GENNAIO 2011 Sfogliamento
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GENNAIO 2011 Sfogliamento
GENNAIO 2011 LA RIVISTA DI AMBIENTE DELL’ASSOCIAZIONE ZYGENA Sfogliamento Un bruco aspetta che passi la neve. E’ quasi un... miracolo d’inverno Sfogliamento numero di gennaio 2011 Il 2010 se n’è andato con quella che, apparentemente, sembrerebbe una bella notizia, ossia con l’accordo, siglato a Cancun, per la lotta ai cambiamenti climatici. Malgrado l’atmosfera sia ancora impregnata della bontà natalizia, però, proprio non riusciamo a credere alla favola, e vi spieghiamo perchè. Il nostro buon proposito per l’anno nuovo, infatti, è quello di continuare a guardare nelle notizie con attenzione, leggendo tra le righe e ponendoci domande. Crediamo che in tempi come questi la riflessione ed il pensiero - per quanto possibile - autonomo ed informato, formato dopo aver attinto a diverse fonti, sia l’unico modo per salvarsi. Per questo abbiamo cercato, anche in questo numero, di ragionare insieme a voi sulle “ultime di cronaca”, in campo scientifico e non, e di lasciare aperte domande per la discussione e lo scambio. Abbiamo cambiato casella di posta, ora potete inviare i vostri contributi (accettiamo anche le lettere di protesta, e le critiche, eh!) a [email protected] Quali sono i vostri buoni propositi per il nuovo anno, cosa sperate che accada, che “ambiente” vorreste avere entro dicembre? Fatecelo sapere: siamo curiosi di dipingere il quadro delle speranze e dei desideri insieme a voi. Buona lettura, e ancora tanti auguri! LA REDAZIONE IN QUESTO NUMERO SFOGLIAMENTO LA RIVISTA DI AMBIENTE DELL’ASSOCIAZIONE ZYGENA ONLUS DIRETTORE FABRIZIO MANZIONE RESPONSABILE COORDINAZIONE DI GISELLA PACCOI REDAZIONE REDAZIONE NICOLETTA BETTINI SIMONA CAPOGROSSO FRANCESCO DONATI ALESSIA VESPA WEBMASTER MASSIMO SCUDO INDIRIZZO VIA DEL CASSERO 5, 05100 TERNI URL 5 Cancun: fu vera gloria? 7 Gattoni africani 8 La voglia di giocare 9 Pazza? No, formica! 11 La classifica di Natale 12 Due briciole di consapevolezza 13 “Elettrico” ossia da sfruttare? 14 Vive chi si muove 15 Più grande si ha.... 17 In... credibile effetto! 18 Meraviglia da un errore 19 Salmoni, of course 21 Lasciate in pace il Morto WWW.SFOGLIAMENTO.IT “Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale “Zygena onlus”. registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07 LE SEZIONI: ARTE BIZZARRIE NATURA 4 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA Cancùn: fu vera gloria? cosa è stato deciso nel COP16 a Cancùn? GISELLA PACCOI C’è chi, come La Repubblica, lo ha definito “un capolavoro di diplomazia”, e chi invece lo bolla come “un accordo che non ci salverà neanche un po’”. Chi è cauto, come Legambiente (“Positivi passi avanti ma è presto per essere ottimisti”), e chi afferma che questo accordo darà “nuova linfa ai negoziati ONU sul clima”. Facile essere soddisfatti, facendo il paragone con quanto si era ottenuto a Copenhagen un anno fa. Qualunque cosa è meglio di niente. Ma cosa è successo veramente a Cancùn, nel corso del COP16, della sedicesima conferenza ONU sui cambiamenti climatici, e cosa è stato deciso - o lasciato indietro? Cominciamo dall’inizio. Si legge in un articolo: “La sfida che la conferenza Onu doveva affrontare era il mantenimento di un quadro di impegni vincolanti per il taglio delle emissioni serra che stanno moltiplicando i fenomeni climatici estremi, impegni stabiliti a Kyoto nel 1997”. Tutti sappiamo, però, quale effetto abbia avuto il protocollo di Kyoto. Se avesse avuto successo, se fosse stato applicato correttamente, anche nei suoi evidenti limiti, anche malgrado l’assenza di paesi cruciali come Stati Uniti, India e Cina, ora non saremmo qui, acqua alla gola, a cercare di trovare una soluzione per “mettere una pezza” e guadagnare ancora un po’ di tempo prima dell’evidente disastro. Comunque, a Cancun si è scelto di cominciare con un occhio aperto ed uno chiuso. Si è scelto di non criticare il comportamento delle nazioni che hanno aderito a Kyoto, ma solo di partire dalla considerazione che “la battaglia per la stabilità del clima non può essere vinta senza coinvolgere anche Stati Uniti e Paesi emergenti”, che si erano finora dichiarati assolutamente contrari ad accettare impegni vincolanti. Sotto questo aspetto, si può dire che qualcosa sia cambiato. La Cina, infatti, alla fine ha accettato i criteri di trasparenza nei controlli sulle emissioni serra che per gli Stati Uniti costituivano una precondizione indispensabile per la trattativa, lasciando aperta la