American Graffiti
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e 0,50 DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Writers, giornalisti e copiatori Chissà se i graffittari vicentini sono considerati "stampa amica"? Iniziamo con una battuta questa carrellata su alcuni dei contenuti del numero 16 di VicenzaPiù proprio per sdrammatizzare una contesa che sa, questa volta, di polemica per la polemica. Bravo è stato, infatti, Gianmarco Mancassola a "inseguire" la notizia a Palazzo Trissino (il Dal Molin agli Usa con tutti i suoi effetti, anche economici). Questo era il mestiere dei veri giornalisti, quello a cui voglio che si ispirino sempre i collaboratori della nostra giovane testata, nata solo 4 mesi fa e, grazie a chi ci legge, voce libera da ogni vincolo precostituito che non sia la nostra volontà di informare i lettori sui fatti, analizzandoli con occhio critico, sempre, ma attento, in ogni caso, alle posizioni, libere e democratiche, di tutti. Chi si lamenta dello scoop (?) perso perché non preannunciato da una velina dell'ufficio stampa (da copiare, magari: come agli esami) o comunicato in una conferenza pubblica, questa volta non ci trova d'accordo e ci costringe a difendere il sindaco di Vicenza. Sperando, però, di non essere puniti anche noi dall'epiteto di "Stampa amica", che tale rimarrebbe sia che a pronunciarlo fosse il sindaco sia che a lanciarcelo contro fossero altri giornalisti, magari un po' pigri. E poi "chi è senza peccato scagli la prima pietra", direbbe Siro Grassi, l'imprenditore della secolare azienda Achille Grassi che trasforma le pietre in monumenti e business. In gara, per fama e derivati, con i preziosi ricami con cui Ancilla Rigon impreziosisce gli abiti di Yves Saint Laurent nel quartiere dei Laghi a Vicenza, provincia dell'Impero (chiedere al cineasta in cerca di gloria Gionata Zarantonello, e al mancato Nobel Mario Rigoni Stern) quando potrebbe essere talvolta essa stessa Impero. Lo dice (o lo teme?) anche Roma, quella Roma in cui continua la caccia agli arbitri tifosi della Juventus e del calcio malato, prototipi di un modello che si spera non imitato dagli altri sport. Forza Italia, allora: quella del calcio però, che solo con un mondiale da stelle potrebbe restituire all'abbraccio anche dei vicentini uno sport che ora non ha più il diritto di chiamarsi così. Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona American Graffiti In una Vicenza piena di scritte selvagge e graffiti d'autore, il segno che inciderà di più sul futuro della città potrebbe essere a stelle e strisce. Col nuovo insediamento americano al Dal Molin é in arrivo una torta da 800 milioni di dollari: la fetta più grossa andrà a costruttori e proprietari di immobili, un'altra a nuovi assunti e Aim, mentre a bar, ristoranti e negozi resteranno pochi spiccioli a pagina 4 e 6 Giovanni Coviello Esami, tutti i trucchi di chi copia a pagina 19 Gaucci jr, dagli arresti allo scudetto a pagina 14 Anno 1 nr. 16 - Sabato 10 giugno 2006 Rigoni Sterni, né Nobel né senatore a pagina 17 Ancilla, alta moda made in Laghetto a pagina 13 3 10 GIUGNO 2006 SETTIMANARIO 3 SABATO Festa della Repubblica, An abbandona la cerimonia struzione quella con più alunni immigrati è la materna con oltre mille bambini; le elementari ne hanno circa 4.300; nelle medie inferiori si attestano a 2.360 ragazzi; nelle superiori sono quasi 1.400. 5 LUNEDÌ passa a un'azienda privata di Isola, la multinazionale "Stabila", che lavora nel settore estrattivo. L'ex presidente (di area An) motiva così la decisione: "Un po' di stanchezza c'era, ma nella mia scelta non c'è nulla contro nessuno: in Aim le cose vanno bene, benissimo. L'offerta che ho ricevuto è molto significativa, e se qualcuno del privato si è accorto di come lavoro lo devo anche all'Aim". MERCOLEDÌ San Bortolo, lo sciopero divide i sindacati 7 Niente più "quarto turno" notturno per i vigili urbani di Vicenza: il pattugliamento del venerdì e del sabato notte non ha funzionato per mancanza di personale e il consiglio comunale ha approvato un "terzo turno prolungato" che funzionerà per tutti i sette giorni della settimana dalle 20 alle 2 (fino alle 2,30 il sabato). Gli imprenditori vicentini come Enrico Fabris: l'augurio di Massimo Calearo Scoppiano le polemiche per l'abbandono del palco da parte della delegazione di Alleanza Nazionale durante le celebrazioni del 2 giugno per il 60° anniversario della Festa della Repubblica. Il gesto è stato una reazione al discorso ufficiale tenuto dal senatore Luigi Gui, membro del Cnl e deputato dell'Assemblea Costituente, che ha definito il regime collaborazionista di Salò "una vergogna". 4 DOMENICA Scuola, stranieri raddoppiati Sciopero degli autonomi e dei Cub all'Ulss 6 di Vicenza: un successo che ha portato il 90% delle strutture interne all'ospedale a chiudere. E ha messo definitivamente in crisi i rapporti fra i promotori, i sindacati di base, e i confederali Cgil, Cisl e Uil, che non hanno aderito. 6 MARTEDÌ Aim, Rossi si dimette da presidente "Siamo pronti a vincere. E vinceremo!". Con questa incitazione d'altri tempi Massimo Calearo, presidente uscente di Assindustria Vicenza, ha aperto l'assemblea dei 60 anni dell'associazione, forte dei segnali di ripresa dell'economia italiana che nel 2006 dovrebbe espandersi grazie alla crescita di esportazioni ed investimenti. Come mascotte portafortuna gli imprenditori vicentini hanno portato sul palco della kermesse il campione olimpionico di Roana Enrico Fabris: "Io vedo Enrico Fabris e le sue medaglie alle Olimpiadi come simbolo delle virtù positive dell'imprenditoria vicentina" - ha detto Calearo - "La tenacia, la voglia e la capacità di dare il meglio di se stessi e di vincere. Sia da soli che in squadra". GIOVEDÌ Nelle scuole vicentine gli alunni stranieri negli ultimi cinque anni sono quasi raddoppiati e sono destinati a diventare il 10%. Tra le varie fasce d'i- Giuseppe Rossi lascia la presidenze dell'Aim, l'ex municipalizzata del capoluogo berico. Rossi 8 Vigili di notte, addio al "quarto turno" APPUNTAMENTI Entra nel vivo la stagione delle feste all'aperto. Si chiude, invece, il programma delle Settimane Musicali all'Olimpico. San Pio X, Povolaro, Montecio, tutti a tempo di rock MUSICA SPIOROCK 2006 Sabato 10 giugno Al campo da Baseball di San Pio X, nel pomeriggio concerti di gruppi locali emergenti. In serata spazio al progressivo rock degli Excellent e al Jazz dei Vertical. Domenica 11 giugno Anche domenica, pomeriggio riservato ai gruppi locali, mentre dalle 21 suoneranno gli "Eisi Disi", tribute band degli AC/DC, e i "Generation Crue", tribute band dei Motley Crue. Stornelli" e di Luca Bassanese. ROCKANDO Sabato 10 giugno ore 21, Nel parco del Villino Rossi di Povolaro, alle 21, concerto della band degli AFRICA UNITE, punto di riferimento per tutto il reggae italiano, con vent'anni di carriera e 12 album all'attivo. Ingresso euro 12. Domenica 11 giugno, ore 20 Ad aprire la serata saranno i tre gruppi ancora in gara per l'assegnazione del premio VicenzaNetMusic. A seguire concerto dei Linea 77, rock band capace di scrivere pezzi duri e melodici al tempo stesso, reduce dal buon successo ottenuto al concerto romano del 1 Maggio. Ingresso euro 5. appuntamento di fine primavera organizzato dalle Settimane Musicali del Teatro Olimpico, e ultimi concerti del progetto triennale dedicato all'opera di Mozart. Sabato 10 giugno, ore 20.00 Al teatro Olimpico, concerto "Due quintetti a cento anni", con Sonig Tchakerian e Gabrielle Shek ai violini. Giovedì 15 giugno 2006 ore 20.00 Al teatro Olimpico, concerto da camera "In memoriam", con musiche di Šostakovic, Mozart (il Requiem) Prevendite al botteghino del Teatro Olimpico. Info: Settimane Musicali al Teatro Olimpico Contrà San Pietro 67 cell: 347/4925005 fax: 0444/302425 [email protected] TEATRO MONTECIOROCK Sabato 10 giugno, ore 21 In via Cà del Guà, a Montecchio Maggiore, serata dedicata a Radio Sherwood Vicenza, con i concerti del duo "Baon", ovvero i "Rustici SETTIMANE MUSICALI DELL'OLIMPICO Ultimi concerti del tradizionale Sabato 10 giugno Pigiama per sei Alle 21, al parco di via Durando, la compagnia teatrale "La Trappola" presenta la commedia Pigiama per sei, inserita nella rassegna "Teatro popolare Veneto 2006". Ingresso libero. La perpetua del prete se sposa. Alle 21, alla corte dei Cogo di Bolzano Vicentino, il gruppo teatrale "Campello" mette in scena lo spettacolo "La perpetua del prete se sposa". MANIFESTAZIONI www.vicenzapiu.com [email protected] Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO [email protected] Direttore Responsabile ROBERTO BERTOLDI Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza [email protected] & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Redattori ANDREA GENITO [email protected] LUCA MATTEAZZI [email protected] ALESSIO MANNINO [email protected] ILARIO TONIELLO [email protected] REDAZIONE DI ROMA Via Giacomo Folchi, 14 responsabile: Pasquale Di Santillo [email protected] telefono 338 4079173 REDAZIONE DI VERONA Via Nizza, 8 telefono 045 8015855; Fax 0458041460 Redazioni ROVIGO TREVISO TRENTO Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Festa della sopressa dop a Schio. Sabato 10 e domenica 11 giugno, degustazioni e corsi di cucina per imparare ad apprezzare il tipico insaccato dell'Alto vicentino. Domenica pomeriggio, nel centro di Schio, taglio del megapanino alla sopressa lungo 400 metri, ottenuto con 350 kg di pane e 150 di sopressa. A cura di Luca Matteazzi Realizzazione grafica ROSSELLA MANGHISI [email protected] Stampa CENTRO STAMPA EDITORIALE SRL via del Lavoro, 18 Grisignano di Zocco (Vi) Autorizz.Tribunale C.P. di Verona nr. 736/03 del 29/09/2003 Supplemento della Cronaca di Trento del 25 marzo 2006 Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000 10 GIUGNO 2006 ATTUALITÀ 4 I maggiori beneficiari degli 800 milioni previsti per la nuova base saranno le imprese edili e il mercato degli affitti Dal Molin agli Usa, una pioggia di dollari Soprattutto su costruttori e proprietari di case DI ALESSIO MANNINO Il vero e unico argomento 'forte' a sostegno di una nuova base militare americana all'aereoporto 'Dal Molin' è sempre quello: gli schei. "L'operazione presenta aspetti positivi, primo fra tutti quello economico"- ha detto il sindaco Enrico Hüllweck in occasione del vertice del 30 maggio scorso col generale statunitense Jason Kamiya - "Con la costruzione di questa base ci saranno grandi lavori da fare, sia per le ditte locali che per i singoli cittadini". E' l'indotto a fare gola: appalti edilizi per 300 milioni di dollari, il raddoppio del personale italiano dipendente dagli alleati (ora ci sono circa 700 lavoratori), una bolletta Aim per altre 2000 persone e 75 mila metri quadri, altri affittuari in arrivo per lo stagnante mercato immobiliare locale e nuovi clienti per bar e discoteche. Tutte nuove entrate per un totale, secondo quanto affermato dall'ex ambasciatore Usa in Italia Mel Sembler, di ben 800 milioni di euro. Una cifra che fa venire l'acquolina in bocca, se confrontata con il valore dell'indotto attuale della caserma Ederle: 220 milioni di dollari, stando al dato resto noto dall'assessore Claudio Cicero. Sentendo gli addetti ai lavori, però, i pareri sono discordi. I più scettici sono i commercianti: "All'interno delle loro basi gli Americani sono spesati di tutto: chi glielo fa fare ad acquistare fuori?" chiede Ernesto Boschiero, responsabile pubblici servizi dell'Ascom. E infatti il progetto della nuova struttura (vedi sotto) prevede ogni tipo di servizio: dal centro commerciale alla palestra al fast food. "Quando mettono il naso fuori dalla caserma, vanno sempre nelle stesse pizzerie e negli stessi bar, soprattutto quelli in cui Il progetto del Dal Molin. Quasi una piccola città autonoma per l'esercito Usa il gestore parla inglese, come al Crazy Bull ad esempio. Ma in generale per il commercio di ricadute ce ne sono ben poche" taglia corto Boschiero. L'eccezione c'è: le discoteche e i locali notturni. Matteo Dolci, titolare della discoteca 'Palladium' a Torri di Quartesolo, con gli Americani guadagna bene: "Nei primi anni di apertura, dal 1985 in poi, lavoravamo solo con loro. Oggi rappresentano il 30% della nostra clientela. Consumano molto, anche 100 euro in una sola serata". Che è una cifra nella media anche per i night di spogliarelliste, molto amati dai soldati. Tuttavia, non è un maggior consumo di alcol o di privé la vera molla del 'sì' allo sbarco americano al 'Dal Molin'. Sono gli affitti alle famiglie dei civili americani di stanza alla 'Ederle'. Una fonte interna alla caserma fornisce una stima dell'importo delle locazioni intestate a inquilini Usa: 7, 5 milioni di dollari annui. Calcolando in 1500 euro un affitto mensile medio (secon- 75 mila mq, 616 appartamenti, 58 suite, un centro commerciale: ecco come sarà la base superficie di 75 mila metri quadri e comprenderà 616 appartamenti, 58 suite residenziali, una mensa, un centro commerciale, due fast food, un ristorante, un bar, un servizio di lavanderia, un centro fitness, un distributore di benzina, un'autorimessa di sei piani d'altezza, più gli uffici e i quartieri generali. Le nostre tasse alla basi Usa? Vero: ogni anno centinaia di milioni E' circolata la voce che il 40% delle spese per le basi americane in Italia siano a carico dei contribuenti. Verissimo: secondo un'inchiesta pubblicata l'anno scorso sul Giornale di Sardegna (terra di servitù militari), lo Stato italiano paga ogni anno il 37% dei costi di mantenimento delle basi, ossia alcune