Presentazione Certificazione della filiera foresta

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Presentazione Certificazione della filiera foresta
Certificazione della filiera
foresta-legno
A cura di Santi Gianmaria Francesco
Sviluppo Sostenibile
“The Limits of Growth” (1972), pubblicato dal Club di
Roma,ipotizza la necessità di porre un freno alla
crescita della civiltà industriale perché la limitatezza
delle risorse stabilisce un limite invalicabile allo
sviluppo industriale.
●
●
il limite allo sviluppo sarà raggiunto entro cent'anni se l'attuale
tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione,
dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento
delle risorse continuerà inalterato
è possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una
condizione di stabilità ecologica ed economica, sostenibile
anche nel lontano futuro
Sviluppo Sostenibile
“Blueprint for survival” (Un progetto per la
sopravvivenza) (1972), articolo pubblicato in The
Ecologist, si evidenziano i rischi di una crescita anche
demografica illimitata.
Si auspica la fusione fra ecologia ed economia per
trovare una via di uscita da questi ormai pressanti
problemi e viene illustrata una strategia per un
cambiamento radicale nello stile di vita.
Sviluppo Sostenibile
Rapporto Bruntland (1987), meglio noto come “Our
Common Future”, fornisce la prima definizione di
Sviluppo sostenibile:
“…quella forma di sviluppo che riesce a soddisfare le
esigenze
delle
attuali
generazioni
senza
compromettere tale possibilità per le generazioni
future…”
Sviluppo Sostenibile
Sviluppo sostenible NON vuol dire brusco arresto della
crescita economica, ma trasformare il modo di
produrre, di consumare e di vivere.
Bisogna cioè passare da un sistema centrato sulla
quantità ad uno dove il punto di forza sia la qualità
convinti che il rispetto dell’ambiente non ostacoli ma
aiuti lo sviluppo, tenendo sempre ben presente che la
Natura non è un serbatoio illimitato al quale attingere
indefinitamente risorse.
Sviluppo Sostenibile
Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo
(UNCED), svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992, accetta
la posizione del rapporto Brundtland e propone vincoli
al posto di limiti allo sviluppo.
dichiarazione di Rio
● l’Agenda 21
● i “Principi sulle Foreste”
● le convenzioni sul cambiamento climatico del pianeta
e sulla diversità biologica
● impegni a dare l’avvio ai negoziati per la convenzione
sulla desertificazione
●
Sviluppo Sostenibile
Parallelamente le stesse idee sono state sviluppate
dall’Unione Europea con il processo avviato ad
Helsinki, proseguito a Lisbona (1998) ed infine a
Vienna (2003) con le Conferenze Interministeriali sulla
difesa delle foreste e sui criteri e indicatori della
gestione sostenibile
Sviluppo Sostenibile
ISTITUZIONE
Democrazia
Giustizia
ECONOMIA
SOCIETA'
Ecoefficienza
Accessibilità
AMBIENTE
Gestione forestale sostenibile
Hartig (1804)
focalizza la sua attenzione sulla
produzione forestale:
“...la necessità di garantire, alla generazioni future, la
possibilità di derivare profitti dalle foreste almeno nella
stessa misura di cui godono le presenti generazioni...”.
Nasce cioè l’idea che uno sfruttamento attento ed
equilibrato delle foreste può garantire un profitto
costante e continuo per le generazioni presenti e per
quelle future. È un concetto appena nato e che si
concentra sulla foresta come fornitrice di legname, di
lavoro e quindi di guadagno economico.
Gestione forestale sostenibile
L’idea si modifica dapprima considerando la gestione
sostenibile come quella forma di gestione atta a fornire
un approvvigionamento costante e massimo di prodotti
legnosi, successivamente come quella forma di
gestione volta a mantenere la capacità di erogare beni
e servizi per la società.
Gestione forestale sostenibile
Il moderno concetto di GFS prende origine dalla
Risoluzione H1 “Linee guida generali per la gestione
sostenibile delle foreste europee” della seconda
Conferenza Ministeriale sulla Protezione delle Foreste
in Europa (Helsinki, 1993):
“... la gestione corretta e l’uso delle foreste e dei terreni
forestali nelle forme e a un tasso di utilizzo tali da
mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di
rinnovazione, vitalità e una potenzialità che assicuri,
ora e in futuro, rilevanti funzioni ecologiche,
economiche, sociali a livello locale, nazionale e
globale e tali da non comportare danni ad altri
ecosistemi...”
