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n. 5 - Dicembre 2009 - Anno 63 Giornale della comunità parrocchiale Maria Immacolata di Nave (BS) Calendario Liturgico DICEMBRE 2009 7 Sabato ANNO DOMINI 2010 Inaugurazione Restauri Chiesa GENNAIO 2010 8 Martedì Immacolata Concezione della B.V. Maria Solennità Patronale “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie” (Lc 1,26-38) ore 10,45: S. Messa Solenne con partecipazione del Coro del Garza 12 Sabato Ritiro ragazzi Iª Media ore 19,00: S. Lucia in Oratorio 13 3ª Domenica di Avvento “Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo di Israele” 1 Venerdì Maria Madre di Dio “Dio abbia pietà di noi e ci benedica” 1 5 Martedì ore 20,30: Consiglio Pastorale 16 MercoledìLiturgia penitenziale Adolescenti-Giovani 17 Giovedì “Fame d’Amore” incontro per genitori ore 20,00: Inizio Novena di Natale 18 Venerdì Centri di Ascolto: Veglia di Natale 19 Sabato ore 15,00: Natale dell’Anziano 204ª Domenica di Avvento “Signore, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi” (Lc 1,39-45) 10,45: Consegna del Vangelo (gruppo Nazareth) Genitori ICFR 2 Ritiro Giovani 22 Martedì ore 20,30: Liturgia penitenziale per Adulti 24 Giovedì ore 9,00: S. Messa e riflessione Tempo utile per le confessioni: dalle 9,30 alle 12,00; dalle 15,30 alle 19,00 ore 23,00: Veglia di Natale ore 24,00: S. Messa della Notte 25 Venerdì Natale del Signore “Tutta la terra ha veduto la salvezza (Gv 1,1-18) del nostra Dio” Ss. Messe: ore 7,30 – 9,30 e 18,00; ore 10,45: S. Messa in canto ore 15,30: Vespri solenni 26 Sabato Santo Stefano “Signore Gesù, accogli il mio spirito” (Mt 10,17-22) Ss. Messe: ore 7,30 – 10,00 e 18,00; 27 Domenica Sacra Famiglia “Beato chi abita nella tua casa, Signore” (Lc 2,41-52) 31 Giovedì San Silvestro Alla S. Messa delle ore 18,30: Canto del Te Deum di ringraziamento Genitori ICFR 2 12 Martedì Genitori ICFR 3 14 Giovedì ore 20,30: Consiglio Pastorale 17 2ª domenica del Tempo Ordinario “Annunciate a tutti i popoli le meravi(Gv 2.1-11) glie del Signore” Giornata della Pace Genitori ICFR 2 19 Martedì Genitori ICFR 4 20 Mercoledìore 20,30: Incontro Spiritualità per i Giovani 22 Venerdì ore 20,30: Animatori Centri di Ascolto 23 Sabato Recital Giovani Salesiani 243ª domenica del Tempo Ordinario “Le tue parole. Signore, sono spirito e (Lc 1,1-14: 4,14-21) vita” ore 9,30: Presentazione Cresimandi 1ª Media Recital Giovani Salesiani 26 Martedì ore 20,30: Conferenza per la Festa di don Bosco 27 Mercoledìore 14,30: Centri di Ascolto Pomeridiani 29 Venerdì ore 20,30: Centri di Ascolto 31 4ª domenica del Tempo Ordinario “La mia bocca annunzierà la tua salvezza” ( Lc 4,21-30) Festa di San Giovanni Bosco La nostra Comunità partecipa con riconoscenza. orari su apposite locandine (Lc 3,10-18) 2 (Lc 2,16-21) Ss. Messe: 7,30 – 10,00 – 16,00 e 18,00 Primo Venerdì del mese 3 Domenica del SS. Nome di Gesù “Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi” (Gv 1,1-18) 6 Sabato Epifania del Signore “Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra “ (Mt 2,1-12) 10 Domenicadel Battesimo di Gesù “Benedici, Signore, l’ anima mia” (Lc 3,15-16.21-22) FEBBRAIO 2010 2 Martedì Presentazione di Gesù “Vieni, Signore, nel tuo tempio santo” ( Lc 2,22-40) Cineforum 3 MercoledìS. Biagio Al termine delle Sante Messe: Benedizione della gola Nave Nostra n. 5/2009 7 5ª domenica del Tempo Ordinario “Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria” (Lc 5,1-11) Giornata della Vita Genitori ICFR 1 9 Martedì Cineforum Genitori ICFR 3 10 Mercoledìore 20,30: Incontro Spiritualità giovani 11 Giovedì B.V. di Lourdes 12 Venerdì San Costanzo Solennità patronale “Chi spera nel Signore non resta con(Mc 6,7-15) fuso” ore 10,30: S. Messa Solenne concelebrata con i Sacerdoti nativi ed operanti in Nave. Giornale della comunità parrocchiale “Maria Immacolata” di Nave n. 5 - Dicembre 2009 - Anno 63 Sommario Calendario ������������������������������ 2 Separati-Divorziati-Risposati�������� 4 La vita dei Santi ���������������������� 4 San Giovanni Maria Vianney Il Santo curato d’Ars Anno Sacerdotale 7 Ecclesia������������������������������������������11 Un solo pane, un unico corpo La salvaguardia del creato Il gruppo “San Vincenzo” ������������12 Inserto Speciale Restauri: La Volta del Paradiso Gruppo “terza età” ������������������������ 15 Oratorio �������������������������������� 16 Lo Sprinter siete voi Sorridi! C’è posto per voi Ero forestiero Natale, la luce di Cristo���������������� 20 Appuntamenti di Natale�������������21 Taccuino Economico���������������� 23 Lettera del Vescovo agli sposi e alle famiglie per il Natale 2009 Carissimi sposi e famiglie tutte, anche quest’anno desidero raggiungervi personalmente con un affettuoso augurio natalizio, dicendo così la mia vicinanza alle vostre case e la mia gratitudine a Dio per voi. Il tempo e le festività natalizie sono un momento propizio per gustare la bellezza del clima familiare e riprendere speranza per i cammini più difficili, dolorosi. Anch’io, come voi, sono spesso rapito dai ritmi frenetici della quotidianità, fatti di scadenze da rincorrere e problemi da risolvere. Anch’io, come voi, ho bisogno del Natale, per ritornare all’umanità più autentica, quella voluta e amata dal Padre. Prendiamoci un po’ di tempo, doniamolo al Signore e impariamo di nuovo l’arte dell’ascolto e della meraviglia, vie sicure per incontrare la semplicità della grotta di Betlemme. Affiniamo l’udito del nostro cuore: potremo ancora una volta sentire il canto beato degli angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”. Ora, vengo nelle vostre case e ammiro meravigliato il segno del presepe, sempre uguale eppure in ogni focolare così diverso, fatto a vostra immagine. Ascolto i vostri discorsi e apprendo tanto bene, insieme però a preoccupazioni e fatiche: la stanchezza di relazione, il lavoro, i soldi mai sufficienti, qualche seria malattia di una persona cara, i figli e la loro educazione. Già, i figli: dono benedetto del Signore e vita vostra, carissimi genitori! Spesso, però, non sono bene accolti, rimangono soli e poveri di valori, di fede. Coraggio, quel Dio che vi ha donato tanta ricchezza non vi abbandona; cercatelo e imparate da Lui, dal suo cuore. Tra le tante parole che si dicono nella vita, in questo Natale ne voglio ascoltare con voi alcune speciali, di quelle che si pronunciano raramente, ma sono così potenti. “Vogliamo per nostro figlio il Battesimo, la vita eterna”. Che bella domanda avete fatto alla Chiesa, cari sposi. Avete chiesto il sempre e il tutto del bene di Dio per le vostre creature. E questa domanda nasce dal vostro amore di coniugi e prosegue quel dono della vita che avete offerto nella generazione, insieme a Dio Creatore. Ora, la Chiesa, comunità dei credenti, è guidata dallo Spirito Santo per ascoltare sapientemente queste domande e per poter garantire risposte vere, efficaci. L’atto di volontà che vi ha spinto a invocare dal Padre queste cose grandi per i vostri fi gli sia sostenuto da una testimonianza quotidiana d’amore e di fede. Continuate nel solco che avete intrapreso, sarà il modo più sicuro per affi dare le persone amate a Dio e a un mondo più bello. È nel matrimonio che dovete cercare la forza e il coraggio di portare avanti fino in fondo la domanda del Battesimo. Siate certi, vivete il sacramento dell’amore, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia… Vi ricordate quelle domande che il sacerdote, a nome di tutta la Chiesa, vi ha posto il giorno delle nozze? Una di queste diceva così: “Siete disposti ad accogliere i figli che Dio vorrà donarvi e ad educarli secondo la legge di Cristo e della Chiesa?”. Con decisione, sincerità e probabilmente con un pizzico di sana incoscienza, voi avete detto sì! Come Maria all’Angelo, come tutte le persone di buona volontà, responsabili e amanti di Dio, del prossimo. E così, nel vostro matrimonio, benedetto e consa- crato dal Signore, avete reso una completa disponibilità ad essere fecondi nella vita, nell’amore e nella fede. Il vostro legame si è fatto culla di cura totale dei figli e luogo–metodo di trasmissione di Gesù Cristo. Anche qui, non siete soli, la Chiesa a cui vi siete rivolti, partecipa volentieri della vostra paternità e maternità, delle soddisfazioni e delle fatiche di essere genitori. Nel giorno del Battesimo i vostri figli hanno iniziato ad essere introdotti nella vita divina, nella famiglia cristiana; e questo, con il vostro cuore, con i vostri passi. Quale dono, quale responsabilità: Dio si è piegato ad abitare nelle vostre creature, briciole amate di umanità, e anche nella vostra casa si è sentito il canto degli Angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli…”. Insieme a questa legittima gioia, però, non posso distogliere l’ascolto dalle tante domande di chi non ha figli; parole di vita fatte di silenzi e di lacrime, di rincrescimenti e a volte di sensi di colpa. Riconosco il vostro dolore e le fatiche di non trovare facili soluzioni; benedico anche i molti sposi che sanno allargare la loro fecondità nell’ampio mondo dell’affido e dell’adozione. A tutti chiedo di mettersi in paziente ascolto della volontà del Padre, che non lascia mai nessuno senza una strada di generazione nel bene, di fecondità nell’amore. È vero; tutto questo è più faticoso e rischioso, ma frequentemente le mete indicate