Anestesia pulpare intraossea - Dental Tribune International

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Anestesia pulpare intraossea - Dental Tribune International
ENDO TRIBUNE
1
Anno III n. 2 - Giugno 2009
Italian Edition
Anno III, n. 2
Supplemento n. 1 di Dental Tribune Italian Edition
Anno V, n. 6 – giugno 2009
Fatti & Opinioni
Clinica & Pratica
Clinica & Pratica
Giugno 2009
News dalle Aziende
All’interno
newsletter
A Orlando la riunione
annuale dell’AAE
Si è tenuta dal 29 aprile al 2
maggio a Orlando, in Florida, la
sessione annuale dell’American
Association of Endodontists 2009
dal titolo “Engage, Energize,
Educate”.
> pagina 2
Malattie infiammatorie
del cavo orale legate
al virus di Epstein–Barr
S
econdo una nuova ricerca, una significativa
percentuale di pazienti
affetti da pulpiti e parodontiti apicali sarebbero colpiti anche dal virus di EpsteinBarr.
Pubblicata sul Journal of
Endodontics di gennaio, i ricercatori della Oregon Health
& Science University’s School
of Dentistry hanno rilevato la
presenza del citomegalovirus
umano (HCMV) e dei virus
Epstein-Barr (EPV), herpes
simplex (HSV-1) e varicellazoster (VZV) in 82 pazienti endodontici, inclusi in quelli con
pulpiti irreversibili e parodontiti apicali, e li hanno comparati con 19 pazienti sani. Scopo
dello studio era determinare il
possibile legame tra gli herpes
virus con i sintomi clinici.
Il virus di Epstein-Barr è
un importante patogeno umano che si trova in più del 90
per cento della popolazione
mondiale. È associato a molte
malattie, mononucleosi, linfomi maligni e carcinomi nasofaringei inclusi.
Usando diversi metodi,
il team della Oregon Health
& Science University ha trovato DNA e RNA del virus di
Epstein-Barr in percentuali
significativamente alte (rispettivamente 43,9 e 25,6 per cento) comparate ai pazienti sani
(0 per cento). DNA e RNA del
citomegalovirus umano è stato
rilevato sia in pazienti endodontici (rispettivamente 15,9
e 29,3 per cento) che sani (rispettivamente 42,1 e 10,5 per
cento). DNA dell’herpes simplex è stato trovato in basse
percentuali di pazienti endodontici (13,4 per cento) e uno
solo mostrava la presenza del
virus varicella-zoster.
Mentre un precedente
studio aveva esaminato l’incidenza degli herpes virus
nelle parodontiti apicali, Curt
Machida, capo ricercatore e
professore di bioscienze integrative, riferisce: “Questa è la
prima volta che pulpiti irreversibili sono state analizzate per
la presenza di herpes virus e
associate a quello di EpsteinBarr. L’incidenza di pulpiti irreversibili e parodontiti apicali, causate da batteri e herpes
virus latenti, è dolorosa e può
gravemente danneggiare il
naturale sistema immunitario.
Studi come il nostro potranno
un giorno portare a trattamenti più efficaci delle malattie
infiammatorie del cavo orale”.
Fonte: Smile-on.com
Sigillo a base resinosa
dei canali radicolari
Lo studio qui presentato ha valutato l’effetto della tecnica di
otturazione
sull’infiltrazione,
che può essere una delle cause
primarie del fallimento del trattamento endodontico.
> pagina 5
Incappucciamento pulpare
diretto: i vantaggi dell’MTA
Molto è stato scritto sul mantenimento della vitalità della polpa
esposta. A questo proposito, per
l’incappucciamento pulpare il
cemento MTA risulta estremamente biocompatibile.
> pagina 11
Congresso di
sull’Amerigo
Odontoiatria
Vespucci
Un proscenio d’eccezione per un
congresso davvero particolare:
“Sulle Rotte del’Odontoiatria”
si è svolto infatti il 23 maggio a
bordo della Nave Scuola Amerigo Vespucci.
> pagina 15
Anestesia pulpare intraossea
Stephen F. Schwartz, Usa
U
no degli eventi più
stressanti del trattamento endodontico è
l’incapacità di ottenere l’anestesia totale della polpa.
Questo vale non solo per il paziente, ma anche per il dentista. L’insuccesso nell’ottenere
i livelli di anestesia desiderati
ha un effetto negativo a casca-
ta sulla procedura, sul paziente, sul dentista, sull’efficienza
dello studio e sulla produttività. In uno studio che si dedica
solo all’endodonzia, tutti questi
eventi sono addirittura amplificati.
Quando pensiamo all’incapacità
di ottenere i livelli di anestesia
desiderati, solitamente abbiamo a
che fare con i molari mandibolari.
