Dimension_Il giornale per la clientela_32/2016
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Strength. Performance. Passion. Dimension Il giornale per la clientela di Holcim Central Europe West COSTRUIRE CON IL CALCESTRUZZO – MATERIALE VERSATILE E PERSONALIZZABILE 8 Il grattacielo “storto” di Zaha Hadid a Milano 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 1 20 Un colosso su pilastri: Hôpital Riviera-Chablais EDIZIONE 32, FEBBRAIO 2016 26 Betonare a quasi 0 °C: la diga del lago del Gries 19.02.16 14:45 Editoriale Vogliamo lavorare localmente “Think global, buy local” è diventato uno slogan per tante persone responsabili e consapevoli dei problemi dell’ambiente. La produzione di cemento e calcestruzzo è un’attività prettamente locale; questi materiali sono interessanti solamente se l’estrazione delle materie prime e la loro lavorazione avvengono in loco. I trasporti lunghi non convengono e inquinano; il calcare e la marna vengono estratti in cave svizzere nel rispetto di normative ambientali molto severe e trasformati in cemento in stabilimenti locali. Il calcestruzzo prodotto rifornisce i cantieri della regione. Nel trend che privilegia la produzione locale ravvisiamo, tuttavia, un’incongruenza. I prodotti alimentari e altri beni di consumo prodotti sul territorio vengono, a ragione, preferiti dalla popolazione, ma nei confronti del nostro settore percepiamo un crescente estraniamento. Noi non siamo solo servizi, ma siamo anche industria e produzione fisica di beni. Cosa significano per noi questi atteggiamenti contrastanti? L’accesso alle materie prime che ci servono è sempre più difficile. Tutti vogliono prodotti a kilometro zero, ma nessuno vuole le cave vicino a casa. I cementifici di Eclépens, Untervaz e Siggenthal e le nostre centrali di produzione aggregati e calcestruzzo sono la prova che noi abbiamo scelto la Svizzera per lavorare. Vogliamo investire ed espanderci in questo Paese, per continuare a estrarre le nostre materie prime e continuare a offrire materiali di produzione locale. Vogliamo investire perché crediamo nella nostra attività e sappiamo quanti posti di lavoro dipendono da noi. Ma abbiamo bisogno di garanzie in materia di pianificazione e di un contesto economico stabile. Un’azienda investe solamente se sa che i suoi sforzi saranno adeguatamente ricompensati. Gerd Aufdenblatten CEO Central Europe West Competenze specifiche, tool pratici e una piattaforma per discutere con gli esperti: tutto questo su PartnerNet alla pagina www.holcimpartner.net Visitate il nostro sito web www.lafargeholcim.com oppure seguiteci su www.facebook.com/LafargeHolcim Saremo lieti di ricevere le vostre domande e i vostri suggerimenti per “Dimension” a [email protected] Colophon Editore: Communications and Public Affairs Holcim Central Europe West, Holcim (Svizzera) SA Redattrice capo: Ingeborg Spillmann Editore: Marius Leutenegger, Elke Groeger, Ingeborg Spillmann Layout: Source, Zurigo Stampa: Multicolor Print AG, Baar Prima pagina: Il cantiere dell’Hôpital Riviera-Chablais (HRC) a Rennaz nel Canton Vaud Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 2 19.02.16 14:45 Indice Attualità 4 Attualità Opinioni 6 Kaspar E. A. Wenger / Gian-Luca Lardi Opere già in cantiere 30 FranÇois Girod, Direttore del cementificio di Eclépens, Holcim (Svizzera) SA Realizzazione 8 L’oasi cittadina cresce verso l’alto 12 Oasi per cervi e lepri 14 Il nuovo tool online “E-Campus” 16 Calcestruzzo faccia a vista e case passive 20 Un colosso su pilastri 26 Condizioni estreme 28 Un bijou per il Comune di Bettingen 26 Betonaggio nel bacino artificiale più alto di tutta la Svizzera con l’acqua gelida 8 Un panorama incredibile: dalla torre Hadid si può ammirare la Milano cresciuta in altezza 20 A Rennaz nasce uno degli ospedali più grandi di tutta la Svizzera Pagina 3 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 3 19.02.16 14:45 Attualità Tesori nascosti nelle cave di ghiaia Progetto NEST per l’innovazione Da anni la Svizzera guida la classifica stilata dal Global Innovation Index. Per mantenere questa posizione anche in futuro e far arrivare ancora più velocemente sul mercato nuove tecnologie edilizie e energetiche, la cooperazione fra ricerca, economia e settore pubblico punta sul nuovo edificio modulare NEST, che avrà al tempo stesso funzione abitativa, lavorativa e di ricerca. La casa del futuro, situata presso il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (EMPA) di Dübendorf nel Cantone di Zurigo, verrà inaugurata in primavera. Il nuovo edificio modulare è costituito da una spina dorsale centrale – il “backbone” – e da tre piattaforme aperte. L’attico a due piani “HiLo” servirà a studiare le strutture ultrasottili del tetto e il calcestruzzo fibrorinforzato ad alte prestazioni. Il modulo “Meet2Create” studia l’interazione fra l’uomo, lo spazio e la tecnica nel processo lavorativo. Il “Vision Wood” è un modulo abitativo per studenti – un laboratorio per le innovazioni che riguardano l’uso del legno. Holcim, che è partner del progetto NEST, ha fornito il calcestruzzo per il “backbone”. Essa, inoltre, sostiene l’“HiLo”, sia dal punto di vista finanziario, sia mettendo a disposizione il proprio know-how per la progettazione e la scelta dei materiali per le strutture ultrasottili. → Maggiori informazioni su www.empa.ch/de/web/nest I tronchi pietrificati sono molto ambiti dai ricercatori del clima. La larghezza degli anelli, la densità del legno, l’anatomia e gli isotopi presenti nel legno fossile ci raccontano le condizioni climatiche e ambientali del passato. Nella cava di Holcim di Aigle, dove la ghiaia viene estratta in falda e dove già in passato erano stati trovati dei fossili, sono già stati rinvenuti 29 alberi, attualmente allo studio dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) di Birmensdorf e del suo dipartimento per lo studio degli anelli di accrescimento (dendrocronologia). I risultati serviranno a migliorare la cosiddetta datazione con il metodo del carbonio radioattivo, utilizzata per stabilire l’età dei composti organici. Una magnifica “esperienza” Il Comune di Dormettingen e Holcim (Suddeutschland) GmbH hanno fatto di un’ex cava un’attra zione. Nell’estate del 2014 il cementificio e il Comune di Dormettingen hanno trasformato una superficie di oltre cento ettari in un’“Esperienza tra gli scisti”. L’area è dotata di parco giochi, ampia zona riservata alla ripulitura dei fossili – fruibile da adulti e bambini – punti di informazione su geologia e materie prime, anfiteatro e ristorante. La Camera degli Architetti del quartiere dello Zollernalb ha pre miato la riconversione del paesaggio con la targa “Architettura esemplare”. L’Esperienza tra gli scisti ha ricevuto anche la nomination per il “Premio statale per la cultura urbanistica” del Baden-Württemberg – questo riconoscimento ha costituito una magnifica esperienza, sia per i responsabili di Holcim che per il Comune. → Maggiori informazioni sul sito www.schiefererlebnis- dormettingen.de Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 4 19.02.16 14:45 Sicurezza in fabbrica Holcim fa grandi sforzi per ridurre al minimo il rischio di infortuni. Il nuovo volantino “Ci teniamo alla vostra sicurezza” è pensato per i trasportatori e per i visitatori, e spiega come comportarsi all’interno della fabbrica per garantire la sicurezza di tutti. → www.holcim.ch/it/pubblicazioni-ed-eventi.html