Rally d`Argentina
Transcript
Rally d`Argentina
MMBi^^K=2^H Direzione e redazione: Via Vittorio Veneto 7 - 40055 Villanova di [•5yVVV25l Castenaso (Bologna) telef. (051) 78.15.66 - telex 222026 ROMBO R^B •^•^•^•1 segret. informazioni telef. (051) 78.16.44. J53iSwl K5tfi Casella postale 1o81 - 40100 BOLOGNA A.D. 1' 'iBHU «i.!.i.'.!.».iE^^^^P Redazione milanese, amministrazione, pubblicità: O. se Italia, 15 20122 MILANO - centralino tei. (02) 8531 - tlx 340089 FINEDI Anno 6 n. 33 (278) - 12 agosto 1986 - spedizione in abbonamento gr. 11/70 direttore responsabile Nel giorno dei giganti brasiliani all'Est e della consolazione Lancia-Biasion per il Gruppo Fiat (che solo Poltronierì poteva sperare sì trasformasse in un propiziatorio rito tribale per la Ferrari poi dell'ulteriore débàcle) c'è una notìzia che avrà fatto saltare sulla sedia i terroristi. L'hanno carpita gli inviati di ROMBO tra le mezze frasi e i sorrisetti di alcuni diretti interessati nei box budapestini. È la notizia che fa -strillo* in copertina: la sfida di dispetti tra Mclaren (Mar/boro) e Ferrari (Mar/baro), cominciata con l'operazione Bernard (il tecnico), dovrebbe concludersi col cambio di squadra di un pilota (Alboreto) a consolare almeno in parte patron Por Oennis, che ha già fatto pesare su Prosi l'Ingaggio firmato fino allo scadere '67, quando si erano delineate ambizioni di sortita anche del campione del mondo in carica. Ora è la Ferrari che deve riaprire tutto il gioco piloti, in questa annata disastrosa anche per le gestioni (sin comiche) di trattative da parte di Piccinini. Se avrà concluso con Barnard sarà già qualcosa (Ghidella permettendo). Non a caso Frank Williams, quando è tornato a girare nei box qualche settimana fa, commentando l'arrabbattarsi Ferrari (che gli voleva portare vìa Mansell) commentò: «Penso che Ferrari, invece di pensare ai piloti, in questo momento dovrebbe solo prendere dei tecnici. E possibilmente capaci!». Come essere alla Tribuna Gii pag 4-5 Taccuino direttore e Uccelli di ROMBO pag. 6-7 vice direttore ultimo minuto corse GP UNGHERIA F.1 Dalla pampa alla puszta La czarda dei brasiliani La -bomba» Albereto Memo da Budapest e anatomia GP Radar GP Austria e Biblioteca 8-9 10-12 14-15 pag. pag. 18-29 30-31 2. pag. pag. pag. pag. Ultime di produzione auto e moto pag. Già mondiali Lawson e Lavado pag. Karting e motonautica pag. 65-66 67-71 72-75 76-77 78-81 82-84 85-89 redazione Bologna: Leopoldo Canetoli Chiara Luciani Alberto Sabbatini Franco Fiorucci Guido Rancati Paolo Conti redazione Milano: Alberto Gimmelli Giulio Mangano servizio grafico Eugenio Loy Marco Minghetti • 'estero: Corrisponderne dall • Servizio fotografico: Attualfoto, Bishop, Condor Camera, Coppini. Ferrari, Guidetti Fotoagenzia, Paper Colour. Photo 4, Ragazzoni, Rempath, J.R. Sainz, Vescovi. ,_ $&$&, LA REDAZIONE: na). Don Alexandrescu (Francia), Jan Bigelow (USA) Augusto C. Bonzi (Argentina), Vanni Branca (Canada), John Carey (Australia), Danny Caols (Belgio), Steve Fellows (Gran Brelagna), Dove Fern (Gran Bretagna), Alfredo Filippone (Belgio), Tasha Fulkerson (Gran Brelagna), Graham Gould (Gran Bretagna), Stratis Hatzipanagiotou (Grecia), Chiel Van Der Heyaen (Olanda), Michel Hugues (Francia), Tom Hyan (Cecoslovacchia), Gerhard Kuntschik (Austria), Marguus H. Kuuse (URSS, 6stonla), Michel Lizin (Belgio), Aleksandar Maksimovic (Jugoslavia), Akira Mase (Giappone), Laurent Missbauer (Svizierà), M. Angeles Pujol Gorna (Spagna), Andre Queiroz (Brasile), Renèe Rogers (USA), Joe Saward (Gran Bretagna), Thomas Voigt (Germania Ovest), Keiko Yamauchi (Giappone). capo Eugenio Zigliotto inviato speciale: collaboratori rodazionali F.1 e «politica» sportiva; Bonaventura Franco Velocità e rallies: Marco Ragazzoni Dario Converso Fernando Petronilho Varia attualità: Marco Guidetti Sandra Pizzigati Aldo Seregni Tecnica, Industria, prove: Paoio D'Alessio Disegnatori d'attualità: di tecnica: Giorgio Serra Sergio Baratto Paolo D'Alessio • collaborano alle rubriche • Staff aggiunto di redazione Motonautica: Coordinamento e P.R.: Marina Sacchetti Traduzioni: Annalisa Bonaretti Comunicazioni computer: Rossella Carotalo Archivio a servizi: Paolo Pelati Segretaria Direzione: Pino Vecchi Medicina sportiva: Video e hi-fi car: Marco Tavasani Bruno Boglioni Carlo Nicolini prof. Enzo Pretolanì Stefano Pace ROMBO - Registrazione Tribunale di Milano n. 184/81 del 16-5-81 EDIS Edizioni Sportive s.r.l. [jfjrffl 20122 MILANO - Corso Italia, 15 - telefono (02) 8531 ^-J]^ Concessionaria esclusiva niihlÙMtac^cnìl perla pubblicità |nBJlR,IU»ir3pa MIXER copia L. 2.000 (arretrati il doppio) + Abbonomento annuale (invariato tino al 31 dicembre '86) postale: L. 72,000; edicola L, 90.000 * Estero: via terramare L. 105.000; via aerea; Europa e Paesi del Mediterraneo L: 150.000; Africa L. 240.000; Asia e Americhe • Diffusione: PARRINI & C. - via Indipendenza, 11/b L. 260.000; Australia L. 370.000. 4 Pagamenti: vaglia ROMA - Tei (06) 4940841 - Sede MILANO Tei (02) postole o assegno bancario da spedire a ROMBO 9520938 4 Stampa: SEREGNI s.p.a. Industria Grafica 40055 Castenaso (Bologna), via Puecher. 2 - Paderno Dugnano (Milano) - tei. (02) " P'«zo di ROMBO all'estero: Australia Doli. Aus. 4,50; 910.061 - telex 335879 SAGE I • Composizione: PROAustria Se. 60; Belgio BFr. 81; Canada Doli. Can. 3 80; GEI - via N. Battaglia, 12 - 20127 MILANO - tei. (02) Danimarca Dkr. 29; Germania DM. 7,50; Grecia Dr. 350; 28.41,272 - 28.71268 - 28.53.855-28.20,941 • Fotoliti: Inghilterra Lgs. 1,90; Lussemburgo LFr. 80; Malta Cm. 45; SELE 3 di Bonardi C e C s n e - va Cadorno 49/51 Olanda Hfl. 8; Principato dì Monaco Fr. 20; Spagna Pts. 20090 Vimodrone (Milano) - te. (02) 250.01.45 340; Sud Africa R. 6,95; Svizzera SFr. 5,50; Canton Ticino 250.46.20. "' ..SFr. 4,70; USA Doli. 3. Una 20149 Milano - via Ernonuele Filiberto, 4 - Tei (02) 38871 32. centrale Le rubriche Sussurri e grida Tutte le classifiche insieme Lunario ROMBO redattore Aviazione e spazio: pag. pag. pag. ultimo minuto corse F.3: l'amaro Caffi Altra velocità anche estera Biasion re-rally della pampa Altri rallies e corse minori Due inserti biROMBO ,. %&?fe Scandinaro 1. SobbOtìni Corrispondenze doli 'Ila! la: Anna Bacchi (Roma), Gian Luca Bacchi Modena (Parma), Gianfranco Berteli (Br««cla>, Maurizio Bevilacqua (V«rona), Toni Carnpanale (Bari), Silvano Chiesa (Genova), Onofrio Colabella (Ferrara), Mario Colelli (Brindili), Antonio Colomba (Roma), Nedo Coppini (Prato), Anna Maria Chiariello (Napoli), Franco Cucca (Nuoro), Riccardo Rossi Ferrini (Firenze), Giorgio Gianuzzi (Asti), Sergio Graderà (Ancona), Ezio Grandi (Bergamo), Nuccio Marino (Slracuaa), Gianfranco Mavaro (Palermo), Nicola Marezzo (Cosenza), La zzo reno Mini (Bollano), Carlo Morandini (Udine), Gabriele Mutti (Sanremo), Gino Papale (Caserta), Alessandro Patrizi (Livorno), Pasauale Petrilli (Roma), Ilario Piano (A»tl), Sandra Pizzigati (Bologna), Giorgio Rossetto (Torino), Leonardo Todisco Grande (Areno), Jader Zoffoli (Cate- Servizio Tv: WEEK-END MOTCCliO MafCO Magri pag. 90-91 pag. pag, 92-93 94-95 ROMBO 3 ULTIMO MINUTO Dalla «puszta» della F.l all'Est, esaltata dai supertalei al profondo Sud (ovest) dell si rincorrono due messaggi d'entusiasm DAGLI INVIATI Nel giorno dei giganti giallo(verdi) BUDAPEST - Due Maracanà completi, per applaudire questo samba brasiliano ballato a tutto ritmo per il primo Gran Premio dell'Est, che anche i sovietici hanno seguito in diretta. E non imbrogli il podio, con gli stessi personaggi della corsa precedente. Qui all'Hungarqring, con duecentomjja spettatori, secondo le stime della polizia, c'è stata battaglia e grande per il successo. Due giocolieri del volante si sono alternati al comando su un tracciato selettivo, dove le qualità alla fine premiano certamente più della potenza dei motori. Battaglia, dicevamo con sorpassi mozzafiato, controllo delle macchine al limite della sensibilità psicofisica in una bagarre alla prima curva che è stata spettacolare e onesta. Dall'Italia ci hanno avvertiti che il telecronista della Rai ha visto ostruzionismo da parte di Senna quando Piquet al 54. e 56. giro lo ria attaccato per il sorpasso decisivo. Ma il regista ungherese era bene all'erta ed ha ripreso perfettamente entrambe le manovre, riproponendole poi al ralenti. E pensiamo che i telespettatori si siano fatta una idea ben precisa di come si sono svolte in realtà le cose senza scorrettezze ma con grandi talenti. L'abilità di Senna sta proprio in quello che non gli è riuscito la seconda volta con Piquet: di portare al limite dell'errore gli avversali, specie quando è attaccato. Ma quando si trova poi di fronte dei funamboli della sua stessa razza, che reagiscono con stessa rapidità su volante e acceleratore, ecco che si assiste agli spettacoli di alta acrobazia del tipo ammirato alla curva in fondo ai box dell'Hungaroring. 8 ROMBO Certamente le molte migliaia di spettatori appollaiati al di sopra di quella curva avranno sobbalzato per queste manovre, ma i brasiliani non se la sono presa più di tanto. Per lo meno Senna, mentre Piquet è stato abbastanza duro nei riguardi del pilota della Lotus, quando ha parlato del sorpasso al 54. e 56. giro. Ma è stato uno sfogo a caldo, e probabilmente a quest'ora se ne sarà già dimenticato. Piuttosto non si sarà ancora calmato con il suo compagno di squadra, che non lo ha certo agevolato nel doppiaggio, e si è fatto da parte solo quanto Nelson ha alzato anche il braccio per chiedere strada! È stato un Gran Premio in pratica solo per due, visto che solo i due brasiliani hanno recitato questa parte di primo piano, senza mai lasciare spazio agli altri. Alle McLaren per esempio, che da quando hanno Barnard partente accusano mali di vario tipo, e un certo nervosismo. Pressappoco come capita allo stesso Mansell, che da quando è stato a Maranello pare abbia subito il malocchio (che incombe sulla Casa italiana) e da pilota del momento si è trasformato in rincalzo, sia pure di lusso. Mansell è comunque riuscito ancora una volta ad andare a punti, ma ora il vantaggio su Senna e Piquet si è ancora assottigliato mentre Prost, ormai abituato dalla seconda gara della stagione ad arrivare a punti, ha subito una battuta d'arresto preoccupante in questa gara che Leopoldo Canetoll segue a pag. 11 YQUET e SENNA in duello diretto iridato sempre più da scintille, pampa» rally d'Argentina, wndiali grazie a BIASION e Lancia Micky Biasion e Markku Alen: sembra che il finlandese guardi con stupita ammirazione il minitaliano che ha spopolato sullo sterrato della «pompo» argentina. I due brasiliani della F. 1, Senna e Piquet, hanno animato il primo G.P. d'Ungheria con una samba delle più scatenate: alla fine è stato Nelson a prevalere, grazie anche a sorpassi da brivido fotocolo PHOTO 4 Severo monito (di coscienza) di GHIDELLA alla FERRARI BUDAPEST - Grazie alla Lancia, il Gruppo Fiat riesce ad ottenere soddisfazioni in campo agonistico. Il dominio Lancia nel Rally d'Argentina (vedi a pag. 72) ha rimesso in discussione il Campionato mondiale. Il primo posto di Miky Biasion e il secondo posto di Alen hanno riempito di nettare quei bicchieri colmi di cicuta dovuti tracannare con la Ferrari. «Sono mollo conlento - diceva ring. Gradella presente in Ungheria - ha vinto un pilota italicinò, ma soprattutto si tratta di un successo della tecnologia italiana. La nostra tecnologia non è seconda a nessuno nel mondo: né ai francesi, né agli inglesi, né ai tedeschi, né ai giapponesi. Il successo nel Rally d'Argentina sta a dimostrare una volta di più che la Delta S4 è una grande macchina, senza la disgrazia che ci ha privato di Henry Toivonen saremmo in testa al mondiale. Adesso abbiamo rimesso in discussione il titolo, e ciò è anche merito di tutta la squadra che è riuscita a reagire con determinazione e volontà alla tragedia della Corsica. Siamo superiori a lutti, sia sul piano tecnico che organizzativo». - «Il rallismo» cambia regolamento, e il prossimo armo non ci saranno più i mostri da 540 cavalli: la Lancia è già pronta? «Tutto vero - ammette Ghidella - ma la S4 è la capostipite di una nuova serie di macchine, una quattro ruote motrici turbo che sarà un 'ar- ' ma formidabile nella stagione 1987. Già si sta lavorando alla configurazione della macchina con i nuovi regolamenti. Per adesso mi preme sottolineare che il Gruppo Fiat ha tutta la tecnologia per fare grandi cose. Alle spalle della Abarth, che fa correre le Lancia nei rallies, c'è un supporto di grande portata tecnica e qualitativa. Non cerchiamo fuori dalle nostre aziende ciò che abbiamo in casa, in Italia ci sono piccole squadre che fanno miracoli. Altro che giapponesi...». L'allusione è sintomatica. Alla Lancia si lavora in équipe, la Delta S4 ha un motore la cui tecnologia è sofisticatissima, molto più di una F.l, realizzato da un tecnico italiano, ring. Lombardi. Addirittura era pronta, se non fossero stati cambiati i regolamenti, una vettura interamen- te realizzata in fibra di carbonio da un tecnico italiano, l'ing. Bizzarrini che aveva anche lavorato al progetto Alfa di F.l, Considerazioni su considerazioni, il discorso scivola sulla F. 1 e sull'invasione da parte dei giapponesi. «Ci vorrebbe - dice Ghidella - una crociata europea contro i nipponici, ma bisognerebbe superare precontetti e opposizioni. In Italia abbiamo la possibilità di fare ottime cose nel campo tecnologico, ma siccome dobbiamo fare anche i conti siamo obbligati a delle scelte. La F.l comporta degli investimenti pazzeschi, i rallies sono più a buon mercato e più vicini alla mentalità dell'uomo perché l'aspetto della macchina è quasi uguale a quello della grande serie. I giapponesi approfittano del danaro che investono in F.l per qualificarsi campioni del mondo di tec• nologia. Hanno metodo e nervi saldi, sanno attendere. Noi italiani vogliamo lutto e subito, ma non si può». - Una crociata che dovrebbe partire da lontano? «Si, ;'/ regolamento non dovrebbe premiare le priorità dei giapponesi. Non è logico. Può essere bello fllosoficamente, ma dal punto di vista industriale e un'altra cosa». - La Ferrari non sarebbe contraria ad una riduzione di cilindrata con il turbo: non sembra un controsenso per un'azienda che fabbrica Gran Turismo di grossa cilindrata? «La Ferrari segue una sua logica, ma effettivamente negli Stati Uniti si vendono le Gran Turismo di Maranello di grossa cilindrata. Una GTO non potrebbe essere legata ad un piccolo motore turbo, con il guidatore sempre a manovrare con leva del cambio per tenerlo su di giri. Lasciamo perdere la F. 1 oggi è una bella giornata. La Lancia ha vinto». Con la Lancia ha vinto anche tutta la tecnologia del Gruppo Fiat, quella tecnologia fatta in casa ivi compreso lo sponsor Martini dai cui colori l'ing. Ghidella non si separa mai sui campi di gara, siano essi rallies, Endurance o F.l. Bonaventura Franco ROMBO 9 paague8da ^-t I GIGANTI potrebbe essere chiave per il campionato. Certo, con un compagno scaltro come Nelson ora Mansell dovrà guardarsi tutte le volte, se è vero quello che ha raccontato Nelson di aver «imbrogliato» il collega nel warm-up, con un assetto sbagliato. D'altronde c'era da aspettarselo. A Brands Match Piquet era stato chiaro, avvertendo che da quel momento lui avrebbe corso esclusivamente per se stesso. E Mansell se ne sta accorgendo. Come si sta accorgen- do che non basta il motorone Honda, su certi tracciati insidiosi come questo Hungaroring, per fermare un diavolo della forza di Senna. Un combattente nato, che si è battuto a colpi di record sul giro anche nelle ultime fasi, trattenuto solamente da un altro sangue caliente, che a onor del vero ha a disposizione una macchina di possibilità infinite. Alla fine, accomunati dalla immancabile bandiera verde del Brasile sul podio, i due sono stati salutati da una folla esultante (anche se tra loro non ci sono state effusioni). Ed anche la moltitudine di ferraristi, accorsi dall'Italia nella speranza di u- na resurrezione della loro vettura del cuore, ha agitato al vento i propri vessilli, pur se certamente non soddisfatta della quarta piazza del regolarità Johansson (doppiato come tutti gli arrivati al traguardo). «Ferrari non morire, abbiamo tante cose da dire» diceva un cartello. Chissà cosa direbbero loro, i tifosi, ai responsabili di questa squadra alla sbando, che non riesce a trovare l'uscita del tunnel, ahimè imboccato da tempo! Albereto ancora una volta non è esistito: in prova per il ritardo del turbo (ma si vede che Johansson ha turbine diverse, visto che era sempre più veloce) e poi in gara, per l'incomprensione con Warwick che ha portato al tamponamento con uscita di pista del pilota Brabham, ecco il ritiro per il cedimento dell'attacco del musetto della Ferrari. Ma anche l'episodio della ruota che se ne è andata a spasso nel finale delle prove, la dice lunga sulla tensione e sui problemi che affliggono la squadra di Maranello. Che non sono evidentemente solo tecnici, stanno diventando anche ultra psicologici in questo tourbilon di notizie che non tranquillizzano certamente lo staff esistente. J Ha entusiasmato gli spettatori ungheresi con la macchina più debole ma per queste «finte» al sorpasso della WILLIAMS n.6 lo ha accusato Poltronieri inTV SENNA scorretto? BUDAPEST - Uno scenario da grandi occasioni, più 160.000 spettatori paganti assiepati su tribune e colline hanno dato la carica ai soli piloti che abbiano la stoffa per ergersi al di sopra di tutti gli altri. Un circuito dove la guida la fa da padrona sul mezzo meccanico, due nomi hanno mantenuto in alto il prestigio dell'automobilismo agonistico. Ayrton Senna e Nelson Piquet sin dalle prime battute della gara hanno dato vita ad un duello appassionante «Al vìa sono stato più lesto di tutti - diceva Senna - e non ho avuto problemi ad installarmi al comando della gara». «Certo - ribadiva Piquet - non ho voluto rischiare tutto alla prima curva e mi sono acconcialo di seguire gli eventi. Tanto è vero che ho lasciato passare anche il mio compagno di squadra. La gara anche su un circuito come questo non termina mai alla prima curva». «Non si guida così - ammoniva Piquet rivolto Tra il 54. e il 56. giro, nei due «assalti di Piquet a Senna (che rivedete nella moviola a fianco) si è sentito alla nostra TV Mario Poltronieri, notoriamente poco sereno col brasiliano più giovane, commentare: «Palazzoli, da ex-giudice sportivo, è molto nervoso e seccato. Indiscutibilmente questa manovra di Senna è stata un po' più sporca di quella precedente, ma d'altra pane Senna si era già corretto molto rispetto alle birichinate dei tempi precedenti. È normale, essendo una cosa molto importante per lui, che abbia cercato di ostacolare il sorpasso. Non c'è dubbio: è stato scorretto». Vale la pena girare la palla ai due protagonisti. a Senna - si rischia di compromettere la propria e l'altrui gara». «Come fare, altrimenti? Se ti riferisci agli ultimi sorpassi non ne ho nessuna colpa: nel primo hai sbagliato la frenata e se non ti passo di nuovo vado a finire io sull'erba; nel secondo sei stato tu che hai rischiato molto di più del 130 per cento passandomi all'esterno su una traiettoria che avrebbe potuto farti girare e mettere fuori gara anche me» - ammoniva Senna. «Tu guidi alla solita maniera - replicava Nelson - non sei proprio pulito anzi guidi "bastardamente". La prima volta ti ho affiancato e superato e tu mi hai chiuso la porta, meno male mondiale? TEMO SOLO MANSELL Nelson Piquet aveva affermato tempo fa che Mansell da quel momento in poi di assetto di macchina ne avrebbe capito ben poco. In effetti, in quella occasione, solo il fatto che Mansell fosse partito con il muletto messo a punto da Piquet aveva potuto farlo vincere. La profezia si sta avverando: dal Gran Premio di Germania Nelson ha cominciato a collezionare vittorie e Mansell a rimediare punti, aiutato più dalla fortuna che dal mezzo meccanico che deve mettere a punto.con la sua sola sensibilità. «È stata una gara molto dura, aveio previsto due cambi di gomme affermava Nelson - ma poi in gara mi sono accorto che un solo cambio era più che sufficiente. Ho terminato la gara con ancora quindici litri dì benzina nei serbatoi e avrei potuto fare ancora altri cinque giri». - Quali sono state le difficoltà maggiori? «Questo è un circuito dove hai una sola traiettoria dove le gomme non hanno aderenza, e per sorpassare ti devi portare fuori traiettoria e ogni sorpasso ti costa in rallentamento circa due secondi. Dopo il cambio di gomme mi san trovato cinque macchine davanti e per superarle ho perso ben 10 secondi nei confronti di Senna. Poi, mentre Senna dava fuoco alle sue cartucce per aumentare il vantaggio su di me, io mi preoccupavo di adeguare bene le gomme per poi iniziare l'attacco dopo che anche Senna avesse effettuato il suo cambio». - A parte la tua classe, cosa ha funzionato di più? «Dici che io abbia classe, io invece guido e parto per vincere ad ogni gara. Su questo circuito abbiamo dimostrato che non si vince solo perché si ha il motore, ma è tutta la macchina che deve andare bene. So- Il FACCIA a FACCIA me ne sono accano in tempo ed ho rimediato con una frenata non del tutto programmata. Nel secondo sorpasso invece mi sono portato a contatto e ho fintato il passaggio all'interno e anche li mi stavi chiudendo, allora non ho avuto altra scelta che portarmi all'esterno rischiando molto in quanto, in quel punto, la pista era molto sporca. Ho rischiato anche perché sapevo che la mia macchina aveva una ottima stabilità e le gomme avrebbero tenuto. Anche in tale occasione'se' non accelero in tempo rischio di farmi toccare da te mentre stavi allargandoti anche tu». Non c'è stata proprio una stretta di mano tra i due brasiliani, ma nemmeno guerra aperta. Ognuno è rimasto della propria opinione. Uscendo dal faccia a faccia ipotetico, ma con battute vere dei due protagonisti, Senna affermava: «Credo che né io né Nelson veniamo a correre per concederci dei favori, ognuno cerca di tenere dietro l'altro». 10 dì motore il secondo sorpasso a Senna non lo avrei mai potuto fare». - Il Campionato rimane una lotta in famiglia? «Visto il Senna di oggi e tenendo presente che ci sono ancora due altri circuiti lenti, Portogallo e Adelaide, allora posso dire che la sola persona che mi fa paura per la lotta al titolo è Mansell. Ma lui ha i suoi problemi, deve mettersi a punto la macchina e fare delle scelte da solo. Adesso andiamo a Zeltweg, un circuito dove non ho mai vinto anche se è 11 circuito che mi piace di più come conformazione. Poi è la vigilia del Gran Premio d'Italia a Manza, e molti italiani che mi amano e tifano per me verranno già in Austria a vedermi. Chissà che tra Zeltweg e Manza non faccia un bel regalo ai mìei tifosi italiani. Vorrei anche farlo doppio, il regalo». Neanche per Senna il Campionato è chiuso, anzi nella lotta c'è anche lui e chissà che Giove Pluvio non possa dire anche la sua. Sarà molto più difficile attendere dal ciclo ciò che non si ha sulla terra: «II Campionato non è ancora chiuso per me, qui ho corso con il motore Renault vecchio e adesso quello nuovo ha fatto dei buoni progressi. Con l'aiuto di qualche buona prestazione posso dire che ci sono anche io e non corro per gioco». - Quali sono ormai i circuiti da cui speri di più? «Circuiti a parte, dovrei aspettare la pioggia in Portogallo e in qualche altro circuito, magari arrivando ad Adelaide in Australia a pari punti con Nelson: allora si che sarebbe una bella lotta! Anche se posso dire dì averla persa in partenza in quanto non ho il suo motore, ma mi piace l'idea». b.f. ROMBO 11 MANSELL è tornato... Mansueto Per ora non penso al titolo! Ma questi sono problemi che gli ungheresi, i cecoslovacchi e tutti gli altri spettatori accorsi dai paesi vicini non riusciranno certo a capire. Una cosa però hanno indubbiamente capito: l'importanza di avere a casa loro una competizione del genere come una gara di F. 1. Loro, gli ungheresi, che continuavano a domandarci come ci eravamo trovati in questa occasione, erano ben consapevoli di aver fatto il massimo. E lo hanno fatto davvero! A quello che mancava hanno supplito con tanta gentilezza, perché hanno una voglia matta di uscire dall'isolamento dei paesi socialisti e questo veicolo velocissimo che è la F.l può essere quello giusto. Loro ci hanno creduto ed hanno fatto uno sforzo colossale. Speriamo che la F. 1 non abbia tradito le loro aspettative (agonisticamente certo no). La dimostrazione della simpatia ungherese è facilmente riscontrabile dal fatto-che, in diversi degli ospitituristi del circo, hanno deciso di rimanere ancora altri giorni in questo paese prima di spostarsi verso l'Austria per il prossimo GP di Zeltweg che riaprirà la sfida tra i tracciati velocissimi, che daranno la svolta definitiva al Campionato. Un miliardo ai teleschermi per il primo G.P. F.l dell'EST BUDAPEST - Sotto parecchi aspetti, il titolo di questo pezzo è pienamente giustificato nei riguardi del primo Gran Premio ungherese. Infatti, in primo luogo c'è da notare che proprio dove è sorto l'autodromo di Budapest, vicino al villaggio di Mogyorod, il 14 marzo 1074 si svolse una cruenta battaglia per la successione al trono ungherese. Gli archeologi magiari avevano fatto più di una pressione presso i tecnici e gli operai al fine di costruire l'impianto stando bene attenti ad eventuali reperti. In realtà, scavando non si è trovato un bel nulla soprattutto perché la tracce di quell'antico evento bellico, se mai ce ne sono, dovrebbero essere sepolte sotto al boschetto in mezzo alla pista, lasciato praticamente intatto. Un'altra battaglia ebbe luogo circa 15 anni fa, quando Fallerà ministro del Traffico, Dezsoe Kiss, fece la sua proposta di costruire da queste parti un autodromo per l'Ungheria, che era uno dei pochi paesi a non vantarne nemmeno uno. Circa 15 progetti furono preparati, ma in porto non ne andò nemmeno uno. Più tardi, quasi ai giorni nostri, la situazione cambiò quando un profugo ungherese, Tamas Rohonyi, che in Occidente era diventato uno dei segretari di Bernie Ecclestone, rilanciò la proposta. I negoziati iniziarono, ed il risultato di essi è stato il contratto fra la FOCA ed il presidente dell'Automobile Club ungherese, Tibor Balogh, firmato il 10 settembre 1985 a Londra. L'inizio effettivo dei lavori per il nuovo autodromo avvenne il 15 ottobre dello scorso anno. Da quel giorno ad oggi, l'intera regione ha vissuto come una febbre: l'aspetto della regione, con i suo vigneti ed i suoi prati, cambiava di giorno in giorno e non passava fine settimana che non arrivassero i 12 ROMBO Nigel Mansell era il più affaticato del podio, forse anche per la tensione nervosa dovuta sopportare durante tutta la gara, non fosse altro che per il giro di distacco accusato nei confronti di Piquet, ed è scappato rifiutando addirittura di concedere l'intervista alla BBC. Raggiunto nel suo motorhome mentre si cambia, scambia alcune battute accentuando quella sua pronuncia quasi incomprensibile di « slang» dell'Isola di Man. «Gara terribile, faticosissima, non avevo aderenza non appena concluso il quinto giro. Non riesco a capacitarmi di come sia stato possibile perdere il carico aerodinamico dopo solo pochi giri. Non sappiamo cosa sia successo. Si è ripetuto ciò che era già accaduto ad Hockenheim. Strano che le due macchine abbiano avuto un comportamento tanto diverso l'una dall'altra». - Ma l'assetto non lo chiede il pilota al suo ingegnere? «Si cerca di fare i! possibile per avere i dati di lulte e due le macchine e poi si concerta l'assetto. Adesso su due piedi non sappiamo cosa sia accaduto. Valuteremo i dati degli assetti e dopo potremo avere una risposta precisa. Le mie gomme si sono deteriorate subito e sono stato costretto a fare due cambi, mentre Nelson ne ha fatto uno solo. Con il secondo cambio la macchina sembrava aver ritrovato il suo assetto migliore, ma solo dopo cinque giri di nuovo tutto è andato peggiorando. Alla fine mi accontento dei pochi punti che sono riuscito a prendere e che mi mantengono in testa alla classifica mondiale. Pensare che questo circuito sembrava fatto apposta per me e ci avevo fatto un pensierino alla vittoria». Per il titolo? «Adesso più che mai continuo a dire che corro per far bene in tutte le gare, alla fine del campionato se sarò ancora in testa allora potrò considerarmi campione del mondo, per il momento non ci penso nemmeno». La"Battaglia Mjogyorod primi turisti «per vedere che aspetto ha un autodromo». Naturalmente, non appena il disegno del tracciato fu abbozzato dalle ruspe, esso fu teatro dei primi «collaudi» da parte dei fanatici dell'automobilismo agonistico, che organizzavano su di esso estemporanee gare di dirt-track. Ma il vero conto alla rovescia iniziò quando il tracciato fu asfaltato, e per impedire il protrarsi delle «gare» i costruttori furono costretti a tagliarlo in più punti con barriere di pneumatici. Quando la pista è stata in condizioni da gara, è iniziata la caccia: gruppi di battitori hanno lavorato per settimane al fine di ricacciare gli animali selvatici che si annidavano nell'area della pista, specie nel boschetto rimasto al centro di essa, al di là delle reti di contenimento. La «grande battaglia» dell'Ungheria per la Formula 1 è stata vinta in tempo per lo svolgimento del Gran Premio inaugurale. Gli ungheresi hanno battuto un record, quello della rapidità nella costruzione di un circuito, dal niente, con tutte le sue attrezzature, e finalmente nella storia della Formula 1 moderna una gara.valida per il Campionato del mondo ha potuto svolgersi in un Paese socialista. L'interesse è stato enorme: più di VOmila persone sono state presenti alle prime prove, mentre erano in lOOmila per la sessione finale di qualificazione. Per la gara, si è stimato in 140mila persone il numero dei presenti, e nella storia delle trasmissioni televisive di un Gran Premio si è sfiorato un altro record, con circa un miliardo di spettatori davanti ai teleschermi. Pai Nyari i protagonisti ai due poli La trappola e iL.Marlboricidio BUDAPEST - II primo Gran Premio d'Ungheria non poteva fare diversamente che presentare, al positivo, il braccio e la mente. Sono questi i simboli dei governi socialisti e come tali hanno fatto la loro apparizione nel contesto della corsa. Non solo nel corso della gara, ma durante i tre giorni di prove e nel corso del warm-up di domenica mattina. La forza di Senna, il suo modo di guidare e di apprendere con facilità piste nuove, ne hanno fatto l'eroe a metà di domenica, l'eroe per intero invece è stato «la mente», Nelson Piquet. Ormai è nata una rivalità e un duoalìsmo che richiama alla niente Nuvolari e Varzi. E saranno confronti indimenticabili pur se oggi la macchina conta di più. Senna con il materiale a disposizione ha dovuto fare numeri di alta acrobazia per potersi impadronire della pole position, e nell'ultima seduta di prove addirittura incappava in due testa-coda dovuti proprio alla smania di gran lavoratore del volante che voleva superare se stesso. Nelson Piquet pensava invece solo a piazzarsi davanti al suo compagno di scuderia, colui che ritiene il suo solo ostacolo al terzo titolo mondiale. Per essergli davanti ha dovuto giocare d'astuzia sia nelle prove di qualifica che nel warm-up, per sbilanciarlo nelle scelte in modo da creargli quegli scompensi di assetto che poi vengono evidenziati in gara, come già successo ad Hockenheim. Venerdì e sabato Nelson fa il tempo con delle gomme da gara, roda bene le gomme e poi va ad accodarsi al suo concittadino e rivale Senna. Il capolavoro però lo compie domenica mattina, nel warm up: prova un assetto differente da quello di Mansell e non forza al massimo, tanto da risultare un secondo al giro più lento del suo compagno di squadra. Ma quel secondo Nelson sa bene dove lo ha lasciato, lo ha nascosto nella sua mente e Mansell, preferendo il proprio assetto, cade nella trappola. Nelson, testa fina come quella dei contadini delle campagne ungheresi, toglie dalla lotta colui che più gli potrebbe dare fastidio. • MERCEDES. In pista, il sabato all'Hungaroring, una macchina meravigliosa: la Mercedes F.l anteguerra portata dal museo storico della Casa di Stoccarda. Al volante Hermann Lang, circondato ai box per una foto ricordo da molti piloti anziani, come Gurney, la De Filippis, la Junek e tanti altri. Ai due poli positivi corrispondono due poli negativi, questa è una legge necessaria da applicarsi quando si vuoi far luce con due batterie. Questa volta nell'occhio del ciclone ci sono due squadre: la Ferrari e la McLaren. La guerra da spionaggio industriale a suon di miliardi scaturita di punto in bianco tra le due squadre non ha giovato a nessuna delle due scuderie. Mentre tra McLaren e Ferrari si combatte tra portarsi via l'uno con l'altro dei pezzi pregiati del proprio schieramento, nessuna delle due squadre ne azzecca una sul piano agonistico. È pur vero che alla fine la Ferrari è venuta fuori con un quarto posto di Johansson, mentre la McLaren ha visto al ritiro le sue due macchine, ma la posizione di Johansson è stata possibile solo grazie ai tanti ritiri, visto che nello stesso giro sono finite due macchine che ormai sono fuori dal polverone alzato proprio dalla Ferrari. Il fatto di aver portato via alla McLaren John Baraard non ha significato nemmeno un briciolo di serenità in seno alla Ferrari. Ron Dennis, invece dì correre ai ripari all'interno della sua squadra, sta cercando di rendere pan per focaccia e nel voler portar via alla Ferrari il suo pilota Albereto sta perdendo la testa e la squadra non gira più. Due squadre in crisi, che continuando a farsi guerra, all'ombra dello stesso sponsor, stanno sprofondando in un baratro da dove poi sarà molto difficile risalire... (e in Marlboro cominciano a fumare... di rabbia). b.f. Le «aspirazioni» del Presidente Mentre i piloti pongono il veto ai «due VIA!» BUDAPEST - Al primo GP in un Paese socialista Jean-Marie Balestre è venuto con grande interesse, ma anche per collegare certi fili, ottenere certe alleanze per quello che lui ha già battezzato «un ottobre di fuoco». Ci saranno riunioni decisive a Parigi nei primi giorni di quel mese, dalle quali dovrebbero scaturire nuove norme per la F. 1 dei prossimi anni. Hanno detto (dopo) a caldo Michele Albereto: «Stavo battagliando con Warwick per mantenere la posizione e lui mi è salito sulla parte anteriore sinistra della vettura, danneggiandomi io sospensione anteriore sinistra*, Alain Prost: -Avevo Arnoux davanti e sapendo che lui non fa passare mai nessuno mi accodavo per aspettare un posto migliore dove sorpassare, Invece, dì botto mi ha fatto segno alzando il braccio ma era troppo tardi e l'ho tamponato». Rene Arnoux: «Avevo già le ruote sull'erba quando stavo facendo segno a Prost di passarmi, ma lui forse non se ne è accorto e mi ha tamponato. Comunque non avevo molte possibilità». Marco Piccinini: -Dispiace solo per Albereto, se non avesse avuto l'incidente con Warwick avrebbe potuto anche aspirare al podio. Per quanto concerne Johansson credo che sia stato il contentino per il lavoro svolto durante tutto il week-end. Rimangono problemi dì fondo, ma l'affidabilità c'è. Stefan all'inizio ha avuto problemi di gomme poi nella lotta con Mansell ha tentato il tutto, ma ogni volta che si avvicinava di più Mansell allungava, allora ha desistito anche per non compromettere il suo quarto posto». Johnny Dumfries: «Non riesco a crederci, è la terza gara che termino da quando corro in F.1 ed ho anche preso due punti: sembra quasi un sogno!». La prima operazione di Balestre è stata quella di ascoltare i piloti, o meglio una loro delegazione composta da Senna, Albereto, Boutsen, Warwick, Patrese, Prost, Tambay, Mansell e