Budrio Magazine – Senza Confini n°1

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Budrio Magazine – Senza Confini n°1
NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI PROMOZIONE SOCIALE SENZA CONFINI
www.senzaconfinitaly.it
SENZA CONFINI
senza confini budrio
Anno VIII - N° 1-2014 - Registrazione presso il Tribunale di Bologna - n° 7658 del 18/04/06- Tiratura: 1500 copie stampate su carta riciclata
Dir., Red. e Amm. sede Via Saffi, 54 - Budrio (BO) - Dir. Resp. Maurizia Martelli - Comitato di red.: Renzo Bonoli, Maria Marzia Lodi, Guido Montebugnoli, Pietro Di Bartolo
Per la Vs. pubblicità contattate Renzo Bonoli. Tel. 338 3904582 - www.senzaconfinitaly.com - [email protected]
L’ E D I T O R I A L E
Meno bot e mattoni,
più cultura
e formazione
DI
RENZO BONOLI
Tutto questo vale anche per il nostro Paese che
galleggia tra l’immobilismo, il rischio di deflazione e di conflitto sociale, la perdita d’immagine e di competitività in ambito europeo e
mondiale.
Non è facile, al punto in cui siamo, dare delle
ricette e inventarsi terapie di guarigione. E’
però facile intuire che, lasciati da parte egoismi, interessi di bottega, mire di potere, la
strada maestra per risalire la china è quella
della riscoperta e della valorizzazione dei tradizionali punti di forza del nostro Paese.
C
’è chi lo chiama disastro antropologico. Lo
definisce così la Chiesa, come pure i
“media”, mentre la politica, giunta ormai
al suo massimo livello di degrado, non sembra
rendersi conto delle sfide e delle opportunità di
crescita per sopravvivere alla crisi.
La profonda modifica del rapporto quotidiano
uomo-donna, la questione morale, la necessità
di innovazione e di ricerca come asse portante
della crescita, la cultura come fonte di sviluppo sono i problemi e gli obiettivi che la politica e la società civile nel suo complesso dovrebbero aver presente per evitare il baratro che si
prospetta davanti ai nostri occhi e alle nostre
coscienze. Il livello di dissociazione tra l’uomo
e la sua coscienza è ormai altissimo: in altre
parole noi siamo consapevoli di ciò che accade,
ma non ci poniamo il problema dei nostri comportamenti di fronte a questi accadimenti.
Nessuna democrazia, per quanto evoluta ed
essenziale, può stare in piedi senza la coscienza e la conoscenza dei fatti quando le regole,
sistematicamente calpestate, sono dettate dall’uomo e non invece da un’entità superiore.
Allora diventano importanti la probità, l’etica,
la capacità di autoanalisi, la creatività imprenditoriale e culturale, la fiducia nel futuro.
Oggi invece assistiamo ad uno scetticismo radicale, che sconfina nel cinismo, ad una indifferenza e ad un’assuefazione sempre più accentuate per tutto ciò che accade intorno a noi, ad
una mancanza di relazione con la verità,
fomentata da una dialettica che spesso rasenta
la volgarità e la mistificazione.
Riflessioni
Forse per uscire dalla crisi, incombente e negata fino a qualche anno fa, ma oggi certificata
dai parametri socio-economici (disoccupazione
e inflazione) è necessario abbandonare Bot,
rendite e speculazioni finanziarie e mattoni,
per investire in cultura ed istruzione.
Oggi una strategia di sviluppo deve parlare di
mobilità sociale, basata sul merito, che deve
partire prima di tutto dalla scuola. Una strategia che deve poggiare le proprie basi sull’innovazione e sulla ricerca, non solo tecnologica,
ma anche rivolta al mondo del lavoro e ai mercati. Infatti, il lavoro dona all’uomo dignità e
rafforza la coesione sociale e resta uno dei
diritti più significativi e fondamentali della
nostra Costituzione.
Un’altra innovazione riguarda il mondo della
cultura. Se è vero che con la cultura non si
mangia, come ha detto una volta il ministro
Succede a Budrio
Budrio ieri
La Pasqua com’era
Sei di Budrio se...
Diario di guerra di
un maestro budriese
a pagina 2
a pagina 3
a pagina 9
Tremonti, è altrettanto vero che con le sue
ricette economiche si rischia di morire di fame.
Il turismo, l’uso appropriato del territorio e dell’ambiente, la valorizzazione delle nostre eccellenze culturali sono solo alcune delle strade
percorribili per ristabilire nel nostro Paese un
assetto compatibile con le esigenze di sviluppo,
di crescita, di competitività a livello mondiale.
Pensiamo per esempio ai nuovi mestieri e alle
professioni, di nicchia ma di alto valore aggiunto, ai centri di formazione di eccellenza, alla
tradizione musicale e museale, alle opportunità
economiche delle tecnologie digitali, allo slancio creativo nel settore dello spettacolo e nel
campo manifatturiero. Ma soprattutto poniamo
mente al patrimonio artistico e paesaggistico
del nostro Paese che non ha eguali nel mondo:
il turismo e la cultura dovrebbero essere la
prima industria del Paese, sostenuta e valorizzata anche dal contributo delle associazioni e
dei privati, per sfruttare il richiamo artistico,
culturale, gastronomico, fieristico e artigianale,
che il Paese può offrire. Prendiamo, per esempio, la nostra città dove, a mio parere, esiste
un’elevata e qualificata presenza di associazioni e di strutture di carattere culturale e sociale
e dove i soggetti privati contribuiscono, in
maniera responsabile e costante, alla promozione e alla realizzazione di eventi e manifestazioni artistiche, formative e culturali. Una cittadina che ha ben presente il valore dell’integrazione, della solidarietà e della cultura intesa come
motore di sviluppo. Se il grado di civismo di
una comunità si misura, oltre che dalla produttività delle istituzioni, anche dalla rete dell’associazionismo, possiamo dire che a Budrio la
necessità di investire e innovare in cultura è
particolarmente sentita e radicata. Budrio
Next, affrancato da tentazioni politiche, fornisce già oggi un connubio eccellente tra informazione e cultura, così come il nostro
Magazine, giunto ormai al suo decimo anno di
vita, costituisce – o almeno noi speriamo lo sia
– un piccolo esempio di come il rapporto pubblico-privato possa giovare alla coesione sociale, alla partecipazione e allo sviluppo culturale.
Budrio oggi
Biblion, una nuova
libreria per i budriesi
a pagina 11
Le nostre
iniziative
Incontri e visite
guidate
a pagina 11-12
R I F L E S S I O N I S U L L A PA S Q UA
La Pasqua
com’era
DI
MARZIA LODI
U
no dei ricordi più vivi della mia adolescenza è legato all’usanza budriese di
celebrare la settimana santa, o meglio
il giovedì santo, con la visita delle sette chiese presenti nel nostro paese. Cinquant’anni fa
le celebrazioni liturgiche si svolgevano solo di
mattina e il giovedì santo, dopo la cerimonia
in cui si ricordava l’istituzione dell’Eucarestia,
il Santissimo veniva riposto in un’urna, una
scatola di legno a forma di sarcofago, esposto
nella chiesa principale di San Lorenzo fino al
mattino del venerdì.
