diametro, in modo da rendere il fondo più stabile. È stato quindi aggiunto un tralcio di vite raccolto in natura, tenuto a bagno per 20 giorni e
bollito. Sono stati poi aggiunti altri piccoli vegetali, costituiti da individui di Lemna minor (lentichia
d’acqua) e un piccolo muschio (Riccardia chamaedryfolia) a completamento dell’arredamento.
A copertura del tutto è stata utilizzata della pellicola da cucina, prima sagomata sul bordo e poi
rifilata di netto con una lama intorno all’imboccatura del barattolo.
La vasca è stata riempita con acqua da osmosi
con valori minimi di conduttività, pH neutro, KH 5
e GH 6. Non sono stati aggiunti animali, ma a
distanza di alcune settimane nella vasca sono
stati notati i primi esserini eterotrofi. Si trattava di
pulci d’acqua e piccoli copepodi d’acqua dolce
che, apparentemente, si trovavano a loro agio
nell’ambiente appena descritto. Presumibilmente
sono nati da uova che potevano essere state
adese ai muschi inizialmente aggiunti. La loro
60
La vasca descritta nell’articolo. A prima vista potrebbe apparire come un enorme acquario
erborato. Solo a un’osservazione accurata ci si accorge dell’imboccatura superiore del…
barattolo di marmellata
61
presenza, senza dubbio, ha reso l’ambiente più
stabile ed equilibrato ma abbiamo voluto, in
seguito, completare l’ambiente aggiungendo un
gamberetto, una Caridina heteromorpha varietà
“sakura” di soli due giorni di età. La sua presenza ha senza dubbio aggiunto una nota di colore
anche se, come si può osservare dalle foto, la
vasca sarebbe stata magnifica anche in sua
assenza.
Il landscape fortemente erborato fa da contrasto
ai piccolissimi organismi planctonici (pulci d’acqua e copepodi) che si muovono veloci al suo
interno e che, presumibilmente, si nutrono di
microorganismi presenti sulle alghe. Il tutto è illuminato da un acquario presente nella stessa
camera e da una finestra, ma si potrebbe ipotiz-
ERRATA CORRIGE
Nel numero precedente, erroneamente, è stato
pubblicato un articolo con una foto che ritraeva
un bel tappeto verde con tante bollicine gassose e nella didascalia era riportato trattarsi di
anidride carbonica. Evidentemente l’affermazione era errata e trattavasi di bollicine di ossigeno derivanti dalla fotosintesi clorofilliana.
zare un piccolo illuminatore LED per rendere
questa costruzione ancora più evidente nell’ambiente domestico. Di certo si tratta di un oggetto
che non passerà inosservato, attirando anzi l’attenzione dei visitatori del nostro appartamento.
Il fondo è molto naturale, con il prato denso di Aegagropila, la roccia grigia e il legno stagionato
62
vai col...
ww
w
link!
a cura di Mario Loffredo
In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta
comprensione dei
principi e
delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la
rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario,
dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete,
però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun
esperto della rivista si prenderà cura di
leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi
modo. Per questo motivo un
proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze,
indicate dalle
bandierine
al fianco di ogni link, per assecondare le
vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i
vostri
suggerimenti:
se avete trovato una pagina particolarmente
interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla.
63
Oggi parliamo di…
ARTEMIA SALINA
Appartiene alla classe dei brachiopodi ed è stata descritta per la prima volta dal grande Linneo, nel 1758. Si tratta di un animale che avrebbe del fantastico, se non fosse tanto comune. Immaginiamo un animale che possa
vivere in ambienti acquatici molti diversi, dalle pozze salmastre alle saline. Immaginiamo che produca uova resistenti alle salinità estreme, le quali possono essere seccate completamente e resistere per anni, al sole, per rivitalizzarsi quando nuovamente immerse in acqua. Immaginiamo infine che possano produrre larve piccolissime,
munite di un singolo occhio, le quali dopo una serie di trasformazioni si trasformano in una specie di “gamberetto”. Pura fantasia? La natura talvolta è più fantasiosa di qualsiasi scrittore di romanzi di fantascienza, ed ha
inventato, in tempi remoti, questa incredibile specie di artropode.
La utilizziamo in acquario, per nutrire organismi di ogni genere. I nauplii, appena schiusi, sono ricchissimi di vitello e possono servire per alimentare larve di pesci e d’invertebrati. Gli stessi nauplii possono essere “arricchiti”
con appositi mix di proteine e acidi grassi, per soddisfare le esigenze di animali diversi. Possono essere facilmente nutriti e raggiungono lo stato adulto in una quindicina di giorni. Gli adulti possono servire per alimentare
anche pesci di media taglia.
Se necessario, sono disponibili sul mercato artemie di varie taglie (dal nauplio all’adulto) in forma congelata,
secca, liofilizzata e persino in fiocchi! Sono una panacea per l’allevatore e possono essere sfruttate persino per
divertire i bambini diventando… scimmiette d’acqua. In questo numero esploreremo il loro mondo e le infinite
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64
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http://www.gaem.it/pubblico/articoli/cibovivo/artemia3.shtml
http://www.aiam.info/05/articoli_allevamento_nm_artemia.htm
http://www.acquariomania.eu/Articoli/Articoli/allevare-lartemia-salina.html
http://doc.studenti.it/appunti/tecnologie-di-allevamento/artemia-salina.html
http://www.acquaportal.it/Articoli/Dolce/Alimentazione/artemie/default.asp
http://www.acquarionline.it/acquari/index.php?option=com_content&task=view&id=140&Itemid=55
http://www.discusclub.net/le-cisti-di-artemia-dalla-schiusa-all-allevamento/
http://web.cecs.pdx.edu/~davidr/discus/articles/artemia.html
http://saltaquarium.about.com/od/diyfeedersfoods/a/aabrineshrimpgr.htm
http://wildlife.utah.gov/gsl/brineshrimp/index.php
http://www.brineshrimpdirect.com/res-hatching-c169.html
http://www.w9xt.com/page_live_foods_adult_brine_shrimp.html
http://www.bettatalk.com/hatching_brine_shrimp.htm
http://www.aquaworldaquarium.com/Articles/TonyGriffitts/hatching_brine_shrimp.htm
http://www.melevsreef.com/brineshrimp.html
http://www.melevsreef.com/pics/food/bbs/how_to_bbs.html
http://www.wetwebmedia.com/artemiafaqs.htm
http://home.arcor.de/oliver.dietzel/artemia/aufzucht.htm
http://www.fischboerse.it/t198-artemia-aufzucht
http://urzeitkrebse.sabrina-mueller.de/aufzucht4.html
http://www.rhusmann.de/aqua/artemia.htm
http://archiv.korallenriff.de/artemia_salina.html
http://www.diebrain.de/kr-info.html
http://www.ambystoma.de/html/futtertiere/artemia_salina.html
http://www.aquaristik-live.de/zucht-f19/zuchtanleitung-fuer-fische-t76864.html
65
di Carassio Aurato
Forse alcuni di voi
non mi conoscono...
Ebbene sì!
Sono proprio un pesce,
e allora?
C’è un livello di aggressività crescente nel mondo. Da
cosa dipenderà? No, non sto parlando del nostro
mondo acquatico. Qui le cose vanno come sempre, più
o meno bene! Ma grazie del pensiero. Io dico di quello
che vedo da voi. Certo, Betta è sempre un po’ arrabbiatina, ma questo fa parte del suo carattere. In qualche modo, è prevedibile. Ma da voi no, le cose stanno
proprio precipitando. Volete sentirne una? L’altro ieri
ero in auto e mi accingevo a entrare in una piazza.
Beh, cosa sono quegli sguardi di disapprovazione?
Non potevo entrare in una piazza? Cosa dice quello lì
dietro? Ah, vi riferite al fatto che guidavo l’auto… OK,
di questo parleremo un’altra volta ma dovreste saperlo oramai che sono un tipo poliedrico. Dunque, dicevo,
faccio per entrare nel senso rotatorio e un vecchietto
comincia a urlarmi contro come se avessi ammazzato
suo zio. Aveva gli occhi strabuzzati e le vene del collo
di fuori.
Ma ci pensate? Se fossimo stati nel mio acquario e un
Betta avesse fatto una sceneggiata del genere, gli altri
66
pesci l’avrebbero fischiato alla grande. Ma
re al documentario sui campi di concentra-
dall’altra parte del vetro queste piazzate
mento nazisti mentre tu vorresti non per-
sono diventate la norma (e non parlo di
dere l’appuntamento pomeridiano con
quella di Bellini). Ora mi chiedo, senza esi-
Stanlio e Ollio? Inutile fracassare il video:
tare: qui prodest? A che serve tutto ciò? Vi
basta indicargli gentilmente la porta del
fa sentire meglio? Vi rende più vivi? Boh.
bagno fornendogli in dotazione una copia
…E cosa dire del capo? Qualche giorno fa il
dei Promessi Sposi. Non hai capito il senso?
correttore di bozze ha toppato una correzio-
Neppure io. Ma tuo fratello capirà certa-
ne. Si trattava di una virgoletta “intelligen-
mente!
te” (sapete, di quelle che si aprono a destra
Non parliamo poi d’internet. Qualcuno rie-
e si chiudono a sinistra) che era rimasta
sce a spiegarmi per quale motivo ogni cosa
“cretina” (di quelle insomma, che si aprono
che sia scritta in un messaggio di posta elet-
e si chiudono nello stesso modo, pendenti
tronica debba divenire una sorta di offesa?
tristemente verso il basso). OK, l’aveva
Io chiamo il mio amico Guppy al telefono e
dimenticata. Ma vi pare normale che il capo
gli dico “Ciao Guppy, potresti inviarmi subi-
sia saltato sulla sua scrivania, gli abbia
to quell’articolo sul pH? Ho grande urgen-
rotto il setto nasale con una tecnica di
za!”. E lui cosa fa? Mi ringrazia per la tele-
Karate e abbia poi iniziato a schiaffeggiarlo,
fonata e mi assicura che lo farà immediata-
mentre lo strangolava, costringendolo a
mente.
scrivere cento volte, intingendo l’indice nel
OK, riproviamo la scena in un altro modo. Io
suo stesso sangue (che nel frattempo fiotta-
scrivo una mail a Guppy e digito sulla
va abbondante dalla narice sinistra), “sono
tastiera: “Ciao Guppy, potresti inviarmi
un cretino se non uso le virgolette intelli-
subito quell’articolo sul pH? Ho fretta!”. E
genti”? Non sarebbe bastato un severo
lui cosa fa questa volta? Mi scrive dopo un
richiamo verbale?
giorno un messaggio di ritorno che comin-
Io dico che dovreste tutti restare più tempo
cia con una parolaccia e poi continua “Non
di fronte all’acquario. L’acquario calma,
sono mica il tipo da farmi bacchettare in
rilassa, concilia la contemplazione e favori-
questo modo sai? Se proprio avevi fretta
sce la meditazione. E soprattutto, aiuta a
avresti potuto anche dirmelo prima. Ora
vedere le cose come sono veramente, senza
sono occupatissimo quindi se non puoi
esagerazioni. Il tuo vicino di casa è rumoro-
aspettare arrangiati da solo!”.
so? Digli gentilmente di smettere! Tua
Io leggo, trasecolo e poi mi chiedo “ma cosa
moglie russa? Tappagli il naso e la bocca
gli avrò mai scritto?”.
per trenta minuti impedendole di respirare
Vi è mai capitato? A me succede quasi tutti
e vedrai che non lo farà mai più! No, vabbè,
i giorni! Prendiamo ad esempio la letterina
non esageriamo! Tuo fratello vuole assiste-
che segue…
67
Ciao Carassio,
venuto anche il vostro responsabile tecnico
stasera, appena tornato a casa, ho scritto
di sezione Mirko Mutalipassi e che la
un messaggio sul newgroupit.hobby.acquari
discussione è stata corretta e tranquilla.
(è un newsgroup, non un forum, la differen-
Però, da come hai scritto tu, sembrava che i
za è decisamente grande) per ricordare
partecipanti si fossero divertiti a denigrare
che, proprio oggi, il newsgroup ha 15 anni.
la rivista, sembrava che un posto del genere
Pensa, 15 anni di discussioni sugli acquari.
fosse l’esempio della disinformazione che si
Più di 460.000 messaggi scambiati sul
può trovare su internet. Insomma, un attac-
nostro hobby (li ho tutti salvati), migliaia e
co gratuito al newsgroup (tra l'altro potevi
migliaia di persone che hanno seguito per
mettere il link al thread cliccabile così le
anni questo newsgroup. Il primo posto in
persone avrebbero potuto leggerselo com-
assoluto su internet (in italiano) dove gli
pleto, scrivendo l'indirizzo non cliccabile
appassionati si sono potuti scambiare le
dubito che qualcuno si sia preso la briga di
loro opinioni e dove hanno potuto accresce-
riscriverlo tutto sul browser per andare a
re le proprie conoscenze ed esperienze fin
vederlo). Sembra che avervi accostati ad
da quando internet era solo all'inizio.
“aquarium” sia stata un’offesa. Perché mai?
Certo, una parte di questi messaggi è stata
Io ho ancora annate complete di quella rivi-
di puro (censura) ma questo ha contribuito
sta e me le tengo care! Nessuno vi ha acco-
a far conoscere e mettere in contatto tantis-
stato alle responsabilità del vecchio edito-
simi di noi e, tra i tanti, anche molti (cari
re!! È un dato di fatto che molti di quelli che
amici) che oggi scrivono su Aquariophylia.
scrivono sulla rivista siano gli stessi che
Grazie a questo newsgroup (newsgroup,
scrivevano su aquarium e la tua rubrica è
non forum, ripeto perché è importante)
praticamente identica a quella che tenevi
sono nate miriadi di associazioni, anche
allora. Quindi dov’è l'offesa?
questo un dato non da poco. Beh, nel giorno
Perché dobbiamo sempre rinnegare o
del suo compleanno, mi fa piacere ricordare
nascondere le radici? Io leggo la rivista fin
questo bellissimo periodo, dopo aver man-
dal primo numero e vi ho fatto anche i com-
dato quel messaggio ho scaricato la posta e
plimenti fin dal secondo. Ah, io sono quello
ho visto che era on-line l'ultimo numero
che ha scritto “Mah, le persone che ci scri-
della rivista.
vono non sono dei novellini, anzi. Direi che
“Bene” mi sono detto “così dopo ho qualco-
è meglio di aquarium. Certo, playfish è
s’altro da leggere”. Sorpresa! Trovo il tuo
un'altra cosa”, ho fatto male a dare un giu-
articolo dove attacchi proprio il newsgroup
dizio su un'altra rivista? È vero che non
per unthread, anzi, solo una parte di thre-
esce da mesi ma è comunque viva e vegeta
ad, dove abbiamo parlato di voi. Se l’avessi
e, per quanto ne so, dovrebbe tornare pre-
riportata tutta, si sarebbe visto che è inter-
sto sul web. Non ti è piaciuto il paragone?
68
Mi dispiace ma, per fortuna, ancora possia-
colo che, secondo me, è stato una caduta di
mo esprimere dei giudizi. È brutto esprime-
stile che non mi aspettavo da te.
re giudizi riportando solo una parte dei fatti
E ti leggo dai tempi di aquarium... Scusa, mi
falsando, in pratica, i fatti stessi. Ti sei limi-
è scappato.
tato a dire “ovviamente la discussione con-
Ciao, Maurizio Ghelli
tinua ma non voglio tediarvi”. Ma allora
volevi solo far polemica? No, perché poi hai
Ed io cosa rispondo? Mi sento in imbarazzo.
invitato a iscriversi al “forum” dicendo che
Avrò sbagliato da qualche parte? Se l’ho
è interessante e vivo. Immagino quanti,
fatto, chiedo umilmente scusa. Eppure le
dopo quelle righe che hai scritto, si saranno
mie intenzioni erano diametralmente oppo-
preoccupati di andare a cercare quel
ste. Qualcuno per caso ha capito che volevo
“forum”.
fare quelle cose di cui Maurizio mi accusa?
