Il Crocifisso

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Il Crocifisso
catechismo per tutti
Croce - Crocifisso
L
a croce, strumento di supplizio e simbolo d’ignominia, diventò, con l’imperatore Costantino,
segno distintivo dei cristiani ed oggetto di devozione.
* La “croce” indica il nudo legno;
* il “Crocifisso” è la croce con l’immagine di Gesù - scolpita o dipinta;
* per i “segni di croce” s’intende il gesto con cui si traccia una “croce” su persone e oggetti.
Si usa, tuttavia, il termine “croce” per indicare tutte queste forme.
Storia
Dei primi secoli sono rimasti rarissimi esemplari di “croce”; si preferivano i simboli del pesce, del
pastore, dell’ancora, della colomba, etc. Gli stessi cristiani erano, infatti, molto restii a rappresentare tale simbolo, la croce, che ricordava il supplizio più infamante dei loro tempi.
Soltanto nei secoli IV e V le croci sono di frequente scolpite sui sarcofagi.
Il crocifisso propriamente detto appare nel V secolo: Gesù è riprodotto vivo, in atteggiamento regale, incoronato da diadema o da una corona di fiori, dolce e benevolo, rivestito di una lunga tunica
con maniche. Si voleva far risaltare la sua vittoria sul peccato e sulla morte e l’instaurazione del suo
Regno (“Regnò dal legno Iddio”, canta la liturgia).
Non mancano in oriente crocifissi con il corpo rivestito del “colobio”, una lunga veste tagliata,
priva della cintura e delle maniche – abito degli asceti primitivi – e con due strisce verticali colorate
ai lati.
Nel secolo XI si riducono le dimensioni della veste; fino a che, nel XII, non resta che un pezzo di
stoffa, il perizoma, a coprire le nudità e si sostituisce il diadema con la corona di spine. Il Crocifisso
muta fisionomia; si pone l’accento sulle sofferenze fisiche del Signore e i segni della flagellazione.
* La croce serviva, all’inizio, per aprire le processioni ed era sistemata a fianco dell’altare per essere rimossa alla fine.
Non è infrequente trovarla pensile, “pendente” sopra l’altare.
* All’inizio del secondo millennio la croce trova la sua sistemazione stabile: è collocata, isolata,
sopra l’altare. La si trova, poi, addirittura sopra il tabernacolo (fino agli ultimi decenni); ma questa era un posizione impropria, poiché il tabernacolo – in cui è presente vivo e vero Gesù – fungerebbe da piedistallo di un “segno”, quale è pur sempre il crocifisso.
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“Vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso,
una croce, ben visibile allo sguardo dell’assemblea riunita”
(Principi e norme per l’uso del Messale, n.270)
* È frequente trovare un crocifisso di grandi dimensioni sulla parete di fondo della chiesa. In un
certo senso anche qui il segno tende a prevalere, anche se innegabilmente favorisce la devozione,
e talvolta ragioni estetiche suggeriscono tale sistemazione.
* Accade, da qualche tempo, di vedere il corpo di Gesù sospeso in aria senza il supporto del legno
della croce; una formula che altera il segno della croce ed indebolisce l’immagine del Redentore.
* Per aderenza alla realtà, è preferibile una croce di legno, soprattutto quella destinata al culto eucaristico. Crocifissi sistemati su altari laterali o angoli della chiesa, liturgicamente parlando, risulterebbero dei doppioni e quindi non giustificabili. Non mancano tuttavia ragioni che ne legittimano
la permanenza: ad esempio, se sono oggetto di particolare devozione.
* La posizione del crocifisso più consona all’attuale liturgia, è quella a fianco dell’altare, diagonalmente, in modo da risultare visibile al celebrante ed ai fedeli. È ammesso, tuttavia, che sia posta
sull’altare, ma non deve sovrapporsi al simbolo della mensa eucaristica.
È stato notato che la croce dovrebbe conservare l’aspetto tradizionale d’oggetto portatile e non
monumentale. Potrebbe ricordare meglio l’invito di portare, con quella di Cristo, la nostra croce;
c’è tuttavia il bisogno umano di essere aiutati a rivivere il Calvario in modo incisivo; esigenza cui
non soddisfa un crocifisso minuscolo.
* Liturgicamente, sia il crocifisso, sia il nudo legno della croce ricevono la medesima riverenza, giacché
immagine il primo e simbolo il secondo della crocifissione e morte del Signore; per questo entrambi
sono incensati e ad essi ci si rivolge con l’inchino e, nel Venerdì Santo, con la genuflessione.
* La Liturgia celebra la croce in modo solenne il Venerdì Santo e alla festa dell’Esaltazione della
Croce (14 settembre), e la ripropone con segni frequenti di croce: nel Battesimo, Cresima,
Penitenza, Unzione degli Infermi, Ordine Sacro, Matrimonio; benedizioni varie d’oggetti, persone
e corpo dei defunti. La richiede, oltre che a fianco dell’altare, sulle pareti della chiesa, sul petto
dei vescovi. (Prima della riforma liturgica richiedeva fossero incise più croci sulla pietra sacra
dell’altare).
Il senso del popolo cristiano ha compreso tutto ciò e lo manifesta con la “Via Crucis” e l’esposizione della croce: in casa, sul petto, sul campanile, lungo le strade, sulle cime dei monti.
L’importante è evitare di fare della croce un segno puramente decorativo, impresso magari per ogni
dove, ma non abbastanza nel cuore (per non parlare di certa moda odierna in cui la croce al collo è
divenuto puro ninnolo...!).
P. Claudio Truzzi ocd
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