Da questo momento le campane tacevano,
erano “legate”. Il giovedì sera tutte le chiese
erano aperte, e i budriesi uscivano per vistarle: erano, oltre alla chiesa parrocchiale, le
chiese di San Domenico, di Sant’Agata, di
Santa Maria del Borgo, quella dei Cappuccini
e le due chiese di via Viazza, quella annessa
al convento delle suore Serve di Maria e la
cappella del San Gaetano; in tutto 7, forse per
un richiamo alla chiesa bolognese di Santo
Stefano. Le chiese erano illuminate dai ceri e
ornate con il grano fatto crescere al buio,
nelle cantine, e di un colore biancastro, simbolo dell’imminente resurrezione. Era una
festa! Una delle rare occasioni per uscire la
sera: tutti i negozi erano aperti, sfavillanti di
luci e nelle vetrine erano esposte le novità
della stagione. Era il primo incontro con la
primavera, dopo il lungo e grigio inverno, la
gente era festosa e ci si scambiava gli auguri
di buona Pasqua.
Ma questo è un passato recente… . La Pasqua
era celebrata con tutt’altra partecipazione nel
passato, quando la sera del venerdì santo
dalla chiesa del Borgo usciva la processione,
che ricordava la passione di Gesù.
L’organizzazione di questa cerimonia era affidata agli uomini della Compagnia del Borgo,
una confraternita istituita a Budrio nel lonta-
no 1517, che portavano solennemente in processione il Crocifisso ligneo, preziosa reliquia
giunta a Budrio nel 1610 e ancor oggi esposto sull’altare della cappella maggiore.
Apriva la processione il Crocifisso, particolarmente venerato in paese, poi venivano due
membri della confraternita, vestiti con la
loro cappa nera, che portavano sulle spalle
una pesante croce di legno, seguiva la folla
dei fedeli, che portavano nelle mani i flambeau, ceri protetti da contenitori di carta, per
illuminare la notte.
Questa tradizione si è protratta fino agli anni
quaranta del secolo scorso.
Le campane erano slegate il sabato verso
mezzogiorno e con il loro suono festoso
annunciavano la resurrezione del Signore. La
liturgia del sabato santo prevedeva la benedizione del fuoco, e i chierichetti nascondevano nelle loro tasche pezzetti di carbone, che
poi consegnavano nelle case di campagna,
sperando in una ricompensa. In campagna, al
suono delle campane, ci si lavava gli occhi
con l’acqua dei fossi, facendo il Segno della
croce, come purificazione.
E a colazione la mattina di Pasqua si mangiavano le uova benedette (che ogni famiglia
aveva, dal giorno della benedizione della
casa, quando al suo arrivo il sacerdote trovava tre gruppi di uova, uno per sé, uno per il
sagrestano, che l’accompagnava, il terzo
restava alla famiglia) e il salame, che era
stato preparato alla fine dell’anno precedente, quando era stato ucciso il maiale.
LETTERE AL DIRETTORE
Grazie di cuore
C
i è stata inviata questa bella lettera di
ringraziamento per l’assistenza prestata
dal personale medico dell’ospedale ad un
paziente che purtroppo è deceduto dopo lunga
malattia. Ci è sembrato doveroso testimoniare
la gratitudine della famiglia al personale che
tanto amorevolmente ha assistito questa persona e che spesso lavora in condizioni difficili
per una dotazione organica sottodimensionata
a causa dei tagli apportati alla Sanità:
“
Il nostro babbo Dante Lippi ci ha lasciati
il 6 gennaio di quest’anno. Con queste
righe la nostra famiglia desidera esprimere tutta la nostra gratitudine per coloro che ci
hanno aiutato ad averne cura negli ultimi anni,
difficili e dolorosi, della sua vita.
In primo luogo Nina, che ha affiancato la mia
mamma nella battaglia quotidiana per accudirlo e nutrirlo, con molto impegno e ancor maggiore affetto.
Poi Marina, che è stata presente nel momento
finale e che ci ha aiutato con capacità e umanità quando la ragione ci stava abbandonando.
Desideriamo ringraziare di cuore quanti hanno
abbinato disponibilità e gentilezza al loro impe-
gno professionale: il nostro medico, dr.ssa Piera
Federici, il cardiologo dott. Vitolo, il sig. Poli
della “Palazzina Rossa”, tutto il personale dell’assistenza domiciliare, la sig.ra Valeria che ci
ha fornito gli ausilii necessari.
Infine desideriamo ringraziare il personale del
Pronto Soccorso di Budrio, al quale tante volte
siamo ricorsi, per aver erogato le loro prestazioni professionali con grande umanità sia verso il
mio babbo, sia verso di noi familiari.
Grazie ancora a tutti”.
Rossella e Anna Lippi
SUCCEDE A BUDRIO
Sei di Budrio se...
DI
MAURIZIA MARTELLI
T
utto è cominciato con il mantra lanciato agli
amici su Facebook da Fausta Lambertini, su
suggerimento dell’amico Enrico Sallioni, con
un invito a pubblicare i loro ricordi di Budrio.
“Sei di Budrio se...” e la frase viene completata con
le suggestioni del tuo paese, possibilmente corredate da foto, rigorosamente “vintage”. La formula
usata è ad hoc per far entrare chi ha legami con la
comunità budriese. Così quello di Fausta diviene
un semplice “la”, preso a spunto da un’idea già
nata altrove. Tutto il resto viene da sé!
“In pochi giorni nel gruppo eravamo già più di mille
persone... una valanga di foto e di commenti che
non riuscivo nemmeno a visualizzare, perché scorrevano nella pagina alla velocità della luce”, spiega
Fausta.
Scatta la nostalgia per il passato
E così il fenomeno diventa virale: cominciano a
.
Una piccola selezione..
Maddalena Zagari
Camminata delle Streghe, se non ricordo
male veniva organizzata in concomitanza
con la festa dell'Avanti.
fioccare i “mi piace” e i commenti, perché ogni
post ricorda un frammento della tua infanzia o
adolescenza, dei luoghi che frequentavi con la tua
famiglia, con i tuoi compagni di scuola o con gli
amici... e giù foto, ognuno la propria: i ritrovi, il
campo sportivo, il maestro delle elementari, la
piscina, la baracchina dei gelati, il prete di quando
andavi a dottrina... Ti viene in mente un personaggio che nessuno ha ancora pubblicato e allora vai
a scartabellare nelle tue foto e ci pensi tu. Non riesci più a staccarti dal computer, perché proprio
mentre stai per farlo ricevi un bel po’ di “mi piace”
e qualche commento incoraggiante, e a quel punto
sei finito: cominci a ricordare (e a pubblicare)
qualsiasi cosa.