possibilità di impegni vincolanti 5 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA per la fine del decennio, ed una posizione simile è stata adottata dall’India. Le nazioni schierate su posizioni più radicali hanno ritrovato lo spirito del multilateralismo e la disponibilità a creare meccanismi più efficienti per il trasferimento di tecnologie pulite. Dov’è dunque il limite di questo “volèmose bbene”? E’ nel fatto che, ancora una volta, non c’è un documento chiaro ed inequivocabile che obblighi i firmatari ad impegni precisi, quantificati e verificabili. In sintesi, invece, “ogni Paese indicherà volontariamente lo sforzo che è disposto a fare” per ridurre le emissioni di CO2 e contenere così l’aumento della temperatura globale, tollerando altri due gradi al massimo. Affermare di poter tollerare un ulteriore aumento di 2° vuol dire arrivare, nei fatti, ad un aumento maggiore; questo accadrebbe perfino se gli accordi presi fossero stati estremamente vincolanti, figuriamoci in questo modo. In più, un aumento di due gradi - cosa che farebbe egoisticamente pensare, al massimo, ad un piccolo sforzo in più nello sventolare il ventaglio d’estate - in una situazione già critica come quella attuale, è insostenibile. Tutti possono notare che il clima sta cambiando (per favore, che nessuno tiri fuori la storia del freddo: è vero, è tornata la neve in zone anomale, anche in Italia, ma questo non è un dato a favore del “raffreddamento globale”, è una conferma di una situazione impazzita!), chi vive vicino alle montagne è consapevole del progressivo, visibile sciogliersi dei ghiacci, chi si occupa di animali non fa che allungare le liste rosse delle specie a rischio estinzione (e non mi venite a dire che va tutto bene perchè è stato fotografato un orso bianco in buona salute!). L’unico paese ad aver fortemente contestato questo accordo è stata la Bolivia che, anzi, ha affermato di volersi rivolgere alla corte internazionale di giustizia. Il presidente boliviano Evo Morales ritiene che l’accordo sottoscritto a Cancùn “non difende la vita della natura né dell’umanità”. Prosegue inoltre: “la Bolivia si è opposta ad unirsi a quel documento perché non significa altro che ripetere gli errori della Conferenza climatica realizzata a Copenhagen, in Danimarca, nella quale le nazioni sviluppate si rifiutarono di cambiare le loro politiche irrazionali di industrializzazione che provocano l'inquinamento ambientale e la distruzione del mondo”. Triste vedere che pochi si rendono conto del percorso scellerato che stiamo tutti seguendo, e che dovrebbe essere fermato immediatamente. 6 GENNAIO SFOGLIAMENTO ARTE Gattoni africani un film per il quale vale la pena aspettare GISELLA PACCOI Un’epica storia vera, ambientata sullo sfondo di uno dei luoghi più selvaggi della Terra, “African Cats”, cattura l'amore per la vita, l'umorismo e la determinazione dei maestosi re della savana. La storia ha degli affascinanti protagonisti. Mara, un bellissimo cucciolo di leone che si sforza di crescere emulando la forza, la tempra e la saggezza di sua madre, una splendida leonessa. Sita, un ghepardo senza paura e madre single di cinque vivacissimi neonati, pieni di energia e di voglia di giocare. Fang, un leader orgoglioso e regale che deve difendere la sua famiglia da un leone, una volta bandito. Disneynature porta in vita “Il Re Leone” sul grande schermo in quest’opera-documentario-romanzo, diretta da Keith Scholey e Alastair Fothergill. Un'avventura mozzafiato che miscela ad arte legami familiari con la potenza e l'astuzia della natura selvaggia. “African Cats” sarà nelle sale il Giorno della Terra, il 22 aprile 2011. Se, nel frattempo, volete averne un assaggio, potete collegarvi alla pagina ufficiale del film: http://trailers.apple.com/trailers/disney/africancats/ 7 GENNAIO SFOGLIAMENTO BIZZARRIE La voglia di giocare fino a che punto è prerogativa dei cuccioli? GISELLA PACCOI Un orso che gioca con una finta palla di neve; un comportamento sereno ed affettuoso tra un orso polare ed un cane; una serie di esperimenti con la neve da parte di elefanti grandi e piccoli. Sono solo tre brevi video che mostrano le curiose attività di gioco di esemplari adulti. Curiose, perchè secondo tutti i manuali di etologia di base il gioco è un comportamento tipico dei cuccioli di mammifero - e di qualche uccello - necessario per l’apprendimento. L’esempio tipico è quello del gattino che gioca con la palla, col gomitolo o col filo, compiendo tutti i movimenti che, da adulto, farà nel corso della caccia, per