American Graffiti

Transcript

American Graffiti
e 0,50
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO
Writers, giornalisti e copiatori
Chissà se i graffittari vicentini sono considerati "stampa amica"? Iniziamo con una battuta questa carrellata su alcuni dei contenuti del numero 16 di VicenzaPiù proprio per
sdrammatizzare una contesa che sa, questa
volta, di polemica per la polemica. Bravo è
stato, infatti, Gianmarco Mancassola a "inseguire" la notizia a Palazzo Trissino (il Dal
Molin agli Usa con tutti i suoi effetti, anche
economici). Questo era il mestiere dei veri
giornalisti, quello a cui voglio che si ispirino sempre i collaboratori della nostra giovane testata, nata solo 4 mesi fa e, grazie a chi
ci legge, voce libera da ogni vincolo precostituito che non sia la nostra volontà di informare i lettori sui fatti, analizzandoli con
occhio critico, sempre, ma attento, in ogni
caso, alle posizioni, libere e democratiche, di
tutti.
Chi si lamenta dello scoop (?) perso perché
non preannunciato da una velina dell'ufficio
stampa (da copiare, magari: come agli esami)
o comunicato in una conferenza pubblica,
questa volta non ci trova d'accordo e ci
costringe a difendere il sindaco di Vicenza.
Sperando, però, di non essere puniti anche
noi dall'epiteto di "Stampa amica", che tale
rimarrebbe sia che a pronunciarlo fosse il sindaco sia che a lanciarcelo contro fossero altri
giornalisti, magari un po' pigri. E poi "chi è
senza peccato scagli la prima pietra", direbbe Siro Grassi, l'imprenditore della secolare
azienda Achille Grassi che trasforma le pietre in monumenti e business. In gara, per fama
e derivati, con i preziosi ricami con cui Ancilla Rigon impreziosisce gli abiti di Yves Saint
Laurent nel quartiere dei Laghi a Vicenza,
provincia dell'Impero (chiedere al cineasta
in cerca di gloria Gionata Zarantonello, e al
mancato Nobel Mario Rigoni Stern) quando
potrebbe essere talvolta essa stessa Impero.
Lo dice (o lo teme?) anche Roma, quella Roma
in cui continua la caccia agli arbitri tifosi
della Juventus e del calcio malato, prototipi
di un modello che si spera non imitato dagli
altri sport. Forza Italia, allora: quella del calcio però, che solo con un mondiale da stelle
potrebbe restituire all'abbraccio anche dei
vicentini uno sport che ora non ha più il diritto di chiamarsi così.
Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
American Graffiti
In una Vicenza piena di scritte selvagge e graffiti d'autore,
il segno che inciderà di più sul futuro della città potrebbe essere a stelle e strisce.
Col nuovo insediamento americano al Dal Molin é in arrivo
una torta da 800 milioni di dollari: la fetta più grossa andrà a costruttori
e proprietari di immobili, un'altra a nuovi assunti e Aim,
mentre a bar, ristoranti e negozi resteranno pochi spiccioli
a pagina 4 e 6
Giovanni Coviello
Esami,
tutti i trucchi
di chi copia
a pagina 19
Gaucci jr,
dagli arresti
allo scudetto
a pagina 14
Anno 1 nr. 16 - Sabato 10 giugno 2006
Rigoni Sterni,
né Nobel
né senatore
a pagina 17
Ancilla,
alta moda
made in Laghetto
a pagina 13
3
10 GIUGNO 2006
SETTIMANARIO
3
SABATO
Festa della Repubblica,
An abbandona la cerimonia
struzione quella con più alunni immigrati è la
materna con oltre mille bambini; le elementari ne
hanno circa 4.300; nelle medie inferiori si attestano a 2.360 ragazzi; nelle superiori sono quasi 1.400.
5
LUNEDÌ
passa a un'azienda privata di Isola, la multinazionale "Stabila", che lavora nel settore estrattivo.
L'ex presidente (di area An) motiva così la decisione: "Un po' di stanchezza c'era, ma nella mia
scelta non c'è nulla contro nessuno: in Aim le cose
vanno bene, benissimo. L'offerta che ho ricevuto
è molto significativa, e se qualcuno del privato si
è accorto di come lavoro lo devo anche all'Aim".
MERCOLEDÌ
San Bortolo, lo sciopero divide i sindacati
7
Niente più "quarto turno" notturno
per i vigili urbani di Vicenza: il pattugliamento del venerdì e del sabato
notte non ha funzionato per mancanza di personale e il consiglio
comunale ha approvato un "terzo
turno prolungato" che funzionerà per
tutti i sette giorni della settimana
dalle 20 alle 2 (fino alle 2,30 il sabato).
Gli imprenditori vicentini come Enrico Fabris:
l'augurio di Massimo Calearo
Scoppiano le polemiche per l'abbandono del
palco da parte della delegazione di Alleanza
Nazionale durante le celebrazioni del 2 giugno
per il 60° anniversario della Festa della Repubblica. Il gesto è stato una reazione al discorso ufficiale tenuto dal senatore Luigi Gui, membro del
Cnl e deputato dell'Assemblea Costituente, che
ha definito il regime collaborazionista di Salò "una
vergogna".
4
DOMENICA
Scuola, stranieri raddoppiati
Sciopero degli autonomi e dei Cub all'Ulss 6 di
Vicenza: un successo che ha portato il 90% delle
strutture interne all'ospedale a chiudere. E ha
messo definitivamente in crisi i rapporti fra i promotori, i sindacati di base, e i confederali Cgil,
Cisl e Uil, che non hanno aderito.
6
MARTEDÌ
Aim, Rossi si dimette da presidente
"Siamo pronti a vincere. E vinceremo!". Con questa incitazione d'altri tempi Massimo Calearo,
presidente uscente di Assindustria Vicenza, ha
aperto l'assemblea dei 60 anni dell'associazione,
forte dei segnali di ripresa dell'economia italiana
che nel 2006 dovrebbe espandersi grazie alla crescita di esportazioni ed investimenti. Come
mascotte portafortuna gli imprenditori vicentini
hanno portato sul palco della kermesse il campione olimpionico di Roana Enrico Fabris: "Io
vedo Enrico Fabris e le sue medaglie alle Olimpiadi come simbolo delle virtù positive dell'imprenditoria vicentina" - ha detto Calearo - "La
tenacia, la voglia e la capacità di dare il meglio di
se stessi e di vincere. Sia da soli che in squadra".
GIOVEDÌ
Nelle scuole vicentine gli alunni stranieri negli
ultimi cinque anni sono quasi raddoppiati e sono
destinati a diventare il 10%. Tra le varie fasce d'i-
Giuseppe Rossi lascia la presidenze dell'Aim, l'ex
municipalizzata del capoluogo berico. Rossi
8
Vigili di notte, addio al "quarto turno"
APPUNTAMENTI
Entra nel vivo la stagione delle feste all'aperto. Si chiude, invece, il programma delle Settimane Musicali all'Olimpico.
San Pio X, Povolaro, Montecio, tutti a tempo di rock
MUSICA
SPIOROCK 2006
Sabato 10 giugno
Al campo da Baseball di San Pio X,
nel pomeriggio concerti di gruppi
locali emergenti. In serata spazio al
progressivo rock degli Excellent e
al Jazz dei Vertical.
Domenica 11 giugno
Anche domenica, pomeriggio riservato ai gruppi locali, mentre dalle
21 suoneranno gli "Eisi Disi", tribute band degli AC/DC, e i "Generation Crue", tribute band dei
Motley Crue.
Stornelli" e di Luca Bassanese.
ROCKANDO
Sabato 10 giugno ore 21,
Nel parco del Villino Rossi di Povolaro, alle 21, concerto della band
degli AFRICA UNITE, punto di riferimento per tutto il reggae italiano,
con vent'anni di carriera e 12 album
all'attivo. Ingresso euro 12.
Domenica 11 giugno, ore 20
Ad aprire la serata saranno i tre
gruppi ancora in gara per l'assegnazione del premio VicenzaNetMusic. A seguire concerto dei Linea
77, rock band capace di scrivere
pezzi duri e melodici al tempo stesso, reduce dal buon successo ottenuto al concerto romano del 1 Maggio. Ingresso euro 5.
appuntamento di fine primavera
organizzato dalle Settimane Musicali del Teatro Olimpico, e ultimi
concerti del progetto triennale dedicato all'opera di Mozart.
Sabato 10 giugno, ore 20.00
Al teatro Olimpico, concerto "Due
quintetti a cento anni", con Sonig
Tchakerian e Gabrielle Shek ai violini.
Giovedì 15 giugno 2006 ore 20.00
Al teatro Olimpico, concerto da
camera "In memoriam", con musiche di Šostakovic, Mozart (il
Requiem)
Prevendite al botteghino del Teatro
Olimpico. Info: Settimane Musicali
al Teatro Olimpico Contrà San Pietro 67 cell: 347/4925005 fax:
0444/302425 [email protected]
TEATRO
MONTECIOROCK
Sabato 10 giugno, ore 21
In via Cà del Guà, a Montecchio
Maggiore, serata dedicata a Radio
Sherwood Vicenza, con i concerti
del duo "Baon", ovvero i "Rustici
SETTIMANE MUSICALI DELL'OLIMPICO
Ultimi concerti del tradizionale
Sabato 10 giugno
Pigiama per sei
Alle 21, al parco di via Durando, la
compagnia teatrale "La Trappola"
presenta la commedia Pigiama per
sei, inserita nella rassegna "Teatro
popolare Veneto 2006". Ingresso
libero.
La perpetua del prete se sposa.
Alle 21, alla corte dei Cogo di Bolzano Vicentino, il gruppo teatrale
"Campello" mette in scena lo spettacolo "La perpetua del prete se
sposa".
MANIFESTAZIONI
www.vicenzapiu.com
[email protected]
Direttore Editoriale
GIOVANNI COVIELLO
[email protected]
Direttore Responsabile
ROBERTO BERTOLDI
Editori
PIÙ MEDIA SRL
Strada Marosticana, 3 – Vicenza
[email protected]
&
EDIZIONI LOCALI SRL
via Nizza, 8 – Verona
Redazione di Vicenza
Strada Marosticana, 3 Vicenza
tel. 0444 923362 - 922766
Fax 0444 926780
[email protected]
Redattori
ANDREA GENITO
[email protected]
LUCA MATTEAZZI
[email protected]
ALESSIO MANNINO
[email protected]
ILARIO TONIELLO
[email protected]
REDAZIONE DI ROMA
Via Giacomo Folchi, 14
responsabile: Pasquale Di Santillo
[email protected]
telefono 338 4079173
REDAZIONE DI VERONA
Via Nizza, 8
telefono 045 8015855; Fax 0458041460
Redazioni
ROVIGO
TREVISO
TRENTO
Pubblicità
Strada Marosticana, 3 Vicenza
tel. 0444 923362 - 922766
Fax 0444 926780
[email protected]
Festa della sopressa dop a Schio.
Sabato 10 e domenica 11 giugno,
degustazioni e corsi di cucina per
imparare ad apprezzare il tipico
insaccato dell'Alto vicentino.
Domenica pomeriggio, nel centro di
Schio, taglio del megapanino alla
sopressa lungo 400 metri, ottenuto
con 350 kg di pane e 150 di sopressa.
A cura di Luca Matteazzi
Realizzazione grafica
ROSSELLA MANGHISI
[email protected]
Stampa
CENTRO STAMPA EDITORIALE SRL
via del Lavoro, 18
Grisignano di Zocco (Vi)
Autorizz.Tribunale C.P. di Verona
nr. 736/03 del 29/09/2003
Supplemento della Cronaca di Trento
del 25 marzo 2006
Associato all’USPI
Unione Stampa Periodica Italiana
Iscrizione al Registro Nazionale
della stampa n.8857 del 15-12-2000
10 GIUGNO 2006
ATTUALITÀ
4
I maggiori beneficiari degli 800 milioni previsti per la nuova base
saranno le imprese edili e il mercato degli affitti
Dal Molin agli Usa, una pioggia di dollari
Soprattutto su costruttori e proprietari di case
DI
ALESSIO MANNINO
Il vero e unico argomento
'forte' a sostegno di una
nuova base militare americana all'aereoporto 'Dal
Molin' è sempre quello: gli
schei. "L'operazione presenta aspetti positivi,
primo fra tutti quello economico"- ha detto il sindaco Enrico Hüllweck in occasione del vertice del 30 maggio scorso col generale statunitense Jason
Kamiya - "Con la costruzione di questa
base ci saranno grandi lavori da fare, sia
per le ditte locali che per i singoli cittadini". E' l'indotto a fare gola: appalti edilizi per 300 milioni di dollari, il raddoppio del personale italiano dipendente
dagli alleati (ora ci sono circa 700 lavoratori), una bolletta Aim per altre 2000
persone e 75 mila metri quadri, altri affittuari in arrivo per lo stagnante mercato
immobiliare locale e nuovi clienti per bar
e discoteche. Tutte nuove entrate per un
totale, secondo quanto affermato dall'ex
ambasciatore Usa in Italia Mel Sembler,
di ben 800 milioni di euro. Una cifra che
fa venire l'acquolina in bocca, se confrontata con il valore dell'indotto attuale della caserma Ederle: 220 milioni di
dollari, stando al dato resto noto dall'assessore Claudio Cicero.
Sentendo gli addetti ai lavori, però, i pareri sono discordi. I più scettici sono i commercianti: "All'interno delle loro basi gli
Americani sono spesati di tutto: chi glielo fa fare ad acquistare fuori?" chiede
Ernesto Boschiero, responsabile pubblici servizi dell'Ascom. E infatti il progetto della nuova struttura (vedi sotto) prevede ogni tipo di servizio: dal centro
commerciale alla palestra al fast food.
"Quando mettono il naso fuori dalla caserma, vanno sempre nelle stesse pizzerie e
negli stessi bar, soprattutto quelli in cui
Il progetto del Dal Molin. Quasi una piccola città autonoma per l'esercito Usa
il gestore parla inglese, come al Crazy Bull
ad esempio. Ma in generale per il commercio di ricadute ce ne sono ben poche"
taglia corto Boschiero. L'eccezione c'è: le
discoteche e i locali notturni. Matteo
Dolci, titolare della discoteca 'Palladium'
a Torri di Quartesolo, con gli Americani
guadagna bene: "Nei primi anni di apertura, dal 1985 in poi, lavoravamo solo con
loro. Oggi rappresentano il 30% della
nostra clientela. Consumano molto,
anche 100 euro in una sola serata". Che
è una cifra nella media anche per i night
di spogliarelliste, molto amati dai soldati.
Tuttavia, non è un maggior consumo
di alcol o di privé la vera molla del 'sì'
allo sbarco americano al 'Dal Molin'.
