Ateniesi o Annonesi?

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Ateniesi o Annonesi?
Anno XX - n.3
Dicembre 2014
Periodico di informazione, opinione e cultura dell’Associazione “Per Annone”
I fiori all’occhiello
Ateniesi o Annonesi?
Kakistocrazia, il governo dei peggiori. Ovvero: i neologismi si sprecano, in un agone politico che non sa parlare nemmeno la lingua di tutti
i giorni. Il termine, di cui forse si saranno accorti solo alcuni cittadini,
quelli che “sanno di greco”, compare in un documento di denuncia
stilato dal gruppo di Minoranza, che rimprovera all’attuale Amministrazione il mancato rispetto delle regole riguardanti la convocazione del
consiglio comunale.
Un’offesa così grave da spingere il gruppo di consiglieri ad abbandonare l’aula, in quanto “ogni deliberazione sarebbe priva di efficacia”.
In pratica: “Uniti per il paese” tira le orecchie, a suon di grecismi, a
“Insieme per il paese”: due liste che non hanno saputo nemmeno differenziare la loro missione istituzionale, nello slogan, del tutto simile, con
cui si sono presentate al giudizio degli elettori.
Trovandosi, però, nelle eccitanti vesti di portavoce della Minoranza (e,
quindi, di nemico tout court), il geometra Verona si è scordato il passato, quando regole e procedure andavano quanto meno interpretate, se
non disattese con disinvoltura, perché una loro applicazione integrale
avrebbe nuociuto a quel sano realismo che doveva ispirare il politico
foto: Giordana Geromin
Di questi tempi di crisi persistente, si
moltiplicano quasi spontaneamente
gli appelli alla solidarietà, all’aiuto, al
sostegno verso coloro che sono più
esposti ai disagi e, talora, anche alla
mancanza di generi di prima necessità. Chi offre risposte a domande così
drammatiche e basilari, a qualunque
titolo e in qualunque ruolo, è degno
della massima ammirazione.
Ci riferiamo a chi accompagna persone ammalate o sole a fare visite o trattamenti in ospedale, a chi promuove
raccolte di indumenti o di cibo, a chi
si prodiga al reperimento di fondi per
la ricerca medica: a chi, insomma, fa
del volontariato una continuativa e intensa esperienza di impegno morale
e sociale, in ambienti e con persone
non sempre comodi e rassicuranti,
sostituendo spesso l’intervento pubblico in settori che esso non è più in
grado di supportare.
Questi, secondo noi, sono i fiori
all’occhiello di una comunità. Certo,
è apprezzabile anche chi organizza
manifestazioni, che richiamano gente dai paesi vicini offrendo intrattenimento, spettacolo, esibizioni e gioie
per il palato.
Ma, se gli operatori di aiuto commuovono e allargano il cuore, sagre
e rappresentazioni offrono principalmente un’opportunità di evasione.
esperto. Spalleggiato, come è noto, dal mentore che l’aveva investito
sindaco del paese. Ma quando i consiglieri della lista “Per Annone” sottolineavano il conflitto di interessi che impediva una corretta esecuzione dei pubblici regolamenti, o anche soltanto l’inopportunità di alcune
scelte non propriamente tese a realizzare il bene comune, tali proteste
erano bollate come “beghe personali”.
E gli Annonesi se la sono bevuta volentieri, trangugiando perfino la
lista dei nuovi orizzonti artatamente creata per far vincere Elio tre lustri
fa. Del resto, non hanno trovato altro modo di partecipare (altro slogan
abusato) al progresso del paese, ancorato curiosamente ai soliti noti.
E’ chiaro, quel progresso ora non è più di moda. La nuova formula
magica potrebbe essere la stessa della grande politica, ovvero “seppelliamoli tutti”. E così si sono preferite esili facce al femminile alle pluridecennali e ingombranti presenze.
Un rischio mal calcolato dal buon geometra, che, come già il suo pigmalione, è stato sconfitto da una lista modesta, nonostante i due ritenessero, ovviamente, i loro rispettivi governi aristocratici (cioè, dei
migliori) e non kakistocratici come quello che si accompagna al nostro
presente con il suo grigiore.
Il nostro PAT
ciali ed economiche del paese. Con fermezza ed entusiasmo, le
obiezioni sono fatte proprie dall’allora capogruppo di Minoranza
Andrea De Carlo.
I bene informati sono sicuri che il nostro PAT (Piano di Assetto
del Territorio) riceverà il parere positivo anche da parte della Provincia, dopo aver superato, “a pieni voti”, l’esame della Commissione regionale: in tal modo lo strumento di pianificazione urbanistica potrà entrare in vigore e le sue linee guida determineranno
lo sviluppo dell’Annone futura rimanendo in vigore per dieci anni.
E’ senza dubbio uno dei documenti più importanti per la comunità; riteniamo opportuno quindi ripercorrere brevemente l’iter che
ha portato il Consiglio comunale ad adottare il documento finale.
L’avvio “ufficiale” è stato dato ancora nell’aprile del 2011 dalla
Giunta Savian con la presentazione pubblica del documento preliminare in cui le “parole chiave” erano: recupero, tutela, valorizzazione, riqualificazione, rigenerazione del nostro territorio. Un
inizio incoraggiante e stimolante.