Giusto per precisare un altro punto, quello
Per favore, ditemelo, perché se è così, signi-
che parlava di spam si riferiva al new-
fica che non riesco proprio più a esprimere
sgroup e non alla rivista, leggendolo per
quello che ho in testa. Perbacco, se è così,
bene si capiva. La differenza tra un forum e
dovrò cambiare mestiere. Potrei pensare a
un newsgroup è che nel secondo caso non ci
occupazioni che non mi mettano a contatto
sono moderatori e quindi non ci sono filtri
col pubblico.. chessò… aiuto orologiaio con
più o meno interessati com’è successo spes-
ruoli da svolgere nel retrobottega, oppure
so proprio sui forum. It.hobby.acquari ha
pelatore di patate per una ditta interinale
prodotto anche delle FAQ (http://www.mau-
che lavora per McDonald’s. A quali argo-
ghe.it/faq.htm) che, a tutt'oggi, sono state
menti mi riferisco? Beh, apprendo ora (e
lette da oltre 150.000 persone. FAQ prodot-
giuro che non me ne ero reso conto quando
te mettendo insieme le domande e le rispo-
ho scritto il pezzo dell’altro mese) che io ho
ste più ricorrenti che sono passate sul new-
(avrei: cito testualmente):
sgroup, pagine che sono state utilissime a
- confuso un newsgroup con un forum
tantissimi appassionati e che ricevono con-
- attaccato il newgroup per unthread, anzi,
tatti e apprezzamenti anche dall'estero
solo una parte di thread
nonostante siano solo in italiano. Tra l’altro
- omesso di mettere il link al thread clicca-
c’è una sezione sul pesce rosso, che sarebbe
bile così le persone avrebbero potuto legger-
stata benissimo tra i link della rivista di
selo completo
questo mese, ma che evidentemente è sfug-
- colpevolmente riportato solo parte della
gita a chi ha fatto la ricerca. Insomma, pro-
discussione
prio stasera che c’è il compleanno del new-
- fatto sembrare che un posto del genere
sgroup (ma sarebbe stato lo stesso anche in
fosse l’esempio della disinformazione che si
un altro giorno) ho dovuto leggere un arti-
può trovare su internet
69
- lanciato un attacco gratuito al newgroup
sulla questione, ma non posso assicurarlo
- rinnegato o nascosto le mie “radici”
ora perché uno non può essere omnisciente.
- espresso giudizi riportando solo una parte
Dunque, chiedo scusa per i punti 1, 2 e 3 e
dei fatti e falsando, in pratica, i fatti stessi
prometto che d’ora in poi, prima di dare del
- volevo solo far polemica
“forum” a qualcuno ci penserò su molto
- descritto tanto male il forum (o come si
bene.
chiama) che poi nessuno sarà andato a
Per quanto riguarda il link al thread… mi
vedere davvero com’era fatto
perdo di nuovo. Che significa? Che se uno
in definitiva: una caduta di stile che non ci
cliccava sul nome del sito non partiva inter-
si aspettava da me
net? Mamma mia, qui mi perdo del tutto. E
chi lo doveva fare questo “link al thread”?
Maurizio, io sono desolato. Se avessi pensa-
Non io di certo. Io uso il computer per scri-
to di scrivere tutte quelle cose offensive…
vere, perché mi hanno portato via la vec-
mi sarei tagliato le dita prima di mettermi
chia Lettera 32, ma non mi chiedere di met-
alla tastiera. Però davvero, credimi, le mie
ter link perché proprio non so come si fac-
intenzioni erano diverse. Io dico che c’è una
cia. E dove dovevo metterlo? Si può fare con
specie di virus in internet che cambia il
word? C’è un comando specifico da attiva-
significato di quello che si scrive. Ma anco-
re? Un menù a tendina? Qualcuno mi spie-
ra una volta chiedo aiuto: ho davvero scrit-
ghi. Ma di certo qui c’è lo zampino dell’impa-
to quelle cose o sono arrivate stravolte solo
ginatrice che deve aver fatto questo imbro-
a Maurizio? Rileggiamo il mio pezzo prece-
glio. Io spero che il capo ci legga e che spac-
dente, per favore.
chi il setto nasale anche alla suddetta: Ehi,
La faccio breve perché il tempo è denaro.
Giulia, mi senti? La prossima volta che vedi
Per i primi tre punti tra newsgroup e forum
un newsgroup dentro un articolo scritto da
e thread e unthread… per me stiamo par-
Chicche & Sia, devi immediatamente met-
lando aramaico. È offensivo chiamare
terci il link al thread! Altrimenti quelli pen-
forum un newsgroup? Ti assicuro: non solo
seranno che io abbia omesso questa cosa,
non lo sapevo, ma non ne avevo la più palli-
volontariamente.
da idea. Per me si tratta di luoghi virtuali,
Passiamo invece ai punti seguenti che com-
dove la gente s’incontra e discute. Hai spie-
prendo meglio. Ho “colpevolmente omesso
gato perfettamente la differenza (con i con-
parte della discussione”. Ma mica potevo
trollori, ecc.) ed io continuo a non capire
copiare dentro un articolo tutto il forum
dov’è l’offesa. Però mi rendo conto di aver
(vabbè, adesso è scappato a me!)? Ho
fatto una gaffe chiamandolo “forum” men-
messo quello che ritenevo interessante da
tre era un “newsgroup” e di questo mi
discutere, poi ho invitato tutti ad andare a
scuso. In futuro proverò a documentarmi
vedere, pensando di fare cosa gradita. Ci
70
mancava il link al comesichiama, ok, ma
de di offendere il prossimo. Gratuitamente!
non dirmi che questo può aver bloccato la
Questo volevo dire e, mi pare, lo abbiamo
gente nell’andare a vedere il sito. Guarda
dimostrato bene oggi.
che i nostri lettori interessati sono molto
Quindi, amico mio (perché tale ti considero,
attivi e vanno in giro per la rete seguendo le
sinceramente), dovremmo tutti cercare di
indicazioni della rivista. Si divertono! Mica
vedere quello che c’è dietro le parole, essere
stanno lì come mammalucchi fermandosi di
più comprensivi e rispettare il prossimo.
fronte ad un link. Questo posso assicurarte-
Non me, certo, che sono solo un pesce… ma
lo, perché deriva dalle nostre statistiche.
almeno l’intelligenza di chi ci legge.
Quindi, io pensavo di fare una cosa di senso
In definitiva, io spero che tutta questa
opposto: non metto dentro tutta la discus-
discussione abbia portato e porti tanti
sione e faccio arrivare sul tuo thread (si
nuovi utenti al vostro “coso” (si chiama
chiama così) un sacco di gente a leggere.
thread, ho capito!) e invito tutti voi, con
Magari ho sbagliato. Questo potresti dirme-
determinato e sincero affetto, ad appro-
lo tu stesso, registrando se hai avuto più
priarvi degli spazi di questa rivista ogni
visite in questo periodo di pubblicità gratui-
volta che avrete cose da criticare, da elogia-
ta da parte di aquariophylia. Ma le intenzio-
re, da discutere. Perché i nostri scopi sono i
ni erano buone. Anzi, ottime. Non volevo
vostri, se non ergiamo inutili muri tra noi.
“colpevolmente omettere” ma solo invitare
Ovviamente lo dico a voi e a tutti i new-
la gente a visitarvi!
sgroup (giusto?) del mondo.
E poi sul “far solo polemica”… “descrivere
Usateci, sfruttate la risorsa editoriale per
tanto male il forum”… “falsare i fatti” sono
portare traffico al vostro sito web, diffonde-
certo che anche tu non volevi offendere, ma
re le vostre idee, parlar male dei prodotti
solo indicare delle direzioni. Immagino che
che non vi piacciono e dire bene di quelli che
se io avessi scritto, nel mio articolo (per
vi convincono. Criticate costruttivamente
parafrasare la tua lettera), che i componen-
quello che facciamo, per migliorarci, se
ti del forum “vogliono solo far polemica” e
volete. Una sola cosa vi chiediamo: non con-
che essi hanno tentato di “falsare i fatti” ed
fondeteci con altri. Perché non siamo aqua-
hanno “descritto tanto male la rivista” allo-
rium, né Playfish. Noi siamo quelli di aqua-
ra avrei ricevuto davvero una gragnolata di
riophylia, lavoriamo duro, andiamo dritti
critiche esacerbate. Ti pare?
per la nostra strada e non facciamo conces-
Dunque, cosa volevo dire con quell’articolo?
sioni sulla correttezza. E siamo molto ono-
Volevo dire che i toni divengono immediata-
rati di esserne parte.
mente aspri, che viviamo in un tempo in cui
ognuno di noi (me compreso e senza esclu-
Vostro, orgoglioso
sione di alcuno) si sveglia la mattina e deci-
Carassio
71
Muschi e Caridina:
questo matrimonio
s’ha da fare!
Iniziamo con l’allevamento delle Caridina
di Livia Giovannoli - seconda parte
Nel numero precedente abbiamo esaminato i
rudimenti dell’allevamento delle Caridina e
mostrato le possibilità di abbinarle “in matrimonio” a magnifici muschi per realizzare acquari
piccoli in dimensioni, quindi adeguati ai moderni
spazi domestici, ma estremamente “ingombranti” in quanto ad interesse e tali da divenire centro
delle nostre attività ludiche e distensive.
Red cherry var. Sakura (foto di Rosario Curcio)
72
Blue Bolt (foto di Rosario Curcio)
Continuiamo esaminando brevemente i due principali generi dulcacquicoli di questi simpatici crostacei decapodi.
nel 1837, la famiglia fu classificata da De Haan
nel 1849.
I generi di caridine fondamentali per i nostri interessi possono essere riassunti nei seguenti due:
- Caridina, le cui specie principali sono: cantonesis (var. Cristal red, Cristal black, Tiger, Taiwan
bee), babaulti (green), breviata (Hummel), dennerli (Cardinal), multidentata (ex japonica), gracilirostris (Red nose), spinata (Goldflake), woltereckae (Arlecchino)
- Neocaridina, comprendente le specie: heteropoda (var. Red Cherry, wild, Rosè, Sakura,
Yellow, Green, Okayama, blu, Strawberry),
zhangjiajiensis (Blu Pearl, White Pearl), palmata.
Caridine e Neocaridine
Vi sono diversi generi e molte specie di caridine
che oggi possono essere allevate con successo
nei nostri acquari. Gran parte di queste sono
frutto d’incroci ottenuti da allevatori asiatici, che
hanno ottenuto nel giro di pochissimi anni, grazie
soprattutto alla velocissima capacità riproduttiva
di questi gamberetti, delle specie molto belle e
appariscenti che annoverano milioni di appassionati nel mondo. La natura stessa poi offre degli
esemplari di rara bellezza come per le Caridine
del Borneo e Sulawesi, che però se non riprodotte in cattività hanno una bassa percentuale di
sopravvivenza nei nostri acquari.
Il genere Caridina fu descritto da Milne Edwards
Vi ho presentato i muschi e vi ho presentato la
Caridine: perché vogliamo sposarli a tutti i costi?
Perché questo matrimonio s’ha da fare?
Innanzitutto voglio specificare che questo ‘matri73
Cristal red su Fissidens fontanus (foto di Rosario Curcio)
74
75
Caridina panda - Taiwan bee (foto di Gennaro Lamba)
monio’ nell’acquario è senza dubbio un matrimonio combinato. Siamo noi acquariofili che creiamo questa unione, che non è come quella
naturale che abbiamo ad esempio tra l’anemone
e il pesce pagliaccio o lo squalo con il pesce pilota; è una simbiosi ‘forzata’ perché i muschi da
una parte e le caridine dall’altra hanno un’uguale convenienza nella convivenza.
Un matrimonio di convenienza, come molti ci
sono in natura e anche tra gli esseri umani.
La maggior parte dei muschi che mettiamo nei
nostri acquari, infatti, non fa parte del biotipo
naturale delle caridine, a parte i muschi che provengono dal Sulawesi ma che al momento sono
di difficile reperibilità.
Un po’ come facciamo spesso per i nostri
acquari, cerchiamo delle piante e dei pesci che
abbiano delle esigenze di allevamento simili e li
mettiamo nella stessa vasca.
Nel caso delle caridine e dei muschi però si
instaura una convivenza ben più stretta, una vera
simbiosi, scaturita dalla necessità delle caridine
di vivere e riprodursi in un habitat che presenti le
seguenti caratteristiche:
1) un habitat che abbia, al di là dei parametri chimici che possono variare per ogni specie, un’ottima stabilità di temperatura, pH, e durezza.
Questo aspetto, se è di fondamentale importanza per la sopravvivenza stessa delle caridine, lo
è anche per lo sviluppo dei muschi che, pur
adattandosi a diversi parametri, tollerano male gli
sbalzi chimici dell’acqua.
2) un ambiente ricco di microrganismi di cui le caridine si nutrono: sono quelli che si sviluppano nel
fondo, tra i sassi ma soprattutto tra i talli dei
muschi; una ricca fauna di microrganismi vegetali e
alghe, il cibo preferito dalle caridine (che in realtà
sono onnivore e detrivore) e soprattutto il cibo indispensabile per le piccole caridine appena nate.
3) un ambiente poco luminoso che offra buoni
76
rifugi, in particolar modo per le caridine appena
nate e quelle che stanno effettuando la muta,
entrambe facili prede di pesci eventualmente
presenti in acquario.
Se avete una buona vista e volete scorgere i
gamberetti appena nati, basta guardare con
attenzione tra la soffice massa dei muschi: è lì
che potrete facilmente scorgerle.
Le caridine inoltre non amano molto la luce e
sono molto più attive quanto la luce è soffusa,
d’altra parte i muschi per crescere si accontentano di pochi lumen di luce.
4) Metalli pesanti e inquinanti: la maggior parte
delle piante acquatiche necessita per una crescita rigogliosa di un buon apporto di ferro, rame e
altri micro e macro elementi.
Caridine e Neocaridine però sono molto sensibili
a concentrazioni medio alte (dipende dalla specie di caridina) di ferro e rame in particolar modo.
Inoltre sono molto sensibili ad alti valori di nitrati.
I muschi, a differenza delle piante, crescono,
seppur lentamente, anche senza l’aggiunta di
micro e macro elementi, accontentandosi di
quanto trovano nell’acqua. Alti valori di nitrati e
fosfati tendono a sviluppare un’eccessiva crescita di alghe che ‘soffoca’ i delicati talli dei muschi.
Ecco perché nei caridinai con muschi, è molto
importante impostare una fertilizzazione molto
blanda e preferibilmente con prodotti testati
adatti alle caridine.
Allestiamo un caridinaio
per muschi e caridine
Muschi e caridine si possono tenere come già
Red cherry var. Sakura (foto di Rosario Curcio)
77
Red cherry var. sakura (foto di Rosario Curcio)
78
detto in vaschette molto piccole, anche di soli 10
litri. Il problema delle caridine è però che, se ben
tenute e allevate, si riproducono con estrema
facilità: ecco perché chi parte con un piccolo
cubetto in casa, dopo pochi mesi difficilmente
riesce a resistere alla tentazione di aumentare il
numero delle vaschette, per allevare diverse specie di caridine o per selezionare gli esemplari
migliori. Se un cubetto di 10 litri consente di allevare una decina di esemplari, già con un cubetto di 30 litri si riesce a gestire con un po' di tranquillità anche qualche riproduzione.
Il cuore di ogni acquario è il filtro e in un caridinaio deve ovviamente svolgere una funzione biologica e meccanica, ma è importante anche che il
tubo di aspirazione non aspiri le piccole caridine
che si avvicinano. Ecco perché la maggior parte
dei caridinai è equipaggiata da un filtro esterno
con il tubo di aspirazione protetto da una spugna, oppure da un filtro ad aria.
Le spugne dei filtri ad aria svolgono inoltre un’importante funzione: offrono un fondamentale substrato nutritivo per le piccole caridine appena
nate. Dopo qualche settimana le spugne sono
ricoperte di microorganismi fondamentali per la
crescita delle caridine. Questo substrato si forma
anche sul fondo, sulle rocce e i legni, ma la concentrazione più elevata si riscontra, grazie
all'aspirazione dell'acqua, sulle spugne, le quali
vanno di tanto in tanto risciacquate con la sola
acqua dell'acquario per non perdere queste preziose qualità.