centinaia di milioni di dollari, soprattutto attraverso sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite di vario tipo. Questi pagamenti, si legge nei documenti ufficiali delle forze armate Usa, del Dipartimento di Stato e del Con- gresso di Washington, nascono da "accordi bilaterali" fra Italia e Stati Uniti. In virtù dei quali, tra l'altro, è previsto un indennizzo in caso di ritiro e restituzione delle strutture: per gli "investimenti" effettuati dagli americani. L'ultimo pagamento conosciuto risale al 2002: i cittadini italiani hanno finanziato gli stanziamenti americani con 326 milioni di dollari. A.M. do la fonte i proprietari italiani gonfiano i contratti fino a una volta e mezza), a Vicenza e dintorni ci sarebbero circa 400 case abitate dagli Americani. Non poche, ma nemmeno molte. L'arrivo di altri potenziali inquilini sarebbe sicuramente una boccata d'ossigeno per il settore: "I titolari faticano a trovare affittuari per una semplice ragione: mancano i soldi", fa presente Paola Scalco dell'associazio- ne di categoria dei proprietari, l'Anpe. Soldi che invece sono l'ultima preoccupazione dei parà della 173sima brigata aviotrasportata del Camp Ederle. "Il problema con loro" - segnala la Scalco - "è far adeguare i contratti alle loro esigenze: vogliono andar via quando vogliono, vogliono le abitazioni con parabolica, pretendono una serie di requisiti che spesso non ci sono". A parte l'assunzione di altre centinaia di dipendenti nella contabilità, nell''housing' (la sistemazione dei soldati), nelle consulenze legali, amministrative e fiscali, nei servizi di manutenzione, sicurezza e pulizie, il vero affare (300 milioni di euro, la fetta più grossa) starebbe senza dubbio nei giganteschi cantieri che si aprirebbero nel 2007. I cui beneficiari sarebbero, secondo il sindaco, le "ditte locali": le Maltauro, le Marchetti e le altre imprese edili vicentine. E, come i Piruea insegnano, quando di mezzo ci sono gli interessi dei costruttori, le discussioni possono farsi roventi. Ora il Comune, così come richiesto dal governo (Rutelli, question time alla Camera, 31 maggio) e già da tempo dagli Americani stessi, deve dare un parere consultivo alla Regione. Dopodiché, l'ultima parola spetterà al governo Prodi. E’ in edicola E’ una iniziativa di La comunicazione del Nord Est 100.000 copie settimanali ATTUALITÀ 5 10 GIUGNO 2006 Atmosfera tiepida per Germania 2006. Molto dipende da come andrà la Nazionale Beneficenza e serate brasiliane: ma la febbre da Mondiale ancora non c’è DI LUCA MATTEAZZI Sarà che gli scandali delle ultime settimane hanno intiepidito gli animi, sarà che ormai in tanti hanno la parabola a casa e il rito della partita al bar sta passando di moda, ma l'avvio dei mondiali di calcio non sembra avere acceso più di tanto i tifosi vicentini. Pochi, almeno per il momento, i maxischermi allestiti nelle piazze (Arzignano, che farà vedere le partite in centro e al Castello è un'eccezione); pochi, tutto sommato, anche i locali che hanno deciso di organizzare qualcosa di particolare per gli incontri di Germania 2006; e nemmeno i negozi che vendono televisori e abbonamenti sembrano fare affari d'oro: "Le richieste sono aumentate solo nell'ultimo periodo, un po' in ritardo rispetto al previsto" confermano dai punti vendita di Audiovideo Club e Unieuro. Atmosfera tiepida, dunque, anche se non manca chi ha deciso comunque di scommettere sui dribbling di Ronaldihno, i cucchiai di Totti e le veroniche di Zidane. In città, ad esempio, sarà possibile abbinare il tifo per la maglia azzurra alle intenzioni benefiche andando a vedere le partite della nazionale a Villa Bonin. Non la discoteca, sia chiaro, ma la villa vera e propria, dove per l'occasione sarà allestito un megaschermo e verrà aperto al pubblico il parco, con punto di ristoro, musica e video. Si comincia lunedì 12 con Italia - Ghana, il biglietto di ingresso costa 6 euro e Tra le feste a tema anche la serata brasiliana in piscina l'incasso sarà consegnato ad Emergency per la costruzione di un ospedale in Sudan. Mondiali protagonisti assoluti anche all'Acquapark di Altavilla, con un mese di iniziative a base di sport, divertimento e specialità gastronomiche. Accanto ai megaschermi per le partite, infatti, sono previsti tornei di calcetto, beach soccer, beach volley, playstation e calcio balilla, e serate a tema abbinate agli incontri di cartello: cocktail carioca per la partita tra Brasile e Croazia, ritmi di tango per Argentina - Olanda, pizza ed hamburger per Stati Uniti Italia. Si tratta, però di casi isolati, perché la maggior parte dei locali ha preferito non allontanarsi da quanto fatto regolarmente durante l'anno. "Noi abbiamo tre maxischermi, ma sono gli stessi che usiamo anche durante il campionato - spiega Fiorenzo Pialli, della birreria Stube di viale Verona -. Non mi sembra che ci sia tutto questo interesse, e ho qualche dubbio sul fatto che riusciremo a coprire la spesa. Faremo i conti alla fine, speriamo bene". Più ottimista, invece, il responsabile della pizzeria Panarea, anche questa attrezzata con due maxischermi: "Gente a cui piace il calcio ce n'è, e quindi abbiamo buone aspettative, soprattutto per le serate in cui sono in programma belle partite", raccontano dal locale di via Battaglione Val Leogra. "Secondo noi l'aspettativa c'è aggiunge Umberto Trulla del minigolf di Creazzo, che a differenza dei colleghi ha acquistato maxischermo e proiettore proprio per i mondiali -. Il punto è che i locali devono offrire qualcosa in più rispetto a quello che si ha a casa: bisogna creare un'atmosfera diversa, allora la cosa può funzionare". Molto dipenderà, in ogni caso, da come andrà l'Italia. Se Totti e compagni riusciranno infatti a superare la prima fase, e magari ad avvicinarsi alla finale, è facile prevedere che la E a Zugliano sono pronti a festeggiare con quintali di porchetta Come ai tempi di Don Camillo e Peppone. A Zugliano, piccolo centro nei dintorni di Thiene, il Mondiale riporta in vita le atmosfere dei romanzi di Guareschi: divisi dalla fede calcistica, il parroco del paese don Luciano Rizzetto (juventino convinto) e il presidente della locale squadra di calcio Francesco Lazzaretti (milanista sfegatato) hanno infatti deciso di unirsi nel segno del tifo azzurro. Il risultato è un tendone da mille posti dove sarà possibile assistere alle partite dell'Italia in compagnia, cercando di dimenticare Moggi, Galliani e le vicende di Calciopoli. Aiutandosi magari con una fetta di porchetta zuglianese, pronta a quintali nello stand gastronomico, e con un bicchiere del tradizionale amaro di S. Antonio, scelto per le virtù propiziatorie della sua ricetta segreta. L.M. Maxischermi per i Mondiali solo a villa Bonin, impianti sportivi di Altavilla e pochi comuni sparsi in provincia febbre da Mondiale salirà velocemente e che le iniziative si moltiplicheranno un po' ovunque, facendo dimenticare Moggi & c. per stringer- si idealmente intorno agli azzurri. "Quando la nazionale va bene ai mondiali, tifano anche le nonne", conclude Pialli. INCHIESTE 6 10 GIUGNO 2006 Sono ancora tante le scritte che rovinano il cuore della città. Ripulire costa migliaia di euro, e non sempre serve. Sorrentino: "L'unica soluzione sono le telecamere" Graffiti sui palazzi del centro, battaglia infinita DI LUCA MATTEAZZI Nemmeno il tempo di cancellarli, che subito rispuntano dietro l'angolo. Dal quartiere delle Barche a stradella san Giacomo, dalle viuzze attorno a piazza delle Poste ai muri dei licei affacciati su piazza San Lorenzo, sono ancora tanti gli angoli della città rovinati da scritte e graffiti. E anche se la situazione è migliorata rispetto a qualche anno fa, basta una passeggiata di pochi minuti nel centro storico per rendersi conto di come slogan politici, dichiarazioni d'amore, caricature e messaggi in codice continuino a fare capolino un po' ovunque, non solo nelle vie più nascoste: ce ne sono alcuni in corso Palladio, all'altezza dello slargo Zileri, se ne vedono altri in contrà Vescovado, a due passi dal Duomo, altri ancora sono in bella vista sotto i portici di palazzo Angaran, a Ponte degli Angeli. E fino a qualche giorno fa, prima che cominciassero i lavori di pulizia, anche la facciata palladiana di palazzo Porto Festa, in contrà Porti, mostrava i segni lasciati dalla mano di qualche vandalo. Un problema da non sottovalutare, dunque, sia per l'immagine di una città d'arte tutelata dall'Unesco e visitata da turisti provenienti da Un albero "sfigurato". Un allegro esempio di stencil graffiti Fra il menestrello extracomunitario e gli scarabocchi sulla parete, in pieno Corso Palladio, non c'è dubbio: la vera offesa al decoro urbano sono i secondi ogni angolo del mondo, sia per le casse pubbliche, costrette a continue spese di sistemazione e tinteggiatura. Il Comune ha a bilancio un fondo apposito con poco più di diecimila euro, ma l'anno scorso la cifra è stata integrata a dicembre con uno stanziamento straordinario di 30 mila euro, arrivando così ad un totale di oltre 40 mila euro. A questi vanno poi aggiunte le spese sostenute direttamente dai privati, che intervengono Uno degli anfratti del rione Barche, zona molto amata dai graffittari quando le scritte tappezzano palazzi di loro proprietà (nel rione delle Barche, uno dei più colpiti dal problema, sono in tanti quelli che si sono dotati di spray e attrezzature varie per coprire le scritte), e le cifre pagate da altre enti: l'Ipab, ad esempio, un paio di anni fa ha dovuto sborsare 10mila euro per ripulire la facciata quattrocentesca dell'oratorio dei Boccalotti, a San Pietro, e adesso sta studiando delle soluzioni per mettere al sicuro anche il seicentesco oratorio dei Proti, anche questo visitato spesso da teppisti "armati" di bomboletta spray. "Stiamo progettando di riportare la facciata al suo aspetto originario, con un rivestimento a bugnato su cui sarà più difficile scrivere" commenta il presidente dell'ente Gerardo Meridio. Un impiego continuo di uomini e mezzi, che alla lunga sembra dare qualche risultato. "A forza di continuare a cancellare qualcosa lo si ottiene spiega Gianfranco Ledda, direttore dell'Amcps, l'azienda che interviene più spesso quando bisogna pulire edifici pubblici -. E se ci sono zone in cui la parete ripulita diventa subito una lavagna che attira le scritte, come la zona di San Giacomo, vicino alla biblioteca, in generale il problema è meno evidente rispetto a qualche tempo fa". Merito anche delle telecamere installate in alcuni dei punti più esposti, come in piazza Matteotti, dove le scritte sulle colonne di palazzo Chiericati sono ormai un ricordo. "In centro la situazione è migliorata molto, anche perché qualche teppista è stato beccato - conferma il presidente della circoscrizione del centro storico Mau- rizio Finizio -. Le telecamere, poi, aiutano, tanto che io avevo anche suggerito di installarne di finte, come elemento di dissuasione". Il problema comunque rimane, soprattutto nelle vie secondarie, dove è più facile "lavorare" al riparo dagli sguardi dei passanti, "L'unica soluzione sono le telecamere, e il nostro obiettivo è installarne alcune di nuove ogni anno - ribadisce anche il vicesindaco Valerio Sorrentino -. E non credo che assegnare degli spazi appositi per i graffiti possa essere utile, perché chi rovina i palazzi del centro non lo fa per esprimere la propria creatività. Chi vuole dare sfogo alla propria fantasia uno spazio lo trova, ma qui stiamo parlando di vandalismo, ed è un problema diverso: probabilmente non smetterebbero nemmeno se, per assurdo, mettessimo a disposizione le colonne della Basilica Palladiana". Il muro del liceo Pigafetta che dà su piazza San Lorenzo è una vittima prediletta degli "scrittori" selvaggi 7 INCHIESTE 10 GIUGNO 2006 Nati a New York 30 anni fa, colorano muri e vagoni dei treni a colpi di spray. Una realtà anche nel Vicentino Teppisti? No, artisti. Ecco chi sono i writers DI ALESSIO MANNINO Sono nati negli ultimi anni '60 a New York, quando un postino decise di segnare gli autobus su cui saliva con uno scarabocchio personalizzato. Da quella prima tag, ossia la "firma" che ne contraddistingue le gesta su muri, treni, metrò e superfici urbane, ha origine il fenomeno dei writers. Che non vogliono essere confusi con i teppistelli che per sfregio o noia imbrattano i monumenti e gli edifici pubblici: non sono anarchici della bomboletta, ma artisti. "Solo perché non usiamo supporti tradizionali come la tela non significa che la nostra non sia un'arte" fa presente Alberto di Thiene, 21 anni, che si firma 'Brutal'. "Sicuramente", aggiunge un altro Alberto, arcugnanese di 28 anni la cui tag è 'Nolac', "in noi c'è una forte componente di egocentrismo". Firmare è infatti l'elemento più importante in una hall of fame, come si chiama in gergo un murales. Alle origini del fenomeno writing, nei ghetti metropolitani Usa, comunicare ai passanti l'identità dell'autore serviva a marcare il territorio. Oggi non è più Uno dei tanti messaggi lasciati dallo zorro antiproibizionista (la sigla significa 'All cops are bastards'), poi rivelatosi uno studente del Lampertico notturne e illegali. "In provincia di Vicenza saremo circa una trentina", secondo 'Nolac', "e se certamente spesso si comincia con il bombing, cioè i disegni illegali fatti per voglia di trasgredire, c'è chi, come me e il mio gruppo di sei writers, è disponibile a mettersi d'accordo con i Comuni". Con quelli più piccoli, spiega 'Nolac', è più facile intendersi: a Schio l'anno scorso una mostra allestita in un palazzo antico ha attirato 2500 persone, mentre a Thiene grazie all'aggancio con un assessore sono stati concessi dei muri di fianco alla biblioteca, vicino alla stazione dei pullman e davanti a Villa Fabris. Tutto nell'ottica di riqualificare le brutture e i luoghi abbandonati sparsi sulle strade e nelle città. "A Vicenza" ricorda con rammarico 'Nolac', "il sindaco Hüllweck ci aveva proposto uno scambio: se riuscivamo a limitare le scritte selvagge ci avrebbe concesso dei muri. Assurdo, come potevamo noi controllare i ragazzini che fanno una scritta e via?". Ragazzini che se la prendono anche con gli stessi murales, come accadeva nel quartiere di San Pio X a Vicenza, vicino la chiesa: "Lì gestivamo noi quella superficie, ma continuavano a sporcarla e ce ne siamo andati". I writers vicentini vittime dei vandali: strano solo per chi non conosce questi artisti di strada. così: "Adesso è una forma d'arte allo stato puro, e un ragazzo come me disegna nient'altro che per passione" precisa Alberto 'Brutal'. Anche perché costa relativamente poco: una bomboletta va dai 3,40 ai 4 euro, mentre un marker (pennarello indelebile) è sui 6 euro. 