Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 08/03/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
08/03/2016 La Stampa - Savona
'Ndrangheta farmacie a rischio di riciclaggio
8
08/03/2016 Il Secolo XIX - Savona
«'Ndrangheta, rischio infiltrazioni tra i farmacisti »
9
08/03/2016 La Sicilia - Caltanissetta
Abusivismo, fenomeno che va combattuto
10
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Fascia C, bocciati gli emendamenti
11
07/03/2016 IlFarmacistaOnline.it 10:59
FarmacistaPiù. Intervista a Leopardi (Urifar): "L'ingresso dei grandi capitali può
essere un'occasione per il comparto"
12
07/03/2016 Lospiffero.com 12:04
Sale la febbre, lista civica in farmacia
13
07/03/2016 Lospiffero.com 12:04
Sale la febbre, lista civica in farmacia
14
07/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù. Intervista a Leopardi (Urifar): "L'ingresso dei grandi capitali può
essere un'occasione per il comparto"
15
07/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
Anche il Ministro Boschi a FarmacistaPiù
16
SANITÀ NAZIONALE
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Senza quei tre i due virus uccidono
18
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Aiuto, l'ospedale ha finito i farmaci utili
19
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
È precisa ma non c'è
21
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
BASTA UN CLICK PER REGALARE UN FARMACO
22
08/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
Notai, farmacie, assicurazioni Il governo tenta lo scacco alle lobby
23
08/03/2016 QN - Il Giorno - Nazionale
Notai, farmacie, assicurazioni Il governo tenta lo scacco alle lobby
24
08/03/2016 Il Tempo - Nazionale
In manette al Tuscolano due rapinatori seriali
25
08/03/2016 La Gazzetta dello Sport - Nazionale
Ancora Meldonium: è l'anti-ischemico che inguaia la Russia
26
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Il farmaco sabaudo
27
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Personale, tasche leggere
29
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Epatite C: l'Antitrust bacchetta l'Aifa
31
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Scadenze brevetti, i risparmi nel Ssn
33
08/03/2016 Starbene
L'OBESITÀ SI PUÒ COMBATTERE CON UN FARMACO
34
08/03/2016 Starbene
A chi bisogna segnalare gli effetti indesiderati di un farmaco?
36
08/03/2016 Il Sole 24 Ore
Kidcare cerca fondi per crescere
37
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Cuore e reni, organi da fotocopiare il miracolo dei ricambi in 3D
38
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Nella spalla ci metto una fotocopia
40
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Tempo &cervello
41
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Torna la paura dell'Aids ma la pillola per evitarlo c'è
42
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Il polmone me lo curo da solo
44
08/03/2016 ItaliaOggi
Crescono le prestazioni degli Enti bilaterali Cisal
46
08/03/2016 Avvenire - Nazionale
Gemelli, nasce centro per malattie femminili
47
08/03/2016 Il Giornale - Nazionale
I medici sul piede di guerra: «Il governo dimentica la salute»
48
08/03/2016 Il Manifesto - Nazionale
Pericolo involuzione, facciamo squadra
49
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Ospedali-azienda, dieta da 1,8 mld
51
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Cantone sente odore di mafia
53
08/03/2016 Il Sole 24 Ore Sanita
Telemedicina solo per pochi
55
VITA IN FARMACIA
08/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Al via il cantiere nella Comunale di via Matteotti
58
08/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara
Salvo grazie all'antidoto della farmacia ospedaliera
59
08/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Modena
Paziente salvato in extremis grazie a un antidoto
60
08/03/2016 QN - La Nazione - Firenze
Apre la quinta farmacia «Noi a Incisa, soltanto una»
61
08/03/2016 QN - La Nazione - Grosseto
Chi ha agito conosceva il luogo Ha approfittato di una zona «cieca» alle
videocamere
62
08/03/2016 Il Mattino - Salerno
Furti e truffe il consorzio farmaceutico licenzia tre addetti
63
08/03/2016 Corriere della Sera - Milano
Buco di 141 milioni nei conti di 5 ospedali Scatta il piano di tagli
64
08/03/2016 Corriere della Sera - Milano
la TERAPIA (neuropsichiatrica) a cavallo
66
08/03/2016 La Repubblica - Bari
Le Asl: "I medici devono dire se è urgente" Ma regna il caos
67
08/03/2016 La Repubblica - Firenze
Rugby, vaccinazione di "mischia" con i militari della Croce Rossa
69
08/03/2016 La Repubblica - Genova
La notte di San Martino cinghiali a spasso nei viali
70
08/03/2016 La Repubblica - Genova
Viale a Sanremo per presentare il "Libro bianco" della sanità
71
08/03/2016 La Repubblica - Napoli
Al Centro Salus di Napoli, la prevenzione salvavita
72
08/03/2016 La Repubblica - Napoli
Malattie renali e dialisi servono più donazioni per curare meglio
74
08/03/2016 La Repubblica - Torino
Città della salute La giunta prevede via libera a aprile (con assegno)
75
08/03/2016 Il Messaggero - Roma
Apre il centro di medicina femminile
76
08/03/2016 Il Giornale - Milano
Sanità lombarda ai raggi X Controlli su 54mila appalti
77
08/03/2016 Il Secolo XIX - Genova
Manca il traduttore cingalese, non può essere operato
78
PROFESSIONI
08/03/2016 Il Sole 24 Ore
La farmaceutica punta sulle donne
80
08/03/2016 La Repubblica - Nazionale
SE I MALATI NON SI FIDANO LA COLPA È DEI MEDICI
82
08/03/2016 ItaliaOggi
Una gara per gli ascensori Rai
83
08/03/2016 Libero - Nazionale
In pediatria la pratica clinica si fa tecnologica
84
08/03/2016 L'Unità - Nazionale
Giannini: più donne per la carriera scientifica
85
08/03/2016 QN - Il Giorno - Nazionale
Un coro per le donne: «La pensione va anticipata»
86
08/03/2016 Il Tempo - Nazionale
Farmaceutica «rosa» un modello vincente
87
PERSONAGGI
08/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
«Non ci presteremo a buffonate ma valuteremo i dati tecnici e la valenza
epidemiologica»
89
08/03/2016 Il Trentino - Nazionale
Bioenergia ora produce 8 mila tonnellate di pellet
90
07/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
Lombardia. Diabete, Regione e pazienti trovano una soluzione su gara di appalto
per dispositivi
91
IN PRIMO PIANO
9 articoli
08/03/2016
Pag. 49 Ed. Savona
diffusione:175698
tiratura:248061
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ALLARME DEL presidente ZORGNO
'Ndrangheta farmacie a rischio di riciclaggio
«C'è il rischio anche a Savona che organizzazioni criminali possano riciclare il denaro nelle farmacie».
Il monito, al limite dell'inquietante, arriva direttamente dal presidente dell'Ordine dei farmacisti di Savona,
Giovanni Zorgno. Il titolare della farmacia di piazza Diaz prende spunto da quanto accaduto a Milano, dove
un'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha portato a scoprire una farmacia nel centro
di Milano che sarebbe stata aperta investendo denaro proveniente da attività illecite gestite da clan
calabresi della 'ndrangheta.
Un modo sicuro per riciclare denaro sporco, magari piazzando figli o parenti laureati in Farmacia all'interno
delle attività commerciali. Al punto che la stessa Boccassini, pochi giorni fa, ha sottolineato stupita come
«diversi giovani appartenenti a famiglie mafiose scelgano di laurearsi in Farmacia».
«E' un rischio che anche a Savona, come in altri territori, potremmo correre - spiega Zorgno -. L'inchiesta
milanese desta molta preoccupazione, soprattutto per il futuro: con il disegno di legge sulla concorrenza
non sarà più necessario essere laureati in Farmacia e aver conseguito l'esame di Stato ma basterà che in
una società ci sia anche un singolo laureato. Se adesso possiamo controllare solo ciò che è in evidenza, e
quindi molto poco, in futuro potremo controllare molto di meno».
Zorgno non crede che già attualmente possano esserci farmacie gestite in maniera poco trasparente in
provincia di Savona. «Spero che non ce ne siano e se avessi elementi concreti per affermare il contrario
andrei in Procura a denunciare la cosa - argomenta - Ma le mani sul fuoco non posso metterle. Si tratta di
supposizioni e soprattutto di preoccupazioni rispetto a un'eventualità che in futuro potrebbe diventare più
concreta. Le farmacie rischiano quindi di essere terreno fertile per lavare soldi sporchi da parte di
associazioni criminali». [M. D. F.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
8
08/03/2016
Pag. 17 Ed. Savona
diffusione:48521
tiratura:65297
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL PRESIDENTE DELL' ORDINE RILANCIA L'ALLARME DELLA BOCCASSINI A MILANO
«'Ndrangheta, rischio infiltrazioni tra i farmacisti »
Savona immune? Zorgno laconico: non posso mettere le mani sul fuoco
M. D. F.
SAVONA. «C'è il rischio anche a Savona che organizzazioni criminali possano riciclare il denaro nelle
farmacie». Il monito, al limite dell'inquietante, arriva direttamente dal presidente dell'Ordine dei farmacisti di
Savona, Giovanni Zorgno. Il titolare della farmacia di piazza Diaz prende spunto da quanto accaduto a
Milano, dove un'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha portato a scoprire una
farmacia nel centro di Milano che sarebbe stata apera investendo denaro proveniente da attività illecite
gestite da clan calabresi della 'ndrangheta. Un modo sicuro per riciclare denaro sporco, magari piazzando
figli o parenti laureati in Farmacia all'interno delle attività commerciali. Al punto che la stessa Boccassini,
pochi giorni fa, ha sottolineato stupita come «diversi giovani appartenenti a famiglie mafiose scelgano di
laurearsi in Farmacia». «E' un rischio che anche a Savona, come in altri territori, potremmo correre - spiega
Zorgno -. L'inchiesta milanese desta molta preoccupazione, soprattutto per il futuro: con il disegno legge
sulla concorrenza non sarà più necessario essere laureati in Farmacia e aver conseguito l'esame di Stato
ma basterà che in una società ci sia anche un singolo laureato. Se adesso possiamo controllare solo ciò
che è in evidenza, e quindi molto poco, in futuro potremo controllare molto di meno». Zorgno non crede che
già attualmente possano esserci farmacie gestite in maniera poco trasparente in provincia di Savona.
«Spero che non ce ne siano e se avessi elementi concreti per affermare il contrario andrei in Procura a
denunciare la cosa - argomenta - Ma le mani sul fuoco non posso metterle. Si tratta di supposizioni e
soprattutto di preoccupazioni rispetto a un'eventualità che in futuro potrebbe diventare più concreta. Le
farmacie rischiano di essere terreno fertile per lavare soldi sporchi da parte di associazioni criminali».
Foto: Il mercato dei farmaci fa gola alle 'ndrine
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
9
08/03/2016
Pag. 31 Ed. Caltanissetta
diffusione:21368
tiratura:34008
Abusivismo, fenomeno che va combattuto
Grande partecipazione degli Infermieri all'assemblea ordinaria annuale 2016 degli iscritti al Collegio Ipasvi
di Caltanissetta. Nel corso dei lavori si è parlato anche dell'abusivismo nella categoria, fenomeno che va
combattuto. Il presidente Roberto Cammarata si ritiene soddisfatto della partecipazione attiva da parte degli
infermieri convenuti all'assemblea dove dopo le comunicazioni del presidente sui lavori effettuati nell'ultimo
anno da parte del Collegio: sottoscrizione del protocollo d'intesa con il Dasoe Regionale Palermo e il
Cefpas di Caltanissettta per i corsi di formazione per tutti gli infermieri della Sicilia. Cammarata, con in una
nota, conferma «il sostegno al collega di una Unità Operativa del S. Elia che ha subito da parte del direttore
della Unità operativa incarichi a svolgere compiti a lui non consoni per il profilo e competenze, la vicenda è
tuttora in corso e continueremo a seguirla». C'è stata poi l'approvazione da parte dell'assemblea del
protocollo d'intesa con l'Ordine provinciale dei Farmacisti di Caltanissetta e Federfarma, che dopo diversi
incontri preparatori e approvazione da parte dell'assemblea, avverrà nei prossimi giorni per il progetto "La
Farmacia dei Servizi" con disponibiltà degli infermieri in farmacia o a domicilio degli utenti, per combattere
l'abusivismo professionale e dare prestazioni prestazioni sicure e fatturate a chiunque ne abbia bisogno. Si
sono approvati anche il bilancio consuntivo dello scorso anno e quello preventivo per l'anno in corso.
