COMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE
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COMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE
in collaborazione con COMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE ICSA Seminario di formazione Roma, 22 febbraio 2012 Via Nomentana, 56 “MINORI E CYBER SECURITY: OPPORTUNITÀ E RISCHI DELLA NAVIGAZIONE IN INTERNET”, Per la prima volta in Italia un percorso formativo sui rischi della navigazione in Internet diretto anche a bambini non udenti Mercoledì 22 febbraio 2012, presso l’ISISS - Istituto Statale di Istruzione Specializzata per Sordi (via Nomentana, 56, Roma), si svolgerà un percorso formativo integrato dal titolo “Minori e cyber security: opportunità e rischi della navigazione in Internet”, rivolto a studenti elementari e medi, genitori e docenti dell’Istituto. Il seminario avrà la seguente struttura: la mattina, dalle ore 9.00 alle12.45 si terrà un modulo formativo (non aperto al pubblico) diretto ai bambini (udenti e non udenti, perché l’ISISS sperimenta nelle sue classi, elementari e medie, un modello avanzato di integrazione scolastica); seguirà nel pomeriggio, dalle ore 16.30 alle 18.30, un modulo formativo (vedi allegato 1) per genitori e insegnanti (aperto al pubblico), condotto da Marco Valerio Cervellini (Responsabile dei progetti educativi della Polizia postale e delle comunicazioni), Laura Bononcini (Senior policy analyst di Google Italy) ed Elisabetta Santori (sociologa, consulente Icsa). Si tratta di un progetto sperimentale, realizzato dalla Fondazione ICSA e dall’ISISS, con la collaborazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni e di Google Italy, che intende sensibilizzare docenti, studenti e famiglie, ai fini della diffusione di una cultura dell’uso responsabile delle Nuove tecnologie dell’Informazione e della comunicazione, di fronte ai rischi della navigazione in Rete (pedopornografia on line, cyberbullismo, child grooming, sexting, ecc.) “La promozione della cultura della sicurezza individuale e collettiva a 360 gradi afferma il Presidente della Fondazione ICSA, Marco Minniti impone di procedere alla ridefinizione di concetti e categorie delle politiche di sicurezza, soprattutto a causa delle trasformazioni indotte dalle Nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. L’obiettivo principale dell’odierna iniziativa è di calare la cultura della cyber security all’interno del sistema-scuola, richiamando l’attenzione dei minori, degli operatori e delle famiglie sulle minacce presenti in Rete e sulla diffusione delle attività illegali su Internet. Il nostro auspicio è che esperienze di questo tipo possano essere replicate in tutte le scuole di ogni ordine e grado, ottenendo la massima divulgazione attraverso i media tradizionali, internet ed i social network interessati alla protezione dei minori. ICSA ritiene che l’informazione su temi di questo tipo abbia una eccezionale valenza strategica e non può che rivolgere un particolare ringraziamento all’azione della Polizia Postale e delle Comunicazioni che ha conseguito con il suo modello di intervento successi straordinari nell’attività di contrasto al fenomeno della pedopornografia on line.”. Sulla specificità dell’iniziativa per il mondo dei sordi, il preside dell’ISISS, Francesco di Tullio, sottolinea come “la nostra scuola, nata nel 2000 dall'unione di tutte le scuole per sordi dall'infanzia alle superiori, si sia dotata fin dal 2009 di un’ampia strumentazione informatica, per favorire il raggiungimento del nostro obiettivo principale: superare la barriera del deficit uditivo dei nostri alunni nella vita scolastica attraverso lo stretto connubio tra didattica specializzata e risorse tecnologiche. Tuttavia - prosegue il prof. Di Tullio - siamo consapevoli dei rischi cui gli alunni sono esposti nell’utilizzo di tali tecnologie. E' pertanto forte l'esigenza di coinvolgere, in questa azione educativa, non solo gli operatori della scuola ma anche i genitori per condividere una metodologia che partendo dalla scuola arrivi alle famiglie e che dalle famiglie arrivi alla scuola”. Sulle potenzialità ed i rischi della Rete e sulla necessità di una sensibilizzazione continua si sofferma Laura