Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 18/11/2015 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 18/11/2015 Il Tirreno - Pistoia Montecatini Per i malati di diabete sarà più facile curarsi 6 SANITÀ NAZIONALE 18/11/2015 Corriere della Sera - Nazionale Quei 32 mila parti cesarei risparmiati alle neomamme 8 18/11/2015 Il Sole 24 Ore La giostra dei ricoveri in ospedale 9 18/11/2015 La Repubblica - Nazionale La confessione di Charlie Sheen "Io sieropositivo mi ricattano" 11 18/11/2015 La Stampa - Nazionale Negli ospedali 132 mila interventi a rischio all'anno 12 18/11/2015 La Stampa - Nazionale "Non suggerirei mai di farsi operare dove lo fanno poco" 14 18/11/2015 La Stampa - Nazionale Ecco la barriera anti-batteri Arma contro celiachia e diabete? 15 18/11/2015 La Stampa - Nazionale Il Sant'Anna primo in Italia per i parti 16 18/11/2015 Il Messaggero - Nazionale Cure anti-dolore per i bambini: Carta mondiale 17 18/11/2015 Il Messaggero - Nazionale Antibiotici allarme Onu: no all'abuso 18 18/11/2015 ItaliaOggi Regioni in pressing sul governo 19 18/11/2015 Avvenire - Nazionale VIRUS Il contagio può attendere 20 18/11/2015 Libero - Nazionale In farmacia spazio alle mamme che allattano 22 18/11/2015 Libero - Nazionale Entra nel vivo il piano nazionale per la fertilità 23 18/11/2015 Libero - Nazionale Venerdì la raccolta di medicinali e alimenti pediatrici 24 18/11/2015 L'Unità - Nazionale Welfare in azienda esentasse Ma è un benefit ancora per pochi 25 18/11/2015 L'Unità - Nazionale «Sono sieropositivo» Confessione dell'attore Charlie Sheen 27 18/11/2015 Il Giornale d'Italia Farmaci innovativi: prezzi troppo alti. Italia al palo 28 18/11/2015 Donna Moderna DI CHE SHAMPOO SEI? 29 VITA IN FARMACIA 18/11/2015 La Repubblica - Roma "Ticketopoli le carte in Procura" 32 18/11/2015 La Repubblica - Torino Il Sant'Anna e il Martini primeggiano nella top ten degli ospedali nazionali 34 18/11/2015 La Repubblica - Torino L'Asl: "Nessun errore le regole sono precise e noi ci adeguiamo" 35 18/11/2015 La Repubblica - Firenze Pagelle ospedali, Toscana promossa in chirurgia oncologica Pisa è al top 36 18/11/2015 La Stampa - Cuneo Apre nel centro commerciale la quarta farmacia comunale 38 18/11/2015 Il Messaggero - Roma Emergency sbarca a Torre Angela: «Un ambulatorio per le cure gratis» 39 18/11/2015 Avvenire - Milano Nella Giornata internazionale del neonato il San Matteo dona una speranza ai prematuri 40 18/11/2015 QN - Il Resto del Carlino - Bologna «Le farmacie di Castel San Pietro possono stare aperte se il sindaco lo vuole» 41 18/11/2015 QN - Il Resto del Carlino - Macerata «In vendita il 49% di Gas Marca» 42 18/11/2015 QN - La Nazione - Livorno Arriva l'influenza, pronti i vaccini 43 18/11/2015 QN - La Nazione - Lucca Farmaci, consumo ancora elevato In un mese oltre 170mila ricette 44 18/11/2015 Il Secolo XIX - Genova Gli ospedali liguri tra promossi e bocciati 45 18/11/2015 Il Mattino - Benevento I turni in città le aperture di oggi 53 PROFESSIONI 18/11/2015 QN - Il Giorno - Nazionale Marketing e vendite sono la ricetta per entrare nel mondo farmaceutico 55 18/11/2015 Osservatore Romano Batteri che resistono 56 PERSONAGGI 17/11/2015 IlFarmacistaOnline.it 09:54 Stabilità. D'Ambrosio Lettieri (CoR): "Niente misure per il Sud, aria fritta su sicurezza e tagli lineari a sanità" 59 17/11/2015 QS - QuotidianoSanita.it Stabilità. D'Ambrosio Lettieri (CoR): "Niente misure per il Sud, aria fritta su sicurezza e tagli lineari a sanità" 60 IN PRIMO PIANO 1 articolo 18/11/2015 Pag. 15 Ed. Pistoia Montecatini diffusione:50768 tiratura:66494 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Per i malati di diabete sarà più facile curarsi nasce "diabcare 2015" Per i malati di diabete sarà più facile curarsi Per i malati di diabete sarà più facile curarsi nasce "diabcare 2015" PISTOIA E' partito il servizio che faciliterà la vita agli oltre 15.000 pazienti diabetici pistoiesi e ai loro medici curanti. In occasione della Giornata mondiale del diabete, che ricorre oggi, il servizio diabetologia dell'Asl 3, l'Associazione diabetici pistoiesi e l'Ordine dei farmacisti hanno presentato "Diabcare 2015": l'iniziativa sperimentale che, tramite l'utilizzo delle cartelle cliniche online e il sistema informatizzato, permetterà la condivisione dei dati dei pazienti fra medici specialisti, medici di medicina generale e farmacisti. I pazienti avranno la possibilità di visionare online la propria cartella clinica elettronica (ovviamente visibile e consultabile solo dal paziente stesso, fornito di password, e dai medici curanti) dal portale del servizio di diabetologia. Qui il paziente potrà visionare ciò che medici specialisti e medici di medicina generale hanno condiviso sulla sua cartella: stato degli esami, pratiche burocratiche e molto altro, ma potrà anche scaricare i dati dei suoi indici glicemici e condividerli direttamente con il medico specialista. Un percorso importante, soprattutto perché ad oggi sono oltre 15.000 le persone affette da diabete in provincia. E il numero continua a crescere in maniera esponenziale di anno in anno: negli ultimi 18 anni, le persone con diabete sono aumentate del 70%. Con la conseguenza che diventa sempre più difficile gestire i percorsi assistenziali e le emergenze. «C'è bisogno di una terapia sempre più individualizzata e specialistica - spiega Roberto Anichini, responsabile servizio diabetologia Asl 3 - Le risorse sono finite ma i pazienti continuano ad aumentare in maniera esponenziale. Con questo progetto i dati stabili del paziente possono essere condivisi attraverso modalità online fra medici di medicina generale, specialisti. Con le cartelle elettroniche non si cura meglio, ma si migliora la qualità della cura». I farmacisti avranno il ruolo intermedio di prestare attenzione alla terapia del paziente e al corretto utilizzo dei presidi. Su richiesta del paziente, nel rispetto della privacy, il farmacista può richiedere il rinnovo dei piani terapeutici, ma anche aiutare chi non riesce ad usare questo strumento di facilitazione. «Un nuovo percorso assistenziale fra ospedale e territorio per la cura del paziente diabetico, ma anche un miglioramento nella qualità della cura e nella gestione delle risorse» spiega Andrea Giacomelli, presidente dell'ordine dei farmacisti. Tecnicamente "Diabcare 2015" è già attivo, ma per esserlo completamente dovrà passare un periodo di rodaggio ed estensione del servizio. «Per il 2016 l'aspirazione è quella di vederlo definito complessivamente» spiega Anichini. Eleonora Ferri IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 18/11/2015 6 SANITÀ NAZIONALE 18 articoli 18/11/2015 Pag. 27 diffusione:298071 tiratura:412069 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il rapporto Quei 32 mila parti cesarei risparmiati alle neomamme Margherita De Bac È un timido segnale di ripresa, ma di ripresa si tratta e bisogna intenderla come inversione di tendenza. Per la prima volta la diminuzione dei tagli cesarei comincia ad avere una consistenza statistica senza «zero virgola». Erano il 28,3% nel 2010, nel 2014 sono scesi al 25,7%. Sembra niente, specie se si considerano le disastrose prestazioni del Sud. Invece, in termini pratici, significa che l'operazione è stata risparmiata a 32 mila nuove mamme. C'è un altro elemento positivo. Diversi centri puntano con successo al programma «secondo cesareo evitato». La donna che ha avuto il primogenito per via chirurgica può tornare al metodo naturale nella seconda gravidanza. Succede in 6 casi su cento, anche qui con un profondo divario tra le due metà d'Italia. I dati del Piano nazionale esiti (Pne), che il ministero della Salute raccoglie attraverso l'agenzia per i servizi sanitari Agenas, vanno letti in chiave positiva, come incentivo per Regioni, Asl, medici e mamme. Se non esistono controindicazioni a livello clinico, tornare indietro, al parto tradizionale, si può anche dopo aver vissuto una prima esperienza con il bisturi. Le donne dovrebbero essere consapevoli di questa possibilità e smettere di credere che il cesareo sia più sicuro per il bambino. I centri nascita, da parte loro, devono mettersi nelle condizioni di proporre l'alternativa dopo aver organizzato un percorso che punta a prevenire il cesareo primario e a evitare il secondario. Ospedali e cliniche da Roma in giù però non possono temporeggiare se vogliono aumentare la qualità dell'assistenza. È inaccettabile che evitare il secondo taglio sia possibile appena ad una partoriente su 100 al Sud e a venti su 100 in Veneto. Tanto più che certe performance nordiche le troviamo, sia pur isolate, a Roma (ospedale Cristo Re), e Avellino (Villa dei Platani), in una Campania dove ancora sopravvivono strutture capaci di portare in sala chirurgica la quasi totalità delle partorienti primipare. Nel complesso il rapporto di Agenas, basato sul monitoraggio della modalità di 150 prestazioni, ad esempio frattura di femore operata entro 2 giorni e ricostruzione della mammella contestuale all'intervento per tumore, contiene elementi di miglioramento, segno che le Asl hanno introdotto correttivi. Un principio emerge chiaro. I centri che lavorano poco sono meno sicuri. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 8 18/11/2015 Pag. 42 diffusione:150811 tiratura:209613 La giostra dei ricoveri in ospedale Roberto Turno Lucilla Vazza pL' ospedale di Carate Brianza che effettua solo il 5,2% di parti cesarei primari, la clinica «Villa Cinzia» (Napoli) che invece usa il bisturi sul 95% delle pazienti. L'ospedale «Martini» (Torino) che interviene entro 2 giorni per la frattura del collo del femore, mentre il «Santa Maria delle Grazie» di Pozzuoli (Napoli) solo nello 0,8% dei ricoveri. Nel «Canistro» (L'Aquila) la degenza post intervento in laparascopia per i calcoli alla colicisti dura sempre meno di tre giorni, al «Mediterraneo» (Ragusa) e al «San Liberatore» di Atri (Teramo) non avviene mai. Eccola la giostra delle cure in corsia. Una sanità che migliora, più efficace ed efficiente anche solo di pochi anni fa. Ma col solito gap che continuaa frantumare il Belpaese in tanti pezzetti. Col Centro-Sud che arranca, ma anche con importanti segnali di crescita, e il Centro-Nord che conserva la leadership generalizzata. Ma con frequenti oscillazioni anche in una stessa regione tra un ospedale e l'altro. Chi va bene, chi precipita nel ranking. «Il sistema sanitario sta migliorando, ma il vero problema è il divario ancora troppo forte tra Nord e Sud. Qui dobbiamo focalizzare il nostro lavoro, come stiamo facendo anche con la manovra 2016»: così non a caso la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha commentato ieri i risultati 2014 del «Programma nazionale esiti» (Pne), frutto di un lavoro che ha visto in primo piano l' Agenas. Un progetto che ha raccolto 113 milioni di dati sui volumi di attività di tutti gli ospedali d'Italia, inclusi quelli accreditati. «In sanità non esistono cambiamenti rapidi, ma questi dati confermano che gli strumenti di valutazione migliorano la qualità dell'assistenza e danno modo alle strutture di confrontarsi e progredire», ha detto Francesco Bevere, dg di Agenas. «Potenziare l'audit è fondamentale», ha sottolineato Marina Davoli, direttore scientifico del Pne. «Graziea questo progetto sappiamo dove si sbagliae dove intervenire», ha ammesso Francesco Ripa di Meana, presidente Fiaso (manager Ssn). Niente «classifiche»,è la parola d'ordine. Anche se a scorrere i risultati non si può farea meno di tirare le somme del "daree dell'avere". La Toscana, ad esempio, si conferma tra le best practice per qualità ed efficacia (e per risparmi), con Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Le altre regioni, dal Lazio in giù, stanno molto più indietro, sebbene con casi d'eccellenza e anche frequenti segnali di miglioramento. Ma non basta ancora. Lo differenze regionali sono marcate per tutti gli indicatori esaminati. Perché seè vero che la media di parti cesarei per il primo figlio dal 2010 è passata dal 28,3% di media al 25,7, in Campania il bisturi si usa ancora per un parto su due, con punte che raggiungono il 95,1 per cento. Tutto questo mentre in Lombardia, Toscana, Emilia, Friulie Veneto la mediaè sotto il 20 per cento. Che sale esponenzialmente al Sud dove, oltre la Campania, spiccano in negativo poco sotto il 40% anche Sardegna, Molise Puglia.E non bastano eventuali fattori di rischio a giustificare le differenze. In Sicilia, per esempio, al «Gravina» di Caltagirone su 463 parti all'anno, solo il 7,7% è effettuato col cesareo. Stesso discorso vale per gli altri ambiti sotto la lente Agenas. Come l'infarto trattato con angioplastica coronarica in 2 giorni, cheè salito dal 32% del 2010 al 41% del 2014: Sicilia, Toscana, Umbria e Liguria, Puglia sono al top, mentre la Basilicataè fanalino di coda, seguita da Calabriae Marche. Un altro intervento-spia sono le fratture al femore operate entro 2 giorni: al 50% l'operazione avviene in media in2 giorni, contro il 31% del 2010. Sono state evitate oltre 470mila giornate di degenza in quattro anni, 180mila solo l'anno scorso. Ma il gold standard internazionale dovrebbe superare l'80 per cento. Campania, Molise e Calabria hanno i valori più bassi; tra le grandi regioni sono in testa invece Emilia, Toscanae Veneto. Altro caso sono gli interventi di ricostruzione per tumore alla mammella: sono cresciuti dal 35% del 2010 al 45% del 2014. Ricostruzione, non demolizione, che per una donna ha un valore non solo simbolico. Il Sud, manco a dirlo,è sempre ultimo. A confronto Struttura Struttura Struttura 79 100 121 98,3 59 97,8 215 93,2 85 92,1 Struttura Struttura Struttura 511 95,1 75 0,7 95 0 60 0 125 1,7 126 0,8 1528 5,2 481 6,1 1297 7,4 145 92,4 977 87,6 643 87,6 104 1,9 migliori peggiori Pr Regione N % ADJ Pr Regione N % ADJ Pr Regione N % ADJ Pr Regione N % ADJ Pr Regione N % ADJ Pr Regione N % ADJ Osp. S. Maria del Prato-Feltre BL Veneto Osp. di SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 9 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità . «Programma esiti 2014»: il Ssn migliora, ma il Sud è sempre ultimo 18/11/2015 Pag. 42 diffusione:150811 tiratura:209613 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tolentino-Tolentino MC Marche CCA I.N.I. - Canistro AQ Abruzzo Osp. S. Andrea-Massa Marittima GR Toscana Osp. Civile-Palmanova* UD Friuli V.G. Osp. Martini-Torino TO Piemonte Osp. di Carate-Carate Brianza MB Lombardia Osp. di Circolo A. Manzoni-Lecco LC Lombardia CCA Fondaz. Poliambulanza-Brescia& BS Lombardia CCA Clinica del Mediterraneo - RG* RG Sicilia Osp. S.S. Rosario-Venafro*& IS Molise CCA Villa Caminiti-Villa San Giovanni* RC Calabria Osp. S. Liberatore - Atri* TE Abruzzo CCA Villa Bianca SPA-Napoli*& NA Campania CCA Sanatrix SPA-Napoli*& NA Campania CCA Villa Cinzia-Napoli* NA Campania Osp. di Maddaloni-Maddaloni*& CE Campania Osp. S. M. delle Grazie-Pozzuoli*& NA Campania Taglio cesareo: proporzione su parti senza precedente cesareo (Italia: 25,7%). Anno 2014 Frattura del collo del femore: proporzione di interventi chirurgici entro 2 giorni (Italia: 49,9%). Anno 2014 Colecistectomia laparoscopica: proporzione di ricoveri con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni (Italia: 66,6%). Anno 2014 * Strutture a cui è stato richiesto di avviare una procedura di audit sulla qualità dei dati ;& Audit richiesto nel 2014 - NON EFFETTUATO; $ Struttura che ha eseguito un audit sulla qualità dei dati nel 2014 Fonte: Agenas SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 10 18/11/2015 Pag. 1 diffusione:289003 tiratura:424634 La confessione di Charlie Sheen "Io sieropositivo mi ricattano" SILVIA BIZIO A PAGINA 39 ABITO scuro, camicia bianca e cravatta, Charlie Sheen è piuttosto agitato. «Avevo tremendi dolori alla testa, pensavo di avere un tumore al cervello. Sono finito in ospedale e dopo una serie di test i medici hanno pronunciato quella sigla di tre lettere difficile da mandar giù, un punto di svolta nella vita di chiunque: Hiv». Charlie Sheen lo racconta nel modo più plateale possibile. Sceglie il Today Show della Nbc, risponde alle domande del conduttore Matt Lauer. A quattro anni dalla disgnosi, decide di uscire allo scoperto. Quattro anni fa ha scoperto di aver contratto il virus, dice di non sapere come. Ha continuato a condurre una vita di abusi, eccessi, sesso non protetto. Parla pubblicamente, sostiene, per metter fine alle chiacchiere ma pure al ricatto di quelli a cui l'aveva confidato, pensando fossero amici. Cinquant'anni, figlio d'arte suo padre è il veterano di Hollywood Martin Sheen, suo fratello è l'attore Emilio Estevez, vero cognome degli Sheen - sul set fin da giovanissimo (il primo film, Alba rossa di John Milius, è dell'84, ha diciannove anni, nell'88 è in Platoon, nel '96 in Wall Street ), è sempre stato la pecora nera della famiglia. Eccessivo in tutto, soprattutto nel consumo di alcol e di droghe, nella frequentazione di prostitute. La diagnosi coincide con il crollo professionale, viene cacciato dalla popolare sitcom della Nbc Two and a half man perché non ne potevano più delle sue escandescenze. All'epoca lo criticarono per quel modo di vivere, replicò mandando tutti a quel paese, mai una giustificazione, non rinnegò mai niente del suo stile di vita, giudicato inadatto all'aristocrazia di Hollywood. Ora il suo nome rimbalza sulle cronache di tutto il mondo. E davanti alle telecamere spiega di voler mettere fine a una campagna diffamatoria e estorsiva nei suoi confronti. «Devo fermare questo fuoco di fila, le cose non vere che si dicono su di me, che sarei una minaccia per la salute di altri». Racconta che dopo la diagnosi s'era confidato con persone che riteneva di fiducia, che poi gli chiesero milioni di dollari in cambio del silenzio. Tra queste, una prostituta che sarebbe entrata nel suo bagno e avrebbe fotografato i farmaci che Sheen assumeva. «Spero di poter uscire da questa prigione» ha aggiunto l'attore, quattro figli da due mogli, due da Denise Richards e due da Brooke Mueller. «Mi sono fidato e sono stato tradito da tutti. La verità mi renderà libero». Sheen è stato una presenza fissa sui tabloid. Nel 1995 fu anche coinvolto nel processo alla "madame delle star" Heidi Fleiss: confessò di aver speso oltre 50 mila dollari in servizi forniti dalla donna. È entrato e uscito dai rehab, senza successo. Suo padre gli è stato accanto per anni poi si è arreso, "un atroce dolore privato", disse Martin Sheen. Dopo la diagnosi il suo medico privato, Robert Huizenga, era certo che non avrebbe seguito la terapia. «Era disperato, cercava conforto nelle droghe» ha detto in un'intervista, «invece non ha mai saltato una somministrazione. I suoi valori sono buoni, oggi il rimedio all'Hiv esiste». «Sto cercando di rimettere le cose in ordine» spiega Sheen, «spero di non aver fatto del male a nessuno come ho fatto con me stesso. Dal giorno della diagnosi ho fatto sesso non protetto, ma quelle persone erano consapevoli della mia situazione, l'ho sempre detto. Ora voglio diventare una persona migliore, ho voglia di vivere e, per una volta, di dare il buon esempio». Non rinnega il passato, «gli errori fanno parte del nostro percorso ma non sopporto chi specula, e i ciarlatani, che mi hanno girato intorno tutti questi anni come sciacalli». FREDDIE MERCURY 23 novembre 1991 il cantante dei Queen ammette di avere l'Aids Muore il giorno successivo MAGIC JOHNSON L'eroe dei Los Angeles Lakers dichiara di aver contratto l'Hiv l'8 novembre 1991 I PRECEDENTI Foto: ATTORE Scioccante l'annuncio di Charlie Sheen in televisione: "È vero, sono sieropositivo" SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PERSONAGGIO 18/11/2015 Pag. 1 diffusione:189394 tiratura:278795 Negli ospedali 132 mila interventi a rischio all'anno Paolo Russo ALLE PAGINE 14 E 15 Gli ospedali d'Italia stanno un po' meglio ma non abbastanza in salute da impedire che nelle sale operatorie avvengano ogni anno almeno 132mila interventi a rischio. Per non parlare dei troppi ricoveri inutili e di qualche performance non proprio da applauso. Come la riduzione delle fratture al femore entro 48 ore, termine indicato da tutti gli indicatori internazionali per evitare, soprattutto agli anziani, di finire i propri giorni in carrozzina a rotelle. Anche se il trend è in miglioramento, ancora nella metà dei nosocomi si è intervenuti dopo più di due giorni. A fare l'ennesimo check up ai nostri ospedali è il Piano nazionale esiti (Pne), sviluppato per conto del Ministero della salute da Agenas, l'Agenzia per i servizi sanitari regionali. «Di positivo c'è il trend in miglioramento di molti indicatori, di negativo il divario troppo forte tra Sud e CentroNord», commenta il ministro Lorenzin . «Con il Pne sappiam o d ove s i s b agl i a e d ove quindi è possibile intervenire convincendo anche i professionisti a farlo», dice, lasciando ben sperare il Presidente d e l l e Federazione d i Asl e ospedali (Fiaso), Francesco Ripa di Meana. Ma che ci sia parecchio da lavorare lo dimostra il fatto che circa la metà degli ospedali fa così pochi interventi in sala operatoria da risultare sotto le soglie considerate d i s i c u r e z z a , c h e e q u i v a l e quasi a decuplicare i tassi di mortalità. Esperienza Prendiamo il tumore al colon. Qui per essere al sicuro bisognerebbe fare esperienza almeno con 50 interventi l'anno, perché se sopra quella soglia i tassi di mortalità scendono a nemmeno il 5%, sotto si impennano fino al 15%. Eppure ben 4 33 ospedali, la metà di quelli che praticano questo tipo di intervento, è sotto "quota 50". Per il tumore alla mammella la soglia minima è fissata a 150 interventi, ma 344 strutture, il 54% del totale, non raggiungono quel numero. Ci si chiede che esperienza possano avere i chirurghi dell'Ospedale Civile di Saluzzo (Cuneo) o del "Regina Maria Adelaide di Torino", che di questi interventi ne hanno fatto uno durante il 2014. Al Policlinico Umberto I di Roma, invece, di asportazioni di tumore alla mammella se ne fanno più di 150, ma si distribuiscono in una decina di chirurgie dove se ne fanno pochissimi. Per mantenere un posto da primario si mette a rischio la vita dei pazienti. Stesso discorso per il tumore al polmone: 82 strutture, il 55% del totale, fanno meno di 50 ricoveri l'anno, facendo impennare i tassi di mortalità da meno del 2 a quasi il 20%. Stesso discorso per il carcinoma allo stomaco, con quasi il 60% delle chirurgie sotto la soglia di sicurezza di 20 ricoveri l'anno. Le sale parto Discorso a parte meritano le sale parto. Da anni si dice che quelle con meno di 500 nascite l'anno vanno chiuse perché insicure. Eppure un quarto degli ospedali attrezzati a far nascere pargoli è sotto quella fatidica soglia e, guarda caso, sono anche quelli dove si fanno più cesarei (in Campania restano stabili al 50%). La somma di tutti gli interventi sotto le soglie di sicurezza l'ha fatta Quotidianosanità.it: in tutto 132mila, ma solo considerando parti, fratture al femore e le operazioni per asportazioni dei tumori monitorate dal Piano. Estendendo lo sguardo a tutta l'attività chirurgica le cifre sarebbero infatti destinate a lievitare e di molto. Si fanno meno ricoveri inutili, ma se ne fanno ancora troppi. Oltre 15mila bambini l'anno sono costretti a un ricovero per una banale operazione alle tonsille, altrettanti per una gastroenterite, leggi mal di pancia, ris c h i a n d o c o s ì d i c o n t ra r r e qualche infezione ospedaliera, t u t t'a l t r o c h e i n f r e q u e n t e. Stesso discorso per l'asma nei piccoli, mentre per le broncopneumopatie croniche ostruttive, che possono tranquillamente essere trattate in ambulator i o, s i s a ra n n o p u re ev i t at i 18mila ricoveri inutili, ma in circa 90mila casi si è pernottato in ospedale anziché a casa. Se l'organizzazione ancora fa cilecca, dove le cose vanno sempre meglio è negli indicatori che misurano la qualità dei nostri medici. Come la mortalità a 30 giorni dopo by-pass coronarico al 2,5% o la sostituzione di valvole cardiache, al 2,9%. Valori tra i migliori d'Europa. Se poi ci si organizzasse un po' meglio... 150 Inter venti È il numero di operazioni che devono essere effettuate - in un anno - in una sala chirurgica affinché l'asportazione del tumore alla mammella sia ritenuta sicura: 344 ospedali (54% del totale) non raggiungono la quota SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DIVARIO NORD-SUD 18/11/2015 Pag. 1 diffusione:189394 tiratura:278795 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 30 mila ricoveri Ogni anno oltre 15mila bambini sono costretti al ricovero per una banale operazione alle tonsille e altrettanti per semplici gastroenteriti Alcuni casi al limite Porretta Terme All'ospedale un solo parto al mese [PA. RU.] Gli ospedaletti dislocati nelle piccole isole hanno la scusa della difficoltà nei collegamenti, ma chissà a cosa si appellerà l'Ospedale «Costa» di Porretta Terme, in provincia di Bologna, per giustificare che nel suo centro nascita di bebè ne sono venuti alla luce lo scorso anno appena 12. Pochissimi se parametrati allo standard d i 5 0 0 p a r t i l 'a n n o, sotto i quali, dicono legge e regolamenti, i reparti andrebbero chiusi perché poco sicuri. Porretta Terme è in zona appenninica, si dirà. Ma Firenze dista a 45 minuti di auto. Molto meno insidiosi che non partorire dove si fa così poca esperienza. Pozzuoli Una frattura su 126 curata in due giorni [PA. RU.] Le fratture al collo del femore, soprattutto a una certa età, sono un problema. Se non si interviene entro le 48 ore, dicono le linee guida internazionali, si va incontro a complicanze serie. Fino alla disabilità permanente. Se le cose vanno un po' meglio guardando alle medie nazionali non si può dire altrettanto degli ospedali laziali e campani. In Campania, l'ospedale «Santa Maria delle Grazie» di Pozzuoli detiene il record negativo di lentezza nell'intervenire su questo tipo di frattura: in un solo caso sui 126 trattati nel 2014 il danno è stato riparato entro due giorni. Gli altri 125 hanno dovuto attendere. Roma Nella clinica vip pericoli aumentati [PA. RU.] «Villa Betania», clinica per vip in una delle vie esclusive di Roma con vista mozzafiato sul c u p o l o n e. Un a d e l l e t a n t e strutture private convenzion at e co n i l s e r v i z i o pubblico. Qui, come in altre 61 strutture sanitarie, un solitario paz i e n t e h a s f i d at o l a sorte per sottoporsi al d e l i c at o i n t e r ve n t o chirurgico per tumore al colon retto. La mortalità a 30 giorni scende al 5% come si raggiunge la soglia dei 50 interventi l'anno. E le cose vanno meglio mano a mano che l'attività aumenta. Quando di interventi se ne possono contare sulle dita di una mano la mortalità si impenna al 15%. Foto: MASSIMO D'ALEO LEANDRO LO BIANCO/AGF Il «Pne» Il punto sulla situazione degli ospedali italiani è contenuto nel Piano nazionale esiti, sviluppato per conto del ministero della salute dall'Agenzia per i servizi sanitari regionali 18/11/2015 Pag. 15 diffusione:189394 tiratura:278795 "Non suggerirei mai di farsi operare dove lo fanno poco" Il dirigente: "Convertiamo i reparti" [PA. RU.] ROMA Francesco Bevere, direttore generale Agenas: la frammentazione degli interventi chirurgici che fa correre rischi ai pazienti rimane una costante: soluzioni? « È i n u t i l e ave re l 'o s p e d a l e s o t t o casa se poi le prestazioni possono essere pericolose per i cittadini. Se c'è un reparto di chirurgia pancreatica che vede due casi l'anno di tum o re, i o s co n s i glierei chiunque di farsi operare in q u e l r e p a r t o e suggerirei chi ne a f f r o n t a c e n t o l 'a n n o . A n c o r a peggio quando in una stessa struttura ci sono due reparti della stessa specialità, uno assiste pochi casi e uno tantissimi. E purtroppo accade. Bisogna avere il coraggio di convertire definitivamente i reparti che non sono in linea con i parametri di qualità e sicurezza». Anche quest'anno si conferma un grande divario nella qualità di assistenza tra Nord e Sud del Paese. Come se ne esce? «I processi innescati dal Pne, il Piano nazionale esiti, stanno producendo effetti, se leggiamo i dati con attenzione vediamo che la sanità del Sud è ancora in difficoltà però sono evidenti segnali di miglioramento. Il divario per ora resta per difficoltà nell 'a p p ro cc i o o rga nizzativo». Finanziare gli ospedali non sulla base di quanto spendono ma in base a come spendono può essere una strada? «L'orientamento indicato dal ministro della sanità Beatrice Lorenzin è quello di non limitarsi a l l a v a l u t a z i o n e delle performance cliniche organizzative o gestionali ma di tener conto di come vengono accolti g l i a m m a l a t i n e l momento del ricovero, della qualità dei servizi, insomma il grado di umanizzazione. L'obiettivo è utilizzare anche questi indicatori per premiare gli ospedali che li rispettano di più». Foto: Francesco Bevere 59 anni, ex direttore della programmazione sanitaria, oggi è direttore generale dell'Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 18/11/2015 Pag. 28 diffusione:189394 tiratura:278795 Ecco la barriera anti-batteri Arma contro celiachia e diabete? Le prospettive della scoperta dell'Ieo e della Statale di Milano NICLA PANCIERA Una barriera vascolare che regola il passaggio di microbi e tossine, potenzialmente dannosi, e ne impedisce la disseminazione nell'organismo. La struttura è stata chiamata Gvb - «Gut vascular barrier» - ed è stata scoperta da un team dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano e dell'Università Statale. E dalle pagine di «Science» si spiega anche in che modo un agente patogeno come la salmonella riesca a superare la barriera stessa e a intrufolarsi nell'organismo. L o studio, condotto sui topi di laboratorio, rivela come q u e s t a « d i ga » t ra l 'e p i t e l i o dell'intestino e i vasi sanguigni abbia una funzione analoga, sebbene meno selettiva, a quella della preziosa barrier a e m a t o e n c e f a l i c a ( l a «Bbb») che protegge il cervello. E il parallelismo cervello -intestino si spinge oltre: le due strutture condividono, infatti, alcune caratteristiche -chiave come alcune similarità strutturali. La parete dell'intestino, in particolare, è costituita da cellule epiteliali che, oltre a garantire l'assorbimento dei nutrienti, fungono da ostacolo sia fisico sia chimico: il muco che secernono e che le ricopre, infatti, è composto da proteine antimicrobiche. L e particelle di cibo digerito che attraversano questo compatto strato di cellule entrano poi nel flusso sanguigno e, attraverso la vena porta epatica, raggiungono il fegato, dove sono ulteriormente metabolizzate. «Negli individui sani i batteri intestinali difficilmente accedono al fegato, alla milza o ad altri organi periferici. Alcuni batteri nocivi, invece, riescono a raggiungere il fegato e ad attivare una risposta del sistema immunitario, provocando così un'infezione», ha spiegato la leader del gruppo di ricerca Maria Rescigno, che è direttrice del programma di immunoterapia allo Ieo e professoressa del Dipartimento di oncologia ed emato-oncologia alla Statale. Si pensava che la barriera fisica fornita dall'epitelio d e l l ' i n t e s t i n o fosse l'unica p r o t e z i o n e per evitare la «migrazione» b a t t e r i c a . «Noi abbiamo invece dimostrato l'esistenza di un'ulteriore barriera, più complessa, che funge da schermo contro i batteri quando superano l'epitelio», chiarisce la Rescigno. E i danni a questa seconda barriera potrebbero essere alla base di alcune infezioni batteriche. Alcuni batteri aggressivi - come la salmonella, responsabile del tifo intestinale - hanno infatti sviluppato sistemi specifici per infrangere la «Gvb» e in questo modo riescono a entrare nel sistema circolatorio, diffondendosi nell'organismo. L'inattività della barriera - ipotizzano i ricercatori - potrebbe essere una causa dei danni epatici, ma non solo: «Valutiamo la funzione della barriera anche nella formazione delle metastasi epatiche del carcinoma intestinale». Più in generale, poi, si aprono nuove prospettive per la cura di celiachia, diabete di tipo 2 e una serie di malattie che colpiscono il fegato. Se gli ultimi studi neurofisiologici avevano contribuito alla diffusione del detto che l'intestino è il «secondo cervello», questa scoperta tutta italiana dimostra che questo modo di dire potrebbe contenere molte più verità di quanto immaginassimo. Maria Rescigno Immunologa RUOLO : È DIRETTRICE DEL PROGRAMMA DI IMMUNOTERAPIA ALL'ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA DI MILANO Foto: La barriera vascolare si trova nell'intestino SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IMMUNOLOGIA/TUTTO SCIENZE &SALUTE 18/11/2015 Pag. 36 diffusione:189394 tiratura:278795 Il Sant'Anna primo in Italia per i parti Nella classifica nazionale brilla anche il Martini: primo per gli interventi al femore ma non per i cesarei NOEMI PENNA Con più di 20 parti al giorno, di cui solo 3 cesarei, il Sant'Anna di Torino si classifica il primo ospedale ostetrico -ginecologico in Italia, il migliore nella gestione di un momento delicato come la nascita. A ufficializzare il primato è stato ieri il Piano Esiti stilato dall'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, presentato ieri a Roma dal Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. Lo scorso anno in corso Spezia sono nati 7497 bambini, 1163 con il cesareo: il 15,5% in confronto al 26% nazionale, sinonimo di sicurezza e ottimi standard di ospedalizzazione. Proprio su quest'ultimo fattore il Piemonte si conferma tra i migliori, insieme a Friuli Venezia Giulia, Toscana ed Emilia Romagna, con un significativo innalzamento degli standard in due patologie chiave analizzate dallo studio: l'intervento entro 2 giorni dalla frattura del femore e le complicanze da diabete. Donne sicure «Considerando che in Italia la natalità si è ridotta del 5% e da noi solo del 3% è un doppio successo», afferma il dottor Daniele Farina, direttore della Neonatologia del Sant'Anna. «Oltre ai casi di gravidanza patologica, molte donne ci scelgono per la n o s t ra s p e c i a l i z z a z i o n e : d a maggio offriamo anche un punto nascita non medicalizzato, dove sono nati già duecento bambini. Fare pochi "primi" cesarei è una garanzia per diminuirli nel futuro: ci sono meno complicazioni e dimettiamo in 48 ore. Poi, oltre all'ostetricia, siamo un punto di riferimento per la neonatologia e l'oncologia», conclude. Sanità allo specchio Ma non sono tutte rose e fiori. Un ospedale come il Martini risulta il migliore in Italia per la gestione delle fratture da femore, con il 93,21% degli interventi eseguiti entro le 48 ore dal trauma contro la media italiana del 50%, ma è sotto osservazione per il numero di tagli cesarei. Idem l'Umberto I, sotto lo standard anche per gli interventi al femore. I dati dell'Agenas sono finalizzati al miglioramento della qualità delle cure, ma restituiscono soprattutto i volumi di attività. Ed è così che, pur rimanendo la Città della Salute il centro di riferimento per la prima emergenza (nel 2014 ha preso in carico 191053 persone, più di 520 persone al giorno), si scopre che il pronto soccorso più animato del Piemonte è quello del Maria Vittoria (85681 ingressi), seguito a ruota dal San Giovanni Bosco (71615), contro i 68899 delle Molinette). Fra le maggiori cause di ricovero oltre allo scompenso cardiaco e respiratorio, ci sono le colecistectomie. 