Foto: ROBERTO CAMMARATA
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
10
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
GRANDE PARTECIPAZIONE ALL'ASSEMBLEA ANNUALE DEGLI INFERMIERI
08/03/2016
Pag. 7 N.9 - 8 marzo 2016
Fascia C, bocciati gli emendamenti
Giornate cruciali per le misure del Ddl Concorrenza dedicate alla farmacia: la 10 a Commissione del Senato
ha infatti passato al setaccio gli emendamenti all'articolo 48, con «esiti esiziali» per una fetta molto
consistente delle proposte correttive. Lo sottolinea il Mattinale dell'Ordine dei farmacisti di Roma secondo
cui gli emendamenti approvati sono stati infatti soltanto due: il primo consente alle società di farmacisti di
nominare il direttore della farmacia anche tra i non soci, l'altro rafforza il provvedimento Aifa sui bugiardini
modificati, prevedendo che il cittadino possa scegliere di ritirarli in formato cartaceo o analogico o mediante
l'utilizzo di metodi digitali alternativi. «Per il resto, è stata praticamente un ecatombe - scrive il Mattinale - in
particolare per le proposte correttive sulla fascia C, tutte bocciate. L'esame si è svolto secondo il metodo
stabilito fin dall'inizio dei lavori dal presidente Massimo Mucchetti , ovvero valutando l'ammissibilità degli
emendamenti e riordinandoli quindi in tre gruppi: nel primo (decisamente sparuto, come si è visto) quelli
approvati; nel secondo (invece molto "affollato") quelli accantonati, che saranno il "serbatoio" dal quale i
due relatori Luigi Marino (Ap, nella foto) e Salvatore Tomaselli (Pd) andranno probabilmente a pescare, una
volta valutata "l'aria che tira" in Commissione e operata una sintesi, per gli emendamenti che
presenteranno a loro firma; nel terzo, infine, il pattuglione delle proposte respinte per inammissibilità o altre
ragioni, dove è finito di tutto, dagli emendamenti per "sdoganare" la fascia C a quelli che proponevano di
istituire la farmacia non convenzionata, passando per quelli finalizzati ad aumentare le indennità per le
farmacie rurali (bocciati per gli oneri che avrebbero comportato sulle finanze pubbliche)».
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
11
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DDL CONCORRENZA
07/03/2016 10:59
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
Così il presidente Utifar interviene su uno dei grandi temi di attualità che verranno affrontati nella tre giorni
di lavori dedicata ai farmacisti italiani che prenderà il via il prossimo 18 marzo a Firenze. "L'ingresso dei
capitali potrà da una parte portare alla formazione di grandi catene di farmacie che fanno capo a
multinazionali, ma l'iniezione di nuove risorse potrà anche essere per molte farmacie l'occasione di uscire
dall'attuale situazione di crisi".
07 MAR - Si avvicina la nuova edizione di FarmacistaPiù. L'evento, promosso dalla Federazione degli
Ordini dei Farmacisti, si svolgerà quest'anno a Firenze, presso la Fortezza da Basso, dal 18 al 20 marzo
2016. Per fare il punto sul programma abbiamo intervistato il presidente di Utifar, Eugenio Leopardi.
Presidente Leopardi, quest'anno Utifar ha avuto un ruolo attivo nell'organizzazione di FarmacistaPiù, cosa
ha motivato questa scelta? Come Utifar siamo sempre stati molti attivi a livello di convegni ma quest'anno
abbiamo fatto una riflessione e deciso di cambiare qualcosa. Ultimamente, grazie anche alla rete e alla
velocità con cui viaggiano quotidianamente le informazioni, i farmacisti sono sempre meno propensi a
spostarsi per seguire di persona questi eventi. Da qui la decisione di fare un passo indietro e di sospendere
l'esperienza portata avanti negli anni passati con FarmaDays, per puntare, insieme alla Fondazione
Cannavò e alla Fofi, su FarmacistaPiù, un grande evento che possa attrarre l'interesse di tutti i farmacisti
italiani. Quale contributo ha portato Utifar a FarmacistaPiù? Senza dubbio un contributo culturale nella
scelta dei temi che verranno affrontati in questa tre giorni di lavori. Uno degli argomenti principali,
quest'anno, sarà l'ingresso dei grandi capitali nel settore. L'edizione 2016 di FarmacistaPiù sarà pressoché
concomitante con la conclusione dei lavori sul ddl concorrenza al Senato e, di conseguenza, non potevamo
non affrontare in maniera importante questo argomento di stringente attualità che porta con sé dei notevoli
risvolti per l'immediato futuro della professione. Teme l'ingresso dei grandi capitali nel comparto? No,
personalmente non sono mai stato contrario. Penso, anzi, che sia un'evoluzione naturale. Ciò non toglie
che il fenomeno vada attentamente gestito e monitorato. L'ingresso dei grandi capitali può essere
un'opportunità per il settore. Parleremo anche di questo a FarmacistaPiù, in un convegno organizzato nella
giornata di sabato proprio da Utifar. Tenteremo di far capire quali scenari potranno aprirsi. L'ingresso dei
capitali potrà da una parte senz'altro portare alla formazione di grandi catene di farmacie che fanno capo a
multinazionali, ma attenzione, perché l'iniezione di nuove risorse potrà anche essere per molte farmacie
l'occasione di uscire dall'attuale situazione di crisi che sta attanagliando il comparto. Quali aspettative avete
per questa tre giorni a Firenze? L'aspettativa principale è quella di vedere un largo consenso da parte dei
farmacisti. Dopo tanta fatica per redigere un programma di così alto livello, il mio interesse è che i
partecipanti tornino a casa con qualcosa in più. Giovanni Rodriquez
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FarmacistaPiù. Intervista a Leopardi (Urifar): "L'ingresso dei grandi
capitali può essere un'occasione per il comparto"
07/03/2016 12:04
Sito Web
Lospiffero.com
Sale la febbre, lista civica in farmacia
Sale la febbre da elezioni e a Piero Fassino non mancheranno pastiglie e sciroppi. In mancanza di voti, ci
penserà la lista civica coordinata dal consigliere regionale e presidente dell'Ordine dei farmacisti Mario
Giaccone a fornire un kit di sopravvivenza a candidati e attivisti della coalizione, in vista delle
amministrative torinesi. L'eletto (a Palazzo Lascaris) di Sergio Chiamparino pare infatti deciso a trasferire
un pezzo della potente corporazione professionale nella formazione che affiancherà Pd, Moderati e
Progetto Torino-Sinistra per la città (l'altra civica messa in piedi dall'assessore Gianguido Passoni).
Nell'ultima riunione svoltasi sabato mattina sono emersi i primi nomi significativi da inserire in lista: tra
questi figura Barbara Truffelli, figlia di Clara Cairola Truffelli, vedova Mellano, storica farmacista del
quartiere Vanchiglia, già esponente del Partito Liberale e in passato presidente della Circoscrizione I. In
lizza per uno scranno in Sala Rossa anche Edi Balagna, titolare della Collegiata Santa Maria di via San
Francesco d'Assisi, ma soprattutto moglie di Giulio Fornero, vero consigliore del governatore in temi di
sanità. Proprio quest'ultima dovrebbe essere la punta di diamante della lista, anche in virtù del passo
indietro compiuto in favore dello stesso Giaccone alle scorse regionali. Il vero problema è che, al di là delle
più ottimistiche previsioni, la civica centrista - soprattutto dopo gli sconquassi che hanno decimato il gruppo
di Alleanza per Torino capitanato da Pino De Michele - può puntare a conquistare un eletto, massimo due,
e a quel punto si prefigura una guerra fratricida all'interno dell'Ordine, che dopo aver mandato Giaccone a
Palazzo Lascaris e Sergio Russo a Moncalieri con la lista del sindaco Paolo Montagna, ora intende
piazzare una propria bandierina anche nell'assemblea di Palazzo Civico. Difficile a questo punto reperire
altri candidati disposti a gettarsi nell'agone politico, anche perché il sospetto diffuso è che tutta l'operazione
sia stata messa in piedi, oltre che per portare un po' d'acqua al mulino fassiniano, per ripescare l'ex
assessore provinciale Marco D'Acri, già candidato alle regionali con il Monviso e per il quale, si vocifera,
Fassino avrebbe in serbo una poltrona nella futura giunta (detto tra noi è improbabile che il sindaco abbia
ipotecato poltrone, tantomeno per il giovane rampante ex dipietrista). Tra i nomi di punta, esterni al mondo
di supposte&cachet, figurano anche l'avvocato Alfredo Caviglione, noto penalista, tra l'altro difensore di
alcuni imputati nel processo Rimborsopoli e Minotauro, con un lontano trascorso nelle giovanili del Partito
socialista. Come se non bastasse, l'ultimo cruccio per Giaccone è l'individuazione di un tesoriere e legale
rappresentante della lista, ruolo per il quale pare abbia incassato una buona serie di "No grazie".
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Primo piano
07/03/2016 12:04
Sito Web
Lospiffero.com
Sale la febbre, lista civica in farmacia
Sale la febbre da elezioni e a Piero Fassino non mancheranno pastiglie e sciroppi. In mancanza di voti, ci
penserà la lista civica coordinata dal consigliere regionale e presidente dell'Ordine dei farmacisti Mario
Giaccone a fornire un kit di sopravvivenza a candidati e attivisti della coalizione, in vista delle
amministrative torinesi. L'eletto (a Palazzo Lascaris) di Sergio Chiamparino pare infatti deciso a trasferire
un pezzo della potente corporazione professionale nella formazione che affiancherà Pd, Moderati e
Progetto Torino-Sinistra per la città (l'altra civica messa in piedi dall'assessore Gianguido Passoni).
Nell'ultima riunione svoltasi sabato mattina sono emersi i primi nomi significativi da inserire in lista: tra
questi figura Barbara Truffelli, figlia di Clara Cairola Truffelli, vedova Mellano, storica farmacista del
quartiere Vanchiglia, già esponente del Partito Liberale e in passato presidente della Circoscrizione I. In
lizza per uno scranno in Sala Rossa anche Edi Balagna, titolare della Collegiata Santa Maria di via San
Francesco d'Assisi, ma soprattutto moglie di Giulio Fornero, vero consigliore del governatore in temi di
sanità. Proprio quest'ultima dovrebbe essere la punta di diamante della lista, anche in virtù del passo
indietro compiuto in favore dello stesso Giaccone alle scorse regionali. Il vero problema è che, al di là delle
più ottimistiche previsioni, la civica centrista - soprattutto dopo gli sconquassi che hanno decimato il gruppo
di Alleanza per Torino capitanato da Pino De Michele - può puntare a conquistare un eletto, massimo due,
e a quel punto si prefigura una guerra fratricida all'interno dell'Ordine, che dopo aver mandato Giaccone a
Palazzo Lascaris e Sergio Russo a Moncalieri con la lista del sindaco Paolo Montagna, ora intende
piazzare una propria bandierina anche nell'assemblea di Palazzo Civico. Difficile a questo punto reperire
altri candidati disposti a gettarsi nell'agone politico, anche perché il sospetto diffuso è che tutta l'operazione
sia stata messa in piedi, oltre che per portare un po' d'acqua al mulino fassiniano, per ripescare l'ex
assessore provinciale Marco D'Acri, già candidato alle regionali con il Monviso e per il quale, si vocifera,
Fassino avrebbe in serbo una poltrona nella futura giunta (detto tra noi è improbabile che il sindaco abbia
ipotecato poltrone, tantomeno per il giovane rampante ex dipietrista). Tra i nomi di punta, esterni al mondo
di supposte&cachet, figura anche l'avvocato Alfredo Caviglione, noto penalista, tra l'altro difensore di alcuni
imputati nel processo Rimborsopoli e Minotauro, con un lontano trascorso nelle giovanili del Partito
socialista. Come se non bastasse, l'ultimo cruccio per Giaccone è l'individuazione di un tesoriere e legale
rappresentante della lista, ruolo per il quale pare abbia incassato una buona serie di "No grazie".
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Primo piano
07/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù. Intervista a Leopardi (Urifar): "L'ingresso dei grandi
capitali può essere un'occasione per il comparto"
Così il presidente Utifar interviene su uno dei grandi temi di attualità che verranno affrontati nella tre giorni
di lavori dedicata ai farmacisti italiani che prenderà il via il prossimo 18 marzo a Firenze. "L'ingresso dei
capitali potrà da una parte portare alla formazione di grandi catene di farmacie che fanno capo a
multinazionali, ma l'iniezione di nuove risorse potrà anche essere per molte farmacie l'occasione di uscire
dall'attuale situazione di crisi".