La normale catena degli
eventi è in genere la seguente:
• Applicazione di anestetico topico nella zona di penetrazione per un blocco mandibolare
tradizionale per 2 –3 minuti.
ET
pagina 3
2
ENDO TRIBUNE
Fatti & Opinioni
Italian Edition
Anno III n. 2 - Giugno 2009
A Orlando la riunione annuale
dell’American Association of Endodontists
ORLANDO, Florida, Usa:
Quasi 4.000 professionisti si
sono incontrati al Gaylord
Palms per la sessione annuale
2009 dell’American Association
of Endodontists. Il meeting, tenutosi dal 29 aprile al 2 maggio,
ha dato sia a specialisti che a
dentisti generici la possibilità di
conoscere le ultime tecniche e i
nuovi prodotti.
Dall’apertura, quando un
istruttore militare ha motivato
i partecipanti ad alzarsi in piedi
e raggiungere nuove vette, alla
cerimonia di chiusura, con una
performance dei Beach Boys,
i congressisti hanno colto l’opportunità di rivitalizzarsi.
Il presidente AAE, Louis
E. Rossman, ha ufficialmente
aperto il congresso giovedì mattina con un vigoroso e sincero
discorso che si adattava perfettamente al tema dell’evento:
“Engage, Energize, Educate”. Il
suo messaggio agli endodontisti è stato chiaro: è tutta questione di fiducia. “Non tutti in
odontoiatria riconoscono i passi avanti della nostra specialità,
e molti denti che potrebbero
essere salvati sono invece semplicemente estratti”, dice Rossman. “È nostro dovere prendere posizione e diffondere un
messaggio di fiducia”.
È responsabilità degli endodontisti, dice, enfatizzare i
benefici del salvare il dente
naturale e proclamare i passi
avanti che continuano a rendere la terapia canalare sempre
più benefica per il paziente.
Allo stesso tempo, continua, gli
endodontisti dovrebbero immergersi nell’apprendimento
dell’implantologia in modo tale
che, quando ci si trova a scegliere tra terapia canalare e impianto, l’endodontista possa offrire un’opinione basata su una
L’endodonzia vista
dal dentista generico
La 9° Giornata Endodontica
Piemontese si terrà il giorno 19
settembre 2009 presso la Dental
School di Torino, centro di eccellenza per la didattica e l’assistenza, nonché nuovo punto
di riferimento per la ricerca in
campo odontostomatologico di
livello nazionale e internazionale.
Proprio grazie a questa struttura, l’incontro potrà essere proposto in una formula nuova: sei
gruppi di relatori tratterranno
sei argomenti diversi ripetendoli più volte durante la giornata.
I partecipanti avranno così la
possibilità di scegliere quelli più
interessanti, ma soprattutto ci
sarà un più diretto contatto con i
relatori che stimolerà la discussione e l’apprendimento.
Il tema della giornata è
“L’endodonzia vista dal dentista
generico: esigenze e risoluzioni
dei problemi”. Lo studio mono
professionale si propone come
valida alternativa alle grandi
strutture in questo periodo di
crisi economica mondiale; ecco
allora che il dentista generico
si trova a dover affrontare i più
svariati enigmi nella pratica
odontoiatrica giornaliera.
Questa giornata si prefigge
di portare un aiuto e un chiarimento riguardante le diverse
problematiche presenti in endodonzia. Non solo la teoria verrà
illustrata, ma in alcune sale ci
sarà la possibilità di accedere a
esercitazioni pratiche, provando
nuove tecniche e nuovi materiali.
Per ulteriori informazioni:
Segreteria Organizzativa, Centro Congressi Internazionale Srl,
tel. 011 2446918.
Roberto Beccio
Segretario Culturale SPE
conoscenza credibile. In fondo,
quello che conta è ciò che è meglio per il paziente.
I partecipanti hanno poi affollato la fiera che mostrava
le ultime novità delle aziende
espositrici.
Discus Dental Smart Endodontics ha presentato i nuovi strumenti LightSpeedCRX
e LightSpeedMRX, progettati
per pulire e sagomare il terzo coronale e il terzo medio.
Questi nuovi file completano i
LightSpeedLSX, che sono usati
per il terzo apicale. Discus ha
anche svelato il nuovo dispositivo cordless HotTip per compattazioni verticali a caldo, da
usare insieme a HotShot per
l’otturazione del canale.
Molti partecipanti hanno visitato lo stand della SybronEndo
per vedere gli ultimi Twisted
Files, ora disponibili in nuove
dimensioni. Grande interesse
anche per RealSeal One, sistema di otturazione canalare.
Ovviamente, prima di pulire,
sagomare e riempire il canale,
il dentista ha bisogno di vedere a cosa va incontro. A questo
proposito, varie aziende hanno
mostrato gli ultimi ritrovati in
merito a microscopi e lenti ingrandenti.