Sarebbe necessario ora parlare degli altri accessori indispensabili, ma siamo giunti al capolinea
anche di questa puntata, avendo esaurito lo spazio a nostra disposizione. Abbiamo preso confidenza con le caratteristiche e le esigenze vitali
dei nostri futuri ospiti e abbiamo iniziato l’allestimento vero e proprio. Il prossimo mese concluderemo l’allestimento con gli altri accessori indispensabili e potremo così iniziare un nuovo
corso nelle nostre esperienze acquariofile.
79
I Protagonisti
R
icorderete che vi abbiamo invitato in passato a contribuire con le foto
dei vostri acquari. Ne abbiamo ricevute alcune, poi… silenzio! Per fortuna alcuni di voi hanno rammentato l’invito e si sono fatti vivi.
Questo mese pubblichiamo con piacere il contributo di OrandaBlu che ci
scrive:
“Non sono proprio un neofita... ma ogni acquario che allestisco per me è sempre il primo...”
Registriamo con piacere che lo stesso lettore, che ha inviato al nostro forum
queste foto da noi scelte per la bellezza dell’acquario, ha anche inviato un suo
contributo al Photo contest. Una delle sue foto è stata scelta dalla giuria del
bst67.net, indipendentemente da noi, e premiata con la pubblicazione su
aquariophylia (la troverete poco più avanti). Dunque l’evento dimostra che due
gruppi, indipendentemente, hanno scelto il suo acquario: evidentemente
degno di nota! Siamo lieti di pubblicare entrambi i contributi, certi che piaceranno anche a voi!
Questi sono i valori chimico-fisici che mi ritrovo in vasca:
Temperatura: 25 °C costanti
pH:7,5
dGH:6°
dKH:3°
NO2:<0mg/l
NO3:>25mg/l
PO4:da 2 a 10mg/l.
80
Ecco le foto del suo acquario: notevoli e ricche di passione!
81
In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è
libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà
servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del
socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile,
per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque
fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma
contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!
82
A.I.A.M.
ASSOCIAZIONE ITALIANA
ACQUARIO
MEDITERRANEO
Anche quest’anno siamo giunti alla fatidica data dell’assemblea sociale, momento importante
per la vita democratica dell’associazione. L’essere sparsi su tutto il territorio nazionale ed oltre,
obbliga necessariamente il ricorso al mezzo informatico, che finora ha consentito a tutti gli interessati di partecipare a prescindere da costrizioni di orari e date. Ecco dunque il bando di convocazione:
Convocazione di assemblea annuale 2012
Tutti i soci AIAM, maggiorenni e in regola con il versamento della quota d’iscrizione per l’anno
2012, sono invitati a partecipare all’Assemblea ordinaria annuale che sarà convocata presso il
forum A.I.A.M. (www.aiamitalia.it/forum) in prima convocazione per il giorno 22 marzo 2012 alle
ore 06,00 e in seconda convocazione per il giorno: venerdì 23 marzo 2012 ore 09.00
Ordine del Giorno
Saluto del Presidente con relazione delle attività svolte
Nomina del Presidente e Segretario d'assemblea
Rendiconto economico 2011 e previsione 2012
Nominativi in elenco che si propongono alla nomina in Direttivo
Discussione sullo statuto
Votazione del Presidente e dei membri Direttivo
Programmazione attività 2012
Discussione su possibilità di vendite e ricavi per l'associazione
Varie ed eventuali
L'assemblea telematica sarà validata con le presenze dei soci attraverso le firme in apposito
forum e dalle deleghe pervenute via mail, nel caso vi fossero. Ricordiamo a tutti i soci che le
eventuali deleghe devono essere inviate alla casella di posta del direttivo:
[email protected].
Si prega di quotare bene quando si risponde per non creare confusione, soprattutto quando
non si risponde all’ultimo post. Le decisioni prese attraverso l'assemblea telematica verranno
rese note sul forum soci con apposita comunicazione e relativo verbale, alla fine dell’assemblea. Sul forum è disponibile l’aiuto in linea. Per coloro che non fossero ancora registrati, preghiamo di farlo subito. L’indirizzo di posta sopra riportato è a vostra disposizione per qualsiasi
problema. Il termine dell'assemblea è prevista per il giorno 7 aprile 2012 ore 21.00.
Attenzione: se impossibilitati a partecipare, fatevi rappresentare da un socio di vostra fiducia. È
molto importante per costituire legalmente l’assemblea. Il modulo in allegato vi arriverà via mail.
Per qualsiasi problema scrivete nel forum d’assemblea d’aiuto. In alternativa è possibile chiedere aiuto al Presidente o al Segretario d'assemblea.
83
A.A.A. ASSOCIAZIONE
ACQUARIOFILI
ABRUZZESI
Arriva la primavera e gli acquariofili abruzzesi vanno ...
al mare
A marzo laboratorio dedicato alla vasca mediterranea,
relatore Giovanni Placentile
Marzo è il mese che introduce la primavera e la primavera, si sa, invita a uscire; ad esempio per tentare le prime escursioni al mare nelle giornate più miti. Proprio per questo
l’Associazione Acquariofili Abruzzese ha pensato bene di dedicare il laboratorio di marzo,
in programma domenica 18, all’acquario mediterraneo.
Il laboratorio sarà tenuto dal socio Giovanni Placentile, esperto di questo settore dell’acquariofilia e del Mar Mediterraneo in genere, appassionato sub con una particolare predilezione per le esplorazioni subacquee. Giovanni cura con passione e competenza un grande acquario che fa bella mostra di sé nel suo soggiorno e con il quale, tra l’altro, ha conquistato il 1° premio nella terza edizione del concorso per vasche arredate “ L’acquario più
bello a casa mia” organizzato dall’A.A.A. nel 2010.
Nel laboratorio di marzo metterà a disposizione dei soci il suo bagaglio di esperienze partendo dall’iniziale allestimento della vasca. Gli argomenti che verranno trattati riguarderanUn’eloquente immagine dell’acquario marino mediterraneo di Giovanni Placentile, primo
classificato in un concorso AAA del 2010.
84
Foto sopra: Roberto Lezzi, notevolmente acciaccato, ma presente e
pronto a rispondere alle domande
Foto sotto: Il presidente Amedeo
Pardi (in piedi sulla destra) mentre
illustra il programma della giornata ai soci più puntuali, poco prima
dell’avvio del Laboratorio
no: l’apparecchiatura tecnica, il
materiale d’arredamento e la
maniera migliore per utilizzarlo ,
esempi di prospettive, valori dell’acqua marina, sistemi di filtraggio,
illuminazione e temperatura di esercizio, refrigeratori, compatibilità tra i
vari organismi che possono essere
ospitati in vasca e tante altre cose
ancora, il tutto con uno sguardo
attento anche alla legislazione e agli
organismi protetti e a tutto ciò che
riguarda la conduzione dell’acquario mediterraneo.
Si parlerà anche della fase del reperimento degli organismi in natura: il
materiale occorrente per la cattura dei pesci con la descrizione delle tecniche per una cattura senza pericoli per gli organismi, le soluzioni ottimali per il trasporto e il trasferimento
nella vasca… Il tutto condito con le meravigliose foto dei paesaggi marini e degli organismi
allevati da Giovanni.
Queste almeno sono le intenzioni: il mese prossimo vi proporremo un resoconto di quel si
sarà detto nel laboratorio.
Il mese scorso, intanto, come annunciato, si è parlato dei discus; prima con la proiezione
di un filmato splendidamente girato dal presidente Amedeo Pardi nell’allevamento amatoriale di Roberto Lezzi, quindi con lo stesso Lezzi (acciaccato per postumi influenzali ma
comunque presente e vigile) che ha risposto al fuoco di fila delle domande dei soci presenti, quindi di nuovo col presidente in cattedra per illustrare, attraverso un power point “storico” e nello stesso tempo attuale, le caratteristiche di alcuni impianti professionali per l’allevamento dei discus, in Italia e all’estero, di ieri e dell’altro ieri, ma anche di oggi.
Una mattinata (gli incontri si svolgono sempre dalle 10 nella sede dell’Associazione, in via
Camillo De Nardis 1, a Chieti) che ha pienamente soddisfatto i soci presenti.
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A.I.B. ASSOCIAZIONE
ITALIANA
BETTA
La preparazione degli eventi primaverili ha impegnato gran
parte della seconda metà di Febbraio e l'inizio di Marzo,
innanzitutto per la "missione" di AIB al KFF Betta Show di
Friedrichshafen, nella suggestiva cornice del lago di
Costanza, dove saremo presenti non solo con una nutrita delegazione ma anche con alcuni esemplari, dei nostri soci, in gara. Poi per allestire il simposio a Montebello, in provincia di Pavia, dove i
visitatori potranno scoprire tutto il fascino dei Betta selvatici e show, anche in questo caso con
esemplari rigorosamente riprodotti in Italia. Infine, stiamo preparando le nuove strutture per l’allestimento dello show internazionale, riconosciuto IBC, che organizzeremo anche quest’anno a
Ranco (Varese) sul Lago Maggiore, il prossimo Giugno.
Sul forum dell'Associazione intanto si continua a parlare di Betta selvatici con un ampio approfondimento su similitudini e differenze fra Betta albimarginata e Betta channoides: due specie in apparenza simili, ma con differenze e peculiarità che potete scoprire seguendo sul
nostro forum due riproduzioni parallele,
portate avanti in questi mesi da due
soci AIB e documentate con immagini
e video.
La vitalità del forum, che di recente ha
accolto molti nuovi iscritti e alcuni neofiti, ci ha portato naturalmente a parlare di più delle basi dell'acquariofilia: un
esercizio sempre salutare. Quindi nelle
sezioni tecniche su allevamento, allestimenti e riproduzione, questo mese
parliamo soprattutto di come avviare il
primo acquario e come dedicarsi all'allevamento dei Betta nel modo migliore.
Per quanto riguarda l'alimentazione
invece proseguono gli approfondimenti
Due avannotti di Betta channoides
e B. albimarginata nati a Febbraio
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Una Neritina tigrata incuriosisce la giovanissima femmina di Betta Halfmoon Doubletail
Alcuni esemplari del concorso “Betta del Mese” di Febbraio 2012-03-04
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Un albero genealogico di una recente riproduzione mostra gli ascendenti della coppia, provenienti da
Italia, Olanda e Thailandia
sull'importanza di integrare la dieta degli esemplari con cibo vivo e surgelato, soprattutto nelle
fasi di accrescimento.
Il nostro registro delle riproduzioni, portate a termine dai soci, che ha superato 100 accoppiamenti l’anno, descritti con foto e genealogie, è negli ultimi tempi polarizzato su esemplari di
colori particolari: orange, yellow e melano (un nero opaco, alla maniera dei blak molly per intendersi) che presentano sfide complesse sul piano delle regole genetiche di ereditarietà del colore. Stanno inoltre prendendo spazio anche le riproduzioni basate sull'incrocio di esemplari a
pinne lunghe Halfmoon ed esemplari a pinne corte (Plakat) da parte di soci che sperano di ottenere, in qualche generazione di lavoro, dei Plakat particolarmente simmetrici e ancora migliori.
Nella sezione "Altri pesci ed organismi" si parla di compagni di vasca dei Betta che, si sa, non
sono particolarmente facili. Oltre ad ampie disamine sulla compatibilità di diverse specie di
pesci da branco e da fondo, questo mese parliamo di gasteropodi. E in particolare di neritine.
Infine, il concorso per il Betta del mese ha assunto ormai un lustro particolare. Nell’ultima edizione, prima di andare in stampa, un Halfomoon Plakat ha riportato la vittoria, lottando contro
esemplari decisamente straordinari, incluso un maestoso Betta unimaculata che, per la prima
volta, rappresenta in gara i selvatici di allevamento italiano.
Tutte queste informazioni, corredate di foto e video originali, sono disponibili sul sito www.bettaforum.it e www.aibetta.it
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A.I.K.
ASSOCIAZIONE ITALIANA
KILLIFISH
Oramai è primavera
e sbocciano le iniziative in AIK!
La prima in ordine di tempo: il giorno martedì 20 Marzo presso l’Acquario Civico di Milano in
Viale Gadio 2, alle ore 21:00 si terrà un incontro con Stefano Valdesalici dove presenterà tre
relazioni (se ci sarà il tempo): introduzione ai Killifish (con le ultime novità tassonomiche), accenni al mantenimento e riproduzione in acquario, allevamento del cibo vivo. Potrà essere interessante per avere un’infarinatura generale su questi incredibili pesci e sul loro allevamento!!!
Quest’anno in occasione del 20° Congresso di AIK che, come negli ultimi anni, si svolgerà a
Borzano di Albinea (RE) il 26 e 27 Maggio, appuntatevi le date, avremo ben tre relatori con relative tre conferenze!
Il primo che presentiamo è Peter
Uhlmann da Basilea esperto allevatore di killifish (ma anche Betta, …) e
appassionato di annuali sud americani, che ci parlerà delle specie di
Austrolebias in natura ma sopratutto
delle migliori tecniche di allevamento.
Gli altri due relatori saranno presentati il prossimo mese.
Saranno inoltre presenti acquari allestiti, centinaia di pesci in concorso,
possibilità di acquistare starter di
cibo vivo, attrezzature specifiche,
uova & pesci, si potranno vincere
acquari completi con la famosa lotteria e tanto altro ancora!
Prossimamente il programma completo, intanto spargete la voce e
segnatevi le date. Un appuntamento
da non perdere!
A presto!
Lo staff AIK
PS AIK parteciperà come espositore
anche ad ACQUA-BEACH di Cesena
(FC) il 6-7 Ottobre. Maggiori dettagli
in seguito.
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AMBI - ASSOCIAZIONE
MEDITERRANEA
BETTOFILI
ITALIANI
INCHIESTA AMBI
QUANTO TI AMA IL TUO BETTA?
Una mattina di buon’ora mi alzai per prepararmi un buon caffè prima di andare a lavoro. Mentre gli
ultimi fumi del sonno mi lasciavano, i miei occhi andarono, quasi inavvertitamente, a uno dei miei
acquari dove vidi uno dei miei betta maschi che mi osservava immobile e mi seguiva con gli occhi
mentre mi muovevo nella mia cucina.
La cosa m’incuriosì al punto che mi fermai anch’io per guardarlo facendo qualche passo verso la
sua vasca, lui iniziò a muoversi avanti e indietro lungo il fronte del vetro eseguendo una sorta di
movimento sinuoso, che riportò alla mia mente le movenze di un gatto che si struscia tra le gambe
del suo compagno a due zampe per strappargli due coccole.
Così una serie di domande s’insinuarono nella mia mente. Il mio pesce mi riconosce? Che immagine ha di me? Prova dei sentimenti?
Potrei qui raccontare tanti aneddoti che sembrano dimostrare che i pesci, ma in particolare i betta,
a mio avviso, hanno una propria personalità ben definita dettata dalle loro esperienze.
Ad esempio, ritengo di poter sostenere che alcuni soggetti manifestano arroganza e scontrosità
che evidenziano aggredendoti ogni qualvolta occupi il loro territorio anche solo con un retino che
prendono a morsi, altri si mostrano schivi, altri impavidi, taluni manifestano anche una certa dolcezza nel cercarti fino a scivolarti dolcemente tra le dita mentre ti occupi di piccole manutenzioni
in vasca.
Un altro esempio che io ritengo molto illuminante è quello legato a mia moglie. Lei non ha un gran-
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COMUNICATO:
Cari amici e soci AMBI, siamo lieti di comunicarvi che è stato appena aperto il nuovo sito
della nostra associazione. Questo cambiamento ha reso possibile l’integrazione nel sito del
nostro FORUM.
Pertanto v’invitiamo tutti, soci e amici a iscrivervi gratuitamente, così da poter rimanere
sempre in contatto con noi.
Con osservanza
Il Direttivo AMBI
de feeling con le mie vasche. Ora, in un’occasione notai un altro atteggiamento da parte di un mio
betta che mi lasciò ancora più perplesso. Io entrai nella stanza dove si trovava (e si trova ancora)
uno dei miei acquari, appena entrato, come al solito il mio Geronimo (un bel betta maschio) sospese le sue attività per venirmi incontro, io amo dire “scodinzolando”, per poi dopo un po’ ritornare
ai suoi “affari”. Qualche minuto dopo entrò
nella stanza mia moglie, io girai gli occhi
verso Geronimo ed egli pareva ignorarla
completamente.