dal Signore sono più alte dei nostri sogni. Sì, tenete lo sguardo della vostra coppia rivolto a traguardi importanti, sapendo che le occasioni di servizio alla vita sono sempre smisurate. Natale non è percepito sempre con il tono di festa della speranza di Dio per noi, soprattutto da chi non ha più un buon clima familiare, fatto di unità e di condivisione nell’amore coniugale… Penso alle famiglie vedove, spesso con figli piccoli orfani di un genitore. L’abbraccio sincero degli amici e dell’intera comunità cristiana saprà offrire più calore nelle feste natalizie, come nei semplici giorni quotidiani. Bisogna accorgersi di queste voci discrete, avvicinarle e camminare con loro. Chi poi ha interrotto la propria storia coniugale con separazione o divorzio farà forse fatica ad affrontare con cuore sereno l’avvento dell’Emmanuele, con la gioiosa armonia che questo produce anche nella società. Non raramente si sente dire che proprio questi giorni diventino un vero tormento, perché tempo di rimpianti e di riapertura di ferite dolorose, mai del tutto sanate. Proprio a voi, carissimi fedeli, voglio ricordare che Gesù viene incontro a tutti e non disdegna di nascere anche nei luoghi più bui e freddi dell’esistenza umana. La sua presenza tra noi, nella grotta di Betlemme, non inizia forse nel segno della solitudine, del rifiuto sociale e della vicinanza dei soli pastori, gente questa di cattiva fama e per questo tenuta a distanza? Coraggio, la Chiesa rimane sempre la vostra casa, dove ritrovarsi in fraternità e rinnovare la vostra fede. Il canto degli Angeli possa abitare ancora tra voi e vi faccia pregustare il profumo di paradiso. A tutte le famiglie dono la mia benedizione e dico: “Accogliete il Signore che viene, egli dona speranza ad ogni persona Il vostro vescovo bisognosa d’amore”. + mons. Luciano Monari Nave Nostra n. 5/2009 3 Pastorale Separati-Divorziati-Risposati presentazione del pieghevole allegato e del libro “Secondo il cuore di Cristo” A partire dalla consapevolezza che la Chiesa è chiamata oggi a farsi vicina anche alle famiglie che hanno incontrato il dolore della separazione/divorzio o anche a coloro che hanno poi deciso di passare ad una nuova unione, le dieci diocesi della Lombardia, attraverso la Consulta Regionale per la Pastorale della Famiglia, hanno voluto elaborare insieme ulteriori strumenti per aiutare le comunità cristiane a camminare secondo indicazioni e orientamenti condivisi e comuni, ma soprattutto adatti e efficaci. Si tratta di un PIEGHEVOLE, composto da otto facciate e intitolato: “Separazioni, divorzi e nuove unioni nella nostra comunità cristiana”; e poi di un LIBRO dal titolo significativo: “Secondo il cuore di Cristo” (Riflessioni, confronti e orientamenti per accompagnare nella Chiesa fratelli in situazioni di separazione, divorzio o nuova unione). Il “pieghevole” raccoglie in modo sintetico e semplice quanto indicato nei documenti magisteriali. Quindi non intende essere un documento nuovo, ma solo uno strumento agile e comunicativo, anzitutto per fare chiarezza su un argomento tanto delicato e complesso, e poi per promuovere uno spirito ecclesiale che sia conforme alla verità e alla carità del Vangelo di Gesù. Il pieghevole contiene anzitutto un messaggio di speranza proveniente dal Vangelo: è l’incontro di Gesù con una donna samaritana, a cui Gesù offre un dono nuovo, un acqua nuova che possa davvero rinvigorire la sua vita ed aiutarla a ritrovare la verità profonda della sua esistenza. Le pagine centrali intendono offrire gli orientamenti pastorali da sviluppare in comunità per accompagnare in modo corretto e opportuno queste famiglie divise: anzitutto, riconoscendo il profondo dolore che coniugi, figli, ma anche parenti ed amici e la stessa Chiesa provano di fronte alla rottura della vita matrimoniale. Per questo è importante intraprendere o intensificare cammini di fede adatti e fruttuosi, per trovare una parola che illumini la mente, un’in- 4 tima comunione che ridia forza e vigore al cuore. In tali cammini ha certamente un ruolo importante la partecipazione ai Sacramenti. Proprio la constatazione e il rispetto per le scelte personali sono alla base della diversa articolazione della disciplina sacramentale per persone separate, divorziate o risposate. Non si tratta di porre barriere o esclusioni, ma di indicare i mezzi possibili e adatti per alimentare la vita cristiana, tenendo conto di come si ponga la propria situazione di fronte all’insegnamento chiaro e forte di Gesù sul matrimonio. Nell’ultimo paragrafo di questa parte centrale ci si concentra sulla comunità ecclesiale e ci si chiede quale accoglienza debba riservare a questi fratelli che continuano a vivere in essa, lasciandosi guidare da uno spirito di verità e di carità. Il pieghevole termina con una facciata dedicata alle singole diocesi lombarde e alle iniziative o ai riferimenti che in esse si possono trovare. “Destinatari” di questo pieghevole sono le nostre comunità cristiane, là dove concretamente le famiglie vivono, con le loro gioie e i loro dolori; e in esse, anzitutto, gli operatori pastorali, in particolare quelli dediti all’ambito matrimoniale-familiare, sacerdoti e laici. Ad essi spetta il compito di promuovere in comunità una corretta informazione e formazione, ed un atteggiamento di accoglienza, di ascolto e di accompagnamento, con carità nella verità. Questo strumento può essere usato molto utilmente nell’incontro e nel dialogo personale con persone separate, divorziate o risposate che desiderano fare luce sulla propria situazione esistenziale e condizione ecclesiale, e quindi ravvivare la propria fede dentro i cammini ordinari della parrocchia ed anche attraverso iniziative specifiche organizzate a livello zonale o diocesano. Marko I. Rupnik - La Samaritana al pozzo - Cappella “Casa Incontri Cristiani” - Capiago (Co) Nave Nostra n. 5/2009 Il “libro”, Secondo il cuore di Cristo, edito dal Centro Ambrosiano di Milano, nasce da una bella esperienza vissuta nel 2007 da un gruppo di animatori di pastorale familiare, in rappresentanza delle dieci diocesi lombarde. Si è trattato di un corso snodatosi in tre fine settimana, quindi in modo residenziale, e rivolto all’approfondimento dei diversi aspetti che una pastorale dei separati, divorziati o risposati presenta. Dall’esperienza, ricca di riflessioni e confronti ed intensa per la preghiera e la convivialità, è scaturito un libro, che quindi non intende essere solo una pubblicazione degli atti del corso, ma vorrebbe comunicare uno spirito e una passione. però indulgere in eccessivi tecnicismi. Alla relazione segue una sintesi dei lavori di gruppo svolti dai partecipanti al corso, in cui si pongono domande, sottolineature o suggerimenti; in fine è riportata la risposta data dai relatori, con l’aggiunta di appropriate precisazioni o chiarimenti. L’andamento del testo è dunque vivace e articolato, così da dare al lettore l’opportunità di trovarsi coinvolto quasi personalmente, con il proprio desiderio di capire, di confrontarsi e di trovare risposte e strade utili per le situazioni esistenziali e pastorali in cui ci troviamo oggi. Anche la bibliografia e la filmografia posta alla fine del libro hanno l’intento di offrire strumenti per ulteriori sviluppi e approfondimenti. Lo “spirito” di chi, profondamente compreso dalla fede cristiana, si mette a fianco di fratelli in cerca di una luce e di un sostegno per offrire loro la parola viva di Gesù, attraverso l’insegnamento sapiente della Chiesa. La “passione” di chi ama la comunità cristiana, vivendola come famiglia composta da tanti membri ognuno con il proprio ruolo ma tutti chiamati ad esser partecipi ed attivi; attenti, come Gesù, soprattutto ai più piccoli e bisognosi, in una carità che crea legami fraterni sempre più forti. Dal punto di vista contenutistico, il libro (così come il corso) è stato pensato seguendo “tre prospettive: antropologica, teologica e pastorale”. Cioè, si cerca nella prima parte di approfondire la conoscenza del vissuto di persone che si separano, divorziano e a volte passano a nuove unioni, dal punto di vista sociologico, psicologico, spirituale. Quindi, nella seconda parte, ci si lascia illuminare dalla Parola di Dio, dalla tradizione e dall’insegnamento della Chiesa, raccogliendo i riferimenti fondamentali della fede cristiana. E in fine, nella terza parte, ci si chiede quale azione ecclesiale possa essere oggi possibile e fruttuosa, sotto il versante morale, giuridico, pastorale. Insomma, l’intento è quello di affrontare i nodi esistenziali che queste situazioni di vita presentano, lasciandoci illuminare dall’insegnamento paterno del Signore e cercando di individuare quelle vie che, con sapienza cristiana, possano dare o ridare speranza anche al dolore di un amore … crocifisso. Ogni aspetto è trattato da un relatore specifico, con riflessioni esposte in modo articolato e competente senza I “destinatari” di questo libro sono senz’altro i sacerdoti, che sempre più spesso vengono a contatto con situazioni familiari particolari, ma anche gli altri operatori pastorali particolarmente interessati a questi ambiti, non solo da un punto di vista teorico ma anche pratico, cioè diretto ad elaborare iniziative pastorali pertinenti, sia a livello parrocchiale che diocesano; non ci si può immettersi in questa pastorale senza un’adeguata