catturare un topolino o afferrare un uccellino al volo. Cosa porta, però, un elefante adulto a tirare palle di neve, o un orso polare a “giocare a palla” facendo rotolare una videocamera nascosta fino a romperla? Facile: il gioco è nell’occhio di chi guarda. Siamo così abituati al micetto che gioca, e siamo così portati a vedere gli animali adulti come “grandi pelouches”, che interpretiamo i loro movimenti come azioni da cuccioli. Mentre per loro potrebbe trattarsi di attività serissime, legate alla sopravvivenza: esplorazioni dell’ambiente circostante in cerca di possibili spuntini.... o a caccia di eventuali nemici. E poi.... bisogna anche capirli: per loro non esiste la settimana enigmistica, per poter continuare a giocare facendo finta di non farlo!!!! 8 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA Pazza? No, formica! la formica gialla pazza fa strage di granchi NICOLETTA BETTINI Uno degli spettacoli più belli e interessanti che la Natura ci offre è la migrazione dei granchi rossi (Gecarcoidea natalis). A dicembre di ogni anno Christmas Island (chiamata così perché scoperta e conquistata nel 1643, dal capitano inglese William Mynors, il 25 Dicembre), un'isola dell'Oceano Indiano a sud di Java, diventa meta di turisti curiosi provenienti da ogni parte del mondo per vedere questo grande evento. Tutto inizia a novembre quando, con l'arrivo della stagione delle piogge, ha inizio la stagione riproduttiva dei granchi. Dalle foreste tropicali dell'isola circa 100 milioni di granchi rossi, grossi fino a 30 cm, si riuniscono in masse numerosissime, attraversano le strade e la città (bloccando la vita degli abitanti!), scorrono lentamente verso il mare impiegando 10 giorni circa (un tragitto di circa 6 km lungo e tormentato a causa della città e delle automobili) dove avviene la riproduzione. Qui si ritemprano, scavano un nido e attendono le femmine, che arrivano una settimana dopo. Dopo l'accoppiamento le uova vengono rilasciate in poche ore, tutte assieme, in acqua sparse lungo tutta la costa. Depositate le uova, la fiumana dei granchi rossi ritorna verso le foreste. I primi ad incamminarsi sono i maschi, a seguire le femmine. Secondo studi recenti i ricercatori, conducendo alcune analisi sul fluido circolatorio (l'equivalente del sangue) dei granchi migratori, hanno scoperto che un aumento dell'ormone iperglicemico - o glucanone - dei crostacei, combinato con il glucosio, procura la forza necessaria per l'epica traversata dell'isola. Il sistema endrocrino dei granchi accumula una quantità di zuccheri sufficiente per consentire il loro ritorno a casa nella foresta pluviale. Pensate che questi animali, in genere, non sono in grado di muoversi per più di 10 minuti! Ma, ahimè, da 5 anni il flusso dei granchi diminuisce continuamente perché è arrivata la formica gialla pazza (Anoplolepis gracilipes). 9 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA La "Yellow crazy ant", così chiamata per il suo frenetico comportamento, proviene dall'Africa ed è sbarcata sull'isola uccidendo piccoli mammiferi, rettili ed i granchi spruzzando acido formico negli occhi delle loro prede rendendole cieche. Non viene risparmiato neanche il granchio (di terra) ladro "birgo latro", largo ben 1mt, che viene sopraffatto e mangiato dalle formiche pazze. Ma i granchi rossi sono diventati la specie più a rischio poiché radunandosi diventano un bersaglio facile risultando un vero e proprio sterminio di almeno 60 milioni di esemplari. Il governo australiano sta tentando tutti i modi per difendere l'isola dalle formiche pazze, ma loro continuano ad estendere l'area occupata mentre i granchi rossi diminuiscono di numero. Qual è il segreto del successo di questa invasione? Dice un proverbio africano: "le formiche se sono unite spostano l'elefante". E queste formiche invasive sono molto unite, hanno migliaia di regine e formano vere e proprie supercolonie. Con l'uso di elicotteri ed altri mezzi moderni sono stati ottenuti grossi successi nella lotta alla formica pazza nell'Isola di Christmas, ma la formica pazza è da poco sbarcata nella Australia del nord…. 