La parola magica La Svizzera spinge sull’acceleratore: con la fondazione ufficiale della comunità di interesse “Costruzione Digitale Svizzera” presso la “Swissbau” di Basilea nel gennaio 2016, i settori Costruzione e Progettazione verranno traghettati nell’era digitale. BIM è la parola magica che dovrà rivoluzionare il mondo di architetti, ingegneri e progettisti. Con il Building Information Modeling (BIM) in futuro gli edifici verranno realizzati due volte, prima come modello digitale, poi come oggetto reale. In una banca dati verranno raccolti tutti i dati necessari, e i partecipanti al progetto siederanno virtualmente “a un tavolo”. Vantaggi: miglioramento dell’efficienza e della qualità della progettazione, nonché della pianificazione di costi e tempi. Holcim è membro di questa comunità di interesse e partner di “buildup”, la più grande piattaforma di prodotti online di tutta la Svizzera. → Maggiori informazioni sul sito www.bauen-digital.ch Calendario 24 agosto 2016 21. Holcim Betontagung a Zurigo 28 maggio – 27 novembre 2016 Biennale Internazionale di Architettura a Venezia Altre info su: www.holcim.it Pagina 5 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 5 19.02.16 14:45 Opinioni a due corsie, inaugurato il 5 settembre 1980, canalizza il traffico tra le due grandi aree economiche: l’Italia e l’Europa nord-occidentale. Nei Cantoni Ticino, Zurigo, Zugo, Svitto e Uri vive un quarto della popolazione svizzera. Una buona viabilità e collegamenti funzionanti sono vitali per lo sviluppo economico e sociale di una regione. Kaspar E. A. Wenger, Presidente del Consiglio di amministrazione di Holcim (Svizzera) SA Sì al San Gottardo, sì alla libertà economica Oltre 200 anni fa il Ticino aderiva alla Confederazione. All’epoca fu messo da Napoleone Bonaparte di fronte alla scelta di annettersi alla Lombardia oppure alla “Repubblica elvetica”. Oggi si tratta ancora una volta di scegliere, ma relativamente a un tunnel, e l’onere della decisione sarà invertito. Il 28 febbraio si vedrà se la Svizzera tedesca e francese si apriranno al Cantone italiano e quale ruolo assumerà in futuro il Paese in Europa. Siamo o no per la libertà economica e la libera circolazione delle merci? Perché è su questo che andremo a votare. Negli scorsi mesi molto è stato scritto sui costi, sulla sicurezza, sul progetto, sui pro e sui contro. Ma è stata dimenticata la cosa più importante: il San Gottardo è un’arteria vitale per la Svizzera. Con l’apertura della linea ferroviaria del San Gottardo nel 1881 il Ticino ha vissuto una crescita della propria economia. Oggi il tunnel Una chiusura totale o parziale del San Gottardo con una stazione di trasbordo merci, come propongono gli avversari del secondo tunnel, significherebbe nient’altro che tagliare fuori il Ticino dal resto della Svizzera. Il Cantone dipende fortemente dal turismo e, come quasi tutte le regioni turistiche, sta combattendo contro un forte calo delle presenze, da quando la Banca Nazionale Svizzera ha abolito la soglia minima di cambio. La chiusura della galleria autostradale non metterebbe sotto pressione solamente il turismo ticinese, ma tutta l’economia. La realizzazione di un secondo tunnel è la soluzione economicamente più intelligente. In definitiva, una stazione di trasbordo merci presenterebbe, per tutti gli interessati, più svantaggi che non la costruzione della seconda galleria. Inoltre, il traffico nei 17 kilometri di lunghezza del nuovo tunnel diverrebbe molto più sicuro. Il doppio senso di circolazione attuale comporta un elevato rischio di incidenti; da anni il tunnel del San Gottardo è scivolato nelle posizioni più basse della classifica stilata in base ai risultati dei test europei. Una seconda galleria ci porterebbe un doppio vantaggio: maggiore sicurezza e maggiore coesione nazionale. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 6 19.02.16 14:45 Gottardo: la SSIC vuole procurarsi vantaggi? Nella diatriba sul risanamento del tunnel autostradale del Gottardo, ai sostenitori della necessità di realizzare un secondo tunnel viene rinfacciato di battersi per il sì al referendum del 28 febbraio solamente per difendere i propri interessi. Noi della SSIC veniamo accusati di guardare solo al nostro tornaconto, poiché la variante di risanamento muoverebbe grandi investimenti, procurando esclusivamente lavoro per noi. Ma se si osserva la situazione nuda e cruda, si vede che, in realtà, si tratta dell’esatto contrario: i contratti miliardari messi in moto dalla costruzione del secondo tunnel attirerebbero imprese da tutta l’Europa, innescando una forte concorrenza. Si ripete la storia dell’assegnazione dei lavori del tunnel di base del Ceneri: all’epoca, dopo una lunga e costosa procedura di gara, l’appalto fu assegnato a una ditta straniera che, per poter gestire il cantiere, dovette spostare la propria organizzazione in Svizzera. E le nostre aziende rimasero a bocca asciutta. Diverso sarebbe lo scenario che avremmo in caso di attuazione della variante sostenuta dagli avversari del secondo tunnel, ovvero la costruzione di diversi impianti di carico-scarico. Il progetto verrebbe realizzato suddividendo i lavori in numerosi piccoli lotti, cosa che sarebbe più interessante e adatta alla struttura locale delle nostre imprese. Se la SSIC dovesse agire esclusivamente nel proprio interesse, dovrebbe impegnarsi per le stazioni di cari- Gian-Luca Lardi, Presidente Centrale della Società Svizzera degli Imprenditori-Costruttori co-scarico. Agiremmo per nostro tornaconto se dessimo retta al proverbio ticinese “Fa e desfà l’è tüt laurà”, ovvero “Fare e disfare è tutto un lavorare”. Allora, perché la SSIC continua a battersi per la seconda galleria? Primo, questo investimento è, dal punto di vista tecnico, assai più lungimirante. Negli ultimi mesi molti sedicenti tecnici ed esperti hanno detto la loro nei media, ma rimane il fatto che le gallerie le costruiscono le imprese edili. Secondo, per la SSIC non è accettabile che il Ticino rimanga isolato per anni. La posizione della nostra Associazione è tutto, fuorché egoistica. Per questo raccomando a tutti i cittadini svizzeri di esprimersi il 28 febbraio con un inequivocabile SÌ. Per noi è importante una comunicazione trasparente. Se avete suggerimenti o volete saperne di più su Holcim, scriveteci! [email protected] Pagina 7 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 7 19.02.16 14:45 Realizzazione L’oasi cittadina cresce verso l’alto Quartiere “CityLife” Nel centro di Milano c’è uno dei cantieri più grandi d’Europa: nella città dell’Expo, che ha appena chiuso i battenti, sta sorgendo il nuovo quartiere “CityLife”. Caratteristiche: un grande parco e tre grattacieli avveniristici. “Lo Storto” è stato progettato dall’archistar anglo-irachena Zaha Hadid. Holcim (Italia) sta fornendo una vasta gamma di calcestruzzi e il supporto tecnico necessari a realizzare l’ambizioso progetto. Autore: Marius Leutenegger Milano è considerata l’hotspot globale del design, ma dal punto di vista dell’architettura la città ha vissuto per lungo tempo in uno stato di torpore. Chi era attratto dal classico trovava senz’altro opere di suo interesse – il Duomo, il Castello Sforzesco e la Galleria Vittorio Emanuele II. Ma cosa c’era da vedere per gli amanti della modernità? Forse il “Pirellone” del 1958. Con i suoi 127 metri di altezza, il palazzo è stato fino al 2010 l’edificio più alto della città. Evidentemente, Milano non desiderava espandersi verso l’alto. Nel frattempo, però, c’è stata un’inversione di tendenza: nella metropoli lombarda si sta costruendo molto, e soprattutto verso l’alto, ad esempio a Porta Nuova, dove è nato un enorme quartiere con imponenti grattacieli, oppure nel nuovo cantiere “CityLife”, a ovest del Parco Sempione. Qui si trovava una volta la Fiera Campionaria, che ha traslocato nella periferia milanese da oltre dieci anni. Il Dritto, il Curvo … L’area dell’ex fiera è stata rilevata nel 2004 da un consorzio con a capo il Gruppo Generali. Il progetto globale dell’architetto polacco-americano Daniel Libeskind prevede una varietà di utilizzi per i 360 000 metri quadri dell’area. Si sta realizzando un enorme parco, un’oasi dentro la città con corsi d’acqua e migliaia di alberi, ma anche un’elegante zona residenziale con appartamenti di lusso in grado di ospitare circa 4000 per- Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 8 19.02.16 14:45 Prima del previsto: già oltre il 30°, si procede velocemente, con un piano alla settimana.