Sono gli affitti alle famiglie dei civili
americani di stanza alla 'Ederle'. Una
fonte interna alla caserma fornisce una
stima dell'importo delle locazioni
intestate a inquilini Usa: 7, 5 milioni
di dollari annui. Calcolando in 1500
euro un affitto mensile medio (secon-
75 mila mq, 616 appartamenti, 58 suite,
un centro commerciale: ecco come sarà la base
superficie di 75 mila metri quadri e comprenderà 616 appartamenti, 58 suite residenziali, una mensa, un centro commerciale, due fast food, un ristorante, un bar, un
servizio di lavanderia, un centro fitness, un
distributore di benzina, un'autorimessa di
sei piani d'altezza, più gli uffici e i quartieri
generali.
Le nostre tasse alla basi Usa? Vero:
ogni anno centinaia di milioni
E' circolata la voce che il 40% delle spese per
le basi americane in Italia siano a carico dei
contribuenti. Verissimo: secondo un'inchiesta pubblicata l'anno scorso sul Giornale di
Sardegna (terra di servitù militari), lo Stato
italiano paga ogni anno il 37% dei costi di
mantenimento delle basi, ossia alcune centinaia di milioni di dollari, soprattutto attraverso sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite di vario tipo. Questi pagamenti, si legge
nei documenti ufficiali delle forze armate
Usa, del Dipartimento di Stato e del Con-
gresso di Washington, nascono da "accordi
bilaterali" fra Italia e Stati Uniti. In virtù dei
quali, tra l'altro, è previsto un indennizzo in
caso di ritiro e restituzione delle strutture:
per gli "investimenti" effettuati dagli americani.
L'ultimo pagamento conosciuto risale al
2002: i cittadini italiani hanno finanziato gli
stanziamenti americani con 326 milioni di
dollari.
A.M.
do la fonte i proprietari italiani gonfiano
i contratti fino a una volta e mezza), a
Vicenza e dintorni ci sarebbero circa 400
case abitate dagli Americani. Non poche,
ma nemmeno molte. L'arrivo di altri
potenziali inquilini sarebbe sicuramente
una boccata d'ossigeno per il settore: "I
titolari faticano a trovare affittuari per
una semplice ragione: mancano i soldi",
fa presente Paola Scalco dell'associazio-
ne di categoria dei proprietari, l'Anpe.
Soldi che invece sono l'ultima preoccupazione dei parà della 173sima brigata
aviotrasportata del Camp Ederle. "Il problema con loro" - segnala la Scalco - "è far
adeguare i contratti alle loro esigenze:
vogliono andar via quando vogliono,
vogliono le abitazioni con parabolica,
pretendono una serie di requisiti che
spesso non ci sono".
A parte l'assunzione di altre centinaia di
dipendenti nella contabilità, nell''housing' (la sistemazione dei soldati), nelle
consulenze legali, amministrative e fiscali, nei servizi di manutenzione, sicurezza e pulizie, il vero affare (300 milioni di
euro, la fetta più grossa) starebbe senza
dubbio nei giganteschi cantieri che si
aprirebbero nel 2007. I cui beneficiari
sarebbero, secondo il sindaco, le "ditte
locali": le Maltauro, le Marchetti e le
altre imprese edili vicentine. E, come i
Piruea insegnano, quando di mezzo ci
sono gli interessi dei costruttori, le
discussioni possono farsi roventi. Ora il
Comune, così come richiesto dal governo
(Rutelli, question time alla Camera, 31
maggio) e già da tempo dagli Americani
stessi, deve dare un parere consultivo alla
Regione. Dopodiché, l'ultima parola spetterà al governo Prodi.
E’ in edicola
E’ una iniziativa di
La comunicazione del Nord Est
100.000 copie settimanali
ATTUALITÀ
5
10 GIUGNO 2006
Atmosfera tiepida per Germania 2006. Molto dipende da come andrà la Nazionale
Beneficenza e serate brasiliane:
ma la febbre da Mondiale ancora non c’è
DI
LUCA MATTEAZZI
Sarà che gli scandali
delle ultime settimane hanno intiepidito
gli animi, sarà che
ormai in tanti hanno
la parabola a casa e il
rito della partita al
bar sta passando di moda, ma l'avvio
dei mondiali di calcio non sembra
avere acceso più di tanto i tifosi vicentini. Pochi, almeno per il momento, i
maxischermi allestiti nelle piazze
(Arzignano, che farà vedere le partite in centro e al Castello è un'eccezione); pochi, tutto sommato, anche
i locali che hanno deciso di organizzare qualcosa di particolare per gli
incontri di Germania 2006; e nemmeno i negozi che vendono televisori e abbonamenti sembrano fare affari d'oro: "Le richieste sono aumentate solo nell'ultimo periodo, un po' in
ritardo rispetto al previsto" confermano dai punti vendita di Audiovideo Club e Unieuro.
Atmosfera tiepida, dunque, anche se
non manca chi ha deciso comunque
di scommettere sui dribbling di
Ronaldihno, i cucchiai di Totti e le
veroniche di Zidane. In città, ad esempio, sarà possibile abbinare il tifo per
la maglia azzurra alle intenzioni
benefiche andando a vedere le partite della nazionale a Villa Bonin. Non
la discoteca, sia chiaro, ma la villa vera
e propria, dove per l'occasione sarà
allestito un megaschermo e verrà
aperto al pubblico il parco, con punto
di ristoro, musica e video. Si comincia lunedì 12 con Italia - Ghana, il
biglietto di ingresso costa 6 euro e
Tra le feste a tema anche la serata
brasiliana in piscina
l'incasso sarà consegnato ad Emergency per la costruzione di un ospedale in Sudan.
Mondiali protagonisti assoluti anche
all'Acquapark di Altavilla, con un
mese di iniziative a base di sport,
divertimento e specialità gastronomiche. Accanto ai megaschermi per
le partite, infatti, sono previsti tornei
di calcetto, beach soccer, beach volley, playstation e calcio balilla, e serate a tema abbinate agli incontri di cartello: cocktail carioca per la partita
tra Brasile e Croazia, ritmi di tango
per Argentina - Olanda, pizza ed
hamburger per Stati Uniti Italia.
Si tratta, però di casi isolati,
perché la maggior parte dei
locali ha preferito non allontanarsi da quanto fatto regolarmente durante l'anno. "Noi
abbiamo tre maxischermi, ma
sono gli stessi che usiamo
anche durante il campionato
- spiega Fiorenzo Pialli, della
birreria Stube di viale Verona -. Non mi sembra che ci sia
tutto questo interesse, e ho
qualche dubbio sul fatto che
riusciremo a coprire la spesa.
Faremo i conti alla fine, speriamo bene". Più ottimista,
invece, il responsabile della
pizzeria Panarea, anche questa attrezzata con due maxischermi: "Gente a cui piace il
calcio ce n'è, e quindi abbiamo buone aspettative,
soprattutto per le serate in
cui sono in programma belle
partite", raccontano dal locale di via Battaglione Val Leogra. "Secondo noi l'aspettativa c'è aggiunge Umberto Trulla del minigolf di Creazzo, che a differenza dei
colleghi ha acquistato maxischermo
e proiettore proprio per i mondiali -.
Il punto è che i locali devono offrire
qualcosa in più rispetto a quello che
si ha a casa: bisogna creare un'atmosfera diversa, allora la cosa può funzionare".
Molto dipenderà, in ogni caso, da
come andrà l'Italia. Se Totti e compagni riusciranno infatti a superare
la prima fase, e magari ad avvicinarsi
alla finale, è facile prevedere che la
E a Zugliano sono pronti a festeggiare
con quintali di porchetta
Come ai tempi di Don Camillo
e Peppone. A Zugliano, piccolo
centro nei dintorni di Thiene, il
Mondiale riporta in vita le atmosfere dei romanzi di Guareschi:
divisi dalla fede calcistica, il parroco del paese don Luciano Rizzetto (juventino convinto) e il
presidente della locale squadra
di calcio Francesco Lazzaretti
(milanista sfegatato) hanno
infatti deciso di unirsi nel segno
del tifo azzurro. Il risultato è un
tendone da mille posti dove sarà
possibile assistere alle partite
dell'Italia in compagnia, cercando di dimenticare Moggi, Galliani e le vicende di Calciopoli.
Aiutandosi magari con una fetta
di porchetta zuglianese, pronta
a quintali nello stand gastronomico, e con un bicchiere del tradizionale amaro di S. Antonio,
scelto per le virtù propiziatorie
della sua ricetta segreta.
L.M.
Maxischermi per i Mondiali solo a villa Bonin, impianti sportivi di
Altavilla e pochi comuni sparsi in provincia
febbre da Mondiale salirà velocemente e che le iniziative si moltiplicheranno un po' ovunque, facendo
dimenticare Moggi & c. per stringer-
si idealmente intorno agli azzurri.
"Quando la nazionale va bene ai mondiali, tifano anche le nonne", conclude Pialli.
INCHIESTE
6
10 GIUGNO 2006
Sono ancora tante le scritte che rovinano il cuore della città. Ripulire costa migliaia di euro,
e non sempre serve. Sorrentino: "L'unica soluzione sono le telecamere"
Graffiti sui palazzi del centro, battaglia infinita
DI
LUCA MATTEAZZI
Nemmeno
il
tempo di cancellarli, che subito
rispuntano dietro l'angolo. Dal
quartiere delle
Barche a stradella san Giacomo,
dalle viuzze attorno a piazza
delle Poste ai muri dei licei
affacciati su piazza San
Lorenzo, sono ancora tanti gli
angoli della città rovinati da
scritte e graffiti. E anche se la
situazione
è
migliorata
rispetto a qualche anno fa,
basta una passeggiata di
pochi minuti nel centro storico per rendersi conto di come
slogan politici, dichiarazioni
d'amore, caricature e messaggi in codice continuino a fare
capolino un po' ovunque, non
solo nelle vie più nascoste: ce
ne sono alcuni in corso Palladio, all'altezza dello slargo
Zileri, se ne vedono altri in
contrà Vescovado, a due passi
dal Duomo, altri ancora sono
in bella vista sotto i portici di
palazzo Angaran, a Ponte
degli Angeli. E fino a qualche
giorno fa, prima che cominciassero i lavori di pulizia,
anche la facciata palladiana di
palazzo Porto Festa, in contrà
Porti, mostrava i segni lasciati dalla mano di qualche vandalo.
Un problema da non sottovalutare, dunque, sia per l'immagine di una città d'arte
tutelata dall'Unesco e visitata da turisti provenienti da
Un albero "sfigurato". Un allegro esempio di stencil graffiti
Fra il menestrello extracomunitario e gli scarabocchi sulla parete, in
pieno Corso Palladio, non c'è dubbio: la vera offesa al decoro urbano
sono i secondi
ogni angolo del mondo, sia per
le casse pubbliche, costrette a
continue spese di sistemazione e tinteggiatura. Il Comune
ha a bilancio un fondo apposito con poco più di diecimila euro, ma l'anno scorso la
cifra è stata integrata a dicembre con uno stanziamento
straordinario di 30 mila euro,
arrivando così ad un totale di
oltre 40 mila euro. A questi
vanno poi aggiunte le spese
sostenute direttamente dai
privati, che intervengono
Uno degli anfratti del rione Barche, zona molto amata dai graffittari
quando le scritte tappezzano
palazzi di loro proprietà (nel
rione delle Barche, uno dei più
colpiti dal problema, sono in
tanti quelli che si sono dotati
di spray e attrezzature varie
per coprire le scritte), e le
cifre pagate da altre enti: l'Ipab, ad esempio, un paio di
anni fa ha dovuto sborsare
10mila euro per ripulire la facciata quattrocentesca dell'oratorio dei Boccalotti, a San
Pietro, e adesso sta studiando
delle soluzioni per mettere al
sicuro anche il seicentesco
oratorio dei Proti, anche questo visitato spesso da teppisti
"armati" di bomboletta spray.
"Stiamo progettando di riportare la facciata al suo aspetto
originario, con un rivestimento a bugnato su cui sarà più
difficile scrivere" commenta il
presidente dell'ente Gerardo
Meridio.
Un impiego continuo di uomini e mezzi, che alla lunga sembra dare qualche risultato. "A
forza di continuare a cancellare qualcosa lo si ottiene spiega Gianfranco Ledda,
direttore dell'Amcps, l'azienda che interviene più spesso
quando bisogna pulire edifici
pubblici -. E se ci sono zone
in cui la parete ripulita diventa subito una lavagna che attira le scritte, come la zona di
San Giacomo, vicino alla
biblioteca, in generale il problema è meno evidente rispetto a qualche tempo fa".
Merito anche delle telecamere installate in alcuni dei
punti più esposti, come in
piazza Matteotti, dove le
scritte sulle colonne di palazzo Chiericati sono ormai un
ricordo. "In centro la situazione è migliorata molto,
anche perché qualche teppista è stato beccato - conferma
il presidente della circoscrizione del centro storico Mau-
rizio Finizio -. Le telecamere,
poi, aiutano, tanto che io
avevo anche suggerito di
installarne di finte, come elemento di dissuasione".
Il problema comunque rimane, soprattutto nelle vie
secondarie, dove è più facile
"lavorare" al riparo dagli
sguardi dei passanti, "L'unica
soluzione sono le telecamere,
e il nostro obiettivo è installarne alcune di nuove ogni
anno - ribadisce anche il vicesindaco Valerio Sorrentino -.
E non credo che assegnare
degli spazi appositi per i graffiti possa essere utile, perché
chi rovina i palazzi del centro
non lo fa per esprimere la propria creatività. Chi vuole dare
sfogo alla propria fantasia uno
spazio lo trova, ma qui stiamo
parlando di vandalismo, ed è
un problema diverso: probabilmente non smetterebbero
nemmeno se, per assurdo,
mettessimo a disposizione le
colonne della Basilica Palladiana".
Il muro del liceo Pigafetta che dà su piazza San Lorenzo è una vittima prediletta degli "scrittori" selvaggi
7
INCHIESTE
10 GIUGNO 2006
Nati a New York 30 anni fa, colorano muri e vagoni dei treni a colpi di spray. Una realtà anche nel Vicentino
Teppisti? No, artisti. Ecco chi sono i writers
DI
ALESSIO MANNINO
Sono nati negli
ultimi anni '60 a
New
York,
quando
un
postino decise
di segnare gli
autobus su cui
saliva con uno
scarabocchio personalizzato. Da quella prima tag,
ossia la "firma" che ne contraddistingue le gesta su
muri, treni, metrò e superfici urbane, ha origine il
fenomeno dei writers. Che
non vogliono essere confusi con i teppistelli che per
sfregio o noia imbrattano i
monumenti e gli edifici
pubblici: non sono anarchici della bomboletta, ma
artisti. "Solo perché non
usiamo supporti tradizionali come la tela non significa che la nostra non sia
un'arte" fa presente Alberto di Thiene, 21 anni, che si
firma 'Brutal'. "Sicuramente", aggiunge un altro
Alberto, arcugnanese di 28
anni la cui tag è 'Nolac', "in
noi c'è una forte componente di egocentrismo".
Firmare è infatti l'elemento più importante in una
hall of fame, come si chiama in gergo un murales.
