Troppo facile acquistare arte online - Negri

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Troppo facile acquistare arte online - Negri
Il Sole 24 Ore
18 Febbraio 2012
ArtEconomy24 17
PLUS24 1 Il Sole 24 Ore
Sabato 18 Febbraio 2012
Aste su Internet. Si sono moltiplicati i siti che offrono beni artistici a distanza, quanto costano e quanto sono attendibili
Troppo facile acquistare arte online
Molti i pericoli,
selezionare bene
la piattaforma
sul web, poche
fanno lo screening
M
"
entre il Governo Monti annuncia sgravi fiscali per l’ecommerce e le startup italiane
crescono a livello internazionale, il business dell’arte online è
in pieno boom. Sulla rete si moltiplicano le piazze di scambio
digitali che mettono in contatto
galleristi e collezionisti. Tra queste: VIP Art Fair, si è appena
conclusa la seconda edizione;
The Spotlist, che con una newsletter invia offerte di opere in
vendita direttamente alla mail
dei collezionisti; Independent
Collectors, social network per
collezionisti finanziato da
BMW; Art.sy, il sito di Gagosian
e Dasha Zhukova che sfrutta un
algoritmo per individuare opere
d’arte simili a quelle segnalate
dall’utente; e poi Paddle8, che si
è appena assicurato un investimento da 8 milioni di dollari da
Mousse Partners e Founder
Collective.
Anche le case d’asta puntano
sempre di più sul canale digitale.
Blindarte ha aperto uno shop
online; Christie’s ha dichiarato
che nel 2011 i visitatori unici del
suo sito sono aumentati del
77%, mentre le offerte via internet sono salite del 25% e rappresentano il 29% del totale delle
transazioni. La canadese Heffel
e l’americana Heritage Auctions, che nel 2011 ha venduto
opere d’arte per 823 milioni di
dollari a 710mila membri, associano da tempo le vendite online a quelle di sala. Secondo l’istituto di ricerca Skate’s LLC, Heritage Auctions è la casa d’aste
che più consapevolmente ha sviluppato una strategia online. Altre ancora operano solo online
specializzandosi su un segmento preciso: Saffronart, per esempio, costituisce da dieci anni un
ponte per la scoperta dell’arte
indiana moderna e contemporanea e il 15 e 16 febbraio si è
lanciata anche in un’asta di arte
occidentale.
Del resto comprare online in
asta è facilissimo, basta registrarsi come in saleroom rilasciando le proprie generalità
personali, fiscali e bancarie e seguire l’asta live: la telecamera
inquadra il battitore, si può sentire quanto accade in sala ma
non si vede né il pubblico né gli
specialisti al telefono. Sullo
schermo scorre l’importo e con
un click si può fare l’offerta e
aggiudicarsi l’opera.
AFP
Damien Hirst con gli Spot
painting
Ma brilla davvero tutta l’arte
che si vende sul web? «Il problema delle aste online riguarda
principalmente la vendita di falsi e l’alterazione dei certificati di
autenticità» spiega l’avvocato Silvia Stabile dello studio Negri-Clementi di Milano. «È anche vero
che è molto più facile incappare
in truffe su eBay, piuttosto che
su Sotheby’s o Artnet.com. È veramente strano che un avveduto
collezionista acquisti su Internet
un’opera, anche a caro prezzo,
senza poterla vedere di persona
o comunque senza garanzie
precise di autenticità o affidabilità del venditore». Negli Stati
Uniti, il mese scorso, Richard
Silver, un broker collezionista di
Manhattan, è stato arrestato per
aver alterato alcuni certificati di
autenticità di falsi «spot painting» erroneamente attribuiti a
Damien Hirst acquistati da Silver in un’asta online nel 2006
per circa 40mila dollari e poi rivenduti sul mercato internazionale per 84mila.
In Italia il mercato delle aste
online parte da cifre molto basse, i ricavi illeciti si ottengono
sulla quantità degli scambi. Falsificazioni, contraffazioni o provenienze dubbie – spiegano dal Comando dei Carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale – interessano monete archeologiche (frutto di scavi clandestini), documenti archivistici,
opere grafiche e oggetti ecclesiastici. Le piattaforme come eBay
non si assumono responsabilità.
Solo la Svizzera, con una convenzione, ha investito eBay di responsabilità diretta su tracciabilità e autenticità. E in Italia? Meglio essere prudenti e richiedere
all’acquisto documentazione di
provenienza e avere traccia di
chi vende, perché poi a casa potrebbe arrivare solo un pacco!