Gestione forestale sostenibile
Agenda 21, capitolo 11 “Lotta alla desertificazione”,
afferma la necessità che i governi, con la
partecipazione dei diversi gruppi di interesse,
formulino “criteri e linee-guida basate su corrette
valutazioni scientifiche per la gestione, conservazione
e lo sviluppo sostenibile di tutti i diversi tipi di foreste”
Gestione forestale sostenibile
Nella successiva Conferenza di Lisbona (1998)
vengono definiti Criteri e Indicatori di GFS, perfezionati
poi nella Conferenza di Vienna (2003).
Iniziative di singoli organismi
Anche i singoli organismi, governativi e non, hanno
avviato attività di studio e interventi di concreta
applicazione di Criteri e Principi e Indicatori di GFS. Le
iniziative che probabilmente hanno riscosso maggior
interesse sono quelle
del Center for International Foresty Research
(CIFOR)
● del Forest Stewardship Council (FSC)
● del World Wide Fund (WWF)
●
della Fondazione Tropenbos, che ha pubblicato un
utile manuale per una corretta formulazione
concettuale di vari termini legati alla gestione
sostenibile delle foreste.
●
Iniziative a livello nazionale
La definizione di Criteri e Indicatori di GFS a livello
nazionale è ormai in corso in molti Paesi, tra cui
Canada (CSA), USA (Sustainable Forest Initiative),
Germania, Norvegia, Svezia, Brasile, Finlandia (Finish
Forest Certification System), Austria, Belgio (Valon
Bois), Danimarca, Svizzera, Francia, Ghana, Malesia.
Tali iniziative sono in accordo con quanto affermato
nelle Conferenze Interministeriali e alcune ampliano e
approfondiscono alcuni aspetti della GFS.
Iniziative nazionali
●
●
Direzione Foreste ed Economia Montana della
regione Friuli-Venezia Giulia con la collaborazione del
Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali
dell’Università di Padova
In Piemonte è partito un progetto di ricerca, sviluppo e
marketing relativo alla “Ecocertificazione della
pioppicoltura” (“Ecopioppo”)
Aree di interesse dei Criteri di GFS
1. L’UTILIZZAZIONE DELLE FORESTE
mantenimento della superficie;
promozione di uso multiplo e sostenibile delle foreste;
considerazione degli impatti e delle azioni forestali sull’ambiente e sull’occupazione;
sviluppo delle funzioni ricreative;
tutela del paesaggio;
difesa dei valori culturali connessi alla presenza di risorse forestali.
2. LA PROTEZIONE DELLE FORESTE
tutela del suolo;
protezione della biodiversità;
tutela del ciclo dell’acqua;
conservazione delle foreste in buono stato sanitario.
3. LO SVILUPPO DEL SETTORE FORESTALE
definizione degli obiettivi e delle modalità di pianificazione forestale;
definizione degli obiettivi e delle modalità di trasformazione di prodotti forestali.
4. GLI ASPETTI ISTITUZIONALI
coerenza delle politiche;
promozione di un’adeguata organizzazione delle istituzioni forestali;
promozione della partecipazione pubblica;
diffusione di informazioni e di statistiche al pubblico;
sviluppo della attività di formazione e di ricerca.
5. LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
partecipazione alle iniziative di cooperazione internazionale nella tutela delle risorse forestali;
sviluppo di attività commerciali di prodotti forestali che abbiano impatti positivi sull’ambiente e la popolazione.
Monitoraggio della GFS
La certificazione
Certificare un prodotto, un servizio o un processo
produttivo messo in atto da un’organizzazione,
significa dichiarare che un’organizzazione rispetta
quanto stabilito in una (buona) normativa tecnica di
riferimento.
Significa cioè, rispettare, dandone prova, tutta una serie
di parametri essenziali e mirati alla verifica della
sussistenza o meno delle condizioni perché il prodotto,
il servizio o il processo vengano dichiarati conformi
alle richieste dettate dalla normativa stessa.
Certificazione = Qualità ?
Certificazione NON è sinonimo di un servizio o di un
prodotto di qualità ma la qualità di cui si parla nella
certificazione vuol significare che il prodotto o il
servizio offerto soddisfano determinati disciplinari,
protocolli, standard o un codice di buona pratica.