Il social network si evolve
Niente a che vedere con l’altra moda del momento
– i selfie come vengono chiamati gli autoscatti protagonisti del social Instagram. Qui le più apprezzate e condivise sono le foto di gruppo che fanno
leva sulla conoscenza condivisa e il senso di appartenenza ad una comunità. Del resto, il fenomeno
del campanilismo è tipicamente italiano e Budrio
non fa certo eccezione. Il social si evolve e da piatChiara Rubbini
Negozio di famiglia, anni 50 o giù di lì. Al
momento di questa foto il negozio si trovava
ove ora c'è la macelleria Max e Pi, nell'angolo destro, nel locale che poi divenne la
profumeria Margherita per diversi anni. Lo
gestiva mia nonna Zelinda, poi più tardi
passò alla mia mamma....
Un patrimonio prezioso
Risvolti sociologici a parte, il gruppo ha postato la
bellezza di circa 1200 foto, in bianco e nero o a
colori, e centinaia di ricordi, alcuni davvero straordinari, sulle usanze cittadine e i luoghi mutati nel
tempo, le abitudini ancora vive e altre ormai in
disuso che soltanto un budriese può capire. Come
le zirudelle di Tiziano Casella o i filmati di Vittorio
Bonaga o come i tanti personaggi noti per la loro
stravaganza di anni, ma soprattutto decenni fa, di
cui hai sentito solo parlare e che improvvisamente
si materializzano.
Insomma, un autentico contenitore di budriesità
da non disperdere, che potrebbe dare vita a un
compendio della storia del nostro territorio degli
ultimi 100 anni.
Nando Pazzaglia
Porta a porta anni fa.
Gabriele Montanari
SEI di Budrio SE…
almeno una volta hai
accompagnato
(o preceduto) la BANDA
lungo viale 1° Maggio…
il 25 aprile o il 4 novembre.
Qui siamo verso il 1980.
Vittorio Bonaga
Palazzo Guidotti – poi “il Giardino” – da dove
veniva la musica data da in grammofono sulla
scalinata ...Questa poi era la pista dal “baladur”
dove l'estate si ballava.. Cantava Nilla Pizzi
“...avvinta come l'edera” ...C'era il melodico che
cercava di resistere al rock 'n' roll che stava
emergendo ...E noi indossavamo i primi
jeans....col risvolto alto e duri come pietre ...le
vituperate “braghe da delinquenti ...” come mi gridava dietro mia madre...!
Erano gli anni 50.
FRENI
AMMORTIZZATORI
CAMBIO OLIO
CENTRO ASSISTENZA PNEUMATICI
DI BONDI FABRIZIO
Via Cesare Battisti, 5 - 40054 BUDRIO (BO)
Tel. e fax 051 80.80.10
E-mail: [email protected]
taforma di racconto individuale si trasforma in un
luogo di incontro tra persone che fanno parte della
stessa collettività. E fa un ulteriore passo in avanti, perché il popolo di Sei di Budrio se, che ormai ha
raccolto circa 2500 utenti, il 26 Aprile, dalle ore
20,30, si è dato appuntamento fuori dal web per un
grande ritrovo in piazza Filopanti, organizzato dalla
Pro Loco durante la festa di Primaveranda.
BUDRIO IERI
Diario di guerra
di un maestro
budriese
A CURA DELLA
REDAZIONE
C
on questo numero inizia la pubblicazione
di un diario che possiamo definire “storico”, poiché sono le riflessioni a caldo di
Giorgio Parini, maestro elementare nato a
Budrio il 9-4-1913 durante gli ultimi, difficili
tempi della Seconda guerra mondiale, dal 21
gennaio 1945. È un diario molto intimo, che
non prevedeva certo una pubblicazione dopo
circa settant’anni, ma che a noi pare fondamentale far leggere a tutti, specialmente alle
generazioni più giovani, quelle che la guerra la
conoscono solo dai film o dai racconti dei
parenti più anziani.
Le vicende raccontate si svolgono tra Budrio e
Dugliolo, dove il maestro era sfollato con la
famiglia e viveva nella scuola elementare, che
allora ospitava anche un ospedale tedesco. In
quel tempo la famiglia del maestro era composta dalla moglie, Letizia, prossima alla conclusione della terza gravidanza, e dai due figlioletti Maria Vittoria, ricordata nel diario come
Mavì e Gian Paolo, detto Ninetto.
Nel diario si fa riferimento ad alcune realtà storiche, Pippo (1) ad esempio, di cui forse i più
giovani non sanno nulla, e se ne darà adeguata informazione. Ringraziamo il figlio Giulio,
che ci ha affidato questa preziosa memoria
della sua famiglia.
GIOVEDÌ 25 GENNAIO
Ancora neve. C’è tanto freddo e la legna scarseggia. I miei bambini stanno “accoccolati”
vicini al fuoco – ma la fiamma è fatta dagli
avanzi – schegge, rusco, polvere che i tedeschi
lasciano, quando hanno spaccato la loro legna.
Gli uccelli si posano sul davanzale della finestra
e i miei piccoli danno loro le briciole.
I signori Golfarelli hanno litigato con l’arciprete: ieri sera hanno caricato le loro masserizie e
se ne sono andati anche loro a Bologna. Io che
mi sono specializzato in fatto di caricar mobili,
ho dato loro una mano. Ma ieri sera, quando il
carro si è mosso, i cavalli sono scivolati e tutto
è caduto nel fosso. Con santa pazienza hanno
rifatto la carica, ma poi cominciava a nevicare
e non avevano un telone. Questa notte è giunto un ferito. I suoi lamenti mi hanno scosso: è
un paracadutista, un proiettile gli ha trapassato l’inguine.
DOMENICA, 21 GENNAIO 1945
Da diverso tempo ho pensato di stendere in un
quaderno le vicende di questo tempo di procella. Tante sono le emozioni, i dolori, le privazioni! Non per vana gloria, né per darmi una posa,
mi accingo a stendere queste righe di diario,
ma perché il ricordo di questi giorni sia per me
salutare nella mia vecchiaia, se Dio vorrà che la
mia vita abbia ancora lungo corso, per i miei
figli, che sappiano che la vita anche se impregnata di pianto e di sangue, è sempre serena,
se è vivificata dalla Fede.
MERCOLEDÌ 31 GENNAIO
Sono privo di radio, giornali e si sta quindi alle
chiacchiere, che da una bocca all’altra vengono
ingrandite fino all’inverosimile. Stando alle
chiacchiere quindi, la Russia ha attaccato con
forze formidabili la Germania nei suoi centri
vitali della Slesia e le armate sovietiche sempre
avanzando sarebbero a 180 chilometri da
Berlino.
Vero o no, per conto mio è inutile gioire del
bene degli altri, quando noi, avendo il fronte
così vicino, è inevitabile di essere travolti. Però
La tradizione
si rinnova
anche questo fronte si è molto calmato.
Gli aerei, sono i soliti disturbatori e io mi auguro che sempre faccia cattivo tempo.
Da Budrio Margherita mi ha scritto che venerdì
26 notte ci hanno rubato la nostra Bebé (2).
Nel quadro delle sofferenze generali, questo è
nulla. I sacrifici piccoli o grandi di tutti, il sangue e le lagrime giovino a placare la giustizia
del nostro Padre celeste.
Ma non tutti piangono. C’è chi ride, chi si
imbratta del più lurido fango, che dimentica
ogni dovere, non solo ma ogni riputazione. Il
male si fa oggi sfrontatamente e ci se ne vanta.
Per fortuna però sono pochi. Mia moglie ha
ricevuto posta dai suoi di Neive datata dal giorno di Natale.
Mi dicono che don Monticone è morto improvvisamente. Tanto io che Letizia ne abbiamo
provato tanto dispiacere.
Era una persona retta. Non conosceva vie di
mezzo; minuzioso in tutto, fino al centesimo.
Poveretto, gli ultimi avvenimenti hanno scosso
la sua fibra sensibilissima! Chi pensava che
quando ci lasciammo tre anni fa non ci saremmo più riveduti? Era la persona più cara, che
avessi incontrato a Bricco.
(1) Pippo era il nome con cui venivano popolarmente
chiamati, nelle fasi finali della seconda guerra mondiale, gli aerei da caccia notturna, che compivano solitarie incursioni nel Nord Italia.
(2) È il nome della mucca, di cui la famiglia Parini era
proprietaria, allevata in paese dai genitori del maestro
e dalla sorella Margherita.
Ristorante
Cucina classica
bolognese
Budrio
Convention
e matrimoni
il Giardino
BUDRIO IERI
Nella foto a fianco il Maestro Giorgio Parini con i suoi alunni delle classi elementari. Sopra, la tessera militare.
GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO
Dugliolo è ancora una volta in fermento. Ogni
casa, ogni persona è scossa nelle parti più intime. La casa, l’unico asilo di questa vita tormentata, è diventata l’albergo di tutti: ogni
giorno, ogni notte nuovi ospiti entrano, escono. La carità cristiana – la vera carità – quella
che esige di dare tutto senza nulla chiedere, di
dare tanto da restare noi privi del necessario,
di dare a quello che non ci è né fratello né
parente, né amico – questa carità di Cristo ci è
tanto inculcata e che noi credevamo di esercitare dando il pezzo di pane al mendicante la
esercitiamo oggi tutti, volenti o nolenti.
Dicono che dovranno giungere 500 soldati e
dovranno essere sistemati.
E dovremo ancora stringerci, accatastare,
dovremo dividere il nostro pane e il nostro
companatico, che si rarefa ogni giorno più... .
Forse anche l’ospedale dovrà sloggiare dalle
scuole.
E la nostra sorte? Quanti interrogativi pensando al domani. La guerra che già tanta scuola ci
ha fatto ci insegna ancora una volta, che non
bisogna fare assegnamento su noi, ma su Colui
che tutto muove, Provvidenza non previdenza.
E in quelle mani misericordiose io mi affido,
fidente. Colui che non lascia mancare il chicco
di grano all’uccellino, non lascerà mancare il
pane ai miei bambini.
Le cose sul fronte russo vanno sempre peggio.
Tutti credono che sia vicino l’epilogo.
Intanto il nostro fronte è tornato in attività. A
ogni cannonata i vetri delle finestre tremano.
Anche a questo ci siamo abituati.
GIOVEDÌ 8 FEBBRAIO
È il giovedì grasso! Povero carnevale! Tuttavia
in casa mia oggi c’è stata festa per l’arrivo di
mio padre. È sempre festa per noi riceverlo, per
lui intrattenersi coi nipotini. Si invoca la fine
dei travagli, per poter avere la comodità se
non di vivere ancora in una sola famiglia, almeno di vederci sovente, e io assistere coloro che
hanno fatto tanto per me e continuano ancora
a fare. Ha portato paste, caramelle e vino piemontese.
Il rigore dell’inverno non è più all’ordine del
giorno: si succedono giornate miti, lieto
annuncio di primavera. La neve quasi tutta se
ne è andata.
A Dugliolo però insiste la nebbia. È per me una
gioia aprire la finestra al mattino e vedere
tutto avvolto nella fitta nebbia. I miei sensi si
riposano. Quando invece c’è il sole, vuol dire
giornata piena di ansie e di paure.
Non si alzano più gli occhi al cielo per mirare
la bellezza e la grandezza del creato, ma per
scrutare quei terribili mostri che portano la
morte.
Non si tendono più le orecchie per udire il
suono gioioso delle campane, che salutano il
nascere e il morire del giorno, o per riposare lo
stanco animo a una musica, sia pur trasmessa
da una metallica radio. No, le orecchie sono
ammaestrate al rombo dei motori e lo percepiscono quando è ancora lontano, lontanissimo.
Tutto l’organismo è sottoposto allora a una
prova di tortura indescrivibile.
E dura fin tanto che l’aereo non è passato e
definitivamente allontanato.
Notizie: poche, e quelle poche incerte o addirittura paradossali; l’altro giorno a Budrio dovevano esserci gli americani e invece erano i partigiani.
Berlino resiste tuttora.
Il direttore Ruffilli mi scrive chiedendomi di
procurargli sale, zucchero, sapone, grassi. Ah, il
mercato nero che piaga! Quale forza riuscirà
mai a sradicarlo?
I generi scarseggiano, ma quei pochi che ci
sono non sono equamente divisi. C’è il disgraziato che non ha da condire, da salare la minestra. E questo è ancora poco...
Ah povero Ruffilli!
Ha bussato a una porta non buona: c’è tutta la
buona volontà di venire incontro a chi ha bisogno, ma questa volta possiamo darci la mano.
Non so chi dei due ha più bisogno.
RICORDI
La vocazione
all’anticonformismo
di Camilla
Partengo
DI
LEONARDO ARRIGHI,
DA
prescelto. Il primo conflitto mondiale stravolge la vita di milioni di persone, molte
famiglie piangono i loro caduti e Camilla non
riesce a restare inattiva al cospetto di una
catastrofe ignobile. La Partengo diventa crocerossina e porta il suo aiuto negli ospedali
delle retrovie e nelle tende da campo. I
numerosi feriti trovano grande conforto in
questa ragazza gentile, sensibile e competente. Camilla forgia il suo spirito senza
lasciare spazio alla disillusione, ma tentando
in ogni modo di migliorare la condizione di
chi la circonda.
BUDRIO NEXT
A
poco più di quarant’anni dalla morte è
giusto ricordare Camilla Partengo, preside della Scuola Media di Budrio per
molti anni. Nel corso della sua vita, Camilla
ha condotto innumerevoli battaglie contro
una società maschilista ed incapace di attribuire alle donne il rispetto dovuto. La
Partengo è stata una delle primissime a salire in sella ad una bicicletta e a prendere la
patente per l’automobile (nel corso del Iº
decennio del ‘900), dimostrando una innata
vocazione all’anticonformismo, vissuta come
una vera missione civilizzatrice.
I primi anni
Camilla Partengo nasce a Firenze nel 1887,
ma trascorre la prima parte della sua esistenza a Verona, la città natale dei genitori.
Il padre, generale dell’esercito e la madre,
nobildonna appartenente alla famiglia
Orsini, allevano Camilla in un ambiente
austero e denso di sterili obblighi formali. La
giovane mostra un forte spirito anticonformista, che le causa ricorrenti contrasti con
la famiglia. La condizione agiata in cui
Camilla si trova la spinge a sviluppare un
forte senso di responsabilità ed una incrollabile coerenza morale. Le donne, negli anni
tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, sono
ancora preda di una società, che le relega a
ruoli marginali e privi di qualsiasi possibilità
di una piena realizzazione. La Partengo sceglie di difendere strenuamente il proprio
amore per lo studio e la cultura, offrendo
così un esempio ad altre donne contemporanee. Camilla frequenta le Scuole Normali
(oggi Magistrali), utilizzando spesso la bicicletta per arrivare all’istituto. In quel periodo è diffusa l’opinione che la bicicletta
nuoccia alla salute delle donne e le conferisca un contegno ben poco femminile. Come
in altre occasioni, la Partengo prosegue
nella sua avventura e nel 1905 consegue il
diploma di maestra.
La I Guerra mondiale
Ottenuto il titolo di studio necessario,
Camilla Partengo inizia ad insegnare in una
Scuola per Subnormali a Verona. La giovane
maestra sente la necessità di mettersi alla
prova e di sperimentare in prima persona
tutte le difficoltà insite nel mestiere da lei
L’arrivo a Bologna e la laurea in fisica
Al termine della Iª Guerra Mondiale, la
Partengo manifesta la volontà di riprendere
gli studi. I genitori non le celano la loro
disapprovazione: a trentuno anni una donna
dovrebbe pensare esclusivamente a formare
una famiglia. Il rapporto con il padre e la
madre giunge ad un punto di rottura, le quotidiane incomprensioni e le critiche spingono Camilla ad allontanarsi da Verona. La
destinazione è Bologna, che grazie alla sua
Università assicura un livello di istruzione
molto alto. La Partengo si iscrive alla Facoltà
di Fisica e, dopo anni di notevoli sacrifici,
consegue la Laurea. Il relatore della tesi è il
RICORDI
grande professore Augusto Righi, che comprende le qualità di Camilla e le propone di
affiancarlo come assistente. Le conoscenze
della neolaureata sono vaste e ben coadiuvate da una passione sconfinata. Il ruolo di
ricercatrice la appaga solo in parte, l’educazione del prossimo è il vero obiettivo. Ben
provvista di carisma e pazienza, la Partengo
inizia – in completa solitudine – a dare
corpo ad una rete di istituti di istruzione e
cultura, che diverrà presto operativa.
L’insegnamento come missione
L’intento della Partengo è chiaro: fornire ai
ragazzi la possibilità di proseguire gli studi
post-elementari e superiori. Camilla comprende che, soprattutto nei piccoli centri,
molti giovani sono privati in modo indiscriminato dell’occasione di arricchirsi culturalmente. Le Scuole Medie sono il crocevia fondamentale per permettere ai bambini, appena usciti delle elementari, di crescere a poca
distanza da casa ed affrontare le grandi città
con alcuni anni di esperienza in più.
Nel 1932 la Partengo diviene preside della
Schola Italica Lux et Ars – Sezione Quirico
Filopanti di Budrio, succursale dell’Istituto
di Bologna creato (in via Castiglione) dalla
stessa Camilla, che instaura un rapporto
affettuoso con Budrio.
La Scuola Media del nostro Comune è un
laboratorio sempre in evoluzione e animato
da professori colti, preparati e con una spiccata inclinazione per l’insegnamento.
Durante la IIª Guerra Mondiale l’attività
della Scuola non viene sospesa: Camilla allestisce alcune stanze nella sua abitazione –
Villa Giacomelli (alla Pieve) – e continua ad
accogliere gli studenti.
Dopo la II guerra mondiale:
Budrio nel cuore
Al termine del conflitto, la Partengo sceglie
di dedicarsi completamente a Budrio, alla
Scuola e a tutti coloro che vogliano istruirsi. Camilla, spesso senza compenso, aiuta
numerosi liceali, universitari e persone
mature che hanno il desiderio di avere
accesso alla cultura. La fisica, l’astronomia e
la matematica continuano ad essere le materie più appassionanti, ma Camilla si distingue anche come sostenitrice dell’opera della
Dante Alighieri (società che si pone come
obiettivo la diffusione della nostra lingua e
della nostra cultura nel mondo) e del
Touring Club Italiano. Negli anni ’50 la
Scuola Media “Quirico Filopanti” diviene
Comunale Parificata, poi Statale e nel 1961
Scuola Media Unica.
La parte conclusiva della vita di Camilla è
segnata dalla ristrettezza economica. A questo punto i suoi ex professori, ex allievi e la
comunità di Budrio scelgono di autotassarsi
per provvedere al ricovero della signora
Partengo in una casa di riposo di
Casalecchio.
Attraverso questa nobile e doverosa azione
Camilla può trascorrere gli ultimi anni della
sua esistenza che termina nel 1970, in modo
sereno e senza dover far pronte a nessun
problema economico.
PER NON DIMENTICARE
A memoria
del Prof. Savoia
D
all’inizio di marzo, al numero civico 6 di
via Marconi, una targa ricorda un professore e una scuola: il professore è Vittorio
Savoia, la scuola è “l’Avviamento agrario di
Budrio” che ebbe sede a palazzo MedosiFracassati fino al 1963. È il frutto dell’iniziativa di un gruppo di ex-allievi, che ricordano
ancora con simpatia e affetto la loro esperienza scolastica.
Sono ormai signori di mezza età che, dopo una
cena di ricordi, hanno deciso di rendere omaggio al loro docente, e di lasciare un ricordo al
paese di questo periodo e di questa istituzione.
Sono alunni del triennio, legati dalla particolarità di questo istituto, che consisteva nelle
attività pratiche legate all’indirizzo agrario. E
con nostalgia ricordano di aver seminato e
visto crescere le piante in un terreno comunale, a ridosso delle scuole elementari, e di aver
interrotto il lungo periodo delle vacanze estive,
per partecipare, tutti insieme, alla raccolta del
grano.
Gli ex alunni sono:
Mingardi Mario
Bonfiglioli Gianna
Gastone Farina
Ragazzi Bruna
Franco Paderni
Martelli Graziella
Scazzieri Romano
Rimondini
Ghetti Paolo
Ustillani Guerrino
Pellacani Paolo
Mioli Giovanni
Vogli Paolo
Pazzaglia Ferdinando
Sarti Guerrino
Fabbri Rino
Dal Monte Ettore
Trombella Romano
Fornasari Albino
Bentivogli Franco
Martelli Graziano
Curti Giorgio
Musi Elio
MZ ASPIRATORI
Via Certani, 7 - Budrio (BO)
S P A Z I O G I O VA N I
Giochiamo a
Budriopoli...