Alle origini del fenomeno
writing, nei ghetti metropolitani Usa, comunicare ai
passanti l'identità dell'autore serviva a marcare il
territorio. Oggi non è più
Uno dei tanti messaggi lasciati dallo zorro antiproibizionista (la sigla significa
'All cops are bastards'), poi rivelatosi uno studente del Lampertico
notturne e illegali. "In
provincia di Vicenza
saremo circa una trentina", secondo 'Nolac',
"e se certamente spesso si comincia con il
bombing, cioè i disegni illegali fatti per
voglia di trasgredire,
c'è chi, come me e il
mio gruppo di sei writers, è disponibile a
mettersi d'accordo con
i Comuni". Con quelli
più piccoli, spiega
'Nolac', è più facile
intendersi: a Schio
l'anno
scorso
una
mostra allestita in un
palazzo antico ha attirato 2500 persone,
mentre a Thiene grazie
all'aggancio con un
assessore sono stati
concessi dei muri di
fianco alla biblioteca,
vicino alla stazione
dei pullman e davanti a
Villa Fabris. Tutto nell'ottica di riqualificare le brutture e i luoghi abbandonati sparsi sulle strade e nelle
città. "A Vicenza" ricorda
con rammarico 'Nolac', "il
sindaco Hüllweck ci aveva
proposto uno scambio: se
riuscivamo a limitare le
scritte selvagge ci avrebbe
concesso dei muri. Assurdo, come potevamo noi
controllare i ragazzini che
fanno una scritta e via?".
Ragazzini che se la prendono anche con gli stessi
murales, come accadeva nel
quartiere di San Pio X a
Vicenza, vicino la chiesa:
"Lì gestivamo noi quella
superficie, ma continuavano a sporcarla e ce ne siamo
andati". I writers vicentini
vittime dei vandali: strano
solo per chi non conosce
questi artisti di strada.
così: "Adesso è una forma
d'arte allo stato puro, e un
ragazzo come me disegna
nient'altro che per passione" precisa Alberto 'Brutal'. Anche perché costa
relativamente poco: una
bomboletta va dai 3,40 ai 4
euro, mentre un marker
(pennarello indelebile) è
sui 6 euro. 'Brutal' e 'Nolac'
fanno parte della ristretta
cerchia di writers che preferiscono prendere contatti e accordarsi con le autorità invece di riunirsi in
jam (opere di più autori)
L'entrata dell'istituto Canova è stata data "in concessione" ai writers: un esempio di 'abbellimento spray'
Nolac, writer vicentino, al lavoro con un "collega"
Vicino alla Rotonda Palladiana, un'altra (piccola) opera d'arte: una hall of fame lungo la ciclabile
REGIONE
8
10 GIUGNO 2006
Presentata la terza edizione del concorso che promuove la sicurezza sul lavoro
Azienda sana, la salute in azienda
La Regione investe il 5% sull'attività di prevenzione
La terza edizione del Concorso Premio "Azienda sana, la
salute in azienda", che promuove la sicurezza nei luoghi
di lavoro premiando progetti
di qualità in materia di formazione, sistemi di gestione della
sicurezza sul lavoro, promozione della salute e responsabilità sociale di impresa, è stato
presentato oggi a Palazzo Balbi
di Venezia nel corso di una conferenza stampa cui hanno
preso parte l'assessore regionale alle politiche sanitarie,
Flavio Tosi, il Direttore Generale dell'Inail, Maurizio Castro,
il vicepresidente di Unindustria Venezia, Fabrizio Bettiol
e il Direttore dello Spisal dell'Ulss 12 veneziana, Giancarlo
Magarotto. "Questo concorso
premio - ha spiegato Tosi - rientra nelle iniziative che la Regione del Veneto sta promuovendo negli ultimi anni per favorire ed accrescere la più ampia
diffusione della cultura e delle
buone pratiche per la sicurezza e la tutela della salute e del
benessere sul lavoro, nelle
aziende e tra i lavoratori.
Occorre estendere il più
possibile iniziative di
questo genere affinché
anche altre realtà territoriali possano essere
coinvolte". "Sull'attività
di prevenzione - ha
aggiunto Tosi - la Regione investe circa il 5 per
cento (350 milioni di
euro) della dotazione
finanziaria della sanità.
La sicurezza e la salute
dei lavoratori sono un
obiettivo fondamentale
per migliorare la loro
qualità di vita, per il successo economico delle
aziende e, in prospettiva, anche per ridurre i
costi sanitari causati da
infortuni sul lavori e
malattie professionali".
"Il Veneto - ha detto Maurizio
Castro - rappresenta uno degli
attori chiave per il successo
competitivo del sistema Italia.
Proprio per questo, esige un
presidio innovativo anche
sullo speciale terreno della
sicurezza e della prevenzione,
vera cartina di tornasole per
"Questo concorso premio - ha spiegato L'assessore Tosi - rientra
nelle iniziative che la Regione del Veneto sta promuovendo, negli
ultimi anni, per favorire ed accrescere la più ampia diffusione
della cultura e delle buone pratiche per la sicurezza e la tutela
della salute e del benessere sul lavoro, nelle aziende e tra i lavoratori. Occorre estendere il più possibile iniziative di questo genere
affinché anche altre realtà territoriali possano essere coinvolte"
testare le capacità di una comunità di riposizionarsi nei segmenti più qualitativi della
competizione internazionale
fra sistemi regionali, coniugando le ragioni della convenienza economica con quelle
dello sviluppo civile. E gli ultimi dati relativi agli andamen-
ti infortunistici regionali dimostrano che in Veneto questa
capacità davvero esiste: tra il
2004 e il 2005 gli infortuni sono
mediamente diminuiti di circa
il 6 per cento, ben oltre la media
nazionale (- 2,8), e con punte in
alcune province che addirittura superano l'8 per cento". "Per
il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione degli infortuni sul lavoro - ha affermato
Giancarlo Magarotto - l'attività
dei Servizi pubblici SPISAL
delle Aziende ULSS della
Regione si è orientata a coniugare l'attività di vigilanza con
l'attività di assistenza e di supporto alle aziende stesse per
favorire lo sviluppo e il mantenimento di sistemi di gestio-
ne aziendale e la responsabilità
sociale di impresa, in partecipazione con tutti gli altri soggetti, Enti, istituzioni ed associazioni che ne condividono
obiettivi e valori". "Quella lanciata oggi - ha concluso Fabrizio Bettiol - è la terza edizione
del concorso, per cui registriamo un'interesse e un successo
crescenti. Da una partecipazione di 20 aziende nel 2002
siamo passati a 54 aziende nel
2004 e il numero aumenterà
ancora. Iniziative come questa
premiano le aziende che investono in salute e sicurezza e
dimostrano la sensibilità dell'imprenditoria veneta verso la
cultura della prevenzione di
qualità".
Italia - Croazia: più vicine grazie ad un'importante manifestazione
Veneto al Festival italiano di Zagabria
Presente l'Assessore alle Politiche Economiche Fabio Gava
Il Veneto, con i suoi Distretti
Industriali e con l'Assessore alle
Politiche Economiche Fabio
Gava, è stato tra i principali protagonisti di "Festival Italiano",
una manifestazione organizzata
in Croazia dall'Ambasciata italiana a Zagabria che, pensata in
occasione della Festa della
Repubblica del 2 giugno, propone al Paese frontaliero adriatico,
il meglio del Made in Italy,
accompagnato dal logo
"La Tecnologia con Stile".
L'altra regione italiana
presente era il il Friuli
Venezia Giulia.
La "kermesse", che si è
conclusa il 4 giugno, ha
previsto momenti di promozione economica, ma
anche di elevato livello
culturale, come l'inaugurazione di una mostra su
Andrea Palladio che
rimarrà aperta fino al 2
luglio, ed un concerto dei
Solisti dell'Arena di
Verona che chiuderà le
iniziative di questi giorni.
Sul piano più prettamente economico, al centro
dell'attenzione saranno
quattro Distretti Produttivi veneti di punta: Bici-
cletta, Bioedilizia, Biotecnologie e Nanotecnologie,
che illustreranno la loro
esperienza di sviluppo e
presenteranno le loro peculiarità. A fianco dei momenti espositivi si sono tenuti
anche alcuni Workshop
"one to one" che hanno visto
impegnate varie aziende
venete selezionate dall'Istituto per il Commercio Estero - ICE.
Progetto italiani sordi nel mondo
E' finalizzato a consentire il conseguimento
del diploma di ragioniere o geometra, a 8 audiolesi oriundi veneti residenti in Argentina, il
finanziamento approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alle Politiche
dell'Istruzione e Forma-
zione, Elena Donazzan.
Il provvedimento, che
assegna 64.400 euro, si
riferisce alla III annualità (2006/2007) del progetto "Italiani sordi nel
mondo", avviato dalla
Giunta nel 2004 e articolato in 5 tranche
annuali
(2004/2009),
con un finanziamento
complessivo di 349 mila
euro.
La predisposizione e la
gestione del progetto,
nonché il reperimento
della struttura scolastica e degli alloggi sono
stati affidati all'Istituto
statale di istruzione specializzata per sordi
"Magarotto" di Padova.
REGIONE
9
10 GIUGNO 2006
L'assessore Renato Chisso risponde alle polemiche nate con l'avvio dei lavori
Passante di Mestre: andare avanti
Nominata una commissione di esperti per monitorare i lavori
"Avvertiamo un improvviso
accendersi di fuochi, quasi a indicare una ripresa del partito che nel
Veneto abbiamo chiamato "del non
fare"; noi riteniamo di aver agito
nel pieno rispetto di tutti e il Passante di Mestre deve andare avanti. Se ci sono eventuali casi particolari da approfondire, chiederemo alle Parrocchie, non ai comitati, di segnalarceli; e siamo pronti a
risolverli, come abbiamo sempre
fatto finora". Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del
Veneto, ha risposto senza giri di
parole alle critiche sollevate da
alcuni rappresentanti della sinistra, che hanno presentato interrogazioni al Governo e alla Regione
sulle problematiche che sarebbero
emerse con l'avvio dei lavori. Lo
ha fatto nella sede di Veneto Strade, affiancato dal Commissario
Straordinario per il Passante di
Mestre Silvano Vernizzi. "Non si
può gettare fango dove fango non
c'è", ha aggiunto Chisso. Non servono ulteriori organismi - ha ribadito l'assessore - perché c'è già una
Commissione di super esperti di
fama nazionale che segue le cose;
molti Comuni hanno ritenuto di
attivare specifici sportelli informativi per i cittadini interessati; non
rileviamo lo stato di tensione di cui
si è parlato e il consenso sociale
sulla nostra azione lo misuriamo
anche in termini di adesioni bonarie agli espropri, dove su 750 casi
solo venti sono stati definiti critici
Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del
Veneto, ha risposto senza giri di parole alle critiche sollevate
da alcuni rappresentanti della sinistra, che hanno presentato
interrogazioni al Governo e alla Regione sulle problematiche
che sarebbero emerse con l'avvio dei lavori
e di questi solo in 7 casi ci sono
ricorsi al TAR (altri 8 sono stati ritirati), che non ha mai ritenuto di
prendere provvedimenti di carattere inibitorio.
Dal canto suo Vernizzi ha replicato punto per punto alle presunte
difficoltà. Il suo discorso ha spaziato dalla stretta collaborazione in
materia di antimafia con le prefetture e le autorità preposte al con-
trollo, alla regolarità delle procedure seguite, ribadite con
due sentenze conformi del
TAR e del Consiglio di Stato.
C'è sempre stata massima collaborazione tra Commissario
e Comuni e ci sono stati numerosi rapporti diretti tra gli uffici del commissario e i singoli
espropriandi oltre che con i
rappresentanti dei vari comitati. Le modalità di esproprio
sono contenute in un protocollo innovativo sottoscritto
con le Organizzazioni Professionali Agricole, sulla cui base
sono stati già conclusi 328
accordi bonari e altri 402 sono
in itinere. Tra l'altro viene riconosciuta a tutti una indennità
pari a tre volte il Valore Agricolo
medio, che viene liquidata per l'80
per cento alla sottoscrizione dell'accordo bonario e per il 20 per
cento al momento del frazionamento. Gli immobili da abbattere
sono in tutto 46 (non 132 come si è
detto ieri) e per 30 di questi è già
stato definito un accordo bonario:
all'immobile da espropriare viene
riconosciuto il valore commercia-
le di ricostruzione, liquidato per
l'80 per cento alla firma dell'accordo e per il 20 per cento al rogito.
Per i restanti 16 immobili 5 casi verranno chiusi in settimana e per gli
ultimi 11 le trattative devono ancora iniziare. E' previsto che i Comuni autorizzino la riedificazione, con
pari cubatura, degli edifici espropriati. I Cantieri rispondono tutti
alle norme di legge sulla sicurezza. Le fasce di rispetto di 60 metri
sono previste dal Codice della Stra-
da. Per i danni indiretti sono previsti indennizzi ai proprietari di
terreni e abitazioni; qualora il proprietario di un abitazione subisca
un danno superiore al 75 per cento
può chiedre l'esproprio dell'intero
immobile con le procedure agevolate. Le Varianti rispetto al progetto definitivo sono relative esclusivamente a richieste dei Comuni per
il miglioramento della viabilità
comunale o di accesso ai fondi o di
mitigazione ambientale.
L'assessore Donazzan
incontra la Pagnossin
L'Assessore regionale alle Politiche attive del lavoro, Elena
Donazzan, ha incontrato l'Amministratore delegato della Ditta
Pagnossin, Ing. Dal Bo. "Dopo
l'ultimo e fortemente partecipato incontro con la Ditta Pagnossin, le sue rappresentanze sindacali e i delegati di Unindustria dichiara l'Assessore Donazzan si prospettava la triste strada
della chiusura per la sede di Treviso. Merito della Pagnossin e
della sua nuova dirigenza - sottolinea l'esponente regionale - è
stato il credere fortemente in un
piano industriale di grande rilancio, che ha permesso non solo di
ripianare un disavanzo di 30
milioni di euro, ma anche di
difendere la produzione italiana
e trevigiana attraverso un processo di innovazione tecnologica
del prodotto, che permetterà alla
Pagnossin di riposizionarsi sul
mercato. La Regione del Veneto
- ha aggiunto - ha investito sulla
riqualificazione dei lavoratori,
sia durante la fase di cassa integrazione, sia durante la loro permanenza al lavoro e ciò ha permesso il recupero di preziose professionalità. Questo processo ha
la sua unitarietà nel mettere assieme lavoratori ed azienda, un'azienda che nel nostro caso è stata
in grado di fare scelte coraggiose.
