scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE Rassegna Stampa del 16 luglio 2013 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE SCENARIO SANITA' NAZIONALE 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Assicurazione dei medici verso un nuovo rinvio 6 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Biomedicale, Bellco raddoppia lo stabilimento 7 16/07/2013 Il Sole 24 Ore La stella polare di bonifica produzione 8 16/07/2013 Il Sole 24 Ore L'Ilva: priorità alla bonifica di Taranto 9 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Assemblee negli ospedali, scioperano i medici 11 16/07/2013 La Repubblica - Nazionale Nei disturbi alimentari cure vincenti in sei casi su 10 12 16/07/2013 La Repubblica - Nazionale Dall'emofilia alla trombosi verso farmaci efficaci e "facili" 13 16/07/2013 La Repubblica - Nazionale Diabete tipo 2 se le donne risultano discriminate 14 16/07/2013 La Repubblica - Nazionale MEDICI ALLA GUERRA DELLE POLIZZE 15 16/07/2013 La Repubblica - Nazionale Hiv, epatiti, clamydia... le infezioni ancora tabù 16 16/07/2013 La Repubblica - Nazionale Quali sono le nuove cure per il Parkinson? 17 16/07/2013 La Repubblica - Roma Soluzione per il Santa Lucia La Regione: "Pagheremo" 18 16/07/2013 La Repubblica - Napoli Anziani, la Asl rafforza i servizi 19 16/07/2013 La Repubblica - Napoli Contro il sovrappeso nasce "Obesity unit" 20 16/07/2013 La Repubblica - Torino Sanità, spese a pioggia in un anno 600 milioni 21 16/07/2013 La Repubblica - Firenze "I disagi legati al lavoro aumentano dobbiamo rafforzare i servizi" 22 16/07/2013 La Repubblica - Firenze Voglia di psicologo, ma le tariffe Asl sono un labirinto 24 16/07/2013 La Repubblica - Firenze Diagnosi e rimborsi: assolti dall'accusa di truffa 26 16/07/2013 La Repubblica - Bologna Il S. Orsola risponde 27 16/07/2013 La Repubblica - Genova Oculisti, parte la caccia ai pazienti perduti 28 16/07/2013 La Repubblica - Palermo Incendio a Cardiologia del Civico stop alle emergenze per qualche ora 29 16/07/2013 La Stampa - Torino Sanità, polemica sulle Federazioni "Dribblate dalle Asl sugli appalti" 30 16/07/2013 La Stampa - Torino Trattori in corteo per l'ospedale 31 16/07/2013 La Stampa - Torino Presidio davanti all'ospedale "Non toccate il punto nascite" 32 16/07/2013 La Stampa - Torino Asl To 4, via al servizio dentistico a basso costo 33 16/07/2013 Il Messaggero - Nazionale Indagine Doxa: sigarette elettroniche un fumatore su dieci smette davvero 34 16/07/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Giovedì lo sciopero degli operatori 35 16/07/2013 Avvenire - Nazionale Accordo raggiunto tra Siemens e Idi Riattivati i macchinari per la diagnostica 36 16/07/2013 Avvenire - Nazionale Sanità, il «sistema Liverpool» ha le ore contate 37 16/07/2013 Il Gazzettino - Venezia Il futuro di Dolo e Mirano Un consiglio sulla sanità 38 16/07/2013 Il Gazzettino - Venezia Forcolin attacca Stival: «Difenda l'ospedale unico» 39 16/07/2013 QN - Il Giorno - Milano Impianti nuovi e camere accoglienti per un ospedale a misura di paziente 40 16/07/2013 Il Tempo - Roma Accordo Siemens-Idi per i macchinari L'ospedale riparte al cento per cento 41 16/07/2013 Il Tempo - Roma Sì della Asl RmC ai pagamenti per il Santa Lucia 42 16/07/2013 Il Tempo - Roma Colleferro apre con gli infermieri di Subiaco 43 16/07/2013 ItaliaOggi Weight watchers sposa la salute 44 16/07/2013 ItaliaOggi Università, in ballo 21mila posti 45 16/07/2013 MF - Nazionale Quegli amici per la pelle 46 16/07/2013 Il Fatto Quotidiano Paura tubercolosi a Siracusa: positive ai test 40 mila persone 47 16/07/2013 Il Fatto Quotidiano Assuefatti al doping e al tifo 49 SCENARIO SANITA' NAZIONALE 40 articoli 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 16 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità. La proroga potrebbe arrivare da un emendamento al decreto del «fare» Assicurazione dei medici verso un nuovo rinvio Sara Todaro Nuovo rinvio all'orizzonte per la fatidica scadenza di metà agosto sull'obbligatorietà della polizza Rc per i professionisti della salute. La soluzione potrebbe arrivare a breve con un emendamento al capitolo Sanità del decreto del "fare", all'esame della Camera. E servirà a far calare la tensione su una situazione al collasso che il rinvio peraltro non risolve. «L'emergenza c'è e resta per tutti quei professionisti ad alta rischiosità esposti a richieste di premi inavvicinabili - conferma Amedeo Bianco, presidente FnomCeo e membro della commissione Sanità di Palazzo Madama -. Senza un sistema di copertura credibile diventerebbe inesigibile anche il diritto al risarcimento». Proprio a garantire la possibilità di idonea copertura anche alle specialità ritenute ad alta rischiosità (non tanto per il numero di incidenti quanto per l'onerosità dei risarcimenti per singolo sinistro, come ortopedici o ginecologi, ndr) dovevano servire le norme della legge Balduzzi, approvata nel 2012. La riforma prevede tra l'altro un Fondo di garanzia ad hoc, finanziato anche dalle assicurazioni con il 4% della raccolta premi della Rc sanità dell'anno precedente. Ma il il tavolo istituito alla Salute dopo il varo della legge per la stesura del Dpr attuativo - partecipato da rappresentanti dei professionisti, delle assicurazioni e delle Regioni - va a rilento. E l'adozione del provvedimento avrebbe comunque tempi lunghi, dovendo essere approvato prima dal Consiglio dei ministri poi dal Consiglio di Stato. Inoltre i nodi da sciogliere sono infiniti. Dalla platea dei destinatari (solo i liberi professionisti?) alla retroattività: al tavolo sembra aver prevalso la «pregressa illimitata», mentre le compagnie da ultimo cercano di proporre polizze a retroattività zero. Quelle che accettano di assumere rischi nel settore si contano su una mano e sono allineate sulla classifica delle specialità a maggior rischio di vertenze. Così accade che un medico di famiglia o un medico non specialista può garantirsi massimali da 2 o 3 milioni di euro spendendo da un minimo di 550 euro a un massimo 1.300 euro l'anno, mentre per raggiungere lo stesso obiettivo gli specialisti "a rischio" possono spendere fino a 17mila euro. I trend sono ovviamente legati al lievitare dei costi assicurativi del settore. Una analisi appena realizzata da Marsh sulla sinistrosità in ambito ostetrico in 83 strutture pubbliche (ampiamente pubblicata nell'ultimo numero del settimanale «Il Sole 24 Ore Sanità») censisce in otto anni (2004-2011) 43 milioni di risarcimenti erogati, con un liquidato medio di 368mila euro e un valore assicurativo di 208 euro per ciascun nato. Quest'ultimo dato è in crescita del 20% rispetto all'edizione 2012 dello studio, anche a fronte di una riduzione degli eventi del 7 per cento. E i camici bianchi rischiano ogni giorno di più di restare senza polizza. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 6 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 31 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL TERREMOTO IN EMILIA Biomedicale, Bellco raddoppia lo stabilimento Natascia Ronchetti u pagina 33 MIRANDOLA (MODENA) Un anno fa lo stabilimento era quasi completamente distrutto. Oggi Bellco, azienda biomedicale del distretto di Mirandola, nel Modenese, raddoppia la capacità produttiva. Da 3 milioni di filtri all'anno (per dialisi e terapia intensiva, compresa quella neonatale) a 6 milioni, con la duplicazione della clean room. La conclusione di un percorso di ripresa e crescita impostato subito dopo il terremoto. Con un nuovo amministratore delegato, Carlo Medici, chiamato dagli Usa (dove ha guidato Roche e Bracco Diagnostics) a prendere le redini dell'azienda che fa capo al fondo Charme II gestito dalla Montezemolo & Partners SGR e al quale recentemente si sono affiancati altri due fondi internazionali, Amadeus e Capital Dynamics, con l'acquisizione del 20% della controllante Bellcobi. Un investimento da 4 milioni, con il quale la Bellco si prepara a entrare in grande stile nei mercati più lontani, Cina, Brasile, Corea del Sud, Russia, Colombia. Il sisma è davvero archiviato per questa azienda del distretto biomedicale riuscita a chiudere il 2012 con ricavi per 103 milioni nonostante tre mesi di forzata sospensione della produzione a causa del terremoto. Il periodo di stop, necessario per rimettere in piedi lo stabilimento, ha provocato una perdita di 5 milioni di fatturato ma senza compromettere il margine operativo lordo, a quota 15 milioni. Tanto che, dall'inizio dell'anno, dopo aver salvaguardato l'occupazione, Bellco ha anche ricominciato ad assumere: 19 addetti in più che hanno portato il personale occupato nel quartiere generale di Mirandola a 290 unità. Altri 100 dipendenti sono impiegati nelle filiali all'estero. Dal Canada, dove Bellco è leader di mercato e dove, dopo una acquisizione, dispone di una propria sede. Alla Francia, dove l'azienda ha un altro sito produttivo. Per arrivare a Spagna, Belgio e Paesi Scandinavi. Tutte aree che rappresentano bacini storici di riferimento ai quali affiancare i nuovi mercati. «Il nostro obiettivo - spiega Medici - è quello di mettere a disposizione di un numero sempre maggiore di pazienti e operatori le terapie innovative che proponiamo. Questo attraverso il consolidamento del network internazionale, con nuove acquisizioni e joint venture, dando la priorità ai mercati in crescita». Medici, rientrato in Italia dopo vent'anni trascorsi negli Stati Uniti, gioca ora tutte le sue carte sull'internazionalizzazione. Si deve a Bellco l'unica macchina al mondo che permette di sottoporre a dialisi i neonati. Credenziali che hanno permesso all'azienda di crescere oltreconfine e di collocare i suoi prodotti in più di 50 Paesi, tra Europa e Americhe, con un fatturato generato per il 50% proprio dalle esportazioni. La nuova frontiera adesso è l'Asia mentre in Sud America l'obiettivo è quello di conquistare nuovi spazi, partendo dal Brasile e dalla Colombia, dove si assiste a una domanda in forte crescita. Un piano di espansione che richiede l'aumento della produzione, con un investimento sull'automazione che sarà completato entro la fine dell'anno in uno stabilimento di 15mila metri quadrati coperti. Il raddoppio della capacità produttiva era stato messo in cantiere proprio con l'ingresso nel capitale sociale di Amadeus - il più importante fondo tecnologico in Europa - e di Capital Dynamics, fondo di investimento globale con sede in Svizzera. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 7 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 31 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ANALISI La stella polare di bonifica produzione di Lello Naso Non c'è pace per l'Ilva. Non può esserci pace fino a quando una sentenza non metterà fine a una delle più intricate vicende dell'industria italiana. Dunque, con i tempi della giustizia, serviranno molti anni ancora. Nel frattempo, però, occorrerebbe attenersi strettamente alla legge, alle procedure previste dall'Aia, ai regolamenti, evitare dichiarazioni incaute (che peraltro non ci sono state) e strumentalizzazioni a vario titolo. Tenere conto che intorno all'Ilva si intrecciano una serie di procedimenti giudiziari con perizie e contro-perizie, atti che nascono per essere discussi nelle aule dei tribunali. C'è un obiettivo che però dovrebbe accomunare tutti: tutelare la salute dei dipendenti dell'Ilva e dei cittadini di Taranto ed evitare che lo stabilimento chiuda, mettendo a rischio circa ventimila posti di lavoro, indotto compreso, in una delle aree del Paese a più alto tasso di disoccupazione. Non c'è una ricetta, ma ci sono delle azioni concrete da intraprendere. Primo approvare entro il 4 agosto il decreto Ilva che seppur con tutte le riserve sull'esproprio (e non sono poche) dello stabilimento al legittimo proprietario è l'unico strumento in grado di assicurare continuità produttiva all'azienda e risanamento del territorio. Poi occorre che la gestione commissariale, Bondi e Ronchi con l'aggiunta del comitato di esperti nominato domenica sera dal ministro Orlano, attui tutte le procedure previste dall'Aia e metta in sicurezza l'impianto di Taranto nei tempi previsti. Non c'è altra strada per risanare il territorio tarantino ed evitare al sistema produttivo italiano di perdere l'acciaieria madre della manifattura. La chiusura o il forte ridimensionamento dell'impianto darebbe un colpo decisivo per il sistema Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 8 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 31 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PUGLIA La crisi della siderurgia/1. Bondi: abbiamo girato alla Regione una perizia di parte sui danni, mai detto che le sigarette fanno più male delle emissioni L'Ilva: priorità alla bonifica di Taranto Il ministro dell'Ambiente Orlando convoca il commissario per chiarimenti sull'intera vicenda PROCEDURA INFORMATIVA L'Unione europea chiede all'Italia un supplemento di documentazione sull'impianto pugliese Domenico Palmiotti TARANTO «Sono stato chiamato, con un decreto legge che non ha precedenti in Italia, ad assicurare l'attuazione delle prescrizioni dell'Autorizzazione ambientale integrata (Aia) e di altre misure di risanamento ambientale perché la preoccupazione per tale stabilimento rimane alta». Enrico Bondi, commissario dell'Ilva dal 4 giugno scorso, prova a rompere l'assedio che lo stringe da due giorni a proposito del siderurgico di Taranto, col mondo politico e sindacale insorto contro di lui e con la richiesta di dimissioni avanzata da Sel e Cinque Stelle. E così, in piena bufera, si affida ad una dichiarazione anzitutto per smentire di aver detto che «il tabacco fa più male delle emissioni Ilva», eppoi per ribadire che la prioritá rimane la bonifica della fabbrica come prevedono l'Aia e il mandato di commissario. L'attacco a Bondi si scatena dopo la diffusione di una lettera ed una perizia dell'Ilva - spedite alla Regione Puglia -, le quali contestano che l'eccesso di mortalità per tumori riscontrato a Taranto sia dovuto all'inquinamento dell'acciaieria, cosí come asseriscono le analisi dei periti della magistratura e lo studio "Sentieri" dell'Istituto superiore di sanità (nel 2006-2007, a Taranto +30% di tumori per gli uomini e +20% per le donne). Per la perizia dell'Ilva, invece, che risponde alla Regione in merito alla Valutazione di danno sanitario (Vds) prevista da una legge regionale, il maggior numero di tumori è dovuto al più alto consumo di sigarette che negli anni c'è stato a Taranto, cittá marittima e portuale. Scoppia un caso. E il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, chiede a Bondi di chiarire subito il senso di quelle affermazioni e convoca il commissario per un incontro. Affermazioni che in molti giudicano incomprensibili considerato che Bondi, da quando è diventato commissario, ha dato più di un segnale finalizzato a voltare pagina nella gestione dello stabilimento di Taranto rispetto alla gestione Riva. Così Bondi interviene per chiarire. «In un procedimento avviato ben prima del commissariamento è stato richiesto dalla Regione Puglia un parere all'Ilva su un'ipotesi di valutazione del danno