Le elezioni del maggio 2014 vanno a comporre un nuovo Consiglio comunale, che in breve è chiamato a discutere le osservazioni presentate dai cittadini al PAT, chiudendo così la procedura
per quanto di propria competenza. E, sorpresa: la Maggioranza “Insieme per il paese” (col vice-sindaco De Carlo) “approva”
definitivamente il PAT così come sta, cioè quello redatto dalla
Solo che poi non c’è stato alcun processo partecipativo - dalla
comunicazione all’ascolto, dalla consultazione alla concertazione - per ricercare scelte strategiche condivise con i vari soggetti
pubblici e privati (cioè con la collettività, gli enti, le associazioni di
categoria, ecc…). E’ pur vero che l’argomento urbanistico non riscalda più gli animi come vent’anni fa, ma è anche assodato che
l’Ente locale dovrebbe contribuire alla crescita di una “comunità
consapevole”.
Così dall’esposizione del “Piano comunale delle acque” (documento integrante del PAT) in una sala deserta - gennaio 2012, si
è arrivati al penultimo consiglio comunale della gestione Savian
di aprile 2014 in cui viene presentato e adottato il Piano senza
alcun incontro preliminare con la cittadinanza.
compagine Savian, salvo il “declassamento” dell’ormai famosa
area produttiva che ha suscitato un po’ di trambusto tra le due
componenti consiliari.
Che dire: inconsapevolezza da parte della nuova Amministrazione? Il fatto è che se avesse avuto l’intenzione di operare modifiche allo strumento urbanistico, avrebbe potuto farlo: sarebbe
bastato produrre puntuali osservazioni e magari prorogare oltre
l’estate il termine di scadenza delle stesse; pubblicizzare, inoltre,
la propria intenzione di rivedere lo strumento adottato. Così non
è accaduto e si è persa una determinante occasione di cambiamento. Un esempio per tutti: il Piano ripropone lo status quo
per il “centro storico”, senza affrontare la questione dei “gradi di
protezione” degli edifici e senza individuare quelle aree che ora
potrebbero essere escluse e sottratte ai vincoli.
Assente l’assessore all’urbanistica Stefano Senes, relaziona il
Sindaco che sintetizza affermando: “il PAT che oggi viene presentato ha una funzione ricognitiva dello stato di fatto e non
propone nuove zone produttive, né nuove zone residenziali. In
questo modo lo strumento urbanistico non assume più, come
accaduto in altre occasioni, la funzione di leva elettorale ma è
solo la fotografia della situazione esistente.” In altre parole, si
ripropone il P.R.G. (Piano Regolatore Generale) delle amministrazioni Verona-Ruzzene.
L’Opposizione “Insieme per il paese” accusa la Maggioranza
di “inerzia colpevole” sulle modalità con cui ha gestito tutta la
questione e per bocca del consigliere Giovanni Zavattin precisa
come il documento urbanistico dovrebbe costituire non “la mera
riproposizione del presente” ma l’occasione per procedere a
scelte meditate in relazione alle mutate condizioni edilizie, so-
A questo punto i successivi Piani degli Interventi si dovranno
muovere all’interno del perimetro cristallizzato dalle “non scelte”
del PAT, con le conseguenti implicazioni per la valorizzazione,
l’organizzazione e la trasformazione del territorio.
Il nostro PAES
(Piano d’azione per l’energia sostenibile)
Abbiamo scritto sull’argomento in “Cinque Stelle” - settembre 2013, quando il Consiglio
comunale ha approvato all’unanimità il Piano. Si tratta di un impegnativo documento in
cui viene proposta una serie di programmi e di azioni pratiche da attuare da parte di soggetti pubblici e privati per conseguire l’obiettivo di riduzione del 21,1% delle emissioni di
anidride carbonica entro il 2020.
Nel nostro territorio, l’inquinamento da CO2 viene “prodotto” per circa il 5% dalle attività
degli Enti pubblici e la rimante quota è da addebitarsi ai privati: i settori più energivori
sono quelli dei trasporti commerciali e privati e degli edifici residenziali. La centralità del
Piano verte infatti sui suddetti ambiti; il documento evidenzia, altresì, come sia fondamentale il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle parti locali interessate al processo di
cambiamento.
Il PAES prevede così una dettagliata serie di iniziative: campagne di promozione, incontri
tematici, percorsi formativi per aumentare la consapevolezza riguardo al tema dei consumi
e per proporre misure di intervento da attuare al fine di conseguire il risparmio energetico.
La precedente Amministrazione e, finora, quella in carica non hanno provveduto in merito. Il nostro Piano fissa a settembre 2015 il primo report per monitorare la realizzazione
degli obiettivi fissati dal “cronoprogramma”. Comunque non è detto che le finalità (per
quanto riguarda il “privato-produttivo” ) siano raggiunte purtroppo a causa della chiusura
di tante attività artigianali nel territorio …
2
In Consiglio comunale
L’anno amministrativo 2014 è caratterizzato dal rinnovo del Consiglio comunale
a fine maggio. Il cambio ha determinato
un significativo rovesciamento delle forze
politiche nel governo del paese: dal centro-destra di Daniela Savian al centrosinistra di Ada Toffolon.
Entriamo ora nello specifico sull’andamento dei lavori dell’assemblea comunale.
Delle dieci adunanze consiliari, quattro
sono state convocate dal “vecchio” primo
cittadino e sei dal “nuovo”. Ventidue gli
argomenti messi all’ordine del giorno dal
sindaco Savian. Di questi, diciotto sono
stati approvati all’unanimità e tre hanno
visto l’astensione delle Minoranze. In
occasione dei consigli di fine aprile e di
maggio, le Opposizioni non hanno presenziato, secondo la loro opinione per
ragioni di procedure e di merito, non
votando il Rendiconto di gestione 2013
né il Bilancio di previsione 2014. L’unico
voto contrario rilevato nei verbali delle
per sollecitare il Consiglio regionale del
Veneto a discutere e a votare urgentemente la proposta di legge “Indizione del
referendum consultivo sull’indipendenza
del Veneto”.