Un nuovo strumento per
anestesia, Anesto, è stato presentato da Innovadontics, distributore dei prodotti W&H.
Progettato per essere facile e
veloce, Anesto permette di iniettare l’anestetico prima ai tessuti
molli e poi a quelli duri. Hamid
Richard E. Mounce durante la sua relazione al Master Clinician Series presentation. (DTI/Foto Fred Michmershuizen)
Abedi, sviluppatore dello strumento, era a disposizione per
offrire dimostrazioni.
In questa edizione c’erano
anche molte offerte per la formazione professionale. Per la
prima volta, l’AAE ha presentato il Master Clinician Series,
in cui si mostravano tecniche
endodontiche non chirurgiche
dal vivo. Tra i relatori, James K.
Bahcall, Stephen L. Buchanan,
Giuseppe Cantatore, Richard
E. Mounce, Ali A. Nasseh, Clifford J. Ruddle e G. John Schoeffel. In tutto, sono state offerte
più di 100 sessioni e oltre 197
ore di Ecm. L’intera giornata
di mercoledì è stata dedicata al
Simposio precongressuale “Integration of Advanced Surgical
Procedures in Your Endodontic
Practice”.
Sabato, durante il pranzo,
Rossman ha passato la leadership dell’AAE al prossimo pre-
sidente, Gerald N. ‘Jerry’ Glickman. Prima dell’insediamento
ufficiale, Glickman ha riferito
a Endo Tribune Usa Edition che
non vede l’ora di lavorare con il
comitato dell’AAE e i suoi membri per il futuro dell’endodonzia.
“In quanto endodontisti, è
nostro obiettivo lavorare con i
dentisti generici, altri specialisti, le scuole odontoiatriche e il
pubblico per parlare continuamente della necessità di preservare la dentizione naturale il
più a lungo possibile”, ha detto
Glickman. “Il fine è quello di
salvare il dente naturale”.
Il meeting si è concluso sabato sera con l’evento “Celebrate Orlando!”, con una performance dei Beach Boys all’Hard
Rock Live presso gli Universal
Studios.
L’edizione 2010 dell’AAE si
terrà a San Diego il 14-17 aprile.
Fred Michmershuizen, DTA
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Anno III n. 2 - Giugno 2009
Italian Edition
Anestesia pulpare: una scelta basata sull’evidenza
Stephen F. Schwartz, Usa
l’anestesia viene insegnata nel Una seconda ragione è il livello
reparto di chirurgia.
di comfort o di paura espresso
Per le procedure di endo- dal professionista medio verSomministrazione di 1,8 ml donzia e di conservativa, il pro- so un’iniezione che penetra
dell’anestetico prescelto.
fessionista non ha virtualmente nell’osso. Sulla base di questo
10-20 minuti perché l’aneste- bisogno dell’anestesia pulpare timore, molti optano per la più
tico faccia effetto.
ecommercespota4
26-05-2009
12:38 Pagina
e trova quindi
più comodo
e 1tradizionale iniezione intraligaDeterminazione, prima o du- familiare ricorrere alle tecni- mentare o PDL. Da una prospetrante la procedura, dell’inadeguatezza
dell’anestesia che di blocco e di infiltrazione. tiva basata sull’evidenza, questa
pulpare.
Rimozione della diga di gomma ed esecuzione di un secondo blocco mandibolare,
oppure una dolorosa iniezione intrapulpare o una iniezione PDL (intraligamentare).
ET
•
•
•
•
pagina 1
Presumendo che il secondo tentativo abbia successo e
permetta l’estirpazione della
polpa, il tempo richiesto per la
procedura è più di 45 minuti, e
siamo appena all’inizio. L’inefficienza di questo scenario non
considera la perdita di fiducia
da parte del paziente, lo stress
di quest’ultimo e del dottore,
l’interruzione del lavoro alla
poltrona e il costo finanziario
legato alla diminuzione dell’efficienza.
Esaminiamo ora lo stesso
scenario utilizzando l’anestesia
intraossea (IOA). L’anestesia
intraossea comporta una iniezione che penetra attraverso
la gengiva, l’osso corticale e la
soluzione anestetica è iniettata
nel sottostante osso spugnoso
(Fig.1). Per facilitare questo tipo
di iniezione, sul mercato ci sono
diversi dispositivi, come X-tip™,
Stabident e IntraFlow™ (Fig. 2).
L’IOA, da una prospettiva basata sulla evidenza, ha una entità
di successo di oltre l’85% per
l’anestesia pulpare totale, come
dimostrato da numerosi studi1-5,
mentre il blocco mandibolare,
usando lo stesso criterio, ha una
percentuale di successo statisticamente inferiore6-9.
