Informativa del Governo

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Informativa del Governo
INFORMATIVA DEL GOVERNO
PREMESSA
Sono stato invitato oggi, in rappresentanza del Governo, a riferire in merito “alle
conseguenze generate dall’eccezionale evento meteorologico del 1°ottobre 2009”
che, lo scorso anno, ha gravemente colpito la provincia di Messina ed in
particolare nel comune di Messina le località di Giampilieri, Molino, Altolia Briga,
Pezzolo, Santa Margherita Marina, ed i Comuni di Scaletta Zanclea e Itala,
determinando gravi conseguenze che hanno richiesto l’attivazione massiccia e
tempestiva del servizio nazionale di protezione civile al fine di fronteggiare e
contrastare l’evento di cui ho riferito presso questa Assemblea in data 6 ottobre
2009 (All.1).
In apertura, desidero ricordare quanto il fenomeno in oggetto sia stato
caratterizzato da eccezionali precipitazioni e si sia manifestato con violenza
straordinaria (220 mm in 6 ore- quantità cumulata di precipitazioni del 1 ottobre
2009 - circa ¼ della precipitazione annuale) determinando, oltre al noto, luttuoso
evento che ha purtroppo coinvolto 37 persone, movimenti franosi, colate
detritiche, esondazione di fiumi e torrenti, allagamenti di abitazioni e di
insediamenti produttivi.
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Ricordo, inoltre, di aver riferito come in quell’occasione il servizio nazionale di
protezione
civile
abbia
funzionato
con
tempestività
ed
efficacia,
sia
nell’elaborazione e diffusione degli avvisi meteo da parte del Dipartimento della
protezione civile, sia nelle strutture regionali e locali di protezione civile,
impegnate a fronteggiare nel modo più efficace possibile gli eventi nel pieno
rispetto delle diverse competenze, come ebbi modo di richiamare dettagliatamente
nella succitata informativa del Governo.
PROVVEDIMENTI NORMATIVI
Il Governo, data la gravità delle conseguenze della straordinaria ondata di
maltempo nelle località che ho indicato, onde garantire la realizzazione dei primi
interventi finalizzati al soccorso della popolazione ed alla rimozione delle
situazioni di pericolo per favorire il tempestivo superamento dell’emergenza ed un
celere ritorno alle normali condizioni di vita, ha dichiarato, già in data 2 ottobre
2009, lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Messina. Il termine
dell’emergenza, allora fissato, è in procinto di scadere il prossimo 31 ottobre. La
proroga dei termini di scadenza è stata richiesta dal Commissario delegato,
Presidente della regione Siciliana, con nota inviata in data 18 ottobre u.s. al
Dipartimento della protezione civile.
Ed il Dipartimento della protezione civile ha inoltrato il decreto di proroga al
Consiglio dei Ministri.
A seguito della dichiarazione dello stato d’emergenza, come è ben noto, sono state
emanate disposizioni normative contenute in diverse ordinanze del Presidente del
Consiglio dei Ministri, di cui tre specificamente dedicate: la n. 3815/2009, n.
3825/2009, n. 3865/2010. Altre successive disposizioni sono state inserite in
articoli di ordinanze c.d.“omnibus”, ed in particolare all’articolo 1 della OPCM n.
3886/2010.
Nello specifico, rammento che, con l’ordinanza n. 3815 del 10 ottobre 2009, sono
stati affidati al Presidente della Regione Siciliana, in qualità di Commissario
delegato, compiti relativi al rimborso delle spese per i primi interventi di soccorso
ed assistenza alla popolazione, all'accertamento dei danni, alla rimozione delle
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situazioni di pericolo ed alla predisposizione di un piano degli interventi relativi al
ripristino degli edifici e dei beni mobili privati distrutti o danneggiati.
Al medesimo Commissario inoltre, sentite le comunità locali coinvolte, è stato
affidato, tra l’altro, l’incarico di definire le condizioni per il ripristino e per la
ricostruzione degli edifici compresa l’eventuale delocalizzazione degli immobili, nel
rispetto delle esigenze di economicità degli interventi e di quelle relative al
mantenimento della coerenza edilizia complessiva dell'area colpita.