La domanda che comparve nella mia
mente fu: “Non ha visto mia moglie entrare? È semplicemente distratto? O ne ha
riconosciuto la sagoma ed è disinteressato alla sua presenza?”.
Così iniziai a osservare questo suo comportamento. Ogni qualvolta mia moglie
entrava nella stanza buttavo l’occhio su
Geronimo e lui la ignorava sistematicamente, tranne quando lei cercava di attirare la sua attenzione ovviamente.
In un’occasione chiesi a mia moglie di
andare nella mia stanza mentre io lo
osservavo dall’esterno chiedendole di
ripetere i miei gesti quotidiani. L’idea era di
vedere se Geronimo in qualche modo
distingueva tra me e mia moglie assumendo quindi atteggiamenti e comportamenti
diversi alla presenza dell’uno o dell’altra.
Come mia moglie entrò nella stanza,
Geronimo sembrò comportarsi come nei
mie confronti, cioè lascio ciò che stava
facendo per avvicinarsi al vetro, tuttavia
ebbi l’impressione che avesse riconosciuto mia moglie, questo perché quasi subito
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COMUNICATO:
Cari soci e appassionati, siamo lieti di annunciarvi le prime iniziative che avranno luogo
nel 2012 organizzate da AMBI :
Data: 14 Aprile 2012
Evento: Corso dedicato alla selezione e cura del Betta splendens.
Durata: 1 giorno – dalle ore 15.00 alle ore 17.00
Note: il corso dedicato al betta, rientra nel contesto più ampio dei corsi organizzati da
CAEB e ABAP che si terranno nel 2012 presso l’università di Bari.
Per tutti gli studenti dell’università che parteciperanno al corso AMBI (ma questo vale
per tutta la serie di corsi) l’università concederà agli studenti della facoltà di Medicina
Veterinaria di Bari 2 crediti formativi.
Inoltre sarà rilasciato un attestato di partecipazione dalla stessa Università a tutti i partecipanti al corso.
Sicuri di aver fatto una cosa gradita per tutti voi appassionati, aspettiamo di accogliervi numerosi.
Data: 6/7 Ottobre 2012
Evento: AQUABEACH
Presso: Cesena fiera
Note: All’interno della fiera specialistica sull’acquariofilia, presenteremo un nostro
show betta dove potrete conoscerci e ammirare tante varietà di Betta splendens. Vi
aspettiamo numerosi
Il direttivo AMBI
si voltò per tornare alle sue attività in vasca ignorandola. Così entrai io nella stanza, cercando
di non fare gesti che potessero essere per lui un richiamo, ma come colse la mia presenza si
presentò davanti al vetro e non si allontanò per diverso tempo muovendosi avanti e indietro.
Ecco come alcuni avvenimenti hanno determinato in me la convinzione che i miei betta mi riconoscono ed hanno un rapporto speciale con me.
Recentemente un uomo adulto ci contatta sul forum dell’associazione con una richiesta di
aiuto, il suo betta si era ammalato. Scusandosi per il suo pensiero che poteva essere ritenuto
stupido, diceva che lui e sua moglie erano affezionatissimi a quel betta e che secondo loro lui
li riconosceva e aveva dei sentimenti verso di loro. Alla fine il betta guarì e l’uomo tornò sul
forum per ringraziarci. Soltanto qualche giorno fa un altro nostro iscritto, timidamente quasi
come se stesse dicendo un’eresia, attribuì dei sentimenti al proprio betta.
Da qui l’idea di quanto state leggendo. Premesso che possa esserci in una certa misura un
antropomorfizzazione del nostro betta. Ma voi cosa ne pensate? Desideriamo che ci raccontiate le vostre esperienze i vostri aneddoti che dimostrino che anche un betta (o un qualsiasi
altro pesce) ha un'“anima“ e dei sentimenti.
Inviate i vostri racconti alla seguente mail: [email protected]
Questi saranno di volta in volta selezionati e poi pubblicati per farli conoscere a tutti gli appassionati, alla fine della nostra inchiesta, con l’aiuto di un etologo, cercheremo di dare una risposta approfondita al nostro quesito.
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DISCUSCLUB.NET
Gentile,
Eccoci diritti nel mese di marzo, augurandoci
che ci porti la ventata primaverile che quest'anno ci sembra ormai più che conquistata e meritata, con buona pace dei nostri termoriscaldatori. Un mese che va, insieme a due articoli che vogliamo segnalarti in quanto interessanti,
costruttivi e culturalmente educativi.
Febbraio 2012:
Visita a "Le Onde", testi e foto di Maurizio Bassi (Maury62), lo splendido locale per acquariofili, che ospita rarità provenienti da tutti i continenti, e il titolare, Gianni Ghezzi, che si distingue
come sempre per simpatia e disponibilità.
Il Museo Oceanografico di Monte Carlo, testi e foto di Fabio Anelli (Astro), una visita che il reporter che c'è in Fabio è stata redatta con testi e foto che sicuramente sfoglierai con immenso piacere. Si passa dalla bellezza paesaggistica di Monaco, all'importanza culturale di un museo
che, fa vivere la storia del mare, ma anche la biologia marina, con biotopi oceanici e acquari
suggestivi di meduse… insomma: se passate da Monaco, andate a visitare questo singolare
museo.
Come potete constatare, anche questo mese Non è andato via senza il suo bellissimo carico
di lavoro, e noi siamo sempre lieti di poter fare il riassunto trasmettendolo con un "bollo" di
entusiasmo che spero non verrà mai a mancare.
Questo è 'abbastanza' per poter avere la tua attenzione... altrimenti perdonaci, se è stato per
te un motivo di scocciatura. Ci auguriamo che il tuo marzo 2012 sia il più bello che tu possa
raccontare, prospero e radioso. Buona lettura… e se non ti va di leggere, c'è anche molto da
vedere!! Non dimenticare che abbiamo un grande dovere morale: (ri)lanciare l'hobby più bello
del mondo.
Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook!
Ti auguriamo un sereno marzo 2012.
Sincerely
Lo staff DiscusClub 2.0
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CAEB - CLUB ACQUARIOLOGICO
ERPETOLOGICO BARESE
Per il terzo anno consecutivo il Caeb (Club Acquariologico
Erpetologico Barese), in collaborazione con l’Abap (Associazione
Biologi Ambientalisti Pugliesi), ha organizzato e dato il via al “Corso
di Acquariologia e Terraristica” presso la Facoltà di Medicina
Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
Il corso, tenuto da esperti relatori e dai soci del Caeb, trattando
argomenti specifici su quella che è comunemente considerata “fauna minore” vuol rappresentare
un anello di congiunzione tra gli appassionati e gli studenti, un modo per trasmettere passione e
far nascere curiosità intorno a questo mondo spesso ignorato.
La sede, altamente “istituzionale”, porta subito a immaginare lezioni lunghe e noiose su argomenti,
magari anche belli, ma trattati in maniera tanto specifica e asettica da non lasciare spazio alle emozioni; le singole lezioni, invece, a volte affrontate dai soci del club, spesso poco avvezzi a cattedre e
lavagne, si rivelano fin da subito molto dinamiche e informali. Si crea un flusso di informazioni che dal
relatore va incontro agli studenti sotto forma di esperienze, piccoli trucchetti pratici, spesso “self
made”, dettati dalla passione e non scritti su “sacri testi” e, dagli studenti, tornano indietro al relatore
sotto forma di quesiti, curiosità e altre esperienze in una spirale di crescita comune.
L’idea portante è che chi ama gli animali che alleva e agisce in maniera tanto precisa e attenta da
riuscire a riprodurli, anche se non in possesso di titoli accademici, è la persona giusta per far
nascere quell’interesse che col tempo potrebbe sfociare in qualcosa di più bello e grande, magari una vera e propria professione. A questo si deve aggiungere che molto spesso il mondo accademico è distante dal mondo del lavoro e in un contesto socio economico che poco aiuta i giovaI soci del CAEB durante la presentazione del Corso 2012
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Consegna dell’attestato al dott. A. Frattoluso (Seachem)
in occasione del primo incontro
ni, tutto ciò che è nuovo, strano, non convenzionale e particolare potrebbe dare quell’ispirazione che molti ragazzi cercano,
specie se in attesa di terminare gli studi universitari.
Il corso si compone di dieci interventi che toccano argomenti
vari, da quelli più teorici come “la chimica dell’acqua” e “le strategie riproduttive dei pesci d’acquario”, a quelli più di pratici,
sotto forma di esperienze di allevamento, come quelle riguardanti il Pitone reale, le “tarantole”, le tartarughe, i ciclidi nani e il
Pesce combattente; un occhio particolare è rivolto all’ecosistema naturale con la relazione “lo stagno in giardino”. A questi
incontri d’aula si aggiunge la possibilità di visitare la Mostra
scambio “Rettili dal Mondo”, il 22 aprile pv, che è considerata parte integrante del corso in oggetto e sarà anche sede del Primo Concorso di disegno, illustrazione e grafica con tema conduttore
“Gli animali in mostra: pesci, anfibi e rettili”.
Il Caeb non è nuovo a questo tipo di iniziative, sin dalla sua nascita, all’inizio degli anni ’90 e si connota come associazione con lo scopo di favorire lo studio e lo sviluppo dell’acquariologia e della
erpetofilia nel massimo rispetto della vita degli organismi allevati ma, soprattutto, è composto da
persone, giovani e meno giovani, cui piace “sporcarsi le mani” e, magari, anche ricevere qualche
morso col fine ultimo di scoprire.
Tutti i soci sono profondamente convinti che solo la conoscenza possa abbattere quelle barriere
che portano al maltrattamento degli animali, in quanto, a torto, considerati “differenti” da noi. Per
tale motivo, anche grazie all’impegno del presidente Alessandro Vlora che canalizza le energie e
agisce da fulcro, si è fatto della divulgazione una delle attività principali del club: questa si manifesta attraverso corsi istituzionali, mostre, concorsi, ma anche con le classiche quattro chiacchiere
tra amici, non separati dal consueto monitor per pc. I neofiti che entrano nel club si ritrovano a
guardare il mondo da un altro punto di vista: da quando l’uomo si è chiuso nelle proprie abitazioni, isolate dal mondo esterno “naturale” ha perso il contatto con tutto ciò che prima era parte integrante della sua vita; sono nate le
fobie: dei ragni, dei serpenti, dei topi,
degli scarafaggi, delle lucertole… di
tutto ciò che non fa più parte della
quotidianità. Il rispetto per l’ambiente,
l’ecologia hanno perso il proprio significato per assumerne uno più prosaico
che spesso si risolve in due parole:
“raccolta differenziata” e chi alleva
L’allevatore I. Pegna durante
la relazione sul pitone reale
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Teoria e “pratica” al corso di acquariologia e terraristica
Record assoluto: oltre 100 partecipanti
entusiasti nonostante l’orario della pennichella…
simili animali o mostra interesse per loro è considerato “strano” o quantomeno “originale”.
Scopo ultimo di questo corso è di far comprendere che allevare un organismo vivente, qualunque esso sia, essere in grado di tenere sotto
controllo tutti i parametri necessari alla sua vita
e riuscire a riprodurlo, dove la riproduzione è
intesa come massima espressione di benessere, oltre ad essere una grande soddisfazione è innanzitutto la prova di un grande amore e una grande attenzione verso la Vita. Assistere alla nascita di
un serpente o un ragno o un insetto è un miracolo emozionante come per qualsiasi altro animale:
cane, gatto o puledro che sia.
L’affluenza ai corsi, che si effettuano sempre il pomeriggio del sabato, è molto alta e ciò, oltre ad
essere molto gratificante, è soprattutto di sprone per i nostri relatori, che sono accolti in aula da un
calore e simpatia tali da essere invogliati a far sempre meglio e a trasmettere tutta la propria esperienza e passione.
Non ultima la soddisfazione più grande, vedere coloro che, discenti nei corsi precedenti, pian piano
acquisiscono quella competenza e padronanza che gli consentirà in un prossimo futuro di essere
pronti a trasmettere essi stessi le proprie esperienze.
Francesco Nicassio (Consiglio Direttivo C.A.E.B.)
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MAREVIVO
NUOVO AVVISTAMENTO DI BALENE
A LAMPEDUSA
15 marzo 2012 – Intorno alle dieci di stamattina, a poche miglia a nord di
Lampedusa, nel tratto compreso tra l’isola di Lampedusa e quella di Linosa,
sono stati avvistati due esemplari di balena dalla delegazione siciliana di
Marevivo.
“Erano distanti tra di loro e si tenevano a ridosso del traghetto che collega
Lampedusa con Porto Empedocle” ha raccontato Peppe Lombardo,
Delegazione di Agrigento.
Poter avvistare e ammirare questi giganteschi cetacei è un’emozione che
ogni volta si ripropone con la stessa intensità e che ci dovrebbe indurre ad
adottare ogni iniziativa volta a proteggere la biodiversità senza risparmiarci.
Ufficio Stampa Marevivo
(063202949 – 3381090669)
100
La rubrica p
L’acquario… in
7 domande
Una nuova rubrica per il principiante:
la lettera da cui scaturì la serie
Ricordate la lettera che chiedeva spiegazioni sull’acquario in base a sette quesiti? Nel numero di gennaio abbiamo parlato dei cambi d’acqua (quesito numero 1); nel numero successivo
abbiamo cercato di rispondere alla domanda numero 2, riguardante il substrato. È così giunto il momento di passare alla terza domanda del nostro amico Mario (ricordate?), cui dedichiamo l’intera rubrica, insieme a tutti i neofiti del mondo!
3 - Il filtro e la sua pulizia: è possibile effettuare un cambio d'acqua senza assolutamente toccare il filtro? Se sì, ci si deve basare sulla diminuzione di portata dello stesso per
capire che è il momento di eliminare i residui dai materiali filtranti (senza toccare i cannolicchi)?
Per un corretto e duraturo funzionamento di un
piccolo ecosistema acquatico, ricreato in un
angolo del nostro appartamento, è necessario e
fondamentale porre particolare attenzione al
sistema di filtraggio dell’acqua. Generalmente il
filtraggio negli acquari di acqua dolce è realizzato tramite una prima filtrazione meccanica e una
seconda biologica, associate eventualmente ad
una aggiuntiva di tipo chimico, ad esempio con
da carbone attivo o particolari resine che adsorbono le sostanze organiche grazie alla loro elevata porosità. Il filtraggio meccanico, realizzato
con vari tipi di spugne e potenziato dall’utilizzo di
lana perlon, è fondamentale per trattenere il particolato presente in acqua ed evitare di far entrare in contatto diretto quest’ultimo con i “cannolicchi” o altri materiali porosi utilizzati come filtraggio biologico. I cannolicchi sono costituiti,
infatti, da un materiale ceramico molto poroso
ideale per l’attecchimento e la proliferazione di
colonie batteriche nitrificanti e di conseguenza
tali pori non devono essere ostruiti, per permettere un apporto costante di ossigeno ai batteri.
Esempio di filtro interno
102
per il neofita
Il filtro
e la sua manutenzione
di Federica Ferrigno
Quanto appena detto è realizzabile prendendo
delle semplici precauzioni per limitare un eccessivo accumulo di sedimenti e particolato al di
sopra dei “cannolicchi” ed evitare di intaccare le
colonie batteriche. È necessario utilizzare in
maniera opportuna un filtraggio meccanico e
mantenere un flusso di acqua costante all’interno del filtro; infatti, i batteri presenti nel sistema di
filtraggio, si dispongono in una determinata posizione adattandosi al particolare flusso d’acqua.
Un eventuale cambiamento di tale flusso,
potrebbe arrecare non pochi problemi alle popolazioni batteriche che si sono abituate a vivere in
determinate condizioni.
