Con passione

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Con passione
P R I M O P I A N O
AT T U A L I T À
U
n’altra slide attraente che
mostro al pubblico è quella
sul Roev (Return on investment - virtuale) che misura la resa finanziaria della farmacia. Dopo aver
chiesto ai farmacisti presenti quale
fosse la resa dalla propria farmacia, alcuni non lo sapevano, altri annaspavano saltando da un 5 per cento a un 12
per cento, solo uno mi chiedeva sempre: «Ma cosa intendi per resa?» Ottimo, questa è la domanda giusta. Allora abbiamo indagato sulle definizioni
di utile netto finanziario e sul valore
della farmacia. Per utile finanziario
netto intendo ciò che rimane dopo
aver sottratto dall’utile lordo le tasse
e il compenso del titolare. Per valore della farmacia intendo quel valore che il titolare tiene immobilizzato
per esercitare l’attività d’impresa; mi
riferisco al valore di avviamento al
netto delle tasse da pagare in
caso di cessione e del valore inerente al patrimonio
netto (differenza tra attività e
debiti). Ritengo che se una farmacia
non riesce ad avere come premio un
Roev almeno del 3,5 per cento debba
chiedersi dove sono le inefficienze.
Sempre dagli ultimi banchi sento un
bisbiglio, li esorto ad avere coraggio a
fare domande che subito arrivano.
Sono due. La prima: qual è il compenso equo da corrispondere al titolare
della farmacia per il lavoro svolto e la
sua responsabilità professionale? La
seconda: qual è il valore dell’avviamento? Alla prima rispondo subito:
42.500 euro netti l’anno, compreso
l’Enpaf. La seconda domanda è più
complessa perché implica la necessità di valutare più fattori, quali la dimensione di fatturato, l’ubicazione, la
possibilità di apertura di altre farmacie nella zona, l’autonomia finanziaria, gli ambulatori medici, il mix di fatturato, la potenzialità… Per continuare sulla seconda domanda, anche se
l’avviamento è determinato dal valore
che si ottiene dall’incontro della domanda e dell’offerta, è possibile affermare che il moltiplicatore del fatturato
netto dell’ultimo anno si può collocare
in un range che va da un minimo di
0,9 a un massimo di 1,5.
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IL FOGLIO ELETTRONICO
Con un foglio elettronico propongo ai
farmacisti del corso un conto economico dinamico, programmatico. Un foglio
su cui lavorare per verificare se la resa
attesa (Roev) può essere perseguita. È
un foglio dove ho “affettato” i ricavi dividendoli in negozi (mutuandoli dalla
classificazione Imf), ho rilevato per
ognuno di essi il mix degli acquisti (industria/grossista) e lo sconto medio ottenuto. Sono poi sceso nell’area caratteristica di gestione simulando i costi
generali, i costi del personale a libro paga, il costo lordo figurativo relativo al
compenso da erogare al titolare della
farmacia e gli
ammortamenti. Calcolato così l’utile operativo, l’ho aumentato e/o diminuito dei proventi e
oneri finanziari. Ho raggiunto l’utile lordo. Calcolo la tassazione, raggiungo l’utile finanziario netto. Quest’ultimo rapportato al valore della farmacia (avviamento virtuale netto da tasse +/- patrimonio netto) mi regala la resa della farmacia: il Roev.
Abbiamo passato un po’ di tempo a
giocare con questo foglio semplice dove i numeri possono essere mutuati
dal programma gestionale e dal bilan-
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In giro per l’Italia per spiegare ai farmacisti
come cogliere le opportunità offerte
dalla crisi, non per sopravvivere
ma per vivere. Seconda e ultima parte
DI FRANCO FALORNI
cumento che
potesse soddisfare
l’obiettivo di individuare
concretamente se la resa attesa era raggiungibile o meno.
cio d’esercizio. La finalità era
quella di fornire ai farmacisti
un documento flessibile su cui potessero lavorare azionando diverse leve
gestionali: vendite, servizi, mix acquisti, sconti, organizzazione personale,
costi generali, indebitamento. Un do-
I GIOCATTOLI
Ogni volta che vado per convegni, lezioni, Ecm, mi porto sempre dietro la
mia cassetta degli attrezzi. È una cassetta di plastica gialla a bauletto, la
cassetta tipica che teniamo nelle nostre case per riunire i piccoli attrezzi da
e curiosità
lavoro: la pinza, il martello, la chiave
inglese… Io la porto dietro con i miei
giocattoli che di seguito vi elenco.