Il Commissario delegato è stato incaricato, inoltre, di definire il fabbisogno delle
risorse finanziarie occorrenti per la concessione di contributi in favore della
popolazione le cui abitazioni sono andate distrutte o danneggiate dagli eventi; in
particolare, come ormai è consuetudine, il Commissario delegato è stato
autorizzato ad assegnare contributi per l’autonoma sistemazione ai nuclei
familiari, rimasti senza casa, in condizione di reperire in autonomia una
soluzione alloggiativa.
Con la successiva ordinanza 3825 del 27 novembre 2009, sono state introdotte
ulteriori misure, in particolare per ciò che concerne il tessuto economico e
produttivo della provincia. In particolare, al fine di favorire l’immediata ripresa
delle attività produttive ed economiche, sono stati previsti diversi contributi ai
titolari di attività ubicate in edifici o aree sgomberate, per i danni subiti dagli
impianti di produzione, dalle strutture lavorative compresi i macchinari e le
attrezzature necessarie, nonché per il ripristino delle scorte delle materie prime,
dei prodotti semilavorati o finiti, andati distrutti o danneggiati a causa degli
eventi alluvionali.
Sono state emanate, inoltre, disposizioni in materia previdenziale e assistenziale e
sono state fornite indicazioni per l’erogazione di contributi per la riparazione delle
unità immobiliari danneggiate e la definizione degli interventi atti a favorire il
rientro nelle unità immobiliari gravemente danneggiate. Per quanto riguarda gli
adempimenti in materia tributaria, precise disposizioni sono state previste
dall’art. 6 dell’OPCM 3825/2009, precedute dal decreto 8 ottobre 2009 emanato
dal Ministro dell’economia e delle finanze recante la “sospensione degli
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adempimenti e dei versamenti tributari a favore dei soggetti residenti nei Comuni
della Provincia di Messina”.
Nel periodo 11-17 febbraio 2010, nell’area dei Monti Nebrodi, si è manifestata
una serie di movimenti franosi, che hanno interessato numerose località,
rendendo ulteriormente evidente la fragilità dei suoli dell’area e la presenza
diffusa di un alto rischio idrogeologico. Il Governo ha preso atto della situazione,
nominando, con ordinanza n. 3865 del 15 aprile 2010, un Commissario delegato
anche per fronteggiare questo ulteriore fenomeno di rischio; per dare coerenza a
questo intervento e assicurare una gestione unitaria e coordinata con quanto già
avviato nelle zone colpite dall’evento del 1 ottobre 2009, l’incarico di Commissario
è stato affidato anche in questo caso al Presidente della Regione Siciliana.
Il mandato del Commissario delegato, per quanto riguarda la messa in sicurezza
dei territori colpiti dagli eventi in questione e, più specificatamente, gli interventi
previsti dal piano indicato dalla prima ordinanza è esteso anche alle opere
necessarie a rimuovere i rischi ed a prevenire il ripetersi di danni per la
popolazione e le infrastrutture, qualora si verificassero nuovamente eventi
analoghi.
ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Il servizio nazionale della protezione civile prima ed il Commissario delegato poi,
hanno promosso l’attuazione di interventi e l’adozione di provvedimenti finalizzati
alla prima assistenza alla popolazione. Sulla base dei dati forniti dal soggetto
attuatore - Comune di Messina -, ad oggi risultano ancora 2054 persone evacuate
delle quali 1365 per il comune di Messina (980 solo da Giampilieri Superiore),
460 nel comune di Scaletta Zanclea e 229 nel comune di Itala. Usufruisce ancora
dei contributi per le autonome sistemazioni circa il 94% delle persone
attualmente evacuate, mentre meno del 4% degli sfollati è attualmente ospitato in
albergo o in strutture sanitarie ed assistenziali.