formazione e preparazione. Destinatari sono anche i diretti interessati (separati, divorziati o risposati), che intendono approfondire con maggior criticità gli svariati aspetti che la loro situazione di vita presenta in relazione all’insegnamento cristiano, andando così oltre stereotipi o anche false idee che circolano nel contesto culturale odierno. Si tratta quindi di un testo che, nei suoi contenuti e nella sua metodologia, si presenta ai singoli e alle comunità (parrocchiali, diocesane o interdiocesane) come umile ma efficace strumento per favorire la crescita di una conoscenza corretta che per questo diventa formazione appropriata o meglio acquisizione di una sapienza cristiana che sa dire parole e operare fatti … appunto “secondo il cuore di Cristo”. Nave Nostra n. 5/2009 C’ è ancora un Vangelo per i separati/divorziati e per i risposati? La situazione delle difficoltà matrimoniali è sotto gli occhi di tutti ed è veramente difficile, oggigiorno, trovare un casato che, in un modo o nell’altro, non sia stato colpito da un evento di separazione/divorzio. La stessa comunità cristiana, nel suo insieme, è colpita nelle sue fondamenta e continuamente si interroga sul che fare, quale atteggiamento tenere e come accompagnare questi figli che soffrono. Ancora una volta ci viene in aiuto la prassi di Gesù, il suo Vangelo che accoglie e illumina, ammonisce e perdona; anzitutto, ama! Le parrocchie della nostra zona pastorale si vogliono unire in preghiera e in azione per continuare quest’opera di salvezza, mettendosi seriamente vicino alle persone che hanno affrontato separazione e divorzio, per ascoltare e confortare, chiarire e accompagnare. Per questi motivi, offriamo a tutti i fedeli il foglio che trovate come inserto di questo numero del Giornale parrocchiale, sicuri che capirete l’urgenza dell’argomento e la sua rilevanza ecclesiale. Nessuno si può tirare da parte o sentirsi nella condizione di assolutamente puro, sotto una protetta campana di vetro. Ricordiamoci quanto Gesù ha detto un giorno a chi ragionava in modo farisaico: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”! Chiarezza e carità sono il binario su cui accompagnare questi fratelli, figli di Dio e della Chiesa. Sicuramente, nel corso di quest’anno pastorale, ci saranno altre occasioni di approfondimento e di preghiera. Intanto, mettiamoci tutti alla scuola della delicatezza misericordiosa del nostro Salvatore; come quando si è piegato a lavare i piedi ai suoi discepoli o come quando si mette a cercare ogni giorno la pecorella smarrita. don Giorgio Comini 5 la Vita dei Santi San Giovanni Maria Vianney Anno Sacerdotale Benedetto XVI: la preghiera è il primo impegno dell’Anno sacerdotale Il Santo curato d’Ars Nascita 8 maggio 1786 Morte 4 agosto 1859 Canonizzazione 31 maggio 1925 Ricorrenza 4 agosto dei Parroci Patrono N ato l’8 maggio 1786 a Dardilly, Lione, in una famiglia di coltivatori, Giovanni Maria Vianney conosce un’infanzia segnata dal fervore e dall’amore dei suoi genitori. Il contesto della Rivoluzione francese eserciterà una forte influenza sulla sua gioventù: farà la sua prima confessione ai piedi del grande orologio, nel salone della casa natale, e non nella chiesa del villaggio, e riceverà l’assoluzione da un sacerdote clandestino. Due anni più tardi, fa la sua prima comunione in un fienile, durante una Messa clandestina celebrata da un sacerdote ribelle. A 17 anni, sceglie di rispondere alla chiamata di Dio: «Vorrei guadagnare delle anime al Buon Dio», dirà a sua madre, Marie Béluze. Suo padre, però, si oppone per due anni a questo progetto, perché le braccia mancano nella casa paterna. A 20 anni comincia a prepararsi al sacerdozio con l’abate Balley, Parroco di Écully. Le difficoltà lo faranno crescere: passa rapidamente dallo scoraggiamento alla speranza, si reca in pellegrinaggio a Louvesc, al sepolcro di San François Régis. È costretto a disertare quando vie- 6 ne chiamato ad entrare nell’esercito per andare a combattere durante la guerra in Spagna. L’abate Balley, però, saprà aiutarlo durante questi anni caratterizzati da molte prove. Ordinato sacerdote nel 1815, è in un primo tempo vicario a Écully. Nel 1818, viene mandato ad Ars. Là, risveglia la fede dei suoi parrocchiani con le sue prediche, ma soprattutto con la sua preghiera e il suo stile di vita. Restaura e abbellisce la chiesa, fonda un orfanotrofio che chiama “La Provvidenza” e si prende cura dei più poveri. Molto velocemente, la sua reputazione di confessore gli attira numerosi pellegrini che vengono a cercare da lui il perdono di Dio e la pace del cuore. Assalito da molte prove e lotte interiori, mantiene il suo cuore ben radicato nell’amore di Dio e dei fratelli; la sua unica preoccupazione è la salvezza delle anime. Le sue lezioni di catechismo e le sue omelie parlano soprattutto della bontà e della misericordia di Dio. Sacerdote che si consuma d’amore davanti al Santissimo Sacramento, tutto donato a Dio, ai suoi parrocchiani e ai pellegrini, muore il 4 agosto 1859, dopo essersi consegnato fino all’estremo dell’Amore. La sua povertà non era simulata. Sapeva che sarebbe morto un giorno come “prigioniero del confessionale”. Aveva per tre volte tentato di fuggire dalla sua parrocchia, credendosi indegno della missione di Parroco, e pensando di essere più uno schermo alla bontà di Dio che un vettore del suo Amore. L’ultima volta, fu meno di sei anni prima della morte. Venne ripreso dai suoi parrocchiani, che avevano fatto suonare la campana a martello nel cuore della notte. Si recò allora nella sua chiesa e si mise a confessare fino all’una della mattina. In occasione delle sue esequie, la folla era composta da più di mille persone, fra cui il vescovo e tutti i sacerdoti della diocesi, venuti ad abbracciare colui che era già il loro modello. Beatificato l’8 gennaio 1905, e dichiarato “patrono dei sacerdoti della Francia”, viene canonizzato nel 1925 da Pio XI, lo stesso anno di Santa Teresa del Bambin Gesù, sarà proclamato nel 1929 “patrono di tutti i parroci dell’universo”. Nave Nostra n. 5/2009 Parole del Santo Curato d’Ars su... · Il Sacramento del perdono Se comprendessimo bene ciò che significa essere un figlio di Dio, non potremmo fare il male (…) essere figlio di Dio, oh, la bella dignità! La misericordia di Dio è come un torrente tracimato. Trascina i cuori al suo passaggio. Non è il peccatore che ritorna a Dio per chiedergli perdono, è Dio che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui. Diamo dunque questa gioia a questo Padre buono. L’Eucaristia e la comunione Tutte le buone opere messe insieme non equivalgono al sacrificio della Messa, perché sono opere degli uomini, mentre la Santa Messa è opera di Dio. Non c’è niente di tanto grande quanto l’Eucaristia. Eccolo là colui che ci ama tanto! Perché non amarlo? Venite alla comunione, venite da Gesù, venite a vivere di Lui, per vivere per Lui. Non dite che non ne siete degni. È vero: non ne siete degni, ma ne avete bisogno. La preghiera La preghiera è una dolce amicizia, una familiarità sorprendente (…) è un dolce colloquio di un bambino con suo Padre. Avete un cuore piccolo, ma la preghiera lo allarga e lo rende capace di amare Dio. L’uomo ha una bella funzione, quella di pregare e di amare… Ecco la felicità dell’uomo sulla terra. Il sacerdote L’ordine: è un sacramento che non sembra riguardare nessuno tra voi ed è un sacramento che riguarda tutti. È il sacerdote che continua l’opera della Redenzione sulla terra. Il sacerdote non è sacerdote per se stesso, lo è per voi. Andate a confessarvi con la Santa Vergine o con un angelo. Vi assolveranno? Vi daranno il corpo e il sangue di Nostro Signore? No. Un sacerdote, per quanto semplice sia, può farlo. Può dirvi: andate in pace, vi perdono. Oh! il sacerdote è davvero qualche cosa di grande! La Vergine Maria Il Padre ama guardare il cuore della Santissima Vergine Maria come il capolavoro delle sue mani. Gesù Cristo, dopo averci dato tutto ciò che poteva darci, vuole ancora farci eredi di ciò che ha di più prezioso, sua Madre. · · · S i è chiuso, come sapete, il 28 giugno, l’Anno Paolino. Rendiamo grazie al Signore per i frutti spirituali che questa importante iniziativa ha apportato in tante comunità cristiane. Ringraziamo [inoltre] la Provvidenza di Dio che ci offre la possibilità ora di celebrare l’Anno Sacerdotale. Auspico di cuore che esso costituisca per ogni sacerdote un’opportunità di rinnovamento interiore e di saldo rinvigorimento nell’impegno per la propria missione. Come durante l’Anno Paolino nostro riferimento costante è stato san Paolo, così nei prossimi mesi guarderemo in primo luogo a san Giovanni Maria Vianney, il santo Curato d’Ars, ricordandone il 150° anniversario della morte. Egli amava dire che “un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa accordare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina”. E, quasi non riuscendo a capacitarsi della grandezza del dono e del compito affidati ad una povera creatura umana, sospirava: “Oh come il prete è grande!... Se egli si comprendesse, morirebbe... Dio gli obbedisce: egli pronuncia due parole e Nostro Signore scende dal cielo alla sua voce e si rinchiude in una piccola ostia”. Lo stesso titolo dell’Anno Sacerdotale - Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote evidenzia che il dono della grazia divina