Nave_Nostra_5_dicemb..

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Nave_Nostra_5_dicemb..
n. 5 - Dicembre 2009 - Anno 63
Giornale della comunità parrocchiale Maria Immacolata di Nave (BS)
Calendario
Liturgico
DICEMBRE 2009
7 Sabato ANNO DOMINI 2010
Inaugurazione
Restauri Chiesa
GENNAIO 2010
8 Martedì Immacolata
Concezione della B.V. Maria
Solennità Patronale
“Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie”
(Lc 1,26-38)
ore 10,45: S. Messa Solenne con partecipazione del Coro del Garza
12 Sabato Ritiro ragazzi Iª Media
ore 19,00: S. Lucia in Oratorio
13 3ª Domenica di Avvento
“Canta ed esulta, perché grande in
mezzo a te è il Santo di Israele”
1 Venerdì Maria Madre di Dio
“Dio abbia pietà di noi e ci benedica”
1 5 Martedì ore 20,30:
Consiglio Pastorale
16 MercoledìLiturgia penitenziale
Adolescenti-Giovani
17 Giovedì “Fame d’Amore”
incontro per genitori
ore 20,00: Inizio Novena di Natale
18 Venerdì Centri di Ascolto:
Veglia di Natale
19 Sabato ore 15,00:
Natale dell’Anziano
204ª Domenica di Avvento
“Signore, fa splendere il tuo volto e noi
saremo salvi” (Lc 1,39-45)
10,45: Consegna del Vangelo
(gruppo Nazareth)
Genitori ICFR 2
Ritiro Giovani
22 Martedì ore 20,30:
Liturgia penitenziale per Adulti
24 Giovedì ore 9,00:
S. Messa e riflessione
Tempo utile per le confessioni:
dalle 9,30 alle 12,00;
dalle 15,30 alle 19,00
ore 23,00: Veglia di Natale
ore 24,00: S. Messa della Notte
25 Venerdì Natale del Signore
“Tutta la terra ha veduto la salvezza
(Gv 1,1-18)
del nostra Dio”
Ss. Messe: ore 7,30 – 9,30 e 18,00;
ore 10,45: S. Messa in canto
ore 15,30: Vespri solenni
26 Sabato Santo Stefano
“Signore Gesù, accogli il mio spirito”
(Mt 10,17-22)
Ss. Messe: ore 7,30 – 10,00 e 18,00;
27 Domenica Sacra Famiglia
“Beato chi abita nella tua casa, Signore”
(Lc 2,41-52)
31 Giovedì San Silvestro
Alla S. Messa delle ore 18,30: Canto
del Te Deum di ringraziamento
Genitori ICFR 2
12 Martedì Genitori ICFR 3
14 Giovedì ore 20,30:
Consiglio Pastorale
17 2ª domenica del Tempo Ordinario
“Annunciate a tutti i popoli le meravi(Gv 2.1-11)
glie del Signore” Giornata della Pace
Genitori ICFR 2
19 Martedì Genitori ICFR 4
20 Mercoledìore 20,30:
Incontro Spiritualità per i Giovani
22 Venerdì ore 20,30:
Animatori Centri di Ascolto
23 Sabato Recital Giovani Salesiani
243ª domenica del Tempo Ordinario
“Le tue parole. Signore, sono spirito e
(Lc 1,1-14: 4,14-21)
vita” ore 9,30:
Presentazione Cresimandi 1ª Media
Recital Giovani Salesiani
26 Martedì ore 20,30:
Conferenza per la Festa di don Bosco
27 Mercoledìore 14,30:
Centri di Ascolto Pomeridiani
29 Venerdì ore 20,30:
Centri di Ascolto
31 4ª domenica del Tempo Ordinario
“La mia bocca annunzierà la tua salvezza” ( Lc 4,21-30)
Festa di San Giovanni Bosco
La nostra Comunità partecipa con
riconoscenza.
orari su apposite locandine
(Lc 3,10-18)
2
(Lc 2,16-21)
Ss. Messe: 7,30 – 10,00 – 16,00 e 18,00
Primo Venerdì del mese
3 Domenica del SS. Nome di Gesù
“Il Verbo si è fatto carne e ha posto la
sua dimora in mezzo a noi” (Gv 1,1-18)
6 Sabato Epifania del Signore
“Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli
della terra “ (Mt 2,1-12)
10 Domenicadel Battesimo di Gesù
“Benedici, Signore, l’ anima mia”
(Lc 3,15-16.21-22)
FEBBRAIO 2010
2 Martedì Presentazione di Gesù
“Vieni, Signore, nel tuo tempio santo”
( Lc 2,22-40)
Cineforum
3 MercoledìS. Biagio
Al termine delle Sante Messe: Benedizione della gola
Nave Nostra n. 5/2009
7 5ª domenica del Tempo Ordinario
“Cantiamo al Signore, grande è la sua
gloria” (Lc 5,1-11)
Giornata della Vita
Genitori ICFR 1
9 Martedì Cineforum
Genitori ICFR 3
10 Mercoledìore 20,30:
Incontro Spiritualità giovani
11 Giovedì B.V. di Lourdes
12 Venerdì San Costanzo
Solennità patronale
“Chi spera nel Signore non resta con(Mc 6,7-15)
fuso” ore 10,30: S. Messa Solenne concelebrata con i Sacerdoti nativi ed operanti in Nave.
Giornale della comunità parrocchiale “Maria Immacolata” di Nave
n. 5 - Dicembre 2009 - Anno 63
Sommario
Calendario ������������������������������ 2
Separati-Divorziati-Risposati�������� 4
La vita dei Santi ���������������������� 4
San Giovanni Maria Vianney
Il Santo curato d’Ars
Anno Sacerdotale 7
Ecclesia������������������������������������������11
Un solo pane, un unico corpo La salvaguardia del creato
Il gruppo “San Vincenzo” ������������12
Inserto Speciale Restauri:
La Volta del Paradiso
Gruppo “terza età” ������������������������ 15
Oratorio �������������������������������� 16
Lo Sprinter siete voi
Sorridi!
C’è posto per voi
Ero forestiero
Natale, la luce di Cristo���������������� 20
Appuntamenti di Natale�������������21
Taccuino Economico���������������� 23
Lettera del Vescovo agli sposi e alle famiglie
per il Natale 2009
Carissimi sposi e famiglie tutte,
anche quest’anno desidero raggiungervi personalmente con
un affettuoso augurio natalizio, dicendo così la mia vicinanza
alle vostre case e la mia gratitudine a Dio per voi.
Il tempo e le festività natalizie sono un momento propizio
per gustare la bellezza del clima familiare e riprendere speranza
per i cammini più difficili, dolorosi.
Anch’io, come voi, sono spesso rapito dai ritmi frenetici della quotidianità, fatti di scadenze da rincorrere e problemi da
risolvere. Anch’io, come voi, ho bisogno del Natale, per ritornare all’umanità più autentica, quella voluta e amata dal Padre.
Prendiamoci un po’ di tempo, doniamolo al Signore e impariamo di nuovo l’arte dell’ascolto e della meraviglia, vie sicure
per incontrare la semplicità della grotta di Betlemme. Affiniamo
l’udito del nostro cuore: potremo ancora una volta sentire il canto beato degli angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla
terra pace agli uomini, che egli ama”.
Ora, vengo nelle vostre case e ammiro meravigliato il segno
del presepe, sempre uguale eppure in ogni focolare così diverso,
fatto a vostra immagine. Ascolto i vostri discorsi e apprendo tanto bene, insieme però a preoccupazioni e fatiche: la stanchezza di
relazione, il lavoro, i soldi mai sufficienti, qualche seria malattia di una persona cara, i figli e la loro educazione.
Già, i figli: dono benedetto del Signore e vita vostra, carissimi
genitori! Spesso, però, non sono bene accolti, rimangono soli e poveri
di valori, di fede. Coraggio, quel Dio che vi ha donato tanta ricchezza non vi abbandona; cercatelo e imparate da Lui, dal suo cuore.
Tra le tante parole che si dicono nella vita, in questo Natale
ne voglio ascoltare con voi alcune speciali, di quelle che si pronunciano raramente, ma sono così potenti.
“Vogliamo per nostro figlio il Battesimo, la vita eterna”.
Che bella domanda avete fatto alla Chiesa, cari sposi. Avete
chiesto il sempre e il tutto del bene di Dio per le vostre creature.
E questa domanda nasce dal vostro amore di coniugi e prosegue
quel dono della vita che avete offerto nella generazione, insieme
a Dio Creatore. Ora, la Chiesa, comunità dei credenti, è guidata
dallo Spirito Santo per ascoltare sapientemente queste domande
e per poter garantire risposte vere, efficaci. L’atto di volontà che
vi ha spinto a invocare dal Padre queste cose grandi per i vostri
fi gli sia sostenuto da una testimonianza quotidiana d’amore e
di fede. Continuate nel solco che avete intrapreso, sarà il modo
più sicuro per affi dare le persone amate a Dio e a un mondo più
bello. È nel matrimonio che dovete cercare la forza e il coraggio
di portare avanti fino in fondo la domanda del Battesimo. Siate
certi, vivete il sacramento dell’amore, nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia…
Vi ricordate quelle domande che il sacerdote, a nome di tutta la Chiesa, vi ha posto il giorno delle nozze? Una di queste
diceva così: “Siete disposti ad accogliere i figli che Dio vorrà
donarvi e ad educarli secondo la legge di Cristo e della Chiesa?”.
Con decisione, sincerità e probabilmente con un pizzico di sana
incoscienza, voi avete detto sì! Come Maria all’Angelo, come
tutte le persone di buona volontà, responsabili e amanti di Dio,
del prossimo. E così, nel vostro matrimonio, benedetto e consa-
crato dal Signore, avete reso una completa disponibilità ad essere
fecondi nella vita, nell’amore e nella fede. Il vostro legame si è
fatto culla di cura totale dei figli e luogo–metodo di trasmissione
di Gesù Cristo. Anche qui, non siete soli, la Chiesa a cui vi siete
rivolti, partecipa volentieri della vostra paternità e maternità,
delle soddisfazioni e delle fatiche di essere genitori.
Nel giorno del Battesimo i vostri figli hanno iniziato ad
essere introdotti nella vita divina, nella famiglia cristiana; e
questo, con il vostro cuore, con i vostri passi. Quale dono, quale
responsabilità: Dio si è piegato ad abitare nelle vostre creature,
briciole amate di umanità, e anche nella vostra casa si è sentito il
canto degli Angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli…”.