Danner, sulle misure da prendere per l'immediato futuro. E si è subito sentito rispondere, all'unanimità, che la soluzione'dei mini GP del sabato è una follia, che tutti sono violentemente contrari alle doppie partenze, e tutti vogliono ridurre le potenze. Come? Una soluzione può essere quella di limitare ancora il carburante a 180 litri, anche su questo tutti d'accordo. Balestre ha preso nota, e per il momento ha smesso con i contatti ufficiali. Ma ha continuato a sondare, in colazioni private e riservatissime, le forze politiche in campo per cercare di ottenere l'appoggio per quello che è ora il suo programma più ambito: tornare al motore aspirato da 3500 cc per il 1988. Significherebbe rivoluzionare la F. 1, dare uno stop improvviso all'era del turbo, che stava comunque portando le macchine da Gran Premio a livelli incontrollabili. Così prima ha parlato con Ecclestone, e lo ha trovato completamente d'accordo. Poter correre con motori aspirati significa automaticamente ridurre i costi, ed il «padrino» per certe cose è sempre molto sensibile. Ora bisognerà trovare l'accordo con la Ferrari. Balestre ha parlato a lungo con Piccinini, il quale avrà certamente passato il problema a Maranello, ed ora sarà il «vecchio» a dire forse la parola finale. Dopo di che, se Balestre sarà riuscito ad ottenere l'accordo delle due forze più importanti, FOCA e legalisti (i quali a loro volta faranno le dovute pressioni sui motoristi dei vari gruppi), potrà lanciare questo programma rivoluzionario a Parigi, in ottobre. Sarà una rivoluzione non senza polemiche, e bisognerà vedere, da ora a quel periodo, come si svolgeranno le cose. Ma forse potrebbe essere una via d'uscita sensata per interrompere una spirale inflazionistica dei costì che sta divorandosi tutta la F.l. Le. • SPONSOR. Sull'alettone della Minardi si è visto un nuovo sponsor, la Monoceram, un'azienda di ceramiche del gruppo CMC. Un marchio che, oltre che per il GP d'Ungheria, dovrebbe essere presente anche in quelli d'Italia e Messico, paesi dove ha particolari interessi commerciali. ROMBO 13 MERCATO PILOTI & TECNICI Nella danza delle ripicche Ron Dennis, ora farebbe qua/siasi cosa per dispetto John Barnard, l'uomo dal braccio d'oro la MCLAREN? ALBORETO al BUDAPEST - Mentre la corsa ai motori avviene tra partite a poker con possibile finale giallo affidato ai legali come leggerete appresso la danza dei piloti e tecnici potrebbe anche sfociare in rock duro di picche e ripicche. È interessante ciò che sta accadendo tra botte e risposte come in un incontro di spada tra la McLaren e la Ferrari. La notizia secondo cui la Ferrari avrebbe portato via il tecnico Barnard alla McLaren ormai sembra quasi sicura e si vocifera anche la cifra che percepirebbe il tecnico americano: due miliardi all'anno per tre anni più un ingaggio di 1 miliardo e mezzo e le spese dell'ufficio a Londra e quelle relative ai viaggi continui tra Londra e Maranello. A questo colpo difficile da parare la McLaren ha risposto, sembra con un colpo a sorpresa: portare via alla Ferrari l'unico pilota capace di collaudare una macchina ancora disponibile e cioè Michele Albereto. Tutto ciò, se dovesse rispondere a realtà, potrebbe anche essere interpretato come una cattiva conduzione degli affari Ferrari in materia di mercato. Allo smacco ricevuto per la perdita di Senna, seguita a breve distanza da quella di Mansell e con il colpo a sorpresa di Albereto, la Ferrari avrebbe si trovato un tecnico, ma i tecnici di solito non provano le macchine e senza le sensazioni dei piloti le macchine non si sviluppano. Con Albereto assieme a Prosi alla McLaren, anche se la Ferrari dovesse assicurarsi i servizi di Berger sembra impossibile avere un piIota capace di collaudare e sviluppare una macchina. Ormai rimane ben poco: Boutsen potrebbe fare al caso di Maranello. alla Goodyear 14 ROMBO ...dimenticava gli affronti delle offerte o Mansell e Senna Albereto se le segna al dito: figurarsi se... ne parlano anche molto bene come collaudatore. Poi se si vuole rimpiazzare Albereto con un altro pilota italiano la scelta potrebbe cadere sia su Nannini, che al suo esordio ha fatto vedere che con le macchine ci sa fare, e anche bene, o su De Cesaris le cui doti sono altrettanto ben conosciute. Anche se un po' in ombra, adesso, la firma del contratto con Williams da parte di Mansell ha spiazzato la Ferrari molto di più di quanto non avesse fatto la rinuncia di Senna e la perdita di Ducarouge. In Ferrari, pur non drammatizzando, si puntualizza: con Ducarouge il caso era differente anche perché c'è stata una fitta corrispondenza con la Lotus in materia; per quanto concerneva Senna il tutto dipendeva dallo stesso Ducarouge. Mansell LA RIVOLUZIONE nelle SQUADRE F.l squadra FERRARI chi parte Albereto WILLIAMS LOTUS LOLA FORD BENETTON f. LIGIER MCLAREN BRABHAM Dumfries Jones Berger Fabi Loffite chi resta Johansson? Piquet Mansell Senna Tambay chi arriva Berger? Nakajima* Cheever Arnoux Alliot? Prosi Patrese Streiff?" Rosberg Warwick? De Cesaris Streiff Nannini? Brundle Martini? Albereto ARROWS MINARDI TYRRELL ZAKSPEED? OSELLA? * H pilota giapponese avrà la super-licenza? È un'altra ripicca che Piccinini pare voglia mettere in atto, oltre la -denuncia- di Mansell " Saranno forse gli sponsor a condizionare Ligier per il pilota n 2 '" Si attendono in Arrows prima i motori e i piloti con una dote adeguata invece fa storia a sé. «Mansell aveva più che un'opzione con la Ferrari, quasi un contratto con penali previste da ambo le parti. Quest'azione costerà molto cara a chi dovrà pagarla, forse sarà la Williams a farne le spese.» Mansell dal canto suo si rifiuta di fare un qualsiasi commento, ma si limita a dire che circa il 70 per cento delle sue richieste erano state annullate dallo staff Ferrari. La verità la sanno solo loro e Piccinini ha annunciato che tutto verrà reso alla luce del sole in una conferenza stampa che ring. Ferrari farà prima del Gran Premio d'Italia a Monza. Ma anche altri team ormai sembrano a corto di piloti visto che nessuno vuole attingere alla F.3000. Il quadro attuale si presenta come in questa tabella accanto. C'è da aggiungere qualche annotazione sui «movimenti» inviati in Brabham. Patrese è il solo sicuro; per il resto è tutto da vedersi. Alla Arrows si attendono i motori e piloti che abbiano una buona dote. Minardi farà correre una sola macchina per Nannini o Martini, mentre Tyrrell, motori a parte, avrà Brundle e un pilota con un buon pacchetto di dollari. Alla Zakspeed è tutto un rebus e per la Osella c'è in vista solo... «l'addio alle armi». b.f. • INCASSI. Affari d'oro sul circuito di Budapest in fatto di incassi. Tenendo presente che la cifra si riferisce solo ai paganti in valuta locale, l'incasso ufficiale dato dagli organizzatori è di 2 miliardi e cinquecento milioni di lire. • FALSI. Sono circolati anche biglietti falsi: è risultato che erano stati falsificati in Inghilterra, ed erano stati spacciati da molti rappresentanti di scuderie. Che figura l'Occidente! TORINO chiede garanzie per la Ferrari '87? Metti un Fiorio a Maranello BUDAPEST - La delicata situazione Ferrari, può essere vista anche da un'altra ottica. Quella del socio che vorrebbe far pesare la sua voce, ma non può per il chiaro accordo contrattuale vitalizio che, nel '69, Ferrari pretese firmato con alcune clausole precise di sua «indipendenza» decisionale per l'attività sportiva. A distanza di tempo questa clausola ha fatto perdere la faccia ai pur preparati avvocati Fiat. (Tant'è che da allora tutte le acquisizioni simili - vedi Abarth - sono state trattate senza riconoscere troppe garanzie a chi cedeva l'azienda: soldi e basta). Ormai si capisce bene, anche dalla presenza (muta), dell'ing. Ghidella che è pure il Presidente (Fiat) della Ferrari, com'è la situazione senza eufemismi. In qualche frase il rappresentante di Agnelli ha fatto capire che certe soluzioni, con contratti faraonici a tecnici stranieri, non vanno a genio a Torino. Anche per questo, forse, l'ultima frase che si conosce dell'Avvocato, sulla vicenda della sua Juve F. 1 è stata: «La Ferrari? Una storia triste...». Spendere diversi miliardi .per accaparrarsi Barnard o chi 1 altro, portando migliaia di dollari all'estero non piace a nessuno a Torino. Lo dissero chiaro già per l'operazione Senna e Ducarouge, i quali fecero forse marcia indietro anche perché seppero delle riserve di Torino. D'altronde c'è chi fa notare che un ing. Ghidella, amministratore delegato della Fiat Auto e Presidente della Ferrari, pare non guadagni uno stipendio tanto superiore a 600 milioni l'anno (probabilmente neppure netti). Come si fa a pagare un tecnico (straniero) con cachet da TV (l'ultima voce dice: 1 miliardo e mezzo d'ingaggio, 2 miliardi e mezzo l'anno e lavoro a Londra) che farebbero saltare gli equilibri per qualsiasi altro rap- porto interno? Anche se i miliardi arrivano col budget Philip Morris, in scambio diretto verso Londra, la situazione reale cambia poco... Ecco perché pare che il «socio» Fiat pretenda una «garanzia»: ottenere almeno che qualcuno «paghi» per gli errori della stagione, tra l'altro non registrati solo nei risultati agonistici, ma anche nelle fallite recenti trattative. E il «qualcuno» è il d.s. generai manager Marco Piccinini. Al suo posto la Fiat vorrebbe un elemento di propria fiducia, che sarebbe poi Cesare Fiorio, avviato ad assumere una definitiva dimensione di vero responsabile dello sport del Gruppo, dopo che in Abarth è stato appena esautorato l'ing. Massimello che prima figurava come suo nominale superiore per l'attività rally e endurance. «trenino» di comprtman all'Hungaroring, con le due Ferrari strette nella morsa del rincalzi: sfilano Kosberg, Johansson, Patrese, Alliot, Albereto e Berger ROMBO 15 Mancano i motori: 7 F. 1 in meno nell'87? BUDAPEST - Ormai i giochi girano tutti intorno al polo creatosi tra Bernie Ecclestone da una parte e la BMW dall'altra. Non appena a Monaco hanno saputo che Ecclestone aveva comprato la LolaFord hanno fatto un comunicato dicendo che qualora la Brabham di Bernie fosse rimasta senza motori la BMW avrebbe fornito i motori alla squadra inglese, ma senza sviluppo. Se in un primo momento a Bernie la cosa poteva dispiacere, adesso sembra che tutto possa anche funzionare e tutto a suo beneficio. Infatti avrebbe per la Brabham motori gratis ancora per tutto il 1987 e nello stesso tempo anche i motori dalla Ford per la Lola senza nessun esborso. È vero che i motori della BMW sarebbero senza sviluppo, ma rifiutando di apportare una clausola sul contratto esistente, Bernie potrebbe cambiare i motori alla Brabham anche a metà stagione come fece con l'Alfa Romeo e, nel caso specifico della BMW si potrebbe anche finire con gli avvocati visto che il contratto parla chiaro di motori e sviluppo. Detto della Brabham che fa caso a sé (ma non tanto), altre squadre sono" alla ricerca spasmodica di sistemare la voce motori. La Benetton, per esempio, potrebbe avere sia il motore BMW senza sviluppo, il motore Renault con Sviluppo, il motore Ford. Rimane escluso categoricamente il motore TAG Porsche visto che la stessa McLaren di cui è azionista Maosur Ojjeh, proprietario della TAG, sta cercando un altro motore. Per la Benetton, come afferma anche lo stesso Paolini, o si riesce ad avere un buon motore con sviluppo o addirittura si cambia categoria e si va verso la F.Indy. La McLaren con l'intermediazione di Prost si assicurerebbe il motore Renault più qualche congnio compenso economico, mentre verrebbe messo nel cassetto il motore TAG Porsche in attesa degli eventi. Visto che le grandi squadre trovano sempre il modo di mettersi a posto, restano i piccoli team per i quali la vita è sempre più difficile. Sembra che la Minardi il prossimo anno faccia una sola macchina, mentre l'abbandono dell'Osella sembra sempre più vicino alla realtà. Tyrrell si affida alla buona stella del suo amico Jackie Stewart, che potrebbe commuovere la Ford a dargli i motori, ma potrebbe anche averli dalla Renault che nel caso dell'accordo con la McLaren, potrebbe continuare a fornire motori 16 ROMBO ad una seconda squadra. Rimane la Arrows che tenta di far valere le sue ragioni presso la BMW e magari la stessa BMW potrebbe cedere alcuni motori a Mader che li preparerebbe solo per la Arrows. Ma nell'aria ci sono molti possibili defezioni di macchine dal prossimo anno: potrebbero scomparire, assieme alla Osella, una macchina della Minardi, le Arrows, le Zakspeed con un totale di sette macchine lasciando un parco ristretto a sole 19 monoposto, un po' poche per un campionato mondiale di F. 1. Adesso non si tratta più di mancanza di soldi, mancano proprio i motori a meno che non ci si voglia orientare verso i motori di Brian Hart e quelli della Motori Moderni. L'inesperienza dei commissari magiari si è vista chiaramente nel tentativo, durato diversi giri, dì spostare la Brabham di Patrese dal pericoloso punto prima dell'imbocco corsia box: ci voleva almeno una gru... Nella pagina a sinistra, sopra, nonostante l'escursione, Dumfries si è latto notare posivitamente; sotto, Alliot sì gira mentre passa Johansson fotocolor DERBV Ecco com'è la MINARDI 186 BUDAPEST - Hanno veramente lavorato a denti stretti, alla Minardi, per portare a termine la nuova vettura da presentare al GP d'Ungheria. Lo sponsor Simod, che a Budapest ha fatto un'enorme pubblicità, ci teneva in modo particolare e così ring. Calili aveva saltato la trasferta tedesca per finire di montare il nuovo telaio, che al momento manca solo della nuova sospensione posteriore collaudata in fretta ad Imola e da risistemare dopo il cedimento La parte più importante della Minardi 186 (questa la sigla della monoposto faentina) è naturalmente nella scocca, non molto differente dalla precedente ma strutturalmente cambiata, ora completamente in fibre di carbonio. Diversa anche nella parte posteriore, dietro alla testa del pilota, con un nuovo roll-bar. Nuove anche le pance, decisamente più basse (circa 6 cm.) e naturalmente anche il cupolone anche se per ora, per montare le vecchie sospensioni, sono apparsi certi rigonfiamenti che poi spariranno. Tra le dimensioni, diverso è ora il passo salito a 2708 mm, con un maggior spazio tra il motore ed il telaio. Anche gli scambiatori sono più grandi, e quelli acqua-olio sono differenti, prodotti dalla Secam: il pacco radiante dei radiatori acqua è aumentato di almeno un terzo. Fra le novità più interessanti, specie per i meccanici, la possibilità di smontare tutto il gruppo motore con gli accessori attaccati, come già fanno altri. Tornando alla scocca, «cotta» dalla abruzzese ATR, da notare che le centine interne ora sono in duralluminio lavorate alla fresa, e su queste davanti si articolano le sospensioni. Piacevole anche a vedersi la nuova soluzione per il poggiatesta, molto più largo rispetto al precedente e rispondente a quelle che saranno le future norme di sicurezza. Dal punto di vista aerodinamico, un grosso lavoro è stato fatto anche sotto la macchina, con l'inserimento della paratia a V deviatrice di flusso nella parte anteriore. Per il momento mancano solo le nuove sospensioni posteriori, che dovrebbero essere pronte per il GP d'Italia a Monza. Poi verrà installato il nuovo cruscotto digitale, tipo quello della Ferrari, quando anche in Minardi arriverà la più avanzata elettronica della Magneti Marelli. ROMBO 17 La nostra avventura a Budapest, per il primo Gran Premio in un paese socialista, è iniziata ancora prima di atterrare all'aeroporto della capitale. Più precisamente a bordo del robusto Tupolev 154 della Malev, la compagnia di bandiera magiara, quasi completo di turisti non tutti necessariamente interessati alla gara di F. 1. Tra questi, un signore con i capelli d'argento che sedeva davanti a noi e che ci aveva colpito per un anello dalla proporzioni mastodontiche. Da buoni italiani non siamo riusciti a nascondere il nostro interesse, pensando si trattasse di un cittadino slavo. Ma lui, in perfetto napoletano, ci ha tolto dall'imbarazzo mostrandoci il suo gioiello fuoriserie e spingendo la sua cortesia fino a re- UN7VVENTURA A BUDAPEST già il secondo giorno avevo un altro indirizzo, prezioso, da fornirgli: il ristorante «Vadrozsa» (rosa selvaggia) che ci aveva particolarmente stupito già nella prima serata. Qui, sulla collina di Buda, dopo aver rischiato assai con un tassista già in clima di Gran Premio, ci siamo trovati alle prese con un menu «figurato»; niente lista scritta, la padrona arrivava con piccoli vassoi che contenevano la portata, ricoperti di un velo di cellophane. Ed ha molto insistito per la specialità locale, un fegato d'oca strampalato, e per un pesce del Balaton che Ghinzani - che afferma di essere anche un pescatore - ha riconosciuto per un luccio. Il tutto, ovviamente, condito con un Tokaj locale. Ora aspetto con ansia il parere di Tambay, ma questa volta mi sento molto tranquillo... MISERIA E DIGNITÀ' galarci qualche «utile consiglio» per il primo sbarco in terr.a ungherese. Lui. imprenditore dì Benevento, chiusa per ferie la fabbrica se ne tornava a Budapest, dove va ormai molto spesso, per una vacanza estiva. Di conoscenze nella capitale ne aveva molte, specie di sesso femminile... «Allora, state attenti - ha iniziato la lezione - di ragazze ce ne sono tante e belle, ma bisogna assolutamente guardare per prima cosa le loro scarpe: solo quelle che portano i tacchi alti sono quelle che hanno voglia di divertirsi... Le altre lasciatele perdere, e non buttatevi sulla prima che trovate, ce ne sarà sempre una migliore!» Parole sante, abbiamo pensato, anche se la faccenda del tacco proprio non ce l'aspettavamo. Poi uso dei giornalisti locali, con i piloti che portano i suoi colori. E generalmente questa riunione è quella che apre il week-end de\t VremA. Così è stato anche a Budapest, con i piloti