07 MAR - Si avvicina la nuova edizione di FarmacistaPiù. L'evento, promosso dalla Federazione degli
Ordini dei Farmacisti, si svolgerà quest'anno a Firenze, presso la Fortezza da Basso, dal 18 al 20 marzo
2016. Per fare il punto sul programma abbiamo intervistato il presidente di Utifar, Eugenio Leopardi.
Presidente Leopardi, quest'anno Utifar ha avuto un ruolo attivo nell'organizzazione di FarmacistaPiù, cosa
ha motivato questa scelta? Come Utifar siamo sempre stati molti attivi a livello di convegni ma quest'anno
abbiamo fatto una riflessione e deciso di cambiare qualcosa. Ultimamente, grazie anche alla rete e alla
velocità con cui viaggiano quotidianamente le informazioni, i farmacisti sono sempre meno propensi a
spostarsi per seguire di persona questi eventi. Da qui la decisione di fare un passo indietro e di sospendere
l'esperienza portata avanti negli anni passati con FarmaDays, per puntare, insieme alla Fondazione
Cannavò e alla Fofi, su FarmacistaPiù, un grande evento che possa attrarre l'interesse di tutti i farmacisti
italiani.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Lavoro e Professioni
07/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
Anche il Ministro Boschi a FarmacistaPiù
07 MAR - Il Ministro per le Riforme istituzionali Maria Elena Boschi prenderà parte a FarmacistaPiù durante
l'evento di sabato mattina (19 marzo) dedicato al Ddl concorrenza. Il convegno offrirà l'opportunità per
avere le ultime sugli sviluppi parlamentari relativi al testo e all'evento fiorentino, anche alla luce della
presenza del ministro Boschi, non sono da escludere anticipazioni importanti per la professione. Lo stesso
Andrea Mandelli, presidente dell'Ordine dei farmacisti italiani, ha sottolineato l'importanza del dibattito
dedicato al tema "avremo la possibilità di fornire notizie fresche e di presentare la versione del testo che
affronterà l'aula, visto che nei giorni di FarmacistaPiù sarà stato licenziato dalla Commissione industria al
Senato" ha detto il presidente Fofi. 07 marzo 2016 © Riproduzione riservata
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Lavoro e Professioni
SANITÀ NAZIONALE
27 articoli
08/03/2016
Pag. 43
diffusione:262053
tiratura:371646
Senza quei tre i due virus uccidono
CIRCA il 25 per cento di chi ha l'Aids ha anche l'infezione da Hcv, il virus dell'epatite C. Una doppia
infezione che aumenta le complicanze e aggrava la prognosi, funzionando da detonatore per altre
patologie. In Italia si stima siano circa 25.000, con 400 nuovi casi all'anno. L'epatite C infatti - spiega
Giuliano Rizzardini, direttore Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano - è una malattia sistemica e il
virus Hcv, nel 75 per cento dei casi, provoca effetti anche fuori dal fegato, che pure resta l'organo più
colpito. «I pazienti con Hiv, che si infettano con il virus dell'epatite C, sono una popolazione in cui la
malattia corre più velocemente - precisa Rizzardini - ed è per questo che vanno trattati tutti precocemente,
quando il danno epatico non è grave. Oggi invece la coinfezione non è considerata in sé una condizione di
rischio maggiore, e quindi non tutti i pazienti Hiv - ma solo i più gravi - possono accedere al trattamento con
le attuali "regole di ingaggio"». Uno studio sui coinfetti, probabilmente uno dei più grandi al mondo, è stato
condotto da Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) in 25 centri italiani su 213 pazienti con
fibrosi non grave (livello 2, in una scala da 0 a 4). Malati che, secondo i protocolli Aifa per la prescrizione
dei farmaci, sarebbero stati esclusi per il danno lieve. «In questi malati è invece fondamentale - precisa
Massimo Andreoni, direttore Malattie Infettive a Tor Vergata, Roma - eliminare subito l'infezione da Hcv.
Nello studio compassionevole real life, sponsor Abbvie, abbiamo trattato con la terapia antivirale 3D
(ombitasvir/ paritaprevir e dasabuvir) 213 persone, con una risposta completa del 97 per cento. La terapia
tripla si è dimostrata la più efficace, perché agisce in diversi punti di replicazione del virus e previene
eventuali mutazioni. E 97% - percentuale sovrapponibile anche al trattamento dei pazienti con la sola
epatite C - in medicina è un sogno». Unico problema, il costo.
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IL COCKTAIL
08/03/2016
Pag. 47
diffusione:262053
tiratura:371646
Aiuto, l'ospedale ha finito i farmaci utili
DANIELA MINERVA
QUARANTUNO mila nuovi casi di tumore al polmone nel solo 2015. Che vanno a sommarsi ai tantissimi
già diagnosticati. E un farmaco; capostipite di una famiglia cui se ne aggiungeranno altri ugualmente potenti
e ugualmente costosi. Il prezzo pagato in Germania è di 7.500 euro al mese, con terapie che durano anche
un anno. In Italia il costo andrà in Gazzetta Ufficiale a giorni, ma non si discosterà di molto da quello
tedesco. E poi, non è solo il nivolumab a sbancare le Asl: la spesa per i farmaci oncologici arriva a circa 4
miliardi di euro l'anno. Così tanti che i soldi messi a budget finiscono ben prima di Natale col risultato,
confermano gli oncologi, che a partire da un certo mese in poi le medicine più innovative si centellinano.
Sono quindi gli stessi oncologi medici oggi a fare una proposta: istituire un Fondo speciale per i nuovi
farmaci contro i tumori andando a prendere i soldi nella causa principale del cancro del polmone, il fumo.
La loro associazione (Aiom) chiede di destinare a questo un centesimo a sigaretta. E sarebbero molti soldi
se si calcola che oggi arrivano dalle accise sul tabacco, destinate a diverse e non sempre indispensabili
funzioni, ben 11 miliardi di euro. Una piccolissima parte basterebbe a dare respiro alle casse degli ospedali:
nel nostro paese si vendono circa 140 milioni di sigarette al giorno. Non solo, usare i soldi del fumo per
curare il cancro, magari scrivendolo sul pacchetto, sarebbe un altro escamotage cognitivo per legare le due
cose, con un effetto disincentivante. Insomma, questo Fondo speciale sembra un buon modo per tappare
un buco e dar fiato alle Asl, per ora però. Già, perché un Fondo speciale è già stato istituito l'anno scorso
per i superfarmaci contro l'epatite C. L'anno prossimo, si prevede, arriveranno medicine efficaci contro
l'Alzheimer: costeranno tantissimo e allora cosa faremo, un altro Fondo speciale? Il fatto è che il budget per
coprire i costi delle medicine degli ospedali è troppo basso. Per capire cosa sta succedendo bisogna fare
un passo indietro. Qualche anno fa per evitare che col loro marketing aggressivo le aziende convincessero
i dottori a spendere e spandere, l'Aifa mise fine al rimborso a pié di lista e, basandosi sul bisogno reale,
istituì la bestia nera delle industrie: il tetto. Ovvero, la spesa farmaceutica non doveva superare una data
percentuale della spesa sanitaria totale. In seguito si passò però, per dar retta alle industrie, a dividere i
tetti, uno per la spesa degli ospedali e uno per quella convenzionata (in farmacia). Oggi i tetti sono
rispettivamente al 3,5 e all'11,35 per cento. Ma il fatto è che la spesa in farmacia è più o meno sotto
controllo mentre quella degli ospedali sfonda oltre il 5. Inevitabile mettere più soldi nel settore? No. Perché
in farmacia c'è ancora molto risparmio possibile. Altrimenti non saremmo il fanalino di coda nel consumo
dei farmaci generici in Europa e non avremmo i prezzi dei generici più alti d'Europa. E allora perché non
fare un tetto unico? Gli economisti sanitari hanno fatto i conti e scoperto che si potrebbe senza traumi
portare il tetto della convenzionata all'8 e aumentare quello degli ospedali fino al 5,5. Totale, sempre 13,5.
Per rendere strutturale la possibilità di curare i malati con farmaci innovativi e non aver bisogno di Fondi
speciali. Semplice. Ma non si può fare perché le aziende non lo accetterebbero. A ben guardare, però, a
rifiutare l'idea sono le aziende che vendono prodotti non innovativi, magari utilissimi. Sulle barricate contro
ci sono soprattutto le italiane, ma anche le Big Pharma che ancora contano sui vecchi best seller. È
sufficiente a lasciare i malati senza farmaci? In questa fase si fa ricorso ai Fondi speciali e tutti i pazienti li
salutano con gioia. Ma forse Aifa e ministero della Salute dovrebbero pensare a come cambiare le regole,
per premiare chi innova sul serio e riuscire a curare tutti, come da Costituzione. LA SPESA
FARMACEUTICA 14.000 12.000 8.000 16.000 MILIONI DI EURO. IN ITALIA 19852015 10.000 6.000 4.000
2.000 0 '85 '90 '95 '00 '05 '10 '15 I FUMATORI DEGLI ITALIANI COSTO DEI NUOVI FARMACI
ONCOLOGICI NEL 2013 MILIARDI 3.524 NEL 2015 MILIARDI 3.899 +9,6% 21% GUADAGNO DALLE
ACCISE SUL TABACCO LO STATO RICAVA 11 MILIARDI MILIONI DI UOMINI MILIONI DI DONNE 6,3
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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L'emergenza. Un fondo speciale per i nuovi anticancro ricavato dalle accise sul fumo. È la buona idea degli
oncologi. Ma non risolve. Eppure il sistema c'è. Eccolo
08/03/2016
Pag. 47
diffusione:262053
tiratura:371646
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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4,6 INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI DONNE 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990
1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 140 120 100 80 60 40 20 0 140 120
100 80 60 40 20 0 INCIDENZA MORTALITÀ Casi stimati di tumore al polmone per 100mila donne all'anno
70 ANNI 5069 ANNI 049 ANNI 50-69 ANNI Incidenza cresce di circa +2% all'anno 70 ANNI L'aumento dei
casi si deve a oltre 20 anni di esposizione al fumo 0-49 ANNI Casi meno vincolati con il fumo www.nibit.org
www.cancer.gov PER SAPERNE DI PIÙ
08/03/2016
Pag. 45
diffusione:262053
tiratura:371646
È precisa ma non c'è
L'ha tenuta a battesimo il presidente Barack Obama nel suo discorso sullo Stato dell'Unione, alla fine del
2015. E lo ha fatto lanciando quella che lui ha chiamato la Precision Medicine Initiative, corredandola dei
milioni di dollari necessari a fare una rivoluzione nelle cure. Che però era annunciata da tempo. Di
"medicina di precisione" ne parlano, infatti, tutti da anni, in particolare per quello che riguarda l'oncologia.
Grazie ai farmaci diretti a specifiche mutazioni genetiche, talvolta, molto efficaci. A oggi, però, a parte una
manciata di medicine, la Precision Medicine non esiste nei fatti e ci sono enormi difficoltà a garantirne
l'accesso di tutti i malati. Per questo, iI 7 marzo alla Statale di Milano ha preso il via un percorso europeo
che approderà a linee guida condivise per l'accesso, con un incontro internazionale cui hanno partecipato,
tra gli altri, il rettore Gianluca Viago, il presidente dell'Aifa Mario Melazzini e David Byrne e Denis Horgan di
European Alliance for Personalised Medicine. Nella convinzione che la nuova medicina non è fatta solo di
alcune sostanze anticancro, ma ha al suo cuore una visione clinica che mette al centro dell'indagine
medica e delle terapie il paziente, il suo profilo biologico, il suo stile di vita e tutto quello che permette di
disegnare un'assistenza a misura di singolo.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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LA DATA
08/03/2016
Pag. 47
diffusione:262053
tiratura:371646
BASTA UN CLICK PER REGALARE UN FARMACO
LETIZIA GABAGLIO
IN ITALIA ci sono almeno 4 milioni di persone per cui curarsi è un lusso e comprarsi un medicinale può
voler dire rinunciare a un pasto. Sono gli italiani che l'Istat ha fotografato come sotto la soglia di povertà.