DI
LIA LORENZINI
A
vete presente quelle notti in cui non
riuscite a chiudere occhio? Quelle notti
in cui mille pensieri si affollano nella
mente, belli o brutti che siano, e i vostri
occhi spalancati rimangono incollati al soffitto? Proprio quello che capitò a me un paio di
mesi fa, e grazie al quale ho incanalato la mia
insonnia momentanea in un progetto.
Con un gruppo di amici di Budrio abbiamo l’abitudine di trovarci nelle serate invernali a
casa di qualcuno di noi per dedicarci ai giochi
di società; che sia Trivial Pursuit, Taboo o
Monopoli non importa, l’importante è stare in
compagnia e lanciare il dado.
Da lì mi è venuta l’idea.
Diciamoci la verità, ho sempre considerato
Monopoli un gioco un po’ noioso rispetto ad
altri, quindi, perché non farne una versione
più divertente e più sentita da noi giocatori
seriali budriesi?
Quale migliore occasione per rivisitare il
gioco e trasformarlo in Budriopoli!
Dal famoso “VIA” si snodano caselle in un
percorso che tocca tutti i luoghi conosciuti di
Budrio: dai ristoranti ai locali, dal teatro al
municipio, dall’ospedale al supermercato,
dalla statua di Filopanti al tanto discusso
compattatore.
Insomma, non manca nulla. Le proprietà sono
ovviamente le attività commerciali e il percorso non manca di imprevisti più o meno
fortunati e ricchi di colpi di scena tra cui
posti di blocco, processioni della Madonna e
strani avvistamenti alieni nei pressi del macero delle Marulle.
Ma le sorprese non finiscono qui. La differen-
Il 3 maggio
con “Il Paese
di Leonardo”
Budrio si
veste d’Arte
DI IRENE
NICOLINO
alla street art, arte di strada,
alla square art, cioè all’arte
di piazza. Il principio base è
sempre quello di fare arte – intesa però a trecentosessanta gradi,
cioè in ogni sua espressione – e
farla uscire dai musei per piazzarla in mezzo alla gente.
Ciò succederà il 3 Maggio, dalle 16
a mezzanotte, con il battesimo dell’Associazione “Il paese di Leonardo”, nella giornata
conclusiva della festa Primaveranda, in piazza
Filopanti e in diversi punti del centro.
D
Gli artisti potranno così dar
sfogo al proprio “estro creativo”, creando un evento nuovo e
dinamico di partecipazione collettiva, un momento di vera
aggregazione sociale: chi a
dipingere, chi a scolpire, chi a
declamare versi poetici, chi a
comporre le proprie canzoni,
chi ad esibirsi in spettacoli teatrali.
Una sorta di en plein air, (letteralmente all'aria aperta), come facevano gli
impressionisti per cogliere le sottili sfumature
che la luce genera su ogni particolare.
Solo che questa volta a cogliere le sfumature
za dal Monopoli tradizionale sta, oltre al
luogo in cui è ambientato, anche nel fatto
che si articola in più caselle e non è possibile edificare sulle proprietà, ma solo pagare il
pedaggio: chi perde soldi e rimane senza esce
dal gioco, e lo scopo è lo stesso del Monopoli
originale.
Per ora il gioco è solo un prototipo ma conto
di completarlo presto e di poter giocarci tutti
insieme.
saranno le persone interessate ad afferrare l’atto artistico nel suo nascere.
L’idea di realizzare a Budrio una giornata interamente dedicata all’arte di strada è venuta al
Presidente della neonata Associazione (che ha
sede a Fontanelice), Anna Maria Maddalena
Dilevrano, pittrice, Maestra d'Arte e scrittrice,
insieme a Yulka Caporetti, budriese e a sua
volta scrittice e poetessa, nonché vicepresidente.
Gli artisti che parteciperanno sono tanti e provengono da diverse parti d’Italia: alcuni affermati, altri ancora sconosciuti ma tutti creativi
e accomunati dal piacere di eseguire la propria
opera sotto gli occhi dei visitatori.
È il bello dell’arte di strada: accessibile, fruibile, gratuita, comunicativa, creativa, e soprattutto è di tutti!!!
Non mancheranno momenti di animazione:
band locali, danza del ventre e, a conclusione
della serata, i tre musicisti di Vasco Rossi - Il
Gallo, Cucchia e Rocchetti – si esibiranno in un
tributo al grande artista modenese.
Per partecipare come artisti e per maggiori dettagli, visita la pagina Facebook: Il paese di Leonardo.
Da sopra, Anna Maria Maddalena Dilevrano e Yulka
Caporetti, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione “Il Paese di Leonardo”.
I NOSTRI PROGETTI
Il nostro contributo
alle scuole elementari
A CURA DELLA
anche alla complementare attività didattica,
(costo per ciascun bambino, € 5).
Non tutte le classi, infatti, potevano sostenere questa spesa, e solo gli alunni più fortunati avrebbero potuto usufruire di questa
opportunità: ci sembrava molto ingiusto.
E siamo ben contenti di sapere che tutti i
bambini potranno parteciparvi.
Questo impegno rientra completamente nelle
finalità della nostra Associazione, che già
dallo scorso anno aveva partecipato alle spese
della visita, sempre delle ultime classi del
ciclo, al MUV, (Museo Archeologico della
Civiltà Villanoviana).
Ringraziamo la disponibilità di insegnanti e
della segretaria, che ci hanno aiutato a superare i molti inghippi burocratici.
REDAZIONE
A
nche quest’anno la collaborazione tra
la nostra Associazione e la Direzione
didattica delle scuole elementari di
Budrio ha dato buoni frutti. Infatti, grazie al
nostro contributo economico, che è peraltro
ben poca cosa, tutti i bambini delle classi V
della scuola elementare potranno visitare il
Museo archeologico di Budrio, partecipando
S
i è inaugurata il 30 Marzo, presso la Sala Rosa
di Via Marconi, la mostra personale “Gesto e
Materia” di Vanna Modelli.
L’artista ha presentato 15 opere dell’ultima produzione, sono opere con il chiaro riferimento alla pittura materica tipica della poetica informale: l’utiliz-
zo di materiali, quali
plastiche combuste,
legni, cartoni ondulati o oggetti metallici,
è
perfettamente
riconducibile all’insegnamento di Burri;
dal 1949, il grande
maestro umbro iniziò
a contaminare la pittura con materiali
estranei a quel mondo; si era reduci dalla seconda
guerra mondiale e la pittura, nel frattempo, aveva
perso la sua funzione rappresentativa trasformandosi in messaggio puramente presentativo, ossia:
l’arte smise di rappresentare la realtà iniziando a
presentare nient’altro che se stessa.