De Poli:"Fenomeno cocaina preoccupante nel nostro territorio"
La Regione Veneto contro la droga
In Italia i consumatori stimati sono circa 300 mila
"Il fenomeno cocaina è diventato particolarmente preoccupante sia in Italia che nel Veneto. Questa sostanza
sta avendo una grande diffusione
nella popolazione adulta e anche nel
coinvolgimento di fasce giovanili che
spesso usano contemporaneamente
altre droghe e sostanze alcoliche. In
Italia i consumatori stimati sono circa
300 mila (fonte CNR) e sono circa 50
mila le persone in trattamento a livello europeo di cui circa 17 mila in Italia con un incremento del 12 per cento
dall'anno precedente. Si è passati da
un uso "elitario" riservato a quella
fetta di popolazione che poteva
acquistare questa costosissima
droga, ad un uso generalizzato che
non distingue più le classi sociali in
quanto il costo di tale sostanza è talmente basso che è facilmente acquistabile. Questa strategia di mercato,
messa in atto dagli spacciatori per
acquisire sempre nuovi clienti,
amplifica il fenomeno rendendolo
ancor più preoccupante e di vaste
dimensioni". Queste considerazioni sono state svolte da
Antonio De Poli, Assessore
regionale alle politiche sociali, intervenendo all'internazionale COCAINA VERONA CONGRESS che si è
tenuto il 5 e 6 giugno scorsi
nella città. L'evento, sponsorizzato dalla Regione Veneto (Assessorato Politiche
Sociali e Programmazione
Socio Sanitaria), è stato organizzato dall'Osservatorio
Regionale sulle Dipendenze
in collaborazione con il
Dipartimento Nazionale
Politiche Antidroga. De Poli
ha fatto presente - la forte rilevanza dei fenomeni collegati all'uso di cocaina (quali per esempio il forte aumento delle patologie
psichiatriche nei giovani) e la gravità
delle conseguenze acute e nel lungo
termine che ne derivano determinano la necessità di disporre di nuovi
ed efficaci modelli di intervento in
grado di rispondere ai tanti problemi connessi all'assunzione di tale
sostanza, non ultima la manifestazione di aggressività e la perdita della
capacità di giudizio e di stima del
pericolo. Il COCAINA Verona Congress, congresso nazionale a partecipazione internazionale, ha voluto
mettere le basi anche in Italia per
poter impostare una serie di interventi concreti sia nell'ambito della
ricerca che dell'assistenza, basandosi su criteri scientifici e protocolli
aggiornati di trattamento e riabilitazione. Tutto questo agganciandosi ai
gruppi di ricerca internazionali più
accreditati. Per questo parteciperanno al congresso ricercatori e professionisti di vari paesi. Nel corso del
congresso è stato presentato anche il
primo MANUALE TECNICO
SCIENTIFICO (ad impostazione teorico pratica) sulla dipendenza da
cocaina (le sue basi, le modalità per
prevenirla e trattarla, le moderne
terapie e le migliori modalità per realizzare i sistemi sanitari alla luce di
quanto realizzato nel mondo in questo ambito), a cui hanno partecipato
i maggiori esperti italiani ed esteri
sull'argomento. Ma le vere novità
dell'appuntamento veronese sono
state da un lato la presentazione di
un profilo comportamentale e sociale dei consumatori tracciato sulla
base di nuove indagini epidemiologiche svolte anche a livello europeo
e dall'altro, soprattutto, la presentazione del VACCINO ANTICOCAINA e dei dati relativi alle prime sperimentazioni eseguite negli Stati
Uniti.
ECONOMIA
10
10 GIUGNO 2006
Provenivano da Nantes i primi passeggeri ad usufruire della nuova stazione arrivi
Catullo: aperto il terminal arrivi
Una struttura completamente nuova di 6.500 metri
Sono stati i passeggeri provenienti da Nantes a inaugurare, lo scorso 30 maggio,
la stazione arrivi dell'aeroporto Valerio Catullo di Villafranca. Dopo la presentazione ufficiale della struttura avvenuta ad opera del
presidente Fulvio Cavalleri,
del viceministro ai Trasporti Cesare De Piccoli e del
vicepresidente della Regione Veneto Luca Zaia, il
nuovo terminal veronese è
stato aperto al pubblico
avviando così operativamente la propria attività con
il raddoppio degli spazi di
accoglienza nel settore degli
sbarchi nazionali e internazionali. I viaggiatori approderanno d'ora in poi in una
struttura completamente
nuova di 6.500 metri quadri
che darà al Catullo la possibilità di sviluppare la propria capacità di accoglienza
da due milioni 700 mila a
quattro milioni di passeggeri. A loro disposizione troveranno cinque nastri per la
restituzione dei bagagli per
accorciare i tempi di attesa,
sei postazioni per il controllo dei passaporti, negozi,
bar, uffici per le informazioni, il noleggio auto, il
servizio lost & found, il cambio valute, le postazioni promozionali della Provincia e
La struttura raddoppia la capacità di accoglienza dei passeggeri con uno sviluppo di oltre il 100 per cento. L'intervento
sul terminal degli arrivi consente inoltre la liberazione di
spazi nel corpo originale del Catullo, con una conseguente
crescita dell'area partenze che, in una fase successiva, godrà di
un'espansione di altri 3000 metri quadri.
della Camera di commercio,
la sala per il cerimoniale di
Stato.
All'esterno dei due terminal
arrivi e partenze è stata predisposta una prima revisione della viabilità a cui
seguirà "un progetto completo e innovativo previsto
per il prossimo autunno"
come anticipa il direttore
delle Infrastrutture del
Catullo, coordinatore degli
interventi, Ing. Antonio Zer-
man. Per rendere più fluido
il traffico interno, già da ora
sono in funzione due nuovi
parcheggi dedicati al "kiss &
go": 15 minuti gratuiti per il
carico e scarico di passeggeri e bagagli, collocati giusto davanti alle due stazioni degli arrivi e delle partenze.
Sono partiti inoltre i lavori
per lo sviluppo della stazione partenze che ha ora la
possibilità di occupare tutto
lo spazio lasciato libero con
il trasferimento degli arrivi.
Entro il 20 giugno saranno
messi a disposizione dei
passeggeri mille metri quadri in più di servizi con quattro nuovi gate di imbarco e
un'area riservata al gioco
dei bambini. In seguito proseguirà la ristrutturazione
completa dell'edificio storico del Catullo che, con una
spesa di 10 milioni di euro,
aumenterà il numero dei
check-in dagli attuali 30 a 50,
l'estensione delle sale di
imbarco da 1400 a 3000 metri
quadri mentre le aree commerciali passeranno da 2200
a 3700 metri quadri.
Al vaglio opportunità concrete di collegamenti cargo con l'estremo oriente
Approvato il bilancio 2005 D'Annunzio Spa
Forte aumento della quantità di merce movimentata dal D'Annunzio
Si è tenuta nei giorni scorsi l'annuale assemblea dei soci della
Gabriele D'Annunzio Spa.
All'ordine del giorno l'approvazione del bilancio di esercizio
2005 che si è chiuso con un risultato economico negativo di
3.801.768 euro, evidenziando
però una costante riduzione delle
perdite rispetto agli esercizi precedenti e un andamento in linea
con le attese e con quanto previsto dal piano pluriennale aziendale.
Di buon auspicio l'incremento
registrato dal traffico passeggeri,
che ha raggiunto nel 2005 le
409.940 unità, con una crescita
percentuale del 18,06 rispetto al
precedente esercizio e del 50,43
rispetto al 2003.
Da segnalare inoltre il forte
Da segnalare il forte aumento della quantità di merce movimentata dal D'Annunzio: 20.256.133 chilogrammi rispetto agli
816.570 del 2004, dato che ha consentito all'aeroporto D'Annunzio di passare dal 26° all'ottavo posto
tra gli scali cargo italiani.
Inoltre se si considerano le sole merci movimentate per via
aerea l'aeroporto bresciano si posiziona al quinto posto.
aumento della quantità di merce
movimentata dal D'Annunzio:
20.256.133 kg rispetto agli 816.570
kg del 2004, dato che ha consentito all'aeroporto D'Annunzio di
passare dal 26° all'8° posto tra gli
scali cargo italiani; inoltre se si
considerano le sole merci movimentate per via aerea l'aeroporto bresciano si posiziona al 5°
posto.
Nel primo quadrimestre 2006 il
cargo si è confermato punto di
forza dello scalo monteclarense,
con 5.360.163 kg di merce movimentata e un incremento del
268% rispetto allo stesso periodo
del 2005.
Restano comunque immutati gli
obiettivi di medio e lungo periodo che prevedono lo sviluppo
dell'aeroporto di Brescia Montichiari in un'ottica di una propria
autonoma missione in particola-
re per il traffico merci e nei
settori dei voli charter e low
cost. Gli azionisti della
D'Annunzio hanno inoltre
esaminato nell'assemblea la
particolare situazione creatasi negli ultimi mesi sia per
l'attività cargo sia per quella passeggeri. Mentre prosegue l'attività charter del
vettore cargo Ocean Airlines sono al vaglio altre
opportunità concrete di collegamenti cargo con l'estremo oriente.
Sul fronte passeggeri è in
corso una trattativa con un
vettore low cost per il ripristino del volo Brescia Roma
e altri voli per destinazioni
nazionali ed europee di interesse per il territorio.
AZIENDE
11
10 GIUGNO 2006
La 'Achille Grassi' di Castegnero ha realizzato la statua del mito del calcio tedesco Walter
Un altro successo per la ditta che fra i suoi clienti ha Bill Gates
Vicenza ha già vinto i Mondiali
Grazie alla pietra dei Berici
DI Alessio Mannino
Per onorare il
loro Giuseppe
Meazza, i tedeschi
hanno
voluto
fare
come sempre le
cose in grande.
Così per Fritz
Walter, capitano della
Germania vincitrice dei
Mondiali del 1954, hanno
pensato a una statua a
grandezza d'uomo commissionandola però non ad
uno scultore patrio, ma a
una ditta italiana, anzi
vicentina, per la precisione di Castegnero sui Colli
Berici. La 'Achille Grassi',
forte di una tradizione di
famiglia risalente al 1870,
si è scavata una solida e
ricchissima nicchia nel
business della pietra, realizzando prodotti che
vanno dalle panche da giardino alle fontane, dai vasi
alle statue, fino a opere di
considerevole pregio artistico come la ricostruzione dei capitelli e del cornicione del tempio romano
nel parco di Xanten in
Germania. Un'azienda che
partendo dalle cave della
tipica pietra bianca dei
Berici si è fatta un nome nel
mondo, tanto da essere
chiamata da mister Microsoft, l'ultramiliardario Bill
Gates, a rivestirgli la cantina. "Esserci fatti conoscere tramite le Fiere del
settore, questo è il nostro
bianco latteo (o giallo
della
vicina
Nanto) e dalla composizione calcarea,
"più malleabile del
marmo e del granito", spiega Grassi, "e
che perciò si presta a
più
lavorazioni".
Anche se poi il tipo
di materiale varia a
seconda del prodotto
richiesto
dal
cliente: per i tavoli e
i basamenti dell'ufficio
postale
di
Washington, con i
saloni in rigoroso
stile neoclassico, si è
fatto uso del marmo
bianco di Chiampo;
mentre per il restyling di Palazzo Farnese a Berlino, la
scelta è caduta sulla
rosea 'pietra serena'.
Tutti pezzi unici
fatti a mano da scultori della zona berica: "i più qualificati
sono di qui, e sono
artisti autodidatti
che hanno imparato
a usare lo scalpello
con tanta, tanta pratica",
sottolinea
Grassi. I suoi dipenIl calciatore Fritz Walter immortalato
denti sono in tutto
con la pietra di Nanto
una trentina, oltre
agli scultori anche
segreto ... secolare", rivela o p e r a i , m o l t i d e i q u a l i
Siro
Grassi,
l ' u l t i m o stranieri. Lo stabilimento
discendente della dinastia a Ponte di Castegnero è un
della pietra.
po' fabbrica, un po' laboraUna pietra, quella berica torio e un po' museo: nei
d a l c a r a t t e r i s t i c o c o l o r suoi 2000 metri quadri tro-
Una delle tante sale della ditta vicentina. Sterminata la quantità di prodotti, dai vasi per il giardino
fino all'arredoneoclassico per interni
vano posto tre sale a tema
in cui sono esposte statue,
busti romani, fontane,
colonne, balaustre, in una
distesa di superfici levigate che non sfigurerebbero
nelle megaville simil-palladiane dei ricchi americani o dei nababbi arabi. E
infatti molti di questi
oggetti finiscono proprio
nelle residenze maestose e
un po' kitsch in California,
in Florida e in Arabia Sau-
dita. "Noi lavoriamo esclusivamente su commissione:
il cliente ci fornisce l'idea
o il progetto e noi lo eseguiamo": una logica commerciale a metà fra riproduzione e creazione originale che ha già assicurato
alla 'Achille Grassi', con la
statua al mitico goleador
teutonico Walter, il primo
posto ai Campionati del
Mondo 2006.
Nel girone 'pietre&affini'.
Il parco storico di Xanten, in Germania. I reperti romani, troppo delicati per essere esposti, sono stati replicati con maestria dalla Grassi
ROMA
12
10 GIUGNO 2006
Luoghi comuni in un verso e nell'altro: la capitale d'Italia e la città del Palladio
dovrebbero provare a conoscersi di più
Vicenza. Una bella sconosciuta
per i romani de' Roma
DI PASQUALE DI SANTILLO
Servizio
esclusivo
da Roma
Vicenza vista
da lontano, da
Roma, non è
facile da inquadrare, catalogare e giudicare. Non è
una meta abituale del
turista medio, figuriamoci del romano che quando
va in vacanza cerca dell'altro. E se ci passa per
lavoro, magari non trova
nemmeno il tempo per
visitare e conoscere la
città tanto cara al Palladio. Così, vista da Roma,
Vicenza somiglia tanto ad
un grande punto interrogativo spostato in quella
parte dell'Italia che sta a
destra (in tutti i sensi) e
che sta vicino (più o
meno) a Venezia, il grande buco nero del turismo
dove tutto viene inghiottito e cancellato, comprese s'intende le zone limitrofe.
In effetti, sulla visione
poco romantica e molto
polemica
(eufemismo)
che i vicentini hanno di
Roma e dei vizi della
capitale d'Italia, sono
pieni i libri e i giornali. Un
paradigma ben connaturato con l'animo dei
vicentini, fondato sulla
filosofia del fare e poco
abituato agli inciuci politici, humus insostituibile
di una città come Roma
che di politica invece ci
vive, ci mangia e ci dorme.
Nella direzione contraria
domina, viceversa, il
silenzio quasi totale. E
allora abbiamo provato a
cercare, a scavare, a capire se qualcuno, di grazia,
aveva mai avuto incontri
ravvicinati del terzo tipo
con Vicenza, o se, nel peggiore dei casi, si era almeno fatto un'idea per sentito dire.
Il risultato? Per certi versi
sconfortante, per altri
assolutamente trionfale,
almeno dal punto di vista
comico. Il primo contatto,
comunque è quello che ci
illumina su tutto quello
che ci aspetta.
Paolo Marconi è un ragazzo di bottega, fa il panettiere in zona Trastevere.