Per loro il Banco Farmaceutico, fondazione senza scopo di lucro, organizza, dal 2000, il secondo sabato di
febbraio, la Giornata di Raccolta del Farmaco, in farmacia. Per chi non abbia fatto in tempo e non voglia
limitarsi a contribuire una sola volta l'anno, l'associazione mette ora a disposizione un'app con cui poter
comprare i farmaci da donare a diverse campagne di solidarietà. L'applicazione si scarica gratuitamente e
gira su tutti i sistemi operativi, su smartphone e tablet. DoLine, così si chiama, realizzata grazie al
contributo di Fondazione Telecom, aiuta il Banco Farmaceutico a rispondere alle richieste di enti caritativi e
alle emergenze sanitarie nazionali e internazionali. La prima schermata del programma, infatti, propone le
campagne a cui si può aderire. Al momento, oltre a partecipare all'estensione della Giornata di Raccolta del
Farmaco, si può scegliere di sostenere il progetto "Profughi e noi. Tutti sulla stessa strada", realizzato da
Asvi, associazione volontari per il servizio internazionale, che distribuisce farmaci ai profughi che arrivano
in Italia fuggendo da guerre, persecuzioni e catastrofi naturali. In pochi passaggi l'app permette di scegliere
cosa si vuole acquistare (si sceglie la categoria, il Banco poi seleziona il farmaco adatto e l'ente a cui
indirizzarlo). Una volta riempito il proprio carrello si accede al sistema di pagamento online e con pochi click
si compie una buona azione. [email protected]
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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R SALUTE/ LETTERE& RUBRICHE Il medico risponde L'APP CHE CURA
08/03/2016
Pag. 10
diffusione:106545
tiratura:136843
Alessia Gozzi ROMA ASSICURAZIONI, notai, taxi, energia e farmacie. Le lobby, non paghe della serie di
retromarce già incassate con il passaggio alla Camera della legge sulla concorrenza, stanno tentando un
nuovo blitz al Senato. Un'odissea quella del provvedimento, approvato dal governo quasi un anno fa, il 20
febbraio del 2015, e licenziato dalla Camera il 7 ottobre scorso. Il governo questa volta è determinato a
mettere un argine. In campo, oltre al Ministero dello Sviluppo, è sceso direttamente Palazzo Chigi affidando
il dossier al sottosegretario Tommaso Nannicini. I nodi dovrebbero essere sciolti questa mattina, in una
riunione del governo con i relatori del testo in Commissione Industria al Senato, Luigi Marino (Ap) e
Salvatore Tomaselli (Pd). PARTIAMO dalle Rc auto: il ddl uscito dalla Camera introduce la 'tariffa Italia'
(emendamento del deputato Pd Leonardo Impegno), che uniforma i costi a livello nazionale grazie a uno
sconto per gli automobilisti virtuosi che vivono in regioni dove l'assicurazione è più salata (perché a
maggior rischio di truffe o incidentalità). La riduzione dei premi per chi non ha fatto incidenti negli ultimi
cinque anni e ha installato la scatola nera è osteggiata dalle assicurazioni che minacciano di essere
costrette ad alzare i premi su tutti gli altri. La norma ha riscontrato differenti sensibilità anche nel Pd e,
probabilmente, verrà riscritta ma, assicura il governo, «senza minarne la ratio». Gli sconti potrebbero
essere decisi direttamente dalle assicurazioni e l'Ivass si occuperà di verificare la trasparenza delle offerte
e l'effettiva applicazione. L'obiettivo è non cadere in infrazioni Ue sulla concorrenza «togliendo al mercato il
compito di fare i prezzi». Sul fronte degli Ncc (noleggio con conducente), sono in campo due modifiche che
non piacciono affatto ai taxisti: l'eliminazione dell'obbligo, vecchio di 25 anni, di tornare in garage nel
Comune nel quale hanno ottenuto la licenza prima di caricare un altro cliente e l'ampliamento delle licenze
(da comunali a regionali). Il punto di caduta della mediazione potrebbe essere il via libera solo
all'ampliamento territoriale. L'altro piatto forte è quello delle farmacie: la liberalizzazione dei farmaci di
fascia C nei supermercati difficilmente rientrerà dalla finestra, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si è
opposta strenuamente. Ma non dovrebbe passare nemmeno il pressing dei farmacisti che vorrebbero
imporre una percentuale di iscritti professionisti all'albo nel capitale delle farmacie che si costituiscono in
società. Infine, per quanto riguarda energia e gas, i senatori stanno discutendo di anticipare la fine del
mercato tutelato, che il testo fissa al 1° gennaio 2018. Sulla legge, rimasta ferma per dare precedenza alle
unioni civili - fanno notare dalla Commissione - pesa anche «un dibattito condizionato dalle imminenti
elezioni amministrative». Oggi si dovrebbe sapere chi vince e chi perde in un bilancino divenuto via via più
leggero.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
23
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Notai, farmacie , assicurazioni Il governo tenta lo scacco alle lobby
08/03/2016
Pag. 10
diffusione:49633
tiratura:73858
Alessia Gozzi ROMA ASSICURAZIONI, notai, taxi, energia e farmacie. Le lobby, non paghe della serie di
retromarce già incassate con il passaggio alla Camera della legge sulla concorrenza, stanno tentando un
nuovo blitz al Senato. Un'odissea quella del provvedimento, approvato dal governo quasi un anno fa, il 20
febbraio del 2015, e licenziato dalla Camera il 7 ottobre scorso. Il governo questa volta è determinato a
mettere un argine. In campo, oltre al Ministero dello Sviluppo, è sceso direttamente Palazzo Chigi affidando
il dossier al sottosegretario Tommaso Nannicini. I nodi dovrebbero essere sciolti questa mattina, in una
riunione del governo con i relatori del testo in Commissione Industria al Senato, Luigi Marino (Ap) e
Salvatore Tomaselli (Pd). PARTIAMO dalle Rc auto: il ddl uscito dalla Camera introduce la 'tariffa Italia'
(emendamento del deputato Pd Leonardo Impegno), che uniforma i costi a livello nazionale grazie a uno
sconto per gli automobilisti virtuosi che vivono in regioni dove l'assicurazione è più salata (perché a
maggior rischio di truffe o incidentalità). La riduzione dei premi per chi non ha fatto incidenti negli ultimi
cinque anni e ha installato la scatola nera è osteggiata dalle assicurazioni che minacciano di essere
costrette ad alzare i premi su tutti gli altri. La norma ha riscontrato differenti sensibilità anche nel Pd e,
probabilmente, verrà riscritta ma, assicura il governo, «senza minarne la ratio». Gli sconti potrebbero
essere decisi direttamente dalle assicurazioni e l'Ivass si occuperà di verificare la trasparenza delle offerte
e l'effettiva applicazione. L'obiettivo è non cadere in infrazioni Ue sulla concorrenza «togliendo al mercato il
compito di fare i prezzi». Sul fronte degli Ncc (noleggio con conducente), sono in campo due modifiche che
non piacciono affatto ai taxisti: l'eliminazione dell'obbligo, vecchio di 25 anni, di tornare in garage nel
Comune nel quale hanno ottenuto la licenza prima di caricare un altro cliente e l'ampliamento delle licenze
(da comunali a regionali). Il punto di caduta della mediazione potrebbe essere il via libera solo
all'ampliamento territoriale. L'altro piatto forte è quello delle farmacie: la liberalizzazione dei farmaci di
fascia C nei supermercati difficilmente rientrerà dalla finestra, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si è
opposta strenuamente. Ma non dovrebbe passare nemmeno il pressing dei farmacisti che vorrebbero
imporre una percentuale di iscritti professionisti all'albo nel capitale delle farmacie che si costituiscono in
società. Infine, per quanto riguarda energia e gas, i senatori stanno discutendo di anticipare la fine del
mercato tutelato, che il testo fissa al 1° gennaio 2018. Sulla legge, rimasta ferma per dare precedenza alle
unioni civili - fanno notare dalla Commissione - pesa anche «un dibattito condizionato dalle imminenti
elezioni amministrative». Oggi si dovrebbe sapere chi vince e chi perde in un bilancino divenuto via via più
leggero.
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24
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Notai, farmacie , assicurazioni Il governo tenta lo scacco alle lobby
08/03/2016
Pag. 15
diffusione:17058
tiratura:32889
Due uomini romani, P.C. 61enne e P.F. 52enne, sono risultati gli autori di rapine a mano armata ai danni di
alcune farmacie della zona Tuscolano, avvenute negli ultimi due anni. Gli agenti della Polizia di Stato del
commissariato Tuscolano hanno notificato ad entrambi il provvedimento di misura cautelare in carcere. Il
primo, è stato rintracciando a Ponte di Nona, mentre il secondo era già detenuto dal mese di novembre
scorso, per aver commesso l'ennesima rapina. L'attività di indagine ha avuto inizio nel mese di aprile 2014
quando P.F., unitamente ad altro complice, dopo aver rapinato una farmacia nel quartiere Tuscolano, era
riuscito a fuggire e a far perdere le proprie tracce. Nella circostanza, era stata recuperata la somma di
denaro rapinata e l'arma utilizzata. È accaduto però che, durante questo lasso di tempo, il rapinatore
«fuggitivo», unitamente al complice, mettesse a punto altre rapine ai danni di farmacie, sempre nella stessa
zona. La squadra investigativa del commissariato, dagli elementi acquisiti, è riuscita ad identificare l'uomo,
e nel mese di novembre del 2015 ad arrestarlo, concludendo positivamente le indagini la scorsa settimana
con l'arresto del secondo rapinatore.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
25
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In manette al Tuscolano due rapinatori seriali
08/03/2016
Pag. 27
diffusione:163623
tiratura:244629
Ancora Meldonium: è l'anti-ischemico che inguaia la Russia
Biathlon, ciclismo e atletica: quanti positivi tra gli sportivi dell'ex Unione Sovietica. Ultima: la pattinatrice
Bobrova
ANDREA BUONGIOVANNI
E così ora sono (almeno) sette le positività al Meldonium in cinque diverse discipline negli ultimi due mesi. Il
farmaco entrato nella lista Wada il 1° gennaio «è la nuova frontiera del doping», come titolava giovedì la
Gazzetta dello Sport. Detto anche Mildronate, è un medicinale dal costo modestissimo, in commercio dagli
anni Ottanta, in molti Paesi (soprattutto dell'ex blocco sovietico, non in Italia o negli Stati Uniti) acquistabile
in farmacia, prodotto in esclusiva da un'azienda lettone, la Grindex. A livello terapeutico è utilizzato contro
le cefalee e come anti-ischemico, ma altera il metabolismo, abbassa i valori di emoglobina, migliorando la
fluidità del sangue e agendo quindi quale eventuale «coprente» dell'Epo. Gli effetti sugli sportivi si stanno
ancora studiando compiutamente: ma dopo che in Russia molte analisi ne avevano evidenziato l'uso
frequente, test al laboratorio di Colonia hanno portato all'inserimento del prodotto nella lista di quelli vietati.
Si era partiti dal biathlon e da due ucraini. Prima (il 10 gennaio), nella tappa di Coppa del Mondo di
Rupholding, Olga Abramova. Poi Artem Tyshchenko, bronzo ai Mondiali juniores 2012. Quindi il ciclismo,
col 33enne russo Eduard Vorganov, passista della Katusha, pescato il 14 gennaio in un controllo a
sorpresa. Si era passati all'atletica: con la 25enne etiope naturalizzata svedese Abeba Aregawi, iridata dei
1500 nel 2013 e il 27enne connazionale Endeshaw Negesse, maratoneta da 2h04'42". Altri casi di corridori
etiopi sono in attesa di ufficialità.
GHIACCIO Fino a ieri. Fino alla «bomba» Sharapova e al tennis. Preceduta di poche ore da un'altra russa
di una disciplina «insospettabile», perché nulla ha a che fare con sforzi di resistenza: il pattinaggio di figura
su ghiaccio. La «vittima», qui, è la 25enne russa Ekaterina Bobrova. La quale, con Dmitri Soloviev, forma
una delle coppie leader della danza mondiale delle ultime sei-sette stagioni, rivale anche di Anna
Cappellini-Luca Lanotte. All'attivo un bronzo iridato, un oro, due argenti e un bronzo europeo e il titolo
olimpico a squadre di Sochi 2014. La positività risale agli Europei di Bratislava di fine gennaio, coi due terzi
dietro gli azzurri. Nel sangue dell'allieva del guru Alexander Zhulin (pare in dosi elevate) tracce della
sostanza da poco proibita. Le controanalisi non verranno chieste: Bobrova-Soloviev, già rimpiazzati da
Stepanova-Bukin, salteranno i Mondiali di Boston di fine mese. E chissà quant'altro.