precede ogni possibile umana risposta e realizzazione pastorale, e così, nella vita del sacerdote, annuncio missionario e culto non sono mai separabili. Chi è infatti il presbitero, se non un uomo convertito e rinnovato dallo Spirito, che vive del rapporto personale con Cristo, facendone costantemente propri i criteri evangelici? Chi è il presbitero se non un uomo di unità e di verità, consapevole dei propri limiti e, nel contempo, della straordinaria grandezza della vocazione ricevuta, quella cioè di concorrere a dilatare il Regno di Dio fino agli estremi confini della terra? Sì! Il sacerdote è un uomo tutto del Signore, poiché è Dio stesso a chiamarlo ed a costituirlo nel suo servizio apostolico. E proprio essendo tutto del Signore, è tutto degli uomini, per gli uomini. Durante questo Anno Sacerdotale, che si protrarrà fino alla prossima solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, preghiamo per tutti i sacerdoti. Si moltiplichino nelle diocesi, nelle parrocchie, nelle comunità, iniziative di preghiera e, in particolare, di adorazione eucaristica, per la santificazione del clero e le vocazioni sacerdotali, rispondendo all’invito di Gesù a pregare “il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38). La preghiera è il primo impegno, la vera via di santificazione dei sacerdoti, e l’anima dell’autentica “pastorale vocazionale”. La scarsità numerica di ordinazioni sacerdotali in taluni Paesi non solo non deve scoraggiare, ma deve spingere a moltiplicare gli spazi di silenzio e di ascolto della Parola. Chi prega non ha paura; chi prega non è mai solo; chi prega si salva! Modello di un’esistenza fatta preghiera è senz’altro san Giovanni Maria Vianney. Maria, la Madre della Chiesa, aiuti tutti sacerdoti a seguirne l’esempio per essere, come lui, testimoni di Cristo e apostoli del Vangelo. dall’Udienza generale del 1° luglio Preghiera per l’anno Sacerdotale S ignore Gesù, che in san Giovanni Maria Vianney hai voluto donare alla Chiesa una toccante immagine della tua carità pastorale, fa’ che, in sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo in pienezza quest’Anno Sacerdotale. Fa’ che, sostando come lui davanti all’Eucaristia, possiamo imparare quanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra; tenero l’amore con cui accogli i peccatori pentiti; consolante l’abbandono confidente alla tua Madre Immacolata. Fa’, o Signore Gesù, che, per intercessione del Santo Curato d’Ars, le famiglie cristiane divengano « piccole chiese », in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere accolti e valorizzati. Concedici, Signore Gesù, di poter ripetere con lo stesso ardore del Santo Curato le parole con cui egli soleva rivolgersi a Te: «Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti ad ogni istante che ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo». Amen. Benedetto XVI · 8 novembre - Benedetto XVI in visita a Brescia Nave Nostra n. 5/2009 7 Un solo pane, un unico corpo 1 Cor 10, 14-17 L’Eucaristia nella vita della comunità cristiana Lettera pastorale per l’anno 2009-2010 di mons. Luciano Monari - Vescovo di Brescia “ 1. Prologo È domenica mattina. Il mondo sembra quieto; molti dormono ancora per ricuperare le ore della sera. E tuttavia quando un suono di campane si diffonde nell’aria, da molte case, come rispondendo a una chiamata, escono persone che si dirigono verso la chiesa. Sono vestite bene, come se andassero a un ricevimento; camminano svelte, come se qualcuno le stesse aspettando e non volessero far tardi. Perché? Perché non stanno tranquillamente a letto per godersi qualche ora di assoluto riposo? Il Corpo vero Ecce Homo Antonello da Messina (1439/40-1479) La constatazione che la storia di Gesù è storia vera porta con sé la consapevolezza che quel corpo è il Corpo vero. Non c’è mistificazione, sostituzione, incertezza: è quello il Corpo che ha sofferto, è morto in croce, è stato trafitto. L’immagine vale la constatazione di questa affermazione e l’intenzione di riprodurre la verità della sofferenza non è fine a se stessa ma ha il compito di aprire alla certezza che quello in cui si crede è, prima di tutto, vero e, come tale, imprescindibile per la fede. È la contraddizione di due passi della Scrittura: Isaia dice del Servo di Jahvé che non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi; ma Giovanni recensisce la parola di Gesà che dice: “Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”. È la contraddizione sconvolgente della bellezza dell’amore che trapassa il velo dell’apparenza e conduce alla verità della Vera Immagine, del Corpo vero. 8 2. Il giorno del Signore Un salmo, cantato nella festa di Pasqua, dice: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore; rallegriamoci ed esultiamo!” (Sl 118, 24). Naturalmente tutti i giorni sono fatti dal Signore, lui che è creatore di ogni cosa, dello spazio e del tempo. E però c’è un giorno che appare diverso dagli altri, un giorno nel quale l’azione di Dio si dispiega con una forza e una chiarezza unica. È il giorno in cui Dio ha risuscitato Gesù dai morti e cioè in cui Dio ha introdotto un pezzo del nostro mondo (l’umanità di Gesù, la carne umana di Gesù) nel suo mondo (nel mondo di Dio, nell’eternità e nella gloria di Dio). In questa azione è stata spezzata l’autosufficienza del mondo e, nello stesso tempo, è stata vinta una volta per tutte la morte: il Cristo risorto - l’umanità gloriosa del Cristo risorto - non muore più, la morte non ha più nessun potere sopra di lei. E siccome la risurrezione di Gesù è promessa della nostra risurrezione, il giorno del Signore contiene la speranza che anche il nostro mondo, anche la nostra fragile natura umana, entrerà nella gloria di Dio e sarà fatta partecipe della pienezza di vita che appartiene a Dio solo. Per questo oggi è un giorno speciale; per questo ci alziamo lieti; per questo ascoltiamo il suono delle campane come fosse un appello rivolto a noi e usciamo di casa; per questo “con timore e gioia grande” (Mt 28, 8) ci avviamo verso la chiesa. Per fare che cosa? Per ringraziare, lodare, benedire, esaltare, glorificare, cantare, gioire insieme. Abbiamo visto la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’egoismo; ci è stata data la speranza della nostra stessa vittoria! È mai possibile rimanere indifferenti o pigri? Continuare a ciondolare tra interessi meschini e divertimenti insulsi? Appiattire il nostro desiderio su beni effimeri, che accre scono la sete invece di placarla, che fanno sentire il vuoto già un attimo dopo la soddisfazione che sembrava immensa? Sentiamo un desiderio grande di vita, abbiamo bisogno di amore, custodiamo una speranza salda e vogliamo esprimere tutta la nostra gioia. Per questo ci mettiamo in cammino verso la casa di Dio. Nave Nostra n. 5/2009 ” La struttura della lettera si articola in tre parti: la prima riguarda la celebrazione eucaristica; la seconda la cura dell’arte della celebrazione; la terza Eucaristia e vita. La prima parte è quella più corposa e in essa il Vescovo propone una meditazione approfondita sulla Messa illustrandone le varie parti e accompagnandole con la lettura dei significati teologici, liturgici e spirituali. Si sviluppa su tre momenti: la liturgia eucaristica, i riti di comunione, la liturgia della Parola. Per comprendere lo spirito che percorre la Lettera, riprendiamo un passaggio della parte finale, dove il Vescovo scrive: “La celebrazione dell’Eucaristia termina con un congedo: ‘La Messa è finita; andate in pace’. Ma è davvero un congedo? (…) La Messa continua, ma come? Usciamo di chiesa rinnovati, ma in che modo? Che cosa cambia la Messa nella nostra vita? (...) La domanda giusta è: che tipo di uomo viene generato dalla celebrazione dell’Eucaristia? È il Signore risorto che agisce nell’Eucaristia; è il suo Spirito che ci viene trasmesso e che riordina dentro di noi pensieri, sentimenti, desideri, decisioni… Per permettere all’eucaristia di operare in noi con il massimo di efficacia”. È su questa traccia che si snoda il cammino di avvicinamento al mistero eucaristico, si manifesta la tensione spirituale che trasforma la partecipazione passiva a un rito nella trasfigurazione in Cristo. Lo scopo delle Lettera è quello di fare emergere il mistero eucaristico nel modo più chiaro possibile, scrive infatti: “…Questa centralità deve riconoscersi nell’importanza che si dà alla preparazione e alla celebrazione stessa. Vorrei che ogni parrocchia avesse, la domenica, una celebrazione particolarmente curata, che manifesti nel modo più pieno la convocazione della comunità parrocchiale stessa”. Dall’Eucarestia così intesa scaturisce una nuova coscienza della persona, secondo il modello dell’uomo nuovo una esistena che vive le tre dimensioni della persona: l’avere, l’essere e il donare. Avere ed essere sono entrambi necessari, ma il valore supremo della persona è il donare a cui l’avere e l’essere sono finalizzati. L’Eucarestia pone infatti il dono di sé (pane spezzato e offerto) come la suprema realizzazione della persona: ciascuno infatti realizza pienamente sé stesso quando la sua vita, tutto il suo essere e il suo avere diventano dono per gli altri. In ricordo di don Riccardo Carrara I l 28 settembre u.s. abbiamo avuto la notizia del ritorno al Padre di Don Riccardo Carrara. Siamo stati colti di sorpresa anche se sapevamo del suo difficile stato