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n.289 gennaio 2013
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rubrica A scuola di…
Presentiamo il primo dei tre approfondimenti dedicati alla climatizzazione
radiante a pavimento. Un vademecum sulla tecnologia e sulle potenzialità di
questo sistema, con un focus sulla progettazione e sulle principali normative che
regolano il mercato
Di Carmelo La Torre
Riscaldamento radiante
A PAVIMENTO
Quando apparvero i primi impianti a pavimento progettati da “coraggiosi” apripista
inizialmente i progettisti, come con tutte le
novità, guardarono con sospetto la nuova
tecnica e proseguirono con i loro termosifoni. Via via, grazie ai progressi delle tecniche costruttive e alla disponibilità delle
case costruttrici a fornire software per il
dimensionamento, la novità è stata fagocitata dagli addetti ai lavori e oggi il riscaldamento a pavimento inizia a diffondersi con
un certo successo, al punto che è diventato
quasi “di moda”, come il riscaldamento autonomo degli anni ’80.
L’obiettivo di queste note non è quello di
avviare il lettore alla progettazione dei pavimenti radianti, ma di fornirgli gli elementi conoscitivi essenziali per una corretta informazione su questa tipologia d’impianti.
Chi desidera approfondire tale tema, si
pone subito due quesiti: che differenza c’è
tra un pavimento radiante e uno tradizionale
a termosifoni? Quale dei due sistemi è economicamente più conveniente?
Proponiamo dunque una carrellata sui
principali parametri che definiscono la
pavimentazione radiante, le principali caratteristiche della sua struttura e del suo
funzionamento, alcune considerazioni economiche, le detrazioni fiscali, gli aspetti
positivi e gli inconvenienti; infine, nell’ultima puntata tratteremo anche i termosifoni
a bassa temperatura, che meritano un confronto col sistema radiante.
Convezione e irraggiamento
Gli attuali sistemi di riscaldamento a pavimento sono molto diversi dai primi esem-
plari e sono gestiti elettronicamente.
Il principio base di funzionamento è la circolazione d’acqua calda a bassa temperatura in un circuito chiuso posto sotto il pavimento e sviluppato coprendo un’elevata
superficie radiante.
La differenza sostanziale tra pavimenti radianti e impianti con termosifoni è che la
trasmissione del calore nel riscaldamento a
pavimento avviene per irraggiamento, mentre nei termosifoni avviene prevalentemente
per convezione.
L’irraggiamento è la forma di calore che
meglio recepisce il nostro corpo: basti pensare al piacevole tepore che ci forniscono i
raggi irradiati dal sole.
Lo stesso nostro corpo smaltisce il calore:
per irraggiamento il 46% e per convezione
il 32% (inoltre il 19% per evaporazione, il
2% per respirazione e l’1% dai piedi per
conduzione). I termosifoni erogano il calore
per il 60-70% tramite convezione e solo il
30-40% per irraggiamento; è errato, anzi ingannevole, chiamarli radiatori, dovrebbero
invece essere chiamati convettori.
Il calore emesso dalla superficie del termosifone riscalda per convezione l’aria adiacente che, divenendo più leggera, sale verso
il soffitto ed è sostituita immediatamente da
altra aria fresca che a sua volta si riscalda e
sale verso l’alto.
Il risultato di questo moto convettivo è che
per avere i 20°C programmati a circa 150
cm dal pavimento, all’altezza del nostro torace, si devono raggiungere prima 22- 24°C
al soffitto (figura 1).
Ciò rappresenta uno spreco di calore, perché non siamo alti come le giraffe. C’è an-
Fig. 1 - Scambi termici e distribuzione della temperatura alla presenza di
un termosifone
Fig. 4 - Posa della struttura a umido
Fig. 5 - Posa della struttura a secco
che, come prima precisato, una componente
radiativa, ma è di minoranza.
Nel riscaldamento a pavimento, invece, l’emissione di calore è sostanzialmente radiativa e non si ha un salto termico rilevante tra
soffitto e area sottostante; la temperatura,
all’incirca, può considerarsi per buona parte
costante lungo una linea verticale, con una
distribuzione molto vicina a quella ideale
(figure 2 e 3).
Normativa di riferimento
per la progettazione
Le norme Uni En 1264-2-3 4-5 del 2009 e
la Uni En 1264-1 del 2011 hanno codificato i criteri fondamentali di progettazione e
posa in opera di questa “nuova” tecnica, che
risale ai Romani con l’ipocausto.
Questo gruppo di norme fissa le prestazioni
termiche, anche in fase di raffrescamento, i
criteri di progettazione e le modalità della
posa in opera. Le norme Uni En 15377-1 e
Uni En 15377-3 del 2008 determinano invece la potenza termica e i riferimenti con le
fonti rinnovabili.
Tis fa scuola
Apriamo con questo articolo una
nuova sezione della rivista: una
rubrica che si pone a supporto
del lavoro dell’installatore,
approfondendo sempre il punto
di vista progettuale, normativo e
applicativo.
Quest’anno tratteremo diverse
tematiche, nello specifico:
◆ Riscaldamento a pavimento
◆ Solare termico
◆ Geotermia
◆ Biomasse
stri diversità rispetto a quanto previsto in
fase di progettazione.
Criteri di realizzazione
di un pavimento radiante
La progettazione si esegue per ogni singolo locale. Prima si determinano la potenza
termica e frigorifera (per l’eventuale raffrescamento) richieste per il locale; quindi
si passa alla potenza termica per unità di
superficie e si calcola la lunghezza complessiva dei circuiti. Successivamente si
determinano la temperatura di mandata e la
portata di progetto.
Infine, si calcolano le perdite di carico ed,
Caratteristiche dei
pavimenti radianti
Vi sono tre sistemi di riscaldamento con
pannelli radianti: a pavimento, a parete,
a soffitto. Rispetto a quelli a pavimento, i
pannelli a parete hanno una posa più semplice, si trovano anche prefabbricati, hanno
minore inerzia termica e forniscono migliore benessere perché la radiazione orizzontale è meglio accettata dal nostro corpo. Di
contro, non consentono l’accostamento di
mobili voluminosi alla parete radiante e se
si pianta un chiodo o un tassello nella parete
occorre sapere dove passano i tubi.
I pannelli a soffitto sono realizzati con
pannelli metallici, a vista o con parziale
copertura con cartongesso, di facile mon-
Fig. 2 - Distribuzione della temperatura
nei pavimenti radianti (Emmeti)
Fig. 3 - Distribuzione della temperatura
per un comfort ideale (Emmeti)
eventualmente, si rivede il numero dei circuiti; infatti, se le portate previste determinano perdite di carico eccessive, è necessario ridurre le loro lunghezze suddividendoli
(in genere, la lunghezza è compresa tra 20
e 100 m). Normalmente le superfici disponibili sono sufficienti per la copertura del
carico riscaldante, salvo nei bagni (si veda
l’apposita voce).
Poiché le portate di progetto sono calcolate
per via analitica, è importante tarare i circuiti mediante la possibilità di poter regolare
tali portate soprattutto nel caso - come spesso accade - che la realizzazione reale della
struttura, compresa la pavimentazione, mo-
taggio perché non occorre intervenire sulla
struttura edilizia, con trascurabile inerzia
termica e, quindi, immediata messa a regime con possibilità di funzionamento on-off
(gli altri pannelli richiedono un funzionamento continuo), nessun ostacolo alla trasmissione del calore, buon comfort in fase
di raffrescamento. Occorre controllare che
la temperatura non crei disagio al capo delle
persone; in definitiva, meriterebbero maggiore diffusione.
Volendo confrontare i tre sistemi radianti in
fase di riscaldamento, quando la differenza
media di temperatura tra la superficie radiante e l’ambiente è, ad esempio, di 10°C,
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Come si propaga il CALORE
Trasmissione per conduzione
Avviene quando il calore si propaga
entro un corpo solido o liquido (ma
anche gassoso) senza che vi sia
movimento di materia, ma solo tramite
la collisione di molecole più calde
con molecole più fredde. In un solido
le molecole, essendo bloccate nel
reticolo, vibrano e l’energia termica
è trasportata dagli elettroni liberi;
più ordinato è il reticolo cristallino e
maggiore è la conducibilità termica.
Il diamante è un conduttore termico
quasi perfetto.
termosifone e giunge alla parete
esterna. Da qui il calore è immesso
nell’ambiente per convezione (e,
in parte, per irraggiamento). Nel
caso delle tubazioni, come è noto,
si procede alla loro coibentazione in
quanto il calore emesso è considerato
una perdita termica. La convezione
avviene per l’azione abbinata della
conduzione e del trasporto di materia;
se quest’ultimo non c’è, allora il
trasferimento di energia termica per
convezione in pratica coincide con il
trasferimento per conduzione.
Trasmissione per convezione
Avviene quando è trasferita energia
termica tra un fluido (liquido, vapore
o gas) e un solido, o viceversa. È il
caso tipico dell’acqua calda all’interno
delle tubazioni di una rete idrica di
trasporto o di un termosifone: l’acqua
trasferisce energia termica alle
pareti interne della tubazione o del
termosifone. Il calore fluisce quindi
per conduzione attraverso lo spessore
della tubazione o dell’involucro del
Trasmissione per irraggiamento
Avviene tramite onde
elettromagnetiche che sono provocate
da diversi stati di eccitazione
elettronica di atomi e molecole. Le
lunghezze d’onda di queste onde
si trovano prevalentemente nel
campo dell’infrarosso e pertanto,
fortunatamente per noi, non sono
visibili. Inoltre, come tutte le onde,
trasportano energia e si propagano alla
velocità della luce.
la potenza termica scambiata è di circa 110
W/m2 per i pavimenti, 80 W/m2 per le pareti
e 60 W/m2 per i soffitti; in fase di raffrescamento, sempre per una differenza di temperatura di 10°C, la potenza termica scambiata è di circa 110 W/m2 per i soffitti, 80 W/
m2 per le pareti e 55 W/m2 per i pavimenti.
In pratica, non è possibile superare il valore
di 100 W/m 2 nelle aree di soggiorno e nei
bagni e di 175 W/m2 nelle aree periferiche
non frequentabili da persone.
Struttura e spessore
La norma Uni En 1264 elenca sei strutture.
Il tipo A (detto anche “a umido”), più semplice, prevede la serpentina annegata nel
massetto (figura 4). In particolare, sopra la
soletta si inserisce un isolante, per evitare
la dispersione del calore verso il terreno se
siamo a piano terra, o al piano sottostante; tra soletta e isolante può realizzarsi, se
opportuno, un sottofondo piano; sopra l’isolante si colloca la serpentina riscaldante, annegata nel massetto, generalmente di
calcestruzzo; tra la serpentina e il massetto
può inserirsi una rete metallica antiritiro
di rinforzo (figura 6); infine, il massetto si
ricopre col rivestimento finale di piastrelle
(ma anche parquet, come vedremo). Al calcestruzzo per il massetto può essere mescolato un additivo, di solito di tipo polimerico,
per dare più fluidità all’impasto e migliorare la conducibilità termica.