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che cos'è
È entrato nella lista Wada il 1° gennaio, costa poco e si produce in Lettonia
Migliora la fluidità del sangue, si stanno ancora studiando tutti gli effetti
Foto:
La pattinatrice Ekaterina BobrovaAfp
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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il medicinale
08/03/2016
Pag. 1 N.9 - 8 marzo 2016
Loredano Giorni *
Non c'è solo il rischio di inappropriatezza nelle prestazioni ambulatoriali, ma anche tra le ricette dei medici
per la somministrazione dei farmaci si nascondono spesso insidie su cui riflettere, soprattutto a garanzia
della salute dei pazienti. L'Anac ha messo in stretta correlazione i pericoli legati all'attività di prescrizione
con quelli della prevenzione della corruzione. In proposito l'Autority guidata da Cantone ha dedicato un
intero capitolo per approfondire gli aspetti legati al rischio di corruzione in ambito sanitario soffermandosi su
quelli relativi ai processi di prescrizione e acquisizione dei farmaci. Il Piemonte, in linea con il percorso
tracciato dall'Anac, ha inviato in queste settimane a tutti i Direttori generali delle Aziende sanitarie locali e
delle Aziende sanitarie ospedaliere, una serie di elaborazioni su specifici gruppi di farmaci come inibitori di
pompa acida, antagonisti dell'angiotensina II, sostanze modificatrici dei lipidi, antibiotici, antidepressivi,
farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie, medicinali biosimilari. GIORNI A PAG. 10--11 Non c'è
solo il rischio di inappropriatezza nelle prestazioni ambulatoriali, ma anche tra le ricette dei medici per la
somministrazione dei farmaci si nascondono spesso insidie su cui riflettere, soprattutto a garanzia della
salute dei pazienti. L'Anac nella Determinazione n. 12/2015 ha messo in stretta correlazione i pericoli legati
all'attività di prescrizione con quelli della prevenzione della corruzione. In proposito l'Autority guidata da
Cantone ha dedicato un intero capitolo per approfondire gli aspetti legati al rischio di corruzione in ambito
sanitario soffermandosi su quelli relativi ai processi di prescrizione e acquisizione dei farmaci. Rispetto
quest'ultimi fenomeni viene consigliata «una sistematica e puntuale implementazione di reportistica utile a
individuare tempestivamente eventuali anomalie prescrittive anche con riferimento all'associazione farmaco
-prescrizione e farmaco-paziente». La Direzione farmaci e dispositivi della Regione Piemonte, in linea con il
percorso tracciato dall'Anac, ha inviato in queste settimane a tutti i Direttori generali (Dg) delle Aziende
sanitarie locali (Asl) e delle Aziende sanitarie ospedaliere (Aso), una serie di elaborazioni su specifici gruppi
di farmaci quali gli inibitori di pompa acida, antagonisti dell'angiotensina II, sostanze modificatrici dei lipidi,
antibiotici, antidepressivi, farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie, medicinali biosimilari. In
termini economici le sopracitate categorie, su base annua, rappresentano una spesa di oltre 400 milioni di
euro. I Dg, sulla base delle considerazioni esposte nelle note che hanno accompagnato le elaborazioni,
sono chiamati a mettere in atto le iniziative ritenute necessarie per il governo delle prescrizioni oggetto della
rivelazione e a trasmettere, trimestralmente, alla Direzione regionale, una dettagliata relazione contenente
le azioni messe in atto. Per ogni gruppo sono state evidenziate le variazioni in termini di spesa pro capite
per popolazione pesata, il costo medio per confezione, l'incidenza di farmaci patent e offpatent - fra le
singole aziende e fra i singoli medici prescrittori - nonchè i possibili risparmi ottenibili prendendo a
riferimento le migliori performance in termini di costo delle prestazioni erogate. Anche per il Piemonte,
sebbene sia doveroso ribadire che da anni la farmaceutica territoriale rientra sia in termini economici che di
Ddd erogate entro i parametri medi nazionali, la composizione delle prescrizioni e la relativa spesa
presenta una significativa variabilità sia tra le varie aziende che da medico a medico. A titolo di esempio
possiamo citare il caso degli inibitori di pompa acida. Nel periodo luglio 2014-giugno 2015 la spesa lorda in
Regione Piemonte è stata pari a 66,7 milioni di euro, con una spesa pro capite per popolazione pesata che
varia da un minimo di 10,66 euro a un massimo di 18,54 euro. Non solo, a livello delle singole aziende, in
modo sistematico, alcuni medici superano abbondantemente il 100 % della spesa media della propria Asl di
appartenenza e, se detta comparazione venisse effettuata prendendo a riferimento l'Asl con la spesa pro
capite più bassa, gli scostamenti sarebbero di oltre il 200 per cento. In termini economici ciò comporta che
se si rielaborasse la spesa regionale, in considerazione del dato aziendale con la spesa più bassa, si
otterrebbe un minor esborso pari a circa 19,5 milioni di euro. Eccessiva variabilità si ritrova anche nelle
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Il farmaco sabaudo
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prescrizioni degli inibitori della HMGCoA reduttasi (statine). In questo caso l'attenzione è rivolta all'unica
statina ancora coperta da brevetto, la Rosuvastatina, il cui costo per unità posologica (1 euro) è 4 volte
superiore al costo delle statine non coperte da brevetto (0,25€). Ebbene, l'Asl più attenta all'incidenza di
Rosuvastatina, in termini di confezioni sul totale delle statine, ne prescrive circa il 13% mentre quella che
ne fa il maggior uso supera il 28 per cento. Questo significa che se la spesa di statine, sempre nel periodo
luglio 2014-giugno 2015, venisse ricalcolata sulla base dell'incidenza di Rosuvastatina registrata
nell'azienda più accorta, il risparmio regionale sarebbe intorno ai 6,5 milioni di euro. La variabilità per
questa molecola è ancora più manifesta se andiamo ad analizzare il singolo prescrittore. Osservando
coloro che nel periodo preso in esame hanno prescritto almeno 1.000 confezioni di statine, ve ne sono
alcuni con un livello prescrittivo di Rosuvastatina inferiore al 10%, ma altri superano il 40% con punte
addirittura del 50 per cento. Simile situazione si rileva anche sulla prescrizione degli antagonisti
dell'angiotensina II (sartani). In questo caso i farmaci "patent" hanno un costo medio per confezione di oltre
23 euro mentre gli "off-patent" superano di poco i 9 euro. Come in precedenza la variabilità tra le aziende in
alcuni casi supera il 100% e ricalcolando la spesa, come per le statine, si potrebbe evitare una spesa di
circa 10 milioni di euro. Quanto sopra riportato, in linea di massima, vale per tutte le altre categorie di
farmaci monitorate e certamente non si tratta di una specificità piemontese. Personalmente ritengo che un
attento e pressante lavoro di monitoraggio, da parte delle regioni e delle aziende sanitarie, potrà ridurre le
suddette variabilità senza incidere sulla qualità dell'assistenza sebbene non sarà mai in grado di annullare
quegli "elementi di condizionamento" citati dalla autorità nazionale Anticorruzione. In questi e in altri casi, in
cui la differenza di costo delle "terapie riconducibili" è molto variabile, appare indispensabile che, anche al
fine di evitare possibili fenomeni distorsivi delle prescrizioni, l'autorità regolatoria nazionale provveda a
mettere in atto strategie negoziali che prevedano la definizione, per detti farmaci, di un budget di prodotto
commisurato ai reali bisogni assistenziali. *responsabile assistenza farmaceutica, integrativa e protesica
Regione Piemonte
Antiacidi e antiulcera, andamento regionale delle Ddd/1.000 abitanti die pesati per i farmaci: confronto
2006-2014 2006 2007 2008 2009 2010 2011* 2012 2013 2014 D % 14-13 Piemonte 32,7 37,7 45,1 51,8
58,2 67,1 72,6 78,2 80,5 3,0 Valle d'Aosta 34,8 37,4 43,1 48,7 53,5 62,6 68,2 74,2 77,0 3,7 Lombardia 31,5
33,9 38,7 43,6 48,2 55,9 61,0 65,9 69,7 5,9 Pa Bolzano 20,9 22,9 25,3 26,6 28,8 38,1 38,3 41,5 44,1 6,1
Pa Trento 28,0 32,4 38,2 43,6 48,9 62,1 65,1 66,3 71,1 7,1 Veneto 34,3 39,1 45,5 52,2 58,0 67,0 75,2 79,3
79,7 0,4 Friuli V.G. 33,7 38,4 44,0 49,3 54,5 63,5 67,2 70,9 72,2 1,9 Liguria 48,3 51,1 59,3 66,5 72,2 80,5
83,9 88,5 89,6 1,1 Emilia-R. 34,8 40,1 47,1 54,3 59,6 71,3 73,2 72,7 74,4 2,4 Toscana 30,1 34,8 41,4 47,1
52,5 58,4 61,9 65,5 68,2 4,1 Umbria 33,1 37,0 43,2 50,2 57,1 67,2 75,2 81,8 84,0 2,6 Marche 33,2 38,6
45,6 51,5 56,0 64,1 70,0 75,0 79,5 6,0 Lazio 57,3 57,2 64,1 72,2 79,5 90,8 96,6 102,9 101,6 -1,2 Abruzzo
37,7 39,4 48,3 54,5 63,3 71,5 74,2 76,4 81,0 5,9 Molise 38,9 41,6 49,0 57,8 64,7 73,0 77,3 81,8 87,8 7,3
Campania 40,2 42,3 50,8 59,0 65,9 75,0 83,3 92,0 101,2 10,0 Puglia 45,0 47,7 59,4 70,7 80,7 86,7 93,9
102,6 109,1 6,4 Basilicata 40,2 43,9 51,8 61,0 64,4 71,9 73,2 74,9 81,1 8,3 Calabria 55,8 55,0 67,4 75,8
82,7 94,1 103,0 111,7 116,1 4,0 Sicilia 72,4 74,0 86,3 97,8 107,9 116,2 123,3 121,0 107,9 -10,8 Sardegna
48,5 50,9 60,6 70,5 80,1 91,7 97,9 101,8 106,5 4,6 Italia 41,3 44,3 52,0 59,4 65,9 74,7 80,3 84,8 86,8 2,4
(*) Interruzione di serie storica
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CORTE DEI CONTI
Personale, tasche leggere
La relazione sulle Regioni: l'indebitamento cresce di 7 mld
Ernesto Diffidenti
Cresce il peso della spesa sanitaria su quella corrente complessiva (il 75,5% nel 2014 contro il 74,1 del
2013) anche se i salari sono in caduta libera (-5,5%) e i pagamenti sono in discesa (-3,1 mld rispetto al
2013). Lo rileva il rendiconto regionale della Corte dei conti. DIFFIDENTI A PAG. 6 Cresce il peso della
spesa sanitaria su quella corrente complessiva (il 75,5% nel 2014 contro il 74,1 del 2013) anche se i salari
sono in caduta libera (-5,5%) e i pagamenti sono in discesa (-3,1 mld rispetto al 2013). Lo rileva la Corte dei
conti in base ai dati dei rendiconto delle Regioni (aggiornato al 2014) che, tuttavia, lancia l'allarme: «La
fruibilità del diritto alla salute da parte dei cittadini non sembra uniforme sul territorio nazionale, potendo
risultare più onerosa in relazione al luogo di residenza». Eppure, secondo la magistratura contabile, in
termini di contabilità nazionale, la spesa sanitaria aumenta, nel 2014, dello 0,9% (+984 milioni). Si tratta del
primo, contenuto, incremento di spesa nel corso del quinquennio 2010/2014 che tuttavia non interrompe il
trend di costante riduzione dell'incidenza della spesa sanitaria nel conto consolidato delle pubbliche
amministrazioni che, pari al 17% delle uscite primarie correnti nel 2010, si riduce nel 2014 al 16% (16,1%