Nel primo scenario, l’iniezione intraossea poteva essere
utilizzata come una via di somministrazione primaria o secondaria. Se usata come primaria,
le probabilità di un’anestesia di
successo sarebbero aumentate10
e la procedura avrebbe potuto iniziare entro cinque minuti
dopo l’iniezione, con l’ulteriore vantaggio del non intorpidimento del labbro del paziente.
Come iniezione secondaria,
praticata subito dopo il blocco
mandibolare, i vantaggi ottenuti sarebbero l’anestesia della
lingua, probabilità superiori di
anestesia pulpare totale e il quasi immediato inizio del trattamento. Il tempo risparmiato sarebbe stato significativo e, cosa
più importante, la procedura
sarebbe stata meno stressante
per il paziente e per il dentista
e avrebbe dato come risultato
un quasi immediato sollievo dal
dolore per i pazienti che presentano una pulpite acuta.
Nell’esaminare le ragioni
per cui l’anestesia intraossea,
che è la scelta ovvia secondo la
decisione basata sull’evidenza,
non sia più largamente usata,
dobbiamo prima di tutto considerare le nostre scuole di odontoiatria. In ambito accademico,
via di somministrazione presenta una percentuale di successo
inferiore11 e può avere l’effetto
negativo di un disagio per il paziente e del potenziale rischio di
spingere i batteri e il contenuto
delle tasche dentro allo spazio
C
M
Y
CM
MY CY CMY K
ligamentare
parodontale,
con
conseguenze non volute e una
bassa probabilità di anestesia
pulpare totale. È stato riscontrato che l’IOA ha una durata media di circa 15–20 minuti di massimo effetto anestetico pulpare,
mentre la durata dell’effetto
anestetico dell’iniezione PDL è
ET
pagina 4
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Anno III n. 2 - Giugno 2009
Bibliografia
1. Coggins R, Reader A, Nist R,
Beck M, Meyers WJ. Anesthesia efficacy of the intraosseous injection in maxillary and mandibular teeth.
Oral Sur Oral Med Oral
Pathol Oral Radiol Endod.
1996; 81: 634-41.
Fig. 2: Il dispositivo IntraFlow.
Fig. 1: Sezione trasversale della mandibola.
ET
pagina 3
molto più breve e meno profonda. Recentemente è stato dimostrato che un’ulteriore iniezione
intraossea (IO) può estendere
l’effetto massimo dell’anestesia
di altri 15 minuti12.
Se dobbiamo far fronte alle
necessità e alle aspettative dei
nostri pazienti, operando in un
ambito di decisioni prese sulla
base dell’evidenza, dobbiamo
cambiare tale paradigma ed
esplorare i vantaggi dell’anestesia intraossea, che non è limita-
Fig. 3: I componenti Stabident.
ta a procedure di endodonzia o
di trattamento di molari mandibolari. Questa è una tecnica che
può essere virtualmente utilizzata per qualsiasi procedura di
restauro o di estetica in tutte
le aree della mandibola e della
mascella dove non è necessaria
l’anestesia del tessuto molle.
Anche nel caso in cui si desideri quest’ultima, essa può essere
ottenuta insieme con l’iniezione
IO tramite le tecniche d’infiltrazione.
Un chiaro vantaggio della
IOA è la mancanza di intorpidimento del labbro quando si
eseguono procedure di estetica
o quando è opportuno effettuare
il trattamento su entrambi i lati
dell’arcata in una sola seduta.
La mancanza di intorpidimento
della lingua e delle labbra può
permettere al paziente di sottoporsi a trattamenti restaurativi
o endodontici e tornare al lavoro senza i noiosi effetti collaterali. Lo stesso vale per il mantenimento di una linea del sorriso
naturale per i pazienti che si
sottopongono a trattamenti di
estetica dentale. La possibilità
di effettuare l’IOA distale sui
due canini mascellari in modo
da ottenere l’anestesia pulpare
di tutti i sei denti anteriori sottoposti a procedura di estetica
senza alterazione della linea
delle labbra, la rende un’esperienza ben accettata e piacevole
per il paziente.
Anche se Stabident e X-Tip
sono i sistemi di somministrazione dell’IOA più noti, il sistema IntraFlow può presentare
il meglio di tutti i requisiti per
un’esecuzione più efficiente ed
efficace dell’anestesia intraossea.
È importante ricordare che
questi dispositivi sono solo sistemi di somministrazione per
avere l’anestetico dentro l’osso
spugnoso. Tale procedura richiede un elemento perforatore, seguito da un dispositivo di
dispensazione.
Nel caso di Stabident e di
X-Tip, la procedura di perforazione e l’iniezione di anestetico è un processo di due fasi: la
perforazione e la localizzazione del sito perforato con una
siringa con ago, come nel caso
di Stabident (Fig. 3), o lasciando che il perforatore rimanga
in situ come una cannula (Fig.
