Da Warhol alle tigri: ecco il tesoro sequestrato ai boss

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Da Warhol alle tigri: ecco il tesoro sequestrato ai boss
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Giovedì 25 Febbraio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO |
IL DOSSIER
L
E poi
Schifano,
Guttuso...
n NELL’IMMAGINE
GRANDE
una serigrafia
di Warhol
dell’81 su
Giorgio
Armani. Poi
un
“Paesaggio
astratto
reticolato” di
Mario
Schifano e
una china di
Renato
Guttuso. Nel
“catalogo”
delle opere
confiscate
anche pezzi
di De Chirico,
Purificato,
Maccari oltre
a tele della
Scuola
Spagnola del
XVIII secolo.
Accanto
anche una
tigre e una
Ferrari anch’esse
confiscate
» ANTONELLO CAPORALE
a tigre ha 19 anni e ne camperà
almeno altri cinque. Mangia
carne e non tiene alla linea,
vanno via 8 euro al giorno (più
Iva) per sfamarla. Non conosciamo lo stato di salute del
serpente a sonagli, del koala,
dei pappagallini verdi a cui
l'Agenzia nazionale dei beni
confiscati e sequestrati deve
provvedere. Il mondo criminale erutta beni di ogni tipo e
valore, orologi Cartier e pecore, cavallini da passeggio e
quadrupedi da corsa, esponenti della Savana e rappresentanti esotici, arte della
scuola spagnola, dell'iperrealismo, concettuali, astratte,
bolidi e carriole. È un cesto
grande e ogni giorno arrivano
nelle mani del prefetto Umberto Postiglione, che guida
l'Agenzia, enormi stock della
riserva aurea del malaffare.
La lista che Il Fatto ha in visione, e che potrete scorrere
nella fotogallerycomposta sul
nostro sito, sebbene parziale,
realizza l'idea che il crimine si
sta mangiando l'Italia e che la
struttura dello Stato chiamata a occuparsene sta soffocando sotto il peso dei beni che è
chiamata a gestire. Non tutti
infatti sono cedibili. E tanti altri beni, carenti del marchio
dell'autenticità, sono il dazio
che paghiamo alla lotta alla illegalità. Andare a Reggio Calabria, dove ha sede l'Agenzia,
significa scoprire il bestiario
criminale, in senso proprio e
metaforico.
Napoleon, Fiaba del Sole
e la scuderia purosangue
I camorristi, soprattutto loro, vanno al galoppo: Napoleon, Eldorado, Tedgrado,
Kananea, Cheoma, Fiaba del
Sole, sono alcuni dei purosangue che hanno vinto tantissimo, un medagliere conquistato nei migliori recinti.
LA POTENZA CRIMINALE
Un segno di sfarzo, oltre alle
solite bombe. Immancabili
le supercar come Ferrari,
Lamborghini e Bmw
DA SUD VERSO NORD
Dalla Calabria alla
Lombardia: è questa ormai
la direzione di “marcia”
delle confische
La camorra a quattro zampe
è veramente straordinaria
per tenuta, rigore nella selezione dei geni, apprezzamento della capacità sportiva. Potrebbe formare un intero reggimento a cavallo e sfilare, nella festa della Repubblica, lungo i Fori Imperiali.
Cavalli da corsa, da traino, da
fatica, da passeggio. Sauri di
notevole pregio fisico, altri
un po' più azzoppati, purosangue giovanissimi, giu-
Il catalogo Quadri preziosissimi ma anche pappagalli, koala
e cavalli da corsa. Le difficoltà dell’Agenzia dei beni confiscati
Da Warhol alle tigri: ecco
il tesoro sequestrato ai boss
(Figura nel bagno) una natura morta di Guido Guidi, Le
muse inquietanti di De Chirico, il Nudo di Donna di
Guttuso, ancora un Nudo di
Donna con calze di Guttuso,
un Dorazio (Traguardo), poi
un Fiume, e poi un Remo
Brindisi e Schifano, Maccari, Cascella, Ferroni. Una lista che non ha una fine, imputata e confiscata a un solo
boss e nemmeno 'ndranghetista. Un criminale di vasta
ma comune notorietà.
mente attempate che hanno
trasportato decine e decine
di fantini (di galoppini?) verso la vittoria.