A 20 anni non ha girato
molto né il mondo, né l'Italia, però è stato a Sharm
Piazza dei Signori, Vicenza
(El Sheik) che tanto ci
sono stati tutti. Vicenza
per lui è un nome, però
una cosa la sa: "Nun ce so
mai stato ar nord, solo 'na
vorta a vedè a maggica a
Milano. Però nonna m'ha
sempre detto che a Vicenza se magnano li gatti. Li
chiamava magnagatti ma
davero se li magnano? Ma
come fanno? E tu che me
dici, come sò, l'hai mai
assaggiati?".
Ecco, la fotografia, l'istantanea è servita. E questa storia è un refrain, un
ritornello che si
ripete con tutte le
persone
che
abbiamo interrogato.
E
che
risparmiamo al
lettore per carità
di patria.
Passiamo a Enrico Grassetti, 36
anni, fa l'operatore televisivo e a
Vicenza c'è stato
più di una volta
per girare immagini per il suo ser-
vice. Ed è rimasto impressionato dalle abitudini
automobilistiche
dei
vicentini: "Ogni volta che
vado devo allenare la testa
e pensare che non sono a
Roma. Non ho mai visto,
in giro per l'Italia, file di
automobilisti così ordinati. Ordinati ma lenti:
sempre uno dietro l'altro
rispettosi di stop e di
quelle
stramaledette
rotatorie che dovrebbero
servire per ordinare il
traffico ma alla fine a mio
parere lo confondono.
Forse mi ci dovrei abituare io, ma qui a Roma, le
rotatorie, le creiamo noi a
furia di cercare di svicolare nel traffico. E loro
(gli automobilisti vicentini, n.d.r.), poi, non suonano, non cercano di trovare spazi per alleggerire
le file. E così riescono a far
finta che ci sia traffico
anche a Vicenza. Ma come
fanno a resistere: io
rischio l'esaurimento nervoso. Poi mi ricordo di
com'è il traffico, quello
vero, a Roma. E allora
torno a ... sorridere".
Già va meglio. Il ragionamento è contorto ma reale
e pertinente. Impeccabile
invece quello di Elena
Pascucci, parruccchiera,
28 anni. "Vicenza è una
delizia: la conosco bene
perchè il ragazzo di mia
sorella è di quella zona e
spesso l'ho accompagnata
quando lo andava a trovare. L'unico problema è che
non si può mangiare. Nel
senso che si mangia troppo bene. Se vuoi fare non
dico la dieta, ma un po' di
attenzione alla linea, a
Vicenza è tutto più difficile. La polenta, il baccalà, le paste tutte molto
lavorate, sono fantastiche
ma decisamente pesantine. Però che fai? Quando
sei lì non puoi mica tirarti indietro. E' tutto così
buono...".
Eraldo Lucci, 41 anni, è un
rappresentante di prodotti per bambini. Gira
l'Italia in lungo e in largo
e ha lasciato un pezzo del
suo cuore da marinaio
proprio a Vicenza. "Lo
devo dì, le vicentine so'
proprio
fantastiche.
C'hanno ancora 'na concezione giusta del rapporto co' l'omini. So' femmine dentro e poi c'hanno
anche n'artro vantaggio.
Nun so schizzinose come
le romane, quanno te
vojono rimorchià o te lo
fanno capì o te vengono
proprio a parlà. N'somma,
è più facile. C'è mancato
davvero poco: stavo a
rimanè a Vicenza, m'ero
n'amorato de una che me
faceva impazzì. Ma c'ho
famija, nà moglie e du fiji,
che
facevo?
Mollavo
tutto? Però lei me vole
ancora bene. Ogni tanto
se vedemo. Che bella che
è Vicenza". Gatti, traffico,
baccalà e donne: una bella
fotografia.
DONNE
13
10 GIUGNO 2006
Nel quartiere più verde della città si nasconde il laboratorio che realizza ricami
per Yves Saint Laurent, Versace e Brioni
L'Ancilla della moda abita a Laghetto
DI ILARIO TONIELLO
Ancilla Rigon è una simpatica signora che potete
incontrare a spasso per il
quartiere di Laghetto.
Quando ci accoglie nella
sua bella casa non è facile
immaginare che questa
donna è contesa dalle più
grandi firme dell'alta moda per i suoi
preziosi ricami. E che dietro le finestre
della sua abitazione c'è un laboratorio
artigianale che produce pezzi unici dal
valore inestimabile. Perciò non stupitevi se, oltre alle foto di famiglia, sopra il
suo tavolo v'imbattete in biglietti aerei
per le destinazioni più chic e pass per
eventi mondani esclusivi. Perché non
passa settimana senza che Ancilla riceva una chiamata da Versace o Brioni giusto per fare due nomi - e, inforcati
telaio e assistenti, prenda il primo aereo
per Parigi, dove l'attendono per sistemare un orlo prima della sfilata.
Boutique e il prêt-à-porter di Valentino, Ungaro, Ferrè. Molto Versace e Brioni. Non c'è grande firma che non s'è
appoggiata a questa piccola imprenditrice vicentina. "In questo momento
seguo Yves Saint Laurent - racconta
Ancilla, acconciatura semplice ma
impeccabile -. La mia è una passione che
si è trasmessa con il sangue. Mia nonna
e mia madre erano ricamatrici". Anche
lei ha seguito la strada del cucito, ma
invece di decorare biancheria per la casa
ha fatto un salto di qualità e si è specializzata nell'industria dell'abbigliamento."Ho sempre puntato sulla lavorazione e così, con il passare degli anni,
sono passata dai capi di qualità al prêtà-porter, fino ad approdare all'alta
moda".
Ancilla rifinisce modelli in piccole
quantità, al massimo due o tre pezzi
uguali, destinati ai negozi esclusivi delle
grandi firme. Ma di tanto in tanto la sua
saggia mano dà il tocco finale ad abiti
esclusivi per quelle due o trecento persone che contano davvero nel mondo.
Come quella volta che un suo ricamo finì
sulla delicata spalla di Diana, la sfortunata principessa del Galles.
Ma torniamo nel piccolo laboratorio
vicentino, dove si respira un'atmosfera
completamente diversa rispetto a quella dei frenetici capannoni veneti. I collaboratori scherzano, ridono, lavorano
tranquilli. "Il nostro è un lavoro di precisione, non di quantità - ci spiega Ancilla -, meglio perdere un'ora in più e ottenere un lavoro perfetto, altrimenti tanto
vale fare concorrenza ai prodotti cinesi: una follia. Mi chiedo perché tanti
nostri imprenditori non lo capiscono.
Parlano di "made in Italy", prodotti
unici. E poi vanno a fare i conti in tasca
alla produzione e verificare quanti
secondi ci mettono per fare un pezzo".
Perché il lavoro di Ancilla è così particolare? Fate una verifica: prendete un
lenzuolo o un vestito ricamato che avete
in casa e rovesciatelo. Nel retro troverete i "raccordi" dei fili. Tutti i tessuti
ricamati, inoltre, sono naturalmente più
pesanti nel lato dove il ricamo è stato
fatto. I prodotti di Ancilla, invece, sono
leggerissimi. I ricami sembrano galleggiare nel tessuto e le cuciture, quasi invi-
sibili, sono fermate con precisione chirurgica. "Il mio
procedimento, raffinato nel
corso degli anni, diminuisce
i tempi di lavorazione ma
conserva la qualità di una
manifattura artigianale che
non esiste più. È talmente
efficace che l'ho protetto
con un brevetto".
Come sono realizzati questi
lavori? "Alla base c'è una
continua ricerca di nuovi
materiali e del loro utilizzo,
come le pietre dure, i coralli, i cristalli ma anche tessuti e fili come lana, iuta, rafia.
Nella maggior parte dei casi
usiamo fili e passamaneria
comuni, che si possono trovare in ogni merceria. È la
qualità della lavorazione
che ci contraddistingue".
A questi livelli artigianali
anche le commissioni lavorative sono molto particolari. "Non mi è mai richiesto
un lavoro specifico - dice
Ancilla - Quando devo sistemare un vestito o un accessorio parlo con lo stilista che descrive
l'effetto che vuole dare. Poi inizia la mia
ricerca. Per esempio, se devo realizzare
un ricamo che ricordi la Spagna e la corrida, comincio a sfogliare i libri che parlano dell'Andalusia, studio i vestiti e le
cerimonie dai matador, ma anche i decori che si trovano nelle ceramiche e nelle
Alcuni modelli di Yves Saint Laurent impreziositi dai ricami vicentini
case. A questo punto creo dei disegni e
li trasferisco sul tessuto. Dopo aver individuato quattro o cinque proposte
diverse le sottopongo al cliente che mi
indica quella che preferisce e mi specifica le eventuali modifiche. Si prosegue
così finché lo stilista non è pienamente
soddisfatto".
Una lavorazione lenta e preziosa che
Ancilla Rigon controlla uno dei suoi lavori. Parola d'ordine: qualità
riceve anche alte considerazioni e premi.
Come la cerimonia di lancio di dieci
aziende artigiane di altissima qualità
che si è tenuta a dicembre 2004 a Londra. Nel mese in cui i magazzini Harrod's hanno celebrato l'Italia e ai suoi
prodotti, Ancilla è stata chiamata a presentare il "made in Italy" insieme al console italiano londinese. "In qualità di
azienda di alta gamma presente da molti
anni nel mercato - ci spiega Ancilla - mi
hanno chiesto di fare da madrina a questa presentazione di dieci giovani aziende artigiane molto promettenti. Oltre
alla cerimonia c'è stata una mostra che
poi si è spostata a New York e in Canada". L'occasione ha portato anche i suoi
lavori nelle principali scuole di moda a
Londra, Parigi e nelle altre capitali europee per far toccare con mano agli studenti cosa si può fare con ago e filo. Nel
frattempo eleganti vestiti da sera tempestati di cristalli e innovative pellicce
ricamate di lana, che vedremo in televisione nelle sfilate della prossima stagione, sono in corso di composizione in
un certosino laboratorio, seminascosto
in una casetta nel quartiere di Laghetto. Anche questo è Nordest.
In 4 mesi il figlio del patron del Perugia è passato dagli arresti domiciliari
al trionfo col Samia Arzignano
DI NICOLA CIATTI
Vinto lo scudetto
del calcio a 5 col
Samia Arzignano, parte l'avvertimento di Riccardo
Gaucci:
"Ora si scoprirà
tutto il marcio
che c'è nel mondo del calcio.
Era sotto gli occhi di tutti, ma
nessuno aveva il coraggio di
parlare"
Il figlio dell'ex presidente del
Perugia, tornato all'attività
agonistica con l'Arzignano,
dopo 4 mesi d'inferno, ha
vinto il terzo scudetto della
sua carriera ed è carico come
una molla.
E' ritornato a vivere Riccardo
Gaucci, e lo ha fatto regalandosi il terzo scudetto della sua
carriera, dopo una parentesi
tutta da dimenticare legata
agli arresti domiciliari impostigli dal tribunale di Perugia
per il crack finanziario del
Perugia Calcio, società di cui
è stato per diverso tempo vice
presidente. Da qualche anno il
figlio del vulcanico Luciano
Gaucci è un giocatore di calcio a 5 e, dopo aver vinto l'anno scorso lo scudetto con il
Perugia, da gennaio è tesserato con l'Arzignano, con il
quale è tornato in campo nella
finale contro il Nepi. Ha passato dei mesi difficilissimi,
nella sua tenuta perugina,
senza poter essere al fianco
dei suoi compagni nella corsa
tricolore,
ma
tenendosi
costantemente in forma correndo tra giardino e terrazzo.
Riccardo Gaucci,
tricolore del calcio a 5,
denuncia il marcio del pallone
Lo sport ha rappresentato dunque una sorta di
possibilità per tornare
alla vita normale per
Gaucci, dopo qualche
mese passato in una condizione non certo invidiabile: "E' stato il periodo in senso assoluto più
brutto della mia vita spiega -. Adesso voglio
solo riprendere una boccata d'ossigeno. Il calcio
a 5 mi è mancato come l'aria. In questi mesi non
facevo altro che pensare
di tornare in questo
mondo: mi è mancata la
realtà calcettistica, i
compagni, il campo, l'adrenalina della partita.
Mi sono mancate tante
piccole emozioni ma mi
sono allenato, sempre". E
così, a distanza di 112
giorni dall'unica presenza con la maglia biancorossa contro la Luparense, Gaucci è tornato in
campo in occasione della
finale dei play off scudetto, contribuendo al successo ottenuto dal Grifo:
"Nonostante abbia giocato pochissimo con questa
maglia, tre partite in
tutto, non avrei mai pensato di ricevere un affetto così grande da tutto
l'ambiente. I tifosi mi
hanno riservato un accoglienza da paura ed hanno
Gaucci è stato capitano delle formazione Primavera dei Grifoni,
vincendo anche un campionato
Riccardo Gaucci, nato a Roma il 4 dicembre 1976.
La sua vita sportiva è legata alla città di Perugia, dove assieme al padre
Luciano ed al fratello Alessandro è da sempre ai vertici del Perugia Calcio.
Fin da giovane è grande amante dello sport, al punto di diventare capitano della formazione Primavera dei Grifoni, con la quale riesce anche a
vincere un campionato di categoria. Denota sempre grande passione per
il calcio a 5, e diventa fondatore, patron e giocatore della società perugina, che dopo anni di sacrifici porterà dalla Serie C allo Scudetto.
Quest'anno, dopo i noti fatti legati al crack del Perugia Calcio, decide di
cambiare aria e si trasferisce alla Lazio, ma la sua avventura biancoceleste dura solo pochi mesi.
A gennaio il trasferimento all'Arzignano. Dopo la parentesi legata agli
arresti domiciliari e lo scudetto, Gaucci ora può sognare soprattutto un
ritorno alla vita normale.
N.C.
dimostrato di meritare non
solo lo scudetto, ma anche la
Coppa dei Campioni …". Il
calore dimostratogli dai
sostenitori dell'Arzignano sta
portando Gaucci a prendere
seriamente in considerazione
la possibilità di proseguire nel
rapporto con la società vicentina anche per il prossimo
campionato: "Dipendesse da
me, altroché se resterei. Arzignano è un ambiente adatto al
mio carattere e alla mia voglia
di vincere sempre. E poi ho un
obbligo da rispettare con me
stesso, vincere la Coppa Campioni e poi smettere con il calcio a cinque: chissà di non
poterci riuscire con questa
maglia!". Se attualmente il calcio a 5 è a tutti gli effetti il
mondo di Riccardo Gaucci,
non si può dimenticare che la
sua figura, al pari di quella del
padre Luciano e del fratello
Alessandro, sia stata e sia tuttora molto importante per il
mondo del calcio, che nelle
ultime settimane è stato travolto da una serie di scandali
e di notizie che ne hanno
messo in discussione la sua
immagine pulita: "Mi sto rendendo conto - ci svela Gaucci
- che il calcio a 5 è uno dei
pochi sport rimasti puliti, e
quindi mi sento orgoglioso di
far parte di questo ambiente.