Ferrari e McLaren in prima fila ad essere bersagliati di domande. I piloti, da giornalisti del posto e non sempre specializzati, si attendono in genere domande un poco banali e così, per ravvivare la faccenda, cercano di rispondere in maniera divertente, magari con qualche battuta, anche per risollevare l'ambiente. Al piano inferiore dello Hyatt hotel la Marlboro ne ha approfittato per portare la torta con le candeline, cento, per festeggiare Alain Prost che proprio a Budapest disputava il suo centesimo Gran Premio. Ed il francese era particolarmente in forma. Un esempio? Un pilota locale, giovane speranza, gli ha chiesto qualche consiglio per arrivare in F. 1. Incoraggiante la risposta del Europe IL BELLO E IL BUONO La prima persona che incontriamo, fuori dalla hall del Forum, uno dei più noti hotel di Budapest, lungo il Danubio, è il parig'ino Patrick Tambay, che passeggia in incognito con la sua amica Dominique. Patrick «le beau» ci viene incontro, facendoci un segno con la mano: «Tu che hai sempre i migliori ristoranti in mente, dammi subito l'indirizzo giusto». E' infatti ormai un'abitudine, anche simpatica, e che conferma il suo buon gusto per i migliori ristoranti, quella di ritrovarci in giro per il mondo, piloti e giornalisti, più o meno sempre negli stessi posti a gustare le stesse specialità. E la raffinatezza di Tambay non è certo diminuita con il passare degli anni... Confesso che la sua richiesta mi ha preso un attimo in contropiede. Appena arrivato, non avevo fatto ancora a tempo a farmi una cultura gastronomica locale di un certo livello, distratto anche dagli stupendi edifici e monumenti lungo il grande fiume. Ma non potevo tradire una attesa del genere, e su due piedi gli ho suggerito il ristorante dell'hotel, che avevo appena intravisto ma che mi pareva all'altezza del palato di Patrick. E lui, tranquillo, si è infilato li dentro, fidandosi completamente. E non è poi cascato male, ma 18 ROMBO L'Ungheria, pur essendo il paese più ricco dell'est europeo ha, nel confronto con la media europea, un indice di miseria abbastanza elevato. Una miseria però non palesata ma contenuta con dignità, come si conviene ad un paese dell'area comunista. Se Totò fosse ancora in vita a Budapest avrebbe potuto girare «Miseria e dignità», contrapponendo e nobilitando le due situazioni che tanto lustro gli dettero. Il motto dettato dal Governo è quello di portare nelle casse dello Stato la maggior quantità possibile di moneta pregiata, offrendo a tutti - e con qualsiasi modo - di poterlo fare. Così l'esercizio della «professione più antica del mondo» è aperto a tutte le d9nne ungheresi che vogliano farlo, fatto salvo il rispetto per la dignità umana delle «professioniste». La contrattazione non avviene lungo le vie ma all'interno dei locali pubblici, ad orari ben determinati. La miseria ha fatto sorgere una specie di autoregolamentazione del numero dei clienti: non più di uno per sera, altrimenti non ce ne sarebbero per tutte. La contrapposizione tra miseria e dignità si avverte anche camminando per le strade: si viene attratti da un'ottima esposizione vetrinistica. Visti da fuori i negozi appagano l'occhio esponendo ogni sorta di «ben di Dio». Ma è soltanto un'impressione: all'interno la mercé è scarsa. i PROS(I)T CENTENARIO Uno degli appuntamenti meglio organizzati, alla vigilia di ogni Gran Premio, è la conferenzastampa che la Marlboro prevede, soprattutto ad Bountif ul Legacy Over 30 years, Ràdar hai reihaped tlutigary andhti Image In coincidenza con la settimana del primo Gran Premio F. 1 all'Est, simbolo del capitalismo occidentale avanzato, la grande rivista amerìcava TIME ha dedicato copertina e il servizio chiave all'Ungheria, al suo comunismo diverso, per l'accentuazione di mercato economico all'europea, spiegata da una intervista al suo leader Kadar, artefice della svolta posi rivoluzione '56 sono piovuti altri chiarimenti, andando sui dettagli. E dal simpatico personaggio, innamorato di una tassista locale, abbiamo pure appreso che sì, le ragazze ungheresi amaTVO \ compagnia degli italiani ma a\\afme. come in tutto il mondo, la piacevole serata costerà immancabilmente un centinaio di dollari... Poi. da grande artista napoletano, la botta finale. Carpita al volo ad un collega una penna in oro massiccio, per scriverci il suo indirizzo, se l'è infilata con disinvoltura nel taschino, avviandosi verso la porta d'uscita dell'aereo. «Come, non vi fidale di me? Ma ve la rendo appena sbarchiamo..,». Peccato - per lui •* - che il nostro collega fosse di Araalfi. dove hanno inventato la cambiale! campione del mondo: «Speriamo che la speranza sia così giovane da poter aspettare a lungo...»! Ad Albereto, il corrispondente locale di un giornale italiano ha chiesto, nella nostra lingua, perché mai non vincesse più. E' si è sentito rispondere da Michele, in inglese, che era veramente un'ottima domanda, ma da passare pari pari alla Ferrari. Il massimo delle risate l'ha suscitato Stefan Johansson quando un ungherese gli ha chiesto cosa pensasse del nuovo circuito: «Mi sembra un arcuilo fantastico - ha detto Stefan serio serio si pane e si arriva sempre nello stesso punto, giro dopo giro...». POLITICA E SPORT E' vero che dove non arriva la politica può arrivare lo sport. Sport da intendere come business che sta alle spalle di ogni avvenimento sportivo, nella nazione che organizza un avvenimento di grosso richiamo. In Ungheria è riuscito ciò che da tanti anni in molti avrebbero voluto: ricostruire quell'impero Austro-Ungarico che per anni aveva dominato le scene europee. La politica non c'è riuscita ma lo sport l'ha reso possibile, anche se per soli 15 giorni. Più che di 15 giorni si tratta di una sola settimana, dal 10 al 17 agosto, con i GP d'Ungheria ed Austria che vengono a ricostruire l'asse Budapest-Vienna tanto caro a Francesco Giuseppe. Si potrebbe, addirittura, creare un trofeo a parte, intitolato magari «Trofeo dell'Imperatore» che andrebbe al pilota che ha ottenuto il maggior numero di punti nelle due gare. IL VELOCE SALADINO Gli ungheresi sono a caccia spieiata di autografi e non sembrano accontentarsi d'averne uno per ogni pilota. Normalmente si presentano con una decina di foglietti e pretendono che il pilota li firmi tutti. A loro servono per poi venderli, nel periodo invernale, nei mercatini e nelle fiere; una specie di mercato delle «figurine». Tra un pò ci saranno gli autografi inflazionati e quelli più ricercati e valutati. Al momento non è prevedibile dire chi sarà il «feroce saladino» dei piloti; l'eco in Italia della raccolta che conteneva la famosa figurina non s'è ancora spento, seppur a distanza di molti anni. Forse per gli ungheresi il «feroce saladino» non sarà il pilota campione del mondo ma quei pilota che, meno famoso dei suoi colleglli, avrà firmato anche meno autografi. anatomia, delG.P. F7T/ / U FA T CIFRA GII F X WFr^ BALESTRE rapinato GOMMISTI. Per il BUDAPEST - Era cominciata molto bene la trasferta all'Est del presidentissimo Balestre: ricevimenti ufficiali, premiazioni e via dicendo. Tutte cose che lo rendora. no estremamente importante. Nei pochi momenti di re; lax aveva raccontato ai suoi fidi come aveva risolto il problema del fuoco e dei cin•per la «pole» sul giro in CORSA al traguardo ghiali alla sua villa di Oppio nella Francia ' 161547 kmh 158,794 kmh 151,804 kmh meridionale: alberi raSENNA PIQUET Nelson PIQUET si al suolo, doppi o in 1'29"450 in 1'31"001 tripli fili spinati per evitare l'aggressione dei porcellini selvatici... Classifica D g 0 D , ? -I .2 i guai sono coMondiale ! & i i £ ! E f 'I " - Ma minciati quando è anPiloti '86 I I J 1 1 li IÌ 'I J 1 dato a visionare certe installazioni nell'edifiMansell - 6 - 3 9 9 2 9 9 4 4 55 cio sovrastante i box 48 Senna 6 9 - 4 6 2 9 - - Ó 6 della pista ungherese. 47 Piquet 9 - 6 - - 4 - 4 6 9 9 La sala stampa era insufficiente per via del44 Prost - 4 9 9 1 6 4 6 4 1 la caffetteria che hanRosberg - 3 2 6 - 3 - 3 - 2 19 no voluto costruire vi14 Laffite 4 - - 1 2 - 6 1 cino. e da questo mo14 Arnoux 3 - - 2 - 1 - 2 3 3 mento minacce di multe a decine di mi10 Johansson - - 3 - 4 - - - - ~ ' 3 gliaia di dollari. Non Berger 1 14- - - - - - 6 ne parliamo quando 6 Albereto - 3 - 3 ha visto il suo ufficio: 5 Brunelle 2 - 2 - 1 troppo piccolo, rumoroso. e indecorosa2 Fabi - 2 mente vicino ai gabi2 Dumfries _ _ _ _ _ _ _ - _ - 2 netti... Per i servizi i2 Patrese - 1 - 1 gienici si è ovviato 1 chiudendoli . ed è staStreiff - 1 . - to spostato l'ufficio presidenziale con uno a fianco leggermente Mondiale più grande. Ma il massimo è sucCostruttori cesso quando qualche F.l '86 fans scatenato, di nascosto, deve essere 102 Williams 9 6 6 3 9 13 2 13 15 13 13 entrato nella stanza bunker, ed ha fatto McLaren - 7 1 1 15 1 9 4 9 4 3 63 sparire carte di credito 50 lotus 6 9 - 4 6 2 9 - 6 8 personali del presidenLigier 7 - 3 2 1 6 3 3 3 28 te. carte della FISA e 17 Ferrari - - S - 7 - 3 - - - 4 via dicendo... Ora si attendono super sanBenetton 1 3 4 - - - - - - - 8 zioni. naturalmente in 6 Tyrrell 2 - 3 - 1 dollari, per la polizia Brabham _ _ 1 _ _ _ 1 _ _ - 2 locale... GP ungherese i gommisti hanno tirato fuori pneumatici tipo quelli usati a Detroit. La Goodyear ha portato 1800 gomme, la Pirelli 1300, delle quali 2 tipi da qualifica e 3 da ga- Occhio alle MEDIE! ROMBO 19 k CLP. VERO •••• l|j] UkÌÉ / / 1 Prost attacca 1. Senna 16'14"858, media 148,272; 2. Piquet a 0"796; 3. Mansell a 5"415; 4. Prost a S"589; 5. Rosberg a 13"629; 6. Dumfries a 21 "097; 7. Tarnbay a 24"408; 8. Jones a 26"430; 9. Albereto a 27"204; 10. Johansson a 30"768 1. Piquet •••• 32'13"192, media Kj[t] 149,498; 2. Senna a UlSi 5"374; 3. Mansell a I5"129; 4. Dumfries a 37"844; 5. Berger <••. a 46'334; 6. WarV wick a l'00"29ò; 7 f Brundle a l'02"295; * 8. Rosberg a l'02"397; 9. Streiff a l'IO"! 19; 10. Al- Piquet boreto a r 13" 138 al comando wmmm PCllll SàìSt / I 5 Risale Bet^ei 1Piquet 47'59"S80, media 150,547; 2. Senna a 3"434; 3. Mansell a 58"832; 4. Berger a l'06"266; 5. Dum1ties 0 VM"631; 6. Brundle l'31"632; 7. Streiff a 1 giro; 8. Albereto a 1 giro; 9. Johansson a 1 giro; 10- Tambay a A giro 1. Senna •• mm 1.03'40"082, me- pilli dia 151,310; 2. Pi- UlSi quet a 28"198; 3. Mansell a l'13"364; —» 4. Berger a 1 giro; 5. *J Johansson a 1 giro; f t. Dumfries a 1 giro; | 7. Brundle a 1 giro; 8. Streiff a 2 giri; 9. Alliot a 2 giri; 10. Senna Tambay a 2 giri in testa •••• Mili EJhJ 1. Senna 1.19'4l"485, media 151,108; 2. Piquet a 7"324; 3. / M a n s e l l a l'36"029; 4. Johansson a 1 giro; 5. Dumfries a 1 t giro; 6. Brundle a 1 giro; 7. Streiff a 2 giri; 8. Tambay a 2 gìJohansson ri; 9. Arnoux a 2 giri; quarto 10. Alliot a 2 giri i. Piquet pqpq 1.35'42"760, media 150,977; 2. Senna a 3"958; 3. Mansell a l'27"929; 4. Johansson a 1 giro; 5. Dumfries a 1 giro; 6. Brundle a 2 giri; 7. Streiff a 2 giri; 8. Tambay a 2 giri; 9. Alliot a 2 giri; 10. Palmer a 5 giri 22 ROMBO mili Uiii« « f+ J r Piquet al brivido «I DALLA TRIBUNA... Dalla bandiera (di Hermes) arrivata dal deh, al gran duello del finale Quei due sor di PIQUET. BUDAPEST - Le colline attorno all'Hungaroring sono piene zeppe di appassionati con sporte, bibite e bandiere. Un colpo d'occhio incredibile, una soddisfazione non piccola per gli organizzatori che hanno lavorato duramente in questi mesi. Certo lo spettacolo aereo dell'ora di pranzo non è all'altezza di quelli che abbiamo visto in Inghilterra: tre Zlin acrobatici, altrettanti deltaplani e due ultraleggeri. Ma di paracadutisti ce n'è per aria un battaglione, e tre di questi portano al direttore di gara la bandiera a scacchi dono del sindaco di Parigi Chirac, con un disegno esclusivo di Vasarely e molto bene Mansell, ma Senna si infila naturalmente per primo nella prima curva e si allontana rapidamente. Al primo passaggio Senna ha già un certo margine sulle due Williams di Mansell e Piquet, poi Tambay, Prost, Jones, Dumfries, Arnoux, Rosberg, Johansson, Patrese, Alliot, Albereto, Berger, Brundle, Fabi, Streiff, Warwick, Nannini e Boutsen. Il primo a infìlarsi ai box è il canadesino Berg con un gran fumo di turbina e poco dopò arriva anche Rothengatter che ha forato un radiatore. Al secondo passaggio si ferma Arnoux che ha una valvolina di una ruota che per- Giri veloci a botta e risposta giro 5. 8. 9. 12. 17. 22. 23. 26. 27. 28. 29. 38. 39. 68. 69. 71. 73. pilota Piquet Prost Prost Prost Mansell Mansell Piquet Piquet Piquet Senna Rosberg Senna Senna Senna Senna Senna Piquet prodotta da Hermes... Quando le macchine scendono in pista, mezz'ora prima del via, subito guai per Prost che rimane sul percorso con un problema elettrico e deve riguadagnare i box di corsa per prendere il muletto. Anche De Cesaris ha rinunciato alla vettura nuova e parte con la più affidabile (si fa per dire...) 185, come Senna e Arnoux scelgono il motore Renault vecchio per questa gara. IL VIA è impeccabile per rapidità e tempismo. Dalla seconda fila scatta tempo 1-35"237 V34"999 1'34"775 1'34"630 1'34"503 1'34"421 1'34"115 1'33"941 1'33"905 V33"261 1'32"648 1'32"153 1'32"005 1'31"435 V3V435 1'31"261 1'31"001 . ' media 151.731 152,103 152,462 152,704 152,901 153,034 153,540 153,816 153,833 154,929 155,910 156,809 157,061 158,040 158,040 158,324 158,794 de: cambia tutte e quattro e riparte di gran carriera, mentre Senna ha già quasi due secondi di vantaggio sulle due Williams. Dopo tre giri Piquet forza i tempi e infila il compagno di squadra, portandosi in seconda posizione mentre Prost passa Tambay. DOPO SEI GIRI due italiani fuori gara: Patrese fa un testacoda e rimane a cavallo di un cordolo abbastanza alto. I commissari non ce la fanno a spingerlo e impiegheranno anzi diversi minuti, con una mac- china di servizio in pista per togliere la Brabham da quella scomoda posizione. Dovranno pensare alle gru per il futuro. Il secondo italiano che si ferma è De Cesaris per il cedimento del motore. Il romano era partito con gomme abbastanza tenere per fare una gara d'attacco, ma non ce l'ha fatta a fare più di sei giri. Intanto Piquet spinge al massimo e si avvicina al brasiliano al comando, mentre Danner si ferma ai box con una sospensione fuori uso. Piquet forza ancora e al nono giro prova tìmidamente a passare all'esterno alla fine del rettilineo, ma desiste subito. Si fermano intanto ai box Nannini per cambiare gomme e Jones per la stessa ragione. All'undicesimo passaggio Piquet gira tutta la manetta del turbo e passa Senna all'interno, alla fine del rettilineo. IL VANTAGGIO di Piquet al comando aumenta gradatamente, e dopo 15 giri è già di 3" sulla coppia Senna-Prost, mentre Nannini torna ai box per cambiare gomme. Al sedicesimo giro arriva ai box Prost: i meccanici si tuffano sulle gomme, ma il guaio è più grosso. Si tratta della centralina elettronica che si è messa a fare le bizze. La McLaren viene spinta avanti e finisce per entrare nella zona della Ferrari facendo imbestialire giustamente Piccinini, che vuole salvaguardare il suo spazio per eventuali entrate dei suoi. DOPO 17 GIRI mentre Piquet caracolla al comando inseguito da Senna, si ferma ai box Rosberg a cambiare gomme e viene rispedito fuori in 10" 14. Al lato della pista si ferma invece Ghinzani, con la sospensione posteriore destra aperta, mentre Mansell realizza il suo giro veloce in l'34"503 alla media di 152,909 kmh. Due giri dopo è la volta di Albereto a infilarsi ai box e il ferrarista viene servito dai suoi meccanici in 9"92. Ancora due giri dopo è la volta di Johansson, e lo staff del baffuto Corredini è ancora più rapido: 7"34. Al comando Piquet forza ancora i tempi: P34"115 alla media di 153,540 al 23. giro, con un vantaggio che si avvicina ormai ai 4 secondi. DOPO 25 GIRI ancora un arresto segue a Pag. 24 ...DAL VIDEO 1 suo debutto la TV ungherese nell'eurovisione della F. 1, non si può dire che abbia sfigurato. __ Grazie alle caratteristiche del neo circuito vistavision con 15 telecamere ha coperto bene tutto il sTavision, percorso. E il regista è stato sollecito più di tanti altri colleghi di vantata esperienza nel seguire le fasi calde della corsa. Che poi sia stato prevalentemente sugli uomini di testa, era giusto, essendo praticamente tutti gli altri comprimali doppiati! Ma di duelli dei giganti non ne è sfuggito uno! Con i particolari più essenziali. Come era capitato nelle prove con quei giri a record da pole di Senna colti come poche altre volte. Piuttosto sono stati i «nostri cronisti» a suscitare dei dubbi. La «perla» della settimana di Poltronieri è stata quella dell'iil. giro, quando ha garantito «Piquet ha ormai G.P. =_ UNGHERIA ' Tw È Una tantum partenza ( i) senza problemi, che invece sono cominciati subito per Patrese ( 2) non riuscito o scendere dai cordolo dove aveva testacodato al 7. giro. Ma è già tempo di bagarre tra i due brasiliani che monopolizzeranno la corsa ( 3): rinunciato...» (ad attaccare Senna) e invece proprio in quel momento Nelson è andato in testa la prima volta. E che dire di Ronco a TeleMontecarlo che si è esibito in una singolare vaticinio dopo il testacoda di Senna (post pole) «Ora vedrete che si precipita al box a prendere il muletto». Cosa che puntualmente non è avvenuta, ma il nostro, imperterrito, sanziona poco dopo: «Ora sta scaldando le gomme del muletto e tra poco vedrete...». Quel che si vede invece benissimo, alla fine, è una Ferrari ferma all'ultimo giro delle prove. E il solerte conclama: «Ecco, questa inquadratura dimostra quanto sia importante la Ferrari anche all'Est, se te la offrono in chiusura di immagini». La verità è che il regista era davvero bravo. Aveva colto la Ferrari di Johansson rimasta a secco! è i! momento di Nelson al comando ali'11. giro, mentre ai box cominceranno i calvari Ferrari ( 4) di Albereto e di Prost ( S) col computer in tilt. Il brivido di Tambay a motore spento ( 6) all'inizio del rettilineo box e il