Un’abituale pulizia del filtro meccanico e della
pompa permette un flusso d’acqua costante che
Filtrazione meccanica con spugne
Tali colonie, che lavorano quindi in presenza di
ossigeno, sono in grado di dare il via al ciclo dell’azoto degradando la materia organica attraverso l’ossidazione dell’ammoniaca in nitriti e questi
in nitrati. I nitrati, in acquari di acqua dolce non
rappresentano una problematica rivelante, dato
che sono ben tollerati dalla maggior parte degli
organismi allevati e tenuti sotto controllo tramite
il loro assorbimento da parte delle piante. Al contrario, in acquari marini, i nitrati sono poco tollerati dalla maggior parte dei pesci ma soprattutto
dai coralli.
Garantire le condizioni ideali per la sopravvivenza
dei batteri nitrificanti all’interno del filtro biologico
è fondamentale per ottenere una buona qualità
dell’acqua e di conseguenza dei buoni risultati a
lungo termine.
Filtrazione meccanica con lana perlon
103
La pulizia del filtro consiste nella
rimozione o nel risciacquo dei
materiali filtranti, inclusa la pompa,
ma non dei cannolicchi
Per quanto riguarda la pulizia del filtro
negli acquari marini, il discorso è diverso. Generalmente, in queste particolari vasche popolate da molte specie di
pesci e coralli, non viene adoperato un
filtraggio biologico con la presenza di
“cannolicchi” e neanche quello meccanico.
Come già detto, il prodotto finale del
metabolismo dei batteri aerobi è il nitrato, questa sostanza in condizioni di anaerobiosi
verrebbe trasformata, tramite l’azione di batteri
denitrificanti, in azoto molecolare, innocuo per gli
organismi allevati. Dato che ciò non avviene in un
comunissimo filtro biologico, a causa dell’assenza di zone anaerobiche, il nitrato verrebbe così a
trovarsi come tale in acqua. Mentre in un acquario di acqua dolce, la sua presenza non determina grossi problemi, in acquari marini questo è
attraversa il filtro biologico, garantendo le condizioni ottimali per la sopravvivenza batterica.
Generalmente, per comodità, la pulizia del filtro
interno o esterno viene fatta coincidere con un
eventuale cambio d’acqua, in questo modo però
si va ad abbassare bruscamente la carica batterica totale, eliminando contemporaneamente
quella presente nell’acqua e nelle spugne. Quindi
è consigliato l’utilizzo di attivatori batterici ogni
qual volta si esegue un cambio d’acqua.
Ovviamente i “cannolicchi” o qualsiasi altro substrato utilizzato per l’attecchimento e la proliferazione batterica, non devono essere assolutamente puliti, spostati o tirati fuori dall’acqua.
Rispettando queste piccole precauzioni, è possibile evitare la morte delle popolazioni batteriche
e la conseguente interruzione del ciclo azotato,
che porterebbe inevitabilmente a picchi di ammoniaca e nitriti, letali per gli animali presenti.
In base a quanto appena detto, è fondamentale
non aspettare la riduzione della portata del filtro, o
meglio della pompa, prima di accingersi a eseguire una pulizia dello stesso, ma prevenire la riduzione del flusso tramite una costante e abitudinaria
pulizia dei materiali filtranti circa una volta al mese,
oppure ogniqualvolta appare necessario.
Esempio di schiumatoio, utilizzato negli
acquari marini per l’eliminazione delle
sostanze organiche e delle proteine
104
crea zone anossiche in cui si stabiliscono i batteri denitrificanti. Un analogo funzionamento, con
formazione di colonie di batteri nitrificanti e denitrificanti, in particolari condizioni, si può avere
attraverso il metodo DSB, che utilizza la formazione di un medesimo gradiente di ossigeno ma
all’interno del substrato, il cui spessore è generalmente di almeno 12 cm.
Per quanto riguarda gli acquari marini popolati
esclusivamente da pesci, con assenza quindi di
coralli, è possibile utilizzare una filtrazione biologia che rispecchia quella descritta per gli acquari di acqua dolce, sebbene sia opportuno non
sovrappopolarli.
Generalmente è utilizzata una vasca di dimensioni più piccole in comunicazione con quella principale; tale vasca chiamata ”sump”, è utilizzata
per la collocazione della strumentazione tecnica
(schiumatoi, reattori di calcio, post reattori, termoriscaldatori, pompe di risalita e altro) e per
l’eventuale filtrazione meccanica e biologica, nel
caso sia necessaria e non sia adoperato un filtro
esterno.
Il percolatore, infine, è un altro strumento molto
utilizzato in acquariologia marina per la filtrazione
biologica; l’acqua viene fatta “colare” su dei supporti batterici al fine di aumentare enormemente
la superficie di contatto aria/acqua, elevando in
questo modo il tasso di ossigeno dell’acqua
stessa e rendendo la nitrificazione più efficiente.
invece molto pericoloso e poco tollerato dalla
maggior parte dei coralli allevati.
Esistono alcuni filtri particolari utilizzati per la
denitrificazione, come ad esempio i denitratori;
tali strumenti sono progettati appositamente per
permettere il processo di denitrificazione grazie a
un ambiente anossico che si viene a creare,
necessario per l’azione dei batteri denitrificanti.
Affinché tali batteri esercitino la loro funzione,
devono essere alimentati in vari modi, con, ad
esempio, soluzioni di alcool o di zucchero. Per
tali motivi, queste particolari attrezzature andrebbero utilizzate da coloro i quali abbiano un minimo di esperienza nel settore.
In acquari marini popolati da molti pesci e coralli, si preferisce utilizzare particolari strumenti che
sostituiscono il filtro biologico: gli schiumatoi.
Gli schiumatoi hanno un principio di funzionamento molto diverso rispetto a quello di un
comunissimo filtro biologico, infatti sono in grado
di eliminare dall’acqua la sostanza organica e le
proteine, che darebbero il via al ciclo dell’azoto
con la conseguente produzione di nitrati. Tramite
l’ausilio di tali strumenti è possibile andare a
intervenire prima che il ciclo dell’azoto abbia inizio, mantenendo in questo modo concentrazioni
bassissime di nutrienti in vasca. In realtà una
sorta di filtraggio biologico esiste in acquariologia
marina ed è costituito dalle rocce vive. A differenza di un comune filtro biologico che è in grado di
dare origine esclusivamente a processi
di nitrificazione, le rocce vive sono in
grado di associare ai processi di nitrificazione quelli di denitrificazione, contribuendo a eliminare il nitrato che si formerebbe; ciò può avvenire grazie alla
formazione di un gradiente di ossigeno,
che permette l’insediamento in superficie dei batteri nitrificanti e che, andando
a diminuire verso l’interno della roccia,
Esempio di Sump, ovvero vasca in
comunicazione con quella principale, in cui viene riposta la strumentazione tecnica
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Conchiglie
da collezione
di Lorenzo Luchetta, seconda parte
Viaggio nel mondo di questi fantastici
“gusci” che da tempo immemore sono
oggetto d’interesse per l’uomo che ha
imparato a classificarli, custodirli e collezionarli.
rocce stesse numerose uova contenute in capsule appiattite a forma di foglia. Il Conus gloriamaris (gloria di mare) è considerata una
delle conchiglie più preziose del mondo, e la
maggior parte degli esemplari è custodita in
musei di storia naturale.
Come approfondiremo in seguito, una delle
particolarità dei conidi è contare diverse specie
velenose, alcune potenzialmente mortali anche
per l’uomo.
II presentazione:
i Conidi
del Mediterraneo
e del resto del mondo
CONUS EBRAEUS
I conidi sono conchiglie assai diffuse ma molto
apprezzate per le loro grandi varietà di colorazioni; ne esistono più di quattrocento specie, la
stragrande maggioranza delle quali si trova
nell’Indopacifico. La conformazione tipica di
queste conchiglie è appunto di forma conica,
con guscio robusto e dimensioni che possono
raggiungere e superare i trenta centimetri nel
Conus prometheus, ma che possono anche essere inferiori a due centimetri nelle specie più
piccole.
I molluschi che costruiscono queste conchiglie
sono carnivori e la base della loro dieta è costituita da vermi e piccoli pesci; amano ripararsi
sotto le pietre in acque poco profonde, dove
sono soliti anche riprodursi “incollando” alle
106
CONUS EBRAEUS
NEL MAR MEDITERRANEO
Nel Mar Mediterraneo i conidi sono rappresentati da un’unica specie, il Conus mediterraneus. La forma della conchiglia è inconfondibile, ma si possono trovare esemplari più o
meno affusolati e slanciati; la colorazione varia
dal chiaro con linee e macchie brune, all’uniforme bruno-olivaceo. Le dimensioni si aggirano generalmente intorno ai quattro centimetri, ma sono stati rinvenuti esemplari che raggiungevano i sette centimetri. È una specie
molto comune in tutto il mediterraneo e il suo
habitat ideale sono i bassi fondali, dove può
rifugiarsi tra rocce e alghe, trovando anche
facilmente le sue prede preferite.
mento assiale e una fitta punteggiatura nerastra ordinata secondo strie spirali. Il suo habitat preferito è costituito dalle madrepore del
piano infralitorale, dove trova rifugio e nutrimento. È considerato abbastanza comune
nell’Indopacifico e nella provincia giapponese.
Conus ebraeus
Altro conide di piccole dimensioni, abbondante in tutto l’Indopacifico, è stato raccolto anche
nella provincia Panamica, dove, però risulta
essere poco comune. La spira è bassa e generalmente erosa e la colorazione è tipicamente a
CONUS NUSSATELLA
DUE CONIDI DEL RESTO
DEL MONDO
Conus nussatella
Conide di taglia medio piccola, con struttura
spessa e solida e un’immagine allungata che lo
fa somigliare a un tozzo stiletto. La colorazione classica è bianco-crema, con fiammelle,
macchie o bande marroni-aranciate ad anda107
CONUS NUSSATELLA
fasce bianche alternate a fasce di tassellatura
nera discontinue. I banchi corallini sono il
luogo dove è più facile rinvenirlo.
CONCHIGLIE “PUNGENTI”
I colori sgargianti e le moltissime specie fanno
dei coni uno dei gruppi più ricercati dai collezionisti, ma la loro caratteristica più insidiosa
è legata al veleno che posseggono e che utilizzano per difendersi dai nemici e per cacciare le
prede di cui poi si nutrono. Come per tutti gli
esseri velenosi esistono specie con veleni blandi e specie dotate di veleni assai potenti, in
grado anche di uccidere un uomo adulto. Il più
“famigerato” del gruppo è senza dubbio il
Conus textile, abbondante nell’Indopacifico e
causa ogni anno di svariati incidenti da puntura. Il suo sistema di attacco è quanto mai ben
concepito: questo mollusco è, infatti, dotato di
una proboscide che funge da fodera per un
aculeo concavo, nel quale è spruzzato il veleno.
Se l’aculeo resta conficcato nel nemico il cono
non rimane disarmato, infatti possiede una
sorta di riserva di aculei-lancia che può usare
in successione, un po’ come un arciere; questa
sua dote lo rende doppiamente pericoloso ed il
suo attacco raramente si rivela inefficace. A chi
tocca la malaugurata esperienza di subire una
puntura di Conus texile, sarà necessario il tempestivo intervento di un medico; generalmente le popolazioni indigene dei luoghi dove
questi coni abbondano sanno come evitarlo, ed
eventualmente come intervenire in caso di
puntura.
PICCOLI CONIDI DELL'INDOPACIFICO CONFRONTATI CON UN CHICCO DI MAIS
108
?
109
fertilizzanti
Info: http://www.cia-acquari.it/aquavitro-reef.html
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
CIA, Aquavitro
linea fertilizzante:
crescita scatenata!
110
Coltivare piante acquatiche può essere molto
facile o molto difficile, secondo i punti di vista.
Alcuni acquariofili dal pollice verde riescono a
produrre acquari magnificamente erborati apparentemente senza troppi sforzi, per l’invidia di
molti! Altri, pur disponendo tutto nel migliore dei
modi, non riescono proprio a realizzarli quei landscape, inspiegabilmente. Oggi ci viene incontro
linea potente, precisa,
versatile, molto efficace,
produce risultati
eccellenti se utilizzata
con attenzione
un’azienda molto energica, proponendo una
linea completa che potrà fare la felicità dei coltivatori di piante.
Sappiamo bene che ogni acquario è diverso
dagli altri e che non sempre le condizioni
ambientali si prestino a ospitare delle piante.
Aggiungere sempre lo stesso fertilizzante può
significare semplicemente produrre crescita di
il neofita dovrebbe farsi
consigliare dal negoziante
per utilizzare
ogni prodotto in maniera
adeguata
alle specifiche esigenze
alghe, se il suo contenuto non corrisponde alle
specifiche esigenze di quella vasca. Ecco perché
CIA presenta la nuova linea Aquavitro, composta
di numerosi prodotti diversi, da utilizzare secondo le esigenze. Li trattiamo per questo nel loro
insieme, perché definirne uno solo sarebbe
assolutamente riduttivo e, in qualche modo, inutile. Grazie alla linea aquavitro possiamo aggiungere in vasca tutto e solo quello che serve per
“scatenare la crescita delle piante” (come affermato nell’attraente pubblicità), agendo con perizia e in modo efficace. In breve, la linea si compone di numerosi prodotti diversi. Premier è un
biocondizionatore e dovreste usarlo al momento
te, da utilizzare periodicamente in base alle istru-
dell’allestimento o del cambio d’acqua. A diffe-
zioni e alle reazioni osservate. Propel rifornisce le
renza di altri biocondizionatori, è stato formulato
piante di tutto il ferro di cui hanno bisogno e va
apposta per i plantacquari e quindi non solo
usato regolarmente. Synthesis è una fonte di
rimuove il cloro e gli altri inquinanti, ma aggiunge
azoto e andrà utilizzato dunque secondo le esi-
i primi composti fondamentali per la crescita
genze, aiutandosi eventualmente anche con i
delle piante, bilanciando il contenuto ionico del-
risultati delle misurazioni effettuate. Similmente,
l’acqua di rubinetto. Similmente, Mineralize e
Activate è una fonte di fosforo e dovremo utiliz-
Carbonate aggiungono la giusta quantità di
zarla in base alle effettive esigenze del nostro
durezza totale e carbonatica, rispettivamente,
acquario. Insomma si tratta di strumenti precisi,
all’acqua demineralizzata, in modo da riequilibra-
potenti, efficaci, nelle mani dell’acquariofilo.
re il contenuto salino rendendolo simile a quello
Utilizzandoli sapientemente chiunque potrà
delle acque tropicali. Envy invece è una fonte di
ottenere acquari ricchi di vegetazione in buona
composti organici indispensabili per molte pian-
salute!
111
Info:http://www.crocitrading.com/index.php?pp2=menu_cate&cate=&mc=&L=i&pp=show
_prodotti&x=0&br=&kk=1&descri=glax%20stone&code=&perpa=5&id_an=5869
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
materiali
filtranti
Wave glaX stone:
filtrar bene, non solo
superficialmente
112
La realizzazione di un buon filtro biologico è una
di quelle attività che richiedono scienza, sapienza tecnologica e… un po’ di capacità artistica.
Un appassionato che riesca a produrre un buon
filtro, infatti, è veramente a metà dell’opera per
ottenere successi col suo acquario. La qualità di
un filtro dipende per metà dalla sua struttura
(deve essere non solo abbastanza ampio, ma
anche di forma tale da facilitare la vita di popolazioni diversificate di batteri) e per metà dalla qualità dei materiali filtranti. Ogni giorno assistiamo
alla nascita di nuovi materiali filtranti e, bisogna
dire, molti di essi sono “fantasiosi” e privi di fondamenti scientifici o di esperienze sufficienti ad
assicurarne la qualità. Altri, come nel caso di
glaX stone della linea Wave, sono intelligenti
modificazioni di altri materiali, ben sperimentati.
GlaX Stone è, infatti, costituito da vetro sinterizzato, un materiale ben noto per la sua elevatissima superficie. Normalmente è venduto in forma
di anelli o tubetti, perché questo facilita gli scambi gassosi in superficie e assicura quindi una trasformazione aerobica degli inquinanti. Oggi però
sappiamo che anche i processi anaerobici sono
fondamentali in acquario, riuscendo a ridurre la
quantità di composti ossidati, come i nitrati e i
fosfati, e rendendo quindi meno opprimente la
necessità di cambi d’acqua.