I numeri della presenza dei consiglieri
alle adunanze sono ovviamente indicativi, visto che la produttività di un amministratore si misura tenendo conto delle dinamiche politiche, dell’effettiva presenza
in aula anche dopo l’ “appello” e di altri
fattori. Ad ogni modo, questi i numeri: risulta presente quasi tutta la Maggioranza di “Progetto Annone”, tuttavia viene
segnata un’assenza a testa per Stefano
Senes e per Nicoletta Bondi, mentre il
capogruppo Paolo Marson ne ha accumulate tre. Le Minoranze (“Insieme per
il paese” e “Obiettivo Comune”), date le
defezioni di cui sopra, hanno partecipato
alle assemblee convocate a marzo e a
inizio di aprile, dove in ogni caso risultano assenti Marta Campagna e Matteo De
Bortoli (IpP).
Con la nuova Maggioranza “Insieme per
il paese” del sindaco Ada Toffolon, venti
dei trentotto punti discussi nelle riunioni
Deliberazioni dei Consigli comunali (1999-2014)
80
60
40
20
0
1° anno
2°anno
Elio Verona (1999-2004)
3° anno
4° anno
Paolo Ruzzene(2004-2009)
delibere è stato espresso dal Capogruppo “Insieme per il paese” De Carlo, in
occasione dell’approvazione dell’ o.d.g.
5° anno
6°anno
Daniela Savian (2009-2014)
consiliari hanno ottenuto unanime approvazione e otto il voto di astensione da
parte dell’Opposizione “Uniti per il pae-
Mandato amministrativo 2009-2014
se”, che ha presentato otto tra mozioni
e interrogazioni, di cui un paio rinviate
per approfondimenti. Un’interrogazione
(sulla viabilità) è stata accolta e una mo-
zione (sugli edifici scolastici) ha trovato
la soddisfazione dei proponenti; tutte le
altre sono state respinte, compresa la
mozione “per l’adozione di misure urgenti
per il contrasto del diffondersi di malattie
infettive” anche “in riferimento ad ebola,
in relazione al fenomeno migratorio”. La
Minoranza, all’inizio della riunione del 3
novembre, si è assentata, giustificando
l’abbandono dell’aula consiliare per motivi di natura procedurale.
La partecipazione alle assemblee registra poche assenze: due di Fabio Tesolin
(“Insieme per il paese”) e Giada Paludetto (“Uniti per il paese”); una per Chiara
Franchi (IpP), per Giovanni Trevisan ed
Elio Verona (UpP).
terminato un saldo obiettivo 2014 di 168 mila euro (sono risorse
in meno per il bilancio).
Non è stato un quinquennio agevole. Tuttavia per “spending
review” e “patto di stabilità” si tratta di provvedimenti relativamente recenti. Una maggior cognizione del governo comunale,
fin dall’inizio, sarebbe stata sicuramente utile ed efficace. Si
sarebbero dovuti avviare e attuare interventi decisi e scelte pre-
Già in altre occasioni abbiamo fatto notare come sul mandato
amministrativo del sindaco Daniela Savian (e su quello di tutti
i suoi colleghi) abbiano inciso i “tagli” dello Stato nei confronti
dei bilanci degli Enti locali.
Con la legge delega n. 42/2009 sono stati definiti i princìpi e
i criteri direttivi per l’attuazione del federalismo fiscale. Le disposizioni hanno avviato un percorso di ridefinizione dell’assetto dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato, le Regioni
e gli Enti locali. Come conseguenza, negli ultimi anni il nostro
Comune (come tutti) ha dovuto affrontare la ridefinizione dei
trasferimenti statali, l’introduzione di nuovi tributi (imu, tia/tares,
e dal 2014, la iuc) con parecchie difficoltà nella previsione delle
aliquote e delle relative entrate. In riferimento a quelle correnti,
la “spending review” ha ridotto i fondi per il 2012 di euro 29.300,
per il 2013 di euro 119.300, di euro 232.300 per il 2014. L’introduzione dell’imposta unica comunale (iuc), che comprende imu
(imposta municipale unica), tari (tassa rifiuti) e tasi (tassa sui
servizi indivisibili) - quest’ultima non applicata dall’amministrazione Savian - va comunque a incidere sull’ulteriore detrazione
del Fondo di solidarietà statale. Dal 2012 è stata soppressa
l’addizionale sull’energia elettrica tra le entrate proprie dell’Ente (30 mila euro nel 2011), compensata solo parzialmente dai
trasferimenti statali.
gnanti sul documento di programmazione economica allo scopo di gestire con lungimiranza l’apparato dell’Ente. Il sindaco
Savian lascia un bilancio sano, sebbene con spazi di manovra
riconducibili solo all’ “ordinaria amministrazione”.
E adesso avanti con “Insieme per il paese”, “...domani è un
altro giorno, si vedrà.”
Per finire, l’entrata in vigore dall’esercizio finanziario 2013 del
“patto di stabilità”, anche per il Comuni come il nostro, ha de-
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Storie di emigranti
gli impediscono di gettare l’ancora e i porti uruguaiani e argentini, nel frattempo avvertiti dell’epidemia nel piroscafo, impediscono lo sbarco a cannonate.
Solo il 6 dicembre le 528 famiglie della “terza classe” prendono
terra a Vitória nello stato di Santo Spirito, 400 chilometri a sud
di Rio.
a cura di Gianfranco Costini
Ma forse la famiglia Camellotto era diretta proprio in questa
zona, perché risulta che la sua immediata destinazione corrisponde a Porto de Cachoeiro de Itapemirim, dove già si trovano tanti veneti e trentini. All’epoca è una cittadina di oltre
cinquemila abitanti, di cui quasi la metà ex schiavi. E’ un centro
importante, anche se in declino, per la lavorazione della canna
da zucchero e lo stoccaggio del caffè; qui gli eredi del barone
Itapemirim la fanno da padroni in tutti i sensi.
