Pac e nuovo welfare

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Pac e nuovo welfare
gennaio-febbraio 2009 - mensile - Poste Italiane SPA - sped. in abb. post. - Dl. 353/203 (convertito in Legge 27/02 2004 , n° 46) art. 1 - comma1/DCB - Roma
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PREVIDENZA AGRICOLA
mensile ENPAIA n° 1-2 anno 2009
Pac e nuovo welfare
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SOMMARIO
Enpaia
Pac e nuovo welfare
Enti bilaterali e ruolo dell'Enpaia
Gabriele Mori
Pietro Massini
1
2
Stefano Mantegazza
Giusy Scarpella
Lorenzo Rossi-Doria
Claudia Merlino
Roberto Caponi
3
4
5
6
7
8
Sergio Marini
9
Micaela Taroni
10
Flaminia Ventura
Giovanni Martirano
Luigino Scricciolo
Giovanna Mellano
Assunta Soldi
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A.S.
Concetto Iannello
Carla Collicelli
Francesco Bardaro Grella
Tiziano Marelli
Gianluca Cicinelli - Assunta Soldi
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18
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Loredana Pesoli
Antonio Coviello
Gino Rotella
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Assunta Soldi
Roberto Tofani
Giuseppe De Marco
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Daniela Cerrocchi
Maria Miligi
Daniele Barbieri
Lucia Russillo
Roberto Tofani
Simone Parola
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33
34
35
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Contratti
Ruolo delle parti sociali nella contrattazione
La governance di Agrifondo
Il ruolo della contrattazione in agricoltura
Quali azioni per il lavoro
Comunicazioni on line con le aziende iscritte all'Enpaia
Gli sgravi contributivi sui premi di risultato?
Coldiretti
La crisi non sia l'alibi per le anomalie della filiera
Intervista
Zaia: "difenderemo ovunque i prodotti italiani"
Pac
L'health check della Pac
La Pac dalla nascita ad oggi
Pac: la verifica sullo stato di salute
L'Enpaia con i borsisti al lavoro negli organismi europei
Un 2009 all'insegna dei nuovi regolamenti
Agricoltura
Il ruolo dell'Ismea nel mondo agricolo
Nasce l'euro dei paesi del Golfo
La ricetta per l'agricoltura nelle aree depresse
La seconda metamorfosi della società
Allarmi-cibo, un conto da 5 miliardi di euro
Gli studenti promuovono "Frutta Snack"
La Banca d'Italia analizza la crisi
Opinione
Donne in pensione a 60 anni: né discriminazione
né privilegio, solo ritardo culturale e sociale
Finanziaria light per il settore agricolo
Sulla mobilitazione degli operai agricoli
Mondo
La Russia nell'era globale
Vietnam prossima frontiera?
Allarme Fao: un miliardo di affamati nel mondo
Normativa
Il lavoro domestico: colf e badanti
Il bonus straordinario per l'anno 2009
Polifonica land: la mappa agrolimentare
La manovra economica per l'agricoltura
Cambogia: incontro con il regista Rithy Panh
DL anti-crisi: le misure in aiuto di famiglie e imprese
RUBRICHE
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Diritto UE
38
Fisco
39
Previdenza
40
41
42
Veronica De Lucia, L’evoluzione del lavoro
industriale che si è attuato nel corso degli anni...”
Fabio Cavicchioli
43
Dal Mondo
Letizia Martirano
Gaetano Tutino
44
Carta
Stefania Sepulcri
Daniela Lambertini
45
Web
Marco Togna
46
Da Bruxelles
Maria Cartia
47
P.A. risponde cura della redazione
Antonio Positino
48
Medicina
Contratti
News
Giurisprudenza
Ran Garin
Vèronique Viriglio
Fabio Forleo
Pac e nuovo welfare
Q
uesto numero della rivista è sostanzialmente incentrato sui due
cardini fondamentali del mondo agricolo.
Il primo è la Pac che impegna circa il 45% del proprio bilancio
per lo sviluppo del comparto; l’altro cardine è la costituzione e
gestione delle garanzie per gli operatori agricoli.
Le difficoltà globali dell’economia che hanno ripercussioni pesanti, invero scarsamente pubblicizzate, sul comparto agricolo inducono ad approfondire le ragioni della Pac e la sua evoluzione, approfondendo gli ultimi
interventi comunitari e le modifiche di medio termine, aprendo contemporaneamente una riflessione su possibili e auspicabili scenari futuri, allorché nel
2013 scadrà l’attuale regime.
Solo la costituzione di un vero, unitario e forte governo europeo potrà stabilizzare l’economia consentendo nei singoli Stati la programmazione di uno
sviluppo credibile.
In particolare in agricoltura, dove le oscillazioni irrazionali e repentine dei prezzi relativi a prodotti e la lievitazione dei costi impediscono una sana gestione
aziendale, l’ancoraggio ad una politica europea chiara, duratura ed incisiva può
determinare le condizioni di stabilità e di una possibile espansione. Stabilità
ed espansione che sono fortemente collegate con la costruzione di un moderno
welfare anche in agricoltura.
La sensibilità delle OO.SS. di categoria oggi per questo tema sono in grande
evidenza.
Il secondo cardine è la creazione di un nuovo welfare.
Una politica contrattuale più aderente ai nuovi tempi richiede una maggiore assunzione di responsabilità delle parti sociali che possono concorrere, in un giusto
equilibrio di integrazione con il pubblico, a garantire interventi a favore del lavoro
e dei lavoratori.
L’obiettivo si raggiunge implementando gli interventi diretti dello Stato a favore dei cittadini e dei lavoratori con ulteriori garanzie frutto della compartecipazione di privato e
pubblico in virtù di una diffusa applicazione del principio di
sussidiarietà che dovrà essere realizzato con la costituzione
e l’intelligente gestione di Enti bilaterali.
In questa prospettiva i servizi a favore dei lavoratori in materia di ammortizzatori sociali, di formazione continua, di
salute e sicurezza sul lavoro, di previdenza e sanità integrativa debbono contraddistinguersi per una gestione manageriale e una organizzazione del lavoro aziendale efficiente ed
efficace, con specifici connotati di professionalità garantiti
da un riconosciuto know-how.
Il soggetto operativo che li garantisce deve nel contempo razionalizzare e semplificare il rapporto con le aziende ed essere riconoscibile, affidabile e credibile; solo così
si garantisce il nuovo contratto sociale.
La dispersione e la polverizzazione della fonte dei servizi determina burocratizzazione, dispendio di energie, aumento di spesa, scarsa efficienza e perdita di efficacia
della produttività sociale della bilateralità.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Gabriele Mori
T. Casarotto da Pisarro
Le raccoglitrici di fieno,
1889
1
ENPAIA
Pietro Massini
Enti bilaterali e ruolo dell’Enpaia
L
e tendenze demografiche, i grandi cambiamenti del mercato del lavoro aggredito da una
crisi economica che intacca antiche certezze, la globalizzazione e la recessione stanno
sgretolando la rete delle vecchie sicurezze. La grave situazione sociale del paese genera,
in negativo, paure, aumenta l’insicurezza delle persone, restringe i loro bisogni, incide
pesantemente sull’occupazione.
Il Libro Bianco della Commissione europea sulla salute ha enfatizzato lo stretto legame tra salute e
prosperità economica ponendo la centralità del benessere dei cittadini nelle politiche contemplate dalla
Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Il Libro Bianco individua le politiche comunitarie
e nazionali per ridurre la povertà, l’emarginazione e il disagio sociale, incrementando la produttività
del lavoro, i tassi di occupazione, la crescita complessiva dell’economia. Le linee del libro Bianco hanno
spinto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a rilanciare le sue proposte per uno stato sociale
delle opportunità che si rivolge alla persona nella sua integralità
e che si realizza non solo attraverso le funzioni pubbliche ma soprattutto riconoscendo, in sussidiarietà, il valore della famiglia,
di tutti i corpi intermedi e delle funzioni professionali che concorrono a fare comunità.
Si propone quindi una visione del futuro del nostro modello sociale basato su un modello di governance che garantisca la sostenibilità finanziaria attraverso una interazione tra intervento pubblico e privato individuando negli Enti bilaterali uno strumento
di sostegno attivo alle politiche di welfare state.
Nel settore agro-alimentare, come in generale, vanno superati i
L. Bellutti da Nomellini - Il fienaiolo, 1888
gravi ritardi nella efficienza dei servizi per l’impiego. In stretto
collegamento con le politiche della formazione vanno intensificati ed integrati i soggetti, pubblici e
privati, che governano le politiche attive del lavoro per favorire un migliore collegamento tra domanda
ed offerta. In questo ambito va sviluppata l’iniziativa delle forze sociali attraverso le agenzie per l’orientamento e la formazione professionale, per i servizi che facilitano l’incontro tra domanda e offerta. In
agricoltura, le caratteristiche del mercato del lavoro fortemente segmentato ed instabile, il lavoro nero
ed irregolare accentuano la necessità di tutele attive dei lavoratori attraverso istruzione e formazione
professionale nonché servizi per l’impiego.
Centrale è soprattutto il ruolo degli enti bilaterali collegati alla contrattazione nazionale e di secondo
livello, aziendale e territoriale, in un contesto di nuove relazioni industriali e di un quadro normativo
favorevole e incentivante la responsabilizzazione sociale, per la gestione paritetica di servizi a favore
dei lavoratori in materia di collocamento, di ammortizzatori sociali, di formazione continua, di certificazione dei contratti, di salute e sicurezza sul lavoro, di previdenza e sanità integrative. La riforma
degli ammortizzatori sociali, deve garantire tutele per i lavoratori ed una rete di ammortizzatori sociali che difendano il lavoro flessibile.
In questo contesto di relazioni industriali partecipative possono essere sviluppate perfino forme di conciliazione ed arbitrato, a condizione che salvaguardino l’applicazione delle leggi e dei contratti collettivi
e che siano affidate direttamente ed esclusivamente alle parti sociali nelle procedure e nella gestione
bilaterale. L’Enpaia, rappresenta un esempio di bilateralità efficace, questa struttura potrebbe essere
di riferimento per una attività di sostegno alla crescita in agricoltura della cultura delle strutture bilaterali. Gli strumenti bilaterali possono gestire con grande cura la formazione, la sicurezza, il mercato
del lavoro, le tutele assistenziali integrative. Insomma il paese ha bisogno di una bilateralità contrattata
nazionale e territoriale di cui siano protagonisti i soggetti negoziali che sappiano utilizzare al meglio le
poche strutture organizzate esistenti.
2
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
CONTRATTI
Stefano Mantegazza*
Ruolo delle parti sociali nella contrattazione
I
l 22 gennaio 2009 è stata sottoscritta da governo, imprese e sindacati (ad eccezione della Cgil) l’intesa per la riforma della contrattazione. Un accordo che
“manda in soffitta” la riforma del 1993 e che giunge in un momento particolarmente cruciale per il nostro paese che, come 16 anni fa, si trova con un sistema
economico sull’orlo del collasso. Il tutto in un contesto di recessione mondiale aggravato dalla globalizzazione, per cui il fallimento di una banca americana ha ricadute
negative immediate anche sulla nostra economia. In aggiunta il nostro debito pubblico non consente interventi di sostegno all’economia della dimensione decisa da altri
paesi perché, in Italia, le risorse disponibili sono state sprecate negli anni passati per
colpa, più o meno uguale, di tutti i governi, compreso l’attuale.
Purtroppo la recessione non si può fermare; farà il suo corso, lasciandosi dietro un
mondo più povero, ma poi passerà, e torneranno sviluppo e occupazione. Quello
che si deve realizzare nel frattempo è un sistema di regole per ridurre gli effetti
economici e sociali della crisi e consentire all’Italia di essere pronta a ripartire
quando, speriamo presto, tornerà il sereno.
La riforma della contrattazione appena decisa e quella, quasi definita, degli ammortizzatori sociali sono due tasselli indispensabili per non far pesare i costi della crisi
sulla parte più debole del paese. Va dato merito alla Uil e alle altre organizzazioni
sindacali di aver realizzato questo obiettivo.
Imprese e governo (in quanto datore di lavoro), hanno sottoscritto un accordo che li
obbliga a rinnovare i contratti ogni tre anni, a garantire l’incremento delle retribuzioni per difenderle dalla inflazione, a sviluppare la
contrattazione di 2° livello agganciandola alla produttività. Il salario
aziendale (o territoriale) fino a 6.000 euro annui sarà tassato con una
cedolare secca del 10% con un risparmio fiscale di centinaia di euro
all’anno per il lavoratore e buste paga, quindi, più pesanti.
La riforma degli ammortizzatori sociali è alle ultime battute. Oggi circa il 50% dei lavoratori italiani non può usufruire della cassa integrazione. Questo strumento sarà di fatto esteso a tutti e aumenteranno le
risorse disponibili, affiancando a quelle pubbliche quelle che gli enti
bilaterali decideranno di aggiungere.
Queste per sommi capi le intese, raggiunte o prossime. È un grande
successo realizzato malgrado un governo poco interessato a riconoscere il ruolo e l’autonomia delle parti sociali e un contesto economico che poteva
autorizzare molti settori produttivi a non rinnovare i contratti di lavoro. Purtroppo,
ancora una volta, un risultato conseguito senza la Cgil.
Sorprendono le dichiarazioni di esponenti politici e giornalisti di grido che parlano
di “legge della giungla”, di “diritti dei lavoratori colpiti” o addirittura di “contratti che abbattono il potere di acquisto”. Mi chiedo quando la sinistra italiana
smetterà di fare politica raccontando bugie alla gente. È grave predicare divisioni
là dove c’è un accordo che unisce e terrorizzare i lavoratori che, comunque, da
queste riforme avranno dei vantaggi.
È infine risibile la tesi, sostenuta da qualche giornale, di un agguato perpetrato ai danni della Cgil. Tutti sapevano, prima, che la Cgil non avrebbe firmato l’intesa sulla riforma della contrattazione. Nessun agguato dunque, al contrario il ripetersi di uno stanco
rituale in cui tutti convengono e uno si chiama fuori.
L’importanza
della
contrattazione
di secondo livello
R. Benini da Rivera
Piantagione di canna
da zucchero a Morelos,
1929/1930
Per un welfare
sostenibile
e solidale
*Segretario generale Uila-Uil
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
3
CONTRATTI
L. Bellutti da Millet
Spigolatrici, 1857
Come Uil dobbiamo procedere sulla strada intrapresa. Il nostro impegno investe ora in maniera più diretta il governo che deve reperire le risorse che ancora
mancano per il nuovo welfare e trovare quelle utili per avviare un piano di opere
infrastrutturali perché l’Italia ne ha comunque bisogno e in questo momento aiuterebbero molto anche la ripresa dell’economia.
Nel settore agricolo le novità introdotte dalla riforma sono ancora più importanti. Perché l’agricoltura è sprovvista di una cassa integrazione per i casi di crisi e
perché, qualche giorno fa Fai, Flai e Uila hanno presentato al Ministro del Welfare una serie di richieste
(dalla riforma della contribuzione a un nuovo ruolo
delle parti sociali nella gestione del mercato del lavoro) che ben si integrano con le soluzioni definite
nell’intesa sulla riforma.
I salari di qualifica in agricoltura si definiscono a livello
territoriale già dal 1995 e quindi una parte importante della riforma è stata già compiuta. Si tratta ora di
far emergere quella quota di salario che già molti contratti provinciali legano alla produttività. E infine le
esperienze positive fatte sul versante della bilateralità
(dai fondi sanitari a quelli pensionistici, dal fondo per
la formazione alle casse provinciali che garantiscono
integrazioni salariali) ci dicono che è ora di cogliere questa sfida: essere protagonisti
nella gestione degli ammortizzatori sociali definendo utili integrazioni salariali.
È questo un modo, forse l’unico, per difendere al meglio il lavoro ufficiale da quello
nero e per presidiare un territorio che ha bisogno del ruolo attivo delle parti sociali.
La governance di Agrifondo
A
Giusy Scarpella
grifondo, il fondo pensione integrativo, nato a sostegno del mondo agricolo, ha consolidato la propria governance con le recenti nomine effettuate dal Consiglio di amministrazione diretto dal presidente Mauro Tonello. Il
dottor Gabriele Mori è stato nominato direttore del Fondo, la dottoressa Loredana Pesoli, già responsabile e
direttore del Fia è ora il responsabile di Agrifondo e infine, il professor Giampaolo Crenca è il nuovo responsabile del Controllo della Gestione finanziaria del Fondo. Agrifondo consolida la sua struttura ed amplia la platea di aderenza
includendo tra i propri destinatari anche i dipendenti dei consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario e i dirigenti e i
direttori delle organizzazioni degli allevatori, consorzi ed enti zootecnici. È prevista inoltre, nel corso del prossimo anno,
la confluenza del Fondo pensione Fia (Fondo impiegati agricoli) in Agrifondo. Questa fusione per incorporazione, prevista
anche dal Ccnl degli impiegati agricoli, tesa a irrobustire le potenzialità del fondo, è il risultato della volontà collettiva di
sostenere il mondo della previdenza agricola tramite l’unione delle forze, per centrare un obiettivo collettivo che è quello
della soddisfazione dei bisogni previdenziali degli iscritti.
A breve verrà inoltre resa disponibile la nuova Nota informativa, ricca di approfondimenti e chiarimenti, per consentire
ai nuovi e ai vecchi iscritti di effettuare scelte ponderate e consapevoli. L’altra novità importante è l’introduzione del
bollettino M.Av. per effettuare il pagamento dei contributi mensili. L’utilizzo del M.Av., com’è noto, costituisce una evoluzione procedurale e una semplificazione per l’utente, che ha la garanzia di una riconciliazione immediata e sicura ad
un costo inferiore a quello di un normale bonifico, evitando la compilazione di distinte di versamento. Il M.Av. è, infatti,
stampabile direttamente dalla procedura on-line, completo di tutte le informazioni necessarie per effettuare il pagamento. Il 2009 sarà pertanto un anno significativo che consentirà ad Agrifondo di fare passi decisivi nella scacchiera della
previdenza complementare.
4
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
CONTRATTI
Lorenzo Rossi-Doria
Il ruolo della contrattazione in agricoltura
Il Convegno della Flai-Cgil
S
i è svolto lo scorso 26 gennaio a Roma un convegno promosso dalla Flai-Cgil e dalla Fondazione Metes sul
ruolo della contrattazione in agricoltura.
Il convegno - che ha visto la partecipazione di Fai-Cisl
e Uila-Uil, della Coldiretti, Cia e Confagricoltura, dell’Enpaia
e della Confederdia – è stata l’occasione per la presentazione
di una ricerca promossa dalla Fondazione Metes ed effettuata dall’Università degli studi di Napoli “Federico II” sul
modello contrattuale agricolo.
Tale ricerca ha preso in esame la stagione contrattuale nel
biennio 2004-2005 ed ha messo in luce le peculiarità della
contrattazione nel settore rispetto agli accordi in deroga del 1995 in termini di
normative, dinamiche salariali, inquadramento e regole di applicazione tra le diverse aree del paese.
Analisi specifiche sono state dedicate agli incrementi salariali e retributivi, anche
attraverso la definizione di uno schema di riferimento teorico che consentisse il confronto tra i diversi contratti provinciali e le modalità di mantenimento del potere
di acquisto dei salari. Sia la ricerca che il convegno stesso hanno sostanzialmente
riconfermato l’esigenza di un rafforzamento della contrattazione in agricoltura che
dia al secondo livello una valenza legata alla ricchezza prodotta.
L’esperienza contrattuale nel settore agricolo, infatti, ha mostrato come le scelte fatte in sede di contrattazione dagli anni ’90 ad oggi abbiano fattivamente contribuito a
rendere il settore più produttivo, più competitivo e più vicino alle esigenze dei lavoratori e della filiera produttiva nel suo complesso.
Questi risultati sono stati in particolare evidenziati dall’andamento della stagione
contrattuale del 2008.
La quasi totalità dei contratti provinciali di lavoro è stata, infatti, rinnovata portando
ad ulteriori evoluzioni delle dinamiche contrattuali nel settore agricolo.
L’azione di negoziazione tra sindacati e organizzazioni delle imprese ha di fatto mutato il quadro delle relazioni tra lavoratori dipendenti e datori di lavoro sia in termini
salariali che di normativa.
L’aumento salariale medio ottenuto si è attestato intorno al 6,7% mentre sostanziali
novità normative sono state introdotte su capitoli determinati del contratto quali
l’inquadramento e le classificazioni, la malattia e l’infortunio, la maternità e la formazione professionale.
Il convegno si è svolto a pochi giorni dalla firma separata del testo di riforma del modello contrattuale. La Cgil è stata l’unica organizzazione sindacale che non ha firmato
quel testo, in quanto crede che i nuovi assetti previsti penalizzino fortemente i lavoratori dipendenti e sanciscano, nei fatti, la fine della contrattazione collettiva nazionale. Una penalizzazione che riguarda da vicino anche il lavoro agricolo perché, come
ha dichiarato il segretario generale della Flai-Cgil Stefania Crogi durante il suo
intervento al convegno, “gli indici scelti per il calcolo degli aumenti salariali saranno
piuttosto inferiori a quelli utilizzati finora e non superiori all’1%”.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
T. Casarotto da Meyerhein
Storia di una locomativa,
1873
L’agricoltura
sbarca
all’Università
di Napoli
Stefania Crogi:
“esaltare il
ruolo negoziale
delle parti”
5
CONTRATTI
Claudia Merlino
“Quali azioni per il lavoro”
Il Convegno della Cia
Semplificazione,
efficienza,
sostenibilità
e trasparenza
M.S. Ferrari da Munkàcsy
Donna che fa il burro, 1873
Un dibattito
vasto
e qualificato
6
L
a Confederazione Italiana Agricoltori ha organizzato il 15 e 16 gennaio 2009
a Roma, presso la sala Clemenza di Palazzo Altieri, attuale sede dell’Abi, una
iniziativa dal titolo: “Quali azioni per il lavoro”.
L’iniziativa ha preso l’avvio dalla considerazione che il sistema di regole che
oggi sovrintende al mercato del lavoro in Italia non soddisfa né le imprese né i lavoratori. Se, per un verso, i lavoratori chiedono maggiori e più incisive tutele, le imprese
reclamano, a loro volta, maggiore dinamismo nell’organizzazione del lavoro.
A parere della Cia servono regole semplici, sostanziali più che formali, condivise e rispettate, che contribuiscano a rafforzare i rapporti di fiducia e a migliorare il clima
di collaborazione nei luoghi di lavoro. Regole ispirate ai principi di semplificazione,
efficienza, sostenibilità e trasparenza.
Un’economia competitiva fondata sulla conoscenza deve poter contare su lavoratori
il cui potere contrattuale faccia leva su qualità professionale e capacità di adattamento: è questa la vera stabilità del lavoro, basata su un
sistema di convenienze reciproche e non su formalistiche
imposizioni di legge, che vengono poi superate nei processi
regolatori reali.
Il convegno si è suddiviso in due giornate di lavoro: la prima di taglio tecnico-seminariale, la seconda squisitamente
sindacale.
Nella mattina del primo giorno si è svolto un approfondimento sul tema della semplificazione. La relazione di
Giordano Pascucci, membro della Giunta nazionale Cia
e presidente della Cia Toscana, ha individuato gli ambiti di
intervento prioritari nella logica di una semplificazione da
raggiungere: il libro unico, con i richiesti e necessari adattamenti per gestire le attività agricole, la denuncia aziendale che costringe le aziende a ripetere all’Inps la comunicazione di dati già in possesso dell’amministrazione pubblica e, infine, gli adempimenti in materia di salute
e sicurezza sul lavoro, previsti dal decreto 81. Gli interlocutori della Confederazione
sui tre temi sono stati: Paolo Pennesi, direttore generale delle Attività ispettive del
ministero del Lavoro, Pietro Corasaniti, direttore della Direzione centrale entrate dell’Inps e Fernando Giannoni, direttore della Direzione centrale prevenzione
dell’Inail. La sessione è stata moderata e conclusa da Enzo Pierangioli, vice presidente della Cia, che ha sottolineato l’impegno e la sensibilità della Cia sul tema
della semplificazione per alleggerire il carico burocratico che grava sul lavoro degli
imprenditori agricoli, impegno che si concretizza sia nelle istanze poste al governo di
semplificazione normativa, sia nelle azioni svolte nei confronti della pubblica amministrazione, sia – infine – al proprio interno offrendo alla imprese servizi innovativi
mirati a facilitare tutti gli adempimenti.
Nel pomeriggio si è svolto un seminario dal titolo “Modelli contrattuali e produttività”, dove si sono confrontati i sistemi contrattuali in cui si articolano i diversi settori produttivi, alla luce della riforma della contrattazione in atto e del confronto con
la controparte sindacale. Al dibattito, seguito alla relazione introduttiva di Claudia
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
CONTRATTI
Merlino, responsabile delle Relazioni sindacali Cia, hanno partecipato Giorgio Usai e Pier Giorgio Albini, direttore e vice direttore Area strategica relazioni industriali e affari sociali Confindustria, Susanna Camuso, segreteria nazionale Politiche dei settori
produttivi Cgil, Enrico Amadei, direttore Divisione economica e
sociale Cna, Giorgio Santini, segretario confederale Cisl, Basilio
Mussolin, assistente del presidente Confcommercio per le Relazioni sindacali, Paolo Pirani, segretario confederale Uil, Sabina Valentini, capo Servizio sindacale Confcooperative. Al termine degli
interventi delle parti sociali, ha offerto il suo autorevole contributo
il professor Michele Tiraboschi, noto giuslavorista. La sessione è
stata conclusa da Alberto Giombetti, coordinatore della Giunta nazionale della Cia.