4), come nel caso di X-Tip, per
l’inserimento dell’ago di una siringa.
Il sistema IntraFlow combina queste due procedure in una
sola fase di perforazione e iniezione tramite un manipolo dal
design sofisticato. Il dispositivo
IntraFlow (Fig. 5) è azionato
da aria compressa attraverso il
manipolo che inizialmente perfora l’osso spugnoso e quindi,
rilasciando la pressione sul reostato, passa al modo iniezione e
l’anestetico può essere iniettato
in quantità variabili a seconda
del ri-innesto del reostato.
Un recente studio ha dimostrato l’efficacia della IOA
usando il dispositivo IntraFlow
su pazienti che presentavano
una forma acuta di pulpite10. In
letteratura è ben documentato
che la percentuale di successo
dell’anestesia profonda su molari mandibolari che presentano questa diagnosi può essere
estremamente variabile.
In questo studio, 30 pazienti
che presentavano una diagnosi di pulpite irreversibile sono
stati assegnati in modo random
per essere sottoposti a iniezione
intraossea con sistema IntraFlow o blocco alveolare inferiore (IA). L’anestesia pulpare
è stata valutata tramite un pulp
tester elettrico a intervalli di 4
minuti per 20 minuti. Per determinare l’anestesia pulpare
sono state utilizzate due letture
80/80 consecutive. Il blocco IA
ha avuto successo nel 60% dei
pazienti, mentre il sistema IntraFlow ha esplicato l’anestesia
pulpare nell’87% dei casi. Questi risultati dimostrano non solo
l’efficacia della IOA per uno dei
trattamenti più difficili in endodonzia, ma anche l’uso della
IOA come metodo di somministrazione primaria.
Conclusioni
Un’accurata revisione della
letteratura suggerisce che spesso si fa troppo affidamento sul
tradizionale blocco mandibolare per ottenere un’anestesia
pulpare predicibile.
Bisogna invece sottolineare
che, da un punto di vista dell’evidenza scientifica, l’anestesia
intraossea primaria o supplementare può essere la miglior
decisione clinica per ottenere la
profondità di anestesia desiderata sia nell’arcata inferiore che
in quella superiore.
Combinando il fattore di predicibilità con la rapida azione,
la mancanza di intorpidimento
di labbra e lingua e la facilità di
somministrazione mediante dispositivi come il sistema IntraFlow, il clinico ha a disposizione
una forte alternativa, soprattutto per quanto riguarda i ripetuti
blocchi mandibolari.
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Fig. 4: I componenti X-Tip.
Fig. 5: I componenti IntraFlow.
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ENDO TRIBUNE
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Anno III n. 2 - Giugno 2009
Italian Edition
Sigillo a base resinosa dei canali
radicolari nella terapia endodontica
Q
J. A. von Fraunhofer, Gregori M. Kurtzan, Usa
uesto studio ha
valutato
l’effetto
della tecnica di otturazione sull’infiltrazione, che può
essere la causa primaria del fallimento nel trattamento endodontico.
Il sigillo apicale e il comportamento dell’infiltrazione su denti otturati con un sigillo a base
resinosa, in alternativa alla guttaperca, sono stati messi a confronto con quelli di denti otturati
convenzionalmente. Premolari
Fig. 1: Radiografia delle radici
preparate.
sani (N=10) sono stati strumentati e trattati con otturazione
convenzionale del canale radicolare (Gruppo 1). Un secondo
gruppo (N=10) è stato trattato
con il sistema Resilon-Epiphany
(Gruppo 2) e le restanti 10 radici sono state divise in 2 gruppi
(N=5) e otturate senza sigillante (Gruppi 3A e 3B). Un elettrodo rivelatore è stato posizionato
coronalmente in ogni radice a
contatto con il sistema d’otturazione, sigillato in situ, mentre gli
apici sono stati lasciati pervi. I
denti sono stati immersi in NaCl
allo 0,9% con un contro elettrodo in acciaio inossidabile.
Un potenziale di 20 V è stato
collegato a turno tra l’acciaio
inossidabile e ogni dente, con
un flusso di corrente determinato da una caduta di tensione
attraverso un resistore standard.
L’infiltrazione è stata seguita
per 30 giorni e analizzata statisticamente per differenze tra i
gruppi. Tutti i denti del Gruppo
1, 3A e 3B hanno mostrato infiltrazione a 30 giorni. Nel Gruppo 2, quattro radici non hanno
mostrato alcuna infiltrazione;
Gruppo test
Fig. 2: Circuito test dell’infiltrazione elettrochimica.
