Storie di uomini e moto veloci

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Storie di uomini e moto veloci
Storie di uomini e moto veloci
morbidelli
il documentario
Prima della velocità, del rischio, dell’adrenalina e del rumore, c’era lei. La passione. Quando Giancarlo
Morbidelli è entrato nel retrobottega della sua fabbrica di macchine per il legno di Pesaro e ha deciso di
costruire una moto da corsa, c’era solo l’amore per le due ruote a guidarlo. Tutto il resto è venuto dopo.
I piloti, i prototipi, i meccanici, gli ingegneri, i manager, l’Italia, il mondo. Tappe che hanno reso indiche con classe e determinazione ha mostrato dove puo’ portare l’amore per uno sport, andando al di là
dell’agonismo e lasciando in eredita‘ una storia che vale la pena di raccontare.
Questo documentario nasce con la stessa passione. Questa volta, però, di mezzo non ci sono solo le
moto. E nemmeno gli stessi protagonisti. Oggi c’è un gruppo che vuole imprimere la storia della casa
motociclistica pesarese sulla pellicola. Parlando con Giancarlo Morbidelli, con i suoi piloti e i suoi collaboratori, per tramandare una storia dell’Italia che ci prova e ce la fa.
DOVE PORTA UNA PASSIONE
Quella di Giancarlo Morbidelli, classe ‘34, è una
storia che esplode negli anni Settanta con la conquista del suo primo titolo mondiale ma inizia due
decenni prima, quando lascia la falegnameria in cui
lavora come attrezzista per fondare un’azienda tutta
sua. In tasca 30.000 lire, e nelle orecchie, oltre al
ronzio dei macchinari, il rombo dei motori. Inevitabile, in una citta’ come Pesaro, dove la ‘malattia’
della moto infetta tutto e tutti. L’imprenditore
primi prototipi da corsa, e la storia di Morbidelli
diventa la storia della Morbidelli. Una squadra che
tenta l’impresa nel campionato del mondo di velocità dopo solo qualche mese di attività. La prima
vittoria internazionale arriva già durante il primo
anno di gare, poi un’escalation continua. Il titolo
primo successo, conquistato nel 1975, preludio di
un dominio durato tre stagioni nella classe 125. Nel
gersi a quello nella ottavo di litro.
I numeri descrivono una storia che basta da sola ad affascinare qualsiasi amante dei motori. Ma l’unicità
trasformati in bolidi da Gran Premio, nei rapporti instaurati con le persone che hanno avuto a che fare
con la squadra corse di Pesaro, tutt’ora ricordata come una delle ‘famiglie’ più amichevoli e sincere del
“Continental Circus”. È nell’amicizia con Enzo Ferrari, che spesso invitava Morbidelli a Maranello per
sapere cosa combinavano quei ‘quattro gatti’ a Pesaro. Già, perché in riva all’Adriatico erano proprio una
manciata di uomini a occuparsi del reparto corse. E gli ingegneri giapponesi, quando venivano battuti,
non potevano che restare a bocca aperta.
Non vanno inoltre dimenticati coloro che oltre alla tenica e alla passione ci hanno messo il coraggio: i
piloti. Gente come Paolo Pileri, scappato dall’ospedale dopo una rovinosa caduta per partecipare a una
gara. Come Mario Lega, campione la domenica e impiegato della SIP durante la settimana. Come Gilberto Parlotti, scomparso nel 1972 in sella a una delle moto prodotte a Pesaro mentre affrontava l’insidioso
tracciato del Tourist Trophy sull’Isola di Man, tappa del campionato del mondo che l’italiano stava dominando nella classe 125. Come Graziano Rossi, padre del nove campione del mondo Valentino, look da
rockstar e guida spericolata. Come Giacomo Agostini, 15 titoli mondiali in bacheca.
INTERVISTE
Undici le persone intervistate fra la Romagna e le Marche. Oltre 18 le ore di girato raccolte, dalle quali
sono stati selezionati i migliori racconti legati alla storia della Morbidelli.
Le interviste hanno coinvolto:
Giancarlo Morbidelli: il padre delle Morbidelli da corsa, proprietario del gruppo corse Morbidelli,
protagonista di questo documentario.
Mario Lega: campione del mondo della 250 nel 1977 proprio in sella alla Morbidelli. Chiusa la carriera
motociclistica è stato istruttore di guida, commentatore televisivo e giornalista per la Gazzetta dello
Sport
delli (1976 - 77)
Alberto Ieva: campione italiano nel 1971 in sella alla Morbidelli 50. E’ uno dei primi piloti entrati a far
parte della squadra
Jorg Moller: ingegnere, ha progettato le Morbidelli che hanno conquistato gli otto titoli mondiali (4
fra i piloti e 4 fra i costruttori) fra il 1975 e il 1977
ra ha lavorato anche nei reparti corse di Benelli e Gilera
Giancarlo Cecchini: meccanico, ha fatto parte del gruppo corse Morbidelli come tecnico. Nella sua
carriera ha lavorato anche nel reparto corse Benelli
Fermino Fraternali: fotografo, ha seguito il motomondiale durante l’attività del gruppo corse ed è
legato a Giancarlo Morbidelli da un rapporto di stima e amicizia
Luciano Battisti: collezionista di moto storiche, è da sempre amico personale di Morbidelli e appassionato di moto. Ha seguito passo dopo passo la carriera dell’amico da un punto di vista privilegiato
Eugenio Lazzarini: ha guidato la Morbidelli durante le prime stagioni di gare. Venti anni di carriera nel
motomondiale, nei quali ha vinto tre titoli iridati.
FILMATI E FOTO D’ANNATA
come quello che ritrae Gilberto Parlotti impegnato nella gara del Tourist Trophy dell’Isola di Man del
1972, nella quale perderà la vita a seguito di una caduta.
MOTO E DOCUMENTARI IN ITALIA E NEL MONDO
I documentari sul motociclismo hanno sempre sofferto una distribuzione e risonanza limitata in Italia a
dispetto della grande passione che in molti nutrono verso questo sport, secondo solo al calcio in termini
delli) che con il suo carisma ha allargato la sfera degli appassionati diventando uno degli sportivi più amati
in Italia e nel mondo. Il ‘traino’ garantito dal personaggio Rossi ha rilanciato questo genere di prodotti,
che non rende però giustizia alle personalità dei piloti ed a quanto avveniva dietro le quinte. Questo documentario si propone di ovviare a questa lacuna offrendo una storia incentrata sull’unicità dei suoi protagonisti, anziché sui resoconti delle gare, individuando il proprio pubblico in una realtà più vasta rispetto a
quella dei soli appassionatissimi di motociclismo.
Mentre in Italia il più vasto catalogo di documentari viene offerto dalla Mondocorse (che distrubuisce
cataloghi e viene ora pensata, con questo progetto, per un pubblico più allargato rispetto a quello dei soli
appassionatissimi di motociclismo d’epoca.
L’AUTORE
Jeffrey Zani, nato nel 1982, giornalista, si è laureato con lode in Scienze Politiche presso l’Università degli
(La Tribuna Sammarinese) e siti web (San Marino World). Nel 2012 ha scritto, diretto e prodotto il docusuoi servizi sono apparsi su riviste italiane e internazionali: Riders, Motociclismo d’Epoca, Italian Motor
Magazine (Inghilterra), Cafè Racer Magazine (Stati Uniti), Canadian Motor Magazine (Canada). E’ corrispondente dagli Stati Uniti per la rivista Cafè Racer Italia.
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