'Brutal' e 'Nolac' fanno parte della ristretta cerchia di writers che preferiscono prendere contatti e accordarsi con le autorità invece di riunirsi in jam (opere di più autori) L'entrata dell'istituto Canova è stata data "in concessione" ai writers: un esempio di 'abbellimento spray' Nolac, writer vicentino, al lavoro con un "collega" Vicino alla Rotonda Palladiana, un'altra (piccola) opera d'arte: una hall of fame lungo la ciclabile REGIONE 8 10 GIUGNO 2006 Presentata la terza edizione del concorso che promuove la sicurezza sul lavoro Azienda sana, la salute in azienda La Regione investe il 5% sull'attività di prevenzione La terza edizione del Concorso Premio "Azienda sana, la salute in azienda", che promuove la sicurezza nei luoghi di lavoro premiando progetti di qualità in materia di formazione, sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro, promozione della salute e responsabilità sociale di impresa, è stato presentato oggi a Palazzo Balbi di Venezia nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte l'assessore regionale alle politiche sanitarie, Flavio Tosi, il Direttore Generale dell'Inail, Maurizio Castro, il vicepresidente di Unindustria Venezia, Fabrizio Bettiol e il Direttore dello Spisal dell'Ulss 12 veneziana, Giancarlo Magarotto. "Questo concorso premio - ha spiegato Tosi - rientra nelle iniziative che la Regione del Veneto sta promuovendo negli ultimi anni per favorire ed accrescere la più ampia diffusione della cultura e delle buone pratiche per la sicurezza e la tutela della salute e del benessere sul lavoro, nelle aziende e tra i lavoratori. Occorre estendere il più possibile iniziative di questo genere affinché anche altre realtà territoriali possano essere coinvolte". "Sull'attività di prevenzione - ha aggiunto Tosi - la Regione investe circa il 5 per cento (350 milioni di euro) della dotazione finanziaria della sanità. La sicurezza e la salute dei lavoratori sono un obiettivo fondamentale per migliorare la loro qualità di vita, per il successo economico delle aziende e, in prospettiva, anche per ridurre i costi sanitari causati da infortuni sul lavori e malattie professionali". "Il Veneto - ha detto Maurizio Castro - rappresenta uno degli attori chiave per il successo competitivo del sistema Italia. Proprio per questo, esige un presidio innovativo anche sullo speciale terreno della sicurezza e della prevenzione, vera cartina di tornasole per "Questo concorso premio - ha spiegato L'assessore Tosi - rientra nelle iniziative che la Regione del Veneto sta promuovendo, negli ultimi anni, per favorire ed accrescere la più ampia diffusione della cultura e delle buone pratiche per la sicurezza e la tutela della salute e del benessere sul lavoro, nelle aziende e tra i lavoratori. Occorre estendere il più possibile iniziative di questo genere affinché anche altre realtà territoriali possano essere coinvolte" testare le capacità di una comunità di riposizionarsi nei segmenti più qualitativi della competizione internazionale fra sistemi regionali, coniugando le ragioni della convenienza economica con quelle dello sviluppo civile. E gli ultimi dati relativi agli andamen- ti infortunistici regionali dimostrano che in Veneto questa capacità davvero esiste: tra il 2004 e il 2005 gli infortuni sono mediamente diminuiti di circa il 6 per cento, ben oltre la media nazionale (- 2,8), e con punte in alcune province che addirittura superano l'8 per cento". "Per il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione degli infortuni sul lavoro - ha affermato Giancarlo Magarotto - l'attività dei Servizi pubblici SPISAL delle Aziende ULSS della Regione si è orientata a coniugare l'attività di vigilanza con l'attività di assistenza e di supporto alle aziende stesse per favorire lo sviluppo e il mantenimento di sistemi di gestio- ne aziendale e la responsabilità sociale di impresa, in partecipazione con tutti gli altri soggetti, Enti, istituzioni ed associazioni che ne condividono obiettivi e valori". "Quella lanciata oggi - ha concluso Fabrizio Bettiol - è la terza edizione del concorso, per cui registriamo un'interesse e un successo crescenti. Da una partecipazione di 20 aziende nel 2002 siamo passati a 54 aziende nel 2004 e il numero aumenterà ancora. Iniziative come questa premiano le aziende che investono in salute e sicurezza e dimostrano la sensibilità dell'imprenditoria veneta verso la cultura della prevenzione di qualità". Italia - Croazia: più vicine grazie ad un'importante manifestazione Veneto al Festival italiano di Zagabria Presente l'Assessore alle Politiche Economiche Fabio Gava Il Veneto, con i suoi Distretti Industriali e con l'Assessore alle Politiche Economiche Fabio Gava, è stato tra i principali protagonisti di "Festival Italiano", una manifestazione organizzata in Croazia dall'Ambasciata italiana a Zagabria che, pensata in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno, propone al Paese frontaliero adriatico, il meglio del Made in Italy, accompagnato dal logo "La Tecnologia con Stile". L'altra regione italiana presente era il il Friuli Venezia Giulia. La "kermesse", che si è conclusa il 4 giugno, ha previsto momenti di promozione economica, ma anche di elevato livello culturale, come l'inaugurazione di una mostra su Andrea Palladio che rimarrà aperta fino al 2 luglio, ed un concerto dei Solisti dell'Arena di Verona che chiuderà le iniziative di questi giorni. Sul piano più prettamente economico, al centro dell'attenzione saranno quattro Distretti Produttivi veneti di punta: Bici- cletta, Bioedilizia, Biotecnologie e Nanotecnologie, che illustreranno la loro esperienza di sviluppo e presenteranno le loro peculiarità. A fianco dei momenti espositivi si sono tenuti anche alcuni Workshop "one to one" che hanno visto impegnate varie aziende venete selezionate dall'Istituto per il Commercio Estero - ICE. Progetto italiani sordi nel mondo E' finalizzato a consentire il conseguimento del diploma di ragioniere o geometra, a 8 audiolesi oriundi veneti residenti in Argentina, il finanziamento approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alle Politiche dell'Istruzione e Forma- zione, Elena Donazzan. Il provvedimento, che assegna 64.400 euro, si riferisce alla III annualità (2006/2007) del progetto "Italiani sordi nel mondo", avviato dalla Giunta nel 2004 e articolato in 5 tranche annuali (2004/2009), con un finanziamento complessivo di 349 mila euro. La predisposizione e la gestione del progetto, nonché il reperimento della struttura scolastica e degli alloggi sono stati affidati all'Istituto statale di istruzione specializzata per sordi "Magarotto" di Padova. REGIONE 9 10 GIUGNO 2006 L'assessore Renato Chisso risponde alle polemiche nate con l'avvio dei lavori Passante di Mestre: andare avanti Nominata una commissione di esperti per monitorare i lavori "Avvertiamo un improvviso accendersi di fuochi, quasi a indicare una ripresa del partito che nel Veneto abbiamo chiamato "del non fare"; noi riteniamo di aver agito nel pieno rispetto di tutti e il Passante di Mestre deve andare avanti. Se ci sono eventuali casi particolari da approfondire, chiederemo alle Parrocchie, non ai comitati, di segnalarceli; e siamo pronti a risolverli, come abbiamo sempre fatto finora". Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del Veneto, ha risposto senza giri di parole alle critiche sollevate da alcuni rappresentanti della sinistra, che hanno presentato interrogazioni al Governo e alla Regione sulle problematiche che sarebbero emerse con l'avvio dei lavori. Lo ha fatto nella sede di Veneto Strade, affiancato dal Commissario Straordinario per il Passante di Mestre Silvano Vernizzi. "Non si può gettare fango dove fango non c'è", ha aggiunto Chisso. Non servono ulteriori organismi - ha ribadito l'assessore - perché c'è già una Commissione di super esperti di fama nazionale che segue le cose; molti Comuni hanno ritenuto di attivare specifici sportelli informativi per i cittadini interessati; non rileviamo lo stato di tensione di cui si è parlato e il consenso sociale sulla nostra azione lo misuriamo anche in termini di adesioni bonarie agli espropri, dove su 750 casi solo venti sono stati definiti critici Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del Veneto, ha risposto senza giri di parole alle critiche sollevate da alcuni rappresentanti della sinistra, che hanno presentato interrogazioni al Governo e alla Regione sulle problematiche che sarebbero emerse con l'avvio dei lavori e di questi solo in 7 casi ci sono ricorsi al TAR (altri 8 sono stati ritirati), che non ha mai ritenuto di prendere provvedimenti di carattere inibitorio. Dal canto suo Vernizzi ha replicato punto per punto alle presunte difficoltà. Il suo discorso ha spaziato dalla stretta collaborazione in materia di antimafia con le prefetture e le autorità preposte al con- trollo, alla regolarità delle procedure seguite, ribadite con due sentenze conformi del TAR e del Consiglio di Stato. C'è sempre stata massima collaborazione tra Commissario e Comuni e ci sono stati numerosi rapporti diretti tra gli uffici del commissario e i singoli espropriandi oltre che con i rappresentanti dei vari comitati. Le modalità di esproprio sono contenute in un protocollo innovativo sottoscritto con le Organizzazioni Professionali Agricole, sulla cui base sono stati già conclusi 328 accordi bonari e altri 402 sono in itinere. Tra l'altro viene riconosciuta a tutti una indennità pari a tre volte il Valore Agricolo medio, che viene liquidata per l'80 per cento alla sottoscrizione dell'accordo bonario e per il 20 per cento al momento del frazionamento. Gli immobili da abbattere sono in tutto 46 (non 132 come si è detto ieri) e per 30 di questi è già stato definito un accordo bonario: all'immobile da espropriare viene riconosciuto il valore commercia- le di ricostruzione, liquidato per l'80 per cento alla firma dell'accordo e per il 20 per cento al rogito. Per i restanti 16 immobili 5 casi verranno chiusi in settimana e per gli ultimi 11 le trattative devono ancora iniziare. E' previsto che i Comuni autorizzino la riedificazione, con pari cubatura, degli edifici espropriati. I Cantieri rispondono tutti alle norme di legge sulla sicurezza. Le fasce di rispetto di 60 metri sono previste dal Codice della Stra- da. Per i danni indiretti sono previsti indennizzi ai proprietari di terreni e abitazioni; qualora il proprietario di un abitazione subisca un danno superiore al 75 per cento può chiedre l'esproprio dell'intero immobile con le procedure agevolate. Le Varianti rispetto al progetto definitivo sono relative esclusivamente a richieste dei Comuni per il miglioramento della viabilità comunale o di accesso ai fondi o di mitigazione ambientale. L'assessore Donazzan incontra la Pagnossin L'Assessore regionale alle Politiche attive del lavoro, Elena Donazzan, ha incontrato l'Amministratore delegato della Ditta Pagnossin, Ing. Dal Bo. "Dopo l'ultimo e fortemente partecipato incontro con la Ditta Pagnossin, le sue rappresentanze sindacali e i delegati di Unindustria dichiara l'Assessore Donazzan si prospettava la triste strada della chiusura per la sede di Treviso. Merito della Pagnossin e della sua nuova dirigenza - sottolinea l'esponente regionale - è stato il credere fortemente in un piano industriale di grande rilancio, che ha permesso non solo di ripianare un disavanzo di 30 milioni di euro, ma anche di difendere la produzione italiana e trevigiana attraverso un processo di innovazione tecnologica del prodotto, che permetterà alla Pagnossin di riposizionarsi sul mercato. La Regione del Veneto - ha aggiunto - ha investito sulla riqualificazione dei lavoratori, sia durante la fase di cassa integrazione, sia durante la loro permanenza al lavoro e ciò ha permesso il recupero di preziose professionalità. Questo processo ha la sua unitarietà nel mettere assieme lavoratori ed azienda, un'azienda che nel nostro caso è stata in grado di fare scelte coraggiose. De Poli:"Fenomeno cocaina preoccupante nel nostro territorio" La Regione Veneto contro la droga In Italia i consumatori stimati sono circa 300 mila "Il fenomeno cocaina è diventato particolarmente preoccupante sia in Italia che nel Veneto. Questa sostanza sta avendo una grande diffusione nella popolazione adulta e anche nel coinvolgimento di fasce giovanili che spesso usano contemporaneamente altre droghe e sostanze alcoliche. In Italia i