convitto_EXPO_scheda_foto_sala

Transcript

convitto_EXPO_scheda_foto_sala
Tra gli oggetti spediti all’Expo del 1900 dal R. Liceo-ginnasio Vittorio Emanuele di Napoli e
Convitto nazionale annesso vi erano alcune foto dei locali delle scuole e del Convitto.
Almeno due delle fotografie conservate nell’archivio storico del Convitto di Napoli con ogni
probabilità dovevano far parte della serie inviata dal rettore Pucci all’Expo: si tratta della bella foto
della sala delle udienze e di quella della palestra scoperta, qui esposte in mostra.
Queste foto, infatti, si distinguono dalle altre conservate tra i documenti dell’archivio storico non
solo per la qualità dell’esecuzione, ma anche perché non vi sono ritratte attività di alunni o eventi
ufficiali, ma solo locali, proprio come indicato nella relazione del rettore Pucci.
Inoltre, mentre le altre foto firmate conservate nell’archivio storico sono state eseguite da Attilio
Maiorana, fotografo attivo negli anni Trenta del Novecento, queste, invece, incollate su cartoncino
avorio, recano il timbro “E. Maiorana & figlio/ NAPOLI/ VIA ROMA 345 bis, e 282/ PREM. IN
DIVERSE ESPOSIZᶤ. CON MED
. D’ORO” Sono state dunque scattate da Ettore Maiorana, un
fotografo attivo a Napoli tra fine Ottocento e i primissimi anni del Novecento. Sue sono foto di
cantanti e attori del teatro Sancarluccio, conservate oggi nella sezione Lucchesi Palli della
Biblioteca nazionale di Napoli.
Nell’angolo in basso a sinistra dei cartoncini su cui le due foto sono incollate sono impressi lo
stemma sabaudo e alcune medaglie (raffigurano forse quelle vinte da Ettore Maiorana)
Nella foto della palestra scoperta c’è un altro indizio che farebbe pensare che sia stata scattata per
l’Expo di Parigi. Oltre al fatto che reca il timbro dello stesso fotografo, infatti, la foto appare
ritoccata: non compaiono gli edifici di via S. Sebastiano che sono tuttora visibili lungo il lato Est
del chiostro adibito a palestra. E’ chiaro che un ritocco prevede che la foto vada ad un pubblico che
non conosce i luoghi e che con esso si son voluti nascondere vecchi edifici, che avrebbero tolto
lustro all’insieme.
La sala delle udienze, così come si vede nella foto, occupava uno dei corridoi del pian terreno. Le
portefinestre ad arco, che danno sul chiostro grande (palestra scoperta), garantivano luce
all’ambiente. Il lungo corridoio, scandito dai pilastri di piperno che delimitavano il chiostro, è
coperto con volte a crociera.
L’arredamento, sobrio ed elegante, era costituito da divanetti in velluto, sedie di Vienna, tappeti e
guide a tinta unita, delimitati da fasce di colore più scuro. Pesanti tende alle portefinestre.
La sala era illuminata da eleganti lampadari a sospensione a quattro bracci, con paralumi in vetro
opaco a forma di fiore (il Convitto era fornito di luce elettrica almeno dal 1893, come si legge nei
verbali del Consiglio di Amministrazione dell’epoca).
Sulla destra della sala si vedono nella foto sette porte, tre a sinistra e quattro a destra di chi entra
dall’ingresso principale. Le porte erano separate da pareti decorate con lesene.
Solo un quadro è visibile alle pareti: in fondo, a chiudere la fuga d’archi.
La palestra scoperta, allora come ora, occupava lo spazio del chiostro cinquecentesco.
La foto che qui si presenta è stata scattata dalla parte ovest del chiostro (lato piazza Dante),
probabilmente per inquadrare il palco di risalita in legno collocato di fronte, che serviva per esercizi
ginnici e come porta bandiere.
Come già detto, la foto è stata ritoccata.
Al centro della foto, in basso, è appena leggibile con un forte ingrandimento il seguente testo: “O
(?) NOBLER/ASFALTI E BITUME MINERALE/ VICO GIUSEPPE VACCA N. 17/ NAPOLI. Il
testo, su un’etichetta, indica la ditta che ha steso uno strato di asfalto e bitume lungo i bordi della
palestra, nel circo per la corsa.
La prima informazione che ci serve è quella del toponimo. Al magistrato Giuseppe Vacca, infatti,
ministro di Grazia e Giustizia e Culti del governo La Marmora del 1864, fu dedicato nella seconda
metà dell’Ottocento l’antico Vico Tre Re a San Tommaso (da non confondere con il vico Tre Re a
Toledo), nel popolare rione della Corsèa. In una guida di Napoli del 1904 si legge che a Vico
Giuseppe Vacca c’era un albergo economico; in un giornale di fine Ottocento si denunciano le
pessime condizioni igieniche di questo vicolo di Via Toledo (La colonna, febbraio 1899).
Vico Giuseppe Vacca fu distrutto negli anni Trenta, quando si iniziò a costruire il Rione Carità.
Importante, infine, la notizia che si legge in un documento dell’archivio storico del Convitto, in cui
si riferisce che il composto di asfalto e bitume minerale nel circo della corsa fu sostituito con un
battuto di ghiaia nel 1902: anche questa notizia, dunque, concorre a far ritenere che questa foto sia
stata scattata a fine Ottocento.
Descrizione: Foto in B/N (timbro “E. Maiorana & figlio”) della sala udienze del Convitto nazionale
di Napoli. Incollata su cartoncino avorio, con impressi stemma sabaudo e medaglie.
Dimensioni foto 25.5x19.5
Dimensioni cartoncino: 35x29
Archivio storico Convitto nazionale di Napoli
Descrizione: Foto in B/N (timbro “E. Maiorana & figlio”) della palestra scoperta del Convitto
nazionale di Napoli. Incollata su cartoncino avorio, con impressi stemma sabaudo e medaglie.
Dimensioni foto 26x19
Dimensioni cartoncino: 35x29
Archivio storico Convitto nazionale di Napoli
Stefania Paoli