“Il materiale giusto può abbreviare i tempi” dichiara Attilio Barrino, Responsabile Grandi Progetti di Holcim. Pagina 9 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 9 19.02.16 14:45 Realizzazione sone, centri commerciali, ristoranti, un museo, un velodromo e un centro congressi. Alcune opere sono già pronte. Ma il simbolo del nuovo quartiere saranno tre imponenti grattacieli. La gente ha già trovato un soprannome per ciascuno di essi. Il più alto – 207 metri, in fase di ultimazione – firmato dal giapponese Arata Isozaki – è stato ribattezzato “Il Dritto”. Il più piccolo, alto 168 metri, si trova in fase di inizio esecuzione ed è già noto come “Il Curvo”. Nella sua forma eccentrica, che ricorda una vela gonfiata dal vento, è riconoscibile la mano di Daniel Libeskind. ... e lo Storto La torre mediana è pronta per metà. “Lo Storto”, come viene già definito il grattacielo, è opera dell’architetto anglo-irachena Zaha Hadid. L’edificio, alto 175 metri, merita appieno l’appellativo che gli è stato dato, poiché si “avvita” letteralmente su se stesso. Le colonne passanti dietro la facciata sono tutte inclinate e sopportano i carichi verticali; la “torsione” fa sì che non ci siano due piani uguali. All’interno della torre c’è il “cuore”, dritto come un fuso, che sopporta i carichi radiali e rinforza la stabilità orizzontale dell’edificio. Fissati a questo nucleo ci sono i solai, incredibilmente sottili, dei 44 piani. Per la realizzazione dell’opera sarà impiegato prevalentemente calcestruzzo, e ciascun elemento costruttivo richiederà il massimo delle performance a tutta la nomenclatura dei materiali. “L’esperienza nella gestione di grandi commesse, un team di persone competenti e capaci di assecondare le richieste del cliente sia di tipo logistico che tecnologico (sviluppo di ricette specifiche di calcestruzzo) sono certamente alcune delle ragioni per cui siamo stati scelti quali fornitori per questo progetto”, dice Carlo Belloni, Area Manager Aggregati Calcestruzzi di Holcim (Italia). Per la Torre Hadid sono state elaborate inizialmente ben 41 miscele diverse, delle quali ne sono tutt’ora state impiegate 15–20. In totale verranno messi in opera 90 000–100 000 metri cubi di calcestruzzo. Quando l’affidabilità è tutto L’impresa di costruzioni CMB, che a Milano ha già realizzato diversi grattacieli, – spesso in collaborazione con Holcim, sta costruendo la Torre Hadid. “Due sono i criteri chiave per la scelta del fornitore dei materiali: prezzo e qualità”, dice Tommaso Salvo, direttore di cantiere di CMB. “Se ci andrà bene il prezzo, sceglieremo ogni volta Holcim, perché riteniamo l’azienda un partner assolutamente affidabile”. “Le sfide a livello “La torre deve salire di un piano ogni settimana. Per raggiungere questo risultato ambizioso dobbiamo suddividere la costruzione del nucleo in due sezioni”. organizzativo e logistico che dobbiamo vincere per realizzare questo ambizioso progetto architettonico sono particolarmente ardue. L’intero progetto si basa su un network molto complesso; pertanto, dobbiamo poter contare sul fatto che ci arrivi il materiale giusto al momento giusto”. Perché ciò sia così importante ce lo spiega Alfio Musumeci, Production Manager di CMB: “La torre deve salire di un piano ogni settimana. Per raggiungere questo risultato ambizioso dobbiamo suddividere la costruzione del nucleo in due sezioni”. Appena tirata su una sezione, si va immediatamente a proseguire tutti i rimanenti lavori sull’altra. Dice Alfio Musumeci: “Non ci possono essere tempi morti per le nostre squadre Anche l’edificio a forma di nave da crociera adibito ad uso residenziale che si trova di fronte allo “Storto” è stato progettato da Zaha Hadid. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 10 19.02.16 14:45 specializzate, nemmeno durante la fase di indurimento del calcestruzzo”. In anticipo sul previsto Il procedimento richiede la regolarità delle forniture e il costante mantenimento della qualità del calcestruzzo, poiché le due sezioni devono fondersi, piano dopo piano, in un unicum. “Con Holcim sappiamo di poter contare su un eccellente sistema di garanzia della qualità e di un severo controllo in situ”, dice Tommaso Salvo. Il lavoro non deve mai essere interrotto. Holcim è sempre presente in cantiere per garantire la qualità dei propri prodotti e soddisfare qualsiasi esigenza del cliente. “A volte si presenta un’emergenza, alla quale dobbiamo saper reagire immediatamente quali necessità di miscele nuove o adattamenti delle miscele esistenti a seguito delle mutate condizioni atmosferiche”, dice Attilio Berrino, Responsabile Grandi Progetti di Holcim (Italia). I tempi di reazione sono stretti, perché i processi sono snelli. “In questi progetti la componente umana è molto importante”, dice Tommaso Salvo. “E noi sappiamo che se lavoriamo con Holcim abbiamo a che fare con persone che sono tanto alla mano quanto competenti”. La stretta collaborazione di tutti i partecipanti fa sì che tutto il meccanismo funzioni con la proverbiale precisione di un orologio svizzero e anche meglio, se serve. “Quando secondo il piano di avanzamento lavori avremmo dovuto completare i primi 15 piani, stavamo in realtà già lavorando alla costruzione del 21-esimo!” dice Alfio Musumeci.” Il progetto Committente: CityLife S.p.A. (controllata al 100 % di Gruppo Generali) Architetto: Zaha Hadid Architects, Londra Ingegneri: Redesco Progetti Srl, Milano Costruttore: CMB Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi (MO) Calcestruzzo: Holcim (Italia) 7500 metri cubi di calcestruzzo in 34 ore 64 pali “CityLife” è il cantiere dei record, anche per Holcim (Italia). La Torre Hadid poggia su una fondazione combinata di pali e lastre. 64 pali sotto i punti di maggior carico – ciascun palo è lungo 36 metri – sostengono una lastra di calcestruzzo spessa 2,5 metri, partendo dalla quale l’edificio inizia ad “avvitarsi” verso l’alto. Questa lastra è stata gettata fra il 5 e il 7 dicembre 2014 nell’arco di 34 ore, utilizzando quasi 7500 metri cubi di calcestruzzo. “Non avevamo mai fatto una cosa simile”, dice Carlo Refaldi, Direttore Commerciale Aggregati Calcestruzzi di Holcim (Italia). “Per tutto il tempo sono state impegnate circa 100 persone”. logistica complessa La vera sfida è stata la logistica: come si poteva portare tutto quel calcestruzzo in centro città? Così si è scelto di trasportare il materiale in cantiere durante il weekend di inizio dicembre. In quei giorni cade la festa del patrono (S. Ambrogio) e molti residenti si recano fuori città, così il traffico è meno intenso del solito. Sono state impiegate 45 betoniere, che hanno fatto la spola senza sosta fino al termine della gettata. 