consumatori stimati sono circa 300 mila (fonte CNR) e sono circa 50 mila le persone in trattamento a livello europeo di cui circa 17 mila in Italia con un incremento del 12 per cento dall'anno precedente. Si è passati da un uso "elitario" riservato a quella fetta di popolazione che poteva acquistare questa costosissima droga, ad un uso generalizzato che non distingue più le classi sociali in quanto il costo di tale sostanza è talmente basso che è facilmente acquistabile. Questa strategia di mercato, messa in atto dagli spacciatori per acquisire sempre nuovi clienti, amplifica il fenomeno rendendolo ancor più preoccupante e di vaste dimensioni". Queste considerazioni sono state svolte da Antonio De Poli, Assessore regionale alle politiche sociali, intervenendo all'internazionale COCAINA VERONA CONGRESS che si è tenuto il 5 e 6 giugno scorsi nella città. L'evento, sponsorizzato dalla Regione Veneto (Assessorato Politiche Sociali e Programmazione Socio Sanitaria), è stato organizzato dall'Osservatorio Regionale sulle Dipendenze in collaborazione con il Dipartimento Nazionale Politiche Antidroga. De Poli ha fatto presente - la forte rilevanza dei fenomeni collegati all'uso di cocaina (quali per esempio il forte aumento delle patologie psichiatriche nei giovani) e la gravità delle conseguenze acute e nel lungo termine che ne derivano determinano la necessità di disporre di nuovi ed efficaci modelli di intervento in grado di rispondere ai tanti problemi connessi all'assunzione di tale sostanza, non ultima la manifestazione di aggressività e la perdita della capacità di giudizio e di stima del pericolo. Il COCAINA Verona Congress, congresso nazionale a partecipazione internazionale, ha voluto mettere le basi anche in Italia per poter impostare una serie di interventi concreti sia nell'ambito della ricerca che dell'assistenza, basandosi su criteri scientifici e protocolli aggiornati di trattamento e riabilitazione. Tutto questo agganciandosi ai gruppi di ricerca internazionali più accreditati. Per questo parteciperanno al congresso ricercatori e professionisti di vari paesi. Nel corso del congresso è stato presentato anche il primo MANUALE TECNICO SCIENTIFICO (ad impostazione teorico pratica) sulla dipendenza da cocaina (le sue basi, le modalità per prevenirla e trattarla, le moderne terapie e le migliori modalità per realizzare i sistemi sanitari alla luce di quanto realizzato nel mondo in questo ambito), a cui hanno partecipato i maggiori esperti italiani ed esteri sull'argomento. Ma le vere novità dell'appuntamento veronese sono state da un lato la presentazione di un profilo comportamentale e sociale dei consumatori tracciato sulla base di nuove indagini epidemiologiche svolte anche a livello europeo e dall'altro, soprattutto, la presentazione del VACCINO ANTICOCAINA e dei dati relativi alle prime sperimentazioni eseguite negli Stati Uniti. ECONOMIA 10 10 GIUGNO 2006 Provenivano da Nantes i primi passeggeri ad usufruire della nuova stazione arrivi Catullo: aperto il terminal arrivi Una struttura completamente nuova di 6.500 metri Sono stati i passeggeri provenienti da Nantes a inaugurare, lo scorso 30 maggio, la stazione arrivi dell'aeroporto Valerio Catullo di Villafranca. Dopo la presentazione ufficiale della struttura avvenuta ad opera del presidente Fulvio Cavalleri, del viceministro ai Trasporti Cesare De Piccoli e del vicepresidente della Regione Veneto Luca Zaia, il nuovo terminal veronese è stato aperto al pubblico avviando così operativamente la propria attività con il raddoppio degli spazi di accoglienza nel settore degli sbarchi nazionali e internazionali. I viaggiatori approderanno d'ora in poi in una struttura completamente nuova di 6.500 metri quadri che darà al Catullo la possibilità di sviluppare la propria capacità di accoglienza da due milioni 700 mila a quattro milioni di passeggeri. A loro disposizione troveranno cinque nastri per la restituzione dei bagagli per accorciare i tempi di attesa, sei postazioni per il controllo dei passaporti, negozi, bar, uffici per le informazioni, il noleggio auto, il servizio lost & found, il cambio valute, le postazioni promozionali della Provincia e La struttura raddoppia la capacità di accoglienza dei passeggeri con uno sviluppo di oltre il 100 per cento. L'intervento sul terminal degli arrivi consente inoltre la liberazione di spazi nel corpo originale del Catullo, con una conseguente crescita dell'area partenze che, in una fase successiva, godrà di un'espansione di altri 3000 metri quadri. della Camera di commercio, la sala per il cerimoniale di Stato. All'esterno dei due terminal arrivi e partenze è stata predisposta una prima revisione della viabilità a cui seguirà "un progetto completo e innovativo previsto per il prossimo autunno" come anticipa il direttore delle Infrastrutture del Catullo, coordinatore degli interventi, Ing. Antonio Zer- man. Per rendere più fluido il traffico interno, già da ora sono in funzione due nuovi parcheggi dedicati al "kiss & go": 15 minuti gratuiti per il carico e scarico di passeggeri e bagagli, collocati giusto davanti alle due stazioni degli arrivi e delle partenze. Sono partiti inoltre i lavori per lo sviluppo della stazione partenze che ha ora la possibilità di occupare tutto lo spazio lasciato libero con il trasferimento degli arrivi. Entro il 20 giugno saranno messi a disposizione dei passeggeri mille metri quadri in più di servizi con quattro nuovi gate di imbarco e un'area riservata al gioco dei bambini. In seguito proseguirà la ristrutturazione completa dell'edificio storico del Catullo che, con una spesa di 10 milioni di euro, aumenterà il numero dei check-in dagli attuali 30 a 50, l'estensione delle sale di imbarco da 1400 a 3000 metri quadri mentre le aree commerciali passeranno da 2200 a 3700 metri quadri. Al vaglio opportunità concrete di collegamenti cargo con l'estremo oriente Approvato il bilancio 2005 D'Annunzio Spa Forte aumento della quantità di merce movimentata dal D'Annunzio Si è tenuta nei giorni scorsi l'annuale assemblea dei soci della Gabriele D'Annunzio Spa. All'ordine del giorno l'approvazione del bilancio di esercizio 2005 che si è chiuso con un risultato economico negativo di 3.801.768 euro, evidenziando però una costante riduzione delle perdite rispetto agli esercizi precedenti e un andamento in linea con le attese e con quanto previsto dal piano pluriennale aziendale. Di buon auspicio l'incremento registrato dal traffico passeggeri, che ha raggiunto nel 2005 le 409.940 unità, con una crescita percentuale del 18,06 rispetto al precedente esercizio e del 50,43 rispetto al 2003. Da segnalare inoltre il forte Da segnalare il forte aumento della quantità di merce movimentata dal D'Annunzio: 20.256.133 chilogrammi rispetto agli 816.570 del 2004, dato che ha consentito all'aeroporto D'Annunzio di passare dal 26° all'ottavo posto tra gli scali cargo italiani. Inoltre se si considerano le sole merci movimentate per via aerea l'aeroporto bresciano si posiziona al quinto posto. aumento della quantità di merce movimentata dal D'Annunzio: 20.256.133 kg rispetto agli 816.570 kg del 2004, dato che ha consentito all'aeroporto D'Annunzio di passare dal 26° all'8° posto tra gli scali cargo italiani; inoltre se si considerano le sole merci movimentate per via aerea l'aeroporto bresciano si posiziona al 5° posto. Nel primo quadrimestre 2006 il cargo si è confermato punto di forza dello scalo monteclarense, con 5.360.163 kg di merce movimentata e un incremento del 268% rispetto allo stesso periodo del 2005. Restano comunque immutati gli obiettivi di medio e lungo periodo che prevedono lo sviluppo dell'aeroporto di Brescia Montichiari in un'ottica di una propria autonoma missione in particola- re per il traffico merci e nei settori dei voli charter e low cost. Gli azionisti della D'Annunzio hanno inoltre esaminato nell'assemblea la particolare situazione creatasi negli ultimi mesi sia per l'attività cargo sia per quella passeggeri. Mentre prosegue l'attività charter del vettore cargo Ocean Airlines sono al vaglio altre opportunità concrete di collegamenti cargo con l'estremo oriente. Sul fronte passeggeri è in corso una trattativa con un vettore low cost per il ripristino del volo Brescia Roma e altri voli per destinazioni nazionali ed europee di interesse per il territorio. AZIENDE 11 10 GIUGNO 2006 La 'Achille Grassi' di Castegnero ha realizzato la statua del mito del calcio tedesco Walter Un altro successo per la ditta che fra i suoi clienti ha Bill Gates Vicenza ha già vinto i Mondiali Grazie alla pietra dei Berici DI Alessio Mannino Per onorare il loro Giuseppe Meazza, i tedeschi hanno voluto fare come sempre le cose in grande. Così per Fritz Walter, capitano della Germania vincitrice dei Mondiali del 1954, hanno pensato a una statua a grandezza d'uomo commissionandola però non ad uno scultore patrio, ma a una ditta italiana, anzi vicentina, per la precisione di Castegnero sui Colli Berici. La 'Achille Grassi', forte di una tradizione di famiglia risalente al 1870, si è scavata una solida e ricchissima nicchia nel business della pietra, realizzando prodotti che vanno dalle panche da giardino alle fontane, dai vasi alle statue, fino a opere di considerevole pregio artistico come la ricostruzione dei capitelli e del cornicione del tempio romano nel parco di Xanten in Germania. Un'azienda che partendo dalle cave della tipica pietra bianca dei Berici si è fatta un nome nel mondo, tanto da essere chiamata da mister Microsoft, l'ultramiliardario Bill Gates, a rivestirgli la cantina. "Esserci fatti conoscere tramite le Fiere del settore, questo è il nostro bianco latteo (o giallo della vicina Nanto) e dalla composizione calcarea, "più malleabile del marmo e del granito", spiega Grassi, "e che perciò si presta a più lavorazioni". Anche se poi il tipo di materiale varia a seconda del prodotto richiesto dal cliente: per i tavoli e i basamenti dell'ufficio postale di Washington, con i saloni in rigoroso stile neoclassico, si è fatto uso del marmo bianco di Chiampo; mentre per il restyling di Palazzo Farnese a Berlino, la scelta è caduta sulla rosea 'pietra serena'. Tutti pezzi unici fatti a mano da scultori della zona berica: "i più qualificati sono di qui, e sono artisti autodidatti che hanno imparato a usare lo scalpello con tanta, tanta pratica", sottolinea Grassi. I suoi dipenIl calciatore Fritz Walter immortalato denti sono in tutto con la pietra di Nanto una trentina, oltre agli scultori anche segreto ... secolare", rivela o p e r a i , m o l t i d e i q u a l i Siro Grassi, l ' u l t i m o stranieri. Lo stabilimento discendente della dinastia a Ponte di Castegnero è un della pietra. po' fabbrica, un po' laboraUna pietra, quella berica torio e un po' museo: nei d a l c a r a t t e r i s t i c o c o l o r suoi 2000 metri quadri tro- Una delle tante sale della ditta vicentina. Sterminata la quantità di prodotti, dai vasi per il giardino fino all'arredoneoclassico per interni vano posto tre sale a tema in cui sono esposte statue, busti romani, fontane, colonne, balaustre, in una distesa di superfici levigate che non sfigurerebbero nelle megaville simil-palladiane dei ricchi americani o dei nababbi arabi. E infatti molti di questi oggetti finiscono proprio nelle residenze maestose e un po' kitsch in California, in Florida e in Arabia Sau- dita. "Noi lavoriamo esclusivamente su commissione: il cliente ci fornisce l'idea o il progetto e noi lo eseguiamo": una logica commerciale a metà fra riproduzione e creazione originale che ha già assicurato alla 'Achille Grassi', con la statua al mitico goleador teutonico Walter, il primo posto ai Campionati del Mondo 2006. Nel girone 'pietre&affini'. Il parco storico di Xanten, in Germania. I reperti romani, troppo delicati per essere esposti, sono stati replicati con maestria dalla Grassi ROMA 12 10 GIUGNO 2006 Luoghi comuni in un verso e nell'altro: la capitale d'Italia e la città del Palladio dovrebbero provare a conoscersi di più Vicenza. Una bella sconosciuta per i romani de' Roma DI PASQUALE DI SANTILLO Servizio esclusivo da Roma Vicenza vista da lontano, da Roma, non è facile da inquadrare, catalogare e giudicare. Non è una meta abituale del turista medio, figuriamoci del romano che quando va in vacanza cerca dell'altro. E se ci passa per lavoro, magari non trova nemmeno il tempo per visitare e conoscere la città tanto cara al Palladio. Così, vista da Roma, Vicenza somiglia tanto ad un grande punto interrogativo spostato in quella parte dell'Italia che sta a destra (in tutti i sensi) e che sta vicino (più o meno) a Venezia, il grande buco nero del turismo dove tutto viene inghiottito e cancellato, comprese s'intende le zone limitrofe. In effetti, sulla visione poco romantica e molto polemica (eufemismo) che i vicentini hanno di Roma e dei vizi della capitale d'Italia, sono pieni i libri e i giornali. Un paradigma ben connaturato con l'animo dei vicentini, fondato sulla filosofia del fare e poco abituato agli inciuci politici, humus insostituibile di una città come Roma che di politica invece ci vive, ci mangia e ci dorme. Nella direzione contraria domina, viceversa, il silenzio quasi totale. E allora abbiamo provato a cercare, a scavare, a capire se qualcuno, di grazia, aveva mai avuto incontri ravvicinati del terzo tipo con Vicenza, o se, nel peggiore dei casi, si era almeno fatto un'idea per sentito dire. Il risultato? Per certi versi sconfortante, per altri assolutamente trionfale, almeno dal punto di vista comico. Il primo contatto, comunque