Glax Stone ha una forma tale da rendere “probabili” questi processi. La sua superficie è estremamente ampia, grazie alle caratteristiche insite
nella struttura stessa del vetro sinterizzato: pori
piccoli e numerosissimi, tali da renderlo particolarmente leggero. La forma globosa però induce
una minore circolazione di liquidi al centro delle
singole pietre e questo fa sì che si sviluppino
anche popolazioni di batteri anaerobici proprio
grazie alla struttura in pori passanti che caratterizza questo materiale vetroso.
In definitiva, senza che sia necessario strutturare
il filtro in maniera particolare, semplicemente
sostituendo i classici cannolicchi con questo
innovativo materiale, riusciremo ad ottenere
un’azione aerobica molto spinta in superficie
(grazie all’estrema porosità) e un’azione anaero-
forma e struttura ideali
per completare processi
di nitrificazione
(in superficie)
e denitrificazione
(in profondità)
in alcune condizioni,
con lumi di calibro ridotto
e flusso sostenuto
potrebbero indurre
rallentamenti e riduzioni
di portata
bica al centro di ogni pietra. Anzi potremmo
affermare che è la stessa presenza delle popolazioni aerobiche in superficie a favorire la successiva proliferazione dei batteri anaerobici al centro, perché l’acqua che penetra viene rapidamente privata dell’ossigeno che conteneva.
Molto razionali anche i due formati in cui il prodotto è commercializzato, da 350 e 800 grammi,
per filtri di dimensioni diverse. Si tratta dunque di
un materiale molto promettente e, per giunta,
relativamente economico rispetto a substrati con
caratteristiche paragonabili. Saremo interessati a
pubblicare le esperienze di coloro i quali, avendolo provato, possano aggiungere dettagli a
quanto sin qui riportato.
113
114
Altre info:
http://www.aquariumline.com/catalog/mironekuton-mineralsteine-300grpietra-naturale-ricca-minerali-gamberetti-pi-12432.html
Info:http://www.mironekuton.de/english/mironekuton-mironektonminerales-mineralpowder-mineralstone-mineralstones.htm
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
biocondizionatori
Mironekuton Natural
Deep Sea Mineral:
segreti elementi marini
Difficile definire la “categoria” di questo prodotto,
dato l’estremo grado d’innovazione che rappresenta. Si tratta di un substrato, di un integratore,
di un… alimento! L’invasione di “caridinai”, cioè
di piccole vasche di acqua dolce, più o meno
piantumate, dedicate all’allevamento di neocaridine, non accenna a fermarsi. Le Neocaridina,
trattate in questa rivista in una sezione apposita,
sono piccoli crostacei la cui selezione oramai
decennale ha reso possibile l’espressione di
magnifiche colorazioni.
Sono, come un po’ tutti i crostacei, estremamente delicate e soffrono, più di altri taxa, di
carenze di oligoelementi e sali minerali. I crostacei di acqua dolce, a differenza di quelli marini,
devono affrontare durante ogni fase di post-muta
il problema della bassa reperibilità di sali nell’ambiente in cui vivono, fatto che ha portato questi
animali a sviluppare vie alternative di approvvigionamento: tra queste l’utilizzo di sabbie, frammenti di roccia e fonti organiche.
Molti allevatori di neocaridine sono soliti integrare, nella “morbida” acqua di allevamento, degli
integratori minerali tipici degli acquari marini o,
direttamente, piccole quantità di sale marino.
Un’alternativa più comoda e che si presta meno
a eventuali sovradosaggi è l’utilizzo d’integratori
solidi specificamente studiati per essere utilizzati
in caridinai: uno di questi è il Mironekuton.
Non è altro che una roccia marina proveniente
dai fondali geologicamente attivi della placca dell’oceano Pacifico. In questi luoghi, soggetti a fortissime pressioni, si son “fusi” materiali di origine
diversa: la miscela di neve marina (spoglie di
organismi ricche di minerali e con tracce di
materiale organico), acqua marina e depositi del
fondale, produce una roccia ricca di minerali,
almeno 66, e utilissima quindi come integratore.
L’utilizzo è duplice: la polvere è un ottimo integratore del substrato, le rocce sono invece integratori direttamente utilizzabili per le caridine. La
polvere, specialmente quando utilizzata con substrati allofani e terrosi, aumenta l’attività batterica
e la fauna accompagnatrice residente, stabilizzando il pH del fondo e fornendo alla rete trofica
che s’instaura, un ambiente stabile e ricco di
minerali. Inoltre funge da integratore per il fondo
anche per le radici di eventuali piante del nostro
caridinaio, spesso in sofferenza a causa dei limiti che un acquario di questo tipo impone alla fertilizzazione in colonna. Le rocce invece sono
integratore minerale
completo per neocaridine.
Migliora l’attività
biologica del fondo.
Funzioni adsorbenti
A pH bassi tende
a sciogliersi innalzando
la conducibilità
dell’acqua
direttamente “brucate” dalle caridine e utilizzate
come integratore di calcio e magnesio per via alimentare. Entrambe le forme, sia quella in polvere sia quella a roccia, tendono a sciogliersi a pH
bassi e fungono da integratore di sali minerali
nella colonna d’acqua. Le caratteristiche simili
alla montmorillonite lo rendono anche un buono
scambiatore cationico capace di adsorbire alcune molecole potenzialmente tossiche presenti
nella colonna d’acqua. Il dosaggio è di circa 0,4
grammi di prodotto in polvere ogni 10 litri di
acqua dell’acquario, circa due volte a settimana.
Il rilascio è in ogni caso estremamente graduale:
50 grammi di Mironekuton in polvere in 10 litri di
acqua di osmosi inversa rimineralizzano l’acqua,
dopo due giorni, innalzandone (in media) i valori
a GH4, KH2, pH 7,4 e conducibilità 75 µS.
115
Tropic Marin
Pro-coral cure:
anche i coralli
potrebbero ammalarsi
Info: http://www.tropic-marin.com/web/english/produkte/pro-coral-cure.htm
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
medicamenti
116
Anche i coralli, come qualsiasi altro essere vivente, soffrono di patologie di vario genere causate
da svariati batteri, virus o parassiti.
Le parassitosi sono le patologie più preoccupanti in acquariofilia marina: fenomeni spesso cronicizzati, causati da organismi sfuggenti, mimetici
e resistenti ai farmaci. Se si pensa poi, alla senben tollerato dai coralli.
Provoca il distacco
e/o la morte di molti
parassiti tra cui
gli esemplari adulti
di Turbellari
sibilità dei coralli ai farmaci stessi, è chiaro come
sia complesso affrontare, in acquario, problematiche di questo tipo.
Tra i più diffusi parassiti dei coralli ricordiamo i
nudibranchi delle montipore, degli zoantidi, i
vermi piatti che parassitano solitamente coralli
del genere Acropora e una serie di altri parassiti
di recente identificazione: alcuni copepodi
non uccide le uova di
Turbellari. Alcune specie
di Acropora sono
sensibili al bagno
in composti iodati
(ad esempio le millepore)
(Harpacticoidi) del genere Tegastes e anfipodi
stenotoidi (red e black bugs).
È fondamentale quindi adottare un buon protocollo di profilassi dei coralli in “entrata” nel nostro
acquario. Una prima soluzione adottabile è sicuramente quella di eliminare le “basette” dei nostri
coralli o delle nostre talee al fine di eliminare
eventuali uova di platelminti. Ciò è semplice se
parliamo di piccole colonie, diventa più complesso con colonie di una certa dimensione.
Una possibile alternativa o profilassi aggiuntiva è
quella di utilizzare un “bagno” preventivo in una
soluzione di antiparassitario specifico per acqua-
lerato dai coralli e sembrerebbe avere risultati
riofilia marina: tra le tante possibilità c’è il Pro-
migliori sulla cura delle parassitosi. C’è giunta
coral cure prodotto dalla Tropic Marin. Il prodot-
voce anche di una compatibilità con antielmintici
to è fondamentalmente una soluzione iodata stu-
come il Levamisole, cosa che ne migliorerebbe
diata al fine di eliminare gli esemplari adulti di
ancor più l’efficacia, in particolare sui vermi piat-
vermi piatti parassiti oltre a vari crostacei ed è
ti.
efficace anche contro i Pantopoda (sea-spider).
Abbiamo testato il prodotto su un’acropora in
Non siamo a conoscenza della composizione
quarantena affetta da turbellarie ed effettivamen-
chimica esatta del Pro-coral cure, ma a un
te riesce a eliminare gli esemplari adulti mentre
esame superficiale somiglia fortemente a una
appare inefficace, come tanti altri farmaci a dire il
soluzione Lugol’s (iodio elementare e ioduro di
vero, contro le uova. Appare quindi un ottimo
potassio). Da alcuni test da noi effettuati i risulta-
prodotto di profilassi che però non sostituisce
ti sembrano però sconfessare questa prima
l’occhio dell’acquariofilo e la sicurezza dell’ac-
impressione: il Pro-coral cure appare meglio tol-
quisto dal proprio negoziante di fiducia.
117
Info: http://www.sicce.com/prodottiDettaglio_ita.php/prodotto=shark-adv-400-600-800/idprodotto=3
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
filtri
Sicce Shark ADV:
biologico nel dolce,
fluido nel marino
118
Molto spesso nell'acquariofilia marina ci si trova a
dover acquistare, per necessità impellenti, accessori di costo notevole. È questo il caso dei filtri a
letto fluido che sono giustamente dimensionati
per l'uso di grandi quantità di materiale filtrante.
Purtroppo le sump non sono mai sufficienti a ospitare tutta l'attrezzatura necessaria, in particolar
modo per quanto riguarda vasche di piccola e
versatile,
adatto al marino
e al dolce, modulare,
ospita qualsiasi
materiale filtrante
media dimensione. Quando combaciano queste
due problematiche ci si ritrova a ingegnarsi per
trovare la soluzione migliore alle nostre esigenze.
Nel nostro caso ci viene incontro un prodotto per
acqua dolce, lo Shark ADV 400 della Sicce, che
ha caratteristiche costruttive ideali per “l'uso
improprio in acquari marini”: innanzitutto il flusso
dal basso verso l'alto dell'acqua, le dimensioni
dimensioni interne
non molto generose.
Possibilità di fuoriuscita
di materiali
molto sottili
ridotte del filtro e la potenza della pompa che
con i suoi 400 l/h risulta perfettamente bilanciata
per lo scopo.
All'apertura della scatola la prima cosa che ci
colpisce è la quantità di accessori forniti e di
conseguenza le molteplici possibilità d'uso che
questi permettono. S’inizia col montare le 4 morbidissime ventose di gomma e arriva la prima
sorpresa: il carrello è scorrevole all'interno di una
solida guida permettendo la direzionalità del filtro. Procedendo nel montaggio si trova una
comoda maschera che permette di convogliare
e ridurre l'ampio flusso in uscita in un getto
l'uso di un pezzo sottile di spugna prima della
unico, a sua volta direzionabile tramite un ulterio-
grata che chiude il contenitore.
re beccuccio. Da notare un tubicino per l'even-
Una volta montato il tutto e fissato il filtro a una
tuale pescaggio dell'aria e una ghiera di regola-
parete della sump, l'idea si è rivelata più azzec-
zione sulla testa del motore per regolare la quan-
cata di quel che pensassimo, difatti il carbone
tità d'aria aspirabile. Ci sono infine 2 classiche
attivo ha iniziato la sua "danza" all'interno del
spugne blu a maglia larga opportunamente
cestello senza intasare il filtro e l'uscita dell'ac-
sagomate e il comodissimo sistema di fissaggio
qua ha generato un notevole flusso superficiale
del cestello sotto il motore tramite accoppiamen-
rompendo ogni tipo di patina superficiale.
to magnetico.
Nel caso fosse necessario l'uso di un secondo
Le dimensioni della camera di filtraggio permet-
materiale filtrante, è sempre possibile acquistare
tono l'uso di una discreta quantità di materiale fil-
un cestello aggiuntivo quale ricambio, per
trante in sostituzione delle spugne in dotazione.
aggiungere ad esempio resine anti-fosfati o zeo-
Nel nostro caso, date le ridottissime dimensioni
liti a setaccio molecolare.
del carbone attivo utilizzato, si è reso necessario
di Mario Rotondi
119
Info: http://www.thriveaquatics.com/index.php?option=com_content&view=article&id=133&Itemid=187
http://reefbuilders.com/2012/01/17/thrive-aquatics-coral-frag-plug-tree/
e novità
RECENSIONI
CATEGORIA
accessori
Thrive Aquatics
Frag Tree 360:
l’albero di talee
120
Il Frag Tree 360m ideato dall’americana Thrive
Aquatics, è un innovativo e utilissimo nuovo
metodo per allevare e far crescere le proprie
talee di coralli direttamente in acquario. Sul mercato italiano si trovano pochissime soluzioni in
questo senso: molti acquariofili, stanchi dei soliti
taleari in plastica nera, si sono orientati verso
soluzioni fai da te. Il problema principale del
versatile, economico,
pratico e di semplice
utilizzo, sostituisce
le versioni marchiane
strutture fai-da-te
taleario “hang-on” in acquario è l’ombra che proietta e che disturba i coralli sottostanti.
L’idea alla base del Frag Tree è di costruire una
è necessaria una certa
sensibilità per montare
la struttura evitando
ombre sulle talee
disposte più in basso
struttura ad albero: dal cilindro centrale, ancora-
È possibile variare la posizione delle braccia e il
to al vetro o incastrato nella propria base, dipar-
numero delle stesse al fine di ottimizzare la distri-
tono delle “braccia” sulle quali è poi inserito il
buzione delle talee, ed evitare fastidiosi effetti
Plug/basetta portacorallo. Le braccia aumenta-
ombra: è possibile infatti ospitare fino a 27 “plug”
no in lunghezza lungo il cilindro/asse centrale: il
in tante differenti configurazioni. Naturalmente la
risultato è una sorta di “albero di natale”, com-
struttura, ingegnosa ed elegante, è realizzata in
patto e completamente personalizzabile, in
materiale atossico e adatto per l’acquario mari-
materiale plastico (ABS) tagliato a laser. Può
no. Si tratta di una tecnologia applicata anche in
apparire come una serie di “funghetti” disposti in
grandi centri di acquacoltura per la produzione di
gruppi, componibile, in modo da poter ospitare
coralli a livello industriale, che è ora commercia-
tantissime talee sia per facilitare la loro crescita,
lizzata in piccoli set adeguati per l’acquario
sia per la produzione. Lo stesso negozio specia-
domestico. Una vera chicca per i “reef builders”,
lizzato potrà utilizzare questa struttura per espor-
che renderà divertenti operazioni altrimenti com-
re e rendere molto pratica la raccolta e la vendi-
plesse e permetterà di raggiungere i risultati
ta dei coralli.
desiderati senza eccessivi sforzi.
121
Inserto da stampa
Questo volumetto destinato al neofita che voglia allevar
discus, prodotto dall’azienda Discuszukt, tradotto dalla nostra redazione e
regalato in esclusiva ai lettori di aquariophylia, è il risultato della cooperazione
della rivista con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite
dell’acquario d’acqua dolce. Nel corso dei prossimi numeri vi offriremo, in puntate mensili, i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle
mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle a un centro stampa
per farle assemblare. Di fatto, si tratta di un altro regalo che aquariophylia fa a
tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce.
Questo mese inizieremo col primo capitolo, dedicato all’installazione della vasca
per i discus. Come noterete, tutti gli argomenti sono riportati in forma molto sintetica, minima, per assicurare un’informazione essenziale, senza fronzoli al principiante. Si tratta di un sistema moderno e agile per mettere tutti in condizione
di allestire il primo acquario per i discus. L’edizione originale in tedesco e la versione inglese possono essere scaricate dal sito Diskuszucht:
http://www.diskuszucht-stendker.de/100,0,downloads,index,0.php (in tedesco)
http://www.diskuszucht-stendker.de/gb/322,0,downloads,index,0.html (in inglese).