Per quello che sta succedendo
nel calcio mi sento di dire solo
che era sotto gli occhi di tutti,
ma si faceva gran fatica a fare
outing. Ora finalmente si scopre tutto il marcio che era
all'interno di quel mondo".
Una serie di scandali che
hanno investito il calcio a
tutti i livelli, che riguardavano tematiche ben note ai vertici del calcio italiano, ma che
Gaucci ci conferma essere
stati celati magistralmente:
"Non mi sorprende più di
tanto questa situazione, anzi.
Ho confermato ai magistrati
che tutti sapevano della situazione, ma nessuno aveva il
coraggio di parlare. C'era
tanta omertà, ma adesso, con
l'intervento della giustizia
ordinaria, tutto verrà a galla e
spero si faccia una vera pulizia, per il bene del calcio e
dello sport".
MONDIALI CALCIO 971
Dopo il crack del Perugia, Gaucci si trasferì alla Lazio.
Un'esperienza che durò pochi mesi
VICENZA Via Lanza, 40/44 Tel. 0444.291060
VICENZA Corso Padova, 35 Tel. 0444. 304137
ABANO TERME Via Previtali, 2 Tel. 049.667690
N
Descrizione
Data
Ora
M
1
X
2
45
Serbia&Montenegro - Olanda
11 Giu 2006
15,00
1
4,44
3,20
1,80
46
Messico - Iran
11 Giu 2006
18,00
1
1,52
3,50
6,66
47
Angola - Portogallo
11 Giu 2006
21,00
1
9,00
4,00
1,37
48
Australia - Giappone
12 Giu 2006
15,00
1
2,55
3,10
2,65
49
Usa - Repubblica Ceca
12 Giu 2006
18,00
1
3,70
3,15
1,98
50
Italia - Ghana
12 Giu 2006
21,00
1
1,47
3,65
7,77
51
Corea Del Sud - Togo
13 Giu 2006
15,00
1
2,05
3,20
3,40
52
Francia - Svizzera
13 Giu 2006
18,00
1
1,62
3,33
5,75
53
Brasile - Croazia
13 Giu 2006
21,00
1
1,38
3,90
9,00
54
Spagna - Ucraina
14 Giu 2006
15,00
1
1,75
3,33
4,55
55
Tunisia - Arabia Saudita
14 Giu 2006
18,00
1
1,90
3,15
4,00
SPORT
15
10 GIUGNO 2006
In sei palestre oltre 500 praticanti . Uno sport che aiuta anche il carattere dei bambini
Taekwondo
L’ultima passione dei vicentini
Insegniamo come affondare i colpi,
cercare il Ko, ma senza danneggiare fisicamente l'avversario". A
Vicenza il Taekwondo ha una
lunga storia, ponendo la provincia
al primo posto nel Veneto per
risultati, soprattutto nel settore
giovanile. Ultimi della serie, il
terzo posto di Alice Bedin e la finalissima raggiunta da Marta Federle, ai Campionati Italiani Juniores,
svoltisi lo scorso aprile a Fondi
(Lt). "A Pechino non avremo rappresentanti vicentini, ma nelle
successive Olimpiadi sono certo
che sull'aereo azzurro saliranno
DI ANDREA GENITO
"Macchè
sport
pericoloso! Purtroppo i film di
Klaus Van Damme
e l'avvento del fullcontact,
ibrida
americanata nata
per mero business, hanno danneggiato l'immagine di questo sport
olimpico, leader mondiale delle
arti marziali". Moreno Zanotelli,
Presidente del Comitato Triveneto della Fita e titolare della
Taekwondo Action di Schio, replica alle accuse mosse dai media al
suo sport, sfornando dati che parlano invece di grande crescita di
interesse, soprattutto in Provincia
di Vicenza, con sei palestre specializzate ed oltre 500 praticanti.
A dispetto della traduzione italiana del termine coreano, "calci e
pugni in volo", il Taekwondo è
difatti una disciplina che mira
innanzitutto all'autocontrollo ed
alla difesa personale. "Chi sa di
essere forte è più tollerante, non
abusa delle sue capacità - riprende Zanotelli, appena approdato al
6° Dan e da 30 anni fedele discepolo di quest'arte marziale antichissima -. Il Taekwondo, a livello tattico, si pone a metà strada fra
almeno un paio di nostri rappresentanti. Il nostro vivaio è infatti
promettentissimo e contiamo di
raccogliere allori anche in altre
categorie nella kermesse nazionale di Rimini, il prossimo 10 Giugno, dove invieremo ben quattro
squadre. Per chi vuole avvicinarsi
al nostro mondo e rendersi conto
che è pieno di gente tranquilla ed
equilibrata, consiglio una visita
preliminare
al
sito:
www.taekwondoaction.it" Per
vincere domani, come recitava un
celebre film a tema di qualche anno
fa, mica quelli di Van Damme.
L'associazione sportiva Action, con sedi in Schio e San Vito
di guzzano, è un'importante realtà di Taekwondo vicentino
scherma e pugilato, ed è innanzitutto una filosofia di vita, che
didatticamente ben si adatta ai
giovanissimi, aiutando i più timidi ad acquistare sicurezza ed i più
grintosi ad incanalare correttamente la loro eventuale aggressività. Il momento agonistico è solo
la punta dell'iceberg, mentre i precetti che sono alla base di questo
sport vanno vissuti sempre. Per
questo, con la collaborazione del
Coni e del Cio, cui siamo affiliati,
stiamo portando avanti da tempo
un'attività promozionale riservata a scuole e ragazzi tra i 6 ed i 14
anni, con notevoli riscontri e grande feed-back da parte dei genitori, contentissimi dei risultati
caratteriali ottenuti sui loro figli.
Inoltre adoperiamo molte protezioni, durante i combattimenti:
conchiglie, parastinchi, casco e
corpetto. Insomma, farsi male è
decisamente più facile sui campi
di calcio che nelle nostre palestre.
Meglio perdere
un minuto nella vita
La violenza è un'immagine distorta dei film. In realtà questo sport
è adatto anche per i piccolissimi
Che la vita in un
minuto
CONTRO I COMPORTAMENTI PERICOLOSI
Campagna di educazione stradale promossa dall’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova S.p.A.
SPORT
16
10 GIUGNO 2006
Famila Schio, Minetti Infoplus Vicenza e Unichimica Cornedo sono all'erta
Arbitri: corruttibili o solo mediocri?
Non solo il calcio è in crisi
DI ANDREA GENITO
La
querelle
arbitri è indubbiamente uno
degli argomenti
preferiti della
cronaca sportiva. Se ne sarebbe
parlato
anche se non fosse venuto
fuori il polverone di calciopoli, perchè, volenti o nolenti, l'operato dei fischietti è
sempre tirato in ballo nei
commenti da tifosi, addetti
ai lavori e squadre sconfitte.
Non era però mai accaduto
che un Presidente di Lega
decidesse il ritiro di un'intera squadra da una partita, in
netto disaccordo con l'arbitraggio. Ci ha pensato il
basket femminile, a colmare
la lacuna, col gesto clamoroso di Mario Di Marco, che
oltre ad essere patron del
Cus Chieti, impegnato in
gara 3 dei play off di promozione in A1, sul campo del
S.Raffaele Roma, è appunto
al vertice della Lega cestistica femminile, nonché Consigliere Federale e membro del
Comitato
Organizzatore
degli Europei 2007. I fatti:
con ancora più di 8 minuti da
giocare, le abruzzesi, vincitrici a sorpresa sul campo
della capolista in gara2, stavolta rincorrono a -14; Di
Marco però ha la sensazione
che tutto sia stato già deciso a monte, che cioè ogni tentativo delle sue ragazze sarà
comunque vanificato dagli
arbitri, che effettivamente
hanno già fatto tirare 18 liberi (contro 2) a Roma. Così
richiama sotto la doccia il
Cus Chieti, regalando l'A1
alle padrone di casa (e una
speranza in più all'A.S.
Vicenza di essere ripescata
in A1, n.d.r.). Non solo, la Fip
ha addirittura deciso di
retrocedere Chieti in B
regionale. "La punizione
immediata dimostra che ho
Dopo le recenti rivelazioni del mondo del calcio ci si interroga
sulla condotta degli arbitri anche negli altri sport
toccato un nervo scoperto.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un sms
arrivato sul mio cellulare ha rivelato, spiegando la sua
decisione-. Mi arrivava da un
alto dirigente federale la
conferma della combine a
favore del San Raffaele.
'Lasciate perdere, tanto è
inutile'. Mi dispiace per le
mie atlete, che sono scoppiate quasi tutte in un pianto dirotto, le capisco. Ma
certi giochetti, evidentemente, non esistono solo nel
calcio". Un accenno di puzza
di bruciato nel basket femminile, per la verità, l'aveva
segnalato anche il Famila
Schio, che recentemente ha
bissato il titolo tricolore e
che come Direttore Generale annovera proprio un'ex
dirigente del Cus Chieti.
"Non ci piace sparare sul pianista, ma avevamo parecchi
segnali che quest'anno non
c'era grande trasparenza spiega Paolo De Angelis -.
Dopo la discutibile direzione di gara in semifinale, che
aveva palesemente danneggiato Faenza, sempre a Priolo a noi hanno inviato gli
stessi arbitri di quello scempio! Possibile che fossero gli
unici
due
disponibili?
Abbiamo dovuto fare la voce
grossa, ma nonostante questo in gara 3 di finale tutti
hanno visto cosa ci hanno
combinato. Non so se avremmo vinto lo scudetto se la
bella fosse stata in Sicilia.
Quanto alla reazione del Presidente di Lega, lo conosco
ovviamente benissimo ed
assicuro che per arrivare a
tanto la misura doveva essere colma".
Chi si è sempre battuto per
una maggiore trasparenza
arbitrale è senz'altro Giovanni Coviello, presidente
della
Minetti
Infoplus
Vicenza, che disputerà la sua
nona stagione consecutiva
nel massimo campionato
femminile di pallavolo.
Tempo fa, fece scalpore una
maglietta distribuita all'ingresso del Palasport berico
ed indossata da tifosi e gio-
catrici ("meno arbìtri, più arbitri,", era
il calembour). "Nel
nostro sport fortunatamente non esistono "cupole" in
senso premeditato,
ma
sicuramente
pesa una certa sudditanza psicologica
verso le squadre leader o nei confronti
di giocatrici (specialmente palleggiatrici) o allenatori cui viene associato dai fischietti un
prestigio, e un'intoccabilità,
che
invece non dovrebbe influire sulle
valutazioni di falli o
proteste. Ma noto
pure una carenza di
personalità verso i
caratteri forti, che
porta
a
effetti
altrettanto negativi: per fare
un esempio se protesta la
nostra allenatrice Benelli è
facile che venga sanzionata
perchè la sua protesta è palese e (per la sua esperienza di
grande giocatrice) attendibile, per cui l'arbitro si sente
quasi ... offeso dal fatto che
il pubblico e i presenti possano condividere le rimostranze di Manù. Se a protestare è un tecnico che assume un atteggiamento più
ipocrita il comportamento
arbitrale, di certi arbitri
deboli, è l'opposto". Quanto
incide un cattivo arbitraggio
su un match di volley? "Sbagliano le giocatrici e possono sbagliare gli arbitri. Oggi
col rally point system le conseguenze degli errori, specialmente nelle fasi calde
delle partite, sono più gravi:
un punto non assegnato è
anche un punto per l'avversario con un peso, quindi,
doppio. Ma se l'errore
umano è comprensibile,
l'importante è che nelle decisioni si dia una sensazione
costante di equità e questo
con alcuni arbitri non avviene." Cosa fa Vicenza per arginare questi torti? "Un doppio lavoro, sensibilizzare,
non certo alla Moggi, chi di
dovere ma sempre in maniera documentata, cioè con i
video delle partite e non solo
con le rimostranze, ma anche
palesare pubblicamente il
problema, come ho fatto
dopo l'arbitraggio della
nostra partita casalinga con
Jesi. Infatti, da quel match
abbiamo quasi sempre avuto
assegnate coppie di livello e
spesso formate da internazionali".
Nel calcio a 5, sport in decisa ascesa e con la nostra provincia ai vertici nazionali, si
lamenta più che altro lo scadente livello tecnico generale dei fischietti. Anche qui,
tra l'altro, recentemente si è
assistito all'abbandono del
campo di una squadra, la
Lazio, impegnata nei quarti
contro l'Arzignano, poi campione d'Italia. "Non esistono
interessi tali da poter
influenzare politicamente la
classe arbitrale - assicura
Emanuele Gonzato, presidente dell'Unichimica Cornedo, in serie A2 -, ma sicuramente ci sono società che
per tradizione e blasone contano più di altre, ma non al
punto tale, però, da ripetere
quello che è successo nel calcio. Diverso è il discorso se
si parla di situazione
ambientale: è dimostrato dai
fatti e dai referti che in
determinate zone del Sud
Italia si sia venuto a creare
una sorta di clima intimidatorio da parte del pubblico e
degli stessi tesserati di alcune società nei confronti degli
arbitri, che talvolta si trovano costretti a svolgere il loro
lavoro in condizioni di scarsa sicurezza e quindi minima lucidità mentale, il che
talvolta porta ad errori decisivi".
CULTURA
17
10 GIUGNO 2006
Escluso dal Nobel, lo scrittore di Asiago viene proposto come senatore a vita da politici e sindacati
Un'idea che non rende guistizia alla sua storia
Rigoni Stern senatore a vita,
un contentino che non lo onora
DI GIULIANO CORÀ
Il Premio Nobel
si dà ai più bravi.
Per alcune categorie - fisica,
medicina, ecc l'assegnazione è
semplice. Meno
semplice è la
decisione per i Nobel alla Letteratura o alla Pace, che spesso hanno assunto valenza
politica. Se non vi sono obiezioni al Nobel per la Pace a
Médecins sans Frontières
(1999), meno chiari sono i
meriti dei presidenti israeliani Begin (1978) o Peres (1994).