è quello che ci illumina su tutto quello che ci aspetta. Paolo Marconi è un ragazzo di bottega, fa il panettiere in zona Trastevere. A 20 anni non ha girato molto né il mondo, né l'Italia, però è stato a Sharm Piazza dei Signori, Vicenza (El Sheik) che tanto ci sono stati tutti. Vicenza per lui è un nome, però una cosa la sa: "Nun ce so mai stato ar nord, solo 'na vorta a vedè a maggica a Milano. Però nonna m'ha sempre detto che a Vicenza se magnano li gatti. Li chiamava magnagatti ma davero se li magnano? Ma come fanno? E tu che me dici, come sò, l'hai mai assaggiati?". Ecco, la fotografia, l'istantanea è servita. E questa storia è un refrain, un ritornello che si ripete con tutte le persone che abbiamo interrogato. E che risparmiamo al lettore per carità di patria. Passiamo a Enrico Grassetti, 36 anni, fa l'operatore televisivo e a Vicenza c'è stato più di una volta per girare immagini per il suo ser- vice. Ed è rimasto impressionato dalle abitudini automobilistiche dei vicentini: "Ogni volta che vado devo allenare la testa e pensare che non sono a Roma. Non ho mai visto, in giro per l'Italia, file di automobilisti così ordinati. Ordinati ma lenti: sempre uno dietro l'altro rispettosi di stop e di quelle stramaledette rotatorie che dovrebbero servire per ordinare il traffico ma alla fine a mio parere lo confondono. Forse mi ci dovrei abituare io, ma qui a Roma, le rotatorie, le creiamo noi a furia di cercare di svicolare nel traffico. E loro (gli automobilisti vicentini, n.d.r.), poi, non suonano, non cercano di trovare spazi per alleggerire le file. E così riescono a far finta che ci sia traffico anche a Vicenza. Ma come fanno a resistere: io rischio l'esaurimento nervoso. Poi mi ricordo di com'è il traffico, quello vero, a Roma. E allora torno a ... sorridere". Già va meglio. Il ragionamento è contorto ma reale e pertinente. Impeccabile invece quello di Elena Pascucci, parruccchiera, 28 anni. "Vicenza è una delizia: la conosco bene perchè il ragazzo di mia sorella è di quella zona e spesso l'ho accompagnata quando lo andava a trovare. L'unico problema è che non si può mangiare. Nel senso che si mangia troppo bene. Se vuoi fare non dico la dieta, ma un po' di attenzione alla linea, a Vicenza è tutto più difficile. La polenta, il baccalà, le paste tutte molto lavorate, sono fantastiche ma decisamente pesantine. Però che fai? Quando sei lì non puoi mica tirarti indietro. E' tutto così buono...". Eraldo Lucci, 41 anni, è un rappresentante di prodotti per bambini. Gira l'Italia in lungo e in largo e ha lasciato un pezzo del suo cuore da marinaio proprio a Vicenza. "Lo devo dì, le vicentine so' proprio fantastiche. C'hanno ancora 'na concezione giusta del rapporto co' l'omini. So' femmine dentro e poi c'hanno anche n'artro vantaggio. Nun so schizzinose come le romane, quanno te vojono rimorchià o te lo fanno capì o te vengono proprio a parlà. N'somma, è più facile. C'è mancato davvero poco: stavo a rimanè a Vicenza, m'ero n'amorato de una che me faceva impazzì. Ma c'ho famija, nà moglie e du fiji, che facevo? Mollavo tutto? Però lei me vole ancora bene. Ogni tanto se vedemo. Che bella che è Vicenza". Gatti, traffico, baccalà e donne: una bella fotografia. DONNE 13 10 GIUGNO 2006 Nel quartiere più verde della città si nasconde il laboratorio che realizza ricami per Yves Saint Laurent, Versace e Brioni L'Ancilla della moda abita a Laghetto DI ILARIO TONIELLO Ancilla Rigon è una simpatica signora che potete incontrare a spasso per il quartiere di Laghetto. Quando ci accoglie nella sua bella casa non è facile immaginare che questa donna è contesa dalle più grandi firme dell'alta moda per i suoi preziosi ricami. E che dietro le finestre della sua abitazione c'è un laboratorio artigianale che produce pezzi unici dal valore inestimabile. Perciò non stupitevi se, oltre alle foto di famiglia, sopra il suo tavolo v'imbattete in biglietti aerei per le destinazioni più chic e pass per eventi mondani esclusivi. Perché non passa settimana senza che Ancilla riceva una chiamata da Versace o Brioni giusto per fare due nomi - e, inforcati telaio e assistenti, prenda il primo aereo per Parigi, dove l'attendono per sistemare un orlo prima della sfilata. Boutique e il prêt-à-porter di Valentino, Ungaro, Ferrè. Molto Versace e Brioni. Non c'è grande firma che non s'è appoggiata a questa piccola imprenditrice vicentina. "In questo momento seguo Yves Saint Laurent - racconta Ancilla, acconciatura semplice ma impeccabile -. La mia è una passione che si è trasmessa con il sangue. Mia nonna e mia madre erano ricamatrici". Anche lei ha seguito la strada del cucito, ma invece di decorare biancheria per la casa ha fatto un salto di qualità e si è specializzata nell'industria dell'abbigliamento."Ho sempre puntato sulla lavorazione e così, con il passare degli anni, sono passata dai capi di qualità al prêtà-porter, fino ad approdare all'alta moda". Ancilla rifinisce modelli in piccole quantità, al massimo due o tre pezzi uguali, destinati ai negozi esclusivi delle grandi firme. Ma di tanto in tanto la sua saggia mano dà il tocco finale ad abiti esclusivi per quelle due o trecento persone che contano davvero nel mondo. Come quella volta che un suo ricamo finì sulla delicata spalla di Diana, la sfortunata principessa del Galles. Ma torniamo nel piccolo laboratorio vicentino, dove si respira un'atmosfera completamente diversa rispetto a quella dei frenetici capannoni veneti. I collaboratori scherzano, ridono, lavorano tranquilli. "Il nostro è un lavoro di precisione, non di quantità - ci spiega Ancilla -, meglio perdere un'ora in più e ottenere un lavoro perfetto, altrimenti tanto vale fare concorrenza ai prodotti cinesi: una follia. Mi chiedo perché tanti nostri imprenditori non lo capiscono. Parlano di "made in Italy", prodotti unici. E poi vanno a fare i conti in tasca alla produzione e verificare quanti secondi ci mettono per fare un pezzo". Perché il lavoro di Ancilla è così particolare? Fate una verifica: prendete un lenzuolo o un vestito ricamato che avete in casa e rovesciatelo. Nel retro troverete i "raccordi" dei fili. Tutti i tessuti ricamati, inoltre, sono naturalmente più pesanti nel lato dove il ricamo è stato fatto. I prodotti di Ancilla, invece, sono leggerissimi. I ricami sembrano galleggiare nel tessuto e le cuciture, quasi invi- sibili, sono fermate con precisione chirurgica. "Il mio procedimento, raffinato nel corso degli anni, diminuisce i tempi di lavorazione ma conserva la qualità di una manifattura artigianale che non esiste più. È talmente efficace che l'ho protetto con un brevetto". Come sono realizzati questi lavori? "Alla base c'è una continua ricerca di nuovi materiali e del loro utilizzo, come le pietre dure, i coralli, i cristalli ma anche tessuti e fili come lana, iuta, rafia. Nella maggior parte dei casi usiamo fili e passamaneria comuni, che si possono trovare in ogni merceria. È la qualità della lavorazione che ci contraddistingue". A questi livelli artigianali anche le commissioni lavorative sono molto particolari. "Non mi è mai richiesto un lavoro specifico - dice Ancilla - Quando devo sistemare un vestito o un accessorio parlo con lo stilista che descrive l'effetto che vuole dare. Poi inizia la mia ricerca. Per esempio, se devo realizzare un ricamo che ricordi la Spagna e la corrida, comincio a sfogliare i libri che parlano dell'Andalusia, studio i vestiti e le cerimonie dai matador, ma anche i decori che si trovano nelle ceramiche e nelle Alcuni modelli di Yves Saint Laurent impreziositi dai ricami vicentini case. A questo punto creo dei disegni e li trasferisco sul tessuto. Dopo aver individuato quattro o cinque proposte diverse le sottopongo al cliente che mi indica quella che preferisce e mi specifica le eventuali modifiche. Si prosegue così finché lo stilista non è pienamente soddisfatto". Una lavorazione lenta e preziosa che Ancilla Rigon controlla uno dei suoi lavori. Parola d'ordine: qualità riceve anche alte considerazioni e premi. Come la cerimonia di lancio di dieci aziende artigiane di altissima qualità che si è tenuta a dicembre 2004 a Londra. Nel mese in cui i magazzini Harrod's hanno celebrato l'Italia e ai suoi prodotti, Ancilla è stata chiamata a presentare il "made in Italy" insieme al console italiano londinese. "In qualità di azienda di alta gamma presente da molti anni nel mercato - ci spiega Ancilla - mi hanno chiesto di fare da madrina a questa presentazione di dieci giovani aziende artigiane molto promettenti. Oltre alla cerimonia c'è stata una mostra che poi si è spostata a New York e in Canada". L'occasione ha portato anche i suoi lavori nelle principali scuole di moda a Londra, Parigi e nelle altre capitali europee per far toccare con mano agli studenti cosa si può fare con ago e filo. Nel frattempo eleganti vestiti da sera tempestati di cristalli e innovative pellicce ricamate di lana, che vedremo in televisione nelle sfilate della prossima stagione, sono in corso di composizione in un certosino laboratorio, seminascosto in una casetta nel quartiere di Laghetto. Anche questo è Nordest. In 4 mesi il figlio del patron del Perugia è passato dagli arresti domiciliari al trionfo col Samia Arzignano DI NICOLA CIATTI Vinto lo scudetto del calcio a 5 col Samia Arzignano, parte l'avvertimento di Riccardo Gaucci: "Ora si scoprirà tutto il marcio che c'è nel mondo del calcio. Era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno aveva il coraggio di parlare" Il figlio dell'ex presidente del Perugia, tornato all'attività agonistica con l'Arzignano, dopo 4 mesi d'inferno, ha vinto il terzo scudetto della sua carriera ed è carico come una molla. E' ritornato a vivere Riccardo Gaucci, e lo ha fatto regalandosi il terzo scudetto della sua carriera, dopo una parentesi tutta da dimenticare legata agli arresti domiciliari impostigli dal tribunale di Perugia per il crack finanziario del Perugia Calcio, società di cui è stato per diverso tempo vice presidente. Da qualche anno il figlio del vulcanico Luciano Gaucci è un giocatore di calcio a 5 e, dopo aver vinto l'anno scorso lo scudetto con il Perugia, da gennaio è tesserato con l'Arzignano, con il quale è tornato in campo nella finale contro il Nepi. Ha passato dei mesi difficilissimi, nella sua tenuta perugina, senza poter essere al fianco dei suoi compagni nella corsa tricolore, ma tenendosi costantemente in forma correndo tra giardino e terrazzo. Riccardo Gaucci, tricolore del calcio a 5, denuncia il marcio del pallone Lo sport ha rappresentato dunque una sorta di possibilità per tornare alla vita normale per Gaucci, dopo qualche mese passato in una condizione non certo invidiabile: "E' stato il periodo in senso assoluto più brutto della mia vita spiega -. Adesso voglio solo riprendere una boccata d'ossigeno. Il calcio a 5 mi è mancato come l'aria. In questi mesi non facevo altro che pensare di tornare in questo mondo: mi è mancata la realtà calcettistica, i compagni, il campo, l'adrenalina della partita. Mi sono mancate tante piccole emozioni ma mi sono allenato, sempre". E così, a distanza di 112 giorni dall'unica presenza con la maglia biancorossa contro la Luparense, Gaucci è tornato in campo in occasione della finale dei play off scudetto, contribuendo al successo ottenuto dal Grifo: "Nonostante abbia giocato pochissimo con questa maglia, tre partite in tutto, non avrei mai pensato di ricevere un affetto così grande da tutto l'ambiente. I tifosi mi hanno riservato un accoglienza da paura ed hanno Gaucci è stato capitano delle formazione Primavera dei Grifoni, vincendo anche un campionato Riccardo Gaucci, nato a Roma il 4 dicembre 1976. La sua vita sportiva è legata alla città di Perugia, dove assieme al padre Luciano ed al fratello Alessandro è da sempre ai vertici del Perugia Calcio. Fin da giovane è grande amante dello sport, al punto di diventare capitano della formazione Primavera dei Grifoni, con la quale riesce anche a vincere un campionato di categoria. Denota sempre grande passione per il calcio a 5, e diventa fondatore, patron e giocatore della società perugina, che dopo anni di sacrifici porterà dalla Serie C allo Scudetto. Quest'anno, dopo i noti fatti legati al crack del Perugia Calcio, decide di cambiare aria e si trasferisce alla Lazio, ma la sua avventura biancoceleste dura solo pochi mesi. A gennaio il trasferimento all'Arzignano. Dopo la parentesi legata agli arresti domiciliari e lo scudetto, Gaucci ora può sognare soprattutto un ritorno alla vita normale. N.C. dimostrato di meritare non solo lo scudetto, ma anche la Coppa dei Campioni …". Il calore dimostratogli dai sostenitori dell'Arzignano sta portando Gaucci a prendere seriamente in considerazione la possibilità di proseguire nel rapporto con la società vicentina anche per il prossimo campionato: "Dipendesse da me, altroché se resterei. Arzignano è un ambiente adatto al mio carattere e alla mia voglia di vincere sempre. E poi ho un obbligo da rispettare con me stesso, vincere la Coppa Campioni e poi smettere con il calcio a cinque: chissà di non poterci riuscire con questa maglia!". Se attualmente il calcio a 5 è a tutti gli effetti il mondo di Riccardo Gaucci, non si può dimenticare che la sua figura, al pari di quella del padre Luciano e del fratello Alessandro, sia stata e sia tuttora molto importante per il mondo del calcio, che nelle ultime settimane è stato travolto da una serie di scandali e di notizie che ne hanno messo in discussione la sua immagine pulita: "Mi sto rendendo conto - ci svela Gaucci - che il calcio a 5 è uno dei pochi sport rimasti puliti, e quindi mi sento orgoglioso di far parte di questo ambiente. Per quello che sta succedendo nel calcio mi sento di dire solo che era sotto gli occhi di tutti, ma si faceva gran fatica a fare outing. Ora finalmente si scopre tutto il marcio che era all'interno di quel mondo". Una serie di scandali che hanno investito il calcio a tutti i livelli, che riguardavano tematiche ben note ai vertici del calcio italiano, ma che Gaucci ci conferma essere stati celati magistralmente: "Non mi sorprende più di tanto questa situazione, anzi. Ho confermato ai magistrati che tutti sapevano della situazione, ma nessuno aveva il coraggio di parlare. C'era tanta omertà, ma adesso, con l'intervento della giustizia ordinaria, tutto verrà a galla e spero si faccia una vera pulizia, per il bene del calcio e dello sport". MONDIALI CALCIO 971 Dopo il crack del Perugia, Gaucci si trasferì alla Lazio. Un'esperienza che durò pochi mesi VICENZA Via Lanza, 40/44 Tel. 0444.291060 VICENZA Corso Padova, 35 Tel. 0444. 