Stefanel: "Così vogliamo tornare ad essere leader
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Stefanel: "Così vogliamo tornare ad essere leader
20 Il Sole 24 Ore Giovedì 18 Novembre 2010 Formazione in azienda Un video per raccontare storie ed esperienze I protagonisti del progetto Laformazioneèfunzionaleai progettidiespansionedelle aziende,aguadagnarecompetitività emisurarsipiùefficacementesui mercatiinternazionali.Nellafase recessiva,diventadiscriminanteper prendereiltrenodellaripresa.Per testimoniareilsuoapportoagli obiettivistrategicidell’impresa,è statorealizzatounfilmatopresso alcunedovesièsvoltalaformazione finanziatadaFondimpresa.Il filmato,realizzatodallaMgVision perlaregiadiMarcoGodano,la supervisionediVeronicaLanzanoe ilcoordinamentodell’ufficiostampa delFondo,raccogliebreviinterviste nellerealtàimprenditorialipiù rappresentative,intuttiisettori, dall’aeronauticaallaproduzionedi liquoritipici,nellapiccolaenella grandeimpresa.Lavoratoriecapi aziendaraccontanolaloro esperienza,iloroobiettivi,illoro rapportoconl’opportunità formazione. Uno strumento per trasmettere 90 anni di valori aziendali Quasi 118mila ore di attività negli ultimi quattro anni Strategia per superare la crisi Un canale per portare e trovare la strada del rilancio le tradizioni locali nel mondo Un corso per guidare in modo sicuro Training a tutto campo per tutti i poli produttivi p Con 7.700 dipendenti, di cui 1.900 in Italia, per Gucci la formazione è il modo più efficace per trasmettere alle nuove generazioni i valori che da 90 anni costituiscono il dna del marchio. Da qui il piano Filiera-Valore. p Indesit Company è stata una delle prime aziende marchigiane a utilizzare Fondimpresa. Ad oggi, considerando l’ultimo quadriennio, l’azienda ha formato oltre 5.300 lavoratori, erogando 117.965 ore di formazione. p IlGruppoMarazzihareagitoalle p Leader del mercato difficoltàchehannocolpitoilsettore internazionale, fa ricorso alla conunpianodirilanciopermigliorare formazione per acquisire equalificareulteriormentela strumenti di valorizzazione della produzione.Accantoagliinvestimenti cultura eno-gastronomica locale e intecnologie,unimportantepianodi per migliorare i processi aziendali investimentisulcapitaleumano. nel pieno rispetto dell’ambiente. p L’azienda di trasporti umbra ha partecipato al Piano "F.C. Autotrasporto e Logistica", realizzato da Anita Servizi Srl, l’innovativo corso di guida sicura con simulatore delle più varie condizioni di guida. p Inlineaibisogniaziendali,la formazionenelperiodo2009-2010 hacoinvoltocirca400personedegli stabilimentiperuntotaledioltre 10.800oreditrainingeoltre250 personetralasedecentraledi MilanoeilCentroRicerche. STEFANEL SOCIETÀ AEROPORTI DI ROMA «Così vogliamo tornare Obiettivo: migliorare a essere leader mondiali» la qualità dell’assistenza Giacomo Bassi Q uasi duecento milioni di euro di fatturato annuo, 500 punti vendita in giro per il mondo, millecinquecento dipendenti, due stabilimenti produttivi a Ponte di Piave e a Rimini e un percorso di ristrutturazione aziendale impegnativo, ma che ha già fatto registrare dei risultati soddisfacenti. Stefanel,storicacasadiabbigliamento nata e cresciuta in Veneto, ha deciso di cambiare volto: nuovi punti vendita, riposizionamento del brand, migliore formazione dei propri dipendenti, prodotti di alta qualità a prezzi contenuti e un’immaginepiùmoderna.Edèpropriointorno a questi concetti chiave che ruota la strategia aziendale che Giuseppe Stefanel, presidente del gruppo, ha deciso di portare avanti anche attraverso la cessione di tutte le partecipazioni in attività lontane dal core business del gruppo trevigiano. «Con una email ho spiegato a tuttii dipendenti dell’azienda le ragioni alla base della decisione di cedere la nostra quota in Nuance (attiva nel campo del commercio aeroportuale, ndr) - spiega