ZONAZIONE DELLE AREE A RISCHIO E PIANO DI ALLERTAMENTO
Il Dipartimento della protezione civile ha fornito supporto alle attività del
Commissario delegato inviando in loco un team di valutazione composto da propri
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funzionari e, successivamente, attivando la propria rete dei centri di competenza
previsti dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio
2004.
Con risorse finanziarie poste a disposizione del Dipartimento della protezione
civile si è potuto realizzare, nei giorni immediatamente successivi all’evento, un
volo aereo con rilievo “LIDAR” ad alta risoluzione, che ha consentito di produrre
una carta geomorfologica delle aree colpite dall’evento, nell’ambito della quale
sono stati individuati tutti i dissesti attivati, nonché la predisposizione del
territorio ad ulteriori dissesti.
In particolare, al fine di valutare la situazione di rischio residuo, nelle more
dell’attuazione degli interventi strutturali, il Commissario delegato, coadiuvato da
un Comitato tecnico scientifico, costituito da esperti docenti dell’Università di
Catania e Firenze, ha predisposto una mappatura delle zone di Giampilieri, Itala e
Scaletta Zanclea, nella quale è possibile diversificare il territorio in base al rischio
a cui la popolazione è esposta.
Appare evidente come lo studio sopra menzionato rientri, a pieno titolo, tra le
misure di prevenzione che risultano preliminari a qualsiasi intervento strutturale
per la messa in sicurezza del territorio di cui stiamo parlando.
La classificazione realizzata, dunque, va dalla individuazione delle zone rosse,
costituite dai territori le cui infrastrutture andranno delocalizzate, alle zone verdi,
nelle quali è possibile prevedere il rientro delle persone nelle proprie abitazioni, a
seguito delle opportune verifiche da parte della amministrazione comunale e della
definizione del piano speditivo di protezione civile, integrato da un piano di
allertamento.
Alla realizzazione di tale analisi di rischio ha contribuito anche il Dipartimento
della protezione civile per il tramite dei propri centri di competenza, in particolare
l’Istituto per la Ricerca e la Protezione Idrogeologica del Consiglio nazionale delle
ricerche e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze.
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Il summenzionato piano speditivo per l’allertamento e l’informazione della
popolazione per il rischio idrogeologico è stato predisposto dal Dipartimento
regionale delle protezione civile quale attività di prevenzione, non strutturale,
finalizzata in primo luogo alla salvaguardia della vita ed adottato con disposizione
del Soggetto attuatore n. 15 del 18 gennaio 2010.
Il piano integra le procedure operative di intervento stabilite dal piano comunale
di protezione civile, dal piano speditivo redatto dal centro coordinamento soccorsi
nell’immediatezza dell’evento, nonché dal piano emergenziale di attivazione dei
presidi territoriali e dei cancelli redatto dall’ufficio commissariale del soggetto
attuatore al verificarsi di fenomeni meteorologici avversi o fenomeni di versante
che, per la loro intensità ed estensione, comportino l’attivazione delle fasi di
preallarme ed allarme così come previste nel piano speditivo per l’allertamento e
l’informazione della popolazione.
Il piano in questione prevedeva, in particolare, un sistema di allerta mediante
l’attivazione di un allarme sonoro, per garantire la percezione immediata dello
stato di pericolo imminente da parte della popolazione. A questo fine, sono state
collocate otto sirene elettroniche nelle località più esposte al rischio. Un ulteriore
elemento di informazione per gli abitanti del posto è costituito dalla esposizione di
un’apposita cartellonistica informativa, mirata a fornire indicazioni in ordine ai
comportamenti da adottare e sul significato da attribuire ai diversi segnali sonori
prodotti. Ho notizia che tale piano è stato attivato anche recentemente in
occasione dell’evento meteo-idrologico avverso che si è avuto lo scorso 13 ottobre,
nel quale si sono registrate significative precipitazioni (c.a. 120 mm in 12 ore a
Giampilieri e 140 mm a Scaletta Zanclea) e che ha determinato l’attivazione di
tutto il servizio di protezione civile a livello locale.