La qualità correlata alla certificazione è garantita
dall’uniformità, dalla costanza, dalla ripetibilità del
servizio o del prodotto ed inoltre assicura la catena di
custodia e la trasparenza del prodotto certificato.
La certificazione
Atto volontario dell'azienda
Strumento di marketing e di immagine
Azienda non certificata non implica bassa qualità
I principali tipi di certificazione
PRODOTTO
(ISO 9001, ISO 14001)
CERTIFICAZIONE
PROCESSO
(certif. biologica, FSC e PEFC)
3 tipologie di certificazione
Perchè nasce la certificazione forestale?
Nasce al termine degli anni '80 su idea di alcune
associazioni ambientaliste
Originariamente pensate per la salvaguardia delle
foreste tropicali
Diventa un strumento di mercato negli anni '90 ad
adesione volontaria in Europa e Nord America
Ecocertificazione forestale?
Meglio CERTIFICAZIONE della FILIERA
FORESTA-LEGNO
perché non si sofferma solo sull'aspetto ambientale ma
tiene ben presente quello sociale ed economico
La certificazione della filiera
forestale-legno
Procedura con cui un terzo indipendente attesta per
iscritto che la selvicoltura di una determinata area è
conforme allo standard di una buona, cioè sostenibile,
gestione forestale.
Lo standard è stato elaborato con processo aperto e
trasparente.
Per i clienti e consumatori la certificazione forestale
assicura che la materia prima impiegata per i prodotti
in legno proviene da foreste ben gestite ovvero gestite
in modo sostenibile
L'iter della certificazione indipendente
I Principali schemi di certificazione
Pan-European Forest Council
Iniziativa volontaria del settore privato e senza scopo
di lucro, basata sul consenso tra le parti interessate
alla gestione sostenibile delle foreste a livello
nazionale o regionale
● Nasce nell'ottobre 1998 ad Helsinki dopo una serie di
incontri dei rappresentanti forestali di Austria,
Finlandia, Francia, Germania, Norvegia e Svezia
●
Strumento per il mutuo riconoscimento di schemi
credibili di certificazione nazionale o regionale
(schema ad ombrello)
●
SCOPI
rinforzare e migliorare l’immagine positiva della
selvicoltura e del legno come una materia prima
rinnovabile
●
promuove una “gestione e l'uso delle foreste e dei
terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo tali
che consentano di mantenere la loro biodiversità,
produttività, capacità di rinnovazione, vitalità ed una
potenzialità in grado di garantire ora e nel futuro
importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a
livello locale, nazionale e globale e che non comporti
danni ad altri ecosistemi”
●
STRUTTURA NAZIONALE
Il sistema implica la costituzione di una struttura
nazionale che deve coinvolgere tutte le parti interessate
●
Il compito degli Enti Nazionali è di elaborare e mettere
in atto a livello nazionale uno schema di certificazione
che rispetti le regole e i criteri definiti dal Consiglio di
Certificazione Pan-Europea (PEFCC)
●
Il Consiglio valuta se gli schemi di certificazione sono o
meno conformi rispetto ai requisiti dello schema
●
STRUTTURA INTERNAZIONALE
Segreteria, Assemblea
Amministrazione
●
Generale,
Consiglio
di
Assemblea Generale è formata da tutti i delegati, uno
per ogni nazione, che vengono scelti dal Forum
nazionale
●
In base alla grandezza delle dimensioni dell’organismo
nazionale, il delegato avrà a disposizione da uno a tre
voti attribuiti in base ai quantitativi annuali di legname
tagliato (meno di 10 milioni metri cubi, da 10 a 30 milioni
metri cubi, più di 30 milioni metri cubi) e di conseguenza
anche il contributo associativo di ogni ente nazionale
●
Pan-European Forest Council
PEFCC stabilisce le condizioni base e i requisiti minimi
che uno schema nazionale di certificazione deve
soddisfare per poter ottenere il mutuo riconoscimento
nell’ambito del sistema PEFC
●
PEFC non effettua in prima persona i controlli riguardo
ai requisiti minimi sui singoli soggetti nazionali, ma
accredita enti di certificazione che operano a livello
nazionale
●
I membri ordinari sono al momento 31 Paesi, con i
corrispettivi organismi di gestione (o gruppi di lavoro)
nazionali; inoltre vi sono 9 organizzazioni internazionali in
veste di membri straordinari
●
Gli Standard di BGF
1. mantenimento e appropriato miglioramento delle risorse forestali
e loro contributo al ciclo globale del carbonio;
2. mantenimento della salute e vitalità dell’ecosistema forestale;
3. mantenimento e incoraggiamento delle funzioni produttive nella
gestione forestale (prodotti legnosi e non-legnosi);
4. mantenimento, conservazione e appropriato miglioramento della
diversità biologica negli ecosistemi forestali;
5. mantenimento e appropriato miglioramento delle funzioni
protettive nella gestione forestale (in particolare difesa del suolo e
regimazione delle acque);
6. mantenimento di altre condizioni e funzioni socio-economiche.