L’ALLEVAMENTO DEI DISCUS:
notizie di base per cominciare
1 - INSTALLAZIONE, DECORAZIONE, PREPARAZIONE E SISTEMI DI
EMERGENZA DELL’ACQUARIO
1.1 Dimensioni minime
Per un gruppo di discus, che dovrebbe comprendere 10-12 esemplari, è necessario un acquario
di dimensioni minime di 100 x 40 x 45 cm (180 litri). Tali dimensioni sono adeguate anche per
pesci adulti che abbiano raggiunto la taglia massima. Ottimi acquari completi, comprendenti
pompa/filtro, sistema di riscaldamento, illuminazione, termometro e accessori, si trovano a prezzi convenienti nei negozi specializzati. L’acquario andrà disposto su un mobile adatto a sostenerne il peso; sarà inoltre opportuno che il suo supporto offra lo spazio necessario all’attrezzatura.
1.2 Riscaldamento
Il termoriscaldatore va fissato su una parete laterale, in modo da non ostacolare l’osservazione.
122
are e conservare
È importante ricordare che il sistema di riscaldamento deve essere sempre completamente immerso, per evitarne il danneggiamento. Il riscaldamento deve essere in funzione 24 h al giorno.
1.3 Termometro
Il termometro va fissato, per mezzo di una ventosa, al vetro anteriore dell’acquario, in modo da
poter controllare facilmente la temperatura. Per i discus la temperatura ottimale è di 29-30 °C.
1.4 Illuminazione
I discus hanno occhi grandi e sono estremamente sensibili alla luce. Per acquari che non superano i 50 cm di altezza dovrebbe bastare un impianto con luce simile a quella naturale, che permetta alle radiazioni di penetrare fino a 40 cm di profondità. Per vasche più profonde saranno
necessarie due lampade, per garantire anche alle piante un’illuminazione adeguata. La luce dovrà
essere accesa 12-14 h al giorno (ad esempio dalle 7,00 alle 21,00). I tempi di accensione e spegnimento possono essere facilmente automatizzati utilizzando un timer.
1.5 Illuminazione notturna
In natura i pesci si orientano con la luce del sole e della luna. Utilizzando una luce notturna, che
può essere regolata per mezzo di un timer, da alternare alla luce diurna, si aiutano gli animali a
123
Inserto da stampa
mantenere l’orientamento e si minimizzano le
reazioni di panico. Infatti, se l’acquario viene
tenuto nella completa oscurità, all’improvvisa
accensione di una luce i discus, in preda al
panico, possono reagire saltando fuori dalla
vasca, nuotando in maniera incontrollata o
urtare contro le pareti provocandosi così dei
danni. L’uso di una luce notturna elimina questi rischi.
1.6 Temporizzazione
Si consiglia di regolare l’illuminazione diurna in
base ad un ciclo di 12-14 h.
Attenzione: i timer devono essere utilizzati
esclusivamente per regolare l’illuminazione (se
ne dovranno utilizzare due separati per la
regolazione della luce diurna e notturna) mentre pompa e termostato devono essere alimentati separatamente ed ininterrottamente.
124
are e conservare
125
Inserto da stampa
1.7 Filtro
ESISTONO TRE TIPI DI FILTRO:
a) filtro interno, b) filtro esterno e c) filtro di Amburgo (tappeto filtrante: vedi ad esempio
http://www.reefitalia.net/forums/showthread.php?7858-Filtro-d-amburgo-by-Ludovico1964).Tutti i
sistemi di filtraggio devono essere attivi 24 h al giorno. Ogni sistema presenta caratteristiche differenti. Si consiglia l’uso di due filtri interni, in modo tale
che in caso di un guasto, almeno uno rimanga in funzione.
I filtri interni vanno fissati alla parete posteriore dell’acquario. L’uso di due filtri garantisce una migliore qualità
dell’acqua e le sostanze tossiche sono eliminate più velocemente. I filtri devono funzionare costantemente! I filtri
esterni sono fissati all’esterno per mezzo di tubi: c’è quindi il rischio che un tubo si possa staccare o non sia a tenuta, determinando così una perdita e provocando lo svuotamento della vasca. Questo rischio non si presenta utilizzando un filtro interno o un filtro di Amburgo.
In un filtro esterno l’acqua della vasca deve passare velocemente, innanzitutto attraversando una piccola sezione
di materiale filtrante (ad esempio lana di perlon) dove è eliminata la maggior parte dell’ossigeno
e delle sostanze organiche, lasciando ai batteri, che si trovano negli scomparti successivi del filtro, la possibilità di contribuire solo in misura minima al filtraggio.
Naturalmente è possibile scegliere un filtro di Amburgo, l’unico in uso nella nostra azienda.
Questo filtro, composto da una lastra di materiale filtrante, presenta una superficie di assorbimento enorme e viene attraversato molto lentamente dall’acqua, dando così ai batteri il tempo
e l’ossigeno necessari per una scomposizione ottimale delle sostanze tossiche.
Inoltre, in un acquario per Discus, a fondo nudo, questo tipo di filtro si può utilizzare per suddividere la vasca, riducendo lo spazio disponibile per il nuoto e rendendo così l’alimentazione più
efficiente. Lo spazio disponibile può essere aumentato a piacere, secondo la crescita degli animali. In questo modo, grazie al notevole volume delle vasche, si hanno sempre una buona qualità dell’acqua e condizioni ottimali di accrescimento. Unico svantaggio: l’estetica di questi filtri
lascia a desiderare.
1.8 Aeratore per il rifornimento
supplementare di ossigeno
Per garantire il necessario contenuto di
ossigeno disciolto in acqua, è sicuramente
consigliabile un aeratore collegato a una pietra porosa. L’aeratore deve funzionare ininterrottamente giorno e notte.
126
are e conservare
127
OLTRE
A CURA DI
Luigi Storoni
il vetro
Una veranda esterna
128
temporaneo ed esterno di un bar, in un’area aperta da 8
x 4 metri, si è pensato di posizionare due acquari: uno
d’acqua dolce e l’altro marino. L’ambiente esterno del bar, sotto il tendone, si presentava fresco e accogliente d’estate. La pianta disposta al centro, in un grande vaso, prometteva anche sensazioni naturali ed esotiche.
Mancava però una nota di colore, un espediente vivo in grado di rendere giustizia alla passione dell’arredatore. Qualsiasi struttura priva di vita sarebbe stata superflua, non riuscendo a realizzare la storia che quell’ambiente voleva raccontare. Una grande opera d’arte, probabilmente, avrebbe potuto introdurre una nota
dinamica integrandosi con l’arredamento moderno. Ma una grande opera d’arte non era economicamente
fattibile a questo scopo, né adattabile all’ambiente aperto. Interpretando le intenzioni del committente di sottolineare la zona centrale dell’ambiente, si sono sistemate due vasche angolate tra loro e la palma, che si è
voluta conservare. L’aggiunta delle vasche, come ben dimostrato dalle foto, modifica totalmente il layout,
producendo un effetto dinamico, di vita e colore. Peraltro le tinte della vegetazione acquatica ben si collocano nelle tinte delle maioliche e nella struttura di legno che sorregge il tendone. Gli acquari inoltre fanno da
contrappeso allo stile moderno, metallico, dei tavoli e delle sedie.
Gli acquari sono sistemati con il lato corto adiacente al vaso in modo da poter nascondere nello stesso alcune attrezzature tecniche. Peraltro, l’originario vaso circolare, è stato sostituito da una struttura a forma di
parallelepipedo a base quadrata, che permette di realizzare uno stratagemma estetico. La pianta disposta nel
vaso ha radici poco profonde ed è quindi sistemata in un doppiofondo alto una quindicina di centimetri. Sotto
questo strato sono disposti due filtri a bicchiere, estraibili lateralmente da due portelli invisibili. I filtri, di
tipo meccanico-adsorbente, contengono anche un termoriscaldatore e sono collegati a una lampada UV. La
particolare posizione delle vasche rende inutile la presenza di un sistema di illuminazione interno, essendo
la luce ambiente molto intensa tutto il giorno, anche se non sono presenti radiazioni solari dirette tali da produrre variazioni significative di temperatura.
Sotto il tendone sono però occultati due faretti spot che puntano sulle vasche, tali da realizzare un’atmosfera viva e scoppiettante. La presa corrente è alloggiata nella pedana, che è rialzata di 0,10 mt.
Naturalmente una struttura di questo tipo non è adattabile esclusivamente a un bar, come nel caso descritto,
ma a qualsiasi ambiente esterno - veranda, terrazza, salone scoperto, ristorante - che contenga una copertura mobile, adeguata a ridurre le radiazioni solari dirette, e una luce ambiente molto intensa. Ovviamente
bisognerà prendere in considerazione ambienti che non abbiano bisogno di temperature estreme, poiché la
termoregolazione rappresenta il vero tallone di Achille di questa realizzazione. Per questo motivo è stata utilizzata una vasca in vetrocamera e la parete superiore, a copertura, è realizzata anch’essa in vetrocamera in
modo da ridurre al minimo gli scambi termici. Nelle ore notturne è possibile ipotizzare una copertura in polistirolo che riduca gli scambi termici evitando così un eccessivo dispendio energetico, specialmente nei mesi
invernali, quando il delta-T raggiunge valori più elevati.
SCHEDA TECNICA
Per un allestimento
Attrezzatura tecnica (per ogni singola vasca):
1 vasca Teco in vetrocamera da 0,50 H x 1,00 L x 0,40 P mt
1 termoriscaldatore Hydor da 300 watt
1 filtro esterno Eheim a bicchiere
1 aeratore Shego da 300 litri
2 faretti alogeni da parete
1 pompa di circolazione
Per l’acquario d’acqua dolce
Fondo fertilizzato Anubias
Legni di torbiera
Lastre di ardesia
Legni fossili
129
Per l’acquario marino
Sabbia silicea di grana grossa
Scheletri di madrepore
Stimoli di viaggio
e di immersione
testo e filmati di Franco Savastano
Naso Unicornis
(Forsskål, 1775)
Pesce proveniente dal Mar Rosso e dall'Oceano
Pacifico, appartenente alla famiglia degli
Acanthuridae, detti pesci chirurgo per la presenza di una duplice lama (una sorta di bisturi) nella
zona caudale, arma molto tagliente della quale si
servono a difesa dai predatori.
L’esemplare nel video è da ritenersi di media età,
per la sua dimensione di circa quaranta centimetri di lunghezza; in età avanzata questi pesci possono misurare circa il doppio.
L’avvicinamento e la carezza con un dito sulla
guancia, che si vede nel filmato non è certamente usuale ed è da attribuirsi alla delicatezza dell’approccio tenuto dall’autore, che è arrivato al
contatto fisico con il soggetto senza che questo
fuggisse spaventato.
allungato sul quale spicca, come già ricordato,
un’escrescenza ossea simile a un corno
Pinne: dorsali e anali si estendono lungo tutto il
corpo.
Livrea: particolarmente elegante e colorata di
giorno; durante la notte si trasforma in colori di
varia intensità, dal grigio quasi bianco nel corpo,
al bruno scuro nella testa. L'occhio è bordato di
giallo, il peduncolo caudale ed il bordo delle
pinne, anale e dorsale, assumono colorazioni
tenui dal verde al blu chiaro.
Acquario: gran nuotatore in libertà, si adatta,
quando di piccola taglia, in vasche con presenza
di invertebrati. Necessita, in cattività, di ambienti
di adeguata dimensione, con ampi spazi per
nuotare e di nascondigli e anfratti tra le madrepore, dove ripararsi. Necessita di acqua limpida,
ben filtrata e areata, con valori di pH elevati e
costanti, assenza di nitriti, nitrati e fosfati.
Sono consigliati cambi frequenti e abbondanti,
con aggiunte di oligoelementi e vitamine.
Alimentazione: Vegetariano in natura, in acquario
è onnivoro con predilezione per le foglie di alghe
liofilizzate, mangimi vegetali in granuli, lattuga o
spinaci appena scottati. Accetta anche mangime
surgelato, Artemia salina, Chironomus etc.
DESCRIZIONE:
Nome comune: Pesce unicorno blu
Genere: Naso
Specie: unicornis
Categoria: Pesci ossei
Aspetto: caratterizzato da un vistoso corno frontale, dal quale deriva il suo nome
Corpo: appiattito, dalla forma ovoidale, muso
130
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131
NonSolo
Xenopus
un simpaticissimo
di Cristiano Papeschi & Linda Sartini
Xenopus laevis è un anfibio che, per le sue
generale. Un anuro in particolare sta cataliz-
peculiarità, sta prendendo sempre più piede
zando le attenzioni degli acquariofili per la sua
tra gli appassionati di animali esotici ma
vita esclusivamente acquatica ed è lo
soprattutto tra gli acquariofili. Questo animalet-
Xenopus: un buffissimo rospo esistente nelle
to non è difficile da allevare ma ha delle neces-
varianti laevis e tropicalis. Lo Xenopus è un
sità un po’ particolari che è bene conoscere.
anuro (anuro = anfibio privo di coda) esatta-
Fin dalle scuole elementari siamo stati abituati
mente come la rana comune (Rana esculenta)
ad identificare gli “anfibi” come animali che
ma a differenza di questa, che per il suo alleva-
hanno una doppia vita che si svolge in parte
mento richiede un terracquario per svolgere le
sulla terra ferma ed in parte in acqua ma in
proprie attività fisiologiche, si accontenta di un
realtà il concetto di “anfibio”, dal punto di vista
semplice acquario poiché non necessita, in
zoologico, è molto più complesso di così poi-
alcuno stadio del suo ciclo vitale, di vita sulla
ché indica una categoria di vertebrati con delle
terra ferma.
peculiarità molto ben definite. In linea generale
Questo rospo è originario delle regioni
si considerano appartenenti a questo ordine
dell’Africa meridionale ma oggi lo possiamo
moltissimi animali di cui alcuni ben presenti
trovare anche in alcuni bacini di acqua dolce di
anche nell’immaginario comune come le rane
Stati Uniti, America centro-meridionale ed
ed i rospi, simpatici esserini visti come “ripu-
Europa occidentale, a seguito dell’abbandono,
gnanti” da alcuni, forse a causa della pelle
nel corso degli anni, di soggetti precedente-
viscida o rugosa, ma molto apprezzati dagli
mente tenuti in cattività come animali da
amanti della natura e degli animali esotici in
acquario o da esperimento e la sua estrema
132
oAcquari
s laevis:
o rospo acquatico
Il Dott. Cristiano Papeschi insegna all’Università degli Studi della Tuscia - Viterbo
Veterinario Libero Professionista - Viterbo
La Dott. Linda Santini è una libera professionista
Girini a diversi stadi
133
Manipolazione
COME SI MANIPOLA
Lo Xenopus laevis ha una pelle molto scivolosa, è quindi facile che sfugga dalle mani.
Pertanto si consiglia l’utilizzo di guanti antiscivolo e l’animale deve essere immobilizzato
contenendo il corpo all’interno del palmo della mano, cingendone il bacino con pollice e
medio e inserendo l’indice tra le zampe posteriori, proprio come mostrato in fotografia.
adattabilità anche a condizioni climatiche sfa-
possiede la cute leggermente più rugosa.
vorevoli ne ha determinato l’attecchimento. In
Il maschio adulto è, come dimensioni, circa la
natura lo Xenopus si nutre di insetti, piccoli
metà della femmina che può raggiungere,
pesci, larve e detriti provenienti dalla decompo-
zampe escluse, i 20 cm di lunghezza; il ses-
sizione di materiale biologico. Il termine laevis
saggio viene effettuato tramite l’osservazione
(in latino significa “liscio”) deriva dalle caratteri-
dei genitali esterni che sono più prominenti
stiche della pelle che, al tatto, risulta molto liscia
nella femmina per la presenza delle labbra vul-
e viscida per la presenza di abbondante muco
vari che non vanno confuse con il pene, assen-
mentre il tropicalis, molto simile al precedente,
te in questa specie.