Stefanel -. Il nostro obiettivo prioritario è quello di tornare ad essere tra i leader internazionali del mercato dell’abbigliamento». Una rinascita che passa anche dalla formazione? È certamente uno dei punti fondamentalialla basedel rilancio del gruppo. Non ci può essere crescita senza formazione e quest’ultima dev’essere finalizzata all’ottenimento di un obiettivoedi un risultatocollettivo: il successo del nostro marchio. Perquesto,negli ultimianni,abbiamolavoratosu diversifronti: sul prodotto innanzitutto, con unaforte attività diricerca esviluppo,maanchesuinegoziesulle strategie di vendita, diversificandole collezioni in baseai Paesiincui siamo presenti.Chi oggientrainaziendaochivuolerimanerci deve essere ben consapevoledi tutto questoe noi dobbiamofareinmodochelaformazione non manchi mai: maggioreèl’impegno,migliorisonoirisultati. È per questo quindi che compiamo degli sforzi enormi proprio sulla preparazione dei Il vertice. Giuseppe Stefanel, presidente del Gruppo: «Non si può crescere senza formazione finalizzata al raggiungimento di un obiettivo» I RISULTATI Nell’ultimo anno svolte 1.270 ore di didattica: coinvolti i dipendenti in cig, quelli con un contratto di solidarietà e l’area retail nostri manager, dei nostri operaiedelnostropersonaledivendita,cosicchètuttisianoadeguati alle nuove sfide che Stefanel sta affrontando. Migliore specializzazione come arma contro la crisi? Sì. Nel 2007 abbiamo cominciato un percorso di riposizionamento del brand, di ripensamentodei prodotti e diriallestimentodeipuntivenditache,data la crisi, è stato necessario accelerare. All’inizio ci eravamo dati tre anni di tempo per completare questo processo, ma abbiamo dovuto reagire al blocco deiconsumiconmaggiorevelocità e vigore. Naturalmente i cambiamenti devono essere supportati proprio da una formazione continua, soprattutto per competere in campo internazionale.Servonoinfattiuncostante aggiornamento tecnico specialistico, nuove ricerche sui filati e sui tessuti, personale in grado di avere una visione globale del mercato dell’abbigliamento. Per questo abbiamo attivato collaborazioni con scuole di moda e università in variecittàeuropee, da Firenze a Londra, inun clima aziendale di condivisione e di motivazione. Che formazione fate? Partirei innanzitutto dai numeri. Nell’ultimo anno abbiamo organizzato 1.270 ore di formazione per differenti tipologie di lavoratori: quelli con contratto di solidarietà, quelli in cassa integrazione straordinaria e i dipendenti del settore vendita e retail, sul quale abbiamo focalizzato i nostri sforzi. Nel 2010-2011 Fondimpresa ha sostenuto finanziariamente questi corsi e ci auguriamo che la collaborazione possa prose- guire anche il prossimo anno. Quindi un impegno di progettazione che ci ha visti particolarmente coinvolti in due direzioni: da un lato verso i lavoratori in cassa , con un percorso formativo orientato all’acquisizione di nuove competenze sia tecnologiche sia comportamentali da sfruttare anche al di fuori del nostro gruppo, e dall’altro verso le persone in solidarietà, che in azienda sono numerose, e che vorremmo indirizzare alle vendite. E che contate, quindi, di poter reintegrare? Per loro c’è stato una fortissima preparazione verso il retail: è necessario infatti che tutti i lavoratori, quale che sia la loro collocazione, abbiano ben chiari quali sono l’indirizzo e l’orientamento dell’azienda. Per poter reintegrare i lavoratori in solidarietà dovrà esserci comunque un’ampia disponibilità da parte loro a un cambiamento di mansioni, flessibilità che cerchiamo di rendere possibile proprio attraverso questi corsi. E la propensione da parte loro c’è: basti pensare che il percorso formativo indirizzato al retail ha visto coinvolti, in maniera assolutamente interessata e partecipe, anche un’ottantina di operai del settore