PEFC-Italia
costituito a Trento il 4 aprile 2001 e, successivamente,
riconosciuto dal PEFCC il 19 Giugno dello stesso anno nel corso
del board di Santiago de Compostela
●
40 membri: 12 appartenenti alla Pubblica Amministrazione, 6
proprietari boschivi, 2 rientranti nell’ambito dell’industria di prima
lavorazione del legno, 4 rientranti nell’ambito dell’industria di
seconda e terza lavorazione, 3 cooperative forestali e 5
associazioni di liberi professionisti
● Il processo nazionale si basa sui 6 criteri Pan-Europei e ha
prodotto 27 Indicatori quantitativi, qualitativi e/o descrittivi (questi
ultimi, di carattere legislativo, istituzionale, finanziario e formativo)
●
Classificazione dei prodotti PEFC
Il PEFC raggruppa le materie prime in 4 categorie:
1. Categoria UNO: materie prime a base di legno certificate
PEFC o materie prime a base di legno certificato da altri schemi di
certificazione riconosciuti dal Consiglio del PEFC;
2. Categoria DUE: legno e fibre riciclati (fibre e legno postconsumo) e sottoprodotti recuperati, prima del consumo, durante i
processi di lavorazione, quando questi non siano riconducibili a
fonti di legno vergine;
3. Categoria TRE: materiale non legnoso (fibre di piante di
origine agronomica e stracci), amido, pigmenti e legno raccolto in
aree urbane;
4. Categoria QUATTRO: materia prima legnosa od a base di
legno, non certificata.
Il logo
On-product ed off-product
Utilizzo del logo
1. PEFC Nazionali: hanno il permesso di utilizzare il logo per scopi
educativi
2. Proprietari o gestori forestali in possesso di valido certificato per GFS
e/o CoC, oppure partecipanti ad una certificazione di gruppo: possono
essere unità regionali (ad esempio: sindacati, associazioni forestali,
eccetera), gruppi di proprietari o singole imprese forestali
3. Industrie forestali, commercianti e distributori (questi soggetti devono
essere in possesso di un certificato valido per la rintracciabilità)
4. Soggetti ed organismi autorizzati alla promozione del PEFC a scopi
educativi e formativi: il permesso deve essere rilasciato dal PEFCC
direttamente o per tramite del corrispondente gruppo nazionale.
Forest Stewardship Council
associazione non governativa, un ente no-profit (senza scopo di lucro)
e indipendente, che opera su scala internazionale
●
creata nel 1993 negli U.S.A. ed avente sede legale a Oaxaca in
Messico per lo sviluppo di un sistema di certificazione indipendente,
volontario, specificamente finalizzato al settore foresta-legno e
riconosciuto a livello internazionale
●
Forest Stewardship Council
fondata da rappresentanti di istituzioni ambientali, da rappresentanti
del commercio del legname, da professionisti forestali, da
organizzazioni di popolazioni indigene, da proprietari forestali e da enti
di certificazione di 25 Paesi
●
ente di accreditamento con potere decisionale centralizzato sia per
l’accreditamento degli enti certificatori, gli standard di gestione
forestale e le procedure per l’applicazione delle norme FSC a livello
nazionale e regionale
●
NON è un'associazione ambientalista!!!
●
Finalità
supportare una gestione delle foreste mondiali (tropicali, temperate
e boreali) e delle piantagioni:
che tuteli l’ambiente (in termini di biodiversità, produttività e
processi ecologici);
●
che rispetti i diritti dei lavoratori, il diritto delle popolazioni e della
società a godere dei benefici delle risorse forestali e il diritto delle
popolazioni a ricevere incentivi per sostenere le risorse forestali;
●
●
che sia valida dal punto di vista economico.