10 GENNAIO SFOGLIAMENTO LIBRI La classifica di Natale che libri si comprano in Italia? GISELLA PACCOI Volevo essere contraddetta. Volevo che il mio pessimismo, nei confronti dell’attitudine verso la lettura degli italiani fosse smentito. Almeno a Natale, speravo che chi normalmente non legge molto avesse colto l’occasione di passare le feste in compagnia di un buon amico, stampato. Invece, i risultati della classifica di dicembre non fanno che aumentare la mia brutta sensazione: i libri vengono comprati per essere regalati, e vengono comprati da chi non li legge. Non può essere un caso che, tra i primi dieci titoli più venduti, quattro siano testi di cucina (estratti da trasmissioni che non commento...), uno sia una raccolta di amenità balzata agli onori della cronaca grazie al successo domenicale (massima stima per la Littizzetto, è brava, intelligente e arguta, ma personalmente preferisco ascoltarla nei suoi sketch, coi suoi tempi, le sue faccine e le sue vocette, piuttosto che leggerne un libro di battute) e tre siano thriller di autori famosi (John Grisham, Ken Follett e il nostrano Giorgio Faletti, che ha tutta la mia invidia non fosse altro per il fatto di poter scrivere in un luogo splendido come l’isola d’Elba!). Meno male che resiste Andrea Camilleri, un “nome al di sopra di ogni sospetto” perchè ogni suo titolo scala - a buon diritto, secondo me - le classifiche. Un discorso a parte si deve fare per il primo titolo in classifica, “Il cimitero di Praga”, l’ultima fatica di Umberto Eco. La trama sembra avvincente. Le critiche “serie” sono entusiastiche, i commenti dei primi lettori mooolto più tiepidi, nel migliore dei casi. Il commento più centrato è stato “la trama è un po’ noiosa, ma l’italiano con il quale è scritta è impeccabile!”. Io non l’ho ancora letto, e voi? Diteci quello che ne pensate, scrivendo al nuovo indirizzo [email protected] 11 GENNAIO SFOGLIAMENTO ECONEWS Due briciole di consapevolezza sono partite due iniziative a favore dell’ambiente REDAZIONE In questo mese, a Torino sta partendo l’iniziativa “La pietanza non avanza - Gusta il giusto, dona il resto” grazie alla quale non andrà più sprecato il cibo integro avanzato nelle mense scolastiche . Questa campagna è promossa e finanziata dall’assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte, in collaborazione con la Direzione regionale Sanità, il Servizio di Ristorazione Scolastica della Città di Torino, l’assessorato ai Servizi Sociali, la Divisione Ambiente del Comune di Torino, l’Associazione Banco Alimentare del Piemonte e la ditta Compass Group. L’iniziativa, che porterà anche alla riduzione dei rifiuti delle mense, si concluderà a fine 2011 e coinvolgerà inizialmente solo cinque scuole torinesi per un totale di circa 1500 pasti al giorno. I pasti avanzati saranno consegnati agli asili notturni Umberto I di Torino, dove verranno distribuiti ai bisognosi. Se vi dovesse capitare di incontrare un file con estensione .wwf, non spaventatevi: si tratta di un nuovo formato, creato proprio dal famoso fondo per l’ambiente, per risparmiare carta. L’assessore regionale all’Ambiente Roberto Ravello ha definito questa non solo come “un’iniziativa contro gli sprechi in un momento di crisi, ma anche un messaggio educativo forte di solidarietà”. L’aspetto è quello di un normale file .pdf, ma c’è di diverso la possibilità di stampare: nel caso del .wwf è impossibile. Per creare i documenti in formato WWF occorre scaricare un apposito software, al momento disponibile solo per Mac OS X e di cui presto sarà rilasciata anche la versione per Windows, dal sito ufficiale dell'iniziativa (http://www.saveaswwf.com/en/home.html). Ovviamente i modi per aggirare le limitazioni imposte esistono e sembrano abbastanza ovvi (come selezionare e incollare il testo in un nuovo documento), ma forse il WWF conta tra i propri alleati la proverbiale pigrizia degli utenti... o la buona volontà di chi, messo di fronte ad una scelta, si rende conto che un piccolo gesto può significare molto per l’ambiente. 12 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA “elettrico” ossia da sfruttare? ennesima invenzione pseudo ecologica GISELLA PACCOI Il mondo si sta riempiendo di “innovazioni ecologiche”, trovate che, nel migliore dei casi, sono assolutamente inutili, ma che possono anche essere nocive o addirittura nefaste. Adesso, i giapponesi hanno deciso di tormentare l’Electrophorus electricus (comunemente chiamato gimnoto, o “anguilla elettrica”) per creare quella che viene spacciata come la “nuova energia rinnovabile”, la Eel-ectricity. Eel come anguilla, electricity come il sistema che l’elettroforo (non chiamatelo anguilla, per favore, non sono nemmeno parenti!) usa per cacciare, difendersi e, in misura minore, riprodursi. L'elettroforo possiede tre paia di organi elettrici addominali in grado di produrre una differenza di potenziale e generare così un campo elettrico. Questi organi sono costituiti di cellule speciali, di