Vanna, riprendendo questa tematica, ci restituisce,
con la sua visione e sensibilità, pressappoco lo stesso approccio; ecco che, nei lavori più recenti, i
materiali usati, oltre che avere una loro naturale
cromia, interagiscono sulla tela col volume che gli è
proprio: la fisicità, la matericità di questi materiali
ben si sposa con le campiture, solitamente di colori terrosi o colori-non colori, andando a rappresentare, nel caso delle opere del ciclo “Sabbie
Immobili”, i residui di quelle esplosioni che nel
decennio degli anni 70 ha insanguinato il nostro
paese. La scelta di tali colori di campitura è sintomatica dell’attaccamento che l’artista ha per il reale,
per il concreto; di contrappunto la pittura di Vanna,
essendo aniconica (non figurativa), lascia spazio ad
interpretazioni del tutto soggettive pur con quella
cifra stilistica che le è propria.
Vanna Modelli,
insieme al figlio
Cristiano Galassi,
curatore della mostra.
CART
CA
CARTOLERIA
TOLER
OLERIA | GIOCATTOLI | PROFUMERIA
PRO
PROF
PROFUM
ROFUMERIA
MERIA
BUDRIO:
BU
B
BUDRIO
UD
U
DRIO:
DRIO: VIA
V
VIA GRAMSCI,
GRAMSCI,
RAMSCI
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AMSCI, 8 tel.
tel.
tel
el. 051
05
0
51 8
803587
035
3587
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CASTENASO
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TEN
NASO:
ASO: VIA
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V
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3/2 tel.
tte
el. 051
051 4840184
4840184
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84
4
CASTENASO:
BUDRIO OGGI
Ai lettori budriesi
ritorna il sorriso
DI
MAURIZIA
MARTELLI
onoré de Balzac scriveva che “una notte
d’amore è un libro letto in meno” ; per
Francis de Croisset “la lettura è il viaggio
di chi non può prendere un treno”, mentre
secondo il grande Ezio Raimondi, scomparso
proprio in questi giorni, “leggendo, calati nella
logosfera del testo, ci si può persino sentire, a
occhi aperti, immersi in un sogno più vivo e più
vero della realtà circostante” .
“Leggete per vivere” esortava Gustave Flaubert
e le citazioni potrebbero andare avanti all’infinito, compresa un’ampia letteratura incentrata addirittura sull’importanza della rilettura:
per dirla alla François Mauriac “Dimmi ciò che
leggi e ti dirò chi sei, è vero; ma ti conoscerei
meglio se mi dicessi quello che rileggi” , poiché
la prima volta il libro può essere un incontro
fortuito, ma la seconda è senz’altro una scelta.
In fondo, leggere è tutta la nostra esperienza,
ma anche il nostro pensare e talvolta anche la
nostra terapia. Per questo, oltre che per il semplice piacere carnale che si prova al tatto, nello
sfogliare la carta, con l’olfatto, nell’aspirare l’odore dell’inchiostro, con la vista, nell’ammirarne la copertina, nell’ordinarlo e conservarlo
insieme agli altri, le librerie devono vivere
oppure rivivere, specie se sono l’unico esempio
in una realtà locale.
H
Stessa strada, stesso negozio
Così, fortunatamente per i budriesi, proprio
negli stessi locali di via Benni 5, angolo
Mafalda di Savoia – dove la storica libreria “Lo
Stregatto” non ha resistito alla crisi del libro,
alla concorrenza delle grandi librerie cittadine
o alla comodità di un click sugli store online –
dal 22 febbraio il negozio di libri ha riaperto
con nuovo nome: Biblion.
La co-gestione è di una budriese doc, Paola
Saoncella, e di Carla Bonaveri, che invece è
bolognese ma da poco si è trasferita a Budrio.
In questa libreria, che nasce dalla decennale
esperienza dell'omonimo esercizio di Granarolo,
Carla e Paola vorrebbero bissare il successo granarolese di Biblion che, in controtendenza
rispetto alle frequenti chiusure da parte di
librerie storiche, specie se si tratta di piccoli
negozi indipendenti, nei suoi anni di vita ha
registrato una crescita costante.
Una passione smisurata per il libri
Carla – sarà lei a presidiare la libreria budriese,
scambiandosi di tanto in tanto con Paola – è
ottimista, di un ottimismo consapevole e non
temerario, frutto di chi ha alle spalle un
La nuova libreria
Biblion e la cotitolare Carla
Bonaveri.
inventiamo in continuazione eventi nuovi come
laboratori, presentazioni, incontri. Tutti rigorosamente gratuiti, perché così creiamo comunità,
fidelizziamo la clientela e conquistiamo nuovi
lettori.
“A Budrio può funzionare...”
Budrio ha già risposto molto positivamente
all’apertura di Biblion, mostrando interesse e
una grande partecipazione per l’iniziativa.
“Questo è un primo segnale che ci fa credere che
la libreria funzionerà. Anche perché non ci sono
regole per vendere libri, l’unica costante che
abbiamo potuto riscontrare con la nostra esperienza è che se che un lettore, sia sporadico che
regolare, riceve attenzione e, quando lo sappiamo orientare, ritorna quasi sempre.
Noi faremo di tutto per fare sì che la comunità
budriese identifichi nella libreria un luogo di
riferimento, un posto dove le famiglie e coloro
che condividono la passione per la lettura, possano darsi appuntamento”.
Specializzati nella letteratura per ragazzi
mestiere e una grande passione.
Premesso che non c’è un virus che colpisce le
librerie e le fa chiudere, la loro parola d’ordine
è “servizio“ o se preferite “consulenza”.
“La libreria non è un business economicamente
rilevante – spiega Carla – ma è un presidio culturale importante per un paese. Chi fa questo
mestiere, deve avere soprattutto una passione
smisurata per i libri. Di certo i lettori bisogna
andarli a cercare perché da soli non arrivano.
Noi lo facciamo. Innanzitutto leggiamo molti
dei libri che proponiamo, e restiamo in costante
aggiornamento, specie nella letteratura per
ragazzi, che è il nostro fiore all’occhiello, perché
crediamo molto nel valore della lettura per la
crescita dei bambini e degli adolescenti. E poi ci
All’interno, l’arredamento è minimalista ma
molto caldo. Piccoli tavoli in legno color noce
ospitano le novità editoriali, quelle che poi
finiscono nello scaffale per far spazio alle
nuove. Ma il punto di forza di Biblion è la letteratura per ragazzi: “oltre alle novità del panorama editoriale, abbiamo una selezione di classici, tutti i premi Andersen – che è il maggior
riconoscimento italiano assegnato alle più belle
letture per i ragazzi”.