parcheggio ( 7) dei ritirati italiani Fabi e Ghinzani. La corsa è accorciata di un giro perché Piquet è fermato alle 2 ore di gara ( 8). Sui podio praticamente si ignorano i tre campioni più nemici del momento ( 9) fotocolors PELATI kJL ROMBO 23 seguala p|QUET ai box McLaren, e secondo ritiro per le macchine di Barnard. Rosberg ha messo fuori uso un amtnortizzatore e per lui la gara è finita lì. Piquet macina ancora record: l'33"941 al 26., poi l'33"905 a 153,883 kmh, il giro dopo. Ma Senna risponde per le rime girando al 28. passaggio in l'33"271 alla media di 154,929 kmh. Matiseli nello stesso giro entra ai box e cambia gomme in 8"62. Il giro dopo, mentre Rosberg aveva abbassato prima dello stop il record sul giro a l'32"684 (155,910 kmh), il fattaccio fra Albereto e Warwick. A sentire l'inglese si tratta di un tamponamento, e la Brabham vola nella sabbia. Albereto è ai box con il musetto danneggiato, come pure l'attacco alla scocca, spiegherà che si è trattato del solito malinteso, che lui era entrato col muso e l'inglese ha chiuso. «Quest'anno non me ne va bene una» ha commentato nemmeno tanto infuriato, andandosene con macchina e valigie dal circuito. AL 33. PASSAGGIO brivido per gli spettatori all'inizio del rettilineo box: Tambay ha fatto un testacoda e si trova immobilizzato a centro pista. Per fortuna gli addetti intervengono al volo rimettendo in moto a spinta la macchina del parigino. Il giro dopo si ferma ai box 24 ROMBO Dumfries a cambiare le gomme, e al 35. arriva Piquet per cambiare i suoi pneumatici in 8" 10. Nello stesso giro si ferma Fabi che ormai senza frizione ha fatto un testacoda e non ce la fa a continuare. Dal 36. quindi in testa è Senna con un bel margine di vantaggio su Piquet, 21 "68, terzo è Mansell. A un giro ci sono Berger, Brundle, Johansson eDumfries. È il momento in cui Senna riesce a far valere la sua macchina, e abbassa il record a l'32"153 al 38., per poi arrivare a l'32"005 il giro dopo. E nonostante la sua macchina sia ancora così competitiva si ferma ai box dopo 42 passaggi per cambiare gomme in 11" 11, restando comunque al comando della gara. Si fermano intanto Boutsen, con la pompa benzina fuori uso, e Berger che aveva una perdita di benzina, ma soprattutto il cambio fuori uso. DAL 46. PASSAGGIO il vantaggio di Senna comincia a calare. Il pilota della Lotus deve rallentare per far raffreddare le gomme e Piquet ne approfitta per farsi sotto a passi da gigante. Il suo inseguimento durerà fino al 53., quando la Williams arriverà in scia alla Lotus. Il giro dopo, alla fine del rettilineo, Piquet torchia al massimo il suo turbo e passa Senna all'interno, ma arriva un po' lungo, e in frenata va leggermente dritto, consentendo a Senna, che se ne era accorto, di ri- Davanti al numeroso pubblico dell'Hungaroring le due Lola - Tambay e Jones stringono a sandwich Prost - hanno dimostrato di aver progredito, ottenendo buone prestazioni sia in prova, sia in gara, con una partenza abbastanza scattante fotocolor* PHOTO ' f BENZINE. A tempo di record e venuta fuori l'analisi della benzina della macchino di Rosberg a Hockenheim: lutto regolare, 101,5 ottano come da regolamento. passare al comando. Ancora un giro per studiarsi e poi al 56. Piquet ritenta l'attacco. Ma Senna non gli lascia più l'interno, e il pilota della Williams, se vuole deve scegliere la traiettoria esterna. Ancora una volta Piquet è lungo, intraversa la macchina ma la controlla perfettamente riuscendo a mantenerla in traiettoria. Senna da parte sua tenta una risposta all'interno, sul cordolo, ma non c'è niente da fare, e deve 'asciar sfilare la Williams con motore Honda. Da quel momento Pijuet cercherà di allontanarsi, ma lenna non gli lascerà molto spazio. Addirittura riguadagnandone quando, dopo 63 giri, Piquet deve doppiare Mansell, che non si fa certo da parte in fretta. Poi ci si mette anche Dumfries, tre giri dopo, e così i due brasiliani torneranno in contatto. Da quel momento Senna, che vede la coda di Piquet, forza al massimo. 1 '31 "435 al 69. passaggio, poi ancora più forte, l'31"271 al 71., ancora l'31"261 il giro dopo. A questo punto arriva LA RISPOSTA di Piquet: 1'31 "001 al 73. passaggio che risulterà il record della pista. Sulla Williams c'è ancora boost a sufficienza, Senna se ne accorge e non può far altro che cedere. Tra l'altro scattano le due ore e sui due combattenti scende la bandiera a scacchi dopo 76 giri. Alle loro spalle Mansell. separato di un giro, poi Johansson. Leopoldo Canefoli DENIM'86 SEMPRE SU WILLIAMS. In formula 1 quest'anno c'è profumo di sfida. Nelson Piquete Nigel Mansell, piloti del team Denim, corrono per vincere. Sulle piste di tutto il mondo dove c'è sfida, dove c'è competizione, c'è Denim. DENIM Per l'uomo che non deve chiedere. Mai. INVITO Al I 'TORI di -te.1-* Ricordi questa pubblicità DENIM? Secondo te, cosa si dicono ora PIQUET e MANSELL? Manda la tua risposta scrivendo le battute anche sulle fotocopie dei disegni di pubblicità di queste pagine e spediscila a: ROMBO - Segreteria Promozioni Casella Postale 1681 40100 BOLOGNA A.D. La battuta migliore meriterà una SORPRESA! le «battute» dovranno pervenire all'indirizzo citato entro lunedì 25 agosto I486 ROMBO 25 IL \Jimmm DELLE PROVE Con il sesto centro stagionale di SENNA, la Casa inglese supera la Ferrari nel computo G.P. in prova LOTUS record di pole BUDAPEST - Partendo per l'Ungheria, e per questa pista sconosciuta a tutti e molto guidata, non solo sulla carta, era impressione comune che Ayrton Senna per la sua capacità di guida estemporanea sarebbe tornato ad essere fra i migliori. Ma dopo tre sessioni durante le quali Nigel Mansell aveva fatto il bello ed il cattivo tempo davanti al compagno di squadra Piquet, erano rimasti pochi a continuare a credere (/ sinuoso tracciato dell'Hungaroring con Senna che subito ha mostrato te sue qualità istintive, in luce specie nel misto quando non era la macchina a dare supporto Subito promosso l'HUNGARORING Non piace solo a PIQUET BUDAPEST - Costruito a tempo di record, su di un terreno collinare che ricorda. anche se in miniatura, i sette colli di Roma, l'Hungaroring aveva avuto il «battesimo» con la visita dei piloti, anche se nessuno vi aveva girato prima di giovedì, in una seduta di prove libere. La tecnica ha compiuto il suo miracolo permettendo di realizzare uno stupendo «circuito salotto». Il lavoro d'abbellimento non è ancora terminato, manca il riporto d'erba sulla terra, ma al colpo d'occhio si presenta ugualmente fantastico. Delle medie abbastanza basse erano attese, ma non lentissime come quelle fatte registrare nella tornata di prove dì giovedì. «Il circuito è molto più lento dì quanto m'aspettassi - con questo giudizio Keke Rosberg, che è un pilota da circuiti diffìcili e faticosi, condannava le troppe curve a stretto raggio peccato: con tutto il lavoro che hanno svolto sarebbe bastato poco per farne il circuite più dello del Campionato». Il campione del mondo in carica, Alain Prosi, interpellato dal Vice Primo Ministro, in un lampo di compiacenza per il suo interlocutore, alternava elogi a critiche: «II circuito va ancora interpretato, anche se due ore sono state più che sufficienti per capirlo. Ci sono troppe curve e molto vicine una all'ultra. Il fondo stradale è buono, anche se è ancora sporco; una volta pulito, però, non dovrebbe aumentare di molto l'aderenza. £' un bene che si sia venuti a correre in un paese dell'emisfero socialista ed un plauso va a coloro che hanno firmato un contratto per cinque anni». Nelson Piquet, il fantasista della F.l, colui che per carattere e conformità mentale è portato di più all'improvvisazione, ha bollato il circuito con un motto quasi da guru della pubblicità: «E' bello ma senza fantasia; non ci sono curve ad ampio raggio dove il pilota possa esaltarsi al limite della aderenza. Qui ci sono solo curve da terza e seconda marcia». Nigel Mansell, altro solista delle piste da lavoro, ha trovato la pista molto faticosa, addirittura, più faticosa di Montecarlo, con grande sforzo per il cambio: «Si deve guidare con una mano sul volante e una sulla leva del cambio per quasi tutto il tracciato. Il solo punto di respiro è il piccolo rettilineo che misura poco più di 700 metri». Per Teo Fabi, invece, si tratta quasi di un 26 ROMBO circuito cittadino: «Mi piace veramente poco, le curve sono tante e molto strette». Ayrton Senna, che si trova sempre a suo agio dove c'è da «lavorare», ha avuto parole lusinghiere per la pista e per come e'stata costruita: «Mi piace, è bella e, pur avendo tanti saliscendi, il piano stradale non presenta nessuna bombatura. Hanno effettualo un lavoro d'asfaltatura molto coscienzioso che, nonostante le temperature elevate, tiene bene. Punti dover poter sorpassare ce ne sono ben pochi, forse uno solo e molto diffìcile, in fondo al rettilineo». Anche per Albereto, con la ritrovata stabilità del telaio della sua monoposto, il giudizio è positivo anche se accusa le troppe curve: «II circuito è bello e guidabile, ma non ci sì riposa mai perché ci sono molti saliscendi. Sarà molto importante mettere bene a punto il telaio per riuscire ad andare forte. Si usano solo due marce, la seconda e la terza, ed in velocità di punta non sì riuscirà a raggiungere i 280 Kmh. Per il telaio, dopo varie prove d'alettoni, abbiamo trovato un assetto migliore dì quello usato a Jerez, una pista a cui THungaroring, anche se in meglio, rassomiglia». b.f. DOMENICA MATTINA II cocktail di PROST BUDAPEST - L'autostrada che portava all'Hungarpring già alle otto di mattina era intasata. Una folla enorme già saliva sulle verdi colline, per assistere in tempo alle ultime prove libere della mattinata di domenica, già sotto un sole cocente. Ventisei macchine in pista, e subito problemi alla Benetton con Fabi che ha dovuto usare il muletto visto che la sua macchina non andava in moto, mentre Berger ha perso 20 minuti buoni alla ricerca della pressione del turbo. Problemi anche per un paio di motori Renault: quello di Arnoux che è entrato e uscito almeno cinque o sei volte, e quello di Senna che scoppiettava in rettilineo. Girandola di gomme naturalmente, con Prost che ha sorpreso tutti con un cocktail di C anteriori e B posteriori. Ma il francese era preoccupato per la pressione dei pneumatici che tendeva a salire. Problemi anche alla Osella: Ghinzani aveva un turbo che fumava come una ciminiera ed è stato cambiato, mentre Berg è rimasto in pista per una panne elettrica. In evidenza anche i due della Lola: Jones ha fatto un bel testa-coda mentre Tambay, che ha fatto un giro in più, è stato richiamato dai commissari. Alla Williams preoccupazioni per il ginocchio di Mansell che risentiva di una botta buscata il sabato nella uscita di strada della mattina. Comunque, alla fine ancora due McLaren e due Williams in fila, seguite dalla rivelazioni Lola intervallate dalla Ferrari di Johansson che ha dimostrato di essere la più a punto delle due. in un guizzo del giovane brasiliano della Lotus. Ma le condizioni della pista sono cambiate ed il prodigioso Senna, sempre al limite del testacoda, ancora una volta ha avuto l'acuto vincente con il primo treno di gomme da qualifica nell'ultima sessione di prove. «E' stata veramente dura, sempre al limite dell'uscita di strada - ha spiegato e dopo tre giorni di testacoda finalmente un giro mi è entralo. In Questa corsa è importantissimo partire davanti e Questa sarà lina delle ultime gare nelle Quali abbiamo buone possibilità di vittoria». Per il brasiliano questa era la sesta pole position stagionale, ma con essa la Lotus passa al comando delle «pole» di tutti i tempi, con 104, davanti alla Ferrari che perde così un altro dei suoi record. Ayrton si è messo alle spalle il connazionale Nelson Piquet. che si lamentava del motore con accensioni irregolari ma che comunque è riuscito ad issarsi in un'importantissima prima fila. Poi viene Prost, che pensava di aver risolto il problema del sottosterzo eccessivo sgonfiando un pò le gomme anteriori, e nella sessione decisiva si è dimenticato di farlo fare...Poi ancora Mansell, che ha trovato sempre tanto traffico davanti a lui, quindi Rosberg ed un incredibile Tambay, finalmente a suo agio con un motore Ford che vanta una gran coppia a bassi regimi ed un'ottima risposta del turbo grazie ad una sovralimentazione non esasperata. Settimo si è qualificato Johansson, decisamente più a suo agio in prova del suo compagno Albereto che continuava a prendersela con il tempo di risposta del turbo. In extremis il milanese è salito sulla vettura di scorta ma, dopo appena mezzo giro, ha perso una ruota posteriore e, imbestialito, si è rifugiato nel motorhome della Williams per sfuggire ai giornalisti. Sono state queste due gionate di prove (anzi tre, considerando le due ore di prove libere il giovedì) molto interessanti per tutti, piloti, tecnici ed organizzatori dell'Hungaroring che hanno messo per la prima volta alla prova la loro nuova struttura. Ed essa, almeno sul piano tecnico a parte qualche ingenuità dei commissari di percorso - ha retto particolarmente bene. Tornando alle prestazioni in prova dei piloti, da segnalare il 17. tempo di Nannini che, oltre ad essere risultato più veloce del suo compagno De Cesaris, che disponeva della Minardi più recente, ha relegato dietro di se una decina di monoposto a dimostrazione del fatto che, quando il mezzo glielo consente, anche lui è in grado di ben figurare. Dei ventisei piloti in pista, venticinque hanno migliorato il loro tempo di venerdì: solo il canadese Berg, che ha rotto subito il cambio al sabato, non c'è riuscito mentre il suo compagno Ghinzani, prima di rompere il motore, era riuscito a stare davanti alle due Zakspeed che pure di potenza e velocità ne hanno a iosa. l.c. IN (e OUT) nelle PROVE Un motore che «risponde» Dopo un paio di giornate piovose di prove a Donington, Patrick Tambay ha deliberato nuove sospensioni anteriori che sono state montate su tutte le vetture. Ed è stato un, peccato che non siano arrivati in tempo i nuovi radiatori, ordinati da tre mesi, che avrebbero potuto far funzionare ancor meglio i motori. Comunque sia Tambay (telaio 05) sia Jones (telai 04 e 03) si sono trovati abbastanza bene grazie al motore con un buon tempo di risposta ai bassi regimi. Jones si lamentava venerdì di essere sta- to ostacolato da De Cesaris quando montava l'ultimo treno da qualifica e di essere finito in testa-coda, mentre Tambay è rimasto senza benzina proprio nel giro finale. Nella giornata decisiva ancora in evidenza le Lola, e c'era da attenderselo. Grossi problemi i piloti non li hanno avuti: Tambay avrebbe potuto fare ancor meglio se non si fosse trovato davanti Arnoux nel suo miglior giro. Ma nonostante questo, ha ottenuto una buona sesta posizione che gli ha garantito una partenza in terza fila. Scambiatori spruzzati Un telaio marcato 06 per con gomme da gara prima Mansell e l'impianto per in l'3I", poi in l'30"5, spruzzare liquido sugli scam- lasciando con un palmo di biatori nelle qualifiche erano naso il compagno Piquet le uniche novità delle tre che non ha potuto far meWilliams a disposizione di glio che piazzarsi alle sue Piquet e Mansell. E come al spalle. solito è stato l'inglese venerdì, nel giorno dei suoi 32 an- Nella mattinata di sabato ni e della firma del rinnovo problemi per Mansell, che in del contratto con la Wil- un sorpasso alla sinistra di liams, a sbalordire girando Patrese è finito fuori strada rovinando musetto e fondo scocca. Ma questo non gli ha impedito di ottenere ancora il miglior tempo. Cosa che non gli è riuscita nella sessione decisiva, avendo sempre trovato gente in giro da superare. Piquet invece si è migliorato parecchio, pur lamentando accensioni irregolari quando ha montato le gomme da qualifica. Turbine troppo grandi Ancora una monoposto con le scritte East alla Zakspeed: era il muletto di Palmer, mentre le altre vetture portavano le regolari scritte West. Da provare per il pilota inglese diversi alettoni con paratie laterali più piccole, mentre Rothengatter aveva la solita macchina. Il primo giorno l'olandese ha avuto problemi al cambio in mattinata, poi nella sessione cronometrata ha rotto clamorosamente il turbo sul rettilineo box. Pal- mer invece si lamentava dell'accensione nella mattinata, per cui è dovuto ricorrere a lungo alla macchina di scorta. Sabato, altri problemi per le due macchine tedesche con il tempo di risposta del turbo. Avendo a disposizione solo turbine molto grandi, Palmer e Rothengatter non si sono potuti difendere su un tracciato che sembra disegnato per i motori aspirati. Meglio la vecchia.. Dalla A9 presentata a Hockenheim alla Arrows hanno subito fatto un balzo indietro, passando alla... A8 e mezzo. E' stata mantenuta per Boutsen la nuova scocca, ma il rivoluzionario cambio e le nuove sospensioni sono state buttate da parte e rimontati il cambio tradizionale e le sospensioni vecchie. «E' difficile equilibrare le sospensioni davanti con quelle dietro», ha detto Boutsen, preferendo la vecchia sospensione. Venerdì mattina il belga ha avuto problemi di freni, mentre Danner, dopo la rottura del turbo, ha dovuto continuare con il muletto. Ancora un cambiamento al sabato: Boutsen ha chiesto ed ottenuto di guidare la vecchia A8 lasciando la nuova al collega Danner, il quale ha detto che si tratta di una vettura ancora difficile, ma che era disposto a portarla in gara per proseguirne 10 sviluppo. Il tedesco in qualifica ha comunque rotto 11 motore e proseguito con il muletto. Boutsen, dopo il cedimento dell'ammortizzatore anteriore destro, ha tentato la qualifica con un motore stanco sul quale è anche caduta la pressione. Ma con il muletto non gli è andata meglio, visto che si è fermato in pista. -IL.G.P. PROVEBRABHAM L'ascesso di Riccardo Nulla di nuovo come telai sulle Brabham: solo differenze di motore tra la