origine muscolare, denominate elettrociti; tali elettrociti sono cellule piatte, a forma di disco, affrontate ed allineate. Al momento di liberare la scarica elettrica, i canali ionici situati sulla membrana di queste cellule si aprono, permettendo il libero passaggio di ioni sodio, caricati positivamente, che entrano nelle cellule stesse invertendone momentaneamente la carica, e generando perciò una scarica. Lungo i fianchi del pesce, gli elettrociti, presenti in un numero che va dai 5 ai 6.000, possono produrre in questo modo una scarica di più di 500 volt, ed un flusso di corrente pari ad 1 ampere (500 watt). Oltre a questa devastante scarica, questo pesce è in grado di generare anche campi elettrici di più lieve intensità, che utilizza principalmente per l'elettrolocalizzazione delle prede, per la comunicazione con altri esemplari della stessa specie e, probabilmente, nella ricerca del partner e nell'accoppiamento. Un E-tree è stato installato all'acquario di Enoshima. Secondo Kazuhiko Minawa, “inventore e portavoce dell’acquario” giapponese, “l’anguilla elettrica trasmette la corrente all’albero di natale tramite due placche di alluminio posizionate all' interno della vasca, che convogliano la corrente elettrica ogni volta che il pesce si muove”. Non ho letto l’eventuale paper scientifico (ammesso che esista) che descrive le basi fisiologiche ed etologiche su cui questa applicazione è fondata. Ma vado a buonsenso. Gli elettrociti hanno bisogno di energia per funzionare, ed entrano in azione solo in determinati momenti. Un po’ come l’adrenalina quando uno di noi si arrabbia, e molto. In quelle condizioni, l’anguilla produce energia. Ma chi di noi vorrebbe vivere in un piccolo acquario, costantemente arrabbiato? Quanto sopravviverebbe? E.... quanto vivrà quella povera anguilla? 13 GENNAIO SFOGLIAMENTO VIAGGI Vive chi si muove un nuovo evento televisivo NICOLETTA BETTINI DA NATGEOTV.COM “Great Migrations” è un nuovo evento televisivo globale in sette parti di National Geographic Channel che porta gli spettatori in giro per il mondo a seguire le lunghe e faticose migrazioni intraprese da milioni di animali per assicurare la sopravvivenza delle proprie specie. Attraverso magnifiche riprese dal cielo e dall'aria, dal folto degli alberi e da rocce scoscese, dal fondo del mare e dai ghiacci galleggianti, “Great migrations” racconta le commoventi storie di queste creature e illustra le nuove scoperte scientifiche sui loro avventurosi spostamenti con tutta la vividezza dell'alta definizione. La miracolosa migrazione dei granchi rossi dell'Isola di Natale. Le volpi volanti in Australia e le formiche legionarie in Costa Rica. Gli gnu, le zebre e gli elefanti in Mali. Il microscopico plancton e le meduse in Indonesia. La grandiosa migrazione dei cobi dalle orecchie bianche, di cui si temeva l'estinzione. Storie magnifiche rese ancor più appassionanti dalle nuove conoscenze acquisite sulla fragile esistenza di queste specie e la loro disperata lotta per la sopravvivenza in un pianeta che non smette di cambiare. Per portare sugli schermi di tutto il mondo questa rivoluzionaria produzione televisiva, il team di National Geographic ha trascorso ben due anni e mezzo sul campo, percorrendo 670.000 chilometri attraverso 120 paesi e tutti e sette i continenti. Great migrations: vive solo chi si muove... http://natgeotv.com/it/greatmigrations/a-proposito-di 14 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA Più grande si ha... .... più relazioni si hanno. L’amigdala, ovviamente. REDAZIONE DA “LE SCIENZE” L'amigdala è una parte del cervello, a forma di mandorla, presente in tutti i mammiferi. Nell’essere umano è ritenuta essere il centro di integrazione di processi neurologici superiori, come le emozioni, in particolare la paura, ed è coinvolta anche nei sistemi della memoria emozionale, nella comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattivi. Quando valuta uno stimolo come pericoloso, per esempio, l’amigdala scatta come un sorta di grilletto neurale e reagisce inviando segnali di emergenza e tutte le parti principali del cervello; stimola il rilascio degli ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga,(adrenalina, dopamina, noradrenalina), mobilita i centri del movimento, attiva il sistema cardiovascolare, i muscoli e l’intestino. Contemporaneamente, i sistemi mnemonici vengono "sfogliati" con precedenza assoluta per richiamare ogni informazione utile nella situazione di paura. Mentre l’ippocampo "rimembra" i fatti, l’amigdala ne giudica