Silvia Anna Barrilà
Marilena Pirrelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LiveAuctioneers,
il live-bidding rende
N
el mondo delle aste online
LiveAuctioneers.com offre
un servizio unico: 1.200 case
d’aste internazionali utilizzano
la sua piattaforma online per raggiungere gli e-bidders. «Mettiamo le case d’asta in contatto con
tutto il mondo su un’unica piattaforma web», spiega il ceo e fondatore Julian R. Ellison. «È un
business molto redditizio: ho
fondato e finanziato LiveAuctioneers nel 2002 e già dal 2003
realizziamo utili». Nel 2011 LiveAuctioneers ha registrato vendite sul sito per 135 milioni di dollari. Qual è il modello di business? L’utente non paga alcuna
commissione per partecipare
agli incanti; paga solo la casa
d’asta. «Lavoriamo in 25 Paesi,
ogni casa è diversa dall’altra,
non firma un contratto a lungo
termine bensì sceglie per ogni
incanto che tipo di esposizione
desidera sulle nostre pagine, si
va dal semplice inserimento
nell’elenco degli incanti all’utilizzo di strategie di marketing». Le
tariffe vanno da 650 a 1.950 dollari per ogni asta o 250 dollari
per l’inserimento nel calendario
e il 3% su ogni oggetto venduto.
Il team include 14 persone
full-time a New York e consulenti in tutto il mondo. Le piazze
principali di LiveAuctioneers sono Stati Uniti e Germania, seguiti da Regno Unito, è presente
anche in Francia, Paesi Bassi,
Ungheria, Islanda, Svezia, Cina,
Hong Kong e Australia. Le case
d’asta italiane iscritte a LiveAuctioneers sono dieci, di cui quattro attive: Bloomsbury, La Maison d’Art, Della Rocca e Gonnelli. «Negli ultimi due anni abbiamo osservato una crescita esplosiva della Cina: nel 2011 il valore
totale degli oggetti d’arte asiatica
venduti è stato di 18 milioni di
dollari» chiosa Ellison. Quanti sono gli e-bidders? Nell’ultimo trimestre 2011 LiveAuctioneers ha
registrato ben 3,6 milioni di visitatori unici e 6,8 milioni di visite:
+11,5% rispetto allo stesso trimestre del 2010. Cresce del 19% il
tempo medio trascorso dai visitatori sul sito e la visibilità di LiveAuctioneers sui motori di ricerca
è salita del 30,5 per cento.
Silvia Anna Barrilà
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PIATTAFORME D’ASTA A CONFRONTO
A cura di Silvia Anna Barrilà
Artnet
Artprice
iGavel
eBay
Come avviene il controllo della qualità e
autenticità delle opere offerte nelle aste?
Il venditore deve fornire fotografie dell’opera ad altissima
risoluzione che vengono analizzate dal team di specialisti.
Di solito i venditori sono noti al team: galleristi che hanno
l’account su artnet o collezionisti ben noti al mercato.
Il venditore si registra e compila un formulario per
ogni opera messa in vendita in cui deve fornire il
maggior numero di informazioni possibili, immagini e
certificato di autenticità.
Un team di specialisti controlla tutti i lotti messi sul sito
e le case d’asta associate che vendono online sul sito le
loro opere. I venditori inviano immagini e il team fa il
possibile per individuare l’età e il valore degli oggetti.
È responsabilità del venditore verificare l’autenticità delle opere
messe in vendita su eBay, che non garantisce se l’oggetto è
autentico o legalmente posseduto. eBay non tollera sul sito
oggetti falsi o illeciti e protegge i diritti di proprietà intellettuale.
Quant’è la commissione di acquisto (buyer’s
premium) per l’acquirente? Quali altri costi
ricadono sul compratore? Quanto paga il
venditore per mettere l’opera all’asta?
Il buyer’s premium è pari al 15% sull’aggiudicato. Trasporto
e assicurazione dell’opera sono a carico del compratore,
d’intesa col venditore, che versa alla casa d’asta il 10% del
valore aggiudicato più 25 dollari per ogni opera in vendita.
Chi compra non paga alcuna commissione d’acquisto,
chi vende una percentuale sul prezzo aggiudicato del
9% fino a 7.500 dollari; del 7% da 7.500,01 a 15.000
dollari e del 5% oltre i 15.000,01 dollari.
La commissione di acquisto (buyer’s premium) ammonta
al 20% sul valore di aggiudicazione dell’opera. Tasse e
trasporto sono a carico dell’acquirente. Il costo a carico
del venditore varia, di solito è sui 10 dollari a oggetto.
Nessuna commissione d’acquisto per l’acquirente, che paga il
prezzo aggiudicato in asta più le spese di spedizione.
Assicurazione opzionale. Gratuite le prime 100 inserzioni al
mese senza prezzo di riserva, dopo si paga da 0,15 a 2,80 euro.
L’acquirente ha diritto di recesso
sull’acquisto? Quale regime fiscale si
applica sugli acquisti? Si applica il
diritto di seguito alle vendite?
Sì entro 14 giorni.
Si applica il regime fiscale del venditore e il diritto
di seguito viene regolato tra venditore e acquirente
come una vendita normale.
L’acquirente ha diritto di recesso. Il lasso di tempo per la
restituzione deve essere concordato tra il venditore e
l’acquirente prima della transazione e può essere da uno a
30 giorni a partire dalla consegna dell’opera. Sia le tasse
che il diritto di seguito vengono regolati tra venditore e
acquirente senza il coinvolgimento di Artprice.