Stesso discorso per la Letteratura. Indiscutibili i premi a
Kipling (1907) o a Yeats
(1923), ma non si capisce a
cosa debbano il premio gli
sconosciuti Jelinek (2004) o
Xingjian (2000), scrittori che
qualche merito l'avranno
pure, ma di cui certo non si
può dire che abbiano impresso tracce indelebili nella storia della letteratura mondiale. Sembra quasi che siano
stati premiati per incentivare
le vendite dei loro libri (d'ac-
cordo: non sono le copie vendute a fare il genio - altrimenti
la Tamaro e Coelho sarebbero già assurti agli altari - ma
un libro deve pur averlo letto
qualcuno perché lo si possa
giudicare). E' evidente poi
come spesso il Nobel abbia
premiato la presenza "politica" del prescelto più che i suoi
reali meriti artistici. Uno dei
casi più eclatanti è stato il
Nobel a Dario Fo (1997). Ottimo attore, ma i cui testi sono,
a parte forse Mistero Buffo,
poco più che canovacci, estremamente legati alle contingenze sociali e politiche del
nostro Paese. Altri c'erano in
Italia che per sensibilità e
valore morale avrebbero
meritato la "sponsorizzazione": Primo Levi, per esempio,
o Natalia Ginzburg. Levi se ne
andò tragicamente nell'87; la
Ginzburg ci lasciò discretamente nel 1991. Ci rimane l'asiaghese Mario Rigoni Stern,
l'autore de "Il sergente nella
neve", forse il più grande
scrittore italiano del Novecento, cantore della dignità
umana e del dolore dell'Uomo
sotto la barbarie della guerra,
sciamano che parla con gli
animali e gli alberi, maestro
di vita e di valori naturali ed
ancestrali. Ma con un difetto
imperdonabile per i cenacoli
della cultura, non solo italiana: di essere "invisibile",
modesto, alieno da piazze e
studi tv, legato alla terra e alla
meditazione silenziosa e
discreta. Non si faceva vedere, Rigoni Stern, e non fu
visto. Ma il tempo passa.
Qualcuno ha riflettuto, forse
si è reso conto della sciocchezza
commessa
(non
importa da chi) ed ha avuto
un'idea per rimediare: nominarlo senatore a vita. Senza
pensare che proprio in Veneto si dice: "pezo el tacòn del
buso". L'idea balenò già nel
2003 al gruppo interparlamentare "Amici della Montagna" (?), ripresa poi dal politico vicentino Mauro Fabris
(Udeur) e di recente, in occasione del raduno degli alpini
ad Asiago, dal governatore
forzista Giancarlo Galan (di
cui non si conosceva fino ad
oggi una particolare predilezione per la montagna e l'ambiente) nonché dalla Cgil, che
Uno scorcio dell'Altopiano. Nei lavori dello scrittore emerge un forte rispetto per la natura
Mario Rigoni Stern, nato ad Asiago nel 1921
con retorica patriottarda testimonianza anch'essa di
una ben poca confidenza coi
valori di Stern - lo ha definito "il più illustre e speciale
alpino d'Italia". Bene, diciamolo con forza: lungi dall'essere un riconoscimento, questa proposta rappresenta una
presa in giro, se non addirittura un insulto per lo scrittore dell'Altopiano. Non si è
avuto il coraggio, o la capacità, di riconoscerne o farne
riconoscere prima il valore:
data la povertà ideale della
nostra società, ciò per lui
costituisce quasi un titolo di
merito. Ma ora, che lo si lasci
in pace e lo si rispetti. Non è
un bambino, dal quale cerchiamo di farci "perdonare"
un torto con una caramella. E'
un Maestro, è Mario Rigoni
Stern. Amiamolo leggendone
i libri, parlando di lui a chi
non lo conosce; portiamo i
nostri figli sull'Altopiano e da
lontano, ma senza disturbarlo, indichiamone la casa e
diciamo: "Ecco, vedi, lì abita
quel signore che parla con gli
urogalli, che in Russia ha
conosciuto gelo e sofferenze,
che coltiva gli alberi nel suo
arboreo". Non esibiamolo per acquietare la nostra cattiva coscienza - sotto quelle
luci che non ha mai cercato.
Onoriamolo con la nostra
ammirazione e la nostra devozione, e rallegriamoci di esser
vissuti nel suo stesso tempo e
di avere avuto il bene di conoscerlo. Lui certamente non
chiederà di più.
GIOVANI
18
10 GIUGNO 2006
Il vicentino regista di "Medley" torna dietro la macchina da presa
per un film con Daria Nicolodi. "Il cinema per me è una malattia"
Zarantonello: "Farò un film
con la star di Profondo Rosso"
DI LUCA MATTEAZZI
"Che cos'è il cinema?".
La risposta arriva, volutamente, dopo trenta
secondidisilenzio.Perché fare cinema è questo: "È l'attesa di una
risposta, è passare da
un'attesa all'altra, con gente che ti dice di
aspettare perché forse c'è l'attore, forse c'è
il produttore, forse c'è il distributore. Forse.
Poi, quella volta che succede, succede tutto
di corsa".
Nella parole di Gionata Zarantonello c'è
tutta la fatica di chi cerca di farsi strada in
un mondo difficile e complicato ("assolutamente illogico", dice lui) come quello del
grande schermo. Ma per il giovane regista
vicentino, trent'anni non ancora compiuti, almeno una delle tante attese sembra
essere terminata: a settembre inizierà a
girare il suo terzo lungometraggio, il primo
con una produzione importante alle spalle e con nomi di spicco nel cast. "È un thriller realizzato grazie ad una coproduzione
tra la Rai e la Svizzera, e che avrà come protagonista Daria Nicolodi, l'attrice che ha
fatto Profondo Rosso - racconta -. È una
storia di bambini che scompaiono, e di una
signora, la Nicolodi appunto, che viene
Le riprese di Uncut, film girato da una soggettiva molto particolare
sospettata di averli fatti sparire. È un lavoro importante, ma ce n'è voluto di tempo:
ho iniziato a lavorarci sei anni fa, e avrò
riscritto il copione 12 o 13 volte, non mi
ricordo nemmeno quante".
Stregato da film come "Nero" (scritto dal
papà di Dylan Dog Tiziano Sclavi) e "Leon"
di Luc Besson, Zarantonello muove i primi
passi dietro una cinepresa alla fine degli
anni '90 con "Medley", un horror splatter
ambientato nel mondo della scuola e rea-
lizzato con mezzi di fortuna: un gruppo di
amici capitanati da Ulisse Lendaro come
attori, succo di amarena al posto del sangue, mannaie e frattaglie di pollo prese a
prestito dal macellaio di fiducia per le scene
più cruente, riprese effettuate in modo
semiclandestino in cinque scuole della
città, cercando di eludere la sorveglianza
di presidi e bidelli. "Diciamo che è come se
avessimo fatto una casa partendo dal tetto",
ricorda il regista. Un film povero, che riu-
scì però ad ottenere servizi e recensioni su
tutta la stampa nazionale e arrivò ad essere distribuito anche negli Stati Uniti. Sulla
scia di questo primo successo, Zarantonello si trasferisce a Roma ("Perché è il centro di tutto: non puoi permetterti di perdere un appuntamento con un produttore perché devi arrivare da Vicenza"), e
comincia una lunga gavetta. Prima i corsi
di sceneggiatura e montaggio al Dams di
Bologna, quindi quelli della Scuola di cinema di Milano, poi lezioni di regia e scrittura, e perfino un corso sugli effetti speciali
a Los Angels. In mezzo, tanti cortometraggi, come "Alice dalle quattro alle cinque",cheaccompagnaMedleyallasuauscita nelle sale. "I cortometraggi sono importanti - aggiunge Zarantonello - ma bisogna
stare attenti, perché quando poi si arriva a
lavorareinunsetprofessionalebisognafare
iconticonunarealtàmoltodiversa.Inrealtà
quello che conta di più è l'esperienza: più
cose fai, più bravo diventi". Nel 2003 esce
il suo secondo film, "Uncut". Come Medley una storia forte (la vicenda è vista tutto
con l'ottica del pene di un uomo bloccato
a letto da un incidente), come Medley ottime recensioni, accoglienza fredda nelle
sale, riscontri discreti nel mercato nell'home video. E adesso, dopo sei anni di lavoro dietro le quinte e tentativi andati a vuoto,
laprospettivadiunnuovofilm,questavolta
davvero importante.
Gionata Zarantonello: "Il cinema
è come le donne, se le desideri
troppo non le avrai"
Tirareavanticosì,perònonèfacile,eZarantonello non sembra lasciare molti spiragli
per i giovani vicentini che volessero seguire la sua strada. "Io ci sono cascato e ne ho
fatto una malattia, ma il cinema è troppo
casuale e dipende da troppe coincidenze
per poterci contare. Come dice un mio
amico, dovresti farlo con la mano sinistra,
mentre con la destra ti occupi di qualcosa
di più sicuro. Il cinema non può essere la
cosa più importante della tua vita, altrimenti finisce come con le donne: quando
le vuoi troppo, non le conquisti mai".
SCUOLA
19
10 GIUGNO 2006
Dall'intramontabile bigliettino all'iPod, ecco come imbrogliare i professori con successo
Copiare. Un'arte tra fantasia e ingegnosità
DI ILARIO TONIELLO
Inutile dire che è
sbagliato, immorale e pure pericoloso ma alzi la
mano chi non l'ha
mai fatto. In ogni
caso sfatiamo il
mito dello studente pigro che copia perché studiare è faticoso. Per copiare si
spreca più energia e tempo
rispetto allo studio. E certe trovate per nascondere le informazioni sono un inno alla fantasia
e all'ingegnosità. Inoltre, come
dicevano gli antichi, repetita
iuvant. A forza di scrivere informazioni i bigliettini non si guardano più, ma la loro presenza
"psicologica" può tranquillizzare lo studente, che renderà maggiormente.
Si avvicinano gli esami. Approfittando dell'occasione abbiamo raccolto i principali "metodi" di copia dopo aver visto le
tecniche di decine di studenti,
identificando i filoni principali
e creando un utile vademecum
per i ragazzi (e magari anche per
i professori).
Un consiglio: per verifiche
vaste, come quella della Maturità, bigliettini e surrogati sono
inutili. Studiate, farete prima. E
con meno fatica.
La copia classica
Si tratta dell'immortale bigliettino che però si è rivoluzionato
nel corso del tempo. Michele del
Quadri ci spiega i dettagli: "Le
fotocopie rimpicciolite dei libri
non vanno bene, contengono
troppe informazioni. Ormai
nessuno scrive in piccolo con
una penna. Quasi tutti usano un
programma di scrittura e stampano gli appunti dal computer".
Le dimensioni ideali dei foglietti sono 2x4 centimetri, scritti
con corpo 5 o anche meno. Conviene plastificare i fogli (basta
rivestirli di nastro adesivo) in
modo da renderli più rigidi e
facili da nascondere. Un piccolo capolavoro d'ingegneria è il
trucco del "papiro". Si stampano le informazioni solo su un
lato di un foglio largo 2-3 centimetri e molto lungo. Si fissano gli estremi a due pezzi di cannuccia. Si arrotola in sensi
opposti e si fermano i due estremi con un piccolo elastico. Ruotando le cannucce si possono
leggere tutte le informazioni
senza mai srotolare il nastro.
Consigli: sono necessarie informazioni essenziali e schematiche perché lo spazio è ristretto.
La copia hi-tech
Il grande protagonista è il
telefonino. I modelli sono sempre più piccoli e riuscire a
nasconderli è facile. Inoltre
sono sfruttabili molti meccanismi: "dagli sms per chiedere
aiuto a compagni di altre classi
alle fotocamere che permettono
di memorizzare intere pagine",
L'uso dell'iPod è l'ultima novità del mondo dei copioni
come ci spiega Alessandra del
Pigafetta. Sono nati anche alcuni servizi sms specifici: mandando un messaggio con le parole iniziali della versione di latino è possibile ricevere (a pagamento) l'intera traduzione.
Per la maturità è infallibile il
palmare con collegamento
internet: dopo poche ore dell'inizio degli esami sul web si trovano già le tracce dei compiti
con le relative soluzioni. Ma
novità di quest'anno è l'iPod. Il
lettore musicale Apple ha una
funzione chiamata "note", che
permette di trasferire e visualizzare testi. È possibile inserire intere enciclopedie di appunti in una scatoletta di 4x9cm
facile da leggere e nascondere.
Consigli: molti professori
requisiscono i cellulari prima
dei compiti. Il segreto è portare
due telefoni, uno civetta da consegnare e l'altro che si terrà per
sé. Ricordatevi di disattivare
suoneria e vibrazione: una chiamata può essere fatale!
La copia mimetica
Ovvero sfruttare in modo creativo gli elementi naturali presenti in classe per copiare. Una
colonna può nascondere un
libro, una finestra scorrevole il
bigliettino. Ma l'idea più originale è quella di Luca
(Boscardin):
"Il
posto migliore per
copiare? È il primo
banco in mezzo alla
classe. Basta scrivere gli appunti sul
bordo esterno della
cattedra, finora non
se n'è accorto nessuno!" Tra i trucchi
più utilizzati anche
quello di scrivere le
informazioni con
una penna scarica
sui fogli protocollo
per i compiti oppure copiare le formule in matita sulla
nuamente banco è impossibile
che si ricordi l'ordine che ha
dato".
Consigli: in caso di telefonate
anonime usate solo telefoni
pubblici a monete: schede e cellulari sono rintracciabili.
La copia fashion
Nascondere le informazioni sul
proprio corpo è la cosa migliore: nessun professore può toccarvi senza rischiare qualche
querela. Per copiare è necessario un abbigliamento particolare con tasche e risvolti dove è
facile nascondere bigliettini e
scritte: dolcevita con girocollo
alto e gonna corta per lei, camicia lunga e pantaloni oversize
per lui.
Consigli: braccia e mani sono i
primi posti dove sarete controllati. Conviene approfittare delle
parti del corpo dove lo sguardo,
per pudore, non si ferma mai:
zona reggiseno e tra le gambe.
La copia alimentare
Un sistema veramente originale: scrivere le formule più ostiche all'interno di supporti alimentari. In particolare le
gomme da masticare di tipo
"Brooklyn" sembrano le preferite dagli studenti. Molti professori approvano "le cicche"
durante i compiti perché aiutano a combattere lo stress. In
caso di pericolo, inoltre, si possono distruggere facilmente le
prove.
Consigli: per la vostra incolumità è meglio utilizzare inchiostri atossici per la scrittura.
parte nera dei banchi. In sono mamme: basta chiamare a
entrambi i casi sarà possibile scuola prima del compito, preleggere solo in controluce in una sentarsi come il figlio della prof
particolare posizione conosciu- e poi riattaccare poco prima che
ta solo dallo studente.
risponda. La preoccupazione la
Consigli: qualsiasi sia il mezzo renderà distratta".
utilizzato fate in modo che le Curioso il sistema adottato in
informazioni siano facili da una classe in caso di compiti
nascondere in caso d'imboscata alternati (utilizzati per evitare
da parte del "nemico".
di copiare dal vicino di banco)
La copia cifrata
"Noi facciamo i compiti che
Funziona bene per i test. Il truc- vogliamo scambiandoci le tracco è vecchio come il mondo: ci ce e ignorando quello che ci dice
si accorda con i compagni di il prof - spiega Luca del Boscarclasse per un linguaggio cifrato: din - Siccome cambiamo contiun colpo di tosse per
indicare la risposta A, un
ticchettio con la penna
per la risposta B e così
via.
Consigli: non è un metodo da improvvisare. È
necessaria un'abilità da
commediante per non
farsi scoprire.