Nella mattina del secondo giorno si è svolta una tavola rotonda dal titolo “Agricoltura è
lavoro” alla quale hanno partecipato le parti sociali agricole. I temi oggetto della tavola
rotonda sono stati: immigrazione, sicurezza sul lavoro, mercato del lavoro, semplificazione, bilateralità. Hanno risposto alle domande poste dal moderatore: Federico
Vecchioni, presidente di Confagricoltura, Romani Magrini, responsabile sindacale
di Coldiretti, Stefania Crogi, segretario generale Flai-Cgil, Stefano Mantegazza,
segretario generale Uila-Uil e Stefano Faiotto, segreterio nazionale Cisl.
Nelle sue conclusioni il presidente della Cia, Giuseppe Politi, ha evidenziato l’importanza di individuare spazi di intervento della rappresentanza e della bilateralità sempre
più ampi e fertili, la necessità di convergere sui grandi temi che investono il lavoro in
agricoltura, confermando l’impegno della Cia affinché il Tavolo sul Lavoro agricolo, da
pochi giorni inaugurato, possa arrivare, in tempi brevi, a formulare una piattaforma di
proposte per affrontare sia le priorità del settore (oneri contributivi e ammortizzatori
sociali) sia gli interventi che, più a lungo termine, possano dare sviluppo e prospettive all’agricoltura e a coloro che vi lavorano.
E. Cecchetto da Degas
Due stiratrici, 1884 ca
Alla
Tavola Rotonda,
tutto il mondo
agricolo
Comunicazioni on line con le aziende iscritte all’Enpaia
S
ul sito della Fondazione Enpaia,
www.enpaia.it, è pubblicata la circolare n. 2 del 22 dicembre 2008 su
obblighi contributivi e previdenziali delle aziende agricole per l’anno 2009 e
riporta gli aggiornamenti della nuova procedura telematica, chiarendo nello stesso
tempo punti sui cui più frequentemente
sono stati posti dei quesiti.
L’accesso nei servizi “on line” della nuova
procedura, dal 3 febbraio 2009, consentirà
la trasmissione di qualsiasi tipo di comunicazione in modo facile e veloce, fermo restando che sarà presente una funzione di “help”
nel menu principale della procedura. Tra le
novità si vuole ricordare che l’azienda, dopo
aver comunicato via fax (al n. 06/5458383) la
cessazione dei rapporti di lavoro, verrà mes-
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
sa in grado di effettuare la compilazione del
modello PREV/01, utile per la liquidazione
del Tfr, direttamente on line, dove i dati anagrafici e retributivi del dipendente cessato
saranno già presenti. Accertata la correttezza dei dati già inseriti o effettuata l’eventuale
modifica di essi, sempre on line, il modulo
dovrà essere stampato, sottoscritto e inviato
entro 30 giorni dalla data di cessazione.
Inoltre, dal 2009 non sarà più effettuato
l’invio cartaceo di circolari e bollettini di
pagamento e la Fondazione comunicherà
esclusivamente tramite e-mail e messaggi
“on line” sul proprio sito. A tal fine, è rivolta
la richiesta ad aziende, consulenti e associazioni di categoria di trasmettere all’Enpaia
la propria e-mail ed eventuali cellulari di
servizio.
7
CONTRATTI
Roberto Caponi
Gli sgravi contributivi sui premi di risultato?
Una lotteria... a premi
Il nuovo
modello
contrattuale
C. Covajes da Millet
La filatrice, 1850/1855
La questione
della
distribuzione
degli incentivi
8
È
sempre più difficile accedere agli sgravi contributivi per le erogazioni previste dai
contratti collettivi di secondo livello legate alla produttività. Le norme che disciplinano questa importante forma di agevolazione sono infatti estremamente complicate ed in continua evoluzione (o involuzione), e le procedure da seguire per ottenere i relativi benefici non brillano certo per chiarezza e fluidità. Si tratta peraltro di un sistema
congegnato specificatamente per la contrattazione aziendale, e quindi poco praticabile in
agricoltura dove il secondo livello di contrattazione è territoriale.
Il premio, infatti, per poter essere oggetto di decontribuzione deve essere incerto nella corresponsione o nell’ammontare e correlato a parametri tesi a misurare gli aumenti di produttività, qualità ed altri elementi di competitività assunti come indicatori dell’andamento
economico dell’impresa o del settore.
È chiaro che l’aumento di produttività, qualità e competitività non può che essere misurato a
livello aziendale, altrimenti si corre il rischio – nel caso in cui la misurazione avvenga a livello
di settore – di costringere aziende che appartengono a comparti con andamento
complessivo positivo, a dover riconoscere premi per un miglioramento produttivo che, a livello aziendale, potrebbe non essere stato registrato. A ciò si aggiunga
che l’Inps, nel tempo, ha fornito criteri piuttosto restrittivi in ordine ai requisiti
che l’erogazione deve possedere per poter essere oggetto di sgravio contributivo
(la sola rilevazione delle presenze, ad esempio, non è considerato un valido misuratore della produttività).
E come se non bastasse, le ultime modifiche normative apportate dalla legge 247
del 2007 e dai successivi decreti attuativi, hanno eliminato ogni forma di automatismo nel riconoscimento degli sgravi contributivi in questione, prevedendo
che il riconoscimento degli stessi possa essere concesso solo alle aziende che presentano, in via telematica, apposita domanda all’Inps, su un modello complicatissimo, e nei
limitati tempi prefissati. Ma vi è di più, le domande possono essere accolte solo nei limiti di
una dotazione finanziaria di 650 milioni di euro l’anno. Stanziamento che si è rivelato gravemente insufficiente se si considera che sono state respinte molte domande (per un importo
pari a circa 300 milioni di euro) per carenza di fondi. Quindi non basta rispettare gli stringenti requisiti sostanziali per accedere al beneficio, bisogna anche essere veloci e fortunati
nel trasmettere la domanda all’Inps nei cosiddetti “click day”, ossia nel giorno e nell’ora in
cui l’Istituto apre le procedure di acquisizione telematica delle istanze.
Una vera e propria lotteria, insomma. A mio avviso l’ipotesi che l’incentivazione dei premi
variabili sia condizionata da una limitazione di risorse che, per di più, discrimina le imprese
ed i lavoratori in funzione di un mero ordine cronologico è assolutamente inaccettabile. È
quindi necessario, innanzitutto, ripristinare il meccanismo automatico di applicazione dello
sgravio così come avvenuto fino al dicembre 2007, senza la necessità di presentare (complicatissime) domande e senza limitazioni di carattere finanziario. Inoltre è indispensabile
intervenire sui requisiti sostanziali del premio variabile – tutti tarati sulla contrattazione
aziendale – per consentire anche ai settori come quello agricolo, basati su una contrattazione
di secondo livello di tipo territoriale, di poter accedere a tali importanti sgravi. Solo così sarà
possibile restituire alla decontribuzione dei premi di risultato la sua funzione naturale, che
è appunto quella di contribuire a rilanciare la crescita della produttività e delle retribuzioni
reali dei lavoratori anche nel settore primario.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
COLDIRETTI
Sergio Marini*
La crisi non sia l’alibi per le
anomalie della filiera
T
ra prezzi in caduta libera e costi di produzione alle stelle, quello che si è appena chiuso è stato un anno difficile per le imprese agricole. Difficoltà dovute alla bassa redditività determinata dalla forte riduzione dei prezzi agricoli all’origine che peraltro
non trova corrispondenza in quelli al consumo, andando così a danneggiare anche i
cittadini. Un’anomalia tutta italiana che ha poco a che fare con la crisi generale nella quale non
bisogna trovare gli alibi. Occorre agire sulla semplificazione della filiera agroalimentare rendendola dove è possibile più agricola e più italiana. Da qui il progetto che Coldiretti ha avviato
e che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari
(Assocap), di CoopColdiretti e del sistema dei mercati diretti degli agricoltori.
Nelle piccole e grandi città apriremo mille “Mercati di Campagna Amica” per consentire
Sergio Marini
acquisti convenienti ai consumatori e nuove opportunità di reddito per le imprese, proponenPresidente Coldiretti
do prodotti agroalimentari al giusto prezzo. Ma non si tratta solo di una questione economica.
I mercati di Campagna Amica rappresentano un’occasione per far conoscere direttamente ai
cittadini le caratteristiche e il lavoro necessario per realizzare le produzioni Made in Italy e per
distinguerle dalle altre anche nei normali canali della distribuzione commerciale, trasferendo
sul mercato quei valori forti e distintivi dell’agricoltura italiana.
Per una filiera
Un modo per sostenere la crescita dei consumi sul mercato interno ma anche per porre le
più agricola
basi di una nuova affermazione su quello globale. Sia in Italia che nel mondo c’è una nuova
e più italiana
domanda di beni alimentari. Una domanda dove la sicurezza e la salubrità, l’etica e il giusto prezzo, il territorio e la campagna, l’italianità e la terra rappresentano allo stesso tempo
contenitori di valore e nuovi misuratori di benessere. È su questi valori, che poi sono i nostri
valori, che stiamo costruendo il nuovo percorso. Occorre però che siano create alcune condizioni strutturali perché ciò possa avvenire, a partire dall’obbligo dell’etichettatura d’origine
per tutti gli alimenti ma è anche necessario, pur apprezzando le misure approvate nella Finanziaria, che il Governo ed il Parlamento intervengano per affrontare alcune emergenze, con
i finanziamenti per il fondo di solidarietà, la defiscalizzazione
degli oneri sociali e chiarezza sull’Ici sui fabbricati rurali. In
Sergio Marini,
un 2008 fortemente segnato da una manifesta crisi globale,
confermato presidente
l’unico settore a raccogliere un dato positivo nell’export è stato
Sergio Marini, quarantenne umbro, guiderà
proprio quello alimentare.
per i prossimi quattro anni la Coldiretti. LauCiò testimonia come proprio in un clima di generale sfiducia
reato in agraria con il massimo dei voti, Marini
i cittadini orientano i loro consumi verso ciò che reputano
conduce un’impresa florovivaistica in serra, con
più affidabile e in cima alla lista c’è il cibo italiano. Sarà forse
piante ornamentali e seminativi in Umbria. Coche su ogni cosa, ma in particolare per ciò che si mangia, per
niugato, dal 1997 al 2008 è stato presidente di
essere credibili fuori bisogna prima essere affidabili in casa,
Coldiretti Umbria, dal 2001 sino al 2007 Viceo magari sarà che in un periodo di crisi di fiducia l’affidabipresidente Nazionale e dal 9 febbraio 2007 Prelità deve essere vera e provata e non solo raccontata. Sta di
sidente nazionale. L’Assemblea ha eletto anche
la nuova Giunta che risulta composta da Nino
fatto che ogni tassello di solida fiducia e consapevolezza che
Andena (vicepresidente), Massimo Gargano
costruiamo intorno al nostro cibo e ai nostri stili di consumo
(vicepresidente), Gennaro Masiello (vicepreè evidentemente un buon modo per farci apprezzare prima
sidente),
Mauro Tonello (vicepresidente), Tuin Italia e poi all’estero. Noi lavoriamo per costruire fiducia
lio Marcelli, Giorgio Piazza, Pietro Salcuni ,
vera su ciò che produciamo e questa è la migliore ricetta per
Marco Antonio Scalas. La redazione di PA ed
penetrare i mercati mondiali.
Enpaia augurano buon lavoro.
*Presidente Coldiretti
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
9
INTERVISTA
Micaela Taroni
Zaia: “difenderemo ovunque i prodotti italiani”
Intervista al ministro del Mipaaf
???????
Il ministro Mipaaf,
Luca Zaia
L’agricoltura
è strategica
per l’Europa
I consumatori
italiani
preferiscono i
prodotti nazionali
10
D
a soli nove mesi è alla guida del ministero delle Politiche agricole, alimentari e
forestali ma per Luca Zaia è già tempo di bilanci. Difesa dell’immagine dell’industria agroalimentare italiana all’estero, tutela della sicurezza alimentare e dell’agricoltura italiana in Europa sono alcune delle campagne che Zaia, a 41 anni
uno dei più giovani membri della compagine governativa del governo, ha portato avanti con
impegno in questi mesi. Ora il ministro traccia un resoconto dei risultati ottenuti e presenta
un programma delle sfide del 2009.
Ministro Zaia, la difesa della qualità della produzione alimentare italiana
è una priorità della sua azione governativa. Quali sono le strategie per il
nuovo anno?
Intendiamo portare avanti il principio della tolleranza zero nella difesa del prodotti italiani. Solo il dieci per cento degli alimenti che si definiscono italiani vengono effettivamente
prodotti in Italia. Attraverso accordi internazionali vogliamo sempre più fare in modo che
alimenti che si pregiano di chiamarsi italiani siano effettivamente prodotti nel nostro paese. Per questo ci stiamo muovendo molto a livello europeo.
A questo proposito lei ha anche annunciato task force ad hoc che riunirà i Carabinieri delle Politiche agricole, il Corpo forestale dello Stato e l’Ispettorato
centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari.
Useremo tutte le armi a nostra disposizione per contrastare chi cerca di arricchirsi mettendo in pericolo la salute dei cittadini. In questi mesi abbiamo ottenuto numerosi successi nella lotta alla contraffazione. Basti pensare al recente sequestro di 160 tonnellate
di pesce e del latte cinese alla melamina. I problemi da affrontare sono tanti. Qui si
tratta ora di rimboccarsi le maniche e lavorare per la sicurezza alimentare. Ne va del
nome dei prodotti italiani. Vogliamo lavorare seriamente fianco a fianco alle imprese
per sostenere chi opera con impegno.
Lei si sta muovendo molto anche a livello europeo per difendere l’agricoltura
italiana. Quali sono le priorità del 2009?
L’agricoltura va posta, con forza e competenza, nell’agenda delle priorità strategiche in
Europa. Questo è ciò che chiedono tutte le componenti del mondo agricolo. Il 2009 sarà
un anno davvero importante per l’agricoltura italiana. Siamo chiamati a difendere la nostra agricoltura che deve mantenere e difendere la sua identità. La nostra agricoltura va
soprattutto difesa delle emergenze dei mercati perché subisce delle fluttuazioni dei prezzi
insostenibili per gli agricoltori.
Pensa che la crisi attuale porterà ad una riduzione dei prezzi di cui beneficeranno in consumatori?
Dai dati diffusi emerge l’attesa di un calo dei prezzi al consumo. Finalmente i cittadini e
consumatori beneficeranno di un calo che finora non era riuscito ad attraversare tutta la
filiera. Il prezzo più basso dei prodotti alimentari di largo consumo, come la pasta e il pane,
sarà certamente un aiuto concreto per le famiglie in questo momento di crisi.
Quanto ha colpito la crisi finora il settore agroalimentare?
Il 2008 è finito con un’ottima performance della nostra agricoltura. I dati diffusi ci confortano nella convinzione che il made in Italy dell’agroalimentare è la grande potenza del mondo
produttivo con cui tutti si devono confrontare. Non solo i nostri concittadini preferiscono
sempre più i prodotti della nostra terra, e hanno abbandonato quei prodotti tropicali (-25%
di import) che nulla hanno a che vedere con i nostri straordinari 4500 prodotti tipici.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
PAC
Flaminia Ventura*
L’health check della Pac
La centralità dell’agricoltura
L
a Politica Agricola Comune è stata sempre scandita da date che hanno accompagnato le sue sempre più radicali e ravvicinate riforme. Così il 2008 verrà ricordato
come l’anno dell’”Health Check” della revisione o meglio del completamento del
disaccoppiamento totale e del rafforzamento della politica per le economie rurali
e per l’ambiente a scapito degli aiuti diretti per il sostegno del reddito degli agricoltori.
Ma il 2008 dovrà essere ricordato anche come l’anno in cui l’Europa ha riscoperto la centralità della funzione produttiva dell’agricoltura e la sua rilevanza nel sistema socio economico europeo e mondiale. Una riscoperta che non è solo degli addetti ai lavori, ma anche
dell’opinione pubblica colpita da una improvvisa impennata dei prezzi dei prodotti alimentari. La domanda è se questo nuovo rapporto tra cittadini e agricoltura
avrà influenza sulla politica agricola del dopo 2013, più in particolare se e come
potrà influenzare il negoziato sulle prospettive finanziarie che si apre nel 2009 e
stabilirà i nuovi tetti di spesa per le diverse politiche comuni della Ue a 27 che sono
stati fissati solo fino al 2013.
Le attuali forme di sostegno potranno essere mantenute solo a condizione di un
ulteriore incremento delle risorse che dovrebbe andare a coprire l’adeguamento
dei pagamenti diretti dei nuovi Stati membri a quelli del resto dell’Unione. È ben
chiaro, quindi, che gran parte delle scelte che verranno effettuate per il futuro della Pac
dipenderanno dalla nuova linea finanziaria che le verrà attribuita all’interno del budget Ue.
Le pressioni per un ridimensionamento del finanziamento che, nel 2013 sarà ancora pari al
36% circa dell’intera disponibilità di spesa dell’Unione sono fortissime. Le motivazioni di
una riduzione del budget agricolo sono molteplici e riguardano sia aspetti legati alla spesa
sia al finanziamento del bilancio comunitario.
Nel primo caso si tratta di finalizzazione della spesa per obiettivi. Un dibattito che ha visto
sempre più protagonisti i grandi temi della Strategia di Lisbona con particolare attenzione
a quelli legati alla sostenibilità ambientale ed al cambiamento climatico ed allo spopolamento delle aree rurali. Tutte problematiche che portano ad un re-orientamento della politica agricola verso attività e soggetti diversi da quelli agricoli. La seconda è legata alle nuove
mutate situazioni dei diversi Stati membri, con l’ingresso dei nuovi Paesi, rispetto al loro
ruolo di finanziatori e utilizzatori di fondi comunitari. La Francia, ad esempio, diviene un
contribuente netto al budget agricolo, mentre tradizionalmente ha sempre percepito dalla
Pac più della sua partecipazione finanziaria.
Se quindi la nuova linea finanziaria per la Pac dovesse essere ridotta, come d’altronde è
sempre successo negli ultimi 15 anni, si renderanno necessarie scelte sulla sua ripartizione
tra primo e secondo pilastro. Le posizioni dei diversi Stati membri sono molto diverse e
sono state rese manifeste nell’ultimo Consiglio informale dei ministri agricoli organizzato
dalla presidenza francese nell’ottobre scorso dove si è parlato proprio di “Futuro della
Pac”. Dal dibattito sono uscite due opposte posizioni: una liberista che fa capo a Inghilterra e Danimarca che chiedono rispettivamente una riduzione del budget e lo smantellamento del sistema di pagamenti diretti; una più conservatrice della Francia e della Germania
e di molti altri paesi, tra cui i nuovi entrati, che sostiene la necessità di mantenere sia il
budget sia la struttura attuale della Pac anche se con una maggiore finalizzazione degli aiuti
diretti verso politiche di qualità e di gestione sostenibile delle risorse ambientali da parte
dell’agricoltore.
T. Casarotto da Vermeer
La merlettaia, 1669 ca
Le scelte future
dipenderanno
dal budget
*Docente di agraria dell’Università di Perugia
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
11
PAC
Il dibattito sul futuro della Pac dopo il 2013 si sta velocemente allargando dall’ambito
strettamente politico a quello accademico, delle Ong e naturalmente degli agricoltori. Le
questioni principali che devono essere affrontate riguardano non solo il budget, ma le
finalità e quindi gli strumenti stessi di questa politica che conta oggi più di 50 anni. Tra
queste sono tre gli elementi che emergono come centrali:
Il dibattito
sul futuro
della Pac
S.A. Plastina da Dutuit
Il canestraio,
1860/1869
La centralità
dell’ambiente
e del territorio
● se e come sia necessario intervenire sui mercati per ridurre la volatilità di prezzi e
stabilizzare i redditi degli agricoltori.
● la scelta tra mantenimento del primo pilastro “autonomo” anche se sempre più finalizzato ad una gestione sostenibile delle risorse naturali o la sua “fusione” in un
secondo pilastro nel quale gli aiuti diretti alle imprese sono sempre più legati a ben
definiti servizi ambientali, piuttosto che alle “esternalità” che all’ambiente derivano
dalla multifunzionalità di pratiche agricole sostenibili.
● il mantenimento, nella politica di sostegno allo sviluppo rurale della centralità del
settore agricolo, o il suo spostamento verso l’impresa rurale in senso lato e la sua
finalizzazione al mantenimento di società ed economie vitali nelle aree rurali basate
su nuove attività e servizi che sostituiscano un settore agricolo in declino la cui partecipazione al Pil ed all’occupazione è sotto la soglia del 5%.
La questione dell’intervento pubblico sui mercati viene oggi riproposta con forza proprio
alla luce degli andamenti dei mercati globali delle materie agricole: l’evidenza di fallimenti di mercato legati a comportamenti speculativi di operatori finanziari sempre più
interessati a questi mercati, della loro dipendenza dal mercato delle fonti energetiche
e da quelli monetari internazionali giustificano la necessità di un intervento pubblico,
spostando il dibattito sugli strumenti. Nonostante la Commissaria, signora
Fisher Boel parli di numerosi strumenti presenti oggi nella Pac per garantire
un “giusto equilibrio” tra una politica di comando e controllo ad una totalmente liberistica, il principale e più efficace strumento di regolamentazione
del mercato sembra rimanere l’intervento diretto attraverso la gestione degli
stock. Una rete di sicurezza di cui devono far parte anche barriere doganali
e non, anche se di tipo flessibile rispetto gli andamenti congiunturali e alla
provenienza, ma attente a scongiurare triangolazioni delle importazioni e legate al principio della reciprocità delle modalità di processo e delle caratteristiche qualitative e sanitarie delle produzioni. Una modalità di intervento
che tuttavia sembra rendere necessarie accordi e strutture internazionali di
coordinamento affinché misure unilaterali di tutela non si tramutino in vere e proprie
speculazioni sui mercati globali.
Gli altri due elementi in discussione, primo pilastro con finalità ambientali e lo sviluppo
rurale agricoltura-centrico, vanno ricondotti ad un dibattito più ampio sul modello di
agricoltura che deve essere incentivato e sostenuto attraverso la politica e evidenziano
ancora una volta come occorra fare maggior chiarezza su cosa intendere come multifunzionalità dell’impresa agricola. L’attenzione per la questione ambientale ha portato a due
modelli opposti di sviluppo agricolo:
● da una parte ha posto nuovi vincoli al modello di modernizzazione dell’agricoltura, senza modificarne sostanzialmente la traiettoria così che questo ha individuato e introdotto soluzioni tecnologiche eco-compatibili, nuove “ricette”
che scambiano produttività con sostenibilità e per questo vengono introdotte
“compensazioni al reddito”;
12
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
PAC
● dall’altra ha introdotto il concetto di “rinaturalizzazione” di intere aree come le aree
Natura 2000 o le aree agricole ad alta valenza naturalistica dove l’attività antropica
è volta proprio a ripristinare o meglio a re-inventare elementi di “naturalezza” e di
fruibilità del territorio; la funzione produttiva scompare o viene fortemente marginalizzata e la nuova attività di “servizio ambientale” viene retribuita direttamente
attraverso pagamenti diretti commisurati al costo del servizio.
Esiste e sta emergendo in tutta Europa un terzo modello dove pratiche agricole finalizzate al miglioramento quali-quantitativo delle produzioni e riproduzione e miglioramento delle risorse naturali sono legate da un processo di coproduzione uomo
natura che è l’unico sostenibile nel lungo periodo e dove la pluriattività
dell’azienda agricola consente economie di scopo e sinergie tali da rendere
competitiva sia la produzione agricola sia le produzioni di beni e servizi ad
essa connessi.
I vantaggi di questo modello provengono proprio dalla produzione congiunta di beni e servizi che consente la riduzione di costi sociali derivanti dalla
realizzazione di servizi ambientali ed alla popolazione. In altre parole il sostegno a questo terzo modello porta nuovamente a dividere i costi della politica agricola ed ambientale tra mercato e sostegno diretto, riducendo i costi burocratici
ed amministrativi legati soprattutto ai controlli. Un modello tuttavia che si caratterizza
per una forte specificità territoriale e locale delle pratiche e che necessita quindi, non di
“ricette” ma dell’applicazione di nuovi strumenti basati sulla sussidiarietà e su processi
decisionali “dal basso”, su un nuovo rapporto tra impresa, amministrazione e servizi di
ricerca e consulenza. Al di fuori di questo modello sarà sempre più difficile difendere
sia primo sia secondo pilastro della Pac a fronte delle nuove sfide quali globalizzazione,
urbanizzazione, cambiamenti climatici che depauperano di risorse umane e produttive le
aree rurali, in particolare quelle europee, aumentandone il divario a seconda dei loro legami con i sistemi socio-economici urbani. Un fenomeno a cui, senza un ruolo realmente
multifunzionale dell’agricoltura, diverrà logico dare risposte con la politica di coesione e
non più con la Pac.
P. Pradavelli da Van Gogh
Il tessitore, 1884
Silvia Fondelli
Stefano Rizzo
Asia
La svolta americana
Appunti fotografici di viaggio della reporte toscana in giro per il continente giallo.
“Più si viaggia e si conosce l’altro di sé
più ci si accorge che siamo tutti uguali.
Che stiamo compiendo tutti lo stesso
viaggio: la vita”. Il volume racconta le
intensità di uno sguardo, la gestualità di
un venditore, la ritualità di una cerimonia, il sudore di un lavoratore, la dignità di un contadino ma anche
l’immensità di un paesaggio con il volgere del tempo sopra. “Di
tutto ciò che nasce, certa è la morte, di tutto ciò che muore, certa
è la nascita, questo è inevitabile. E tu non hai ragione di soffrire”,
avrebbe detto Tiziano Terzani.
Fine di un lungo ciclo: la sconfitta elettorale del 2006. La guerra infinita e il declino dell’impero americano. Uno scandalo
dopo l’altro. Storie americane: dalla pena
di morte al tracollo dei mercati finanziari. L’ascesa politica di Barack Obama.
La guerra irachena e quella afgana, la lotta al terrorismo, gli scandali che hanno
funestato l’amministrazione, la politica
estera sempre più inconcludente, l’economia verso il tracollo:
Stefano Rizzo racconta con piglio giornalistico e da profondo
conoscitore di cose americane gli ultimi anni della presidenza
di George W. Bush.