L’acquirente ha diritto di recesso se ci sono problemi
di autenticità o di cattive condizioni dell’opera e la
restituzione avviene entro tempi ragionevoli. Si applica
il regime fiscale dello Stato di New York (solo per i
residenti). Essendo una compagnia americana, non
viene applicato il diritto di seguito.
Il venditore paga una commissione finale sulla vendita
che, nel caso d’inserzioni con formato asta si basa sul
valore finale dell’offerta vincente, mentre per le aste con
prezzo di riserva si basa su quest’ultimo. La commissione
sul valore finale ammonta all’11% fino a un massimo di
55 euro. Su eBay non è consentito ritirare le offerte.
I risultati dell’asta vengono pubblicati?
Sì, sul sito.
No.
No.
I risultati sono consultabili sul sito fino a 30 giorni
dopo l’asta in ricerca avanzata per inserzioni scadute.
A quanto ammonta il giro d’affari
annuo? Quanti utenti sono registrati?
Nel 2011 Artnet ha venduto poco meno di 15 milioni
di dollari in opere d’arte (circa 11,6 milioni di euro).
Il numero degli utenti delle aste non è disponibile. I
visitatori del sito sono 2 milioni al mese.
Le aste sono state lanciate all’inizio del 2012,
quindi non sono ancora disponibili dati sul giro
d’affari. Il numero degli utenti delle aste non è
disponibile.
La casa d’asta non rilascia informazioni sul giro
d’affari. Il numero degli utenti è circa di 15mila.
La casa d’asta non rilascia informazioni sul giro
d’affari. A livello globale eBay conta oltre 100 milioni
di utenti attivi, ma non ci sono dati divisi per
venditori e acquirenti esclusivamente di opere d’arte.
Erario & capolavori. Si indaga sulla residenza fiscale dell’artista americano che ha lasciato un patrimonio miliardario
Eredità Twombly alle prese col Fisco
L
a sua opera più cara è stata
battuta lo scorso maggio per
15.202.500 dollari. Cy Twombly,
artista già superquotato in vita,
vale 1,2 miliardi di dollari. Il suo
patrimonio è costituito non solo da opere d’arte, ma anche da
beni immobili. L’eredità dell’artista americano, dal 1957 a Roma e scomparso il 5 luglio scorso, deve fare i conti con il fisco.
Erede il figlio Alessandro e la Cy
Twombly Foundation di New
York, che ha come referente Ralph Ernest Lerner. Il tentativo
del figlio di muovere 3,8 milioni
In attesa
della successione
sotto sequestro
il conto italiano
di euro dal conto romano del
papà alla Banca Popolare di
Bergamo, per spostarli probabilmente in America su suggerimento del legale americano Lerner e del finanziere Thomas H.
Saliba attraverso un trust fund,
ha messo in allarme le autorità
fiscali e poi giudiziarie. La procura di Roma ha disposto il sequestro cautelativo delle attività
finanziarie intestate Edwin
Parker Twombly per un ammontare di 29,2 milioni di euro. Secondo gli inquirenti l’artista
avrebbe evaso le imposte per
quattro anni, dal 2005 al 2009,
non dichiarando il reddito ricavato pari a più di 80 milioni di
euro frutto della vendita di 40
pezzi. Oggetto d’indagine è la
residenza fiscale dell’artista.
Il figlio Alessandro ritiene che
le tasse siano state pagate in
America e si dichiara pronto,
una volta entrato in possesso
dell’eredità, a versare quanto
pattuito all’erario italiano. La residenza fiscale dell’artista è dirimente poiché definirebbe il Paese cui andrebbero destinate tutte le imposte sul reddito da lui
prodotto. Gli inquirenti stanno
verificando quanta parte del reddito sia stato tassato in Usa e
quanto avrebbe dovuto essere
tassato prima in Italia.
«La convenzione Italia-Stati
COURTESY PHILLIPS DE PURY & C.
«Untitled» 2006 Cy Twombly, acrilico
su tela cm 215 x 167,8 battuto a
9.042.500 dollari da Phillips de Pury & C.
New York il 7 novembre 2011. Secondo
miglior prezzo dell’artista americano
Uniti contro la doppia imposizione, all’articolo 14, ammette
la tassazione del reddito prodotto in uno Stato da un professionista, in questo caso un artista,
fiscalmente residente nell’altro
stato solo se l’artista dispone di
una sede fissa nello stato dove
ha prodotto il reddito», spiega il
commercialista Franco Dante
dello studio Dante & Associati
di Torino. E Twombly aveva
una sede in Italia: insomma si è
trattato di una mega evasione o
è piuttosto di un conflitto di allocazione tra gli Usa e l’Italia
delle imposte che sono state già
pagate negli States? Agli inquirenti la risposta.
Marilena Pirrelli
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