304137 ABANO TERME Via Previtali, 2 Tel. 049.667690 N Descrizione Data Ora M 1 X 2 45 Serbia&Montenegro - Olanda 11 Giu 2006 15,00 1 4,44 3,20 1,80 46 Messico - Iran 11 Giu 2006 18,00 1 1,52 3,50 6,66 47 Angola - Portogallo 11 Giu 2006 21,00 1 9,00 4,00 1,37 48 Australia - Giappone 12 Giu 2006 15,00 1 2,55 3,10 2,65 49 Usa - Repubblica Ceca 12 Giu 2006 18,00 1 3,70 3,15 1,98 50 Italia - Ghana 12 Giu 2006 21,00 1 1,47 3,65 7,77 51 Corea Del Sud - Togo 13 Giu 2006 15,00 1 2,05 3,20 3,40 52 Francia - Svizzera 13 Giu 2006 18,00 1 1,62 3,33 5,75 53 Brasile - Croazia 13 Giu 2006 21,00 1 1,38 3,90 9,00 54 Spagna - Ucraina 14 Giu 2006 15,00 1 1,75 3,33 4,55 55 Tunisia - Arabia Saudita 14 Giu 2006 18,00 1 1,90 3,15 4,00 SPORT 15 10 GIUGNO 2006 In sei palestre oltre 500 praticanti . Uno sport che aiuta anche il carattere dei bambini Taekwondo L’ultima passione dei vicentini Insegniamo come affondare i colpi, cercare il Ko, ma senza danneggiare fisicamente l'avversario". A Vicenza il Taekwondo ha una lunga storia, ponendo la provincia al primo posto nel Veneto per risultati, soprattutto nel settore giovanile. Ultimi della serie, il terzo posto di Alice Bedin e la finalissima raggiunta da Marta Federle, ai Campionati Italiani Juniores, svoltisi lo scorso aprile a Fondi (Lt). "A Pechino non avremo rappresentanti vicentini, ma nelle successive Olimpiadi sono certo che sull'aereo azzurro saliranno DI ANDREA GENITO "Macchè sport pericoloso! Purtroppo i film di Klaus Van Damme e l'avvento del fullcontact, ibrida americanata nata per mero business, hanno danneggiato l'immagine di questo sport olimpico, leader mondiale delle arti marziali". Moreno Zanotelli, Presidente del Comitato Triveneto della Fita e titolare della Taekwondo Action di Schio, replica alle accuse mosse dai media al suo sport, sfornando dati che parlano invece di grande crescita di interesse, soprattutto in Provincia di Vicenza, con sei palestre specializzate ed oltre 500 praticanti. A dispetto della traduzione italiana del termine coreano, "calci e pugni in volo", il Taekwondo è difatti una disciplina che mira innanzitutto all'autocontrollo ed alla difesa personale. "Chi sa di essere forte è più tollerante, non abusa delle sue capacità - riprende Zanotelli, appena approdato al 6° Dan e da 30 anni fedele discepolo di quest'arte marziale antichissima -. Il Taekwondo, a livello tattico, si pone a metà strada fra almeno un paio di nostri rappresentanti. Il nostro vivaio è infatti promettentissimo e contiamo di raccogliere allori anche in altre categorie nella kermesse nazionale di Rimini, il prossimo 10 Giugno, dove invieremo ben quattro squadre. Per chi vuole avvicinarsi al nostro mondo e rendersi conto che è pieno di gente tranquilla ed equilibrata, consiglio una visita preliminare al sito: www.taekwondoaction.it" Per vincere domani, come recitava un celebre film a tema di qualche anno fa, mica quelli di Van Damme. L'associazione sportiva Action, con sedi in Schio e San Vito di guzzano, è un'importante realtà di Taekwondo vicentino scherma e pugilato, ed è innanzitutto una filosofia di vita, che didatticamente ben si adatta ai giovanissimi, aiutando i più timidi ad acquistare sicurezza ed i più grintosi ad incanalare correttamente la loro eventuale aggressività. Il momento agonistico è solo la punta dell'iceberg, mentre i precetti che sono alla base di questo sport vanno vissuti sempre. Per questo, con la collaborazione del Coni e del Cio, cui siamo affiliati, stiamo portando avanti da tempo un'attività promozionale riservata a scuole e ragazzi tra i 6 ed i 14 anni, con notevoli riscontri e grande feed-back da parte dei genitori, contentissimi dei risultati caratteriali ottenuti sui loro figli. Inoltre adoperiamo molte protezioni, durante i combattimenti: conchiglie, parastinchi, casco e corpetto. Insomma, farsi male è decisamente più facile sui campi di calcio che nelle nostre palestre. Meglio perdere un minuto nella vita La violenza è un'immagine distorta dei film. In realtà questo sport è adatto anche per i piccolissimi Che la vita in un minuto CONTRO I COMPORTAMENTI PERICOLOSI Campagna di educazione stradale promossa dall’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova S.p.A. SPORT 16 10 GIUGNO 2006 Famila Schio, Minetti Infoplus Vicenza e Unichimica Cornedo sono all'erta Arbitri: corruttibili o solo mediocri? Non solo il calcio è in crisi DI ANDREA GENITO La querelle arbitri è indubbiamente uno degli argomenti preferiti della cronaca sportiva. Se ne sarebbe parlato anche se non fosse venuto fuori il polverone di calciopoli, perchè, volenti o nolenti, l'operato dei fischietti è sempre tirato in ballo nei commenti da tifosi, addetti ai lavori e squadre sconfitte. Non era però mai accaduto che un Presidente di Lega decidesse il ritiro di un'intera squadra da una partita, in netto disaccordo con l'arbitraggio. Ci ha pensato il basket femminile, a colmare la lacuna, col gesto clamoroso di Mario Di Marco, che oltre ad essere patron del Cus Chieti, impegnato in gara 3 dei play off di promozione in A1, sul campo del S.Raffaele Roma, è appunto al vertice della Lega cestistica femminile, nonché Consigliere Federale e membro del Comitato Organizzatore degli Europei 2007. I fatti: con ancora più di 8 minuti da giocare, le abruzzesi, vincitrici a sorpresa sul campo della capolista in gara2, stavolta rincorrono a -14; Di Marco però ha la sensazione che tutto sia stato già deciso a monte, che cioè ogni tentativo delle sue ragazze sarà comunque vanificato dagli arbitri, che effettivamente hanno già fatto tirare 18 liberi (contro 2) a Roma. Così richiama sotto la doccia il Cus Chieti, regalando l'A1 alle padrone di casa (e una speranza in più all'A.S. Vicenza di essere ripescata in A1, n.d.r.). Non solo, la Fip ha addirittura deciso di retrocedere Chieti in B regionale. "La punizione immediata dimostra che ho Dopo le recenti rivelazioni del mondo del calcio ci si interroga sulla condotta degli arbitri anche negli altri sport toccato un nervo scoperto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un sms arrivato sul mio cellulare ha rivelato, spiegando la sua decisione-. Mi arrivava da un alto dirigente federale la conferma della combine a favore del San Raffaele. 'Lasciate perdere, tanto è inutile'. Mi dispiace per le mie atlete, che sono scoppiate quasi tutte in un pianto dirotto, le capisco. Ma certi giochetti, evidentemente, non esistono solo nel calcio". Un accenno di puzza di bruciato nel basket femminile, per la verità, l'aveva segnalato anche il Famila Schio, che recentemente ha bissato il titolo tricolore e che come Direttore Generale annovera proprio un'ex dirigente del Cus Chieti. "Non ci piace sparare sul pianista, ma avevamo parecchi segnali che quest'anno non c'era grande trasparenza spiega Paolo De Angelis -. Dopo la discutibile direzione di gara in semifinale, che aveva palesemente danneggiato Faenza, sempre a Priolo a noi hanno inviato gli stessi arbitri di quello scempio! Possibile che fossero gli unici due disponibili? Abbiamo dovuto fare la voce grossa, ma nonostante questo in gara 3 di finale tutti hanno visto cosa ci hanno combinato. Non so se avremmo vinto lo scudetto se la bella fosse stata in Sicilia. Quanto alla reazione del Presidente di Lega, lo conosco ovviamente benissimo ed assicuro che per arrivare a tanto la misura doveva essere colma". Chi si è sempre battuto per una maggiore trasparenza arbitrale è senz'altro Giovanni Coviello, presidente della Minetti Infoplus Vicenza, che disputerà la sua nona stagione consecutiva nel massimo campionato femminile di pallavolo. Tempo fa, fece scalpore una maglietta distribuita all'ingresso del Palasport berico ed indossata da tifosi e gio- catrici ("meno arbìtri, più arbitri,", era il calembour). "Nel nostro sport fortunatamente non esistono "cupole" in senso premeditato, ma sicuramente pesa una certa sudditanza psicologica verso le squadre leader o nei confronti di giocatrici (specialmente palleggiatrici) o allenatori cui viene associato dai fischietti un prestigio, e un'intoccabilità, che invece non dovrebbe influire sulle valutazioni di falli o proteste. Ma noto pure una carenza di personalità verso i caratteri forti, che porta a effetti altrettanto negativi: per fare un esempio se protesta la nostra allenatrice Benelli è facile che venga sanzionata perchè la sua protesta è palese e (per la sua esperienza di grande giocatrice) attendibile, per cui l'arbitro si sente quasi ... offeso dal fatto che il pubblico e i presenti possano condividere le rimostranze di Manù. Se a protestare è un tecnico che assume un atteggiamento più ipocrita il comportamento arbitrale, di certi arbitri deboli, è l'opposto". Quanto incide un cattivo arbitraggio su un match di volley? "Sbagliano le giocatrici e possono sbagliare gli arbitri. Oggi col rally point system le conseguenze degli errori, specialmente nelle fasi calde delle partite, sono più gravi: un punto non assegnato è anche un punto per l'avversario con un peso, quindi, doppio. Ma se l'errore umano è comprensibile, l'importante è che nelle decisioni si dia una sensazione costante di equità e questo con alcuni arbitri non avviene." Cosa fa Vicenza per arginare questi torti? "Un doppio lavoro, sensibilizzare, non certo alla Moggi, chi di dovere ma sempre in maniera documentata, cioè con i video delle partite e non solo con le rimostranze, ma anche palesare pubblicamente il problema, come ho fatto dopo l'arbitraggio della nostra partita casalinga con Jesi. Infatti, da quel match abbiamo quasi sempre avuto assegnate coppie di livello e spesso formate da internazionali". Nel calcio a 5, sport in decisa ascesa e con la nostra provincia ai vertici nazionali, si lamenta più che altro lo scadente livello tecnico generale dei fischietti. Anche qui, tra l'altro, recentemente si è assistito all'abbandono del campo di una squadra, la Lazio, impegnata nei quarti contro l'Arzignano, poi campione d'Italia. "Non esistono interessi tali da poter influenzare politicamente la classe arbitrale - assicura Emanuele Gonzato, presidente dell'Unichimica Cornedo, in serie A2 -, ma sicuramente ci sono società che per tradizione e blasone contano più di altre, ma non al punto tale, però, da ripetere quello che è successo nel calcio. Diverso è il discorso se si parla di situazione ambientale: è dimostrato dai fatti e dai referti che in determinate zone del Sud Italia si sia venuto a creare una sorta di clima intimidatorio da parte del pubblico e degli stessi tesserati di alcune società nei confronti degli arbitri, che talvolta si trovano costretti a svolgere il loro lavoro in condizioni di scarsa sicurezza e quindi minima lucidità mentale, il che talvolta porta ad errori decisivi". CULTURA 17 10 GIUGNO 2006 Escluso dal Nobel, lo scrittore di Asiago viene proposto come senatore a vita da politici e sindacati Un'idea che non rende guistizia alla sua storia Rigoni Stern senatore a vita, un contentino che non lo onora DI GIULIANO CORÀ Il Premio Nobel si dà ai più bravi. Per alcune categorie - fisica, medicina, ecc l'assegnazione è semplice. Meno semplice è la decisione per i Nobel alla Letteratura o alla Pace, che spesso hanno assunto valenza politica. Se non vi sono obiezioni al Nobel per la Pace a Médecins sans Frontières (1999), meno chiari sono i meriti dei presidenti israeliani Begin (1978) o Peres (1994). Stesso discorso per la Letteratura. Indiscutibili i premi a Kipling (1907) o a Yeats (1923), ma non si capisce a cosa debbano il premio gli sconosciuti Jelinek (2004) o Xingjian (2000), scrittori che qualche merito l'avranno pure, ma di cui certo non si può dire che abbiano impresso tracce indelebili nella storia della letteratura mondiale. Sembra quasi che siano stati premiati per incentivare le vendite dei loro libri (d'ac- cordo: non sono le copie vendute a fare il genio - altrimenti la Tamaro e Coelho sarebbero già assurti agli altari - ma un libro deve pur averlo letto qualcuno perché lo si possa giudicare). E' evidente poi come spesso il Nobel abbia premiato la presenza "politica" del prescelto più che i suoi reali meriti artistici. Uno dei casi più eclatanti è stato il Nobel a Dario Fo (1997). Ottimo attore, ma i cui testi sono, a parte forse Mistero Buffo, poco più che canovacci, estremamente legati alle contingenze sociali e politiche del nostro Paese. Altri c'erano in Italia che per sensibilità e valore morale avrebbero meritato la "sponsorizzazione": Primo Levi, per esempio, o Natalia Ginzburg. Levi