Il tipo B (detto anche “a secco”) prevede
i tubi sotto il massetto, separati da questo
ad esempio con una lastra di separazione
(figura 5), che può essere un pannello di
materiale plastico (per esempio polistirolo
espanso), munito d’incastri a passo variabile per posare e fissare la serpentina (figura 7) e che funge da isolante (figura 8). Il
tipo C prevede tubi annegati in un massetto
supplementare; il tipo D prevede elementi piani; il tipo E prevede tubi nella parte
strutturale cementizia (pavimento, parete,
soffitto); il tipo F prevede tubi capillari annegati in uno strato di finitura superficiale;
il tipo G prevede infine pannelli “a secco”
in costruzioni di legno, tubazioni nel sottopavimento, altri elementi per incrementare
la conduttività termica.
Come descritto in precedenza, il pavimento
radiante è opportuno che sia galleggiante,
cioè con uno strato cedevole di 10-20 mm,
posto tra il solaio e la soletta sottostante al
pavimento, costituito da una massa isolante
elastica che ostacola il trasferimento di rumore e di calore al vano sottostante.
Oggi gli spessori della pavimentazione
sono drasticamente ridotti, vanno da 60 a
90 mm; in caso di ristrutturazioni su pavimenti esistenti, senza demolire questi, sono
disponibili spessori anche di 21 mm (escluso isolanti e pavimento) e, includendo una
rete metallica antiritiro, lo spessore è limitato a 30-35 mm, per uno spessore totale
dell’ordine dei 50 mm (figura 9).
Temperatura dell’acqua e resa termica
Un altro elemento fondamentale che distingue il riscaldamento a pavimento da quello
a termosifoni è la temperatura dell’acqua
circolante; nei termosifoni si è sempre mantenuta una temperatura di 70-80°C, mentre
nelle tubazioni della pavimentazione è sufficiente una temperatura di 29-35°C.
Tale peculiarità porta a una notevole richiesta di superficie radiante in quanto la resa
termica (come detto in precedenza, normalmente inferiore a 100 W/m2) è bassa, ma
d’altro canto offre il vantaggio di operare
con ridotte temperature dell’acqua di circolazione.
Con un’opportuna scelta del tipo di serpentina si ha una migliore erogazione e,
allo stesso tempo, una migliore coibentazione nei confronti del piano sottostante;
ciò porta alla riduzione della temperatura
d’esercizio, con conseguente riduzione
delle dilatazioni e degli inconvenienti che
ne derivavano. Risultato: una migliore resa
termica.
È da precisare che la resa dipende molto
dalla composizione e dallo strato del pavimento, nonché dall’isolamento col solaio
sottostante, verificando se il locale sottostante è riscaldato o no e adottando il pannello isolante di opportuno spessore. Da
tenere presente che l’erogazione del calore
al pavimento è fornito dal massetto di calcestruzzo e non dalle tubazioni.
Temperatura del pavimento
Secondo la norma Uni En 15377-1, la temperatura nella zona occupata dalle perso-
ne deve essere compresa tra un minimo
di 19°C e un massimo di 29°C; un valore
maggiore potrebbe portare a inconvenienti
a persone anziane o con problemi cardiocircolatori. Nella zona periferica, non frequentabile da persone, si può raggiungere
una temperatura di 35°C.
Isolanti
L’isolante più diffuso è il polistirolo espanso, preferibilmente in lastre con sagomature
che consentono il fissaggio dei tubi in modo
che possano spostarsi solo per le dilatazioni
termiche (figura 7). Sono disponibili anche
lastre isolanti di poliuretano, poliestere
espanso, fibra di legno, sughero. Il poliuretano fornisce il migliore isolamento; a
parità di prestazioni, il poliestere espanso
richiede uno spessore maggiore di circa il
40%, la fibra di legno di circa il 60% e il
sughero di circa il 50% però quest’ultimo
materiale, oltre a essere un isolante termico,
è anche un buon isolante acustico.
Riscaldamento a
pavimento… a puntate
Tis Gennaio
◆C
onvezione e irraggiamento
◆N
ormativa
◆C
riteri di progettazione di un
pavimento radiante
- Struttura e spessore
- Temperatura dell’acqua e resa termica
- Temperatura del pavimento
- Isolanti
Tis Febbraio
- Tubazioni e velocità dell’acqua
- Giunti elastici
- Potenza termica emessa
- Conduttività dei pavimenti
◆C
omfort del pavimento radiante
◆R
affrescamento estivo
◆R
iscaldare i bagni
◆L
’uso del parquet
◆P
rezzi e costi di un pavimento
radiante
◆D
etrazione fiscale
Tis Marzo
◆A
spetti positivi dei pavimenti
radianti
◆ I nconvenienti dei pavimenti radianti
◆T
ermosifoni a bassa temperatura
Fig. 6 - Stesura di una rete metallica antiritiro (RDZ)
Fig. 7 - Pannello di materiale plastico per la posa della tubazione (RDZ)
Fig. 8 - Sezione tipica di un pavimento “a secco” (RDZ)
Fig. 9 - Posa di un pavimento radiante sopra uno tradizionale (Velta)
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rassegna Radianti
Il radiante in convegno
Lo scorso novembre, Padova è stata sede del primo appuntamento organizzato dal
consorzio Q-Rad. Q-Day Expert Forum, il convegno dedicato al ruolo dell’impianto
radiante nell’edilizia plurifamiliare
A cura di Daniele Bonalumi ed Edoardo Oldrati
“Q-Day Expert Forum:
Focus sul radiante 2012”:
questo il titolo dell’incontro dello scorso 7 novembre
organizzato dal Consorzio
Q-Rad, Consorzio Italiano
Produttori di Sistemi Radianti di Qualità, presso il
Palazzo del Bo, la sede storica dell’Università degli
Studi di Padova.
Progettisti, installatori e tecnici
del settore hanno composto una
platea di oltre cento persone per
assistere al convegno sul tema
“Il ruolo dell’impianto radiante
nell’edilizia plurifamiliare”.
Oltre alle aziende socie fondatrici del Consorzio quali Eurotherm, Loex, RDZ,
Uponor e Velta Italia, altre
due aziende hanno contribuito alla realizzazione del
convegno in qualità di sponsor: Sentinel, produttrice di
prodotti per il trattamento
dell’acqua nei sistemi di riscaldamento, e Knauf, azienda operante nella produzione
di materiali per edilizia.
I partecipanti sono stati inoltre omaggiati di una copia del
Primo Q-Tecnico, intitolato
“Approfondimenti per la progettazione di impianti radianti
a bassa differenza di temperatura”, scritto dal Prof. Michele De
Carli e dall’Ing. Clara Peretti.
A moderare l’evento Roberto
Zecchin, Professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale, che ha introdotto i diversi
relatori e i loro interventi.
L’Ing. Clara Peretti, Coordinatrice del Consorzio Q-Rad, ha
aperto l’incontro presentando
le attività di ricerca, le pubblicazioni e gli eventi che Q-Rad
ha svolto e ha in programma di
realizzare insieme al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi
di Padova. Sono quindi state
presentate le associazioni con
le quali Q-Rad ha stretto una
collaborazione: C.A.R.T.E. Coordinamento delle Associazioni Rinnovabili Termiche ed
Il consorzio
Nato lo scorso 29 febbraio, grazie all’impegno delle
principali aziende del settore del riscaldamento e
raffrescamento radiante, Q-Rad, Consorzio Italiano
Produttori di Sistemi Radianti di Qualità, si pone sul
mercato quale ente per la promozione e lo sviluppo
della cultura di settore, per accrescere sinergie e
prospettive commerciali in ambito residenziale, terziario
e industriale.
Eurotherm, Loex, RDZ, Velta Italia e Uponor sono
le aziende fondatrici che hanno promosso questa
iniziativa; a loro si è affiancato l’operato del Prof.
Michele De Carli, del Dipartimento di Ingegneria
Industriale dell’Università degli Studi di Padova,
con il compito di coordinare tutte le attività tecnico/
scientifiche e di ricerca del Consorzio.
Il Consorzio, con l’obiettivo di diventare un prezioso
punto di riferimento per il comparto attraverso la
realizzazione di statistiche e analisi del mercato
nazionale, vuole confermare l’importanza di divulgare
informazioni tecniche, indipendenti da logiche di
marchio, sulla progettazione, sull’installazione e
sull’utilizzo da parte dell’utente finale delle tecnologie
radianti, riconoscendo a queste operazioni il ruolo
di strumento essenziale per consentire un generale
incremento della qualità di ognuna di queste fasi e per
offrire al consumatore un impianto al massimo del suo
potenziale, sia di risparmio energetico che di comfort.
Efficienza Energetica e l’Enea
tramite il Laboratorio Laerte di
Bologna.
In rappresentanza di quest’ultimo l’Ing. Maria Anna Segreto, Responsabile Scientifico
del Laboratorio Laerte, ha
illustrato gli aggiornamenti e
le ricerche sui sistemi radianti
in Italia. Materiali innovativi,
vantaggi e integrazione con sistemi efficienti sono alcuni dei
focus presentati; in particolare,
le attività di ricerca tra il laboratorio Laerte e il Consorzio
Q-Rad si focalizzano su diversi temi: monitoraggi e indagini di edifici residenziali e non
riqualificati e di nuova costruzione; ricerche finalizzate alla
creazione di Linee guida sui
sistemi radianti; studio e produzione di documenti tecnici
focalizzati sulle tematiche di
risparmio energetico, confronto tra sistemi impiantistici ed
analisi di payback time e costibenefici; attività di formazione
e informazione tramite convegni ed incontri tecnici; attività
di ricerca per la certificazione
dei sistemi radianti.
In conclusione dell’intervento,
la presentazione del primo documento firmato Enea e Consorzio Q-Rad che riguarda il
confronto tra i sistemi radianti
idronici e quelli elettrici.
Il prof. Bjarne W. Olesen,
dell’Università Tecnica della
Danimarca, ha proseguito i lavori mostrando il progetto “Active House”, recente iniziativa
danese che si focalizza sulle
performance energetiche, sul
comfort indoor e sulla qualità
ambientale degli edifici. Attraverso casi studio in Francia, in
Germania, in Austria e negli
Stati Uniti sono stati presentati esempi di case efficienti in
Francia, Germania, Austria e
Stati Uniti: sono stati presentati
quali casi-studio recentemente
certificati “Active House”.
Le strategie di ventilazione e la
qualità dell’aria interna come
requisito fondamentale per le
nuove costruzioni e per gli edifici da riqualificare sono state
invece gli argomenti trattati
dal Prof. Stefano P. Corgnati,
del Dipartimento Energia del
Politecnico di Torino.