4 centrali di betonaggio Quattro centrali di betonaggio hanno lavorato esclusivamente per questo progetto, producendo insieme 250 metri cubi di calcestruzzo all’ora: Segrate, Novate, Assago e Ronchetto. “I momenti particolarmente delicati del getto sono stati l’inizio e la fine a causa dell’alto numero di mezzi impiegati”, dice Carlo Refaldi. Ordine Alla fine è andato tutto talmente bene che Holcim è stata incaricata di fornire anche i 6000 metri cubi di calcestruzzo per le fondazioni del terzo grattacielo di “CityLife”, la Torre Libeskind. Continua Carlo Refaldi: “A quel punto eravamo veramente sotto pressione: tutti si aspettavano che avremmo accorciato nuovamente i tempi, come era successo per la Torre Hadid; insomma, che avessimo fatto la miglior prestazione di sempre”. Le aspettative non sono state deluse: anche la nuova piastra è stata realizzata a tempo di record. L’esperienza paga. Pagina 11 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 11 19.02.16 14:46 Realizzazione Oasi per cervi e lepri Ponte verde nei Grigioni Il paesaggio svizzero, notevol mente frammentato, è unito da “ponti verdi” che rendono più fruibile l’habitat naturale per gli animali selvatici. Il ponte verde più grande di tutta la Svizzera si trova attualmente nel Cantone dei Grigioni, nel territorio di Halbmil, situato fra Coira e Trimmis. Il passaggio per gli animali selvatici sarà aperto al più tardi nel 2018. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 12 19.02.16 14:46 Autore: Ingeborg Spillmann In Svizzera esistono attualmente 303 corridoi biologici interregiona li. Solo un terzo di questi passaggi è ancora intatto; il resto dei corridoi è danneggiato, se non addirittura interrotto per lunghi tratti. Le strade statali, dotate di protezioni su entrambi i lati, costituiscono un ostacolo insormontabile per i cervi e i piccoli animali selvatici. La fauna selvatica è minacciata dall’ isolamento di singole popolazioni, che può avere conseguenze fatali. Nel 2003 l’Ufficio federale delle strade (USTRA) e l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) hanno deciso di ripristinare 40 corridoi biologici interregionali attraverso la realizzazione di strutture edili che tengano conto delle necessità e delle abitudini degli animali selvatici. Il corridoio più grande e più recente è ubicato nel territorio di Halbmil. E’ stato realizzato dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) nell’ambito del progetto “Bretella Nord” della A13 e deve ricucire lo “strappo” prodotto dal tracciato delle Ferrovie Retiche e delle FFS e dalla Statale 13 della valle del Reno in prossimità di Coira. Il passaggio per animali selvatici misura 50 per 57 metri (con pareti laterali da 122 metri); la sua superficie è strutturata e piantumata, e le pareti laterali disposte su entrambi i lati proteggono gli animali dalla luce dei fari e dal rumore dei veicoli in transito. La struttura a doppia campata poggia su piloni di calcestruzzo gettato in opera, impiantati nello strato di ghiaia del Reno che si sviluppa circa dodici metri sotto il terreno. Una delle particolarità di questo cantiere è stata l’entità delle tappe di realizzazione dell’opera. Per la piastra del ponte ci sono volute tre fasi di gettata; ciascuna ha richiesto l’impiego di 1100 metri cubi di calcestruzzo e dodici ore di lavoro. Con una temperatura estiva di 36 gradi, la sfida per il fornitore di calcestruzzo, la Logbau AG di Maienfeld, è stata quella di fornire il materiale senza interruzione. L’accesso al cantiere poteva avvenire solamente attraverso la A 13 – una strada statale che, nel perio- Con una temperatura estiva di 36 gradi, per la piastra del ponte ci sono volute tre fasi di gettata. do delle ferie, viene utilizzata come percorso alternativo al tunnel del Gottardo, risultando così perennemente intasata. Il coordinamento dei nove camion e delle due pompe complessivamente impiegati ha richiesto una particolare “sensibilità” logistica. Per questo progetto, le centrali di betonaggio della Logbau hanno “sfornato” complessivamente 5000 metri cubi di calcestruzzo. “Per noi era essenziale fornire un materiale che fosse il più omogeneo possibile, che non indurisse troppo presto e che fosse prodotto e consegnato nei tempi previsti”, dice l’amministratore della società Rudolf Tobler. Per la ricetta del calcestruzzo, Holcim ha proposto il Robusto 4R-S, prodotto a bassa emissione di CO2 nel cementificio di Untervaz. Il tipo di calcestruzzo fornito dalla Logbau era conforme a tutti i requisiti. Risulta evidente che durante la costruzione del ponte non si sia verificato nessun disagio né per il traffico ferroviario, né per quello autostradale. I costi sono stati completamente sostenuti dall’USTRA. Il progetto Committente: Ufficio federale delle strade (USTRA), Dipartimento per le infrastrutture stradali della Svizzera Orientale, filiale di Bellinzona Consulenza e supervisione dei lavori: Pöyry Schweiz AG, Coira Costruzione: ARGE Trafic: Implenia, Lazzarini, Zindel, Walo, Toldo Fornitore del calcestruzzo: Logbau AG, Maienfeld Progettazione e direzione dei lavori in cantiere: IG dsp/SAG, dsp Ingenieure & Planer AG, Greifensee; Schällibaum AG Ingenieure und Architekten, Wattwil Cemento: Holcim (Svizzera) SA Pagina 13 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 13 19.02.16 14:46 Realizzazione Il nuovo tool online “E-Campus” Holcim Partner.net offre il nuovo tool online “E-Campus” riguardante aggregati, cemento e calcestruzzo. La registrazione è pubblica e accessibile a tutti gli interessati. Tutti gli utenti possono effettuare training gratuiti e seguire corsi a vario livello. → www.holcimpartner.net Domande in cinque ambiti Nell’e-campus vengono poste domande a risposta multipla riguardanti cinque ambiti della conoscenza del calcestruzzo: 1 2 Cemento Idratazione Acqua/Acqua residua Tecnologia del calcestruzzo Tecnica del calcestruzzo Collaudo del calcestruzzo 3 4 Aggregati Additivi Aggiunte Danni al calcestruzzo Documentazione di training 5 Tipi di calcestruzzo Per gli ambiti in cui un utente ha maggiori necessità di aggiornarsi si consiglia l’utilizzo dell’apposita documentazione di training. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 14 19.02.16 14:46 Training Certificati Tutti gli utenti possono seguire corsi di formazione online sul calcestruzzo, sciegliendo liberamente il grado di difficoltà e l’entità delle domande. Alla fine del training verrà rilasciato un attestato specifico per la materia studiata. Vengono rilasciati tre tipi di certificati, il cui livello corrisponde a gradi crescenti di difficoltà. Quando un candidato ottiene il 90 % del punteggio massimo previsto per un determinato livello, può considerare superata la prova e richiedere il relativo certificato. Livello 1 – Bronzo Livello 2 – Argento Livello 3 – Oro Call an expert Avete domande specifiche sull’uso del calcestruzzo in edilizia? Rivolgetevi al nostro servizio “Call an expert” e sottoponete le questioni che vi interessano ai nostri tecnici. Saremo lieti di rispondere telefonicamente ai vostri dubbi e quesiti e di assistervi nella ricerca delle soluzioni di cui avete bisogno. Training individuali “E-Campus” offre corsi di formazione individuale tenuti da un tecnico esperto: il programma viene stilato in base alle richieste degli utenti e il training svolto in piccoli gruppi presso la sede del Cliente. Pagina 15 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 15 19.02.16 14:46 Realizzazione Calcestruzzo faccia a vista e case passive Il nuovo edificio amministrativo della Egon Elsässer Beton- Bauteile di Geisingen (Baden-Württemberg) è un felice connubio tra “ambiziose” superfici realizzate in calcestruzzo faccia a vista ed efficienza energetica. La costruzione si staglia nel paesaggio con la sua forma “a nave”. Vista notturna del nuovo edificio con la rampa di ingresso. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 16 19.02.16 14:46 Autore: Elke Groeger, Foto: Nico Pudimat, Rottweil 1 La Elsässer, rinomata costruttrice di elementi prefabbricati in calcestruzzo, ha sede dal 1972 a Geisingen, direttamente sull’autostrada A81. Dopo aver investito parecchio nella produzione per la moderna impiantistica, l’azienda, che è a conduzione familiare, oggi può vantare una capacità produttiva di circa 620 000 metri quadri all’anno di prefabbricati in calcestruzzo, raggiunta con tre turni giornalieri di lavoro. Inoltre, nel 2012 la fabbrica ha acquisito un impianto di saldatura che necessitava di due sale con adeguato rinforzo. Il costante aumento del lavoro ha richiesto un intervento: l’edificio amministrativo iniziava a mostrare i segni del tempo ed era diventato troppo piccolo. Dopo aver raggiunto gli standard qualitativi più avanzati nella produzione, si trattava di soddisfare l’impellente necessità di avere un nuovo edificio amministrativo. 2 Particolarità architettoniche “Sapevamo di dover creare qualcosa di particolare per il futuro e volevamo rendere l’ambiente un posto di lavoro attraente. Così abbiamo optato, nella prefabbricazione, per lo standard della casa passiva, che si avvicina parecchio al concetto di casa a bilancio energetico positivo”, spiega Marlies Elsässer-Heitz, attuale amministratrice delegata e figlia del fondatore dell’azienda. “Il fatto che il nuovo edificio amministrativo a tre piani abbia un’architettura “bizzarra” non è una trovata a effetto, ma è dovuto alle condizioni ambientali del sito”. L’immobile, “Il Fluvio 5 era predestinato a concretizzare la particolare idea che avevamo delle superfici chiare e regolari che avrebbe dovuto avere il nuovo prefabbricato.” infatti, si trova nella zona in cui l’Aitrach sfocia nel Danubio. L’area è potenzialmente a rischio inondazioni. Così si spiega il fatto che entrambi i piani superiori si trovino, su tutti i lati, ben cinque metri sopra il livello del primo piano, che ospita la cantina, i locali tecnici e anche uno spazio fitness per i collaboratori. L’opera ha richiesto un grado di armatura molto elevato; allo stesso tempo, però, essa conferma l’impressionante capacità del cemento armato di sopportare carichi enormi. Il nuovo edificio, che si staglia nettamente nel paesaggio, ricorda la forma di una nave. Anche la rampa d’accesso, con la sua pendenza “dolce”, richiama un pontile, nel cui parapetto si possono riconoscere le soluzioni figurative create in fase di produzione dei vari elementi. “Quando ho visto i tralicci delle parti prefabbricate in produzione mi è venuta l’ispirazione di sistemare obliquamente anche i montanti della ringhiera. Così si è creata anche una relazione tra 1 Dettaglio di un elemento prefabbricato realizzato in calcestruzzo a vista strutturato. 2 La facciata, realizzata in parte con calcestruzzo a vista e in parte rifinita con velatura a spugnatura. il prodotto e il contesto in cui questo è inserito”. Ecco come l’architetto Günter Limberger, progettista certificato di case passive, racconta la genesi dell’idea. Il nuovo edificio a emissioni zero è stato realizzato prevalentemente utilizzando semilavorati di nostra produzione: 3200 metri quadri di elementi per pannelli da soffitto, 2100 metri quadri di elementi per doppie pareti e 1100 metri quadri di elementi per pannelli a sandwich. Il colore chiaro e particolarmente bello del calcestruzzo è merito del Fluvio 5 Holcim. Questo cemento è composto principalmente da clinker di cemento Portland e pregiata pietra calcarea, attentamente miscelati nelle corrette proporzioni. Per i circa 1250 metri cubi di calcestruzzo gettato in opera è stato impiegato il cemento Optimo 4. Pagina 17 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 17 19.02.16 14:46 Realizzazione Imponente vista dell’aggetto sopra lo scantinato. Per maggiori informazioni: Guida con esempi pratici per la progettazione e la produzione di elementi prefabbricati con calcestruzzo a vista (Bochure solo in tedesco: Leitfaden mit Praxistipps für die Planung und Herstellung ‒ “Sichtbeton im Fertigteilwerk”) www.holcim-sued.de La casa passiva sarà lo standard del futuro La costruzione della “nave” ebbe inizio nell’estate del 2013. I lavori furono ultimati nel giro di poco più di un anno – era il mese di ottobre del 2014. Su una superficie di circa 2450 metri quadri sono stati creati posti di lavoro in un ambiente gradevole per 80 persone. Da allora i collaboratori dell’amministrazione della Elsässer hanno imparato ad apprezzare i vantaggi dell’elevato livello di comfort offerto da un edificio passivo. La costruzione compatta, che ha un fabbisogno energetico massimo di 15 kWh/m2 all’anno, è caratterizzata da un’attraente facciata in calcestruzzo faccia a vista. La superficie degli elementi che la compongono è stata realizzata utilizzando in parte calcestruzzo faccia a vista strutturato con la tecnica delle matrici e in parte con elementi visivamente impreziositi dalla velatura ottenuta a spugnatura. Per l’involucro ad efficienza energetica sono state utilizzate doppie pareti coibentate, le cosiddette “pareti termiche”. C’è da notare la particolare esecuzione dei soffitti. “Negli elementi dei soffitti sono state inserite tubature per la circolazione dell’ac- Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 18 19.02.16 14:46 Il “pontile” della rampa che conduce all’edificio. qua calda e fredda“, racconta Marlies Elsässer-Heitz. A seconda della temperatura, l’acqua assorbe o cede calore al soffitto. Con questo sistema si ottiene una forte attivazione termica del calcestruzzo nella zona vicina alla superficie. Rispetto all’edilizia tradizionale, questa tecnologia consente di regolare in modo significativamente migliore la temperatura dei locali interni. L’energia residua di cui ancora abbisogna l’edificio viene fornita dall’allacciamento locale agli impianti di produzione. Si è potuto fare a meno di un sistema di riscaldamento separato. Le massicce pareti di calcestruzzo sono funzionali alla statica della costruzione e sono perfettamente fonoassorbenti, cosicché tutti i collaboratori possano concentrarsi meglio sul proprio lavoro. D’estate, inoltre, il raffreddamento dei locali si ottiene sfruttando l’acqua della sorgente sotterranea ubicata sotto l’area della fabbrica. L’impianto di ventilazione incorporato ad elevata capacità di recupero del calore – oltre l’85 % – garantisce una qualità eccellente dell’aria. Last but not least, sul tetto piano è installato un impianto fotovoltaico, che contribuisce