Per ciò che riguarda gli articoli per bambini, da
Biblion si possono trovare i giocattoli francesi
Moulin Roty o o Janod, molto ricercati in Italia
in quanto affidabili, sicuri, morbidi e dal grazioso design. La ricerca selezionata prosegue
nei giochi didattici, dove spicca Farmer
Rancho, ideato da un matematico polacco, professore presso l'università di Varsavia, che
durante l'occupazione nazista ebbe l'idea di
creare questo gioco, dando un contributo a
molte famiglie polacche per passare le serate.
Durante la Rivoluzione di Varsavia quasi tutte
le copie del gioco bruciarono, ma dopo la guerra una copia venne ritrovata e il gioco fu
ristampato. Con questo gioco, i bambini nel far
crescere e prosperare una fattoria, senza volerlo imparano le tabelline... Una bella trovata!
La libreria ha creato gruppo aperto su Facebook
alla voce: Biblion Libreria
Quello che non ti dicono.
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I nostri incontri e visite guidate
8 e 12 APRILE 2014
LE CITTÀ D’ARTE DELL’EMILIA
ROMAGNA: VISITA ALLA FERRARA
MEDIOEVALE E DEGLI ESTENSI
Si comincia con la serata di introduzione alla visita di Ferrara,
città degli Estensi, con appuntamento l’8 Aprile presso la Sala
della Consulata delle Associazioni, Via Marconi 6, ore 20,45.
Il giorno 12 Aprile, ritrovo a Ferrara, alle ore 9, davanti al
Palazzo dei Diamanti, per la visita della mostra Matisse, la
figura; al termine, visita alla città di Ferrara con Micaela
Lipparini.
SABATO 18 MAGGIO 2014
LA RAGAZZA
CON L’ORECCHINO
DI PERLA
ore 19,45 – Palazzo Fava,
Via Manzoni 2 (Bo)
È prevista una nuova visita guidata alla mostra “LA RAGAZZA
CON L’ORECCHINO” per un
secondo gruppo di persone.
La mostra ha riscosso un incredibile successo nelle prime settimane di esposizione: una media
superiore a 3200 ammiratori al giorno, con punte superiori a
4 mila il sabato e la domenica.
Per poter ammirare “La ragazza con l’orecchino di perla” e gli
altri capolavori della Golden Age Olandese in altre giornate è
consigliata la prenotazione sul sito internet Linea d’ombra
(www.lineadombra.it), oppure è possibile acquistare il biglietto senza prenotazione presso la cassa del palazzo Fava a
Bologna. Effettuando la prenotazione, il costo di un biglietto
intero è di 13 euro; il biglietto ridotto costerà 10 euro per gli
studenti universitari fino a 26 anni dotati di tessera di riconoscimento e per gli adulti con più di 65 anni, e 7 euro per i
ragazzi dai 6 ai 17 anni. Senza prenotazione, il costo del
biglietto intero sarà di 12 euro; un biglietto ridotto costa 9
euro per gli studenti universitari fino a 26 anni e per gli adulti
con più di 65 anni, e 6 euro per i ragazzi dai 6 ai 17 anni. Per
i gruppi (di minimo 15 e di massimo 25 persone) è obbligatoria la prenotazione, e il biglietto costerà 10 euro.
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31 MAGGIO 2014
A PIEDI O IN BICICLETTA NEL BOSCO
DELLA MESOLA E VISITA ALL’ABBAZIA
DI POMPOSA
Partenza dal piazzale della
Gioventù alle ore 7:30
Potremo utilizzare la nostra
bici o prenderla a noleggio
all'ingresso del bosco.
L'itinerario è in piano su percorsi in terra battuta o con
fondo in ghiaia, per cui ogni tipo di bici può essere utilizzato,
anche se è preferibile l'uso di un mezzo da fuoristrada.
Al termine della passeggiata in bici ci rilasseremo in un ristorante della zona del delta, ovviamente con ampia disponibilità di pesce ed anguilla.
Il Bosco della Mesola, conosciuto anche come il Boscone, si
trova nella provincia di Ferrara e
con i suoi 1058 ettari rappresenta l’area boschiva più estesa
del ferrarese e più importante
dal punto di vista naturalistico.
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zioni, autunno e primavera, che porta ad un totale di circa
700 mm di pioggia ogni anno. Le temperature medie estive
sono elevate, si oscilla tra 26° e 27° C, mentre le temperature minime in inverno arrivano sino a 0,3°C. Ma il bosco della
Mesola è soprattutto conosciuto e famoso per la sua fauna.
Sugli alberi si vedono colombacci, tortore e rigogoli. Nei cavi
dei tronchi fanno il loro nido i gruccioni e il martin pescatore.
Ricca è anche la presenza di rapaci sia diurni, come falchi di
palude, poiane, albanelle, sia
notturni, come le civette, i barbagianni e gli allocchi. Il bosco
ospita anche molti anfibi, come
il rospo smeraldino, la rana
agile, il tritone punteggiato e la
raganella.
Nei canali si possono vedere le
anguille, i persici, le carpe ed i
L’accesso al bosco è gratuito e
pesci gatto. Vi sono anche molti
libero: chi vuole visitarlo nella
rettili, presente è la testuggine
sua interezza può farlo a piedi
comune e quella palustre; menoppure in bicicletta, mezzo che
tre rara è la presenza della vipeconsente di attraversare tutta
ra comune.
l’area boschiva e fare degli inaNel bosco della Mesola vive l’uspettati incontri.
nico cervo autoctono dell’Italia
La passeggiata in bicicletta, di
peninsulare che è stato salvato
durata circa due ore, consente
di vedere come l’ambiente sia ricco di dune, che sono ancora dal Corpo Forestale dello Stato. Il Corpo Forestale dello Stato
visibili come delle ondulazioni del terreno che testimoniano la a partire dal 1994 ha dato vita ad un piano di tutela del
cervo attraverso il miglioramento del loro habitat naturale,
posizione delle antiche linee di costa e l’avanzamento del
un nuovo assetto idraulico ed un’alimentazione di sostegno
delta verso il mare. La formazione geologica del territorio è
nei periodi più critici.
recentissima, risale al XVI secolo, come è possibile osservare
La popolazione del Cervo della Mesola, circa 70 capi, è l’uninelle antiche carte geografiche del tempo.
ca in Italia perché è considerata l’ultima testimonianza dei
In tutto il bosco la falda acquifera è molto elevata e, nei
cervi della Pianura Padana. Vi è anche la presenza di daini,
periodi in cui piove di più, alcune delle parti più depresse si
che sono stati introdotti di recente per fini venatori. Oggi nel
allagano formando delle zone umide. Una presenza di fitti
bosco vivono insieme cervi, daini, tassi, lepri, germani reali,
canali permette la regolazione idrica della zona.
aironi, garzette, anatre, folaghe e limicoli.
Il clima è caratterizzato da due periodi di massime precipita-
Supermercato di Molinella
Via Podgora 31 - Tel.051-882775
Supermercato di Baricella
Via Roma 199 - Tel.051-879146
Supermercato di Budrio
Via Verdi 4 - Tel.051-801644