Con la valigia in mano
E’ il 30 ottobre 1894: una giovane coppia annonese, Giovanni
Camellotto e Angela Fantinel, s’imbarca a Genova sul piroscafo “Matteo Bruzzo”, verso il Brasile. Con loro i due figli, Antonio
e Amabile e Luigia Pellarin, madre di Giovanni.
Le Agenzie di emigrazione, portavoce del Governo sudamericano e le Compagnie di navigazione, reclamizzano le condizioni per il reclutamento dei braccianti: un viaggio gratuito e la
possibilità di avere, col tempo, un pezzo di terra in proprietà.
Un avvenire pieno di speranze e di prospettive. Viene loro sottaciuto però che dovranno rimborsare il biglietto della nave con
un periodo di lavoro nelle fazendas e che, di fatto, andranno a
sostituire la manodopera degli schiavi neri affrancati appena
qualche anno prima.
Non sappiamo quale lavoro svolgesse il nostro Giovanni, sicuramente avrà dato le braccia per alimentare la fila dei nuovi
Nella stessa nave sale a bordo anche una coppia lombarda:
Carlo Salvadego e Margherita Castelli. Attraverso la loro corrispondenza ai parenti e le informazioni reperite presso l’ “Arquivo Público do Estado do Espírito Santo”, siamo in grado di
raccontare alcune circostanze dell’imbarco, del viaggio verso il
Brasile e delle condizioni di vita dei nostri compaesani.
Fine ’800 - Il porto di Vitória, Stato di Santo Spirito
Scrive infatti Salvadego: “Nelle taverne a Genova ho speso
19,40 lire: tutti ladri. Siamo arrivati due giorni prima, giusto per
farci portar via ancora un po’ di soldi, a Genova, se potessero,
ci porterebbero via anche il cuore (...). Fate in modo di venir via
da casa, arrivare a Genova e partire subito. Se vi è possibile,
portate una bottiglia di rum, una di olio e delle cipolle”.
“schiavi”, e non saranno state poche le sofferenze patite in un
ambiente estraneo e ostile.
Denuncia ancora Salvadego: “Il cibo che ci davano era carne
di bue salata, chiamata carne secca, ma era andata a male e
puzzava talmente da far venire la nausea, farina di mais deteriorata, farina di frumento di qualità infima, farina di manioca
(chiamata farinha-de-pau) cruda, acida, baccalà che puzzava
a un chilometro di distanza, lardo pieno di vermi e altri alimenti
di questa qualità. (…) Il giorno in cui si mangiava meglio, il
pasto era composto da polenta con zucchero o pezzettini di
zucchero grezzo. Siamo come animali senza prete, senza medico. Non si da neppure sepoltura ai morti siamo peggio di cani
incatenati. Di’ al padrone che io sarei più felice nel suo porcile
in Italia che in un palazzo in America.” E poi conclude: “Ci chiediamo solo se il Brasile chiami gli immigranti per popolare la
terra o i cimiteri.”
Sicuramente sarà stata la stessa inquietudine dei Camellotto,
in particolare di Angela, preoccupata per il futuro dei suoi figli: il
maschietto ha appena incominciato a camminare e la bambina
è ancora attaccata al seno.
Il vapore “Matteo Bruzzo” della Compagnia di navigazione “La
Veloce” è considerato una nave sfortunata, perché incorsa in
numerosi naufragi e non esente da casi di epidemie a bordo,
frequenti in quegli anni durante le traversate transoceaniche.
Si può ben immaginare lo stato di prostrazione e di nostalgia
dei giovani sposi; il casón dietro la chiesa dove prima abitavano sarà sembrato una reggia, resa ancora più rassicurante
dai rintocchi delle vicine campane. Negli anni seguenti nasce
Luigia, ma la febbre tifoide porta via Antonio, a cui succede con
lo stesso nome un altro maschio, nato proprio allo scadere del
secolo.
Già da settembre, nei dintorni della zona del porto, erano stati
segnalati casi di colera. La nave parte lo stesso. All’arrivo a
Napoli, è ancora Salvadego che relaziona: “Il personale si lanciò a caricare altri 600 napoletani (...) con destinazione Rio de
Janeiro e Buenos Aires. Come eravamo ammucchiati in quella
nave mio Dio quando imbarcarono quasi altrettanti passeggeri!
In quella benedetta nave eravamo più di 1.500 persone in terza
classe, schiacciati come sardine in scatola”.
Inevitabile a bordo scoppia l’epidemia: già il 7 novembre si verificano tre decessi, l’8 due e il giorno successivo uno. I corpi
sono buttati in mare, com’era d’uso per evitare una maggiore
diffusione del morbo.
Delle condizioni inumane dei nostri compatrioti nello stato di
Espírito Santo, se n’era accorto anche il Governo italiano che,
il 20 luglio 1895, a seguito di un’inchiesta inviata dall’autorità
consolare, aveva vietato l’emigrazione in quel territorio: “Gli immigrati hanno dovuto sopportare: cattiva alimentazione, abusi
della polizia e giustizia incerta, clima malsano, carenza medica
e di servizi educativi, eccessivo ritardo nella misurazione dei
lotti, etc.”.