La copia psicologica
Consiste nello sfruttare
le debolezze dei professori. I momenti migliori
per copiare sono gli ultimi minuti o quando
suona la campanella: c'è
maggior confusione. Perfido il consiglio di
Manuela (Boscardin):
"Anche le professoresse Il classico bigliettino è il metodo più antico e più usato
“CONNETTORE A SECCO AL-FER”
(BREVETTATO)
Il “connettore a secco AL-FER” nasce in tempi
recentissimi per migliorare, sotto tutti gli aspetti
di praticità, semplicità ed economia. Destinato a
sostituire così la maggior parte dei metodi utilizzati negli ultimi 20 anni.
Il “connettore a secco AL-FER” è composto da
un unico perno metallico ottenuto da una barra
ø16 opportunamente lavorata con filettatura per
legno nella parte da fissare sulla travatura. Nella
porzione corrispondente all’assito la barra rimane liscia, mentre torna con lavorazione a testa
esagonale dotata di scanalature nella parte da
annegare nel calcestruzzo.
Il “connettore a secco AL-FER” è costituito da
un unico perno opportunamente sagomato per
il miglioramento dell’aggancio meccanico al
legno e al calcestruzzo.
I VANTAGGI:
1.
2.
Completo recupero statico della parte in legno.
Possibilità di migliorare l’isolamento termoacustico,
inserendo un pannello di materiale isolante tra i tralicci.
3. Produttività massima.
4. Tutto il pre-esistente non viene assolutamente
danneggiato.
5. Costo altamente competitivo.
6. Durante la posa non vengono adoperati liquidi (il getto o
boiacca sono tenuti separati da un telo impermeabile).
7. Migliora l’intersezione di tutte le sue parti (legno/muratura).
8. Acquista maggior resistenza al fuoco.
9. Nessuna necessità di smaltimento in discariche speciali.
10. E’ possibile la completa riconversione in origine.
11. Massima semplicità di applicazione (no mano d’opera
specializzata).
37033 Montorio (Verona) - Via dei Castagni, 7 - Tel. e Fax 045 8840780
Consultateci al sito: http//www.al-fer.it - e-mail: [email protected]
21
Vivi l’Area Metropolitana
10 GIUGNO 2006
Da mercoledì 7 giugno a mercoledì 14 settembre, Museo di Santa Giulia
Biennale Internazionale di fotografia di Brescia
Appunti per una storia della fotografia al femminile
La II Biennale Internazionale di Fotografia di
Brescia, edizione 2006, ha
per titolo
'Appunti per una storia
della fotografia al femminile', la sintesi di un
concetto che non deve far
pensare
ad atteggiamenti di
rivendicazioni femministe. L'arte non ha sesso.
Semmai, sottolineare 'le
differenze', supposte,
sarebbe
mortificante
proprio per le donne che
hanno lasciato, e continuano a lasciare,
impronte indelebili nell'evoluzione della fotografia come arte autonoma.
'Appunti per una storia della fotografia al
femminile' è il tema della II edizione della
Biennale Internazionale della Fotografia di
Brescia. Dedicata alle donne protagoniste
della fotografia, e non oggetti, non deve far
pensare ad atteggiamenti di rivendicazioni
femministe. L'arte non ha sesso.
Sottolineare 'le differenze', supposte, sarebbe mortificante proprio per le donne che
hanno lasciato, e continuano a lasciare,
impronte indelebili nell'evoluzione della
fotografia come arte autonoma.
L'obiettivo, ambizioso e doveroso, è di tracciare una guida di 'appunti' per mettere in
risalto un patrimonio di cultura e creatività
cifra femminile, 'appunti' preziosi per riflettere, indagare, rivedere e tentare di scrivere la storia della fotografia con equilibrio.
Mostra a cura di Ken Damy, Giuliana Scimé
e Mario Trevisan.
30 mostre, 1000 immagini esposte in prestigiosi spazi pubblici e privati.
MANTOVA
Rievocazione della festa che organizzavano i marchesi di Mantova
che traspare dalla storia della fotografia
internazionale, fin dagli albori e che, per
quasi centosettant'anni, ha imposto un
modo spesso assolutamente insolito di
vedere.
Una storia della fotografia, osservata da
angolature diverse, che non mancherà di
stupire per genialità e sensibilità, per innovativi atteggiamenti e libertà espressiva.
Le donne in fotografia sono state tante e
bravissime, ed oggi sono protagoniste delle
più rilucenti sfaccettature di un diamante
purissimo, la fotografia nelle arti visuali,
che sta regalando galattiche avventure nell'universo dell'immagine.
Il percorso, assai complesso, tocca i punti
focali dei generi in fotografia e attraversa
le epoche e le diverse culture d'Europa e
Americhe, e del nascente
impegno in Africa, Asia,
Australia, in spazi pubblici e gallerie private.
Le frontiere non esistono,
nemmeno i confini alla
creatività, miracolo della
fotografia.
Un affascinante 'giro del
mondo' a bordo della
macchina del tempo che,
dal 1860 alle ricerche contemporanee, plana in tantissimi Paesi e si sofferma
a mettere in luce genialità
incomparabili con immagini indimenticabili. È la
prima rassegna internazionale che recupera la
ROVIGO
Dal 16 al 18 giugno in piazza di Vittorio
Rovigo - Festa del Pesce
a Frassinelle Polesine
Rievocando la storia di Frassinelle
si organizza la grande festa del
pesce tipico di allora che si terrà in
Piazza di Vittorio da venerdì 16 a
domenica 18 giugno. Si tratta di una
rievocazione in chiave storico gastronomica con degustazione dei
migliori piatti locali.
Le autrici più significative della fotografia
internazionale dal 1850 ad oggi. Mostra
aperta dal martedì alla domenica dalle ore
10 alle 18, lunedì chiuso.
Per informazioni e-mail: [email protected], organizzazione segreteria
Museo Ken Damy allo 0303750295.a
Tra le tante specialità che si potranno degustare: anguille, rane, pescegatto, fritto misto. Oltre al buon cibo
non mancheranno le occasioni per
divertirsi con la musica, sono previste infatti serate con orchestra,
ballo in piazza e altre manifestazioni musicali.
Convivium Voluptatis
a Volta Mantovana
Nell'antico borgo vicino a Mantova dal 18 al 28 giugno
A Volta Mantovana, antico borgo
vicino a Mantova, dal 18 al 28 Giugno, avrà luogo il "Convivium
Voluptatis", la rievocazione filologica della festa che ogni anno
organizzavano i marchesi di Mantova, Ludovico II° Gonzaga e sua
moglie Barbara di Brandeburgo,
nella loro residenza estiva, per
salutare l'inizio dell'estate.
Il Convivium di quest'anno sarà
dedicato alle Muse.
Domenica 18 Giugno a partire
dalle 17.30 fino a notte fonda, si
darà inizio alle giornate di feste e banchetti in rigoroso stile rinascimentale.
Apertura alle 18 con grande festa
popolare nei giardini e per le vie dell'antico borgo.
Per l'occasione verranno filologicamente allestiti spazi adibiti a giochi
rinascimentali, a cui la gente potrà
liberamente prendere parte, taverne
in stile d'epoca, mercati che permetteranno di riscoprire le antiche tradizioni del mantovano, il tutto impreziosito da musiche, danze, trampolieri, folletti e gran finale con scenogra-
fico spettacolo di fuochi d'artificio.
Dalle 19 si potranno degustare risotto con pesto di porco, pesci, carni, caci
delle Colline e vini locali.
Alle 21.30 verrà inoltre rappresentata
l'opera della Compagnia degli Ordallegri: "Lo poter de li funghi allucinanti".
Ingresso alla manifestazione 3 euro.
Mercoledì 21 e 28 Giugno dalle 20.30
alle 24 sarà la volta dei banchetti dedicati alle Muse.
L'ingresso con aperitivo di accoglienza, tra giullari e cantastorie, sarà situato negli splendidi giardini di Palazzo
Gonzaga dai quali poi si passerà alle
scuderie del palazzo nelle quali i partecipanti verranno riuniti in tavolate
posizionate a cerchio, intorno alla
scena dello spettacolo teatrale dedicato alle Muse, Calliope, Clio ed Erato
il 21, e alle Muse Euterpe, Melpomene e Urania il 28.
Oltre allo spettacolo teatrale, i banchetti saranno come sempre allietati
da sorprese e scherzi di giullari impertinenti.
Sarà inoltre possibile intrattenersi piacevolmente con grafologi, chiromanti e cartomanti che nel corso del banchetto si aggireranno tra le tavolate.
Menù come sempre in rigoroso stile
d'epoca con abbinamenti e sapori
dimenticati nel tempo.
Biglietto d'ingresso alla serata comprensivo di cena 35 euro.
PAGINA
DI
ELENA BURRI
23
10 GIUGNO 2006
TEMPO LIBERO
La solitudine, la follia e la violenza della metropoli i temi del film tre volte premio Oscar
La vita senza senso a bordo di un'auto:
la parabola di Crash
DI GIULIANO CORÀ
Un momento nella vita
di Los Angeles: potrebbe essere stato ieri, può
essere oggi, possiamo
solo sperare che non sia
domani. Crash (Haggis,
Usa, 2005, tre premi
Oscar) è come aprire il
finestrino della macchina mentre vai. Per
un momento la realtà ti passa davanti agli
occhi, essenziale nella sua casualità. Per
strada ci sono poliziotti teppisti, borghesi, operai, bottegai; dietro le loro facce ci
sono le storie e i problemi che puoi solo
intuire da un'espressione, un vestito. Hai
visto poco, è come se avessi visto tutto.
Crash è uno squarcio sulla solitudine
immensa di una città, sulla sua violenza,
che non è però genetica e neppure ende-
mica, ma consequenziale a quella solitudine. In Crash non ci sono buoni e cattivi.
Ognuno può trovarsi in qualsiasi momento in un ruolo o nell'altro: una volta vittima, e quella dopo oppressore; entrambe le
volte convinto di aver "ragione", entrambe
le volte incapace di capire perché succede. Ancora una volta solo. Fortunato - è
terribile dirlo - chi, magari per una volta,
magari non del tutto consciamente, arriva a rendersene conto: la telefonata di Sandra Bullock all'amica - più monologo e intima confessione che dialogo - è uno dei
momenti chiave del film. Ma il commerciante iraniano non sa perché spara, e
nemmeno il giovane poliziotto, né il ragazzo nero sa perché libera gli immigrati clandestini. Ognuno è parte della ruota, che
gira, inesorabile ed impassibile. La fotografia è "documentaria", severamente
estranea. Non ci sono fascino, repulsione,
mito, in quelle strade, nelle armi, nelle macchine. La macchina da presa segue e osser-
va, testimonia, passa oltre: un'altra storia,
un'altra sofferenza. In nessun film come in
questo sembra essere espresso l'assunto
russovianosecondocuil'uomonascenaturalmente buono, ma poi la società lo rende
cattivo. Non c'è catarsi, in Crash: c'è una
disperata speranza di felicità, ma poi ancora un urto, ancora la follia. La musica dolente e bellissima di Mark Isham è il basso
continuo di questa sinfonia dell'infelicità.
Nell'ultimo libro di Marco Lodoli, una serie di racconti dedicati a persone che, per sopravvivere, scelgono di mentire a se stessi e al mondo
Diciannove storie di ordinaria illusione
Marco Lodoli, Bolle, Einaudi, 188 pp.,
€ 16,50
Ci sono scrittori le cui pagine, per
quanto apprezzabili, evaporano presto
dalla memoria. Ce ne sono altri, invece, le cui righe si piantano nella testa,
abitate da una verità sottile ma incisiva, come la lama di un coltello. Fra questi ultimi c'è di sicuro il cinquantenne
romano Marco Lodoli, una delle penne
più originali della sua generazione.
Bolle raccoglie diciannove racconti
accomunati dal tema dell'illusione
come bisogno primario. I personaggi
che li popolano scelgono di mentire a
se stessi e al mondo, per vincere la soli-
tudine o forse, semplicemente, per
sopravvivere. Fra loro, un disperato
divenuto un simbolo, per
essere sopravvissuto a uno
spaventoso incidente stradale; una giovane borghese
che sogna di rubare il piccolo figlio di una zingara; un
tassista che chiede a un
musicista di mediare per lui
con una donna che in realtà
nemmeno conosce; un giovane che si isola nella sua
camera, circondato da mille
sfere di vetro con la neve
dentro.
L'ultimo racconto è un poemetto quasi
leopardiano in cui un topo, rimasto
intrappolato, riflette su ciò che la sua
vita è stata e sarebbe potuta essere.
Lodoli, con la sua scrittura sospesa fra
prosa e poesia ("Come un lenzuolo
pieno di briciole, una leggera angoscia mi si è posata sul petto"), narra vocazioni all'assoluto che non
si compiono, parabole
incomplete, esistenze che
dondolano malinconiche
fra desiderio e possibilità
senza mai afferrarle davvero. Fino all'ultimo giro.
"Svolazza la morte sopra
la campagna e il mare, con
il cappello nero, il sacco vuoto da riempire e una goccia che le pende dal naso
adunco. […] Cade dal cielo la goccia
buia come l'occhio di un corvo […] Cade
come un pallino di piombo,
e poi come una piuma si fa
portare dal vento più lontano. […] Astolfo sente una
goccia d'acqua gelata sul
gomito che tiene fuori dal
finestrino.
È come un ago, un'ape, un
amo conficcato. […] Così
deve finire? pensa Astolfo,
così si muore?"
Giovanni Magalotti
VICENZAPIU’ VIVA
Vicenza Più Viva: finalmente la buona notizia
È la rubrica che mancava in città: una pagina dove ogni settimana i vicentini potranno annunciare la gioia di un figlio, la celebrazione di un matrimonio, il conseguimento della laurea. Perciò forza genitori,
sposini e neo-laureati: chiamando al numero 0444 923362 o inviando un'e-mail all'indirizzo [email protected] potrete dare a Vicenza una buona notizia… in Più.
Tanti auguri
I compleanni di questa settimana
11 giugno
Tanti auguri Giuseppina
Tanti auguri alla cara zia Giuseppina.
i nipoti
Benvenuti
Lo spazio dedicato ai nuovi vicentini
Benvenuto Luca
Luca Paveglio è nato il 23 marzo
Mamma Gabriella e papà Stefano
sono felici di presentare il piccolo Luca
che ha deciso di allietare il mondo
con la sua presenza dal 23 marzo
Benvenuto Francesco
Benvenuta Matilde
Francesco Matteazzi è nato il 28 aprile a Vicenza
Matilde De Biase è nata il 14 febbraio a Vicenza
Siamo felici di augurare
Mamma Emma
ogni bene a Francesco,
e papà Allan
il primo figlio del nostro redattore
presentano Matilde
Luca Matteazzi e della moglie Elena
Fiori d'arancio
I novelli sposi di città e provincia
Tanti auguri a:
Girolamo Sciabica & Stefana Famara
Mauro Sambugaro & Elena Favero
Antonio Tosatto & Alessandra Ghelfi
Pietro Lomuscio & Valeria Regano
Ludovico Galla & Maddalena Conforto
Riccardo Bonetto & Paola Sandri