produttivo, a cui è stato spiegato l’ampio scenario di competitività internazionale in cui Stefanel ha deciso di situarsi, e a cui sono stati forniti gli strumenti per capire gli sviluppi futuri del mercato. Quali sono i prossimi obiettivi? Nei nostri processi formativi abbiamo voluto valorizzare le competenze interne all’azienda,come quelle dialcune figure specialistiche, ma ci siamo avvalsi anche di professionisti esterni, in particolare esperti internazionali di retail. Accanto a ciò abbiamo sviluppato una serie di corsi per ottimizzare la logistica nei processi produttivi e distributivi. E proprio il miglioramento della nostrarete inItalia èun traguardo al quale vogliamo arrivare e sul quale ci stiamo impegnando a tempo pieno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Massimiliano Del Barba D ipendenti più preparati, azienda più competitiva. Anche nell’accoglienza degli utenti diversamente abili. Nei due scali aeroportuali romani, Fiumicino e Ciampino, all’Adr, la concessionaria per la gestione e lo sviluppo del sistema aeroportuale della capitale, si sta lavorando per imparare il linguaggio dei segni con l’obiettivo di rendereil personalecapacediinteragire con i passeggeri sordomuti. «Si tratta dell’ultimo dei progetti formativi che con il contributo di Fondimpresa abbiamo deciso di intraprendere all’interno dei due scali che abbiamo in gestione - spiega Vito Mangano, che a Fiumicino fa il responsabile delle Risorse umane per Adr -. Abbiamo cominciato coinvolgendo una trentina di addetti all’accoglienzaclientidella nostracontrollata, Adr Assistance, ma l’obiettivoèarrivareafarconoscere il linguaggio gestuale a tutti i 300 collaboratori addetti alcustomer care in aeroporto e facilitare così le operazioni di imbarco». Un’iniziativa realizzata con il concorso delle associazioni dei disabili. «L’idea di fondo è che ognuno, in aeroporto, debba avere il diritto di parlare la propria lingua. E siccome lo spettro delle disabilità è ampio, abbiamo fatto, su questi temi, atutto il personale un corso di formazione di base». Oltre a questo aspetto, in Adr sono da tempo attivi due filoni formativi,incollaborazioneconConsilia CFO. «Da un lato - prosegue Mangano-leattivitàcheriguardanolaformazionemanageriale, e cioè l’implementazione dellecapacitàd’ascolto,l’attenzioneairisultatielaculturadellaqualità,dall’altrolaformazione dedicata alle mansioni operative, che va a toccare argomenticomelasicurezzasulposto di lavoro e l’attenzione al cliente. Il fine, ovviamente, è quello di migliorare l’efficienza, ma sempre con un occhio di riguardoalrapportoconl’utenza».Unatrentina circaleattività formative realizzate, per un totaledi13.400oree1.100persone coinvolte, circa la metà del Il management. Vito Mangano, responsabile delle Risorse umane: «Abbiamo lavorato per migliorare la qualità dell’accoglienza» GLI INTERVENTI Realizzate una trentina di attività, tra le novità anche un corso per gli addetti del customer care sul linguaggio dei gesti totale dei dipendenti. Sul capitolo efficienza, ad esempio, si è lavorato sull’introduzione del sistemaKaizen,quelloinventato da Taiichi Ohno, il padre del Toyota Production System, e che ha permesso di coinvolgere i singoli collaboratori in uno sforzocomunedimiglioramento. «Lavorare sui minuti, per noi è importante. Recuperare tempo, rendere più fluido tutto il processo senza andare a intaccare il rapporto col cliente è la grandesfidachetutti i giorni, in un luogo solcato da oltre 40 milioni di passeggeri all’anno, ci troviamo davanti agli occhi. Mentrecerchiamodirecuperare secondi preziosi per imple- mentare l’efficientazione del processo, parallelamente conduciamo rilevazioni di customersatisfactionascadenzasettimanale,quindicinaleemensile. E grazie anche all’introduzione delle logiche Kaizen improntate al just in time e al total quality