Budrio Magazine – Senza Confini n°1
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Budrio Magazine – Senza Confini n°1
NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI PROMOZIONE SOCIALE SENZA CONFINI www.senzaconfinitaly.it SENZA CONFINI senza confini budrio Anno VIII - N° 1-2014 - Registrazione presso il Tribunale di Bologna - n° 7658 del 18/04/06- Tiratura: 1500 copie stampate su carta riciclata Dir., Red. e Amm. sede Via Saffi, 54 - Budrio (BO) - Dir. Resp. Maurizia Martelli - Comitato di red.: Renzo Bonoli, Maria Marzia Lodi, Guido Montebugnoli, Pietro Di Bartolo Per la Vs. pubblicità contattate Renzo Bonoli. Tel. 338 3904582 - www.senzaconfinitaly.com - [email protected] L’ E D I T O R I A L E Meno bot e mattoni, più cultura e formazione DI RENZO BONOLI Tutto questo vale anche per il nostro Paese che galleggia tra l’immobilismo, il rischio di deflazione e di conflitto sociale, la perdita d’immagine e di competitività in ambito europeo e mondiale. Non è facile, al punto in cui siamo, dare delle ricette e inventarsi terapie di guarigione. E’ però facile intuire che, lasciati da parte egoismi, interessi di bottega, mire di potere, la strada maestra per risalire la china è quella della riscoperta e della valorizzazione dei tradizionali punti di forza del nostro Paese. C ’è chi lo chiama disastro antropologico. Lo definisce così la Chiesa, come pure i “media”, mentre la politica, giunta ormai al suo massimo livello di degrado, non sembra rendersi conto delle sfide e delle opportunità di crescita per sopravvivere alla crisi. La profonda modifica del rapporto quotidiano uomo-donna, la questione morale, la necessità di innovazione e di ricerca come asse portante della crescita, la cultura come fonte di sviluppo sono i problemi e gli obiettivi che la politica e la società civile nel suo complesso dovrebbero aver presente per evitare il baratro che si prospetta davanti ai nostri occhi e alle nostre coscienze. Il livello di dissociazione tra l’uomo e la sua coscienza è ormai altissimo: in altre parole noi siamo consapevoli di ciò che accade, ma non ci poniamo il problema dei nostri comportamenti di fronte a questi accadimenti. Nessuna democrazia, per quanto evoluta ed essenziale, può stare in piedi senza la coscienza e la conoscenza dei fatti quando le regole, sistematicamente calpestate, sono dettate dall’uomo e non invece da un’entità superiore. Allora diventano importanti la probità, l’etica, la capacità di autoanalisi, la creatività imprenditoriale e culturale, la fiducia nel futuro. Oggi invece assistiamo ad uno scetticismo radicale, che sconfina nel cinismo, ad una indifferenza e ad un’assuefazione sempre più accentuate per tutto ciò che accade intorno a noi, ad una mancanza di relazione con la verità, fomentata da una dialettica che spesso rasenta la volgarità e la mistificazione. Riflessioni Forse per uscire dalla crisi, incombente e negata fino a qualche anno fa, ma oggi certificata dai parametri socio-economici (disoccupazione e inflazione) è necessario abbandonare Bot, rendite e speculazioni finanziarie e mattoni, per investire in cultura ed istruzione. Oggi una strategia di sviluppo deve parlare di mobilità sociale, basata sul merito, che deve partire prima di tutto dalla scuola. Una strategia che deve poggiare le proprie basi sull’innovazione e sulla ricerca, non solo tecnologica, ma anche rivolta al mondo del lavoro e ai mercati. Infatti, il lavoro dona all’uomo dignità e rafforza la coesione sociale e resta uno dei diritti più significativi e fondamentali della nostra Costituzione. Un’altra innovazione riguarda il mondo della cultura. Se è vero che con la cultura non si mangia, come ha detto una volta il ministro Succede a Budrio Budrio ieri La Pasqua com’era Sei di Budrio se... Diario di guerra di un maestro budriese a pagina 2 a pagina 3 a pagina 9 Tremonti, è altrettanto vero che con le sue ricette economiche si rischia di morire di fame. Il turismo, l’uso appropriato del territorio e dell’ambiente, la valorizzazione delle nostre eccellenze culturali sono solo alcune delle strade percorribili per ristabilire nel nostro Paese un assetto compatibile con le esigenze di sviluppo, di crescita, di competitività a livello mondiale. Pensiamo per esempio ai nuovi mestieri e alle professioni, di nicchia ma di alto valore aggiunto, ai centri di formazione di eccellenza, alla tradizione musicale e museale, alle opportunità economiche delle tecnologie digitali, allo slancio creativo nel settore dello spettacolo e nel campo manifatturiero. Ma soprattutto poniamo mente al patrimonio artistico e paesaggistico del nostro Paese che non ha eguali nel mondo: il turismo e la cultura dovrebbero essere la prima industria del Paese, sostenuta e valorizzata anche dal contributo delle associazioni e dei privati, per sfruttare il richiamo artistico, culturale, gastronomico, fieristico e artigianale, che il Paese può offrire. Prendiamo, per esempio, la nostra città dove, a mio parere, esiste un’elevata e qualificata presenza di associazioni e di strutture di carattere culturale e sociale e dove i soggetti privati contribuiscono, in maniera responsabile e costante, alla promozione e alla realizzazione di eventi e manifestazioni artistiche, formative e culturali. Una cittadina che ha ben presente il valore dell’integrazione, della solidarietà e della cultura intesa come motore di sviluppo. Se il grado di civismo di una comunità si misura, oltre che dalla produttività delle istituzioni, anche dalla rete dell’associazionismo, possiamo dire che a Budrio la necessità di investire e innovare in cultura è particolarmente sentita e radicata. Budrio Next, affrancato da tentazioni politiche, fornisce già oggi un connubio eccellente tra informazione e cultura, così come il nostro Magazine, giunto ormai al suo decimo anno di vita, costituisce – o almeno noi speriamo lo sia – un piccolo esempio di come il rapporto pubblico-privato possa giovare alla coesione sociale, alla partecipazione e allo sviluppo culturale. Budrio oggi Biblion, una nuova libreria per i budriesi a pagina 11 Le nostre iniziative Incontri e visite guidate a pagina 11-12 R I F L E S S I O N I S U L L A PA S Q UA La Pasqua com’era DI MARZIA LODI U no dei ricordi più vivi della mia adolescenza è legato all’usanza budriese di celebrare la settimana santa, o meglio il giovedì