Tecnologiad`antiquariato - Daniele Lepido
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Tecnologiad`antiquariato - Daniele Lepido
Il Sole 24 Ore Giovedì 14 Agosto 2008 - N. 224 18 Economia e imprese Hi-Tech. Sempre più ricercati computer e software d’annata: dal Commodore 64 a Super Mario Bros Dopo le dichiarazioni di Steve Jobs Tecnologia d’antiquariato Blogger in rivolta «Stop al software che spia l’iPhone» Vecchi videogiochi, console, i primi iPod: sul web è vintage-mania Daniele Lepido MILANO Sono pezzi d’antiquariato anche se non hanno neppure trent’anni. Per videogiochi, computer e iPod il tempo scorre veloce come un lampo perché il nuovo è già vecchio prima d’invecchiare ed è questo che piace agli appassionati di "archeologia tecnologica". È la moda del cyber vintage: quilarelativitàdiEinsteinc’entra solo un po' e forse una responsabilità più diretta ce l’ha la "legge" di Moore, secondo la quale i chip raddoppiano la loropotenzaogni18mesirendendo qualsiasi record superabile edettando il ritmo dell’innovazioneinsiemeaquellodei desideri. Su internet l’archeologia informatica ha il successo che spetta alle passioni di una nicchia grande quanto un paio di generazioni. Forse perché oggi gliadolescentidegli anni80 sono diventati grandi e per loro (ri)acquistare su eBay il Commodore 64, lo Spectrum Zx, l’Amiga o il Nes della Nintendo, che avevano distrutto giocando a Out Run, Bubble Bubble o Final Fight, può trasformarsiin un’esperienzainteressante.Tutto questo al netto degli emulatori, applicazioni che "girano" sui normali Pc, tra le più scaricate del web. E infatti programmi gratuiti open source come ScummVm permettono di giocare sui modernicomputeravventuregrafiche d’antan, questa volta deglianni 90. Come ititoli piùimportanti della LucasArts (se- zione della Lucasfilm, produttrice di Guerre stellari e IndianaJones,specializzatainvideogiochi): da Zak Mckracken e Maniac Mansion, passando per Loom fino alla saga di Monkey Island. Senza dimenticare glorie ancora più datate come PacMan o Donkey Kong, a ritroso fino a Pong della Atari, spartano video ping pong che lasciava molto all’immaginazione. Sempre dallaretearrivano nuo- vi servizi per cercare di rivendere oggetti tecnologici (in questo caso non troppo superati), recuperando pure qualche soldo, ma anche per smaltire il pattume hi-tech in modo corretto: iPhone di prima generazione, fotocamere digitali, lettoriDvd, televisoria cristalli liquidi e videogiochi di ogni genere. I siti più quotati in merito, utilizzabili anche dall’Italia, sono Gazelle.com e Venjuvo. com che fanno un’offerta sull’oggetto che s’intende vendere,pagando in contanti (dinorma attraverso Paypal o con as- Luca Salvioli segno, spedito a casa). Funziona così: in un motore di ricerca si inserisce l’oggetto da vendere, con la descrizione delle sue condizioni generali. Più queste sono buone, più l’offerta sarà ricca. Su Gazelle per una Play Station portatile offrono fino a 60 dollari (in Italia quella nuova costa 169 euro), mentre per un navigatore TomTom prima edizione l’offerta è di 88 dollari. Su Techforward.com, invece, dietro il pagamento di una commissione si fissa il prezzo al quale il sito s’impegna ad MILANO Supereroi digitali Qui sopra Mario della Nintendo. Sotto PacMan, i draghi di Bubble Bubble, in basso a sinistra Donkey Kong. Sullo sfondo la locandina di Monkey Island, avventura grafica della Lucasfilm acquistare il gadget nel futuro. Un esempio: perun iPhone Touchinun periodo di tempo che va tra i 18 e i 24 mesi verranno corrisposti 40 dollari, con una fee di 19. Tra sei mesi, invece, per un McBook da 2,1 Ghz i dollari saranno 340 e la commissione di 59. Un modernissimo (ma forse poco conveniente) techderivato finanziario. [email protected] Iniziativa Caritas. Riciclare i vecchi cellulari per difendere l’ambiente e aiutare i bisognosi I telefoni usati finanziano opere sociali di Massimiliano Del Barba U nacampagnadisolidarietà sociale che nasconde anche una finalità ambientale: riciclare cellulari usati per finanziare nuove strutture d’accoglienza. A livello europeo, più di una personasu quattro(il 27%) cambia il proprio telefono ogni dodici mesi, generando un’incredibile volume di rifiuti elettronici che solo in minima parte viene riutilizzata. Su oltre 100 milioni di telefonini venduti in Europaogniannonevengonoriciclati solo 2,5 milioni, con un’enormedispersionenell’ambiente di sostanze nocive come piombo, mercurio, cadmio, cromo e plastiche. Sitratta,moltospesso,diappa- I PROVENTI Nei primi otto mesi sono stati ricevuti 6mila apparecchi, in un anno verrebbero quindi raccolti circa 200mila euro per progetti di solidarietà recchiancorafunzionanti,oppurefacilmenteriparabili,anchese