Pentalinea
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Ediesse
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13
PAC
Giovanni Martirano
La Pac dalla nascita ad oggi
A Stresa la prima conferenza agricola dei 6 paesi fondatori
P
La prima
politica comune
dell’Europa
Claudia Emanuele
Dalla penna al mouse
L’evoluzione
della Pac
14
er lungo tempo la politica agricola è stata l’unica politica dell’area della Comunità europea gestita in comune dagli stati membri. La storia e l’evoluzione della Pac ha questa
caratteristica essenziale di grande rilevanza sia politica sia economica.
Tra luci ed ombre i cinquantuno anni che ci dividono dalla creazione del primo embrione della Pac hanno segnato in modo indelebile il cammino degli agricoltori, il loro rapporto
con la società e delle loro produzioni. Oggi l’Europa ha una posizione di primissimo piano nel
commercio agricolo mondiale. Una posizione mezzo secolo fa impensabile. Lungo gli anni di
questa trasformazione, che dovrebbe portare alla unificazione politica dell’Unione europea, con
l’adozione della Costituzione europea dagli originali 6 stati membri si è giunti agli attuali 27.
Per la Pac tutto cominciò nel luglio del 1958 quando fu convocata a Stresa la conferenza
agricola europea dei sei stati originariamente componenti del Mercato Comune Europeo
(Mec) Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo che nel 1955 avevano tenuto a Messina, a poco meno di un anno dalla scomparsa di Alcide De Gasperi,
che con Jean Monnet, Robert Schumann e Konrad Adenauer fu tra i padri
fondatori dell’Europa comunitaria, - la Conferenza che gettò le basi del Trattato di
Roma istitutivo del Mercato comune (Mec).
La Conferenza di Stresa si svolse sotto gli auspici di un grande economista agrario,
l’olandese Sicco Mansholt, che elaborò un embrione di politica agraria basato sul
sistema di prezzi minimi e massimi fissati in comune; il miglioramento delle strutture.
La Pac entrò in vigore nel 1962 ma nel 1966 si pose per la prima volta la necessità
di una riforma che sanasse gli squilibri più macroscopici dovuti ai surplus produttivi
e nel 1968 fu approvato il Piano Mansholt volto ad accrescere l’efficienza del settore
agricolo. Ma le eccedenze non diminuirono e nel 1985 fu pubblicato il Libro Verde sulle
“Prospettive della politica agraria comune” che indica misure indirizzate a limitare le
eccedenze. Iniziò ad affermarsi il principio, già indicato dal Piano Mansholt, del sostegno diretto ai redditi agricoli e non ai prezzi dei prodotti.
Fu soltanto nel 1992 però, dopo la Caduta del Muro di Berlino e la fine del comunismo,
che con la Riforma Mc Sharry l’agricoltura europea si aprì, almeno sul piano teorico,
al mercato e furono creati, non senza difficoltà e polemica, i prodromi del disaccoppiamento. Il passo successivo fu Agenda 2000 del 1999 che ampliò il ruolo dell’agricoltura, non
più solo settore produttivo ma anche agente di protezione del paesaggio e dell’ambiente. La
fine del secolo XX coincise, dunque, con la comparsa, nello scenario economico, del consumatore. La qualità dei prodotti alimentari e la loro ecosostenibilità diventano chiavi di volta per
giustificare le politiche di sostegno agli agricoltori. Ma già nel 2002 ci fu la prevista revisione
di medio termine che, in breve tempo, divenne una riforma tout court ad opera dell’austriaco
Franz Fischler, commissario all’agricoltura. La riforma fu preceduta da un accordo tra le due
maggiori potenze agricole europee: la Francia e la Germania che stabilirono alcuni vincoli al
bilancio agricolo, anche in relazione all’allargamento ad Est. Il 26 giugno 2003, il Consiglio dei
ministri europei dell’Agricoltura approvò la “Riforma Fischler”.
Da questo momento, soprattutto a causa delle progressive richieste dell’Organizzazione
mondiale del commercio, l’evoluzione della politica agricola comune è tutta nella direzione della liberalizzazione della produzione e l’accettazione delle regole del libero mercato.
Regista di quest’ultimo capitolo, ancora in parte da scrivere, è la liberale danese Mariann
Fischer Boel.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
PAC
Luigino Scricciolo
Pac: la verifica sullo stato di salute
Quote latte, grano e riso: successi italiani
L
’health check o verifica dello stato di salute della Pac ha visto i vari ministri agricoli in
difesa del Bilancio agricolo e nella distribuzione dei benefici per gli stati nazionali. La
verifica nata come una semplice revisione intermedia dei meccanismi di intervento pubblico, sulla spinta delle eccedenze produttive e della globalizzazione dei mercati agricoli,
ha finito per trasformarsi in una riforma strutturale introducendo nuovi principi:
- il disaccoppiamento (decoupling) degli aiuti dalle quantità prodotte finalizzato a un maggiore
orientamento al mercato da parte delle aziende agricole e alla riduzione delle distorsioni legate alla
produzione e al commercio in campo agricolo: il produttore riceve un aiuto al reddito e non più un
sostegno al prezzo della produzione realizzata.
- la condizionalità, che prevede la subordinazione dei pagamenti disaccoppiati al rispetto di una
lista di requisiti (ambiente, salute pubblica, benessere degli animali, ecc.). Quindi il produttore
non avendo più il vincolo alla produzione di massa, deve garantire un rispetto dell’ambiente in
ogni sua dimensione compresa quella sociale.
- la compatibilità con l’Omc. Il fine ultimo del disaccoppiamento degli aiuti era, infatti, l’inclusione di tale meccanismo nella “scatola verde 1” dell’accordo agricolo come strumento di orientazione al mercato delle scelte degli agricoltori. Il disaccoppiamento punta all’equilibrio tra domanda e offerta, riduce le attuali distorsioni dei meccanismi di formazione dei prezzi agricoli ed evita i
vincoli ai quali erano legati gli agricoltori in passato.
- la redistribuzione pubblica dei diritti di pagamento applicata a due livelli, ovvero
nell’ambito dei pagamenti unici disaccoppiati e sottoforma di trasferimento tra i due pilastri
della Pac (aiuti e mercati - Feaga - e sviluppo rurale nel quadro del Fondo europeo di sviluppo rurale - Feasr).
La verifica ha definito la riduzione dei sussidi più elevati; all’eliminazione dei sostegni minori che
impiegano troppa burocrazia in ragione dell’importo percepito; infine, all’elevazione della modulazione dal 5% al 13% nel periodo 2010 - 2013, con un aumento annuale di due punti. Vediamo i
punti essenziali dell’accordo.
Modulazione: l’impatto della misura è stato sensibilmente ridimensionato rispetto alla proposta
della Commissione europea, raccogliendo le preoccupazioni manifestate dall’Italia che ha sottolineato l’esigenza di non ridurre eccessivamente gli aiuti diretti destinati ai produttori in una fase di
mercato contraddistinta da notevoli elementi di incertezza. La modulazione introdotta dall’accordo ammonterà pertanto al 5% rispetto all’8% della proposta iniziale per lo scaglione di base tra 5
mila e 300 mila euro; al 4% per gli aiuti superiori a 300 mila euro.
Quote latte: l’Italia ottiene un trattamento ad hoc che consentirà al nostro Paese di
attribuire immediatamente ai produttori l’intero aumento di quota del 5% che gli altri Paesi potranno assegnare nell’arco di 5 anni. Complessivamente l’aumento di cui
potrà usufruire l’Italia ammonta a circa 620 mila tonnellate che consente di coprire
ampiamente i quantitativi prodotti in esubero rispetto alla quota nazionale.
Sviluppo Rurale: inserite anche le misure di accompagnamento per il settore del latte; ciò consentirà di utilizzare le risorse derivanti dalla modulazione
aggiuntiva per mirate misure di sviluppo del settore. Nel quadro dell’accordo
è stato introdotto un regime che consente agli Stati membri di intervenire con
misure specifiche in presenza di problemi settoriali o regionali. Il nuovo regime è stato fortemente richiesto dal nostro Paese.
Inoltre, l’Italia ha ottenuto il reinserimento dell’intervento pubblico per il grano duro e il riso
mentre non ha ottenuto la riapertura del dossier relativo al tabacco.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
La nuova politica
agricola europea
La difesa con
determinazione
dell’agroalimentare
italiano
F. Bimbato da Lèger
Costruttori, 1950
15
PAC
Giovanna Mellano
L’Enpaia con i borsisti al lavoro
negli organismi europei
Le borse di
studio su “Pac e
crisi alimentare
nel mondo”
R. Ferrari da Riviera
Realizzazione di un
affresco che rappresenta
una costruzione di una
città, 1931
16
S
ono iniziati i lavori dei vincitori delle borse di studio su “La Pac e la crisi alimentare nel mondo” istituite dalla Regione Lazio, Assessorato all’Agricoltura, e dall’Enpaia col patrocinio delle Università La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Perugia,
L’Aquila e della Tuscia.
L’iniziativa è stata voluta dall’Enpaia, – dichiara Gabriele Mori – per favorire la formazione
di quadri dirigenziali che abbiano capacità professionali e tecniche in grado di concorrere a
determinare provvedimenti finalizzati allo sviluppo dell’agricoltura in una visione europea
rispettando le peculiarità dei singoli Paesi.
Negli organismi europei, “la rappresentanza italiana infatti – rileva Mori – è fortemente squilibrata per il disinteresse del’Italia a promuovere la preparazione professionale e il sostegno
politico di candidati a posti di responsabilità tecnico burocratica dell’Unione europea”.
I borsisti svolgeranno uno stage di due mesi.
Andrea Ascani è a Parigi presso l’Ocse con una ricerca sulla crisi alimentare;
Benedetta Camilli è all’Agea di Bruxelles per svolgere la ricerca sui sussidi agricoli e l’effetto sulla qualità e quantità delle produzioni agricole in Italia. “Qui all’Agea, hanno manifestato molto interesse sul Psr e perciò ci sto lavorando per approfondire e verificarne
l’efficacia reale attraverso il materiale e le indicazioni che mi stanno fornendo. Sono andata
alla prima commissione di Health Check della Pac, e in settimana mi consegneranno il pass
per il parlamento. Insomma, per adesso sono davvero molto soddisfatta!”.
Luca Carini, è all’Enea di Bruxelles per analizzare il ruolo della Pac in particolare nell’ambito della sicurezza alimentare e dei cambiamenti ambientali. “Con questo stage, sono convinto
di poter migliorare la mia comprensione sui meccanismi di cooperazione internazionale e
sulle politiche europee in generale”.
Maria Agnese Dau, è alla Coldiretti di Bruxelles per la ricerca sulla Pac e
sul partenariato Euro-Mediterraneo con particolare riferimento al Magreb.
Ha iniziato facendo una ricognizione sulla visione di Coldiretti riguardo al
sistema italiano delle imprese agricole: “voglio rendermi conto quale sia
il punto di vista di questa organizzazione. Stiamo lavorando insieme per
trovare una chiave di lettura che valorizzi al massimo la mia esperienza
qui. Per il momento abbiamo pensato di raccogliere le testimonianze delle
delegazioni di vari paesi europei riguardo l’impatto del partenariato”.
Angela Emmi, è all’Euroconsulting di Bruxelles. “Sto seguendo le varie attività che qui in agenzia mi propongono per portare avanti il
mio progetto di ricerca “La regolamentazione degli aiuti di Stato con
riferimento alla Pac e alla sicurezza alimentare”.
Matteo Iagatti, è all’Agriconsulting Europe di Bruxelles, per studiare gli aspetti di complementarietà tra primo e secondo pilastro della Pac rispetto agli obiettivi prioritari dell’Ue in
materia di gestione sostenibile dell’agro-ambiente.
Nadia Ndombe Ntumba della Repubblica del Congo è alla Fao a Roma.
Da questa esperienza i giovani laureati sono tutti concordi di poter trarre un arricchimento
dal punto di vista professionale e anche dal punto di vista relazionale e sociale. C’è in loro
un forte entusiasmo e la voglia di imparare, perché lo stage permetto loro di applicare e approfondire ciò che hanno studiato all’Università oltre al fatto di entrare in contatto con un
mondo del lavoro internazionale.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
PAC
Assunta Soldi
Un 2009 all’insegna dei nuovi regolamenti
Nuove prospettive di bilancio agricolo europeo
L
a riforma del 2003 della Pac, dettata dall’allargamento dell’Ue e dalle politiche dell’Omc, è
stata la più profonda che l’Europa abbia mai conosciuto finora. Tanto profonda era apparsa
tale riforma anche in presenza dell’ingresso nella Unione Europea di molti paesi che portavano in dote una pesante economia rurale che la Commissione aveva ritenuto di obbligarsi
ad una verifica di medio periodo della riforma, appunto l’healt check.
Finita nel 2008 la verifica dello stato di salute sulla Pac, il 2009 si prospetta l’anno dell’attuazione
dei nuovi regolamenti comunitari e della migliore distribuzione di quel 43% del bilancio della Unione
Europea destinato al finanziamento delle attività agricola e rurale. Il prossimo Consiglio agricolo
dovrebbe varare i tre testi dell’ultimo negoziato sulla riforma conclusosi a novembre tra i ministri
europei e descritto nei tre regolamenti che rappresenteranno la costituzione della nuova Pac: il nuovo
regolamento sullo sviluppo rurale, quello sull’Organizzazione di mercato unica e il regolamento “orizzontale”. Le novità introdotte con la riforma dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm), dopo la
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, diverranno operative grazie alle scelte nazionali che ne definiranno l’applicazione in considerazione di un ampio margine di discrezionalità concesso da Bruxelles. Un esempio: gli Stati membri potranno scegliere, a partire dalla soglia
minima di 100 euro prevista per ottenere gli aiuti Pac, limite peraltro già valido in Italia, l’importo massimo di 400 euro l’anno. Il nuovo articolo 68 della riforma ha poi una
rilevanza strategica non trascurabile consentendo il prelievo fino al 10% del massimale
nazionale destinato agli aiuti diretti Pac che finanziano svariate azioni (aiuti compensativi per il settore lattiero, giovani, sistema di gestione delle crisi di mercato).
Le riforme relative alla gestione dei mercati nel tempo sono state diverse. Alcuni
strumenti, quote latte, set-aside, restituzioni alle esportazioni, saranno presto aboliti; il gettito della modulazione ha consentito l’aumento delle risorse a disposizione
dello sviluppo rurale, e il reddito degli agricoltori è stato “disaccoppiato” dalle diverse produzioni. Per quanto riguarda il bilancio, invece, ricordiamo che il peso delle
spese agricole su quelle totali della Ue ha subito negli anni un decremento che, in
base alle stime della Commissione, dovrebbe arrivare al 33% nel 2013, da un rapporto più che doppio degli anni Ottanta. L’aumento annuale degli stanziamenti per la Pac non deve,
per ora, superare l’incremento delle assegnazioni previste per le altre azioni comuni vincolando il
budget agricolo in termini reali. Il progetto di bilancio per l’esercizio finanziario 2009 prevede che
il budget stanziato sia di poco superiore ai 40 miliardi di euro, pressoché invariato dunque rispetto
al 2008. Tuttavia a fine anno è previsto l’insediamento della nuova Commissione Ue che, in carica
fino al 2014 e in considerazione dei nuovi scenari economici e sociali, metterà in discussione la dotazione finanziaria assegnata alla Pac attraverso una valutazione della situazione in atto e un’analisi
accurata dell’efficacia delle politiche comuni in vigore.
In ambiente comunitario si stanno dunque già giocando alcune partite strategiche. Le politiche di
finanziamento del bilancio comunitario saranno probabilmente riviste: l’Italia è promotrice dell’ipotesi di coprire una parte delle spese agricole con fondi nazionali, ovvero rendere attuativo il cofinanziamento della Pac analogamente a quanto accade per le spese socio-strutturali. Il finanziamento al
comparto agricolo non subirebbe variazioni in termini monetari, dunque, ma una parte dei fondi verrebbe prelevata dai bilanci nazionali: la parte dei fondi così risparmiata potrà essere destinata ad altri
scopi comuni. Il cofinanziamento non trova però tra i suoi sostenitori la Francia, primo Stato membro
a beneficiare delle spese agricole, e l’attuale commissario per l’agricoltura Mariann Fischer Boel
che vede in tale strumento lo spettro di un nuovo processo di nazionalizzazione della Pac. Verso
tutt’altra direzione si muovono i Paesi del Nord Europa che promuovono, invece, una riduzione delle
risorse finanziarie destinate alla Pac.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Senza
agricoltura
non c’è
Unione europea
C. Covajes da Chardin
Il garzone dell’osteria, 1738
La futura
riduzione
del Bilancio
17
AGRICOLTURA
Il ruolo dell’Ismea nel mondo agricolo
L
Ezio Castiglione,
direttore generale
Ismea e assessore
al Comune di Roma
Le attività
istituzionali
dell’Istituto
’Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, svolge, sulla base
degli indirizzi del Mipaaf, le funzioni di rilevazione, elaborazione e diffusione dei
dati e delle informazioni riguardanti i mercati agricoli, forestali, ittici e alimentari, anche ai fini dell’attuazione degli adempimenti derivanti dalla normativa
comunitaria e dal Sistema Statistico Nazionale.
Ismea esercita, nel rispetto della programmazione regionale, le funzioni e i compiti di organismo fondiario nazionale, anche in relazione agli interventi di privatizzazione dei terreni pubblici, favorendo la
formazione e l’ampliamento della proprietà coltivatrice con priorità al
finanziamento di giovani agricoltori nell’ottica del ricambio generazionale. Costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria allo scopo di
agevolare l’accesso al credito da parte delle aziende agricole e di migliorare il livello di competitività delle imprese. Gestisce lo strumento
delle agevolazioni per il subentro in agricoltura, destinate ai giovani
imprenditori, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto e di
mutui a tasso agevolato a copertura delle spese sostenute per investimenti e assistenza. In collaborazione con Moody’s Kmv, leader mondiale nella valutazione del rischio di credito, Ismea ha implementato il primo modello di rating specifico in
Italia per la valutazione del rischio di credito delle aziende agricole.
L’Istituto realizza inoltre servizi assicurativi, attraverso tre strumenti specifici: la Banca
dati sui rischi agricoli, il Fondo per la riassicurazione e il Consorzio di coriassicurazione,
allo scopo di favorire la diffusione di nuovi strumenti in agricoltura e di ridurre i rischi
inerenti alle attività produttive e di mercato.
Infine, nell’ambito dei servizi di assistenza tecnica, Ismea supporta le politiche strutturali
e di sviluppo rurale a livello di Amministrazioni centrali e territoriali. È tra i pochi enti
accreditati (mandated body) presso la Commissione europea per lo svolgimento dei gemellaggi amministrativi (Twinning), principale strumento di assistenza per il processo di
pre-adesione alla Ue e per la cooperazione internazionale.
Nasce l’euro dei paesi del Golfo
Gli arabi vogliono liberare il petrolio dal dollaro
I
n piena crisi economica e finanziaria i Paesi del Golfo - Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Bahrain e
Kuwait - in un vertice tenuto a Maskat, capitale dell’Oman, stipulano un accordo per il lancio della moneta unica “Chalidshi”, stabilendo per la sua introduzione come unità di conto comune il primo gennaio
del 2010. Merito della consulenza prestata alle banche centrali del Golfo della Banca centrale europea, il
modello adottato si ispirerà a quello stabilito dall’Unione europea. La costituzione, dal 1981, di un Consiglio di
cooperazione del Golfo (Gcc) e la piena circolazione dei capitali delle merci e delle persone, sono stati il presupposto per la nascita del Consiglio monetario che, al pari dell’Ime per la Bce, sarà l’organismo precursore della
banca centrale comune.
La moneta unica, virtuale, in un primo momento, diverrà poi fisica con l’evidente obiettivo di rendere i paesi
membri indipendenti dal dollaro e non dover subire nel futuro crisi finanziarie ed economiche di “un altro mondo”. Ma è ancora più chiaro che nel medio termine, in un’area strategica come quella che si affaccia sul Golfo
Persico, l’obiettivo sarà fissare in Chalidshi il prezzo del petrolio e prima ancora diventare un polo petrolchimico. E il dollaro? Starà a guardare? (a.s.)
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
AGRICOLTURA
Concetto Iannello
La ricetta per l’agricoltura nelle aree depresse
Meno burocrazia, più tecnologia
“L
a stagione delle tutele e degli ausili non esiste più. Oggi, a partire
dalle aree depresse, l’agricoltura deve mettere in campo la capacità
di essere competitiva sul mercato”. Lo ha detto il presidente della
commissione Agricoltura, Paolo Russo, intervenendo al convegno
dell’Associazione italiana coltivatori sul ruolo dell’agricoltura per una nuova economia delle aree depresse. “Il disagio maggiore oggi per il comparto agricolo”, ha
proseguito Russo, “è la burocrazia: ogni anno un agricoltore spende 30 giorni del
proprio tempo per sbrigare pratiche amministrative dietro le quali spesso si celano vessazioni e clientele. L’impegno di questo governo è di ridurre questi tempi di
3 giorni l’anno, per arrivare a dimezzarli alla fine della legislatura”.
Una promessa, quella di Russo, sollecitata dal presidente di Aic, Giuseppino
Santoianni, che aprendo i lavori ha spronato il legislatore a occuparsi subito e
con grande impegno delle piccole e piccolissime imprese che svolgono oggi un ruolo cruciale in particolar modo nel Mezzogiorno, proprio dove si registra invece il
numero più elevato di micro aziende agricole che hanno chiuso i battenti: nel 2005
(fonte Eurispes) erano, al Sud, il 14,5% in meno rispetto al 2003, contro un calo
dell’11,8 al Centro e del 5,9 al Nord.
A complicare il quadro, il regolamento emanato dal Consiglio dell’Unione europea,
che prevede che la soglia minima di pagamento sia di 250 euro, e stabilisce che il
premio non sia erogabile per le aziende al di sotto di un ettaro. Gli Stati membri
potranno adottare uno dei due paletti, o entrambi. Per le piccole e piccolissime
imprese sarebbe “un vero disastro, con perdite ingentissime”, ha sottolineato il presidente Santoianni, al quale ha però replicato il presidente della commissione Agricoltura del Senato ed ex sottosegretario Paolo Scarpa Bonazza Buora. “Con il
ministro Zaia in Europa mi sento meno solo”, ha detto. “Quando ero sottosegretario alla pesca ero considerato un rompiscatole. Sono però riuscito
a bloccare per 4 anni la riforma comunitaria della pesca”. Nessuna concessione a Bruxelles, dunque, soprattutto in questa fase di
rivisitazione della Politica agricola comune. Una filosofia condivisa
dal sottosegretario alle Politiche agricole, Antonio Buonfiglio,
intervenuto al termine del convegno Aic, secondo il quale “lo stato
di salute della Pac deve essere affrontato all’attacco, riequilibrandola sulla produzione, eliminando ad esempio le quote latte”.
Della presenza capillare delle micro imprese e del loro ruolo sociale ha dato un quadro significativo, nel corso del convegno, Flaminia Ventura, docente di Agraria all’Università di Perugia. Le
aree rurali con problemi di sviluppo, ha spiegato, ricadono in ben
2.759 comuni (circa il 30 per cento del totale), quasi tutti montani
o collinari, dove risiede il 20 per cento della popolazione cosiddetta
marginale (immigrati, fasce con disagio sociale, popolazione a basso reddito). Per invertire la rotta dello spopolamento e del degrado
di queste aree, la Ventura ha proposto un cambio radicale di prospettiva politica:
non più interventi per arginare l’abbandono della terra, sì a misure per la costruzione di aree rurali vitali.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Concetto Iannello
Direttore Aic-Inpal
Riconoscimento
al lavoro
del Ministro
Zaia
Micaela Midiri
“... le mani, “archetipo”
dell’operare umano, si
adeguano ai cambiamenti
che il lavoro e la società
subiscono nel tempo...”
19
AGRICOLTURA
Carla Collicelli*
La seconda metamorfosi della società
Rapporto Censis sull’Italia
I
Gabriele Cella
“Il lavoro che cambia
in rapporto alla cultura
ed alla tradizione
di un popolo”
Le paure
degli italiani
“La vita buona
nella società
attiva”
l Rapporto annuale del Censis sulla situazione del paese, presentato al Cnel, segnala
quest’anno l’affacciarsi all’orizzonte di una nuova metamorfosi sociale, dopo quella della ricostruzione post-bellica, centrata su alcune prospettive inedite del terzo millennio.
L’anno che sta per concludersi, il 2008, sta incidendo, infatti, sulla società e sulla politica italiana con una segnatura particolare, determinata principalmente dall’emergere di una
“grande paura”, la paura della recessione, che si aggiunge alle tante piccole paure
della modernità, ma anche dalle sfide poste dal necessario riequilibrio territoriale
ed economico, che non ha precedenti.
Superare positivamente la crisi significa allora affrontare con responsabilità i drammi
indotti dalla globalizzazione dei mercati, e lo spaesamento delle comunità territoriali e
professionali, puntando alla valorizzazione dei bisogni sociali autentici ed essenziali,
alla qualità dell’offerta di servizi, a sani rapporti di solidarietà sui territori. Anche nell’ambito del welfare la situazione è a un punto di svolta. Tra grandi e piccole paure, dai
dati del Censis risulta che gli italiani temono soprattutto di non riuscire a mantenere il
proprio tenore di vita (71,1%) e di non avere i mezzi per far fronte alle cure mediche personali o di un familiare (62,2%), specie se si è donna (68,1%), se si vive nel sud (68,8%)
e se si è famiglia a basso reddito (76,4%). Ci si rende conto d’altra parte che sono i propri comportamenti quelli che più incidono sul benessere, e continuano per questo motivo a calare tra gli
italiani i fumatori ed i bevitori, secondo quella che il Censis chiama una “normalizzazione virtuosa
della routine quotidiana”. Virtù accompagnata però da fenomeni di trasgressione, circoscritti ma
non per questo meno gravi, come l’abuso e lo sballo da alcol e stupefacenti.