Dopo quasi un mese di navigazione, il capitano della “Bruzzo”
cerca di ormeggiare nella baia di Rio de Janeiro, ma le autorità
Il provvedimento non impedisce però ad altri disperati di tentare la ventura, come un’altra famiglia di Annonesi - Domeni-
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co Galasso (agricultor) con la moglie Teresa Casasola e i figli
Antonio e Pasqua - che sbarca a Vitória, dal vapore “Rosario”
il 4 settembre sempre del ’95 per poi raggiungere Porto de Itabapoana, il villaggio posto sull’altra sponda del fiume, di fronte
a Itapemirim.
va in miniera. Anche lui appartiene alla generazione che si è
nutrita di speranze, di sudore e di lacrime, già argomento della
puntata n. 9 di questa rubrica.
Espatria con la forza e l’entusiasmo dei giovani; certamente
non sa che l’esperienza cui va incontro, per disagi e pericoli,
Ci è sconosciuto l’anno esatto del rimpatrio dei Camellotto; ma
di certo rientrano ai primi del ’900, quando, a causa della drastica caduta dei prezzi del caffè, migliaia di connazionali debbono
abbandonano le fazendas. La medesima sorte accade alla famiglia di Bèpi Tesolin, che stava nello Stato di San Paolo.
Il destino dei Camellotto sembra tracciato: per poter mangiare
devono avere sempre la valigia in mano. Verso la fine degli
anni ’20 tocca al “brasiliano” Antonio lasciare le due stanze del
casón di via Cedrugno per andare in Francia; e mentre il cugino
Giacomo Giacomini sta a Rouen a scaricare carbone a cottimo
per gli altiforni, lui trova lavoro come manovale a Parigi, andando ad abitare nell’XI arrondissement, l’area centro-orientale
della città.
Ed è nella capitale francese che nel 1933 ad Antonio nasce il figlio
Giorgio. Di lì a qualche anno, prima del secondo conflitto mondiale, tutta la famiglia ritorna nella “petit maison derrière l’église”.
Anni ’50 - Charbonnage di Roton à Farciennes
ripercorre quella sopportata da suo nonno in Brasile. Per sette
anni si sente ripetere “ou charbon ou l’Italie”, mentre scende
quotidianamente nei pozzi minerari di Roton à Farciennes (la
stessa mine di Giuseppe Zamuner). Jean riferisce ancora che
le condizioni di vita dei minatori “étaient épouvantable: ils vivaient dans des baraquements sans aucunes commodités et
bien souvent insalubres (…), tout les émigrés ont beaucoup
soufferts de ces conditions de vie”.
Poi Giorgio cambia mestiere: è operaio in una fabbrica di mattoni. Ma la silicosi, causata dall’inalazione delle polveri nei due
insalubri ambienti di lavoro, lo rende presto inabile.
I suoi figli Jean, Lydia, Gino e Lorenzo ora vivono a Charleroi
e dintorni; fanno parte della consistente e integrata comunità
dei cosiddetti “Italiani nati in Belgio”. Lorenzo, Jean e sua figlia
Aurelia hanno voluto mantenere un legame significativo con la
terra dei loro avi: sono iscritti all’Aire del Comune di Annone
Veneto, il paese da dove i Camellotto sono partiti per il mondo.
Qui, c’è ancora la loro dimora, ormai ridotta a un rudere. Tuttavia, ben fissata a una parete ancora integra, sfidando il tempo
e le intemperie, rimane la scala a pioli che ha portato a riposare
tre generazioni: Giovanni, Antonio e Giorgio.
2014 - Charleroi
Nei ricordi del nipote Jean, il nonno Antonio “travaillait dans les
vignes et il fréquentait un vieux bistrot chez Quiquin a près de
la vieille église d’Annone” (era la storica ostaria de Chichín Francesco Giacomini - al Cao de Sora).
Nel 1950 è la volta di Giorgio che lascia il lavoro di apprendista
falegname sotto la lobia de Nane Pitton e parte per la Vallonia:
Anno Domini
a cura di Giovanna Ruzzene
19 marzo 1242
S.N. Anno domini millesimo CCXLII. Ind.
XV. die XIII exeunte Marcio. press. domini Morardi de Anono. Arpi. Degani. Jacobini de Bruoccha ed Adelperei Marcii de
Uosemni. Piohigni et Gufredi et aliorum.
S. Dominus Mengosius de Anono nuncius domini Folcomarii de Meduna dedit
tenutam et posesionen domino Conrado
de Anono et domino Jacobo et domino
Reinardo de Gitio de totam taram (sic)
e de totam posesionem quam dominus
F(o)lcomarius videbatur habere a domino Detalmo iusta Melono et iusta Fosalta. insimul cum molendinum iure lialis
feudi secundum ipsis hemerat a domino
Folcomario pro sex centum et L lib. quod
tunc regitur per Dominicum et pro Ellica
et pro Lunardo et pro Romacurus (sic) et
(continua)
pro Conrado. Actum supra dicta tera.Ego
Vitalis sacri pallacii notarius interfui rogatus et scripsi.
La pergamena originale, che si trova al
Museo provinciale di Gorizia, è stata trascritta dallo storico Francesco Swida per
l’opera “Documenti friulani e goriziani dal
1126 al 1300”.
L’atto riporta che Mengosio di Annone,
per conto di Falcomario gastaldo di Meduna, introduce Corrado di Annone, Giacomo e Reinaldo di Gitio (?) nei possedimenti comperati in prossimità dei corsi
d’acqua Melon e Fossalta.
Il Melon è un fosso che, congiungendosi
con il rio Lin, in località Gerosa sopra Salvarolo di Pramaggiore,dà vita al Loncon.
La Fossalta si trova a sud del territorio
di Cinto (in aqua que dicitur Fossalatta
o Fosalta), posta ai confini col distretto
di Meduna.