20 parti Al giorno vengono effettuati al Sant'Anna di questi solo 3 sono cesarei 15,5 per cento dei 7497 bambini sono nati al Sant'anna da parto cesareo La media nazionale è del 26 % 60 milioni Sono i soldi che la sanità piemontese paga per le cure dei cittadini che decidono di farsi curare fuori regione Foto: REPORTERS Foto: Garanzia di sicurezza Foto: Secondo l'Agenas i risultati del Sant'Anna sono sinonimo di sicurezza e di ottimi standard di ospedalizzazione SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il rapporto dell'Agenas sulle performance degli ospedali italiani 18/11/2015 Pag. 25 diffusione:135752 tiratura:185831 Cure anti-dolore per i bambini: Carta mondiale Fra.Fil. Venti milioni di bambini al mondo (20mila in Italia) hanno una malattia cronica (inguaribile) ma per motivi culturali, religiosi o economici, non usufruiscono di cure come antidolorifici e analgesici. E' pensata per loro la prima "Carta delle religioni per le cure palliative pediatriche" presentata nella Pontificia Accademia Pro Vita a Roma. Frutto di un incontro che ha riunito i più importanti esperti clinici a livello mondiale, insieme a teologi e famiglie dei pazienti. Il documento mira a garantire il diritto alla miglior qualità di vita per bambini e famiglie. «Le cure palliative - spiega Silvia Lefebvre D'Ovidio, leader della Fondazione Maruzza, promotrice dell'iniziativa (www.maruzza.org) - sono la presa in carico , dal punto di vista fisico, psicologico e spirituale di malato e famiglia. Il nostro desiderio è che le religioni si esprimano per sancire il valore delle cure palliative pediatriche». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'accordo/MACRO 18/11/2015 Pag. 26 diffusione:135752 tiratura:185831 Antibiotici allarme Onu: no all'abuso I GOVERNI DOVREBBERO CONVINCERE LE CASE FARMACEUTICHE A RIPRENDERE LA RICERCA, FERMA DA ANNI NEL SETTORE Anna Guaita N E W Y O R K Da quando furono scoperti, 70 anni fa, hanno salvato centinaia di milioni di vite. Gli antibiotici hanno rivoluzionato la cura delle malattie infettive e risparmiato all'umanità atroci sofferenze. E tuttavia questi stessi farmaci si stanno rivelando pericolosi: averne abusato ha contribuito a creare ceppi di batteri resistenti al trattamento, e malattie che si potevano curare tornano a essere una minaccia talvolta letale. Oggi è la Giornata europea degli antibiotici e l'Onu ha lanciato, da lunedì a sabato prossimi, una settimana dedicata alla sensibilizzazione mondiale. Già adesso, ogni anno nella sola Europa 400mila pazienti presentano gravi forme di resistenza agli antibiotici. E almeno 25mila perdono la vita per un problema che qualche anno fa non esisteva. Il dato medio Ue di consumo fuori dagli ospedali per il 2014 è 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti, e varia dalle 10,6 dell'Olanda alle 34,6 della Grecia. L'Italia con 27,8 dosi è al quinto posto dietro a Francia, Romania e Belgio. LO STREPTOCOCCO Proiettato al livello mondiale i morti causati dall'antibioticoresistenza (anche da uso non corretto) superano le 700 mila unità. Illustrando uno studio condotto dall'Organizzazione mondiale della sanità, il presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'ambasciatore britannico Matthew Rycroft, ha spiegato: «Una simile catastrofe umana si tradurrà anche in una catastrofe economica, con una perdita media annua del 3-5 per cento del prodotto lordo mondiale». L'opinione pubblica tende a fare orecchie da mercante davanti agli allarmi dell'Onu. Nella nostra civile Europa sono già vari i batteri che hanno acquistato una resistenza agli antibiotici, come lo streptococcus pneumoniae, il principale colpevole della polmonite negli adulti, o l'escherichia coli, che può causare uretrite, cistite e diarrea. C'è molta disinformazione in giro, e una buona parte dei guai sono proprio colpa di questa ignoranza, e degli errori che la gente comune compie in buona fede. L'Oms ha fatto un test in dodici Paesi per capire quanto sia estesa la disinformazione, e i risultati sono scoraggianti. Il 64% degli intervistati pensa che il raffreddore sia curabile con antibiotici e il 76% è convinto che la resistenza agli antibiotici sia un problema del nostro corpo, e non dei batteri. Un buon 35% cento si dice anche convinto che una volta che ci si sente meglio si può smettere di prendere le pasticche anche se il medico ci ha raccomandato di finire il ciclo fino all'ultima pastiglia. In alcuni Paesi, c'è ancora, incredibilmente, il diritto di "automedicarsi". Questo cocktail di informazioni sbagliate contribuisce ad accrescere la crisi. L'INFORMAZIONE Cosa fare allora? I primi passi sono elementari come ricorda l'Agenzia italiana del farmaco: 1) Mantenere una approfondita igiene fisica 2) Lavarsi le mani spesso, per evitare infezioni 3)Lavare frutta e verdura 4) Non prendere antibiotici senza consiglio medico 5) Prendere le dosi giuste, quelle inadeguate possono causare ripercussioni sulla cura e lo sviluppo dei batteri. Molto lavoro di informazione lo devono fare gli ospedali, i medici, le infermiere, ma anche i media e le scuole. Essere informati è la miglior difesa: «E' importante sapere che l'accesso agli antibiotici è cruciale per la salute del mondo - ricorda l'Oms - Ma l'eccesso può diventare una delle grandi minacce del futuro». Certificato medico No all'autocura. Prendere gli antibiotici solo se prescritti dal medico. Seguire dosi e durata della terapia No contro i virus Mai utilizzare antibiotici contro i virus di raffreddore e influenza se non ci sono complicanze batteriche Buttare gli "avanzi" Non tenere in casa antibiotici avanzati da una cura ma smaltirli secondo le regole che consiglia il farmacista SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Settimana di sensibilizzazione mondiale sui rischi provocati dall'uso eccessivo di questi farmaci : molti ceppi di batteri sono resistenti ai trattamenti LE CURE 18/11/2015 Pag. 39 diffusione:41112 tiratura:81689 Regioni in pressing sul governo BEATRICE MIGLIORINI Pressing delle regioni sul governo per ottenere la proroga della scadenza del 25 novembre ed evitare disordini negli ospedali. Tra una settimana, infatti, entrerà in vigore la norma contenuta nella legge 161/2014 in base alla quale anche al comparto sanitario, pur con anni di ritardo rispetto alla direttiva Ue 88/2003, dovrà essere applicata la regola delle 48 ore settimanali di lavoro a fronte delle 11 ore consecutive di riposo. E se da un lato, in base a quanto risulta a ItaliaOggi la Conferenza dei presidenti delle regioni si sta attivando per ottenere dal ministero del lavoro lo slittamento della scadenza in modo da dare più tempo agli enti per sopperire alle carenze di organico, dall'altro lato il ministero della salute si prepara a bussare alla porta del Mef per trovare le risorse per assumere il personale infermieristico e medico strettamente indispensabile per fare fronte all'emergenza. Cifra che, per quanto consistente, potrebbe essere inferiore a quella che il governo dovrebbe pagare nel caso in cui tutti soggetti interessati facessero ricorso (si veda ItaliaOggi del 7 e 11 novembre 2015). Intanto, è previsto per oggi un nuovo incontro dei sindacati di categoria con l'Aran. Incontro che, però, si preannucia poco più che interlocutorio dato che da parte dei sindacati c'è la ferma opposizione ad acconsentire a un accordo che preveda una proroga della scadenza o deroghe circa l'applicazione della regola delle 48 ore di lavoro e delle 11 di riposo. Anche perché, posta l'innegabilità dell'assistenza sanitaria, nel caso in cui un esercente la professione commetta un errore in violazione delle norme sul riposo tra un turno e l'altro il rischio concreto è quello di incorre in colpa grave. A partire dal 25 mattina, quindi, salvo soluzioni impreviste, tutto sarà nelle mani dei singoli ospedali con il risultato che nei grandi centri, anche se con qualche sforzo, la situazione potrà essere temporaneamente arginata ma nei piccoli centri l'assistenza potrà anche essere a rischio. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ORARIO SANITARI 18/11/2015 Pag. 23 diffusione:85021 tiratura:120193 VIRUS Il contagio può attendere Lo studioso affronta anche il tema dell'eccessiva medicalizzazione con «l'inarrestabile desiderio di proteggerci» e gli aspetti positivi del mondo globale nel combattere le pandemie. Nelle ultime settimane è arrivato l'allerta dell'Oms sulle carni rosse: «Rientra nel filone dell'epidemiologia dei rischi Ma perché allora la speranza di vita a Firenze è la più alta d'Italia?» GIUSEPPE MATARAZZO Non è un virus, non un'epidemia o una pandemia. Ma l'allarme è scattato. Questa volta sulla carne rossa, soprattutto se lavorata. Sotto accusa sono finiti così hamburger e salsicce, salami, wurstel, insaccati. Per l'Organizzazione mondiale della sanità si tratta di cibi «cancerogeni». Così dopo l'allarme ebola e l'influenza suina, ecco un'altra uscita discutibile dell'ente internazionale. «Rientra nel filone dell'epidemiologia dei rischi. Sono ricerche in tema di salute che guardano solo ai rischi e che andavano bene 50 anni fa. Non riescono a spiegare perché Firenze, patria della bistecca, che con la sua stretta area metropolitana supera il milione di abitanti, abbia la più alta speranza di vita d'Italia. Perché Firenze e non la zona del Mugello? E perché allora, spaziando per la Penisola, non Sondrio? Semplice, perché le ricerche non guardano mai all'epidemiologia dei vantaggi. E allora sì, discutiamo della bellezza, dei teatri, della cultura, della gastronomia, del valore aggiunto di un territorio. Senza contare che c'è una regola generale: nelle città si vive di più che nelle campagne. Come si spiega?». È incalzante il ragionamento che lo statistico e demografo Roberto Volpi presenta all'indomani dell'allarme Oms e a poche settimane dall'uscita del suo lavoro Dall'Aids a Ebola. Virus ed epidemia al tempo della globalizzazione (Vita e Pensiero, pagine 96, euro 10,00). «La speranza di vita degli italiani è passata dai 43 anni degli inizi del secolo agli oltre 70 degli anni Sessanta. E oggi questa soglia è stata superata dalla terra nel suo complesso - argomenta ancora Volpi -. Ed è cresciuta in particolare da quando i consumi di carne rossa con le sue proteine nobili, ma anche formaggi e vini rossi si sono diffusi fra la popolazione. ll vino rosso, diciamolo, è una medicina straordinaria, ricco di tannini che distruggono i grassi. Un bicchiere di vino a cena può essere un toccasana. È chiaro che l'eccesso - di carne rossa, come di vino fa male, come fa male tutto l'eccesso. Ci vuole, in una parola, equilibrio. Ecco il punto». L'Organizzazione mondiale della sanità ci ha "abituati" invece ad allarmi che in alcuni casi si sono poi rivelati poco attendibili. Volpi punta il dito su due, piuttosto eclatanti: l'influenza suina del 2009 e l'ebola nel 2014. «Intendiamoci, certi virus non scherzano ed è giustificato il comportamento anche sopra le righe delle autorità sanitarie a fronte di un rischio epidemico - tiene a precisare lo studioso -. Meglio l'eccesso di allarme che non la sottovalutazione. Ma generare una psicosi può avere delle conseguenze disastrose - rilancia -. Al momento in cui fu dichiarata la pandemia, i casi segnalati nei 9 paesi toccati dall'influenza suina erano appena 141, di cui 91 negli Stati Uniti (uno solo mortale) e 26 nel Messico da cui era partita (7 mortali). In Italia il viceministro dichiarò l'allarme pandemico quando c'era una manciata di casi e nessun morto, ed ammettendo che avesse una "sintomatologia paragonabile a quella di una lieve influenza stagionale". Si ordinarono 24 milioni di dosi di vaccino per un costo di 185 milioni di euro, ma si vaccinarono appena 900mila italiani. Si chiusero le scuole, si generò un clima di paura incredibile e ingiustificato». Lo stesso per ebola, la cui capacità diffusiva dell'infezione si è rivelata assai modesta. «Di fatto non si è mossa da Sierra Leone, Liberia e Guinea. E alla fine saranno 27mila i casi con 11mila morti, fra i 22 milioni di abitanti dei tre paesi, che - va sottolineato - sono agli ultimi posti nel mondo per povertà e per l'assenza di strutture sanitarie». Il responsabile di ebola per l'Africa dell'Oms aveva annunciato che si sarebbe potuto arrivare a 1,5 milioni di casi. «La verità - continua Volpi - è che abbiamo una definizione di pandemia che prescinde dai morti. Per scattare l'"allarme" è sufficiente che il virus abbia una novità. Forse bisognerebbe intervenire su questo e le istituzioni dovrebbero fare meglio il loro ruolo». Attraverso questi esempi si arriva al cuore del problema: «L'inarrestabile desiderio di proteggerci». Non sarà questo alla fine a «distruggerci»? Pensiamo al tema dell'abuso di antibiotici, come se fosse ormai proibito ammalarsi. «Se c'è un virus che promette un disastro, ci sono altri rischi di cui si parla SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AGORA` La bussola. Lo statistico e demografo Roberto Volpi analizza le epidemie al tempo della globalizzazione: «Quegli allarmi eccessivi su ebola e suina» 18/11/2015 Pag. 23 diffusione:85021 tiratura:120193 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato meno, ma presentano altrettante problematiche - spiega Volpi -. E se da una parte ormai è lampante che l'eccessiva medicalizzazione può avere effetti collaterali con batteri sempre più resistenti e invincibili, dall'altra non si fa che invocare antibiotici più potenti per stroncare i batteri. I medici somministrano e noi prendiamo medicinali. Ovviamente le aziende produttrici fanno il loro mestiere e non possiamo chiedere di non farlo. Forse le autorità dovrebbero fare di più il loro». In questi allarmi a finire sotto accusa è la globalizzazione: arma o debolezza? «La globalizzazione si sta salvando. Non so perché si stenti a coglierlo. È chiaro che nella globalizzazione c'è di tutto, ci sono sperequazioni immense. Ma la globalizzazione ha un vantaggio enorme: non lascia nessuno da solo. Almeno nel campo della sanità. Se c'è epidemia in Kenya, ci si preoccupa che arrivi in Europa, scattano procedure di emergenza e si blocca tutto. È senz'altro una molla egoistica di autodifesa quella che scatta. Ma si interviene. E funziona. E funziona a tal punto che la mortalità infantile è crollata ovunque e che la popolazione è cresciuta negli ultimi anni di due miliardi. Mi sembra che stiamo meglio, no?». Foto: LEGGERE I NUMERI. Roberto Volpi 18/11/2015 Pag. 19 In farmacia spazio alle mamme che allattano L'iniziativa, partita a Milano con Federfarma , Unicef e Asl, prevede l'istituzione dei «Baby