Struttura
FSC è costituita dall'Assemblea Generale divisa in 3 Camere:
● degli interessi ecologici;
● degli interessi sociali;
● degli interessi economici.
Il potere equamente distribuito tra le 3 Camere e all'interno di ogni
Camera fra Paesi del Sud e del Nord del Mondo
I 10 Principi & Criteri di GFS
1. rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali;
2. tutela dei diritti di proprietà e d’uso delle risorse forestali;
3. riconoscimento e tutela dei diritti della popolazione indigena;
4. rispetto dei diritti dei lavoratori, del benessere delle comunità locali;
5. uso efficiente dei prodotti e servizi dalle foreste;
6. impatti ambientali: conservazione biodiversità, paesaggio, …;
7. attuazione di un piano di gestione forestale;
8. monitoraggio/valutazione della foresta e della gestione;
9. salvaguardia delle foreste di grande valore ambientale;
10. gestione delle piantagioni (impatti su ambiente naturale,…).
FSC-Italia
FSC-Italia è stata fondata il 24 ottobre 2001, nel corso di un incontro
organizzato a Roma presso l’Agenzia Ecologica e Forestale
●
Il Gruppo FSC-Italia rispecchia, nella sua struttura e funzionamento,
i meccanismi del FSC che permettono di dare voce in maniera
equilibrata tanto alle istanze ambientaliste che a quelle sociali e degli
interessi economici
●
Il Gruppo FSC-Italia è nato successivamente come associazione noprofit di volontariato; lo Statuto e l’Atto costitutivo sono stati registrati
in data 5 Dicembre 2001
●
●
Attuamente i membri sono 60
L’autorità decisionale: Assemblea Generale con potere di voto
equamente diviso tra le camere, mentre l’organo operativo è costituito
dal Comitato Esecutivo,composto di 9 membri eletti dall’Assemblea
generale (3 per ogni camera, ancora con potere di voto equamente
distribuito)
●
FSC-Italia: lo SCOPO
Promuovere l’FSC
●
cercare la più ampia partecipazione per la definizione
degli standard locali FSC
●
La classifiazione dei prodotti
1. categoria A: legno certificato FSC (legno, inclusi thinnings,
polpa, carta, chips, fibre, co-prodotti di segheria, ecc.);
2. categoria B: materiale neutro: legno e fibre di legno
riciclate pre-consumo o sottoprodotti industriali, inclusa carta da
macero mista, escludendo invece co-prodotti di segheria, legno
e fibre di legno riciclato post-consumo (pallet, legno da
demolizione, eccetera). A questi si devono aggiungere le fibre
vegetali non legnose, il legno raccolto dal mare o da fiumi ed il
legno urbano;
3.
categoria C: legno non certificato;
4. categoria D: materiali non legnosi. Tale categoria include:
metalli, plastica, imbottiti minerali, eccetera.
Utilizzo del logo
Gli utilizzatori del marchio e del logo FSC possono essere
distinti in 2 categorie:
utilizzatori certificati, cioè in possesso di un regolare certificato
rilasciato dal FSC per GFS, CoC od entrambe;
●
utilizzatori non certificati. Questi ultimi si distinguono in tre
sotto-categorie:
- utilizzatori a scopi commerciali, ad esempio rivenditori al
minuto e distributori;
- utilizzatori a scopi promozionali, ad esempio Organizzazioni
non Governative (ONG);
- utilizzatori a scopi educativi e di formazione, ad esempio media
ed organizzazioni educative.
●
Etichettatura
preferibile evitare l’impiego dell’aggettivo “sostenibile” a favore
di espressioni equipollenti quali: “ben gestito” o “gestito in
maniera responsabile”
●
nel caso in cui il contenuto di legno certificato del prodotto sia
inferiore al 100% il label deve riportare la percentuale effettiva,
dandone opportuna evidenza
●
in ogni caso, deve sempre sussistere una chiara e netta
distinzione tra legno certificato e legno non certificato.