Bononcini, Senior policy analyst di Google Italy, secondo cui “Internet è una risorsa fondamentale soprattutto per i giovani, per i quali rappresenta un’occasione di crescita culturale e sociale e uno strumento utile allo studio e alla ricerca di nuove informazioni. Per sfruttare appieno questa opportunità, è necessaria un'opera di informazione e sensibilizzazione continua anche sugli eventuali rischi legati all'utilizzo di questi strumenti rivolta non solo ai ragazzi ma anche a genitori e docenti, affinché questi ultimi siano in grado di accompagnare i più giovani nell'uso di Internet così come in tanti contesti della vita reale. In questo senso, oltre che nel sostegno a iniziative come quella odierna, l'impegno di Google sui temi della sicurezza online e della tutela della privacy si concretizza attraverso la messa a disposizione di strumenti e consigli utili per un uso responsabile del web, accessibili tramite il Centro sicurezza online della famiglia (www.google.it/sicurezzafamiglia) e il Centro sulla Privacy (www.google.it/intl/it/privacy/)”. Il seminario formativo del 22 febbraio 2012 presso l’ISISS, attraverso l’analisi dei dati provenienti da ricerche e indagini di carattere nazionale ed europeo, offrirà un quadro di sintesi dei principali rischi che i minori corrono navigando in Rete, fornendo anche alcuni dati relativi all’attività di contrasto della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Pedopornografia on line: l’attività di contrasto della Polizia Postale e delle Comunicazioni – Secondo alcune elaborazioni della Fondazione ICSA su dati della Polizia Postale e delle Comunicazioni, nel 2011, la Polizia Postale e della Comunicazioni ha monitorato sull’intero territorio nazionale 19.750 siti (erano 17.877 nel 2010, +10,4%), effettuando 637 perquisizioni (347 nel 2010, +83,5%), con 751 persone denunciate (erano state 547 nell’anno precedente, +37,2%) e 48 persone arrestate (a fronte di 59 nel 2010, -18,6%). Per quanto riguarda la Capitale, la Polizia Postale e della Comunicazioni, sempre nel 2011, ha monitorato 1.602 siti (949 nel 2010, +68,8%), effettuando 43 perquisizioni (20 nel 2010, +115%), con 43 persone denunciate (erano state 30 nell’anno precedente, +43,3%) e 5 persone arrestate (3 nel 2010). Cyberbullismo – Il cyberbullismo elettronico comprende tutte le forme di prevaricazione e prepotenze tra coetanei attuate attraverso le nuove tecnologie (e-mail, sms, chat, blog, immagini o video diffusi sul web). L’obiettivo del bullo online è lo stesso del bullo tradizionale: perseguitare la sua vittima, metterla in ridicolo, minacciarla. Secondo alcuni dati estrapolati da ICSA da un’indagine del 2010 dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (condotta su un campione rappresentativo dei ragazzi tra 11 e 19 anni di Milano e Provincia), il 22% degli intervistati ha subito scherzi telefonici, il 14% ha visto il proprio nome associato a gossip e l’11% a commenti negativi sui social network, mentre l’11% ha ricevuto mail o sms cattivi. La pubblicazione di foto personali ha riguardato il 9% dei casi, quella di messaggi privati l’8% dei casi, mentre il 4% ha subito un furto di identità ed il 2% si è visto escluso dai forum di discussione. Esposizione a contenuti user-generated potenzialmente dannosi - Esistono siti che inneggiano all’odio, altri che incitano all’anoressia, alla bulimia, all’autolesionismo, al suicidio. Sono contenuti generati dagli stessi utenti di internet, potenzialmente molto dannosi sia perché rappresentano un’occasione per apprendere o rafforzare comportamenti disfunzionali, sia perché offrono un immagine idealizzata e romantica della magrezza o degli atti violenti contro se stessi ed, infine, perché istigano i ragazzi a indugiare in condotte dannose per la propria salute, anziché chiedere aiuto agli altri per risolvere i propri problemi. Secondo alcuni dati estrapolati da ICSA da una ricerca del settembre 2011 svoltasi nell’ambito del Safer internet programme della Commissione europea in 25 paesi europei su un campione di oltre 25mila ragazzi tra i 9 ed i 16 anni, dal titolo “EU kids online”, il 18% dei ragazzi italiani 11-16enni ha avuto contatto con uno o più tipi di questi contenuti (contro il 21% del dato