ulteriormente a coprire il fabbisogno energetico della struttura. Non a caso il Ministero Regionale per l’Ambiente ha “promosso” il fabbricato, con le sue eccellenti prestazioni energetiche, a “progetto modello di salvaguardia del clima”. Effetti ottici particolari anche negli interni Oltre al parquet industriale in vero legno e ai grandi spazi aperti, non potevano mancare un paio di notevoli effetti ottici. Le pareti della sala riunioni e della scalinata centrale sono impreziosite da uno spatolato con effetto cemento a vista. E nella zona dell’entrata c’è una parete che attira immediatamente lo sguardo di chi arriva. Qui, utilizzando una matrice, è stato realizzato in rilievo un decoro che ricorda la carta da parati – un modo particolare di accogliere collaboratori e visitatori. Spazi aperti e ariosi con finiture di pregio. Il progetto Committente: Egon Elsässer Bauindustrie GmbH & Co. KG, Geisingen Architetto/Progettista: Architekturbüro Limberger, Donaueschingen Impresa appaltatrice: Imprese locali Calcestruzzo: • Elsässer Beton-Bauteile, Geisingen (Prefabbricati) • TBU Transport-Beton-Union GmbH & Co. KG, Bad Dürrheim (Ortbeton) Cemento: Holcim (Süddeutschland) GmbH Pagina 19 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 19 19.02.16 14:46 Realizzazione L’ospedale poggia su quasi 1300 pilastri, che possono raggiungere 25 metri di profondità. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 20 19.02.16 14:46 Un colosso su pilastri Ospedale Riviera-Chablais A Rennaz, un paesino del Canton Vaud, sta nascendo uno degli ospedali più grandi di tutta la Svizzera: l’Hôpital Riviera-Chablais. Per le fondazioni, appena terminate, i costruttori hanno scelto una soluzione innovativa. Ora si può partire con la costruzione dell’ospedale vero e proprio. Autore: Marius Leutenegger “Quanti ospedali ho costruito finora?”, scherza Nicolas Jaquet, titolare dell’impresa Jaquet SA del Canton Vaud. “Nessuno; è raro costruirne uno nuovo.” Questo anche per l’elevata densità ospedaliera della Svizzera. Ma proprio questa è la ragione per cui a Rennaz ci sarà un nuovo nosocomio. Il comune, 800 anime, si trova alla fine della valle del Rodano, al confine tra il Vaud e il Vallese; i due cantoni hanno deciso di costruire insieme proprio qui una grande clinica con oltre 300 posti letto, in sostituzione di cinque piccoli ospedali per casi gravi. Le vecchie strutture saranno chiuse o riconvertite. La centralizzazione migliorerà qualità ed efficienza e, poiché i vecchi presidi avevano bisogno di essere ristrutturati, i Cantoni hanno ritenuto di risparmiare sul lungo periodo investendo in un nuovo edificio, anche se ora bisogna comunque spendere circa 315 milioni di franchi – tanto costerà l’Hôpital Riviera-Chablais (HRC). Un colosso “discreto” Dopo la sua inaugurazione nel 2018, l’HRC sarà uno dei 20 ospedali più grandi di tutta la Svizzera; 2000 dipendenti si occuperanno dei 180 000 pazienti della regione. Nonostante le dimensioni, la struttura non rovinerà l’aspetto del paesino, caratterizzato dalla presenza di tanti piccoli edifici. Il nuovo complesso a tre piani, alto da 115 a 215 metri, sarà estremamente compatto e, grazie alla facciata in vetro, si inserirà con discrezione nel paesaggio. Il progetto è nato da una gara d’appalto; si tratta di un lavoro comune della GD Architectes e del Groupe 6. Una delle tante sfide poste alla progettazione era l’impossibilità di costruire uno scantinato a causa dell’alto livello delle acque di falda; era necessario collocare tutto almeno a livello del terreno. Ed è impressionante, guardando i progetti, quanto “modesta” risulti la costruzione. Pagina 21 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 21 19.02.16 14:46 Realizzazione 1 1 L’altezza dell’acqua di falda ha impedito la realizzazione di un sotterraneo. 2 La vibrocompattazione impedisce lo scorrimento del terreno in caso di terremoto. 3 I ferri di armatura, lunghi fino a 25 metri, vengono spinti dentro al calcestruzzo ancora fresco. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 22 19.02.16 14:46 2 3 Pagina 23 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 23 19.02.16 14:46 Realizzazione Grazie alle vetrate esterne, l’edificio a tre piani sembra quasi una filigrana. Liti giudiziarie Quando si tratta di progetti pubblici, la burocrazia svizzera gira spesso con fatica: la storia dell’HRC dura già da 15 anni. E anche in questo caso l’assegnazione dell’appalto, come accade a volte per simili progetti, è andata a rilento. All’inizio l’incarico di eseguire i lavori era stato dato a un general contractor, ma i concorrenti esclusi si erano rivolti alla magistratura. Poiché i I due cantoni Vaud e Vallese hanno deciso di costruire insieme una grande clinica con oltre 300 posti letto, in sostituzione di cinque piccoli ospedali per pazienti acuti. tempi erano già stretti, la Direzione decise di indire una gara per l’appalto della prima tranche dei lavori prima del definitivo pronunciamento dei giudici. La tranche comprendeva la costruzione dei locali tecnici in sotterraneo e la posa dei pilastri; l’ospedale, infatti, sorgerà su quasi 1300 pilastri conficcati nel sottosuolo fino a 25 metri di profondità. L’appalto per questo lotto di lavori se l’è aggiudicato il Consorzio Lotto 1, un gruppo di cinque imprese – tra cui anche la Jaquet SA, competente per i locali tecnici in sotterraneo, e l’impresa SIF-Groutbor, una filiale del gruppo francese Soletanche Bachy, competente per la vibrocompattazione, i pilastri e i pozzetti delle pompe. Innovazione tecnica e sfida logistica La prima tranche richiedeva una grande quantità d calcestruzzo: 12 000 metri cubi per i pilastri e 6000 metri cubi per i locali tecnici in sotterraneo. Per questi lavori speciali la SIF-Groutbor aveva proposto un procedimento innovativo, la vibrocompattazione, che impedisce lo scorrimento degli strati di terreno in caso di terremoto. Questa tecnica non era mai stata utilizzata in Svizzera, ma si era già imposta in Francia e a Dubai. Con un vibratore di profondità si procede alla compattazione del terreno sotto la superficie del futuro edificio. “Così è stato possibile ridurre la lunghezza dei pilastri da 35 a 25 metri al massimo”, dice l’ingegnere Alexandre Couturier, responsabile del cantiere dell’HRC per la SIF-Groutbor. L’impiego di questo metodo richiede la presenza di un terreno saturo d’acqua, come è il caso di questo cantiere. I pilastri sono stati realizzati con lo Starsol©, un sistema che prevede l’impiego combinato di una trivella e di un tubo pescante e che rende possibile, contemporaneamente alla risalita della trivella, l’iniezione di calcestruzzo nel foro di trivellazione. I ferri di armatura, lunghi fino a 25 metri, vengono conficcati nel calcestruzzo ancora liquido. Una nuova ricetta Per mantenere il rigoroso timing, la sequenza di betonaggio doveva essere molto rapida: un pilastro veniva realizzato in meno di due ore, mentre le trivelle contemporaneamente in funzione erano tre. Il procedimento della SIF-Groutbor richiede l’uso di un calcestruzzo che rimanga sufficientemente flui do nell’intervallo di tempo fra il pompaggio e la posa in opera dei ferri di armatura nei pilastri precedentemente colati; per soddisfare questo requisito, Holcim ha dovuto sviluppare una nuova ricetta. Per la realizzazione del sotterraneo, invece, sono stati impiegati calcestruzzi di tipo comune. Per la fornitura