santo, con la visita delle sette chiese presenti nel nostro paese. Cinquant’anni fa le celebrazioni liturgiche si svolgevano solo di mattina e il giovedì santo, dopo la cerimonia in cui si ricordava l’istituzione dell’Eucarestia, il Santissimo veniva riposto in un’urna, una scatola di legno a forma di sarcofago, esposto nella chiesa principale di San Lorenzo fino al mattino del venerdì. Da questo momento le campane tacevano, erano “legate”. Il giovedì sera tutte le chiese erano aperte, e i budriesi uscivano per vistarle: erano, oltre alla chiesa parrocchiale, le chiese di San Domenico, di Sant’Agata, di Santa Maria del Borgo, quella dei Cappuccini e le due chiese di via Viazza, quella annessa al convento delle suore Serve di Maria e la cappella del San Gaetano; in tutto 7, forse per un richiamo alla chiesa bolognese di Santo Stefano. Le chiese erano illuminate dai ceri e ornate con il grano fatto crescere al buio, nelle cantine, e di un colore biancastro, simbolo dell’imminente resurrezione. Era una festa! Una delle rare occasioni per uscire la sera: tutti i negozi erano aperti, sfavillanti di luci e nelle vetrine erano esposte le novità della stagione. Era il primo incontro con la primavera, dopo il lungo e grigio inverno, la gente era festosa e ci si scambiava gli auguri di buona Pasqua. Ma questo è un passato recente… . La Pasqua era celebrata con tutt’altra partecipazione nel passato, quando la sera del venerdì santo dalla chiesa del Borgo usciva la processione, che ricordava la passione di Gesù. L’organizzazione di questa cerimonia era affidata agli uomini della Compagnia del Borgo, una confraternita istituita a Budrio nel lonta- no 1517, che portavano solennemente in processione il Crocifisso ligneo, preziosa reliquia giunta a Budrio nel 1610 e ancor oggi esposto sull’altare della cappella maggiore. Apriva la processione il Crocifisso, particolarmente venerato in paese, poi venivano due membri della confraternita, vestiti con la loro cappa nera, che portavano sulle spalle una pesante croce di legno, seguiva la folla dei fedeli, che portavano nelle mani i flambeau, ceri protetti da contenitori di carta, per illuminare la notte. Questa tradizione si è protratta fino agli anni quaranta del secolo scorso. Le campane erano slegate il sabato verso mezzogiorno e con il loro suono festoso annunciavano la resurrezione del Signore. La liturgia del sabato santo prevedeva la benedizione del fuoco, e i chierichetti nascondevano nelle loro tasche pezzetti di carbone, che poi consegnavano nelle case di campagna, sperando in una ricompensa. In campagna, al suono delle campane, ci si lavava gli occhi con l’acqua dei fossi, facendo il Segno della croce, come purificazione. E a colazione la mattina di Pasqua si mangiavano le uova benedette (che ogni famiglia aveva, dal giorno della benedizione della casa, quando al suo arrivo il sacerdote trovava tre gruppi di uova, uno per sé, uno per il sagrestano, che l’accompagnava, il terzo restava alla famiglia) e il salame, che era stato preparato alla fine dell’anno precedente, quando era stato ucciso il maiale. LETTERE AL DIRETTORE Grazie di cuore C i è stata inviata questa bella lettera di ringraziamento per l’assistenza prestata dal personale medico dell’ospedale ad un paziente che purtroppo è deceduto dopo lunga malattia. Ci è sembrato doveroso testimoniare la gratitudine della famiglia al personale che tanto amorevolmente ha assistito questa persona e che spesso lavora in condizioni difficili per una dotazione organica sottodimensionata a causa dei tagli apportati alla Sanità: “ Il nostro babbo Dante Lippi ci ha lasciati il 6 gennaio di quest’anno. Con queste righe la nostra famiglia desidera esprimere tutta la nostra gratitudine per coloro che ci hanno aiutato ad averne cura negli ultimi anni, difficili e dolorosi, della sua vita. In primo luogo Nina, che ha affiancato la mia mamma nella battaglia quotidiana per accudirlo e nutrirlo, con molto impegno e ancor maggiore affetto. Poi Marina, che è stata presente nel momento finale e che ci ha aiutato con capacità e umanità quando la ragione ci stava abbandonando. Desideriamo ringraziare di cuore quanti hanno abbinato disponibilità e gentilezza al loro impe- gno professionale: il nostro medico, dr.ssa Piera Federici, il cardiologo dott. Vitolo, il sig. Poli della “Palazzina Rossa”, tutto il personale dell’assistenza domiciliare, la sig.ra Valeria che ci ha fornito gli ausilii necessari. Infine desideriamo ringraziare il personale del Pronto Soccorso di Budrio, al quale tante volte siamo ricorsi, per aver erogato le loro prestazioni professionali con grande umanità sia verso il mio babbo, sia verso di noi familiari. Grazie ancora a tutti”. Rossella e Anna Lippi SUCCEDE A BUDRIO Sei di Budrio se... DI MAURIZIA MARTELLI T utto è cominciato con il mantra lanciato agli amici su Facebook da Fausta Lambertini, su suggerimento dell’amico Enrico Sallioni, con un invito a pubblicare i loro ricordi di Budrio. “Sei di Budrio se...” e la frase viene completata con le suggestioni del tuo paese, possibilmente corredate da foto, rigorosamente “vintage”. La formula usata è ad hoc per far entrare chi ha legami con la comunità budriese. Così quello di Fausta diviene un semplice “la”, preso a spunto da un’idea già nata altrove. Tutto il resto viene da sé! “In pochi giorni nel gruppo eravamo già più di mille persone... una valanga di foto e di commenti che non riuscivo nemmeno a visualizzare, perché scorrevano nella pagina alla velocità della luce”, spiega Fausta. Scatta la nostalgia per il passato E così il fenomeno diventa virale: cominciano a . Una piccola selezione.. Maddalena Zagari Camminata delle Streghe, se non ricordo male veniva organizzata in concomitanza con la festa dell'Avanti. fioccare i “mi piace” e i commenti, perché ogni post ricorda un frammento della tua infanzia o adolescenza, dei luoghi che frequentavi con la tua famiglia, con i tuoi compagni di scuola o con gli amici... e giù foto, ognuno la propria: i ritrovi, il campo sportivo, il maestro delle elementari, la piscina, la baracchina dei gelati, il prete di quando andavi a dottrina... Ti viene in mente un personaggio che nessuno ha ancora pubblicato e allora vai a scartabellare nelle tue foto e ci pensi tu. Non riesci più a staccarti dal computer, perché proprio mentre stai per farlo ricevi un bel po’ di “mi piace” e qualche commento incoraggiante, e a quel punto sei finito: cominci a ricordare (e a pubblicare) qualsiasi cosa. Il social network si evolve Niente a che vedere con l’altra moda del momento – i selfie come vengono chiamati gli autoscatti protagonisti del social Instagram. Qui le più apprezzate e condivise sono le foto di gruppo che fanno leva sulla conoscenza condivisa e il senso di appartenenza ad una comunità. Del resto, il fenomeno del campanilismo è tipicamente italiano e Budrio non fa certo eccezione. Il social si evolve e da piatChiara Rubbini Negozio di famiglia, anni 50 o giù di lì. Al momento di questa foto il negozio si trovava ove ora c'è la macelleria Max e Pi, nell'angolo destro, nel locale che poi divenne la profumeria Margherita per diversi anni. Lo gestiva mia nonna Zelinda, poi più tardi passò alla mia mamma.... Un patrimonio prezioso Risvolti sociologici a parte, il gruppo ha postato la bellezza di circa 1200 foto, in bianco e nero o a colori, e centinaia di ricordi, alcuni davvero straordinari, sulle usanze cittadine e i luoghi mutati nel tempo, le abitudini ancora vive e altre ormai in disuso che soltanto un budriese può capire. Come le zirudelle di Tiziano Casella o i filmati di Vittorio Bonaga o come i tanti personaggi noti per la loro stravaganza di anni, ma soprattutto decenni fa, di cui hai sentito solo parlare e che improvvisamente si materializzano. Insomma, un autentico contenitore di budriesità da non disperdere, che potrebbe dare vita a un compendio della storia del nostro territorio degli ultimi 100 anni. Nando Pazzaglia Porta a porta anni fa. Gabriele Montanari SEI di Budrio SE… almeno una volta hai accompagnato (o preceduto) la BANDA lungo viale 1° Maggio… il 25 aprile o il 4 novembre. Qui siamo verso il 1980. Vittorio Bonaga Palazzo Guidotti – poi “il Giardino” – da dove veniva la musica data da in grammofono sulla scalinata ...Questa poi era la pista dal “baladur” dove l'estate si ballava.. Cantava Nilla Pizzi “...avvinta come l'edera” ...C'era il melodico che cercava di resistere al rock 'n' roll che stava emergendo ...E noi indossavamo i primi jeans....col risvolto alto e duri come pietre ...le vituperate “braghe da delinquenti ...” come mi gridava dietro mia madre...! Erano gli anni 50. FRENI AMMORTIZZATORI CAMBIO OLIO CENTRO ASSISTENZA PNEUMATICI DI BONDI FABRIZIO Via Cesare Battisti, 5 - 40054 BUDRIO (BO) Tel. e fax 051 80.80.10 E-mail: [email protected] taforma di racconto individuale si trasforma in un luogo di incontro tra persone che fanno parte della stessa collettività. E fa un ulteriore passo in avanti, perché il popolo di Sei di Budrio se, che ormai ha raccolto circa 2500 utenti, il 26 Aprile, dalle ore 20,30, si è dato appuntamento fuori dal web per un grande ritrovo in piazza Filopanti, organizzato dalla Pro Loco durante la festa di Primaveranda. BUDRIO IERI Diario di guerra di un maestro budriese A CURA DELLA REDAZIONE C on questo numero inizia la pubblicazione di un diario che possiamo definire “storico”, poiché sono le riflessioni a caldo di Giorgio Parini, maestro elementare nato a Budrio il 9-4-1913 durante gli ultimi, difficili tempi della Seconda guerra mondiale, dal 21 gennaio 1945. È un diario molto intimo, che non prevedeva certo una pubblicazione dopo circa settant’anni, ma che a noi pare fondamentale far leggere a tutti, specialmente alle generazioni più giovani, quelle che la guerra la conoscono solo dai film o dai racconti dei parenti più anziani. Le vicende raccontate si svolgono tra Budrio e Dugliolo, dove il maestro era sfollato con la famiglia e viveva nella scuola elementare, che allora ospitava anche un ospedale tedesco. In quel tempo la famiglia del maestro era composta dalla moglie, Letizia, prossima alla conclusione della terza gravidanza, e dai due figlioletti Maria Vittoria, ricordata nel diario come Mavì e Gian Paolo, detto Ninetto. Nel diario si fa riferimento ad alcune realtà storiche, Pippo (1) ad esempio, di cui forse i più giovani non sanno nulla, e se ne darà adeguata informazione. Ringraziamo il figlio Giulio, che ci ha affidato questa preziosa memoria della sua famiglia. GIOVEDÌ 25 GENNAIO Ancora neve. C’è tanto freddo e la legna scarseggia. I miei bambini stanno “accoccolati” vicini al fuoco – ma la fiamma è fatta dagli avanzi – schegge, rusco, polvere che i tedeschi lasciano, quando hanno spaccato la loro legna. Gli uccelli si posano sul davanzale della finestra e i miei piccoli danno loro le briciole. I signori Golfarelli hanno litigato con l’arciprete: ieri sera hanno caricato le loro masserizie e se ne sono andati anche loro a Bologna. Io che mi sono specializzato in fatto di caricar mobili, ho dato loro una mano. Ma ieri sera, quando il carro si è mosso, i cavalli sono scivolati e tutto è caduto nel fosso. Con santa pazienza hanno rifatto la carica, ma poi cominciava a nevicare e non avevano un telone. Questa notte è giunto un ferito. I suoi lamenti mi hanno scosso: è un paracadutista, un proiettile gli ha trapassato l’inguine. DOMENICA, 21 GENNAIO 1945 Da diverso tempo ho pensato di stendere in un quaderno le vicende di questo tempo di procella. Tante sono le emozioni, i dolori, le privazioni! Non per vana gloria, né per darmi una posa, mi accingo a stendere queste righe di diario, ma perché il ricordo di questi giorni sia per me salutare nella mia vecchiaia, se Dio vorrà che la mia vita abbia ancora lungo corso, per i miei figli, che sappiano che la vita anche se impregnata di pianto e di sangue, è sempre serena, se è vivificata dalla Fede. MERCOLEDÌ 31 GENNAIO Sono privo di radio, giornali e si sta quindi alle chiacchiere, che da una bocca all’altra vengono ingrandite fino all’inverosimile. Stando alle chiacchiere quindi, la Russia ha attaccato con forze formidabili la Germania nei suoi centri vitali della Slesia e le armate sovietiche sempre avanzando sarebbero a 180 chilometri da Berlino. Vero o no, per conto mio è inutile gioire del bene degli altri, quando noi, avendo il fronte così vicino, è inevitabile di essere travolti. Però La tradizione si rinnova anche questo fronte si è molto calmato. Gli aerei, sono i soliti disturbatori e io mi auguro che sempre faccia cattivo tempo. Da Budrio Margherita mi ha scritto che venerdì 26 notte ci hanno rubato la nostra Bebé (2). Nel quadro delle sofferenze generali, questo è nulla. I sacrifici piccoli o grandi di tutti, il sangue e le lagrime giovino a placare la giustizia del nostro Padre celeste. Ma non tutti piangono. C’è chi ride, chi si imbratta del più lurido fango, che dimentica ogni dovere, non solo ma ogni riputazione. Il male si fa oggi sfrontatamente e ci se ne vanta. Per fortuna però sono pochi. Mia moglie ha ricevuto posta dai suoi di Neive datata dal giorno di Natale. Mi dicono che don Monticone è morto improvvisamente. Tanto io che Letizia ne abbiamo provato tanto dispiacere. Era una persona retta. Non conosceva vie di mezzo; minuzioso in tutto, fino al centesimo. Poveretto, gli ultimi avvenimenti hanno scosso la sua fibra sensibilissima! Chi pensava che quando ci lasciammo tre anni fa non ci saremmo più riveduti? Era la persona più cara, che avessi incontrato a Bricco. (1) Pippo era il nome con cui venivano popolarmente chiamati, nelle fasi finali della seconda guerra mondiale, gli aerei da caccia notturna, che compivano solitarie incursioni nel Nord Italia. (2) È il nome della mucca, di cui la famiglia Parini era proprietaria, allevata in paese dai genitori del maestro e dalla sorella Margherita. Ristorante Cucina classica bolognese Budrio Convention e matrimoni il Giardino BUDRIO IERI Nella foto a fianco il Maestro Giorgio Parini con i suoi alunni delle classi elementari. Sopra, la tessera militare. GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO Dugliolo è ancora una volta in fermento. Ogni casa, ogni persona è scossa nelle parti più intime. La casa, l’unico asilo di questa vita tormentata, è diventata l’albergo di tutti: ogni giorno, ogni notte nuovi ospiti entrano, escono. La carità cristiana – la vera carità – quella che esige di dare tutto senza nulla chiedere, di dare tanto da restare noi privi del necessario, di dare a quello che non ci è né fratello né parente, né amico – questa carità di Cristo ci è tanto inculcata e che noi credevamo di esercitare dando il pezzo di pane al mendicante la esercitiamo oggi tutti, volenti o nolenti. Dicono che dovranno giungere 500 soldati e dovranno essere sistemati. E dovremo ancora stringerci, accatastare, dovremo dividere il nostro pane e il nostro companatico, che si rarefa ogni giorno più... . Forse anche l’ospedale dovrà sloggiare dalle scuole. E la nostra sorte? Quanti interrogativi pensando al domani. La guerra che già tanta scuola ci ha fatto ci insegna ancora una volta, che non bisogna fare assegnamento su noi, ma su Colui che tutto muove, Provvidenza non previdenza. E in quelle mani misericordiose io mi affido, fidente. Colui che non lascia mancare il chicco di grano all’uccellino, non lascerà mancare il pane ai miei bambini. Le cose sul fronte russo vanno sempre peggio. Tutti credono che sia vicino l’epilogo. Intanto il nostro fronte è tornato in attività. A ogni cannonata i vetri delle finestre tremano. Anche a questo ci siamo abituati. GIOVEDÌ 8 FEBBRAIO È il giovedì grasso! Povero carnevale! Tuttavia in casa mia oggi c’è stata festa per l’arrivo di mio padre. È sempre festa per noi riceverlo, per lui intrattenersi coi nipotini. Si invoca la fine dei travagli, per poter avere la comodità se non di vivere ancora in una sola famiglia, almeno di vederci sovente, e io assistere coloro che hanno fatto tanto per me e continuano ancora a fare. Ha portato paste, caramelle e vino piemontese. Il rigore dell’inverno non è più all’ordine del giorno: si succedono giornate miti, lieto annuncio di primavera. La neve quasi tutta se ne è andata. A Dugliolo però insiste la nebbia. È per me una gioia aprire la finestra al mattino e vedere tutto avvolto nella fitta nebbia. I miei sensi si riposano. Quando invece c’è il sole, vuol dire giornata piena di ansie e di paure. Non si alzano più gli occhi al cielo per mirare la bellezza e la grandezza del creato, ma per scrutare quei terribili mostri che portano la morte. Non si tendono più le orecchie per udire il suono gioioso delle campane, che salutano il nascere e il morire del giorno, o per riposare lo stanco animo a una musica, sia pur trasmessa da una metallica radio. No, le orecchie sono ammaestrate al rombo dei motori e lo percepiscono quando è ancora lontano, lontanissimo. Tutto l’organismo è sottoposto allora a una prova di tortura indescrivibile. E dura fin tanto che l’aereo non è passato e definitivamente allontanato. Notizie: poche, e quelle poche incerte o addirittura paradossali; l’altro giorno a Budrio dovevano esserci gli americani e invece erano i partigiani. Berlino resiste tuttora. Il direttore Ruffilli mi scrive chiedendomi di procurargli sale, zucchero, sapone, grassi. Ah, il mercato nero che piaga! Quale forza riuscirà mai a sradicarlo? I generi scarseggiano, ma quei pochi che ci sono non sono equamente divisi. C’è il disgraziato che non ha da condire, da salare la minestra. E questo è ancora poco... Ah povero Ruffilli! Ha bussato a una porta non buona: c’è tutta la buona volontà di venire incontro a chi ha bisogno, ma questa volta possiamo darci la mano. Non so chi dei due ha più bisogno. RICORDI La vocazione all’anticonformismo di Camilla Partengo DI LEONARDO ARRIGHI, DA prescelto. Il primo conflitto mondiale stravolge la vita di milioni di persone, molte famiglie piangono i loro caduti e Camilla non riesce a restare inattiva al cospetto di una catastrofe ignobile. La Partengo diventa crocerossina e porta il suo aiuto negli ospedali delle retrovie e nelle tende da campo. I numerosi feriti trovano grande conforto in questa ragazza gentile, sensibile e competente. Camilla forgia il suo spirito senza lasciare spazio alla disillusione, ma tentando in ogni modo di migliorare la condizione di chi la circonda. BUDRIO NEXT A poco più di quarant’anni dalla morte è giusto ricordare Camilla Partengo, preside della Scuola Media di Budrio per molti anni. Nel corso della sua vita, Camilla ha condotto innumerevoli battaglie contro una società maschilista ed incapace di attribuire alle donne il rispetto dovuto. La Partengo è stata una delle primissime a salire in sella ad una bicicletta e a prendere la patente per l’automobile (nel corso del Iº decennio del ‘900), dimostrando una innata vocazione all’anticonformismo, vissuta come una vera missione civilizzatrice. I primi anni Camilla Partengo nasce a Firenze nel 1887, ma trascorre la prima parte della sua esistenza a Verona, la città natale dei genitori. Il padre, generale dell’esercito e la madre, nobildonna appartenente alla famiglia Orsini, allevano Camilla in un ambiente austero e denso di sterili obblighi formali. La giovane mostra un forte spirito anticonformista, che le causa ricorrenti contrasti con la famiglia. La condizione agiata in cui Camilla si trova la spinge a sviluppare un forte senso di responsabilità ed una incrollabile coerenza morale. Le donne, negli anni tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, sono ancora preda di una società, che le relega a ruoli marginali e privi di qualsiasi possibilità di una piena realizzazione. La Partengo sceglie di difendere strenuamente il proprio amore per lo studio e la cultura, offrendo così un esempio ad altre donne contemporanee. Camilla frequenta le Scuole Normali (oggi Magistrali), utilizzando spesso la bicicletta per arrivare all’istituto. In quel periodo è diffusa l’opinione che la bicicletta nuoccia alla salute delle donne e le conferisca un contegno ben poco femminile. Come in altre occasioni, la Partengo prosegue nella sua avventura e nel 1905 consegue il diploma di maestra. La I Guerra mondiale Ottenuto il titolo di studio necessario, Camilla Partengo inizia ad insegnare in una Scuola per Subnormali a Verona. La giovane maestra sente la necessità di mettersi alla prova e di sperimentare in prima persona tutte le difficoltà insite nel mestiere da lei L’arrivo a Bologna e la laurea in fisica Al termine della Iª Guerra Mondiale, la Partengo manifesta la volontà di riprendere gli studi. I genitori non le celano la loro disapprovazione: a trentuno anni una donna dovrebbe pensare esclusivamente a formare una famiglia. Il rapporto con il padre e la madre giunge ad un punto di rottura, le quotidiane incomprensioni e le critiche spingono Camilla ad allontanarsi da Verona. La destinazione è Bologna, che grazie alla sua Università assicura un livello di istruzione molto alto. La Partengo si iscrive alla Facoltà di Fisica e, dopo anni di notevoli sacrifici, consegue la Laurea. Il relatore della tesi è il RICORDI grande professore Augusto Righi, che comprende le qualità di Camilla e le propone di affiancarlo come assistente. Le conoscenze della neolaureata sono vaste e ben coadiuvate da una passione sconfinata. Il ruolo di ricercatrice la appaga solo in parte, l’educazione del prossimo è il vero obiettivo. Ben provvista di carisma e pazienza, la Partengo inizia – in completa solitudine – a dare corpo ad una rete di istituti di istruzione e cultura, che diverrà presto operativa. L’insegnamento come missione L’intento della Partengo è chiaro: fornire ai ragazzi la possibilità di proseguire gli studi post-elementari e superiori. Camilla comprende che, soprattutto nei piccoli centri, molti giovani sono privati in modo indiscriminato dell’occasione di arricchirsi culturalmente. Le Scuole Medie sono il crocevia fondamentale per permettere ai bambini, appena usciti delle elementari, di crescere a poca distanza da casa ed affrontare le grandi città con alcuni anni di esperienza in più. Nel 1932 la Partengo diviene preside della Schola Italica Lux et Ars – Sezione Quirico Filopanti di Budrio, succursale dell’Istituto di Bologna creato (in via Castiglione) dalla stessa Camilla, che instaura un rapporto affettuoso con Budrio. La Scuola Media del nostro Comune è un laboratorio sempre in evoluzione e animato da professori colti, preparati e con una spiccata inclinazione per l’insegnamento. Durante la IIª Guerra Mondiale l’attività della Scuola non viene sospesa: Camilla allestisce alcune stanze nella sua abitazione – Villa Giacomelli (alla Pieve) – e continua ad accogliere gli studenti. Dopo la II guerra mondiale: Budrio nel cuore Al termine del conflitto, la Partengo sceglie di dedicarsi completamente a Budrio, alla Scuola e a tutti coloro che vogliano istruirsi. Camilla, spesso senza compenso, aiuta numerosi liceali, universitari e persone mature che hanno il desiderio di avere accesso alla cultura. La fisica, l’astronomia e la matematica continuano ad essere le materie più appassionanti, ma Camilla si distingue anche come sostenitrice dell’opera della Dante Alighieri (società che si pone come obiettivo la diffusione della nostra lingua e della nostra cultura nel mondo) e del Touring Club Italiano. Negli anni ’50 la Scuola Media “Quirico Filopanti” diviene Comunale Parificata, poi Statale e nel 1961 Scuola Media Unica. La parte conclusiva della vita di Camilla è segnata dalla ristrettezza economica. A questo punto i suoi ex professori, ex allievi e la comunità di Budrio scelgono di autotassarsi per provvedere al ricovero della signora Partengo in una casa di riposo di Casalecchio. Attraverso questa nobile e doverosa azione Camilla può trascorrere gli ultimi anni della sua esistenza che termina nel 1970, in modo sereno e senza dover far pronte a nessun problema economico. PER NON DIMENTICARE A memoria del Prof. Savoia D all’inizio di marzo, al numero civico 6 di via Marconi, una targa ricorda un professore e una scuola: il professore è Vittorio Savoia, la scuola è “l’Avviamento agrario di Budrio” che ebbe sede a palazzo MedosiFracassati fino al 1963. È il frutto dell’iniziativa di un gruppo di ex-allievi, che ricordano ancora con simpatia e affetto la loro esperienza scolastica. Sono ormai signori di mezza età che, dopo una cena di ricordi, hanno deciso di rendere omaggio al loro docente, e di lasciare un ricordo al paese di questo periodo e di questa istituzione. Sono alunni del triennio, legati dalla particolarità di questo istituto, che consisteva nelle attività pratiche legate all’indirizzo agrario. E con nostalgia ricordano di aver seminato e visto crescere le piante in un terreno comunale, a ridosso delle scuole elementari, e di aver interrotto il lungo periodo delle vacanze estive, per partecipare, tutti insieme, alla raccolta del grano. Gli ex alunni sono: Mingardi Mario Bonfiglioli Gianna Gastone Farina Ragazzi Bruna Franco Paderni Martelli Graziella Scazzieri Romano Rimondini Ghetti Paolo Ustillani Guerrino Pellacani Paolo Mioli Giovanni Vogli Paolo Pazzaglia Ferdinando Sarti Guerrino Fabbri Rino Dal Monte Ettore Trombella Romano Fornasari Albino Bentivogli Franco Martelli Graziano Curti Giorgio Musi Elio MZ ASPIRATORI Via Certani, 7 - Budrio (BO) S P A Z I O G I O VA N I Giochiamo a Budriopoli... DI LIA