La confisca è una misura
civile, che premia lo sforzo
della magistratura ed esibisce la ricchezza catturata, espone la mostruosa forza economica dell'illegalità, non
sempre e non obbligatoriamente mafiosa. Se solo il Parlamento si curasse di come
impegnare questi beni al meglio, perché ancora troppi
rappresentano un ulteriore
peso per le casse pubbliche
giungendo al paradosso che,
per esempio, gli animali non
tracciati sono incedibili. Alla
tigre passiamo la paghetta
nella pensione di Civitella
Casanova, così forse pure ai
serpenti a sonagli, ai cavalli
sfiancati, alle giumente senza più mariti, ai koala, ai pappagalli. Speriamo che le decine, centinaia di capre, e qui
non è certa l'identità del boss
a cui sono state sottratte, evidentemente un magnate della pastorizia, pure nel novero
delle confische avvenute,
diano almeno del buon formaggio e non trascorrino
nella nullafacenza la loro incolpevole contiguità criminale.
I bottini
e il re dei videopoker
Più passa il tempo più le confische avanzano da sud verso
il nord e non c'è giorno che a
Reggio Calabria arrivi la notifica di qualcosa sottratto ai
cattivi. Certo, nella magnifica lista che lo Stato compone, ci sono anche monili poco preziosi, braccialetti,
cuoricini trafitti, casse di varia e a volte discutibile nobiltà lignea, cassepanca, sedie,
sedili, tavoli, tavolozze, tavolone. Poi, insieme alla fuffa, l'oro. Oro d'arte, prezio-
I numeri
10
.979
I beni
sequestrati
alle mafie per
un valore di
4.243 milioni
di euro
2
.430
I beni
confiscati
per un valore
di 616 milioni
di euro
sissime tele che, questo è un
caso di scuola, il re dei videopoker Gioacchino Campolo
allineava a peritura testimonianza che le macchinette
mangiasoldi, licenziate dallo
Stato col proposito di arraffare e non guardare, ha provocato oltre a patologie di
massa come la ludopatia, ricchezze spropositate, oceani
di euro. Eliminando le case e
le ville (trecento) che solo il
boss reggino Campolo aveva
conquistato nella sua carrie-
ra di gestore delle sanguisughe elettroniche installate in
ogni bar della penisola, avanzando con le proprietà fin
dentro il lussuoso quartiere
Aventino di Roma, o in rue
St. Honoré di Parigi, la magistratura ha dovuto organizzare un trasporto speciale di
opere d'arte. Decine e decine
che oggi hanno un nome e
tutte una certificazione. Un
volto di Maria del XIII secolo, un volto di Gesù dello
stesso periodo, un Cappelli
“Astrattismo organico”,
che passione...
Altri, qui si va in Lombardia,
hanno messo a frutto le capacità di delinquere con
profitto e con cura dell'arte
intascando, per esempio, un
Andy Warhol (fotoritratto
in bianco e nero di Giorgio
Armani), o un Vedova, dipinto su tela. Solo in Lombardia e solo fino ad oggi sono 270 tra dipinti, sculture,
opere fotografiche e installazioni acciuffate. Un patrimonio che l'Università di
Pavia ha catalogato e sezionato. La criminalità privilegiava – recita un comunicato
del dipartimento pavese –
“l'astrattismo organico e il
concretismo op ti ca l di cui
Jean Arp e Victor Vasarely ,
con approcci diversi, sono i
rappresentanti più insigni.
Si passa alle poetiche dell'Informale con Tobey,
Wols, fino ad Arnaldo Pomodoro e Pietro Consagra,
fino a quelle degli shaped
canvas”.
È il sistema museale complesso della criminalità, che
accatasta opere dalla scuola
spagnola fino ai giorni nostri, e sempre sperando che
un domani in qualche cantina, anfratto, tugurio o caveau non spunti un Raffaello. È
il segno della vastità del suo
potere, della forza anche
culturale, purtroppo, che esibisce, della sua ricerca ossessiva di avanzare in ogni
lato dello scibile e del possibile. Per fortuna queste tele
saranno restituite agli italiani, sperando per esempio
che alcune città, come Reggio Calabria, più colpite da
fortune sfacciate e criminali, abbiano almeno il privilegio di detenere uno spicchio
di questa ricchezza evasa e
ingiusta. Ma le pistole, le
bombe, i colpi di mitra e di
lupara viaggiano veloci e soprattutto hanno bisogno di
un loro monumento al lusso,
allo sfarzo debordante. Il catalogo delle auto sequestrate è impressionante. La hit
parade dei bolidi si apre con
una spettacolare rassegna di
Ferrari, naturalmente rosse,
qualche volta nere, alcune
bianche, e di Bmw, Mercedes, Lamborghini. Un parco
che potrebbe ben figurare
sul circuito di Monza. Le
millemiglia mafiose, modernità e tradizione.
(1. Continua)
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