tecnologicamente obsoleti. Allungarne la vita, trasformando il rifiutoinrisorsaeconomicareinvestibileinattivitàsociali,daldicembre scorso, è l’obiettivo dellacampagna«Donaphone,iltelefonosolidale»,ideata,sulla scortadi esperienzesimili chehanno riscosso successi soprattutto in GranBretagna,dallaCaritasAmbrosiana con la collaborazione del Comune di Milano, del consorzioFarsiProssimoedellacooperativa sociale Vestisolidale. «Dopo un periodo di sperimentazione - racconta Marco Della Mea, responsabile commerciale del progetto per Vestisolidale-,dadicembreleparrocchie,gliufficicomunali,lebiblioteche e i centri sportivi dell’hinterlandmilaneseospitanocontenitori di colore rosa nei quali è possibile riporre i propri vecchi telefoni che vengono poi ceduti allaPrimatechdiCiniselloBalsamo, un’azienda specializzata in ricondizionamento dei rifiuti elettronici, i cosiddetti Raee, a cui è stato affidato il loro riposi- zionamentoelavenditasuimercati dei Paesi in via di sviluppo». Parte dei proventi (3 euro a telefonino) vengono poi girati alla CaritasperlacostruzioneaMilanodiunanuovastrutturad’accoglienza per donne con bambini in difficoltà. «Il riscontro dell’iniziativa è stato fino a oggi positivo - continua Della Mea -. Basti pensare che ogni mese riceviamo in media qualcosa come 6mila apparecchi e in un anno potremmo cosìraggiungere i 200mila euro. Da quest’estate è inoltre partita la seconda fase, cioè l’allargamentoaicomunidi Lecco,Varese e Como, anche se l’obbiettivo è quello di estendere l’esperien- za a tutto il territorio regionale grazie alla collaborazione con le altre Caritas lombarde». Anche il recupero dei contenitori rosaèun modopergenerareopportunità lavorative: «Queste operazioni - concludono da Vestisolidale - sono state affidate alla nostra cooperativa, che impiega personale svantaggiato. Stiamo generando un circolo virtuoso a partire da un rifiuto tecnologico, tra l’altro di oneroso smaltimento». Un duplice vantaggio in nome della solidarietà e della tutela dell’ambiente insomma, che apre una strada sinora inesplorata in Italia e che già molti cittadini hanno già dimostrato di apprezzare. SUL SOLE DI MARTEDÌ legge consente a siti come eBay di continuare a tenere gli occhi bendati di fronte al problema della contraffazione e allo stesso tempo di continuare a trarre profitti dalla vendita di oggetti contraffatti». Ma la protezione dei marchi dalla contraffazione non è l’unico fronte che vede contrapposti siti internet e grandi aziende in materia di proprietà intellettuale. Incalzato dai legali del network americano Nbc – che per i diritti di trasmissione, anche online, delle Olimpiadi negli Stati Uniti ha pagato quasi 900 milioni di dollari – YouTube e il suo proprietario, Google, hanno dovuto impegnarsi a oscurare dal sito tutti i filmati che riguardano i Giochi di Pechino, che altrimentipotrebberoesserescaricati o visionati gratuitamente da chiunque si colleghi a www.youtube.com. La scoperta di Jonathan Zdziarski, grande esperto di iPhone, sta facendo il giro del mondo. Smanettandosul codice del supertelefonino, qualche giorno fa ha notato che ogni tanto il cellulare si collega in maniera automatica a un indirizzo internet dell’azienda di Cupertino per controllare che tra le applicazioni installate dall’utente non ce ne siano di "indesiderate".In questocaso Apple è in grado di bloccarle. Regalata al web, la scoperta di Zdziarski è rimbalzata sui blog e i siti specializzati, come riportato dal Sole24ore.com del9agosto.Intantoierilostesso Zdziarski ha reso pubblica la procedura per neutralizzare il controllo della Apple. C’èchihaparlatodi"spie"inserite nel cellulare, chi dell’arrivo del "Grande fratello". Al Wall Street Journal il numero uno dellaApplehaammesso l’esistenza di questa applicazione, dicendocheè statainserita nel software dell’iPhone per impedireche gli utenti scarichino dal negozio digitale di Apple un programma "maligno" in grado di «accedere ai dati personali dell’utente», aggiungendo: «Speriamo di non dover mai azionare quella leva, ma sarebbe irresponsabile non averla». Dichiarazioni non sufficienti a tranquillizzare gli utenti della Mela. I toni delle reazioni sui blog non sono cambiati: «Steve,lasciaperderequellaleva se vuoi evitare grane legali», consiglia Massimiliano in uncommentosuSpaziocellulare. Marco invece su DelfinsBlog scrive: «A me sembra un’ottima cosa. Mi tutelano. E dato che non l’hanno mai messo in pratica non c’è motivo di sentirsi fregati». Commento che non convince il titolare del blog,cherisponde:«Per tutelare c’è modo e modo. Se voglio tutelare le case dai ladri forniscoallarmieantifurti.Educoalla sicurezza non impongo un poliziotto all’ingresso di ogni appartamento». Il punto