A seguito di tali eventi, da informazioni assunte dalla Prefettura di Messina (
All.2), presso la medesima Prefettura si è tenuto, in data 18 ottobre u.s., un
incontro al fine di esaminare, congiuntamente alla struttura Commissariale ed
agli Enti locali coinvolti, gli aspetti più problematici delle attuali condizioni del
territorio, tenuto conto dei lavori in corso nei più di cinquanta cantieri ad oggi
aperti sul territorio, di cui esporrò più dettagliatamente in seguito (All.2).
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RISORSE FINANZIARIE
Tutto ciò premesso, procederei ad una puntuale disamina delle risorse finanziare
fin qui messe a disposizione del Commissario delegato dall’ordinanza 3815 del
2009.
Ritengo importante evidenziare come, a differenza della insufficiente situazione
finanziaria determinatasi nel 2007, di cui ho già riferito nella mia precedente
informativa, le risorse rese immediatamente disponibili per fronteggiare l’evento
in questione risultano essere considerevoli, ed ammontano a 139 milioni di euro.
Di questo importo, l’ art. 4 dell’OPCM 3815/2009 pone nella disponibilità del
Commissario delegato risorse che ammontano a 60 milioni di euro, di cui: 20
milioni rivenienti da risorse assegnate alla Regione siciliana nell'ambito dei fondi
FAS 2000/2006 e PAR-FAS 2007-2013, 20 milioni dai fondi del Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 20 milioni dalle risorse del
Fondo della protezione civile.
Ulteriori stanziamenti sono previsti dall’art. 9 dell’OPCM 3865/2010; in
particolare si tratta di 45 milioni di euro sul fondo PAR-FAS 2007-2013,
approvato con Delibera della Giunta regionale Siciliana (n. 315 del 12.08.2009,
con presa d’atto del CIPE -delibera n. 66 del 31.07.2009), destinati al
proseguimento delle iniziative di somma urgenza e il conseguente ritorno alle
condizioni di normalità.
Per le medesime finalità è stanziata in favore del Commissario delegato –
Presidente della Regione Siciliana l’ulteriore somma di 10 milioni di euro a
valere sulle risorse derivanti da sanzioni amministrative irrogate dall’Autorità
garante della concorrenza e del mercato versate entro il 31 ottobre 2009
all’entrata del bilancio dello Stato e, alla data di entrata in vigore della legge
finanziaria 2010, non ancora riassegnate alle pertinenti unità previsionali di base
come previsto dall’art. 2, comma 242 della medesima legge (Legge 23 dicembre
2009, n. 191).
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L’articolo 1 comma 1 della ordinanza 3886 del 2010 ha disposto che, al fine di
accelerare le iniziative per il superamento dell’emergenza, le risorse finanziarie
assegnate e ripartite dall'Accordo di programma stipulato tra il Ministero
dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare e la Regione Siciliana ai sensi
della legge 26 febbraio 2010 sopra citata, siano trasferite nella contabilità speciale
intestata al Commissario straordinario delegato, nominato per l’applicazione dei
piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio
idrogeologico secondo quanto previsto dall’articolo 17 del decreto-legge 30
dicembre 2009, n. 195, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010
n. 26, con esclusione di 24 milioni di euro per gli interventi da realizzare in
località Giampilieri, nonché dei 18 milioni di euro assegnati per gli interventi nel
Comune di San Fratello che vengono gestiti dal Commissario delegato Presidente
della Regione Siciliana .
Contemporaneamente, al fine di velocizzare l’attuazione degli interventi, il
Commissario straordinario delegato ai sensi dell’articolo 17 soprarichiamato,
l’Ing. Santi Muscarà, è divenuto il soggetto attuatore del Commissario delegato Presidente della Regione Siciliana per gli altri interventi previsti nel territorio.
Questa disposizione dell’or
dinanza del luglio scorso costituisce il collegamento operativo e funzionale tra le
due figure attualmente attive in Sicilia, incaricate di provvedere a misure urgenti
e straordinarie per la messa in sicurezza del territorio dei Comuni colpiti in data 1
ottobre 2009 e gli altri territori a rischio idrogeologico dei Monti Nebrodi e di altre
parti del territorio regionale.
Il Presidente della Regione infatti è stato individuato, come vi ho riferito, come
Commissario delegato per l’emergenza dichiarata dal Consiglio dei Ministri subito
dopo l’evento calamitoso di cui sto riferendo. Il Commissario straordinario
delegato, previsto dall’articolo 17 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195,
convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010 n. 26., ha poteri diversi
da quelli del Presidente della Regione Siciliana, originanti dalle disposizioni della
legge 26/2010 che ne prevede la nomina. L’ordinanza, nominando il Commissario
straordinario come soggetto attuatore del Commissario delegato - Presidente della
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Regione Siciliana, evita sia la possibile dispersione di risorse, sia il rischio di
duplicazione delle attività e quello di un allungamento dei tempi di attuazione
originato da un coordinamento gestito in modo non programmato.
In conclusione, è opportuno richiamare che la legge 26 del 2010 sopra
richiamata, ha disposto il Piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio
e la riduzione del rischio idrogeologico, in considerazione della necessità di
intervenire nelle situazioni a più elevato rischio per salvaguardare la sicurezza
delle infrastrutture e il patrimonio ambientale e culturale. L’operatività del Piano
è assicurata dall’art. 2, comma 240, della L. 191/2009 (finanziaria 2010) relativa
alla destinazione delle risorse assegnate per interventi di risanamento ambientale
con delibera del CIPE del 6 novembre 2009, pari a 1.000 milioni di euro ai piani
straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio. In particolare,
tali risorse “possono essere utilizzate anche tramite accordo di programma
sottoscritto dalla regione interessata e dal Ministero dell’ambiente e della tutela
del territorio e del mare.” ed è questa disposizione, già attuata in Sicilia, che ha
permesso lo stanziamento dei 24 milioni sopra richiamati.
Nonostante la rilevanza delle risorse di cui vi ho riferito, con nota trasmessa il 19
ottobre u.s., il Commissario delegato, Presidente delle Regione Siciliana ha
ufficialmente avanzato richiesta di ulteriori risorse economiche, rappresentando
che dei 139 milioni di Euro, poco più di 115 milioni sono stati già interamente
impegnati per interventi infrastrutturali già avviati e completati, mentre 22,5
milioni di Euro sono stati utilizzati per l’assistenza alla popolazione e che le
somme rimaste a disposizione consentono di continuare a garantire la sola
assistenza alla popolazione dei 2054 sfollati. La somma totale necessaria per
l’intero programma degli interventi, già svolti e programmati per il prossimo
futuro, è valutata dal Commissario pari a 320 milioni di Euro con una carenza di
disponibilità stimata intorno ai 181 milioni di Euro. Il Commissario delegato
chiede espressamente, per recuperare risorse, la possibilità di stornare 70
milioni. di Euro di fondi PAR-FAS 2007-2013, previsti per la Regione Siciliana
(All.3), da altre voci, per farli confluire sulle disponibilità del Commissario
delegato.
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Tale richiesta è appena giunta, come vi ho comunicato, e sono in corso i contatti
per definirne le linee di fattibilità da verificare con il Ministero dell’economia e
quello dello sviluppo economico.
Nel dettaglio il Programma degli interventi, predisposto dal Commissario delegato
e pari a totali 320 Mln di Euro prevede infatti:
•
20.000.000,00 di euro per i rimborsi alla popolazione ed alle attività
produttive;
•
25 000.000,00 di euro per il rimborso agli edifici danneggiati;
•
10 000.000,00 di euro per la costruzione degli alloggi;
•
15 000.000,00 di euro per le opere di urbanizzazione e gli impianti a
rete;
•
22.424.580,00 di euro per l’assistenza alla popolazione e le spese per
la gestione della struttura commissariale;
•
15.400.438,75 di euro per le spese sostenute dai vari enti nella fase di
prima emergenza
•
212.277.704,00 di euro per gli interventi di messa in sicurezza.
Il Commissario Delegato utilizzando gli stanziamenti fino ad ora assegnati ha
promosso interventi per il riassetto idrogeologico e per il ripristino delle
funzionalità idrauliche dei torrenti locali ed in particolare ha previsto e realizzato i
interventi relativi a lavori di somma urgenza per la rimozione dei detriti, di
mitigazione per il rischio frane, opere per la messa in sicurezza dei versanti, lavori
di sistemazione idraulica,realizzazione degli impianti di raccolta delle acque,
opere di contenimento di colate detritiche,interventi su sbocchi a mare di alcuni
torrenti,interventi a salvaguardia dei centri abitati,pulizia di alvei,lavori di
rifacimento di condotte fognarie.
In particolare, da informazioni fornite dalla struttura del Commissario delegato
risulta che lo stesso oltre ad aver disposto l’avvio di circa 20 lavori di somma
urgenza nei territori colpiti (dettaglio nel report dell’ufficio del Commissario
delegato di settembre 2010: Allegato 4- pag.20 e ss.) e di aver realizzato 18
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progetti in corso di completamento (dettaglio nell’allegato 4- pag.32-33), di aver
appaltato circa 30 progetti (dettaglio nell’allegato 4 – pag 35,36 e 37); mentre altri
26 interventi sono già stati progettati (dettaglio nell’allegato 4 – pag 46 e 47 )
CONCLUSIONI
Da quanto sopra esposto credo risulti evidente il grande impegno profuso,
congiuntamente, dalle diverse strutture coinvolte, a partire dal Commissario
delegato fino a giungere agli Enti locali interessati, al Prefetto di Messina fino al
Dipartimento della Protezione Civile, sia in termini di progettazione e realizzazione
degli interventi, sia di gestione delle situazioni di crisi che tuttora il territorio deve
affrontare per fronteggiare gli eventi dell’imminente stagione invernale.
Non c’è infatti dubbio che la attuale vulnerabilità dei territori richiederà ancora,
come evidenziato da quanto accaduto in data 13 ottobre scorso, con il ripetersi di
colate di fango ed accumulo di detriti a seguito delle precipitazione registrate in
tale data, segnalate dalla nota del Prefetto Alecci del 18 ottobre u. s. di cui vi ho
riferito, un forte contributo del servizio di protezione civile, anche in termini di
attivazione di presidi territoriali idrogeologici, già organizzati dal Commissario
delegato tramite accordi con l’Ordine dei Geologi.
La risoluzione delle criticità non può che essere perseguita tramite la
cooperazione istituzionale, fin qui attuata, con la finalità di garantire in via
prioritaria la sicurezza e la salvaguardia degli abitanti. E’ questa la logica che ha
guidato sinora l’azione del Governo e che sarà seguita anche negli ulteriori
passaggi necessari alla soluzione del problema.
Il tema della sicurezza e della salvaguardia dei cittadini dalle conseguenze dei
rischi naturali esistenti ho avuto modo di affrontarlo più volte in quest’Aula, a
completamento delle informative da me rese. Ricordo quanto dissi nel corso del
primo incontro con Voi sulla tematica affrontata anche oggi, relativamente alla
sommatoria di errori che il nostro territorio ha registrato nel tempo e dei quali ci
chiede il conto, con sempre maggiore frequenza, nella forma di effetti disastrosi di
eventi di particolare intensità di carattere meteorologico.
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Non possiamo immaginare il nostro futuro come un indefinito susseguirsi di
interventi di emergenza, resi necessari dagli eventi atmosferici, o da altre
manifestazioni naturali come i terremoti o le eruzioni vulcaniche o il manifestarsi
di crisi legate ai diversi rischi antropici presenti.
Non possiamo responsabilmente immaginare che le risorse necessarie ogni volta
per ricostruire, mettere in sicurezza, ripristinare le situazioni di vita ordinata e
civile per le popolazioni interessate siano sempre e comunque a disposizione,
risolvendo il problema come se fosse unicamente una questione di volontà
politica.
I cambiamenti climatici, come tutti i fenomeni naturali, si manifestano e si
modificano con i tempi e le modalità che i processi normali della natura
comportano. Non esiste una modalità disponibile e praticabile per allineare la
storia dei disastri naturali e delle catastrofi alle nostre esigenze politiche,
economiche, sociali. Dobbiamo semplicemente essere pronti a decidere come e
quanto possiamo e vogliamo prevenire, con interventi strutturali adeguati ai livelli
di rischio presenti, determinati soprattutto dall’accumulo nel tempo di tante
scelte e decisioni che, anche se assunte in piena buonafede, oggi sappiamo essere
state sbagliate, dannose, foriere di nuovi pericoli.
Parlai, dopo i fatti del 1 ottobre 2009, di abusivismo, come ripreso più volte dagli
organi di stampa. Lo feci senza alcuna intenzione polemica, semplicemente
traducendo in parole ciò che l’osservazione delle immagini di palazzi di recente
costruzione distrutti dalle ondate di acqua e di fango suggeriva a chiunque. Certo
non si trattava di antichi edifici medievali: le foto e i filmati, girati forse non a
Giampilieri ma a Scaletta Zanclea davano chiare informazioni sulle date recenti in
cui era stato commesso un evidente abuso di ciò che il territorio può sopportare
senza trasformare pratiche edilizie disinvolte in un rischio mortale.
Mi preme concludere questa informativa con un riferimento alla complessità dei
contesti nei quali registriamo sistematicamente le emergenze più gravi. Si tratta
quasi sempre dei territori dove l’abuso, la violazione delle norme, la superficialità
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nella valutazione degli effetti dei fenomeni sociali ed economici che hanno un
impatto
sul
territorio
sono
stati
per
troppo
tempo
costume
condiviso,
comportamento culturalmente accettato o giustificato. Spesso tali contesti
territoriali, pur se originatisi in tempi che appaiono assai lontani, comunque non
sono in grado di reggere il successivo diverso uso del territorio (vedi l’abbandono
della pratica dei terrazzamenti agrari) sia il temuto mutamento climatico.
Quanto finora realizzato dal Commissario delegato, raccolto nel testo di sintesi
della sua attività, mi pare che possa offrire un contributo utile non solo per
valutare la concreta situazione dei tre Comuni di cui ho parlato, ma anche come
traccia metodologica per ogni scelta che venga fatta da oggi in avanti sull’uso del
territorio. La documentazione predisposta dal Commissario evidenzia come, in
quell’area, si sia preso coscienza della quantità e della qualità dei rischi esistenti,
proponendo soluzioni che non raccolgono soltanto il desiderio, pur legittimo ma
infondato di quanti chiedono, sempre e comunque, di azzerare la catastrofe e
tornare allo stato precedente.
L’attenta valutazione del rischio esistente deve uscire dai documenti elaborati
dopo un disastro, per entrare a pieno titolo e diritto come criterio di base per ogni
decisione in materia di nuove costruzioni e di manutenzione del patrimonio
strutturale ed infrastrutturale che abbiamo ereditato. Oggi siamo in condizione di
sapere con esattezza, in ogni area del nostro Paese, cosa può essere realizzato e a
quali condizioni, di sicurezza e di fattibilità economica.
E’ necessario che il trasferimento di questo criterio prudenziale e di buon senso,
che pure si avvale di tutto il bagaglio di competenza tecnica e scientifica di cui
disponiamo, dalle pratiche di ricostruzione ad ogni fase del normale processo di
decisione su ciò che stiamo per costruire diventi norma primaria, prioritaria ed
assoluta. E’ necessario che questo metodo, che consiste nel prevenire prima di un
possibile disastro i rischi presenti, diventi costume diffuso e condiviso, sia nelle
istituzioni a tutti i livelli, sia nella cultura dei cittadini e dei loro comportamenti.
Solo così avrà senso lo sforzo e l’impegno, enormi, che oggi abbiamo di fronte e
che ci accompagnerà per decenni, necessario per mettere in sicurezza la vita dei
nostri concittadini.
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