Insieme a questa legittima gioia, però, non posso distogliere
l’ascolto dalle tante domande di chi non ha figli; parole di vita
fatte di silenzi e di lacrime, di rincrescimenti e a volte di sensi
di colpa. Riconosco il vostro dolore e le fatiche di non trovare
facili soluzioni; benedico anche i molti sposi che sanno allargare
la loro fecondità nell’ampio mondo dell’affido e dell’adozione. A
tutti chiedo di mettersi in paziente ascolto della volontà del Padre, che non lascia mai nessuno senza una strada di generazione
nel bene, di fecondità nell’amore. È vero; tutto questo è più faticoso e rischioso, ma frequentemente le mete indicate dal Signore
sono più alte dei nostri sogni. Sì, tenete lo sguardo della vostra
coppia rivolto a traguardi importanti, sapendo che le occasioni
di servizio alla vita sono sempre smisurate.
Natale non è percepito sempre con il tono di festa della speranza di Dio per noi, soprattutto da chi non ha più un buon clima
familiare, fatto di unità e di condivisione nell’amore coniugale…
Penso alle famiglie vedove, spesso con figli piccoli orfani di
un genitore. L’abbraccio sincero degli amici e dell’intera comunità cristiana saprà offrire più calore nelle feste natalizie, come
nei semplici giorni quotidiani. Bisogna accorgersi di queste voci
discrete, avvicinarle e camminare con loro.
Chi poi ha interrotto la propria storia coniugale con separazione o divorzio farà forse fatica ad affrontare con cuore sereno
l’avvento dell’Emmanuele, con la gioiosa armonia che questo
produce anche nella società. Non raramente si sente dire che proprio questi giorni diventino un vero tormento, perché tempo di
rimpianti e di riapertura di ferite dolorose, mai del tutto sanate.
Proprio a voi, carissimi fedeli, voglio ricordare che Gesù viene
incontro a tutti e non disdegna di nascere anche nei luoghi più
bui e freddi dell’esistenza umana.
La sua presenza tra noi, nella grotta di Betlemme, non inizia forse nel segno della solitudine, del rifiuto sociale e della vicinanza dei soli pastori, gente questa di cattiva fama e per questo
tenuta a distanza? Coraggio, la Chiesa rimane sempre la vostra
casa, dove ritrovarsi in fraternità e rinnovare la vostra fede.
Il canto degli Angeli possa abitare ancora tra voi e vi faccia
pregustare il profumo di paradiso.
A tutte le famiglie dono la mia benedizione e dico: “Accogliete il Signore che viene, egli dona speranza ad ogni persona
Il vostro vescovo
bisognosa d’amore”.
+ mons. Luciano Monari
Nave Nostra n. 5/2009
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Pastorale Separati-Divorziati-Risposati
presentazione del pieghevole allegato e del libro “Secondo il cuore di Cristo”
A
partire dalla consapevolezza che
la Chiesa è chiamata oggi a farsi vicina anche alle famiglie che
hanno incontrato il dolore della separazione/divorzio o anche a coloro che
hanno poi deciso di passare ad una nuova unione, le dieci diocesi della Lombardia, attraverso la Consulta Regionale per
la Pastorale della Famiglia, hanno voluto
elaborare insieme ulteriori strumenti per
aiutare le comunità cristiane a camminare secondo indicazioni e orientamenti
condivisi e comuni, ma soprattutto adatti e efficaci. Si tratta di un PIEGHEVOLE, composto da otto facciate e intitolato: “Separazioni, divorzi e nuove
unioni nella nostra comunità cristiana”; e poi di un LIBRO dal titolo significativo: “Secondo il cuore di Cristo”
(Riflessioni, confronti e orientamenti
per accompagnare nella Chiesa fratelli
in situazioni di separazione, divorzio o
nuova unione).
Il “pieghevole” raccoglie in modo sintetico e semplice quanto indicato nei
documenti magisteriali. Quindi non
intende essere un documento nuovo,
ma solo uno strumento agile e comunicativo, anzitutto per fare chiarezza su un argomento tanto delicato e
complesso, e poi per promuovere uno
spirito ecclesiale che sia conforme alla
verità e alla carità del Vangelo di Gesù.
Il pieghevole contiene anzitutto un
messaggio di speranza proveniente dal
Vangelo: è l’incontro di Gesù con una
donna samaritana, a cui Gesù offre un
dono nuovo, un acqua nuova che possa
davvero rinvigorire la sua vita ed aiutarla a ritrovare la verità profonda della
sua esistenza.
Le pagine centrali intendono offrire gli
orientamenti pastorali da sviluppare in
comunità per accompagnare in modo
corretto e opportuno queste famiglie
divise: anzitutto, riconoscendo il profondo dolore che coniugi, figli, ma anche parenti ed amici e la stessa Chiesa
provano di fronte alla rottura della vita
matrimoniale. Per questo è importante
intraprendere o intensificare cammini
di fede adatti e fruttuosi, per trovare
una parola che illumini la mente, un’in-
4
tima comunione che ridia forza e vigore
al cuore. In tali cammini ha certamente
un ruolo importante la partecipazione
ai Sacramenti. Proprio la constatazione
e il rispetto per le scelte personali sono
alla base della diversa articolazione della disciplina sacramentale per persone
separate, divorziate o risposate. Non
si tratta di porre barriere o esclusioni,
ma di indicare i mezzi possibili e adatti
per alimentare la vita cristiana, tenendo
conto di come si ponga la propria situazione di fronte all’insegnamento chiaro
e forte di Gesù sul matrimonio.
Nell’ultimo paragrafo di questa parte
centrale ci si concentra sulla comunità ecclesiale e ci si chiede quale accoglienza debba riservare a questi fratelli
che continuano a vivere in essa, lasciandosi guidare da uno spirito di verità e
di carità. Il pieghevole termina con una
facciata dedicata alle singole diocesi
lombarde e alle iniziative o ai riferimenti che in esse si possono trovare.
“Destinatari”
di questo pieghevole sono le nostre comunità cristiane, là dove concretamente le famiglie vivono, con le loro gioie
e i loro dolori; e in esse, anzitutto, gli
operatori pastorali, in particolare quelli
dediti all’ambito matrimoniale-familiare, sacerdoti e laici.
Ad essi spetta il compito di promuovere
in comunità una corretta informazione
e formazione, ed un atteggiamento di
accoglienza, di ascolto e di accompagnamento, con carità nella verità.
Questo strumento può essere usato
molto utilmente nell’incontro e nel dialogo personale con persone separate, divorziate o risposate che desiderano fare
luce sulla propria situazione esistenziale
e condizione ecclesiale, e quindi ravvivare la propria fede dentro i cammini
ordinari della parrocchia ed anche attraverso iniziative specifiche organizzate a livello zonale o diocesano.
Marko I. Rupnik - La Samaritana al pozzo - Cappella “Casa Incontri Cristiani” - Capiago (Co)
Nave Nostra n. 5/2009
Il “libro”, Secondo il cuore di Cristo,
edito dal Centro Ambrosiano di Milano, nasce da una bella esperienza vissuta nel 2007 da un gruppo di animatori
di pastorale familiare, in rappresentanza delle dieci diocesi lombarde. Si
è trattato di un corso snodatosi in tre
fine settimana, quindi in modo residenziale, e rivolto all’approfondimento
dei diversi aspetti che una pastorale dei
separati, divorziati o risposati presenta. Dall’esperienza, ricca di riflessioni
e confronti ed intensa per la preghiera
e la convivialità, è scaturito un libro,
che quindi non intende essere solo una
pubblicazione degli atti del corso, ma
vorrebbe comunicare uno spirito e una
passione.
però indulgere in eccessivi tecnicismi.
Alla relazione segue una sintesi dei lavori di gruppo svolti dai partecipanti al
corso, in cui si pongono domande, sottolineature o suggerimenti; in fine è riportata la risposta data dai relatori, con
l’aggiunta di appropriate precisazioni
o chiarimenti. L’andamento del testo è
dunque vivace e articolato, così da dare
al lettore l’opportunità di trovarsi coinvolto quasi personalmente, con il proprio desiderio di capire, di confrontarsi
e di trovare risposte e strade utili per le
situazioni esistenziali e pastorali in cui
ci troviamo oggi. Anche la bibliografia
e la filmografia posta alla fine del libro
hanno l’intento di offrire strumenti per
ulteriori sviluppi e approfondimenti.
Lo “spirito” di chi, profondamente
compreso dalla fede cristiana, si mette
a fianco di fratelli in cerca di una luce e
di un sostegno per offrire loro la parola
viva di Gesù, attraverso l’insegnamento
sapiente della Chiesa. La “passione” di
chi ama la comunità cristiana, vivendola come famiglia composta da tanti
membri ognuno con il proprio ruolo
ma tutti chiamati ad esser partecipi ed
attivi; attenti, come Gesù, soprattutto ai
più piccoli e bisognosi, in una carità che
crea legami fraterni sempre più forti.
Dal punto di vista contenutistico, il libro (così come il corso) è stato pensato
seguendo “tre prospettive: antropologica, teologica e pastorale”. Cioè, si
cerca nella prima parte di approfondire la conoscenza del vissuto di persone
che si separano, divorziano e a volte
passano a nuove unioni, dal punto di
vista sociologico, psicologico, spirituale. Quindi, nella seconda parte, ci si
lascia illuminare dalla Parola di Dio,
dalla tradizione e dall’insegnamento
della Chiesa, raccogliendo i riferimenti fondamentali della fede cristiana. E
in fine, nella terza parte, ci si chiede
quale azione ecclesiale possa essere oggi
possibile e fruttuosa, sotto il versante
morale, giuridico, pastorale. Insomma, l’intento è quello di affrontare i
nodi esistenziali che queste situazioni
di vita presentano, lasciandoci illuminare dall’insegnamento paterno del Signore e cercando di individuare quelle
vie che, con sapienza cristiana, possano
dare o ridare speranza anche al dolore
di un amore … crocifisso.