nel 2013). Tasche più vuote per i dipendenti . In quasi tutte le Regioni, infatti, gli enti sanitari hanno
registrato un trend decrescente dei pagamenti per il personale, tant'è che si registra una contrazione nel
2014, rispetto al 2013, di 1 miliardo (-2,77%). Presentano un diverso andamento solamente tre Regioni:
Molise, Puglia e Friuli-Venezia Giulia. La riduzione maggiore è stata registrata per gli enti appartenenti alle
Regioni Campania (-426 milioni), Calabria (-155 milioni) e Piemonte (-137 milioni). Debiti. Nell'esercizio
2014, l'indebitamento regionale (incluso il debito con oneri a carico dello Stato) è pari a 67 miliardi, in
aumento di circa 5,7 miliardi rispetto al 2013. Di questo, il debito sanitario passa da 23,8 miliardi a 30,7
miliardi (da 931 euro a 1.043 euro pro capite). Il «limite» è stato oltrepassato dalla Regione Piemonte,
mentre le Regioni Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, TrentinoAlto-Adige, Veneto e Puglia non hanno
fatto ricorso ad indebitamento. Mentre si alleggerisce il fardello verso i creditori pari a 23 miliardi, (-21,7%
rispetto al 2013) e si riduce anche il disavanzo economico complessivo delle gestioni sanitarie (-1,2 mld
rispetto a -1,9 mld del 2013). Spesa farmaceutica. La relazione della magistratura contabile conferma le
tendenze che si sono via via consilidate a partire dal 2010, ossia l'aumento dei ticket e la discesa della
spesa convenzionata. «Grazie all'ulteriore incremento delle compartecipazioni versate dagli assistiti (+4,45
% rispetto al 2013, +64 milioni in valore assoluto) - sottolinea la Corte dei conti - è in diminuzione la spesa
convenzionata netta (-2,99%), mentre è in sensibile crescita quella ospedaliera (+8,36%) e la distribuzione
diretta (+7,73%)». Piani di rientro . Analizzando nel dettaglio il trend delle Regioni sottoposte a piani di
rientro, nel 2014 si rileva un aumento degli impegni di spesa del 2,92% mentre nel triennio 2011-2013 si
mantengono sostanzialmente allo stesso livello. In discesa la spesa anche in Piemonte (-9,86%), Lazio (7,84%), Abruzzo (-3,76%) e Puglia (-4,83%) mentre la Calabria registra il maggior incremento di spesa
(+70,60%). La Regione Molise torna a far registrare valori in aumento dopo un triennio di andamento in
flessione (nel 2014 si rileva un +15,85% rispetto all'esercizio precedente). La Campania e la Puglia
mostrano una flessione della spesa nel quadriennio considerato (rispettivamente -3,86% e -5,88%), ma nel
primo caso il trend mostra un'inversione di tendenza nell'ultimo anno (+3,98%). La spesa sanitaria corrente
delle Regioni in Piano di rientro (pari, nel 2014, a circa 57,99 mld) incide sulla corrispondente spesa
sanitaria nazionale per il 48,20%, mentre pesa sul totale della spesa corrente per circa il 36,38 per cento. Il
riparto dei fondi Ssn Rss e Pa 42% 20% Area Sud Area Nord Area Centro 15% 23%
Indebitamento a lungo termine settore sanitario (Regioni + Enti Ssn) (importi in migliaia di euro)
Anno 2011 Anno 2014 Var. % 2014-13 Var. % 2014-11 Anno 2011 Anno 2014 Var. % 2014-13 Var. %
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2014-11 Descrizione Descrizione Fonte tabelle: elaborazione Corte dei conti (*) Regioni che hanno
beneficiato delle anticipazioni di liquidità Piemonte * 132.426 2.026.193 30,72 1.430,05 Lombardia 395.103
173.593 -27,12 -56,06 Veneto * 294.551 1.810.626 76,34 514,71 Liguria * 59.815 240.029 26,45 301,29
Emilia-R. * 1.677.855 2.386.352 3,34 42,23 Toscana * 1.226.377 2.282.517 49,49 86,12 Umbria 38.760
59.391 15,08 53,23 Marche * 441.737 382.352 -3,64 -13,44 Lazio * 7.235.990 11.282.231 37,87 55,92
Abruzzo * 682.315 615.705 -10,89 -9,76 Molise * 99.625 133.654 -3,00 34,16 Campania * 2.661.846
4.588.622 25,36 72,38 Puglia * 744.206 1.381.434 28,71 85,63 Basilicata 7.330 5.854 -7,94 -20,14 Calabria
* 774.108 768.089 -4,06 -0,78 Totale Rso 16.472.045 28.136.641 28,82 70,81 Rso al netto ant. liquidità
16.472.045 13.936.521 -7,91 -15,39 V. d'Aosta 783 0 0,00 -100,00 Friuli V.G. 0 6.744 -3,34 100,00 Sicilia *
2.502.530 2.591.326 22,96 17,93 Sardegna 18.475 15.521 -14,80 -15,99 Totale Rss 2.521.788 2.973.591
22,60 17,92 Rss al netto ant. liquidità 2.521.788 2.367.494 -2,39 -6,12 Totale naz.le 18.993.833 31.110.231
28,20 63,79 Naz.le al netto ant. liquidità 18.993.833 16.304.014 -7,15 -14,16
Comparto enti sanitari - Pagamenti per il personale - Periodo 2011-2014 (importi in migliaia di euro)
Anno 2011 Anno 2014 Var. % 2014-13 Var. % 2014-11 Anno 2011 Anno 2014 Var. % 2014-13 Var. %
2014-11 Descrizione Descrizione Rso 31.896.973 29.769.132 -3,05 -6,67 Piemonte 3.121.568 2.957.858 -4,45
-5,24 Lombardia 5.311.501 5.266.774 -0,56 -0,84 Veneto 2.859.452 2.866.808 -0,70 0,26 Liguria 1.222.742
1.159.056 -0,65 -5,21 Emilia-R. 3.203.918 3.114.850 -0,92 -2,78 Toscana 2.702.384 2.629.520 0,49 -2,70
Umbria 641.052 609.695 -1,44 -4,89 Marche 1.147.768 1.017.074 -6,39 -11,39 Lazio 3.139.705 2.748.129
-3,40 -12,47 Abruzzo 795.951 822.397 -2,39 3,32 Molise 224.767 215.105 1,92 -4,30 Campania 3.207.648
2.628.928 -13,96 -18,04 Puglia 2.316.691 2.167.217 2,36 -6,45 Basilicata 407.382 375.459 -0,97 -7,84
Calabria 1.594.444 1.190.263 -11,54 -25,35 Rss 6.223.127 6.157.214 -1,35 -1,06 V. d'Aosta 119.569 117.708
0,74 -1,56 Pa Bolzano 546.581 587.959 -0,78 7,57 Pa Trento 432.236 431.470 -0,92 -0,18 Friuli V.G. 975.147
1.028.828 3,24 5,50 Sicilia 2.946.246 2.787.201 -3,37 -5,40 Sardegna 1.203.349 1.204.048 -0,95 0,06
Pagamenti personale 38.120.100 35.926.346 -2,77 -5,75
Comparto enti sanitari - Pagamenti per acquisto di beni e servizi - Periodo 2011-2014 (importi in
migliaia di euro) Anno 2011 Anno 2014 Var. % 2014-11 Anno 2011 Anno 2014 Var. % 2014-13 Var. %
2014-13 Var. % 2014-11 Descrizione Descrizione Rso 60.427.792 65.954.683 -0,98 9,15 Piemonte 4.607.803
4.925.341 -9,39 6,89 Lombardia 17.245.820 17.691.207 0,73 2,58 Veneto 5.458.251 6.043.739 -0,60 10,73
Liguria 1.605.752 1.631.564 -5,65 1,61 Emilia-Romagna 7.737.884 5.309.011 -10,38 12,05 Toscana
3.786.574 3.589.901 -3,86 -5,19 Umbria 942.669 1.015.497 -0,90 7,73 Marche 1.439.359 1.532.627 -2,15
6,48 Lazio 7.955.518 9.900.142 29,01 24,44 Abruzzo 1.426.958 1.348.608 -9,30 -5,49 Molise 293.516
267.832 -23,70 -8,75 Campania 4.668.725 5.652.213 -13,37 21,07 Puglia 3.978.178 4.362.255 -10,51 9,65
Basilicata 587.153 586.535 -0,89 -0,11 Calabria 1.693.632 2.098.210 2,64 23,89 Rss 8.656.969 9.252.347
-7,42 6,88 V. d'Aosta 143.852 142.713 1,98 -0,79 Pa Bolzano 453.773 492.369 3,75 8,51 Pa Trento 644.501
726.813 1,07 12,77 Friuli V.G. 1.263.706 1.439.756 2,23 13,93 Sicilia 4.357.828 4.513.652 -14,51 3,58
Sardegna 1.793.310 1.937.044 -1,76 8,02 Tot. acquisto B&S 69.084.761 75.207.030 -1,82 8,86 di cui
Regioni in Pdr 28.982.159 33.068.253 -1,79 14,10 Regioni non in Pdr 40.102.602 42.138.777 -,184 5,08
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Epatite C: l' Antitrust bacchetta l' Aifa
Rosanna Magnano
Nuova bacchettata dall'Antitrust all'Aifa sulla modifica del regime di rimborso alle Regioni per la restituzione
degli sconti sui nuovi farmaci contro l'Epatite C. Il richiamo è naturalmente al rispetto della concorrenza, ma
non solo: il Garante auspica infatti uno stop deciso a clausole di riservatezza negli accordi tra Aifa e case
farmaceutiche e piena trasparenza sui dati riguardanti le nuove autorizzazioni all'immissione in commercio.
Sono le priorità che il Governo dovrebbe perseguire assumendo una serie di iniziative ad hoc. È questo in
sintesi il messaggio espresso dal presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella , nel corso di un'audizione
parlamentare presso la Commissione Affari sociali della Camera. Il garante, spiega una nota Agcm «ha
deliberato di non ricorrere al Tar per possibili inadempimenti dell'Agenzia italiana del Farmaco, in ordine
alla modifica del regime di rimborso alle Regioni per la restituzione degli sconti sui nuovi prodotti contro
l'epatite C». Ma il presidente Pitruzzella ha auspicato che «il Governo assuma iniziative affinché Aifa non
sigli accordi con le cause farmaceutiche inerenti alla presenza di clausole di riservatezza, o qualunque altro
elemento che mini la piena trasparenza, e affinché vengano pubblicati tutti i dati in possesso dell'Aifa
inerenti alle decisioni prese per l'autorizzazione in commercio dei farmaci da parte del Comitato prezzi e
rimborsi e del Comitato tecnico scientifico dell'Aifa». Pitruzzella è stato ascoltato dalla Commissione in
merito alla risoluzione n. 7-0075, di cui è prima firmataria la deputata del Movimento 5 Stelle Silvia
Giordana . Il presidente dell'Agcm ha precisato innanzitutto che «rispetto ai possibili effetti
anticoncorrenziali attribuiti alla delibera dell'Aifa da una segnalazione pervenuta da un gruppo di
parlamentari, l'accordo stabilito dall'Agenzia con la società Gilead per l'acquisto delle specialità medicinali
Sovaldi e Harvoni prevedeva un meccanismo di sconti prezzo/volume, con la restituzione da parte
dell'impresa (cosiddetto pay-back) di somme alle Regioni quale rimborso di pagamenti sugli acquisti già
effettuati. Successivamente, l'Aifa ha stabilito che questi rimborsi non avvenissero più con versamenti
monetari diretti, bensì attraverso l'emissione di "note di credito" alle amministrazioni regionali sui futuri
acquisti». Perciò, come ha spiegato Pitruzzella in audizione, «l'Autorità ha prontamente avviato un
approfondito confronto con Aifa per comprendere le ragioni della modifica del regime di rimborso»,
prendendo atto che era dovuto a «una grande mole di pagamenti ancora inevasi da parte di strutture
sanitarie locali». Da qui, la richiesta di «eliminare comunque ogni possibile dubbio concorrenziale a mezzo
di un parere ex articolo 21-bis indirizzato ad Aifa». Il problema di fondo, secondo l'Antitrust, è che
«l'assenza di armonizzazione della materia a livello Ue, dovuta al mantenimento delle relative competenze
in capo agli Stati membri, ha fatto sì che la questione dei prezzi dei farmaci sia stata lasciata alla gestione a
livello nazionale». Le imprese farmaceutiche invece definiscono sconti e politiche di prezzo a livello globale,
«con una sorta di asimmetria operativa che rende molto difficile giungere a soluzioni soddisfacenti per tutte
le parti coinvolte». A tutto ciò, si aggiunge il rischio che «ove si perseguano prezzi ritenuti troppo bassi dalle
imprese, queste potrebbero anche decidere - in virtù del principio della libertà d'impresa - di non rifornire
dei propri prodotti un intero Stato». A parere dell'Autorità, un contesto del genere «sembra effettivamente
richiedere un rafforzamento della governance sanitario-farmaceutica in termini di contrattazione dei prezzi».