134
Allevamento
genere di riscaldatori. Per il filtraggio e la depu-
Lo Xenopus, laevis o tropicalis, può essere
razione dell’acqua si possono utilizzare pompe
allevato in comuni acquari che sviluppino pre-
con filtro che possono anche essere dotate di
valentemente in lunghezza e larghezza (sono
sterilizzatori a raggi UV, biocondizionatori ed
sufficienti cm 100-150 x 30-50) con altezza
apparecchi ad osmosi inversa. L’acquario può
compresa tra i 15 ed i 30 cm, ma ci si può
essere arricchito con qualunque tipo di arredo:
sbizzarrire: l’importante è che ad ogni animale
ghiaia di grosse dimensioni, piante acquatiche,
sia fornita una quantità d’acqua di almeno 25
sassi, relitti affondati, vasi in coccio e chi più ne
litri. Ovviamente l’acqua contenuta all’interno
ha più ne metta, l’importante è ricordare che lo
dell’acquario dovrà essere dolce, non eccessi-
Xenopus ingerisce qualunque cosa possa
vamente ferrosa o calcarea, priva di cloro, di
entrare in bocca, quindi occhio alle dimensioni!
nitriti e di nitrati e mantenuta ad una tempera-
Meglio evitare di popolare l’acquario con pesci
tura compresa tra i 20 ed i 24 °C, benché que-
o tartarughine a meno che questi non siano di
sti animali siano in grado di adattarsi anche a
dimensioni tali da non essere predati da questi
temperature più basse con il risultato che, in
famelici rospi. È bene anche che gli stessi
appartamento o in negozio, non necessitano in
Xenopus non siano di dimensioni eccessiva-
Adulti di xenopus laevis
135
Xenopus albino
mente differenti poiché i grandi tendono a
fissazione del calcio nelle ossa; nel caso di
mangiare i soggetti molto più piccoli e gli stes-
alimentazione con prede vive questa necessi-
si girini a cui hanno dato vita.
tà è molto ridimensionata grazie alla presenza
L’utilizzo di lampade a raggi UV si rende indi-
dei suddetti elementi direttamente “nell’ali-
spensabile per la sintesi di vitamina D e per la
mento”.
CARATTERISTICHE ANATOMICHE
Lo Xenopus possiede occhi piccoli, rivolti verso l’alto per tenere sotto controllo il sopraggiungere di eventuali predatori, privi di palpebre e di colore nero, ad eccezione della sua
variante albina in cui l’occhio è di colore rosso-vitreo. La pelle, di tonalità variabile dal
verde chiaro al marrone (nell’albino è bianco-rosacea), è liscia e ricoperta di muco e le
zampe posteriori, grandi e molto muscolose, sono provviste di membrane, indispensabili per favorire il movimento natatorio. Questo rospo è provvisto di polmoni e per respirare nuota fino alla superficie dell’acqua, effettua una profonda inspirazione e torna sul
fondo dello stagno o dell’acquario: una singola “boccata d’aria” è sufficiente per rimanere immerso alcune decine di minuti. Anche la pelle funge da organo respiratorio poiché
è in grado di effettuare scambi gassosi, per cui una minima parte della respirazione di
questo rospo avviene per via trans-cutanea.
136
COME E COSA MANGIA
Le zampe anteriori sono molto piccole ed hanno prevalentemente una funzione tattile; nel
maschio sono utilizzate per abbracciare la femmina durante l’atto sessuale e in entrambi
i sessi fungono da “palette” per portare il cibo alla bocca. La bocca è priva di denti quindi lo Xenopus non mastica, bensì ingoia qualunque cosa abbia l’aspetto di cibo.
L’alimentazione post-metamorfosi è esclusivamente a base di proteine animali e i giovani, di piccole dimensioni, possono essere nutriti con Chironomus, Artemia e Tubifex, ma
anche con mangime in scaglie comunemente utilizzato per i pesci d’acquario o piccoli
lombrichi tagliati in segmenti di un paio di millimetri. Con l’aumentare della taglia degli
animali si può procedere alla somministrazione di pezzetti di carne (cuori e fegati di
pollo, muscolo di bovino, di cavallo o di tacchino, che dovranno essere tagliati a cubetti
di dimensioni adatte a essere ingeriti). Particolarmente gradite sono anche le camole, i
lombrichi interi, gli insetti adulti (grilli, farfalle, mosche, locuste), il mangime in pellet
per specie ittiche o anche pesciolini e avannotti di piccole dimensioni. Il cibo può essere
fornito da una a due volte la settimana. Un’alimentazione molto varia in genere non
richiede integrazioni, ma in ogni caso la somministrazione di complessi multivitaminici
in ragione di una volta a settimana aiuta a prevenire gli stati carenziali. Il girino invece
dovrà essere nutrito con infusi vegetali (l’ortica in polvere è ottima per questo scopo).
Riproduzione e sviluppo
L’embrione, dapprima una sfera di colore gial-
dei girini
lo e nero, procede attraverso 65 stadi di svi-
La maturità sessuale viene raggiunta in genere
luppo che vedranno, prima di tutto, la forma-
dopo i 12 mesi di vita ma in cattività X. laevis
zione di un girino; questo muterà di aspetto e
non si riproduce con facilità. In genere si pro-
dimensione numerose volte fino a raggiungere
cede ad isolare la coppia in un’apposita vasca
lo stadio 66, che rappresenta la forma adulta:
a doppio fondo indispensabile per proteggere
“adulto” per modo di dire poiché il rospetto
le uova dai genitori stessi e con un termostato
così ottenuto non supera un centimetro di lun-
che mantenga l’acqua intorno ai 24°C. La
ghezza ma col tempo diventerà un adulto
fecondazione è esterna e il maschio cinge la
grande, forte ed in grado di riprodursi.
femmina al bacino producendo spermatozoi
È molto importante fornire l’acquario “nursery”
che raggiungeranno le uova emesse dalla fem-
di un ossigenatore di ridotta potenza che non
mina. Dopo un massimo di 48 ore i riprodutto-
crei correnti che potrebbero danneggiare le
ri dovranno essere tolti dalla vasca da riprodu-
uova; la temperatura dell’acqua deve essere
zione poiché gli embrioni inizieranno a svilup-
mantenuta costante e l’acqua stessa deve
parsi. Per facilitare la riproduzione si può ricor-
essere attentamente declorata (è sufficiente
rere all’utilizzo di ormoni (Human Chorionic
lasciarla decantare 24 ore) poiché il cloro, in
Gonadotropine o HCG) che devono essere
quanto disinfettante, potrebbe uccidere gli
somministrati sotto controllo del veterinario.
embrioni.
137
NEL PROSSIMO NUMERO...
in breve
È stato un ottimo inizio d’anno, anche se i
primi due mesi sono stati freddissimi in tutto
il paese. Di soldi in tasca ce ne sono ancora
pochini, ma la speranza aumenta e la passione degli acquari si diffonde… anche grazie al
nostro contributo, a quanto pare. Ne siamo
molto felici. Tanto da potervi ancora anticipare il contenuto del prossimo numero, fermo
restando che in base alle vostre richieste
potremmo anche essere indotti a modificare
la scaletta all’ultimo momento, come sempre.
Dunque, volete sapere quanto è ricco il menu
di marzo? Eccolo a voi, benché ancora non
definitivo!
ma l’autore vi descriverà la sua esperienza, in
base alle sue constatazioni, alle sue esigenze e
alle sue osservazioni. Avendo coppie particolarmente prolifiche, avrebbe rischiato di esaurire il
loro ciclo vitale in breve e di veder precipitare in
negativo le loro aspettative di crescita e di vita...
e da qui la scelta di provare a perfezionare questa alternativa. Pesci particolarmente dediti alle
cure parentali, secrezioni proteiche cutanee
dispendiose per il metabolismo e la deposizione
stessa, rappresentano il massimo stress per i
nostri discus, anche se l’istinto per la riproduzione è sempre nella natura di ogni specie.
I ciclidi nani? Spariti! Quando parliamo di Ciclidi
nani, solitamente ci riferiamo agli Apistogramma
o ai Mikrogeophagus, di cui fanno parte anche i
“cugini” ramirezi e altispinosus. Entrambe le specie sono quasi esclusivamente provenienti dal
Rio delle Amazzoni o da suoi piccoli affluenti.
Anni fa, per poter godere di questo immenso
spettacolo di colori, i pesci venivano direttamente importati dai luoghi natii. Ovviamente con l’aumentare dell’interessamento da parte degli
acquariofili, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, sono iniziati i primi allevamenti dedicati
esclusivamente alla riproduzione e alla vendita. Il
nostro esperto ci conduce alla riscoperta di questi piccoli gioielli.
L e c t i o m a g i s t r a l i s. Continua la lectio sull’allevamento dei gamberi, con notizie sulla riproduzione e lo sviluppo larvale. L’accoppiamento nei
Peneidi (a thelycum cosiddetto chiuso, come nel
caso di Marsupenaeus japonicus) avviene quando la femmina ha esuviato e l’esoscheletro è
ancora morbido. La femmina conserva lo sperma, contenuto nella spermatofora, per tempi più
o meno lunghi e al momento della maturazione
degli ovari, provvede direttamente lei a fecondare le uova, man mano che le emette. Il resto…
scopritelo nel prossimo numero!
Esperienze con i dipnoi. Con il nome comune
dipnoi s’indicano pesci, esclusivamente dulcacquicoli così come i reperti fossili sin qui conosciuti, appartenenti a tre diversi generi diffusi in altrettanti continenti: l’africano Protopterus, il sudamericano Lepidosiren e l’australiano Neoceratodus
(considerato il più primitivo). Sono tutti in grado di
respirare aria atmosferica grazie a rudimentali
polmoni e sono tra loro molto simili sia nell’aspetto sia nelle caratteristiche biologiche e comportamentali, per un classico fenomeno di convergenza evolutiva. Luciano Di Tizio ci accompagna alla
scoperta di questi personaggi preistorici: dopo
aver letto l’articolo, non potrete fare a meno di
allestire un acquario a essi dedicato.
Discus: punto di non ritorno. Siamo fermamente convinti che è possibile riprodurre e allevare
discus privi di parassiti ma, a prescindere da
ogni considerazione sulla effettiva validità e convenienza di questa pratica, riteniamo che questo
tipo di allevamento sia estremamente complicato, riduttivo, sacrificante, per chi come noi intende coltivare questa passione per amore e per
diletto. Esistono dei compromessi che comunque garantiscono un buono stato di salute ai
nostri pesci e nel frattempo ci permettono di
vivere questa nostra avventura più serenamente.
In regresso l’alga… assassina. Caulerpa taxifolia è una specie tropicale che ha iniziato a diffondersi nel Mediterraneo a partire dal 1984 per
un’involontaria “fuga” dalle vasche dell’Acquario
Allevamento dei discus in condizioni artificiali: perché? Le risposte possono essere svariate,
138
di Monaco. Quest’alga, cui le esagerazioni giornalistiche hanno presto attribuito la nomea di
“assassina” o “killer”, si è subito dimostrata più
che adatta al nuovo ambiente conquistando
rapidamente spazio a detrimento delle specie
autoctone. Fenomeno che si sarebbe oggi invertito: secondo la citata notizia le alghe e le fanerogame nostrane avrebbero riconquistato, nel
Nord del Mediterraneo, circa l’80% del substrato prima invaso dalla specie aliena.
generalmente, anche quello di maggior contatto
tra noi e il pesce, in cui passiamo qualche minuto a osservarlo con maggior attenzione.
Discus: l’inserto stampabile. Continua la pubblicazione del volumetto sull’allevamento dei
discus. Basterà stamparlo e disporlo in un raccoglitore ad anelli per realizzare un’opera unica,
inedita in italiano. È un regalo di aquariophylia.
Muschi e caridine. Questo matrimonio s’ha da
fare! Continua la serie sull’allestimento dell’acquario più trendy che c’è. Siamo arrivati alla conclusione del nostro discorso. In questo numero,
come ricorderete, abbiamo preso conoscenza
dei nostri “attori”, delineandone le caratteristiche
salienti e le esigenze di vita. Oramai sappiamo
abbastanza per iniziare. Se avremo, nel frattempo, procurato i materiali indispensabili per allestire il primo acquario tematico per queste specie,
riusciremo finalmente a… fare il matrimonio tra
Caridine e muschi nel salotto di casa.
Continueremo dunque con il sistema d’illuminazione.
Il carbone attivo: conosciamolo meglio! Il carbone attivo (CA), nonostante abbia perso la sua
funzione principale di rimuovere i residui dei farmaci (o biocondizionatori come li chiamavano le
aziende produttrici) prima che compromettano
l'equilibrio biologico in acquario uccidendo i batteri, è oggigiorno ancora un valido alleato per la
salute del nostro acquario. Spesso se ne fraintende l'importanza e la necessità d'uso, ed è per
questo che abbiamo deciso di stendere alcune
righe su questo tanto conosciuto ma sempre
meno apprezzato materiale.
Un acquario marino dedicato alle acropore.
L'acquario marino di barriera, specialmente se
destinato all'allevamento di coralli duri a polipo
piccolo (SPS), è sicuramente un sistema impegnativo. Il tutto risulta molto semplificato se si
effettua una buona maturazione e si prendono, a
tempo debito, le dovute precauzioni alle problematiche che di volta in volta possono insorgere.
Abbiamo voluto quindi dare l'esempio e seguire,
passo dopo passo, l'evoluzione di un acquario
marino di media capienza esaminandone tecnica, sistema di gestione e l'andamento dei valori
nel tempo. L'acquario è di proprietà di
Francesco Gallifuoco, un acquariofilo marino le
cui vasche sono state considerate tra le più belle
d'Italia.
Il nono, un killi italiano. Quando ci si riferisce ai
killifish non tutti sanno che ne esiste anche uno
italiano: l’Aphanius fasciatus (Valenciannes,
1821) conosciuto più volgarmente come “nono”,
che non ha nulla da invidiare per interesse ai
coloratissimi Nothobranchius, Aphyosemion & C.
Si tratta dell’unico membro della famiglia dei
Ciprinodontidi presente in Italia. L’allevamento di
questo pesce è decisamente affascinante.
Occorre dedicargli un acquario con salinità di
1035 ppm e una temperatura compresa tra 16 e
27 °C (meglio seguire il ciclo stagionale delle
nostre latitudini). Alcuni allevatori hanno provato
ad abbassare la salinità dell’acqua di allevamento, ma i migliori risultati si sono ottenuti mantenendola costante, riscontrando una maggior longevità dei pesci.
Alimentazione del pesce rosso: divertiamoci a
viziarli! Continuiamo la serie sull’animale domestico più antico del mondo. L’appuntamento più
importante della giornata per il nostro amico
pesce rosso è sicuramente l’ora del pasto. Oltre
alla scontata necessità di nutrirsi, infatti, l’alimentazione influisce su tutta una serie di aspetti
che regolano la vita e la salute del nostro beniamino, la sua crescita, le sue abitudini, l’inquinamento dell’acqua e il rapporto stesso che s’instaurerà tra noi e lui. Il momento del pasto è,
Di più non possiamo dirvi per ora: ci stiamo
ancora lavorando. Ma nel caso abbiate richieste specifiche, non esitate a scriverci, in redazione, sul forum o mediante la nostra casella
di posta elettronica. Faremo in modo di
accontentarvi!
139
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO!
Come vi è parso questo numero? A noi è sembrato certo migliore del precedente. Ma vogliamo proprio che il prossimo sia ancora migliore. Potremo fare in
modo che lo sia, anche grazie a voi. Come sapete, lavoriamo con pochi mezzi e
tanta passione, per cui ogni numero completato è per noi motivo di particolare
soddisfazione. A differenza di altre riviste, che seguono il mercato e contano su
introiti discreti per la produzione, aquariophylia è indipendente e finanziata solo
da alcuni produttori che hanno veramente a cuore l’hobby degli acquari.
L’indipendenza costa! Dunque sta a voi continuare a diffondere la lieta novella.
Fate sapere a tutti i vostri amici, quelli già appassionati e quelli che potrebbero
esserlo domani, dell’esistenza di questa pubblicazione specializzata e gratuita.
L’aumento dei lettori conseguente a questa vostra fondamentale azione, ci permetterà di continuare ad esistere. Per farlo, è sufficiente che ognuno dei nostri
lettori, ogni persona che sta leggendo ora queste pagine, invii a tre dei suoi contatti e-mail il link al sito web www.aquariophylia.it. Un piccolissimo contributo,
in grado di produrre grandi risultati. L’abbiamo meritato, no?

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