sanitario. L'Ilva - prosegue Bondi - ha affidato l'elaborazione di tale parere a quattro docenti universitari. Ho ritenuto doveroso inoltrare tale parere nel testo che mi era stato trasmesso, come contributo al procedimento avviato dalla Regione Puglia. Tale parere tecnico non ha ovviamente alcuna incidenza né sulle iniziative ambientali in corso, né sul piano di risanamento ambientale dell'Ilva che è in elaborazione e che terrà conto sia dei rischi ambientali che di quelli sanitari. Tale piano è già impegnativo e richiede un quadro di riferimento certo e, possibilmente, un clima di lavoro e di collaborazione fra tutti i livelli istituzionali, indispensabile per fare dell'Ilva di Taranto uno degli stabilimenti più rispettosi dell'ambiente d'Europa». Bondi poi aggiunge: «Le emissioni inquinanti dello stabilimento Ilva di Taranto, a quanto risulta da indagini svolte in sede scientifica e dagli accertamenti disposti della magistratura, hanno avuto rilevanti impatti anche sanitari». E così il commissario cerca di allontanare da sè anche la tesi negazionista sull'inquinamento Ilva causa di tumori contestatagli nelle ore precedenti il chiarimento. Che Bondi avesse utilizzato, nel rispondere alla Regione, una relazione di consulenti Ilva incaricati dai Riva e non da lui, lo aveva evidenziato, prim'ancora che Bondi intervenisse, anche il direttore generale dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato. Con la Vds, la Regione dice all'Ilva che a regime la nuova Aia riduce del 50% i rischi per la salute e che per scendere ancora o si interviene con ulteriori tecnologie, o si taglia la produzione d'acciaio di un milione di tonnellate: da 8 a 7 l'anno. «La risposta dell'azienda - sottolinea Assennato - ha un'impostazione penale e difensivistica. Risente del vecchio corso. Bondi la ritiri e affidi una nuova perizia al comitato di esperti appena nominato dal ministro SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 9 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 31 (diffusione:334076, tiratura:405061) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Orlando». Toccherà infatti a Lucia Bisceglia, dirigente medico dell'Ares, Giuseppe Genon, docente di Ingegneria ambientale al Politecnico di Torino, e Marco Lupo, dirigente della Qualitá della vita del ministero dell'Ambiente, approntare il piano delle misure ambientali, nonché di prevenzione e protezione della popolazione e dei lavoratori, che è tra i punti del decreto legge sul commissariamento approvato giovedí dalla Camera e ora in attesa di ricevere l'ok dal Senato. E la Ue, intanto, non allenta la vigilanza sull'Ilva. Nuovi documenti sono stati infatti chiesti all'Italia nel giro di tre settimane, a partire dall'8 luglio, nell'ambito di una procedura di informazione aperta dalla commissione. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 35 (diffusione:334076, tiratura:405061) Assemblee negli ospedali, scioperano i medici Con una serie di assemblee è iniziata ieri, in tutti gli ospedali italiani, la marcia di avvicinamento allo sciopero generale di lunedì 22 luglio. Tra le motivazioni, i medici sottolineano l'inadeguatezza del decreto Balduzzi e la questione del contratto bloccato. «Sono 4 anni - spiegano i medici - che non abbiamo aumenti di stipendio, e non possiamo avviare trattative sulla normativa» SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Protesta contro il decreto Balduzzi 16/07/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) Nei disturbi alimentari cure vincenti in sei casi su 10 MARIO MAJ * Nei disturbi alimentari cure vincenti in sei casi su 10 I disturbi dell'alimentazione costituiscono una realtà clinica in continua evoluzione. L'anoressia e la bulimia nervosa si osservano oggi non solo nelle giovani donne, ma anche in soggetti maschi (il 5-10% dei casi nell'anoressia nervosa e il 10-15% nella bulimia nervosa), nei quali la preoccupazione per il peso e la forma del corpo è spesso legata all'impegno in attività atletiche ("vigoressia"). Diventano inoltre sempre più frequenti i casi ad esordio precoce (prima dei 15 anni), che comportano un rischio maggiore di danni secondari alla malnutrizione, soprattutto per quei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione (ossa, sistema nervoso centrale). Infine, il disturbo da alimentazione incontrollata (binge-eating disorder, Bed) - contraddistinto da episodi di abbuffate non seguiti da pratiche di compenso (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi o diuretici), per cui la persona tende a diventare obesa - emerge oggi come il più comune disturbo dell'alimentazione (prevalenza 3.5% nelle donne e 2% negli uomini). Notevoli progressi sono stati compiuti recentemente sul piano terapeutico. Nell'anoressia nervosa, la terapia basata sulla famiglia conduce ad una remissione in circa il 50% dei soggetti giovani con meno di tre anni di malattia. Nella bulimia nervosa, con una forma "avanzata" ("enhanced") di terapia cognitivo-comportamentale si ottiene una remissione nei due terzi dei casi che completano il trattamento. Nel Bed, una varietà di terapia cognitivo-comportamentale porta alla remissione delle abbuffate nel 50-60% dei casi che terminano la cura. Purtroppo, queste terapie sono disponibili solo in pochi centri specializzati. Inoltre, un ostacolo da superare è la frequente ambivalenza della persona nei confronti della cura. Molti soggetti non riconoscono la loro patologia come un problema, ma considerano il controllo del peso e dell'alimentazione come un mezzo per accrescere il loro valore personale. Pertanto, uno stile terapeutico "coinvolgente" ed una solida alleanza terapeutica, basata su un rapporto di fiducia e collaborazione, sono essenziali per il successo del trattamento. Sul piano assistenziale, la gestione dei disturbi dell'alimentazione richiede la disponibilità di cinque livelli di intervento: medico di medicina generale o pediatra di libera scelta; terapia ambulatoriale specialistica; terapia ambulatoriale intensiva; riabilitazione residenziale; ricovero ordinario. Il documento da noi prodotto per il ministero della Salute (viene presentato oggi, ndr) descrive in dettaglio ciascuno di questi livelli, al fine di orientare l'organizzazione dei servizi nelle regioni italiane. Sul versante della prevenzione, i migliori risultati sono stati finora ottenuti da programmi scolastici che utilizzano incontri in piccoli gruppi (6-8 persone) focalizzati sull'accettazione del corpo. Programmi preventivi dovrebbero essere attuati nei settori dello sport, della moda e della danza, che sonoa rischio particolarmente elevato.È inoltre essenziale la sensibilizzazione dei medici di medicina generale e la creazione di siti Internet informativi facilmente accessibili ai pazienti, alle famiglie e agli insegnanti. Auspicabile l'evoluzione dalla prevenzione personale al modello di salute pubblica, coinvolgendo politici, industrie alimentari, media e industria della moda. * Dir. Psichiatria univ. Napoli SUN, past-president Wpa e membro Consiglio Superiore di Sanità © RIPRODUZIONE RISERVATA IL DOCUMENTO Viene oggi presentato il Quaderno del ministero della Salute sui disturbi alimentari, epidemiologia, prevenzione, diagnosi e cura, frutto del lavoro di vari esperti coordinati dal professor Mario Maj Si può leggere integralmente sul sito del ministero PER SAPERNE DI PIÙ www.quadernidellasalute.it www.fedemo.it SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE All'interno Le terapie 16/07/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) Dall'emofilia alla trombosi verso farmaci efficaci e "facili" MARIAPAOLA SALMI Dall'emofilia alla trombosi verso farmaci efficaci e "facili" AMSTERDAM Una giornata mondiale della trombosi l'anno, a partire dal prossimo, è stata annunciata al 24° Congresso dell'International Society on Thrombosis and Haemostasis, (Isth), che ha denunciato, persino tra i medici, una lacunosa conoscenza in fatto di prevenzione, diagnosi e trattamenti di questa patologia, principale causa di decesso nella popolazione mondiale. «Si volta pagina nella profilassi della trombosi venosa profonda - dice Giancarlo Agnelli, direttore del Dipartimento di medicina interna e cardiovascolare Stroke Unit dell'ospedale universitario di Perugia - a breve potremo finalmente disporre di un gruppo di farmaci orali innovativi, efficaci e sicuri, che sostituiranno i vecchi anticoagulanti cumarinici che hanno due limiti importanti: la somministrazione sottocute o endovenosae il continuo controllo dei valori della coagulazione». Presentato all'Isth lo studio Amplify su oltre 5 mila pazienti i cui risultati dimostrano come apixaban, inibitore diretto del Fattore Xa, proteina chiave per la coagulazione del sangue, prevenga la produzione di trombina e la formazione dei coaguli di sangue. Il farmaco in commercio negli Stati Uniti e in molti paesi europei per la prevenzione dell'ictus cerebrale e dell'embolia sistemica nei pazienti con fibrillazione atriale è atteso entro il prossimo anno in Italia. «I vantaggi di questo farmaco sono la riduzione di due terzi delle complicanze emorragiche e la somministrazione di una compressa a dosaggio fisso, due volte al giorno senza necessità di analisi periodiche - spiega Agnelli - Un cambiamento nella pratica clinica al qualei medici dovranno adeguarsi». La prevenzione degli eventi tromboembolici «è la vera rivoluzione presentata all'Isth - osserva Davide Imberti, direttore del Centro emostasi e trombosi del Dipartimento di medicina interna dell'ospedale di Piacenza - dopo il dabigatran, già disponibile in Italia, altre molecole (rivaroxaban, edoxaban) sono in arrivo e andranno a sostituire gli antagonisti della vitamina K con riduzione dei costi per il SSN e per i malati». E sempre sul fronte dei disordini dell'emostasi diverse novità riguardano l'emofilia. Grande attenzione alla qualità di vita dei pazienti attraverso l'individualizzazione delle terapie. Gli studi multicentrici più recenti (presentati da Baxter ad Amsterdam) evidenziano come i pazienti adulti e pediatrici trattati in profilassi con Fattore VIII ricombinante di terza generazione, dimostrino un tasso annuo di sanguinamenti pari a zero con miglioramento della quotidianitàe minori complicanze legate alle emorragie. Proprio in questi giorni Baxter ha avviato una sperimentazione di fase III del fattore VIII ricombinante che potrebbe essere impiegato come trattamento dell'emofilia A in profilassi per evitare sanguinamenti. «Cure efficaci e facili da somministrare - dice Gabriele Calizzani, presidente Fedemo sono queste le aspettative dei pazienti italiani affetti da malattie emorragiche congenite». La ricerca lavora su nuovi farmaci in grado di bypassare lo sviluppo di anticorpi che si verifica in un terzo dei pazienti con emofilia A. «La terapia genica segna il passo mentre si lavora molto su molecole a lunga durata d'azione che consentano di ridurre il numero di infusioni soprattutto nei bambini per i quali l'accesso venoso è un ostacolo - commenta Massimo Morfini responsabile dell'Agenzia per l'emofilia - in ogni caso per loro il trattamento in profilassi è la scelta migliore personalizzando al massimo le cure». © RIPRODUZIONE RISERVATA I NUMERI Ogni anno sono 900 mila i casi di trombosi venosa profonda negli Usa e 1 milione in Europa L'emofilia A riguarda 1 caso ogni 10.000 maschi nati, l'emofilia B invece un caso ogni 30.000 maschi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE All'interno La medicina 16/07/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) Diabete tipo 2 se le donne risultano discriminate CORNAGLIA FERRARIS Diabete tipo 2 se le donne risultano discriminate Secondo i ricercatori del Mario Negri Sud (MC Rossi e altri) le donne con diabete di tipo II sono curate peggio degli uomini. Lo studio ha riguardato 415.294 pazienti seguiti da 236 ambulatori. Il 45.3% erano donne e il 54.7% uomini. Le donne subivano una peggiore qualità delle cure del diabete e delle varie complicanze. Forse sono più abituate a sopportare e si trascurano o forse i diabetologi tollerano meno chi fa perdere loro tempo in chiacchiere? Lo studio non lo dice, ma è singolare che esista una discriminazione tra generi nella cura di una malattia così diffusa come il diabete dell'adulto. Se questo studio fosse ripetuto su altre malattie croniche a larga diffusione e su numeri così importanti come quelli affrontati dai ricercatori del Negri Sud, potremmo scoprire ragioni culturali profonde che incidono sulla qualità delle cure godute dai fragili rispetto ai prepotenti. Non solo una discriminazione di genere, ma anche di censo e cultura? Grazie Negri. camici. pigiami@gmail. com © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE All'interno Il commento 16/07/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) MEDICI ALLA GUERRA DELLE POLIZZE GUGLIELMO PEPE Le assicurazioni dettano legge. E i medici non ci stanno. Polizze molto care - fino a 14 mila euro l'anno - renderebbero difficile la libera attività. Protesta legittima, però alcuni principi vanno ricordati. Perché chi esercita privatamente deve avere l'assicurazione obbligatoria: rappresenta una garanzia per i camici bianchi (in particolare ortopedici, oncologi, ginecologi, chirurghi, odontoiatri, quelli che rischiano di più una causa) e, ovviamente, per il paziente. Perciò non è l'obbligatorietà che si può discutere, ma il "quanto" del premio da pagare. Diversa la situazione per gli ospedalieri: questi devono essere "coperti" dalla Asl. Anche nel caso di colpa grave (negligenza a parte). In linea di massima un medico pubblico dovrebbe rispondere penalmente, non economicamente, di quello che fa. Perché negli ospedali avvengono ogni giorno migliaia di interventi delicati e pericolosi. Ora il contenzioso sulle polizze è nel pacchetto dello sciopero che lunedì prossimo bloccherà il Servizio sanitario: la richiesta è una legge ad hoc. Comunque se si fanno 30 mila cause l'anno, i medici non possono accusare i cittadini di furbizia: sono tante perché c'è ancora troppa mala sanità. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE NOI & VOI 16/07/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:556325, tiratura:710716) Hiv, epatiti, clamydia... le infezioni ancora tabù Se pochi giorni dopo arrivano bruciori, secrezioni e pruriti ai genitali farsi visitare ALDO FRANCO DE ROSE * In Italia le richieste di visite per malattie sessualmente trasmesse (Mst) sono oltre 100mila l'anno e interessano sempre più spesso i giovani, a causa della precocità dei loro rapporti sessuali. Un problema di salute pubblica con alta incidenza nei mesi estivi che, in attesa di una maggiore educazione sessuale, può essere contrastato solo dall'uso del profilattico. Per molti, giovani e meno giovani, secondo una recente ricerca dell'Associazione andrologi (Assai), queste malattie esistono, ma solo il 38% sa che Hiv ed Epatite BC, si trasmettono anche con i rapporti sessuali e si manifestano anni dopo. Attenzione però a bruciori e difficoltà alla minzione, vescicole, secrezioni, dolori, arrossamenti o prurito ai genitali pochi giorni dopo un rapporto a rischio, cioè non protetto e con partner occasionale. Può essere una classica Mst batterica, virale, micotica (candida) o protozoaria (trichomonas vaginalis). La più frequente è la Clamydia, causata dal Chlamydia trachomatis che, dopo 1-3 settimane dal rapporto, provoca cistiti, secrezioni vaginali e prurito nella donna; secrezioni biancastre, bruciori e irritazione uretrali nell'uomo. In entrambi può essere causa di infertilità e interessare occhi, articolazioni e polmoni (per la Clamydia apparsi ora i primi test rapidi immunologici automatizzati della DiaSorin, ndr ). Più pericolose le infezioni da papilloma virus (Hpv): le specie 6 e 11 determinano delle escrescenze di carne, cioè i condilomi (o creste di gallo), localizzati al pene, uretra, regione perianale e scrotale, vulva con rischio di tumore agli organi genitali, ma anche dell'orofaringe, mentre i tipi 16 e 18 sono responsabili del tumore al collo dell'utero. Importante dunque "la tipizzazione" del virus e non soltanto la bruciatura della lesione. Intanto, sarebbe auspicabile che, anche in tempo di spending review, la vaccinazione, come in America, fosse estesa al maschio. Tra le infezioni virali, quella da Herpes genitale e labiale si manifestano a 4-5 giorni dal contagio con mini-vescicole, che confluiscono a grappolo e tendono a recidivare negli abbassamenti delle difese immunitarie. Frequente anche la Neisseria Gonorrea: dopo 2-10 giorni, il batterio provoca secrezioni giallastre, maleodoranti, febbre, difficoltà ad urinare. Nelle forme croniche si riscontrano stenosi dell'uretra e infertilità. Da non sottovalutare le infezioni da Mycoplasma Hominis e Genitalis: tutti determinano uretrite con bruciori, anche durante la minzione. Quasi assente invece la sifilide (linfogranuloma venereo), almeno in Europa, con casi sporadici anche in Italia mentre non mancano i focolai di epidemia, come nei paesi dell'Est europeo: dopo 2-6 settimane dal contagio si manifesta una ulcerazione dei genitali (sifiloma primario), successivamente eruzioni pustolose al corpo (sifiloma secondario) e infine la diffusione del batterio treponema pallidum al cervello (neurolue). Per questo, la terapia antibiotica (penicillina) dovrà essere tempestiva. * Urologo e Andrologo, Genova; Presidente Associazione Andrologi Italiani © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 16 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Sulla malattie trasmesse dopo rapporti senza preservativo esiste troppa ignoranza. Centomila visite l'anno. Occhio ai sintomi 16/07/2013 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 32 (diffusione:556325, tiratura:710716) Quali sono le nuove cure per il Parkinson? ELVIRA NASELLI Eleonora e-mail È stata diagnosticata a mio marito, 67 anni, la sindrome di Parkinson. Quali sono le più nuove e migliori terapie già in uso? PROF. VINCENZO DI LAZZARO Direttore Neurologia univ. Campus Bio-Medico, Roma Attualmente il trattamento della malattia di Parkinson è di tipo sintomatico, cioè mirato ad alleviare i sintomi, in particolare i disturbi motori, con la finalità di preservare l'autonomia funzionale del paziente e ridurre la disabilità. Il principio di tale terapia risiede nel potenziare a livello cerebrale l'attività di un neurotrasmettitore chiamato dopamina, tramite l'utilizzo di farmaci denominati "dopaminoagonisti", che stimolano direttamente i recettori per la dopamina, o di un farmaco chiamato levodopa che viene trasformato dai neuroni in dopamina. Esistono anche altri farmaci che agiscono riducendo l'eliminazione della dopamina già presente nel cervello. I farmaci "innovativi" non sono, al momento, altro che nuovi dopaminoagonisti, o nuove formulazioni di levodopa a rilascio prolungato. Le innovazioni reali nell'ambito del trattamento della malattia di Parkinson sono state introdotte per la fase avanzata di malattia, dove la stimolazione cerebrale profonda e le tecniche di infusione continua di levodopa, direttamente nell'intestino, hanno sensibilmente migliorato la qualità di vita dei pazienti. Nell'attesa di nuove terapie con efficacia neuroprotettiva, la ricerca clinica si muove nella direzione di applicare tali tecniche avanzate in fasi sempre più precoci. In Liguria il "Centro per la Malattia di Parkinson ed i Disordini del Movimento" dell'università di Genova costituisce senz'altro un punto di riferimento. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R SALUTE Il medico risponde Neurologia 16/07/2013 La Repubblica - Roma Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Soluzione per il Santa Lucia La Regione: "Pagheremo" CARLO PICOZZA «PAGHEREMO»: con questo annuncio la Regione risponde all'appello dei pazienti, delle loro famiglie, degli operatori sanitari e del comitato "Salviamo il Santa Lucia", l'Istituto per la riabilitazione neuromotoria di nuovo sull'orlo della chiusura per le inadempienze della giunta del Lazio, che dai tempi di Renata Polverini è in debito di un centinaio di milioni. «Nella vostra posizione», aveva scritto Luigi Amadio, direttore dell'ospedale, al governatore Nicola Zingaretti, «non c'è inversione di rotta rispetto al comportamento ostile della giunta Polverini». Ora, però, dal palazzo a stella sulla Colombo sembra arrivare il contrordine: «La Asl competente, la Rmc, ha concluso le verifiche sui requisiti minimi dell'Istituto: un passo avanti per scongiurare la chiusura dell'ospedale e che ci permetterà di pagare presto». Come dire, abbiamo appurato che a un istituto che ci invidia l'Italia intera per le prestazioni di alta specializzazione assicurate ai pazienti, non mancano i requisiti di base per continuare a svolgere la sua attività. Ma che c'entra questo con gli obblighi della Regione, sanciti peraltro da 5 sentenze dei giudici amministrativi, che la giunta Polverini si era guardata bene dall'ottemperare e sui quali fino a qualche giorno fa l'esecutivo guidato da Zingaretti sembrava nicchiare? Dopo l'articolo di ieri su queste pagine, la Regione informa: «Abbiamo costituito con l'Agenas, Agenzia nazionale per la sanità, una commissione di altissimo livello per l'individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione: entro l'autunno saranno disegnate le nuove regole per il settore nel Lazio». Le regole ci sono già. La Regione vuole cambiarle? È legittimo. «Ma», dice Mario De Luca del Comitato "Salviamo il Santa Lucia", «sugli obblighi passati e riconosciuti dai giudici del Tar e del Consiglio di Stato, non si può continuare a tergiversare». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso 16/07/2013 La Repubblica - Napoli Pag. 8 (diffusione:556325, tiratura:710716) Più deboli fra luglio e agosto, ma mancano posti letto e centri GIUSEPPE DEL BELLO ESTATE, caldo, anziani. La Asl Napoli 1, che da anni si occupa della fascia debole, rinforza il settore. Una categoria, quella degli anziani infatti, che tra luglio e agosto è più vulnerabile: meno difese organiche, problemi di gestione familiare, buchi nell'assistenza sono le minacce da non sottovalutare. La geriatria, soprattutto quando subentrano deficit psicofisici, è fondamentale. E Napoli è stata tra le prime città ad attivare una serie di servizi ad hoc. Articolati a seconda delle esigenze. «Quando un soggetto è ancora autosufficiente e, quindi, in grado di deambulare - spiega Mario Scognamiglio, direttore del dipartimento di Geriatria delle fasce deboli della Napoli 1 - può usufruire dei centri ambulatoriali dove si fanno valutazioni fisiche e psicocognitive». L'incubo delle famiglie è rappresentato però dal cosiddetto "wondering" che si verifica quando un anziano, semmai affetto da disorientamento temporo-spaziale, rischia di perdersi anche nei pressi della propria abitazione. In questo caso, la gestione per la famiglia è particolarmente difficile. E, come ricorda lo specialista, non è raro imbattersi in soggetti che si aggirano con lo sguardo smarrito sulle rotaie di un treno. I centri diurni Alzheimer (a Napoli 2, in Campania 4) fanno parte della rete dei servizi geriatrici. Che comprende gli ambulatori, l'assistenza domiciliare e la semiresidenziale, con i centri diurni a cui arrivano grazie a un pulmino e dove restano fino alle 15. Qui fanno rieducazione cognitiva e motoria, supporto per l'orientamento temporo-spaziale, animazione, musicoterapia, riabilitazione. Scatta invece l'assistenza domiciliare quando l'anziano è costretto a letto: a Napoli sono tremila gli assistiti a casa. L'assistenza domiciliare geriatrica è rafforzata a luglio e tutti i giorni di agosto. Ultimo step, le Rsa, strutture di ricovero ad hoc dove approdano i soggetti non assistibili al proprio domicilio. Presenza continua degli infermieri e medico in servizio dalle 8 alle 20, le 5 Rsa attive in città dispongono solo di 188 posti letto, rispetto a un fabbisogno accertato di 916. Ma le carenze riguardano anche le divisioni geriatriche negli ospedali: i tagli del piano di rientro non risparmiano il settore e le conseguenze si fanno sentire, con anziani sempre più spesso ricoverati nei reparti di medicina. Con tanti saluti alla moderna concezione di una medicina olistica e non più di organo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Numero verde e assistenza domiciliare rientrano nel piano "Ondate di calore" per fronteggiare i rischi correlati alle alte temperature: anziani non autosufficienti con patologie croniche anziani allettati. ASL NA 1 CENTRO, operazione estate serena anziani Il servizio comprende il call center e la disponibilità di équipe domiciliari di geriatri e infermieri professionali. A luglio, festivi e prefestivi dalle 8 alle 20 Ad agosto dal 10 al 18 dalle ore 8 alle 20 i giorni feriali dalle ore 8 alle 14 i posti letto nelle 5 Rsa cittadine il fabbisogno PER SAPERNE DI PIÙ www.aslna1.napoli.it www.aslsalerno.it SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Anziani, la Asl rafforza i servizi 16/07/2013 La Repubblica - Napoli Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Contro il sovrappeso nasce "Obesity unit" (g. d. b.) RIDURRE il numero degli obesi. È l'obiettivo della Obesity unit, struttura della Federico II appena inaugurata al Nuovo Policlinico. In Campania sono 700 mila le persone obese. Più del 12% di tutta la popolazione regionale. Nel centro i pazienti verranno inquadrati per la diagnosi e avviati al trattamento. Da un'indagine è emerso che circa 2,8 milioni di campani soffrono di "grave eccesso ponderale" e di questi, più di2 milioni (35%) sono "semplicemente" in sovrappeso. Il sistema di sorveglianza "OKkio alla Salute" rivela che la Campania è prima per sovrappeso (28%) e obesità infantile (21%) contro la media nazionale del 24% e del 12%. «L'iniziativa dimostra che è possibile la sinergia tra istituzioni e mondo scientifico - commenta Raffaele Calabrò, membro della commissione Affari sociali - Ed è importante far conoscere ai cittadini le risorse, clinichee sociali, che il sistema sanitario regionale garantisce». L'obesità è una malattia cronica causata da eccessiva alimentazione e ridotta attività fisica, oltre che da fattori genetici e ambientali. «Per contenere il fenomeno è necessaria anche il raccordo tra gli specialisti del territorio - aggiunge Annamaria Colao, ordinaria di Endocrinologia- per indicare la strategia più appropriata». Quando la patologia diventa grave, si ricorre alla chirurgia. «La bariatricaè la soluzione terapeutica più indicata in questi casi per aumentare quantità di vita e migliorarne la qualità», spiega Pietro Forestieri, presidente emerito della Società italiana di chirurgia dell'obesità. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE CIFRE 2,8 milioni sono i campani con "grave eccesso ponderale" LA SPESA L'obesità incide sui costi sociali: ogni anno per 25 miliardi, gli indiretti per 70 Foto: Pietro Forestieri SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'iniziativa La struttura della Federico II al Nuovo Policlinico: in Campania 700 mila malati 16/07/2013 La Repubblica - Torino Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Sanità, spese a pioggia in un anno 600 milioni (s.str.) IN UN anno le Asl piemontesi sono state attivissime: hanno speso 245 milioni per appalti prorogati senza bandire garee altri 83 milioni di varianti che fanno salire il conto a seicento milioni. I dati diffusi ieri dalla commissione d'inchiesta sulla sanità presieduta da Alberto Goffi fotografano una situazione tutt'altro che lusinghiera sulla funzione delle Federazioni, una delle pietre miliari della riforma sanitaria della giunta regionale. Dal 16 maggio 2012, la loro data di nascita, al 15 luglio 2013 le Federazioni sovrazonali, che dovevano essere le vere centrali degli acquisti e appalti, hanno bandito 159 gare per 58 milioni di spesa. Nello stesso periodo le Asl hanno dominato la scena e prorogato 1.725 contratti. «Importi talmente elevati da paventare il rischio di concorrenza sleale - lancia l'allarme Goffi - non permettendo ad altre imprese di partecipare». Pd e Sel rilanciano tornando a chiedere la morte delle Federazioni, ma le perplessità questa volta sono condivise anche dalla Lega. Il capogruppo Carossa e il vicepresidente della commissione De Magistris lanciano un avvertimento ai direttori generali della aziende sanitari: «Crediamo sia importante capire se questo fenomeno derivi da un eccesso di prudenza di Asl e ospedali, dettato da un aumento dei contenziosi che ingessano le gare d'appalto, o se invece vi siano resistenze di altro tipo. Questo andrebbe contro il principio della riforma sanitaria». L'assessore Ugo Cavallera replica cercando di ipotizzare le ragioni ma anche lui ritiene necessaria una verifica: «questi comportamenti possono derivare dalla necessità di non interrompere le forniture o i servizi». Le Federazioni hanno dovuto svolgere una rilevante attività istruttoria finalizzata alla programmazione delle nuove gare, aggiunge «che richiede tempi non brevi, tali da rendere necessario il ricorso alle proroghe». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: I TAGLI Una delle tante proteste, davanti al consiglio regionale, contro i tagli alla sanità SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso La commissione d'inchiesta: "Rischi di concorrenza sleale" 16/07/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) "I disagi legati al lavoro aumentano dobbiamo rafforzare i servizi" SIMONA POLI «DISAGIO psichicoe insicurezza del futuro si stanno accentuando». Valtere Giovannini, nuovo direttore generale del dipartimento Sanità della Regione, non se lo nasconde e sa di dover dare delle risposte. «C' È BISOGNO di più servizio pubblico nella psicoterapia, ne sono così convinto da inserire questa esigenza di cambiamento nel nuovo Piano sanitario che presenteremo tra poco». Giovannini crede che gli psicologi possano rivestire un ruolo decisivo nel settore della terapia. La ricerca di Cipriana Mengozzi mette in evidenza la diversità di trattamento e numero di specialisti disponbili nelle varie aziende toscane. Tutto regolare? «Ho letto quel dossier, sono dati che in parte conoscevo ma mi sarà utile come base di partenza per cambiare il sistema. E' vero quello che dice Mengozzi nelle sue considerazioni finali, il cittadino si trova spaesato di fronte alla differenza di tariffe in un momento in cui la domanda sta salendo esponenzialmente. La crisi acuisce alcuni fenomeni, stanno emergendo dei disturbi psichici che in periodi "normali" si vedono poco. Del resto tutti gli studi internazionali mettono in evidenza un disagio psichico e una ricerca di benessere psicologico da parte delle persone. L'ultimo rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità prevede che il XXI secolo sarà caratterizzato in modo importante da tutti gli stati che oggi chiamiamo di depressione che rappresentano le più svariate difficoltà rispetto al quadro economico e sociale che stiamo vivendo». Il primario di Psichiatria a Firenze Domenichetti sostiene che negli ultimi due anni il numero di chi è in cura è passato da 4.000 a 7.000 persone. Quasi il doppio. «In fondo il vero problema della crisi è che ha lasciato priva di senso un'intera categoria valoriale e questo sta acuendo una serie di quadri di depressione, aumentano i suicidi di chi perde il lavoro o deve chiudere l'impresa ma crescono anche i disturbi che chiamiamo "minori" come le depressioni, gli stati d'ansia, gli attacchi di panico. C'è un significativo ricorso alla terapia, il servizio pubblico dovrà necessariamente attrezzarsi di conseguenza. Penso che nel nuovo piano sanitario vada prevista una robusta iniezione di psicologi nel sistema, saranno una ventata di energia nuova». E' possibile delineare un identikit del «nuovo» paziente che si rivolge alo specialista? C'è un'età prevalente o una condizione sociale più esposta? «Direi che tra i 30-40 enni il fenomeno sia in aumento. Non solo per problemi economici ed occupazionali, però, la questione è più profonda. Abbiamo sempre troppo poco tempo per riflettere sui fenomeni sociali e studiare i grandi temi che li caratterizzano. Pensiamo solo al fatto che nell'arco di trent'anni la società da agricola è diventata industriale e poi terziaria, un percorso velocissimo che ha creato forme inedite di insicurezza. Emergono in particolare criticità relazionali, problemi di mobbing, nuove patologie legate al luogo di lavoro, che dipendono dal modo di rapportarsi con gli altri, i colleghi, i superiori, il datore di lavoro. Spazi di patologia del vivere insieme che non conoscevamo e che di fatto dovremo affrontare come veri e propri problemi sanitari. Non a caso a Careggi abbiamo creato il "Centro regionale per le criticità relazionali",a disposizione di tutte le aziende sanitarie. Questo è un tema su cui dobbiamo cominciare a ragionare con modalità nuove che ora non abbiamo. Ed è vero quello che c'è scritto in quel dossier: il servizio pubblico deve fare di più». Di fatto la psicoterapia è affidata a un rapporto di tipo privatistico. «E questo non basta più. E' vero che l'accesso pubblico è garantito e che le tariffe sono calibrate sulle fasce di reddito ma poi nella lunga terapia ci si rivolge allo specialista di fiducia e si paga quello che è stabilito. Prima eravamo in equilibrio ma adesso il malessere così diffuso richiede uno sforzo ulteriore. I servizi dovranno essere ripensati, il Piano sanitario avrà una sezione appositamente dedicata a questo». Spesso i disturbi vengono affrontati con una terapia farmacologica. Le spese per il sistema sanitario quindi lievitano. «Per questo dico che serve una robusta immissione di psicologi nel sistema. Il malessere come malattia del vivere insieme crea un'ampia categoria di disturbi che di frequente si svelano nel momento in cui la persona SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista 16/07/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato entra nel mondo del lavoro ed è costretta ad affrontare responsabilità più pesanti. Già nell'adolescenza emergono dei sintomi di incapacità a sopportare il carico dei problemi, pensiamo alla bulimiae all'anoressia». Ma può davvero bastare un colloquio settimanale per aiutare chi si sente inadeguato al vivere? Mengozzi sostiene di esserci riuscita senza usare neppure una pillola. «Credo che gli psicologi potranno dare un contributo importante e di grande innovazione nella cura di tutti quei malesseri nuovi che vanno trattati di più con le parole e di meno con i farmaci, quando non siano indispensabili». (s. p.) I punti L'OMS L'organiz zazione mondiale della sanità prevede un significativo aumento di tutti gli stati depressivi LE LINEE Nelle linee guida del nuovo piano sanitario regionale, anticipa Giovannini, sarà previsto di potenziare i servizi di psicoterapia IL CENTRO A Careggi è stato creato il Centro regionale per le criticità relazionali, a disposizione di tutte le aziende sanitarie della regione Il lavoro Le patologie Secondo Giovannini ci sono "criticità relazionali, problemi di mobbing, nuove patologie legate ai luoghi di lavoro che dipendono dal modo di rapportarsi con colleghi e superiori" I farmaci Uso e abuso Il responsabile del dipartimento sanità è convinto che "gli psicologi potranno dare un contributo importante per i malesseri che vanno curati di più con le parole e di meno con i farmaci" 16/07/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Voglia di psicologo, ma le tariffe Asl sono un labirinto SIMONA POLI LA NECESSITÀ, il desiderio di rivolgersi ad uno psicologo per farsi aiutare. E' un fenomeno in crescita. Gli effetti della crisi si riflettono sul benessere mentale delle persone e il ricorso alla psicoterapia in Toscana sta massicciamente aumentando. Ma se ci si rivolge alle strutture pubbliche, sorge un problema: le tariffe Asl sono un labirinto. Una giungla: si pagano da 59 a 160 euro. Quasi tutti gli specialisti "pubblici" operano in intramoenia. SERVIZIO A PAGINA IV IL LAVORO che non si trova, il mutuo da pagare, le bollette sempre più alte, i rapporti con la famiglia, le difficoltà di tenere insieme vita privata e professione, lo stress e l'insicurezza che stringono la gola. Gli effetti della crisi si riflettono sul benessere fisico e mentale, il ricorso alla psicoterapia in Toscana sta massicciamente aumentando e il servizio pubblico non è attrezzato per accogliere questo surplus di domanda. Di fatto quasi tuttii medici psichiatri e gli psicologi operano in regime di intramoeniaei costi, benché regolamentati e modulati per fasce di reddito, variano fortemente non solo da un'Asl all'altra ma anche all'interno della stessa azienda sanitaria. E' di questi giorni la diffusione di un dossier accuratissimo sulla situazione della psicoterapia regionale realizzato da Cipriana Mengozzi, una giovane psicologa del lavoro che da libera professionista opera nel Poliambulatorio della Fratellanza Popolare di San Donnino. «Visitando i miei pazienti che, nella maggior parte dei casi, non possono permettersi di spendere molto per fare una, due o anche più sedute la settimana e trovano da noi prezzi davvero abbordabili, mi sono chiesta quanto in assoluto è "giusto" che costi un colloquio di psicoterapia e quanto sia concretamente accessibile al cittadino il servizio pubblico», racconta Mengozzi che nel suo curriculum elenca tre master di specializzazione. «E quanto bisogno c'è di sostegno psicologico al giorno d'oggi, quando sui giornali capita sempre più frequentemente di leggere notizie di imprenditori o disoccupati che si suicidano perché non sanno come tirare avanti? Quelle sono persone che andrebbero intercettate prima di arrivare a compiere gesti irreparabili e sinceramente non credo che la sanità toscana sia adeguata allo scopo». Mengozzi ha fatto una ricerca a tappeto in tutte le aziende e ricostruito caso per caso la media delle tariffe praticate in intramoenia e il numero di specialisti a disposizione del pubblico. Le sue tabelle sono già arrivate sul tavolo dell'assessore alla Salute Luigi Marroni, che le ha lette con attenzione. I numeri disegnano un quadro disomogeneo. Si va dai 15 specialisti in servizio alla Asl di Arezzo ai 2 di Massa, mentre Pistoia, Prato, Empoli e Livorno ne hanno 4, l'azienda di Siena 9, Viareggio 7 e quella di Grosseto 6.A Lucca sono ben 13 mentre Firenze ne ha solo 4 e il Meyer zero assoluto. A Careggi sono 8, alle Scotte 2, all'ospedale di Pisa 2. Tutti lavorano in regime di intramoenia e la tariffa per una seduta di psicoterapia varia tantissimo, la più bassa è di 59 euro la più alta arriva ai 160 euro. La media in Toscanaè di 92,24 euro l'ora, mentre nelle singole aziende la media è di 103 euro a Massa, 84 a Lucca, 88 a Pistoia, 91 a Prato, 71 a Pisa, 87 a Livorno, 77 a Siena e Arezzo, 69 a Grosseto, 81 a Firenze, 86 ad Empoli, 89 a Viareggio. Tra le aziende ospedaliere la più cara è Siena con 153 euro di media seguita da Careggi con 140 e Pisa con 83. Come si vede orientarsi è difficile. Il primario di Psichiatria di Firenze Sandro Domenichetti sostiene che non ci siano liste di attesa: «L'accesso è diretto, non si passa attraverso il Cup, questi servizi nascono per la comunità, anche se il regime dell'intramoenia garantisce maggiore privacy al paziente. Devo dire», racconta, «che almeno nell'area fiorentina si sta verificando una trasmigrazione dal privato al pubblico proprio per i nuovi bisogni che spingono la gente a cercare il nostro aiuto». © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli effetti della crisi si riflettono sul benessere mentale e il ricorso alla psicoterapia in Toscana sta massicciamente aumentando 16/07/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 25 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le accuse TRUFFA E FALSO Sei medici erano stati indagati perché si ipotizzava che avessero attestato nelle cartelle cliniche di aver eseguito interventi per patologie più gravi del reale La sentenza TUTTI ASSOLTI La decisione del giudice è arrivata dopo un lungo scontro in aula tra perizie e scuole di neurologia e ortopedia sugli interventi ancora "moderni" e efficaci Foto: Aumentano i disagi psichici legati al lavoro Foto: L'ASSESSORE Luigi Marroni ha ricevuto il dossier di Cipriana Mengozzi Foto: LA TERAPIA Aumentano in modo esponenziale i toscani che chiedono aiuto ai servizi di psicoterapia, come conferma Valtere Giovannini (foto in alto a destra) 16/07/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Diagnosi e rimborsi: assolti dall'accusa di truffa L'inchiesta non era scaturita dalle denunce dei pazienti che anzi erano soddisfatti FRANCA SELVATICI NON ci sono prove sufficienti né concordanti per ritenere che sei medici chirurghi che operavano nelle case di cura convenzionate Valdisieve e Villanova abbiano truffato il servizio sanitario. Tuttie sei gli specialistiJosip Buric e Massimiliano Pulidori (difesi dall'avvocato Valerio Valignani ), Laureano Landi, Mario Pellone, Luca Corò e Francesco Passarello - sono stati assolti in tribunale dalle accuse di truffa aggravata e falso in atto pubblico al termine di un processo in cui si è a lungo discusso della natura degli interventi da essi eseguiti. Secondo le accuse, fra il 2003 e il 2008 i sei specialisti avevano attestato nelle cartelle cliniche e nelle schede di dimissione dei pazienti di aver eseguito interventi per patologie più gravi o più complesse di quelle realmente trattate, classificando i pazienti con codici Drg (Diagnosis Related Groups) non corrispondenti alle loro effettive malattie. In particolare i sei medici erano accusati di aver indicato codici di diagnosi principale di natura neurologica, per cui erano previsti rimborsi, da parte del servizio sanitario nazionale, fra i 6.700 e i 6.900 euro a intervento, anziché codici relativi a patologie dei dischi intervertebrali, rimborsati con cifre fra i 3.600 e i 2.300 euro a intervento. Il pm Fedele La Terza e i carabinieri del Nas contestavano un totale di 539 interventi per i quali sarebbe stato chiesto e ottenuto un rimborso superiore al dovuto, per un totale di 2 milioni e 352 mila euro. Al processo, però, è venuta alla luce una grande confusione, anche di carattere scientifico. Sia la commissione regionale di indagine, di cui faceva parte un noto neurochirurgo di Careggi, sia il consulente del pm avevano escluso che gli interventi effettivamente eseguiti nelle case di cura fossero di natura neurologica. Di parere contrario i consulenti e alcuni chirurghi chiamati a testimoniare dalle difese. Il giudice e gli avvocati hanno assistito a un vero e proprio dibattito fra diverse scuole neurologiche e ortopediche. Secondo alcuni certa chirurgia non si fa più, secondo altri è vero il contrario. Poi il responsabile di una casa di cura ha sostenuto che per il tipo di interventi dichiarati dagli specialisti sotto accusa una sola cannula monouso costa fra i 200 e i 300 euro. Forse è stato rilevante ai fini della decisione anche il fatto che il processo non fosse scaturito dalle denunce di pazienti, i quali, al contrario, si sono espressi in maniera positiva nei confronti dei chirurghi che li avevano operati. E dunque al termine del dibattimento, e dopo aver ascoltato requisitoria e arringhe difensive, il giudice ha pronunciato sentenza di assoluzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Si è concluso senza prove sufficienti il processo a sei chirurghi che operavano nelle case di cura Valdisieve e Villanova 16/07/2013 La Repubblica - Bologna Pag. 19 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il S. Orsola risponde UNICAMENTE motivi organizzativi all'origine della scelta del Policlinico di Sant'Orsola di non assumere per una sostituzione di sei mesi un infermiere che non poteva svolgere il turno notturno. In Azienda lavorano ogni giorno circa 110 operatori appartenenti a categorie protette: le discriminazioni sono la cosa più lontana dalla nostra cultura. Per questo abbiamo presentato appello contro l'ordinanza del giudice del lavoro. Quella sostituzione riguardava il servizio in un reparto dove sono necessari i turni 24 ore su 24. Unicamente per questo, per ricoprire quel posto, non è stato assunto per sei mesi quell'infermiere che, per problemi intercorsi dopo il concorso e ancor oggi in evoluzione, attualmente non può svolgere servizio notturno. Abbiamo assunto questa scelta sulla scorta di pronunciamenti precedenti del TAR dell'Emilia Romagna, che ritengono condizione essenziale per l'infermiere in reparto la possibilità di essere inserito nei turni. L'infermiere non è stato assunto nelle quote riservate perché la sua disabilità in graduatoria non era certificata, essendo subentrata successivamente. Mario Cavalli, direttore sanitario S. Orsola SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LETTERE [email protected] 16/07/2013 La Repubblica - Genova Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Dopo le denunce dell'assessore Montaldo, un piano per moltiplicare gli interventi Il direttore generale del San Martino pronto a garantire 400 operazioni in più AVA ZUNINO COMINCIA la rincorsa di Asl e ospedali liguri per recuperare le fughe di quei malati che per problemi agli occhi, dalla cataratta al trapianto di cornea, scelgono medici e cliniche convenzionate di altre regioni. Dopo la bufera e le accuse del vice presidente della giunta e assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo, i direttori generali stanno preparandoi