di salute e, con la sorpresa, ci ha colti anche un profondo senso di dolore perché avevamo imparato ad amarlo. Noi abbiamo avuto la fortuna di averlo come Curato dell’oratorio e di conoscerlo dal 1981 al 1986; in tale periodo ne abbiamo apprezzato la bontà, l’estrema riservatezza, la gentilezza innata, la capacità dell’insegnamento e la vocazione pastorale. Il suo percorso sacerdotale, seppur breve, è stato impegnativo: ordinato Sacerdote il 9.6.1979 (era nato il 30.6.1954) è stato curato ad Urago d’Oglio dal 1979 al 1981, a Nave dal 1981 al 1986, a Calcinatello dal 1986 al 1989. Quindi è stato nominato Parroco a Mura sino al 2001 e, in seguito, Parroco a Nigoline di Cortefranca. Con questa scomparsa ci si pone una riflessione: i Curati si alternano nelle nostre comunità con una certa frequenza e non sempre riusciamo a comprenderne il valore, l’impegno e le capacità non del tutto espresse, data la media della giovane età , la mancanza di lunga espeNave Nostra n. 5/2009 rienza e la brevità della loro presenza. Dovremmo essere più attenti e vicini, dovremmo collaborare, ognuno con le proprie possibilità, all’inserimento ed alla valorizzazione del loro impegno: i giovani prestando attenzione e aiuto fraterno, gli adulti offrendo una presenza affettuosa e coadiuvante per supportare questi sacerdoti nella loro missione. Dovremmo inoltre tenere sempre presente che i curati vengono tra di noi per amore, per mostrarci l’amore di Gesù, attraverso rinunce che a volte ci sfuggono ma che dovrebbero sempre farci capire fino a dove può portare l’amore per il prossimo. Assicuriamo la nostra preghiera per Don Riccardo, ricordando il suo impegno nella crescita della nostra comunità giovanile. I Collaboratori dell’Oratorio Ente ecclesiastico parrocchia Maria Immacolata Direttore: don Gianluigi Carminati Direttore responsabile: Alessandro Piergentili Coordinatore: Livio Tameni Redazione fotografica e video: Claudio Balzarini - Ferruccio Porta Piergiorgio Pasotti Direzione - Redazione Amministrazione: via S. Cesario 2, 25075 Nave (Bs) Telefono: 0302530119 Stampa: Tipografia Olivieri (Nave) Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 59/2000 del 5/12/2000 9 La salvaguardia del creato Domenica 11 ottobre, abbiamo incontrato, nella celebrazione domenicale delle 10,45 don Gabriele Scalmana, responsabile diocesano della “Pastorale del creato”. Cogliamo il suo invito ad aprire la sensibilità della comunità cristiana ai temi fondamentali del nostro tempo dando inizio, sul nostro giornale, alla proposta di una rubrica sui temi di attenzione sociale Il problema ecologico e le sue radici culturali I termini dell’attuale problema ecologico sono noti, benché poi raramente ne conseguano comportamenti coerenti. In sintesi, potremmo riassumerli così. L’aumento delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecnologiche nel secolo XX, ha prodotto conseguenze notevoli sul sistema-mondo: • aumento della popolazione con notevoli pressioni sugli ambienti naturali (e, per altro verso, con una iniqua distribuzione delle risorse che genera fame e povertà nell’80% della popolazione mondiale); • sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, siano esse di carattere biologico (pesca tecnologica, distruzione delle foreste, diffusione delle biotecnologie…), che di carattere energetico (petrolio anzitutto), che di carattere minerale (metalli anzitutto); • estinzione di un numero imprecisato, ma comunque alto, di specie viventi, con un impoverimento globale dell’ecosfera e una diminuzione della sua capacità di adattamento ad eventuali mutamenti climatici; • diffusione nell’ambiente di sostanze in quantità esorbitanti o di sostanze nuove, sintetizzate artificialmente, che inducono modifiche permanenti e nocive al mantenimento della vita (inquinamento, effetto serra, buco d’ozono…). 10 È importante sottolineare tre aspetti dell’attuale rivoluzione ecologica. 1.L’incidenza dei mutamenti è tale da coinvolgere la globalità dell’ecosfera (entro cui vive anche l’umanità!). In natura tutto è collegato da una rete fittissima di rapporti, per cui ciò che avviene in un punto del mondo, influisce necessariamente su tutto il resto del pianeta. L’inquinamento da metalli tossici, ad esempio, coinvolge anche i ghiacci polari e l’aumento di anidride carbonica nell’aria si rileva sia nelle città che nei deserti e sulle montagne. 2.I cambiamenti non sono stati indotti da complesse, e largamente a tutt’oggi sconosciute, cause naturali, come altre volte avvenne nella storia del mondo (pensiamo all’estinzione dei dinosauri 66 milioni di anni fa), ma dalle scelte consapevoli di un’unica specie vivente, quella umana, che esercita il suo potere dispotico anche sulle altre specie. 3.Globalità nello spazio, ma anche Nave Nostra n. 5/2009 globalità nel tempo. Le scelte attuali influenzeranno per lungo tempo la storia naturale e antropica della terra. Mai, come oggi, l’umanità ha avuto la possibilità di condizionare in modo decisivo il futuro del pianeta. Il petrolio viene bruciato ad una velocità infinitamente maggiore della sua formazione e quindi non ne resterà più per i secoli a venire; certi inquinanti (come i CFC), dopo la loro messa al bando, hanno bisogno di secoli per essere smaltiti dall’ambiente. Tutto ciò, sostanzialmente, significa evidenziare tre concetti che mettono in discussione i modelli culturali dominanti in Occidente fino ad oggi. 1.Complessità. La natura non è una realtà altra e separata dall’umanità, meccanicisticamente scompartibile e classificabile al suo interno. La complessità delle relazioni (e quindi anche la difficoltà di conoscerle: principio di ignoranza, che si traduce nel principio di precauzione in etica) stanno a fondamento del pensiero ecologico moderno. 2.Antroporelativismo. L’umanità non è al vertice della scala degli esseri e la sua sopravvivenza è condizionata dalle relazioni che essa intrattiene col resto dell’ecosfera. L’umanità non è sopra, ma dentro la natura. 3.Responsabilità. L’umanità deve agire in modo tale da salvaguardare le risorse fondamentali del pianeta e gli equilibri naturali dell’ecosfera anche per le generazioni a venire. Il nuovo ethos che nasce dall’esperienza ecologica non è più solo personale, né solo rivolto al passato della propria esistenza, ma riguarda le scelte sociali, con riferimento alla globalità della terra e al futuro dell’umanità. Il problema ecologico interpella la Chiesa La molteplicità delle questioni, di grande rilevanza storica, coinvolte nel problema ecologico contemporaneo, non può lasciare indifferenti i credenti. Essa interpella fortemente la fede e la morale cristiana. Le risposte infatti arrivarono a vari livelli. A livello ecumenico, dopo un primo timido accenno alla VI assemblea del CEC a Vancouver, il movimento Giustizia, pace e integrità del creato (in sigla JPIC) ebbe i suoi momenti più significativi nell’assemblea ecumenica europea di Basilea e nell’assemblea ecumenica mondiale di Seoul. A livello cattolico, il primo documento importante sui temi JPIC scaturì dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace in preparazione a Seoul. Esso era stato di poco preceduto dal Messaggio del papa per la giornata della pace 1990, sul tema Pace con Dio creatore. Pace con tutto il creato, mentre veniva accolta con favore la decisione del patriarca di Costantinopoli Dimitros I di istituire la Giornata dell’ambiente per il 1° settembre. Da questo momento, in quasi tutti i documenti pontifici si trovano accenni all’ecologia, benché manchi ancora un intervento articolato e completo (lettera enciclica) sul tema. A livello dei Vescovi Italiani, il primo documento arrivò nel 1988 ad opera della Conferenza Episcopale Lombarda, ma restò piuttosto isolato. Recentemente la CEI ha istituito il Gruppo Nazionale per la Responsabilità verso il Creato che ha partecipato all’Incontro europeo dei responsabili per l’ambiente presso le Conferenze Episcopali tenuto a Celje (Slovenia) dal 27 al 30 marzo 1999 e ha organizzato un Seminario di Studio a Roma il 3 giugno 20003. La diocesi italiana più impegnata nella pastorale dell’ecologia sembra quella di Bolzano-Bressanone, soprattutto per iniziativa del teologo p. Karl Golser. In questa diocesi è attivo un Istituto per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato ed il Vescovo Egger intervenne nel 1992 con una lettera pastorale sul tema: Ricordatevi dei cinque pani… il nostro impegno per l’uomo e il creato. Le iniziative ufficiali appena citate sono sostenute da una quantità sempre più grande di studi, che coprono vari ambiti: teologico, etico, spirituale, liturgico. In essi si sottolinea la valenza sacramentale ed escatologica della natura, cui consegue la necessità di elaborare un nuovo ethos, fondato su una responsabilità globale, rivolta non solo alle persone, ma a tutte le relazioni che si stabiliscono nell’ecosfera. Sia la vita spirituale di ogni singolo cristiano, che la vita liturgica delle comunità dovrebbero accogliere questa nuova prospettiva, in modo da “contemplare, cantare, ritrovare lo stupore […] di fronte alla gloria della Trinità nella creazione” e da “riscoprire la nostra fraternità con la terra”. Tutto ciò indica, anche per la nostra diocesi di Brescia, la necessità di scelte pastorali attente al problema ambientale. Non si tratta, prevalentemente, di fare cose