Fig. 3: Infiltrazione media vs comportamento nel tempo dei Gruppi 1-3.
cinque radici hanno mostrato
un’infiltrazione minima e una
radice ha mostrato una corrente
d’infiltrazione più grande di tutte le altre del gruppo. Una significativa differenza (p > 0,005) è
stata rilevata tra i Gruppi 1 e 2,
ma non tra il Gruppo 1 e i Gruppi
3A e 3B (p > 0,05), o tra il Gruppo
2 e i Gruppi 3A e 3B.
La terapia endodontica di
successo comporta la strumentazione del canale radicolare, al
fine di produrre una superficie
priva di detriti e di materia organica, e l’otturazione per ottenere un canale sigillato ermeticamente.
Fattori determinanti di una
terapia di successo sono l’anatomia e la fisiologia del canale
radicolare, la tecnica di restauro e lo strumentario1,2. Studi
precedenti hanno indicato che
è difficile ottenere un effettivo
sigillo apicale e che la maggioranza dei materiali d’otturazione endodontici sono soggetti a
infiltrazione, perfino con una
buona strumentazione e una
soddisfacente
condensazione
dei restauri radicolari3-7. Studi
più recenti indicano che i nuovi
design degli strumenti manuali
e la strumentazione rotante consentono una maggiore efficacia
nella preparazione del canale e
che ciò sembra migliori il sigillo
apicale con una concomitante riduzione dell’infiltrazione8-10. Un
crescente numero di studi indica
che i perni prefabbricati, i nuovi cementi sigillanti e perfino i
diversi trattamenti endodontici
hanno migliorato la resistenza
apicale e il comportamento di
infiltrazione in denti monoradicolati estratti di un sigillante a
base resinosa e guttaperca sintetica con il sigillo di denti preparati con fresatura manuale e
procedure convenzionali di sagomatura endodontica.
all’infiltrazione10-11-18.
Chiaramente, gli studi sull’infiltrazione endodontica richiedono un’accurata quantificazione dell’infiltrazione che avviene
nell’ambito del dente otturato, e
a questo scopo sono state largamente utilizzate le tecniche di
penetrazione del colore10-16-19-20.
Più recentemente, per determinare il comportamento
dell’infiltrazione, sono stati utili
l’infiltrazione microbica nella
camera e la porometria di flusso
capillare17-18-21. La maggior parte
di questi studi relativi alla penetrazione si basano sull’accertamento visivo della penetrazione
di colore o della penetrazione di
radio-isotopi che rendono difficili le misurazioni quantitative e la loro analisi statistica. Al
contrario, i test di infiltrazione
elettrochimica offrono vantaggi
in termini di velocità, precisione ed efficacia, permettondo di
eseguire studi longitudinali9-22-25.
Visto che i dati dell’infiltrazione
elettrochimica sono misurazioni quantitative, sono facili da
comparare e analizzare. Le valutazioni longitudinali, invece,
si ottengono con meno velocità
quando si utilizzano le tecniche
di infiltrazione di colore. Un recente studio ha però dimostrato
una eccellente correlazione tra i
metodi di accertamento elettrochimico e quelli di infiltrazione
del colore26.
E’ stata utilizzata una tecnica
elettrochimica per valutare l’effetto della tecnica di otturazione
sull’infiltrazione. Questo studio
ha messo a confronto il sigillo
Corrente di infiltrazione (µA)
N° di campioni con infiltrazione
Gruppo 1
404,6 +/- 313,7 (77,5%)*
10 (100%)*
Gruppo 2
27,7 +/- 60,3 (217,7%)
6 (60%)
Gruppo 3A
143,2 +/- 108,2 (75,6%)
5 (100%)
Gruppo 3B
138,2 +/- 196,0 (141,8%)
5 (100%)
* Media +/- deviazione standard (coefficiente di variazione, %)
**N° di campioni con infiltrazione (% di campioni con infiltrazione)
Tab.1: Comportamento dell’infiltrazione (periodo di 30 giorni).
Materiali e metodi
In questo studio sono stati usati trenta premolari umani
sani estratti, con una lunghezza
di lavoro media di 20 mm determinata
radiograficamente.
Le parti coronali dei denti sono
state eliminate e le radici sono
state preparate per l’otturazione.
I canali sono stati strumentati
alla dimensione apicale ISO 40
con copiosa irrigazione di NaOCL. A questo punto, i canali sono
stati asciugati con punte di carta, sciacquati con 1,0 ml di 17%
EDTA e asciugati nuovamente
con punte di carta.
Il primo gruppo di 10 radici
dentali è stato trattato mediante
otturazione convenzionale del
canale radicolare, con punte di
guttaperca e cemento sigillante
AH26. Una seconda serie di canali è stata trattata con il sistema
Resilon-Epiphany (Resilon-Epiphany, Pentron Clinical Technologies, Wallingford, Conn.).
