Casa Romana: Depliant - Distretto Culturale di Valle Camonica
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Casa Romana: Depliant - Distretto Culturale di Valle Camonica
una casa alpina fra età del Ferro e romanizzazione Di pietra e di legno CAPODIPONTE L ungo una parete della casa era uno scaffale in legno che fungeva da vano dispensa: sono stati recuperati vari contenitori da cucina e da mensa che trovano confronti in Valcamonica e nell’area culturale alpina retica di FritzensSanzeno. d.C.); olle situliformi tipo Wattens con prese sormontanti forate e manico in ferro (II-I secolo a.C.); un paiolo in bronzo, con attacco a croce latina e tracce di restauri; teglie tipo Berzo Demo con prese a linguetta sul fondo ((I a.C.- I d.C. Lappenbecken). Boccali dal caratteristico piede a trombetta e parete inflessa sotto l’ansa tipo Dos dell’Arca (III-I secolo a.C.); un boccale con fitta decorazione a stampiglia tipo Lovere (I secolo a.C. - fine I secolo La presenza di una macina a rotazione e di raffinata ceramica fine di produzione romana, fra cui un boccalino a pareti sottili del tipo Marabini IV databile alla prima metà del I sec. a.C. è importante spia del processo di romanizzazione avviato nel territorio. Le strutture sono conservate in situ. Tutti i materiali sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Cividate Camuno e visitabili all’interno della mostra “di pietra e di legno: una casa alpina fra età del Ferro e romanizzazione”. Fotografie: Luciano Caldera e Luigi Monopoli (Archivio Fotografico Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia), Leo Milani, Alfredo Barbieri Testo: Filli Rossi, Serena Solano (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Disegni e ricostruzioni: Pier Luigi Dander, Oltre s.n.c, Gaudenzio Laidelli, Gaiané Casnati pietra e di legno una casa alpina fra età del Ferro e romanizzazione Comune di Capo di Ponte La mostra “di pietra e di legno: una casa alpina fra età del Ferro e romanizzazione” a cura di Serena Solano è stata inaugurata presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividate Camuno il 18 maggio 2013 in occasione della Notte dei Musei 2013. Il museo è aperto da martedì a sabato dalle 8,30 alle 19,30 e la domenica dalle 8,30 alle 14,00. Chiuso il lunedì. Per informazioni: Tel. 0364.344301 www.archeologica.lombardia.beniculturali.it © Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia www.lacittadina.it Di Di pietra e di legno una casa alpina fra età del Ferro e romanizzazione Tra il 1995 e il 1996 a Pescarzo di Capo di Ponte, nella media Valcamonica, è stata scavata una casa in uso fra II e I sec. a.C. che, grazie all’eccezionale stato di conservazione, ha restituito uno straordinario spaccato della vita quotidiana del territorio tra tarda età del Ferro e romanizzazione. L ’edificio, a vano unico seminterrato, con uno spazio interno di circa 23 mq, conservava fino a 1,80 m di altezza i muri perimetrali, costruiti contro terra in filari di pietre spaccate. L’alzato fuori terra era parzialmente o interamente in legno, con copertura in lastre di pietra. L’ingresso era sul lato nord, preceduto da un corridoio, in origine coperto, e da una scala a otto gradini che terminava in una porta in legno di larice, con serratura e chiave in ferro. Il pavimento, in semplice battuto di argilla, aveva lungo l’asse centrale delle basi in arenaria per l’appoggio di montanti verticali lignei, utili anche a suddividere lo spazio interno in piccoli spazi per gli attrezzi, la dispensa e il riposo. Il modello insediativo, con base seminterrata in pietra e alzato ligneo, è ampiamente diffuso in tutto l’arco alpino centro-orientale dalla fine del VI sec. a.C. alla tarda età romana. A U n violento incendio ha provocato in antico la distruzione della casa, ma allo stesso tempo ne ha sigillato e preservato in maniera eccezionale i resti della struttura e di tutto ciò che vi era internamente. Tra i legni carbonizzati e il battuto pavimentale sono stati rinvenuti i resti scheletrici di tre individui, un adulto, un infante di pochi mesi e un bambino di circa dieci anni, adagiati su un pagliericcio di paglia e foglie, già morti nel momento in cui l’incendio distrusse la casa. Sono stati anche recuperati resti ossei animali appartenenti ad almeno quattro ovicaprini e a un cucciolo di cane. ccanto agli scheletri erano oggetti di ornamento personale: due armille a spirale in bronzo e due fibule, sempre in bronzo, del tipo a catenella con arco a ovuli e pastiglia in corallo, simili ad esemplari diffusi in Trentino-Alto Adige, sull’altopiano svizzero e nell’area ticinese, attribuiti al La Tène C2 (II secolo a.C.). Un pendaglio in bronzo, probabilmente da fibula, era costituito da piccoli elementi cavi (sonagli?) e da una ruota a quattro raggi: il motivo, assai diffuso nel mondo antico e presente anche nelle incisioni rupestri della Valcamonica sembra riconducibile a simboli apotropaici o magico-religiosi, connessi al tema del disco solare. Un altro piccolo pendaglio ripropone un caratteristico coltello dalla lama sinuosa ampiamente attestato in Valcamonica fra età del Ferro e romanizzazione, diffuso nelle incisioni rupestri, come sulle vicine rocce di Pià d’Ort e Seradina.