nuove, ma di introdurre la nuova dimensione “creazione” nella pastorale ordinaria. Ambiti di intervento ecclesiale Anzitutto dobbiamo favorire l’emergere di una mentalità teologica capace di considerare la struttura sacramentaleescatologica della natura, proprio a partire dai modelli scientifici ecologici moderni. A questo proposito si dovrebbe Nave Nostra n. 5/2009 agire sia nella formazione dei presbiteri (seminaristica e permanente) e degli altri operatori pastorali, sia nella predisposizione di sussidi per la predicazione e per la catechesi. La teologia deve poi tradursi in etica. Occorre stimolare i singoli e le comunità cristiane a scelte di povertà, di responsabilità, di rispetto del creato. Occorre sostenere i gruppi nell’analisi di situazioni locali particolarmente negative dal punto della gestione del territorio e negli eventuali interventi di carattere politico e sociale. Occorre infine offrire ai cristiani impegnati nel sociale (politica, economia, società) suggerimenti idonei ad una traduzione coerente del Vangelo nel mondo moderno. È nell’azione liturgica che la comunità cristiana celebra i doni del Signore, rinsalda la propria fraternità, si fortifica in vista di una coerente testimonianza evangelica nel mondo. Sarà importante quindi favorire la diffusione della dimensione “creaturale” nelle liturgie delle parrocchie, degli oratori, dei gruppi, degli istituti religiosi, e anche favorire il sorgere di iniziative volte a celebrare il dono del creato, mediante feste e appropriate celebrazioni. Infine, una adeguata pastorale ecologica non potrà non avere anche riflessi ecumenici e missionari proficui, nei confronti dei singoli e dei gruppi che si occupano di ambiente. Sarà possibile iniziare con loro un dialogo che faccia sentire la Chiesa attenta al loro impegno di responsabilità verso la natura. La presenza dei cristiani anche nelle varie iniziative ambientali (dibattiti culturali, interventi operativi sul terreno, feste, proteste…) potrà divenire una testimonianza e una occasione di incontro sia con i cristiani non cattolici che con chi è lontano dalla Fede. a cura di don Gabriele Scalmana 11 e serviens in spe Il gruppo “San Vincenzo” si racconta Gruppo “terza età” Anagrafe Parrocchiale BATTESIMI S ono trascorsi 350 anni dalla morte di San Vincenzo de Paoli, celebriamo quindi l’anno giubilare Vincenziano. Siamo così invitati a ripensare al carisma da Lui ereditato attraverso il beato Federico Ozanam, per riportarlo alla purezza originale e così tornare nuovi. La radice e il cuore del carisma Vincenziano non stanno solo nella capacità di organizzare opere di bene durevoli ma anche nella cura della propria fede profonda e nell’essere diventati tutt’uno con la logica del Vangelo (così come ci esorta il Cardinal Vallini). 12 La lotta contro la povertà e l’emarginazione è stata pensata a lungo come una serie di servizi, che però non sono sufficienti perché non sempre tengono conto della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali. Anche il nostro gruppo, denominato “Conferenza San Vincenzo Maria Immacolata”, si pone il raggiungimento di tali obiettivi attraverso una serie di interventi più mirati, soprattutto in questi anni in cui dobbiamo combattere contro la crisi economica. Ci sembra opportuno rendere note le attività intraprese quest’anno. Sono state visitate soprattutto persone sole elargendo alimenti, mamme con bambini piccoli fornendo prodotti specifici per l’infanzia, ascoltato extracomunitari ed erogati aiuti per il pagamento di bollette varie, ticket sanitari, affitti. Da poco abbiamo dato corso a un progetto di aiuto farmaceutico per prodotti da banco attraverso la disponibilità di un medico e di una farmacia. Con gioia abbiamo assistito al Battesimo di un bambino singalese e alla Cresima di una ragazza del Ghaana. Abbiamo ottenuto anche un risultato significativo nella “giornata nazionale”, svoltasi a fine settembre; infatti notevole è stato il numero delle persone che si sono avvicinate con spirito di interesse, chiedendo informazioni sullo svolgimento delle nostre attività e hanno accettato di buon grado le nostre locandine esplicative. Ora non nascono più le “Conferenze” nuove pur essendo la San Vincenzo un organo internazionale; ne sono sorte però due in Italia estremamente significative: la prima è la “Conferenza della Famiglia” di Lecco formata da coppie di coniugi che portano nelle loro riunioni anche i figli facendo così respirare loro fin da piccoli “aria Vincenziana”. La seconda è una Conferenza della provincia di Pordenone composta interamente da giovani ghaanesi maschi e femmine. Ciò può essere considerata una forma di accoglienza e di integrazione. Nave Nostra n. 5/2009 Quasi trent’agn dé attività (quanta acqua sotò i poncc ormai ghe pasaàt). El gruppo de la Terza Età l’è drè amò a laurà. Miga per vantas, én po de bè gaarom fat, per le persune che gà bisogn dè n’a mà; ognòna gòm èl nòst còmpit dé fa. Quando ria èl mèrcoldé ghè né na quarantina che pasò tre ure en compagnia; le fa ‘na tombolada, ‘na briscolada e ntramès ‘na cantada. E dopo èn cafinì, du biscutì e, se el ghè, anche ‘en bicerì. Ogni Vincenziano dovrebbe prendere spunto nel suo operare dalla preghiera che riportiamo: Preghiera dei Vincenziani Signore, fammi buon amico di tutti. Fa’ che la mia persona ispiri fiducia: a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe cominciare e non sa come, a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace. Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. Signore, aiutami ad accorgermi subito: di quelli che mi stanno accanto, di quelli che sono preoccupati e disorientati, di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo. Signore, dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori. Signore, liberami dall’egoismo, perché Ti possa servire, perché Ti possa amare, perché Ti possa ascoltare in ogni fratello che mi fai incontrare. Per entrare nella San Vincenzo è sufficiente il desiderio di aiutare chi è in difficoltà. Operare “uniti” in un cammino di fede e di carità, stimola a curare i mali e rende migliori chi dona e chi riceve. Quattr’olte a l’an fom ‘na giradina, ndom a visità ‘na cisulina dè visì o de lontà notre ghe la fom fa. Sperom che la dure ‘sto iniziativa, per i zuègn che i pòde continuà per i anziani del dumà. te e lo spirito, a partecipare, anche se non abbiamo certo la pretesa di essere risolutivi dei vari problemi connessi con l’età. Un doveroso ringraziamento a quelle persone e organismi, che con la loro generosità ci permettono di attivare iniziative benefiche rivolte a necessità locali e alle missioni. Ecco dunque il programma del prossimo anno: Ritrovo in sede tutti i mercoledì del mese, tranne quando cade nella settimana in cui c’è anche il 1° venerdì del mese, e viene allora celebrata la messa. Gite: 7 maggio 2010 gita a Gavardo nel pomeriggio 10 giugno gita all’Annunciata di Ossimo 9 settembre Gita alla Certosa di Pavia 1 ottobre Gita ancora da definire Da non dimenticare: La Pasqua dell’Anziano il 27 marzo e il Natale dell’Anziano il 18 dicembre Gruppo Animatori Terza Età 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Diego Claudio Caldini Matteo Edoardo Beatrice Mattia Manuel Francesco Mattia Luca MATRIMONI Marco Alberto Andrea Massimo Alex con Valentina con Elisabetta con Erica con Diana con Cristina DEFUNTI 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 Luigi Luisa Paola Battista Giaele Maria Enrico Emilia Teresina Giovanni Angelo Adriana Pierina Amelia Umberto Severino Elvira anni 83 anni 46 anni 93 anni 84 anni 92 anni 83 anni 94 anni 91 anni 82 anni 89 anni 64 anni 86 anni 92 anni 85 anni 59 I n questa poesia della nostra animatrice Rosi Tameni, sono riassunte quasi tutte le attività che si svolgono ogni mercoledì nella nostra sede, presso l’ex oratorio femminile. Molto apprezzato è l’impegno che alcune di noi hanno con la casa di riposo per animare e organizzare mensilmente i compleanni dei nonni ricoverati. Anche il gruppo della ginnastica, cominciato venti anni fa, su iniziativa della nostra collaboratrice Silvana Orlandi, continua regolarmente la sua attività; con l’aiuto delle insegnanti Barbara e Monica riusciamo a mantenerci agili e in forma. Quindi, invitiamo tutti coloro che hanno voglia di vincere la solitudine, di comunicare con gli altri e ascoltare un messaggio che diventa cibo per la men- Gita a Bedizzole, da don Paolo Nave Nostra n. 5/2009 13 www.oratoriodinave.it Oratorio Oratorio Lo Sprinter siete voi! O ttobre, soffia il vento dello Sprinter, che attraverso la voce di chi lo anima chiama tutti i bambini delle elementari a partecipare alle nostre attività dell’anno 2009-2010: LUNEDÌ 16,00 - 18,00 E-SPRINTERIAMO Laboratorio di divertimento ed esperienze. Si coinvolgeranno i bambini in esperienze ed uscite particolari, sempre diverse (cavallo, piscina, circo, mulino..) MARTEDÌ 14,30 - 16,00 C.S.I. (compiti sprinter insieme) Laboratorio di compiti e giochi cognitivi Ogni bambino sarà stimolato nella gestione responsabile dei propri compiti e nella risoluzione di giochi cognitivi 16,00 - 18,00 IL SSS (spettacolo sogni sprinter) Abbiamo pensato di dedicare le diverse attività ad un obiettivo educativo comune: viaggiare tra la fantasia e la realtà. L’idea è quella di giocare e riflettere con i bambini su ciò che è reale e ciò che è