Di fronte ad un italiano più sobrio, anche nei consumi, e consapevole dell’importanza crescente
del benessere, le politiche di welfare incontrano le stesse difficoltà che si incontrano nelle politiche
generali: sapere leggere gli avvenimenti in un quadro complessivo e riconoscerne in tempo i rischi
ed i possibili rimedi, fare attenzione alla coesione sociale, alle iniquità ed alle condizioni delle fasce
più deboli di cittadini, ricostruire il tessuto locale della solidarietà e dei servizi, coinvolgere tutti i
soggetti pubblici e privati e tutte le reti di mutuo-aiuto per la salvaguardia del bene salute. Il capitolo Welfare e Sanità del Rapporto Censis 2008 scandaglia con cura tutte queste piste di lavoro,
che lo scadere dei 30 anni di vita del Servizio sanitario nazionale rende più urgenti da attuare.
Dalla non autosufficienza alla tutela dell’infanzia, dagli adolescenti a disagio agli immigrati emarginati, sono ormai tante le tipologie di utenti e di bisogni che non trovano copertura adeguata.
Il Libro Verde sul futuro del modello sociale italiano, “La vita buona nella società attiva”, del
luglio 2008, è un chiaro segnale di una volontà forte di riforma e di miglioramento da parte
del Governo. Ma non è facile individuarne la capacità di incidere sulla sostanza delle cose, in
una situazione di contraddizioni pesanti nei processi di negoziazione tra Stato e Regioni, nei
Piani di rientro come nel futuro federalismo fiscale.
La devolution ha dato visibilità ad una differenziazione che ha radici antiche ed allo stesso tempo sembra creare i presupposti per un suo ulteriore approfondimento in un contesto generale
di incertezza e precarietà. Eppure non sembra impossibile far interagire sistemi di offerta già
adeguati ed in qualche caso di grande eccellenza e piccoli centri, utilizzando nel contempo le
possibilità offerte da una buona comunicazione pubblica e dalle reti di terzo settore e volontariato della donazione. La fruttuosa sinergia tra medico, farmacista e cittadino nella diffusione dei
farmaci generici/equivalenti è un altro esempio da seguire, che ha contribuito a rafforzare un atteggiamento di nuova responsabilità sociale nei confronti dei consumi sanitari ed in particolare
farmaceutici, da parte degli utenti.
*Vice-Presidente Censis
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
AGRICOLTURA
Francesco Bardaro Grella
Allarmi-cibo, un conto da 5 miliardi di euro
Psicosi e danni all’agricoltura
R
icordiamo tutti le orribili immagini che venivano dall’Inghilterra, così come dalla Cina o
dalla più vicina Francia. Capi di bestiame abbattuti, ammassati in fosse comuni, cosparsi
di calce o più semplicemente dati alle fiamme. Erano i giorni della temuta e mai arrivata
pandemia dell’aviaria, o quella della mucca pazza; erano le settimane della peste suina,
dell’afta epizootica o dell’italianissimo caso della mozzarella di bufala contaminata con la diossina.
Emergenze alimentari urlate dai telegiornali, sbattute in prima pagina sui quotidiani di mezzo
mondo, salvo poi dimostrarsi spesso allarmismi infondati. L’ultimo annuncio shock l’abbiamo
avuto prima di Natale, proprio quando le vendite di zamponi e cotechini vanno alle stelle: dall’Irlanda, diceva la stampa, stanno arrivando partite di carne suina contaminata, non si escludono,
dicevano sempre i giornali, gravi ripercussioni sulla sicurezza delle carni di maiale consumate in
Italia. Poi, solo qualche giorno dopo, si scopre che dall’Irlanda arriva solo lo 0,3% di carne suina e
che i nostri allevamenti sono sicuri e garantiti. Ma ormai il danno è fatto.
Le leggende che alimentano questi allarmismi infondati non sono cosa nuova, perché le prime
avvisaglie di false emergenze alimentari risalgono a 20 anni fa. Fino ad oggi, con cadenza regolare,
si sono susseguite notizie di epidemie, ipotetiche pandemie, allarmismi che hanno avuto un
costo salatissimo per l’economia italiana del settore: tra mancate vendite, ritiro dal mercato,
distribuzione di prodotti, blocco delle produzioni sono andati in fumo 5 miliardi di euro.
Il manzo agli ormoni. Nel 1998 la carne di manzo proveniente da allevamenti degli Stati
Uniti diventa una vera e propria emergenza per la comunità europea. In America infatti, i
bovini venivano nutriti con mangimi addizionati con ormoni steroidei. Tutto alla luce del sole
ma quei mangimi erano stati dichiarati illegali dalla Comunità europea per presunti danni
alla salute umana. Il caso si sgonfia molto presto, ma ad un costo elevato per i nostri allevamenti di carne bovina. In quell’anno vanno in fumo 150 milioni di euro.
Diossina nei mangimi. L’allarme arriva nel 1999 dal Belgio, dove si scopre che i grassi
animali utilizzati nella produzione di mangimi animali erano contaminati dalla presenza di
olio contenente la diossina, una pericolosa sostanza tossica. Si bloccano le importazioni e le
esportazioni di carne e mangimi, come anche di uova e latte. Il danno per l’economia e il sistema
della produzione e vendita di carne animale è di 370 milioni di euro.
Afta epizootica. È un’epidemia che nel 2001 arriva dall’Asia e che colpisce i ruminanti e i
suini. La causa dell’infezione fu attribuita alla nutrizione dei maiali con scarti di cucina contenenti prodotti animali provenienti dall’Asia. Vengono colpiti gli allevamenti di Gran Bretagna,
Francia, Irlanda e Paesi Bassi. L’Unione europea ordina da subito misure pesanti per abbattere l’epidemia sul nascere e impone l’abbattimento di quattro milioni di animali. Rarissimi i
casi di contagio umano avvenuti con persone a diretto contatto con animali infettati ma vivi.
Costo dell’allarme: 400 milioni di euro.
Peste suina. Colpisce nel 2002 Germania, Francia e Lussemburgo. Malattia che attacca i maiali,
non è assolutamente trasmissibile all’uomo, sia per contatto diretto con animali infette, sia tramite
l’assunzione di carne cotta. In pochi giorni si argina la malattia, ma anche in questo caso il costo è
altissimo. Si abbattono in mezza Europa centinaia di animali. Costo complessivo per l’economia:
250 milioni di euro.
Aviaria. L’allarme ancora una volta viene dalla Cina, dove le autorità tentano di mascherare il
problema, che però scoppia in maniera detonante con conseguenze mondiali. La malattia colpisce
qualsiasi tipo di uccello selvatico e domestico ed è contagiosa, nonché mortale, anche per l’uomo.
Il danno è stato calcolato in difetto attorno agli 800 milioni di euro.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Ad ogni allarme
l’agricoltura
paga il conto
Francesco Vitale
“... il cambiamento che si è
venuto a creare nel mondo
del lavoro...”
Aviaria,
mucca pazza,
lingua blu,
ormoni ai bovini:
20 anni di paure
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AGRICOLTURA
Tiziano Marelli
Gli studenti promuovono “Frutta Snack”
Un’esperienza pilota da generalizzare
G
V. Orsolini da Fattori
Battitori a carreggiato,
1875/1880
L’Ue riconosce
l’eccellenza
del progetto
22
razie all’installazione – avviata circa un anno fa in un’ottantina di scuole
superiori di Roma, Bologna e Bari – di distributori dedicati, 42.500 studenti in età compresa fra i 16 e i 17 anni hanno potuto acquistare confezioni di macedonia, mele a fette (fresche e secche), yogurt e succhi di frutta
direttamente nei loro istituti scolastici. Tutte merende sane, acquistabili a prezzi
variabili dai 0,70 centesimi agli 1,50 euro a porzione. L’idea, scaturita con la messa
a punto e l’operatività del progetto “Frutta Snack”, pare proprio essere stata molto
gradita anche dagli insegnanti e dalle famiglie coinvolte, come testimoniato dagli oltre 1500 questionari
compilati e restituiti per l’analisi dei risultati. L’iniziativa ha fatto parte di un progetto-pilota promosso
dal precedente Governo e raccolto da quello attuale
(attraverso il coinvolgimento del Ministero del Welfare d’intesa con quello dell’Istruzione) ma, visto il
successo, “Frutta Snack” sarà presto ampliata ad altre
città. Lo hanno dichiarato nella conferenza stampa di
presentazione dei dati dell’iniziativa (che si è tenuta
a Roma lo scorso mese di dicembre), gli enti promotori, forti anche dei dati che certificano come, dopo
aver usufruito regolarmente dei distributori di frutta,
il 54% degli studenti coinvolti nell’operazione abbia
dichiarato di aver aumentato il consumo settimanale di frutta, e addirittura il 67%
di conoscere ora meglio le virtù della frutta nei confronti della salute. I questionari
hanno anche evidenziato che il 40% degli alunni consuma lo spuntino a scuola tutti i
giorni mentre solo il 9% non lo fa mai, che in media i ragazzi consumano poco meno
di tre porzioni di frutta o verdura al giorno, che le ragazze risultano essere consumatrici in misura maggiore e più regolare dei coetanei maschi, e che di fronte ai distributori di frutta a scuola il 58% dei ragazzi non è rimasto indifferente e li ha usati una
o due volte al mese, il 18% un paio di volte a settimana e l’11% ancora di più. Nella
top ten dei gusti il primo posto è spettato alla macedonia (gradita ad uno studente su
due), poi sono risultate gradite le fette di mela essiccate, gli spicchi di mela fresca, lo
yogurt e i succhi; le confezioni di frutta secca hanno riscosso il gradimento solo del
21% dei giovani, e la passata del 13%. Altro dato interessante: non si sono registrate
sensibili differenze di gusto fra una città e l’altra.
A conferma del successo dell’operazione, “Frutta Snack” è stato accreditata come “best practice” dalla Commissione europea. Nel particolare, durante la
conferenza di presentazione del programma europeo “School Fruit Schemes”
– appuntamento che si è tenuto tre settimane fa a Bruxelles - il progetto italiano
è stato indicato come esperienza consolidata in grado di contribuire all’elaborazione di un “percorso tipo” a supporto di tutti i Paesi membri che, entro il 2009,
devono avviare simili programmi di sviluppo dei consumi di frutta e verdura sul
proprio territorio. Un riconoscimento evidente, che conferisce lustro e importanza a tutta l’operazione di educazione alimentare messa a punto e sperimentata dal
Governo italiano.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
AGRICOLTURA
Gianluca Cicinelli - Assunta Soldi
La Banca d’Italia analizza la crisi
L’Ue conferma ed approfondisce
P
iù che di bollettino economico è il caso di parlare se non di bollettino di guerra certamente di bollettino di crisi. Ancora una volta la Banca d’Italia lancia l’allarme sulla situazione economica dei mercati internazionali e dell’Italia in particolare e, al di là dell’opportunità di certi commenti di esponenti
del mondo politico, i dati rilevati e prospettici denunciano tempi bui con schiarite
all’orizzonte piuttosto lontane. Tali preoccupanti scenari sono confermati dall’ultimo
Rapporto dell’Unione europea.
Quella che era nata come crisi dei mutui immobiliari è oramai diventata una crisi dell’economia reale, un fiume in piena ulteriormente alimentato dai detriti del calo dei
consumi, investimenti e produzione. La finanziarizzazione di un economia basata sul
debito ha creato un effetto domino a livello globale le cui conseguenze saranno difficilmente smaltibili dalle economie nazionali: la componente pubblica di questo debito
subirà un aumento a sostegno, nel breve e medio periodo, di quella privata necessaria a
sua volta al rilancio dell’economia. E così le previsioni danno un calo del pil degli Stati
Uniti nel 2008 e una contrazione anche nel 2009, il Giappone in recessione, Cina e
India che rallentano la loro produzione.
Nell’area euro si stima in media un calo del pil di oltre l’1% nel 2009 (le previsioni di
Bruxelles danno un calo del 1,9%), con la Bce che taglia i tassi di riferimento (ultimo dato
2%) e 3,5 milioni di posti di lavoro bruciati.
E l’Italia? Il pil diminuito del 2% nel 3° trimestre 2008 è la conseguenza del calo
degli investimenti delle imprese e di una riduzione delle esportazioni e dei consumi
delle famiglie. Le stime Banca d’Italia, in considerazione degli impegni del Governo a
sostegno della domanda e del calo della produzione industriale, danno il pil in diminuzione del 2% nella media del 2009 (in linea con il rapporto di Bruxelles), in crescita
dello 0,5 nel 2010. Sempre dal rapporto di Bruxelles si stima un disavanzo per l’Italia
del 3,8% (rapporto deficit/pil) sopra il 3% parametro di Maastricht dunque, mentre
il debito pubblico toccherà la soglia del 109,3%.
Per quanto riguarda le famiglie il calo dei consumi è influenzato da una diminuzione del
reddito reale disponibile e, probabilmente, da una minore propensione all’acquisto dei
beni durevoli in vista di un possibile peggioramento delle condizioni economiche generali e del mercato del lavoro: l’occupazione in crescita da oltre 10 anni ha (nel terzo trimestre 2008) subito una battuta d’arresto, e, da dati Inps, nel 2008 sono aumentate le ore
autorizzate per il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) nell’industria
sono quasi raddoppiate (+96,84%), hanno sfiorato quota 79 milioni.
Anche per il settore agricolo le previsioni per il 2009 non sono delle migliori. Secondo
l’Ufficio Studi di Confagricoltura di Milano e Lodi si stima una contrazione del valore
della produzione agricola totale di circa meno 0,1% per il 2008 e meno 1,4% per il 2009.
Ricordiamo come l’instabilità dei mercati abbia determinato prima un aumento dei prezzi delle materie prime agricole tra la seconda metà del 2007 e i primi mesi del 2008, per
poi vedere le quotazioni ridotte (in particolare per i cereali); più in generale dall’inizio del
2008 i prezzi all’origine dei prodotti agricoli hanno subito una riduzione del 13%.
Dal lato imprese l’indice della produzione industriale, destagionalizzato e corretto per il
numero dei giorni lavorativi, avrebbe subito un calo intorno al 4% nella media del 2008:
un calo simile è riconducibile soltanto alla crisi del 1974-75.
Per “attenuare e abbreviare la recessione”, recita il bollettino Banca d’Italia, diventa fondamentale l’attuazione di politiche economiche in grado di stabilizzare i mercati finanziari e sostenere la domanda aggregata (con la complicità di una diminuzione dell’inflazione) e al contempo garantire la sostenibilità di tali manovre per le finanze pubbliche.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Le stime
allarmanti
della
Banca d’Italia
P. Guzzo
L’arrotino
Lieve calo
del Pil agricolo
23
OPINIONE
Loredana Pesoli*
Donne in pensione a 60 anni: né discriminazione né
privilegio, solo ritardo culturale e sociale
Q
uesto il dispositivo con il quale la a risollevare questo punto come portante di
Corte di Giustizia europea, in data una battaglia di diritti, opportunità e ugua13.11.2008, ha reiterato e sancito glianza, data per vinta, ma in verità presente
definitivamente la messa in mora solo sulla carta.
della Repubblica Italiana in merito al pensio- È facile immaginare, dati questi numeri, lo
namento differenziato tra uomini e donne, ri- scempio che si riverbera sui montanti previferito al pubblico impiego.
denziali delle donne occupate, specie in un
Volendo andare oltre la mera enunciazione del- regime previdenziale contributivo, nell’arco di
la condanna, risulta estremamente interessante una vita lavorativa di 30/35 o 40 anni; altretla lettura delle motivazioni della sentenza stes- tanto funesta è la proiezione delle loro riserve
sa, in special modo per quanto relativo a: 1) la matematiche in seno ai fondi pensione compensione è a tutti gli effetti ritenuta alla stregua plementari, che ricevono, nella maggior pardi una retribuzione e pertanto l’Europa condan- te dei casi, contributi annui calcolati su quote
na ogni forma di disparità salariale e retributiva percentuali della retribuzione.
basata sul genere; 2) è infondata la motivazione, Si prepara un esercito di donne che, dopo avere
tra le altre addotta dalla Relavorato per una vita, saranpubblica Italiana, secondo
no, loro malgrado, molto
“Mantenendo in vigore una
cui il pensionamento anticivicine alla soglia di povertà
normativa in forza della
pato equivarrebbe ad un rinonostante percettrici di
quale
i
dipendenti
pubblici
sarcimento per le difficoltà
pensione e di pensione comhanno diritto a percepire
che le donne incontrano duplementare.
la pensione di vecchia a età
rante la vita lavorativa, nei
Qualche anno di lavoro in
diverse
a
seconda
che
siano
percorsi di carriera e nella
più, a parità di sperequaiperbolica conciliazione tra uomini o donne, la Repubblica zione retributiva non risoli tempi di lavoro e i tempi
verebbe nulla, e le retribuItaliana è venuta meno agli
di cura e di responsabilità
zioni percepite negli anni a
obblighi di cui all’art. 141
familiare.
seguire, non resterebbero
CE. La Repubblica Italiana è
Volendo quindi concentrare
certamente nelle tasche
condannata alle spese”
l’attenzione anche solo su
delle donne, intente a troquesti due punti, le riflessiovare una soluzione all’acni conseguenti sono numerose, e si estendono a cudimento di nipoti (pochi, nel nostro Paese,
tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato.
ma sempre troppi per le strutture pubbliche)
La parità di retribuzione tra uomini e donne, e anziani (tantissimi e longevi), senza consia parità di qualifica e di mansioni è lontanissi- derare che, visto il periodo di recessione ecoma dall’essere realtà nel nostro paese, ancor- nomica, per giovani donne e giovani uomini si
ché sancita da ogni legge, contratto, accordo. chiuderebbero ancora di più le già strette vie di
Nella media nazionale tale disparità raggiun- accesso al mercato del lavoro.
ge picchi del 27%, a danno delle donne; nel In alternativa si propone una diversa ricetta afcomparto dei dirigenti, dei quadri e degli im- finché i risparmi previdenziali attesi dall’innalpiegati dell’agricoltura, essa determina una zamento coatto dell’età pensionabile, possano
forbice che va dal 16% tra le categorie minori, essere ragionevolmente sostituiti/affiancati da
al 23% nel caso di quadri e dirigenti. (Fonte: maggiori entrate; l’avvio di un grande fronte
Progetto “Agronoma”)
contro la disparità retributiva, che colpisce le
La Corte di Giustizia europea bene ha fatto donne per tutto l’arco della vita lavorativa per la
*Coordinatrice Nazionale Donne Confederdia, Resp. Fondo Pensione Impiegati Agricoli Fia, Resp. Fondo Pensione Agrifondo
24
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
OPINIONE
realizzazione di una parità retributiva e salariale
sostanziale e non teorica tra i generi; le maggiori entrate contributive e fiscali, unite al rilancio
dei consumi, determineranno lo stesso risultato
atteso dal risparmio previdenziale proposto con
l’innalzamento dell’età (dispositivo già presente
peraltro in via facoltativa e spesso utilizzato dalle donne, quindi non proprio risolutivo).
Un vincolo di destinazione, nel bilancio dello
stato, di tali nuove, maggiori entrate, dovrà poi
indirizzarle a servizi di sostegno alla genitorialità
ed alla non autosufficienza, spostando il tasso di
accoglienza degli asili nido dall’attuale 7% ad un
valore da società civile, e favorendo l’assistenza
domiciliare quale elemento di dignità e rispetto
dei nostri anziani, sempre più numerosi e longevi, per esempio elevando la soglia retributiva
prevista dai congedi parentali per uomini e donne, sollevando le spalle di queste ultime, da un
lavoro di cura che si è andato vieppiù sommando
ai loro impegni lavorativi e professionali, in sostituzione e supplenza di un welfare inadeguato ai profondi mutamenti sociali ed all’ingresso
massiccio delle donne nel mercato del lavoro,
dal dopoguerra ad oggi. Ingresso ancora non
completamente realizzato, peraltro, considerato
che il nostro Paese ancora perpetua uno “spreco”
di competenze femminili, altamente scolarizzate e formate, attestandosi al 47,2% di tasso di
occupazione femminile contro il 60%, richiesto
dall’Europa per il 2010, a tutti gli stati membri,
quale motore di crescita economica.
In uno scenario così riformato, lo spostamento
in avanti dell’età pensionabile non solo sarà possibile, ma sostenibile e favorevole a tutti, uomini
e donne, e non solo subìto, seppure nel rispetto
di una sentenza di condanna.
Il sindacato sa dove si annidano queste sacche di
evasione, elusione e discriminazione a danno delle donne e finora, verosimilmente, non ha posto la
dovuta attenzione a questo tema, consentendo che
si verificassero ripercussioni negative anche in altri
ambiti; oggi non è più possibile rinviarne la priorità, sindacale, politica e legislativa, cogliendo l’occasione per la ripresa di una battaglia di diritti e di
uguaglianza.
Finanziaria light per il settore agricolo
L
Antonio Coviello
a legge 22 dicembre 2008, n. 203, pubblicata sul supplemento ordinario n. 285 alla Gazzetta Ufficiale n. 303, del 30 dicembre 2008 è la legge Finanziaria per l’anno 2009. Il provvedimento, in vigore
il 1° gennaio 2009, stante l’anticipazione nella manovra d’estate di cui al decreto legge n. 112/2008,
convertito con modifiche dalla legge n. 133/2008, ed il decreto legge n. 171/2008, così come convertito dalla Legge n. 205/2008, per quel che concerne il settore agricolo è molto “leggero”. Queste le disposizioni d’interesse. Cassa integrazione, mobilità, disoccupazione speciale (articolo 2, commi da 36
a 38). Incremento da 450 a 600 milioni di euro dello stanziamento previsto per la concessione nel 2009, in
deroga alla normativa ordinaria, degli ammortizzatori sociali. Il ministro del Lavoro è autorizzato a disporre,
di concerto con il ministro dell’Economia, entro il 31 dicembre 2009, trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale, nel caso di programmi finalizzati alla gestione
di crisi occupazionali, in deroga alla normativa vigente. Trattamenti che possono essere concessi anche per
settori produttivi e aree regionali individuate in specifiche intese stipulate in sede istituzionale territoriale
entro il 20 maggio 2009, e recepite in accordi governativi entro il 15 giugno 2009. Gasolio impiegato
nelle coltivazioni sotto serra (articolo 2, comma 14). Prorogata per il 2009 l’esenzione dall’accisa
per il gasolio impiegato nelle coltivazioni sotto serra. La disposizione, inoltre, estende l’esenzione, per l’anno
2009, agli oli vegetali impiegati per fini energetici nelle serre. Piccola proprietà contadina (articolo
2, comma 8). Prorogate al 31 dicembre 2009 le agevolazioni tributarie previste per l’acquisto di terreni
finalizzati alla formazione e all’arrotondamento della piccola proprietà contadina. I benefici consistono nell’applicazione delle imposte di registro e ipotecaria nella misura fissa di 168 euro. Resta dovuta nella misura
ordinaria (1%) l’imposta catastale.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
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OPINIONE
Gino Rotella*
Sulla mobilitazione degli operai agricoli
S
I sindacati
protestano
verso l’Inps
Pietro Montone
(Accademia Belle Arti, Napoli)
Cambio lavoro
Semplificazione
e lotta
al lavoro nero
i va intensificando la protesta sindacale nei confronti dell’Inps. In queste
settimane, in molte province italiane, le Federazioni sindacali di categoria
hanno organizzato presidi ed iniziative atti a rimuovere le condizioni strutturali che negano diritti essenziali a decine di migliaia di operai agricoli,
coinvolgendo i poteri locali ad un’azione congiunta. “Non vogliamo vincere, ma solo
convincere”. Con le stesse parole, usate da Franco Basaglia nelle sue battaglie di
civiltà, le Federazioni sindacali unitarie del settore agroalimentare Flai, Fai e Uila
stanno portando avanti una lunga vertenza per modernizzare la previdenza del settore agricolo e arginare il lavoro nero, trovando non sempre attenta ed adeguata
interlocuzione. Vediamo in sintesi di cosa si tratta, dopo una premessa. Sul finire
degli anni ‘90 furono accentrati all’Inps compiti, funzioni e poteri senza pari, prima
condivisi con lo Scau (Servizio Contributi Agricoli Unificati) e le Commissioni locali
di collocamento.
Conseguentemente alla loro soppressione, ora è tutto nelle mani dell’Istituto previdenziale, dalla comunicazione dell’avviamento al lavoro, alla
compilazione degli elenchi anagrafici, al pagamento delle prestazioni di disoccupazione di cui ha diritto, ogni anno, il 90%
degli occupati del settore: circa 800.000 persone. L’intento
era chiaro e condiviso. Avviare un processo di unificazione del
lavoro agricolo alla generalità dei lavoratori, per eliminare la
concezione e soprattutto la prassi assistenzialistica di cui era
(e lo è ancora) infarcita la gestione della previdenza agricola.
Dopo dodici anni quell’obiettivo è sostanzialmente fallito. Le uniche misure introdotte riguardano solo i lavoratori. Questo è il punto. E da qui partiamo, sottolineando la condizione operaia del settore agricolo, per sviluppare tre punti di merito che
s’intrecciano l’uno con l’altro. Primo. Il lavoratore agricolo trae i suoi diritti non già
dalle ore di lavoro effettuate, ma dalle giornate di iscrizione negli elenchi anagrafici
che ogni anno l’Inps deve pubblicare. Se quello di rendere pubblica l’iscrizione dei
lavoratori negli elenchi – da esporre negli albi pretori dei comuni – era una modalità
di “controllo sociale” sulla gestione assistenziale del lavoro agricolo, oggi tale premessa è sostanzialmente superata.