management risultiamo ben al di sopra dei benchmark fissati dalla Carta dei servizi pubblicata dall’Enac». Un altro progetto riguarda invece le attività di manutenzione del parco mezzi circolante fra gli hangar e le piste dei due aeroporti romani. «Quotidianamenteinostricollaboratoriutilizzano una serie di automobili di servizio per spostarsi all’internodei due scali. Tutti veicoli soggetti a usura. Così abbiamopensato didedicareun pacchetto di ore di formazione ai sistemi elettronici ed elettromeccanici aperto anche agli operatori delle società di handlinge aquelle chesioccupano del carico e dello scarico delle merci.L’obiettivoèquellodiar- rivare a compiere le riparazioni di routine dei mezzi direttamente in aeroporto, con un risparmio sia di tempo che, soprattutto, di costi». Il progetto di sviluppo di Fiumicino e Ciampino prevede che da qui ai prossimi trent’anni gli scali raddoppino sia in termini di infrastrutture che di traffico. Parallelamente al percorso di potenziamento, (si sta lavorando ancheaunpianoenergeticoimprontatosullasostenibilitàambientale, studiando per l’approvvigionamento energetico tutte le opportunità tecnologiche disponibili e futuribili, dal fotovoltaico tradizionale a quelloaconcentrazione,dalgeotermico al minieolico), l’ufficio Risorse umane guidato da Mangano è all’opera per adeguare ai cambiamenti in atto la strutturaorganizzativadel personale. «Non è retorica dire che la formazione è un fattore di sviluppo ineludibile. Ma solosesiconiugaconunapropensione all’ascolto, al dialogo e al confronto. Tutti i processi sono migliorabili, a patto però cheillavoro diimplementazione sia il frutto di un ragionamento condiviso fra un personale altamente specializzato e unmanagementdispostoadaccogliere gli input esterni». Attenzione costante, infine, anche al capitolo che riguarda più da vicino i dipendenti di Fiumicino e Ciampino, quello sulla sicurezza personale. «I dati, complessivamente, confermano il continuo miglioramento che stiamo registrando a che in questo campo. Certo, noi non trattiamo acciaio, ma anche in aeroporto i pericoli, sia per il personale che per i passeggeri, sono dietro l’angolo. Le tecnologie cambiano velocemente e serve perciò un costante impegno nell’aggiornamento delle pratiche e dei metodi operativi. E in un periodo dove contenere i costi senza cedere sulla qualità del servizio è d’obbligo, poter contare sui finanziamenti di Fondimpresa, che coprono oltre il 60% delle risorse impiegate in formazione da Adr, rappresenta un’importante opportunità». © RIPRODUZIONE RISERVATA ANSALDO BREDA misti. Per essere preparati a questo contesto l’unica arma che abbiamo in mano è proprio quella della formazione, che diventa strategica per la ripresa dell’economia nazionale. Dal punto di vista aziendale per me sarebbe stato più semplice individuare trecento persone da mettere in cassa integrazione a zero ore per due anni e avrei risolto il problema, ma in questo modo non avrei toccato gli elementi di fondo che devono entrare a far parte di un cambiamento culturale e economico. Perché sono importanti il taglio dei costi e l’ammodernamentodelletecnologie edegliimpianti, ma è fondamentale l’investimento sulle risorse umane che devono essere coinvolte attivamente nel processo di cambiamento. Ciò si realizza attraverso laconoscenzadelle strategie,delle prospettive e dello sviluppo dell’azienda. Noi dobbiamo preoccuparcididare loroglielementi per poter comprendere il contesto.Se rinunciamoatalecompito non faremo molta strada. «Abbiamo evitato la cassa integrazione» C’ eraunaviasemplicee direttaperabbattere i costi dell’azienda: mettere in cassa integrazione a zero ore trecento dipendenti per due anni. «Ma per quanto potesse essere la scelta più facile, non avrebbe dato una risposta alla domanda che oggil’economiaitaliana deveporsi per