pit stop» riservati a neonati e genitori ADRIANO BASCAPÈ Le farmacie sono in prima linea per aiutare le mamme che allattano e i genitori alle prese con i piccoli e grandi problemi che inevitabilmente un bimbo appena nato può creare. L'allattamento prima e l'alimentazione poi, i farmaci, la malattie e un'infinità di imprevisti che soltanto l'esperienza di genitori aiuta a fronteggiare. Ma all'inizio anche la più piccola difficoltà appare insormontabile, come ben ricordano tutte le mamme e i papà che non abbiano potuto contare sull'intervento provvidenziale dei nonni. A offrire supporto nei primi mesi ci sono ora le farmacie che a Milano hanno lanciato il progetto «Baby pit stop», mettendo la propria rete a disposizione dei neonati e delle mamme. Innanzitutto per l'allattamento. Le madri che allattano al seno dovrebbero essere messe in condizione di andare ovunque e di allattare i propri bimbi quando lo richiedono. Non è un caso se l'Unicef raccomanda di creare ambienti accoglienti per favorire l'allattamento materno. Un esempio di questi corner dedicati, particolarmente funzionali, è stato all'Expo di Milano: in ciascuna delle strutture dedicate ai servizi disponibili per il pubblico dei visitatori ce n'era uno completamente attrezzato. In Italia la categoria che per prima ha risposto all'appello lanciato dall'Unicef è stata quella delle farmacie. Ma non è un caso. Già oggi le farmacie assolvono a un'importante funzione sociale, con un supporto costante a favore delle persone che vi si recano in cerca non soltanto di medicinali ma anche di consigli. Secondo i dati Ipsos ogni giorno circa 3 milioni e mezzo di italiani si recano in farmacia e il farmacista in media dedica due ore del proprio tempo proprio per erogare una consulenza sanitaria gratuita. Le farmacie, poi, secondo uno studio della Cgia di Mestre, investono circo 30 milioni l'anno in prevenzione, sostenendo direttamente un costo equivalente di 7-10 euro per ogni persona che ascoltano. Una funzione di welfare sociale, particolarmente importante in questa congiuntura, con lo Stato che ha sempre meno risorse da dedicare ai servizi essenziali. «La farmacia,primo presidio territoriale del servizio sanitario nazionale, è da sempre attenta alle esigenze delle mamme e deibambini», spiega Annarosa Racca, presidente di Federfarma «e proprio la federazione dei titolari di farmacie è partner del Piano nazionale della fertilità promosso dal Ministero della Salute, con l'obiettivo di diffondere i contenuti del piano. Le farmacie sono impegnate poi in iniziative articolate a livello locale, per favorire la cultura dell'allattamento al seno». Una di queste iniziative è la giornata della Fondazione Francesca Rava sulla raccolta difarmaci da banco a uso pediatrico e prodotti per l'infanzia, «e le farmacie vogliono supportare anche le necessità dei bambini e delle famiglie che vivono in condizioniparticolarmente disagiate e che più hanno bisogno di poter contare su un'assistenza solidale e professionale che il farmacista come professionista e come persona può assicurare, con un'azione di responsabilità sociale e in quanto figura di riferimento nella sua comunità», aggiunge Annarosa Racca. Il Baby pit stop, nato nell'Asl di Milano e poi seguito in altri territori, è facilmente individuabile dalla vetrofania apposta sulla vetrina della farmacia che lo ospita, e prevede una comoda sedia su cui potersi sedere e un eventuale fasciatoio per il cambio del bambino. Ma nelle farmacie si possono anche chiedere 51 schede che rappresentano un aiuto concreto a mamme e papà alle prese con i piccoli grandi problemi, fonte spesso di intensa apprensione, che l'arrivo di un neonato porta con sé. Malattie infettive, allergie, depressione post parto, malattie infantili: la documentazione, rappresenta un primo aiuto per i genitori che ne abbiano bisogno, da utilizzare nei casi meno gravi e per decidere se e quando recarsi nelle strutture sanitarie specializzate o dal pediatra. Foto: Annarosa Racca SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OBIETTIVO SALUTE 18/11/2015 Pag. 19 Entra nel vivo il piano nazionale per la fertilità GIOVANNANGELO ANGELERI Le farmacie italiane sono impegnate anche nel Piano nazionale per la fertilità, scaturito dal tavolo istituito dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin nell'ottobre 2014. Gli obiettivi del Piano che coinvolge farmacie, medici, operatori sanitari, scuole, università e aziende sanitarie sono sostanzialmente quattro. Innanzitutto informare gli italiani sul ruolo della fertilità nella vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possano metterla a rischio. In secondo luogo fornire assistenza sanitaria qualificata per curare tempestivamente malattie dell'apparato riproduttivo. Terzo obiettivo è quello di promuovere le conoscenze sulle caratteristiche funzionali della fertilità per consentire la scelta consapevole di avere un figlio. E infine, quarto obiettivo, promuovere una cultura della procreazione nella quale la fertilità sia considerata un bisogno essenziale non soltanto della coppia ma dell'intera società. Le farmacie hanno un ruolo preminente nell'iniziativa cui partecipano attivamente fornendo informazioni sui corretti stili di vita e sull'utilizzo consapevole dei medicinali e indirizzando i pazienti verso gli specialisti in grado di individuare e affrontare nel modo migliore eventuali patologie dell'apparato riproduttivo. Secondo il piano le farmacie potranno inoltre realizzare, su prescrizione del medico e dello specialista, preparazioni galeniche con dosaggi personalizzati e «divulgare alert e informazioni di forte impatto sociale sia nel realizzare indagini di comunicazione educazionale e campagne di sensibilizzazione su vaccinazioni, screening, disassuefazione al fumo, contraccezione, allattamento al seno, uso corretto dei farmaci in gravidanza, in età pediatrica e disturbi dell'alimentazione». Il testo integrale del Piano nazionale per la fertilità è consultabile al sito del Ministero della Salute. A partire dal prossimo anno, in Italia si festeggerà il 7 maggio la Giornata della fertilità. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Medici ma non solo 18/11/2015 Pag. 19 Venerdì la raccolta di medicinali e alimenti pediatrici G.A. Dopodomani, 20 novembre, in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia, la Fondazione Francesca Rava ha organizzato l'iniziativa «In farmacia per i bambini»: migliaia di volontari e farmacisti si affiancheranno nella sensibilizzazione sui diritti dei bambini e nella raccolta di farmaci e prodotti pediatrici. I prodotti raccolti saranno donati a 250 enti, tra i quali case famiglia, comunità per minori, comunità per mamme e figli, che aiutano i bimbi costretti a vivere in condizione di povertà sanitaria. A sostenere l'iniziativa, oltre a Federfarma con i titolari e il personale impegnati in prima fila nella campagna di sensibilizzazione, ci sono società del settore e non: Kpmg, Mellin, Solgar, Nutricia, Chicco ed Eco Eridania anche con la donazione di prodotti e il volontariato d'impresa. «Sono grata a tutti i partner per questo grande lavoro di squadra, che riunisce farmacisti di tutta Italia in prima linea con i loro clienti, le aziende amiche che hanno anche coinvolto in una giornata di volontariato d'impresa i loro collaboratori, tutti i volontari, gli enti beneficiari, le Regioni e i comuni patrocinanti»,afferma Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava, «si tratta di un'azione comune di responsabilità sociale per portare aiuto concreto a migliaia di bambini e famiglie colpiti da povertà sanitaria in Italia tra cui molti bambini migranti». L'iniziativa è giunta alla seconda edizione, ma quest'anno l'obiettivo è ancora più ambizioso, perché si conta di aiutare oltre 250 enti in tutta Italia, impegnati a fornire sostegno ai bambini che vivono una condizione di precarietà. Parte della raccolta sarà inoltre destinata all'ospedale pediatrico Saint Damien che assiste 80.000 bambini l'anno ad Haiti, paese del quarto mondo dove un bambino su tre non arriva a 5 anni. Dopodomani si celebra in tutto il mondo l'anniversario della firma della Carta dei diritti dell'infanzia, approvata dall'assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1989; ancora oggi, a milioni di bambininel mondo i diritti più basilari sono negati. Chi si recherà nelle farmacie aderenti riceverà dai volontariil pieghevole sui diritti dei bambini, proposto quest'anno sotto forma di cruciverba, da fare a scuola o in famiglia per scoprire i diritti dei bambini giocando. Tra i diritti sarà ricordato quello alla vita dopo la nascita, difeso dal progetto «Ninna ho» contro l'abbandono neonatale, promosso dalla Fondazione Rava e da Kpmg (www.ninnaho.org). «Siamo impegnati nella lotta contro l'abbandono dei neonati e dal 2008», spiega Giovanni Rebay, partner Kpmg, «insieme con la Fondazione Francesca Rava, partner fondatore del progetto «Ninna ho»,che diffonde informazioni a donne in difficoltà sui loro diritti e sulla possibilità di partorire presso gli ospedali in anonimato. Il personale Kpmg sarà in prima linea per la raccolta dei farmaci ad uso pediatrico e prodotti baby care con una presenza di numerosi volontari nelle farmacie di molte città italiane, per dimostrare concretamente il nostro impegno verso le madri bisognose e i neonati senza famiglia». Anche quest'anno, come nelle edizioni precedenti, Martina Colombari sarà testimonial della campagna, invitando il pubblico a recarsi nelle farmacie e a ricordare con il proprio farmacista la Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia. L'iniziativa sarà presentata oggi a Palazzo Marino nel corso di una conferenza stampa. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Fondazione Francesca Rava con le farmacie 18/11/2015 Pag. 12 L'Unità Nella Stabilità l'ipotesi di erogare i premi di produttività anche in servizi sociali In Italia circa 600mila lavoratori hanno un accordo di secondo livello, il 5% dei dipendenti Bianca Di Giovanni La legge di Stabilità introduce un nuovo elemento nella contrattazione di secondo livello: il welfare aziendale. Ripristinando la detassazione dei premi di produttività (su cui si prevede un prelievo at al 10%), che era stata sospesa per quest'anno, la legge applica esoneri fiscali anche ai premi erogati sotto forma di oerte di servizi o di bonus per l'acquisto di beni. Una mossa che punta a sviluppare gli accordi di secondo livel lo (oggi molto limitati) e anche a spingere sul pedale del cosiddetto «secondo welfare», ovvero quello che si aanca al servizio pubblico sempre più dicile da garantire. Si tratta di asili nido, servizio di badanti per gli anziani, ma anche di bonus per l'acquisto dei libri di testo o per i trasporti. Lo stesso articolo indivi dua anche un terzo canale con cui erogare i premi di produzione, cioè la compartecipazione agli utili d'impresa. In questo caso si stabilisce con i lavoratori di un'azienda di collegare i bonus di produttività (stavolta in denaro) a una percentuale degli utili registrati in bilancio. Anche in questo caso, le somme vengono tassate separatamente (non si sommano all'imponibile complessivo) con la «at tax» del 10%%. La misura sulla compartecipazione indica una direzione precisa: favorire il coinvolgimento del lavoratore nelle strategie aziendali. Un punto che si rivela centrale per l'esecutivo anche in un altro comma dello stesso articolo, che riguarda il «tetto» dell'importo dello sgravio, che è fissato a 2.000 euro (per un salario lordo fino a 50mila euro l'anno), ma la cifra sale a 2.500 se l'impresa pratica forme partecipative, come commissioni paritetiche per l'or ganizzazione del lavoro. Questo lo schema dell'intervento dell'esecutivo. Dicile dire quale sarà l'efficacia della norma nel suo doppio intento di ampliare le forme di premi e anche di favorire le intese di secondo livello. Va detto che in Italia gli accor di aziendali oggi riguardano una parte minima della forza lavoro: circa 600mila lavoratori (dati Cisl) a fronte di circa 12 milioni di dipendenti. Il 60% delle imprese iscritte a Confindustria ha siglato un'intesadi secondo livello (dati Centro studi Confindustria) con premi di produzione. Ma nelle piccole impre se è coperto solo un lavoratore su 10, nelle medie quasi 4 su dieci e nelle grandi 8 su 10. Ma il numero di accordi non coincide con quello di lavoratori che godono di welfare aziendale. Spesso infatti la decisione di organizzare servizi per i dipendenti è presa unilateralmente dall'azienda. Per l'Italia (come il resto d'Europa) non è aatto una novità. Senza risalire al filantropismo dei primi del '900, basti pensare alla «mitica» Olivetti, tanto per citare esperienze più vicine a noi. Tutti conoscono le pensioni o la sanità inte grative, e molti di noi hanno avuto esperienze di Cral o spacci aziendali. Negli ultimi anni l'offerta è diventata sempre più variegata e sofisticata. Anzi, per alcune aziende ormai questa «specialità» è diventata quasi un fiore all'occhiello da esibire per valorizzare il brand. È il caso di Luxottica, che vanta una lunga lista di interventi in favore dei lavoratori, dal job sharing alla banca del tempo per concedere ore a chi ha bisogno, dal rim borso dei libri scolastici e universitari al «carrello della spesa», dalle rette universitarie ai soggiorni all'estero. Non manca l'assistenza sanitaria (tra le più diffuse assieme alla previdenza integrativa) e l'assitenza sociale di sostegno. Le banche (per esempio Ubi banca) orono assistenza e previdenza integrativa, assicurazioni e mutui vantaggiosi, e persino (questo è davvero quasi ottocentesco) erogazioni liberali una tantum in occasione di matrimoni, nascite o lauree. L'ultimo integrativo di Intesa Snpaolo ha allungato i tempi di permesso retribuito per i papà. Telecom Italia ha pensato invece alle mamme, con progetti dedicati, ma ore anche prodotti come auto, moto, spettacoli. La Ferrero, oltre a servizi di assistenza sociale alle fami glie, ha pensato anche alla lavanderia o al pagamento delle bollette. L'azienda di trasporti milanese si preoccupa del fisco, orendo la compilazione dei 730 ai suoi dipendenti, oltre ad orire pre stiti agevolati e mutui e convenzioni per spettacoli teatrali, ingressi ai musei e il più tradizionale asilo nido. Quanto è estesa questa realtà?L'Istat (vedi scheda) ha eettuato un'indagie a campione sulle aziende. L'80% del le imprese manifatturiere e dei servizi e il 65% del commercio ha segnalato corsi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Le misure di welfare vero e SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Welfare in azienda esentasse Ma è un benefit ancora per pochi 18/11/2015 Pag. 12 L'Unità SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato proprio sono meno frequenti. Anche in questo caso l'Italia è divisa ihn due, con più iniziative a nord e una forte caren za nel Mezzogiorno. Il centro studi Confindustria rivela che un'impresa su tre tra quelle associate ha un programma di welfare, ma i dati disaggregati rivelano anche in questo caso una concentrazione tra quelle con più di 100 dipendenti (61,6%, contro il 35 e il 22% delle medie e le piccole). Imprese che hanno adottato iniziative di welfare aziendale per macrosettore - anno 2014 (valori percentuali) Fonte: Istat, Indagini sul clisma di fiducia delle imprese manifatturiere e dei servizi 24,9 % 34,3 % 17,2 % 24,9 % 34,3 % 17,2 % 19,6 % 44,7 % 22,5 % 24,2 % 50,5 % 28,9 % 59,2 % 41,2 % 61,4 % 78,6 % 78,6 % 65,2 % 81,3 % 82,1 % 4,2 % 30,7 % 17,6 % 36,2 % Favorire la compartecipazione Orire servizi asili nido, servizi sociali, di assistenza, ricreativi, di sostegno Predisporre un bilancio sociale Flessibilizzare l'orario di lavoro e favorire la conciliazione dei dipendenti Raorzare la comunicazione interna Formazione professionale per dipendenti Tutelare la salubrità dei luoghi e la sicurezza dei lavoratori Commercio Servizi Manifattura Foto: Tra le forme per incentivare la produttività la partecipazione agli utili 18/11/2015 Pag. 20 L'Unità «Ricattato da tempo, ho sborsato milioni per mettere tutto a tacere» Irumors circolavano da un po', ieri Charlie Sheen li ha fermati. Confermandoli: l'attore ha annunciato in un'intervista alla trasmissione Today della Nbc di essere sieropositivo, rivelando che la malattia gli è stata diagnosticata quattro anni fa. «Sono qui per ammettere di essere sieropositivo all'Hiv - ha detto la ex star di Due uomini e mezzo - so no tre lettere dicili da assimilare». Sheen, con tre divorzi alle spalle, nella sitcom aveva interpretato il dongiovanni Charlie Harper per otto anni, prima di venire licenziato nel 2011 per comportamento