LORENZINI A vete presente quelle notti in cui non riuscite a chiudere occhio? Quelle notti in cui mille pensieri si affollano nella mente, belli o brutti che siano, e i vostri occhi spalancati rimangono incollati al soffitto? Proprio quello che capitò a me un paio di mesi fa, e grazie al quale ho incanalato la mia insonnia momentanea in un progetto. Con un gruppo di amici di Budrio abbiamo l’abitudine di trovarci nelle serate invernali a casa di qualcuno di noi per dedicarci ai giochi di società; che sia Trivial Pursuit, Taboo o Monopoli non importa, l’importante è stare in compagnia e lanciare il dado. Da lì mi è venuta l’idea. Diciamoci la verità, ho sempre considerato Monopoli un gioco un po’ noioso rispetto ad altri, quindi, perché non farne una versione più divertente e più sentita da noi giocatori seriali budriesi? Quale migliore occasione per rivisitare il gioco e trasformarlo in Budriopoli! Dal famoso “VIA” si snodano caselle in un percorso che tocca tutti i luoghi conosciuti di Budrio: dai ristoranti ai locali, dal teatro al municipio, dall’ospedale al supermercato, dalla statua di Filopanti al tanto discusso compattatore. Insomma, non manca nulla. Le proprietà sono ovviamente le attività commerciali e il percorso non manca di imprevisti più o meno fortunati e ricchi di colpi di scena tra cui posti di blocco, processioni della Madonna e strani avvistamenti alieni nei pressi del macero delle Marulle. Ma le sorprese non finiscono qui. La differen- Il 3 maggio con “Il Paese di Leonardo” Budrio si veste d’Arte DI IRENE NICOLINO alla street art, arte di strada, alla square art, cioè all’arte di piazza. Il principio base è sempre quello di fare arte – intesa però a trecentosessanta gradi, cioè in ogni sua espressione – e farla uscire dai musei per piazzarla in mezzo alla gente. Ciò succederà il 3 Maggio, dalle 16 a mezzanotte, con il battesimo dell’Associazione “Il paese di Leonardo”, nella giornata conclusiva della festa Primaveranda, in piazza Filopanti e in diversi punti del centro. D Gli artisti potranno così dar sfogo al proprio “estro creativo”, creando un evento nuovo e dinamico di partecipazione collettiva, un momento di vera aggregazione sociale: chi a dipingere, chi a scolpire, chi a declamare versi poetici, chi a comporre le proprie canzoni, chi ad esibirsi in spettacoli teatrali. Una sorta di en plein air, (letteralmente all'aria aperta), come facevano gli impressionisti per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare. Solo che questa volta a cogliere le sfumature za dal Monopoli tradizionale sta, oltre al luogo in cui è ambientato, anche nel fatto che si articola in più caselle e non è possibile edificare sulle proprietà, ma solo pagare il pedaggio: chi perde soldi e rimane senza esce dal gioco, e lo scopo è lo stesso del Monopoli originale. Per ora il gioco è solo un prototipo ma conto di completarlo presto e di poter giocarci tutti insieme. saranno le persone interessate ad afferrare l’atto artistico nel suo nascere. L’idea di realizzare a Budrio una giornata interamente dedicata all’arte di strada è venuta al Presidente della neonata Associazione (che ha sede a Fontanelice), Anna Maria Maddalena Dilevrano, pittrice, Maestra d'Arte e scrittrice, insieme a Yulka Caporetti, budriese e a sua volta scrittice e poetessa, nonché vicepresidente. Gli artisti che parteciperanno sono tanti e provengono da diverse parti d’Italia: alcuni affermati, altri ancora sconosciuti ma tutti creativi e accomunati dal piacere di eseguire la propria opera sotto gli occhi dei visitatori. È il bello dell’arte di strada: accessibile, fruibile, gratuita, comunicativa, creativa, e soprattutto è di tutti!!! Non mancheranno momenti di animazione: band locali, danza del ventre e, a conclusione della serata, i tre musicisti di Vasco Rossi - Il Gallo, Cucchia e Rocchetti – si esibiranno in un tributo al grande artista modenese. Per partecipare come artisti e per maggiori dettagli, visita la pagina Facebook: Il paese di Leonardo. Da sopra, Anna Maria Maddalena Dilevrano e Yulka Caporetti, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione “Il Paese di Leonardo”. I NOSTRI PROGETTI Il nostro contributo alle scuole elementari A CURA DELLA anche alla complementare attività didattica, (costo per ciascun bambino, € 5). Non tutte le classi, infatti, potevano sostenere questa spesa, e solo gli alunni più fortunati avrebbero potuto usufruire di questa opportunità: ci sembrava molto ingiusto. E siamo ben contenti di sapere che tutti i bambini potranno parteciparvi. Questo impegno rientra completamente nelle finalità della nostra Associazione, che già dallo scorso anno aveva partecipato alle spese della visita, sempre delle ultime classi del ciclo, al MUV, (Museo Archeologico della Civiltà Villanoviana). Ringraziamo la disponibilità di insegnanti e della segretaria, che ci hanno aiutato a superare i molti inghippi burocratici. REDAZIONE A nche quest’anno la collaborazione tra la nostra Associazione e la Direzione didattica delle scuole elementari di Budrio ha dato buoni frutti. Infatti, grazie al nostro contributo economico, che è peraltro ben poca cosa, tutti i bambini delle classi V della scuola elementare potranno visitare il Museo archeologico di Budrio, partecipando S i è inaugurata il 30 Marzo, presso la Sala Rosa di Via Marconi, la mostra personale “Gesto e Materia” di Vanna Modelli. L’artista ha presentato 15 opere dell’ultima produzione, sono opere con il chiaro riferimento alla pittura materica tipica della poetica informale: l’utiliz- zo di materiali, quali plastiche combuste, legni, cartoni ondulati o oggetti metallici, è perfettamente riconducibile all’insegnamento di Burri; dal 1949, il grande maestro umbro iniziò a contaminare la pittura con materiali estranei a quel mondo; si era reduci dalla seconda guerra mondiale e la pittura, nel frattempo, aveva perso la sua funzione rappresentativa trasformandosi in messaggio puramente presentativo, ossia: l’arte smise di rappresentare la realtà iniziando a presentare nient’altro che se stessa. Vanna, riprendendo questa tematica, ci restituisce, con la sua visione e sensibilità, pressappoco lo stesso approccio; ecco che, nei lavori più recenti, i materiali usati, oltre che avere una loro naturale cromia, interagiscono sulla tela col volume che gli è proprio: la fisicità, la matericità