Ogni aspetto è trattato da un relatore specifico, con riflessioni esposte in
modo articolato e competente senza
I “destinatari” di questo libro sono
senz’altro i sacerdoti, che sempre
più spesso vengono a contatto con
situazioni familiari particolari, ma
anche gli altri operatori pastorali
particolarmente interessati a questi ambiti, non solo da un punto di
vista teorico ma anche pratico,
cioè diretto ad elaborare iniziative
pastorali pertinenti, sia a livello
parrocchiale che diocesano; non ci
si può immettersi in questa pastorale senza un’adeguata formazione
e preparazione. Destinatari sono
anche i diretti interessati (separati,
divorziati o risposati), che intendono approfondire con maggior
criticità gli svariati aspetti che la
loro situazione di vita presenta in
relazione all’insegnamento cristiano, andando così oltre stereotipi
o anche false idee che circolano
nel contesto culturale odierno. Si
tratta quindi di un testo che, nei
suoi contenuti e nella sua metodologia, si presenta ai singoli e alle
comunità (parrocchiali, diocesane
o interdiocesane) come umile ma
efficace strumento per favorire la
crescita di una conoscenza corretta
che per questo diventa formazione
appropriata o meglio acquisizione
di una sapienza cristiana che sa dire
parole e operare fatti … appunto
“secondo il cuore di Cristo”.
Nave Nostra n. 5/2009
C’ è ancora un Vangelo
per i separati/divorziati
e per i risposati?
La situazione delle difficoltà matrimoniali è sotto gli occhi di tutti
ed è veramente difficile, oggigiorno,
trovare un casato che, in un modo o
nell’altro, non sia stato colpito da un
evento di separazione/divorzio. La
stessa comunità cristiana, nel suo insieme, è colpita nelle sue fondamenta e continuamente si interroga sul
che fare, quale atteggiamento tenere
e come accompagnare questi figli che
soffrono. Ancora una volta ci viene in
aiuto la prassi di Gesù, il suo Vangelo
che accoglie e illumina, ammonisce e
perdona; anzitutto, ama!
Le parrocchie della nostra zona pastorale si vogliono unire in preghiera
e in azione per continuare quest’opera di salvezza, mettendosi seriamente
vicino alle persone che hanno affrontato separazione e divorzio, per ascoltare e confortare, chiarire e accompagnare.
Per questi motivi, offriamo a tutti i
fedeli il foglio che trovate come inserto di questo numero del Giornale
parrocchiale, sicuri che capirete l’urgenza dell’argomento e la sua rilevanza ecclesiale. Nessuno si può tirare da
parte o sentirsi nella condizione di
assolutamente puro, sotto una protetta campana di vetro. Ricordiamoci
quanto Gesù ha detto un giorno a chi
ragionava in modo farisaico: “Chi è
senza peccato, scagli la prima pietra”!
Chiarezza e carità sono il binario su
cui accompagnare questi fratelli, figli
di Dio e della Chiesa.
Sicuramente, nel corso di quest’anno
pastorale, ci saranno altre occasioni
di approfondimento e di preghiera.
Intanto, mettiamoci tutti alla scuola
della delicatezza misericordiosa del
nostro Salvatore; come quando si è
piegato a lavare i piedi ai suoi discepoli o come quando si mette a cercare
ogni giorno la pecorella smarrita.
don Giorgio Comini
5
la Vita dei Santi
San Giovanni Maria Vianney
Anno Sacerdotale Benedetto XVI:
la preghiera è il primo impegno dell’Anno sacerdotale
Il Santo curato d’Ars
Nascita 8 maggio 1786
Morte 4 agosto 1859
Canonizzazione 31 maggio 1925
Ricorrenza 4 agosto
dei Parroci
Patrono N
ato l’8 maggio 1786 a Dardilly,
Lione, in una famiglia di coltivatori, Giovanni Maria Vianney
conosce un’infanzia segnata dal fervore
e dall’amore dei suoi genitori. Il contesto
della Rivoluzione francese eserciterà una
forte influenza sulla sua gioventù: farà la
sua prima confessione ai piedi del grande
orologio, nel salone della casa natale, e
non nella chiesa del villaggio, e riceverà
l’assoluzione da un sacerdote clandestino.
Due anni più tardi, fa la sua prima
comunione in un fienile, durante una
Messa clandestina celebrata da un sacerdote ribelle. A 17 anni, sceglie di rispondere alla chiamata di Dio: «Vorrei
guadagnare delle anime al Buon Dio»,
dirà a sua madre, Marie Béluze. Suo padre, però, si oppone per due anni a questo progetto, perché le braccia mancano
nella casa paterna.
A 20 anni comincia a prepararsi al sacerdozio con l’abate Balley, Parroco di
Écully. Le difficoltà lo faranno crescere:
passa rapidamente dallo scoraggiamento
alla speranza, si reca in pellegrinaggio a
Louvesc, al sepolcro di San François Régis. È costretto a disertare quando vie-
6
ne chiamato ad entrare nell’esercito per
andare a combattere durante la guerra
in Spagna. L’abate Balley, però, saprà
aiutarlo durante questi anni caratterizzati da molte prove. Ordinato sacerdote
nel 1815, è in un primo tempo vicario
a Écully.
Nel 1818, viene mandato ad Ars. Là, risveglia la fede dei suoi parrocchiani con
le sue prediche, ma soprattutto con la
sua preghiera e il suo stile di vita. Restaura e abbellisce la chiesa, fonda un
orfanotrofio che chiama “La Provvidenza” e si prende cura dei più poveri.
Molto velocemente, la sua reputazione
di confessore gli attira numerosi pellegrini che vengono a cercare da lui il perdono di Dio e la pace del cuore. Assalito
da molte prove e lotte interiori, mantiene il suo cuore ben radicato nell’amore
di Dio e dei fratelli; la sua unica preoccupazione è la salvezza delle anime. Le
sue lezioni di catechismo e le sue omelie
parlano soprattutto della bontà e della
misericordia di Dio. Sacerdote che si
consuma d’amore davanti al Santissimo
Sacramento, tutto donato a Dio, ai suoi
parrocchiani e ai pellegrini, muore il
4 agosto 1859, dopo essersi consegnato fino all’estremo dell’Amore. La sua
povertà non era simulata. Sapeva che
sarebbe morto un giorno come “prigioniero del confessionale”. Aveva per tre
volte tentato di fuggire dalla sua parrocchia, credendosi indegno della missione di Parroco, e pensando di essere più
uno schermo alla bontà di Dio che un
vettore del suo Amore. L’ultima volta,
fu meno di sei anni prima della morte. Venne ripreso dai suoi parrocchiani,
che avevano fatto suonare la campana a
martello nel cuore della notte. Si recò
allora nella sua chiesa e si mise a confessare fino all’una della mattina. In occasione delle sue esequie, la folla era composta da più di mille persone, fra cui il
vescovo e tutti i sacerdoti della diocesi,
venuti ad abbracciare colui che era già il
loro modello.
Beatificato l’8 gennaio 1905, e dichiarato “patrono dei sacerdoti della Francia”,
viene canonizzato nel 1925 da Pio XI, lo
stesso anno di Santa Teresa del Bambin
Gesù, sarà proclamato nel 1929 “patrono di tutti i parroci dell’universo”.
Nave Nostra n. 5/2009
Parole del Santo Curato d’Ars su...
· Il Sacramento del perdono
Se comprendessimo bene ciò che significa
essere un figlio di Dio, non potremmo fare
il male (…) essere figlio di Dio, oh, la
bella dignità!
La misericordia di Dio è come un
torrente tracimato. Trascina i cuori al suo
passaggio. Non è il peccatore che ritorna
a Dio per chiedergli perdono, è Dio che
corre dietro al peccatore e lo fa tornare a
Lui. Diamo dunque questa gioia a questo
Padre buono.
L’Eucaristia e la comunione
Tutte le buone opere messe insieme non
equivalgono al sacrificio della Messa,
perché sono opere degli uomini, mentre la
Santa Messa è opera di Dio.
Non c’è niente di tanto grande quanto
l’Eucaristia. Eccolo là colui che ci ama
tanto! Perché non amarlo?
Venite alla comunione, venite da Gesù,
venite a vivere di Lui, per vivere per Lui.
Non dite che non ne siete degni. È vero:
non ne siete degni, ma ne avete bisogno.
La preghiera
La preghiera è una dolce amicizia, una
familiarità sorprendente (…) è un dolce
colloquio di un bambino con suo Padre.
Avete un cuore piccolo, ma la preghiera lo
allarga e lo rende capace di amare Dio.
L’uomo ha una bella funzione, quella
di pregare e di amare… Ecco la felicità
dell’uomo sulla terra.
Il sacerdote
L’ordine: è un sacramento che non
sembra riguardare nessuno tra voi ed
è un sacramento che riguarda tutti. È
il sacerdote che continua l’opera della
Redenzione sulla terra. Il sacerdote non è
sacerdote per se stesso, lo è per voi.
Andate a confessarvi con la Santa Vergine
o con un angelo. Vi assolveranno? Vi
daranno il corpo e il sangue di Nostro
Signore? No. Un sacerdote, per quanto
semplice sia, può farlo. Può dirvi: andate
in pace, vi perdono. Oh! il sacerdote è
davvero qualche cosa di grande!
La Vergine Maria
Il Padre ama guardare il cuore della
Santissima Vergine Maria come il
capolavoro delle sue mani.
Gesù Cristo, dopo averci dato tutto ciò
che poteva darci, vuole ancora farci eredi
di ciò che ha di più prezioso, sua Madre.
·
·
·
S
i è chiuso, come sapete, il 28 giugno, l’Anno Paolino. Rendiamo
grazie al Signore per i frutti spirituali che questa importante iniziativa ha
apportato in tante comunità cristiane.
Ringraziamo [inoltre] la Provvidenza
di Dio che ci offre la possibilità ora di
celebrare l’Anno Sacerdotale. Auspico
di cuore che esso costituisca per ogni sacerdote un’opportunità di rinnovamento interiore e di saldo rinvigorimento
nell’impegno per la propria missione.
Come durante l’Anno Paolino nostro
riferimento costante è stato san Paolo,
così nei prossimi mesi guarderemo in
primo luogo a san Giovanni Maria Vianney, il santo Curato d’Ars, ricordandone il 150° anniversario della morte.
Egli amava dire che “un buon pastore,
un pastore secondo il cuore di Dio, è il più
grande tesoro che il buon Dio possa accordare ad una parrocchia e uno dei doni
più preziosi della misericordia divina”.
E, quasi non riuscendo a capacitarsi
della grandezza del dono e del compito
affidati ad una povera creatura umana,
sospirava: “Oh come il prete è grande!...
Se egli si comprendesse, morirebbe... Dio
gli obbedisce: egli pronuncia due parole e
Nostro Signore scende dal cielo alla sua
voce e si rinchiude in una piccola ostia”.
Lo stesso titolo dell’Anno Sacerdotale
- Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote evidenzia che il dono della grazia divina
precede ogni possibile umana risposta e
realizzazione pastorale, e così, nella vita
del sacerdote, annuncio missionario e
culto non sono mai separabili.