Il documento registra un elemento signi-
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ficativo: la terra viene ceduta in blocco
assieme al mulino (insimul cum molendinum). I proprietari potevano così beneficiare del privilegio di godere i frutti del
raccolto fino a macinazione avvenuta,
senza dover sobbarcarsi le spese per il
trasporto del grano al mulino, la remunerazione al mugnaio, l’eventuale tributo al
feudatario.
E’ da sottolineare, inoltre, che i garanti
citati (Morardo di Annone, Arpo, Degano,
Giacobino di Brische [?], Adelfi, Marco
di Pravisdomini [?], Pioigno e Goffredo)
erano sudditi di Meduna, quindi uomini
patriarcali e probabilmente frequentatori
del mulino.
Tra il 1302 e il 1316, l’impianto sul Melon con il terreno adiacente e il […] locum
Blesaye cun octo mansibus spectantibus
eindem et molendinum unum […] vennero infeudati al nobile Marzutto della
Frattina: […] aliam Mulinarecam in aqua
Melloni cum dimidio manso.[…]
I nostri progetti sono i vostri
Le tematiche presentate in questa rubrica hanno lo scopo
di portare un costruttivo contributo di partecipazione
popolare ai molteplici aspetti socio - amministrativi del
nostro paese.
La posta dei lettori
a cura di Roberto Andrea Scotti
I nostri indirizzi, cui rivolgere le vostre missive, sono:
[email protected] oppure Redazione “Cinque
Stelle”, via Trento, 6 - 30020 Annone Veneto
“Mercato a chilometro zero”
Scendere in campo …
Il nostro “mercato del contadino” ha compiuto quattro anni. La
fretta con cui è stato attivato l’iter burocratico per avviare la positiva iniziativa ha prodotto alcune incongruenze regolamentari/
gestionali già fatte emergere anche dalla Minoranza consiliare
di allora; adesso i tempi ci paiono maturi per poterle sanare.
(…) Mi sembra che voi di “Cinque Stelle” vi siete comportati
come i grillini: protestate e criticate ma poi quando si tratta
di mettersi ad amministrare, non prendete le vostre responsabilità. Come alle ultime elezioni comunali si pensava che
sareste scesi in campo. (…)
[email protected]
La più evidente riguarderebbe la partecipazione preferenziale
alla compravendita per i produttori della provincia di Venezia.
La priorità, in considerazione della dislocazione del nostro paese, ci sembra contraddire uno degli obiettivi del “mercato a
chilometro zero”; pertanto la medesima condizione andrebbe
estesa ai produttori trevigiani e pure ai vicini friulani. Così come
sarebbe opportuno esentare l’imprenditore agricolo dall’obbligo di iscrizione alle Associazioni di categoria.
Una Polisportiva
E’ un progetto che prevedrebbe il coinvolgimento della varie
realtà sportive locali. Per incominciare, la Polisportiva potrebbe
costituirsi con la natura di “associazione di secondo livello”: i
singoli Sodalizi aderenti, a loro volta dotati di soggettività, mantengono l’affiliazione alla Federazione sportiva di riferimento e
rispondono direttamente della propria attività anche dal punto
di vista finanziario. Tale soluzione agevolerebbe, tra l’altro, la
conduzione diretta (o in cogestione con il Comune) degli impianti sportivi e del palazzetto.
Un ulteriore passo potrebbe prevedere la trasformazione della
Polisportiva in un soggetto composto da “persone fisiche associate” che gestisce, sotto la stessa organizzazione, le varie
discipline suddivise in sezioni sportive. L’ organo amministrativo della Polisportiva risponde alla varie Federazioni nazionali,
redige un unico bilancio consolidato e si accolla le conseguenti
responsabilità.
In questo modo verrebbero ottimizzate le potenzialità sportive
del paese, ottenendo: miglior amministrazione delle risorse,
consistente riduzione dei costi di funzionamento delle strutture,
effettive possibilità di reperimento di fondi e concreta offerta di
maggiori servizi.
Il paragone è fuori luogo e pone in relazione due realtà
differentemente articolate. Infatti il “MoVimento 5 Stelle” ha
partecipato alle consultazioni elettorali e ha rappresentanti
in Parlamento. A nostro parere, avrebbe il dovere politico di non assumere atteggiamenti precostituiti per negare
richieste di collaborazioni. Noi non occupiamo posti istituzionali già da tempo e quindi non siamo coinvolti nella
gestione della cosa pubblica.
Non ci siamo presentati alle elezioni perché abbiamo verificato una preoccupante povertà di proposte e di idee per
amministrare il paese da parte delle formazioni intenzionate ad accogliere persone del nostro gruppo nelle loro liste.
Alle ultime votazioni comunali, se si voleva cambiare radicalmente marcia, occorreva trovare ben altre soluzioni:
abbiamo già sperimentato un quinquennio di gente che
non ha saputo muoversi con sufficiente consapevolezza
amministrativa.
Oltretutto, serve sottolineare che, tra i nostri obiettivi, non
consideravamo prioritario contribuire a far appuntare al
partito politico di turno la propria bandierina sul municipio
per avere una voce in più alle conferenze negli organismi
sovracomunali.
“Chi li ha più visti?”
(…) “Chi li ha più visti” è il caso di dire. L’amministrazione
Savian si è sciolta “come neve al sole”. Sono spariti tutti
senza render conto ai cittadini di cinque anni di amministrazione del Comune. Un fatto che penso non sia successo
da nessuna parte e la loro lista si chiamava “Progetto Annone”, un progetto che era iniziato benino poi si sono persi
per strada. (...)