Ma intanto la fonte dei diritti continua a insorgere dagli stessi elenchi; e se, come
spesso accade, quegli elenchi sono sbagliati (per più e differenti motivi), peggio per
chi ci incappa. Le procedure di recupero sono tortuose. Così migliaia di lavoratori, spesso per mere inadempienze amministrative, ed essendo state soppresse dal
governo le procedure di garanzia del contenzioso amministrativo, per conseguire i
propri diritti devono attivare il contenzioso legale. Nel frattempo chi aveva confidato sul trattamento di disoccupazione come elemento del proprio reddito familiare,
deve trovare altre vie. Se le trova. Quando un problema del genere interessa non un
singolo, ma una intera comunità – come sta accadendo in questi giorni a Salerno,
dove sono coinvolte oltre 9.000 persone non iscritte negli elenchi, il problema stesso
diventa una sostanziale questione sociale, se non di ordine pubblico.
Certamente assume le caratteristiche di una battaglia sindacale, che non riguarda
solo quella realtà. Entriamo nel secondo punto. Perché migliaia di lavoratori vengono esclusi dagli elenchi? Si tratta davvero “falsi braccianti”, come spesso si afferma?
Certo ci sono (ancora e tante) persone che, trovando facilmente accessibile il sistema
*Responsabile dipartimento Previdenza, Sicurezza e Mercato del lavoro - Flai
26
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
OPINIONE
di tutela sociale agricolo, vi entrano illegalmente per trarne illeciti benefici. A fronte
dei quali esistono (falsi) datori di lavoro che lucrano sulle fittizie dichiarazioni di
lavoro. A volte si tratta di vere truffe. Con la compravendita di giornate di
finto lavoro, disponibile nei supermarket delle mafie locali e nei retrobottega di degradati ambienti sociali, in cui è facile trovare inesistenti rapporti
di lavoro da dichiarare all’Inps al solo scopo di conseguire impropri benefici
assistenziali ed indennità di vario genere. Si tratta di risorse economiche
ingenti, considerate dalla Corte dei Conti, “frutto di illeciti comportamenti
del dipendente personale addetto alle pertinenti procedure”, tali da minare
la credibilità della previdenza agricola, resi possibili solo attivando reti di
complicità esterne ed interne allo stesso Istituto.
In quegli stessi supermarket, ma anche e soprattutto fuori, agiscono indisturbate e con la complicità occulta e palese di soggetti “insospettabili”, cooperative ed aziende (cosiddette) “senza terra” che nel secolo della modernità e della
globalizzazione hanno in mano la gestione esclusiva del mercato del lavoro agricolo.
Ed operano a danno della previdenza pubblica e dei diritti degli operai agricoli.
Questo, dunque, è un problema che per la sua portata non può riguardare solo il
sindacato dei lavoratori; di quei lavoratori ai quali, quando incappano nelle maglie
delle inchieste, vengono bloccate – in attesa della conclusione delle indagini che a
volte durano anni – le prestazioni previdenziali, pagando solo loro il conto di un iniquo sistema che fa insorgere i diritti non – come avviene in tutti gli altri settori – dal
lavoro, ma dalla iscrizione negli elenchi anagrafici. Ecco quindi il terzo punto.
La previdenza agricola è facilmente accessibile. Tutti, dicasi tutti, possono potenzialmente accedervi. Ed è possibile accedervi, perché nella buona sostanza è sconosciuta, dunque non applicata, la norma che subordina la possibilità di assumere al
lavoro quelle aziende che presentano all’Inps la “denuncia aziendale” dalla quale si
potrebbe facilmente desumere il fabbisogno di manodopera. Sarebbe dunque possibile (anche facile) per l’Istituto attuare, mediante un attento monitoraggio, una programmata e preventiva azione di contrasto indirizzata a quelle aziende fraudolente,
abituate a ripetere anno dopo anno gli stessi atti.
La stessa legge lo imporrebbe nel disporre che “L’Inps procede alla verifica delle
denunce aziendali con priorità a quelle che presentano valori di manodopera impiegata inferiori a quelli calcolati sulla base dei valori medi d’impiego di manodopera…”. Ma non si fa. Punto. Tutti lo sanno e molti ci provano. Assumere in agricoltura è facile. L’aliquota contributiva è bassa. Perché non farlo? È possibile, assumere
in agricoltura. Non è neanche rischioso. Basta un mediocre consulente, ed è fatta.
Se poi si affina l’ingegno, non pagarli affatto, i contributi, è altrettanto facile. Basta
semplicemente non pagarli. Perché, diversamente dalle imprese degli altri settori,
i datori di lavoro agricolo non pagano i contributi a fine mese ma dopo un lungo e
contorto iter burocratico, talmente lungo da consentire a molte cooperative o aziende (con e) senza terra di svanire nel nulla, lasciando alla previdenza pubblica il costo
dell’accredito contributivo già effettuato.
Da tutto ciò, da un insieme di situazioni, deriva la diffusa convinzione di considerare
la previdenza agricola una greppia. Fonte di leciti ed illeciti finanziamenti. Dov’è
possibile e facile attivare incursioni da cui trarre benefici. Una greppia, appunto. Per
tanti. Aziende agricole piccole, grandi, e sedicenti tali. Una miriade di soggetti che
forse sarebbe il caso disboscare, per distinguere le aziende serie che operano, con
tante difficoltà, sui mercati locali e globali, da coloro che utilizzano la previdenza ed
il settore agricolo per fini diversi, non sempre pregevoli.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Clajdi Arapi
(Accademia Belle Arti, Foggia)
Cantiere a Nord-Est
La Cgil chiede
il rispetto
delle norme
La lotta
al lavoro nero
e irregolare
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MONDO
Assunta Soldi
La Russia nell’era globale
Putin e Wen Jiabao grandi relatori a Davos
La Russia
torna potenza
globale
F. Sarria da Carrà
Il cavaliere occidentale, 1917
L’agricoltura
rappresenta
una risorsa
chiave per il
Pil russo
28
L
a Russia rivendica e riconquista con forza il ruolo di global player sulla scena
internazionale grazie ad una posizione geografica strategica al confine tra mondo
asiatico ed europeo.
Interessi economici ed energetici, sicurezza mondiale, stabilità nell’area caucasica e relazioni con i Paesi confinanti costituiscono quel territorio franco dove le relazioni tra i paesi europei e la Russia diventano opportuni oltre che necessari. In ambito europeo la Russia privilegia il
bilatelarismo ovvero accordi tra i singoli Paesi: questi perseguendo prevalentemente interessi nazionali rilevano minori implicazioni e condizionamenti in tema di democrazia e di diritti civili.
I rapporti economici con l’Italia sono sempre più caratterizzati dalla forte penetrazione delle
imprese italiane sul territorio e dalle esportazioni di quei prodotti tipici del Made in Italy.
Il Pil russo è cresciuto fra il 1998 e 2007 a ritmi del 7% grazie ad una produzione strategica di
energia e di materie prime e alla posizione detenuta di seconda potenza nucleare. Il 44% delle
importazioni di gas dell’Ue è di origine russa e, con il 30% delle importazioni totali di petrolio, rappresenta il più grande fornitore di questa materia prima. In base alle previsioni
della Commissione la Ue importerà più del 70% del fabbisogno energetico dalla Russia
entro il 2030. L’agricoltura rappresenta una risorsa economica chiave per il Pil russo con
il 9% sul totale della forza lavoro degli occupati in questo settore, ma solo una percentuale ridotta del Paese, il 12,6 %, è destinato all’agricoltura dovendo ovviamente escludere la
vastità delle terre siberiane. La superficie agricola della Russia si estende soprattutto in
ambito europeo, mentre la produzione risente ancora della privatizzazione delle aziende
statali e collettive dalle grandi dimensioni e si configura fortemente integrata verticalmente (dalla produzione agricola alla trasformazione industriale).
La Russia resta uno dei maggiori importatori mondiali di zucchero e carni nonostante un
aumento della produzione interna. Dall’ultimo decennio è in netta ripresa la produzione dei
cereali in grado di soddisfare sia la domanda interna che quella esterna e dei semi oleosi per
i quali sono aumentati anche gli impieghi interni. Sicuramente il potenziale interno è ancora
enorme con una possibile crescita delle esportazioni verso i Paesi nordafricani: il naturale
bisogno di cereali di questi ultimi unito alla facilità di accesso ai porti del Mar Nero rendono la
Russia il partner commerciale ideale.
I problemi che tuttavia l’agricoltura russa si trova ad affrontare sono rappresentati da tecniche
di coltivazione obsolete, costi di transazione elevati (a causa di infrastrutture inefficienti) e
una normativa di regolamentazione ancora carente.
L’immagine fortemente voluta da Putin e dal suo delfino Medvedev di una Russia aperta al
nuovo, che fa riferimento al Bric – Brasile, Russia, India e Cina – e al blocco economico che
questo può rappresentare, all’attenzione posta sullo Stato di diritto, ad una modernizzazione
che fonda le sue basi sulla legalità (complice un’opinione pubblica stanca della corruzione
dilagante e di un potere dello Stato coercitivo e arbitrario) non trova sostegno nella fragilità
delle strutture e degli stessi rapporti economici.
Si richiede quindi uno sforzo maggiore per sconfiggere il centralismo burocratico degli apparati
politico-amministrativi, fonte di grandi inefficienze, sfruttando l’opportunità di una forza
finanziaria oltre che politica derivante dalla gestione strategica delle risorse del petrolio e
gas naturale. La gestione di questo potere se unita alla volontà di partecipare attivamente
alla costruzione di un nuovo ordine mondiale globale può rappresentare una grande prova
di democrazia.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
MONDO
Roberto Tofani*
Vietnam prossima frontiera?
La nuova tigre orientale visitata da D’Alema
È
la Repubblica Socialista del Vietnam la nuova frontiera del ‘Made in
Italy’? Secondo il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, che insieme al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha
guidato l’ennesima missione imprenditoriale italiana in Vietnam, non
c’è alcun dubbio. “Il Vietnam è un paese prioritario nell’area asiatica che si adatta allo sviluppo di piccole e medie imprese sul modello italiano”, ha dichiarato il
ministro al ‘Sole24Ore’.
Le parole di Scajola, però, non aggiungono nulla di nuovo a quelle dell’ex ministro
degli Esteri Massimo D’Alema durante la sua recente visita, quando insieme a
Roberto Colaninno, pose la prima pietra dello stabilimento Piaggio nella provincia di Vinh Phuc (50 Km da Hanoi), e dai rappresentanti di governo che lo hanno
preceduto negli ultimi sette anni.
Ad oggi, la presenza italiana in Vietnam resta di fatto limitata, e i dati dimostrano
che il ‘Bel Paese’ parte dalle retrovie: appena 28 gli investimenti diretti, per un valore
totale di 114 milioni di dollari, e diciassettesimo fornitore a livello globale.
La concorrenza europea invece - Francia, Germania, Gran Bretagna e Russia - è già presente stabilmente nel Paese est asiatico da oltre un decennio.
Oltre ad un prodotto interno lordo che dal 1991 cresce ad una media del
7,5% annuo, il grande risultato ottenuto dal Vietnam, di cui poco si parla, risiede nelle politiche di riduzione della povertà. Nel 1986, quando il
Partito Comunista del Vietnam decise di dare avvio ad una serie di riforme (Doi Moi), il 70% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà.
Nel 2008, quella percentuale è scesa al 15, su una popolazione di quasi
86 milioni di abitanti. Un risultato che non ha eguali nella storia dei
paesi ‘in via di sviluppo’.
Numeri che di fatto hanno garantito ad Hanoi l’ingresso in quello che gli analisti
chiamano il ‘club delle tigri’, ma distolto l’attenzione su quello che per anni è stata la
base dell’economia del Paese: l’agricoltura. Sebbene il 43% circa del pil arrivi dall’industria e ‘solo’ il 20% dal settore agricolo, il 56% della forza lavoro vietnamita, su un
totale di 47 milioni di lavoratori, è impegnata in attività legate alla coltivazione della
terra. L’ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio (gennaio 2007), sebbene sia stato un “grande traguardo” per la nomenclatura, non ha ancora mostrato
la sua faccia più cruda ad un settore che, in questi ultimi mesi, è già stato duramente
colpito dalla crisi del riso e da un’inflazione che ha toccato quote superiori al 25%.
Oggi, gli agricoltori vietnamiti lamentano la mancanza di informazioni economiche, scelte politiche e previsioni adeguate, nonché l’assenza di una strategia di
settore. Mancanza che ha portato il ministro per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale,
Cao Duc Phat, a scusarsi pubblicamente durante l’ultima sessione dell’Assemblea nazionale (l’organo legislativo del paese).
Un settore per anni dimenticato e la cui caduta rischia di mettere in ginocchio l’intero paese, che potrebbe esser pronto ad accettare ampi investimenti e sostegno da
parte del governo. Sarei felicemente sorpreso, se la prossima missione italiana fosse
rappresentata da Associazioni di lavoratori dell’Agricoltura.
Il Vietnam nuova
frontiera per le
“pmi” agricole
T. Casarotto da Vermeer
La lattaia, 1656/1660
Il mondo
indocinese
si apre
al mercato
*Inviato in Vietnam
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
29
MONDO
Giuseppe De Marco
Allarme Fao: un miliardo di affamati nel mondo
Secondo l’ultimo rapporto della Fao cresce ancora il numero dei
senza cibo nei paesi poveri: +40 milioni solo nell’ultimo anno
Gli obiettivi
mancati
G. Vaccarezza
Lavoratori 2
Diouf si rivolge
ad Obama
30
E
ra il settembre del 2000 quando i 191 stati membri dell’Onu si impegnarono solennemente a raggiungere in 15 anni 8 Obiettivi del Millennio. Al
primo posto c’era il dimezzamento della povertà estrema e della fame.
Oggi, a 6 anni dalla scadenza fissata, le possibilità che l’obiettivo venga
centrato sono praticamente zero. Non solo, secondo quanto riportato nell’ultimo rapporto della Fao sullo “Stato dell’insicurezza alimentare nel mondo”
presentato nel dicembre scorso, il numero di persone sottonutrite nel mondo
è addirittura aumentato, passando dagli 832 milioni del 1996 ai 963 milioni
del 2008, con un aumento pari a 40 milioni nel solo ultimo anno. Le sacche di
povertà più drammatiche rimangono quelle di sempre e il 65% degli affamati
vive in soli 7 paesi, per lo più concentrati nell’Africa subsahariana e nelle zone
più povere dell’Asia meridionale (India, pakistan, Bangladesh); una classifica
tristemente guidata dalla Repubblica democratica del Congo, che
a causa dei conflitti interni ha registrato il maggiore incremento di
persone che soffrono la fame, dal 29 al 76%.
Il principale responsabile, naturalmente, è l’impennata dei prezzi alimentari degli ultimi anni, e questo nonostante il calo di oltre il 50%
registrato a partire dall’inizio del 2008 sui prezzi dei principali cereali: l’indice Fao ad ottobre 2008, infatti, era ancora un 20% più alto
rispetto al 2006. Per non parlare dell’attuale crisi economico-finanziaria, i cui effetti peraltro non si sono ancora dispiegati del tutto.
Fatto sta che “se i prezzi più bassi e la stretta creditizia associati
alla crisi economica costringeranno gli agricoltori a diminuire le
semine – ha sottolineato il Vice direttore generale della Fao Hafez
Ghanem - l’anno prossimo potrebbe verificarsi un’altra drammatica ondata di prezzi alimentari alti”.
Il costo stimato dall’Agenzia dell’Onu per mettere mano all’emergenza
cibo è di circa 30 miliardi di dollari l’anno. Briciole, se comparate ai
fiumi di denaro che ovunque si stanno spendendo per far fronte alla
crisi o ai costi sostenuti per gli armamenti, come ha ribadito il direttore generale
della Fao Jacques Diouf. In ogni caso più del doppio di quanto promesso nel
corso del vertice internazionale tenutosi lo scorso giugno a Roma, durante il quale
i governi avevano concordato di donare 11 miliardi di finanziamenti (soldi peraltro
non ancora versati). Lo stesso Diouf, tuttavia, ha aggiunto una nota positiva al quadro assai poco edificante: una speranza che guarda direttamente al nuovo inquilino
della Casa Bianca e alle nuove priorità che nasceranno dalla presidenza Obama .
«Ho chiesto ad Obama – ha raccontato Diouf – di farsi promotore di un summit
che abbia come obiettivo sradicare la povertà dal pianeta».
Un primo segnale viene intanto dall’annuncio che il prossimo vertice internazionale
dei G8 avrà per la prima volta proprio l’agricoltura come tema centrale, con un’apposita sessione dedicata ai temi del settore primario e la creazione di un Partenariato globale per l’agricoltura e la sicurezza alimentare.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
NORMATIVA
Daniela Cerrocchi
Il lavoro domestico: colf e badanti
A
llo scopo di evitare le infinite peregrinazioni e gli adempimenti burocratici,
che spesso in passato hanno scoraggiato anche i datori di lavoro armati delle
migliori intenzioni, le Istituzioni hanno cercato di
semplificare le procedure; quindi da quest’anno chi
vuole assumere un collaboratore familiare si deve
rivolgere solo ai Centri per l’impiego (i vecchi Uffici di collocamento) più vicini al proprio domicilio
e consegnare il modulo UniLav, valido anche per
l’iscrizione a Inps e Inail. Il modulo è disponibile
anche sui siti: www.lavoro.gov.it e www.interno.it.
Se il lavoratore è comunitario può essere assunto
direttamente, dopo avere concordato i termini del
contratto con il datore di lavoro. Se non è comunitario ma residente in Italia, il datore di lavoro
deve compilare il Modello Q, che si può scaricare
dai siti indicati sopra, con il quale si stipula il contratto di soggiorno per lavoro. Se infine il lavoratore extracomunitario non risiede in Italia le cose
si complicano, perché bisogna passare attraverso il
cosiddetto Decreto flussi, che ogni anno programma il numero massimo di lavoratori extracomunitari ai quali sarà concesso il permesso di soggiorno
per motivi di lavoro e bisogna garantire alloggio e
occupazione adeguati.
Sempre da quest’anno il datore di lavoro deve inoltrare la domanda di nulla osta utilizzando la nuova
procedura telematica del Ministero dell’Interno,
accessibile dal sito www.interno.it. In seguito viene
convocato dallo Sportello Unico per la consegna del
nullaosta, che ha una validità di 6 mesi, e la sottoscrizione del contratto di soggiorno, predisposto
dallo stesso Sportello.
In ogni caso, prima dell’assunzione, bisogna tenere
presente che esistono quattro tipologie di lavoratori, definite dal Contratto collettivo nazionale in base
alle competenze professionali, alle quali corrisponde anche un diverso trattamento economico. Alla
prima categoria “super” appartengono coloro che
hanno una qualifica specifica o un diploma professionale rilasciato da una scuola o ente; alla seconda
coloro che hanno una professionalità specifica (camerieri, maggiordomi, cuochi ecc); alla terza coloro
che hanno referenze in un certo ambito (baby sitter,
autisti ecc); alla quarta coloro che prestano lavoro
generico (colf). I contributi previdenziali devono
essere versati dal datore di lavoro in base alle ore
di attività che vengono pattuite con il lavoratore.
Cioè, se un domestico lavora presso più famiglie,
ogni datore di lavoro è tenuto a versare all’Inps la
quota che gli spetta, separatamente dagli altri, per
la liquidazione della pensione, dell’indennità di
maternità, degli assegni familiari, dell’indennità
di disoccupazione, dell’indennità antitubercolare e
delle cure termali, e all’Inail, per le rendite da infortunio sul lavoro e da malattie professionali. Il
calcolo è più facile di quanto sembra, utilizzando il
programma messo a disposizione sul sito dell’Inps
www.inps.it (Servizi on line – cittadino - lavoratori
domestici) con il quale è anche possibile fare delle
simulazioni. Nel calcolo dei contributi bisogna tenere conto: della retribuzione effettiva oraria, della
tredicesima mensilità, calcolata in misura oraria e
del valore convenzionale, anch’esso ripartito in misura oraria, del vitto e dell’alloggio, se il domestico vive insieme al nucleo familiare presso il quale
presta servizio. I contributi si pagano con scadenza
trimestrale (dal 1° al 10 di aprile, luglio, ottobre,
gennaio) e si versano per tutti i giorni retribuiti,
per tutte le ore effettivamente lavorate nel corso del
trimestre e per quelle relative a periodi di assenza
retribuita.
Le cifre da pagare quest’anno sono: per un orario
di lavoro compreso nelle 24 ore settimanali e fino
a 6,95 euro di retribuzione oraria si pagano 1,29
euro per ogni ora (0,31 a carico del lavoratore);
oltre 6,95 euro e fino a 8,48, si pagano 1,46 euro
(0,35 li paga il lavoratore); oltre 8,48 euro, 1,78
euro (0,43 a carico del lavoratore). Oltre le 24 ore
di attività settimanale, 0,94 euro (0,22 a carico
del lavoratore). Quando il lavoratore è coniuge del
datore di lavoro o è parente o affine entro il terzo
grado e convive con il datore di lavoro, non è dovuto il contributo per gli assegni familiari, quindi gli
importi sopra indicati scendono rispettivamente a
1,25 euro (0,31), 1,42 euro (0,35), 1,73 euro (0,43),
0,91 euro (0,22).
Il datore di lavoro che versa regolarmente all’Inps i contributi per colf o assistenti familiari
può usufruire di agevolazioni fiscali. Per la Colf,
il datore di lavoro può dedurre dal proprio reddito i contributi previdenziali, per un importo massimo di 1.549,37 euro l’anno.
Il datore di lavoro può detrarre dall’imposta lorda
il 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, per un importo massimo di 2.100 euro l’anno.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
31
NORMATIVA
Maria Miligi
Il bonus straordinario per l’anno 2009
L
’art. 1 del Decreto Legge 29 novembre 2008, n.
185 ha previsto l’attribuzione di un bonus straordinario, per il solo anno 2009, ai soggetti residenti, appartenenti ad un nucleo familiare a basso reddito, in presenza di particolari requisiti di reddito
familiare, variabili in funzione del numero di componenti
del nucleo familiare e della eventuale presenza di componenti portatori di handicap. Ai fini dell’individuazione
dei componenti il nucleo familiare si tiene conto del soggetto che richiede il beneficio, del coniuge non legalmente ed effettivamente separato, anche se non fiscalmente a
carico, dei figli e degli altri familiari a carico (art. 12 del
Tuir, alle condizioni ivi previste). Nel computo del reddito complessivo familiare si assume il reddito complessivo
di cui all’art. 8 del Tuir, con riferimento a ciascun componente il nucleo familiare. Sono considerati fiscalmente a
carico i familiari che abbiano posseduto, nell’anno preso
a riferimento per l’attribuzione del beneficio, un reddito
complessivo non superiore a euro 2.840,51, al lordo degli
oneri deducibili.
I destinatari del beneficio. Sono destinatari del beneficio i nuclei familiari i cui componenti, residenti e non titolari di partita Iva, sono esclusivamente titolari, nell’anno
2008, di reddito derivante da lavoro dipendente o da pensione, di alcuni redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente limitatamente agli assegni periodici, redditi diversi, limitatamente ai redditi derivanti da attività di lavoro
autonomo non esercitate abitualmente, qualora percepiti
dai soggetti a carico del richiedente o dal coniuge anche
se non a carico, nonché fondiari, esclusivamente in coacervo con gli altri redditi dianzi detti, per un ammontare
non superiore a 2.500 euro. Nel dettaglio, i beneficiari di
cui si argomenta, devono aver conseguito, nell’anno 2008
ai sensi dell’art. 1, comma 1 del citato D.L. esclusivamente
redditi appartenenti alle seguenti categorie:
a) redditi di lavoro dipendente (art. 49, comma 1 del
Tuir);
b) redditi di pensione (art. 49, comma 2 del Tuir);
c) redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui
all’art. 50, comma 1, lettere a), c-bis), d), l) ed i) limitatamente agli assegni periodici corrisposti al coniuge di cui
all’articolo 10, comma 1, lettera c), del Tuir, tra i quali, ad
esempio:
• compensi percepiti dai lavoratori soci delle cooperative
di produzione e lavoro;
• redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata
e continuativa;
• compensi percepiti da soggetti impegnati in lavori socialmente utili;
d) redditi diversi di cui all’art. 67, comma 1 lettere i) e l) del
Tuir, qualora percepiti dai soggetti a carico del richieden-
32
te, ovvero dal coniuge non a carico, ossia:
• redditi derivanti da attività commerciali non esercitate
abitualmente;
• redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitato abitualmente;
e) redditi fondiari di cui all’art. 25 del Tuir, per un ammontare non superiore ad euro 2.500,00, solo se considerati
cumulativamente con il reddito di lavoro dipendente e/o
di pensione.
Il reddito familiare complessivo viene calcolato sommando i redditi posseduti da ciascun componente il nucleo
familiare. Il numero dei componenti il nucleo familiare si
computa includendo il richiedente, il coniuge non legalmente ed effettivamente separato, anche se non a carico,
nonché i figli e gli altri familiari fiscalmente a carico.
La misura del beneficio. Il beneficio è attribuito in
base al numero dei componenti del nucleo familiare, degli
eventuali componenti portatori di handicap e del reddito
complessivo familiare riferiti al periodo d’imposta 2007 o,
in alternativa, al periodo d’imposta 2008, per i seguenti
importi: euro 200,00 nei confronti dei soggetti titolari di
reddito di pensione ed unici componenti del nucleo familiare, qualora il reddito complessivo non sia superiore ad
euro 15.000,00; euro 300,00 per il nucleo familiare di due
componenti, qualora il reddito complessivo familiare non
sia superiore ad euro 17.000,00; euro 450,00 per il nucleo
familiare di tre componenti, qualora il reddito complessivo familiare non sia superiore ad euro 17.000,00; euro
500,00 per il nucleo familiare di quattro componenti,
qualora il reddito complessivo familiare non sia superiore
ad euro 20.000,00; euro 600,00 per il nucleo familiare di
cinque componenti, qualora il reddito complessivo familiare non sia superiore ad euro 20.000,00; euro 1.000,00
per il nucleo familiare di oltre cinque componenti, qualora
il reddito complessivo familiare non sia superiore ad euro
22.000,00; euro 1.000,00 per il nucleo familiare in cui vi
siano figli a carico del richiedente portatori di handicap ai
sensi dell’art. 3 comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.