♦ Un aeroplanino: mi serve per spiegare l’architettura di un bilancio. Le ali
grandi rappresentano lo stato patrimoniale: l’ala di sinistra sono le attività, l’ala di destra le passività. Le ali piccole,
poste nella coda, rappresentano il conto economico: l’ala di sinistra sono i costi, quella di destra i ricavi. L’areoplanino vola bene se le ali sono in equilibrio;
l’azienda farmacia funziona se il bilancio è ben equilibrato cioè la farmacia
funziona se i suoi conti sono in ordine.
Dall’aeroplanino si ricava un’altra
informazione: il pilota. L’aereo giunge a
destinazione se ha un buon pilota; l’azienda-farmacia raggiunge gli obiettivi
se è guidata da un bravo imprenditorefarmacista.
♦ Le bolle di sapone: mi piace molto
iniziare la lezione del Roev soffiando
nell’anello precedentemente immerso
nel barattolino di sapone. Si formano
bolle grandi e piccole. Volano nella
stanza sfidando gli sguardi dei miei
amici farmacisti. La bolla sale, vola poi,
a un tratto, scoppia. Le bolle di sapone
sono la metafora della bolla-valore
dell’avviamento farmacia che negli ultimi anni aveva raggiunto valori assurdi. Oggi la bolla è scoppiata e il valore
avviamento-farmacia sta ritornando alla normalità.
♦ Il Lego: è il mio cavallo di battaglia
da sempre; guai al farmacista che si
tiene il Lego nella sua tasca senza metterlo a disposizione e unirlo agli altri
Lego-farmacie per determinare un sistema forte. Questa mia metafora è
sempre contestata da alcuni che affermano che non esiste il sistema farmacia ma esiste il non sistema farmacia.
La loro spiegazione è che il farmacista
è un individualista per storia e forma-
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zione. Gli rispondo che non è così o
meglio che non dovrebbe essere così
perché un non sistema rende debole
la farmacia nel medio-lungo termine.
♦ La palla: è una piccola palla con un
diametro di venti centimetri che utilizzo per chiedere ai partecipanti la definizione di azienda sintetizzata in una
parola. Lancio la palla al primo che dà
la definizione poi il farmacista la lancia
a un altro che dà la definizione e così
via fino a che uno dice la parola magica. È bello vedere la palla che vola sopra le teste, che a volte cade ma è subito ripresa. La palla corre. Crea energia. È veloce. Vola. Le definizioni vengono scritte sulla lavagna in bella calligrafia, l’azienda è: passione, professionalità, famiglia, guadagno, squadra, merci, gioia… la parola magica
non arriva. Poi a un tratto c’è sempre
qualcuno che dice movimento, l’azienda è movimento. Bravissimo.
Gli regalo la palla, poi gli spiego:
se l’azienda è movimento, se
l’azienda come un organismo vivente si muove attimo per attimo, guai a
quell’imprenditore-farmacista che vuol guidare la propria azienda
con un cervello
fermo. Mi riferisco
a quel farmacista che
non vuole guardarsi intorno, che non investe
in conoscenza,
che non è consapevole del
suo stato di
salute, che
non ascolta musi-
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ca, che non studia, che non viaggia,
che non è curioso.