Chi è infatti il presbitero, se non un
uomo convertito e rinnovato dallo Spirito, che vive del rapporto personale
con Cristo, facendone costantemente
propri i criteri evangelici? Chi è il presbitero se non un uomo di unità e di
verità, consapevole dei propri limiti e,
nel contempo, della straordinaria grandezza della vocazione ricevuta, quella
cioè di concorrere a dilatare il Regno
di Dio fino agli estremi confini della
terra?
Sì! Il sacerdote è un uomo tutto del Signore, poiché è Dio stesso a chiamarlo
ed a costituirlo nel suo servizio apostolico. E proprio essendo tutto del Signore,
è tutto degli uomini, per gli uomini.
Durante questo Anno Sacerdotale, che
si protrarrà fino alla prossima solennità
del Sacratissimo Cuore di Gesù, preghiamo per tutti i sacerdoti. Si moltiplichino nelle diocesi, nelle parrocchie,
nelle comunità, iniziative di preghiera
e, in particolare, di adorazione eucaristica, per la santificazione del clero e
le vocazioni sacerdotali, rispondendo
all’invito di Gesù a pregare “il Signore
della messe perché mandi operai nella
sua messe” (Mt 9,38).
La preghiera è il primo impegno, la
vera via di santificazione dei sacerdoti, e l’anima dell’autentica “pastorale
vocazionale”. La scarsità numerica di
ordinazioni sacerdotali in taluni Paesi non solo non deve scoraggiare, ma
deve spingere a moltiplicare gli spazi
di silenzio e di ascolto della Parola. Chi
prega non ha paura; chi prega non è
mai solo; chi prega si salva! Modello di
un’esistenza fatta preghiera è senz’altro
san Giovanni Maria Vianney. Maria, la
Madre della Chiesa, aiuti tutti sacerdoti a seguirne l’esempio per essere, come
lui, testimoni di Cristo e apostoli del
Vangelo.
dall’Udienza generale del 1° luglio
Preghiera
per l’anno Sacerdotale
S
ignore Gesù, che in san Giovanni
Maria Vianney hai voluto donare alla
Chiesa una toccante immagine della
tua carità pastorale, fa’ che, in sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo in pienezza quest’Anno Sacerdotale.
Fa’ che, sostando come lui davanti all’Eucaristia, possiamo imparare
quanto sia semplice e quotidiana la
tua parola che ci ammaestra; tenero l’amore con cui accogli i peccatori
pentiti; consolante l’abbandono confidente alla tua Madre Immacolata.
Fa’, o Signore Gesù, che, per intercessione del Santo Curato d’Ars, le famiglie
cristiane divengano « piccole chiese », in
cui tutte le vocazioni e tutti i carismi,
donati dal tuo Santo Spirito, possano
essere accolti e valorizzati. Concedici,
Signore Gesù, di poter ripetere con lo
stesso ardore del Santo Curato le parole con cui egli soleva rivolgersi a Te:
«Ti amo, o mio Dio, e il mio solo
desiderio è di amarti fino all’ultimo
respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti
piuttosto che vivere un solo istante
senza amarti.
Ti amo, Signore, e l’unica grazia
che ti chiedo è di amarti eternamente.
Mio Dio, se la mia lingua non
può dirti ad ogni istante che ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta
tante volte quante volte respiro.
Ti amo, o mio Divino Salvatore,
perché sei stato crocifisso per me, e
mi tieni quaggiù crocifisso con Te.
Mio Dio, fammi la grazia di morire
amandoti e sapendo che ti amo».
Amen.
Benedetto XVI
·
8 novembre - Benedetto XVI in visita a Brescia
Nave Nostra n. 5/2009
7
Un solo pane, un unico corpo 1 Cor 10, 14-17
L’Eucaristia nella vita della comunità cristiana
Lettera pastorale per l’anno 2009-2010 di mons. Luciano Monari - Vescovo di Brescia
“
1. Prologo
È domenica mattina. Il mondo sembra quieto; molti
dormono ancora per ricuperare le ore del­la sera. E tuttavia
quando un suono di campane si diffonde nell’aria, da molte
case, come rispon­dendo a una chiamata, escono persone che
si di­rigono verso la chiesa.
Sono vestite bene, come se andassero a un ricevimento;
camminano svel­te, come se qualcuno le stesse aspettando e
non volessero far tardi. Perché?
Perché non stanno tranquillamente a letto per godersi qualche
ora di assoluto riposo?
Il Corpo vero
Ecce Homo
Antonello da Messina (1439/40-1479)
La constatazione che la storia di Gesù è storia vera porta
con sé la consapevolezza che quel corpo è il Corpo vero.
Non c’è mistificazione, sostituzione, incertezza: è quello il
Corpo che ha sofferto, è morto in croce, è stato trafitto.
L’immagine vale la constatazione di questa affermazione
e l’intenzione di riprodurre la verità della sofferenza non
è fine a se stessa ma ha il compito di aprire alla certezza
che quello in cui si crede è, prima di tutto, vero e, come
tale, imprescindibile per la fede.
È la contraddizione di due passi della Scrittura: Isaia
dice del Servo di Jahvé che non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi; ma Giovanni recensisce la
parola di Gesà che dice: “Quando sarò innalzato da terra
attirerò tutti a me”.
È la contraddizione sconvolgente della bellezza dell’amore
che trapassa il velo dell’apparenza e conduce alla verità
della Vera Immagine, del Corpo vero.
8
2. Il giorno del Signore
Un salmo, cantato nella festa di Pasqua, dice: “Questo è il
giorno che ha fatto il Signore; ralle­griamoci ed esultiamo!” (Sl
118, 24). Naturalmente tutti i giorni sono fatti dal Signore, lui
che è crea­tore di ogni cosa, dello spazio e del tempo.
E pe­rò c’è un giorno che appare diverso dagli altri, un giorno
nel quale l’azione di Dio si dispiega con una forza e una
chiarezza unica. È il giorno in cui Dio ha risuscitato Gesù
dai morti e cioè in cui Dio ha introdotto un pezzo del nostro
mondo (l’umanità di Gesù, la carne umana di Gesù) nel
suo mondo (nel mondo di Dio, nell’eternità e nella gloria
di Dio). In questa azione è stata spezzata l’autosufficienza
del mondo e, nello stesso tempo, è stata vinta una volta per
tutte la morte: il Cristo risorto - l’uma­nità gloriosa del Cristo
risorto - non muore più, la morte non ha più nessun potere
sopra di lei.
E siccome la risurrezione di Gesù è promessa della nostra
risurrezione, il giorno del Signore contie­ne la speranza che
anche il nostro mondo, anche la nostra fragile natura umana,
entrerà nella glo­ria di Dio e sarà fatta partecipe della pienezza
di vita che appartiene a Dio solo.
Per questo oggi è un giorno speciale; per questo ci alziamo
lieti; per questo ascoltiamo il suono delle campane come fosse
un appello rivolto a noi e usciamo di casa; per questo “con
timore e gioia grande” (Mt 28, 8) ci avviamo verso la chiesa.
Per fare che cosa? Per ringraziare, lodare, be­nedire, esaltare,
glorificare, cantare, gioire insie­me.
Abbiamo visto la vittoria della vita sulla morte, dell’amore
sull’egoismo; ci è stata data la speranza della nostra stessa
vittoria!
È mai possibile rimane­re indifferenti o pigri? Continuare
a ciondolare tra interessi meschini e divertimenti insulsi?
Appiatti­re il nostro desiderio su beni effimeri, che accre­
scono la sete invece di placarla, che fanno sentire il vuoto
già un attimo dopo la soddisfazione che sembrava immensa?
Sentiamo un desiderio gran­de di vita, abbiamo bisogno di
amore, custodiamo una speranza salda e vogliamo esprimere
tutta la nostra gioia.
Per questo ci mettiamo in cammino verso la casa di Dio.
Nave Nostra n. 5/2009
”
La struttura della lettera si articola in tre
parti: la prima riguarda la celebrazione
eucaristica; la seconda la cura dell’arte
della celebrazione; la terza Eucaristia e
vita.
La prima parte è quella più corposa e in
essa il Vescovo propone una meditazione approfondita sulla Messa illustrandone le varie parti e accompagnandole
con la lettura dei significati teologici,
liturgici e spirituali. Si sviluppa su tre
momenti: la liturgia eucaristica, i riti
di comunione, la liturgia della Parola.
Per comprendere lo spirito che percorre la Lettera, riprendiamo un passaggio
della parte finale, dove il Vescovo scrive:
“La celebrazione dell’Eucaristia termina
con un congedo: ‘La Messa è finita; andate in pace’. Ma è davvero un congedo?
(…) La Messa continua, ma come? Usciamo di chiesa rinnovati, ma in che modo?
Che cosa cambia la Messa nella nostra
vita? (...) La domanda giusta è: che tipo
di uomo viene generato dalla celebrazione dell’Eucaristia? È il Signore risorto che
agisce nell’Eucaristia; è il suo Spirito che
ci viene trasmesso e che riordina dentro di
noi pensieri, sentimenti, desideri, decisioni… Per permettere all’eucaristia di operare in noi con il massimo di efficacia”.
È su questa traccia che si snoda il cammino di avvicinamento al mistero eucaristico, si manifesta la tensione spirituale
che trasforma la partecipazione passiva
a un rito nella trasfigurazione in Cristo.
Lo scopo delle Lettera è quello di fare
emergere il mistero eucaristico nel
modo più chiaro possibile, scrive infatti: “…Questa centralità deve riconoscersi
nell’importanza che si dà alla preparazione e alla celebrazione stessa. Vorrei che
ogni parrocchia avesse, la domenica, una
celebrazione particolarmente curata, che
manifesti nel modo più pieno la convocazione della comunità parrocchiale stessa”.
Dall’Eucarestia così intesa scaturisce
una nuova coscienza della persona, secondo il modello dell’uomo nuovo una
esistena che vive le tre dimensioni della
persona: l’avere, l’essere e il donare.
Avere ed essere sono entrambi necessari,
ma il valore supremo della persona è il
donare a cui l’avere e l’essere sono finalizzati. L’Eucarestia pone infatti il dono
di sé (pane spezzato e offerto) come la
suprema realizzazione della persona:
ciascuno infatti realizza pienamente sé
stesso quando la sua vita, tutto il suo
essere e il suo avere diventano dono per
gli altri.
In ricordo di
don Riccardo Carrara
I
l 28 settembre u.s. abbiamo avuto la
notizia del ritorno al Padre di Don
Riccardo Carrara.