●
L'etichettatura
per prodotti a base di legno massello (segati, modanature,
utensili da cucina in legno etc):
“Il legno contenuto in questo prodotto proviene da foreste
certificate in maniera indipendente, gestite correttamente, in
ottemperanza alle norme del FSC"
●
per prodotti forestali di tipo non-legnoso:
“Il [nome del materiale in questione] contenuto in questo
prodotto proviene da foreste certificate in maniera indipendente,
gestite correttamente, in ottemperanza alle norme del FSC"
●
L'etichettatura
Confronto fra FSC e PEFC
In entrambi certificazione della gestione forestale
e della catena di custodia (CoC)
●
FSC ha una buona presenza di ONG
ambientaliste,
invece
PEFC
una
buona
rappresentanza delle industrie, associazioni di
proprietari forestali privatie e PA
●
Accreditamento diretto degli enti di certificazione
da parte di FSC, mentre PEFC delega agli enti
nazionali (SINCERT)
●
Confronto fra FSC e PEFC
FSC rilascia certificati aziendalie edi gruppo,
PEFC inoltre propone certificazioni regionali
●
FSC basa la Catena di Custodia (CoC)
sull’inventario, sulla separazione dei prodotti
certificati, mentre il PEFC differenzia i propri
prodotti in tre categorie riconoscibili da due loghi e
da diciture diverse in base a percentuali di
materiale di cui sono composti
●
Per entrambi sono previste visite periodiche di
ispezione
●
Confronto fra FSC e PEFC
Nel FSC esistono standard minimi comuni e
obbligatori per tutti gli indicatori, ed inoltre il PEFC
monitora alcuni aspetti sociali e culturali con
indicatori descrittivi non vincolanti
●
FSC ha alti costi per la certificazione e per
questo ropone certificazioni di gruppo, PEFC ha
costi inferiori e riesce a far presa sui piccoli
proprietari boschivi
●
Confronto fra FSC e PEFC
FSC è appoggiato internazionalmente da OGN
ambientaliste e delle parti sociali, mentre riceve
critiche da parte dei piccoli proprietari e
dall’industria
●
PEFC al contrario è fortemente contestato da
ONG ambientaliste, mentre è sostenuto dai piccoli
proprietari, dall’industria e dalle amministrazioni
pubbliche
●
La situazione italiana
Vanno aggiunti ai certificati PEFC 247.000 ha del Consorzio dei Comuni della P.A.T.
Canadian Standards Association
●
●
●
Organizzazione no-profit nazionale con sede a Toronto
che sviluppa standard e programmi di certificazione in
settori tecnici
Ha sviluppato, assieme all'industria forestale
canadese, gli standard di GFS che sono stati
approvati nel 1996
È una certificazione derivata dal sistema di
certificazione ISO 14001 con criteri aggiuntivi di
performance che vanno integrati nei piani di gestione
ttraverso un processo parteciptivo e di dibattito
pubblico
Etichettatura
100% FROM A CERTIFIED FOREST
Il 100% del prodotto è stato etichettato e monitorato dal punto di origine (una foresta
certificata) fino al consumatore. Questo logo può comparire sul prodotto e/o
sull’imballaggio.
70% OF CONTENT IS FROM A CERTIFIED FOREST
Almeno il 70% del materiale utilizzato per la produzione di questo oggetto è stato
etichettato e monitorato dal punto di origine (una foresta certificata) fino al consumatore.
Questo logo può essere applicato solo sulla confezione.
70% OF THIS PRODUCT IS FROM A CERTIFIED FOREST
Almeno il 70% del materiale utilizzato per la produzione di questo oggetto composito è
stato etichettato e monitorato dal punto di origine (una foresta certificata) fino al
consumatore. Questo logo può essere applicato solo sulla confezione.
Il CSA è stato ultimamente riconosciuto dal PEFC e ne è
diventato membro a pieno titolo del Consiglio
●
●
●
È un programma della Associazione Americana per le
foreste e la carta (AF&PA) iniziato nel 1994 che
interessa 205 aziende forestali e conta 44 membri
negli USA
basato su 12 principi e 30 indicatori di performance ai
quali le aziende certificate si devono attenere
La valutazione non è necessariamente condotta da
un ente terzo, come negli altri casi, ma l’azienda può
decidere se ‘autocertificarsi’ o richiedere la verifica a
una azienda associata
Dal 1998 è possibile che organizzazioni forestali
governative e associazioni ambientaliste ne
possano far parte
●
●
FSI non ha il supporto delle ONG ambientaliste
La SFI è stata riconosciuta dal PEFC ed entrata
ufficialmente nel Consiglio come membro
ordinario
●
La partecipazione nei processi
decisionali
Partecipare significa prendere parte, condividere scelte
e decisioni, influire sui processi per arrivare a soluzioni
●
“la partecipazione non accadde semplicemente perché
è una cosa buona” ma va focalizzata e gestita con
principi e metodo (Jeff Bishop)
●
La partecipazione è quindi uno specifico processo di
apprendimento, possibile a condizione che siano
trasmesse a soggetti coinvolti le informazioni e le abilità
necessarie per gestire, man mano, autonomamente il
processo
●
La partecipazione
Le condizioni per avviare un processo partecipato sono:
●la trasparenza del fare;
●la sostenibilità delle azioni;
●la comunicazione interpersonale;
●l’approccio affettivo, intellettuale, corporeo.