I restanti 10 canali radicolari
sono stati divisi in due gruppi di
5 denti e otturati senza l’uso di
sigillante.
Metodi di otturazione
Gruppo 1
Il sigillante è stato applicato
con il cono master N. 40 e i canali sono stati riempiti con condensazione laterale della guttaperca
(punta master N. 40 e punte accessorie medio fini) con sigillante AH26. La guttaperca coronale
in eccesso è stato rimossa con
uno strumento caldo.
Gruppo 2
Il primer Epiphany è stato
applicato nel canale tramite una
punta di carta immersa nel primer.
Il sigillante Epiphany è stato
applicato usando il cono master
Resilon N. 40 e i canali sono sta-
ti riempiti con punte accessorie
medio fini Resilon e sigillante
Epiphany usando la condensazione laterale. Il Resilon in eccesso è stato rimosso con uno
strumento caldo e i denti sono
stati foto-polimerizzati per 40
secondi. La Fig. 1 mostra le radiografie delle radici preparate.
Gruppo 3A
I canali in queste cinque radici dentali sono stati riempiti
tramite condensazione laterale di guttaperca (punta master
N. 40 e punte accessorie medio
fini), senza usare sigillante.
La guttaperca in eccesso è
stata rimossa con uno strumento
caldo.
Gruppo 3B
Nei canali radicolari di questo gruppo è stata inserita una
punta di carta imbevuta di primer Resilon-Epiphany. I canali
sono stati riempiti tramite condensazione laterale, con una
punta master Resilon N. 40 e con
punte accessorie Resilon medio
fini, ma senza usare sigillante.
Il Resilon in eccesso è stato rimosso con uno strumento
caldo e i denti sono stati fotopolimerizzati per 20 secondi.
Tutte le radici dentali sono state preparate presso il Reparto di
Endodonzia dell’Università del
North Carolina a Chapel Hill,
conservate in atmosfera a 100%
RH (umidità relativa) e inviate
all’Università del Maryland per
il test d’infiltrazione.
La metodologia del test ha
richiesto l’utilizzo di un filo di
rame ricoperto con PVC e con
un’estremità esposta (cioè quella a cui è stato asportato l’isolamento di PVC) coronalmente, in
contatto con il sistema di otturazione con ogni radice dentale.
Il filo di rame è stato sigillato in
situ con cera collosa e ricoperto
con tre strati di smalto per unghie.
Tutte le superfici esterne dei
denti sono state ricoperte con
tre strati di smalto per unghie
per avere un isolamento elettrico e impedire la penetrazione
ET
pagina 6
ENDO TRIBUNE
Clinica & Pratica
6
Italian Edition
Anno III n. 2 - Giugno 2009
Way ANOVA e Scheffe) hanno
mostrato una differenza significativa (p < 0,005 ) tra le correnti
d’infiltrazione dei gruppi 1 e 2,
ma nessuna differenza (p < 0,05)
è stata notata tra il gruppo 1 e i
gruppi 3A e 3B, o tra il gruppo 2
e i gruppi 3A e 3B.
Se gli estremi (cioè i dati che
si trovano fuori della gamma di
valore medio, +/- 2.0 SD) vengono omessi (Fig. 5), i coefficienti di variazione sono ridotti.
Mentre non c’è ancora alcuna
differenza (p < 0,05) tra i gruppi 2, 3A e 3B, tutti e tre i gruppi
hanno mostrato un’infiltrazione
inferiore rispetto al gruppo 1 (p
< 0,007).
Fig. 4: Correnti di infiltrazione medie a 30 giorni.
Fig. 5: Infiltrazione media vs comportamento nel tempo dei Gruppi 1-3.
ET
pagina 5
di fluido attraverso il cemento
e/o i canali accessori. L’apice
della radice dentale trattata è
stato lasciato in evidenza e si è
fatto in modo che sull’apice non
si depositasse lo smalto per unghie. I denti sono stati immersi
in un soluzione di NaCI al 0,9%
con un contro elettrodo in acciaio inossidabile. Una corrente
di 20 volt DC da fonte stabile è
stata collegata tra l’acciaio inossidabile e ogni dente ed è stato
determinato il flusso di corrente
mediante una caduta di tensione
attraverso un resistore standard
di 100 Ω posizionato nel circuito
elettrico (Fig. 2).
L’infiltrazione è stata rilevata quando la corrente è passata
nel circuito esterno; la presenza
della corrente indicava l’inizio
dell’infiltrazione, mentre l’entità
della corrente indicava il grado
dell’infiltrazione. Il flusso di corrente nel circuito è stato osservato per 30 giorni e sono stati usati i test One Way ANOVA e post
hoc Scheffe tests per comparare
e identificare ogni differenza
statisticamente significativa nel
comportamento dell’infiltrazione dei gruppi testati.