104, qualora il reddito complessivo familiare non sia superiore ad euro 35.000,00.
Il beneficio viene attribuito ad un solo componente del
nucleo familiare e non costituisce reddito né ai fini fiscali,
né ai fini contributivi e assistenziali, né per il rilascio della carta acquisti di cui all’art. 81, comma 32, del Decreto
Legge 25 giugno 2008, n. 112, così come convertito dalla
Legge 6 agosto 2008, n. 133).
Termini e modalità di presentazione della richiesta. La domanda può essere presentata presso i sostituti
d’imposta presso i quali si presta l’attività lavorativa, gli
enti previdenziali ovvero direttamente all’Agenzia delle
Entrate. Il termine di presentazione della richiesta varia
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
NORMATIVA
a seconda dell’anno d’imposta preso come riferimento
per la sussistenza dei requisiti necessari per ottenere il
bonus. Il richiedente, se titolare, per il solo anno 2008,
dei redditi elencati nelle lettere dalla a) alla e) dell’art.
1, comma 1 del D.L. n. 185/2008, può scegliere di richiedere il bonus in dipendenza del numero dei componenti
del nucleo familiare e del reddito complessivo familiare, riferiti al periodo d’imposta 2007 o 2008. Qualora
l’interessato scelga di presentare domanda al sostituto
d’imposta o ad un ente previdenziale la richiesta deve
essere presentata:
• entro il 28 febbraio 2009, se opta per il periodo di imposta 2007;
• entro il 31 marzo 2009, se opta per il periodo di imposta 2008.
I sostituti d'imposta e gli enti previdenziali, ai quali è
stata presentata la richiesta, erogano il beneficio spettante, entro il mese di febbraio e marzo 2009, per le domande riferite al 2007, ovvero aprile e maggio 2009, per
le domande riferite al 2008.
In alternativa, la richiesta può essere presentata in via
telematica all’Agenzia delle entrate, anche tramite Caf:
• entro il 31 marzo 2009, se la richiesta è riferita al pe-
riodo d’imposta 2007;
• entro il 30 giugno 2009, se il soggetto è esonerato
dall’obbligo della dichiarazione dei redditi, ovvero con
la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2008, se la richiesta è riferita al periodo d’imposta
2007.
La richiesta può essere effettuata anche mediante i
soggetti di cui all’articolo 3, comma 3, del D.P.R. n.
322/1998 ai quali non spetta alcun compenso: si tratta degli iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei
ragionieri e dei periti commerciali e dei consulenti del
lavoro; dei soggetti iscritti alla data del 30 settembre
1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle camere
di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la
sub-categoria tributi, in possesso di diploma di laurea
in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti o diploma di ragioneria; delle associazioni sindacali di categoria tra imprenditori, nonché quelle che
associano soggetti appartenenti a minoranze etnico-linguistiche; dei centri di assistenza fiscale per le imprese
e per i lavoratori dipendenti e pensionati; degli altri incaricati individuati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.
Polifonica land: la mappa agrolimentare
L
Daniele Barbieri
a crisi economica mondiale che inizia ad avvolgerci è senz’altro negativa ma può avere aspetti positivi, soprattutto
se ci costringe a fare i conti con verità presunte immutabili e con un futuro che abbiamo la pessima abitudine di
immaginare senza ali (cioè senza un domani capace di volare) e senza radici (cioè senza ri-studiare il passato)
insomma pericolosamente eguale al presente.
Un anno fa - o poco più - è uscito nelle edizioni Socialmente un libro dal titolo affascinante, «Polifonica land» con
l’ambizione di realizzare una «mappa dell’agroalimentare». Avete presente lo slogan «pensare globalmente, agire
localmente»? Nelle 280 pagine di «Polifonica land» lo si prende sul serio, visto che i due terzi del volume sono dedicati al Piceno, «come possibile paradigma della filiera allargata» e ad esperienze nei territori (da Cir Food ad Alce
Nero, dal bio-officinale alla valorizzazione delle sementi, dalle terapie di Diorama alle rose Red Century) o meglio
a «una possibile geografia della filiera bio e sostenibile». Mentre nella prima parte si ragiona anche sulla «filiera
dell’olio di oliva come strumento della qualità».
Il libro, curato da Italo Cocci e Oscar Marchisio, parte con una prefazione di Guido Tampieri sul futuro con «occhi multicolori» in un mondo dove – forse per la prima volta - «tutte le persone, tutte le popolazioni hanno un presente comune»
(la frase è “rubata” a Ulrich Beck). «I bisogni del XXI secolo sono nuovi come i modi per corrispondervi», eppure – polemizza con arguzia Tampieri - «se così fan tutti è una buona ragione per fare una cosa diversa». Ricordato che «l’identità
del Made in Italy» passa anche attraverso «regole, riconoscibilità, organizzazione», ecco il discorso sulla «agricoltura polifonica». Ecco poi i curatori (Cocci e Marchisio) spiegare perchè «diacronica o sincronica la filiera è sempre allargata» mescolando con sapienza Ray Croc (mister McDù) e le ricette babilonesi di 3600 anni fa, il cinquecentesco Ulisse Aldrovandi
e il Piceno di oggi. Nel nostro piccolo, cioè l’Italia, c’è molto da studiare e/o insegnare: magari noi che vi abitiamo siamo gli
ultimi a vederlo per quel meccanismo su cui ironizzò Edgar Allan Poe con il famoso racconto della «lettera rubata». Esemplare la seconda parte di «Polifonica Land», che si intitola «il paesaggio come architettura: metodi e qualità». Nel capitolo
9 c’è il bel saggio a 6 mani (Lucio Piunti, Lucia Pellei e Alfredo Piunti) sul «paesaggio come linguaggio» che recupera
fra l’altro una intervista dimenticata di Pier Paolo Pasolini accanto all’antica scienza cinese dei venti e delle acque per
ricordarci: «il paesaggio è una risorsa trasformabile ma non rinnovabile che va protetta nella sua evoluzione […] Le parole
chiave sono «penare globalmente, tremare localmente».
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
33
NORMATIVA
Lucia Russillo
La manovra economica per l’agricoltura
Decolla il bonus fiscale sulla produzione all’estero del made in Italy
C
on il Decreto Legge 3 novembre 2008, n. 171, così come convertito dalla Legge 30 dicembre 2008, n. 205, pubblica
sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 303, del 30 dicembre 2008, recante “Misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare”, il settore agricolo ha ritrovato la gran parte degli interventi ad esso destinati e che
per varie ragioni non hanno trovato spazio nella Finanziaria per il 2009. Nel dettaglio.
Bonus made in Italy. L’articolo 1, del decreto legge di cui si argomenta, sostituisce i commi 1088 e 1089 della Legge n.
296/2006 e, di fatto, fa sì che gli investimenti in attività dirette a stimolare l’acquisto di prodotti agroalimentari, al di fuori
del territorio nazionale, danno diritto ad un credito d’imposta. I commi 1088 e 1089, dell’articolo 1 della Legge n. 296/2006,
avevano introdotto la deduzione dal reddito d’impresa di una quota pari al 25% del valore degli investimenti in attività di
promozione pubblicitaria realizzati da parte delle imprese agricole e cooperative in mercati esteri. La deduzione era elevata
al 35% se gli investimenti venivano eseguiti da consorzi o raggruppamenti d’impresa e al 50% se riguardanti prodotti a indicazione geografica o realizzati da intese di filiera. L’agevolazione, tuttavia, non ha mai trovato concreta applicazione per la
mancata emanazione dei provvedimenti attuativi, ancorché fosse stata spiegata nelle istruzioni alla dichiarazione dei redditi
Unico 2008. La nuova disposizione è più favorevole in quanto il beneficio consiste in una credito d’imposta in luogo della
deduzione ma l’ambito soggettivo è più limitato. Il credito d’imposta ha per oggetto gli investimenti in attività dirette a indurre
gli operatori economici o i consumatori all’acquisto di un determinato prodotto agricolo o agroalimentare di qualità (articolo
32 del Regolamento Ce n. 1068/2005 del Consiglio del 20 settembre 2005), in altri Stati membri della Ue o in Paesi terzi. Il
credito d’imposta è fissato nella misura del 50% del valore degli investimenti effettuati in eccedenza rispetto alla media degli
analoghi investimenti realizzati nei tre periodi d’imposta precedenti. La disposizione fa riferimento agli investimenti, che
nella fattispecie vanno intesi come impieghi di denaro: si può, dunque, trattare di spese di pubblicità, partecipazione a fiere e
organizzazione di eventi, con la finalità della presentazione dei prodotti. La norma esclude il beneficio del credito d’imposta fiscale quando l’incentivo all’acquisto è rivolto al singolo marchio commerciale o al marchio riferito direttamente a un’impresa.
Il limite di spesa annua a carico dello Stato pari a 40 milioni di euro per l’anno 2008 e 41 milioni per l’anno 2009. Non cambia
il disposto del comma 1090 della Legge n. 296/06 il quale prevede che un decreto dei ministri dell’Economia e delle Politiche
agricole dovrà stabilire le modalità di accesso al beneficio. La norma riserva il beneficio del credito d’imposta alle imprese produttrici di beni indicati all’Allegato I del Trattato istitutivo della Comunità Europea, anche se l’investimento può riguardare
prodotti agroalimentari non compresi. L’Allegato I comprende un elenco molto ampio di prodotti di origine agricola, zootecnica e della pesca allo stato originario o che abbiano subito una prima lavorazione e manipolazione. Il nuovo comma 1088
dispone che per le piccole imprese e medie imprese come definite dal Regolamento CE n. 800/2008 l’agevolazione riguarda
anche quelle che realizzano prodotti agroalimentari non compresi nell’Allegato I. A tal fine sono considerate medie imprese
quelle che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro e/o il cui totale di bilancio
(attività) non supera i 43 milioni di euro. Il credito d’imposta è espressamente previsto per i Consorzi di tutela disciplinati
dalla legge 128/1998, articolo 53 (controlli e vigilanza sulle denominazioni protette e sulle attestazioni di specificità), e dalla
legge 164/1992, articolo 19 (disciplina delle denominazioni di origine dei vini).
Fondo di solidarietà. L’art. 1-bis incrementa, per l’anno 2008, la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale incentivi
assicurativi, di cui all’articolo 15, comma 2, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, della somma di euro 66 milioni.
Proroga di agevolazioni previdenziali. L’art. 1-ter statuisce che le agevolazioni contributive previste dall’articolo 9, commi 5, 5-bis e 5-ter, della legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni, si applicano, fino al 31 marzo 2009, nei territori
montani particolarmente svantaggiati e nelle zone agricole svantaggiate, nelle misure determinate dall’articolo 01, comma 2,
del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81.
Biodiesel defiscalizzato. L’art. 2 prevede che per i quantitativi del contingente biodiesel del programma pluriennale di cui all’articolo 22-bis, comma 1, del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla
produzione e sui consumi, assegnati agli operatori nel corso dell’anno 2008, il termine per miscelare i medesimi con
il gasolio ovvero per trasferirli ad impianti di miscelazione nazionali, ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato
tal quale, è prorogato al 30 giugno 2009.
34
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
NORMATIVA
Semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese agricole. L’art. 4-quinquies apporta al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le seguenti modificazioni: a) all’articolo 193, dopo il comma 4 è inserito il seguente: «4-bis. Le
disposizioni di cui al comma 1 non si applicano altresì nel caso di trasporto di rifiuti speciali di cui all’articolo 184, comma 3,
lettera a), effettuato dal produttore dei rifiuti stessi in modo occasionale e saltuario e finalizzato al conferimento al gestore del
servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani con il quale sia stata stipulata una convenzione, purché tali rifiuti non eccedano
la quantità di trenta chilogrammi o di trenta litri.»; b) all’articolo 212, comma 8, e’ aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Non
è comunque richiesta l’iscrizione all’Albo per il trasporto dei propri rifiuti, come definiti dal presente comma, purché lo stesso
trasporto sia esclusivamente finalizzato al conferimento al gestore del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani con il
quale sia stata stipulata una convenzione».
Oli minerali impiegati nei lavori agricoli. L’art. 4-duodecies prevede la possibilità di comunicare le variazioni dei dati
dichiarati ai sensi dell’articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 14 dicembre 2001,
n. 454, entro il 30 giugno di ciascun anno.
Misure a sostegno del settore olivicolo-oleario. L’art. 4-quaterdecies, al fine di fronteggiare la crisi e di sostenere il settore olivicolo-oleario nazionale, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d’intesa con le
regioni interessate, realizza una campagna istituzionale di promozione diretta a favorire il consumo dell’olio extravergine di oliva e ad adottare misure volte ad accrescere la conoscenza delle proprietà nutrizionali e salutistiche dell’olio
extravergine di oliva.
Cambogia: incontro con il regista Rithy Panh
‘Un Barrage contre le Pacifique’, dal romanzo di Marguerite Duras
I
l clima a Phnom Penh è molto caldo e non solo
a causa del sole e dell’alto tasso di umidità. Le
accuse di brogli lanciate all’indomani del voto
per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, da Sam
Rainsy, leader del partito omonimo all’opposizione,
nei confronti del partito di maggioranza, il Cambodian
People’s Party (Cpp), del primo ministro Hun Sen, in
carica dal 1985, non hanno fatto altro che alimentare la
tensione in un Paese dagli equilibri molto delicati.
Con un tuc tuc mi dirigo verso il numero 200 della
64esima strada, presso il Bophana Center, dove ad
attendermi, c’è il regista Rithy Panh. Cresciuto artisticamente in Francia, Rithy ha trascorso gli anni
dell’adolescenza durante i “tre anni, otto mesi e venti
giorni” del regime dei Khmer rossi. Persi i genitori,
caduti insieme ad altri milioni di connazionali, nel
1979, Rithy riesce a fuggire in Thailandia. Dopo il
lungo soggiorno parigino, dal 1990, il giovane regista
decide di far ritorno nella sua terra Natale, martoriata non solo dai Khmer rossi, ma anche da decisioni
politiche altrui: Nazioni Unite in primis.
Dopo i primi film documentari: ‘Rice People’ e ‘The
Land of the Wandering Souls’, nel 2003, arriva il successo internazionale con ‘S-21: The Khmer Rouge Killing Machine’, premiato al Festival di Cannes.
Immerso nei miei pensieri, mi ritrovo davanti al
Bophana Center, centro di ricerca audiovisiva, presie-
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Roberto Tofani
duto dallo steso Panh grazie al contributo di due associazioni: una francese, Aadac (Association d’aide au
développement de l’audiovisuel au Cambodge) e l’altra
cambogiana Arpaa (Association pour la recherche, la
production et l’archivage des documents audiovisuels).
“Il Centro nasce per salvaguardare tutto il materiale
filmico e audiovisivo del
Paese. Questo – racconta Rithy – è uno strumento importante per
preservare la memoria
della Cambogia. Non si
può ricostruire il Paese
senza ri-creare una memoria, una cultura, basi
di una propria identità”.
Al centro, che “prende il
nome da un insegnante,
un esempio di resistenza, una eroina khmer”,
uccisa durante il ‘Regno
del Terrore’, tutti possono accedere gratuitaRithy Panh, regista e scrittore, ha
mente per consultare il pubblicato ‘La carta non può avvolgere
materiale trasferito in la brace’ e ‘S-21 La macchina di morte
digitale.
dei Khmer rossi’. Ed. ObarraO.
35
NORMATIVA
Simone Parola
DL anti-crisi: le misure in aiuto di famiglie e imprese
N
el Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185, recante “Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale”, c.d.
decreto anticrisi, in corso di conversione in legge, è presente un pacchetto di misure in aiuto alle famiglie ed un altro alle imprese. Il primo ha previsto, oltre al bonus straordinario (vedi articolo dedicato),
una serie di norme di supporto al reddito familiare che vanno dagli aiuti per i nuovi nati, alla determinazione di
nuove regole per i mutui “prima casa” fino alla fissazione di tariffe agevolate per le famiglie a reddito più basso.
Per le imprese meritano di esser segnalate le misure che consentono il pagamento dell’Iva per cassa, gli sconti
Irap e gli sconti per le sanzioni da tardivo versamento. Analizziamole nello specifico.
Fondo prestiti nuovi nati. Con la manovra nasce anche un Fondo di credito per le famiglie che hanno avuto
un bebè, cui confluiranno 25 milioni di euro per anno dal 2009 al 2011, istituito presso la Presidenza del consiglio dei ministri. Il fondo ha lo scopo di prestare garanzie dirette, anche tramite fideiussione, alle Banche e agli
Intermediari finanziari, per le famiglie che hanno avuto, anche in adozione, un bambino e desiderano accedere
ad un prestito. I criteri e le modalità per l’accesso al fondo e il suo funzionamento verranno stabiliti con Decreto
non regolamentare del Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il ministro dell’Economia. Da una
prima analisi della manovra sembrerebbe che la richiesta di prestito potrà essere avanzata dalle famiglie che
hanno avuto o adottato un bebè nel 2009 e negli anni a seguire, e che il tasso di credito sarà fissato intorno al
4% per la durata di 5 anni.
Mutui prima casa. Per i mutui stipulati a partire dal 1° gennaio 2009, le banche dovranno garantire la concessione del mutuo per l’acquisto della prima casa, con garanzia ipotecaria sull’immobile, ad un tasso variabile
indicizzato al tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale della Banca centrale europea. Per i mutui
già in essere alla data del 1° gennaio 2009, il tasso variabile, applicato sulle rate, non potrà eccedere il 4%. Per
permettere ciò lo Stato si accolla l’eccedenza; da uno studio di previsione ciò comporterà una spesa, valutata a
seconda dell’andamento dei tassi, dai 55 milioni di euro ad un miliardo.
Tariffe. Per tutto il 2009 (dal 29 novembre 2008 al 31 dicembre 2009), vengono bloccati gli adeguamenti
di diritti, contributi e tariffe che gli organi statali possono o devono effettuare a carico di persone fisiche o
giuridiche, in relazione al tasso di inflazione. Bloccati anche i meccanismi di adeguamento automatici, salvo i
provvedimenti per il recupero dei soli maggiori oneri effettivamente sostenuti e per le tariffe del servizio idrico.
Solo fino al 30 aprile 2009, sono invece sospesi gli incrementi delle tariffe autostradali. Gli eventuali aumenti
decorreranno infatti dal 1° maggio 2009. A decorrere dal 1° gennaio 2009, infine, può essere richiesta la compensazione della spesa per la fornitura di gas, al proprio comune di residenza: dalle famiglie economicamente
svantaggiate che hanno già diritto all’applicazione di tariffe agevolate per la fornitura di energia elettrica; dalle
famiglie con almeno 4 figli a carico, con Isee non superiore a 20 mila euro. La compensazione è riconosciuta
in relazione al numero dei componenti della famiglia e alla zona climatica di residenza, prevedendo cmq un
risparmio del 15% circa.
Iva per cassa. La norma prevede la possibilità, per chi effettua operazioni nei confronti di altri contribuenti Iva, di versare l’imposta solo al momento dell’incasso della fattura, e comunque non oltre un anno
dall’operazione (salvo che nel caso di fallimento del cliente). Il rinvio del termine di versamento dell’Iva
finirà per interessare prevalentemente le imprese che commercializzano o producono beni, dato che per i
professionisti, e in genere per chi effettua prestazioni di servizi, la fattura già oggi può essere emessa solo
al momento del pagamento. Per conoscere il contenuto dell’agevolazione occorrerà attendere, oltre all’autorizzazione Ue, il regolamento ministeriale che dovrà individuare una soglia di fatturato al di sopra della
quale non si potrà usufruire del beneficio.
Sconto Irap. Per imprese e professionisti si avrà, dal prossimo 16 giugno, la deduzione del 10% dell’Irap dall’imponibile Irpef o Ires.
Riduzione delle sanzioni. In caso di ravvedimento di adempimenti fiscali tardivamente eseguiti si potrà
beneficiare di una riduzione delle sanzioni, infatti, i contribuenti che non versano imposte e ritenute dovrebbero
essere più incentivati a sanare spontaneamente la propria posizione, viste le esigue e ragionevoli maggiorazioni
(2,5% entro un mese, 3% entro il termine della dichiarazione fiscale, il tutto oltre agli interessi legali).
36
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
DIRITTO UE
Fabio Cavicchioli
Biocarburanti, sviluppo rurale e quote latte
P
er la consueta rubrica di diritto comunitario tre recenti provvedimenti della Commissione Europea su biocarburanti, programmi di sviluppo rurale e quote latte.
In materia di biocarburanti, il Comitato di gestione per i
pagamenti diretti ha accolto la proposta della Commissione europea
volta a ridurre le superfici per le quali nel 2007 un singolo agricoltore può chiedere l’aiuto speciale per colture energetiche, preso atto
del superamento della soglia di 2 milioni di ettari che permette di
beneficiare dell’aiuto. L’aiuto era stato introdotto nel 2003 con la
riforma della politica agricola comune allo scopo di incentivare gli
agricoltori a aumentare la produzione di biocarburanti e di energia
elettrica e termica. Fino al limite massimo garantito di due milioni di
ettari di superficie gli agricoltori ricevono un contributo di 45 euro
per ettaro, purché abbiano stipulato un contratto con un collettore o
primo trasformatore per garantire che tali colture siano trasformate
in prodotti energetici.
La disposizione prevedeva che se tale limite fosse stato superato, la
superficie per la quale ciascun agricoltore avrebbe potuto richiedere
l’aiuto sarebbe stata ridotta proporzionalmente, applicando anche un
coefficiente tale da garantire che non fosse superato lo stanziamento
disponibile di 90 milioni di euro. Nel 2007 la superficie in questione
ha raggiunto approssimativamente 2,84 milioni di ettari, imponendo
l’applicazione di un coefficiente di riduzione di 0,70337. Quindi gli
agricoltori riceveranno un aiuto di 45 euro per ettaro per poco più del
70% della superficie per cui hanno richiesto l’aiuto.
Quest’anno, per la prima volta, 10 dei ‘nuovi’ Stati membri che si avvalgono del regime di pagamento unico per superficie sono stati ammessi a beneficiare dell’aiuto in parola e, di conseguenza, la superficie
massima è stata aumentata da 1,5 a 2,0 milioni di ettari.
L’interesse degli agricoltori per la produzione di colture energetiche ha registrato un incremento significativo in soli quattro anni e
per la prima volta nel 2007 sarà utilizzato integralmente lo stanziamento di 90 milioni di euro.
Il secondo provvedimento di interesse è il parere positivo espresso il
25 ottobre dal Comitato di sviluppo rurale sui programmi di sviluppo presentati da Cipro, Belgio,Germania, Italia e Spagna per il periodo
2007-2013; per l’Italia, il programma riguarda solo 3 Regioni. Questi
programmi mirano a garantire le infrastrutture, creare nuove fonti di
reddito per le regioni rurali, promuovere la crescita e combattere la
disoccupazione.
La Commissione, in applicazione di questo parere, dovrà procedere
all’adozione formale dei programmi nelle prossime settimane, in
attesa che nei prossimi mesi vengano approvati i progetti presentati
dagli altri paesi.
In ultimo, l’ennesimo provvedimento nella controversa materia
delle quote latte. Secondo calcoli provvisori della Commissione
europea, basati sulle dichiarazioni annuali degli Stati membri, i
prelievi imposti ai paesi dell’Ue che hanno superato le loro quote
latte durante la campagna 2006/2007 ammontano a circa 221 milioni di euro: sette Stati membri (Austria, Cipro, Danimarca, Italia,
Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi), infatti, hanno superato
le rispettive quote latte. Quasi l’80% del totale è da imputare alla
produzione eccedente dell’Italia, che ha superato la propria quota
del 6%., mentre l’Austria del 3,3% e gli altri cinque paesi per quote
inferiori all’1% ciascuno. Quanto alle vendite dirette ai consumatori,
solo Cipro e i Paesi Bassi hanno dichiarato eccedenze per un totale di 420 tonnellate, con conseguente prelievo sulle vendite dirette
pari a 120.000 euro.
Ricordiamo come funziona il sistema. Il latte vaccino viene commercializzato nell’Unione europea secondo un sistema di quote
inteso a equilibrare la domanda e l’offerta e ad arginare le eccedenze. A ciascuno Stato membro sono attribuiti due quantitativi di
riferimento (o “quote”), uno per le consegne alle latterie e l’altro
per le vendite dirette ai consumatori. In ogni Stato membro, tali
quantitativi vengono ripartiti tra i produttori (quote individuali).
Se la produzione supera la quota nazionale, i produttori dello Stato membro interessato che hanno contribuito al superamento devono pagare un prelievo. Il prelievo è versato dai produttori di latte vaccino sull’insieme dei quantitativi di latte o equivalente latte
che superano la quota, commercializzati nel corso di un periodo
di dodici mesi che va dal 1° aprile al 31 marzo. Anteriormente al
1° settembre di ogni anno, gli Stati membri riferiscono alla Commissione in merito all’applicazione del regime delle quote latte
durante il periodo precedente. Questo rendiconto deve essere presentato sotto forma di questionario debitamente compilato con
tutti i dati necessari per calcolare il prelievo. Il tasso del prelievo
è di 28,54 euro/100 kg di eccedenza.
Detto questo, alcuni numeri: per la campagna lattiera 2006/2007
(aprile 2006 – marzo 2007), la quota complessiva in termini di consegne alle latterie era di 137 milioni di tonnellate. Questa quota è suddivisa in 808.162 quote individuali per l’insieme dell’Unione europea.
A ciò si aggiunge un’ulteriore quota di 2 milioni di tonnellate per le
vendite dirette ai consumatori, divisa in 73 000 quote individuali. Il
totale dei prelievi da riscuotere per il 2006/2007 è inferiore del 38%
a quello del 2005/2006, benché il volume totale delle consegne sia
diminuito soltanto dello 0,15%.