La partecipazione presuppone:
●condivisione,
fin dall’inizio, della natura e dello scopo del
processo;
●adattabilità di tempi, modi e strumenti alle caratteristiche personali
e professionali dei soggetti coinvolti e del contesto in cui si svolge il
processo;
●valorizzazione delle capacità e risorse esistenti;
●sistematico coinvolgimento dei soggetti nell’analisi dei risultati.
La partecipazione
Partecipare è:
●conoscere le regole del gioco;
●sapersi informare per avere un quadro preciso della situazione;
●aver chiaro lo scopo del progetto;
●avere accesso ai mezzi di comunicazione e saperli utilizzare;
●saper promuovere azioni basate sulla progettualità;
●saper costruire alleanze;
●tener conto di diversi punti di vista e ricondurli ad una sintesi
condivisa;
●saper prefigurare gli ostacoli e prendere decisioni, operare scelte.
La partecipazione
Caratteristiche della metodologia sono:
●condivisione dello scopo;
●adattabilità del processo;
●valorizzazione delle risorse;
●coinvolgimento sistematico degli attori.
I benefici della strategia della partecipazione sono così
sintetizzabili:
●risoluzione o negoziazione di conflitti tra le parti;
●potenziamento del senso d’appartenenza alla comunità;
●aumento dell’efficienza e dell’efficacia
●maggior coinvolgimento, comprensione reciproca e divertimento;
●contenimento dei costi;
●effetto moltiplicatore della strategia in altri contesti.
La partecipazione
La partecipazione è quindi un processo con
obbiettivi importanti, a medio e lungo termine, che
si sviluppa a piccoli passi, attraverso una serie di
fasi che prevedono, a loro volta, azioni precise in
tempi determinati, con obiettivi chiari e possibili e
con soggetti competenti istituzionalmente e con
risorse adeguate.
Gli stakeholders nell'A21L
Chi è responsabile o ha causato il problema?
●Chi nella comunità è direttamente influenzato dal problema?
●Chi interno, vicino o esterno alla comunità è indirettamente influenzato dal problema?
●Chi può subire effetti positivi o negativi dipendenti dal problema?
●A chi sta a cuore il problema al punto da essere coinvolto o da fornire aiuto?
●Chi sono i “senza voce” per i quali è necessario prevedere una speciale attenzione?
●Chi sono i rappresentanti di coloro che verosimilmente saranno influenzati?
●Chi può avere lo stesso problema in altre comunità o paesi?
●Chi può essere interessato a conoscere il problema?
●Chi è responsabile nel monitorare/regolamentare il problema?
●Chi ha il potere di darti ciò che ti serve?
●Chi ha potere sui soggetti che hanno il potere di darti ciò che ti serve?
●Chi sono i tuoi oppositori?
●A chi è di beneficio il mantenimento dello stato attuale?
●Chi verosimilmente si potrebbe mobilitare a favore o contro l’iniziativa?
●Chi può contribuire con risorse finanziarie e tecniche?
●Quali comportamenti è necessario cambiare affinché l’iniziativa abbia successo?”.
●
Gli stakeholders nella GFS
Nella certificazione forestale sono coinvolti nella
definizione degli indicatori per la GFS locale.
Gli stakeholders nella certificazione forestale sono ad
esempio:
●popolazioni e comunità locali;
●proprietari boschivi;
●enti locali;
●associazioni non governative;
●industrie di legname;
●industrie che hanno in genere interessi nella foresta.
Possibili sinergie fra A21L e
Certificazione forestale
In concluzione
Un grande aiuto alla certificazione forestale può
essere dato dalla presenza di una Agenda 21L
perché prepara già il substrato culturale che
favorisce un buon processo partecipativo.