se ne andò tragicamente nell'87; la Ginzburg ci lasciò discretamente nel 1991. Ci rimane l'asiaghese Mario Rigoni Stern, l'autore de "Il sergente nella neve", forse il più grande scrittore italiano del Novecento, cantore della dignità umana e del dolore dell'Uomo sotto la barbarie della guerra, sciamano che parla con gli animali e gli alberi, maestro di vita e di valori naturali ed ancestrali. Ma con un difetto imperdonabile per i cenacoli della cultura, non solo italiana: di essere "invisibile", modesto, alieno da piazze e studi tv, legato alla terra e alla meditazione silenziosa e discreta. Non si faceva vedere, Rigoni Stern, e non fu visto. Ma il tempo passa. Qualcuno ha riflettuto, forse si è reso conto della sciocchezza commessa (non importa da chi) ed ha avuto un'idea per rimediare: nominarlo senatore a vita. Senza pensare che proprio in Veneto si dice: "pezo el tacòn del buso". L'idea balenò già nel 2003 al gruppo interparlamentare "Amici della Montagna" (?), ripresa poi dal politico vicentino Mauro Fabris (Udeur) e di recente, in occasione del raduno degli alpini ad Asiago, dal governatore forzista Giancarlo Galan (di cui non si conosceva fino ad oggi una particolare predilezione per la montagna e l'ambiente) nonché dalla Cgil, che Uno scorcio dell'Altopiano. Nei lavori dello scrittore emerge un forte rispetto per la natura Mario Rigoni Stern, nato ad Asiago nel 1921 con retorica patriottarda testimonianza anch'essa di una ben poca confidenza coi valori di Stern - lo ha definito "il più illustre e speciale alpino d'Italia". Bene, diciamolo con forza: lungi dall'essere un riconoscimento, questa proposta rappresenta una presa in giro, se non addirittura un insulto per lo scrittore dell'Altopiano. Non si è avuto il coraggio, o la capacità, di riconoscerne o farne riconoscere prima il valore: data la povertà ideale della nostra società, ciò per lui costituisce quasi un titolo di merito. Ma ora, che lo si lasci in pace e lo si rispetti. Non è un bambino, dal quale cerchiamo di farci "perdonare" un torto con una caramella. E' un Maestro, è Mario Rigoni Stern. Amiamolo leggendone i libri, parlando di lui a chi non lo conosce; portiamo i nostri figli sull'Altopiano e da lontano, ma senza disturbarlo, indichiamone la casa e diciamo: "Ecco, vedi, lì abita quel signore che parla con gli urogalli, che in Russia ha conosciuto gelo e sofferenze, che coltiva gli alberi nel suo arboreo". Non esibiamolo per acquietare la nostra cattiva coscienza - sotto quelle luci che non ha mai cercato. Onoriamolo con la nostra ammirazione e la nostra devozione, e rallegriamoci di esser vissuti nel suo stesso tempo e di avere avuto il bene di conoscerlo. Lui certamente non chiederà di più. GIOVANI 18 10 GIUGNO 2006 Il vicentino regista di "Medley" torna dietro la macchina da presa per un film con Daria Nicolodi. "Il cinema per me è una malattia" Zarantonello: "Farò un film con la star di Profondo Rosso" DI LUCA MATTEAZZI "Che cos'è il cinema?". La risposta arriva, volutamente, dopo trenta secondidisilenzio.Perché fare cinema è questo: "È l'attesa di una risposta, è passare da un'attesa all'altra, con gente che ti dice di aspettare perché forse c'è l'attore, forse c'è il produttore, forse c'è il distributore. Forse. Poi, quella volta che succede, succede tutto di corsa". Nella parole di Gionata Zarantonello c'è tutta la fatica di chi cerca di farsi strada in un mondo difficile e complicato ("assolutamente illogico", dice lui) come quello del grande schermo. Ma per il giovane regista vicentino, trent'anni non ancora compiuti, almeno una delle tante attese sembra essere terminata: a settembre inizierà a girare il suo terzo lungometraggio, il primo con una produzione importante alle spalle e con nomi di spicco nel cast. "È un thriller realizzato grazie ad una coproduzione tra la Rai e la Svizzera, e che avrà come protagonista Daria Nicolodi, l'attrice che ha fatto Profondo Rosso - racconta -. È una storia di bambini che scompaiono, e di una signora, la Nicolodi appunto, che viene Le riprese di Uncut, film girato da una soggettiva molto particolare sospettata di averli fatti sparire. È un lavoro importante, ma ce n'è voluto di tempo: ho iniziato a lavorarci sei anni fa, e avrò riscritto il copione 12 o 13 volte, non mi ricordo nemmeno quante". Stregato da film come "Nero" (scritto dal papà di Dylan Dog Tiziano Sclavi) e "Leon" di Luc Besson, Zarantonello muove i primi passi dietro una cinepresa alla fine degli anni '90 con "Medley", un horror splatter ambientato nel mondo della scuola e rea- lizzato con mezzi di fortuna: un gruppo di amici capitanati da Ulisse Lendaro come attori, succo di amarena al posto del sangue, mannaie e frattaglie di pollo prese a prestito dal macellaio di fiducia per le scene più cruente, riprese effettuate in modo semiclandestino in cinque scuole della città, cercando di eludere la sorveglianza di presidi e bidelli. "Diciamo che è come se avessimo fatto una casa partendo dal tetto", ricorda il regista. Un film povero, che riu- scì però ad ottenere servizi e recensioni su tutta la stampa nazionale e arrivò ad essere distribuito anche negli Stati Uniti. Sulla scia di questo primo successo, Zarantonello si trasferisce a Roma ("Perché è il centro di tutto: non puoi permetterti di perdere un appuntamento con un produttore perché devi arrivare da Vicenza"), e comincia una lunga gavetta. Prima i corsi di sceneggiatura e montaggio al Dams di Bologna, quindi quelli della Scuola di cinema di Milano, poi lezioni di regia e scrittura, e perfino un corso sugli effetti speciali a Los Angels. In mezzo, tanti cortometraggi, come "Alice dalle quattro alle cinque",cheaccompagnaMedleyallasuauscita nelle sale. "I cortometraggi sono importanti - aggiunge Zarantonello - ma bisogna stare attenti, perché quando poi si arriva a lavorareinunsetprofessionalebisognafare iconticonunarealtàmoltodiversa.Inrealtà quello che conta di più è l'esperienza: più cose fai, più bravo diventi". Nel 2003 esce il suo secondo film, "Uncut". Come Medley una storia forte (la vicenda è vista tutto con l'ottica del pene di un uomo bloccato a letto da un incidente), come Medley ottime recensioni, accoglienza fredda nelle sale, riscontri discreti nel mercato nell'home video. E adesso, dopo sei anni di lavoro dietro le quinte e tentativi andati a vuoto, laprospettivadiunnuovofilm,questavolta davvero importante. Gionata Zarantonello: "Il cinema è come le donne, se le desideri troppo non le avrai" Tirareavanticosì,perònonèfacile,eZarantonello non sembra lasciare molti spiragli per i giovani vicentini che volessero seguire la sua strada. "Io ci sono cascato e ne ho fatto una malattia, ma il cinema è troppo casuale e dipende da troppe coincidenze per poterci contare. Come dice un mio amico, dovresti farlo con la mano sinistra, mentre con la destra ti occupi di qualcosa di più sicuro. Il cinema non può essere la cosa più importante della tua vita, altrimenti finisce come con le donne: quando le vuoi troppo, non le conquisti mai". SCUOLA 19 10 GIUGNO 2006 Dall'intramontabile bigliettino all'iPod, ecco come imbrogliare i professori con successo Copiare. Un'arte tra fantasia e ingegnosità DI ILARIO TONIELLO Inutile dire che è sbagliato, immorale e pure pericoloso ma alzi la mano chi non l'ha mai fatto. In ogni caso sfatiamo il mito dello studente pigro che copia perché studiare è faticoso. Per copiare si spreca più energia e tempo rispetto allo studio. E certe trovate per nascondere le informazioni sono un inno alla fantasia e all'ingegnosità. Inoltre, come dicevano gli antichi, repetita iuvant. A forza di scrivere informazioni i bigliettini non si guardano più, ma la loro presenza "psicologica" può tranquillizzare lo studente, che renderà maggiormente. Si avvicinano gli esami. Approfittando dell'occasione abbiamo raccolto i principali "metodi" di copia dopo aver visto le tecniche di decine di studenti, identificando i filoni principali e creando un utile vademecum per i ragazzi (e magari anche per i professori). Un consiglio: per verifiche vaste, come quella della Maturità, bigliettini e surrogati sono inutili. Studiate, farete prima. E con meno fatica. La copia classica Si tratta dell'immortale bigliettino che però si è rivoluzionato nel corso del tempo. Michele del Quadri ci spiega i dettagli: "Le fotocopie rimpicciolite dei libri non vanno bene, contengono troppe informazioni. Ormai nessuno scrive in piccolo con una penna. Quasi tutti usano un programma di scrittura e stampano gli appunti dal computer". Le dimensioni ideali dei foglietti sono 2x4 centimetri, scritti con corpo 5 o anche meno. Conviene plastificare i fogli (basta rivestirli di nastro adesivo) in modo da renderli più rigidi e facili da nascondere. Un piccolo capolavoro d'ingegneria è il trucco del "papiro". Si stampano le informazioni solo su un lato di un foglio largo 2-3 centimetri e molto lungo. Si fissano gli estremi a due pezzi di cannuccia. Si arrotola in sensi opposti e si fermano i due estremi con un piccolo elastico. Ruotando le cannucce si possono leggere tutte le informazioni senza mai srotolare il nastro. Consigli: sono necessarie informazioni essenziali e schematiche perché lo spazio è ristretto. La copia hi-tech Il grande protagonista è il telefonino. I modelli sono sempre più piccoli e riuscire a nasconderli è facile. Inoltre sono sfruttabili molti meccanismi: "dagli sms per chiedere aiuto a compagni di altre classi alle fotocamere che permettono di memorizzare intere pagine", L'uso dell'iPod è l'ultima novità del mondo dei copioni come ci spiega Alessandra del Pigafetta. Sono nati anche alcuni servizi sms specifici: mandando un messaggio con le parole iniziali della versione di latino è possibile ricevere (a pagamento) l'intera traduzione. Per la maturità è infallibile il palmare con collegamento internet: dopo poche ore dell'inizio degli esami sul web si trovano già le tracce dei compiti con le relative soluzioni. Ma novità di quest'anno è l'iPod. Il lettore musicale Apple ha una funzione chiamata "note", che permette di trasferire e visualizzare testi. È possibile inserire intere enciclopedie di appunti in una scatoletta di 4x9cm facile da leggere e nascondere. Consigli: molti professori requisiscono i cellulari prima dei compiti. Il segreto è portare due telefoni, uno civetta da consegnare e l'altro che si terrà per sé. Ricordatevi di disattivare suoneria e vibrazione: una chiamata può essere fatale! La copia mimetica Ovvero sfruttare in modo creativo gli elementi naturali presenti in classe per copiare. Una colonna può nascondere un libro, una finestra scorrevole il bigliettino. Ma l'idea più originale è quella di Luca (Boscardin): "Il posto migliore per copiare? È il primo banco in mezzo alla classe. Basta scrivere gli appunti sul bordo esterno della cattedra, finora non se n'è accorto nessuno!" Tra i trucchi più utilizzati anche quello di scrivere le informazioni con una penna scarica sui fogli protocollo per i compiti oppure copiare le formule in matita sulla nuamente banco è impossibile che si ricordi l'ordine che ha dato". Consigli: in caso di telefonate anonime usate solo telefoni pubblici a monete: schede e cellulari sono rintracciabili. La copia fashion Nascondere le informazioni sul proprio corpo è la cosa migliore: nessun professore può toccarvi senza rischiare qualche querela. Per copiare è necessario un abbigliamento particolare con tasche e risvolti dove è facile nascondere bigliettini e scritte: dolcevita con girocollo alto e gonna corta per lei, camicia lunga e pantaloni oversize per lui. Consigli: braccia e mani sono i primi posti dove sarete controllati. Conviene approfittare delle parti del corpo dove lo sguardo, per pudore, non si ferma mai: zona reggiseno e tra le gambe. La copia alimentare Un sistema veramente originale: scrivere le formule più ostiche all'interno di supporti alimentari. In particolare le gomme da masticare di tipo "Brooklyn" sembrano le preferite dagli studenti. Molti professori approvano "le cicche" durante i compiti perché aiutano a combattere lo stress. In caso di pericolo, inoltre, si possono distruggere facilmente le prove. Consigli: per la vostra incolumità è meglio utilizzare inchiostri atossici per la scrittura. parte nera dei banchi. In sono mamme: basta chiamare a entrambi i casi sarà possibile scuola prima del compito, preleggere solo in controluce in una sentarsi come il figlio della prof particolare posizione conosciu- e poi riattaccare poco prima che ta solo dallo studente. risponda. La preoccupazione la Consigli: qualsiasi sia il mezzo renderà distratta". utilizzato fate in modo che le Curioso il sistema adottato in informazioni siano facili da una classe in caso di compiti nascondere in caso d'imboscata alternati (utilizzati per evitare da parte del "nemico". di copiare dal vicino di banco) La copia cifrata "Noi facciamo i compiti che Funziona bene per i test. Il truc- vogliamo scambiandoci le tracco è vecchio come il mondo: ci ce e ignorando quello che ci dice si accorda con i compagni di il prof - spiega Luca del Boscarclasse per un linguaggio cifrato: din - Siccome cambiamo contiun colpo di tosse per indicare la risposta A, un ticchettio con la penna per la risposta B e così via. Consigli: non è un metodo da improvvisare. È necessaria un'abilità da commediante per non farsi scoprire. La copia psicologica Consiste nello sfruttare le debolezze dei professori. I momenti migliori per copiare sono gli ultimi minuti o quando suona la campanella: c'è maggior confusione. Perfido il consiglio di Manuela (Boscardin): "Anche le professoresse Il classico bigliettino è il metodo più antico e più usato “CONNETTORE A SECCO AL-FER” (BREVETTATO) Il “connettore a secco AL-FER” nasce in tempi recentissimi per migliorare, sotto tutti gli aspetti di praticità, semplicità ed economia. Destinato a sostituire così la maggior parte dei metodi utilizzati negli ultimi 20 anni. Il “connettore a secco AL-FER” è composto da un unico perno metallico ottenuto da una barra ø16 opportunamente lavorata con filettatura per legno nella parte da fissare sulla travatura. Nella porzione corrispondente all’assito la barra rimane liscia, mentre torna con lavorazione a testa esagonale dotata di scanalature nella parte da annegare nel calcestruzzo. Il “connettore a secco AL-FER” è costituito da un unico perno opportunamente sagomato per il miglioramento dell’aggancio meccanico al legno e al calcestruzzo. I VANTAGGI: 1. 