la valenza emozionale. L'amigdala quindi fornisce a ogni stimolo il livello giusto di attenzione, lo arricchisce di emozioni e, infine, ne avvia l'immagazzinamento sotto forma di ricordo. L’amigdala può reagire prima che la corteccia sappia che cosa sta accadendo, e questo perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente dal pensiero razionale, e prima di esso. Anche nell'essere umano l'amigdala è fondamentale per sviluppare una ricca e varia vita sociale: è questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience che confermerebbe precedenti ricerche su altre specie di primati che hanno avuto come oggetto le dimensioni e la complessità dei gruppi sociali. “Sappiamo che i primati che vivono in ampi gruppi sociali hanno una amigdala di grandi dimensioni anche una volta normalizzati i dati rispetto alle dimensioni del cervello e a quelle del corpo”, ha commentato Lisa Feldman Barrett, psichiatra del Massachusetts General 15 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA Hospital (MGH) che ha guidato lo studio. “In modo analogo se si considera l'essere umano, il volume di questa regione cerebrale risulta direttamente proporzionale alle dimensioni e alla complessità delle reti sociali stabilite nell'età adulta”. Si tratta di una circostanza peculiare, dal momento che gli stessi studiosi hanno mostrato come non esista evidenza di una simile relazione tra altre strutture subcorticali e le caratteristiche della vita sociale umana. D'altro canto, il volume dell'amigdala non è correlato ad altre variabili tipiche della vita sociale degli esseri umani. “La correlazione, inoltre, sembra valere sia per i giovani sia per gli adulti e senza evidenti differenze tra uomini e donne” ha sottolineato Bradford C. Dickerson, ricercatore del dipartimento di neurologia del Martinos Center for Biomedical Research. I ricercatori sono giunti al risultato analizzando le risposte a un questionario circa il numero dei rapporti sociali stabili di 58 volontari di entrambi i sessi e di età compresa tra 19 e 83 anni e mettendole a confronto con le scansioni effettuate mediante risonanza magnetica che hanno fornito indicazioni circa le dimensioni delle diverse strutture cerebrali, tra cui il volume dell'amigdala. Il risultato in definitiva sarebbe coerente con la cosiddetta ipotesi del cervello sociale, secondo cui l'amigdala si sarebbe evoluta parallelamente alla complessità della vita sociale, che raggiunge il punto massimo tra i primati. Altre ricerche, infine, stanno cercando di chiarire il ruolo di anomalie in questa regione cerebrale in diversi deficit neurologici e psichiatrici. 16 GENNAIO SFOGLIAMENTO BIZZARRIE In.... credibile effetto un bizzarro esperimento riguardo l’effetto placebo REDAZIONE DA “LE SCIENZE” Con il termine placebo si intende un farmaco che non contiene in realtà alcun principio attivo, che viene prescritto nei trial clinici controllati per verificare l'efficacia di un farmaco anche al di là dell'effetto positivo prodotto dall'illusione di assumere una sostanza benefica per la propria salute. In effetti, stastisticamente il placebo ha una certa efficacia che dimostrerebbe, almeno nella visione classica, il potere della suggestione. Ora per un nuovo studio pubblicato sulla rivista PLoS ONE sembra mettere tutto in discussione il gruppo di ricercatori dell'Osher Research Center Researchers dell'Harvard Medical School del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) ha considerato 80 pazienti affetti da sindrome del colon irritabile, suddivisi in due gruppi. Il primo, che fungeva da controllo, non ha ricevuto alcun farmaco, il secondo ha ricevuto un placebo, con la chiara consapevolezza della natura non attiva del preparato. "Non solo abbiamo chiarito in modo inequivocabile che si trattava di poco più che compresse di zucchero, ma abbiamo scritto anche 'placebo' sulle etichette", ha spiegato Kaptchuk. Al termine delle tre settiamne di osservazione, circa metà dei pazienti trattati con placebo ha dimostrato un notevole miglioramento dei sintomi rispetto al gruppo di controllo (59 per cento vs 35 per cento). Rispetto ad altri parametri clinici, inoltre, i tassi di miglioramento sono stati paragonabili a quelli ottenuti con i più potenti farmaci contro il colon irritabile. Sebbene ancora cauti sulla portata del risultato, gli autori sottolineano come le indicazioni possano aprire la strada a un nuovo modo di considerare l'efficacia del placebo, ben oltre l'idea dell'illusione del paziente di aver assunto un farmaco efficace. C’è da domandarsi se Kaptchuk e i suoi hanno considerato la diffidenza radicata in ognuno di noi, che, magari, ha portato le “cavie” a convincersi del fatto che la scritta placebo sui flaconi altro non fosse se non un tentativo di depistaggio. Sarebbe curioso, infatti, ripetere l’esperimento con un gruppo di italiani, i quali, come luogo comune, sono convinti di non “farsi mai fregare”! 