«Una valutazione sull'opportunità di tali accordi di riservatezza - ha proseguito Pitruzzella - deve essere
svolta dunque tenendo conto di un bilanciamento tra effetti a esclusivo vantaggio dell'impresa ed effetti a
vantaggio del sistema sanitario nazionale e necessita di un'analisi caso per caso». Il presidente dell'
Antitrust ha concluso quindi il suo intervento davanti alla Commissione Affari sociali sottolineando che «in
una prospettiva pro-concorrenziale è pacifico che un equilibrato confronto tra domanda e offerta comporti
benefici di welfare generale: in quei casi in cui è possibile che gli acquisti di prodotti farmaceutici
avvengano attraverso procedure di evidenza pubblica, si avranno garanzie di trasparenza dei prezzi e si
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TRASPARENZA
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eviteranno asimmetrie informative». E provvedimenti nel segno della trasparenza sono reclamati in una
nota anche dal Movimento 5 Stelle: «L'Antitrust conferma la nostra linea sulla trasparenza e mette l'Aifa con
spalle al muro». I pentastellati chiedono nuovi vertici per l'Aifa. «Il presidente Pitruzzella - conclude la nota ha anche confermato che la marcia indietro da parte dell'Aifa, in merito alle modalità di rimborso dello
sconto per i farmaci Sovaldi e Harvoni, prodotti dalla Gilead, avvenuta attraverso una recente determina, è
stata dovuta al parere espresso dall'Antitrust seguito a un nostro sollecito rivolto proprio all'Authority. Cade
dunque definitivamente anche la difesa dell'Aifa,che affermava come quel ripensamento fosse avvenuto in
totale autonomia. Torniamo a chiedere che avvenga un avvicendamento ai vertici dell'Aifa: le politiche
condotte al suo interno, soprattutto negli ultimi mesi, si stanno rivelando insostenibili».
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Pag. 14 N.9 - 8 marzo 2016
La sostenibilità per il Servizio sanitario italiano dei costi dell'innovazione legati ai farmaci biotecnologici «si
crea mantenendo i risparmi prodotti con le scadenze brevettuali all'interno del settore "farmaco". Abbiamo
perso negli ultimi anni 2 punti sul totale della spesa farmaceutica sostanzialmente assorbendo tutti i
risparmi, avvenuti con la scadenza dei brevetti dei grandi prodotti di origine chimica, per attività che non
sono né farmaco né sanità. Ovvero, abbiamo finanziato gli interventi per i terremoti o le missioni all'estero.
Mentre i risparmi devono essere investiti in innovazione». Lo afferma Riccardo Palmisano, nuovo
presidente di Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, a margine
dell'assemblea dei soci. «Se un nuovo farmaco costoso riduce però i bisogni di cure, di diagnostica e di
assistenza, ecco che queste spese devono essere dei vasi comunicanti. Quello che si risparmia deve
essere riconosciuto poi al farmaco», spiega Palmisano, che ha lavorato in Gsk e Genzyme ed è in
Assobiotec dal 2008. Assobiotec Award 2016. L'assemblea annuale dell'associazione ha assegnato l'A
ssobiotec Award 2016 a Emma Bonino per «la viva passione e il coraggio che hanno caratterizzato il suo
impegno a favore della libertà di scienza; il suo essere sempre stata in prima linea nella battaglia per il
diritto al progresso scientifico; la competenza e la determinazione con le quali ha sostenuto il valore
dell'innovazione».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Scadenze brevetti, i risparmi nel Ssn
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diffusione:67225
tiratura:112863
L'OBESITÀ SI PUÒ COMBATTERE CON UN FARMACO
Il grasso è una finta corazza, che ti rende più vulnerabile al diabete, ai tumori e agli incidenti
cardiovascolari. Ma per liberartene oggi ci sono molte soluzioni ad hoc
Rossella Briganti
In Italia la taglia extra large non si trova più solo nei negozi specializzati, ma in qualunque megastore.
Perché le persone con molti chili di troppo sono in costante aumento. Stando ai dati diramati dal sistema di
sorveglianza del Ministero della salute, il 33% degli italiani è in sovrappeso e l'11% è decisamente obeso. E
se è relativamente facile perdere 4-5 chili, diventa un'impresa titanica eliminarne 15, 20 o persino 30.
Innazitutto, perché è difficile seguire diete restrittive, specie se a monte vi sono dei comportamenti
compulsivi che non possono essere cambiati di punto in bianco. In secondo luogo, anche l'attività fisica
(che aiuterebbe a rientrare in linea) spesso è sconsigliata in caso di obesità, perché affatica il cuore e
comporta un sovraccarico articolare. Fortunatamente esistono nuove soluzioni pronte a tendere una mano
agli obesi. Scopri quali. LE INIEZIONI DI LIRAGLUTIDE Si chiama liraglutide ed è il farmaco più
promettente per la cura dell'obesità. Approdato nelle farmacie italiane qualche mese fa, è stato inizialmente
registrato per il trattamento del diabete perché tiene bassa la glicemia. « "Protegge" il GLP-1, l'ormone che,
stimolando la secrezione di insulina, aiuta a normalizzare i livelli di zuccheri nel sangue », spiega il
professor Paolo Sbraccia, ordinario di medicina interna all'università Tor Vergata di Roma e presidente
della Società italiana dell'obesità. «Dall'osservazione clinica, si è visto che i diabetici in cura con liraglutide
non solo non ingrassavano (fatto comune con i vecchi farmaci ipoglicemizzanti), ma riuscivano anche a
dimagrire in maniera rilevante. Infatti, si è di recente scoperto che il GLP-1 non agisce solo nell'apparato
digerente, ma anche a livello dell'ipotalamo, quella ghiandola del cervello che controlla l'appetito e che è
dotata anch'essa di recettori specifici per questo ormone». La scoperta ha aperto le porte alla cura dei
pazienti obesi, indipendentemente dal fatto che abbiano o no il diabete. E viene oggi prescritta dal medico
a coloro che hanno un BMI (il famoso Body Mass Index, calcolato dividendo il peso espresso in chili per il
quadrato dell'altezza espresso in metri) uguale o superiore a 30. «La terapia domiciliare prevede
un'iniezione sottocutanea al giorno, facile da fare da soli perché la confezione contiene delle speciali
"penne" predosate, con un aghetto piccolo da insulina», prosegue il professor Sbraccia. «Si inizia con la
somministrazione di 0,6 mg di liraglutide al giorno e si aumenta gradualmente, settimana dopo settimana,
fino ad arrivare al dosaggio pieno di 3 mg al dì. Ben tollerato (non si registrano effetti collaterali importanti),
il farmaco riduce l'appetito portando automaticamente a mangiare di meno». Risultati concreti alla provabilancia? Se, dopo tre mesi di terapia, si presenta una perdita di peso del 5% o più si hanno ottime
probabilità di riuscire a dimagrire anche del 15% nel giro di anno . Viceversa, se dopo i primi tre mesi si
sono ottenuti risultati modesti, anche la perdita complessiva di peso sarà minore, in base alla sensibilità
individuale alla molecola utilizzata. «Come dimostra uno studio multicentrico randomizzato, pubblicato nel
luglio 2015 sull' England Journal of Medicine, si perde mediamente l'8% del peso corporeo iniziale»,
conclude Sbraccia. «Ma, come nel famoso paradigma del pollo, c'è chi si scrolla di dosso il 15% e chi solo il
3-4%. Che è già qualcosa, sotto il profilo estetico ma soprattutto della salute». LE COMPRESSE DI
ORLISTAT Tutti ricordano il gran battage pubblicitario con cui, quasi vent'anni fa, fu lanciato l'orlistat, il
farmaco "tagliagrassi" che prometteva di riconciliare con la bilancia le persone obese o in forte sovrappeso.
Oggi il suo ruolo è stato un po' ridimensionato. « Attualmente, è disponibile in due diverse formulazioni: da
120 e da 60 mg », spiega il professor Sbraccia. «La prima, dispensata solo con prescrizione medica, riduce
sensibilmente l'assimilazione dei grassi a livello intestinale. La seconda agisce allo stesso modo ma in
scala minore: essendo un farmaco da banco, può essere acquistata senza ricetta da chiunque desideri
ridurre l'apporto di lipidi, che si tratti di grassi animali, come il burro, o vegetali come l'olio. Entrambe
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la salute di starbene / la scelta giusta
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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prevedono l'assunzione di una compressa prima dei due pasti principali». Il problema è che l'orlistat
provoca degli antipatici effetti collaterali. Inibendo la lipasi intestinale, riduce l'assimilazione dei grassi del
30% (meno nella formula da banco), con l'inevitabile conseguenza di diarrea e perdite oleose incontrollabili
. L'ampolla rettale, infatti, non riesce a trattenere le scariche liquide, tanto più abbondanti quanto più si è
consumato un pranzo o una cena ricca di grassi. «I chili persi sono comunque inferiori a quelli assicurati dal
liraglutide, dovuti anche al fatto che, per evitare di andare incontro a disturbi imbarazzanti, chi l'assume
tende a ridurre i condimenti. E alla fine è difficile stabile quanto di quel 5-7% di peso perso sia addebitabile
all'efficacia del farmaco o al taglio di grassi che si autoimpone». GLI INTERVENTI CHIRURGICI Quando il
BMI è uguale o superiore a 40 (o quando è 35 ma per problemi cardiovascolari occorre perdere peso
rapidamente), l'ultima spiaggia è rappresentata dalla chirurgia. « Esistono tre tipi di intervento: restrittivi,
malassorbitivi e misti. Vanno scelti in base al parere di un'équipe multidisciplinare », spiega il professor
Nicola Di Lorenzo, docente di chirurgia generale all'università Tor Vergata di Roma e presidente della
Società italiana di chirurgia bariatrica e delle malattie metaboliche. « Classico intervento restrittivo è il
bendaggio gastrico, che consiste nel'inserire un anello intorno allo stomaco in modo da creare una tasca
superiore. Rallentando il passaggio alla parte inferiore dello stomaco, si allungano i tempi di svuotamento
gastrico e il paziente raggiunge prima il senso di sazietà». Diverso è il by-pass gastro-intestinale, che
modifica l'anatomia dell'apparato digerente al fine di ridurre l'assorbimento di grassi e amidi. In pratica, il
percorso del bolo alimentare viene accorciato perché salta a pié pari (da qui il termine bypass) parte dello
stomaco, il duodeno e il primo tratto dell'intestino tenue. « Nel caso di grandi obesi viene spesso fatto un
intervento misto, restrittivo e malassorbitivo, per consentire la perdita di 30 o 40 chili », conclude Di
Lorenzo. «I risultati sono buoni ma il paziente dev'essere determinato e collaborativo». GETTY, Age
fotostock
palloncini: non sono tutti uguali >dal chirurgo Può essere inserito in vista di un intervento (anche al
cuore o alle articolazioni) per perdere quei chili necessari a entrare in sala operatoria più leggeri e con
meno rischio di complicanze. «In endoscopia, si fa ingoiare al paziente un palloncino di silicone sgonfio,
che viene poi riempito grazie un cateterino sfilabile di soluzione fisiologica», spiega il professor Di Lorenzo.
«Riducendo il volume e stimolando i recettori della sazietà disseminati lungo le pareti gastriche, induce il
paziente a mangiare di meno». >a casa tua Pullulano sul web le "slim ball", pillole autoringonfianti che, una
volta ingerite con molta acqua, si trasformano in una specie di palloncino intragastrico grande come una
pallina da tennis. L'ultima nata è la dimagenina, una fibra vegetale, ma successo hanno anche le "ball"
ricavate dalle fibre dei fichi d'India o dal guggul, una resina indiana. Attenzione ai fai da te! Si rischia di
ridurre l'assorbimento di minerali, vitamine e farmaci.
Foto: Scopri la chirurgia dell'obesità su sicob.org
Foto: CONSULTA GRATIS IL NOSTRO ESPERTO prof. Nicola Di Lorenzo lpresidente della Società
italiana di chirurgia bariatrica Tel. 02-70300159 14 marzo ore 9-11
Foto: 8% la perdita di peso media dopo un anno di assunzione del liraglutide
08/03/2016
Pag. 94 N.12 - 14 marzo 2016
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tiratura:112863
A chi bisogna segnalare gli effetti indesiderati di un farmaco ?
Raffaella Butera
Al responsabile del Servizio di farmacovigilanza della propria regione, che provvede ad inviare la
segnalazione alla Banca dati della rete nazionale . Il servizio, istituito dall'AIFA (Agenzia italiana del
farmaco), serve proprio per monitorare gli effetti indesiderati di farmaci, vaccini, medicinali da banco o
prodotti erboristici, in modo da rilevare se il loro uso implica potenziali rischi. La segnalazione va effettuata
servendosi di un apposito modulo che può essere scaricato dal sito dell'AIFA (http://www.agenziafarmaco.
gov.it/it/content/modalit%C3%A0-disegnalazione-delle-sospette-reazioniavverse-ai-medicinali : è
disponibile sia in versione cartacea, che on line e, una volta compilato, può essere inviato per posta, fax o
mail.