fantastico; di stimolare l’immaginazione, ma anche di sperimentare ciò che esiste ed è concretamente possibile. A proposito di questo guardiamo al nostro Sprinter: è fantasia o realtà??? Forse entrambi. È un progetto “fantastico” nato da un’idea concepita in più teste e in più cuori tanto tempo fa: quello di far vivere l’oratorio come un luogo di cura, in cui i bambini si sentano accolti e vogliano accogliere a loro volta gli altri, un luogo a cui affezionarsi e dove depositare parte del proprio tempo per crescere insieme. E questa idea “immaginata” si è concretizzata ed è divenuta nel tempo realtà: esiste un progetto concreto, in mezzo a molti altri progetti dell’oratorio, che è fatto di attività, di stanze riscaldate, di voci di bambini, di programmazioni, di www.oratoriodinave.it Sorridi! merende condivise, di spostamenti con il furgone, di forbici e matite usate, di acquisti di cioccolata, e tanto altro… Eppure questa realtà si tuffa di nuovo nella fantasia se si pensa ad un altro sogno: che sia la comunità a prendere parte a questo progetto dedicandosi ai propri bambini. Sarebbe bello immaginare delle persone di Nave di diversa età che abbiamo voglia di dedicare tempo ai bambini, di stare con loro e giocare, di parlare e ascoltare quello che le voci dicono, di provare a crescere accogliendosi. Pensavo a dei volontari, dall’adolescenza alla maturità piena. Gli direi: lo Sprinter siete voi! Con l’entusiasmo che portate, le idee condivise, i vissuti scambiati, il tempo insieme, le ore spese, l’attenzione che date ai bambini gratuitamente. Lo Sprinter siete voi! Fortunatamente queste parole le ho già dette, perché quel sogno è la realtà che incontro ogni pomeriggio. Simona B uon giorno a tutti! – sorriso- sono felice di essere qui – sorriso – davanti a tutti voi – sorriso - per parlare un po’ di me e dello Smile – sorriso -. Chi sono io?!? Sono il nuovo educatore dello Smile, mi chiamo Sandro e ho 28 anni (ad essere sincero, quasi 29); vengo da Marcheno, un paesino che i più non avranno mai visto se non di passaggio andando a sciare verso l’alta Val Trompia. Paese piccolo, ma in cui sono cresciuto volentieri, ho fatto le mie prime esperienze di vita comunitaria e di oratorio. È qui che ho maturato il mio desiderio di diventare educatore, è qui che mi sono sperimentato e ho mosso i primi passi e ho cominciato a “diventare grande”. Sono un educatore professionale ormai da quasi 10 anni, fino a quest’estate passati nel Cag dell’oratorio di Marcheno. E mi piace molto farlo, perché ho sperimentato che vivere intensamente l’oratorio e il cag aiuta i ragazzi e le ragazze a crescere in modo sano e bello. In questi anni mi sono accorto di avere un debole per bambini, ragazzi e adolescenti: anche se non sempre è un relazionarsi facile, percepisco come lavorare e giocarsi con queste persone sia fonte di ricchezza inesauribile. Ed è per questo che ho accettato la nuova sfida: lasciare il mio paesello per venire in una realtà più grande ed articolata, per mettermi in gioco con bambini, ragazzi e adolescenti che devo e voglio conoscere in modo nuovo, e iniziare con loro un cammino di condivisione e di crescita. Sono pronto ad imbarcarmi su questa Nave, che ancora conosco poco, per scoprirla a fondo e conoscerla, per farla “mia” e amarla nel modo che posso. Vorrei conoscere tante persone e diventare loro compagno di viaggio, perché come dice De Gregori: due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai, potranno scegliere imbarchi diversi, saranno sempre due marinai. Ecco il senso del mio andar per Nave: conoscere, incontrare, relazionarmi, voler bene, accompagnare e poi solo il tempo dirà cosa c’è poi. Dal mio piccolo, vi dico che sono qui pieno di entusiasmo e fiducia, di voglia di fare e di essere d’aiuto. Con le mie capacità e i miei limiti. Ho tra le mani uno strumento che mi permette di fare tutto ciò: si chiama SMILE, SORRISO. Perché basta davvero poco perché tutti i sogni che porto nel cuore e ho provato a scrivere su questa pagina si realizzino: basta la forza sprigionata da un SORRISO donato e ricevuto. Vorrei che il Cag fosse questo, una Fabbrica di Sorrisi che nascono dallo stare insieme facendo piccole cose: chitarra e copione, avventure fantastiche, esercizi per diventare clown, vi chiedo solo di mettervi in gioco e di sorridere!!! A presto, sempre con il sorriso Sandro Laboratorio di teatro Sperimentazione espressiva e realizzazione di uno spettacolo finale MERCOLEDÌ 16,00 - 18,00 LA PROVA DELLO SPRINTER! Laboratorio di cucina Ogni bambino potrà realizzare da solo ricette GIOVEDÌ 16,00 - 18,00 C.S.I. + Art attack Laboratorio compiti + laboratorio di manualità Ogni bambino sarà stimolato nella gestione responsabile dei propri compiti e nella realizzazione di lavori manuali VENERDÌ 16,00 - 18,00 PAPERISSIMA SPRINTER Laboratorio multimediale la macchina dell’immagine Sperimentazione fotografia, computer, diapositive, giochi ottici, riproduzioni musicali 14 Nave Nostra n. 5/2009 Nave Nostra n. 5/2009 15 Oratorio www.oratoriodinave.it Oratorio C’è posto per voi Ero forestiero Le proposte dell’oratorio per gli adolescenti A rriva ottobre e l’oratorio è pronto a svelare le proposte autunnoinverno per la nuova stagione: la ripresa del catechismo, dello sprinter e dello smile, dei gruppi adolescenti e giovani sono le punte di diamante del nuovo catalogo. In particolare per la fascia 12-17 anni ci sono grandi novità. Si parte con i ragazzi di terza media che, dopo aver raggiunto l’agognata meta della Cresima, hanno fatto un balzo in avanti e per la prima volta abbandonano la fascia diurna per approdare all’oratorio by night. Anche loro, infatti, si incontreranno il venerdì sera come i ragazzi più grandi ed inizieranno un percorso di crescita e formazione in compagnia di Marco e Chiara, due giovani educatori che hanno accettato di confrontarsi con questa nuova avventura. Anche i ragazzi di prima superiore fanno il loro ingresso nella realtà serale del venerdì, iniziando il cammino degli ADO1 (primo anno da adolescenti ufficiali) in compagnia di Angela, Alice e Giovanni. Per i ragazzi di seconda superiore (promossi nella categoria ADO2) continua la proposta lanciata l’anno scorso, accompagnati dagli ormai veterani Andrea, Cynthia, Claudia e Stefano , nonché da una new-entry: Diana. Per i ragazzi di terza e quarta superiore è stato pensato un nuovo percorso, diverso da quello previsto per i loro coetanei negli anni passati. L’obiettivo è quello di aprire gradualmente questo gruppo ad una dimensione più comunitaria della vita in oratorio, posticipandone l’ingresso nel gruppo giovani. Lungo questi due anni saranno accompagnati da alcune loro vecchie conoscenze: Silvia P, Matteo e Claudio. Gli incontri settimanali sono un’ottima possibilità per mettersi alla prova, creare nuovi legami e lanciarsi in nuove esperienze. Noi educatori lamentiamo però una scarsa (e in alcuni casi nulla) presenza alla messa domenicale, ai ritiri ed ai momenti caratterizzati da un profilo più spirituale. Non è sufficiente partecipare al gruppo del venerdì sera, ai momenti di aggregazione, alle attività che catturano l’interesse e che fanno stare bene. 16 La vita in oratorio richiede soprattutto un’attenzione alla propria crescita spirituale e all’incontro con la Parola. Nei corsi per animatori spieghiamo qual è la differenza tra un grest organizzato dalla parrocchia e uno organizzato dal comune: la differenza sta nel mettere al centro Gesù e la dimensione cristiana della nostra vita. Tali considerazioni non valgono solo per i più piccoli, ma per tutti. Vivere questo ambiente in modo “ateo”, prendendo cioè solo il suo lato diverten- www.oratoriodinave.it Cineforum e riflessioni su immigrazione ed accoglienza te, partecipando ai momenti forti e alle iniziative che catturano la nostra attenzione, non ha senso. E nemmeno è coerente con la presenza in oratorio, la cui ragion d’essere sta nella forza e nell’accettazione della proposta spirituale. Perciò al solito e caloroso invito che, anche in questa occasione, rivolgiamo a tutti gli adolescenti (vi aspettiamo a braccia aperte), vogliamo chiudere ricordandovi la cosa più importante: a messa c’è posto per voi. Gli educatori L’ esodo di un popolo in cerca di pane si trasforma in schiavitù. Non solo film in questo cineforum di Novembre dedicato all’immigrazione di cui diamo un primo, parziale, bilancio. Consapevoli della necessità di approfondire in modo quanto più possibile analitico e pacato un tema tanto attuale quanto sconosciuto, abbiamo pensato di affiancare alla proiezione di tre pellicole dibattute in cineforum due incontri per guardarci negli occhi e dirci che cosa sia (davvero) questo fenomeno. I film programmati seguono una certa logica di scambio con le due conferenze. Gran Torino di Clint Eastwood è già entrato nella cerchia dei capolavori cinematografici degli ultimi anni. Attraverso un racconto senza fronzoli e orpelli retorici il film mostra le difficoltà della convivenza con chi è diverso per cultura, colore, cibo, religione. Nuovomondo, regia di Emanuele Crialese, ci ricorda il nostro passato di migranti negli Stati Uniti ed introduce la seconda conferenza di martedì 17 novembre 2009, una tavola rotonda per conoscere i numeri reali e le tipologie di lavoro degli immigrati. Con L’ospite inatteso di Thomas McCarthy, una storia toccante e agghiacciante al contempo, il tutto si conclude. Ma speriamo che questa fine sia solo l’inizio della discussione. Claudio Il biblista Don Flavio Dalla Vecchia, nella conferenza da lui tenuta e dedicata all’accoglienza tra le pagine della Bibbia, ci parla del popolo ebraico che trova ben altro che il pane in Egitto. Ci parla di profughi che affollano con il loro carico di speranze le pagine del Testo. Fughe dalla carestia, in cerca di pane. Chiede Don Flavio : “sappiamo davvero chi sono, da dove vengono questi immigrati?” e ancora “sappiamo riconoscere in loro il nostro prossimo, sappiamo immedesimarci nella loro situazione, magari ricordandoci che tutti, in fondo, siamo immigrati in questo mondo?”