programmi di rientro. La richiesta di Montaldo riguardava soprattutto il lavoro pomeridiano, con l'apertura delle sale operatorie tutto il giorno e non solo al mattino. La prima proposta operativa viene dall'istituto scientifico San Martino-Ist: il direttore generale Mauro Barabino ha presentato un piano che prevede 400 interventi di oculistica in più da qui a fine anno. «Il piano prevede un aumento degli interventi ma a costo zero per l'ospedale - spiega l'assessore Montaldoescluso ovviamente il costo dei materiali impiegati per gli interventi». Montaldo dice che i responsabili delle altre Asl e aziende ospedaliere liguri stanno lavorando ai programmi. L'anno scorso i liguri che sono andati a farsi curare gli occhi fuori Liguria sono costati alla Regione quasi tre milioni di euro. Quanto costerà in tutto alla Regione recuperare le fughe? «Lo sapremo quando tutti i programmi saranno pronti», dice Montaldo la cui prima richiesta ai responsabili dei reparti di oculistica era stata quella di far funzionare anche al pomeriggio le sale operatorie. La Asl3 intanto fa sapere di essersi adoperata per tempo per aumentare l'offerta: all'ospedale di Sestri Ponente dal lunedì al giovedì compreso gli oculisti fanno anche una seduta chirurgica pomeridiana. «Normalmente - dice il direttore generale della Asl 3, Corrado Bedogni - si esegue una novantina di interventi alla settimana. I medici che operano al pomeriggio, svolgono attività ambulatoriale al mattino e la struttura diretta dal professor Fabio Giacomelli ha invertito la tendenza delle fughe: da alcuni anni vengono assistiti mediamente 250 pazienti all'anno provenienti da regioni limitrofe». Le fughe di residenti della Asl 3 nel corso del 2012 per l'oculistica sono costate 652 mila euro. L'argomento dei costi è più che mai attuale perché per indurre le aziende a prendere provvedimenti rapidi e rigidi, l'assessore Montaldo ha stabilito che d'ora innanzi i costi delle fughe saranno caricati sui bilanci di ogni singola Asl e azienda ospedaliera. E' un lavoro che comincia subito, a partire da settembre. «Fino a dicembre faremo una applicazione simulata - spiega Montaldo - nel senso che vedremo i costi reali ma non li caricheremo ancora sui bilanci delle singole aziende». Così ogni direttore generale potrà farsi un'idea dei tagli di bilancio che dovrà fare se dovrà pagare le fughe. Da gennaio invece il "carico" sarà reale. Dunque proprio in questi giorni stanno partendo le prove generali per chiudere la partita prima delle ferie di agosto e partire dal primo settembre con la contabilizzazione dei costi dei pazienti in fuga da attribuire alle Asl di residenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.liguria.it www.governo.it Foto: MONTALDO L'assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo ha denunciato la fuga dei malati dagli ospedali liguri SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oculisti, parte la caccia ai pazienti perduti 16/07/2013 La Repubblica - Palermo Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) ro.ma. INCENDIO all'ospedale Civico nel reparto di Cardiologia. A prendere fuoco, per un cortocircuito, è stato il gruppo elettrogeno sistemato all'esterno del reparto. Le fiamme sono scoppiate a pranzo e solo in prima serata è rientrata l'emergenza. I pazienti del reparto, invaso dalla puzza di bruciato al pianterreno, non sono stati trasferiti in altri padiglioni. Per un paio di ore i tecnici dell'azienda hanno deciso di interrompere la fornitura di energia elettrica e così nel reparto è rimasta fuori uso la sala operatoria. «Non avevamo nessun intervento in programma - ha spiegato un medico del reparto - ma cercheremo di fronteggiare la situazione». Stop, invece, ai casi in arrivo all'ospedale in emergenza. La decisione è stata presa perché i macchinari sono rimasti inutilizzabili senza luce. I tecnici, però, hanno assicurato che il guasto sarebbe rientrato in poco tempo. In serata i vigili del fuoco, dopo avere messo in sicurezza l'impianto e avere delimitato l'area interessata dall'incendio della cabina del gruppo elettrogeno, hanno dato l'ok per la ripresa delle normali attività del reparto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: L'INTERVENTO Vigili del fuoco in azione vicino al gruppo elettrogeno di Cardiologia SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Incendio a Cardiologia del Civico stop alle emergenze per qualche ora 16/07/2013 La Stampa - Torino Pag. 51 (diffusione:309253, tiratura:418328) [ALE.MON] Nuova polemica Sanità senza pace: stando agli ultimi dati, il braccio di ferro tra le Federazioni e le Asl avrebbe vanificato o comunque compromesso i risparmi attesi su forniture e servizi Alla faccia dei risparmi. La sorpresa, emersa durante la Commissione speciale d'indagine sulla sanità e sugli appalti pubblici, rimanda alle Federazioni sanitarie: l'architrave della riforma voluta dall'allora assessore Paolo Monferino. Meglio: al rapporto tra le Federazioni e le Asl, che invece di passare la mano e delegare alle nuove strutture la partita degli appalti, in molti casi li hanno prorogati. E pure al rialzo. La prima denuncia è firmata da Alberto Goffi, consigliere regionale in quota Udc e presidente della Commissione. «Dal 16 maggio, data di entrata in vigore delle sei Federazioni, a oggi, le Asl hanno bandito gare per circa 288 milioni, sono ricorse alla proroga dei contratti in essere in 1.725 casi per un importo complessivo pari a 245 milioni che sommati alle varianti in corso d'opera, "costate" 83,3 milioni, fanno salire la spesa complessiva a 616, 6 milioni». E le Federazioni? «Nello stesso periodo, 16 maggio 2012 -15 luglio 2013 , hanno bandito 159 gare d'appalto per un importo di 58,5 milioni, dieci volte meno rispetto alla gestione diretta delle Asl». Nel caso della Città della Salute, per dire, sono state prorogate forniture e servizi per 38 milioni. Importi così elevati, aggiunge Goffi, «da paventare il rischio di concorrenza sleale o quantomeno fortemente limitata, non permettendo pari diritto di accesso a quel mercato all'universo delle aziende piemontesi». Resta il dato politico: «Le Federazioni hanno operato solo in forma residuale vanificando la missione del risparmio». Denuncia alla quale si accoda il Pd (Boeti e Gariglio): «Si chiudano le Federazioni e si torni a parlare di come affrontare i costi del sistema sanitario». Cerutti, Sel: «La giunta Cota chiude gli ospedali piuttosto che tagliare gli sprechi». Sconcerto nella maggioranza. La Lega (Carossa, De Magistris, Gregorio) sente puzza di bruciato: «La proroga degli appalti in essere di Asl e Aso, una trappola ad hoc per affondare le Federazioni?». Laconico Motta, Fratelli d'Italia: «Suggerisco alla giunta di tenere conto di questa facilità alla proroga negli indicatori che si utilizzeranno a ottobre, mese della verifica». Ugo Cavallera, assessore alla Sanità, invita alla cautela: «Le proroghe possono derivare dalla necessità di non interrompere le forniture o i servizi, fatto che potrebbe generare interruzioni di prestazioni ai pazienti» Sempre ieri, e sempre in tema di sanità, al Ministero dell'Economia è stato firmato l'accordo per anticipare alle Asl 803 milioni a copertura del buco maturato nel 2007. L'operazione rientra nello sblocco dei pagamenti previsto dal decreto 35, che garantisce al Piemonte un miliardo 250 milioni. Torino otterrà 621 milioni. «A giorni completeremo lo stanziamento dei fondi a Comuni, Province, consorzi e Comunità Montane - assicura l'assessore al Bilancio Pichetto . Allo stesso tempo, estingueremo i debiti con i fornitori diretti della Regione». Un punto di svolta, secondo Cota: «Ora possiamo rilanciare il nostro territorio». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità, polemica sulle Federazioni "Dribblate dalle Asl sugli appalti" 16/07/2013 La Stampa - Torino Pag. 51 (diffusione:309253, tiratura:418328) [F. GEN.] Da Carmagnola al capoluogo a bordo di pullman e trattori. La protesta dei cittadini contro la chiusura dei reparti dell'ospedale San Lorenzo torna davanti a Palazzo Lascaris. Questa mattina la marcia lenta dei mezzi agricoli raggiungerà gli spazi di Torino Esposizioni. Da lì la comitiva ripartirà alla volta di via Alfieri. È solo l'ultimo tentativo del comitato cittadino per convincere l'assessorato alla Sanità a fare un passo indietro. Proprio domani Ugo Cavallera incontrerà i sindaci dell'Asl To5 per discutere sul ridimensionamento, già attuato, di Pediatria, Ginecologia e del Punto nascita. Una partita raccolta anche dal primo cittadino di Moncalieri, Roberta Meo, preoccupata per la sorta di Emodinamica al Santa Croce. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Trattori in corteo per l'ospedale 16/07/2013 La Stampa - Torino Pag. 52 (diffusione:309253, tiratura:418328) FRANCESCO FALCONE «Come a Carmagnola» Il timore delle istituzioni locali e di molti utenti è che la sospensione estiva sia il preludio alla chiusura del reparto Un presidio di fronte all'ospedale, ieri mattina, e una marcia per le vie della città annunciata per sabato pomeriggio. Sono le prime mosse del comitato a difesa del Punto nascite dell'ospedale di Susa che, in queste ore, è tornato in azione dopo l'annuncio della possibile sospensione del servizio di ostetricia durante i mesi di agosto e settembre. «È il preludio alla chiusura del reparto, com'è avvenuto a Carmagnola», attaccano gli esponenti del comitato costituito da mamme e nonne che hanno visto nascere figli e nipoti a Susa. Lo stesso comitato che, un anno fa, ha raccolto 9 mila firme a sostegno del nosocomio a rischio tagli proprio a partire dalla neonatologia. La notizia dell'interruzione delle attività del Punto nascite è trapelata dopo il vertice tra Asl e rappresentanze sindacali per affrontare la critica riduzione di personale durante l'estate. E la sola ipotesi di veder sospeso il Punto nascite ha messo in allarme anche l'amministrazione di Susa, reduce da una dura battaglia per scongiurare depotenziamenti dell'ospedale: «Confermiamo l'impegno a difesa della struttura e dei suoi reparti» sottolineano il sindaco Gemma Amprino e gli assessori Giuliano Pelissero e Roberto Follis, ieri mattina davanti all'ospedale tra i manifestanti. «Ancora di recente, esponenti di entrambi gli schieramenti, anche in Regione, ci hanno confermato la volontà politica di tenere in piedi l'ospedale ormai al servizio di un territorio molto vasto, dopo il declassamento di Avigliana e Giaveno. E vigileremo perché ciò avvenga», sottolinea il Comune. Ipotesi di tagli non trovano, in effetti, conferma nelle parole dei responsabili dell'Asl To3: «Contiamo di scongiurare la sospensione estiva con una deroga al blocco delle assunzioni chiesta in queste ore alla Regione», spiega il direttore generale Gaetano Cosenza. L'Asl conta, insomma, di indire un concorso ad hoc per assumere a tempo determinato le ostetriche mancanti; solo se l'operazione non andrà in porto, si arriverà alla sospensione: «In ogni caso - garantisce l'Asl - si tratterebbe di un'interruzione temporanea, legata alle ferie di diversi operatori». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Presidio davanti all'ospedale "Non toccate il punto nascite" 16/07/2013 La Stampa - Torino Pag. 53 (diffusione:309253, tiratura:418328) GIAMPIERO MAGGIO Il servizio non comporterà un aggravio di spesa, ma solo l'ottimizzazione delle risorse Non ci sono soltanto le vacanze dell'ultimo minuto o l'automobile a noleggio a prezzi stracciati. Oggi i prezzi low cost si potranno strappare anche sulle cure dentarie. Dal 1° settembre, infatti, sul territorio gestito dall'Asl To4, i cittadini potranno risparmiare anche sulle prestazioni dentistiche: dalla cura di una carie, all'estrazione di un dente, fino alla semplice detartrasi. Il nuovo servizio, che verrà lanciato in via sperimentale nei poliambulatori dell'azienda sanitaria canavesana, permetterà a chiunque e non soltanto alle cosiddette «fasce deboli» come accadeva finora, di poter usufruire delle prestazioni odontoiatriche. Il vantaggio? Per capirlo è sufficiente paragonare il listino prezzi tra il servizio privato e quello che verrà garantito dalla sanità pubblica. Se oggi per sistemare una carie dal proprio dentista si spendono, quando va bene, mediamente 120 euro, fra meno di due mesi lo stesso servizio, in qualunque dei poliambulatori dell'azienda sanitaria, lo si potrà avere a poco più di 80 euro. Altri esempi? Per la terapia canalare di un dente si spenderanno da 90 a 150 euro a seconda della gravità; l'estrazione di un molare costerà 65 euro, una radiografia dentaria 20; la detartrasi? La metà di quanto si spende normalmente dal dentista. E in tempi di crisi come questi è tutto grasso che cola. L'idea è stata promossa proprio per permettere a moltissime famiglie di far fronte alle difficoltà economiche in cui versano in questo periodo. Così, se fino a ieri il servizio era garantito solo a determinate categorie (i minori di 14 anni, gli ultrasessantacinquenni esenti per reddito, gli invalidi civili) da settembre questo tipo di prestazioni, low cost, verranno estese a tutti. Come, però? Dall'azienda fanno sapere che verranno ottimizzati sia gli orari dei dipendenti (medici dentisti e infermieri), sia l'utilizzo dei macchinari di cui sono dotati gli ambulatori di odontoiatria. E che, d'altro canto, non ci sarà alcun incremento di personale. «L'azienda - spiegano dalla direzione - non subirà un incremento dei costi». Evidentemente gli strumenti che oggi ha a disposizione l'Asl To4 sono stati finora sotto utilizzati. Il direttore generale, Flavio Boraso, puntualizza: «Questo nuovo servizio? E soltanto il frutto dell'impegno dedicato dall'azienda per ottimizzare l'utilizzo delle risorse umane e strumentali nel settore dell'odontoiatria». E aggiunge: «Lo sforzo è stato fatto in un'unica direzione: garantire assistenza e prestazioni mediche anche a chi oggi, magari per problemi economici, pur di non affrontare spese ingenti rinuncia al dentista». La direzione generale «L'accesso alle prestazioni non sarà limitato agli indigenti» 7 sedi in cui è disponibile il servizio: Lanzo, Chivasso, Gassino, San Mauro, Settimo, Ivrea e Rivarolo 50 euro Il costo di una detartrasi, che mediamente si paga il doppio da un dentista privato SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Asl To 4, via al servizio dentistico a basso costo 16/07/2013 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:210842, tiratura:295190) Indagine Doxa: sigarette elettroniche un fumatore su dieci smette davvero Per altri consumatori è un modo per ridurre le "bionde" Gerardo Ausiello R O M A Tre anni fa le sigarette elettroniche vendute in Italia erano 750mila. Nel 2012 sono diventate 3,5 milioni. E il trend continua tanto che gli esperti azzardano una previsione: in un futuro non troppo lontano le ecig potrebbero rimpiazzare completamente le sigarette tradizionali. Sono i dati della ricerca dell'associazione di scienza e tecnologia I-Think, che ha tra i suoi fondatori il sindaco di Roma Ignazio Marino e l'oncologo napoletano Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia. BOOM TRA I GIOVANI Secondo l'Anafe, l'Associazione