Siamo stati colti di sorpresa anche se sapevamo del suo difficile stato di salute
e, con la sorpresa, ci ha colti anche un
profondo senso di dolore perché avevamo imparato ad amarlo.
Noi abbiamo avuto la fortuna di averlo
come Curato dell’oratorio e di conoscerlo dal 1981 al 1986; in tale periodo
ne abbiamo apprezzato la bontà, l’estrema riservatezza, la gentilezza innata, la
capacità dell’insegnamento e la vocazione pastorale.
Il suo percorso sacerdotale, seppur breve, è stato impegnativo:
ordinato Sacerdote il 9.6.1979 (era nato
il 30.6.1954) è stato curato ad Urago
d’Oglio dal 1979 al 1981, a Nave dal
1981 al 1986, a Calcinatello dal 1986
al 1989.
Quindi è stato nominato Parroco a
Mura sino al 2001 e, in seguito, Parroco a Nigoline di Cortefranca.
Con questa scomparsa ci si pone una riflessione: i Curati si alternano nelle nostre comunità con una certa frequenza
e non sempre riusciamo a comprenderne il valore, l’impegno e le capacità non
del tutto espresse, data la media della
giovane età , la mancanza di lunga espeNave Nostra n. 5/2009
rienza e la brevità della loro presenza.
Dovremmo essere più attenti e vicini,
dovremmo collaborare, ognuno con
le proprie possibilità, all’inserimento
ed alla valorizzazione del loro impegno: i giovani prestando attenzione e
aiuto fraterno, gli adulti offrendo una
presenza affettuosa e coadiuvante per
supportare questi sacerdoti nella loro
missione.
Dovremmo inoltre tenere sempre presente che i curati vengono tra di noi per
amore, per mostrarci l’amore di Gesù,
attraverso rinunce che a volte ci sfuggono ma che dovrebbero sempre farci
capire fino a dove può portare l’amore
per il prossimo.
Assicuriamo la nostra preghiera per
Don Riccardo, ricordando il suo impegno nella crescita della nostra comunità
giovanile.
I Collaboratori dell’Oratorio
Ente ecclesiastico
parrocchia Maria Immacolata
Direttore:
don Gianluigi Carminati
Direttore responsabile:
Alessandro Piergentili
Coordinatore:
Livio Tameni
Redazione fotografica e video:
Claudio Balzarini - Ferruccio Porta
Piergiorgio Pasotti
Direzione - Redazione
Amministrazione:
via S. Cesario 2, 25075 Nave (Bs)
Telefono: 0302530119
Stampa:
Tipografia Olivieri (Nave)
Autorizzazione del Tribunale
di Brescia n. 59/2000 del 5/12/2000
9
La salvaguardia del creato
Domenica 11 ottobre, abbiamo
incontrato, nella celebrazione
domenicale delle 10,45 don
Gabriele Scalmana, responsabile diocesano della “Pastorale
del creato”.
Cogliamo il suo invito ad aprire la sensibilità della comunità
cristiana ai temi fondamentali
del nostro tempo dando inizio,
sul nostro giornale, alla proposta di una rubrica sui temi di
attenzione sociale
Il problema ecologico e le sue radici
culturali
I termini dell’attuale problema ecologico sono noti, benché poi raramente ne
conseguano comportamenti coerenti.
In sintesi, potremmo riassumerli così.
L’aumento delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecnologiche
nel secolo XX, ha prodotto conseguenze notevoli sul sistema-mondo:
• aumento della popolazione con notevoli pressioni sugli ambienti naturali
(e, per altro verso, con una iniqua
distribuzione delle risorse che genera
fame e povertà nell’80% della popolazione mondiale);
• sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, siano esse di carattere biologico (pesca tecnologica, distruzione
delle foreste, diffusione delle biotecnologie…), che di carattere energetico (petrolio anzitutto), che di carattere minerale (metalli anzitutto);
• estinzione di un numero imprecisato,
ma comunque alto, di specie viventi, con un impoverimento globale
dell’ecosfera e una diminuzione della
sua capacità di adattamento ad eventuali mutamenti climatici;
• diffusione nell’ambiente di sostanze
in quantità esorbitanti o di sostanze
nuove, sintetizzate artificialmente,
che inducono modifiche permanenti
e nocive al mantenimento della vita
(inquinamento, effetto serra, buco
d’ozono…).
10
È importante sottolineare tre aspetti
dell’attuale rivoluzione ecologica.
1.L’incidenza dei mutamenti è tale da
coinvolgere la globalità dell’ecosfera
(entro cui vive anche l’umanità!). In
natura tutto è collegato da una rete
fittissima di rapporti, per cui ciò
che avviene in un punto del mondo,
influisce necessariamente su tutto il
resto del pianeta. L’inquinamento da
metalli tossici, ad esempio, coinvolge
anche i ghiacci polari e l’aumento di
anidride carbonica nell’aria si rileva
sia nelle città che nei deserti e sulle
montagne.
2.I cambiamenti non sono stati indotti
da complesse, e largamente a tutt’oggi sconosciute, cause naturali, come
altre volte avvenne nella storia del
mondo (pensiamo all’estinzione dei
dinosauri 66 milioni di anni fa), ma
dalle scelte consapevoli di un’unica
specie vivente, quella umana, che
esercita il suo potere dispotico anche
sulle altre specie.
3.Globalità nello spazio, ma anche
Nave Nostra n. 5/2009
globalità nel tempo. Le scelte attuali
influenzeranno per lungo tempo la
storia naturale e antropica della terra.
Mai, come oggi, l’umanità ha avuto
la possibilità di condizionare in modo
decisivo il futuro del pianeta. Il petrolio viene bruciato ad una velocità
infinitamente maggiore della sua formazione e quindi non ne resterà più
per i secoli a venire; certi inquinanti
(come i CFC), dopo la loro messa al
bando, hanno bisogno di secoli per
essere smaltiti dall’ambiente.
Tutto ciò, sostanzialmente, significa
evidenziare tre concetti che mettono
in discussione i modelli culturali dominanti in Occidente fino ad oggi.
1.Complessità. La natura non è una realtà
altra e separata dall’umanità, meccanicisticamente scompartibile e classificabile al suo interno. La complessità delle
relazioni (e quindi anche la difficoltà di
conoscerle: principio di ignoranza, che
si traduce nel principio di precauzione
in etica) stanno a fondamento del pensiero ecologico moderno.
2.Antroporelativismo. L’umanità non
è al vertice della scala degli esseri e
la sua sopravvivenza è condizionata
dalle relazioni che essa intrattiene col
resto dell’ecosfera. L’umanità non è
sopra, ma dentro la natura.
3.Responsabilità. L’umanità deve agire
in modo tale da salvaguardare le risorse fondamentali del pianeta e gli
equilibri naturali dell’ecosfera anche
per le generazioni a venire. Il nuovo
ethos che nasce dall’esperienza ecologica non è più solo personale, né
solo rivolto al passato della propria
esistenza, ma riguarda le scelte sociali, con riferimento alla globalità della
terra e al futuro dell’umanità.
Il problema ecologico interpella la
Chiesa
La molteplicità delle questioni, di grande rilevanza storica, coinvolte nel problema ecologico contemporaneo, non
può lasciare indifferenti i credenti. Essa
interpella fortemente la fede e la morale
cristiana.
Le risposte infatti arrivarono a vari livelli.
A livello ecumenico, dopo un primo
timido accenno alla VI assemblea del
CEC a Vancouver, il movimento Giustizia, pace e integrità del creato (in sigla
JPIC) ebbe i suoi momenti più significativi nell’assemblea ecumenica europea di Basilea e nell’assemblea ecumenica mondiale di Seoul.
A livello cattolico, il primo documento
importante sui temi JPIC scaturì dal
Pontificio Consiglio della Giustizia e
della Pace in preparazione a Seoul. Esso
era stato di poco preceduto dal Messaggio del papa per la giornata della pace
1990, sul tema Pace con Dio creatore.
Pace con tutto il creato, mentre veniva
accolta con favore la decisione del patriarca di Costantinopoli Dimitros I di
istituire la Giornata dell’ambiente per
il 1° settembre. Da questo momento,
in quasi tutti i documenti pontifici si
trovano accenni all’ecologia, benché
manchi ancora un intervento articolato
e completo (lettera enciclica) sul tema.
A livello dei Vescovi Italiani, il primo
documento arrivò nel 1988 ad opera
della Conferenza Episcopale Lombarda, ma restò piuttosto isolato. Recentemente la CEI ha istituito il Gruppo
Nazionale per la Responsabilità verso il
Creato che ha partecipato all’Incontro
europeo dei responsabili per l’ambiente
presso le Conferenze Episcopali tenuto
a Celje (Slovenia) dal 27 al 30 marzo
1999 e ha organizzato un Seminario di
Studio a Roma il 3 giugno 20003.
La diocesi italiana più impegnata nella
pastorale dell’ecologia sembra quella di
Bolzano-Bressanone, soprattutto per
iniziativa del teologo p. Karl Golser. In
questa diocesi è attivo un Istituto per
la giustizia, la pace e la salvaguardia del
creato ed il Vescovo Egger intervenne
nel 1992 con una lettera pastorale sul
tema: Ricordatevi dei cinque pani… il
nostro impegno per l’uomo e il creato.
Le iniziative ufficiali appena citate
sono sostenute da una quantità sempre
più grande di studi, che coprono vari
ambiti: teologico, etico, spirituale, liturgico. In essi si sottolinea la valenza
sacramentale ed escatologica della natura, cui consegue la necessità di elaborare un nuovo ethos, fondato su una
responsabilità globale, rivolta non solo
alle persone, ma a tutte le relazioni che
si stabiliscono nell’ecosfera. Sia la vita
spirituale di ogni singolo cristiano, che
la vita liturgica delle comunità dovrebbero accogliere questa nuova prospettiva, in modo da “contemplare, cantare,
ritrovare lo stupore […] di fronte alla
gloria della Trinità nella creazione” e
da “riscoprire la nostra fraternità con la
terra”.
Tutto ciò indica, anche per la nostra
diocesi di Brescia, la necessità di scelte
pastorali attente al problema ambientale. Non si tratta, prevalentemente,
di fare cose nuove, ma di introdurre la
nuova dimensione “creazione” nella pastorale ordinaria.