[email protected]
Un incontro pubblico o un dépliant che avesse illustrato
gli esiti del quinquennale governo del paese di “Progetto
Annone”, a nostro avviso, erano d’obbligo. Comunque è
bene chiarire che, dal sito del Comune, si può leggere il
“Documento di fine mandato” del sindaco Daniela Savian.
A dire il vero, non “sono spariti tutti”: nel periodo amministrativo corrente, ritroviamo Nicoletta Bondi, che ora ricopre il ruolo di Capogruppo consiliare di Minoranza “Uniti
per il paese” e Luca Masier, membro della Commissione
edilizia, nominato dalla Maggioranza.
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dell’Associazione “Per Annone”
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nesi 130 (22,75%), i marocchini 77 (13,53%), i burkinesi 40
(7,03%), gli indiani 37 (6,51%). In confronto al 2005, la struttura
della popolazione straniera per Stato di provenienza è sensibilmente cambiata: l’Albania era presente con la percentuale
del 28,72, il Marocco con il 18,72, la Romania 17,69, il Burkina
Faso 7,95 e 4,87 l’India.
Andamento demografico 2014
Per un paio di unità, al 31 dicembre 2014, la popolazione residente rimane sotto la soglia di 4000 abitanti, riscontrando una
singolare parità numerica tra maschi e femmine: 1999. I nati
sono 27 (12 maschi e 15 femmine), in discreto calo rispetto agli
anni precedenti; 11 (3 maschi e 8 femmine) sono di nazionalità
straniera (40,74%). I morti risultano 33 (20 maschi e 13 femmine). Il saldo naturale si dimostra negativo (-6); è un’inversione
Popolazione per età, sesso e stato civile
Età
Movimento demografico 2014
movimento naturale e migratorio
Celibi Coniu. Divor.
ti
ti
Vedovi
Totale
Nubili Coniu. Divor.
te
te
Vedo- Totale
ve
0-4
89
89
102
102
5-9
106
106
107
107
10-14
117
117
87
87
15-19
118
118
99
20-24
88
2
90
86
13
99
89
89
27
116
maschi
femmine
totale
1996
1983
3979
Nati
12
15
27
Morti
20
13
33
25-29
79
10
Immigrati
79
78
157
30-34
79
49
2
130
53
80
1
Emigrati
68
64
132
35-39
76
96
3
175
26
105
7
1
139
1999
1999
3998
40-44
67
97
4
168
48
124
5
1
178
45-49
57
138
4
199
29
116
13
1
159
50-54
26
113
8
1
148
16
96
6
2
120
di tendenza, seppur contenuta, sorprendente che appare dopo
oltre quattro lustri. Nemmeno l’apporto della natalità straniera
è riuscito stavolta a compensare il numero col meno tra nati e
decessi della componente italiana, come si era verificato nel
2001, 2003, 2006 e 2013. Focalizzando l’attenzione nell’ultimo decennio, il saldo naturale riporta dati positivi con picchi
apprezzabili: +16 nel 2005, + 27 nel 2007, +18 nel 2009 e nel
2011, +19.
55-59
18
104
1
3
126
24
95
3
6
128
60-64
13
89
2
2
106
8
90
2
19
119
65-69
14
63
1
8
86
8
77
1
19
105
70-74
10
63
1
1
75
7
50
2
27
86
75-79
10
57
8
75
5
34
2
36
77
80-84
3
25
8
47
4
19
1
51
75
85-89
7
17
5
29
10
7
2
38
57
5
3
8
6
18
24
1
1
5
5
Il tasso di natalità (nati ogni mille abitanti) segna 6,25 (10,55,
nell’anno precedente), quello di mortalità (morti ogni mille abitanti) 8,25 (9,80). Il tasso di incremento della popolazione riporta +4,77, ribaltando il -7,97 nell’anno precedente, ma rimanendo lontano dal +27,95 del 2007, che segna il record nell’ultimo
decennio.
100+
1
1
Popolazione 1° gennaio 2014
Popolazione al 31 dicembre 2014
Elaborazione: Servizi Demografici Comune di Annone Veneto
90-94
95-99
Totale
Famiglie con stranieri
maschi
femmine
138
249
179
428
2006
152
262
189
451
totale
2007
179
305
227
532
2008
183
320
246
566
2009
172
316
262
578
2010
208
324
283
607
2011
209
321
294
615
2012
200
310
300
610
2013
187
289
291
580
2014
190
276
293
569
943
27
41
1999
797
933
45
225 2000
La distribuzione della popolazione, raggruppata per aree di circolazione (vie e piazze), è caratterizzata dalla contenuta diminuzione di residenti soprattutto in alcune strade periferiche (via Giai di
Pracurte, via Polvaro, via Punte…) e da una maggiore concentrazione nelle “aree residenziali” di consolidata formazione.
Popolazione straniera nell’ultimo decennio
2005
998
134
La distribuzione di alcune caratteristiche strutturali della popolazione annonese riporta valori leggermente difformi rispetto alle medie regionali (rilevate
all’1.01.2014). Questi i dati in percentuale: celibi/nubili 44,74 (Comune), 41,75
(Regione) - coniugati/e 46,82 e 48,64 - divorziati/e 1,81 e 2,29; vedovi/e 6,63 e 7,32.
