Chi è il ladro?
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Chi è il ladro?
Chi è il ladro? orte lavorare in cassa, ma lui non era una cassaforte. Ancora non aveva imparato a gestire i sentimenti. Se si pensa poi che il denaro nulla aveva a che fare con il sentimento, ancor di più si sentiva fragile; e poi così tante banconote da mille, cinquanta una sopra l’altra, tutte insieme, mai le aveva viste. Certo che se il denaro non aveva sentimento, di certo aveva odore. Le dita della mano permeate di quell’odore talmente acre che quasi puzzavano. Era chiaro che quel denaro era sporco, ma il cliente ha sempre ragione, anche se porta con sé denaro di dubbia provenienza questo va versato sul conto che egli desidera aprire. Un odore talmente forte di carta ed inchiostro che risveglierebbe Gutenberg dal suo eterno sonno. Dopo l’operazione allo sportello, si era recato subito in bagno. Porca miseria, aveva proprio una voglia pazzesca di sentire l’odore del denaro. Appena chiusosi in bagno portò le mani alle narici e inspirò talmente forte che gli sembrò di avere tutto il denaro nella testa; e gli diede alla testa. per tutto il resto della giornata non riuscì a pensare ad altro: denaro, denaro, denaro. Quel denaro. Sapeva che ci doveva essere un modo per impossessarsene, e ciò senza rubare al proprio datore di lavoro: la banca. Sin dal primo momento aveva promesso a se stesso di non farsi scrupoli. Sicuro che il cliente aveva guadagnato tutto quel denaro in modo fraudolento, anche se era diventato ricco in fretta. I versamenti, tutti rigorosamente in contanti, della stessa entità e allo sportello, avvenivano sempre più di frequente. L’unica cosa che lo preoccupava era che sceglieva sempre lui, mai andava da un suo collega. Avrebbe potuto facilmente risalire, qualora chiedesse un estratto conto, a chi gli aveva sottratto il denaro versato. Addirittura una volta, uscendo per la pausa caffè, aveva incrociato sulla sua via il cliente il quale, vedendolo uscire dalla banca, aveva pazientemente aspettato facesse ritorno per rivolgersi al suo sportello. Derubarlo significava anche procurarsi un grosso guaio. Cominciava a perdere il sonno, e il senno. Maledizione, doveva farsi venire un’idea, e anche geniale. Per prima cosa, ancora prima che gli balenasse un piano per la testa, decise di pedinare il cliente. Fu così che al seguente versamento, a operazione avvenuta, chiuse lo sportello e uscì dall’istituto bancario. Seguì il cliente, il quale si recò in altre tre banche. Quindi il tipo diversificava la destinazione del denaro. evidentemente non si sentiva sicuro a depositare i soldi in una sola banca e di conseguenza, possedeva ben più denaro di quanto ne versasse a lui, o meglio all’istituto di credito dove lavorava. Si fece quindi ancor meno sensi di colpa nel pensare di derubarlo. A fine pedinamento il cliente prese quindi la via per la stazione e salì su di un treno verso sud. A questo punto gli si offrirono alcune varianti per impossessarsi del denaro: - Scippo volante della borsa con fuga veloce in centro città sino a far perdere le proprie tracce; - Spintone all’arrivo del treno con conseguente morte del cliente e svuotamento conto; - Aspettare che scendesse dal treno e immediato furto della borsa contenente i soldi e rapida fuga, meglio se dalla parte opposta dei binari mentre il treno riparte; Forma ricattatoria con richiesta di consegna denaro. Erano però forme di furto che comprendevano altri atti criminali, finanche l’omicidio. Troppo per lui. Voleva solo prendere il denaro niente di più, e soprattutto niente di meno. F Cooperazione — «Concorso Giallo 2012» — Noir in banca Boris Cambrosio, La notte gli portò consiglio. Decise di avvalersi di una semplice tecnica: la fotocopia. Si stupì di averci messo così tanto a partorire un’idea così semplice. Dunque, le conferme di accredito sono fogli già intestati, mancano solo data, importo e conto di destinazione con tutti i dettagli ad esso relativi. Memorizzò questi ultimi e prese con sé un paio di esemplari di avvisi di accredito, in bianco. A casa, dopo aver accuratamente scelto la carta che più somigliava all’originale ne fotocopiò parecchi esemplari e completò diligentemente quanto mancava: l’importo che abitualmente veniva versato, 50’000.00 franchi, i dati del conto e, per ognuno dei fogli fotocopiati, una data consecutiva all’altra. Ogni giorno avrebbe portato con sé il foglio della data giusta e, all’occasione, avrebbe consegnato l’esemplare già pronto al cliente, facendogli credere di averli versati sul conto. Le prime volte si sentiva un poco nervoso, ma alla ventesima e in poco meno di sei mesi, si ritrovò con 1 milione di franchi al proprio domicilio. Decise di smettere, ed il giorno dopo si diede per malato. Lo stesso giorno preparò la valigia alla bell’e meglio. Vi mise anche il milione e vi infilò pure il libro di Marco Polo. La cosa funzionò poiché prima del passaggio del confine, sul treno, fecero i controlli. Gli chiesero cosa avesse nella valigia e rispose “un milione”. Ciò gli permise di dire la verità e non tradire il suo agire disonesto. Quando gli aprirono la valigia videro il libro e non andarono oltre con il controllo. Felice e nervoso nello stesso mentre, proseguì il viaggio in treno. Prima di arrivare in aeroporto e partire verso la destinazione prescelta, già aveva deciso di non più viaggiare con tutti quei contanti. Si recò in un centro cittadino ed entrò in una filiale di una banca che sapeva avere la sede in un paradiso fiscale, dove poi vi si sarebbe recato con l’aereo, per il quale il biglietto era già in tasca. Allo sportello lo accolse una gradevole impiegata dai modi gentili. I capelli raccolti sulla nuca la rendevano ancora più bella. Tuttavia tutta quella bellezza non era accompagnata da altrettanta capacità. L’impiegata chiese di scusarla e si avviò a chiamare il direttore della filiale. Voleva essere sicura di servire al meglio il cliente, di non sbagliare. Quando arrivò accompagnata dal dirigente la sorpresa dipinse il suo volto. Era il cliente al quale aveva sottratto il milione di franchi. Diede ragione a Bertolt Brecht: il vero ladro non è chi rapina una banca, ma chi la fonda.