In 18 Stati membri i produttori non dovranno pagare alcun prelievo
sulle consegne, non essendo stati superati i quantitativi nazionali
di riferimento. Le consegne sono rimaste almeno del 5% al di sotto della quota in nove paesi (Grecia, Svezia, Slovacchia, Slovenia,
Estonia, Lettonia, Lituania, Malta e Ungheria). In termini assoluti,
l’offerta più deficitaria è quella della Francia, con 636.000 tonnellate di quota non utilizzate, seguita dal Regno Unito, con 479.000
tonnellate non utilizzate.
Nell’insieme dei 18 Stati membri che non hanno esaurito le loro
rispettive quote di consegne, la parte di quota non utilizzata è pari
a 2,7 milioni di tonnellate. Considerando le eccedenze degli altri
sette Stati membri, se ne deduce che le consegne complessive di
latte sono di fatto inferiori di 1,9 milioni di tonnellate alla quota
complessivamente disponibile.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
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FISCO
Gaetano Tutino
L’Irap e la finanziaria 2009
L
M. Bonfitto
La semina
38
38
a Finanziaria 2009 ha previsto, in via definitiva, che, a partire dal periodo d’imposta
2008, per i soggetti appartenenti al settore
agricolo ed alle cooperative della piccola pesca e loro consorzi, l’aliquota Irap resti pari all’1,9%.
L’applicazione di aliquote agevolate dell’Irap ai settori dell’agricoltura e della pesca, è sempre stata contenuta, anche se in via transitoria, nello stesso provvedimento che ha istituito l’imposta; il fine è sempre
stato quello di agevolare questo particolare settore
attraverso un carico fiscale inferiore rispetto a quello
gravante sugli altri.
La norma agevolativa in questa fattispecie impositiva è coerente con la Politica agricola dell’Unione
europea la quale riconoscendo le difficoltà strutturali
richiede a livello degli stati membri interventi che coadiuvino tale
politica.
A partire dal 1998, anno di introduzione dell’Irap nell’ordinamento tributario, annualmente sono
stati emanati provvedimenti che
hanno previsto la proroga transitoria di tale termine agevolativo,
con l’applicazione di un’aliquota più bassa.
La Finanziaria 2008 ha modificato l’art. 45, comma
1, del D.Lgs n. 460/1997 ovvero l’aliquota Irap per i
soggetti che operano nel settore agricolo e per le cooperative della piccola pesca è stata, pertanto, fissata
nella misura dell’1,9% per l’anno 2007 e del 3,75%
per il 2008.
Con la Finanziaria 2009, al fine di evitare il ricorrere
annualmente a provvedimenti di proroga, si è disposta l’applicazione “a regime” dell’aliquota agevolata ai
settori di cui prima ovvero viene modificato e sancito,
nell’art. 45 di cui sopra, che l’aliquota è pari all’1,9%
sia per il 2008 sia per gli anni successivi.
La certezza dell’aliquota elimina anche le problematiche emergenti in presenza di società con esercizio
non coincidente con l’anno solare, le quali potranno
contare sulla definitiva fissazione dell’aliquota Irap
all’1,9%.
Si ricorda, in materia di Irap, che la Legge n. 244/2007
(Finanziaria per il 2008) ha portato ad una revisione
delle disposizioni in materia; in particolare ha previsto una nuova disciplina per la determinazione della
base imponibile per l’imposta regionale sulle attività
produttive delle società di capitali che la fa discendere dai valori di bilancio. A imprese individuali e società di persone è stata data la possibilità di optare per la
determinazione dell’imponibile Irap sulla base delle
regole che sono previste per le società di capitali.
La Finanziaria 2009 ha disposto:
9 la proroga al 31 dicembre 2009 delle agevolazioni
tributarie previste per l’acquisto di terreni finalizzati
alla formazione e all’arrotondamento della piccola
proprietà contadini (Pcc), di cui applicabili al coltivatore diretto e all’imprenditore agricolo professionale
(Iap); tali agevolazioni, tra l’altro già prorogate per
l’anno 2008, consistono nell’applicazione dell’imposta di registro e ipotecaria nella misura fissa di €
168,00, mentre, resta dovuta nella misura ordinaria
(1%) l’imposta catastale;
9 la proroga anche per l’anno 2009 dell’esenzione
dall’accisa per il gasolio impiegato nelle coltivazioni
sotto serra (altrimenti assoggettabili ad accisa del
10% per le serre florovivaistiche e del 22% per le
altre serre). Inoltre viene esentata dall’accisa, per
l’anno 2009, gli oli vegetali impiegati per fini energetici nelle serre.
9 l’adeguamento dei trasferimenti dovuti dallo Stato
per l’anno 2009 ovvero è stata attribuita la somma
di € 880,93 milioni alla gestione Inps dei coltivatori
diretti, mezzadri e coloni a completamento dell’integrale assunzione degli oneri, a carico dello Stato stesso, riferibili ai trattamenti pensionistici liquidati in
data anteriore al 1° gennaio 1989;
9 con decorrenza dal 1° gennaio 2009, per salvaguardare l’occupazione della gente di mare, per i soggetti
che utilizzano navi iscritte nel Registro Internazionale, un credito d’imposta in misura corrispondente all’imposta sul reddito delle persone fisiche dovuta sui
redditi di lavoro dipendente e autonomo corrisposti
al personale di bordo imbarcato sulle navi.
Infine, nessuno stanziamento di risorse è stato previsto per il fondo di solidarietà nazionale per l’assicurazione agricola agevolata contro le calamità naturali, meccanismo istituito negli anni ‘70 e consistente
principalmente nella concessione di contributi e finanziamenti agevolati da parte dello Stato per tutelare le aziende agricole dai danni causati da calamità
naturali.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
PREVIDENZA
Daniela Lambertini
Decreto Competitività
Il credito di imposta si applica sul 50% degli investimenti in più realizzati rispetto al triennio precedente. Il credito di imposta si può utilizzare compensando gli altri tributi e debito
(Iva, Irap, contributi Inps). L’agevolazione vale per le imprese tassate e bilancio e per quelle
a reddito agrario.
“Diritti senza rovesci”
Sei storie per raccontare la vita lavorativa in tutte le sue problematiche: dall’infortunio al
mobbing, dalle morti bianche al precariato. Riparte “Diritti senza rovesci” la campagna di
comunicazione sociale dell’Inail che raccoglie, nei racconti firmati da sei grandi autori, storie di disagio lavorativo
e di ingiustizia. I sei nuovi racconti sono stati scritti da importanti scrittori come Dacia Maraini, Michela Murgia, Antonio Pascale, Tullio Avoledo, Grazia Varesani e Matteo Bianchi.
Compensazione delle sovvenzioni agricole comunitarie con i crediti contributivi
L’Inps continua nell’attività di compensazione tra le somme erogate a titolo di aiuti comunitari e i crediti contributivi vantati dall’Istituto. La procedura “Compensazione Crediti Inps – Agea”, rilasciata con messaggio n. 30786 del
24 dicembre 2007, consente di visualizzare i crediti compensabili e le compensazioni effettuate nonché di conoscere, per ogni singola posizione, l’eventuale residuo a debito. L’applicazione è strutturata in modo da consentire
l’accesso per codice fiscale – o anche per sede – e fornisce una analisi di dettaglio, attraverso la funzione “Accedi”,
del singolo codice credito.
I geometri possono redigere le relazioni tecniche agronomiche
Non essendo previsto dalla legge alcuna riserva o esclusiva a favore dei dottori agronomi e forestali o dei periti
agrari né la provincia, con apposita deliberazione, può limitare le competenze professionali. Questo in estrema
sintesi il principio stabilito dal Consiglio di Stato (sezione IV) che con decisione n. 6610 del 21 ottobre 2008, depositata il 30 dicembre 2008, ha accolto le censure sollevate dal Collegio dei geometri della provincia di Asti per la
riforma della pronuncia emanata dai primi giudici amministrativi.
Il Mipaaf
Il Mipaaf è composto da: il Dipartimento delle politiche europee e internazionali (con tre Direzioni Generali), Il
Dipartimento delle politiche di sviluppo economico e rurale (con tre Direzioni Generali), l’Ispettorato centrale
per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (Icq con due Direzioni Generali), il Corpo Forestale dello
Stato (Cfs), il Consiglio Nazionale dell’Agricoltura (Cna), il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari,
il Reparto pesca Capitanerie di porto.
Enti collegati al Mipaaf
Nelle attività di sua competenza il Mipaaf si avvale dell’operato di importanti Enti collegati: l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea); Buonitalia; il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in agricoltura (Cra); l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea); l’Istituto di Servizi per Mercato Agricolo Alimentare (Ismea); l’Istituto
Nazionale per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran); l’Istituto Sviluppo Agroalimentare S.p.A. (Isa); l’Unione Nazionale Incremento Razze Equine (Unire).
Notizie Mipaaf
Ecco le ultime notizie dal Ministero, rese note in Documento nel sito http://www.politicheagricole.it/DocumentiPubblicazioni: elenco dei centri d’imballaggio uova autorizzati sul territorio nazionale; elenco dei consorzi di tutela
relativi ai prodotti Dop e Igp indicati ai sensi dell’art.14 della legge 526/99; disciplinare ‘Mela di Valtellina’ Igp.
Attività Icq grande attenzione ai prodotti di qualità : nel corso del 2008, l’Ispettorato Centrale per il controllo della
qualità dei prodotti agroalimentari (Icq) ha eseguito circa 40.000 ispezioni con circa il 13% dei soggetti controllati
nei confronti dei quali sono state evidenziate irregolarità.
Ruolo e funzione dell’Ispettorato del Mipaaf
L’Ispettorato, istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali alle dirette dipendenze del Ministro,
è l’organo tecnico dello Stato incaricato del controllo ufficiale dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione, con funzioni di prevenzione e repressione delle frodi.Opera anche in concorso con altri organi di controllo
che agiscono sul territorio nazionale, quali il Comando Carabinieri per la Sanità (Nas), i Nuclei di polizia tributaria
della Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, il Comando
Carabinieri Politiche Agricole (art. 6 della Legge 462/86).
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
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CONTRATTI
Marco Togna
Contratto
dei consorzi
di bonifica
Un incremento di 90,5 euro mensili, questo l’aumento stabilito per il rinnovo del contratto nazionale dei 7.500 dipendenti dei Consorzi di bonifica, siglato il 10
novembre scorso. La prima rata è scattata dal 1° gennaio 2008 (con il contratto scaduto il 31 dicembre 2007). Alla somma si aggiunge la maggiorazione derivante dalla
revisione dell’inquadramento professionale, pari a un ulteriore aumento di 30 euro
mensili. Altri punti qualificanti sono il miglioramento di istituti contrattuali relativi
a festività e permessi retribuiti, e la migliore regolazione di materie (amianto e lavori
disagiati) attinenti alla tutela della salute.
Contratto agricolo
a Palermo
È stato sottoscritto l’11 dicembre scorso il nuovo contratto per i lavoratori agricoli della provincia di Palermo. L’intesa prevede, tra aumenti salariali e riclassificazione del personale, una crescita del 6,75 per cento, pari a circa 90 euro mensili, diviso
in due tranche (la prima del 3,50 per cento, la seconda del 3,25).
Alla Galbusera
Firmato l’accordo aziendale della Galbusera di Cosio Valtellino (Sondrio).
L’intesa, conclusa il 24 novembre, stabilisce un premio di risultato (legato a incrementi di produttività e redditività aziendale) maggiore del 20 per cento rispetto al
quadriennio precedente: in busta paga i 516 dipendenti troveranno 1.900 euro per
il 2008 e il 2009, e 2.000 per il 2010 e il 2011. L’azienda si è anche impegnata ad
assumere a tempo indeterminato 80 lavoratori temporanei (su un totale di 225) nei
prossimi quattro anni.
Integrativo al
gruppo alimentare
Misterday-Vicenzi
È stato raggiunto l’11 novembre scorso l’accordo sul contratto integrativo per i
350 dipendenti del gruppo alimentare Misterday-Vicenzi. Il premio variabile
per il quadriennio 2008-2011 è di 3.200 euro, ripartito in 650 euro per il 2008, 750
per il 2009, 850 per il 2010 e 950 per il 2011. Le quote annue sono collegate per il 40
per cento a parametri aziendali generali e per il 60 a parametri stabiliti nei singoli
stabilimenti. Il contratto integrativo, inoltre, destina maggiore risorse ai temi della
sicurezza alimentare, dell’ambiente di lavoro e della formazione.
Parmalat di Lodi
a Newlat
Lo stabilimento Parmalat di Lodi è stato ceduto alla Newlat. L’accordo, sottoscritto il 15 dicembre scorso, sancisce il mantenimento (almeno per i prossimi due
anni) dei 93 lavoratori occupati, con la conferma di tutti i diritti acquisiti e della contrattazione in vigore. Il piano industriale prevede un investimento iniziale di 5 milioni
di euro e l’internalizzazione di lavorazioni finora date all’esterno.
Salvata la
Mignini-Petrini
Scongiurata la chiusura di tre (su sei) stabilimenti del gruppo Mignini-Petrini (mangimi per animali), con il conseguente licenziamento di 60 dipendenti.
L’accordo, concluso il 4 dicembre scorso, stabilisce un piano di rilancio con 8 milioni
di euro di investimenti, la graduale chiusura entro settembre prossimo del solo impianto di Bastia Umbra (Perugia) e la ricollocazione degli esuberi nel sito di Pedrignano (Parma) e in altre aziende.
Al via la cassa integrazione in deroga per la pesca marittima. Con la
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio scorso il decreto interministeriale (che recepisce l’accordo del 25 settembre scorso tra organizzazioni datoriali e sindacati) diventa operativo. Lo strumento di ammortizzazione sociale,
concesso per la prima volta al settore, ha una dotazione di 10 milioni di euro. La
misura riguarda il personale imbarcato delle imprese di pesca che applichino il
contratto collettivo stipulato l’8 marzo 2005 tra Federpesca e Fai, Flai e Uila.
Lotte contadine di Rolando Mensi
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
NEWS
Maria Cartia
Vino: L’Italia supera la Francia
Nel 2008, la Francia ha perduto il primato di produzione di vino (485 milioni di bottiglie) a favore
della produzione italiana (553 milioni). La notizia
è stata data da Le figaro e rappresenta il miglior
riconoscimento alla produzione del Belpaese sia
in quantità che qualità.
Distillazione per usi commestibili
La Gazzetta Ufficiale n. 20 del 26 gennaio 2009
ha pubblicato il decreto del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali del 7 gennaio
2009, relativo alle disposizioni sulla distillazione dell’alcol per usi commestibili.
La dieta mediterranea è patrimonio dell’umanità
Commissione Europea ed Europarlamento chiedono il riconoscimento della dieta mediterranea
come strumento fondamentale per la salute dei
cittadini, per diminuire i danni cardiovascolari e
per la lotta al cancro. Il commissario per gli Affari
Sociali, Wladimir Splida ha avviato la procedura verso l’Unesco sulla spina dei paesi rivieraschi
del Mediterraneo.
L’Ue ricorre contro ampliamento Usa su export
La Ue contro gli Usa in sede Wto a seguito della
scelta nord-americana di ampliare le sanzioni
nell’ambito della decennale controversia nel settore del commercio delle carni. Si attende una
presa di posizione chiara del nuovo Presidente
Obama. Il Commissario al Commercio Catherine Ashton ha spiegato che “queste sanzioni
illegali colpirà l’export europeo e nega il libero
commercio”.
Puglia, la Cia chiede lo stato di calamità
“Decine di milioni di euro i danni provocati
all’agricoltura per il maltempo in varie province
della Puglia”. I danni hanno colpito il settore
olivicolo, cerealicolo e degli agrumi.
Richiesta inviata al Governo e al Presidente
comunista della regione.
Il Parlamento europeo decreta sui pesticidi
Praticamente all’unanimità, il Parlamento europeo ha approvato il maxi-emendamento della
relatrice Christa Klass per ridurre i rischi e l’impatto sulla salute sui pesticidi. L’Italia è prima
in Europa per la sicurezza dei prodotti alimentari e per la legislazioni sull’uso sostenibile
dei fitofarmaci.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio
gennaio-febbraio2009
2009
Il Parlamento europeo celebra i 10 anni dell’euro
Contro gli choc finanziari esterni, Trichet, Juncker, Almunia e D’Estaing hanno celebrato il
valore della moneta unica come strumento di
difesa dell’Europa dagli effetti devastanti dei derivati e delle politiche finanziarie dissennate. Perfino gli stati del Golfo hanno scelto una moneta
virtuale per arrestare gli effetti della crisi finanziaria proveniente soprattutto dagli Usa.
Frodi: Carabinieri e Finanza in azione
In Irpina sequestri di prodotti alimentari scaduti. Analoghe iniziative in altre città per frenare l’import di prodotti cinesi in Italia. Intanto, l’Inps si affida al gen. Flavio Marica per
scovare le frodi previdenziali alimentari. Buon
lavoro.
Nuova dirigenza Cisl all’Inps
Scilinguo, 30 anni, guida la Cisl della Direzione
Generale Inps: metà donne nell’esecutivo, il
rinnovamento Cisl punta sui giovani. È l’effetto F
averin.
Sant’Antonio Abate
L’Associazione Allevatori (Aia) ha festeggiato
a Roma il patrono degli allevatori. L’occasione è
stata proficua per rilanciare il settore zootecnico,
la qualità delle carni, il benessere degli animali, la
salute dei consumatori.
Monsanto annuncia raddoppio del reddito netto
La Monsanto, maggiore produttore mondiale di
semente, ha raddoppiato i propri redditi grazie
alla forte domanda del SudAmerica. Il sen. Giudo Pollice di Verdi Ambiente Società ha protestato per il monopolio delle sementi e rilanciata la
campagna per essere liberi dall’Ogm.
Anche in Salvador vince la sinistra
Il Movimento Farabundo Martì vince le elezioni nel piccolo paese del Centro America. Grande
soddisfazione di Lula (presidente del Brasile)
Lugo (Paraguay), Ortega (Nicaragua), Kirchner
(Argentina) e di altri paesi latino-americani governati dalla sinistra democratica.
Legacoop alimentare
Il consiglio nazionale ha confermato il presidente
Sita coadiuvato da Corsini (Toscana), Innocenti (Calabria), Luppi (Emilia-Romagna) con
incarico di vicepresidente vicario.
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GIURISPRUDENZA
Antonio Positino
Le annotazioni sul libretto di lavoro hanno efficacia probatoria
Le annotazioni risultanti dal libretto di lavoro, aventi natura di scrittura privata e consistenti in dichiarazioni del datore di lavoro, hanno efficacia probatoria in quanto costituiscono quantomeno un indice presuntivo
della durata e del contenuto del rapporto di lavoro. A stabilirlo sono i giudici della Cassazione i quali affermano altresì che le buste paga fanno fede, per quanto concerne gli elementi in esse indicati, contro il datore
di lavoro che provvede alle relative annotazioni.
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 29819 del 19 dicembre 2008)
Ai fini della collocabilità dell’invalido nell’organizzazione aziendale non assume
rilievo la vacanza dei posti in organico
La Suprema Corte, nella pronuncia di cui si argomenta, ha osservato che al fine della collocabilità dell’invalido nell’organizzazione aziendale, non assume rilievo la vacanza dei posti in organico, in quanto questa è, invero, presupposta - al
diverso scopo della riserva dei posti - ma non incide, tuttavia, sull’obbligo di assunzione. Ciò, in altri termini, implica
che la piena occupazione aziendale non dispensa il datore di lavoro da tale obbligo, che, infatti, riguarda un’aliquota
dei posti in organico e non già dei posti vacanti. Il datore di lavoro - ha rilevato la Corte - può ritenersi svincolato
dall’obbligo di assunzione dell’invalido, avviato ai sensi della legge n. 482 del 1968, solo quando si riscontri l’assoluta
impossibilità di un collocamento non pregiudizievole per l’invalido stesso, per i compagni di lavoro e per la sicurezza
degli impianti, ovvero quando l’invalido non sia assolutamente collocabile, in ragione della sua minorazione, in alcun
settore dell’azienda, anche accessorio o collaterale; tra le cause di sospensione (o esonero temporaneo) dal collocamento obbligatorio non è inclusa la crisi dell’impresa, né tale ipotesi è contemplata dall’art. 9 , D.L. n. 17 del 1983, convertito, con modificazioni, nella legge n. 79 del 1983, norma che, innovando per il futuro, ha introdotto la sospensione
del suddetto obbligo solo per due specifiche categorie di imprese: quelle soggette ad amministrazione straordinaria a
norma del D.L. n. 26 del 1979 (convertito nella legge n. 95 del 1979) e quelle destinatarie dell’intervento straordinario
della cassa integrazione guadagni a norma delle legge 12 agosto 1977, n. 675 e 20 dicembre 1974, n. 684. In mancanza
di tali condizioni - ha affermato la Corte - permane l’obbligo di assunzione anche per le imprese impegnate in processi
di ristrutturazione, riconversione e riorganizzazione produttiva.
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 29009 del 10 dicembre 2008)
Le assenze per malattia professionale o infortunio sul lavoro non sono computabili
nel periodo di comporto se il datore di lavoro ne è responsabile
Le assenze del lavoratore dovute ad infortunio sul lavoro o a malattia professionale sono riconducibili, in linea di
principio, all’ampia e generale nozione di infortunio o malattia contenuta nell’art. 2110 cod. civ., comprensiva anche di
dette specifiche categorie di impedimenti dovuti a cause di lavoro. Tali impedimenti sono normalmente computabili
nel periodo di conservazione del posto di lavoro previsto nello stesso art. 2110 c.c., la cui determinazione è da questa
norma rimessa alla legge, alle norme collettive, all’uso o all’equità. La suddetta computabilità nel periodo di comporto
non si verifica, peraltro, nelle ipotesi in cui l’infortunio sul lavoro o la malattia professionale siano stati causati da una
situazione nociva o dannosa di cui sia responsabile il datore di lavoro per essere egli inadempiente all’obbligazione
contrattuale a lui facente carico ai sensi dell’art. 2087 cod. civ.. Questa norma, si legge nella sentenza dei giudici
di P.zza Cavour i cui estremi sono riportati in calce, gli impone di porre in essere le misure necessarie per la tutela
dell’integrità fisica e della personalità morale del lavoratore, atteso che in tali ipotesi l’impossibilità della prestazione
lavorativa è imputabile al comportamento della stessa parte cui detta prestazione è destinata.
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 28460 del 28 novembre 2008)
La contestazione disciplinare è tempestiva se avviene quando i fatti appaiono ragionevolmente sussistenti
Con riguardo alla regola della tempestività delle contestazioni disciplinari, va applicato il principio di diritto, ribadito
dai giudici di legittimità nella sentenza che ci occupa, secondo il quale in materia di contestazione disciplinare di cui
all’art. 7, 2° comma, della legge 20 maggio 1970 n. 300, la tempestività della stessa va valutata con riguardo al momento in cui i fatti da contestare appaiano ragionevolmente sussistenti, nell’interesse, da un lato, del datore di lavoro a
promuovere il procedimento disciplinare una volta acquisiti importanti elementi di fatto della vicenda e dall’altro, del
lavoratore al più rapido avvio del procedimento, a tutela della integrità delle proprie difese e per evitare il perpetuarsi
di una situazione di incertezza in ordine alla sorte del rapporto di lavoro.
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 28448 del 28 novembre 2008)
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
Dal MONDO
Letizia Martirano
Obama e la politica agraria
Le scelte del nuovo presidente Usa
C
ome sarà la politica agraria degli Stati Uniti guidati da Barak Obama? Se lo chiedono molti osservatori. Una prima risposta viene dal
“Washington Post” che sottolinea il fatto che sebbene il presidente
abbia proposto cambiamenti nelle politiche agricole e rurali della nazione, ed enfatizzi lo stretto legame tra regime alimentare e salute, non vi è nulla che indichi un suo particolare interesse per una trasformazione radicale del
modo in cui il cibo viene prodotto e venduto.
Nelle scelte di Obama avrà un ruolo determinante Tom Vilsack, nominato segretario di stato all’agricoltura. Secondo il britannico “Financial Times” la decisione di Obama di chiamare alla guida dell’agricoltura l’ex governatore dello Iowa potrebbe portare gli Stati Uniti ad un
approccio pragmatico al dibattito “cibo contro carburante”. Tuttavia
– precisa F.T. – Vilsack sta facendo pressione perché ci si orienti verso
i biocarburanti cosiddetti di seconda generazione, che faranno uso di
colture non destinate all’alimentazione, come l’erba, e perché siano gradualmente aboliti i sussidi sull’etanolo a base di grano.
L’ex governatore dello Iowa è stato già ascoltato dalla Commissione
agricoltura del Senato che deve confermarlo. Vilsack ha dichiarato di
voler perseguire aggressivamente la ricerca di nuove fonti di carburanti per produrre
etanolo, la promozione delle produzioni ortofrutticole locali cercando nuove strade
per incrementare i redditi agricoli, in campi come quelli dell’energia eolica e dell’agricoltura biologica. Secondo il “New York Times”, Vilsack ha superato senza problemi
l’audizione, ed il presidente Tom Harkin, democratico anch’egli dello Iowa, ha reso
noto di essere sicuro della sua conferma. Vilsack, ha promesso di attuare le disposizioni del farm bill del 2008, che includono miliardi di sussidi per alcuni agricoltori. si è
anche impegnato a modernizzare la sicurezza alimentare e a promuovere un maggior
valore nutrizionale nella dieta.
Secondo il quotidiano in seno al Congresso americano serpeggiano però preoccupazioni sul pericolo che Vilsack dedichi la sua attenzione prevalentemente allo Iowa. A
questo riguardo val la pena citare “The Abilene Reflector Chronicle” che riferisce che il parlamentare Jerry Moran partecipando ad un incontro svoltosi in questi
giorni con il neosegretario all’agricoltura Tom Vilsack gli ha rivolto un invito scritto
affinché visiti aziende agricole e allevamenti del Kansas per poter discutere con lui i
problemi del settore. Pur non essendo un candidato controverso – fa notare il settimanale “Nature” – Vilsack ha provocato l’irritazione di molti di coloro che si oppongono
agli alimenti geneticamente modificati, per essere un sostenitore delle biotecnologie.
