La nuova linea Torino-Lione
Transcript
La nuova linea Torino-Lione
> Progetti a cura dell’Ing. Lorenzo Brino (LTF) La nuova linea Torino-Lione (gli aspetti tecnici di un grande progetto transfrontaliero) Creata nell’ottobre 2001, Lyon-Turin Ferroviaire (LTF) è una filiale comune di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e di Réseau Ferré de France (RFF). LTF è il promotore della parte comune italo-francese della nuova linea Torino-Lione, definito come uno dei più grandi progetti infrastrutturali del XXI° secolo PF | settembre-ottobre 2011 47 > Progetti L a sezione transfrontaliera della nuova linea Torino-Lione comprende l’opera più importante del progetto, con la realizzazione di un tunnel internazionale di oltre 57 km sotto le Alpi, tra il Piemonte e la Savoia. La nuova linea è ideata per favorire gli scambi in Europa e, attraverso l’arco alpino, nel quadro della rete transeuropea. Questo progetto, inoltre, permetterà il trasferimento di una parte significativa delle merci dalla gomma alla rotaia, contribuendo così alla protezione dell’ambiente, attraverso la riduzione delle emissioni di inquinanti nell’atmosfera. La missione di LTF consiste nell’effettuare gli studi e nel condurre le indagini geognostiche in modo da proporre ai due governi la consistenza definitiva delle opere, la loro localizzazione e le relative modalità di realizzazione. L’inizio dello scavo del nuovo tunnel transfrontaliero è previsto per la fine del 2013, conformemente agli impegni presi dall’Italia e dalla Francia con l’Unione Europea nel 2007, nel quadro del programma dei Progetti Prioritari Transeuropei per il periodo 2007-2013. I lavori preliminari sono ormai terminati dal lato francese, con la realizzazione di tre discenderie nella Valle della Maurienne per oltre 9 km di lunghezza. Lo scavo della discenderia di VillarodinBourget/Modane, lunga 4 km, si è concluso all’inizio del mese di novembre 2007, permettendo per la prima volta di raggiungere la quota del futuro tunnel internazionale. La discenderia di La Praz (2,5 km) è terminata nel gennaio 2009 e la fine del cantiere della discenderia di Saint-Martin-La-Porte (2,4 km) si è registrata all’inizio di giugno 2010. Il 18 dicembre 2007, il Primo Ministro francese ha firmato il Decreto di Pubblica Utilità della parte francese della sezione transfrontaliera. Resta da concludere la definizione del nuovo tracciato in Valle di Susa, attraverso il processo di concertazione promosso dal Governo italiano per rispondere alle importanti opposizioni locali. La parte transfrontaliera nella Nuova Linea Torino-Lione, di cui LTF è il promotore, si sviluppa tra la Valle di Susa a ovest di Torino e Saint-Jean-de-Maurienne in Savoia. Installazioni di sicurezza e manutenzione e interconnessioni con la linea storica sono previste alle due estremità. L’imbocco del tunnel di base è situato immediatamente a est di Saint-Jeande-Maurienne; dopo circa 57 km in galleria, la linea sbocca in Italia nei pressi di Susa. La messa a punto del tracciato a Est di Susa fino a Torino è avvenuta nel corso dell’ultimo anno e mezzo, nel quadro di una concertazione avviata nel 2006 da parte del Governo italiano con la nomina di un Commissario Straordinario di Governo e con la creazione dell’Osservatorio per la Nuova Linea Torino Lione, giungo ormai a oltre 150 riunioni di lavoro. Descrizione dell’opera I tunnel sono costituiti da due canne parallele a singolo binario, distanziate tra loro di una trentina di metri. Le canne ferroviarie sono collegate ogni 333 m da piccole gallerie pedonali (i cosiddetti “rami” di collegamento), che permettono il passaggio da Tunnel di base, layout generale con posizionamento delle discenderie e galleria geognostica 48 PF | settembre-ottobre 2011 una canna all’altra e assicurano le funzioni di sicurezza e manutenzione. Al centro del tunnel di base, sulla verticale di Villarodin-Bourget/Modane, sono situate importanti opere in sotterraneo: binari di precedenza, dove i treni più lenti possono sostare per permettere il sorpasso da parte dei treni veloci; comunicazioni ferroviarie, che permettono a un treno di passare da una canna all’altra (ad esempio, in caso di manutenzione di una delle due canne); una stazione di sicurezza attrezzata per l’evacuazione dei passeggeri e per il trattamento di un incendio sul treno. Lo schema di sicurezza del tunnel di base è rinforzato con altri due siti