Con l’intervento “Ventilazione e qualità dell’aria in edifici
residenziali: l’accoppiamento
tra sistemi radianti e sistemi
di ventilazione”, si è quin-
di approfondita la questione
dell’integrazione tra sistemi
radianti e sistemi di ventilazione meccanica, descritta come
ottimale per minimizzare le
problematiche di correnti d’aria e di gradiente verticale di
temperatura e per garantire un
elevato livello di comfort.
A concludere la giornata, i
sistemi di deumidificazione
combinati a sistemi radianti,
oggetto della presentazione
del Prof. Michele De Carli, coordinatore scientifico del Consorzio Q-Rad. I diversi sistemi
di deumidificazione presenti
sul mercato sono stati descritti
e integrati in un software per la
simulazione di un caso studio,
un appartamento in un edificio
residenziale multipiano. Le diverse soluzioni impiantistiche
sono state quindi confrontate
sotto il profilo energetico e di
comfort globale.
LE PROPOSTE DEL MERCATO Letecnologie
Il mercato offre un’ampia gamma di prodotti e soluzioni che sfruttano la
tecnologia radiante per la climatizzazione invernale ed estiva delle nostre
abitazioni. Una carrellata delle proposte più interessanti
Tutto in soli 3 centimetri
Ape Raccorderie, dopo aver
proposto al mercato il tubo
multistrato Pe-Xb/Al/Pe-Xb
denominato “Ape Multylayer” e aver operato nel settore
della raccorderia e dei collettori di distribuzione per
uso idrotermosanitario, ha
sviluppato nell’ultimo quinquennio un ramo d’azienda
denominato Apetherm specializzato sulla progettazione
e sviluppo di impianti radianti
a pavimento, parete e soffitto.
Ultimo nato, il sistema Slim
è ideale nel caso di ristrutturazioni o quando non c’è
l’altezza necessaria per utilizzare i sistemi tradizionali
quali il sistema “Universal”,
“Top” o “Elegant”: grazie a
Slim bastano infatti solo 3
cm per realizzare l’impianto
radiante. Adatto per la posa
a secco, il sistema è costitu-
ito da: pannello Plus Al in
Eps 200 accoppiato a una
lamina di alluminio, da un
tubo multistrato Ape Multylayer, da 2 lamiere in acciaio
da 1 mm e da vari accessori.
Le specifiche caratteristiche
tecniche del tubo Ape Multylayer, quali l’elevata conduttività termica (pari a 0,43 W/
mK rispetto al tubo Pe-X), la
totale barriera all’ossigeno
(dovuta allo strato di alluminio), l’ottima resistenza allo
schiacciamento e l’assenza di
memoria di forma per la posa
in pannelli sagomati (come il
pannello Plus Al), accoppiate
alla lamina in alluminio termoconduttrice del pannello Plus,
permettono a tale sistema di
avere un’elevata resa termica
oltre a una migliore omogeneità del calore, con conseguente
aumento della temperatura
media radiante. Inoltre, viene
ridotta notevolmente l’inerzia termica in quanto non è
presente la massa termica del
massetto. È possibile la posa
solo a serpentina oltre alla
posa in diagonale; il passo di
posa realizzabile è multiplo
di 15 cm. Il carico è garantito
e supportato da fogli d’acciaio che devono essere posizionati sopra il pannello, poi una
volta stesi si passa alla posa
del pavimento vero e proprio.
Il sistema Slim, oltre a essere
garantito 10 anni dall’azienda,
è certificato secondo gli standard Kiwa e Dvgw.
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Massimo comfort per tutte le stagioni
Pavibalped è un sistema completo per la realizzazione di
impianti radianti (pavimento
- parete - soffitto) di riscaldamento e raffrescamento per
edilizia civile, pubblica, commerciale ed industriale proposto da Bampi. La circolazione
del fluido avviene all’interno
di tubi multistrato tipo Pe-Xb/
All/PE-Xb oppure tubi in polietilene reticolato, con tubazioni
disponibili in rotoli di varie metrature (sino a 500 m). Tecnicamente, l’acqua viene fatta circolare nelle serpentine di tubo
a una temperatura di 32-38°C,
nel caso del riscaldamento, e
di 15°C circa per il raffrescamento estivo. La conducibilità
termica del tubo multistrato è di
0,43 W/(m°K) e il coefficiente
di rugosità dello strato interno è
pari a 7 μm.
I pannelli isolanti hanno una reazione al fuoco di classe 1, una
conducibilità termica di 0,034
W/(m°K) e una resistenza a
compressione al 10% di schiacciamento pari a 1,8 kg/cm2.
L’isolamento termico e acustico di Pavibalped è assicurato
da lastre di polistirene espanso a elevata densità (30 kg/
m3), disponibili in vari formati
e con diverse caratteristiche
(pannelli a bugne, lisci, soltanto pellicola senza polistirene,
ad incastro per posa a secco).
I pannelli sono dotati di incastri lungo i quattro lati, che ne
consentono la perfetta unione
evitando i ponti termoacustici,
l’infiltrazione del calcestruzzo
attraverso le fessure e il movimento delle lastre durante la
fase del getto.
Inoltre, la superficie superiore
dei pannelli è rivestita da una
pellicola di polistirene che ha
la funzione di barriera al vapore e di strato termoriflettente del
calore verso l’alto.
Un sistema elettronico per la
gestione dell’umidità interna
ai locali consente di utilizzare
l’impianto anche per il raffrescamento estivo dell’edificio,
con il massimo comfort termoigrometrico e ridotti costi di
esercizio.
Ingombro ridotto, coibentazione
assicurata
Il pannello Rinnova è uno dei
componenti del sistema per il
riscaldamento e il raffrescamento radiante a pavimento
di Kloben, studiato specificatamente per impianti civili e
ristrutturazioni.
Il pannello ha uno spessore totale di soli 19,5 mm ma il ridottissimo spessore di ingombro,
a differenza di altri sistemi presenti sul mercato, non influisce
negativamente sulla Resistenza
Termica (R) EN 12667, che invece risulta pari a 0,40 m²K/W.
Nel dettaglio, Rinnova si presenta come un pannello in polistirene espanso a celle chiuse
marchiato CE secondo la norma Uni En 13163 accoppiato a
caldo con un film di Ps compatto antiurto e provvisto di bugne
per il bloccaggio del tubo, con
passo di posa 100 mm e scanalature a incastro maschio/femmina sul perimetro.
Il sistema nel suo complesso,
oltre al pannello Rinnova, si
compone di un nastro perimetrale, indispensabile per
l’assorbimento delle naturali
dilatazioni dell’impianto a pavimento oltre che per l’ottimo
isolamento termico e acustico
sulle pareti e di un materas-
sino isolante liscio, che consente una semplice e comoda
diramazione delle tubazioni
dell’impianto radiante in uscita dal collettore e in prossimità
delle porte. Prevista anche una
curva nera in poliammide rinforzato per tubo da 12 mm per
il mantenimento in posizione a
90° delle tubazioni in uscita dal
collettore e, infine, di una barra
di modulazione per tubo Pex
da 10/12 mm, di un tubo Pex-a
Evoh 12x1,8 mm e di adattatori
da 12x1,8 mm.
Versatilità e comodità al top
Emmeti Clima Floor è una
soluzione confortevole e sicura per utilizzare il pavimento
come corpo scaldante durante
l’inverno e come corpo raffrescante durante l’estate. L’alta
qualità dei prodotti, le caratteristiche tecniche dei materiali
utilizzati e l’estrema flessibilità
di montaggio offrono la possibilità di installare Clima Floor
in qualsiasi tipo di edificio in
modo semplice e veloce per
impianti durevoli, affidabili e
confortevoli.
Con l’impiego di Clima Floor l’energia termica, calda o
fredda, è sempre ben distribuita all’interno degli ambienti,
senza fastidiose correnti d’aria
fredda, senza alcun rumore né
movimenti di polvere e con un
sistema invisibile, garantendo
così un elevato comfort per le
persone e la salubrità degli ambienti. Inoltre, grazie all’utilizzo di acqua ad una temperatura
notevolmente più bassa rispetto
agli impianti tradizionali nella
stagione invernale, e più elevata nella fase estiva, si aumenta
il rendimento delle caldaie a
condensazione e si riducono
notevolmente gli assorbimenti
elettrici dei chiller.
Emmeti Floor è disponibile in
diverse soluzioni che si adattano alle più svariate esigenze.
Sono sette le tipologie di pannelli, tutti in polistirene espanso
autoestinguente termoformato:
lo Standard Floor, lo Standard
Combi Floor (accoppiato con
film termoformato in polistirene rigido) ed il Classic Floor, con superficie a bugne ed
incastri perimetrali, con passo
tubi rispettivamente di 5 cm
e 7,5 cm; il Plan Floor, liscio
con impronte superficiali per la
posa dei tubi; lo Step Floor e lo
Step Combi Floor (accoppiato
con film termoformato in polistirene rigido) per creare l’isolamento termoacustico; infine,
il pannello isolante FloorMate
500-A, in polistirene espanso
estruso, per uso industriale.
Tutti i componenti dei sistemi a
pavimento sono progettati e costruiti in ottemperanza alle norme europee e sottoposti a severi
controlli di qualità, certificati da
prestigiosi enti indipendenti.
Il sistema si compone, oltre che
dei pannelli, di un sistema di
regolazione e distribuzione per
impianti di riscaldamento e raffrescamento a bassa temperatura e misti (radiatori + pannelli
radianti), il Floor Control Unit.
Si tratta di un sistema di miscelazione con servomotore elettrico o termostatico che reagisce
a qualsiasi variazione di portata
o di emissione calorica e controlla la temperatura del fluido
dell’impianto a pavimento.
Il valore della distribuzione
Il gruppo di regolazione
termostatica della serie 166
di Caleffi svolge la funzione
di mantenere costante,
al valore impostato, la
temperatura di mandata
del fluido distribuito
in un impianto a bassa
temperatura per pannelli
radianti a pavimento.
Completo di valvola
miscelatrice a tre
vie termostatica con
sensore di temperatura
integrato, termometri
di mandata e ritorno,
valvole di intercettazione
circuito secondario e
coibentazione a guscio
preformata è disponibile
nella versione con pompa
a tre velocità oppure con
pompa elettronica a basso
consumo energetico
Alpha2 L. L’elemento
regolatore della valvola a
tre vie termostatica è un
sensore di temperatura,
completamente immerso
nel condotto di uscita
dell’acqua miscelata.
Mediante il suo movimento
di contrazione o dilatazione,
stabilisce in modo continuo
la giusta proporzione tra
acqua calda, proveniente
dalla caldaia, e acqua di
ritorno dal circuito pannelli.
La regolazione di questi
flussi avviene per mezzo
di un otturatore sagomato,
che scorre in un apposito
cilindro tra la sede di
passaggio dell’acqua
calda e quella dell’acqua di
ritorno dal circuito. Anche a
fronte di una modifica delle
condizioni di carico termico
del circuito secondario,
oppure della temperatura
di ingresso dalla caldaia, la
valvola miscelatrice regola
automaticamente le portate
di acqua fino ad ottenere la
temperatura impostata.