scorretto, ovvero una vita sregolata che com prendeva festini a base di cocaina con pornostar e una condanna per violenza domestica contro la ex moglie. «Devo porre fine all'assalto e al fuoco di fila e alle mezze verità che stanno minacciando la salute di tanti altri» ha detto l'attore al conduttore dello show Matt Lauer. «È un punto di svolta nel la vita di una persona», ha aggiunto. Un inizio brillante di carriera con film come Platoon , Wall Street , fino a diventare l'attore più' pagato della tivù, e ieri la decisione di venire allo scoperto: per arginare quella che ha definito una campagna diamatoria che negli anni gli è costata milioni di dollari, sborsati per metterla a tace re. «Devo fermare questo fuoco di fila - ha ripetuto visibilmente agitato a queste storie dannose e non vere su di me, al fatto che minaccio la salute di tante persone. Niente è più lonta no dalla verità». Dopo la diagnosi, Charlie Sheen si era confidato con persone di cui si fidava, alla fine le ha dovute pagare perché non parlassero. «La mia verità è diventata ben presto il tradimento», mentre «un diluvio di ricatti ed estorsioni è diventato il centro di questo circo degli inganni». Lo stesso è avvenuto con una prostituta che nel bagno della sua abitazione ha fotografato i farmaci che assumeva. «Ora - ha aggiunto spero che dopo questa trasmissione tutto finisca. Spero di liberarmi da questa prigione». Sheen ha detto di non sapere come e dove abbia contratto il virus, tuttavia esclude di aver infettato qualche partner, consapevolmente o meno: «Impossibile» ha detto perentorio. Ha ammesso di aver fatto sesso non protetto ma «le due persone con cui l'ho fatto erano sotto la cura del medico ed erano state avvertite per tempo», ha sottolineato e ha spiegato di averlo scoperto dopo essersi fatto visitare in seguito e tremendi attacchi di emicranie. «Credevo di avere un cancro al cervello, pensavo fosse finita». In trasmissione è intervenuto anche il suo medico personale, Robert Huizenga, il quale ha spiegato che l'Hiv è il virus che porta all'Aids, per il quale non c'è cura, tuttavia - ha detto - «Charlie non ha l'Aids. Anche se una diagnosi di sieropositività, era consi derata come una sentenza di morte perché non c'é ancora una cura, i progressi in medicina l'hanno trasformata in una malattia gestibile ma bisogna stare sotto cura per tutta la vita». Foto: L'ex star di "Due uomini e mezzo" ha contratto il virus quattro anni fa Foto: Hiv. «Tre lettere dicili da mandare giù», ha detto la star nell'intervistaconfessione. Foto Ansa SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Sono sieropositivo» Confessione dell'attore Charlie Sheen 18/11/2015 Pag. 4 Il Giornale d'Italia Farmaci innovativi: prezzi troppo alti. Italia al palo C'è un'altra sicurezza che non può essere sottovalutata in funzione della nostra salute, ed è quella che riguarda le risorse messe a disposizione del servizio sanitario nazionale. Il costo dei farmaci innovativi sta diventando proibitivo per il sistema nazionale e assolutamente inaccessibile per le famiglie. Questo il pesante atto d'accusa, che dunque va a minare anche le politiche sanitarie del governo, arrivato ieri da Paola Binetti, rappresentate di Ap, forza che pure sostiene Renzi e c. La Binetti propone quindi (forse per togliere le castagne dal fuoco governativo?) "una grande operazione a livello europeo per portare avanti una strategia comune che permetta l'acquisto sostenibile di questi medicinali. L'Europa si sente chiamata in causa quando percepisce un pericolo esterno che minaccia il suo benessere faticosamente conquistato, ma il suo vero nemico è una sorta di opaca indifferenze, che spinge ogni Stato a salvaguardare i suoi confini, sottovalutando la portata di iniziative di stampo solidaristico, che avrebbero un'immediata ricaduta sul bene comune". Viene quindi ricordata la proposta di Luca Pani, Direttore generale AIFA, perché gli Stati europei possono negoziare condizioni economiche vantaggiose dalle multinazionali del farmaco per l'acquisto dei farmaci innovativi. "Altrimenti - aggiunge la Binetti assisteremo alla morte silenziosa di tanti malati che non si possono permettere i farmaci salva-vita che scienza e tecnica metteranno a loro disposizione, solo se ci saranno risorse per acquistarli". SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SOLLECITATO UN "CARTELLO" EUROPEO 18/11/2015 Pag. 114 N.48 - 24 novembre 2015 diffusione:269092 tiratura:349415 DI CHE SHAMPOO SEI? Forse per te va bene lavare la testa due volte alla settimana. Ma potresti scoprire che usare solo il balsamo è meglio. Fai il test e individua il metodo più adatto per detergere la tua chioma LAURA D'ORSI Se cerchi l'effetto volume, prima di applicare lo shampoo diluiscilo sempre con un po' d'acqua. Le proporzioni giuste? Una dose di prodotto detergente tre di acqua. E ricorda di eseguire un ultimo risciacquo prolungato. Ogni anno in Italia si spendono quasi 700 milioni di euro per la cura dei capelli. Eppure non siamo mai contente. Secondo una recente indagine Unilever, oltre il 90 per cento delle donne non è soddisfatta del proprio styling. Per gli esperti l'errore sta sempre alla base: li laviamo poco, troppo o con il prodotto sbagliato. Il metodo ideale? Scopri qui il tuo profilo-shampoo rispondendo a queste 12 domande. I TUOI CAPELLI SONO A. Dritti come spaghetti e spessi B. Mossi o ricci, spesso crespi C. Lisci, con tendenza a essere sottili e delicati D. Si appesantiscono facilmente COME LI PORTI? A. Cambio spesso stile B. Lascio i ricci al naturale C. Li stiro tutti i giorni D. Quasi sempre raccolti COME LI VORRESTI? A. Vanno bene così B. Più disciplinati C. Più forti D. Più voluminosi AL MATTINO A. Punti la sveglia presto per preparati con calma B. A volte puoi prendertela comoda C. Doccia e shampoo, prima del caffè D. Sei sempre di corsa DAL PARRUCCHIERE A. Chiedi sempre qualche schiaritura tono su tono B. Ti piace sperimentare C. Ci vai per coprire i bianchi D. Non ci vai, sei bravissima con il fai-da-te IN VIAGGIO PORTI A. Phon professionale e spazzola rotonda B. Diffusore e prodotti anticrespo C. Il tuo shampoo preferito D. Qualche bigodino per una piega veloce LA PIEGA NON DURA MAI QUANDO A. È secco e freddo B. C'è nebbia o pioggia C. È ventoso D. È caldo umido IL TUO CAPPELLO PREFERITO A. Un berretto di lana morbido B. Un basco alla francese C. Una cloche D. Il borsalino a tesa larga I PRODOTTI PER LO STYLING A. Li uso saltuariamente B. Per me sono obbligatori C. Preferisco cere naturali e oli D. Li evito perché mi appesantiscono i capelli. AMMIRI DI PIÙ LA CHIOMA DI... A. Kate Middleton, Duchessa di Cambridge d'Inghilterra B. La pop star Shakira C. L'attrice Keira Knightley D. L'attrice Jennifer Aniston COME TI TIENI IN FORMA? A. Faccio pilates B. Vado in palestra tutti i giorni C. Nuoto in piscina tre volte alla settimana D. Corro al parco COME VAI AL LAVORO? A. In auto B. In bicicletta C. In moto D. A piedi Maggioranza di A CLASSICO Sei un tipo tradizionale. Il tuo stile di vita ti porta in genere a fare un paio di lavaggi alla settimana. La classica accoppiata shampoo + balsamo per te è perfetta. Occhio però a non esagerare con la quantità di prodotto. Ecco le dosi giuste: un cucchiaino per i capelli corti, un cucchiaio per i medi e due per i lunghi. Per quanto riguarda l'applicazione, massaggia la cute con i polpastrelli per due minuti e poi sciacqua con cura. Il balsamo? Parti dalle punte e risali verso le radici, dove ce n'è meno bisogno. Il consiglio in più Se sei di fretta non rinunciare al conditioner, ma scegli uno shampoo due in uno, che contiene al suo interno anche una dose di balsamo. DELICATO A sinistra, sopra, ha una formula gel lenitva senza siliconi e senza parabeni lo shampoo Kerium Dolcezza Estrema di La Roche-Posay (15,93 euro, in farmacia) adatto anche a chi ha il cuoio cappelluto sensibile. RISTRUTTURANTE A sinistra, fa parte della linea Cristalli Liquidi lo Shampoo Lucentezza Istantanea di Biopoint (15,45 euro). Ai semi di lino ha un'azione ristrutturante. Maggioranza di C ALL'OLIO Fosse per te, li laveresti tutti i giorni. Il tuo sogno è avere sempre chiome morbide, vaporose e profumate. Troppe detersioni però impoveriscono i capelli: li privano dello strato lipidico che li protegge. Per non rinunciare ai lavaggi frequenti, passa a un olio-shampoo. Il suo plus è che deterge non per contrasto, ma per affinità, perché i lipidi che contiene sciolgono il sebo. È adatto quindi sia in caso di capelli grassi, ma anche di cute secca e sensibile. Il risultato migliore lo ottieni versandone un po' sul palmo della mano e distribuendolo sul cuoio capelluto asciutto. Poi diluiscilo con un po' d'acqua e massaggialo sulle chiome. Il consiglio in più Se i tuoi capelli non sono molto folti, alterna l'olio con una formula ultra delicata. SENSORIALE A sinistra, sopra, contiene 6 oli estratti dai fiori preziosi dal profumo intenso: Elvive Olio Straordinario Shampoo-Crema di L'Oréal Paris (3,49 euro). PREZIOSO A sinistra, Caviar Moisture Intense SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BELLEZZA 18/11/2015 Pag. 114 N.48 - 24 novembre 2015 diffusione:269092 tiratura:349415 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/11/2015 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oil Crème Shampoo di Alterna (41,50 euro) con olio di Abissina fa poca schiuma, ma rimuove l'eccesso di sebo alla perfezione. Maggioranza di B COWASH I tuoi capelli hanno bisogno di cure extra: li lavi spesso e ti piace averli sempre in ordine. Purtroppo tendono a diventare crespi con poco: basta uno sbalzo di umidità e l'effetto frizz è dietro l'angolo. La soluzione per te è il conditioner washing, o cowash, cioè un lavaggio effettuato solo con il balsamo. Versane 3-4 cucchiai in una ciotolina, aggiungi 2 cucchiai di zucchero di canna e mescola. Usa il mix come fosse un normale shampoo. I granelli dolci eliminano le impurità alla radice, mentre il balsamo nutre le lunghezze. Lascia in posa 2-3 minuti poi sciacqua a lungo. Il consiglio in più Per un cowash ecofriendly, scegli un balsamo senza siliconi: non solo inquinerai meno, ma i capelli risulteranno più vaporosi. IDRATANTE A destra, sopra, Balsamo Perfect Hydration di Pantene Pro-V (3,49 euro) è arricchito con particelle idratanti, così protegge le chiome. LEGGERO A destra, ideale anche per chi ha chiome sottili, Phytobaume Réparateur di Lierac (14,60 euro, in farmacia) con acido ialuronico e ceramidi. Maggioranza di D SECCO I capelli piatti alla radice sono la tua ossessione: tendi ad averli grassi e appena vedi che si appesantiscono cerchi di rianimarli a colpi di spazzola o con un lavaggio extra, ma non sempre ci riesci perché sei sempre di corsa. Invece di stressarli sgrassandoli troppo, prova lo shampoo secco. E non temere l'effetto talco: oggi le formule sono impalpabili e non lasciano traccia. Spruzza il prodotto a 30 cm di distanza per distribuirlo meglio, lascialo agire per un paio di minuti in modo che le polveri contenute asciughino il sebo e poi spazzola i capelli a testa in giù, per eliminare i residui e dare volume . Il consiglio in più Prova a utilizzarlo anche prima di una pettinatura raccolta: darà maggior volume e sostegno. VOLUMIZZANTE A destra, sopra, con Palette Shampoo Secco Hair Refresh di Testanera (5,09 euro, in salone) elimini in pochi minuti l'effetto radice piatta. PER LE BRUNE A destra, specifico per capelli scuri, Shampooing Sec au Lait d'Avoine Extra Doux di Klorane (12,90 euro, in farmacia) pulisce la radice e mimetizza la ricrescita. scrivile a [email protected], Folio-ID, VITA IN FARMACIA 13 articoli 18/11/2015 Pag. 1 Ed. Roma diffusione:289003 tiratura:424634 "Ticketopoli le carte in Procura" CARLO PICOZZA LE CARTE di "Ticketopoli", la mega truffa sui ticket, dalla Regione sono arrivate in Procura con una denuncia stilata dopo una ricognizione su un milione di cittadini e decine tra cliniche, ambulatori, laboratori e farmacie in odore di operato fraudolento. «È possibile un'alleanza per la legalità tra cittadini e istituzioni», commenta il governatore Nicola Zingaretti. «IN REGIONE», spiega Zingaretti, che è anche commissario di governo per la Sanità del Lazio, «si continua a lavorare soprattutto sulle finte esenzioni, attribuite da qualche centro in convenzione agli assistiti paganti per poi "caricare" sul Servizio sanitario laziale gli importi già intascati». «Il messaggio chiaro che emerge», commenta, «è che quell'alleanza con i cittadini può essere prontamente traducibile in più trasparenza e più servizi alla persona». «È un lavoro impegnativo», dice Zingaretti, «cui siamo impegnati senza trascurare altre scadenze». Quali? «La più imminente è l'attivazione (oggi; ndr) del numero unico per le emergenze: si compone il 112 per chiedere aiuto non più solo ai carabinieri, ma a polizia, vigili del fuoco e al personale sanitario delle ambulanze; è una decisione del Parlamento, che abbiamo voluto a Roma prima dell'apertura dell'Anno santo; inoltre, via via stanno chiudendo i cantieri dei Pronti soccorsi: per il 4 dicembre, quattro giorni prima dell'apertura del Giubileo, i lavori saranno completati in tutti i reparti dell'Emergenza ospedaliera. Intanto aspettiamo per il primo dicembre l'arrivo delle prime 40 nuove ambulanze e 10 auto-mediche...». Torniamo a Ticketopoli: al netto dei casi di frode dei centri privati accreditati ai danni del Servizio sanitario, a quanto ammonta il recupero del ticket evaso dai cittadini? «A oltre 40 milioni di euro: sono stati raccolti in 14 giorni grazie ai primi 40mila contribuenti che si sono messi in regola dopo aver ricevuto l'avviso bonario della Regione». La ricetta elettronica, annunciata anche come antidoto ai furbetti del ticket, quando comincerà a funzionare a pieno regime e per ogni prestazione sanitaria? «Dal primo gennaio i dati delle prescrizioni passeranno direttamente dal pc del medico di famiglia ai centri sanitari chiamati a rispondere al fabbisogno di salute del paziente; per ora la ricetta elettronica interessa i farmaci, quando sarà estesa all'intera gamma delle prestazioni saremo in grado di bloccare le truffe». Quali misure assumerete verso le cliniche, gli ambulatori, i laboratori e le farmacie che hanno truffato i cittadini e la Regione? «Abbiamo individuato molti casi di frodi sospette e li abbiamo segnalati alla procura della Repubblica: aspettiamo lo sviluppo delle indagini; di fronte all'accertamento di quei reati, non esiteremo a valutare la revoca della convenzione ai centri che li hanno consumati». Tra il milione di contribuenti sotto osservazione per il 2009 e il 2010, stimate in «328mila» quanti figurano come esentati per reddito senza averne diritto: eseguirete altri accertamenti per gli anni successivi? «Per la prima volta nel Lazio, l'incrocio dei dati dell'anagrafe tributaria con quelli delle esenzioni ha scoperchiato una realtà impensabile, perciò l'opera di verifica continuerà; tanto più in quanto le cifre del recupero, che nascondono spesso comportamenti censurabili, incideranno positivamente sull'azione del rientro dal deficit a tutto vantaggio dei cittadini onesti perché le risorse rastrellate saranno investite in buona sanità». La restituzione degli aumenti di Irpef e Irap, nel Lazio ai livelli massimi, è stata più volte annunciata: quando diventerà realtà? «Gli sforzi compiuti hanno portato il deficit a 367 milioni, sotto la soglia del 5 per cento del Fondo sanitario regionale (10 miliardi; ndr ): questo risultato nel consuntivo 2014, ci dice che le scelte sono state giuste e la strada del superamento del commissariamento è stata in buona parte battuta; dobbiamo continuare a operare per il ritorno alla normalità dei conti, al loro controllo, alla razionalizzazione della spesa, per poter restituire ai contribuenti del Lazio almeno una parte degli aumenti; il raggiungimento dell'obiettivo, però, non dipenderà solo dalla Regione ma anche dal governo». Dalla vicenda dei falsi esenti ecco l'alleanza possibile tra cittadini e istituzioni per più servizi e trasparenza VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ZINGARETTI 18/11/2015 Pag. 1 Ed. Roma diffusione:289003 tiratura:424634 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le verifiche continueranno dopo il rientro di 40 milioni da 40mila contribuenti che si sono messi in regola I SOCCORSI Un pronto soccorso A sinistra, il governatore Nicola Zingaretti www.regione.lazio.it www.roma.