risollevarsi: qual è la strada perconservare leradiciindustriali nel nostro Paese? La risposta che abbiamo trovato è una: con la formazione».QuellachelaAnsaldo Breda, leader nazionale nella costruzione dei treni, ha messo incamponell'ultimoanno,conoltreun milionedi euroinvestiti destinati a migliorare le capacità dei propri dipendenti in cassa integrazione straordinaria: un modoperriformareereimpiegare figure professionali altrimenti destinate a uscire dal mondo del lavoro. «Un percorso impegnativo -spiega SalvatoreIlliano, diretto- redelpersonale dell’aziendaecoordinatore dei corsi di formazione- che ècominciato nell’ottobre 2009con unconfronto molto serrato con le organizzazioni sindacali. Volevamo capire in che modo la Ansaldo Breda potesse affrontareal megliole sfide competitive di un comparto, come quello dei materiali rotabili, che richiede un’attenzione molto forte ai costi,alla qualità del prodotto e ai tempi di consegna per restare sul mercato globale. L’accordo sottoscritto coi sindacati aveva quindi come fine quello di determinareunamanovradiefficienta- IL RIASSETTO Per riorganizzare le funzioni aziendali abbiamo previsto un piano di 15 giorni per gli operai e di tre mesi per gli impiegati di staff mento dell’azienda con l’obiettivo di ridurre del 30-35% il costo dei prodotti». Cosa prevede quell’intesa? Diversi tipi di azioni che valgono per i nostri stabilimenti in Campania, Calabria, Sicilia e Toscana. Interventi sui prodotti, in primis, con investimenti dal punto di vista tecnologico per migliorarne le prestazioni, una riduzione dei costi con l’utilizzo della "mobilità ordinaria", un efficientamento della struttura e infine un intervento di cassa integrazionestraordinariaconl’utilizzodella formazione professionale che riguarda tutte le categorie dei dipendenti di Ansaldo Breda. Un percorso formativo organizzato in che modo? Èstatoprogettatotenendocontodella riorganizzazione delle diverse funzioni aziendali orientata a determinare un maggior presidiodelle tecnologie,deiproces- si e delle competenze professionali.Inquestosensoabbiamoprevistodi procedereconunaformazione di 15 giorni per gli operai e di tre mesi per gli impiegati di staff e per quelli non direttamento coinvolti nel processo produttivo. Abbiamo anche attivato un modulo per i nostri capi, che devono essere capaci di gestire al meglio le risorse umane all’interno delle proprie unità operative. Il progetto così articolato è stato poi presentato e approvato da Fondimpresa, che lo ha cofinanziato coprendo circa la metà del 1.100.000 euro investiti. Quantisonoilavoratori coinvolti e in che modo vengono reintegrati? Dagiugnoadoggisonostaticirca 750, di cui una parte significativadioperaiecirca150traimpiegati e quadri delle funzioni indirette ma prevediamo il coinvolgimento di circa mille risorsenel 2010. A conclusionedeicorsituttiidipendenti rientrano in servizio e vengono loro assegnate mansioni individuateavallediun’attentaanalisi dei fabbisogni aziendali che è fondamentale in un’impresa comelanostrachelavorainuncomparto, come quello del treno appunto, che negliultimi anniha subito una grande trasformazione. Siè passati, infatti, da un prodotto le cui componenti essenziali erano fondamentalmente di tipo meccanico ed elettrico ad un oggetto complesso quasi quanto un aereo.Questodeterminalanecessità, da parte dell’azienda, di adeguare gli skills professionali al contesto di mutazione tecnologica che il prodotto ha subito. Non servono più meccanici, dunque, ma sistemisti? Sevogliamo intercettare la domanda che ci viene dal mercato ci serviranno sempre più allestitori, collaudatori eappunto siste- La gestione dei dipendenti. Salvatore Illiano, direttore del personale: «Volevamo studiare come affrontare al meglio le sfide della competitività» G. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA