Informativa del Governo
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Informativa del Governo
INFORMATIVA DEL GOVERNO PREMESSA Sono stato invitato oggi, in rappresentanza del Governo, a riferire in merito “alle conseguenze generate dall’eccezionale evento meteorologico del 1°ottobre 2009” che, lo scorso anno, ha gravemente colpito la provincia di Messina ed in particolare nel comune di Messina le località di Giampilieri, Molino, Altolia Briga, Pezzolo, Santa Margherita Marina, ed i Comuni di Scaletta Zanclea e Itala, determinando gravi conseguenze che hanno richiesto l’attivazione massiccia e tempestiva del servizio nazionale di protezione civile al fine di fronteggiare e contrastare l’evento di cui ho riferito presso questa Assemblea in data 6 ottobre 2009 (All.1). In apertura, desidero ricordare quanto il fenomeno in oggetto sia stato caratterizzato da eccezionali precipitazioni e si sia manifestato con violenza straordinaria (220 mm in 6 ore- quantità cumulata di precipitazioni del 1 ottobre 2009 - circa ¼ della precipitazione annuale) determinando, oltre al noto, luttuoso evento che ha purtroppo coinvolto 37 persone, movimenti franosi, colate detritiche, esondazione di fiumi e torrenti, allagamenti di abitazioni e di insediamenti produttivi. 1 Ricordo, inoltre, di aver riferito come in quell’occasione il servizio nazionale di protezione civile abbia funzionato con tempestività ed efficacia, sia nell’elaborazione e diffusione degli avvisi meteo da parte del Dipartimento della protezione civile, sia nelle strutture regionali e locali di protezione civile, impegnate a fronteggiare nel modo più efficace possibile gli eventi nel pieno rispetto delle diverse competenze, come ebbi modo di richiamare dettagliatamente nella succitata informativa del Governo. PROVVEDIMENTI NORMATIVI Il Governo, data la gravità delle conseguenze della straordinaria ondata di maltempo nelle località che ho indicato, onde garantire la realizzazione dei primi interventi finalizzati al soccorso della popolazione ed alla rimozione delle situazioni di pericolo per favorire il tempestivo superamento dell’emergenza ed un celere ritorno alle normali condizioni di vita, ha dichiarato, già in data 2 ottobre 2009, lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Messina. Il termine dell’emergenza, allora fissato, è in procinto di scadere il prossimo 31 ottobre. La proroga dei termini di scadenza è stata richiesta dal Commissario delegato, Presidente della regione Siciliana, con nota inviata in data 18 ottobre u.s. al Dipartimento della protezione civile. Ed il Dipartimento della protezione civile ha inoltrato il decreto di proroga al Consiglio dei Ministri. A seguito della dichiarazione dello stato d’emergenza, come è ben noto, sono state emanate disposizioni normative contenute in diverse ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui tre specificamente dedicate: la n. 3815/2009, n. 3825/2009, n. 3865/2010. Altre successive disposizioni sono state inserite in articoli di ordinanze c.d.“omnibus”, ed in particolare all’articolo 1 della OPCM n. 3886/2010. Nello specifico, rammento che, con l’ordinanza n. 3815 del 10 ottobre 2009, sono stati affidati al Presidente della Regione Siciliana, in qualità di Commissario delegato, compiti relativi al rimborso delle spese per i primi interventi di soccorso ed assistenza alla popolazione, all'accertamento dei danni, alla rimozione delle 2 situazioni di pericolo ed alla predisposizione di un piano degli interventi relativi al ripristino degli edifici e dei beni mobili privati distrutti o danneggiati. Al medesimo Commissario inoltre, sentite le comunità locali coinvolte, è stato affidato, tra l’altro, l’incarico di definire le condizioni per il ripristino e per la ricostruzione degli edifici compresa l’eventuale delocalizzazione degli immobili, nel rispetto delle esigenze di economicità degli interventi e di quelle relative al mantenimento della coerenza edilizia complessiva dell'area colpita. Il Commissario delegato è stato incaricato, inoltre, di definire il fabbisogno delle risorse finanziarie occorrenti per la concessione di contributi in favore della popolazione le cui abitazioni sono andate distrutte o danneggiate dagli eventi; in particolare, come ormai è consuetudine, il Commissario delegato è stato autorizzato ad assegnare contributi per l’autonoma sistemazione ai nuclei familiari, rimasti senza casa, in condizione di reperire in autonomia una soluzione alloggiativa. Con la successiva ordinanza 3825 del 27 novembre 2009, sono state introdotte ulteriori misure, in particolare per ciò che concerne il tessuto economico e produttivo della provincia. In particolare, al fine di favorire l’immediata ripresa delle attività produttive ed economiche, sono stati previsti diversi contributi ai titolari di attività ubicate in edifici o aree sgomberate, per i danni subiti dagli impianti di produzione, dalle strutture lavorative compresi i macchinari e le attrezzature necessarie, nonché per il ripristino delle scorte delle materie prime, dei prodotti semilavorati o finiti, andati distrutti o danneggiati a causa degli eventi alluvionali. Sono state emanate, inoltre, disposizioni in materia previdenziale e assistenziale e sono state fornite indicazioni per l’erogazione di contributi per la riparazione delle unità immobiliari danneggiate e la definizione degli interventi atti a favorire il rientro nelle unità immobiliari gravemente danneggiate. Per quanto riguarda gli adempimenti in materia tributaria, precise disposizioni sono state previste dall’art. 6 dell’OPCM 3825/2009, precedute dal decreto 8 ottobre 2009 emanato dal Ministro dell’economia e delle finanze recante la “sospensione degli 3 adempimenti e dei versamenti tributari a favore dei soggetti residenti nei Comuni della Provincia di Messina”. Nel periodo 11-17 febbraio 2010, nell’area dei Monti Nebrodi, si è manifestata una serie di movimenti franosi, che hanno interessato numerose località, rendendo ulteriormente evidente la fragilità dei suoli dell’area e la presenza diffusa di un alto rischio idrogeologico. Il Governo ha preso atto della situazione, nominando, con ordinanza n. 3865 del 15 aprile 2010, un Commissario delegato anche per fronteggiare questo ulteriore fenomeno di rischio; per dare coerenza a questo intervento e assicurare una gestione unitaria e coordinata con quanto già avviato nelle zone colpite dall’evento del 1 ottobre 2009, l’incarico di Commissario è stato affidato anche in questo caso al Presidente della Regione Siciliana. Il mandato del Commissario delegato, per quanto riguarda la messa in sicurezza dei territori colpiti dagli eventi in questione e, più specificatamente, gli interventi previsti dal piano indicato dalla prima ordinanza è esteso anche alle opere necessarie a rimuovere i rischi ed a prevenire il ripetersi di danni per la popolazione e le infrastrutture, qualora si verificassero nuovamente eventi analoghi. ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Il servizio nazionale della protezione civile prima ed il Commissario delegato poi, hanno promosso l’attuazione di interventi e l’adozione di provvedimenti finalizzati alla prima assistenza alla popolazione. Sulla base dei dati forniti dal soggetto attuatore - Comune di Messina -, ad oggi risultano ancora 2054 persone evacuate delle quali 1365 per il comune di Messina (980 solo da Giampilieri Superiore), 460 nel comune di Scaletta Zanclea e 229 nel comune di Itala. Usufruisce ancora dei contributi per le autonome sistemazioni circa il 94% delle persone attualmente evacuate, mentre meno del 4% degli sfollati è attualmente ospitato in albergo o in strutture sanitarie ed assistenziali. ZONAZIONE DELLE AREE A RISCHIO E PIANO DI ALLERTAMENTO Il Dipartimento della protezione civile ha fornito supporto alle attività del Commissario delegato inviando in loco un team di valutazione composto da propri 4 funzionari e, successivamente, attivando la propria rete dei centri di competenza previsti dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004. Con risorse finanziarie poste a disposizione del Dipartimento della protezione civile si è potuto realizzare, nei giorni immediatamente successivi all’evento, un volo aereo con rilievo “LIDAR” ad alta risoluzione, che ha consentito di produrre una carta geomorfologica delle aree colpite dall’evento, nell’ambito della quale sono stati individuati tutti i dissesti attivati, nonché la predisposizione del territorio ad ulteriori dissesti. In particolare, al fine di valutare la situazione di rischio residuo, nelle more dell’attuazione degli interventi strutturali, il Commissario delegato, coadiuvato da un Comitato tecnico scientifico, costituito da esperti docenti dell’Università di Catania e Firenze, ha predisposto una mappatura delle zone di Giampilieri, Itala e Scaletta Zanclea, nella quale è possibile diversificare il territorio in base al rischio a cui la popolazione è esposta. Appare evidente come lo studio sopra menzionato rientri, a pieno titolo, tra le misure di prevenzione che risultano preliminari a qualsiasi intervento strutturale per la messa in sicurezza del territorio di cui stiamo parlando. La classificazione realizzata, dunque, va dalla individuazione delle zone rosse, costituite dai territori le cui infrastrutture andranno delocalizzate, alle zone verdi, nelle quali è possibile prevedere il rientro delle persone nelle proprie abitazioni, a seguito delle opportune verifiche da parte della amministrazione comunale e della definizione del piano speditivo di protezione civile, integrato da un piano di allertamento. Alla realizzazione di tale analisi di rischio ha contribuito anche il Dipartimento della protezione civile per il tramite dei propri centri di competenza, in particolare l’Istituto per la Ricerca e la Protezione Idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze. 5 Il summenzionato piano speditivo per l’allertamento e l’informazione della popolazione per il rischio idrogeologico è stato predisposto dal Dipartimento regionale delle protezione civile quale attività di prevenzione, non strutturale, finalizzata in primo luogo alla salvaguardia della vita ed adottato con disposizione del Soggetto attuatore n. 15 del 18 gennaio 2010. Il piano integra le procedure operative di intervento stabilite dal piano comunale di protezione civile, dal piano speditivo redatto dal centro coordinamento soccorsi nell’immediatezza dell’evento, nonché dal piano emergenziale di attivazione dei presidi territoriali e dei cancelli redatto dall’ufficio commissariale del soggetto attuatore al verificarsi di fenomeni meteorologici avversi o fenomeni di versante che, per la loro intensità ed estensione, comportino l’attivazione delle fasi di preallarme ed allarme così come previste nel piano speditivo per l’allertamento e l’informazione della popolazione. Il piano in questione prevedeva, in particolare, un sistema di allerta mediante l’attivazione di un allarme sonoro, per garantire la percezione immediata dello stato di pericolo imminente da parte della popolazione. A questo fine, sono state collocate otto sirene elettroniche nelle località più esposte al rischio. Un ulteriore elemento di informazione per gli abitanti del posto è costituito dalla esposizione di un’apposita cartellonistica informativa, mirata a fornire indicazioni in ordine ai comportamenti da adottare e sul significato da attribuire ai diversi segnali sonori prodotti. Ho notizia che tale piano è stato attivato anche recentemente in occasione dell’evento meteo-idrologico avverso che si è avuto lo scorso 13 ottobre, nel quale si sono registrate significative precipitazioni (c.a. 120 mm in 12 ore a Giampilieri e 140 mm a Scaletta Zanclea) e che ha determinato l’attivazione di tutto il servizio di protezione civile a livello locale. A seguito di tali eventi, da informazioni assunte dalla Prefettura di Messina ( All.2), presso la medesima Prefettura si è tenuto, in data 18 ottobre u.s., un incontro al fine di esaminare, congiuntamente alla struttura Commissariale ed agli Enti locali coinvolti, gli aspetti più problematici delle attuali condizioni del territorio, tenuto conto dei lavori in corso nei più di cinquanta cantieri ad oggi aperti sul territorio, di cui esporrò più dettagliatamente in seguito (All.2). 6 RISORSE FINANZIARIE Tutto ciò premesso, procederei ad una puntuale disamina delle risorse finanziare fin qui messe a disposizione del Commissario delegato dall’ordinanza 3815 del 2009. Ritengo importante evidenziare come, a differenza della insufficiente situazione finanziaria determinatasi nel 2007, di cui ho già riferito nella mia precedente informativa, le risorse rese immediatamente disponibili per fronteggiare l’evento in questione risultano essere considerevoli, ed ammontano a 139 milioni di euro. Di questo importo, l’ art. 4 dell’OPCM 3815/2009 pone nella disponibilità del Commissario delegato risorse che ammontano a 60 milioni di euro, di cui: 20 milioni rivenienti da risorse assegnate alla Regione siciliana nell'ambito dei fondi FAS 2000/2006 e PAR-FAS 2007-2013, 20 milioni dai fondi del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 20 milioni dalle risorse del Fondo della protezione civile. Ulteriori stanziamenti sono previsti dall’art. 9 dell’OPCM 3865/2010; in particolare si tratta di 45 milioni di euro sul fondo PAR-FAS 2007-2013, approvato con Delibera della Giunta regionale Siciliana (n. 315 del 12.08.2009, con presa d’atto del CIPE -delibera n. 66 del 31.07.2009), destinati al proseguimento delle iniziative di somma urgenza e il conseguente ritorno alle condizioni di normalità. Per le medesime finalità è stanziata in favore del Commissario delegato – Presidente della Regione Siciliana l’ulteriore somma di 10 milioni di euro a valere sulle risorse derivanti da sanzioni amministrative irrogate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato versate entro il 31 ottobre 2009 all’entrata del bilancio dello Stato e, alla data di entrata in vigore della legge finanziaria 2010, non ancora riassegnate alle pertinenti unità previsionali di base come previsto dall’art. 2, comma 242 della medesima legge (Legge 23 dicembre 2009, n. 191). 7 L’articolo 1 comma 1 della ordinanza 3886 del 2010 ha disposto che, al fine di accelerare le iniziative per il superamento dell’emergenza, le risorse finanziarie assegnate e ripartite dall'Accordo di programma stipulato tra il Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare e la Regione Siciliana ai sensi della legge 26 febbraio 2010 sopra citata, siano trasferite nella contabilità speciale intestata al Commissario straordinario delegato, nominato per l’applicazione dei piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico secondo quanto previsto dall’articolo 17 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010 n. 26, con esclusione di 24 milioni di euro per gli interventi da realizzare in località Giampilieri, nonché dei 18 milioni di euro assegnati per gli interventi nel Comune di San Fratello che vengono gestiti dal Commissario delegato Presidente della Regione Siciliana . Contemporaneamente, al fine di velocizzare l’attuazione degli interventi, il Commissario straordinario delegato ai sensi dell’articolo 17 soprarichiamato, l’Ing. Santi Muscarà, è divenuto il soggetto attuatore del Commissario delegato Presidente della Regione Siciliana per gli altri interventi previsti nel territorio. Questa disposizione dell’or dinanza del luglio scorso costituisce il collegamento operativo e funzionale tra le due figure attualmente attive in Sicilia, incaricate di provvedere a misure urgenti e straordinarie per la messa in sicurezza del territorio dei Comuni colpiti in data 1 ottobre 2009 e gli altri territori a rischio idrogeologico dei Monti Nebrodi e di altre parti del territorio regionale. Il Presidente della Regione infatti è stato individuato, come vi ho riferito, come Commissario delegato per l’emergenza dichiarata dal Consiglio dei Ministri subito dopo l’evento calamitoso di cui sto riferendo. Il Commissario straordinario delegato, previsto dall’articolo 17 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010 n. 26., ha poteri diversi da quelli del Presidente della Regione Siciliana, originanti dalle disposizioni della legge 26/2010 che ne prevede la nomina. L’ordinanza, nominando il Commissario straordinario come soggetto attuatore del Commissario delegato - Presidente della 8 Regione Siciliana, evita sia la possibile dispersione di risorse, sia il rischio di duplicazione delle attività e quello di un allungamento dei tempi di attuazione originato da un coordinamento gestito in modo non programmato. In conclusione, è opportuno richiamare che la legge 26 del 2010 sopra richiamata, ha disposto il Piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio e la riduzione del rischio idrogeologico, in considerazione della necessità di intervenire nelle situazioni a più elevato rischio per salvaguardare la sicurezza delle infrastrutture e il patrimonio ambientale e culturale. L’operatività del Piano è assicurata dall’art. 2, comma 240, della L. 191/2009 (finanziaria 2010) relativa alla destinazione delle risorse assegnate per interventi di risanamento ambientale con delibera del CIPE del 6 novembre 2009, pari a 1.000 milioni di euro ai piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio. In particolare, tali risorse “possono essere utilizzate anche tramite accordo di programma sottoscritto dalla regione interessata e dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.” ed è questa disposizione, già attuata in Sicilia, che ha permesso lo stanziamento dei 24 milioni sopra richiamati. Nonostante la rilevanza delle risorse di cui vi ho riferito, con nota trasmessa il 19 ottobre u.s., il Commissario delegato, Presidente delle Regione Siciliana ha ufficialmente avanzato richiesta di ulteriori risorse economiche, rappresentando che dei 139 milioni di Euro, poco più di 115 milioni sono stati già interamente impegnati per interventi infrastrutturali già avviati e completati, mentre 22,5 milioni di Euro sono stati utilizzati per l’assistenza alla popolazione e che le somme rimaste a disposizione consentono di continuare a garantire la sola assistenza alla popolazione dei 2054 sfollati. La somma totale necessaria per l’intero programma degli interventi, già svolti e programmati per il prossimo futuro, è valutata dal Commissario pari a 320 milioni di Euro con una carenza di disponibilità stimata intorno ai 181 milioni di Euro. Il Commissario delegato chiede espressamente, per recuperare risorse, la possibilità di stornare 70 milioni. di Euro di fondi PAR-FAS 2007-2013, previsti per la Regione Siciliana (All.3), da altre voci, per farli confluire sulle disponibilità del Commissario delegato. 9 Tale richiesta è appena giunta, come vi ho comunicato, e sono in corso i contatti per definirne le linee di fattibilità da verificare con il Ministero dell’economia e quello dello sviluppo economico. Nel dettaglio il Programma degli interventi, predisposto dal Commissario delegato e pari a totali 320 Mln di Euro prevede infatti: • 20.000.000,00 di euro per i rimborsi alla popolazione ed alle attività produttive; • 25 000.000,00 di euro per il rimborso agli edifici danneggiati; • 10 000.000,00 di euro per la costruzione degli alloggi; • 15 000.000,00 di euro per le opere di urbanizzazione e gli impianti a rete; • 22.424.580,00 di euro per l’assistenza alla popolazione e le spese per la gestione della struttura commissariale; • 15.400.438,75 di euro per le spese sostenute dai vari enti nella fase di prima emergenza • 212.277.704,00 di euro per gli interventi di messa in sicurezza. Il Commissario Delegato utilizzando gli stanziamenti fino ad ora assegnati ha promosso interventi per il riassetto idrogeologico e per il ripristino delle funzionalità idrauliche dei torrenti locali ed in particolare ha previsto e realizzato i interventi relativi a lavori di somma urgenza per la rimozione dei detriti, di mitigazione per il rischio frane, opere per la messa in sicurezza dei versanti, lavori di sistemazione idraulica,realizzazione degli impianti di raccolta delle acque, opere di contenimento di colate detritiche,interventi su sbocchi a mare di alcuni torrenti,interventi a salvaguardia dei centri abitati,pulizia di alvei,lavori di rifacimento di condotte fognarie. In particolare, da informazioni fornite dalla struttura del Commissario delegato risulta che lo stesso oltre ad aver disposto l’avvio di circa 20 lavori di somma urgenza nei territori colpiti (dettaglio nel report dell’ufficio del Commissario delegato di settembre 2010: Allegato 4- pag.20 e ss.) e di aver realizzato 18 10 progetti in corso di completamento (dettaglio nell’allegato 4- pag.32-33), di aver appaltato circa 30 progetti (dettaglio nell’allegato 4 – pag 35,36 e 37); mentre altri 26 interventi sono già stati progettati (dettaglio nell’allegato 4 – pag 46 e 47 ) CONCLUSIONI Da quanto sopra esposto credo risulti evidente il grande impegno profuso, congiuntamente, dalle diverse strutture coinvolte, a partire dal Commissario delegato fino a giungere agli Enti locali interessati, al Prefetto di Messina fino al Dipartimento della Protezione Civile, sia in termini di progettazione e realizzazione degli interventi, sia di gestione delle situazioni di crisi che tuttora il territorio deve affrontare per fronteggiare gli eventi dell’imminente stagione invernale. Non c’è infatti dubbio che la attuale vulnerabilità dei territori richiederà ancora, come evidenziato da quanto accaduto in data 13 ottobre scorso, con il ripetersi di colate di fango ed accumulo di detriti a seguito delle precipitazione registrate in tale data, segnalate dalla nota del Prefetto Alecci del 18 ottobre u. s. di cui vi ho riferito, un forte contributo del servizio di protezione civile, anche in termini di attivazione di presidi territoriali idrogeologici, già organizzati dal Commissario delegato tramite accordi con l’Ordine dei Geologi. La risoluzione delle criticità non può che essere perseguita tramite la cooperazione istituzionale, fin qui attuata, con la finalità di garantire in via prioritaria la sicurezza e la salvaguardia degli abitanti. E’ questa la logica che ha guidato sinora l’azione del Governo e che sarà seguita anche negli ulteriori passaggi necessari alla soluzione del problema. Il tema della sicurezza e della salvaguardia dei cittadini dalle conseguenze dei rischi naturali esistenti ho avuto modo di affrontarlo più volte in quest’Aula, a completamento delle informative da me rese. Ricordo quanto dissi nel corso del primo incontro con Voi sulla tematica affrontata anche oggi, relativamente alla sommatoria di errori che il nostro territorio ha registrato nel tempo e dei quali ci chiede il conto, con sempre maggiore frequenza, nella forma di effetti disastrosi di eventi di particolare intensità di carattere meteorologico. 11 Non possiamo immaginare il nostro futuro come un indefinito susseguirsi di interventi di emergenza, resi necessari dagli eventi atmosferici, o da altre manifestazioni naturali come i terremoti o le eruzioni vulcaniche o il manifestarsi di crisi legate ai diversi rischi antropici presenti. Non possiamo responsabilmente immaginare che le risorse necessarie ogni volta per ricostruire, mettere in sicurezza, ripristinare le situazioni di vita ordinata e civile per le popolazioni interessate siano sempre e comunque a disposizione, risolvendo il problema come se fosse unicamente una questione di volontà politica. I cambiamenti climatici, come tutti i fenomeni naturali, si manifestano e si modificano con i tempi e le modalità che i processi normali della natura comportano. Non esiste una modalità disponibile e praticabile per allineare la storia dei disastri naturali e delle catastrofi alle nostre esigenze politiche, economiche, sociali. Dobbiamo semplicemente essere pronti a decidere come e quanto possiamo e vogliamo prevenire, con interventi strutturali adeguati ai livelli di rischio presenti, determinati soprattutto dall’accumulo nel tempo di tante scelte e decisioni che, anche se assunte in piena buonafede, oggi sappiamo essere state sbagliate, dannose, foriere di nuovi pericoli. Parlai, dopo i fatti del 1 ottobre 2009, di abusivismo, come ripreso più volte dagli organi di stampa. Lo feci senza alcuna intenzione polemica, semplicemente traducendo in parole ciò che l’osservazione delle immagini di palazzi di recente costruzione distrutti dalle ondate di acqua e di fango suggeriva a chiunque. Certo non si trattava di antichi edifici medievali: le foto e i filmati, girati forse non a Giampilieri ma a Scaletta Zanclea davano chiare informazioni sulle date recenti in cui era stato commesso un evidente abuso di ciò che il territorio può sopportare senza trasformare pratiche edilizie disinvolte in un rischio mortale. Mi preme concludere questa informativa con un riferimento alla complessità dei contesti nei quali registriamo sistematicamente le emergenze più gravi. Si tratta quasi sempre dei territori dove l’abuso, la violazione delle norme, la superficialità 12 nella valutazione degli effetti dei fenomeni sociali ed economici che hanno un impatto sul territorio sono stati per troppo tempo costume condiviso, comportamento culturalmente accettato o giustificato. Spesso tali contesti territoriali, pur se originatisi in tempi che appaiono assai lontani, comunque non sono in grado di reggere il successivo diverso uso del territorio (vedi l’abbandono della pratica dei terrazzamenti agrari) sia il temuto mutamento climatico. Quanto finora realizzato dal Commissario delegato, raccolto nel testo di sintesi della sua attività, mi pare che possa offrire un contributo utile non solo per valutare la concreta situazione dei tre Comuni di cui ho parlato, ma anche come traccia metodologica per ogni scelta che venga fatta da oggi in avanti sull’uso del territorio. La documentazione predisposta dal Commissario evidenzia come, in quell’area, si sia preso coscienza della quantità e della qualità dei rischi esistenti, proponendo soluzioni che non raccolgono soltanto il desiderio, pur legittimo ma infondato di quanti chiedono, sempre e comunque, di azzerare la catastrofe e tornare allo stato precedente. L’attenta valutazione del rischio esistente deve uscire dai documenti elaborati dopo un disastro, per entrare a pieno titolo e diritto come criterio di base per ogni decisione in materia di nuove costruzioni e di manutenzione del patrimonio strutturale ed infrastrutturale che abbiamo ereditato. Oggi siamo in condizione di sapere con esattezza, in ogni area del nostro Paese, cosa può essere realizzato e a quali condizioni, di sicurezza e di fattibilità economica. E’ necessario che il trasferimento di questo criterio prudenziale e di buon senso, che pure si avvale di tutto il bagaglio di competenza tecnica e scientifica di cui disponiamo, dalle pratiche di ricostruzione ad ogni fase del normale processo di decisione su ciò che stiamo per costruire diventi norma primaria, prioritaria ed assoluta. E’ necessario che questo metodo, che consiste nel prevenire prima di un possibile disastro i rischi presenti, diventi costume diffuso e condiviso, sia nelle istituzioni a tutti i livelli, sia nella cultura dei cittadini e dei loro comportamenti. Solo così avrà senso lo sforzo e l’impegno, enormi, che oggi abbiamo di fronte e che ci accompagnerà per decenni, necessario per mettere in sicurezza la vita dei nostri concittadini. 13