Il gruppo è reversibile, in
quanto permette di invertire
la mandata da destra a
sinistra, in funzione delle
esigenze di installazione. Il
gruppo viene assemblato
in fabbrica nella versione
con mandata lato destro
con flusso verso l’alto.
In caso occorresse, è
possibile scambiare la
posizione del senso del
flusso. Per questo motivo
le calotte del gruppo non
vengono serrate in fabbrica,
facilitando l’eventuale
operazione. Questo
sistema è abbinabile al
separatore/collettore di
distribuzione serie 559
Sepcoll con interasse degli
attacchi da 125 mm.
Regolazione per pannelli
radianti
Arteclima propone
sistemi di regolazione per
l’alimentazione di pannelli
radianti. Uno dei prodotti
della gamma è il gruppo
di regolazione a punto
fisso serie 607gda, per
impianti di riscaldamento
a pavimento, composto da
un collettore di mandata
per distribuire l’acqua
a bassa temperatura
ai pannelli radianti,
dotato di flussimetri
per il bilanciamento, e
un collettore di ritorno
equipaggiato con valvole
di intercettazione
predisposte per azionatori
elettrotermici. L’ingresso
lato primario è gestito da
una valvola a due vie con
comando termostatico,
dotata di sonda capillare
inserita nel lato pompa, e
termostato di sicurezza; la
valvola miscela l’acqua di
ritorno dell’impianto con
quella ad alta temperatura
proveniente dalla caldaia
in base alla temperatura
desiderata e impostata
tramite il comando
termostatico.
Il gruppo di regolazione
è anche disponibile
in abbinamento a una
distribuzione in alta
temperatura per alimentare
ad esempio radiatori
supplementari.
A completare il sistema una
serie di accessori, quali:
pompa di circolazione,
by-pass differenziale,
termometro per il controllo
della temperatura dei fluidi,
gruppi di carico/scarico
acqua, supporti di fissaggio
alle cassette in metallo
verniciato.
Robusti, potenti, affidabili
Deumidificatori professionali serie Yard
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Carrozzeria metallica
Manico reclinabile
Ruote grandi
Filtro dell’aria lavabile
Umidostato elettronico
Doppio contaore
Scarico continuo
Sbrinamento a gas caldo
Sovrapponibili
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n.289 gennaio 2013
32
rassegna
Doppio sistema, totale
integrazione
Rotex Systema 70,
sviluppato da Daikin
Air Conditioning Italy,
è un sistema per il
riscaldamento radiante al
quale è possibile abbinare
direttamente anche i
radiatori, utilizzando la
stessa temperatura di
mandata dell’acqua (fino
a un massimo di 70°C).
Il sistema consente
così di azzerare i costi
di integrazione dei due
tipi di riscaldamento,
non essendo necessaria
l’installazione di pompe
e sistemi di regolazione
addizionali. Systema 70
è infatti caratterizzato
da due tubi concentrici
(tubo Duo): in quello
interno scorre l’acqua,
mentre quello esterno crea
un’intercapedine d’aria che
ha funzione d’isolamento
termico e garantisce
il mantenimento della
corretta temperatura di
superficie del pavimento.
L’intercapedine d’aria tra
i due elementi crea un
predefinito isolamento
termico, permettendo
così di utilizzare anche
per i sistemi a pavimento
la stessa temperatura
di mandata dell’acqua
richiesta dai radiatori.
Nei sistemi tradizionali ciò
non è possibile, ed è quindi
obbligatorio sdoppiare i
due circuiti di distribuzione.
La guaina, inoltre, aumenta
notevolmente la resistenza
meccanica del tubo.
Grazie a queste
caratteristiche, Rotex
Systema è infatti in grado
di essere progettato senza
il vincolo della bassa
temperatura, in quanto
questo sistema supporta
temperature dell’acqua
di mandata fino a 70°C.
Inoltre, la soluzione
sviluppata da Daikin è
estremamente versatile
e permette di scegliere
in libertà gli elementi
scaldanti ideali per ogni
ambiente: riscaldamento a
pavimento, radiatori o una
combinazione di entrambi.
La maggiore temperatura
dell’acqua consente
quindi una più veloce
trasmissione del calore.
In questo modo il
pavimento, e quindi
l’ambiente, si riscaldano
rapidamente e il ridotto
contenuto d’acqua e
l’elevato salto termico
consentono un notevole
risparmio dei costi di
esercizio grazie a un
minor consumo di energia
elettrica da parte delle
pompe ausiliarie.
La temperatura di
superficie del pavimento,
infine, può essere variata
tramite una posa più
o meno ravvicinata
dei tubi riscaldanti,
così da differenziare
la distribuzione delle
temperature per
raggiungere un maggiore
effetto comfort (per
esempio, temperature
inferiori nelle zone di
soggiorno e più elevate
nelle zone perimetrali e
vicino ai muri esterni).
Il benessere parte dai piedi
Geberit ha messo a punto
una gamma di sistemi di tubazioni e collettori in grado
di semplificare l’installazione e l’organizzazione di un
sistema di riscaldamento a
terra. Non solo la qualità dei
tubi multistrato ma anche
l’assortimento, la praticità
dei pannelli isolanti e il disegno di collettori di nuova
concezione permettono infatti una grande flessibilità
nella realizzazione dell’impianto, ma soprattutto la garanzia di un altissimo livello
di sicurezza: un dato fondamentale vista la delicatezza
dell’installazione sotto la
pavimentazione.
Le tubazioni multistrato Geberit PushFitTherm e MeplaTherm permettono quindi di
“disegnare” agevolmente le
serpentine nell’area interessata, posandole anche su nuovi pannelli isolanti in tre versioni bugnate con altezza 1, 2
o 3 cm, per adattarsi alle diverse esigenze di isolamento.
Avvolta da un primo strato in
Pe-Xb e da uno strato esterno in Pe ad alta densità (Ø 16
mm), l’anima in alluminio
dei tubi PushFitTherm e MeplaTherm offre una barriera
naturale all’ossigeno evitando quindi il fenomeno dell’osmosi, ovvero la formazione
di melma e di ossidazione
all’interno della tubatura.
Il nuovo collettore ad alta e
bassa temperatura è pensato
in ogni caso per circuiti misti, permettendo di collegare
diverse tipologie di impianti
- tradizionale e a pavimento - in una stessa abitazione.
Tra i collettori, disponibili
anche nella versione da 8 cm
pensata per il mercato italiano, per l’installazione all’interno di tramezze da 8 cm.
Il sistema comprende, oltre
alle tubazioni e ai raccordi,
ciò che serve per realizzare
gli impianti in ogni dettaglio: distributori da 4 a 10
partenze corredati dai relativi
armadietti; testa motorizzata
per valvola e termostato ambiente; isolante su cui viene
posato il tubo ed il sistema di
fissaggio del tubo a clip con
relativo attrezzo.
La collocazione dei pannelli
radianti e la cessione di calore per irraggiamento generano una stratificazione delle
temperature che si avvicina
alla situazione ideale di benessere termico (22°C). Il
calore viene quindi distribuito uniformemente in tutti gli
spazi, al contrario di quello
che avviene con un impianto
tradizionale.
Da ciò deriva una conseguente riduzione del consumo di energia con un
risparmio nelle spese e un
abbattimento delle emissioni inquinanti in atmosfera.
La differenza di consumo è
dovuta principalmente all’elevata superficie di scambio
con la quale si costituisce
l’impianto a pavimento.
L’impianto è conforme alla
norma Uni EN 1264 decreto
n° 192, relativo al rendimento energetico nell’edilizia.
Impianto radiante per le
ristrutturazioni
Sempre più frequentemente
la ristrutturazione è occasione per migliorare le prestazioni energetiche delle
abitazioni, per guadagnare
in efficienza e quindi ridurre i consumi di gestione degli impianti.
Una ristrutturazione “efficiente” implica la sostituzione della caldaia unitamente al vecchio impianto
di riscaldamento (radiatori), con soluzioni più innovative e prestazionali. Dal
punto di vista progettuale
significa affrontare diversi
aspetti, tra cui: consolidamento strutturale, umidità
all’interno delle murature,
bassi spessori, sostituzione
degli infissi, limitazione
dei sovraccarichi sui solai.
La vasta gamma proposta
da Eurotherm include sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pavimento
sviluppati ad hoc per soddisfare tutte le esigenze specifiche degli edifici in fase di
ristrutturazione. L’obiettivo
rimane sempre quello di un
impianto perfettamente integrato nell’ambiente, oggi
più di ieri. Laddove i proprietari non desiderano per
diverse ragioni smantellare
il pavimento, impedendone
il rifacimento, sono consigliate le innovative soluzioni di riscaldamento/raffrescamento radiante a soffitto
o parete.
Zeromax, il servizio di
posa dell’impianto radiante a zero spessore di Eurotherm, è ideale per tutti quei
casi che necessitano di una
posa che si integri perfettamente nell’ambiente. Si
adatta infatti a particolari
esigenze progettuali quali
la ristrutturazione di edifici o la posa a secco in case
prefabbricate, dove un impianto tradizionale ad alto
spessore determinerebbe
seri problemi di installazione. Con l’ausilio di una
speciale macchina fresatrice è possibile tracciare direttamente sull’elemento di
supporto alla pavimentazione (massetto, lastra gessofibra) le “guide” nelle quali
sarà alloggiata, in maniera
altrettanto semplice e rapida, la tubazione.
Non rimarrà quindi che scegliere il rivestimento con
la finitura più idonea alle
proprie esigenze. Grazie a
Eurass, il servizio d’assistenza operativa in cantiere
che garantisce una posa a
regola d’arte nel pieno rispetto della sicurezza e delle normative di riferimento,
l’installazione dell’impianto radiante a pavimento risulterà semplice e veloce.
Da segnalare come Eurass
metta infatti a disposizione
il proprio know how, fornendo un servizio completo
di assistenza che può comprendere anche la consegna
“chiavi in mano”.
Il rame in parete, una soluzione
preassemblata
Il sistema Hypoplan è composto da una serie di moduli
preassemblati in rame, studiati appositamente da Kme
per il riscaldamento radiante a bassa temperatura.
Gli impianti così realizzati
rappresentano la soluzione
ideale per il riscaldamento
e il raffrescamento a parete
o soffitto degli ambienti. I
moduli sviluppati da Kme
garantiscono infatti una distribuzione omogenea della temperatura, l’assenza di
vincoli nella progettazione
dell’arredamento e di ricircolo di polveri, sfruttando
l’irraggiamento termico ed
eliminando i moti convettivi dell’aria.
Da segnalare, infatti, come i
moduli Hypoplan abbinino
inoltre le elevate prestazioni termiche e meccaniche
che sono proprie del rame.