è proprio questo: l’imposizione. Quello che non hanno gradito i consumatori è la poca trasparenza di Apple perché il controllo delle applicazioni avviene a insa- puta dell’utente. Il telefono si collega all’indirizzo web gestito da Apple e controlla i programmi installati. Se rientrano nella lista nera, vengono eliminati da remoto. Tutto sta nell’individuare quali applicazioni sono state messe all’indice ma su questo punto Jobs è apparso vago. Intanto nel primo mese di vita dall’"App Store" sono stati scaricati più di 60 milioni di programmi, per un corrispettivo di 30 milioni di dollari. In un anno il numero uno della Mela vuole arrivare a 360 milioni di dollari. Apple e le altre aziende del settore contano molto su questa parte del business, legata all’evoluzione dei telefonini, che ormai assomigliano a dei computer tascabili. Lo scivolone di Jobs rischia di provocare un danno d’immagine. Anche dai siti di appassionati della Mela, come Applemania, arrivano critiche. È vero che «sui nostri computer – si legge – agiscono aggiornamenti software automatici,peròin questicasi l’ultima parola è lasciata, giustamente, all’utente: è lui che alla PRIVACY A RISCHIO Il numero uno della Apple ha spiegato che così si bloccano le «applicazioni maligne», ma tra i clienti sta montando la rivolta fine può decidere se aggiornare i software o regolare correttamente l’orario. Qui invece Appleagisced’imperioe inmaniera non trasparente». Anche le associazioni dei consumatori si sono messe in moto. Federconsumatori e Adusbef hanno inviato un esposto al Garante per la privacyesipreparanoaintraprendere«azioniatuteladeicittadini».L’Adocincasodiincompatibilitàconleleggiitalianechiederàilsequestro degliapparecchi non ancora venduti e la sostituzionediquelligiàacquistati. Intanto dal 7 settembre l’iPhone sarà in vendita anche nella catena di negozi statunitense Best Buy [email protected] www.ilsole24ore.com Online lo speciale sull’iPhone BLOOMBERG L’Oréal aveva accusato il sito di aste online di non vigilare sui prodotti falsi Tribunale belga dà ragione a eBay Giulia Crivelli MILANO Non passa giorno senza che trailmondovirtuale equello reale si combatta una battaglia sulla proprietà intellettuale e sulla contraffazione. L’ultimo round se l’è aggiudicato la società americana eBay, che gestisce il più grande sito di aste online dell’intera rete. Un tribunale belga ha dato ragione a eBay dopo che L’Oréal l’aveva denunciata per aver messo all’asta sul suo portale prodotti contraffatti. L’Oréal ha sporto denuncia in cinque Paesi, la Corte commerciale di Bruxelles è stata la prima a pronunciarsi. Secondo il tribunale belga eBay non «è moralmente responsabile» di quello che viene offerto sui suoi siti. «Il giudice – ha spiegato un portavoce di eBay – ha confermato che ci siamo comportati diligentemente, rimuovendo i prodotti di cui L’Oréal (che ora dovrà anche pagare 15mila euro di spese legali) si lamentava». La sentenza belga quasi certa- VICENDE ALTERNE La tutela della proprietà intellettuale su internet continuerà: ieri la Nbc ha costretto YouTube a togliere i video delle Olimpiadi mente non porrà fine alle denuncedapartedi aziende dellamoda edellusso,ancheperchéognitribunale sembra dare un’interpretazione diversa dell’idea di responsabilità di siti come eBay. In giugno un giudice parigino aveva disposto il pagamento di 40 milioni di euro di danni da parte di eBay nei confronti di Lvmh – il colosso francese che controlla, tra gli altri, marchi come Louis Vuitton, Dior, Fendi ed Emilio Pucci–per averpermessolavendita all’asta di prodotti falsi. eBay, che ha fatto appello, non sembra voler ammettere l’errore. Anche perché il 14 luglioscorsoungiudicediuna cortefederale di New York (una sentenza che quindi potrebbe, almeno negli Stati Uniti, fare giurisprudenza)hadatotortoaTiffanyeragioneaeBay,concludendo chelasocietà di aste non può essere ritenuta responsabile della vendita dei «falsi» prodotti Tiffany, archiviando così la causa intentata dal marchio di gioielleria americano nel 2004. Ma Tiffany non molla: due giorni fa ha annunciato che farà appello contro la sentenza. «L’effetto della decisione è che eBay può continuare a guadagnare a spese dei consumatori. A nostro avviso – ha commentato il numero uno del team legale di Tiffany, Patrick Dorsey - la decisione non ha senso. Così la L’invasione passa per il web Internetè diventatoun gigantescoemporiodimerce contraffattadiognigenere, aperto24oresu24.Due articolipubblicatidalSole24 Oremartedì12agosto mostranocomeonlinesi possanofacilmenteacquistare falseborsegriffateaundecimo delloroprezzoequantosia difficileperseguireifalsari [email protected] Trascinatore. Steve Jobs durante la presentazione dell’iPhone 3G