del materiale l’impresa Jaquet si è rivolta a Holcim, visto che a Villeneuve c’è una centrale di betonaggio che dista solamente pochi minuti dal cantiere. La centrale di Aigle ha svolto ancora una volta la funzione di “polmone” e ha così potuto Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 24 19.02.16 14:46 garantire la produzione di grandi quantità di materiale. Questo per poter contare su forniture flessibili e puntuali: una grossa sfida per la logistica. Per tutta la durata dei lavori le soluzioni specifiche, come ad esempio il pompaggio del magrone, sono state sviluppate in collaborazione tra i partner. Posizionamento dei granuli del terreno durante la compattazione primadopo Intanto le fondazioni sono pronte. I lavori per la realizzazio ne dell’edificio vero e proprio – che richiederanno circa 60 000 metri cubi di calcestruzzo – partiranno in primavera. L’inaugurazione è prevista per la fine del 2018. Il progetto Committente: Hôpital Riviera-Chablais, Vaud-Vallese (HRC) Architetti: D Architectes SA, Neuchâtel; Groupe-6, Grenoble (Francia) Direzione dei lavori: SIF Groutbor SA, Ecublens; Soletanche Bachy Pieux, Rungis Cedex (Francia) Statica: Karakas & Français, Losanna; Daniel Willi SA, Montreux Consorzio Lotto 1: SIF Groutbor SA, Ecublens; Soletanche Bachy Pieux, Rungis Cedex (Francia); Jaquet Construction SA, Rennaz Calcestruzzo: Holcim BF+P SA, Centrale di Villeneuve Un pilastro viene realizzato in meno di due ore e richiede l’impiego contemporaneo di tre trivelle. www.hopitalrivierachablais.ch Pagina 25 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 25 19.02.16 14:46 Realizzazione Condizioni estreme Diga Gries A temperature inferiori ai cinque gradi, il calcestruzzo fatica a indurire. E allora, cosa fare se si deve realizzare una condotta nell’acqua gelida di un ghiacciaio? Holcim ha reso possibile ciò che sembrava impossibile. Autore: Marius Leutenegger Il lago del Gries nel Vallese si trova a quasi 2400 metri sul livello del mare ed è, quindi, il bacino artificiale posto alla maggiore altitudine di tutta la Svizzera. Esso viene utilizzato per produrre elettricità da 50 anni. Come accade in tutti i laghi alpini, anche qui, nel corso degli anni, si sono depositati molti sedimenti. “In questi bacini perdiamo in media ogni anno l’uno per cento del volume a causa dei detriti depositati”, dice Andy Kaufmann, ingegnere della HYDRO Exploitation SA, un’azienda del Vallese che si occupa di manutenzione e gestione delle centrali idroelettriche, tra cui anche quella del lago del Gries Aegina AG. Un gruppo di esperti della HYDRO Exploitation ha sviluppato una soluzione molto innovativa. In un bacino artificiale l’acqua arriva alla turbina attraverso una condotta forzata; la captazione avviene in prossimità del fondo e, quindi, proprio dove si trovano i sedimenti. “Volevamo prolungare verso l’alto la conduttura esistente utilizzando un tubo a L in plastica di fibra di vetro”, dice Andy Kaufmann. Obiettivo: far arrivare alla centrale solamente l’acqua degli strati più alti, lasciando che i sedimenti continuino a depositarsi sul fondo. Ma questa soluzione comportava un problema: non essendo possibile far deflui re completamente l’acqua contenente i detriti, la condotta doveva essere realizzata sul punto di captazione, dove la I sedimenti vengono di solito rimossi per preservare l’integrità delle turbine della centrale. “Ma dragare il lago del Gries è impossibile per ragioni tecniche ed ecologiche”, dice Andy Kaufmann. Il bacino è alimentato da un ghiacciaio per cui le particelle presenti nell’acqua sono particolarmente fini, e queste hanno danneggiato la fauna ittica dello specchio lacustre. La fornitura del materiale in una zona assolutamente inospitale, situata a un’ora e mezzo di distanza dalla centrale di betonaggio, è stata una grossa sfida logistica. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 26 19.02.16 14:46 Il progetto Committente: Centrali idroelettriche Aegina AG Progettazione: HYDRO Exploitation SA, Sion Calcestruzzo: Holcim Praz SA, Sion Cemento: Optimo 4, Holcim (Svizzera) SA temperatura è di circa un grado. Ma con quel freddo il calcestruzzo non solidifica. “Un anno prima dell’inizio dei lavori la HYDRO Exploitation si è rivolta a noi”, dice Raymond Wyssen, Responsabile Vendite di Holcim per il Vallese. Punto centrale: quale calcestruzzo usare? Non era solamente questione di temperature. Il cantiere, accessibile solamente da una “In questi bacini perdiamo in media ogni anno l’uno per cento del volume a causa dei detriti depositati.” stradina che parte dal passo della Novena, si trovava a più di un’ora e mezzo dalla centrale di betonaggio più vicina. Soluzione: ritardo iniziale dell’indurimento del calcestruzzo e accelerazione dello stesso processo, una volta giunto in loco il materiale. “Ma il nostro Direttore di Produzione Robert de Joffrey ha trovato un rimedio universale”, dice Raymond Wyssen. Anche i test condotti negli enormi frigoriferi dei Il lago di Gries è il bacino artificiale posto alla maggiore altitudine di tutta la Svizzera. La diga, alta 60 metri e lunga 400, è stata costruita tra il 1963 e il 1966. L’acqua residua, ricca di sedimenti, non poteva essere fatta defluire; perciò è stato necessario eseguire il betonaggio nell’acqua gelata. produttori di frutta e verdura di Saillon sono stati utili. “Abbiamo riempito d’acqua un container, lo abbiamo portato alla temperatura di un grado, abbiamo colato dentro provini di grandi dimensioni e monitorato il loro comportamento”. Alla fine abbiamo trovato la ricetta ideale. Quale? È un segreto. Basti sapere che abbiamo impiegato calcestruzzo autocompattante. La seconda grande sfida era la posa in opera: la visibilità dentro l’acqua gelida era uguale a zero, causa la grande presenza di sedimenti. Per poter operare “alla cieca” sono stati coinvolti subacquei della Marina, che si sono esercitati a eseguire getti all’asciutto su un modello a grandezza originale. I lavori si sono poi svolti fra giugno e luglio, quando la strada era libera dalla neve. Per tre giorni Holcim ha fornito ogni giorno 20 metri cubi di calcestruzzo speciale. La minuziosa preparazione e la progettazione accurata sono state ripagate. Anche la grande fiducia del cliente verso Holcim è stata ben riposta. “La collaborazione è stata semplicemente geniale!”, dice entusiasta Andy Kaufmann. “Holcim docet: se c’è la volontà si possono raggiungere traguardi che all’inizio sembrano impossibili”. Pagina 27 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 27 19.02.16 14:46 Realizzazione 1 Un bijou per il Comune di Bettingen Autore: Ingeborg Spillmann Nel cuore di Bettingen, uno dei tre comuni del Cantone Basilea Città, si trova il “Baslerhof”, una residenza signorile composta da diversi edifici la cui storia ci riporta indietro al XVII secolo. Oggi il complesso ospita una notissima locanda. Il granaio, vecchio di oltre 300 anni, era rimasto vuoto a lungo e minacciava di crollare. Il Comune è riuscito, con un atto impositivo, ad acquisirlo e a restaurarlo. Da giugno verrà messo a disposizione della comunità come sala polifunzionale. Il vecchio granaio ha resistito per oltre 300 anni; è servito da stalla e rimessa ed è sopravvissuto a numerose ristrutturazioni. Ma negli anni scorsi sono sorti dei problemi. “In seguito a vari interventi, la travatura del piano del granaio si era spaccata e le pareti che sostenevano il tetto erano diventate pericolanti”, dice Herbert Schmid dello Studio Merki Schmid Architekten di Basilea. Anche per la particolare posizione della parcella nel fondovalle, dove le acque di versante, di fonte e di risorgiva favoriscono qualsiasi biotopo, c’era bisogno di interventi rapidi. Nel frattempo l’edificio è stato completamente ristrutturato: le pareti esterne sono state stabilizzate con un rinforzo di calcestruzzo e sono state ripristinate le capriate originali, mentre la muratura in pietra è stata impermeabilizzata e l’involucro dell’edificio restaurato con criteri antisismici. Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 28 19.02.16 14:46 1 Il nuovo ampliamento a un piano sostituisce il vecchio annesso in legno. 2 2 La stalla del Baslerhof, vecchia di oltre 300 anni, prima della ristrutturazione. 3 Per effetto ottico e struttura, ma anche al tatto, il calcestruzzo della nuova costruzione assomiglia al legno stagionato. 3 Il concetto di spazio dello Studio Merki Schmid Architekten, ovvero una nuova struttura in forma di semplice cubo di cemento armato libero da qualsiasi “contaminazione” del XX secolo, si è imposto sulle altre idee. L’immobile, che presentava annessi aggiunti successivamente all’edificio principale ed elementi interni al pianterreno, compreso un controsoffitto, è diventato ora un corpo costituito da un solo piano. Nell’ampliamento appena realizzato, che sostituisce l’originaria costruzione in legno, sono ospitati il foyer, una sala riunioni, la cucina e i servizi. Un capolavoro Per effetto ottico e struttura, ma anche al tatto, il calcestruzzo della nuova costruzione assomiglia al legno stagionato. Il design è di livello tale che perfino il vecchio portone della stalla, compresi cardini e cerniere, è una riproduzione perfetta dell’originale, ottenuta tramite applicazione di un rivestimento di tavole grezze al legno del portone e anticazione di maniglia e cerniere eseguita a mano. Tanto incredibilmente “autentico” sembra il manufatto, tanto è stato difficile elaborare la formula del calcestruzzo giallognolo usato per ottenere l’effetto visivo del legno della vecchia stalla, esposto per anni alle intemperie. “L’aggiunta del colorante causava l’addensamento del calcestruzzo preconfezionato, e le travi di legno grezzo assorbivano acqua”, dice l’impresario Christian Morath della MORATH + CROTTAZ AG di Basilea. La centrale di Birsfelden di Holcim Inerti e Calcestruzzi SA ha fornito circa 110 metri cubi di calcestruzzo colorato. “Per garantire una qualità costante abbiamo effettuato il controllo ottico di ogni carico nella centrale di produzione, all’arrivo in cantiere e durante la messa in opera“, dice Fritz Buser, Application Engineer di Birsfelden. Lo storico tetto è rimasto praticamente immutato: la parte nuova è stata costruita sulla struttura esistente e dotata di isolamento acustico, mantenendo però lo stesso aspetto del sottotetto. L’insonorizzazione riesce a smorzare fino a 100 decibel – praticamente l’energia sonora prodotta da un sax e tre tromboni in una jam session. Il progetto Committente: Comune di Bettingen Esecuzione: MORATH + CROTTAZ AG, Basilea Progettazione: Merki Schmid Architekten GmbH, Basilea; Gruner Lüem AG, Basilea Calcestruzzo: Holcim Inerti e Calcestruzzi SA, Centrale di Birsfelden Cemento: Optimo 4, Holcim (Svizzera) SA Pagina 29 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 29 19.02.16 14:46 Opere già in cantiere Dimension edizione 32/2016 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 30 19.02.16 14:46 FRANÇOIS GIROD DIRETTORE DEL CEMENTIFICIO DI ECLÉPENS, HOLCIM (SVIZZERA) SA Il paesino di Eclépens è noto soprattutto per due cose: la scoperta di resti di ossa umane risalenti all’Età del ferro, il che ha fatto pensare a sacrifici umani, e la presenza dell’unico cementificio Holcim della Svizzera occidentale. Un binomio strettamente legato alla collina del Mormont. Infatti, la fabbrica trae il calcare dalla cava sul fianco del Mormont e vorrebbe continuare la propria attività ancora per qualche anno. Alla guida c’è François Girod. Ogni giorno il direttore del cementificio deve mediare tra protezione dell’ambiente e redditività economica, tra passato e presente, senza trascurare le relazioni con la popolazione e le autorità. Per produrre cemento ci vuole tempo. Il forno gira lentamente al fine di ottenere, partendo dal calcare e dalla marna, il clinker, materia prima del cemento. Una lentezza che però non si nota nell’ufficio di François Girod, dove i telefoni squillano di continuo. Sei anni fa Girod, laureato in Geologia, ha preso il comando del sito, immerso in un paesaggio idilliaco del distretto di Morges. Sorride, Girod, mentre mostra la foto degli oltre 100 dipendenti, per la gran parte originari della regione. “È la mia grande famiglia”. Il suo lavoro è molto cambiato nel corso degli anni. In passato bastava organizzare la produzione; oggi, invece, bisogna difendere giorno per giorno lo stabilimento e i suoi interessi davanti all’opinione pubblica. I siti industriali sono sempre più in difficoltà in Svizzera; l’estrazione e il trattamento delle risorse naturali come il calcare sono spesso malvisti dalla popolazione, e questo nonostante gli sforzi compiu- ti nel settore in materia di protezione dell’ambiente, di riduzione del CO2 e di tutela della biodiversità. “Talvolta mi dispiace che la società sia così poco incline a scendere a compromessi responsabili quando si tratta di mediare tra qualità di vita e ambiente”, dice François Girod. Il cementificio di Eclépens ha già fatto grandi progetti relativamente a rendimento dell’attività e bilancio ecologico. Sono stati battuti molti record, soprattutto nella valorizzazione energetica dei rifiuti; questi combustibili alternativi rappresentano oggi il 70 % delle fonti di approvvigionamento energetico del cementificio. L’abbandono dei combustibili fossili come il carbone o il petrolio ha permesso di abbattere nettamente le emissioni di CO2. Ora l’industria cementizia è sotto pressione; con l’abolizione del tasso fisso del cambio tra euro e franco svizzero le importazioni sono aumentate di molto, e ciò a discapito della produzione locale. “Ma il cemento importato non può essere la soluzione,” continua il di- rettore. “Ciò significherebbe spostare all’estero la responsabilità di una produzione sostenibile.” Sono oltre 60 anni che la fabbrica produce cemento di qualità e contribuisce allo sviluppo economico del territorio. François Girod prevede di estendere la cava in direzione di La Birette: “Facciamo parte della regione e siamo disponibili a tutte le soluzioni destinate a durare nel tempo”. A proposito di … François Girod dal 2010 gestisce il cementificio Holcim di Eclépens (Vaud). La fabbrica è nata nel 1953 e dà lavoro a circa 110 collaboratori. → Per saperne di più sull’espansione prevista: www.cimenterie-eclepens.ch “Come direttore dello stabilimento devo mediare tra sopra e sotto, destra e sinistra, desiderio e realtà.” Pagina 31 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 31 19.02.16 14:46 Holcim (Svizzera) SA Hagenholzstrasse 83 8050 Zurigo Svizzera Telefono +41 58 850 68 68 Fax +41 58 850 68 69 [email protected] www.holcim.ch 09_HCH_Dimension_Nr32_IT_RZ.indd 32 Holcim (Italia) S.p.A. Via Volta, 1 22046 Merone (CO) Italia Telefono +39 031616111 Fax +39 031616250 [email protected] www.holcim.it 19.02.16 14:46