In qualità di governatore, ha sperato di fare dell’Iowa un leader nel campo della ricerca sulle agrobiotecnologie.
Infine il quotidiano francese “Le Monde” riferisce che il presidente socialista della
regione Midi-Pyrenees, Martin Malvy, ha inviato a Barack Obama una scatola di
Roquefort in regalo ricordandogli con una lettera che l’inasprimento delle barriere doganali appena deciso dagli Stati Uniti potrebbero mettere in crisi seria la produzione
di questo formaggio. Molti francesi contano su fatto che Obama sia un estimatore del
buon cibo, come ricorda il settimanale “Newsweek”.
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
G. Casalvieri
Sicurezza e laboriosità
L’agricoltura
nell’agenda
di Obama
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CARTA
Stefania Sepulcri
Paolo Maria Vissani
Abels Gesichter
Segni, qualità, valore
Auschwitz
Paolo Maria Vissani, microbiologo, si
occupa, tra l’altro, di sistemi di gestione per la qualità, sicurezza, ambiente,
sistemi di rintracciabilità, gestione
in qualità della concessione di marchi territoriali e collettivi, bilancio di
sostenibilità e sistemi di contabilità
sociale.
Il libro colma una lacuna sul piano
delle opere che si occupano di sigilli,
marchi e monete, tenendo conto di
aspetti interrelati quali «forma, sostanza ed emozione» e
strutturandone il percorso, che affronta i concetti di qualità e valore, con un particolare approfondimento degli
aspetti storici e culturali.
Il testo è consigliato a chiunque «nutra qualche curiosità per la formazione dei concetti di valore e di qualità».
Dunque non si rivolge esclusivamente a un pubblico di
soli specializzati, ma rappresenta una spedita lettura anche per chiunque voglia «affrontare la storia dell’uomo
dal punto di vista della sua esigenza di essere rassicurato negli scambi».
Il 27 gennaio di ogni anno è la Giornata della Memoria, per non dimenticare come recita un facile slogan.
Questo libro fotografico, non dimentica, appunto, e rappresenta
la testimonianza di Bronislaw
Jureczec e Wihelm Brasse che,
prigionieri polacchi impiegati nell’Ufficio Matricola del campo, non
bruciarono tutta la documentazione fotografica come
era stato loro ordinato di fare. La memoria impressa per
sempre non solo nella vita di quei pochi che si salvarono,
ma anche in resti di negative che, causa la fretta con cui
si dovette evacuare Auschwitz il 18 gennaio 1945, sono
arrivati fino a noi. Cosa provoca guardare queste foto?
Un’azione di back up collettivo, un salvataggio intergenerazionale, che non può certamente dare un senso a ciò
che non può avere senso, ma che da fiato alla memoria
come unico strumento capace di suonare quando gli altri
restano muti. Auschwitz in Polonia dovrebbe essere visto
almeno una volta nella vita.
Editoriale Olimpia
Zambon Verlag
€ 14,00
Adalberto Minucci
€ 38,00
Paolo Carlo Borgonovo
La crisi generale tra economia e politica L’oro di Saddam
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L’autore, ex dirigente del Pci e
avvertito interprete di Marx in
numerosi libri precedenti, in
questo agile ‘saggio’ propone
una rilettura della previsione di
Marx che si rivela oggi straordinariamente attuale non solo
sul piano economico, ma come
crisi politica, culturale, morale, e tecnologica delle moderne
società capitalistiche. Nel corso della sua carriera
giornalistica ha diretto per vari anni la redazione
piemontese de l’Unità ed è stato il responsabile del Pci torinese negli anni Sessanta e Settanta.
Membro della direzione nazionale comunista per
vent’anni, è stato direttore di Rinascita e ha fatto
parte della segreteria del Pci durante la segreteria
di Enrico Berlinguer.
Poco prima di essere catturato
dalle forze speciali statunitensi,
Saddam Hussein tenta di mettere
al sicuro il suo oro, incaricando il
colonnello Ibrahim Barzan di approntare un manipolo di uomini
fidati che raggiunga la miniera di
Gonogo, in Uganda, luogo designato per occultare il tesoro. La
missione denominata El-iksìr è
un fallimento in termini umani,
ma la giovane Guardia Repubblicana Saahud-Qadir, cui
è affidato il comando della spedizione, è disposta a tutto pur di non deludere il Raìs. È il dicembre 2003. Cinque anni più tardi presso il Palazzo di Vetro dell’Onu si
tiene una conferenza in merito alla ricostruzione postbellica dell’Iraq e la giornalista Irina O’Brian solleva la
questione dell’oro di Saddam... L’argomento dell’oro
resta in bilico tra leggenda e realtà.
Ed. Voland
Editrice Nuovi Autori
€ 10,00
€ 17,00
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
WEB
Ran Garin
http://www.patronatoinpal.it
L’Inpal “Istituto Nazionale per l’Assistenza ai Lavoratori”
riconosciuto con DM del 14 gennaio 1972 è promosso dall’Aic “Associazione Italiana Coltivatori” e quotidianamente,
promuove e tutela i diritti sociali degli operatori del mondo
agricolo e rurale oltre che di tutti i cittadini , giovani, pensionati, lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti, immigrati, etc.
L’Inpal, attraverso la rete degli uffici presente sul territorio,
realizza concretamente il dettato della Legge n. 152/2001 prestando assistenza gratuita a favore di tutti i cittadini italiani
e stranieri regolarmente presenti sul territorio italiano nei
confronti dei principali Enti previdenziali come Inps, Inail,
Inpdap, Enpals, I Post, altri enti e Ministero degli Interni Tutto questo si realizza prestando grande attenzione alla continua
formazione degli operatori e al costante aggiornamento delle
tecnologie informatiche da utilizzare per la completa soddisfazione degli utenti.
http://europa.eu/pol/agr/index_it.htm
Il link conduce ad una sottopagina del sito internet della Commissione europea dedicata alla Pac. La pagina è organizzata in
quattro sezioni : siti principali da dove è possibile accedere
ad altri sottoportali quali d esempio quello della commissione europea per l’agricoltura o quello dell’autorità europea per
la sicurezza alimentare; documentazione da cui è possibile
accedere ai comunicati stampa, pubblicazioni e scaricare molti
documenti riguardanti la politica agricola della Comunità Europea in altri comparti del settore agricolo; schede di sintesi
della legislazione Dove vegono tratati argomenti quali la sicure alimentare o l’agricoltura biologica; testi giuridici dove
viene trattata la legislazione in vigore o effetturare ricerce nel
registro pubblico del consiglio dell’Unione.
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/4407792.stm#howmany
Dal sito della Bbc News, la sezione notizie del sito internet
della Televisione Nazionale inglese Bbc, un interessante
dossier “Q&A: Common Agricultural Policy (Cap)”. Nel
intestazione dell’articolo è indicato che “la politica agricola
comunitaria è considerata da alcuni come una delle
politiche di maggiore e da altri come uno scandaloso spreco
di denaro” Il dossier e suddiviso nei seguenti paragrafi :
Cos’è la Pac? Quanto costa? Chi ottiene i soldi? Quanto è
il denaro speso? Che prodotti sono sovvenzionati? Quante
persone beneficiano della Pac?
PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
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DA BRUXELLES
Vèronique Viriglio
Primo G8 agricolo ad aprile in Italia
Ciso di Valmarino (Treviso) accoglierà dal 18 al 20 aprile 2009 il primo G8 agricolo che riunirà i ministri dell’agricoltura dei
Paesi facenti parte del G8 (Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Usa, Giappone , Canada, Russia). Il tema del vertice sarà
l’emergenza alimentare mondiale. Visto che si tratta di un tema di interesse planetario, saranno coinvolti vari organismi internazionali del settore (Fao, Pam, Ifad delle Nazioni Unite; Banca mondiale) e i paesi emergenti del G5: Brasile, Cina, India, Messico,
Sud Africa+Egitto. Anche il ministro dell’agricoltura della repubblica ceca, come presidente di turno del consiglio dell’Ue, Petr
Gandalovic, e la commissaria Ue all’agricoltura, Marianne Fischer Boel, vi parteciperanno.
L’Ue sostiene il settore lattiero-caseario
In seguito al recente crollo dei prezzi del latte e dei prodotti lattiero-caseari, il commissario per l’Agricoltura Fischer Boel ha assicurato in data 15 gennaio che saranno introdotte nuove misure a sostegno del mercato. La prossima settimana la Commissione
reintrodurrà, dopo un lungo periodo, le restituzioni all’esportazione per il burro, il formaggio e il latte in polvere, intero e scremato.
Quando in marzo inizieranno gli acquisti all’intervento di burro e latte scremato in polvere, la Commissione s’impegna ad acquistare, se necessario, quantità maggiori di quelle che verranno stabilite mediante regolari gare d’appalto. Ha inoltre reintrodotto in
novembre, prima di quanto fosse normalmente previsto, l’ammasso privato per il burro, applicabile a partire dal 1° gennaio 2009 e
valido anche per il burro prodotto in dicembre. Le produzioni italiane maggiormente interessate sono: Grana Padano, Parmigiano
Reggiano, Provolone, Asiago, Fiore sardo e Pecorino.
Primo consiglio agricoltura-pesca Ue del 2009
Il 19 gennaio si è svolto a Bruxelles il primo Consiglio Agricoltura e pesca della Ue del 2009, sotto la presidenza ceca. Il ministro Petr
Gandalovic ha presentato il programma di lavoro per il primo semestre 2009, insistendo sul tema della qualità dei prodotti agricoli.
Il Consiglio ha esaminato le proposte della Commissione circa le modalità di adesione e di negoziati dell’Ue all’Organizzazione
internazionale della vigna e del vino (Oiv). I partecipanti hanno tenuto un dibattito orientativo sulla proposta di regolamento per
gli operatori che immettono sul mercato legno e derivati. Riguardo all’approvazione della commercializzazione della colza geneticamente modificata T45, il Consiglio Ue non è riuscito a conseguire la maggioranza qualificata necessaria (160 voti favorevoli e 178
contrari)per rinnovare l’autorizzazione scaduta. Questa varietà di colza, tollerante all’erbicida glufosinato è sul mercato dal gennaio
1998, utilizzata per additivi alimentari (grassi vegetali) o per mangimi animali, ma non per la coltivazione nell’Ue. La Commissione
europea, non essendo stata raggiunta la maggioranza qualificata richiesta in Consiglio, ha adesso il potere di adottare essa stessa
l’autorizzazione, come ha sempre fatto in tutti i casi analoghi fin dalla seconda metà del 2004. Infine, il Consiglio ha adottato a
maggioranza qualificata una serie di atti legislativi messi a punto durante il secondo semestre 2008 come risultato del ‘bilancio di
salute’ della Politica agricola comunitaria (Pac), dando il via formale ad una serie di riforme decisive per la categoria e allargando
l’organizzazione del mercato unico al settore del vino.
L’Ue dice no alla clonazione degli animali per fini alimentari
Un dibattito di orientamento della Commissione europea ha riaffermato il divieto alla clonazione degli animali per fini alimentari,
ritenendo che in Europa si debba ‘’mantenere lo status quo, ossia la situazione attuale’’: la clonazione non essendo utilizzata come
tecnica di produzione, gli alimenti di origine clonata (prodotti da animali clonati e dalla loro progenie) non sono disponibili e non lo
saranno in un prossimo futuro. E’ stata anche formulata la necessità di estendere la discussione ad altri partner dagli Usa al Canada
e al Giappone. Si allontana così lo spettro della pecora Dolly.
A tutela della saluta e l’ambiente, nuove norme su pesticidi
Con lo scopo di migliorare la tutela della salute e dell’ambiente, il Parlamento europeo ha adottato, durante la plenaria del 12 gennaio, due testi legislativi sull’autorizzazione e la vendita dei pesticidi nonché sul loro uso sostenibile e la promozione della difesa
integrata. La nuova legislazione comunitaria sui pesticidi prevede tra l’altro che sia vietato l’uso del glufosinato a partire dal 2017.
Sono bandite alcune sostanze altamente tossiche ed è vietato l’uso di pesticidi nei giardini pubblici e nei parchi gioco, chiedendo
agli Stati membri di incentivare ogniqualvolta possibile i metodi non chimici. Sono poi fissate severe condizioni per l’irrorazione
aerea e la tutela delle acque. Sarà stilato un elenco positivo delle sostanze attive autorizzate a livello comunitario, che assegna un
ruolo fondamentale all’Autorità europea per la sicurezza alimentare. I pesticidi commercializzati in base alle regole attuali potranno
continuare ad essere utilizzati fino alla scadenza della validità della loro autorizzazione corrente (10 anni). Il provvedimento dovrà
essere applicato due anni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue (inizio 2011). Entro cinque anni dall’entrata in
vigore della direttiva, gli Stati membri dovranno adottare piani d’azione nazionali per definire i propri obiettivi.
L’ultimo consiglio agricoltura del 2008 : per una pesca sostenibile
Durante l’ultimo Consiglio Agricoltura e Pesca della presidenza francese, tenutosi i 18-19 dicembre scorso, è stato raggiunto
un’importante accordo all’unanimità sui ‘Livelli ammissibili di cattura’ del pesce e le relative quote per ogni specie da rispettare
per il 2009. Questa decisione si pone come obiettivo il rispetto delle risorse ittiche per una pesca sostenibile. Il Consiglio ha
anche votato all’unanimità le conclusioni contenute in un memorandum sostenuto da 19 Stati membri circa le importazioni di
alimenti e animali nel contesto della crisi alimentare mondiale. Respinta all’unanimità la proposta di autorizzare il trattamento
delle carcasse dei volatili con dei prodotti chimici, ad esempio il cloro, rifiutando così i famigerati ‘pollo al cloro’. Presentato lo
stato di avanzamento del ‘libro verde’sulla qualità dei prodotti agricoli - oggetto l’anno scorso di una consultazione pubblica - e
tema che sarà ancora seguito dalla presidenza ceca.
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PREVIDENZA AGRICOLA gennaio-febbraio 2009
P.A. RISPONDE
a cura della redazione
Sono un’imprenditrice agricola della provincia di Matera. Nella mia azienda impiego circa 20
braccianti l’anno per complessive 1.000-1.100 giornate. Sapevo che con il 2008 sarebbero venute
meno le agevolazioni per i contributi Inps delle aziende che operano nel meridione e in generale
nelle zone svantaggiate. Di recente però ho letto qualcosa a proposito di una proroga delle agevolazioni. Potreste spiegarmi bene come stanno le cose?
(Maria Filippi, Accettura)
L’art. 1-ter del decreto legge n.171/2008, convertito in legge n.205/2008, ha prorogato fino al 31 marzo 2009 la misura
delle agevolazioni contributive per i datori di lavoro agricolo operanti in zone montane o svantaggiate previste dall’art. 01,
c.2, della legge 11/3/2006, n. 81 che aveva disposto per il triennio 2006-2008 una maggiorazione delle agevolazioni ordinariamente previste per i contributi dovuti all’Inps dalle imprese agricole che occupano manodopera agricola. Pertanto
per il periodo 1° gennaio-31 marzo 2009 la misura delle riduzioni contributive è la seguente: 75% nei territori montani
particolarmente svantaggiati; 68% nelle zone agricole svantaggiate, comprese le aree dell’obiettivo 1 di cui al regolamento
(Ce) n. 1260/1999, nonché le regioni Abruzzo, Molise e Basilicata. A decorrere dal 1° aprile 2009, invece, la misura delle
riduzioni contributive (in assenza di eventuali ulteriori proroghe) tornerà ad essere quella ordinaria e cioè: 70% nei territori montani particolarmente svantaggiati; 40% nelle zone agricole svantaggiate, comprese le aree dell’obiettivo 1 di cui
al regolamento (Ce) n. 1260/1999, nonché le regioni Abruzzo, Molise e Basilicata. Per l’individuazione delle zone svantaggiate e montane occorre fare riferimento alla deliberazione 25 maggio 2000, n. 42 del Cipe pubblicata sulla G.U. n. 161
del 12 luglio 2000 (cfr. ns. circ. n. 11029 del 7/09/2000). È appena il caso di precisare che, secondo tale deliberazione,
le zone svantaggiate e montane interessate alle agevolazioni sopra indicate sono distribuite, sia pure in misura diversa,
sull’intero territorio nazionale.
Sono un amministratore di una società agricola a responsabilità limitata dalla quale ricevo uno
specifico compenso per l’attività di amministratore. Sulla base della recente legge di orientamento, ho fatto istanza all’Inps e alla Regione per il riconoscimento della qualifica di Iap. Se la mia
domanda venisse accolta e dunque dovessi acquisire la qualifica di Iap, dovrei pagare i contributi
Inps come Iap, come amministratore o come entrambe le cose?
(Antonio De Carolis, Frosinone)
L’art. 1, del d.lgs. 99/2004, come modificato dal d.lgs. 101/2005, ha riconosciuto il diritto alla qualifica di Imprenditore
Agricolo Professionale (Iap) anche agli amministratori delle società di capitali in possesso dei requisiti di reddito (il reddito
derivante dall’attività agricola deve rappresentare almeno il 50% del reddito globale di lavoro) e di tempo (il tempo impiegato nell’attività agricola deve rappresentare almeno il 50% del tempo di lavoro complessivo) previsti per tale figura dalla legislazione vigente. Per la valutazione del requisito reddituale, le indennità e i compensi ricevuti per l’attività di amministratore
della società sono considerati come redditi derivanti da attività agricola. Sotto il profilo previdenziale, l’Inps con la circolare
n. 48 del 24.03.2006, ha avuto modo di precisare che l’art. 1,
del d.lgs. 99/2004, come modificato dal d.lgs. 101/2005 “riTaxi. Le strade del Cairo si raccontano
conosce il diritto alla qualifica di Iap in favore degli “amministratori” di società di capitali quando la loro attività nella
società sia svolta in presenza dei requisiti di cui all’art. 1, co.
1, del D.lgs. 99/2004. Conseguentemente, fermo restando il Un libro dedicato «Alla vita che abita nelle parole
della povera gente». Taxi è un viaggio nella sociolopotere di accertamento della qualifica da parte delle Regio- gia urbana della capitale egiziana attraverso le voci
ni, i soggetti di cui trattasi, purché in possesso delle cono- dei tassisti. Una raccolta di storie brevi che raccontascenze e competenze professionali predette, nonché in pos- no sogni, avventure filosofiche, amori, bugie, ricordi
sesso, per ciò che concerne la loro attività nella società, dei e politica. I tassisti egiziani sono degli amabili cantarequisiti di reddito e tempo/lavoro sopra citati, non devono storie che, con disinvoltura, conducono il lettore in
più essere iscritti nella Gestione Separata di cui all’art. 2, co. un dedalo di realtà e poesia che è l’Egitto dei nostri
giorni. «Taxi è un’articolata e divertente critica alla
26, della L. 335/1995, bensì nella gestione previdenziale e società e alla politica egiziana» dice Mark Linz,
assistenziale per l’agricoltura, ossia nella gestione CD/CM, direttore dell’Università Americana del Cairo, «è unico nel suo genere perché
in qualità di Iap”. In altre parole per i soggetti che si trovano usa una buona dose di humour per trattare argomenti a cui solitamente gli
in tali condizioni non è dovuta la contribuzione alla gestione egiziani riservano un’estrema serietà». Taxi è diventato un best-seller, riseparata dei collaboratori coordinati e continuativi, ammini- stampato 7 volte nell’arco di un anno, oltre 65.000 copie vendute.
stratori, etc., di cui all’art. 2, c. 26, l. 335/1995 ma solo quella Ed il Sirente
€ 17,50
alla gestione dei coltivatori diretti e Iap.
Khaled Al Khamissi
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MEDICINA
Fabio Forleo
Le malattie nascoste
Q
I comportamenti
a rischio
uando facciamo un controllo dei valori di laboratorio (le analisi) spesso
troviamo sorprese che non ci aspettavamo, né noi né il medico che le aveva
prescritte.
Molte situazioni patologiche, infatti, sono assolutamente asintomatiche.
Avere un alto tasso di colesterolo, ad esempio, ci fa vivere in apparente ottima salute ma
ci avvia, silenziosamente e subdolamente, ad una serie di problemi che ad un certo punto
saranno irreversibili e molto seri. Tra i tanti parametri che si valutano di “routine” non
mancano mai quelli che ci danno informazioni sulla salute del nostro fegato e, a volte,
piccole anomalie portano ad altri accertamenti più specifici.
Di queste “sorprese” la più temibile, proprio perché spesso inaspettata, ma purtroppo
frequente, è la scoperta di una epatite. Con questo termine si raggruppano una lunga
serie di gravi e multiformi patologie infiammatorio-degenerative, acute e croniche, del
fegato.
In particolare l’ epatite C viene, spesso, scoperta casualmente a seguito di accertamenti
svolti per altre ragioni. Comincia, a questo punto, un impegnativo e doloroso percorso di
terapia e di monitoraggio della malattia, nonché un’ accurata indagine per la ricerca della
causa e del momento dell’ infezione stessa.
Tutti conosciamo i “comportamenti a rischio” per questo tipo di malattie, eppure il controllo dei soggetti più esposti (tossicodipendenti e trasfusi in prima posizione) non viene portato avanti con la necessaria attenzione. Considerando poi, che i conviventi ed i
contatti stretti (contatti ematici) corrono anch’ essi grandi rischi, si possono intuire le
dimensioni del fenomeno. Senza entrare nello specialistico, esistono diversi tipi di virus
C: alcuni meno aggressivi e più disposti a farsi sfrattare dal nostro fegato ed un altro (tipo
1) molto più resistente e temibile per le conseguenze gravi e gravissime a lungo termine.
Il problema è ancor più drammatico se si associano altri fattori di rischio: infezioni correlate (Hiv in primis) altri tipi di epatopatie e, soprattutto nei giovani, il micidiale mix
di alcool e droghe. Siccome le possibilità di cura, nonostante la gravità della malattia,
esistono e sono in continua evoluzione, come possiamo far emergere tutto il sommerso?
E’ fattibile (anche economicamente) il test di controllo per tutti, indiscriminatamente?
Non è facile.
Dobbiamo, quindi, mantenere alta la guardia nei confronti di questo subdolo e sottovalutato aggressore e, anche, considerare la possibilità che un banale intervento chirurgico, odontoiatrico o, peggio, un tatuaggio, un trattamento estetico effettuati in ambienti
inadeguati, possano essere fonte di infezione. Fortunatamente, dall’ inizio degli anni ’90
le pratiche trasfusionali e i trattamenti medici hanno raggiunto livelli di controllo e sicurezza sempre più tranquillizzanti.
Pur se in leggero e costante calo, la diffusione della malattia (accertata e non) è presente
in Europa con numeri a “sei zeri” ed il, non invidiabile, primato è proprio Italiano. E
questo mi fa ricordare, con una certa “divertita amarezza” la preoccupata domanda di un
collega durante un corso di aggiornamento sullo specifico argomento: “Cosa rischiamo in
Italia a seguito del flusso migratorio di extracomunitari ?”
La secca risposta del relatore ricordò a tutti che, dopo l’Egitto, nel bacino del Mediterraneo, siamo proprio noi, in Italia, a poter creare problemi agli altri … extracomunitari
compresi.
“Cultura: l’urlo degli uomini in faccia al loro destino”
(Albert Camus)
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Redazione
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Antonella Lemmo, “...rappresentazione dell’evoluzione del lavoro in Italia...”
Hanno collaborato
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Lorenzo Rossi-Doria, Claudia Merlino, Giusy
Scarpella, Roberto Caponi, Sergio Marini, Micaela
Taroni, Flaminia Ventura, Giovanni Martirano,
Luigino Scricciolo, Giovanna Mellano, Assunta
Soldi, Concetto Iannello, Carla Collicelli, Francesco
Bardaro Grella, Tiziano Marelli, Gianluca Cicinelli,
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Gino Rotella, Roberto Tofani, Giuseppe De Marco,
Daniela Cerrocchi, Maria Miligi, Daniele Barbieri,
Lucia Russillo, Fabio Cavicchioli, Gaetano Tutino,
Daniela Lambertini, Marco Togna, Maria Cartia,
Antonio Positino, Letizia Martirano, Stefania
Sepulcri, Ran Garin, Vèronique Viriglio, Fabio Forleo
Grafica, stampa e spedizione:
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Chiuso in tipografia: 1 febbraio 2009
L
e immagini di questo numero di Previdenza Agricola, sono state
scelte dalla "Galleria del Lavoro", collezione di dipinti di Italia
Lavoro, società che da più di 10 anni promuove e gestisce, su tutto il
territorio nazionale, attività nel campo delle politiche del lavoro e dell'occupazione.
Queste opere sono il frutto di un concorso nazionale voluto e organizzato dal consiglio di amministrazione di Italia Lavoro per incentivare
e promuovere giovani artisti emergenti. Da questa iniziativa è seguita
la pubblicazione del libro "Il lavoro nell'arte" in cui la raccolta delle
opere è suddivisa in tre sezioni.
I Madonnari che nella loro tradizione riproducono opere sacre, qui si
sono cimentati sul tema del lavoro.
Gli studenti delle Accademie che hanno rappresentato la trasformazione del lavoro nella realtà socio-economica contemporanea.
Il mondo dei diversamente abili, con i ragazzi che frequentano centri
educativi e riabilitativi, dove l'arte è parte della loro vita lavorativa.
"Arte e lavoro - secondo Natale Forlani, amministratore delegato - si
incontrano soprattutto nella modernità, quando rappresentare la realtà,
significa anche dare voce ai bisogni, alle aspettative delle persone che
contribuiscono a trasformare il mondo senza vedersi, troppo spesso,
riconosciute dignità, libertà e diritti".
Giovanna Mellano
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