sotterranei, disposti a intervalli regolari (inferiori ai 20 km raccomandati dalle STI), anch’essi attrezzati sia per il ricovero e l’evacuazione dei passeggeri che per il trattamento di un treno incidentato. Le tre stazioni di sicurezza sono direttamente accessibili a partire dalla superficie per mezzo di gallerie stradali di grandi dimensioni (10 m di larghezza, tra i 6 e i 7 m di altezza), con una pendenza del 12%: le cosiddette “discenderie”. Queste sono anche dotate di condotti per l’immissione di aria fresca nel tunnel e per l’evacuazione dei fumi. Il diametro interno dei tubi ferroviari è stato fissato in 8,4 m, per permettere il passaggio dei treni di Autostrada Ferroviaria fino a 5,2 m di altezza. I treni passeggeri hanno evidentemente un gabarit meno importante. D’altra parte, la resistenza dell’aria nel tunnel (il cosiddetto “pistonamento”) è tanto più importante quanto più è alta la velocità del treno. Per ridurre queste difficoltà, la velocità dei treni viaggiatori è stata limitata a 220 km/h. Marciapiedi posti ai due lati del binario permettono la circolazione del personale di manutenzione e l’evacuazione dei passeggeri in caso di necessità. Gli studi di esercizio e di sicurezza Gli studi di esercizio hanno come primo obiettivo la regolazione della coesistenza tra i treni viaggiatori ad alta velocità e i treni merci e di Autostrada Ferroviaria, molto più lenti, al fine di massimizzare la capacità della nuova linea. Questi studi permettono peraltro di ripartire alcuni traffici tra la “linea nuova” e la “linea storica”: così, malgrado le sue performance inferiori, quest’ultima potrebbe continuare a essere utilizzata per taluni treni (ad esempio, treni vuoti o notturni). La sicurezza di una tale opera deve fondarsi su concetti omogenei e coerenti, il che non permette di appoggiarsi unicamente alle sole normative nazionali, a volte divergenti su certi aspetti. Inoltre, queste norme sono sta- Stazione di Saint-Jean de Maurienne te concepite per opere di importanza corrente e non sono direttamente applicabili ai tunnel molto lunghi. Sono quindi necessari studi di sicurezza specifici, basati su criteri di sicurezza specifici che, nel caso della parte comune della nuova linea Torino-Lione, sono definiti da una Commissione Intergovernativa. Questi studi permettono di valutare i rischi d’incidenti e le loro conseguenze e di definire gli strumenti adatti ad assicurare la sicurezza delle persone. Su questa base, sono state elaborate delle norme funzionali che il progetto tecnico e le procedure di eserci- zio e sicurezza devono rispettare. Le norme adottate sono più severe delle recenti specifiche europee d’interoperabilità relative alla sicurezza dei lunghi tunnel ferroviari. La concezione del progetto evita ogni rischio di collisione frontale (quello più corrente) grazie alla separazione della circolazione nei due sensi di marcia. Oltre alle stazioni di sicurezza menzionate, il tunnel sarà attrezzato con numerosi impianti di sicurezza per la ventilazione, l’aspirazione dei fumi, la detezione e la lotta contro l’incendio, eccetera. Gli impianti di ventilazione permetteranno di controllare il movimento dei fumi al fine di assicurare l’evacuazione dei passeggeri di un treno incidentato nelle migliori condizioni di sicurezza: raggiungeranno l’altra canna (dove la circolazione sarà stata interrotta) per mezzo dei rami disposti ogni 333 m; la notevole dimensione dei rami (120 m²) offrirà, in caso, un rifugio provvisorio ai passeggeri di un treno evacuato. Squadre di soccorso addestrate saranno pronte a intervenire in permanenza. Tunnel di base, layout generale con posizionamento delle tre stazioni di sicurezza PF | settembre-ottobre 2011 49 > Progetti Stazione Internazionale di Susa Gli studi di terreno e i metodi di scavo I tunnel della parte transfrontaliera saranno realizzati in una zona alpina particolarmente complessa dal punto di vista geologico e dovranno attraversare una grande varietà di rocce. Studi approfonditi sono stati realizzati ormai da una quindicina di anni, appoggiandosi su diverse indagini: sono stati realizzati ormai più di 50 km di sondaggi, unitamente agli oltre 9 km di discenderie scavati con metodo tradizionale sul versante francese, che hanno avuto una funzione geognostica fondamentale per l’elaborazione del progetto. Completa lo schema delle indagini un cunicolo esplorativo sul versante italiano (la galleria