Ambiti di intervento ecclesiale
Anzitutto dobbiamo favorire l’emergere di una mentalità teologica capace di
considerare la struttura sacramentaleescatologica della natura, proprio a partire dai modelli scientifici ecologici moderni. A questo proposito si dovrebbe
Nave Nostra n. 5/2009
agire sia nella formazione dei presbiteri
(seminaristica e permanente) e degli
altri operatori pastorali, sia nella predisposizione di sussidi per la predicazione
e per la catechesi.
La teologia deve poi tradursi in etica.
Occorre stimolare i singoli e le comunità cristiane a scelte di povertà, di responsabilità, di rispetto del creato. Occorre sostenere i gruppi nell’analisi di situazioni locali particolarmente negative
dal punto della gestione del territorio
e negli eventuali interventi di carattere
politico e sociale. Occorre infine offrire
ai cristiani impegnati nel sociale (politica, economia, società) suggerimenti
idonei ad una traduzione coerente del
Vangelo nel mondo moderno.
È nell’azione liturgica che la comunità cristiana celebra i doni del Signore,
rinsalda la propria fraternità, si fortifica
in vista di una coerente testimonianza
evangelica nel mondo. Sarà importante quindi favorire la diffusione della
dimensione “creaturale” nelle liturgie delle parrocchie, degli oratori, dei
gruppi, degli istituti religiosi, e anche
favorire il sorgere di iniziative volte a
celebrare il dono del creato, mediante
feste e appropriate celebrazioni.
Infine, una adeguata pastorale ecologica non potrà non avere anche riflessi ecumenici e missionari proficui, nei
confronti dei singoli e dei gruppi che
si occupano di ambiente. Sarà possibile
iniziare con loro un dialogo che faccia
sentire la Chiesa attenta al loro impegno di responsabilità verso la natura. La
presenza dei cristiani anche nelle varie
iniziative ambientali (dibattiti culturali, interventi operativi sul terreno, feste,
proteste…) potrà divenire una testimonianza e una occasione di incontro sia
con i cristiani non cattolici che con chi
è lontano dalla Fede.
a cura di don Gabriele Scalmana
11
e
serviens
in spe
Il gruppo “San Vincenzo” si racconta
Gruppo “terza età”
Anagrafe Parrocchiale
BATTESIMI
S
ono trascorsi 350 anni dalla morte
di San Vincenzo de Paoli, celebriamo quindi l’anno giubilare Vincenziano.
Siamo così invitati a ripensare al carisma da Lui ereditato attraverso il beato
Federico Ozanam, per riportarlo alla
purezza originale e così tornare nuovi.
La radice e il cuore del carisma Vincenziano non stanno solo nella capacità
di organizzare opere di bene durevoli
ma anche nella cura della propria fede
profonda e nell’essere diventati tutt’uno
con la logica del Vangelo (così come ci
esorta il Cardinal Vallini).
12
La lotta contro la povertà e l’emarginazione è stata pensata a lungo come
una serie di servizi, che però non sono
sufficienti perché non sempre tengono
conto della dignità della persona e dei
suoi diritti fondamentali.
Anche il nostro gruppo, denominato
“Conferenza San Vincenzo Maria Immacolata”, si pone il raggiungimento di
tali obiettivi attraverso una serie di interventi più mirati, soprattutto in questi anni in cui dobbiamo combattere
contro la crisi economica.
Ci sembra opportuno rendere note le
attività intraprese quest’anno.
Sono state visitate soprattutto persone
sole elargendo alimenti, mamme con
bambini piccoli fornendo prodotti
specifici per l’infanzia, ascoltato extracomunitari ed erogati aiuti per il pagamento di bollette varie, ticket sanitari,
affitti.
Da poco abbiamo dato corso a un progetto di aiuto farmaceutico per prodotti da banco attraverso la disponibilità di
un medico e di una farmacia.
Con gioia abbiamo assistito al Battesimo di un bambino singalese e alla Cresima di una ragazza del Ghaana.
Abbiamo ottenuto anche un risultato
significativo nella “giornata nazionale”,
svoltasi a fine settembre; infatti notevole è stato il numero delle persone che si
sono avvicinate con spirito di interesse,
chiedendo informazioni sullo svolgimento delle nostre attività e hanno accettato di buon grado le nostre locandine esplicative.
Ora non nascono più le “Conferenze”
nuove pur essendo la San Vincenzo un
organo internazionale; ne sono sorte
però due in Italia estremamente significative: la prima è la “Conferenza della
Famiglia” di Lecco formata da coppie di
coniugi che portano nelle loro riunioni
anche i figli facendo così respirare loro
fin da piccoli “aria Vincenziana”.
La seconda è una Conferenza della
provincia di Pordenone composta interamente da giovani ghaanesi maschi
e femmine. Ciò può essere considerata
una forma di accoglienza e di integrazione.
Nave Nostra n. 5/2009
Quasi trent’agn dé attività
(quanta acqua sotò i poncc
ormai ghe pasaàt).
El gruppo de la Terza Età
l’è drè amò a laurà.
Miga per vantas,
én po de bè gaarom fat,
per le persune che gà bisogn
dè n’a mà; ognòna gòm
èl nòst còmpit dé fa.
Quando ria èl mèrcoldé
ghè né na quarantina
che pasò tre ure en compagnia;
le fa ‘na tombolada, ‘na briscolada
e ntramès ‘na cantada.
E dopo èn cafinì, du biscutì
e, se el ghè, anche ‘en bicerì.
Ogni Vincenziano dovrebbe prendere
spunto nel suo operare dalla preghiera
che riportiamo:
Preghiera dei Vincenziani
Signore, fammi buon amico di tutti.
Fa’ che la mia persona ispiri fiducia:
a chi soffre e si lamenta,
a chi cerca luce lontano da Te,
a chi vorrebbe cominciare e non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi
e non se ne sente capace.
Signore aiutami,
perché non passi accanto a nessuno
con il volto indifferente,
con il cuore chiuso, con il passo affrettato.
Signore, aiutami ad accorgermi subito:
di quelli che mi stanno accanto,
di quelli che sono preoccupati e disorientati,
di quelli che soffrono senza mostrarlo,
di quelli che si sentono isolati senza volerlo.
Signore, dammi una sensibilità
che sappia andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall’egoismo,
perché Ti possa servire,
perché Ti possa amare,
perché Ti possa ascoltare
in ogni fratello
che mi fai incontrare.
Per entrare nella San Vincenzo è
sufficiente il desiderio di aiutare chi
è in difficoltà. Operare “uniti” in un
cammino di fede e di carità, stimola a
curare i mali e rende migliori chi dona
e chi riceve.
Quattr’olte a l’an fom ‘na giradina,
ndom a visità ‘na cisulina
dè visì o de lontà
notre ghe la fom fa.
Sperom che la dure
‘sto iniziativa, per i zuègn
che i pòde continuà
per i anziani del dumà.
te e lo spirito, a partecipare, anche se
non abbiamo certo la pretesa di essere risolutivi dei vari problemi connessi
con l’età.
Un doveroso ringraziamento a quelle
persone e organismi, che con la loro
generosità ci permettono di attivare
iniziative benefiche rivolte a necessità
locali e alle missioni.
Ecco dunque il programma del
prossimo anno:
Ritrovo in sede tutti i mercoledì
del mese, tranne quando cade nella
settimana in cui c’è anche il 1° venerdì
del mese, e viene allora celebrata la
messa.
Gite:
7 maggio 2010
gita a Gavardo nel pomeriggio
10 giugno
gita all’Annunciata di Ossimo
9 settembre
Gita alla Certosa di Pavia
1 ottobre
Gita ancora da definire
Da non dimenticare:
La Pasqua dell’Anziano il 27 marzo e il
Natale dell’Anziano il 18 dicembre
Gruppo Animatori Terza Età
27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Diego
Claudio
Caldini Matteo
Edoardo
Beatrice
Mattia
Manuel
Francesco
Mattia
Luca
MATRIMONI
Marco Alberto
Andrea Massimo Alex con Valentina
con Elisabetta
con Erica
con Diana
con Cristina
DEFUNTI
55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 Luigi Luisa Paola Battista Giaele Maria Enrico Emilia Teresina Giovanni Angelo Adriana Pierina Amelia Umberto Severino
Elvira
anni 83
anni 46
anni 93
anni 84
anni 92
anni 83
anni 94
anni 91
anni 82
anni 89
anni 64
anni 86
anni 92
anni 85
anni 59
I
n questa poesia della nostra animatrice Rosi Tameni, sono riassunte quasi
tutte le attività che si svolgono ogni
mercoledì nella nostra sede, presso l’ex
oratorio femminile.
Molto apprezzato è l’impegno che alcune di noi hanno con la casa di riposo
per animare e organizzare mensilmente
i compleanni dei nonni ricoverati.
Anche il gruppo della ginnastica, cominciato venti anni fa, su iniziativa
della nostra collaboratrice Silvana Orlandi, continua regolarmente la sua attività; con l’aiuto delle insegnanti Barbara e Monica riusciamo a mantenerci
agili e in forma.
Quindi, invitiamo tutti coloro che hanno voglia di vincere la solitudine, di
comunicare con gli altri e ascoltare un
messaggio che diventa cibo per la men-
Gita a Bedizzole, da don Paolo
Nave Nostra n. 5/2009
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www.oratoriodinave.it
Oratorio
Oratorio
Lo Sprinter siete voi!
O
ttobre, soffia il vento dello
Sprinter, che attraverso la voce
di chi lo anima chiama tutti i
bambini delle elementari a partecipare
alle nostre attività dell’anno 2009-2010:
LUNEDÌ 16,00 - 18,00
E-SPRINTERIAMO
Laboratorio di divertimento ed
esperienze.
Si coinvolgeranno i bambini in esperienze ed uscite particolari, sempre diverse (cavallo, piscina, circo, mulino..)
MARTEDÌ 14,30 - 16,00
C.S.I. (compiti sprinter insieme)
Laboratorio di compiti e giochi
cognitivi
Ogni bambino sarà stimolato nella
gestione responsabile dei propri compiti
e nella risoluzione di giochi cognitivi
16,00 - 18,00
IL SSS (spettacolo sogni sprinter)
Abbiamo pensato di dedicare le diverse
attività ad un obiettivo educativo comune: viaggiare tra la fantasia e la realtà. L’idea è quella di giocare e riflettere
con i bambini su ciò che è reale e ciò
che è fantastico; di stimolare l’immaginazione, ma anche di sperimentare ciò
che esiste ed è concretamente possibile.
A proposito di questo guardiamo al
nostro Sprinter: è fantasia o realtà???