Il flusso dinamico annota 157 immigrati (84 italiani, 73 stranieri) e 132 emigrati (101, 63) col +25 di saldo; nel dettaglio: -17
per gli italiani e +42 per gli stranieri. Questi contano 569 unità
anno
1
99
Tenuto conto che, rispetto al 2005, si contano 265 abitanti e 84
famiglie in più, ora sono residenti in via Dee Buse 87 persone
(+50,02%) e 28 famiglie (+ 57,14%), in via Madre Teresa di
Calcutta, rispettivamente 86 e 31 (+41,86% e +45,16%), via
don R. Piccinin, 49 e 21 (+31,61% e +33,33%), in via G. Verdi,
122 e 41 (+73,77% e +56,19%) e il 100% in via don A. Anto-
Elaborazione: Servizi Demografici Comune di Annone Veneto
(276 maschi e 293 femmine), di cui 161 minorenni (77 maschi
e 84 femmine) che coprono il 25,69% della fascia d’età presa
in considerazione.
Rispetto al 2013, la componente straniera risulta in calo di 11
elementi; di segno positivo gli italiani +30, complessivamente
3429 unità (1723 maschi e 1706 femmine). Gli stranieri (di tutte
le età) nati in Italia sono 118 (54 maschi e 64 femmine). E’ da
rilevare che, durante l’anno, 32 stranieri (20 maschi e 32 femmine) hanno ottenuto la cittadinanza italiana.
niutti con 73 cittadini e 26 nuclei familiari cosi come in via U.
Marzari: 13 e 5.
L’incidenza delle comunità straniera sul totale dei residenti è
pari al 14,23% (14,58% nel 2013); il blando trend negativo è in
corso da tre anni.
In termini assoluti, via Postumia rimane l’area di circolazione
più “popolata” con 352 domiciliati e 134 famiglie; di seguito:
via mons. P.L. Zovatto (185 e 69), via Quattro strade (181 e
62), viale A. Moro (175 e 67), via 4 novembre (161 e 60) … .
In coda, con un residente e un nucleo familiare, si trovano: via
Baracche, via Carline e la “virtuale” via Ad Nonum.
Il nostro si conferma un paese multietnico, 38 le nazionalità
presenti. Per la comunità straniera, si mantengono in testa,
come da due lustri a questa parte, i rumeni (152 unità) che
rappresentano il 27,71% dei residenti, poi troviamo gli alba-
7
Le attività promozionali di “Per Annone” nel primo semestre 2015
Febbraio - “Carnevale a Teatro”
La Compagnia “Amici di Cesco” quest’anno propone la commedia di Giuliano Bozzo “’A mujèr foresta”. La pièce propone
contesti e situazioni odierne.
Il grigio vivere di un quieto paese di campagna viene scosso
dall’arrivo di una giovane e bella donna dell’Est Europa, giunta
per occuparsi come badante. La nuova venuta sovvertirà le
vecchie e ottuse abitudini della piccola comunità e diventerà
oggetto di pettegolezzi, gelosie, sogni, invidie. Ma anche motivo di riflessione su una società in profondo cambiamento.
Aprile - Far fiò: quattro chiacchiere con…
L’ospite dell’edizione 2015 è Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, noto al pubblico per aver
partecipato al programma televisivo “Che tempo che fa”.
Divulgatore scientifico di fama internazionale, è docente in varie università. Ha assunto la presidenza della “Società Meteorologica Italiana” e risulta componente del “Climate Broadcaster Network-Europe” dell’U.E. Ha fondato e dirige la rivista “Nimbus”.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Che tempo che farà, Ambiente qualità e cooperazione valori
del futuro, I tempi sono maturi, Filosofia delle nuvole, Prepariamoci, Viaggi nel tempo che fa, Meteorologia in montagna. Ha ricevuto il “Premio Internazionale Exposcuola”. Dal prossimo febbraio,
condurrà “Scala Mercalli”, una nuova trasmissione il sabato in prima serata su Rai3.
Maggio - Un itinerario tra storia, arte e gusto
Marostica, borgo medievale tra i più suggestivi d’Italia, è la prima tappa della classica escursione
di primavera. Il suo piccolo centro storico è uno scrigno dalle mille sfumature che si sviluppa sul
pendio collinare con il Castello Inferiore, la cinta murata e il Castello Superiore, protagonista di uno
dei più spettacolari orizzonti veneti. Varcata la porta, si apre alla vista la piazza degli Scacchi, con
il Doglione, o Castello di Mezzo. Qui ci faremo tenere sotto scacco (poteva essere altrimenti?) dalla
45ª edizione della “Sagra delle ciliegie”.
Poi ci trasferiremo a Nove per la visita al “Museo della ceramica”, dedicato all’arte radicata da
secoli in questa località. La sosta ci permetterà di ammirare, oltre alla preziosa e interessante
collezione di ceramiche venete, oggetti provenienti da tutto il mondo in una sezione espositiva con
manufatti fuori dal comune, tra cui il grande vaso di Pablo Picasso.
Giugno - “Confini nel tempo”
L’opera “Confini nel tempo” di Orietta Selva e Dragan Umek,
ricercatori e docenti dell’Università di Trieste, è un viaggio nella
storia dell’Alto Adriatico attraverso i documenti iconico/geografici. Le carte e i testi della pubblicazione abbracciano il lasso di
tempo che va dal declino della Serenissima alla recente integrazione dei Paesi dell’Europa centrale nell’U.E.
A compendio della presentazione del lavoro, verrà successivamente allestita una mostra di carte geografiche, incentrata
sulla “Patria del Friuli”. Le iniziative vengono organizzate con la
collaborazione de “Il Negozietto” di Flavio Ruzzene.
noleggio tendoni e gazebi
Via S. Pertini, Unità 3 Fab. B1 - 30020 Annone Veneto (Ve)
Tel. 0422 760035 - Fax 0422 868932
[email protected]
Via Fosson, 30 - 30020 Giai di Annone Veneto (VE)
Tel. 0422/760028 - Fax 0422/868721
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