europeo). Disaggregando il dato italiano, il 10% ha visionato siti che contengono messaggi di odio contro certi gruppi o individui, il 7%, ha visionato siti pro-anoressia, il 6% ha visto siti che incitano all’autolesionismo, il 6% ha visto siti dove si condivide l’esperienza dell’assunzione di droghe, il 2% ha visto siti che incoraggiano il suicidio. Il sexting - La parola sexting (crasi di sex, sesso, e texting, pubblicare) indica una moda nata tra gli adolescenti americani, ma praticata anche tra gli adulti, che consiste nell’invio e ricezione di messaggi sessualmente espliciti, foto o video di corpi nudi o seminudi tramite telefoni cellulari, mail o Internet. Il fenomeno è stato misurato, nel gennaio del 2011, da Save the children ed Ipsos che in un’indagine campionaria, dal titolo “Sessualità e internet: i comportamenti dei teenager italiani”, hanno rilevato che il 13% dei ragazzi italiani tra i 12 e i 19 anni dichiara di aver inviato propri video/immagini che lo/a ritraevano nudo/a o seminudo/a, mentre il 19% afferma di aver ricevuto video/immagini di persone conosciute solo online nude o seminude. Secondo lo stesso campione di intervistati, una ragazza invia o pubblica su internet messaggi, immagini o video di se stessa con riferimenti sessuali o in atteggiamenti provocanti per farsi notare da qualcuno (nel 55% dei casi), per sentirsi sexy (43% dei casi), per sentirsi interessante e fuori dall’ordinario (41%). Da notare che gli intervistati, nel 29% dei casi, sostengono che le ragazze fanno sexting per ricevere ricompense, regali o ricariche. Nell’opinione degli intervistati, un ragazzo fa sexting per farsi notare da qualcuno (52%), per sentirsi interessante e fuori dall’ordinario (41%), per attirare l’attenzione di qualcuno (34%) e, solo nel 13% dei casi, per ricevere ricompense, regali o ricariche. I genitori italiani: poco informati sui rischi della navigazione - Molto spesso i genitori italiani non sono consapevoli dei rischi che i loro figli possono correre, o hanno già corso, navigando su internet. Secondo i dati estrapolati da ICSA dalla succitata ricerca “EU kids online”, il 54% dei genitori italiani non è al corrente del fatto che i propri figli, nell’ultimo anno, hanno visto su internet immagini a sfondo sessuale (per esempio, che mostrano persone nude, o che hanno rapporti sessuali). I genitori europei invece sembrano essere più informati: nel caso specifico, infatti, la percentuale di inconsapevolezza scende al 40%. Anche riguardo alla rischiosa pratica di incontrare offline qualcuno conosciuto online (accade al 4% dei ragazzi italiani e al 9% di quelli europei), i genitori italiani si dimostrano molto poco informati: ben l’87% di essi non è al corrente del fatto che i propri figli hanno incontrato faccia a faccia qualcuno conosciuto in rete (tra i genitori europei, la percentuale degli inconsapevoli scende al 61% dei casi). I limiti di età fissati dai social network si aggirano facilmente - Anche se molti social network fissano a 13 anni il limite d’età in cui è possibile aprirsi un profilo, risulta evidente che queste restrizioni non funzionano e spesso vengono aggirate tant’è che il 34% dei bambini 9-12enni ha un profilo personale su un social network. Quelli appena esposti sono dati preoccupanti anche perché la diffusione di smartphone in Italia è un unicum al mondo: il 39% della popolazione italiana che possiede un cellulare ha un telefono “intelligente” (basti pensare che negli Stati Uniti la percentuale di smartphone è del 35%), un totale di 20 milioni di smartphone che oltre ad aprire agli adulti il mondo del digitale (Internet, servizi, contenuti e social) amplificherà in maniera esponenziale i rischi per la componente infantile ed adolescenziale se non si predispongono tutti gli apparati di prevenzione e di sicurezza informatica. Infine, nel corso dell’evento, sarà distribuito un vademecum (vedi allegato 2) che, oltre a descrivere i principali rischi per i minori che navigano su Internet, fornisce una serie di raccomandazioni per la navigazione sicura in rete insieme ad una serie di segnali d’allarme nel comportamento dei propri figli, a cui i genitori italiani, qualora li riscontrassero, dovrebbero porre la massima attenzione.