Gaetano Pesce - Musei Civici Fiorentini

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Gaetano Pesce - Musei Civici Fiorentini
Gaetano Pesce al Museo Novecento e in Piazza Santa Maria Novella
Dal 21 ottobre. Mostra promossa dal Comune di Firenze e organizzata da Mus.e
Gaetano Pesce inaugura a Firenze le nuove
sale espositive del Museo Novecento ed
espone in Piazza Santa Maria Novella una
scultura monumentale site specific dedicata
alla condizione della donna oggi. La mostra
“Maestà tradita”, promossa dal Comune di
Firenze e organizzata da Mus.e con la
consulenza storico-artistica di Sergio Risaliti
e Vittorio Sgarbi, sarà aperta dal 21 ottobre
2016 all’8 febbraio 2017. L’artista, designer,
architetto, creatore di icone della nostra
epoca come la celebre Up, fin dalla fine degli
anni ’60 ha messo al centro della propria
ricerca interdisciplinare proprio la donna, e
con essa l’intero universo femminile,
collegando in questa sua intuizione gli aspetti
più profondi e arcaici dell'essere femminile
alla realtà sociale, politica ed economica del
nostro tempo. Antropologia, storia dell’arte,
sociologia, folclore, biopolitica, geopolitica:
nel suo approccio Gaetano Pesce abbraccia tutte le tecniche e le diverse fonti culturali per
riproporre esperienze e informazioni in forme fantastiche, sperimentando immagini e materiali con
una libertà espressiva e iconografica assolutamente esemplari. Secondo Pesce: "... la
multidisciplinarietá artistica visita il nostro tempo... non ama le gerarchie tra i diversi linguaggi
dell'espressione... la creatività odierna non si ritrova più nella coerenza... I linguaggi riconoscibili
annoiano, e appartengono al passato... la complessità del nostro tempo riflette diversità di valori,
anche contraddittori, che formano il pluralismo, l'incoerenza e il comportamento molteplice. La
natura femminile, con le sue sfaccettature, coincide con l'essere della nostra epoca: per questo
penso che la donna sarà la protagonista del tempo futuro”.
Fin degli esordi, Gaetano Pesce ha contribuito ad abbattere i confini tra architettura, arte e
industria, costruendo un universo immaginifico di progetti e oggetti diventati vere e proprie icone
della creatività, ormai riconosciuti e analizzati in tutto il mondo accademico e non solo. Le opere
“multidisciplinari” di Pesce fanno, infatti, parte delle collezioni permanenti delle più importanti
istituzioni culturali. Presente in tutti i più prestigiosi musei americani, dal MOMA al Met, Pesce ha
esposto ovunque in Europa, dal parigino Centre Pompidou al MAXXI di Roma.
In Piazza Santa Maria Novella, posta in relazione con la magnifica facciata della basilica progettata
da Leon Battista Alberti su un impianto precedente, Pesce esporrà una scultura inedita, concepita
per lo spazio pubblico, in relazione con il contesto storico-artistico -religioso. Si tratta di una
monumentale figura di donna, avvolta in un lungo mantello, una sorta di mater matuta ( come
quella conservata al Museo Archeologico di Firenze), ma anche archetipo ispirato alla “Maestà”
cristiana (l’iconografia della Madonna in trono), e quindi eco contemporaneo di quella celeberrima
"Madonna Rucellai ” commissionata nel 1285 a Duccio di Boninsegna dalla confraternita dei
Laudesi per la cappella della compagnia in Santa Maria Novella, poi spostata alla fine del
cinquecento nella cappella Rucellai della chiesa domenicana, e infine trasferita agli Uffizi nel XX
secolo. La Maestà tradita è seduta su un trono che a sua volta appoggia su un alto piedistallo. La
figura di regina e madre si presenta però con segni di inequivocabile sofferenza. Il suo mantello è
anche corpo, corpo tutto nudo, di nuda pelle. Ma anche corpo scorticato e flagellato, nuda carne
esposta e segnata da prepotenza e violenza, sia fisica sia verbale. Una grande e pesante sfera di
metallo arrugginito è legata al piede destro della figura con una grossa catena, quale simbolo della
schiavitù a cui migliaia di donne, ancora oggi, sono costrette in diverse parti del mondo. La
composizione riflette nella sua odierna presentazione le forme della celebre Up, che è una
reinvenzione delle Veneri paleolitiche, simboli di fertilità e di sacralità, in un collegamento tra
potenze della terra e del cosmo. A lato della facciata di Santa Maria Novella, la Maestà tradita vuole
essere un monumento alla ‘liberazione’ femminile e del femminile, testo di accusa e manifesto di
una nuova civiltà, condanna per un mondo maschile che continua a tradire, offendere e violentare
la sacralità del corpo femminile, della nuda carne del femminile, costringendola a sopportare la
pena di “essere donna”, esperienze di mercificazione, manipolazione ed emarginazione
insopportabile.
Nel Museo Novecento, il percorso espositivo si snoda tra le nuove sale espositive e la Cappella
interna, in un'esposizione dalla doppia valenza: performativa e antologica. Con trenta disegni, di
cui moltissimi inediti, viene ad essere rappresentata l’evoluzione, dagli anni Sessanta ad oggi, di
quella che è stata la tematica fondamentale di uno dei più grandi interpreti dell’arte e
dell’architettura contemporanea: quella della donna come centro del mondo, e del femminino
come forza creativa assoluta. Ogni sala costituirà un’installazione multidisciplinare che comunica
attraverso odori, sostanze liquide, suoni, elementi vari, la difficoltà di essere donna in un mondo
ancora dominato dalla omogenea e conservativa natura maschile. La mostra è ricca di momenti
performativi che coinvolgono il visitatore in un viaggio emotivo e sensoriale sviluppato senza
retorica ma con poetico, crudo espressionismo. L’evento ha quindi un carattere esemplare in
quanto avviene in una città che ha fondato i canoni della bellezza universale a partire dal maschile,
centro dell’universo, esaltando la corporeità virile come tempio di virtù e coraggio, di forza e divino
ingegno. In piazza Santa Maria Novella, la Maestà tradita si pone in definitiva come immagine
dialettica a quella di molta statuaria rinascimentale, in particolare dei ‘giganti' di Piazza Signoria.
Per informazioni e prenotazioni:
Tel. 055-2768224 / 055-2768558
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