. A scanso di equivoci, non punta sul sentimentalismo il nostro relatore. Anzi, è ciò che più detesta. Il problema c’è ed è complesso, manca chi lo voglia affrontare con più intelligenza e meno “pancia”. Integrazione non è accostamento di più culture, ma è la nascita di una nuova cultura che per essere pacifica e coesa si deve necessariamente avvalere del contributo di tutti. È necessario creare le condizioni, a partire dalla scuola, perché questa collaborazione non sia eternamente rimandata o, peggio ancora, ostacolata. Nave Nostra n. 5/2009 Nave Nostra n. 5/2009 17 Natale, la luce di Cristo nel mondo R omano Guardini, famoso teologo italiano naturalizzato tedesco, tra i più autorevoli pensatori cattolici del Novecento, in una sua profonda riflessione sul Natale affermava che: “Nella Rivelazione neotestamentaria, nella coscienza di Gesù, nel modo in cui Egli parla di Dio, tratta con Lui, rapporta a Lui la propria esistenza, si fanno chiare distinzioni che non hanno relazione con nulla di mitico. Dio è l’Uno e Unico, ma non è solitario. In Lui vi è un mistero di comunione, vi è «Io» e vi è «Tu», ed i nomi che Gesù cita per indicarli sono «Padre», «Figlio» e «Spirito Santo». Questi nomi non hanno relazione di sorta con le rappresentazioni di generazioni del mi to, con i suoi dèi-padri e dèi-figli, ma esprimono ciò che sta al di sopra d’ogni concepire ed esprimere. Non è lecito però abbandonarli, poiché Dio stesso ce li ha dati, e sono le porte d’accesso al suo mistero. Ora ci viene rivelato che questo Figlio è entrato nel mondo. Ma ciò in un senso inaudito. Non solo per via psicologica, nell’animo di una persona pia profondamente dotata; non solo in termini spirituali, nei pensieri di una grande personalità; realmente, storicamente invece, così da produrre l’unità personale con un es sere umano. Dio s’è fatto uomo, figlio di una madre umana, uno di noi - ed è rimasto ciò che Egli è eternamente, Figlio del Padre nel cielo. Egli, che come Dio era in tutto, ma sempre «dall’altro lato del confine», nell’eterno riserbo, è venuto al di qua del confine, ed è stato ora presso di noi, con noi. Di questo evento parla il Natale. Que sto è il suo contenuto, questo soltanto. Tutto il resto - la gioia per i doni, l’affet to della famiglia, il rinvigorirsi della luce, la guarigione dall’angustia della vita - riceve di là il suo senso. Quando quella consapevolezza però svanisce, tutto scivola sul piano meramente umano, sentimentale, anzi brutalmente affaristico”. Parole di verità che alla Verità attingono e conclusioni dovute, nel tempo dei consumi indotti, quando non artificiali ed uno slogan pubblicitario ci induce da alcuni anni ad approfittare del panettone in vendita, fin dalla tarda estate, affermando che: “Natale, quando viene viene”. Si può allora comprendere perché vi sia chi auspica che il Natale cristiano lasci le luci al neon, le grandi abbuffate, i carrelli colmi di spesa, l’orgia dei regali e degli acquisti e, dal punto di vista liturgico, si unisca al Natale celebrato ogni anno il 6 gennaio dalle sante chiese d’Oriente e con quelle antiche e povere d’Africa. Concordiamo infatti che non sarebbe il 25 dicembre la ricorrenza esatta della nascita di Gesù e fin qui, storicamente, possiamo perfino accettarlo. La data è convenzionale ed è stata a lungo osteggiata nell’Europa della Riforma, le cui Chiese protestanti la consideravano un cedimento ed una sovrapposizione fatta alla festa in cui - dall’antica Babilonia ai tempi di Roma e del dio Mitra - i culti pagani celebravano, proprio in quel giorno, il “Dies Natalis Solis Invicti” (giorno della nascita del sole invincibile) ed analoghe cerimonie, dalla notte dei tempi, celebravano egizi e aztechi. Sempre il 25 dicembre veniva accreditata la nascita di Zarathustra, Khrisna, Dioniso, Adone, Attis, del Dio nordico Freyr. Certo però crediamo, con forza e pari convinzione, che Cristo, unica luce vera del mondo che risplende per sempre, apice e riepilogo della Storia, che tutta in sé ricomprende e ha salvato, la cui nascita è avvolta ed intrisa nel mistero di grazia, non potesse essere celebrato e ricordato in un giorno diverso, per quanto oggi così consumistico e poco spirituale. È Lui infatti il vero e solo, unico, “Sole invincibile” della nostra esistenza, colui che ha squarciato le tenebre, svelandoci l’identità del Padre, allargandoci per sempre gli orizzonti della sofferta quotiAlessandro Piergentili dianità. È NATALE È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi una mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. George de la Tour - Adorazione dei pastori -1644 - Musee du Louvre, Parigi 18 Nave Nostra n. 5/2009 (Madre Teresa di Calcutta) Fiaccolata della Notte di Natale Concerto Gospel di Natale La fiaccolata di Natale, proposta lo scorso anno dal Geo, viene riproposta quest’anno nella vigilia, il 24 dicembre, arrichita dalla partecipazione dei gruppi di Contrada. Come una grande convocazione verso la chiesa parrocchiale per l’appuntamento della Messa di Mezzanotte, riproporrà l’invito a camminare verso la luce portando in dono la semplice solidarietà dei poveri. Il concerto è organizzato dalle Parrocchie di Nave, Muratello, Cortine in collaborazione con l’Associazione Nave Blues e Comune di Nave - Assessorato alla Cultura. Sabato 26 dicembre Chiesa Parrocchiale ore 21,00 4 elementi: piano e voci Ingresso libero e gratuito. Danielle Wilson Nativa di New Orleans è una delle più giovani e importanti voci della Xavier University della Louisiana. La sua prima apparizione risale all’età di 2 anni dove si esibisce come solista in una chiesa locale sotto la direzione della madre. Da qui inizia la sua carriera che si estende dagli eventi locali e festival jazz quali il French Quarter Festival alla Spagna, Francia, Belize, Aspen, Colorado, nonché al John F. Kennedy Center di Washington. L’inizio della sua carriera professionale risale al suo primo Banda S. Cecilia musical “Jazz Jazz Jazz” al Jazzland ThemePark di New Orleans dove interpreta la parte di “Diva” a cui seguiranno numerose apprazioni in altri spettacoli quali: Dialogue of the Carmelities, Dreamgirls dove interpreta Tiny Joe Dixon, Purlie, Company, Colored Girls, I Gotta Homw, Emmitt Till, Spunk, Amahl e Night Visitors. Recentemente ha lavorato al musical “Mahalia” per la Jefferson Perfoming Arts Society dove ha raccolto gli elogi della critica per la sua potente e vibrante voce. “Wilson cattura squisitamente il sound gospel e l’influenza blues di Mahalia. In “Let Us Go Down to Jordan” non si limita ad una imitazione di Jackson ma si presenta con lo stesso naturale senso musicale...” Ha una grande e sensuale voce che rimane corposa e calda anche sulle note più acute con la quale trasporta il pubblico nel suo viaggio evocando l’interesse ed animando i loro animi con le sue canzoni. In tutto questo il suo motto è “It’s not me, it’s God!” Gospel Singers Concerto d’Inverno 5 gennaio 2010 ore 20,30 Teatro San Costanzo Nave Nostra n. 5/2009 19 7 e 8 dicembre Solennità di Maria Immacolata Festa Patronale Inaugurazione dei lavori di Consolidamento e Restauro della Parrocchiale lunedì 7 dicembre ore 16,30: Apertura della Mostra “Ianua Cœli” mostra storico-artistica della Chiesa Parrocchiale e presentazione degli interventi realizzati ore 18,30: celebrazione a conclusione dei lavori Santa Messa presieduta da sua eccellenza mons. Luciano Monari - Vescovo di Brescia Festa degli Anniversari di Matrimono - domenica 25 ottobre 7 novembre: Ricordo dei Caduti e Cerimonia di Intitolazione delle due nuove Vie: Via Martiri di Nassiria e Via don Giacomini Martedì 8 dicembre Tanti auguri a ... ore 10,45: Santa Messa presieduta da sua eccellenza mons. Mario Vigilio Olmi - Ausiliare emerito ore 12,15: pranzo sociale in Oratorio ore 21,00: Concerto dell’Immacolata Concerto dell’Immacolata esecuzione celebrativa programma: Magnificat e Gloria di Vivaldi per coro e orchestra esecutore: L’incanto armonico Chiesa Parrocchiale di Nave - ore 21,00 Mostra “Ianua Cœli” i coniugi Cariola Antonio e Rosaria nel 50° Anniversario del loro Matrimonio Ianua Coeli (porta del cielo) è uno dei titoli proclamati nelle Litanie della Beata Vergine e ben si estende a descrivere questo straordinario tempio a Lei dedicato dall’8 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010 La mostra illustra i lavori di restauro ed espone documenti originali: piante delle chiese, bozzetti e studi di Trainini e di Cresseri Orari di Apertura: Prefestivi: dalle 16,00 alle 20,00 Festivi: dalle 10,00 alle 12,00 dalle 16,00 alle 18,00 20 Nave Nostra n. 5/2009 Salone ex-Acli - Via Brescia, n°3 - Nave