Forse entrambi. È un progetto
“fantastico” nato da un’idea concepita in
più teste e in più cuori tanto tempo fa:
quello di far vivere l’oratorio come un
luogo di cura, in cui i bambini si sentano
accolti e vogliano accogliere a loro volta
gli altri, un luogo a cui affezionarsi
e dove depositare parte del proprio
tempo per crescere insieme. E questa
idea “immaginata” si è concretizzata ed
è divenuta nel tempo realtà: esiste un
progetto concreto, in mezzo a molti
altri progetti dell’oratorio, che è fatto
di attività, di stanze riscaldate, di voci
di bambini, di programmazioni, di
www.oratoriodinave.it
Sorridi!
merende condivise, di spostamenti con
il furgone, di forbici e matite usate, di
acquisti di cioccolata, e tanto altro…
Eppure questa realtà si tuffa di nuovo
nella fantasia se si pensa ad un altro
sogno: che sia la comunità a prendere
parte a questo progetto dedicandosi
ai propri bambini. Sarebbe bello
immaginare delle persone di Nave
di diversa età che abbiamo voglia di
dedicare tempo ai bambini, di stare
con loro e giocare, di parlare e ascoltare
quello che le voci dicono, di provare a
crescere accogliendosi. Pensavo a dei
volontari, dall’adolescenza alla maturità
piena. Gli direi: lo Sprinter siete voi!
Con l’entusiasmo che portate, le idee
condivise, i vissuti scambiati, il tempo
insieme, le ore spese, l’attenzione che
date ai bambini gratuitamente. Lo
Sprinter siete voi!
Fortunatamente queste parole le ho già
dette, perché quel sogno è la realtà che
incontro ogni pomeriggio.
Simona
B
uon giorno a tutti! – sorriso- sono
felice di essere qui – sorriso – davanti a tutti voi – sorriso - per parlare un po’ di me e dello Smile – sorriso -.
Chi sono io?!? Sono il nuovo educatore
dello Smile, mi chiamo Sandro e ho
28 anni (ad essere sincero, quasi 29);
vengo da Marcheno, un paesino che i
più non avranno mai visto se non di
passaggio andando a sciare verso l’alta
Val Trompia. Paese piccolo, ma in cui
sono cresciuto volentieri, ho fatto le mie
prime esperienze di vita comunitaria e
di oratorio. È qui che ho maturato il
mio desiderio di diventare educatore,
è qui che mi sono sperimentato e ho
mosso i primi passi e ho cominciato a
“diventare grande”.
Sono un educatore professionale ormai
da quasi 10 anni, fino a quest’estate
passati nel Cag dell’oratorio di
Marcheno. E mi piace molto farlo,
perché ho sperimentato che vivere
intensamente l’oratorio e il cag aiuta i
ragazzi e le ragazze a crescere in modo
sano e bello.
In questi anni mi sono accorto di
avere un debole per bambini, ragazzi
e adolescenti: anche se non sempre è
un relazionarsi facile, percepisco come
lavorare e giocarsi con queste persone
sia fonte di ricchezza inesauribile. Ed
è per questo che ho accettato la nuova
sfida: lasciare il mio paesello per venire
in una realtà più grande ed articolata,
per mettermi in gioco con bambini,
ragazzi e adolescenti che devo e voglio
conoscere in modo nuovo, e iniziare
con loro un cammino di condivisione
e di crescita.
Sono pronto ad imbarcarmi su questa
Nave, che ancora conosco poco, per
scoprirla a fondo e conoscerla, per
farla “mia” e amarla nel modo che
posso. Vorrei conoscere tante persone
e diventare loro compagno di viaggio,
perché come dice De Gregori: due
buoni compagni di viaggio non
dovrebbero lasciarsi mai, potranno
scegliere imbarchi diversi, saranno
sempre due marinai. Ecco il senso
del mio andar per Nave: conoscere,
incontrare, relazionarmi, voler bene,
accompagnare e poi … solo il tempo dirà
cosa c’è poi. Dal mio piccolo, vi dico che
sono qui pieno di entusiasmo e fiducia,
di voglia di fare e di essere d’aiuto. Con
le mie capacità e i miei limiti.
Ho tra le mani uno strumento che mi
permette di fare tutto ciò: si chiama
SMILE, SORRISO. Perché basta
davvero poco perché tutti i sogni che
porto nel cuore e ho provato a scrivere su
questa pagina si realizzino: basta la forza
sprigionata da un SORRISO donato e
ricevuto. Vorrei che il Cag fosse questo,
una Fabbrica di Sorrisi che nascono
dallo stare insieme facendo piccole
cose: chitarra e copione, avventure
fantastiche, esercizi per diventare
clown, … vi chiedo solo di mettervi in
gioco … e di sorridere!!!
A presto, sempre con il sorriso
Sandro
Laboratorio di teatro
Sperimentazione
espressiva
e
realizzazione di uno spettacolo finale
MERCOLEDÌ 16,00 - 18,00
LA PROVA DELLO SPRINTER!
Laboratorio di cucina
Ogni bambino potrà realizzare da solo
ricette
GIOVEDÌ 16,00 - 18,00
C.S.I. + Art attack
Laboratorio compiti + laboratorio di
manualità
Ogni bambino sarà stimolato nella
gestione responsabile dei propri compiti
e nella realizzazione di lavori manuali
VENERDÌ 16,00 - 18,00
PAPERISSIMA SPRINTER
Laboratorio multimediale
la macchina dell’immagine
Sperimentazione fotografia, computer,
diapositive, giochi ottici, riproduzioni
musicali
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Nave Nostra n. 5/2009
Nave Nostra n. 5/2009
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Oratorio
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Oratorio
C’è posto per voi
Ero forestiero
Le proposte dell’oratorio per gli adolescenti
A
rriva ottobre e l’oratorio è pronto a svelare le proposte autunnoinverno per la nuova stagione:
la ripresa del catechismo, dello sprinter
e dello smile, dei gruppi adolescenti e
giovani sono le punte di diamante del
nuovo catalogo. In particolare per la fascia 12-17 anni ci sono grandi novità. Si
parte con i ragazzi di terza media che,
dopo aver raggiunto l’agognata meta
della Cresima, hanno fatto un balzo in
avanti e per la prima volta abbandonano
la fascia diurna per approdare all’oratorio by night. Anche loro, infatti, si incontreranno il venerdì sera come i ragazzi più grandi ed inizieranno un percorso
di crescita e formazione in compagnia di
Marco e Chiara, due giovani educatori
che hanno accettato di confrontarsi con
questa nuova avventura. Anche i ragazzi
di prima superiore fanno il loro ingresso
nella realtà serale del venerdì, iniziando
il cammino degli ADO1 (primo anno
da adolescenti ufficiali) in compagnia di
Angela, Alice e Giovanni. Per i ragazzi di
seconda superiore (promossi nella categoria ADO2) continua la proposta lanciata l’anno scorso, accompagnati dagli
ormai veterani Andrea, Cynthia, Claudia e Stefano , nonché da una new-entry:
Diana. Per i ragazzi di terza e quarta superiore è stato pensato un nuovo percorso, diverso da quello previsto per i loro
coetanei negli anni passati. L’obiettivo
è quello di aprire gradualmente questo
gruppo ad una dimensione più comunitaria della vita in oratorio, posticipandone l’ingresso nel gruppo giovani. Lungo
questi due anni saranno accompagnati
da alcune loro vecchie conoscenze: Silvia
P, Matteo e Claudio.
Gli incontri settimanali sono un’ottima
possibilità per mettersi alla prova, creare
nuovi legami e lanciarsi in nuove esperienze. Noi educatori lamentiamo però
una scarsa (e in alcuni casi nulla) presenza alla messa domenicale, ai ritiri ed ai
momenti caratterizzati da un profilo più
spirituale. Non è sufficiente partecipare
al gruppo del venerdì sera, ai momenti
di aggregazione, alle attività che catturano l’interesse e che fanno stare bene.
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La vita in oratorio richiede soprattutto
un’attenzione alla propria crescita spirituale e all’incontro con la Parola. Nei
corsi per animatori spieghiamo qual è la
differenza tra un grest organizzato dalla
parrocchia e uno organizzato dal comune: la differenza sta nel mettere al centro Gesù e la dimensione cristiana della
nostra vita. Tali considerazioni non valgono solo per i più piccoli, ma per tutti.
Vivere questo ambiente in modo “ateo”,
prendendo cioè solo il suo lato diverten-
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Cineforum e riflessioni su immigrazione ed accoglienza
te, partecipando ai momenti forti e alle
iniziative che catturano la nostra attenzione, non ha senso. E nemmeno è coerente con la presenza in oratorio, la cui
ragion d’essere sta nella forza e nell’accettazione della proposta spirituale. Perciò al solito e caloroso invito che, anche
in questa occasione, rivolgiamo a tutti
gli adolescenti (vi aspettiamo a braccia
aperte), vogliamo chiudere ricordandovi
la cosa più importante: a messa c’è posto per voi.
Gli educatori
L’
esodo di un popolo in cerca di
pane si trasforma in schiavitù.
Non solo film in questo cineforum di Novembre dedicato all’immigrazione di cui diamo un primo, parziale,
bilancio.
Consapevoli della necessità di
approfondire in modo quanto più
possibile analitico e pacato un tema
tanto attuale quanto sconosciuto,
abbiamo pensato di affiancare alla
proiezione di tre pellicole dibattute in
cineforum due incontri per guardarci
negli occhi e dirci che cosa sia (davvero)
questo fenomeno.
I film programmati seguono una certa
logica di scambio con le due conferenze. Gran Torino di Clint Eastwood è
già entrato nella cerchia dei capolavori cinematografici degli ultimi anni.
Attraverso un racconto senza fronzoli
e orpelli retorici il film mostra le difficoltà della convivenza con chi è diverso per cultura, colore, cibo, religione. Nuovomondo, regia di Emanuele
Crialese, ci ricorda il nostro passato di
migranti negli Stati Uniti ed introduce la seconda conferenza di martedì 17
novembre 2009, una tavola rotonda
per conoscere i numeri reali e le tipologie di lavoro degli immigrati. Con
L’ospite inatteso di Thomas McCarthy, una storia toccante e agghiacciante al contempo, il tutto si conclude.
Ma speriamo che questa fine sia solo
l’inizio della discussione.
Claudio
Il biblista Don Flavio Dalla Vecchia,
nella conferenza da lui tenuta e dedicata all’accoglienza tra le pagine della
Bibbia, ci parla del popolo ebraico che
trova ben altro che il pane in Egitto.
Ci parla di profughi che affollano con
il loro carico di speranze le pagine del
Testo.
Fughe dalla carestia, in cerca di pane.