Risultati
La Fig. 3 mostra la media del
comportamento dell’infiltrazione per i 3 gruppi test per un periodo di 30 giorni. La media delle
correnti d’infiltrazione è mostrata nella Fig. 4. I dati rilevati nei
30 giorni (cioè i valori medi e la
loro deviazione standard), sono
riassunti nella tabella 1.
E’ stato notato che tutti i campioni dei gruppi 1, 3A e 3B hanno
mostrato infiltrazione a 30 giorni.
Per contro, quattro radici del
gruppo 2 non hanno mostrato infiltrazione, mentre cinque radici
hanno mostrato un’infiltrazione
minima (3,0 - 26 µA) e una radice ha mostrato una corrente
d’infiltrazione di entità superiore
(215 mA) rispetto agli altri nove
denti. Una radice del gruppo 3B
ha mostrato una infiltrazione più
alta (482 µA) rispetto agli altri
denti di questo gruppo (3,0 – 96
µA ). I gruppi 1 e 3A hanno mostrato una minor variabilità nei
dati d’infiltrazione.
Le analisi statistiche (One
Discussione
Uno studio precedente non
pubblicato, eseguito in questo
laboratorio su denti otturati con
il sistema Epiphany-Resilon ha
mostrato un comportamento di
infiltrazione decisamente superiore di quello qui riportato.
Questa differenza suggerisce
che vi è un grado di variabilità
inerente nell’ambito del sistema
Epiphany-Resilon e che al suo
uso per l’otturazione del canale
radicolare si associa una curva
di apprendimento.
I dati di questo studio indicano chiaramente che i canali
radicolari otturati con il sistema
Epiphany-Resilon mostrano infiltrazione decisamente inferiore rispetto ai canali otturati con
l’approccio convenzionale con
guttaperca e cemento sigillante.
L’infiltrazione dei campioni
Reslon-Epiphany è stata di circa un quindicesimo rispetto a
quella dei controlli otturati convenzionalmente; però, l’infiltrazione rilevata nei gruppi 3A e 3B
era comparabile con entrambi i
gruppi che hanno mostrato una
minore infiltrazione rispetto a
quella delle radici dentali del
gruppo 1 otturate convenzionalmente.
Questi dati suggeriscono che
l’uso di un cemento sigillante ha
un effetto avverso su radici dentali otturate con guttaperca; anche se la causa di tale effetto non
è chiara.
Il comportamento di infiltrazione superiore del gruppo 2
(comparato con quello delle radici dentali del gruppo 3B) può
essere ascritto all’uso del sigillante Epiphany. Al contrario che
con l’otturazione convenzionale,
sembra che un sigillante migliori marcatamente la resistenza
all’infiltrazione delle radici dentali otturate con Resilon.
Autori
Gregori M. Kurtzman,
DDS, MAGD, DICOI
Esercita la libera professione
a Silver Spring, Maryland, ed
è stato assistant clinical professor presso la University of
Maryland School, Baltimore College of Dental Surgery,
Department of Endodontics, Prosthetics and
Operative Dentistry. È stato relatore nazionale
e internazionale nell’ambito della conservativa, dell’endodonzia, della chirurgia implantare
e della protesi. Ha pubblicato oltre 130 articoli
concernenti vari argomenti sul dentale ed è consulente di diverse aziende del settore.
Per contatti scrivere a:
[email protected]
J. Anthony von Fraunhofer
È professore emerito della
University of Maryland School of Dentistry.
Ha scritto oltre 400 articoli
scientifici, 11 libri e ha contribuito a 12 monografie.
Ha tenuto più di 140 presentazioni presso meeting nazionali e internazionali e vari corsi.
I suoi campi di interesse includono le proprietà biomeccaniche dei materiali, i dispositivi di
chiusura e la guarigione delle ferite, la degradazione, l’usura e la corrosione di materiali nel
biosistema e nell’industria.
Per contatti scrivere a: [email protected].
Conclusioni
I risultati di questo studio indicano che quando i denti sono
otturati con Resilon-Epiphany, in
condizioni ottimali, il comportamento dell’infiltrazione è di una
entità inferiore rispetto a quella
rilevata con otturazione convenzionale.
Questi dati e i dati precedenti
suggeriscono che l’uso del sistema Resilon-Epiphany, in condizioni comuni per l’adesione alla
dentina, può migliorare di molto la resistenza all’infiltrazione
rispetto alle tecniche con guttaperca.
Riconoscimenti
Gli Autori desiderano ringraziare il Dr. Blayne Thibodeau
del Dipartimento of Endodonzia
dell’Università del Nord Carolina, Chaper Hill, N.C. per la preparazione dei campioni di prova.
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