Grazie a una conduttività
termica di 390 W/mK, infatti, questo materiale è
ideale per questo tipo di applicazioni poiché assicura
un’eccellente trasmissione
di calore, riducendo notevolmente l’inerzia termica
e presentando inoltre una
rapidissima regolazione
della temperatura ambiente. Grazie alla sua capacità
di trasferire calore, il sistema Hypoplan si combina
perfettamente con i moderni impianti a risparmio
energetico, in perfetto abbinamento con fonti di calore
quali ad esempio pannelli
solari termici, pompe di
calore, sistemi geotermici
e caldaie a condensazione.
I pannelli Hypoplan sono
costituiti da tubazioni in
rame di 10 mm di diametro, distanziate con passo
100 mm e possono avere
varie dimensioni. Il prodotto risulta quindi di facile e
rapida installazione: il fissaggio alle pareti avviene
infatti tramite linguette forate premontate sui moduli,
che vengono affogati direttamente nell’intonaco.
Non sono quindi necessarie particolari conoscenze
o utensili speciali per completare l’installazione. È
possibile utilizzare tutti gli
intonaci minerali in gesso,
calce-gesso, cemento e argilla o loro miscele e non
occorre alcun tipo di additivo. Lo spessore dell’intonaco previsto è infatti molto ridotto ed è attorno ai
25 mm. Durante il periodo
estivo il sistema Hypoplan
può essere anche utilizzato per la refrigerazione:
in questo caso, nei tubi di
rame viene fatta circolare
acqua fredda a una temperatura leggermente inferiore a quella dei locali (attorno ai 15°C). Oltre a poter
essere annegati nell’intonaco (utilizzando quindi un
sistema a umido) i pannelli
Hypoplan prodotti da Kme
possono essere anche posti
in opera a secco, con quindi
l’aggiunta di alette di conduzione termica autoadesive applicate sugli elementi
costruttivi (ad esempio, nel
caso dei pannelli in cartongesso), oppure forniti già
annegati nell’intonaco in
modo da poter ricreare delle vere e proprie piastre radianti preassemblate (Easy
Kit di Kme).
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n.289 gennaio 2013
33
rassegna
Potenza radiante per tutte
le finiture
Messana Ray Magic è un sistema di pannelli radianti che
garantisce comfort termico,
salubrità degli ambienti, risparmio energetico medio dal
40 al 50% rispetto alle tradizionali energie ad aria, velocità nella messa a regime ed
eccellente potenza radiante,
possibilità di utilizzare il sistema sia per il riscaldamento che
per il raffrescamento degli ambienti grazie alla circolazione
di fluido a 10÷15°C, notevole
riduzione dei costi di impianto
e gestione grazie ad un sistema
di montaggio esclusivo e brevettato. Ideale per installazioni
a secco a soffitto, parete o pavimento, Messana Ray Magic
è costituito da un pannello isolante preformato in polistirene
espanso prestampato rivestito
in cartongesso al cui interno
sono collocati gli scambiatori di calore in alluminio che
accolgono i circuiti idraulici,
ovvero le serpentine e le due
dorsali incorporate nel pannello lungo l’asse mediano maggiore; tutte le tubazioni sono
con barriera ossigeno.
Ogni pannello, di dimensioni
standard 120x240 cm, può
essere sottomodulato in lastre
da 120x120, 60x240, 60x120
cm. Questo è possibile grazie
alla particolare conformazione
del sistema idraulico, che permette il taglio di serpentine e
dorsali lungo gli assi mediani
del pannello.
Messana Ray Magic contiene
direttamente al suo interno la
linea di alimentazione principale e il sistema di connessione tra pannelli, senza necessità
di superfici di servizio esterne
ai pannelli stessi. Ciò consente una riduzione dei tempi di
installazione idraulica fino
all’80% e lo rende ideale nelle
ristrutturazioni. Grazie alla sua
particolare struttura può inoltre accogliere al suo interno
anche altri eventuali elementi
impiantistici, per un vantaggio
importante in termini di vivibilità e funzionalità degli spazi.
La finitura dei pannelli - disponibili nelle versioni cartongesso, con finitura e isolante
alla grafite, additivata con silicone o in fibrogesso - è preincollata e trattata al laser per
evidenziare i circuiti idraulici.
Tra le declinazioni di modelli
possibili, sono presenti anche
le versioni fonoassorbente e
ignifuga.
per una Posa flash
Per ogni tipo di ristrutturazione in cui non si lavora sui
massetti a umido e dove l’altezza di montaggio ridotta è
fondamentale, Viega propone
il sistema di riscaldamento
radiante Fonterra Reno. Grazie ai pannelli modulari di
gessofibra dello spessore di
18 mm, questo sistema consente infatti di realizzare un
sistema di riscaldamento a
pavimento anche nei vani ove
sono disponibili limitati spazi
in altezza. Grazie alla speciale
forma delle bugne, i pannelli
permettono un alloggiamento
sicuro del tubo di polibutilene
con barriera all’ossigeno da
12x1,3 mm e garantiscono
molteplici possibilità di posa
con due soli tipi di pannelli:
pannelli di testa e pannelli di
base. Con questa soluzione si
ha una copertura accurata di
tutta la superficie, anche nei
punti con angolazioni particolari. Da segnalare come i tempi di posa ed asciugatura del
massetto con Fonterra Reno
vengano completamente az-
zerati grazie alla posa a secco.
Come ulteriore vantaggio,
con Fonterra Reno non è più
necessaria la controlastra per
stendere moquette o parquet
velocizzando il completamento dell’intervento. Dopo aver
pulito la superficie di appoggio e aver applicato la fascia
isolante perimetrale, in modo
che aderisca dalla base fino al
bordo superiore del rivestimento, si procede con la stesura dei
pannelli, si copre la superficie
con un primer di fondo avente
funzione impermeabilizzante
e si stende il tubo. Dopo un
tempo che varia dalle due alle
quattro ore si stende una colata
di materiale rasante fluido mediante una spatola gommata.
Dopo 24 ore il piano livellato
può essere piastrellato o diversamente pavimentato a scelta
del committente. Infine, Fonterra Reno opera, come tutti
i sistemi a pannelli radianti, a
bassa temperatura di mandata e con la sua ridotta inerzia
termica si caratterizza per un
risparmio energetico superiore.
Sistema completo per un comfort ottimale
Cofloor di Oventrop concilia le esigenze di comfort e
risparmio energetico nella
climatizzazione radiante a
pavimento e a parete. Il sistema comprende pannelli
preformati, fogli isolanti,
tubazioni e i componenti necessari per la realizzazione
di qualsiasi impianto, progettati per interconnettersi.
Per le soluzioni a pavimento
sono disponibili i sistemi di
posa bugnato, liscio (Tacker
o con barra di fissaggio) e
a secco, mentre per quelle
a parete sono utilizzabili il
sistema liscio con binari e
il sistema a secco. Il sistema
di posa sottofondo con pannello modulare preformato
a bugne piene permette sia
una posa semplice ed economica, sia di minimizzare gli scarti incastrando tra
loro pezzi di qualunque dimensione tramite le bugne
che, con la loro particolare
geometria, consentono la
posa di tubi in plastica e
multistrato di diametro 14 e
16 mm. Il pannello isolante
liscio è dotato di una griglia
del passo pari a 5 cm stampata sul foglio in Pph accoppiato per una veloce e precisa posa dei circuiti, fissati
al pannello mediante ganci
Tacker e un apposito attrezzo, oppure mediante barre
di fissaggio autoadesive in
polipropilene. Il sistema a
secco consente di realizzare
un impianto dello spessore
di soli 3,5 cm (rivestimento
compreso). L’elemento base
di questo sistema è in polistirolo espanso, che oltre a svolgere la funzione di isolante
termico e avere uno spessore
di 25 mm funge contemporaneamente da supporto per
le singole lamelle diffusorie
portatubo in acciaio. La disposizione delle scanalature
nel pannello, inoltre, permet-
te una posa a chiocciola o serpentina del tubo multistrato.
Per una distribuzione e bilanciamento ottimali, Oventrop offre una gamma di
collettori premontati da 2 a
12 attacchi facili e veloci da
installare e di profondità ridotta. I collettori di mandata
e ritorno in acciaio inossidabile Oventrop da 1” sono dotati di attacchi per circuiti da
¾” Eurocono, di una calotta
per il collegamento della
valvola a sfera, che consente
di intercettare la tubazione
in caso di manutenzione, e
di rubinetti girevoli per caricare e spurgare i singoli
anelli. Con il misuratore di
portata è possibile impostare
la portata calcolata da progetto e verificarla attraverso
il vetro graduato. Sul collettore di ritorno sono premontati vitoni termostatizzabili,
che consentono di gestire
ogni singola zona mediante
servomotori elettrotermici e
termostati ambiente.
Flessibile e silenzioso
Per garantire una
temperatura omogenea
sulle superfici delle stanze,
con conseguente elevato
grado di benessere psicofisico, Zehnder propone il
sistema di climatizzazione
radiante Nic. Adatto sia
per il riscaldamento che
per il raffrescamento
degli ambienti, questo
sistema è una soluzione
semplice ma efficiente
per la climatizzazione con
pannelli radianti a secco
sia per la ristrutturazione
che per la realizzazione
di nuovi edifici. Oltre
a svolgere la funzione
impiantistica, Nic integra
l’isolamento termico,
sostituendo l’intonaco e
consentendo di ricavare
gli spazi necessari
all’alloggiamento degli
impianti elettrici ed
idraulici. Applicabile a
parete ed a controsoffitto,
il sistema Zehnder prevede
che tutti i collegamenti
idraulici tra i circuiti e i
collettori delle linee di
adduzione lineari siano
realizzati con raccordi
ad innesto rapido, che
consentono una veloce
realizzazione delle linee
di alimentazione. Grazie
a “collettori lineari” posti
in adiacenza dei pannelli è
garantito un collegamento
idraulico in parallelo dei
singoli moduli collegati,
in modo da mantenere
costante la perdita di
carico, anche al variare
del numero dei moduli
collegati, semplificando
l’avviamento. I collettori
lineari sono realizzati
in tubo multistrato con
barriera all’ossigeno Ø
20x2 mm e comprendono
i raccordi ad innesto
rapido Zehnder per il
collegamento dei tubi da
Ø 8x1 mm in PE-Xa con
barriera all’ossigeno.