macchina di Patrese e quella di Warwick, a favore naturalmente del padovano che peraltro ha avuto l'handicap, per la prima giornata di prove, di un ascesso al dente del giudizio che gli ha gonfiato il viso come un pallone. Nella mattinata Patrese è rimasto a piedi in pista per un problema di detonazione, mentre nella sessione cronometrata si lamentava di un sovrasterzo incorreggibile. Per fortuna, al sabato Patrese stava un poco meglio ed in mattinata è riuscito a lavorare a lungo provando diversi tipi di turbine. Sempre in mattinata si è trovato ai ferri corti con Mameli, e non capendosi al volo lo ha spedito nella sabbia. Nella sessione cronometrata le cose sono migliorate anche se c'erano ancora molti problemi di inserimento. Presa con le molle Nulla dì nuovo neanche sulle Ligier, telai 02 e 03 per Arnoux, mentre Alliot aveva il telaio 04. Nella mattinata del venerdì Arnoux ha avuto problemi con i freni e non è riuscito a capire per quale motivo; in qualifica è andato più piano pur con le stesse gomme. Soddisfatto invece Alliot che, con molta modestia, ammette di non essere ancora in grado di sfruttare al massimo, con le gomme da qualifica, la macchina nelle prove cronometrate. Per cercare di risollevare le sorti della squadra, Michel Tetu il sabato ha rivoluzionato gli assetti soprattutto lavorando con le molle, e la cosa ha subito funzionato anche se Arnoux, oltre ad essere stato rallentato da Tambay, ha finito col perdere uno dei deflcttori dietro le ruote anteriori. Quanto ad Alliot, ha avuto un netto miglioramento con la quasi totale sopressione del sottosterzo che si notava nelle giornate precedenti. Cocktail di gomme Anche alla Ferrari nessuna novità da segnalare. Albereto aveva a disposizione i telai 92 e 88 mentre Johansson aveva il 90. Per questo tracciato sono stati scelti alettoni biplani con grande carico e non si sono visti per la seconda volta i motori da tempo. Albereto mettendoci grande impegno ha ottenuto venerdì il nono tempo ma è stato disturbato nella seconda sessione da un sensore che non funzionava bene. Alla ricerca della soluzione di tutti i mali, alla Ferrari al sabato hanno fatto un cocktail di gomme incredibile, con il risultato di non riuscire a migliorare quanto gli altri. Soprattutto Albereto era in crisi e verso la fine della sessione, per un vistoso calo di motore, è salito sul muletto che durante il primo giro ha perso però una ruota posteriore! Meglio invece Johansson, anche se la sua macchina alla fine è rimasta sulla pista senza benzina. MINARDI Novità positive Migliorato il raffreddamento sulle due Tyrrell, anche se i tecnici pensano ormai solo alla prossima monoposto, la 016 che, grazie all'appoggio dello sponsor di computer, sarà realizzata con la tecnica Cad-Cam. Brundle ha girato il primo giorno senza grossi problemi mentre Streiff, dopo aver fatto i suoi tre giri con la macchina da ripresa alle spalle, ha provato a girare prima senza cofano posteriore, risolvendo poi tutti i suoi guai quando si è deciso a cambiare la centralina. Sabato, ulteriori prove sulla macchina di Brundle che si sono rivelate interessanti e sono state poi trasferite in quella di Streiff. Il francese comunque alla fine si lamentava di essere stato ostacolato, involontariamente, da AllioJ proprio nel suo giro migliore. Turbo più piccolo Dalla gara di Budapest tutte e tre le monoposto avevano le nuove sospensioni posteriori già provate da Fabi a Hockenheim. In più, come in altre occasioni, un turbo più piccolo per cercare di migliorare il tempo di risposta ai bassi regimi. Berger, che è stato venerdì il più veloce nei rilevamenti parziali nella parte mista del circuito, è stato subito tra i più rapidi. Ma nella sessione cronometrata è incappato in un testa-coda nel quale ha rovinato parte della scocca anteriore che, rimediata alla meglio, non ha più reso come prima. Anche Fabi è stato vittima di un testa-coda, Problemi al turbo sabato mattina per Berger. che è ricorso alla macchina di riserva. Nella sessione cronometrata, altro testa-coda per l'austriaco con il primo treno di gomme, mentre con il secondo è stato rallentato da Senna. Alla fine, solo undicesimo, affermava di detestare questa pista. Anche Fabi, che pure è migliorato, si lamentava del traffico. 28 ROMBO A casa chi rompe Decisamente al risparmio le due Osella, ormai al limite come materiale e come motori. «Sono stato chiaro con i piloti: chi rompe va a casa», ha spiegato Enzo Osella. Per cui Ghinzani, pur con una macchina simile alla più recente (quella distrutta a Brands Hatch con passo lungo ed effetto suolo) non ha fatto che qualche giro, da turista, venerdì, come il canadesino Berg, stando ben attenti a non fare errori e con la pressione al minimo. Pur girando il minimo indispensabile, Berg ha rotto il differenziale in mattinata e nelle prove cronometrate ha rotto anche il cambio. Ghinzani, da parte sua, si è difeso molto bene sino a che il motore non ha ceduto di schianto. Una prestazione comunque onorevole, la sua. La nuova non volta Tutto il lavoro alla Minardi era concentrato sulla messa a punto della nuova 186 affidata a De Cesaris. «La macchina non volta», sbuffava il romano, accusando un sottosterzo incredibile. Ma dopo l'applicazione di un baffo deportante e la sostituzione delle molle le cose sono andate meglio. Solo che, quando venerdì si è deciso di dare pressione per le qualifiche, sono cominciati i dolori. Prima De Cesaris ha rotto la turbina dì sinistra, poi Nannini, che è stato leggermente più veloce, quella di destra. De Cesaris è salito al volo sul muletto, ma una terza turbina ha ceduto. Nella mattinata di sabato problemi per Nannini, che ha rotto la pompa benzina ed è salito sul muletto. Ma poi il toscano si è rifatto nella sessione valida. De Cesaris invece ha continuato lo sviluppo della nuova macchina, ma quando è andato per qualificarsi si è trovato prima un motore che ratava poi una turbina ha ceduto. Aerodinamica fine Testacoda a go-go Niente da segnalare sul piano tecnico per le McLaren, a parte le solite ricercatezze aerodinamiche come le paratie diverse dei baffi anteriori. Rosberg in mattinata venerdì ha rotto un motore costringendo i meccanici al cambio e così in qualifica ha dovuto usare il muletto. Problemi a una wastegate per Prost al mattino, e di bilanciamento della macchina oltre che di traffico nella sessione cronometrata. Sembra che le cose andassero meglio per le McLaren nella mattinata di sabato, ma poi Prost alla ricerca del miglioramento finale ha pasticciato con la pressione delle gomme e si è dovuto accontentare del terzo posto. Ancora peggiore la situazione di Rosberg, che non riusciva a trovare l'assetto giusto e nel suo miglior giro è stato rallentato da Arnoux. Nessuna novità particolare da segnalare sulle Lotus, reduci da un paio di giornate di prove di motore al Ricard. Senna aveva a disposizione i telai 4 e 1 mentre Dumfries aveva il suo solito marcato 2. «Ho fatto più testa-coda in questi giorni che in tutta la mia carriera», commentava scherzando Senna che ce l'ha messa tutta il primo giorno per ottenere il terzo tempo in griglia. Dumfries ha avuto problemi al cambio ed è dovuto rimanere a lungo ai box. Dopo aver lavorato a lungo su molle e sospensioni, Senna al sabato si è lanciato alla caccia del giro veloce e c'è subito riuscito con il primo treno di gomme da qualifica. Poi Senna, con il secondo set, è andato in testacoda altrimenti il suo tempo sarebbe sceso ancora. PAGELLE G.R UNGHERIA MCLAREN LOLA Da quando Barnard è in odore di Ferrari, tutto va di traverso alla squadra campione del mondo. Dopo la débàcle di Hock'enheim, ancora problemi prima del via per Prost, in gara, per la centralina elettronica, e per Rosberg che ha rotto un ammortizzatore. Si attende un rilancio dalla pista di Zeltweg. Le macchine, grazie al motore Ford molto facile da guidare e con una risposta del turbo rapida e dolce, sembravano poter disputare una buona gara. In effetti Tarnbay e Jones sono sempre stati nelle posizioni dei primi, e il francese ha concluso la corsa quasi nei punti. JONES 4 Dei due, l'australiano è stato il meno efficace e tra l'altro si è dovuto ritirare presto per un cedimento dell'impianto frenante, che comincia ad essere il tallone d'Achilie di questa macchina. TAMBAY 6 La corsa il francese è riuscito a finirla, anche con un testa-coda clamoroso. E alla fine riusciva a guidare con una grande scioltezza per l'equilibrio'che era riuscito a trovare. PROST 6 Ha combattuto bene fino a quando ha avuto la macchina rimanendo in scia di Senna per 16 giri. Poi contro l'elettronica che è andata -in palla» non c'è più stato niente da fare. ROSBERG 4 In una pista che sembrava a lui congeniale, per la sua guida istintiva, il finlandese non è mai stato in grado di impressionare i primi, fino al cedimento dell'ammortizzatore posteriore. BENETTON TYRRELL • Ancora una volta la squadra inglese è riuscita a portare a fine gara le sue due macchine. Certo non potevano lottare per i primi posti, ma almeno la palma dell'affidabilità, dopo le Williams, va proprio a loro. BRUNDLE 6 Di errori non ne ha fatti ancora questa volta, e marciando del suo passo è arrivato a fine corsa anche guidando con la quarta marcia che continuava a uscire. STREIFF 6 Coraggiosa la prestazione del francese che alla fine aveva crampi alle gambe per la fatica dell'uso della frizione, E l'essere arrivato con i freni in fiamme è onorevole anche per lui. Ancora una volta in gara è stata la macchina più efficiente. Piquet l'ha condotta magistralmente, riuscendo a fine gara a dare ancora una razione di boost, che gli ha permesso di stroncare i tentativi di Senna. Anche l'altra macchina è giunta bene alla fine, dimostrando una affidabilità totale. E con la prospettiva di andare verso i circuiti veloci, è chiaro che in squadra si respiri solo euforia. PIQUET 9 Nelsìnho è stato veramente impeccabile, preciso, sicuro e anche cauto quando si è trattato di non rischiare. Oltre che furbo, nel riuscire a togliersi la pericolosa concorrenza del compagno di squadra. MANSELL 5 Ma dove è finito il trionfatore di Brands Hatch? Non sarà veramente che il malocchio Ferrari lo ha bloccato del tutto? Assetto sbagliato, macchina meno stabile, questo spiega il terzo posto: certo che con una macchina del genere ci si poteva aspettare di più. * Difficile dire come si sarebbe comportata ia sogliola su questo toboga. Anche perché una volta tanto le due macchine non sono arrivate alla fine per errori dei piloti, che Ecclestone ha palesemente rampognato prima di scappare dal circuito. PATRESE 4 L'errore lo ha fatto lui anche se la macchina, con quella risposta brusca del turbo, non era certo facile da guidare. E dopo averla messa a cavalcioni del cordolo, non è più riuscito a portarla in pista. WARWICK 4 Difficile stabilire dì chi sia la colpa nell'aggancio con Alboreto. Sta di fatto che così, anche la seconda Brabham è finita nella sabbia quando era già in zona punti. LOTUS Indubbiamente la capacità di messa a punto dì Senna è stata fondamentale per poter avere una macchina così equilibrata. Il brasiliano l'ha sfruttata al massimo, come peraltro Dumfries, che finalmente è riuscito a finire una gara in buona posizione. PUMFRIES 6 È stato a lungo nelle posizioni di rincalzo, e nonostante un paio di errori è riuscito a portare alla fine la macchina PUI su un circuito difficile e con condizioni atmosferiche dure per il caldo. SENNA re. FABI 4 Ancora una gara abbastanza incolore per il milanese che non riesce a trovare la via giusta, o una macchina affidabile per terminare la gara, Al testa-coda c'è arrivato anche per il cedimento della frizione. BERGER 4 Tutti parlano di lui come della miglior promessa della nuova generazione. Ed in effetti l'austriaco è veloce in prova, ma in gara non riesce a finire anche se questa volta non certo per colpa sua. MINARDI WILLIAMS BRABHAM Sembrava in partenza che fosse il circuito fatto apposta per queste macchine, ma in gara è stato tutto l'opposto. Berger ha lottato un poco, ma poi ha dovuto molla- 9 Precìso alla partenza, sicuro sui sorpassi, rabbioso nel rush finale: Senna ha giocato tutte le carte del suo repertorio, ed essere arrivato in quella posizione deve essere di enorme soddisfazione per lui. In prova aveva fatto sperare tutti quanti per il-bel tempo di Nannini con la macchina vecchia, mentre non ci si poteva aspettare molto dal nuovo modello, che in gara non è sfato nemmeno usato. Ma ancora una volta i motori non hanno concesso ai due coraggiosi italiani di terminare la corsa. DE CESARIS 4 Salito in extremis sul telaio vecchio, Andrea contava di fare una buona gara visto che lui in corsa rende sempre più che in prova. Ma il motore lo ha mollato troppo presto. NANNINI 5 Brillante in prova, sicuro e deciso, aveva già preso un buon passo anche in gara. Ma anche per lui vale il discorso del compagno, il motore non ce l'ha fatta. LIGIER Non è stata una buona trasferta per la squadra francese che ha perso tempo il primo giorno di prove in esperimenti sbagliati ed ha dovuto rincorrere per ritrovare l'assetto giusto. In gara Arnoux ha avuto tutti i guai del mondo, compreso un contatto con Prost, mentre almeno Allìot ha finito la corsa. ARNOUX • 5 Nervoso e poco concentrato, il francesina di Grenoble è stato al di sotto del suo standard, non riuscendo a ben figurare come ormai ci aveva abituato fino a quando il motore ha ceduto per surriscaldamento. ALLÌOT 5 Incoraggiante almeno che sia riuscito a finire la gara, pur con un problema ai freni che lo ha innervosito per tutta la durata della corsa. FERRARI Beta UTENSILI nelle mani dei meccanici di Brabham McLaren e Williams il successo dei loro piloti e....gli utensili Beta Beta UTENSILI Questa volta, al di là dei limiti del telaio, sotto accusa il motore troppo brusco e con tempi di risposta molto alti. Il guaio è che non si ìntravvedono novità, non si prevedono cose nuove per le prossime gare. Ormai bisognerà proprio solo accontentarsi dei quarti posti che Johansson riesce ad ottenere andando a ritmo molto blando. ALBORETO 5 All'inizio della corsa è stato efficace come al solito, fino a quando non è incappato nell'incidente con Warwick.. E in questo caso non è facile stabilire dove siano tutte le colpe. JOHANSSON 6 Una corsa onesta, stando attento a non sbattere e a non compromettere motore e gomme. Ma non certo una prestazione che possa consolare i tifosi italiani, che hanno fatto centinaia di km per applaudire il biondo pilota del cavallino. Osella, Arrows e Zakspeed n.c. ROMBO 29 uando il luogotenente Zebulon Pike nel 1806 ha scoperto la montagna che oggrporta il suo nome, certo non pensava che 180 anni più tardi un pilota americano avrebbe disputato la 64. edizione di una famosa gara automobilistica per tentare di conquistare un record che una francese aveva «rubato» allo Zio Sam lo scorso anno. No, gli americani non hanno mai digerito che qualcuno da fuori venisse qui e sconvolgesse le loro abitudini. Così è stato un sollievo per molti sapere che Michele Mouton non si sarebbe presentata all'appuntamento per partecipare, anche quest'anno, alla gara. I piloti dell'«0pen Wheel» si vedevano già, se non battere il famoso record, almeno rinnovare la tradizione che data 1916 e che vuole un «arnese » di questa categoria autore del miglior tempo in corsa. Ancora una volta sembrava che il guastafeste fosse l'Audi che per la sua quinta partecipazione, allineava una fiammante Sport Quattro SI attraverso la sua filiale americana. Per rimpiazzare la Mouton. i responsabili di Ingolstatd avevano deciso di far gareggiare un pilota americano, cosa che agli occhi degli autoctoni non poteva essere accolta che favorevolmente. E che pilota! A 53 anni Hobby Unser, dato che è di lui che si tratta, non ha più partecipato al Pikes Peak dal '74. ma ha un palmares eloquente, tra cui tre, ben tre. vittorie ad Indianapolis. Questa volta la sua missione era di percorrere in meno di 11'25"39 i 20.200 metri della strada sterrata costruita nel 1915 da Spencer Penrose. Oltre agli «Open Wheel» solo tre macchine parevano in grado di contrastare la superiorità della Quattro. Due sono tedesche come lei, una è giapponese. Quest'ultima non è altro che la Mazda RX7 quattro ruote motrici del neo-zelandese Rod Millen, venuto in tutta fretta dal suo paese natale dove aveva disputato la prova oceanica del campionato del mondo rally al volante di una Mazda 323 4x4 Gruppo A. Nonostante si trattasse del nuovo modello, la RX7 non sembrava sufficientemente potente per permettere al suo pilota delle speranze reali. Jochi Kleint, pilotava come lo scorso anno una Golf, ma questa volta aveva in mano un asso: due turbo. Dopo questa cura di vitamine, la Golf disponeva di 500 cavalli e tutti realmente utilizzabili. In più, a scelta del pilota, poteva decidere se avere 2 o 4 ruote motrici. Ciò era possibile perché questo motore ha la particolarità di essere composto da due insiemi di propulsori indipendenti e dotati ciascuno di un cambio. Poi c'era il finlandese Matt Alamaki che era qui per la prima volta al volante della sua abituale e sorprendente Porsche 930 4x4. La sessione di prove cronometrate che precede di 48 ore la corsa si 70 ROMBO Nuovo record al PIKES PEAK: con l'A UDÌ a 4 ruote motrici Bobby Unser batte i mostri USA il guastafeste svolge sulla prima parte del tracciato e cancella le ultime illusioni in cui si cullavano ancora Bobby Donner. John Wells. Bobby Regester. Bill Brister, Gary Lee Kanawyer. Don Adams, tutti habitues di Pikes Peak. Da più di due anni si erano resi conto che l'eccezionale rapporto peso-potenza (550 CV per circa 450 kg) dei loro motori non era sufficiente ad assicurare una netta supremazia in corsa. La poca motricità era divenuta un motivo di inquietudine e l'apparizione di imponenti alettoni prova il loro timore e il loro tentativo di sopperire a questa carenza. Ma niente è servito. Michele Mouton deteneva anche il record delle qualifiche con 5'00"32, ma quest'anno Bobby Unser ha polverizzato il record e resterà negli annali come il primo ad essere sceso sotto i cinque minuti. Il suo tempo è stato 4'53"67. Il secondo tempo è stato appannaggio di Bobby Donner III al volante della sua DD3 Special, una vera F. 1 della sabbia, che è però dietro di ben 12"29. . Jochi Kleint ha effettuato le prove con una Golf GTi di serie, e con la macchina da gara ha avuto problemi di origine elettrica che si ripercuotevano sui tempi di risposta del turbo. Otteneva il quarto posto della categoria "Open Rally". Finalmente arriva il grande giorno della corsa. Numerosi spettatori sono giunti durante la notte e si sono accampati sulle pendici del Pikes. I primi a lanciarsi nella sfida sono gli appartenenti alla categoria "Production Rally". Le cose sono regolate in fretta e la sfida è tra i due superfavoriti, Doug Shepherd che guida una Dodge Shelby Turbo e che aveva realizzato il tempo migliore in prova e John Crawford, ai volante di una vettura identica. Il primo esce di strada e lascia così via libera - e la vittoria - al secondo. Non accade proprio la stessa cosa ai partecipanti dell'«Open Wheel». 