17 GENNAIO SFOGLIAMENTO ARTE Meraviglia da un errore così, forse, è nata la palla di neve REDAZIONE Siete tra quelli che restano affascinati, incantati, ipnotizzati a guardare la neve scendere nelle palle di neve, a prescindere da quanto improbabile o brutto possa essere l’oggetto in essa contenuto? Allora probabilmente dovete essere grati a quel chirurgo il quale si rivolse ad un tal Erwin Perzy per avere una lampadina particolarmente brillante. Questo stando, ovviamente, a quanto affermano gli stessi discendenti Perzy, che ancora oggi continuano a produrre queste magiche sfere. La paternità di questa piccola opera d’arte (che ora si è perlopiù trasformata in oggetto kitch che troneggia negli scaffali dei negozi per turisti) è, c’era da aspettarselo, rivendicata da molti. I francesi affermano che “la prima descrizione di una palla di neve si trova nelle pubblicazioni riguardanti all´Esposizione Universale di Parigi del 1878”, dove sette espositori francesi avrebbero avuto, in mostra, “alcune palle di vetro con all´interno acqua ed una polvere bianca”. La palla di neve più antica americana, risalente al 1870 (arrivata, comunque, a detta dei francesi, almeno venti anni dopo la prima comparsa in terra d’oltralpe di questo oggetto) sarebbe conservata nel Bergstrom Mahler Museum, a Neenah, nel Wisconsin. Ma la storia più romantica riguardante l’invenzione della palla di neve è quella raccontata a Vienna, nel negozio Perzy. Erwin Perzy era un artigiano specializzato nella realizzazione di utensili, in particolare strumenti chirurgici. Nel 1900, un chirurgo gli chiese di rendere il bulbo delle lampadine di Edison più brillante e Perzy cercò di impiegare un trucco usato dai calzolai per illuminare i loro laboratori. Gli artigiani riempivano infatti una boccia di vetro con dell'acqua e la mettevano di fronte alle candele per riflettere la luce. Per ampliare l'effetto Perzy provò ad aggiungere alla boccia piena d'acqua anche dei piccoli oggetti e granellini di materiale riflettente. L'idea non funzionò, perché le particelle galleggiavano riflettendo la luce per un po', ma finivano comunque per posarsi sul fondo, con un effetto luminoso limitato. Perzy restò comunque affascinato da quella neve artificiale e vi introdusse una miniatura in peltro di una chiesa. Il laboratorio di Perzy è diventato un museo, ma la fabbrica attigua continua a funzionare a pieno ritmo. 18 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA Salmoni, of course il “vecchio” Tamigi sta migliorando GISELLA PACCOI Solo un anno e mezzo fa, ad agosto del 2009, si poteva leggere sul Sunday Times tutta l’invidia degli inglesi nei confronti della Senna, alimentata anche dal comportamento irriverente dei salmoni.... i quali, fregandosene bellamente di tutti gli sforzi fatti (e dei soldoni spesi) per migliorare le condizioni del Tamigi, erano tornati nella Senna e non nel fiume nazionale. “Non è ironico?”, si chiedeva il giornalista. “Nel Reno e nel Tamigi sono stati ripetutamente reintrodotti, mentre niente è stato fatto per la Senna... e ora si trovano in quest’ultima!”. Un suo precedente collega, il 20 dicembre 1897, apriva il proprio articolo con un interrogativo: “Può il Tamigi tornare ad essere un fiume da salmoni?”. Secondo lui, l’ultimo salmone pescato nel fiume londinese era stato un esemplare rinvenuto nei pressi di Monkey Island nel 1823 e donato al re, ed il fallimento dei ripetuti sforzi di renitroduzione (condotti da un certo Mr. Frank Buckland) faceva pensare ad una risposta negativa. La causa sembrava essere l’inquinamento del fiume: nello stile peculiarmente british, il giornalista affermava che “sembra probabile che l’inquinamento del Tamigi con tutti i tipi di sostanze fetide e velenose abbia contribuito in maniera determinante a far fallire gli sforzi di Mr. Buckland”. Ma proseguiva anche (in quello che ora, con un orrendo neologismo, 19 GENNAIO SFOGLIAMENTO NATURA viene chiamato lo stile cerchiobottista): “d’altro canto, non è meno certo che i salmoni avessero disertato il fiume prima che questi raggiungesse il massimo inquinamento, ed è chiaro che i salmoni possono tollerare un gran livello di inquinamento!”