Al fine di ottimizzare gli
spessori, tutte le linee di
distribuzione rimangono
comprese nello spessore
dell’isolante del pannello,
richiedendo uno spessore
globale di 69 mm. Il sistema
radiante Zehnder Nic
con le connessioni ad
innesto rapido, può essere
utilizzato ad una pressione
massima di 4 bar (ad una
temperatura del fluido di
40°C). Particolarmente
silenziosi, i sistemi di
climatizzazione radiante
Zehnder Nic a soffitto
e/o a parete, impiegando
ampie superfici di scambio
tra l’impianto radiante
e l’ambiente occupato,
permettono di utilizzare
d’inverno scambi radianti
a bassa temperatura
(consentendo elevata
omogeneità di temperatura
in ambiente e risparmio
nei costi di consumo)
e d’estate ad alta (la
temperatura di utilizzo
all’interno delle serpentine
radianti è di circa 15°C,
contro i normali 7°C di un
sistema tradizionale). Il
sistema è completato dalla
regolazione digitale e da
sistemi di deumidificazione
dedicati.
con uno Spessore minimo
Renova è il sistema radiante
ribassato a pavimento firmato
Chemidro, brand del Gruppo
Wavin Italia specializzato
nella commercializzazione
di sistemi di riscaldamento
e raffrescamento radianti,
che rappresenta la soluzione
ideale per le ristrutturazioni
grazie alla veloce messa a
regime e alla possibilità di
realizzare impianti in 3 cm di
spessore (oltre alla piastrella
o al parquet). Per l’installazione si raccomanda di utilizzare esclusivamente un massetto di tipo autolivellante.
Rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, Renova garantisce un miglioramento dell’80% in termini
di risposta termica dell’impianto radiante, con di conseguenza una regolazione
ancora più semplice. Grazie
all’adesivo incorporato, che
consente ad ogni pannello di
aderire in maniera ottimale
al fondo, il sistema permette una posa rapida oltre ad
evitare la demolizione dei
vecchi pavimenti. Composto da una foglia rigida dotata di speciali nocche che
permettono installazioni con
massetti ribassati a ridotto
spessore al di sopra del tubo,
il pannello rappresenta la soluzione ideale per ristrutturazioni con interasse di posa
multiplo di 50 mm. La parte
inferiore è costituita da uno
strato collante, che consente di applicare il pannello a
strati preesistenti di pavimentazione o a sottofondi
grezzi; le nocche perimetrali, opportunamente dimen-
sionate, permettono invece
il collegamento rigido per
la sovrapposizione dei due
lati. A completamento del
pannello, Chemidro propone
il tubo Polystop per riscaldamento e raffrescamento
a pavimento. Caratterizzato dalla semplicità dell’installazione e da un’elevata
plasticità, il tubo dispone
di un’elevata resistenza alle
alte temperature ed è certificato secondo Iso 21003
(classe di applicazione 2/8
bar, secondo Iso 10508).
Composto da uno strato intermedio in alluminio che
costituisce una barriera
assoluta all’assorbimento
di ossigeno e da uno strato
esterno in polietilene ad alta
densità PE-HD, particolarmente resistente all’abrasione e ai raggi UV, il prodotto
Chemidro può essere quindi
applicato con tutte le tipologie di pavimentazione.
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n.289 gennaio 2013
34
rassegna
Contatto ad aggancio rapido
Mai più crepe nel pavimento
Semplicità di installazione e
perfetta tenuta di fissaggio.
Sono le caratteristiche distintive di Klett, il sistema
Uponor per la climatizzazione radiante a pavimento
che può essere posato senza
utilizzare accessori come
clip, binari o fascette. Lo
strip ad aggancio rapido
che circonda il tubo Uponor evalpex Q&E (Pe-Xa)
permette infatti di fissarlo al
pannello isolante liscio con
una semplice pressione; una
volta in posizione, l’attrito
Grazie ad un approccio innovativo della parte edile,
il sistema a basso spessore
Schlüter-Bekotec-Therm di
Schlüter-Systems induce una
microfessurazione controllata
del massetto eliminando le tensioni, le deformazioni e la necessità di giunti di dilatazione
nel massetto, permettendo un
ingombro ridotto (57 mm più
lo spessore della pavimentazione, 36 mm senza coibentazione) e una riduzione di peso
sulle strutture (solo 60 kg/m²).
Risultati ottenuti senza dover
ridurre il diametro delle tubazioni (tubo diametro 16 mm)
e senza richiedere lavorazioni
diverse da quelle tradizionali
in uso (quindi non richiede
l’uso di additivi o massetti
speciali, né la posa di lamiere
o di supporti in lastre di fibrogesso). Da sottolineare come
sia garantita comunque una
resistenza al calpestio fino a 5
è così elevato che lo sforzo
per spostarlo si moltiplica.
I fissaggi rapidi sono solitamente composti da due
parti: una consiste in una
moltitudine di piccoli uncini
flessibili che spuntano da un
supporto più compatto; l’altra è formata da un tessuto
non perfettamente rasato,
che forma tanti minuscoli
anellini ancorati stabilmente su un fondo più rigido.
Per rendere più semplice ed
efficace il lavoro dell’installatore, Uponor ha abbinato i
due componenti: la striscia
uncinata è avvolta e incollata attorno alla tubazione
evalpex Q&E direttamente
negli stabilimenti di produzione Uponor. Particolarmente sottile e realizzata
in materiale plastico (con
conducibilità simile alla tubazione stessa), la striscia
non limita la trasmissione
del calore verso il massetto.
Anche il foglio e il pannello isolante liscio di Uponor
Klett vengono forniti già
accoppiati con adesivo. Il
tessuto rappresenta inoltre
il supporto ideale per stampare la griglia di riferimento, utilissima per mantenere
costanti gli interassi di posa.
Quando in cantiere si procede a installare la tubazione sul pannello, è sufficiente una piccola pressione
del piede per attivare l’aggancio senza dovere quindi
impiegare altri strumenti né
accessori.
sistema ribassato Ecofloor
slim. I pannelli in fibrogesso
Ecofloor Slim hanno infatti
uno spessore di soli 18 mm.
Sono preformati per fissare
in modo rapido e sicuro il
tubo radiante ed allo stesso
tempo fungono da massetto.
Il sistema Ecofloor Slim è
ideale per essere installato su pavimenti esistenti.
Inoltre, ogni componente
del sistema Ecofloor Slim
è studiato per semplificare
al massimo le operazioni
di posa in cantiere. Le scanalature dei pannelli hanno
forme e distanze diverse per
consentire di realizzare geometrie del circuito idraulico
idonee allo spazio: ad esempio, il tubo viene steso in
modo lineare al centro di una
stanza, mentre viene curvato
in prossimità delle pareti; il
tubo Al Pe Rt è estremamente flessibile per consentire di
realizzare curve anche molto strette; le connessioni tra
collettore e tubo sono rese
semplici e sicure da speciali giunti che non richiedono
l’uso di attrezzi particolari.
Altro vantaggio del sistema
Ecofloor Slim è l’assenza
di massetto tradizionale,
perché i pannelli fungono
essi stessi da massetto. Ciò
riduce notevolmente i tempi
delle operazioni in cantiere:
il massetto a secco, infatti,
non richiede i tempi di attesa per la realizzazione e per
l’asciugatura del massetto.
Su misura per ristrutturazioni
Kilma board sono pannelli
prefabbricati in cartongesso, ideali per impianti di
climatizzazione radiante
in caldo e freddo a parete
e controsoffitto. Sono disponibili in quattro diverse
taglie e pronti per l’installazione grazie alla tubazione
Pe-Xc ø 8 mm già integrata
nel cartongesso e allo strato
isolante già accoppiato. Particolarità del sistema sono
la bassissima inerzia termica e la facilità e rapidità di
installazione grazie a pesi e
dimensioni molto contenute;
inoltre, non richiede lavori di
messa in opera invasivi e può
essere installato anche sulla
struttura di un controsoffitto
esistente. Una volta installati i pannelli in cartongesso è
sufficiente “rasare” le fughe,
dopodiché possono essere
imbiancati. Grazie alle sue
caratteristiche Kilma board
si propone come soluzione
ideale per le ristrutturazioni (in particolare quando
non è possibile installare
l’impianto a pavimento, oppure quando è già previsto
l’abbassamento del soffitto
mediante controsoffittatura)
e per gli edifici commerciali. Le applicazioni a parete
e controparete più comuni
sono invece le integrazioni
di impianti radianti a pavimento, per esempio nei
bagni (pareti delle docce) e
nei vani scala. Una seconda
soluzione proposta da Rbm
è Kilma Square con terminali prefabbricati, ideali per
impianti di climatizzazione
radiante in caldo e freddo.
Le piastre radianti si compongono di una piastra in
polipropilene soffiato, che
costituisce i circuiti radianti, e di uno strato isolante in
polistirene soprastante. La
Il sistema consente quindi
anche il funzionamento intermittente, con conseguente aumento di comfort e flessibilità
dell’impianto.
Altra particolarità del sistema Schlüter-Bekotec-Therm
è quella di non richiedere
l’accensione dell’impianto
prima della posa delle pavimentazioni di tipo ceramica
o pietra naturale.
Per installazioni a soffitto
per una posa Senza massetto
Per facilitare l’installazione
di impianti radianti a pavimento anche quando, magari
a seguito di una ristrutturazione, non c’è uno spessore
disponibile sufficiente, Rossato Group ha sviluppato il
Kn/m² (prova di carico comprovata da laboratorio certificato). La guaina SchlüterDitra 25 di desolidarizzazione
e separazione impedisce alle
microfessure di trasmettersi e
di danneggiare il pavimento, la
cui integrità è compresa nella
garanzia supplementare decennale fornita dall’azienda. Il
massetto di copertura è tradizionale (300 kg di cemento per
m³ di sabbia) o premiscelato
tipo CT-C25-F4 (ZE20) o tipo
CA-C25-F4 (AE20) massimo
(F5).
Dal punto di vista del rendimento termico, il peso ridotto
comporta una bassa inerzia
termica rendendo il sistema
fino a 4 volte più veloce nel
reagire alle variazioni termiche rispetto ai riscaldamenti
a pavimento tradizionali, aumentando le capacità di regolazione e di mantenimento
delle temperature desiderate.
dimensione quadrata 55x55
cm consente alle piastre di
poter essere installate all’interno dei pannelli metallici
da 60x60 cm che solitamente vengono utilizzati per le
controsoffittature di uffici,
con il vantaggio di poter
sfruttare anche strutture già
esistenti. Le piastre, autobilancianti, sono collegate
in serie di 3 pezzi tramite
tubazioni Pe-Xc da 8 mm
e raccordi a innesto rapido.
Ogni circuito del collettore
principale alimenta, in genere, fino a 24 piastre. La bassa
inerzia termica rende quindi
il sistema Kilma Square ideale per gli impianti di climatizzazione di uffici.
Il sistema radiante
a soffitto di Rehau è
composto da elementi
riscaldanti/raffrescanti
caratterizzati da un’ampia
superficie di scambio
termico, mantenuta a
pochi gradi di differenza
rispetto alla temperatura
dell’ambiente. Studiati
per offrire benessere
attraverso il controllo
costante della temperatura
e della relativa umidità, i
sistemi a soffitto trovano
applicazione sia in fase
di ristrutturazione sia
nell’edilizia di nuova
costruzione, e sono
compatibili con la
tecnologia costruttiva a
secco mediante l’utilizzo
di lastre in cartongesso.