16 dei 22 partecipanti arriveranno in cima e i primi tre sono racchiusi nel medesimo secondo. E pertanto il vincitore. Bill Brister, aveva la faccia grigia. Il suo tempo, Il'41"31 non gli poteva impedire di essere superato da Unser che cosi andava tranquillamente verso l'ennesimo trionfo. Effettivamente, quando l'americano si lancia, i giochi sono già fatti. Solo un incidente meccanico sempre possibile o un eventuale cambiamento di condizioni climatiche può ancora mescolare le carte. Ma le nuvole americane sono di una educazione inaudita. Niente sorprese dunque e con un tempo di 11'09"22 papa Unser ha rimesso le cose in ordine. Rod Millen, secondo nella categoria «Open Rally», migliora la sua performance del 1985, non così per Jochi Kleint meno rapido di quando non disponeva del turbo. La causa stava nei problemi elettrici di cui i meccanici non hanno mai trovato l'origine. Con un motore non a punto non si possono affrontare efficacemente le 156 curve di questa gara. Ultima serie a concorrere, le «Stock Cai». Queste grosse e pesanti macchine americane hanno visto la vittoria di Leonard Vahsholtz la cui T-Bird 351 precede la Chevy Camaro Z28 370 di Roger Mears. Realizzano rispettivamente il decimo e l'undicesimo tempo assoluti. Un'ultima precisazione ancora sul perché tanti piloti a Pikes Peak: il montepremi. I vincitori delle categorie «Open Wheel» e «Stock Can> hanno intascato, ciascuno, la bella somma di 15475 dollari. Quanto a Bobby Unser, si è dovuto accontentare di 11125 dollari. La prossima edizione di Pikes Peak ci riserverà senza dubbio delle sorprese. In effetti, qualche costruttore potrebbe avere la bella idea di farci correre le Gr. B piuttosto che chiuderle in un museo. In ogni caso, un grosso progetto è in discussione. In seguito ad una modifica recente del regolamento, gli «Open Wheel» potranno disporre di quattro ruote motrici. a.m. Una questione di famiglia Bobby Unser (foto a destra) vince per la prima volta a Pikes Peak a 23 anni. E* il 1956 e il giovane Unser è alla sua seconda partecipazione. Da li in poi vincerà altre otto volte e registrerà due successi nella categoria delle «Stock Car» prima di ritirarsi - definitivamente credevamo - nel 1974. Prima di lui. erano stati numerosi gli Unser a dare la scalata al «Picco». E ad avere successo. !1 primo. Louis Unser, zio di Bobby. ha dato una notevole impronta alla gara vincedola numerosissime volte, addirittura 9. ! tre fratelli di Louis ci proveranno, ma otterranno minori successi. Di loro, solo Al vincerà due volte. Joe e Jerry. quest'ultimo è il padre di Bobby. falliranno nei loro tentativi. Ma Joe fu quattro volte secondo dal 1926 al '29. Quest'anno Bobby era alla sua sedicesima partecipazione e ha ottenuto la decima vittoria 30 anni Sopra, il vincitore fàbby Unser e la sua Audi Sport. Sotto l'impegno di Rod Miìien con la Mazda. A destra, niente da fare per Kanawyer, solo fet20 con il suo mostro aiata, né per Kleint, la cui Golf «integrale^ non ha mai marciato a dovere dopo aver ottenuto la prima. Nel frattempo i suoi nipoti lo avevano sostituito: Jerry jr. e Louis jr. hanno ciascuno all'attivo due vittorie nella categoria Stock Car (proprio come lo zio Bobby...) e un terzo. Al jr. ha vinto nel 1983. Quanto a suo figlio. Bobby jr. non ha ottenuto ancora alcun successo. La famiglia Unser, in questa gara «verso le nuvole» ha ottenuto ben 28 successi, di cui 22 vittorie assolute, il tutto nello spazio di 52 anni. E questo rappresenta una buona media... Ritorniamo a Bobby Unser. uno dei sei vincitori di Indianapolis. - Come spiega i molteplici successi della famiglia Unser? «Sono nulo non molto fontano da (fui e quando eravamo giovani cimavamo Pikes Peak e avevamo più voglia di correre qui che ad Indianapoiis. E poi i nostri :ìi e padri ci avevano mostralo il cammino. Sa. nell'automobilismo bi- sogna scegliere. Bisogna andare I i dove si può vincere e dove \i ;?m.v< no guadagnare dei soldi. Poi è i no sport difficile da affrontare" ie di denaro proprii a cercare di procurar £' vincendo. Pikes Peak era in a gara eli LA CLASSIFICA 1 Sobby Unser sr. (Audi Sport Quattro S1) 11'09"22 medio 107,407 kmh; 2. Brister (Wells Coyote Chevy 350) 11'«31"31; 3. Kanawyer (Weils Coyote Chevy 355) 11 r 4r'70' 4 Donner 111 (OD-3 Special Chevy 350) 1V42"18; 5. Regester (Wells Coyote Chevy 355) 1 V48"60; 6. Clark (Wells Coyote Buick 260) 11'55"34; 7. Mtllen (Mazda RX7 4WD) 12'08"83; 8. Wells (Wells Coyote Chevy 352) 12'09"8ó; 9. Kossen (Wells Coyote Chevy 355) 12'12"50; 10. Vahsholtz (Data Tei T + Bird 351) 12'15"49 ROMBO 71 Un nome di pilota italiano toma nell'albo d'oro dei vincitori riaprendo il mondiale rally per la LANCIA ti primo successo indoto Miki Biasìon e Tiziano Siviero sono andati a coglierlo in Argentina: un rally che si addice all'equipaggio italiano e che ha costituito il rilancio-Lancia nel mondiale BIASIO1S 1 TAPPA I consigli di RECALDE CORDOBA - «Mi piace molto di più questo rally che quello della Nuova Zelanda. Ho provato bene e sono fiducioso». Biasion aveva pronunciato queste parole nell'ambiente informale dello Sheraton di Buenos Aires, quasi sul finire della festa che vedeva riuniti piloti e meccanici della Lancia nell'ultima pausa deconcentrata prima che le macchine prendessero la strada. E quando alla fine della prima speciale Biasion stabiliva il miglior tempo, il fatto non meravigliava nessuno, perché sì sentiva chiaramente nell'aria che questa avrebbe potuto essere la «sua» prova. Per arrivare alla prima speciale i concorrenti avevano già affrontato un lungo trasferimento da Buenos Aires dove, una volta ancora, il passaggio davanti alla sede delFAutomovil Club Argentino aveva registrato un incredibile assembramento di spettatori, nonostante contemporaneamente si stesse disputando la partita RÌverPenarol della Coppa dei Liberatori: certo che. essendo Buenos Aires una città con tanti milioni di abitanti, c'è sempre chi arriva dappertutto... Benché la Lancia avesse fatto suoi i primi due posti nella prova di apertura, era ancor troppo presto per poter trarre quatsiasi conclusione. Comunque una «Ha era certa: cori il quarto tempo Jorgc Recalde sembrava voler dire che non era 72 ROMBO CORDOBA - Aveva ragione Maurizio Perissinot quando nelle sue note di presentazione del Rally d'Argentina sottolineava che questa avrebbe potuto essere la gara del riscatto delle possibilità Lancia in termini di Campionato mondiale, ma anche la chance perché Biasion ottenesse il suo primo successo iridato. La conclusione ha confermato le previsioni di «Icio»... C'è da dire innanzi tutto che, se la Peugeot aveva ottenuto una chiara vittoria in Nuova Zelanda, altrettanto netto è stato il trionfo conseguito dalla Lancia in Argentina. ie Curiosamente si sarebbe potuto credere, alla partenza, che il rinforzo di Stig Blomqvist avrebbe delineato una certa supremazia per la Peugeot, dato che lo svedese era l'unico dei piloti «top» a conoscere bene il rally. Puro inganno: la faccenda è andata esattamente al contrario e l'ex campione del mondo non è stato in grado di lottare per il successo, tardando ad adattarsi a una macchina apparentemente facile da guidare. Al polo opposto stava Jorge Recalde: trovandoci stranamente accanto a Cesare Fiorio durante la notte della partenza, il responsabile della squadra italiana aveva detto che tutto quel che ne veniva era ben accetto, poiché non ci si poteva aspettare che Recalde, per la prima volta al volante di una super-bomba, si portasse immediatamente ai primi posti. Puro inganno: fin dalla prima prova è accaduto che Recalde stava spalla a spalla con i più esperti Alen, Kankkunen e altri, ottenendo tempi che lo mantenevano sempre fra i primi. Spettacolare, senza dubbio, per uno che non fa parte del plateau mondiale. della «pampa» Non fosse stato per la brillante prestazione di Biasion, si potrebbe dire che Recalde è stato il pilota più in vista nel Rally d'Argentina. Ma la verità è che Biasion ha messo sotto tutti, portando a termine una gara con due fasi ben distinte: di attacco quando ne è stato il caso, di difesa dopo l'abbandono di Kankkunen. Diversi anni dopo la vittoria di «Tony» Fassina al Rally di Sanremo, ecco nuovamente il nome di un italiano nel palmares del mondiale. Più che mai Biasion aveva bisogno di questa vittoria. Primo, per imporsi pure come pilota vincente, lasciando così in disparte quegli aggettivi che normalmente si applicavano alle sue performances: ora sarà guardato in modo diverso da tutti coloro che sì fermano alle apparenze e che talvolta non hanno dato molto credito al suo valore. Imponendosi come pilota vincente, Biasion potrà beneficiare di tutti i vantaggi di questa situazione, anche in seno alla sua squadra, spezzando in qualche modo l'idea che solo i tipi alti e biondi del nord Europa sanno andar forte. Massimo Biasion e Tiziano Siviera hanno meritato pienamente gli applausi dei circa 50 mila spettatori che riempivano al completo gli spalti dello stadio di Cordoba: è stata una cornice umana ben degna ad inquadrare il loro primo trionfo mondiale, in una carriera che certamente registrerà altri successi di questa portata. La Lancia - l'abbiamo già detto - ha mostrato una netta supremazia sulla Peugeot. Rimane solo da chiedersi fino a che punto sarebbe arrivato Kankkunen che ancora una volta ha optato per la tattica difensiva nella prima tappa: vero è che pure quando si disponeva ad andare più veloce Biasion ha saputo rispondergli in forma adeguata. Stranamente il finlandese si è lamentato del fatto di essere il primo a passare sul tracciato, toccandogli il compito di pulire la strada agli altri. Si pensava che anche Biasion avrebbe potuto soffrire di questo inconveniente il secondo giorno ma l'italiano si è difeso molto bene, non dando affatto l'impressione che il fatto potesse limitare le sue performances. Tra i piloti di testa manca ancora di parlare di Alen, che ancora una volta non era soddisfatto: aveva perso molto tempo nella fase iniziale del rally e ciò gli è costato la possibilità di combattere in modo diverso per la vittoria finale. Con questo trionfo il Campionato ha avuto il suo rilancio, con la Lancia che si è avvicinata alla Peugeot, benché però la Casa francese abbia ancora una certa superiorità, dato che una vittori in Finlandia potrebbe archiviare la questione del titolo, anche perché per questa prova sembra che la Lancia dipenderà interamente da Markku Alen. Ma, come dice il proverbio, finfhé non cogli l'uva non puoi vendemmiare... Remando Petronilho ROMBO 73 LA CRONACA venuto solo per far atto di presenza, ma che alla fine si sarebbero dovuti fare i conti anche con lui per le posizioni in vetta alla classifica. L'idea si è rafforzata nelle prove seguenti, ed era curioso notare che un pilota con scarsa esperienza di Gr.B eccettuata la sua partecipazione a questa stessa prova al volante di un'Audi Quattro - ci metteva meno tempo ad adattarsi alla Delta S4 che Blomqvist alla 205 Turbo 16. Com'era prevedibile, se l'entusiasmo degli argentini è già di per sé abbastanza caloroso, è diventato quasi pazzia dopo i tempi realizzati dal pilota che quest'anno ha preso il posto di Reutemann in fatto d'attrazione popolare. Ma in seno alla Lancia non tutto filava liscio, perché Alen, in seguito a problemi al turbo, perdeva tempo rispetto agli uomini di testa, arrivando ad occupare anche il sesto posto assoluto, prima che la sua assistenza procedesse a sostituire il turbo. Da quel momento tutto è tornato a una maggiore .normalità e, anche se il finlandese non la smetteva di lamentarsi dei suoi freni, vero è che ha cominciato a recuperare, ottenendo anche i tempi migliori nelle speciali ma senza riuscire a risalire oltre il quarto posto. Per la Peugeot la speranza era data dal fatto di indovinare la prima tappa: in realtà Kankkunen sembrava poter resistere a fatica all'attacco Lancia e, come è diventato per lui abitudine, il finlandese era piuttosto prudente per passare a una cadenza superiore nella seconda tappa; Blomqvist invece tardava a trovare il ritmo giusto e Saby restava per strada nell'ultima ps della giornata con problemi di motore. La nota più evidente della prima tappa è stato senza dubbio il dominio chiaro di Massimo Biasion che non solo ha vinto diverse prove, ma nella terza ha addirittura lasciato la concorrenza a una trentina di secondi, un distacco inusuale, soprattutto nelle speciali di paetura, con i piloti lanciati all'attacco. Biasion confermava le sue parole della vigilia: oltre a prediligere questo rally, riusciva anche ad essere il pilota più veloce. In Gr.A le due Volkswagen di Eriksson e di Wittmann prendevano il comando, dopo un inizio più lento del pilota svedese che si lasciava sorprendere da alcuni piloti locali. Ma il leader del mondiale Gr.A ci ha messo poco a rimettere le cose a posto, mentre tra l'altro uno dei migliori piloti argentini, Ernesto Sotto, perdeva molto tempo e restava fuori dalla lotta per i primi posti. Il rally raggiungeva Cordoba con questa classifica: 1. Biasion (Lancia Delta S4) 133'12"12"; 2. Kankkunen (Peugeot 205 Turbo 16) a 48"; 3. Recalde (Lancia Delta S4) a l'26"; 4. Alen (Lancia Delta S4) a T42"; 5. Blomqvist (Peugeot 205 Turbo 16) a l'48"; 6. Eriksson (VW Golf GTI) a 11'43"; 7. Wittmann (VW Golf GTI) a 13'31"; 8. Stohl (Audi Coupé Quattro) a 15W; 9. Raies (Renault 18 GTX) a 15'32"; 10. Stillo (Renault 18 GTX) a 16'10". 2. TAPPA KANKKUNEN ci prova Come previsto, Kankkunen partiva all'attacco di questa seconda tappa nel tentativo, come già era accaduto in Grecia e Nuova Zelanda, di ritrovarsi in una situazione di supremazia rispetto alla Lancia. E per la Peugeot le cose sembravano andar bene: Recalde perdeva terreno in un testacoda da manuale che lo faceva ritrovare in senso inverso di marcia, costretto a far manovra, il che gli costava un minuto e finiva anche per pregiudica74 ROMBO Sorpresa piacevole del Rally d'Argentina è stato i! forte locale Jorge Recalde che, esordiente al volante della Delta S4, ha conquistato il quarto posto. In basso, le speranze Peugeot erano riposte in Kankkunen, ma il finlandese ha toccato, perso una ruota e s'è ritirato nella ps dove l'anno scorso aveva vìnto Tutto quello d'importante che è successo ps ps ps ps ps ps ps ps ps ps ps ps 1: Saby ha problemi con il tripmaster che non funziona e che pregiudica il suo andare nella nebbia 2: Alen comincia ad avere noie a! turbo; Saby fa parte della prova senza interfoni 4: Alen cambia il turbo a fine prova, dopo aver avuto altri problemi; Soto perde una ruota e resta fermo circa 10' prima di poter proseguire, prende 3' di penalizzazione al CO successivo, dopo essersi fermato all'assistenza 5: si ritira Torras (Renault 12, semiasse) 8: Saby ha problemi con la temperatura dell'acqua e si deve fermare due volte in piena ps per aggiungere acqua fornita dagli spettatori, finendo per ritirarsi con il motore incrinato; Recalde esce leggerrnente in un tornante danneggiando lo spoiler anteriore 10: Recalde va in testacoda, si ferma contromano lasciando calare il motore; nella manovra per riprendere la strada perde un minuto 11 : Biasion ha problemi con il servosterzo per una perdita d'olio; Blomqvist fa. la prova con la sola trazione anteriore essendo partito il differenziale posteriore, sostituito all'assistenza successiva 13: Soto ha problemi con la temperatura del motore, avendo rotto un tubo dell'acqua; si ritira Raies per la rottura dell'autobloccante della sua Renault 18 GTX ^_ 14: Recalde fora all'inizio e deve fermarsi a cambiare la ruota; Wittmann (Golf GTI) rompe un semiasse, perde circa 4' ed è penalizzato di 3' al CO per la fermata all'assistenza; Stillo (Renault 18 GTX) sì ritira con il cambio rotto 15: si ritira Kankkunen dopo una toccata con la parìe posteriore sinistra avendo rotto lo snodo anteriore del triangolo inferiore della sospensione 19: annullata per l'elevato numero di spettatori, pericoloso-per l'effettuazione della ps 25: Recalde fora e perde ogni speranza di recuperare su Blomqvist • WITTMANN. Per Franz Wittmann non pare le cose vadano per il meglio, dato che il suo sponsor principale, una banca austriaca non sembra disposto a continuare ad appoggiarlo. Il Rally d'Argentina, dunque, potrebbe essere la sua ultima gara dello stagione. E la VW si ridurrebbe al solo Kenneth Eriksson, il piloto che in tondo ha raccolto più risultati quest'anno. re Alen con la polvere, dato che il finlandese nel frattempo si era avvicinato. Poco dopo toccava a Biasion perdere terreno quando gli si guastava il servosterzo per una perdita d'olio, e ciò ha accresciuto un po' l'emozione, perché il distacco tra i primi due era ora davvero piccolo. Ma l'emozione non è durata a lungo: Biasion riprendeva la sua andatura precedente, mentre poco dopo Kankkunen sarebbe stato costretto al ritiro. Il rally si è deciso in questa fase e ben poco sarebbe rimasto da dire, dato che non sembrava logico attendersi una lotta fratricida fra Biasion e Alen i quali da quel momento avrebbero dovuto solo rispettare le posizioni in classifica, seguire cioè le istruzioni prontamente date da Cesare Fiorio in questo senso. Per la Peugeot quello di Kankkunen è stato il colpo di grazia, perché restava con una sola macchina in gara e Blomqvist aveva il compito di assicurarle la terza posizione, tentando di non lasciarsi sorprendere da Recalde che continuava a correre una gara spettacolare. Entrambi i piloti hanno avuto problemi nella seconda tappa: Blomqvist doveva percorrere tutta una speciale con la sola trazione posteriore dopo che si era rotto il differenziale anteriore; Recalde ha forato proprio all'inizio di una prova e non aveva altra soluzione che cambiare la ruota, ripartendo proprio nel momento in cui arrivava Blomqvist, per cui lo svedese era alquanto svantaggiato dalla polvere sollevata dalla Lancia. Favorito da tutti questi problemi ha finito per essere Alen che in tal modo poteva appunto salire al secondo posto per rimanervi fino al termine del rally. In Gr.A Eriksson ha consolidato la sua posizione di leader approfittando del fatto che Wittmann era stato ritardato da problemi di trasmissione e Stohl non disponeva di gomme adatte per la temperatura piuttosto rigida, essendo di mescola molto morbida. 