della Maddalena, lunga oltre 8,5 km e scavata con una fresa di 6 m di diametro), che permetterà da un lato di approfondire le conoscenze geologiche, geomeccaniche e idrogeologiche della tratta a maggior copertura dell’intero tunnel di base (quasi 2.500 m di profondità), dall’altro di effettuare un test di scavo meccanizzato in scala 1:2, il cui ritorno di esperienza sarà utile non solo per la progettazione, ma anche per le imprese che in futuro realizzeranno il tunnel di base con analoghe tecnologie. Gli studi hanno permesso di elaborare un modello geologico globale del massiccio attraversato, di definire le caratteristiche meccaniche per ogni tipo di terreno (resistenza, fessurazione, sollecitazioni, temperatura, eccetera) e di valutare le condizioni 50 PF | settembre-ottobre 2011 di scavo e di sostegno. È a partire da questi dati che sono stati definiti i metodi di costruzione dei tunnel: lo scavo della galleria di base sarà realizzato a partire da cinque differenti punti di attacco, situati ai due imbocchi del tunnel (Susa e Saint-Jean-deMaurienne) e al piede delle tre discenderie francesi (a partire dalle quali lo scavo potrà avvenire nelle due direzioni). In linea di principio, saranno utilizzati due metodi principali di scavo. Quello cosiddetto “tradizionale”, nel quale la roccia è scavata per mezzo di esplosivo o di macchine ad attacco puntuale, è stato privilegiato per gli avanzamenti discendenti, in ragione della possibile presenza d’acqua. Per gli avanzamenti ascendenti, invece, è stato previsto di mettere in opera delle frese, com’è ormai tradizione corrente per interventi che prevedono avanzamenti di parecchi chilometri di lunghezza: si tratta di macchine complesse a piena sezione, munite di utensili per l’abbattimento della roccia, a servizio del quale alcuni back-up di diverse centinaia di metri assicurano diverse funzioni logistiche, in particolare per l’evacuazione dello smarino. Quest’ultimo è portato all’esterno con nastri trasportatori che utilizzano anche le discenderie, nel caso degli attacchi intermedi. Gli studi ambientali La parte transfrontaliera corre in sotterra- neo per circa il 90% della lunghezza, il che limita fortemente gli impatti sull’ambiente circostante. Tuttavia, anche in sotterraneo certi impatti restano possibili. Ad esempio, lo scavo del solo tunnel di base genererà oltre 16 milioni di m³ di smarino: una parte (oltre il 40%) sarà valorizzata e reintegrata nell’opera stessa, sotto forma di calcestruzzi o di rilevati; il resto sarà utilizzato per il recupero di siti degradati, come ad esempio le cave dismesse. È nelle zone a cielo aperto che si potranno manifestare i maggiori impatti, tra i quali il rumore. Al fine di limitarlo, i binari saranno composti da lunghe rotaie saldate che sopprimono il rumore caratteristico delle vecchie linee ferroviarie. Importanti dispositivi di protezione acustica saranno ulteriormente previsti lungo i binari. Studi approfonditi sono stati condotti per migliorarne l’efficacia e limitare al minimo gli impatti residui nelle valli da un lato, e per migliorarne l’inserimento nel contesto territoriale dall’altro, anche in abbinamento a nuove tecnologie tipo i pannelli fotovoltaici. Un altro impatto è di ordine urbanistico, in particolare a Saint-Jean-de-Maurienne, a ovest del tunnel di base. La nuova linea è stata posta il più vicino possibile a quella storica che attraversa la città, in modo da minimizzare l’occupazione del territorio. L’importanza delle installazioni necessarie (nuovo Fabbricati Viaggiatori, zona di manutenzione, impianti di soccorso, installazioni elettriche, eccetera) ha tuttavia costretto a una riflessione urbana condotta in partenariato con l’amministrazione comunale, che ha permesso al Comune di sviluppare un nuovo piano regolatore urbanistico. Analogo approccio è stato adottato a Susa, all’altra estremità del tunnel di base, dove la linea corre invece affianco all’Autostrada del Fréjus: la presenza e l’inserimento dei medesimi impianti previsti a Saint-Jean de Maurienne, ivi compreso una nuova Stazione Internazionale al servizio dello sviluppo turistico della valle, è stata trattata per mezzo di una Carta Architettonica e Paesaggistica unitaria, in modo da consentire riflessioni di evoluzioni urbanistiche alla Città di Susa, in previsione di una nuova sistemazione della zona in coerenza con le prospettive di sviluppo del territorio.