L’installazione di un
sistema radiante a soffitto
Rehau presenta numerosi
vantaggi: non è vincolato
in modo definitivo alla
struttura muraria; riduce
l’inerzia termica e permette
veloci adattamenti delle
prestazioni secondo le
esigenze dell’utente;
consente un’elevata
resa nel raffrescamento
estivo (fino a 70 W/m2)
rendendolo ideale per
differenti applicazioni; è
affidabile nel tempo grazie
al sistema Rehau con tubi
in Pe-xa e giunzioni con
manicotto autobloccante.
I sistemi di riscaldamento/
raffrescamento a soffitto
Rehau consentono, inoltre,
di realizzare controsoffitti
all’interno dell’edificio e
annullano la dispersione
termica verso l’alto grazie
all’isolamento applicato
in cantiere sulla parte
superiore. Proposti
in quattro misure per
realizzare un rivestimento
ottimale con superfici
di raffrescamento attive
anche all’interno di
ambienti che presentano
rientranze, le soluzioni a
soffitto Rehau richiedono
un’altezza di montaggio
di 30 mm in aggiunta alla
sottostruttura e risultano
particolarmente resistenti
agli urti e alla flessione,
grazie ad un rinforzo
in fibra dei pannelli in
gesso. Rehau ha inoltre
sviluppato un’apposita
gamma di sistemi per la
regolazione degli ambienti,
che consente di gestire
tutti i parametri e regolare
tutti i dispositivi esterni da
un solo punto di comando,
a vantaggio della massima
efficienza del sistema.
Gruppo di distribuzione preassemblato
a ingombro ridotto
Pantherm propone un nuovo
collettore con circolatore EC
preassemblato con ingombri
ridotti in armadietto con profondità di soli 8 cm, consentendo l’incasso anche nelle
pareti interne degli edifici.
Il gruppo di distribuzione è
quindi formato da un collettore monolitico Floorstar da
3 a 9 vie, realizzato mediante pressofusione di uno speciale materiale plastico con
proprietà meccaniche pari
ai metalli. Il prodotto Pantherm è inoltre caratterizzato da un’elevata resistenza
meccanica, dalla possibilità
di effettuare la regolazione
sui singoli flussi da 1 l/h a
900 l/h e dall’inattaccabilità
al calcare. Ideale nell’uso
per raffrescamento estivo,
il nuovo collettore limita
infatti la formazione di condensa con temperatura massima di esercizio di 82,2°C.
Da segnalare anche
la presenza del
circolatore a commutazione elettronica con consumo
massimo di 25 W,
che permette importanti risparmi a
livello energetico.
Per quanto riguarda l’armadietto,
la soluzione proposta è in lamiera
verniciata con pro-
fondità 8 cm ed è incassabile nelle pareti interne, senza
intaccare le pareti portanti
perimetrali.
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n.289 gennaio 2013
35
rassegna
Dimensioni compatte
Accanto ai sistemi di riscaldamento a pavimento
tradizionali, Rdz propone
Dry-Tech, un sistema a secco con spessore di soli 3
cm appositamente studiato
per applicazioni nelle quali sono richiesti ingombri e
carichi limitati, come può
essere il caso di ristrutturazioni, realizzazioni in
soppalchi o su pavimenti
già esistenti soprattutto nel
settore residenziale. La peculiarità di questo sistema
è la mancanza del massetto
che permette di guadagnare
parecchi centimetri di spessore, garantisce la bassa
inerzia termica e la velocità
di reazione del sistema e riduce i tempi di realizzazione. Il sistema infatti è immediatamente calpestabile
e operativo senza che siano
necessari i tempi di asciugatura del massetto.
Il pannello Dry-Tech, bugnato, in polistirene sinterizzato, prodotto in conformità alla normativa Uni EN
13163, stampato in idrorepellenza a celle chiuse, è
caratterizzato da resistenza
alla compressione 300 kPa,
conducibilità termica 0.035
W/mK, spessore nominale
25 mm. Il sistema Rdz presenta infatti una superficie
superiore sagomata con
speciali incavi predisposti
per l’alloggiamento delle lamelle termoconduttrici por-
tatubo. Tra i componenti del
sistema è importante ricordare le lamelle termoconduttrici, in acciaio zincato
dello spessore di 0,4 mm e
predisposte per contenere la
tubazione Rdz Clima, con la
funzione di diffondere il calore, e il tubo utilizzato per
la distribuzione del fluido
termovettore, di diametro
14 mm e spessore 2 mm,
realizzato in polietilene reticolato ad alta densità per
via elettrofisica, con barriera antiossigeno interposta
tra la tubazione in PE-Xc e
uno strato esterno in PE che
garantisce la protezione durante le fasi di lavorazione
in cantiere.
Gli strati sono incollati tra
loro da uno speciale collante. Lo strato di supporto è
costituito da un ripartitore
di carico in fibre sintetiche,
laminato su entrambi i lati,
caratterizzato da resistenza
alla compressione 590 kN/
m 2 e da una conducibilità
termica 0,042 W/mK, dimensioni 1200x800x4 mm.
Le lastre vengono fissate tra
loro da un nastro adesivo
che garantisce la formazione di un piano uniforme. Il
rivestimento in ceramica
viene incollato tramite un
adesivo cementizio specifico, da miscelare con un lattice elasticizzante e acqua;
la posa del pavimento in legno invece è flottante.
Un sistema per ogni esigenza
Il marchio Seppelfricke
SD, dopo un’assenza
dal mercato italiano di
circa un anno, a partire
da luglio 2012 è divenuto
parte integrante di una
grande realtà industriale
bresciana. Sotto il marchio
Seppelfricke SD vengono
oggi progettati, realizzati
e distribuiti prodotti
per sistemi a pannelli
radianti di climatizzazione
a pavimento, parete
e soffitto, per sistemi
geotermici con sonde in
Geopex e pompe di calore
di ultima generazione
aria-acqua e acqua-acqua,
per sistemi di distribuzione
acqua sanitaria. In
particolare, i prodotti
della gamma relativa ai
sistemi a pannelli radianti
sono invariati rispetto al
passato: rimangono quindi i
già noti sistemi Fbsd, Kbsd,
Kbsd30 ed Insd. Quattro
sistemi per rispondere a
tutte le esigenze e a tutte le
tipologie di applicazioni.
Il sistema Fbsd è per la
casa che si vive tutti i
giorni, nella quale c’è un
buon viavai di persone,
una casa che in diversi
momenti della giornata
ha quindi bisogno una
temperatura di comfort
costante, un sistema che si
accende a inizio stagione e
non ci si pensa più (inerzia
termica 12 ore).
Il sistema Kbsd è per la
casa che non si vive tutti i
giorni, magari la seconda
casa, o in integrazione
all’abitazione principale in
mansarda, taverna, stanza
degli ospiti. Permette una
grande flessibilità ed è
ideale per le ristrutturazioni
dove lo spazio è ridotto
(inerzia termica 3 ore).
Il sistema Kbsd30 è
la perfetta sintesi dei
sistemi a pannelli radianti
precedentemente citati;
racchiude le caratteristiche
isolanti dell’Fbsd e la
velocità di reazione del
Kbsd. Per la casa che
si vive in modo intenso:
massimo comfort in tutti
i momenti della giornata
(inerzia termica 3 ore).
I sistemi Fbsd e
Kbsd30 sono entrambi
fonoassorbenti fino a 28
dB (con massetto 4 cm), i
pannelli sono fatti in Eps
T, polistirene espanso
elasticizzato e isolante
termico (λ = 0,037 W/mK).
Tutti i sistemi Seppelfricke
SD sono marcati CE
secondo il Regolamento
305/11 (ex Direttiva 89/106/
Eec). Infine il sistema Insd,
studiato e progettato per
l’impiantistica industriale,
si presenta con una piastra
bugnata, resistente a
grandi carichi. Lo spessore
del massetto viene di
volta in volta calcolato
dal progettista strutturale
in base alla destinazione
d’uso della pavimentazione
e al sovraccarico previsto.
Ampia gamma di soluzioni
Termica Line propone sistemi per impianti di riscaldamento a pavimento realizzati con varie tipologie di
pannelli in vari materiali,
spessori e vari eps. Entrando nel dettaglio, il sistema
termiFloor civile tradizionale è stato studiato per le
abitazioni, gli uffici, il terziario e quelle applicazioni
dove non sussistono particolari esigenze di carichi
che richiedano rinforzi con
reti elettrosaldate e dove
non sono richieste particolari necessità di ingombri
contenuti. Il sistema è composto da un pannello isolante bugnato con pellicola
vapore accoppiata, che garantisce una facile e rapida
posa associata ad un solido
ancoraggio della tubazione.
Il sistema termiFloor civile tradizionale è composto
dall’utilizzo di pannelli bugnati in polistirene espanso
presagomato rivestito nella
parte superiore: da un film
in eps accoppiato a caldo
(termiFloor-Color) oppure
da una lastra termoformata
accoppiata meccanicamente (termiFloor-Noir). Tali
rivestimenti conferiscono
elevata resistenza meccanica, nonché una struttura perfettamente omogenea ed ermetica al vapore acqueo, per
rispondere alle recenti prescrizioni in materia di acustica ed ai trend della bioarchitettura. Termica Line ha
inoltre introdotto il pannello
in sughero naturale, TermiFloor-Noir-Bio, senza collante, ad alta traspirabilità e
totalmente riciclabile e che
si caratterizza per l’utilizzo
di un pannello in sughero
naturale bioecologico e rigenerabile. Altra novità è
il pannello fonoassorbente
TermiFloor-Noir-Fono, realizzato mediante la sottoposizione di una
lastra isolante
acustica elasticizzata, realizzata in polietilene
a celle chiuse. Tale
pannello isolante nella posa non
viene forato dalle
clips e quindi favorisce un
abbattimento del rumore da
calpestio maggiore di altre
lastre fonoassorbenti a più
strati. Da sottolineare come
Termica Line assista l’installatore nella stesura del
progetto esecutivo di posa
del sistema a radiante.
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n.289 GENNAIO 2013
36
rubrica Come si installa
Il riscaldamento, o meglio la climatizzazione, a pannelli radianti ha subito
una importante evoluzione negli anni. Di conseguenza, si è modificato l’approccio
alla fase di posa in opera. Struttura, supporto e rivestimenti: i parametri
indispensabili per una valida installazione
Di Luigi Monguzzi
PANNELLI RADIANTI
a pavimento
Da molti anni a questa parte, e ultimamente
anche grazie al sempre maggiore impiego delle pompe di calore e dei sistemi con pannelli
solari termici, è tornata via via nuovamente ad
imporsi la tecnologia degli impianti a pannelli
radianti a pavimento. Questi sistemi impiantistici erano un tempo realizzati con tubazioni
in acciaio direttamente annegate nelle solette
d’interpiano. In molte situazioni questo modo
di operare non si è dimostrato idoneo a garantire le corrette condizioni di benessere in
ambiente con un conseguente, rapido declino,
fino agli anni ’80 quando l’imporsi sul mercato delle tubazioni plastiche e l’utilizzazione di
una migliore tecnologia hanno consentito di
riportare all’attualità questo tipo d’impianti.