nazionale fumo elettronico, oggi i fumatori abituali di e-cig sono circa un milione, in particolare giovani. La scelta ha anche motivi economici: per un fruitore di e-cig la spesa annuale è di circa 350 euro contro i 1.460 euro di chi compra "bionde". Significa un risparmio di più di mille euro, peraltro in tempi di crisi. Da Nord a Sud sono già 1.500 i negozi; entro la fine dell'anno potrebbero triplicare. Un fenomeno che ha raggiunto livelli record soprattutto in alcune regioni, in primis la Campania. L'anno scorso in Italia il fatturato complessivo del settore ha superato i 350 milioni di euro e ciò ha permesso, tra occupazione diretta e indotto, di dare lavoro a 4mila persone mentre nel resto del mondo il giro d'affari sfiora addirittura il miliardo e mezzo dio euro. SCIENZIATI DIVISI L'e-cig è un farmaco o soltanto una variante dei prodotti del tabacco? Su questo medici e ricercatori si dividono. Concordano invece sul fatto che i danni siano maggiormente contenuti rispetto alla sigaretta tradizionale. Ciò non significa, però - avvertono eliminare qualsiasi rischio per la salute. Su quest'ultimo terreno le istituzioni locali e nazionali stanno iniziando a muoversi: si pensi all'ordinanza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che vieta l'utilizzo delle e-cig tra gli under 18 e nelle scuole. C'È CHI RIESCE A VINCERE Qualcuno, comunque, la sua battaglia l'ha davvero vinta. Anche facendo ricorso all'e-cig un fumatore su dieci la spunta. E si libera del tutto delle sigarette, con o senza batteria. Lo rivela un'indagine Doxa effettuata in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità e con l'Istituto Mario Negri. Per il 50 per cento dei fumatori, invece, la sigaretta elettronica rappresenta solo uno strumento per ridurre il consumo di "bionde" mentre per un altro 20 per cento l'e-cig aiuta a fumare molto di meno. Gerardo Ausiello Foto: SIGARETTE ELETTRONICHE con relativi liquidi e materiali di consumo SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 34 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA RICERCA 16/07/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 12 (diffusione:165207, tiratura:206221) Giovedì lo sciopero degli operatori UNA GIORNATA di sciopero per denunciare «il silenzio imbarazzante delle istituzioni, Regione e Comune in testa, sul futuro del Cup 2000». Incroceranno le braccia per tutta la giornata di dopodomani, giovedì, i dipendenti del centro unico di prenotazione sanitario, e scenderanno in corteo dalla Regione fino alla sede di via Borgo San Pietro. La mobilitazione è stata annunciata in maniera unitaria da Gianluca Taddia, (FilcamsCgil), Malgara Cappelli (Fisascat-Cisl), e Valentina Delussu (Usb). Sul tappeto le incertezze che riguardano «un piano aziendale che la Regione per prima ha dichiarato insufficiente», spiega la Cappelli. Dai dati presentati emergerebbe un ridimensionamento di 200 dipendenti, pari al numero degli attuali operatori di sportello. «Ci dicono che nessuno rimarrà fuori perché saranno le Ausl a prendere in carico i dipenenti - è l'accusa dei sindacati - ma nessuno ha il coraggio di dire come, visto che la spending review vieta alle aziende sanitarie nuove assunzioni». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CUP 2000 16/07/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:105812, tiratura:151233) L'azienda tedesca è creditrice verso il gruppo di 15 milioni ROMA. Raggiunta l'intesa tra Siemens Spa, Siemens Healthcare Diagnostics Srl e Siemens Renting con i commissari straordinari del Gruppo Idi Sanità, espressione della Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione che prevede, tra le altre cose, la riattivazione e la manutenzione delle macchine per la diagnostica e di tutte le apparecchiature elettromedicali a marchio Siemens presenti negli ospedali di proprietà del Gruppo Idi Sanità. Il Gruppo Idi, dal canto suo, si impegna «a pagare puntualmente tutti i corrispettivi concordati e formalizzati nell'intesa, sia per il noleggio che per la manutenzione dei macchinari», riferisce una nota. La Siemens è creditrice nei confronti del Gruppo Idi sanità di circa 15 milioni di euro di mancati pagamenti riferiti alla precedente gestione degli Ospedali. Gestione per la quale è stato dichiarato dal tribunale di Roma lo stato di insolvenza. Quello di Siemens - afferma l'Idi - è «un atto di straordinaria responsabilità a fronte di una significativa esposizione creditoria nei confronti dell'ente religioso e la conferma come Azienda pienamente impegnata nel supporto alla cura dei pazienti e quale partner affidabile dei propri clienti». Con la ripresa a pieno regime dei macchinari di radiologia, «gli ospedali prosegue la nota - torneranno ad assicurare i livelli di prestazioni adeguati al patrimonio scientifico e professionale rappresentato dall'Idi». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 36 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Accordo raggiunto tra Siemens e Idi Riattivati i macchinari per la diagnostica 16/07/2013 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:105812, tiratura:151233) Rapporto agghiacciante sulla sospensione delle cure ai malati terminali. Il viceministro Lamb: «Deve essere abolito» Elisabetta Del Soldato LONDRA. Il Liverpool Care Pathway, il protocollo usato dagli ospedali del Regno Unito come "cura" per alleviare le sofferenze di un paziente terminale in fin di vita, «deve essere abolito perché non funziona», ha annunciato ieri il viceministro all'Assistenza Sociale Norman Lamb. Dopo anni di lamentele, denunce e critiche da parte di pazienti e familiari, il governo ha finalmente deciso di commissionare un'indagine nel metodo introdotto negli ospedali circa una quindicina di anni fa. E i risultati dell'inchiesta, pubblicati due giorni fa, dipingono un quadro davvero sconfortante: invece di essere adottato per rendere le ultime ore di un paziente, soprattutto anziani, meno insopportabili, il metodo viene utilizzato per raggiungere troppo spesso altri fini, primi tra tutti quello di risparmiare soldi e liberare letti. «Ho personalmente sentito famiglie - ha detto Lamb - descrivere medici e infermieri che lasciavano pazienti soffrire fino alla fine dei loro giorni senza mostrare un briciolo di compassione. E questo non deve piu succedere». Il governo ha promesso ora che entro un anno rimpiazzerà il «sistema Liverpool» - che tra l'altro utilizza non solo la sospensione di medicinali ma anche di acqua e cibo, in molti casi senza chiedere consenso a pazienti o familiari - con cure più specifiche che prendano in considerazione i bisogni individuali di ogni paziente. Come primo passo ieri Lamb ha ordinato agli enti sanitari di indagare nei metodi usati dal loro staff. «Devono esistere sistemi migliori di questo», ha concluso il responsabile del governo Cameron. Drammatiche le testimonianze raccolte nell'indagine: si parla di pazienti «disperati per un goccio d'acqua», di familiari «che non sapevano che i loro cari erano stati inseriti nello schema», di anziani in fin di vita «che succhiano spugne pur di bere qualcosa». Una delle accuse più forti rivolte al Liverpool Care Pathway è che questo sia diventato un «semplice esercizio burocratico per far guadagnare agli ospedali bonus»: un metodo per riempire moduli e usarli per ricevere in cambio ricompense dal Sistema sanitario nazionale. Elisabetta Del Soldato Foto: Il vice ministro Norman Lamb SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 37 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità, il «sistema Liverpool» ha le ore contate 16/07/2013 Il Gazzettino - Venezia Pag. 19 (diffusione:86966, tiratura:114104) Il futuro di Dolo e Mirano Un consiglio sulla sanità Gabriele Pipia Un consiglio aperto per discutere della sanità nel Miranese e nella Riviera: a Mirano maggioranza e opposizione si riuniranno giovedì alle 18.30 per approfondire le schede ospedaliere diffuse dalla Regione. La giunta Pavanello e i capigruppo hanno già stilato un documento in cui spiccano due richieste per la Regione: il mantenimento dei servizi essenziali sia all'ospedale di Dolo che a quello di Mirano nonostante la prospettata suddivisione tra polo medico a Dolo e polo chirurgico a Mirano, e una maggior dotazione di posti-letto. Nei giorni scorsi invece Rifondazione ha promosso un presidio davanti agli ospedali di Mirano e Dolo per avanzare alla Regione un'altra richiesta, valevole per tutte le Ulss: il ripristino del vecchio criterio di esenzione dal pagamento di farmaci e prestazioni mediche, esteso a tutti i nuclei famigliari con reddito Isee inferire ai 16mila euro. «Nell'aprile 2012 la Regione ha approvato una legge che costringerà le fasce più deboli della popolazione a pagare per intero i ticket sui farmaci - spiega l'ex consigliere miranese Luigi Gasparini -. La legge ha modificato il criterio per poter godere dell'esenzione: ora si tiene conto non più dell'Isee che valutava pure gli immobili ma del reddito Irpef lordo: è costretto a pagare anche chi ha redditi molto bassi». Il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò ha presentato una proposta di legge in cui l'esenzione sarebbe allargata a chi ha perso il lavoro e ad altre situazioni disagiate. Intanto c'è fermento pure tra i comitati, con il miranese Salvioli che attacca il dolese Marcato: «Il loro è campanilismo spinto, sono disposti a bruciare Mirano pur di salvare Dolo». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 38 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Presidio di Rifondazione davanti agli ospedali 16/07/2013 Il Gazzettino - Venezia Pag. 20 (diffusione:86966, tiratura:114104) Forcolin attacca Stival: «Difenda l'ospedale unico» (F.Cib.) SAN DONÀ - Forcolin «sposa» l'idea di ospedale unico e attacca Stival, grande assente su questa discussione. Oggi la Conferenza dei Sindaci è chiamata a valutare le schede regionali sulla riorganizzazione della sanità, andando anche ad affrontare l'idea della necessità di concentrare i servizi ospedalieri in una unica struttura. «Finalmente si parla di ospedale unico - si sbilancia il sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, nella sua veste di presidente di FederSanità Veneto - e finalmente si chiede alla politica del territorio di agire e di scegliere. Per troppi anni siamo rimasti al palo per logiche elettorali e per non rompere equilibri all'interno dei comuni, soprattutto quelli che hanno in casa il presidio ospedaliero». Per Forcolin il territorio ha una occasione storica unica, di avere un ospedale di eccellenza, che servirà anche a stoppare le fughe verso il Friuli o altre province del Veneto. Forcolin chiude indossando la sua veste di politico, della Lega in particolare, attaccando l'assessore regionale Daniele Stival. «Una delle poche cose che ci accomunavano era di essere dalla parte dell'ospedale unico: ora, Stival, se ci sei batti un colpo e non nasconderti dietro a qualche misero interesse elettorale. Qui ci vuole coraggio nelle proprie azioni e i cittadini ci chiedono di non aspettare perchè la sanità deve essere il tema più importante per ogni buon amministratore». (F.Cib.) © riproduzione riservata SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 39 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONFERENZA DEI SINDACI 16/07/2013 QN - Il Giorno - Milano Pag. 6 (diffusione:69063, tiratura:107480) Impianti nuovi e camere accoglienti per un ospedale a misura di paziente ROSARIO PALAZZOLO di ROSARIO PALAZZOLO - CINISELLO BALSAMO - NUOVE camere più larghe e dotate di uno o due letti. Nuove sale comuni e studi medici. Rinnovati anche tutti gli impianti che consento l'automazione dei servizi sanitari. Con l'inaugurazione del nuovo reparto di Urologia-Otorino, avvenuta ieri mattina, l'ospedale Bassini svela i suoi piani di ammodernamento improntati ad un salto di qualità tecnologico e ad un miglior comfort per pazienti e personale sanitario. Nel nuovo reparto collocato al quarto piano dell'ospedale cinisellese sono state unite le degenze di Urologia e quelle di Otorino, nell'ambito di un piano di razionalizzazione che sta rivoluzionando le attività dell'ospedale. Complessivamente sono stati creati 25 posti letto in un ambiente più luminoso e accogliente rispetto al passato. Ogni camera ospita uno o due pazienti. I letti sono nuovi e dotati di tutte le ultime tecnologie, così come la strumentazione e i servizi presenti nelle stanze possono consentire addirittura di ospitare pazienti in terapia intensiva. «È una bella pagina per la sanità milanese - ha spiegato il dottor Guido Raffaele Strada, direttore dell'Urologia - perché con questo reparto il Bassini ha varato un modello di ospedale più a misura d'uomo, capace di offrire un'assistenza di qualità in un ambiente confortevole». La ristrutturazione ha avuto un costo di circa 900mila euro, nell'ambito di un piano più ambizioso da 6 milioni di euro che sta portando al progressivo ammodernamento di tutti i reparti. «SIAMO partiti dal settimo piano con al creazione del nuovo Ospice, poi siamo scesi al sesto con la nuova Riabilitazione - ha spiegato il direttore generale dell'azienda ospedaliera Icp Alessandro Visconti -. Stiamo investendo per il rinnovo di tutti i reparti secondo gli standard più moderni, e speriamo entro fine anno di inaugurare anche la nuova Medicina». Il dottor Andrea Franzetti, primario di Otorino e direttore del Dipartimento Chirurgico dell'Azienda ospedaliera Icp ha spiegato la strategia di questa rivoluzione: «Abbiamo finalmente abbattuto la convinzione che in ogni ospedale ci dovesse essere tutto ed abbiamo pensato al Bassini e a quello di Sesto come ad un unico presidio in grado di diversificare i servizi. Per questo recentemente la Ginecologia è stata trasferita a Sesto, mentre l'Otorino e l'Urologia sono state potenziate a Cinisello. Ciò non toglie che servizi ambulatoriali d'eccellenza permangano nei due ospedali». Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte il sindaco di Cinisello Siria Trezzi, il consigliere regionale Jari Colla, e molte autorità cittadine. Presenti anche le associazioni di volontariato che da tempo sostengono i due reparti, in particolare l'associazione Gianluca Strada che si occupa di ricerca scientifica in campo urologico. [email protected] Image: 20130716/foto/2994.jpg SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 40 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CINISELLO INAUGURATO AL BASSINI IL REPARTO DI UROLOGIA-OTORINO 16/07/2013 Il Tempo - Roma Pag. 7 (diffusione:50651, tiratura:76264) Accordo Siemens-Idi per i macchinari L'ospedale riparte al cento per cento Riattivazione e manutenzione delle macchine per la diagnostica e di tutte le apparecchiature elettromedicali a marchio Siemens presenti negli ospedali di proprietà del Gruppo Idi Sanità. Lo prevede, fra l'altro, l'intesa raggiunta fra Siemens Spa, Siemens Healthcare Diagnostics Srl e Siemens Renting con i commissari straordinari del Gruppo Idi Sanità, espressione della Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione. Il Gruppo Idi si impegna «a pagare puntualmente tutti i corrispettivi concordati e formalizzati nell'intesa, sia per il noleggio che per la manutenzione dei macchinari», riferisce una nota. L'accordo é stato raggiunto dopo mesi di complessa trattativa. La Siemens è creditrice nei confronti del Gruppo Idi di circa 15 milioni di mancati pagamenti riferiti alla precedente gestione per la quale é stato dichiarato dal tribunale lo stato di insolvenza. A febbraio interviene il Vaticano con la nomina a delegato pontificio del Cardinale Giuseppe Versaldi. Dal 29 marzo il Gruppo Idi Sanità e la Provincia italiana della Congregazione passano sotto l'amministrazione straordinaria del ministero dello Sviluppo Economico, che nomina tre commissari per il rilancio di un'eccellenza sanitaria regionale e nazionale. Quello di Siemens è «un atto di straordinaria responsabilità a fronte di una significativa esposizione creditoria nei confronti dell'ente religioso e la conferma come Azienda pienamente impegnata nel supporto alla cura dei pazienti e quale partner affidabile dei propri clienti», afferma l'Idi. «Non è stato facile per tutti e due i Gruppi portare a buon fine la complessa trattativa, per i molti e gravi vincoli determinatisi nel passato. Ma grazie alla responsabilità del Gruppo tedesco e alla capacità gestionale dei commissari nominati dal ministero si é giunti ad un accordo fondamentale nel piano di rilancio del Gruppo Idi, che torna a dare e ricevere fiducia da parte delle istituzioni, dei fornitori, dei dipendenti e soprattutto pazienti». Con la ripresa a pieno regime dei macchinari di radiologia, «gli ospedali torneranno ad assicurare i livelli di prestazioni adeguati al patrimonio scientifico e professionale rappresentato dall'Idi e potranno raggiungere gli obiettivi di produttività auspicati, fondamentali per la sostenibilità economica delle attività». «L'ospedale potrà tornare operativo al cento per cento» dice Massimiliano Rizzuto, tecnico di laboratorio analisi, leader della protesta sui tetti dove restò 30 giorni da metà novembre. Foto: La protesa sui tetti È ormai solo un ricordo SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 41 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Via Monti di Creta 16/07/2013 Il Tempo - Roma Pag. 7 (diffusione:50651, tiratura:76264) Sì della Asl RmC ai pagamenti per il Santa Lucia A breve saranno effettuati i pagamenti della Regione Lazio per l'ospedale Santa Lucia, in modo da scongiurare la chiusura. Lo riferisce in una nota la Regione. "Abbiamo ricevuto la comunicazione da parte della Asl competente RMC circa la conclusione delle verifiche dei requisiti minimi della struttura ospedaliera Santa Lucia di Roma - si legge in una nota - Si tratta di un importante passo in avanti per scongiurare definitivamente l'ipotesi di chiusura dell'ospedale e di un atto che ci permettera' di effettuare a breve i pagamenti, poiche' il percorso per il conseguimento dei requisiti necessari e' stato completato. Inoltre, abbiamo costituito insieme all'Agenas una commissione di altissimo livello per lo studio e per l'individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione. La commissione conclude il comunicato della Regione - si e' impegnata a chiudere entro l'autunno i lavori che disegneranno le nuove regole della riabilitazione nel Lazio". La notizia è stata accolta positivimante dal coordinamento Salviamo il Santa Lucia, composto da utenti e genitori, i quali, però, tireranno il vero respiro di sollievo solo quando i soldi entreranno in cassa. Ma la meta è prossima. La settimana scorsa il Coordinamento si era fatto sentire forte, in sostegno alla Direzione Generale, che aveva parlato «della gravissima condizione di crisi economica in cui versa l'Irccs». «Cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa» aveva tuonato il Coordinamento , stigmatizzando il fatto che, dal 2006, la Fondazione «è fatta oggetto di sistematici tentativi di declassamento e dequalificazione. All'ospedale, di rilievo nazionale e internazionale - aveva spiegato - continua a non essere riconosciuto lo status di alta specializzazione neuroriabilitativa nonostante la giurisprudenza amministrativa e il Consiglio di Stato abbiano in più occasioni dato ragione alla Fondazione». Ma il peggio sembra alle spalle. I soldi starebbero per arrivare. «La Regione Lazio deve alla Fondazione circa 100 milioni di euro» una cifra immensa, ricorda il Coordinamento Salviamo il Santa Lucia. 100 Milioni È la cifra, euro più euro meno, che la Regione deve alla Fondazione SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 42 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Via Ardeatina Verso la soluzione per il centro di riabilitazione punto di riferimento nel Lazio 16/07/2013 Il Tempo - Roma Pag. 11 (diffusione:50651, tiratura:76264) Colleferro apre con gli infermieri di Subiaco L'Asl ha diramato un bando di mobilità interna per i dipendenti: ne servono quindici L'inaugurazione Si allungano i tempi Tutto rimandato a dopo l'estate La protesta Il Tribunale del malato: «Assurdo chiudere il reparto dell'Angelucci» Antonio Sbraga COLLEFERRO Per effettuare il «trapianto», atteso da sette mesi, devono prima arrivare gli infermieri e i portantini. Ne mancano quindici all'ospedale di Colleferro, che senza di loro non può aprire l'atteso reparto di rianimazione prima di effettuare l'espianto della divisione destinata al trasloco dall'Angelucci di Subiaco. Però, dal nosocomio sublacense non arriveranno solo i macchinari del reparto, ma anche il personale, scatenando le proteste del Tribunale per i diritti del malato della Valle dell'Aniene. Però pure la Valle del Sacco reclama da mesi l'apertura di un reparto costato 800.000 euro, i cui lavori sono terminati a fine 2012. L'Asl Rm G a giugno ha «chiesto l'autorizzazione per l'apertura alla Regione». E ieri ha diramato un bando di mobilità interna volontaria diretto ai soli dipendenti del nosocomio sublacense per lo spostamento di 11 infermieri e 4 unità di personale di supporto (operatori socio-sanitari e tecnici), «considerato l'imminente trasferimento della Anestesia Rianimazione-Terapia intensiva e subintensiva dal presidio di Subiaco a quello di Colleferro». I dipendenti che vorranno trasferirsi a Colleferro avranno tempo per presentare domanda fino al 5 agosto. Quindi, presumibilmente, l'apertura del nuovo reparto colleferrino dovrebbe slittare a dopo il periodo delle ferie. Un lasso necessario per poter tecnicamente staccare la spina al reparto sublacense, contro la cui chiusura era stato anche presentato un ricorso, ancora in attesa della fissazione dell'udienza di merito al Tar. Anche se all'Angelucci le speranze di poter mantenere il reparto erano tornate a salire la scorsa settimana, dopo la dichiarazione dello stesso commissario alla Sanità, Nicola Zingaretti. «L'ospedale di Subiaco deve svolgere una nuova missione, diventando un centro di collegamento e di riferimento per tutti i cittadini dei centri più piccoli attorno a Subiaco. Deve fornire un'assistenza capillare e moderna. Questo progetto - aveva annunciato il governatore giovedì scorso - è un sfida per tutto il sistema della sanità del Lazio. Per questo è necessario mettere a disposizione fondi straordinari e nuove formule organizzative per garantire anche l'emergenza». Ed ora «appena 5 giorni dopo, come fa l'Asl a togliergli il reparto imprescindibile per l'emergenza, che è proprio la Rianimazione?», chiede Antonio Lollobrigida del Tribunale per i diritti del malato. Nei 6 nosocomi dell'Asl Rm G attualmente ci sono solo 2 reparti di Rianimazione (Tivoli e Subiaco), «che riescono con difficoltà a servire gli ospedali dove sono collocati fisicamente e certo non riescono a soddisfare le esigenze dell'intero territorio» ha lamentato nell'ultimo rapporto annuale l'azienda sanitaria più estesa del Lazio. Dove anche l'organico degli anestesisti è dimezzato: su 87 medici previsti "c'è una carenza di 43 unità". E, per poter "assicurare il mantenimento dei livelli assistenziali", l'Asl ha dovuto deliberare 15mila ore di "attività aggiuntiva" per un costo annuale di 976mila euro. \n\n\n SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 43 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità I lavori a Rianimazione sono ultimati da tempo ma per partire manca ancora il personale 16/07/2013 ItaliaOggi Pag. 15 (diffusione:88538, tiratura:156000) Weight watchers sposa la salute Il gruppo americano Weight watchers, che ha messo a punto un metodo per la perdita di peso contro l'obesità, da qualche tempo sta allargando l'orizzonte, intensificando le relazioni con il mondo della sanità e le assicurazioni. In Francia, i clienti di Swiss Life che vogliono mettersi a regime possono farlo con la benedizione della loro società di assicurazione che per tre mesi gli rimborsa la metà del costo dell'iscrizione per seguire il metodo dimagrante Weight watchers. Per l'assicurazione è un modo per differenziarsi. C'è da tenere presente che evitare l'obesità produce il vantaggio sociale di risparmiare sui costi della sanità relativamente alle patologie che il sovrappeso comporta. Dunque, è su questo che fa leva il gruppo Usa delle diete ottenendo, per la prima volta, il riconoscimento che associa la perdita di peso alla prevenzione medica. Così, Weight watchers (1,4 miliardi di euro di fatturato 2012) sta guardando maggioremente ai paesi dove è alto il numero delle persone in sovrappeso che pesano sui costi del sistema sanitario pubblico, in deficit. È in queste aree che il gruppo americano, che aiuta uomini e donne a ridurre i chili di troppo con la dieta, ha deciso di potenziare la sua presenza sul territorio (in Francia conta 900 centri con 140 mila aderenti). E allo stesso tempo il gruppo Usa delle diete e alimenti poco calorici, intende rafforzare i legami con i professionisti locali della salute. Un terreno dove il marchio della doppia W sta giocando le sue pedine. Soprattutto nell'alleanza con i medici di base e con le sedute di controllo del peso in ospedale: una partnership proficua, quella con la sanità, che, si è visto, permette ai pazienti di raggiungere risultati migliori grazie a diete personalizzate a misura delle patologie del cliente che arriva, in alcuni casi, fino quasi a raddoppiare i chili persi rispetto al programma standard da seguire. Inoltre, il gruppo americano si è modernizzato aprendo ai social network e fornendo applicazioni sugli smartphone per accelerare la ricerca di nuovi clienti. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 44 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il gruppo delle diete entra nella sanità 16/07/2013 ItaliaOggi Pag. 38 (diffusione:88538, tiratura:156000) Università, in ballo 21mila posti C'è tempo fino a giovedì prossimo per iscriversi ai test Conto alla rovescia per l'ammissione a medicina, odontoiatria, professioni sanitarie, veterinaria, architettura. C'è tempo fino alle 15.00 di giovedì per effettuare online su www.universitaly.it l'iscrizione ai test per l'accesso alle facoltà a numero chiuso: 10.157 i posti disponibili in tutta Italia per medicina e chirurgia, 984 per odontoiatria e protesi dentaria, 825 per veterinaria, 8.787 per architettura. Sono 1.262 quelli riservati a studenti stranieri non comunitari non residenti in Italia, sebbene non tutti gli atenei prevedano questa possibilità. In attesa delle prove, in calendario tra il 3 e il 10 settembre, i candidati possono prepararsi con libri, corsi e altro materiali messo a disposizione, anche online, da atenei, agenzie specializzate, case editrici. Servizio offerto anche dal nostro giornale che sul sito www.italiaoggi.it grazie ad Alpha Test permette di svolgere gratuitamente le simulazioni dei principali test aggiornate alle novità 2013-14. Sarà così possibile sperimentare la tipologia e la difficoltà delle domande ufficiali. Una possibilità anche per gli studenti di IV superiore che il prossimo anno svolgeranno i test già ad aprile. Saranno circa 414 i posti disponibili per il corso di medicina in inglese, compresi quelli per i candidati non comunitari all'estero. Anzi, a questi la Vita e Salute San Raffaele di Milano e la Seconda Università di Napoli riservano solo questa possibilità per medicina. In questi atenei, infatti, come alla Cattolica di Milano e all'Università di Torino nessun posto a medicina è per gli stranieri su un totale nazionale di 591 ammissioni loro riservate. Università queste, tranne quella torinese, chiuse anche agli aspiranti odontoiatri non comunitari non residenti, per i quali in Italia non previsti 86 posti, azzerati anche negli atenei di Brescia, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Trieste, Verona, Pavia. Palermo, Perugia e Politecnica della Marche. Quest'ultima non riserva posti per futuri architetti stranieri come il Politecnico di Torino e l'ateneo di Catania: 481 quelli disponibili in tutta Italia per questi studenti. Nessuna preclusione per i 104 posti per i candidati non comunitari nelle 13 facoltà di veterinaria. Prevista un'apposita selezione anche per i corsi di architettura in inglese, dopo la prova di accesso in lingua. Obbligatorio comunicare in ordine di preferenza gli atenei nei quali ci si candida ad entrare, tuttavia la sede presso cui si svolge il test è anche la prima scelta. Chiuse le iscrizioni il 18 luglio, non è più possibile modificare, integrare o verificare le informazioni fornite. Non resta che prepararsi alla prova nazionale, che per veterinaria si svolgerà il 3 settembre, il giorno seguente toccherà alle professioni sanitarie. Test di medicina e odontoiatria il 9 settembre. Chiude il calendario architettura il 10 settembre. Su http://accessoprogammato.miur.it potrà visionare entro il 17 settembre il proprio voto di maturità, indicandone mancanza o errori, perché fa conseguire un bonus per l'accesso alle facoltà a numero chiuso: da 1 a 10 punti per i diplomati con almeno 80/100, non inferiore all'80esimo percentile della distribuzione dei voti della propria commissione d'esame. La graduatoria nazionale degli ammessi sarà pubblicata il 30 settembre. Se entro 4 giorni i candidati assegnati non si immatricoleranno al relativo ateneo, rinunceranno al posto. Per iscrizione ai test e assegnazione dei posti attivo il call center 051.6171959 (lunedì-venerdì ore 9.00-17.00).