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 33 18/11/2015 Pag. 1 Ed. Torino diffusione:289003 tiratura:424634 Il Sant'Anna e il Martini primeggiano nella top ten degli ospedali nazionali SARA STRIPPOLI A PAGINA VI L'OSPEDALE Mauriziano di Torino batte tutte le strutture piemontesi nel contenimento della mortalità per lo scompenso cardiaco, solo il 4 per cento a 30 giorni dall'intervento. In compenso è di poco inferiore agli standard nazionali per la frattura del collo del femore, per cui si richiede un intervento entro 48 ore e una percentuale del 60 per cento. L'ospedale Sant'Anna è primo in Italia per numeri di parti (7500), anche se non il primo per il numero di cesarei, il 17,5 per cento. Sul fronte opposto, il peggiore per numeri di parti è Ivrea. E l'ospedale di Susa, dove da anni si conduce una battaglia feroce per la sopravvivenza del punto nascite, registra solo 134 parti all'anno, ben al di sotto della soglia di sicurezza di 500 parti all'anno insieme con Acqui Terme. Fra le curiosità, fra i migliori d'Italia per la colicistectomia laparoscopica c'è un privato, la clinica San Luca di Pecetto, quella con cui litiga il direttore regionale Fulvio Moirano per il budget annuale. E fra i migliori in Piemonte sul tasso di mortalità dopo un intervento di by-pass c'è l'ospedale di Alessandria, solo lo 0.97. Sono i primi dati parziali dell'ultimo piano nazionale esiti, lavoro assai complesso dell'Agenas, l'Agenzia nazionale di sanità, che indica il raggiungimento o il fallimento del bersaglio su alcuni indicatori ritenuti fondamentali per giudicare l'affidabilità degli ospedali. Sessantatrè indicatori sull'esito di un intervento, numero di giorni dei degenza e attività. L'ultimo report presentato ieri a Roma dice che la sanità piemontese nel 2014 è ancora migliorata rispetto all'anno precedente. Fra le nostre strutture ci sono alcune posizionate ai vertici e anche il Regina Margherita sugli interventi pediatrici si posiziona assai bene. Il piano esiti è uno dei pilastri del controllo sull'attività degli ospedali italiani da parte del ministero e ieri è stato annunciato che il lavoro proseguirà con il rispetto degli standard da parte dei singoli professionisti: quanti interventi esegue ogni anno Mauro Morino della chirurgia della Città della Salute? E quanti giorni di degenza ci sono in medicina generale al Gradenigo? I primi dati di questo tipo ci saranno nel 2017, annuncia da Roma Marina Davoli di Agenas, che l'assessore Antonio Saitta vuole invitare in Piemonte per un report dettagliato sul Piemonte. In attesa di presentare un quadro completo sull'affidabilità de nostri ospedali, l' assessore è soddisfatto dei risultati: il Piemonte, sottolinea, raggiunge l'obiettivo per la fratture del collo del femore, con l'Asl di Biella che arriva addirittura ad una percentuale dell'82 per cento sul 60 richiesto. Anche sui cesarei il Piemonte si conferma fra le Regioni migliori, mentre bisogna progredire ancora per l'infarto del miocardo acuto, un caso in cui le perfmormace più notevoli sono dell'Asl di Asti e dell'Asl To1, che si avvicina allo standard del 60 per cento. 20 PARTI AL GIORNO L'ospedale Sant'Anna è il primo in Italia per numero di nascite: 7500 nell'ultimo anno. Sotto: l'assessore alla Sanità Antonio Saitta News e aggiornamenti sul sito torino.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INDAGINE DELL'AGENZIA SANITÀ 18/11/2015 Pag. 2 Ed. Torino diffusione:289003 tiratura:424634 SARA STRIPPOLI ESISTE un decreto ministeriale che risale al 1992 il quale indica con tanto di tabella le percentuali attribuite alle singole menomazioni. Che si tratti di incidente automobilistico, ferita di guerra, caduta in montagna o conseguenza di un atto terroristico, per l'azienda sanitaria non può esserci differenza. «Le percentuali non sono sindacabili», precisa l'Asl To2 (Torino nord) diretta da Valerio Alberti. Dopo la denuncia di Carla Bottari , vittima al Museo del Bardo di Tunisi, che dice di essersi sentita impotente di fronte all'asetticità della burocrazia, l'azienda è convinta che non siano stati commessi errori o anche soltanto indelicatezze. E che la valutazione dei medici di via Foligno che l'hanno visitata e controllato lastre e diagnosi non potesse essere diversa. Un esempio per dare un'indicazione comparativa? «All'amputazione di gamba proteisizzabile - è la precisazione - viene attribuita dalla legge la percentuale fissa del 46 per cento». Un altro indicatore? Per la anchilosi di ginocchio rettilineao, la percentuale riconosciuta può oscillare dal 21 al 30 per cento. Una rigidità dell'anca superiore al 50 per cento? Il 35 per cento di invalidità. Il servizio di via Foligno, che afferisce alla medicina legale diretta da Roberto Testi, non avrebbe potuto esprimersi diversamente, insiste l'azienda. Non sono previsti giudizi che prenda in considerazioni singoli casi: «La norma - viene spiegato - tiene conto, come viene detto in molto schematico e non personalizzato, della sola menomazione ma non della modalità con la quale questa si è verificata». Un ricorso, insomma, avrebbe assai probabilmente esito negativo, è quanto l'azienda lascia intendere. L'Asl tiene a ricordare che le commissioni per l'accertamento dell'invalidità civile sono composte da medici legali dipendenti dall'Asl e da medici dipendenti dall'Inps. Ed è alll'Istituto di previdenza, sottolinea la direzione «che compete la definizione della percentuale di invalidità». Lo status di invalido civile viene attribuito solo a chi ha percentuali di invalidità superiore al 33 per cento «utile soltanto per la fornitura di protesi o ausili», dice ancora l'azienda. Che aggiunge un ultimo chiarimento: «I benefici previsti per le vittime di guerra o del terrorismo non sono normati dalle leggi di invalidità civile, ma da diverse forme di assistenza». PERCENTUALI "È tutto previsto dalle norme e non c'è margine sindacabile" LO STATUS Si è invalidi se la valutazione arriva al 33 per cento Il San Giovanni Bosco è uno degli ospedali che fanno riferimento all'Asl Torino 2 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'Asl: "Nessun errore le regole sono precise e noi ci adeguiamo" 18/11/2015 Pag. 1 Ed. Firenze diffusione:289003 tiratura:424634 Le valutazioni Agenas: accanto a molte eccellenze ancora troppe strutture che lavorano poco UNA sanità con picchi di eccellenza ma nella quale non mancano i problemi. Il ritratto della Toscana che esce dal Pne, ovvero programma nazionale esiti redatto da Agenas, l'agenzia sanitaria delle regioni, racconta quali sono gli ospedali che lavorano meglio nelle varie specialità, perché ad esempio hanno la mortalità bassa oppure hanno un'organizzazione che permette di non far aspettare troppo i pazienti o li dimette al momento migliore. Pisa al top per gli interventi sul cancro alla tiroide, Careggi va forte in urologia, cardiologia in calo. Nel quadro nazionale, la Toscana sta certamente bene, cosa che fa dire alla Regione: «Ci confermiamo ai vertici quanto a qualità ed efficienza delle cure ospedaliere». Il governatore Rossi sottolinea che la ricerca arriva a pochi giorni dalla diffusione dei dati sull'applicazione dei Lea, livelli essenziali di assistenza, che vedevano la Toscana al primo posto. BOCCI ALLE PAGINE II E III QUANDO si tratta di interventi cardiochirurgi, in Toscana, il meglio lo offre la fondazione Monasterio di Massa all'ospedale Pasquinucci di Massa. È vero, i numeri delle operazioni di Careggi sono in crescita, Pisa sta in parte risolvendo i suoi storici problemi (anche se il numero di casi è basso), però in fatto di mortalità a 30 giorni, l'istituto di Regione e Cnr viaggia ai primi posti nazionali e questo malgrado proprio nel 2014 ci sia stato un cambio di primario. Sulla cardiochirurgia in Toscana si dibatte da tanto, e a lungo si è pensato di chiudere il reparto di Pisa ed accorparlo a quello di Monasterio, come ha affermato più volte il governatore Rossi. Non è chiaro cosa succederà in futuro, anche perché il privato di Villa Maria Beatrice sembra andare verso lo stop di questa attività (sono in corso in questi giorni gli incontri della proprietà con la Asl). Forse tutto il sistema verrà riorganizzato, visto che i centri di Careggi e del Cnr spiccano sugli altri, anche per numeri di casi. Se la cardiochirurgia è uno dei settori che meglio si prestano ad essere valutati, il Pne lavora su tanti altri indicatori. A prendere in considerazione quelli chirurgici oncologici, l'azienda ospedaliera pisana si piazza ai primi posti a livello nazionale. Intanto è prima in Italia nel numero delle operazioni per cancro alla tiroide, ben 864 l'anno, delle quali il 60% fatte a pazienti che arrivano da fuori regione. Il secondo classificato fa la metà dei casi. Non ci sono altri centri al mondo con questa esperienza. Ma l'azienda ospedaliera di Pisa, a livello di volumi di attività, è seconda in Italia per i cancri al colon, al retto, al pancreas, terza per il rene, quarta per il polmone e quinta per lo stomaco. Non ci sono altre chirurgie oncologiche così complete nel nostro Paese. Careggi va alla grande in urologia, è prima per il numero di casi di tumore al rene e per la vescica e seconda per la prostata. A Firenze i volumi chirurgici, ad esempio della toracica, sono comunque in salita. E sulla mammella, in particolare sui reinterventi entro 90 giorni dalla prima operazione, vanno bene sia il policlinico del capoluogo che quello di Pisa, che attrae molto da fuori regione. A Careggi che vanta uno dei centri cardiologici più grandi del nostro Paese, la mortalità per l'infarto è invece un po' aumentata. Trenta giorni dopo il ricovero, e generalmente dopo l'angioplastica, perdono la vita l'11,2% dei pazienti (la media italiana è 9,19), contro il 9,4 del 2013. Il policlinico fiorentino è organizzato bene in questo settore, visto che nell'indicatore che calcola in quanti casi l'angioplastica viene fatta entro 2 giorni dal ricovero sta al 73% (la media italiana è 41,4%). In Toscana va meglio soltanto Arezzo, con il 74,69%, dove lavora il primario che doveva spostarsi al policlinico. Sempre restando a Careggi, il suo è il secondo pronto soccorso d'Italia per numero di casi, oltre 130mila all'anno, preceduto solo e di poco da quello dell'Umberto I di Roma. Tra gli indicatori considerati più importanti per valutare l'organizzazione degli ospedali c'è quello sugli interventi sulla frattura di femore fatti entro 2 giorni dal ricovero. Quasi sempre i pazienti sono anziani ed è provato che aspettare troppo l'operazione peggiora la qualità della vita nei mesi successivi e alza anche la mortalità. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pagelle ospedali, Toscana promossa in chirurgia oncologica Pisa è al top 18/11/2015 Pag. 1 Ed. Firenze diffusione:289003 tiratura:424634 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In Toscana i più rapidi ad intervenire sono ospedali di media grandezza come quello della Versilia (87,82%) e quello di Montevarchi (84,20%) contro una media italiana intorno al 50%. Va male l'azienda ospedaliera di Siena con il 43%, e non brillano nemmeno i presidi della Asl di Firenze come come Torregalli e Borgo San Lorenzo (50 e 55%). Careggi è risalito al 60,4% dopo un 2013 al 54% (e un 2012 intorno al 61). «Stiamo riformando il nostro sistema sanitario - è il commento ai dati dell'assessore alla Sanità Stefania Saccardi L'obiettivo è proprio quello di mantenere, anzi, se possibile migliorare ancora questi risultati, per dare ai cittadini toscani servizi sanitari sempre più di qualità». UNA sanità con picchi di eccellenza ma nella quale non mancano i problemi. Il ritratto della Toscana che esce dal Pne, ovvero programma nazionale esiti redatto da Agenas, l'agenzia sanitaria delle regioni, racconta quali sono gli ospedali che lavorano meglio nelle varie specialità, perché ad esempio hanno la mortalità bassa oppure hanno un'organizzazione che permette di non far aspettare troppo i pazienti o li dimet- te al momento migliore. Nel quadro nazionale, la Toscana sta certamente bene, cosa che fa dire alla Regione: «Ci confermiamo ai vertici quanto a qualità ed efficienza delle cure ospedaliere». Il governatore Enrico Rossi sottolinea come la nuova ricerca arrivi a pochi giorni dalla diffusione dei dati sull'applicazione dei Lea, livelli essenziali di assistenza, che vedevano la Toscana al primo posto. «Non posso che rallegrarmi e ringraziare di nuovo tutti gli operatori». www.firenze.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ Foto: L'ASSESSORE Stefania Saccardi, assessore regionale alla sanità: in quella toscana ci sono picchi di eccellenza ma anche problemi ancora da risolvere 18/11/2015 Pag. 41 Ed. Cuneo diffusione:189394 tiratura:278795 Apre nel centro commerciale la quarta farmacia comunale La società «Farmacie comunali srl» di Cuneo si amplia. La quarta farmacia pubblica di Cuneo apre oggi, alle 14, nella galleria Auchan a Tetto Garetto. Ieri sono stati sistemati gli ultimi arredi. All'inaugurazione ci saranno il sindaco Federico Borgna, assessori e consiglieri. L'amministratore unico della società al 100% del Comune è Gianpiero Conte, che spiega: «La nuova apertura permette di migliorare il servizio, aumentare l'occupazione e rafforzare il valore della società pubblica». Sette giorni su sette La farmacia è su una superficie di 90 metri quadri. Sarà aperta 7 giorni su 7 (dalle 9 alle 20,30, tranne il lunedì quando la galleria apre alle 10,30). Tre le persone già assunte a tempo indeterminato: ne sono previste altre due entro fine anno, portando a 19 i dipendenti della srl pubblica. Un'altra apertura è in programma nei primi mesi del 2016, al Movicentro, al piano dei binari della Stazione. Il Comune è in trattativa per aprire nella struttura altri negozi. [l. b.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cuneo, nella galleria «auchan» 18/11/2015 Pag. 47 Ed. Roma diffusione:135752 tiratura:185831 Emergency sbarca a Torre Angela: «Un ambulatorio per le cure gratis» Valeria Arnaldi Primo ambulatorio romano per Emergency. Già presente con cinque strutture in Italia, la Ong ieri ha siglato un accordo con la Asl Roma B - firmatari la presidente di Emergency, Cecilia Strada, e il direttore generale della Asl Roma B, Vitaliano De Salazar - per l'apertura, a Torre Angela, di una struttura di circa 200 metri quadri dedicata all'assistenza medica gratuita tra cure di base e corsi di educazione sanitaria. Una scelta attentamente ponderata quella del quartiere: è il più popoloso della città, con circa 260mila residenti dei quali uno su cinque straniero, e presenta diverse situazioni di emarginazione, fragilità e degrado. Il progetto nasce proprio con l'intento, spiega De Salazar, «di raggiungere quelle fasce più deboli presenti nel nostro territorio». «Perché tutti - aggiunge Strada - possano avere accesso alle cure, senza discriminazione». L'ambulatorio dovrebbe essere operativo a partire dal 2016. «I lavori inizieranno a breve e dovrebbero essere completati in un mese e mezzo - afferma Andrea Bellardinelli, coordinatore Programma Italia di Emergency - Speriamo di aprire già i primi giorni del prossimo anno. Cureremo tutti coloro che ne avranno bisogno, senza fare distinzione sulla base di vissuti e provenienze geografiche. Attraverso il lavoro dei mediatori culturali, cercheremo pure di orientare le persone verso strutture del sistema sanitario nazionale». MEDIATORI CULTURALI In ambulatorio saranno impegnati un medico, che potrà essere affiancato da volontari, uno o due infermieri e tre o quattro mediatori. «Poi ovviamente - prosegue - dipenderà dalla risposta del territorio. Inizialmente ci occuperemo delle cure mediche di base, poi, a seconda dei bisogni che la Asl ci aiuterà a identificare, potremo aggiungere servizi specialistici di pediatria e ginecologia». Sono questi ultimi, infatti, i capitoli già attivi negli altri ambulatori, per esigenza di informazione e strategia di prevenzione, ma anche per avvicinare nuclei familiari che vivono ai margini e dare loro informazioni di base, dalle malattie sessualmente trasmissibili fino alla gravidanza. Appena siglato, il progetto potrebbe essere ampliato presto. «Stiamo valutando la possibilità di affiancare all'ambulatorio fisso una delle nostre cinque cliniche mobili, attualmente impegnate altrove - conclude Bellardinelli - Ciò ci permetterebbe di essere presenti su un'area più ampia. Roma ha diverse sacche di estrema vulnerabilità. Così l'agro pontino». Foto: MEDICI, INFERMIERI E PEDIATRI OPERATIVI NELLA STRUTTURA CHE NASCERÀ GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE CON L'ASL RM B Foto: Gli scavi nell'area archeologica dove sono riaffiorati i proiettili lanciati dai romani VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ 18/11/2015 Pag. 3 Ed. Milano diffusione:85021 tiratura:120193 Nella Giornata internazionale del neonato il San Matteo dona una speranza ai prematuri Il Policlinico: la percentuale di sopravvivenza è in aumento ma occorrono comunque cure specializzate e d'avanguardia DANIELA SCHERRER Quasi tutti alla nascita pesavano meno di due chili, qualcuno addirittura meno di uno. Eppure ce l'hanno fatta e oggi, grazie alle cure dei medici e del personale della Patologia neonatale del San Matteo di Pavia - un riferimento regionale -, conducono una vita normale. L'incontro a "porte aperte" della Neonatologia pavese, voluta ieri in concomitanza con la Giornata internazionale del neonato, incoraggia le famiglie che oggi hanno un minuscolo esserino in una incubatrice e che trepidano per la sua sopravvivenza. Sempre di più e sempre meglio i prematuri riescono a vincere la loro battaglia e a garantirsi una vita senza quelle difficoltà - che spesso diventavano disabilità o patologie permanenti - del passato. Solo nel 2014 a Pavia sono stati salvati in Patologia neonatale e Terapia intensiva cento neonati, tutti di peso inferiore al chilo e mezzo. «Un bambino su dieci nasce prima del termine - spiega il direttore di Neonatologia Mauro Stronati -: cinquantamila all'incirca i prematuri che vengono al mondo in Italia. La loro percentuale di sopravvivenza si è molto innalzata, ma restano comunque esserini alquanto fragili, che necessitano di cure specializzate e avanguardistiche per combattere patologie e disabilità permanenti. Nell'84% dei casi i bambini non hanno riportato conseguenze e l'11% ha esiti minori. Anche alcune disabilità gravissime come la paralisi cerebrale sono calate percentualmente dal 19% di vent'anni fa al 3.2% di oggi. La storia a lieto fine di chi in questa giornata è qua tra noi è il riconoscimento più prezioso per noi medici». Nei loro sguardi la gioia e il sorriso di chi si affaccia alla vita con una grande battaglia già vinta. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pavia. 18/11/2015 Pag. 20 Ed. Bologna diffusione:113338 tiratura:156629 «Le farmacie di Castel San Pietro possono stare aperte se il sindaco lo vuole» - CASTEL SAN PIETRO - UNA FARMACIA aperta nel capoluogo anche quando è di turno quella di Osteria Grande? Sì, se il Comune lo vuole. C'è una strada percorribile per evitare la 'serrata' di tutte le farmacie del capoluogo una domenica su cinque, ovvero quando è di turno quella di Osteria Grande. A spiegarlo è Paolo Manfredi, presidente dell'Ordine dei farmacisti della Provincia di Bologna. Innanzitutto una precisazione: «La turnazione è decisa e stabilita dalle aziende sanitarie locali, non dall'Ordine dei Farmacisti». Fatta la doverosa puntualizzazione, Manfredi spiega appunto come sia «possibile estendere l'orario di apertura della farmacie in modo facoltativo, possibilità che, preciso, non riguarda solo le farmacie visto che si rifà a una normativa del commercio». E questo vale «sia chiaramente per le farmacie private che per quelle comunali». Posto dunque l'obbligo delle farmacie di attenersi all'orario di garanzia del servizio stabilito dalla legge, per il resto le farmacie possono decidere, esattamente come una qualsiasi altra attività commerciale, di estendere il proprio orario. E vale, appunto, anche per le farmacie comunali. In quest'ultimo caso «spetta al sindaco prendere questa decisione». Su questo potrebbero far dunque leva i molti cittadini castellani che, dopo l'entrata in turnazione della farmacia di Osteria Grande, lamentano l'assenza di una farmacia aperta nel capoluogo una domenica ogni cinque. Chiedono, come ha riferito al sindaco Fausto Tinti Giovanni Bellosi del comitato 'La voce di chi non ha voce', «almeno una farmacia aperta delle due comunali, o quella della Bertella o quella in via Matteotti». Rispetto poi ad un altro tema attualissimo come il possibile spostamento della farmacia della Bertella nella zona di via Scania, Manfredi puntualizza che «tutte le farmacie possono essere spostate se la distanza della sede scelta per il ricollocamento è conforme alla normativa regionale in vigore». In ultimo il presidente dell'Ordine dei farmacisti Paolo Manfredi 'apre' ai cittadini, assicura «massima collaborazione e apertura al dialogo anche per eventuali chiarimenti, nell'ottica di garantire la miglior fruibilità del servizio», e anticipa che il prossimo 30 novembre l'Ordine assieme a Federfarma, Ascomfarma e Afm darà vita a un'associazione che avrà come scopo la consegna a domicilio di medicinali a persone bisognose da parte di farmacisti volontari (senza scopo di lucro), «un servizio che partirà a Bologna ma che ha come obiettivo quello di essere poi esteso in tutta la provincia». Claudio Bolognesi VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ORDINE DEI FARMACISTI E LA POLEMICA SUI TURNI CHE PENALIZZANO I CASTELLANI 18/11/2015 Pag. 15 Ed. Macerata diffusione:113338 tiratura:156629 «In vendita il 49% di Gas Marca» IL PIANO di dismissione delle partecipate comunali, allegato nella cartellina del Consiglio convocato per questa sera (ore 21.30) verrà emendato e non prevede la vendita del 100% di Gas Marca tramite procedura pubblica, ma solo del 49%. La maggioranza delle quote resta comunale per almeno altri cinque anni dopo di che verrà anch'essa ceduta. Lo specifica il sindaco Tommaso Corvatta che però conferma tutto il resto dell'impianto. DELLE SEI società attuali, sopravvivranno solo due società: l'Atac che assorbirà le Farmacie cedendo il settore trasporti, l'illuminazione pubblica, il settore pubblicità, e la Civita.s che cede ad Atac la gestione dei parcheggi a pagamento e trattiene il servizio tributi. Quanto alle farmacie, decisa la vendita di uno delle sei (in pole quella di via Indipendenza) e del magazzino farmaci. «La vendita del 49% di Gas Marca rappresenta la conclusione di un percorso fatto di mediazioni e lunghe trattative in seno alla maggioranza che ha trovato la quadra su principi di finanza, di politica sociale e di tutela dell'occupazione e infatti c'è anche l'accordo dei dipendenti e dei sindacati», spiega Tommaso Corvatta. Altra novità: mentre il piano originario prevedeva, per le partecipate sopravvissute, un solo amministratore a gestirle, nel documento emendato il consiglio di amministrazione sale a tre componenti. PER IL RESTO, è confermata l'intenzione del Comune di uscire anche dalla partecipazione all'interno della cooperativa Il Nodo e dal consorzio del mercato ittico. Un processo di privatizzazione e dismissione di asset pubblici che stasera verrà discusso e votato in un clima politico che vede su posizioni opposte maggioranza e opposizione. Lorena Cellini VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PIANO DELLE PARTECIPATE ANCHE UNA FARMACIA FINISCE SUL MERCATO 18/11/2015 Pag. 8 Ed. Livorno diffusione:88274 tiratura:127149 - ROSIGNANO-CECINA - QUEST'ANNO si sta facendo attendere più del solito, ma nei prossimi giorni il quadro meteorologico cambierà completamente, facendoci passare dalle maniche di camicia a guanti e cappotti. Un calo delle temperature marcato e brusco che, come accade ogni anno, mieterà le prime vittime colpite dai classici raffreddori e dai primi virus influenzali di stagione. Per questo motivo è al via la campagna antinfluenzale 2015-16, che nell'area di competenza della Usl 6 ammonta ad un totale di circa 75mila dosi di vaccino che sono in consegna a medici di famiglia e pediatri, oltre che nelle strutture aziendali deputate alla somministrazione. CON l'oramai consueto dibattito tra favorevoli e contrari che è tornato d'attualità. Vaccinarsi o meno in vista dell'epidemia influenzale, infatti, è un argomento che divide vista la crescente diffidenza da parte della cittadinanza che dovrà quantomeno essere rassicurata sul fatto che non ci sia nessuno pericolo, perché altrimenti sarà difficile mantenere lo stesso livello di dosi somministrate registrato negli ultimi anni. E proprio in tal senso abbiamo voluto raccogliere il parere del noto medico rosignanese e cardiologo all'ospedale di Cecina, il dottor Claudio Marabotti che ci ha spiegato: «L'influenza può essere molto pericolosa, poiché il virus può presentare delle mutazioni genetiche che possono renderlo letale. Basti pensare alla terribile influenza «spagnola» nel 1918 causò in Europa oltre 50milioni di morti e pose le basi per lo sviluppo nza di malattie neurologiche gravi come il Parkinson. Senza giungere a questi eccessi, anche la comune influenza pur essendo una malattia a decorso benigno può avere complicazioni molto serie che in soggetti «fragili» possono procurare ricoveri ospedalieri o anche la morte. Ogni anno, solo in Italia si registrano oltre 7mila decessi morti legati al virus influenzale. Ma il vaccino è sicuro e anche molto efficace, si stima infatti che possa prevenire oltre il 60% delle sindromi influenzali. Per questi motivi, la vaccinazione contro l'influenza deve certamente essere raccomandata ai soggetti debilitati, ad esempio diabetici, cardiopatici e affetti da broncompneumopatie croniche. Io mi vaccino ogni anno, da oltre 30 anni». IL PERIODO giusto per vaccinarsi è il mese di novembre, visto che la profilassi diventa efficace dopo circa due settimane dal momento della vaccinazione e che i picchi epidemici si verificano di solito tra la fine di dicembre e i primi di febbraio. Chiunque può acquistarlo in farmacia, ma agli anziani over 65, ai cittadini appartenenti alle categorie a rischio e alle donne in gravidanza l'immunizzazione viene offerta gratuitamente. g.s. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Arriva l'influenza, pronti i vaccini 18/11/2015 Pag. 9 Ed. Lucca diffusione:88274 tiratura:127149 Farmaci , consumo ancora elevato In un mese oltre 170mila ricette 2.423.038,27 EURO per i farmaci consumati nel mese di ottobre. E' la cifra che emerge dal pagamento delle distinte emesse dalle farmacie convenzionate relative alle ricette dello scorso mese. Nel dettaglio si tratta di un importo di 314.814,01 euro per le farmacie pubbliche e di 2.196.086,67 euro per le farmacie private. Il pagamento avverrà con bonifici su conto corrente bancario. La delibera dell'Asl prevede il pagamento alle farmacie convenzionate pubbliche, a fronte delle distinte, della somma complessiva pari a € 314.814,01; importo che è comprensivo del ticket quota pezzi di 9.294 euro pagato dagli assistiti alle farmacie; e di 2.196.086,67 euro, anche in questo caso importo comprensivo del ticket quota pezzi per 78.568,41 euro pagato dagli assistiti alle farmacie private. Nel mese di ottobre ci sono state, nella Piana di Lucca 117.566 ricette spedite di cui 60.084 elettroniche per un importo lordo delle ricette di 1.829.436,01 euro e un importo della compartecipazione alla spesa (ticket) di 241.644,53. Nella Valle del Serchio ci sono state 52.865 ricette spedite nel mese di ottobre di cui: 18.135 elettroniche, con un importo lordo delle ricette di 776.737,37 euro e un importo della compartecipazione alla spesa di 92.280,88 euro. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ UNA SPESA DI 2,4 MILIONI DI EURO 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 Gli ospedali liguri tra promossi e bocciati San Martino e Gaslini bocciati per i troppi bimbi nati con il cesareo RAPALLO E SAVONA La casa di cura Iclas in testa nella cardiochirurgia e il San Paolo per la colecisti BISTURI Il Galliera in vetta per l'Ortopedia delle articolazioni e per i tumori allo stomaco GUIDO FILIPPI IL GIGANTE della sanità ligure non ha i bisturi affilati, ma è al top nazionale per i tumori ai polmoni e per l'ictus. Il San Martino si fa superare dai vicini del Galliera anche sull'Ortopedia, ma non ha rivali sull'Otorino, specialità che, da qualche anno, richiama pazienti anche da altre regioni, mentre arranca sulla Cardiochirurgia dover, ancora una volta, viene superato dalla clinica privata Iclas di Rapallo. Cartellino rosso, sempre per il San Martino, ma anche per il Gaslini per i parti con taglio cesareo: dal 34 al 37% su 2.300 bambini nati. Una percentuale altissima, da ospedale del Sud. Al primo posto, ben al di sotto della media nazionale, ci sono i reparti del San Paolo di Savona e del Santa Corona di Pietra Ligure. È una delle tante istantanee scattate da Agenas ( l'Agenzia per i servizi sanitari), il braccio operativo del ministero della Salute che da alcuni anni valuta l'attività di oltre 1.500 ospedali, pubblici e convenzionati, e che ieri ha presentato il piano nazionale esiti sull'attività del 2014. Il metodo è riconosciuto a livello scientifico: sono state analizzate le cartelle cliniche sui ricoveri, sugli interventi chirurgici, valutata la mortalità (tenendo sempre conto dell'età e delle condizioni generali del paziente), ma sono state misurate anche i giorni di attesa per le operazioni al femore. Nella classifica nazionale, vince per distacco la Toscana che, come già per i livelli essenziali di assistenza Lea, guarda tutti dall'alto, compreso l'Emilia, la Lombardia, il Veneto e il Piemonte. La Liguria si difende bene, è migliorata in alcune specialità, ma presenta ancora molte difficoltà sia come qualità che come efficacia, tanto è vero che la Regione spende ogni anno quasi 60 milioni di euro per pagare le fughe oltre Appennino. La Liguria ha una delle migliori performance sugli interventi chirurgici per la frattura del collo del femore: almeno cinque ospedali da quello di Rapallo a San Martino sono sopra la media nazionale (malati operati entro 48 ore dal ricovero in pronto soccorso), ma il Villa Scassi, il Santa Corona e il San Paolo di Savona non brillano come tempi di attesa per le fratture di tibia e perone. Il San Martino si conferma punto di riferimento regionale per i tumori alla mammella, al secondo posto dietro a Savona per il colon, ma è in difficoltà per i tumori allo stomaco dove viene doppiato, come risultato, dal Galliera che è migliorato ancora nei ricoveri lampo (tre giorni di ricovero) dopo le operazioni di colecisti. Promossa a pieni voti, anche quest'anno la Neurologia del San Martino che è anche il centro ligure di secondo livello per l'ictus: in coda il Santa Corona e l'ospedale di Imperia. Vince il privato, inq uesto caso l'Alma Mater della Spezia negli interventi in artroscopia al ginocchio (reitervento entro sei mesi), seguita da Savona e dall'Evangelico di Voltri. Torniamo al quadro nazionale. Complessivamente è migliorata la qualità delle cure ed è diminuito di oltre un milione in dieci anni il numero di persone, adulti e bambini, ricoverate in ospedali, passati da 7,7 milioni nel 2005 a 6,5 nel 2014, ma ci sono ancora due sanità, come ha sottolineato il ministro Beatrice Lorenzin: «Il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud, è ancora troppo forte. Dall'indagine sono emerse due indicazioni, una positiva perché si va verso un trend di miglioramento dei fattori di rischio per la popolazione, e l'altra negativa che riguarda la preoccupante divergenza tra Nord e Sud». «Ora sappiamo dove si "sbaglia" e dove è necessario intervenire - sottolinea il presidente della Fiasol, la federazione di Asl e ospedali Francesco Ripa di Meana cos ì è poi più facile per le Aziende convincere i professionisti a mettere in moto un circolo virtuoso a beneficio dei pazienti e della sostenibilità economica del sistema. Basta però non considerarlo mai come un giudizio inappellabile per aziende e professionisti». Cartelle cliniche, dimissioni e interventi chirurgici ai raggi x L'Agenas ha esaminato l'attivit à del 2014 di oltre 1.500 ospedali (pubblici e convenzionati), attraverso le cartelle cliniche e le schede di dimissione dei pazienti. La classifica evidenzia, in percentuale, il risultato dell'intervento chirurgico (tenendo conto dell'et à del paziente e di altre malattie), mentre tra parentesi viene indicato il numero dei pazienti operati. In verde il VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli esperti del ministero della Salute hanno valutato l'attività dei reparti, i tempi di attesa per le urgenze e i risultati 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato reparto che, secondo lo studio nazionale, hanno riportato le performance migliori e in rosso la struttura con i risultati meno brillanti. Non sono stati inseriti i centri che hanno una casistica molto bassa. BRONCOPOLMONITE CRONICA RIACUTIZZATA PERCENTUALE MORTALITÀ A 30 GIORNI DAL RICOVERO NUMERO INTERVENTI media nazionale 8,83% Imperia 174 Sarzana 315 Villa Scassi 262 Galliera 155 Santa Corona 105 Sanremo 108 San Martino 317 Savona 294 6,80 7,29 7,60 7,94 8,74 11,61 13,98 15,94 INTERVENTO AL GINOCCHIO IN ARTROSCOPIA PERCENTUALE SUL TOTALE REINTERVENTO ENTRO 6 MESI 1,29% media nazionale Alma Mater (SP) 1.056 Savona 159 Evangelico Voltri 135 Albenga 1.230 San Martino 408 Sestri Ponente 754 Galliera 665 Bordighera 