Fino ai giorni nostri dove, sempre più spesso,
i sistemi a pannelli radianti non sono più dedicati al solo ciclo di riscaldamento ma vengono
vantaggiosamente utilizzati anche per la climatizzazione estiva. Senza entrare nel dettaglio tecnico di “temperatura operante”, è sufficiente comprendere come in questi sistemi
il corpo scaldante sia costituito dalla struttura
all’interno della quale sono alloggiati i pannelli radianti. Nella stragrande maggioranza
dei casi questa struttura è rappresentata dal
pavimento che, per conseguenza, diventa la
superficie scaldante (e raffreddante) dell’ambiente. In termini molto semplici, si tratta di
un diverso approccio al tema della climatizzazione degli ambienti; una grande superficie a
FIG. 1 - Evoluzione degli impianti…
Nuovi supporti isolanti
te le tubazioni, costituendo grazie anche alla
cornice perimetrale uno strato “galleggiante”.
L’impiego delle tubazioni plastiche ha inoltre
consentito la realizzazione di circuiti indipendenti per ogni singolo ambiente con una
geometria a spirale che, rispetto alla classica
serpentina dei vecchi sistemi, consente di ot-
tenere una temperatura media superficiale più
uniforme (figura 2).
Caratteristica principale di questi sistemi è
quindi la presenza di una fitta rete di tubi sottopavimento che pone il problema dell’interferenza rispetto gli altri sistemi impiantistici,
che devono anch’essi essere alloggiati nel sot-
FIG. 2 - Evoluzione degli impianti… Geometria a spirale
Pannelli radianti anni ‘60
Struttura a serpentina
Struttura a spirale
FIG. 3 - Evoluzione degli impianti… Doppio massetto
Pannelli radianti anni ‘80
media/bassa temperatura in luogo di una piccola superficie radiante ad alta temperatura (ad
esempio, i radiatori).
Struttura dell’impianto:
geometria a spirale
Nel corso degli anni il metodo di realizzazione
dei pannelli radianti è profondamente cambiato e tale evoluzione è coincisa con l’introduzione sul mercato delle tubazioni plastiche o
metallo-plastiche e con la tecnologia di posa
di uno strato isolante, sul quale sono ancora-
tofondo: reti di scarico, impianto elettrico, tv
e dati. Nella moderna concezione di cantiere
la progettazione edile prevede un doppio massetto di sottofondo sopra la soletta portante.
Nel primo massetto, spesso costituito da cls
alleggerito, vengono appunto alloggiati gli altri impianti tecnologici (figura 3).
Supporti isolanti:
coibentazione termica e
resistenza meccanica
Uno dei principali componenti degli impianti a pannelli radianti di nuova generazione è
costituito dal supporto isolante (liscio o preformato che sia) utilizzato per l’ancoraggio
delle tubazioni. Prima della posa di queste
lastre di supporto, per realizzare un vero sistema “galleggiante” si deve posizionare una
cornice isolante perimetrale, avente in genere
uno spessore di 6÷10 mm e un’altezza di circa
200 mm. E’ buona norma che la cornice perimetrale venga posizionata in modo che impedisca possibili infiltrazioni durante il getto del
massetto (figura 3).
Gli sfridi di cornice rimanenti, dopo avere
effettuato la posa lungo tutti i bordi dei locali da climatizzare, possono essere utilmente impiegati per la coibentazione termica in
corrispondenza del collettore di distribuzione, dove un elevato numero di tubazioni concentrate in poca superficie può determinare
un’anomala temperatura superficiale del pavimento (figura 4).
In corrispondenza del collettore di distribuzione è buona norma prevedere una guaina corrugata che consenta la libera dilatazione termica
quantomeno delle tubazioni di mandata al
pannello radiante.
Le lastre preformate, utilizzate per l’ancoraggio delle tubazioni, rappresentano anche
lo strato di coibentazione termica (e in alcuni
casi di isolamento acustico) che limita l’emissione termica verso il basso. Per tale ragione
è molto importante il parametro di resistenza
termica R (m2 K/W) e, a tale riguardo, la figura 5 e la relativa tabella riportano in modo
schematico i valori minimi di R indicati nella
norma Uni En 1264-4 a seconda delle diverse
situazioni d’impiego.
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n.289 GENNAIO 2013
37
FIG. 5 - Valori minimi della resistenza termica secondo la norma Uni En 1264-4
Ambiente
sottostante
riscaldato
Resistenza termica
R λ.ins (m2 K/W)
0.75
“A”
Ambiente sottostante non
riscaldato o riscaldato in
modo non continuativo o
direttamente sul suolo (*)
Temperatura dell’aria esterna sottostante
Temperatura
esterna °C di
progetto Td ≥ 0°C
1.25
1.25
“B”
Temperatura
Temperatura
esterna di progetto esterna di progetto
0°C ≥Td ≥ -5°C
-5°C ≥Td ≥ -15°C
1.50
2.00
“C”
“D”
(*) con un livello di acque freatiche <= 5 m, il valore dovrebbe essere aumentato
Oltre al valore di resistenza termica, altrettanto importante per queste lastre di supporto è
la resistenza allo schiacciamento e alla rottura. Per semplificare, lastre che subiscono forti
schiacciamenti o, peggio, rotture al passaggio
di una persona sono accuratamente da evitare
perché, com’è ovvio e banale, per stendere le
tubazioni è giocoforza necessario camminare
sopra lo strato isolante. È pur vero che la buona
regola dell’arte consiglia di posizionare assi di
legno che consentano di ripartire il carico sulla più ampia superficie possibile, ma è altrettanto vero che molte volte questa prescrizione
viene ignorata ed è quindi utile che il sistema
non subisca danni. Una volta terminata la posa
delle lastre isolanti e delle tubazioni costituenti il pannello radiante, prima della formazione
del massetto di contenimento è assolutamente
necessario mettere in pressione le tubazioni a
un valore minimo di 6.0 bar. Tale valore dovrà
FIG. 4 - Isolamento in prossimità del collettore di distribuzione
FIG. 6 - In caso di giunti di dilatazione
FIG. 7 - In caso di tagli di frazionamento
essere mantenuto fino al termine della posa del
massetto di supporto. Nel caso vi sia rischio di
gelo, il fluido di riempimento dell’impianto per
la prova di tenuta a freddo dovrà essere additivato con idonea percentuale di antigelo. Prima della posa del massetto di supporto, sopra
il pannello radiante vengono stesi fogli di rete
elettrosaldata (in genere zincata filo 1,5 mm)
o in composito. Questi fogli, ad eccezione dei
punti in corrispondenza con i giunti di dilatazione, vengono legati tra loro e costituiscono
l’armatura antiritiro del massetto. Nei casi più
comuni, il massetto di contenimento viene realizzato utilizzando cemento Portland 350, nella
percentuale di 300 kg per ogni metro cubo di
sabbia a granulometria 0,8, aggiungendo l’additivo liquido termofluidificante (in ragione di
1 kg per ogni 100 kg di cemento) che migliora
le caratteristiche meccaniche e di conducibilità
termica dell’impasto. Nonostante la presenza della cornice perimetrale, che consente un
certo grado di dilatazione del massetto, sono a
volte necessari dei giunti di dilatazione e sempre necessari i tagli di frazionamento. I giunti
di dilatazione sono necessari nei casi di grandi
superfici continue (> 150 m2 o con lati > 15 metri) come ad esempio una chiesa, un capannone
industriale, open-space, o in tutti quei luoghi
dove è necessario compensare le variazioni
dimensionali del pavimento dovute alle dilatazioni termiche. I giunti di dilatazione sono delle
vere e proprie interruzioni del massetto di supporto e, come tali, richiedono due importanti
accorgimenti: in corrispondenza del giunto le
tubazioni devono essere ricoperte da una guaina
corrugata che ne consenta lo scorrimento, così
come i fogli di rete elettrosaldata o antiritiro
devono essere disaccoppiati tra loro (figura 6).
Diverso il caso dei tagli di frazionamento, che
altro non sono se non linee di rottura del massetto di supporto atte a compensarne le tensioni
interne. Questi, infatti, vengono effettuati con
la cazzuola per una profondità di circa 1/3 dello
spessore del massetto e in corrispondenza delle
soglie delle porte. In ogni caso, i tagli di frazionamento vanno previsti per superfici di forma
irregolare superiori ai 40 m2 o comunque con
lati superiori a 8 metri (figura 7).
Verifica degli impianti
Una volta terminata la posa del massetto di
contenimento, prima della posa del rivestimento è di fondamentale importanza verificare la
corretta maturazione del getto. La norma Uni
EN 1264-4 all’art. 4.4 fornisce indicazioni
molto precise e, almeno per i casi più comuni, prescrive un tempo minimo di asciugatura
naturale del massetto di 21 giorni solo oltre il
quale sarà possibile effettuare il primo avviamento dell’impianto che, a sua volta, è prescritto debba essere effettuato per almeno 3 giorni
con una temperatura di alimentazione dei pannelli radianti compresa tra 20 e 25°C per poi,
successivamente, passare a una temperatura di
mandata pari al valore massimo di progetto per
altri 4 giorni. Tutta questa procedura deve essere documentata.
Solo dopo la completa maturazione del massetto sarà possibile procedere alla posa dei rivestimenti che, per categorie, si possono così riassumere: parquet, ceramiche, tessile (moquette)
e plastici (linoleum e simili). Riassumiamo in
sintesi nel box le prescrizioni consigliate per
ciascuna categoria.
Rivestimenti e
riscaldamento radiante
Una breve carrellata delle tipologie
di pavimentazioni e delle relative
tempistiche di posa in caso di
presenza di sistemi radianti.
Parquet
Qualora il legno avesse un tenore
di umidità del 9% (-2%/+3%) può
essere posato direttamente; in caso
contrario è buona norma che il legno
venga lasciato nell’ambiente in cui
andrà posato per almeno un paio di
settimane con l’impianto in funzione.
Durante la posa disattivare l’impianto.
Ceramica
Disattivare l’impianto durante la posa
delle piastrelle e mantenerlo spento
per almeno 7 giorni dopo l’ultimazione
della posa.
Fibra tessile (moquette)
Disattivare il sistema di
riscaldamento 48 ore prima della posa
e non riavviarlo se non dopo 48 ore
dall’ultimazione della posa.
Materiali plastici
(linoleum e simili)
Disattivare il sistema di
riscaldamento 48 ore prima della posa
e non riavviarlo se non dopo 48 ore
dall’ultimazione della posa.