© Riproduzione riservata SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 45 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dal 3 settembre le prove d'accesso per medicina, odontoiatria, architettura e veterinaria 16/07/2013 MF - Ed. nazionale Pag. 22 (diffusione:104189, tiratura:173386) Quegli amici per la pelle Cristina Cimato Ldestate e il caldo, il mare e soprattutto le giornate al sole non sono solo fonte di benessere e di relax, ma rinnovano anche qualche preoccupazione, più sopita in inverno, relativa ai possibili danni alla pelle che i raggi Uv possono causare. Per sensibilizzare la popolazione in tal senso, il ministero della Salute e gli Istituti fisioterapici ospi-talieri (Ito) hanno realizzato il sito tematico La mia pelle, www. lamiapelle.salvle.gov.'ii, che promuove la conoscenza delle principali misure di prevenzione contro le malattie curtanee e indica i corretti comportamenti da tenere durante l'esposizione al sole e alle altre fonti di raggi UV, come le lampade solari. At-traverso il sito è possibile anche eseguire un test per scoprire qua-le sia il proprio fototipo, il livello di conoscenza dei fattori di rischio e le regole di base della prevenzio-ne. Di impronta molto divulgativa, il sito include anche un gioco da scaricare e le linee guida nazio-nali riguardanti la diagnosi e la terapia del melanoma. Considerato fino a pochi anni fa una neoplasia rara, presenta attualmente un'incidenza in crescita in tutto il mondo. In Italia si registrano circa 7.500 nuovi casi l'anno e 1.500 decessi. Il mela-noma, infatti, è una malattia poco sensibile alle terapie con una risposta scarsa ed esiti in gran parte infausti a meno che non venga individuato in tempo. Per questo è fondamentale promuovere sempre più la diagnostica precoce, un'arma im-portante per migliorare le cure. Va ricordato che per quanto riguarda il melanoma, le lesioni sotto il millimetro presentano una sopravvivenza pari al 95%, quindi i controlli periodici e gli esami specifici allontanano gli esiti più nefasti nella stragran-de maggioranza dei casi. I tumori più diffusi della pelle, però, sono vari e fra questi la cheratosi attinica ha un'incidenza di 50-60 casi per centomila abitanti. Sebbene non si tratti di una patologia aggressiva, è causata dall'esposizione prolungata al sole ed è in aumento, vista la durata sempre più lunga della vita media. «Attualmente è in fase di sperimentazione a livello mul-ticentrico un nuovo farmaco, già approvato dalTFda americana, in forma di gel da applicare per soli due-tre giorni sulla lesione, invece dei 60,90 giorni delle terapie già in uso», ha commentato Laura Eibenschutz, specialista in dermatologia all'Istituto San Gallicano di Roma, «il principio attivo, derivato da una pianta, debella la cheratosi attinica inducendo uno stato infiamma-torio importante della durata di 10-15 giorni, ma migliorando nettamente la somministrazione rispetto alle cure attuali». Nello 0,5-1% dei casi le cheratosi at-tiniche possono trasformarsi in carcinomi spinocellulari, che presentano una crescita delle lesioni più veloce e possono avere manifestazioni anche sui linfonodi vicini. Per i carcino-mi basocellulari, invece, che si situano, per gravità, tra le due suddette patologie, è in fase di sperimentazione per gli stadi più avanzati, ossia le forme che interessano aree molto vaste, un farmaco per bocca, anch'esso già approvato negli Stati Uniti», ha concluso Eibenschutz. (riproduzione riservata) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 46 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Salute Un sito tematico, ricerche e nuovi farmaci combattono le malattie cutanee 16/07/2013 Il Fatto Quotidiano Pag. 1 (tiratura:100000) Paura tubercolosi a Siracusa: positive ai test 40 mila persone Veronica Tomassini Qualcuno all'Asp di Siracusa continua a dormire sonni tranquilli, nel frattempo la situazione è del tutto fuori controllo. Ed è una bomba pronta a esplodere: 40 mila soggetti sono positivi al bacillo della tubercolosi, sono potenzialmente malati. Tomassini » pag. 11 Qualcuno all'Asp di Siracusa continua a dormire sonni tranquilli, nel frattempo la situazione è del tutto fuori controllo. Ed è una bomba pronta a esplodere: 40 mila soggetti sono positivi al bacillo della tubercolosi, in definitiva sono potenzialmente malati (basta un piccolo stress e il bacillo diventa attivo). Ma il dato che preoccupa di più sono i numeri sommersi. Quanti sono gli altri? IL 45% DELLE FORZE dell'ordine di Cassibile (frazione a sud di Siracusa, terra di stagionali e caporalato) hanno contratto la medesima infezione tubercolare, al momento in fase quiescente; numeri simili riguardano i veterinari. La Prefettura chiede spiegazioni alla Asp. Il fenomeno non è più governabile. Le cifre sono ufficiali, fornite dal gruppo nazionale di studio dell'Aipo (Associazione italiana di pneumologia), convalidate dall'Oms. Marco Ortisi con il meetup 2.0 del M5s ha già presentato un'interpellanza parlamentare al vicepresidente della Commissione Sanità dell'Ars Sicilia, Stefano Zito. L'inchiesta video la firma proprio il meetup del movimento. Ci sono precedenti che avrebbero dovuto allarmare, le cifre fornite intanto fanno un po' paura: nella sola provincia di Siracusa, dal 2004 al 2009, si è registrato un incremento della patologia pari al 600%. Per inciso: la Regione Siciliana decide di chiudere i dispensari tubercolari nel 1995 e dal 1995 non si effettuano più gli screening all'interno delle scuole. Tant'è, nel 2011, in un liceo di Siracusa: si accertano tre casi tra gli studenti, a seguito della morte di un professore (la tbc era una concausa). Nel 2012, due casi di infezione tubercolare in due scuole distinte, bambini sotto i cinque anni; casi simili erano stati accertati nel 2007 in alcune scuole di Noto (provincia a sud di Siracusa). E prima ancora, nel 2005, un paziente libico, ricoverato nell'ospedale di Siracusa, con il bacillo attivo, in stanza con altri degenti; paziente che iniziò la terapia esattamente (o soltanto) 33 giorni dopo l'esito degli esami: sono tempi abissali, i numeri del contagio non sono quantificabili. Ma quel che sta accadendo oggi supera per numeri ogni rischio calcolato, male per giunta e in eccesso di fiducia. Di questo si era accorto Salvatore Rossitto, che operava nel dispensario tubercolare (Ufficio Igiene) fino a poco tempo fa; era il 2008, aveva già avvisato la dirigenza dell'Asp, stava accadendo qualcosa di strano, i casi accertati nei bambini davano da pensare, non succedeva da anni. Salvatore Rossitto era il meglio che la Asp poteva detenere, dirigeva il dispensario, lui che faceva parte del gruppo di studio dell'Aipo, l'unico referente per il Sud. E invece lo hanno rispedito al reparto Pneumologia, dopo due provvedimenti disciplinari (voci riferiscono di una guerra interna ingaggiata a suo danno). Questo è. SI PRESUME che la malattia sia arrivata in special modo con gli immigrati del Corno d'Africa, gli immigrati del Corno d'Africa sono spesso gli stagionali di Cassibile. Dunque tra gli anelli deboli della catena compare la voce: controlli sanitari. Nell'atto aziendale dell'Asp, in data 2010, pensate, manca proprio la voce dispensario tubercolare. Nel frattempo Rossitto denuncia la mancanza di strumenti, di materiali, di competenze, chiede alla dirigenza mezzi adeguati, richieste sovente con esito scarso. Rossitto poi verrà trasferito in pneumologia. Pare che il dispensario tubercolare di via Bufardeci sia in via di smantellamento, ma è ancora funzionante. Il responsabile transita un'ora al giorno, confidano alcuni pazienti in attesa. I pazienti in attesa possono essere malati, sono nello stesso piano degli uffici della Medicina del Lavoro e dello Sport, dove non di rado accedono anche i bambini. Il meetup del M5s ne fa ampiamente riferimento all'interno dell'interpellanza presentata a Zito. Chi si ammala non ha molte chance: di saperlo, innanzitutto. L'Asp di Siracusa non prevede l'antibiogramma e l'esame colturale, fondamentali nel riconoscimento dell'infezione e soprattutto fondamentali nella prevenzione e contrasto della malattia nella forma farmaco resistente, quella che produce infezioni farmaco resistenti (e che contagia infezioni farmaco resistenti): ovvero quando la malattia diventa inesorabile, incurabile, si è spacciati insomma. Il meetup del M5s di Siracusa parla di gestione criminale della questione tubercolosi, non mancano le ragioni in loro sostegno, stando ai documentati mostrati all'interno dell'inchiesta SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 47 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SICILIA 16/07/2013 Il Fatto Quotidiano Pag. 1 (tiratura:100000) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 48 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato video curata da Marco Ortisi. Il problema, si diceva, è il sommerso, i casi che si tacciono, famiglie con malati in casa che non intendono denunciare, l'inspiegabile silenzio della Asp. La terapia prevista per la forma attiva si esaurisce in un mix di farmaci, la somministrazione è domiciliare e autonoma. Non esistono sanatori (e nelle forme gravi, quelle ad esempio di livello 10, come si fa?). E poi: casomai, come chiedere a un clandestino di curarsi a casa? Un clandestino, uno stagionale, ad esempio, che perlopiù non ha dimora? In un ospedale della provincia di Siracusa, un'inserviente malata nella fase attiva, ha lavorato per un anno, senza cura, senza controlli, a contatto con un numero imprecisato di persone, contagiate con tutta probabilità. Chi sono, dove sono adesso? Quanti altri hanno contagiato a loro volta? Foto: I NUOVI SCHIAVI La tubercolosi è stata riportata in Sicilia dagli stagionali sfruttati in agricoltura Ansa 16/07/2013 Il Fatto Quotidiano Pag. 15 (tiratura:100000) Assuefatti al doping e al tifo CI RISIAMO, QUESTA VOLTA A ESSERE MACCHIATI SONO LE SAETTE DELL'AT L E T I CA POWELL E GAY. E I GIORNALI NE DANNO NOTIZIA NELLE STESSE PAGINE IN CUI RACCONTANO L'EPICA IMPRESA DI FROOME AL TOUR DE FRANCE. SOLO UN CASO? COSÌ VA IL MONDO Non è diventato normale? Non siamo tutti affetti da tossicodipendenza da alterazione sportiva in qualunque veste: attori, recensori, (tele)spettatori? Oliviero Beha Che cosa hanno in comune due voci prepotenti nello sport di oggi come il doping e il tifo, oltre all'alterazione stressata della salute e all'origine "malata" di un atteggiamento emotivo? Apparentemente nulla. Mettiamo invece che siano due specchi, assai diversi tra loro, utili a riflettere (Cocteau: "Gli specchi dovrebbero fermarsi a riflettere un momento prima di riflettere le immagini") la realtà che ci circonda, non solo circoscritta a questo ambito, pur importante. E debordante, peraltro: il sindaco di Firenze, puledro già un poco sgarrettato dai palii interni al suo partito, non è forse andato dalla Cancelliera a parlarle di Mario Gomez, neobomber gigliato, suo prossimo successore a Palazzo Vecchio (ovviamente solo se segna in proporzione)? Doping e tifo, dunque. Sul doping è già stato detto molto e benissimo a specchio appunto tra la vicenda di ieri l'altro dei bipedi più veloci del mondo a parte Bolt e l'epica post-coppiana di Chris Froome, kenyota britannico in cima al Tour e al "gigante calvo" che è il Mont Ventoux. Lo specchio era già garantito dalle pagine speculari dei giornali: di qua i velocisti incriminati, dall'americano vice-Bolt, Tyson Gay, rapido alla sua autodafé del "sono stato io" ancor prima degli esiti delle analisi, al quintetto di giamaicani dorati e guidati da Asafa Powell trovati positivi; di là il trionfo di Froome danzante sui pedali con abissi di energia nei confronti degli altri, l'ex sovrano Co n t a d o r post-dopato in primis, e proprio sulle strade in salita fatali a un suo semi-connazionale, quel Simpson immolatosi ormai più di trent'anni fa sull'altare di un dopaggio pre-moderno. LO SPECCHIO ha funzionato istantaneamente, in due tra gli sport più condizionati dagli "aiutini", anche per la stampa che da sempre prima ignora il fenomeno per non macchiare il brand di un prodotto, poi lo vende - o meglio, visto il genere, lo "spaccia" - come merce mediatica pregiata. Questa volta no, forse la contemporaneità è stata eccessivamente contemporanea: Froome lo stambecco insieme a Tyson Gay l'appiedato, uomini soli in sport individuali, centrali nell'idea complessiva di sport. Essendo l'atletica leggera con il nuoto la trave portante delle attività motorie degli ominidi, e il ciclismo qualcosa di antico che ha a che fare con la fatica, le leggende, epos e thanatos (cfr. appunto Simpson) ecc. Quindi il primo dubbio diffuso al momento è stato anche il primo abito mentale indossato dalle circostanze. Chi non si dopa ormai? Bolt dice di no, e ovviamente anche Froome dice di no pur se armeggia con poco spiegate "scatole gialle". E sembra sempre, infatti, che la ricerca sul doping non rintracciabile sia un passo avanti a quella dell'antidoping. Come se il doping fosse la tartaruga, e la battaglia per debellarlo Achille... Quindi si dovrebbe affacciare una seconda domanda, generata dalla diffidenza ormai generalizzata: ma non ci stiamo definitivamente drogando di doping, di sport dopato, di inchieste e colpevoli, di polemiche e di condanne (ah, Gay e gli altri intanto saltano a breve i Mondiali di Mosca, ed è un brutto colpo per gli sponsor e i diritti tv...)? Non è stato insomma omologato lo scandalo e lo scandalismo? Non è diventato "normale" il doping, non siamo tutti affetti da tossicodipendenza da alterazione sportiva in qualunque veste ci si ponga, tra attori, recensori, (tele)spettatori ecc.? Se fosse così, come mi pare, abbiamo perso e stiamo assistendo all'agonia finale di un concetto e una pratica di sport sostituiti quando va bene dalla finzione del wrestling. E già così sarebbe abbastanza... Ma accennavo all'inizio al secondo specchio, il tifo. Specchio tra chi e chi, cosa e cosa ? Perché il tifo in quel qualcosa di particolare che è il calcio è un'altra cosa, nulla o molto poco ha a che vedere con chi si inerpica sulle balze per "supportare" per pochi secondi il suo corridore preferito, uomo a piedi che sostiene/sospinge un suo simile sul sellino. IL TIFO CALCISTICO è appartenenza pura/impura, è partecipazione, è politica attiva assai più politica di quella che chiamiamo comunemente così, e ho detto tutto, caro Totò. Specchio tra realtà interna dei tifosi, sempre più ristretti nel tifo emotivo per antonomasia, e realtà esterna, quella di un Paese a SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 49 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OGNI MALEDETTA DOMENICA 16/07/2013 Il Fatto Quotidiano Pag. 15 (tiratura:100000) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 16/07/2013 50 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato pezzi in cui un Reame Rotondo pur così sbrindellato ha ancora una funzione dopante, di droga, oppio, rimozione, distrazione ecc. Quindi ciò che succede a Brunico, nel ritiro della Roma dove i tifosi prendono di mira i giocatori meno efficaci e più "burocratici" invece che domandarsi "ma se in un'azienda normale uno come Sabatini avesse fatto ciò che ha fatto finora alla Roma, che cosa gli sarebbe successo?", è solo un'avvisaglia (come a Brescia, a Bergamo, a Lecce ecc.) di uno specchio tra insoddisfazione calcistizzata e graticola sociale. Finora non mi pare sia stato percepito, prefigurato, considerato a fondo il rischio di un simile specchio, tra pallone e quotidianità di crisi, specchio sempre incombente ma ormai a livelli di esasperazione difficilmente contenibile. Anche qui il rischio è l'omologazione di un calcio ormai inguaribile circoscritto soltanto agli stadi: errore madornale, temo. L'Italia "contagiata" può diventare un unico grande stadio, e che la miccia sia stata Osvaldo o un altro cambierebbe poco. A tutto ciò chi ci pensa, l'alberello Abete o il "kazako" Alfano, tutti e due o nessuno dei due? Foto: Lo statunitense Tyson Gay (a sinistra) e il giamaicano Asafa Powell, risultati positivi all'antidoping Ansa