Chiede Don Flavio : “sappiamo davvero chi sono, da dove vengono questi
immigrati?” e ancora “sappiamo riconoscere in loro il nostro prossimo, sappiamo immedesimarci nella loro situazione, magari ricordandoci che tutti,
in fondo, siamo immigrati in questo
mondo?”.
A scanso di equivoci, non punta sul
sentimentalismo il nostro relatore.
Anzi, è ciò che più detesta. Il problema c’è ed è complesso, manca chi lo
voglia affrontare con più intelligenza
e meno “pancia”. Integrazione non è
accostamento di più culture, ma è la
nascita di una nuova cultura che per
essere pacifica e coesa si deve necessariamente avvalere del contributo di
tutti.
È necessario creare le condizioni, a
partire dalla scuola, perché questa collaborazione non sia eternamente rimandata o, peggio ancora, ostacolata.
Nave Nostra n. 5/2009
Nave Nostra n. 5/2009
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Natale, la luce di Cristo nel mondo
R
omano Guardini, famoso teologo
italiano naturalizzato tedesco, tra
i più autorevoli pensatori cattolici del Novecento, in una sua profonda riflessione sul Natale affermava che: “Nella Rivelazione neotestamentaria, nella
coscienza di Gesù, nel modo in cui Egli
parla di Dio, tratta con Lui, rapporta a
Lui la propria esistenza, si fanno chiare
distinzioni che non hanno relazione con
nulla di mitico.
Dio è l’Uno e Uni­co, ma non è solitario. In Lui vi è un mi­stero di comunione, vi è «Io» e vi è «Tu», ed i nomi che
Gesù cita per indicarli sono «Padre»,
«Figlio» e «Spirito Santo». Que­sti nomi
non hanno relazione di sorta con le
rappresentazioni di generazioni del mi­
to, con i suoi dèi-padri e dèi-figli, ma
esprimono ciò che sta al di sopra d’ogni
concepire ed esprimere. Non è lecito
pe­rò abbandonarli, poiché Dio stesso
ce li ha dati, e sono le porte d’accesso
al suo mistero. Ora ci viene rivelato che
questo Figlio è entrato nel mondo. Ma
ciò in un senso inaudito.
Non solo per via psicologica, nell’animo di una persona pia profondamente
dotata; non solo in termini spiri­tuali,
nei pensieri di una grande persona­lità;
realmente, storicamente invece, così da
produrre l’unità personale con un es­
sere umano. Dio s’è fatto uomo, figlio
di una madre umana, uno di noi - ed è
ri­masto ciò che Egli è eternamente, Figlio del Padre nel cielo. Egli, che come
Dio era in tutto, ma sempre «dall’altro
lato del confine», nell’eterno riserbo, è
venuto al di qua del confine, ed è stato
ora pres­so di noi, con noi.
Di questo evento parla il Natale. Que­
sto è il suo contenuto, questo soltanto.
Tutto il resto - la gioia per i doni, l’affet­
to della famiglia, il rinvigorirsi della
luce, la guarigione dall’angustia della
vita - ri­ceve di là il suo senso. Quando quella consapevolezza però svanisce, tutto scivo­la sul piano meramente
umano, senti­mentale, anzi brutalmente
affaristico”.
Parole di verità che alla Verità attingono e conclusioni dovute, nel tempo dei
consumi indotti, quando non artificiali
ed uno slogan pubblicitario ci induce
da alcuni anni ad approfittare del panettone in vendita, fin dalla tarda estate, affermando che: “Natale, quando
viene viene”. Si può allora comprendere perché vi sia chi auspica che il Natale
cristiano lasci le luci al neon, le grandi
abbuffate, i carrelli colmi di spesa, l’orgia dei regali e degli acquisti e, dal punto di vista liturgico, si unisca al Natale
celebrato ogni anno il 6 gennaio dalle
sante chiese d’Oriente e con quelle antiche e povere d’Africa.
Concordiamo infatti che non sarebbe
il 25 dicembre la ricorrenza esatta della
nascita di Gesù e fin qui, storicamente,
possiamo perfino accettarlo. La data è
convenzionale ed è stata a lungo osteggiata nell’Europa della Riforma, le cui
Chiese protestanti la consideravano un
cedimento ed una sovrapposizione fatta
alla festa in cui - dall’antica Babilonia ai
tempi di Roma e del dio Mitra - i culti
pagani celebravano, proprio in quel giorno, il “Dies Natalis Solis Invicti” (giorno
della nascita del sole invincibile) ed analoghe cerimonie, dalla notte dei tempi,
celebravano egizi e aztechi. Sempre il 25
dicembre veniva accreditata la nascita di
Zarathustra, Khrisna, Dioniso, Adone,
Attis, del Dio nordico Freyr.
Certo però crediamo, con forza e pari
convinzione, che Cristo, unica luce vera
del mondo che risplende per sempre,
apice e riepilogo della Storia, che tutta
in sé ricomprende e ha salvato, la cui nascita è avvolta ed intrisa nel mistero di
grazia, non potesse essere celebrato e ricordato in un giorno diverso, per quanto
oggi così consumistico e poco spirituale.
È Lui infatti il vero e solo, unico, “Sole
invincibile” della nostra esistenza, colui
che ha squarciato le tenebre, svelandoci l’identità del Padre, allargandoci per
sempre gli orizzonti della sofferta quotiAlessandro Piergentili
dianità. È NATALE
È Natale ogni volta che sorridi
a un fratello e gli tendi una mano.
È Natale ogni volta che rimani
in silenzio per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta che non accetti
quei principi che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta che speri
con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta che riconosci
con umiltà i tuoi limiti
e la tua debolezza.
È Natale ogni volta che permetti
al Signore di rinascere
per donarlo agli altri.
George de la Tour - Adorazione dei pastori -1644 - Musee du Louvre, Parigi
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Nave Nostra n. 5/2009
(Madre Teresa di Calcutta)
Fiaccolata
della Notte
di Natale
Concerto Gospel di Natale
La fiaccolata di Natale, proposta lo
scorso anno dal Geo, viene riproposta
quest’anno nella vigilia, il 24 dicembre,
arrichita dalla partecipazione dei
gruppi di Contrada. Come una
grande convocazione verso la chiesa
parrocchiale per l’appuntamento della
Messa di Mezzanotte, riproporrà l’invito
a camminare verso la luce portando in
dono la semplice solidarietà dei poveri.
Il concerto è organizzato dalle Parrocchie di Nave, Muratello, Cortine in
collaborazione con l’Associazione Nave
Blues e Comune di Nave - Assessorato
alla Cultura.
Sabato 26 dicembre
Chiesa Parrocchiale
ore 21,00
4 elementi: piano e voci
Ingresso libero e gratuito.
Danielle Wilson
Nativa di New Orleans è una delle
più giovani e importanti voci della
Xavier University della Louisiana.
La sua prima apparizione risale
all’età di 2 anni dove si esibisce come
solista in una chiesa locale sotto la
direzione della madre.
Da qui inizia la sua carriera che si
estende dagli eventi locali e festival
jazz quali il French Quarter Festival
alla Spagna, Francia, Belize, Aspen,
Colorado, nonché al John F.
Kennedy Center di Washington.
L’inizio
della
sua
carriera
professionale risale al suo primo
Banda S. Cecilia
musical “Jazz Jazz Jazz” al Jazzland
ThemePark di New Orleans dove
interpreta la parte di “Diva” a cui
seguiranno numerose apprazioni in
altri spettacoli quali: Dialogue of
the Carmelities, Dreamgirls dove
interpreta Tiny Joe Dixon, Purlie,
Company, Colored Girls, I Gotta
Homw, Emmitt Till, Spunk, Amahl
e Night Visitors.
Recentemente ha lavorato al
musical “Mahalia” per la Jefferson
Perfoming Arts Society dove ha
raccolto gli elogi della critica per la
sua potente e vibrante voce.
“Wilson cattura squisitamente
il sound gospel e l’influenza
blues di Mahalia. In “Let Us Go
Down to Jordan” non si limita ad
una imitazione di Jackson ma si
presenta con lo stesso naturale senso
musicale...”
Ha una grande e sensuale voce che
rimane corposa e calda anche sulle
note più acute con la quale trasporta
il pubblico nel suo viaggio evocando
l’interesse ed animando i loro animi
con le sue canzoni.
In tutto questo il suo motto è “It’s
not me, it’s God!”
Gospel Singers
Concerto
d’Inverno
5 gennaio 2010
ore 20,30
Teatro San Costanzo
Nave Nostra n. 5/2009
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7 e 8 dicembre
Solennità di Maria Immacolata
Festa Patronale
Inaugurazione
dei lavori di Consolidamento e Restauro della Parrocchiale
lunedì 7 dicembre
ore 16,30: Apertura della Mostra “Ianua Cœli”
mostra storico-artistica della Chiesa Parrocchiale e
presentazione degli interventi realizzati
ore 18,30: celebrazione a conclusione dei lavori
Santa Messa presieduta da sua eccellenza
mons. Luciano Monari - Vescovo di Brescia
Festa degli Anniversari di Matrimono - domenica 25 ottobre
7 novembre: Ricordo dei Caduti e
Cerimonia di Intitolazione delle due nuove Vie:
Via Martiri di Nassiria e Via don Giacomini
Martedì 8 dicembre
Tanti auguri a ...
ore 10,45: Santa Messa presieduta da sua eccellenza
mons. Mario Vigilio Olmi - Ausiliare emerito
ore 12,15: pranzo sociale in Oratorio
ore 21,00: Concerto dell’Immacolata
Concerto dell’Immacolata
esecuzione celebrativa
programma: Magnificat e Gloria di Vivaldi
per coro e orchestra
esecutore: L’incanto armonico
Chiesa Parrocchiale di Nave - ore 21,00
Mostra “Ianua Cœli”
i coniugi
Cariola Antonio e Rosaria
nel 50° Anniversario
del loro Matrimonio
Ianua Coeli (porta del cielo) è uno dei titoli proclamati nelle Litanie della Beata
Vergine e ben si estende a descrivere questo straordinario tempio a Lei dedicato
dall’8 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010
La mostra illustra i lavori di restauro ed espone documenti originali:
piante delle chiese, bozzetti e studi di Trainini e di Cresseri
Orari di Apertura: Prefestivi: dalle 16,00 alle 20,00
Festivi: dalle 10,00 alle 12,00
dalle 16,00 alle 18,00
20
Nave Nostra n. 5/2009
Salone ex-Acli - Via Brescia, n°3 - Nave