di questi materiali ben si sposa con le campiture, solitamente di colori terrosi o colori-non colori, andando a rappresentare, nel caso delle opere del ciclo “Sabbie Immobili”, i residui di quelle esplosioni che nel decennio degli anni 70 ha insanguinato il nostro paese. La scelta di tali colori di campitura è sintomatica dell’attaccamento che l’artista ha per il reale, per il concreto; di contrappunto la pittura di Vanna, essendo aniconica (non figurativa), lascia spazio ad interpretazioni del tutto soggettive pur con quella cifra stilistica che le è propria. Vanna Modelli, insieme al figlio Cristiano Galassi, curatore della mostra. CART CA CARTOLERIA TOLER OLERIA | GIOCATTOLI | PROFUMERIA PRO PROF PROFUM ROFUMERIA MERIA BUDRIO: BU B BUDRIO UD U DRIO: DRIO: VIA V VIA GRAMSCI, GRAMSCI, RAMSCI R AMSCI, 8 tel. tel. tel el. 051 05 0 51 8 803587 035 3587 CASTE CASTENASO CAST TEN NASO: ASO: VIA AS VIIA NASICA, V NASICA N ASICA CA, 103/2 103 3/2 tel. tte el. 051 051 4840184 4840184 018 84 4 CASTENASO: BUDRIO OGGI Ai lettori budriesi ritorna il sorriso DI MAURIZIA MARTELLI onoré de Balzac scriveva che “una notte d’amore è un libro letto in meno” ; per Francis de Croisset “la lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno”, mentre secondo il grande Ezio Raimondi, scomparso proprio in questi giorni, “leggendo, calati nella logosfera del testo, ci si può persino sentire, a occhi aperti, immersi in un sogno più vivo e più vero della realtà circostante” . “Leggete per vivere” esortava Gustave Flaubert e le citazioni potrebbero andare avanti all’infinito, compresa un’ampia letteratura incentrata addirittura sull’importanza della rilettura: per dirla alla François Mauriac “Dimmi ciò che leggi e ti dirò chi sei, è vero; ma ti conoscerei meglio se mi dicessi quello che rileggi” , poiché la prima volta il libro può essere un incontro fortuito, ma la seconda è senz’altro una scelta. In fondo, leggere è tutta la nostra esperienza, ma anche il nostro pensare e talvolta anche la nostra terapia. Per questo, oltre che per il semplice piacere carnale che si prova al tatto, nello sfogliare la carta, con l’olfatto, nell’aspirare l’odore dell’inchiostro, con la vista, nell’ammirarne la copertina, nell’ordinarlo e conservarlo insieme agli altri, le librerie devono vivere oppure rivivere, specie se sono l’unico esempio in una realtà locale. H Stessa strada, stesso negozio Così, fortunatamente per i budriesi, proprio negli stessi locali di via Benni 5, angolo Mafalda di Savoia – dove la storica libreria “Lo Stregatto” non ha resistito alla crisi del libro, alla concorrenza delle grandi librerie cittadine o alla comodità di un click sugli store online – dal 22 febbraio il negozio di libri ha riaperto con nuovo nome: Biblion. La co-gestione è di una budriese doc, Paola Saoncella, e di Carla Bonaveri, che invece è bolognese ma da poco si è trasferita a Budrio. In questa libreria, che nasce dalla decennale esperienza dell'omonimo esercizio di Granarolo, Carla e Paola vorrebbero bissare il successo granarolese di Biblion che, in controtendenza rispetto alle frequenti chiusure da parte di librerie storiche, specie se si tratta di piccoli negozi indipendenti, nei suoi anni di vita ha registrato una crescita costante. Una passione smisurata per il libri Carla – sarà lei a presidiare la libreria budriese, scambiandosi di tanto in tanto con Paola – è ottimista, di un ottimismo consapevole e non temerario, frutto di chi ha alle spalle un La nuova libreria Biblion e la cotitolare Carla Bonaveri. inventiamo in continuazione eventi nuovi come laboratori, presentazioni, incontri. Tutti rigorosamente gratuiti, perché così creiamo comunità, fidelizziamo la clientela e conquistiamo nuovi lettori. “A Budrio può funzionare...” Budrio ha già risposto molto positivamente all’apertura di Biblion, mostrando interesse e una grande partecipazione per l’iniziativa. “Questo è un primo segnale che ci fa credere che la libreria funzionerà. Anche perché non ci sono regole per vendere libri, l’unica costante che abbiamo potuto riscontrare con la nostra esperienza è che se che un lettore, sia sporadico che regolare, riceve attenzione e, quando lo sappiamo orientare, ritorna quasi sempre. Noi faremo di tutto per fare sì che la comunità budriese identifichi nella libreria un luogo di riferimento, un posto dove le famiglie e coloro che condividono la passione per la lettura, possano darsi appuntamento”. Specializzati nella letteratura per ragazzi mestiere e una grande passione. Premesso che non c’è un virus che colpisce le librerie e le fa chiudere, la loro parola d’ordine è “servizio“ o se preferite “consulenza”. “La libreria non è un business economicamente rilevante – spiega Carla – ma è un presidio culturale importante per un paese. Chi fa questo mestiere, deve avere soprattutto una passione smisurata per i libri. Di certo i lettori bisogna andarli a cercare perché da soli non arrivano. Noi lo facciamo. Innanzitutto leggiamo molti dei libri che proponiamo, e restiamo in costante aggiornamento, specie nella letteratura per ragazzi, che è il nostro fiore all’occhiello, perché crediamo molto nel valore della lettura per la crescita dei bambini e degli adolescenti. E poi ci All’interno, l’arredamento è minimalista ma molto caldo. Piccoli tavoli in legno color noce ospitano le novità editoriali, quelle che poi finiscono nello scaffale per far spazio alle nuove. Ma il punto di forza di Biblion è la letteratura per ragazzi: “oltre alle novità del panorama editoriale, abbiamo una selezione di classici, tutti i premi Andersen – che è il maggior riconoscimento italiano assegnato alle più belle letture per i ragazzi”. Per ciò che riguarda gli articoli per bambini, da Biblion si possono trovare i giocattoli francesi Moulin Roty o o Janod, molto ricercati in Italia in quanto affidabili, sicuri, morbidi e dal grazioso design. La ricerca selezionata prosegue nei giochi didattici, dove spicca Farmer Rancho, ideato da un matematico polacco, professore presso l'università di Varsavia, che durante l'occupazione nazista ebbe l'idea di creare questo gioco, dando un contributo a molte famiglie polacche per passare le serate. Durante la Rivoluzione di Varsavia quasi tutte le copie del gioco bruciarono, ma dopo la guerra una copia venne ritrovata e il gioco fu ristampato. Con questo gioco, i bambini