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 455 Rapallo 1.170 0,49 1,29 1,30 1,36 1,71 2,27 2,43 3,05 4,17 PERCENTUALE DIMISSIONI ENTRO 3 GIORNI INTERVENTO COLECISTI IN LAPAROSCOPIA NUMERO INTERVENTI media nazionale 66,55% Sarzana 106 Sanremo 109 Galliera 306 San Martino 230 Savona 108 Imperia 84 Villa Scassi 92 Lavagna 51,92 90,91 95,19 86,60 75,93 76,63 77,81 86,53 INFARTO MIOCARDICO ACUTO CON ANGIOPLASTICA TRATTAMENTO ENTRO 48 ORE PERCENTUALE SUL TOTALE media nazionale 65,16% Lavagna 89 Sanremo 141 Villa Scassi 177 La Spezia 128 Savona 163 Galliera VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 47 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 99 San Martino Ist 167 Santa Corona 82 82,27 83,84 81,92 67,7 71,86 73,74 77,91 79,69 PERCENTUALE MORTALITÀ A 30 GIORNI BYPASS AORTOCORONARICO NUMERO INTERVENTI media nazionale 2,31% Iclas Rapallo San Martino Ist 197 4,51 411 1,78 ICTUS INTERVENTI NUOVO RICOVERO A 30 GIORNI media nazionale 7,28% Lavagna 181 Savona 248 Galliera 168 Imperia 187 Villa Scassi 239 La Spezia 213 San Martino 441 Santa Corona 189 Sanremo 106 4,69 4,84 6,63 9,30 9,52 9,65 10,24 11,25 13,45 ICTUS PERCENTUALE SUL TOTALE VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 48 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MORTALITÀ A 30 GIORNI DAL RICOVERO media nazionale 11,25% San Paolo 262 San Martino 480 La Spezia 239 Lavagna 20 Villa Scassi 278 Sanremo 225 Imperia 217 Santa Corona 214 7,76 8,76 11,35 14,30 15,31 15,41 15,69 16,17 PARTI CON TAGLIO CESAREO PERCENTUALE CESAREI NUMERO PARTI media nazionale 25,69% Savona 718 Santa Corona 590 Sanremo 471 Lavagna 581 Imperia 601 Galliera 898 Villa Scassi 614 Voltri 483 La Spezia 786 Gaslini 887 San Martino Ist VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 49 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 1.413 15,01 17,23 20,49 21,46 22,00 24,16 26,83 32,64 33,87 34,27 37,27 INTERVENTI PER TUMORE ALLA MAMMELLA NUMERO DI INTERVENTI San Martino Santa Corona Sanremo 143 139 124 Villa Scassi La Spezia 89 108 Savona INTERVENTO PER TUMORE DEL COLON PERCENTUALE MORTALITÀ A 30 GIORNI DAL RICOVERO NUMERO INTERVENTI media nazionale 4,07% Savona 131 San Martino 453 Lavagna 84 La Spezia 126 Santa Corona 137 Galliera 218 Villa Scassi 153 Sanremo 8,13 128 2,63 4,26 4,33 4,43 4,67 5,27 5,41 FRATTURA DEL COLLO DEL FEMORE PERCENTUALE SUL TOTALE INTERVENTO CHIRURGICO ENTRO 48 ORE media nazionale 49,94% VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 50 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rapallo 214 Santa Corona 267 La Spezia 338 Savona 273 San Martino Ist 436 Sanremo 223 Imperia 101 Villa Scassi 251 Galliera 229 Voltri 14,92 24,58 26,69 27,86 36,93 50,56 50,62 69,23 69,60 87,12 PERCENTUALE MORTALITÀ A 30 GIORNI DAL RICOVERO INTERVENTO PER TUMORE STOMACO NUMERO INTERVENTI media nazionale 5,86% Galliera San Martino Ist 69 130 5,80 FRATTURA TIBIA - PERONE media nazionale GIORNI DI ATTESA PER L'INTERVENTO NUMERO DI INTERVENTI San Martino Ist 67 Galliera 38 Savona 47 Santa Corona 78 La Spezia 42 Villa Scassi 30 PERCENTUALE MORTALITÀ A 30 GIORNI DAL RICOVERO VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 51 18/11/2015 Pag. 18 Ed. Genova diffusione:50924 tiratura:71724 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVENTO PER TUMORE AL POLMONE NUMERO INTERVENTI media nazionale 1,33% Villa Scassi 0,09 88 San Martino Ist 0,89 382 Santa Corona 181 INTERVENTI PER FRATTURA DEL FEMORE NUMERO DI INTERVENTI San Martino La Spezia Savona Santa Corona Villa Scassi Galliera Rapallo Sanremo Voltri 806 451 395 384 347 322 317 303 221 Imperia Lavagna 83 129 INTERVENTI PER TUMORE ALLA LARINGE NUMERO DI INTERVENTI San Martino Sanremo Savona Sestri Ponente 17 10 7 3 La Spezia Foto: [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 52 18/11/2015 Pag. 30 Ed. Benevento diffusione:48191 tiratura:71039 I turni in città le aperture di oggi Il servizio di apertura pomeridiana sarà espletato dalla farmacia Manna Maurizio ubicata al corso Vittorio Emanuele. Il servizio notturno, invece, verrà garantito dalla farmacia Fatebenefratelli al viale Principe di Napoli. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/11/2015 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LE FARMACIE PROFESSIONI 2 articoli 18/11/2015 Pag. 38 diffusione:48518 tiratura:74334 Marketing e vendite sono la ricetta per entrare nel mondo farmaceutico Cosimo Firenzani MILANO AUMENTA la richiesta di figure professionali per marketing e vendite nel settore farmaceutico in Lombardia. Nei primi sei mesi del 2015 le richieste si sono rivelate in crescita del 26 per cento. È il quadro che emerge da un'analisi della Elan International, società di cacciatori di teste. «In questo momento si parla tanto dell'industria farmaceutica italiana. Un settore, come la moda, che ha un know how italiano e che sta vivendo dei cambiamenti anche per quanto riguarda le figure professionali», spiega Giuseppe Cristoferi, partner e fondatore di Elan International. Quali sono le figure professionali richieste dall'industria farmaceutica? «Finora abbiamo visto operare soprattutto informatori farmaceutici, ma adesso sta aumentando la richiesta di persone che hanno studi di marketing e di market access manager, che invece provengono da percorsi scientifici. Per il marketing e vendite il mercato farmaceutico sta assumendo logiche del mercato di massa per quanto riguarda i farmaci da banco». Che figure sono? «I direttori delle funzioni vendite e marketing sono dirigenti di primo livello, quindi con compensi fissi importanti. Si parte da un minimo di 80mila euro lordi annui fino ai 200mila, a cui va aggiunta una componente variabile, in funzione dei risultati raggiunti». Qual è la strategia delle case farmaceutiche? «Devono mettere in atto una diversa strategia sul mercato per rafforzare la leadership di marca conquistata in precedenza, ma anche per far fronte a potenziali erosioni di quota di mercato. Inoltre negli ultimi anni le grandi multinazionali specializzate nella genericazione sono entrate nel mercato italiano, guadagnando rapidamente quote di mercato e creando strutture di professionisti qualificati». Che cosa consiglierebbe a un giovane appena laureato in marketing? «Di proporsi ad aziende del settore subito dopo aver preso la laurea magistrale. Dopo un giovane può anche scegliere di fare un master specifico. Ma prima secondo me dovrebbe iniziare a lavorare». Non ci sono solo le figure professionali legate al marketing... «Sono sempre più richiesti anche i market access manager. Si occupano di seguire il lungo processo di accesso al mercato di un farmaco relazionandosi con soggetti privati ma soprattutto pubblici». Che percorsi di studio devono avere questi addetti? «Sono indispensabili lauree di impronta scientifica. C'è poi anche un terzo blocco di professionalità: quello degli addetti alla farmacovigilanza . Si occupano di tutte le attività finalizzate a valutare le informazioni relative alla sicurezza dei farmaci. E anche in questo caso sono necessarie lauree scientifiche». PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2015 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Marketing e vendite sono la ricetta per entrare nel mondo farmaceutico 18/11/2015 Pag. 4 tiratura:60000 Batteri che resistono A causa di prescrizioni imprecise e di un utilizzo troppo disinvolto medicinali di fondamentale importanza stanno perdendo parte della loro efficacia FERDINAND OCANCELLI L'Organizzazione mondiale della sanità ha indetto tra il 16 e il 22 novembre prossimi la «World Antibiotic Awareness Week», la settimana della consapevolezza sull'utilizzo degli antibiotici. Un recente editoriale apparso su «The Lancet Infectious Diseases» proprio commentando questa iniziativa inquadra il sempre più grave problema della diffusa resistenza di alcuni microrganismi agli antibiotici. Nel maggio di quest'anno la World Health Assembly ha richiamato i propri membri in vari Paesi ad adottare opportune strategie d'azione per contrastare il fenomeno entro i prossimi due anni ma la situazione sembra piuttosto difficile da controllare. Antimicrobial resistance: the Hydra among us è il titolo dell'editoriale di «The Lancet» che aiuta il lettore a comprendere un fenomeno tanto preoccupante quanto misconosciuto al grande pubblico. In pratica gli antibiotici ai quali siamo abituati stanno perdendo parte della loro efficacia perché diversi batteri, alcuni tra l'altro agenti patogeni di malattie molto gravi e diffuse come le polmoniti o la tubercolosi, hanno sviluppato o svilupperanno meccanismi di resistenza che li rendono immuni all'azione dei farmaci. Per comprendere il fenomeno nella sua complessità servirebbe un monitoraggio attento della prevalenza dei fenomeni di resistenza agli antibiotici ma, come sottolinea «The Lancet», molti Paesi poco o mediamente sviluppati mancano completamente di sistemi di sorveglianza efficaci. L'India, viene citato a titolo di esempio, sta «lentamente sviluppando un sistema di sorveglianza nazionale» ma «ci vorranno anni per arrivare a mettere insieme dati utili». Ma quali sono le cause alla base dell'insorgenza di un fenomeno che rischia di farci passare dal secolo degli antibiotici a quello della resistenza agli stessi? L'editoriale, citando un recente rapporto del Centre for Disease D ynamics, Economics and Policy dal titolo The State of the World's Antibiotics 2015 , evidenzia come all'origine della resistenza vi sia un uso inappropriato di tali farmaci in due aree: quella umana e quella animale. Nell'uomo i problemi sono molteplici, alcuni anche sotto i nostri occhi nella pratica medica quotidiana: prescrizioni inadeguate quando l'agente eziologico della malattia magari è virale e non batterico (classico a questo proposito l'uso immediato di antibiotici in banali infezioni virali delle vie aeree), uso di dosi al di sotto di quelle consigliate («perché si sa che i medici esagerano sempre», mi sono sentito dire un giorno da una paziente), interruzione della terapia ai primi miglioramenti sintomatologici, uso indiscriminato di più antibiotici magari in rapida successione e senza ricetta medica in quei Paesi, e sono tanti, in cui la vendita di tali farmaci avviene tra i prodotti da banco o in rete. Negli animali per molti anni è stato routinario utilizzare gli antibiotici come promotori della crescita o come profilattici delle infezioni in cibo e acqua somministrati a capi d'allevamento che in molti casi venivano cresciuti in ambienti angusti e in scadenti condizioni igieniche. Non si deve pensare però che tali esempi di cattivo utilizzo facciano parte del passato: la California, riporta l'editoriale, a metà ottobre di quest'anno è stato il primo Stato Usa a mettere al bando gli antibiotici come promotori della crescita per gli animali da allevamento. E questo in un Paese, gli Stati Uniti appunto, con i più alti livelli di consumo di farmaci nel mondo e in cui l'ottanta per cento degli antibiotici utilizzati è destinato agli animali, gli stessi che poi l'uomo consuma come carne tutti i giorni. La minaccia è reale: la stessa rivista ha pubblicato sempre nel mese di ottobre un articolo che spiega chiaramente che la resistenza batterica agli antibiotici mette a rischio anche la profilassi per gli interventi chirurgici o la chemioterapia. Quali sono allora le possibili soluzioni? «The Lancet» tocca alcuni punti delicati anche nell'attualità del dibattito italiano. Uno fra tutti le vaccinazioni: in un momento di drammatica flessione del tasso di individui vaccinati in molti Paesi occidentali, Italia compresa, grazie ad alcune infondate voci di presunte complicazioni legate ai vaccini, la necessità è quella di vaccinarsi per i casi indicati. Una polmonite che complica un'influenza, malattia a torto quasi confusa con un raffreddore un po' più grave, comporterà sicuramente l'uso di antibiotici e l'uso dovrà essere corretto e monitorato. Perché rischiare se esiste un PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2015 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sull'uso inappropriato degli antibiotici 18/11/2015 Pag. 4 tiratura:60000 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/11/2015 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato vaccino? L'ottimizzazione delle condizioni igieniche in ospedali e allevamenti, la limitazione dell'utilizzo degli antibiotici ai casi per i quali è veramente necessario, la corretta posologia, una maggior consapevolezza del fenomeno della resistenza sia nel grande pubblico che tra gli addetti ai lavori, politiche serie di monitoraggio dei dati, la messa al bando di tali molecole per usi scorretti nell'allevamento a fini alimentari e, speranza per il futuro, lo sviluppo e la ricerca di nuove classi di farmaci: queste le sole soluzioni possibili. «Gli antibiotici rappresentano una preziosa risorsa che ha cambiato il volto della medicina - conclude l'articolo - non possiamo permetterci di perdere la loro efficacia nella lotta contro le malattie». PERSONAGGI 2 articoli 17/11/2015 09:54 Sito Web IlFarmacistaOnline.it "È la manovra dell'inganno", così la definisce il componente della commissione Sanità del Senato. "È tanto più vergognosa la sceneggiata che sta andando in onda in Commissione Bilanci sui provvedimenti a favore del Sud, che il governo non vuole inserire nella manovra, mentre si registrano i rilievi della Commissione europea che rimanda la legge di stabilità alla prossima primavera". 17 NOV - "Niente misure per il Sud, aria fritta sulla sicurezza, propaganda sulle tasse e tagli lineari che feriscono a morte la sanità anziché cesoie sulla spesa improduttiva per abbassare drasticamente le tasse e favorire la crescita: questa è la legge di stabilità dell'inganno. Una manovra in deficit che dietro l'angolo nasconde clausole di salvaguardia capestro che alla fine peseranno ancora una volta sulle spalle di famiglie, imprese, disoccupati, giovani e donne. E' tanto più vergognosa la sceneggiata che sta andando in onda in Commissione Bilancio del Senato proprio sui provvedimenti a favore del Sud, che il governo non vuole inserire nella manovra, essendo ancora impreparato nonostante i roboanti annunci sul masterplan, mentre si registrano i rilievi della Commissione europea che rimanda la legge di stabilità alla prossima primavera, quando, con tutta probabilità, Renzi dovrà rimangiarsi la paghetta irrisoria di oggi con una manovra correttiva che aumenterà le tasse". Lo dichiara in una nota Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), componente della commissione Igiene e Sanità del Senato. PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/11/2015 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Stabilità. D'Ambrosio Lettieri (CoR): "Niente misure per il Sud, aria fritta su sicurezza e tagli lineari a sanità" 17/11/2015 Sito Web QS - QuotidianoSanita.it Stabilità. D'Ambrosio Lettieri (CoR): "Niente misure per il Sud, aria fritta su sicurezza e tagli lineari a sanità" "È la manovra dell'inganno", così la definisce il componente della commissione Sanità del Senato. "È tanto più vergognosa la sceneggiata che sta andando in onda in Commissione Bilanci sui provvedimenti a favore del Sud, che il governo non vuole inserire nella manovra, mentre si registrano i rilievi della Commissione europea che rimanda la legge di stabilità alla prossima primavera". 17 NOV - "Niente misure per il Sud, aria fritta sulla sicurezza, propaganda sulle tasse e tagli lineari che feriscono a morte la sanità anziché cesoie sulla spesa improduttiva per abbassare drasticamente le tasse e favorire la crescita: questa è la legge di stabilità dell'inganno. Una manovra in deficit che dietro l'angolo nasconde clausole di salvaguardia capestro che alla fine peseranno ancora una volta sulle spalle di famiglie, imprese, disoccupati, giovani e donne. E' tanto più vergognosa la sceneggiata che sta andando in onda in Commissione Bilancio del Senato proprio sui provvedimenti a favore del Sud, che il governo non vuole inserire nella manovra, essendo ancora impreparato nonostante i roboanti annunci sul masterplan, mentre si registrano i rilievi della Commissione europea che rimanda la legge di stabilità alla prossima primavera, quando, con tutta probabilità, Renzi dovrà rimangiarsi la paghetta irrisoria di oggi con una manovra correttiva che aumenterà le tasse". Lo dichiara in una nota Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), componente della commissione Igiene e Sanità del Senato. 17 novembre 2015 © Riproduzione riservata PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/11/2015 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Governo e Parlamento