1 . Biasion (Lancia Delta S4) in 4.29'11"; 2. Alen (Lancia Delta S4) a l'14"; 3. Blomqvist (Peugeot 205 Turbo 16) a 5'29"; 4. Recalde (Lancia Delta S4) a 7'45"; 5. Eriksson (VW Golf GTI) a 30'19"; 6. Stohl (Audi Coupé Quattro) a 35'30"; 7. Wittmann (VW Golf GTI) a 44'39"; 8. Celsi (Subaru RXT) a 51'52"; 9. Criticos (Opel Manta 400) a 1.0CT30"; 10. Soto (Renault 18 GTX) a 3. TAPPA Anche troppi gli spettatori! Non si può dire che la terza tappa offrisse molti motivi d'interesse: in realtà, con le posizioni chiaramente definite, con i due piloti Lancia a rispettare l'ordine preciso di non alterare le posizioni, solo la lotta fra Blomqvist e Recalde per la terza posizione poteva salvare lo spettacolo. Ciò tuttavia non ha impedito che il pubblico continuasse ad affluire in maniera davvero inusitata, tanto che la prima prova del giorno ha dovuto essere annullata per l'affollamento di spettatori in quel tratto. Recalde sembrava fruire di un piccolo vantaggio: le speciali si disputavano nella sua zona, nelle vicinanze di Mina Clavero, ed era per di più il giorno del suo 35. compleanno... L'argentino sembrava sulla buona strada e riusciva a recuperare alcuni secondi, benché tuttavia il vantaggio di Blomqvist rimanesse abbastanza consistente. Tutto ha finito per decidersi a due prove dal termine, quando Recalde ha forato e ha perso un minuto da Blomqvist. Le posizioni erano definite. Ormai non restava che affidare allo stadio di Cordoba l'apoteosi finale. f.p. BIASION esultante «Giustizia è fatta!» CORDOBA - Non era difficile immaginarlo: Massimo Biasion era proprio lo specchio della felicità, un'allegria che contagiava anche Tiziano Siviere. Finalmente era arrivata la consacrazione mondiale del giovane equipaggio italiano, qualcosa in cui speravano da tanto, «Credo che il fatto che mi da più gioia sia di essere stato al comando dall'i r.ì/io alla fine e che non ci siano dubbi sulla giustizia del nostro successo. Dopo che Kankkunen si è ritirato, ero certo che solo un problema meccanico avrebbe potuto impedire il nostro trionfo, poiché sia io sia Markku avevamo avuto istruzioni di mantenere le posizioni». Non ha mancato di destare una certa meraviglia il fatto che Miki ha lasciato i suoi avversali a 30 secondi nella terza speciale, un distacco piuttosto insolito a inizio rally. Ma perfino il pilota sembrava stupito: «Non so neppure io come sia successo. Può darsi che io abbia forzato il ritmo, fatto sta che mi è andato tutto bene e non ci sono errori nel tempo attribuitomi» Un segreto della S.4 \piesenta L'uovo di ..PIRELLI CORDOBA - Per il successo ottenuto dalla Lancia in Argentina, e soprattutto per la forma eccellente con cui ha viaggiato Biasion, ha contribuito molto un piccolo «uovo di Colombo»: in realtà la Casa italiana ha deciso per la prima volta di montare gomme Pirelli delle stesse dimensioni davanti e dietro, con l'unica differenza che i pneumatici anteriori avevano delle leggere scolpiture a mano, per offrire maggiore efficacia al sistema sterzante. Il comportamento delle Delta S4 è migliorato in modo vistoso, al punto da far pensare che con questa soluzione in Grecia e in Nuova Zelanda i risultati avrebbero, potuto essere completamente diver- si. Per l'ultima tappa Biasion ha cambiato in alcune prove la soluzione anteriore, ovvero ha montato gomme più strette davanti, e a suo parere il comportamento della macchina era totalmente diverso, per cui tutto fa credere che questo piccolo accorgimento ha costituito la chiave del successo in Argentina. 6. RALLY D'ARGENTINA $ DATA: 6-9 agosto - 8. prova del Campionato- mondiale marche e piloti rallies 4 ORGANIZZAZIONE: Autornovil Club Argentino, Avda del Libertador 1850 Buenos Aires • PERCORSO: tre tappe per un totale di 2101,63 krn con 27 ps (una annullata, 595,76 • CONDIZIONI CLIMATICHE: sereno in tutte le tappe • 1 LEADER SUCCESSIVI: Biasion ps 1; Bìasìon e Kankkunen ex aequo ps 2 Biasion da ps 3 a ps 27 * MEDIA DEL VINCITORE: 103,987 Kmh • DIRETTORE DI CORSA: Rafael Sierra • ALBO D'ORO: 1985 Salonen-Harjanne (Peugeot 205 T 16); 1984 Blomqvist-Cederberg (Audi Quattro); 1983 Mìkkola-Hertz (Audi Quattro); 1981 Fréquelin-Todt (Talbot Lotus); 1980 Ròhrl-Geistdorfer (Fiat 131) • IL PROSSIMO APPUNTAMENTO: Rally dei Mille Laghi, 5/7 settembre CLASSIFICA FINALE (150 partiti - 50 arrivati) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Biasìon-Siviero Alen-Kivirnaki Blomqvist-Berglund Recalde-Dei Buono Eriksson-Diekmann Stohl-Kaufmann Wìttmann-Feltz Celsì-Olave Soto-Christie Criticos-Thatti o 6 Quando è finita la suspense Alla radio si senti: «Andiamo su 3 ruote» CORDOBA - II calore intenso che si faceva sentire nella serata di venerdì contrastava con la stagione dell'anno che sta scorrendo ora in Argentina: sembrava molto più una sera d'estate che un giorno d'inverno, come indicava il calendario. Tanto che sul finire della 15. speciale Philippe Jarry. responsabile del settore omologazioni della Peugeot, e Jean Francois Fuachilli se ne stavano a godere le delizie dell'aria condizionata nella loro 505, indifferenti alla temperatura esterna. Ma. «noblesse oblige», quando i giornalisti presenti si avvicinavano alla macchina, i finestrini si aprivano lasciando entrare folate d'aria calda e, nello stesso tempo, permettevano di ascoltare la radio dell'assistenza della squadra francese. Si era ad un momento importante della gara, dopo che Biasion aveva perso un po' di tempo per i problemi con il servosterzo, permettendo a Kankkunen di avvicinarsi al leader. Tutto poteva ancora succedere... La tranquillità della postazione è stata completamente scolvolta da un intenso movimento all'esterno, con migliaia di persone che si infilavano nella speciale, poiché a un chilometro dalla fine-prova c'è un salto spettacolare. Tutto pareva scorrere nella massima normalità, quando improvvisamente si è sentita la voce di Kankkunen - trattato in seno alla Peugeot da «Keke» (che abbia mai a che fare con Rosberg?...) - il che faceva prevedere che qualcosa non andasse bene. «Sono fermo due chilometri e mezzo dopo l'inìzio. Ho perso una ruota. Non posso continuare». L'allarme è scattato alla Peugeot. Kankkunen era l'unico pilota che potesse sfidare la supremazia di Biasion e con un problema di tal fatta era chiaro che tutto si complicava per la squadra francese. Per incredibile ironia della sorte la Peugeot sembrava condannata a perdere il rally proprio nello stesso punto dove lo aveva vinto l'anno scorso: proprio in questa prova nell'85 Stig Blomqvist era stato costretto al ritiro con problemi di motore alla sua Sport Quattro. 1 messaggi via radio si succedevano: De Cortanze voleva sapere se l'equipaggio poteva sostituire la ruota o se era un problema di sospensione. La [ risposta di Piironen non era molto chiara. Ma si sentiva che qualcosa di i grave stava succedendo. Più tardi Piironen diceva via radio: «Continuiamo su tre ruote, non c'è altra soluzione». Classifica Mondiale Marche '86 Peugeot Lancia VWagen Audi Toyota Ford Renault Subaru Citroen Mondiale Piloti '86 Kankkunen Alen Biasion Saby Eriksson Salonen Toivonen Waldegard Ericsson Bica Torph Chatriot Mikkola Grundel Del Zoppo Blomqvist Mondiale Piloti Gr. A Eriksson Stohl Wittmann Oreille Ericsson Del Zoppo Loubet Lancia Delta S4 Lancia Delta S4 Peugeot 205 T 16 Lancia Delta S4 VW Golf GTI Audi Coupé Quattro VW Golf GTI Subaru RX T Renault 18 GTX Opel Manta 400 D | - ? 8 . &• f '! § M o < z 20 20 20 - 17 17 9 11 12 - ^ -° ° "o ° S o o "> °- <" 17 20 - 10 20 17 - 14 9 10 - 14 15 - - - - 20 - 14 - - - - - 14 - 13 - 10 - s 8 20 - 15 _ _ 6 2 4 15 20 - 8 - 12 _ _ - 6.36'26" a 24" a 4'16" a 5'07" a 45'51" a 54'09" d 1.00W a 1.12'18" a 1.15M7" a 1,26'18" • 1000 LAGHI. Anche all'appuntamento finlandese la Peugeot porterà tre macchine: per Salonen e Blomqvist per il quale si attende solo il nulla osta della i-ora. LO svedese perciò sarà costretto a volare rapidamente dalia uma alla Hnlandia, dopo aver coneluso la Hong Kong-pecnino. Aspettiamo la risposta della Lancia... - - - 13 - - - 10 „., te-_4&* W5Kl^ QKK*-\ 15 12 20 47 - 20 20 - 76 - 15 15 57 - - - - -.20 - 10 - - - 15 - 15 - - 8 - 23 - - ' - - - 10 - - ~ 20 1° —-io— T-£ 0 -" J|-^= ^ 12 - 12 - - 12 10 9 5 7 13 - 13 - - i T m §> S < E 14 121 20 105 w 65 12 41 - 20 - 14 - 14 BI B SE BS B RA A S/D A A A A/D A RCH A RA B EAK 1 VINCITORI DELLE SPECIALI 1. 2. 3. 4. 5. 6. A"*" 8 7 3 5 - 2 Recalde 8 3 7 5 1 Biasion 7 - 4 8 6 - Blomavist 2 5 8 6 2 1 — Eriksson J| Saby ^ So.0 Wittmann StoM - - - - - - - - 6 4 4 2 1 8 11 13 13 64 . pB|MC,pAL. BIT1B| _ 9 _ _ _ _ 13 _ _ 13 - 9 35 _ 13 _i3 13 chi Kankkunen Stillo Raies quanao ps 15 ps 14 ps 13 percne sospensione cambio trasmissione - 13 Torras ps 5 trasmissione esisi la qualità ! 5 3 2 6 5 Il Montecarlo «ristrutturato» (e tagliato) diventa quasi un rally diurno addio! TURIMI, Questi momenti emozionanti delle 'folli' notti del Turìnì diventano un altro capitolo dei ricordi delle corse: nel prossimo rally Montecarlo, anche la più famosa speciale non si disputerà più MONTECARLO - L'aria è proprio quella delle vacanze e la si respira ovunque, dai bistrot alle affollatissime sale da gioco del Loews. Nel Principato, come altrove, è la voglia di godersi le ferie a farla da padrona, dappertutto tranne che al numero 23 di Boulevard Albert 1. Là, isolati da spessi cristalli e confortati da un'efficace climatizzazione, dirigenti e funzionali dell'Automobil Club Monaco seguitano invece a lavorare di buona lena per riuscire a preparare entro ferragosto il pre-regolamento del prossimo Rally di Montecarlo. Un compito che questa volta si è rivelato particolarmente impegnativo. Costretti dalle norme FISA a cambiare molto, Michel Boeri ed i suoi più stretti collaboratori sono ormai decisi a cambiare moltissimo. Dovendo accorciare il chilometraggio delle prove speciali hanno trasformato il «Monte» in una gara essenzialmente diurna e dovendo rinunciare ai Gr. B più prestigiosi stanno insistendo per poter escluderli tutti, compresi quelli fino a 1600 cc che pure potrebbero allinearsi, senza possibilità di prendere punti, nelle prove del prossimo mondiale. Ma quello che li ha costretti ad innumerevoli discussioni è stato il 3 RUOTE >— . Nell'aria un certo sconforto si abbatteva sui responsabili e i meccanici dell'equipe francese: la voglia di atterrare con l'elicottero per riparare l'avaria era tanto grande quanto la coscienza delle conseguenze che una simile azione avrebbe potuto provocare, per cui logicamente l'elicottero rimaneva sempre in volo. Il tempo passava e non arrivavano notizie di Kankkunen. Biasion arrivava a fine prova e. come sempre accade in queste cose, il male di uno fa il bene dell'altro. Quando gli abbiamo detto che Kankkunen stava arrivando su tre ruote, Siviera non ha cambiato espressione e si è limitato a dire: «Dobbiamo aver fatto un tempo eccellente, perché abbiamo attaccato a fondo». Il vuoto corrispondeva al passaggio di Kankkunen che continuava ad arrancare lungo la prova e alcuni minuti dopo comparivano Recalde e Alen. Il finlandese non ha detto una sola parola: di certo aveva già intuito che, con i problemi di Kankkunen, la lotta era finita e in seno alla Lancia le posizioni sarebbero state rispettate per cui, salvo guai, Biasion avrebbe vinto in Argentina. Il tempo passava e si percepiva che solo difficilmente Kankkunen sarebbe sfuggito all'eliminazione: i concorrenti che continuavano ad arrivare informavano che la Peugeot si trascinava per la prova, perfino con qualche commento divertito, poiché diversi piloti riferivano che la macchina era a cinque chilometri dall'arrivo, un punto che, a detta di quei testimoni, sarebbe stato quello che Kankkunen avrebbe avuto maggior difficoltà a percorrere... Finalmente la Peugeot appariva nella curva che precedeva lo stop, tutta su un fianco e si capiva che la ruota posteriore sinistra era stata messa sotto la macchina, a fare da cuscino e risparmiare la meccanica nel trascinamento al suolo. L'assistenza Peugeot aspetta impazientemente Kankkunen e quando la macchina arriva e i meccanici cominciano i primi lavori, Piironen lascia chiaramente capire che l'unica via d'uscita è desistere: «Abbiamo otto minuti per non eccedere il limite di penalizzazione. La cosa migliore è che ce ne andiamo all'hotel». Per i finlandesi il rally era finito ed ora l'unica preoccupazione era di trovare un volo per rientrare a Buenos Aires e poi rientrare in Finlandia. Per la prima volta quest'anno Kankkunen si è ritirato, spegnendo li l'interesse sportivo di questo rally. f.p. 76 ROMBO dover fare assolutamente qualcosa per eliminare i passaggi nei luoghi più affollati di spettatori. La regola emanata dopo i fatti portoghesi dalla Commissione Rallies parla genericamente di evitare, insieme alle prove vicino alle grandi città, anche quelle ripetute in tempi brevi e qualcuno, a Parigi, si era premurato di citare come esempio il doppio passaggio sul Turini. Nella stesura ufficiale l'esempio fu eliminato e tuttavia il veto è rimasto. Così a Monaco si sono rassegnati a prendere la sofferta decisione di eliminare completamente la leggendaria «notte del Turini», anticipando dal classico venerdì mattina alla serata di giovedì l'arrivo della gara che inizierà con il consueto avvicinamento sabato 17 gennaio. Sul Colle più celebre <iel rallismo mondiale, quello capace di offrire sensazioni i m pareggi ahi li («passare per chilometri e chilometri fra gente che urla per te mi ha fatto capire quello che prova un calciatore quando fa un gol importante», raccontava con la consueta efficacia Sergio Creste dopo la sua cavalcata trionfale accanto ad Henri Toivonen), i protagonisti del primo appuntamento del mondiale '87 ci passeranno ancora, ma solo di giorno. E non sarà più la stessa cosa. .r. La carta BLOMQVIST CORDOBA Non ha mancato di essere piuttosto soprendente il passaggio meteorico di Stig Blomqvist nella squadra Peugeot, benché i responsabili Peugeot avessero già da prima annunciato che preferivano che Blomqvist disputasse delle gare per altre marche piuttosto che tenerlo in casa inattivo. Per Todt il primo problema - pur dopo il sì di Peter Ashcroft - è stato contattare il pilota svedese che già stava compiendo le ricognizioni della Hong Kong-Pechino. Vari messaggi telefonici facevano desiderare la risposta. Finalmente Blomqvist è entrato in contatto con Todt e l'accordo non è stato difficile. Stranamente Blomqvist non sembra entusiasmato dalla sua prossima partecipazione al rally orientale: «E' tutto diverso e le ricognizioni sono difficoltose, cosa che ci toglie un pò di voglia di partecipare al rally. Le condizioni non sono delle migliori, è difficile trovare alloggi e cibo, andiamo tutti in convoglio e se ci fermiamo per scattare qualche foto, subito compaiono dei membri dell'organizzazione per il timore che ci siamo persi. Pure così abbiamo compiuto tre e anche quattro passaggi su ciascuna prova. Il problema più grande però era senza dubbio il pranzo: grazie alla sua e- sperienza dell'anno scorso, Waldegard ha messo in guardia il clan svedese con il quale era insieme a Lars Erik Torph, per cui quando siamo partiti da Hong Kong avevamo le macchine ben rifornite di alimenti e ad ogni sosta preparavamo dei veri e propri banchetti, con Waldegard capo-cuoco. Torph era il suo aiutante, ma si capiva chiaramente che era la prima volta che esercitava tali funzioni...». Carlos autista CORDOBA Carlos Reutemann è rimasto legato alla squadra Peugeot, benché non abbia preso parte alla prova: dal volante di una 205 Turbo 16 è passato a quello di una 505, con un navigatore di lusso che rispondeva al nome di Jean Todt. Dopo l'esperienza dell'anno scorso, Reutemann ha deciso di scegliere la condizione di spettatore: «L'anno passato è stata un'esperienza molto piacevole, sono stato soddisfatto di averla provata. Ma si è trattato di un'esperienza sporadica e nulla più. Per guidare queste macchine è necessario avere molta pratica, fare tutto un campionato per raggiungere il «rodaggio» necessario per trovarsi a proprio agio al volante. Poiché penso che quest'anno avrei potuto fare poco più di quel che avevo fatto nell'85, ho optato per seguire il rally in compagnia di Jean Todt».