♦ Il naso rosso del clown: è nella cassetta da sempre. Mi fu regalato dal mio
amico Cristiano, in arte Rufus, un giovane clown. Da piccolo voleva fare il
clown e oggi, dopo essersi costruito un
piccolo circo nei pochi metri di giardino dei suoi genitori, è un clown. È un
clown dentro. Gli piace far ridere i
bambini gravemente malati e i vecchi
seduti negli ospizi che aspettano il
suono della campanella della colazione, del pranzo e della cena. Mi regalò il
suo naso rosso quando lo chiamai in
facoltà a parlare ai ragazzi del terzo anno di Farmacia. In quell’occasione disse ai ragazzi, futuri farmacisti, di svolgere il lavoro con gioia; se nel lavoro
dovesse prevalere la tristezza o la noia
è meglio cambiare lavoro, scappare,
andare via lontano, magari con sacrifici ma è necessario che il lavoro, per
essere svolto bene, sia svolto con gioia.
Rufus regalò quel giorno centocinquanta nasi rossi pronti a essere indossati dai giovani futuri farmacisti,
tutti i giorni di lavoro.
LA MUSICA
Ho fatto ascoltare in religioso silenzio
Imagine. La bellezza della melodia ha
rapito i pensieri e caricato d’emozione
ogni partecipante del corso. Alla fine
ho chiesto a tutti se avessero anche
ascoltato le parole della canzone e ne
avessero approvato il contenuto. Sarà
stato il pathos che si era creato o la poca conoscenza dell’inglese ma nessuno, in nessuna aula, è riuscito a parlarmi della profondità del messaggio lanciato da John Lennon. Ho usato questa situazione per far capire ai farmacisti quanto fosse importante l’attenzione alle grandi cose ma anche alle
piccole. È importante che
l’imprenditore esplori fino in
fondo le sue criticità e le sue
opportunità. Il caso deve essere domato. Giannessi sosteneva che nel definire la crisi aziendale non è possibile
parlare di caso o catastrofi ma
di rischi mal calcolati, di analisi superficiali, di… ascolti musicali senza informarsi sui te-
sti. John Lennon con Imagine è riuscito con melodia e testo a darci emozioni uniche, gioiose e profonde; l’imprenditore-farmacista con strumenti
semplici e con consapevolezza, professionalità, coraggio, passione e gioia
dovrà gestire questo nuovo e veloce
cambiamento. Ho riproposto, successivamente Immagine, proiettando foto
con la traduzione in del testo in italiano. Vi propongo solo una strofa: “Immagina un mondo senza possessi, mi
chiedo se ci riesci, senza necessità di
avidità. La fratellanza tra gli uomini.
Immagina che tutta la gente condivida
il mondo intero. Puoi dire che sono un
sognatore, ma non sono il solo. Spero
ti unirai anche tu, un giorno, e che il
mondo diventi uno”.
I REGALI
Alla fine di tutti gli incontri avuti con i
farmacisti nelle nove città d’Italia anch’io ho fatto regali: la poesia Lentamente muore… di Martha Medeiros
(attribuita a Pablo Neruda) e un piccolo Pinocchio.
♦ La poesia: provate a trovarla su internet, è molto bella, specialmente quando ha come sottofondo la musica dei
Carmina Burana. È la sintesi del nostro
corso, che non si è basato su un approfondimento tecnico ma sullo stimolare i presenti a cambiare marcia, a
cambiare i colori dei vestiti, a capovolgere il tavolo, a essere felici sul lavoro,
a non abbandonare un progetto, studiare, viaggiare, ascoltare musica…
evitando la morte a piccole dosi.
♦ Pinocchio: è un piccolo Pinocchio
di legno, snodato. Questo regalo è stato gradito da tutti, anche il farmacista
più silenzioso e burbero davanti al piccolo Pinocchio si è sciolto. Perché
questo regalo? Perché un Pinocchietto di legno? Secondo me Pinocchio
racchiude le virtù umani fondamentali
per svolgere bene il lavoro di farmacista imprenditore, che sono: conoscenza, coscienza, incoscienza, allegria, cambiamento.
Non mi rimane che ricordare che chi
voglia approfondire gli argomenti trattati può scaricare tutta la documentazione trattata nel corso sul sito
www.laboratoriofarmacia.it.