. Quel giornalista, oggi, farebbe strada, con la sua capacità di dipingere la realtà con colori non esattamente veritieri. Il suo collega, un anno e mezzo fa, si esprimeva in modo molto meno fumoso, riportando le parole di Darryl Clifton-Dey, portavoce del programma di ripopolamento dei salmoni dell’Agenzia per l’Ambiente: “I salmoni sono una specie bandiera per il Tamigi, ossia simboleggiano il problema ambientale di questo ecosistema. Se non tornano, vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa. Dobbiamo trovare il collo di bottiglia e risolverlo. Il problema è che ogni volta che superiamo un ostacolo ne troviamo un altro”. Sembra che l’agenzia abbia lavorato bene, e abbia risolto il problema. Leggendo l’ultimo rapporto, infatti, sembra di sentir parlare di un’altra zona, di un altro fiume, non di quello che solo cinquant’anni fa era stato dichiarato biologicamente morto. Il Tamigi quest’anno è stato scelto tra centinaia di fiumi, in tutto il mondo, come il vincitore del Premio Internazionale Theiss. “Questo dimostra che sono stati riconosciuti gli sforzi - ed i successi ottenuti - per la gestione del fiume e la sua riqualificazione”, ha affermato Ian Barker, a capo della sezione “acque” dell’Agenzia. “L’ultimo decennio ha mostrato quanto abbiamo ottenuto nella riduzione dell’inquinamento e nel miglioramento della qualità delle acque e degli habitat fluviali. I fiumi di Inghilterra e Galles sono in salute, come non lo sono più stati da secoli. Lo dimostrano le lontre ed i salmoni, che sono tornati a viverci. I problemi, comunque, non sono risolti. C’è ancora da affrontare l’inquinamento proveniente dai campi e dalle strade, e da proseguire la collaborazione con gli agricoltori e le compagnie delle acque. L’Agenzia sta programmando di “rivitalizzare” quasi ventimila chilometri di vie d’acqua tra ora ed il 2015”. 20 GENNAIO SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Lasciate in pace il Morto iniziata la perforazione del fondale del Mar Morto REDAZIONE DA “ANSAMBIENTE” Si è da poco conclusa la prima fase di un progetto di misurazione geofisica del Mar Morto. Lo riferisce l'Istituto tedesco Helmholtz (Gfz), uno dei promotori dell'iniziativa. La ricerca viene svolta da un'equipe internazionale, coordinata e diretta dall'International continental scientific drilling program (Icdp). Tra loro, scienziati israeliani e palestinesi. L’obiettivo è quello di raccogliere informazioni importanti sui cambiamenti climatici e ambientali della zona, risalendo fino a mezzo milione di anni fa. La prima grande sfida è stata quella di aggirare lo “scudo roccioso” del fondale del Mar Morto, composto da strati di dure rocce saline (che non fosse un caso, l’antico nome di questa zona, “Asfaltide”?), e di evitare i fanghi. Per questo, è stato necessario creare un modello che determinasse con la massima accuratezza la direzione e l’inclinazione del pozzo da scavare. Montando una trivella su una chiatta, i ricercatori sono riusciti a prelevare sedimenti fino a 460 metri di profondità. “Abbiamo effettuato perforazioni attraverso circa mezzo milione di anni di depositi sedimentari”, ha commentato Ulrich Harms, del gruppo di supporto operativo del Icdp presso l'Istituto tedesco di ricerca Gfz. “Da questi campioni, attraverso l’analisi dei carotaggi in laboratorio, speriamo di poter dedurre non solo la storia del clima della zona, ma anche quanto accaduto nel sottosuolo in questa regione sismicamente molto attiva". Il gruppo di ricerca si è concentrato su quest’area perchè è ritenuta un “ponte di passaggio” attraverso il quale l'uomo primitivo in diverse ondate è migrato dall'Africa verso nord. Questa zona, inoltre, ha un ruolo cruciale nella storia dell’umanità, dato che le sue acque erano conosciute fin dai tempi dei Romani per le loro qualità curative, soprattutto per le malattie della pelle. Non è escluso, quindi, che i carotaggi possano riservare delle sorprese. 21 GENNAIO La foto del mese da: National Geographic “Neonato” (foto di Rocco Sette per National Geographic). Dopo uno scontro, un giovane leone maschio aveva allontanato il maschio a capo di un branco, uccidendone poi due cuccioli nati solo poche ore prima. La madre ha preso fra le fauci il terzo piccolo della nidiata, scampato all'assalto, e si è allontanata. Cartoons per sorridere, pensare, giocare Periodico on-line della Associazione Zygena Onlus Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Coordinatore di redazione: Gisella Paccoi Impaginato il 31/12/2010 [email protected]