2. Completo recupero statico della parte in legno. Possibilità di migliorare l’isolamento termoacustico, inserendo un pannello di materiale isolante tra i tralicci. 3. Produttività massima. 4. Tutto il pre-esistente non viene assolutamente danneggiato. 5. Costo altamente competitivo. 6. Durante la posa non vengono adoperati liquidi (il getto o boiacca sono tenuti separati da un telo impermeabile). 7. Migliora l’intersezione di tutte le sue parti (legno/muratura). 8. Acquista maggior resistenza al fuoco. 9. Nessuna necessità di smaltimento in discariche speciali. 10. E’ possibile la completa riconversione in origine. 11. Massima semplicità di applicazione (no mano d’opera specializzata). 37033 Montorio (Verona) - Via dei Castagni, 7 - Tel. e Fax 045 8840780 Consultateci al sito: http//www.al-fer.it - e-mail: [email protected] 21 Vivi l’Area Metropolitana 10 GIUGNO 2006 Da mercoledì 7 giugno a mercoledì 14 settembre, Museo di Santa Giulia Biennale Internazionale di fotografia di Brescia Appunti per una storia della fotografia al femminile La II Biennale Internazionale di Fotografia di Brescia, edizione 2006, ha per titolo 'Appunti per una storia della fotografia al femminile', la sintesi di un concetto che non deve far pensare ad atteggiamenti di rivendicazioni femministe. L'arte non ha sesso. Semmai, sottolineare 'le differenze', supposte, sarebbe mortificante proprio per le donne che hanno lasciato, e continuano a lasciare, impronte indelebili nell'evoluzione della fotografia come arte autonoma. 'Appunti per una storia della fotografia al femminile' è il tema della II edizione della Biennale Internazionale della Fotografia di Brescia. Dedicata alle donne protagoniste della fotografia, e non oggetti, non deve far pensare ad atteggiamenti di rivendicazioni femministe. L'arte non ha sesso. Sottolineare 'le differenze', supposte, sarebbe mortificante proprio per le donne che hanno lasciato, e continuano a lasciare, impronte indelebili nell'evoluzione della fotografia come arte autonoma. L'obiettivo, ambizioso e doveroso, è di tracciare una guida di 'appunti' per mettere in risalto un patrimonio di cultura e creatività cifra femminile, 'appunti' preziosi per riflettere, indagare, rivedere e tentare di scrivere la storia della fotografia con equilibrio. Mostra a cura di Ken Damy, Giuliana Scimé e Mario Trevisan. 30 mostre, 1000 immagini esposte in prestigiosi spazi pubblici e privati. MANTOVA Rievocazione della festa che organizzavano i marchesi di Mantova che traspare dalla storia della fotografia internazionale, fin dagli albori e che, per quasi centosettant'anni, ha imposto un modo spesso assolutamente insolito di vedere. Una storia della fotografia, osservata da angolature diverse, che non mancherà di stupire per genialità e sensibilità, per innovativi atteggiamenti e libertà espressiva. Le donne in fotografia sono state tante e bravissime, ed oggi sono protagoniste delle più rilucenti sfaccettature di un diamante purissimo, la fotografia nelle arti visuali, che sta regalando galattiche avventure nell'universo dell'immagine. Il percorso, assai complesso, tocca i punti focali dei generi in fotografia e attraversa le epoche e le diverse culture d'Europa e Americhe, e del nascente impegno in Africa, Asia, Australia, in spazi pubblici e gallerie private. Le frontiere non esistono, nemmeno i confini alla creatività, miracolo della fotografia. Un affascinante 'giro del mondo' a bordo della macchina del tempo che, dal 1860 alle ricerche contemporanee, plana in tantissimi Paesi e si sofferma a mettere in luce genialità incomparabili con immagini indimenticabili. È la prima rassegna internazionale che recupera la ROVIGO Dal 16 al 18 giugno in piazza di Vittorio Rovigo - Festa del Pesce a Frassinelle Polesine Rievocando la storia di Frassinelle si organizza la grande festa del pesce tipico di allora che si terrà in Piazza di Vittorio da venerdì 16 a domenica 18 giugno. Si tratta di una rievocazione in chiave storico gastronomica con degustazione dei migliori piatti locali. Le autrici più significative della fotografia internazionale dal 1850 ad oggi. Mostra aperta dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 18, lunedì chiuso. Per informazioni e-mail: [email protected], organizzazione segreteria Museo Ken Damy allo 0303750295.a Tra le tante specialità che si potranno degustare: anguille, rane, pescegatto, fritto misto. Oltre al buon cibo non mancheranno le occasioni per divertirsi con la musica, sono previste infatti serate con orchestra, ballo in piazza e altre manifestazioni musicali. Convivium Voluptatis a Volta Mantovana Nell'antico borgo vicino a Mantova dal 18 al 28 giugno A Volta Mantovana, antico borgo vicino a Mantova, dal 18 al 28 Giugno, avrà luogo il "Convivium Voluptatis", la rievocazione filologica della festa che ogni anno organizzavano i marchesi di Mantova, Ludovico II° Gonzaga e sua moglie Barbara di Brandeburgo, nella loro residenza estiva, per salutare l'inizio dell'estate. Il Convivium di quest'anno sarà dedicato alle Muse. Domenica 18 Giugno a partire dalle 17.30 fino a notte fonda, si darà inizio alle giornate di feste e banchetti in rigoroso stile rinascimentale. Apertura alle 18 con grande festa popolare nei giardini e per le vie dell'antico borgo. Per l'occasione verranno filologicamente allestiti spazi adibiti a giochi rinascimentali, a cui la gente potrà liberamente prendere parte, taverne in stile d'epoca, mercati che permetteranno di riscoprire le antiche tradizioni del mantovano, il tutto impreziosito da musiche, danze, trampolieri, folletti e gran finale con scenogra- fico spettacolo di fuochi d'artificio. Dalle 19 si potranno degustare risotto con pesto di porco, pesci, carni, caci delle Colline e vini locali. Alle 21.30 verrà inoltre rappresentata l'opera della Compagnia degli Ordallegri: "Lo poter de li funghi allucinanti". Ingresso alla manifestazione 3 euro. Mercoledì 21 e 28 Giugno dalle 20.30 alle 24 sarà la volta dei banchetti dedicati alle Muse. L'ingresso con aperitivo di accoglienza, tra giullari e cantastorie, sarà situato negli splendidi giardini di Palazzo Gonzaga dai quali poi si passerà alle scuderie del palazzo nelle quali i partecipanti verranno riuniti in tavolate posizionate a cerchio, intorno alla scena dello spettacolo teatrale dedicato alle Muse, Calliope, Clio ed Erato il 21, e alle Muse Euterpe, Melpomene e Urania il 28. Oltre allo spettacolo teatrale, i banchetti saranno come sempre allietati da sorprese e scherzi di giullari impertinenti. Sarà inoltre possibile intrattenersi piacevolmente con grafologi, chiromanti e cartomanti che nel corso del banchetto si aggireranno tra le tavolate. Menù come sempre in rigoroso stile d'epoca con abbinamenti e sapori dimenticati nel tempo. Biglietto d'ingresso alla serata comprensivo di cena 35 euro. PAGINA DI ELENA BURRI 23 10 GIUGNO 2006 TEMPO LIBERO La solitudine, la follia e la violenza della metropoli i temi del film tre volte premio Oscar La vita senza senso a bordo di un'auto: la parabola di Crash DI GIULIANO CORÀ Un momento nella vita di Los Angeles: potrebbe essere stato ieri, può essere oggi, possiamo solo sperare che non sia domani. Crash (Haggis, Usa, 2005, tre premi Oscar) è come aprire il finestrino della macchina mentre vai. Per un momento la realtà ti passa davanti agli occhi, essenziale nella sua casualità. Per strada ci sono poliziotti teppisti, borghesi, operai, bottegai; dietro le loro facce ci sono le storie e i problemi che puoi solo intuire da un'espressione, un vestito. Hai visto poco, è come se avessi visto tutto. Crash è uno squarcio sulla solitudine immensa di una città, sulla sua violenza, che non è però genetica e neppure ende- mica, ma consequenziale a quella solitudine. In Crash non ci sono buoni e cattivi. Ognuno può trovarsi in qualsiasi momento in un ruolo o nell'altro: una volta vittima, e quella dopo oppressore; entrambe le volte convinto di aver "ragione", entrambe le volte incapace di capire perché succede. Ancora una volta solo. Fortunato - è terribile dirlo - chi, magari per una volta, magari non del tutto consciamente, arriva a rendersene conto: la telefonata di Sandra Bullock all'amica - più monologo e intima confessione che dialogo - è uno dei momenti chiave del film. Ma il commerciante iraniano non sa perché spara, e nemmeno il giovane poliziotto, né il ragazzo nero sa perché libera gli immigrati clandestini. Ognuno è parte della ruota, che gira, inesorabile ed impassibile. La fotografia è "documentaria", severamente estranea. Non ci sono fascino, repulsione, mito, in quelle strade, nelle armi, nelle macchine. La macchina da presa segue e osser- va, testimonia, passa oltre: un'altra storia, un'altra sofferenza. In nessun film come in questo sembra essere espresso l'assunto russovianosecondocuil'uomonascenaturalmente buono, ma poi la società lo rende cattivo. Non c'è catarsi, in Crash: c'è una disperata speranza di felicità, ma poi ancora un urto, ancora la follia. La musica dolente e bellissima di Mark Isham è il basso continuo di questa sinfonia dell'infelicità. Nell'ultimo libro di Marco Lodoli, una serie di racconti dedicati a persone che, per sopravvivere, scelgono di mentire a se stessi e al mondo Diciannove storie di ordinaria illusione Marco Lodoli, Bolle, Einaudi, 188 pp., € 16,50 Ci sono scrittori le cui pagine, per quanto apprezzabili, evaporano presto dalla memoria. Ce ne sono altri, invece, le cui righe si piantano nella testa, abitate da una verità sottile ma incisiva, come la lama di un coltello. Fra questi ultimi c'è di sicuro il cinquantenne romano Marco Lodoli, una delle penne più originali della sua generazione. Bolle raccoglie diciannove racconti accomunati dal tema dell'illusione come bisogno primario. I personaggi che li popolano scelgono di mentire a se stessi e al mondo, per vincere la soli- tudine o forse, semplicemente, per sopravvivere. Fra loro, un disperato divenuto un simbolo, per essere sopravvissuto a uno spaventoso incidente stradale; una giovane borghese che sogna di rubare il piccolo figlio di una zingara; un tassista che chiede a un musicista di mediare per lui con una donna che in realtà nemmeno conosce; un giovane che si isola nella sua camera, circondato da mille sfere di vetro con la neve dentro. L'ultimo racconto è un poemetto quasi leopardiano in cui un topo, rimasto intrappolato, riflette su ciò che la sua vita è stata e sarebbe potuta essere. Lodoli, con la sua scrittura sospesa fra prosa e poesia ("Come un lenzuolo pieno di briciole, una leggera angoscia mi si è posata sul petto"), narra vocazioni all'assoluto che non si compiono, parabole incomplete, esistenze che dondolano malinconiche fra desiderio e possibilità senza mai afferrarle davvero. Fino all'ultimo giro. "Svolazza la morte sopra la campagna e il mare, con il cappello nero, il sacco vuoto da riempire e una goccia che le pende dal naso adunco. […] Cade dal cielo la goccia buia come l'occhio di un corvo […] Cade come un pallino di piombo, e poi come una piuma si fa portare dal vento più lontano. […] Astolfo sente una goccia d'acqua gelata sul gomito che tiene fuori dal finestrino. È come un ago, un'ape, un amo conficcato. […] Così deve finire? pensa Astolfo, così si muore?" Giovanni Magalotti VICENZAPIU’ VIVA Vicenza Più Viva: finalmente la buona notizia È la rubrica che mancava in città: una pagina dove ogni settimana i vicentini potranno annunciare la gioia di un figlio, la celebrazione di un matrimonio, il conseguimento della laurea. Perciò forza genitori, sposini e neo-laureati: chiamando al numero 0444 923362 o inviando un'e-mail all'indirizzo [email protected] potrete dare a Vicenza una buona notizia… in Più. Tanti auguri I compleanni di questa settimana 11 giugno Tanti auguri Giuseppina Tanti auguri alla cara zia Giuseppina. i nipoti Benvenuti Lo spazio dedicato ai nuovi vicentini Benvenuto Luca Luca Paveglio è nato il 23 marzo Mamma Gabriella e papà Stefano sono felici di presentare il piccolo Luca che ha deciso di allietare il mondo con la sua presenza dal 23 marzo Benvenuto Francesco Benvenuta Matilde Francesco Matteazzi è nato il 28 aprile a Vicenza Matilde De Biase è nata il 14 febbraio a Vicenza Siamo felici di augurare Mamma Emma ogni bene a Francesco, e papà Allan il primo figlio del nostro redattore presentano Matilde Luca Matteazzi e della moglie Elena Fiori d'arancio I novelli sposi di città e provincia Tanti auguri a: Girolamo Sciabica & Stefana Famara Mauro Sambugaro & Elena Favero Antonio Tosatto & Alessandra Ghelfi Pietro Lomuscio & Valeria Regano Ludovico Galla & Maddalena Conforto Riccardo Bonetto & Paola Sandri