nel far crescere e prosperare una fattoria, senza volerlo imparano le tabelline... Una bella trovata! La libreria ha creato gruppo aperto su Facebook alla voce: Biblion Libreria Quello che non ti dicono. S.p.A. BIANCHERIA PER LA CASA BUDRIONEXT Il primo magazine online dedicato a Budrio CENTERGROSS BLOCCO 1 - 40050 funo di ARGELATO (BO) - Tel. 0516647194 - Fax 051 862876 - [email protected] www.budrionext.it www.senzaconfinitaly.it L E N O S T R E I N I Z I AT I V E I nostri incontri e visite guidate 8 e 12 APRILE 2014 LE CITTÀ D’ARTE DELL’EMILIA ROMAGNA: VISITA ALLA FERRARA MEDIOEVALE E DEGLI ESTENSI Si comincia con la serata di introduzione alla visita di Ferrara, città degli Estensi, con appuntamento l’8 Aprile presso la Sala della Consulata delle Associazioni, Via Marconi 6, ore 20,45. Il giorno 12 Aprile, ritrovo a Ferrara, alle ore 9, davanti al Palazzo dei Diamanti, per la visita della mostra Matisse, la figura; al termine, visita alla città di Ferrara con Micaela Lipparini. SABATO 18 MAGGIO 2014 LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA ore 19,45 – Palazzo Fava, Via Manzoni 2 (Bo) È prevista una nuova visita guidata alla mostra “LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO” per un secondo gruppo di persone. La mostra ha riscosso un incredibile successo nelle prime settimane di esposizione: una media superiore a 3200 ammiratori al giorno, con punte superiori a 4 mila il sabato e la domenica. Per poter ammirare “La ragazza con l’orecchino di perla” e gli altri capolavori della Golden Age Olandese in altre giornate è consigliata la prenotazione sul sito internet Linea d’ombra (www.lineadombra.it), oppure è possibile acquistare il biglietto senza prenotazione presso la cassa del palazzo Fava a Bologna. Effettuando la prenotazione, il costo di un biglietto intero è di 13 euro; il biglietto ridotto costerà 10 euro per gli studenti universitari fino a 26 anni dotati di tessera di riconoscimento e per gli adulti con più di 65 anni, e 7 euro per i ragazzi dai 6 ai 17 anni. Senza prenotazione, il costo del biglietto intero sarà di 12 euro; un biglietto ridotto costa 9 euro per gli studenti universitari fino a 26 anni e per gli adulti con più di 65 anni, e 6 euro per i ragazzi dai 6 ai 17 anni. Per i gruppi (di minimo 15 e di massimo 25 persone) è obbligatoria la prenotazione, e il biglietto costerà 10 euro. ioni, Per adesioni e prenotaz meri: nu telefonare ai seguenti ✆ 338 3904582 ✆ 3486554080 Assicurati alla vita Agenzia Generale di BUDRIO di ZUCCHELLI AURELIO Via Beroaldi, 29 - 40054 BUDRIO (BO) Tel. 051/801532-802521 Fax 051/808193 www.fondiariabudrio.it - [email protected] Codice Fiscale e Partita I.V.A. 02081801207 www.senzaconfinitaly.it L E N O S T R E I N I Z I AT I V E In preparazione... 31 MAGGIO 2014 A PIEDI O IN BICICLETTA NEL BOSCO DELLA MESOLA E VISITA ALL’ABBAZIA DI POMPOSA Partenza dal piazzale della Gioventù alle ore 7:30 Potremo utilizzare la nostra bici o prenderla a noleggio all'ingresso del bosco. L'itinerario è in piano su percorsi in terra battuta o con fondo in ghiaia, per cui ogni tipo di bici può essere utilizzato, anche se è preferibile l'uso di un mezzo da fuoristrada. Al termine della passeggiata in bici ci rilasseremo in un ristorante della zona del delta, ovviamente con ampia disponibilità di pesce ed anguilla. Il Bosco della Mesola, conosciuto anche come il Boscone, si trova nella provincia di Ferrara e con i suoi 1058 ettari rappresenta l’area boschiva più estesa del ferrarese e più importante dal punto di vista naturalistico. ioni, Per adesioni e prenotaz meri: telefonare ai seguenti nu ✆ 338 3904582 ✆ 3486554080 zioni, autunno e primavera, che porta ad un totale di circa 700 mm di pioggia ogni anno. Le temperature medie estive sono elevate, si oscilla tra 26° e 27° C, mentre le temperature minime in inverno arrivano sino a 0,3°C. Ma il bosco della Mesola è soprattutto conosciuto e famoso per la sua fauna. Sugli alberi si vedono colombacci, tortore e rigogoli. Nei cavi dei tronchi fanno il loro nido i gruccioni e il martin pescatore. Ricca è anche la presenza di rapaci sia diurni, come falchi di palude, poiane, albanelle, sia notturni, come le civette, i barbagianni e gli allocchi. Il bosco ospita anche molti anfibi, come il rospo smeraldino, la rana agile, il tritone punteggiato e la raganella. Nei canali si possono vedere le anguille, i persici, le carpe ed i L’accesso al bosco è gratuito e pesci gatto. Vi sono anche molti libero: chi vuole visitarlo nella rettili, presente è la testuggine sua interezza può farlo a piedi comune e quella palustre; menoppure in bicicletta, mezzo che tre rara è la presenza della vipeconsente di attraversare tutta ra comune. l’area boschiva e fare degli inaNel bosco della Mesola vive l’uspettati incontri. nico cervo autoctono dell’Italia La passeggiata in bicicletta, di peninsulare che è stato salvato durata circa due ore, consente di vedere come l’ambiente sia ricco di dune, che sono ancora dal Corpo Forestale dello Stato. Il Corpo Forestale dello Stato visibili come delle ondulazioni del terreno che testimoniano la a partire dal 1994 ha dato vita ad un piano di tutela del cervo attraverso il miglioramento del loro habitat naturale, posizione delle antiche linee di costa e l’avanzamento del un nuovo assetto idraulico ed un’alimentazione di sostegno delta verso il mare. La formazione geologica del territorio è nei periodi più critici. recentissima, risale al XVI secolo, come è possibile osservare La popolazione del Cervo della Mesola, circa 70 capi, è l’uninelle antiche carte geografiche del tempo. ca in Italia perché è considerata l’ultima testimonianza dei In tutto il bosco la falda acquifera è molto elevata e, nei cervi della Pianura Padana. Vi è anche la presenza di daini, periodi in cui piove di più, alcune delle parti più depresse si che sono stati introdotti di recente per fini venatori. Oggi nel allagano formando delle zone umide. Una presenza di fitti bosco vivono insieme cervi, daini, tassi, lepri, germani reali, canali permette la regolazione idrica della zona. aironi, garzette, anatre, folaghe e limicoli. Il clima è caratterizzato da due periodi di massime precipita- Supermercato di Molinella Via Podgora 31 - Tel.051-882775 Supermercato di Baricella Via Roma 199 - Tel.051-879146 Supermercato di Budrio Via Verdi 4 - Tel.051-801644