Foto: dott.ssa Raffaella Butera tossicologa
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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domande e risposte
08/03/2016
Pag. 40
diffusione:141637
tiratura:195317
Kidcare cerca fondi per crescere
Barbara Ganz
Sono già un migliaio, in Italia, i bambini che hanno subito operazioni ortopediche nelle quali sono stati
impiegati mezzi di sintesi firmati Kidcare. «Il mio lavoro consisteva nell'affiancare i chirurghi ortopedici in
sala operatoria, per dare un supporto tecnico; una sorta di navigatore stradale, quando si trattava di
scegliere fra centinaia di tipologie la protesi più adatta, la tecnica migliore», racconta Giovanna Zucco, che
ha fondato Kidcare nel 2012 perché «mancavano prodotti specifici per i bambini, una nicchia poco
presidiata dalle multinazionali del settore». Fra business plan, ricerche di mercato e stesura della
documentazione ci sono voluti due anni solo per partire: poi è arrivato il bando Seed Money-FESR
co-finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, che ha permesso alla neonata impresa di accedere a una
serie di servizi pensati per le realtà giovani e a elevato livello di innovazione. Quattro anni dopo, Kidcare
scommette sulla sua crescita: «Oggi sono in una terra di mezzo: ho ben più di una idea, ho dei prodotti
certificati che sono pronti per essere esportati in tutta Europa. Oggi ci sono molte opportunità di
finanziamento per chi ha un progetto da far partire, meno per chi è già avviato ma non ha ancora raggiunto
determinate dimensioni o non ha partner come, ad esempio, una università». Per questo l'opzione migliore
sembra essere una partnership con un'altra azienda del settore biomedicale: «La sanità sta tagliando
decisamente sui costi, e questo non ci aiuta. E poi c'è la valutazione puramente economica: una protesi da
adulto - e si tratta di pezzi sicuramente più numerosi rispetto a quelli pediatrici - rende tre volte tanto a
impianto. La soluzione più sensata è unire le forze con un altro produttore italiano: spero di concludere
l'accordo a breve». Il suo nemico di Kidcare è la burocrazia: «Non ho un'app o un servizio da vendere,ma
un prodotto specifico: marchio CE e certificazione di qualità sono costati migliaia di euro e mesi di lavoro a
compilare documenti, ma ora sono la patente di serietà del mio progetto». Al momento Kidcare fonisce agli
ospedali pediatrici due tipologie di ausilio: il primo, K.Plate, è una placca a forma di "8" per correggere le
deformità assiali in età pediatrica; il secondo è un chiodo elastico (K.Nail) per riparare le fratture delle ossa
lunghe, come femore, tibia, radio ulna e omero. Una terza idea è già in fase avanzata, pronta ad uscire dal
cassetto quando le risorse lo consentiranno.
Foto: Il kit Strumenti per le operazioni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Medicale. Nata con un finanziamento pubblico
08/03/2016
Pag. 1
diffusione:262053
tiratura:371646
Cuore e reni, organi da fotocopiare il miracolo dei ricambi in 3D
LETIZIA GABAGLIO
L'OBIETTIVO finale è quello di azzerare le liste di attesa per i trapianti: fegato, reni, cuore potrebbero
essere pronti in pochi giorni, realizzati con cellule del paziente grazie a una stampante 3D. Fantascienza?
Nel giro di qualche decennio potrebbe essere realtà. Per ora il bioprinting, l'idea di stampare con materiali a
base di cellule, sta muovendo i primi passi, ma sia gli analisti di mercato sia gli esperti di tecnologia
scommettono sulla sua rapida ascesa. Ne sono prova gli annunci che rimbalzano da un laboratorio all'altro.
Da Mosca arriva la notizia di una tiroide stampata in 3D: messa a punto da Vladimir Mironov, direttore
scientifico di 3D Bioprinting Solutions, è stata prima provata per diversi mesi sui topi e i dati hanno
dimostrato che non viene rigettata dagli animali e che funziona, e Mironov ha annunciato di volerne
produrre una a base di cellule umane, per poi passare a realizzare anche un rene. Decisamente più
avanzata la ricerca di Organovo, l'azienda biotech americana che per prima ha investito nel bioprinting: il
suo obiettivo è quello di stampare un fegato. «Per adesso sono riusciti a produrre modelli in vitro di fegato
per fare screening di sicurezza di composti chimici o farmaci. Il loro lavoro ha dimostrato che questi modelli
in 3D danno risposte molto più accurate e simili a quelle del corpo umano di quanto non facciano i classici
modelli di coltura bi-dimensionali o i modelli animali», spiega Lorenzo Moroni, dell'Università di Maastricht,
esperto di biofabrication che collabora con uno dei più importanti centri mondiali di manifattura additiva in
medicina rigenerativa, il Center for 3D Bioprinting di Utrecht. La realizzazione di piccoli organi per poter
testare le medicine è uno dei banchi di prova del bioprinting , ma il miraggio di tutti è la fabbricazione di
interi organi da poter trapiantare sui pazienti. «Penso che per vederli dovremo aspettare almeno 20 anni.
Ma la strada è tracciata», sottolinea Moroni. E alla Wake Forest University, nella Carolina del nord, hanno
ottenuto un primo modello di tessuto cardiaco con la capacità di pulsare autonomamente. Ora stanno
lavorando alla stampa di un intero rene. A Maastricht, dove lavora Moroni, invece, hanno messo a punto un
metodo per stampare isole di Langerhans, le cellule del pancreas essenziali per la produzione e la
regolazione di insulina. «Dobbiamo trovare il modo per far rigenerare il sistema vascolare e nervoso
associati a diversi tipi di tessuti del nostro corpo», spiega il ricercatore. La complessità degli organi, infatti,
non potrà mai essere riprodotta a meno di non imparare a stampare anche i vasi sanguigni e le
innervazioni. Un team di Harvard ha proposto una soluzione, almeno per quanto riguarda la
vascolarizzazione: usando una stampante e un inchiostro particolare ha creato un pezzetto di tessuto, a
partire da cellule della pelle, che contiene delle strutture simili ai vasi sanguigni. La tecnica, descritta su
Advanced Materials, è stata considerata una rivoluzione in questo campo. Ma come funziona la biostampa
in 3D? Cosa si intende quando si parla di inchiostro? «Il bioprinting è del tutto analogo agli altri processi di
stampa tridimensionale - va avanti Moroni - al posto del materiale plastico o ceramico ce n'è però uno che
contiene un componente biologico, di solito cellule. Nel caso di un organo per trapianto, potrebbero essere
dello stesso paziente, per minimizzare i problemi di rigetto». Gli ostacoli sul cammino degli organi on
demand sono comunque ancora molti. Maggiori soddisfazioni arrivano invece da strutture a base di
cartilagine, come le orecchie, il naso, o da quelle ossee come la mandibola, i denti e perfino la scatola
cranica. È di pochi mesi fa la notizia di un orecchio stampato da un team della Princeton University e della
Johns Hopkins: è composto da cellule umane, idrogel e nanoparticelle di argento che formano l'antenna
che permette all'orecchio di captare le onde sonore. Naso e orecchie sono stati prodotti al Morriston
Hospital in Galles mentre al MIT stanno lavorando su un idrogel elastico specifico per la stampa di
cartilagini. Denti e mandibole in 3D sono già una realtà: impiantati in pochissimi pazienti, ma sembra che i
risultati siano duraturi. In questo caso si usano materiali biocompatibili a base di titanio. Mentre è di una
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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RSALUTE/ LA COPERTINA/Trapianti. Fegati, reni, cuori: costruiti con le cellule dei malati. Il bioprinting
infiamma i laboratori di mezzo mondo. Con una promessa: tra 20 anni sarà realtà
08/03/2016
Pag. 1
diffusione:262053
tiratura:371646
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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sostanza plastica la scatola cranica stampata per una ragazza olandese affetta da una patologia grave che
causa l'ispessimento progressivo delle ossa del cranio. La sostituzione è avvenuta ormai 18 mesi fa e la
paziente sta bene. i 142 MILIARDI 4% Altro 42% Trapianto di organi PRESENTE E FUTURO OGGI E
PROSSIMI ANNI PROBABILE SVILUPPO SCENARI FUTURI Protesi dentali e impianti ossei Produzioni di
farmaci Elementi di nanomedicina Strumenti /device medici Tessuti e organi semplici per il trapianto Organi
di alta complessità COSA SI PUÒ FARE TRACHEA / TIROIDE DENTI Già oggi si costruiscono protesi
dentali complete di arcata superiore e inferiore ricorrendo alla stampa 3D ORECCHIE La stampante lavora
su un modello 3D ricavato da una TAC. Si lavora con un idrogel e con nanoparticelle di argento FEGATO
Oggi è possibile stampare in pochi giorni pezzi di tessuto epatico per fare i test sui farmaci. In futuro
verranno usati per i trapianti CUORE Diversi laboratori hanno ottenuto modelli di valvole e di altre parti del
cuore che, impiantati poi su animali, hanno funzionato bene OSSA Si usa un "telaio" di un materiale
particolare che, dopo un passaggio in forno, diventa resistente come l'osso naturale Utilizzo: scatola
cranica, mandibola, protesi ossee e costole RENE Come per altri organi si stampa un "telaio" del rene in
materiale riassorbibile che sarà ripopolato dalle staminali del paziente NASO Con la stampa 3D è possibile
ricostruire la cartilagine di un naso danneggiato in un incidente automobilistico e tante altre cartilagini come
quelle delle ginocchia o delle caviglie PELLE Due stampanti iniettano proteine, enzimi e cellule
direttamente sopra la ferita, si favorisce così la coagulazione e la rigenerazione dell'epidermideVASI
SANGUIGNI Un piccolo cilindro di materiale solubile viene avvolto dal gel su cui crescono le cellule del
vaso sanguigno. Dopo l'impianto il cilindro viene pian piano riassorbito CELLULE IDROGEL
BIOSTAMPANTE Inchiostro biologico Cartucce Idrogel Aghi per la stampa Software I COMPONENTI
PRINCIPALI RACCOLTA Le cellule raggruppate con il gel sono plasmate in sferoidi e trasferite in cartucce
per la stampa CELLULE Vengono ricavate da biopsie o da cellule staminali IDROGEL È un gel inerte a
base d'acqua che funziona da cemento tra le cellule COLTURA Le cellule sono coltivate in una soluzione
con un nutriente che ne permette la moltiplicazione CREARE L'INCHIOSTRO BIOLOGICO rilascia uno
strato idrogel che fa da aggregante per il successivo strato di inchiostro biologico Ago per l'idrogel Ago per
l'inchiostro software guida l'ago della stampante che deposita gli sferoidi bioinchiostro sullo strato di idrogel
Fra uno strato e l'altro deposita l'idrogel si ripetono i processi varie volte Man mano che si accumulano gli
strati nello stampo, gli sferoidi fondono insieme naturalmente tessuto stampato viene lasciato maturare
l'idrogel viene rimosso. prodotto fi nale può essere usato nella ricerca medica o trapiantato COME SI FA
FONTE RIELABORAZIONE DATI LA REPUBBLICA / ORGANOVO / IDTECHEX / CSC INFOGRAFICA
PAULA SIMONETTI
08/03/2016
Pag. 41
diffusione:262053
tiratura:371646
Nella spalla ci metto una fotocopia
Le start up. Protesi biocompatibili che mimano l'anatomia dei pazienti. Gli ortopedici le usano già
(l. g.)
ÈL'ORTOPEDIAl'ambito in cui la stampa 3D sta raccogliendo i risultati migliori. Non ci sono dubbi. Prima di
tutto perché è già una realtà consolidata: le stampe tridimensionali di protesi e tutori si fanno da anni, ma i
costi erano così alti che solo pochi potevano permetterselo. Oggi invece con il crollo dei prezzi delle
stampanti e la messa a punto di diversi materiali, il bioprinting è diventato davvero accessibile. Tanto che in
Italia è nato l'Italian Medical Network for 3d Printing and Bioprinting in Medicine, una rete di medici ed
esperti all'avanguardia in questo campo, primo fra tutti l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove l'utilizzo
di protesi stampate in 3D è già una realtà. In questo caso non si usano cellule, ma materiali che devono
però essere biocompatibili, sicuri per i pazienti che li devono inserire o portare. Una tecnica che viene usata
anche in campo oncologico, per quei pazienti che hanno subito interventi demolitivi per l'asportazione di
tumori. All'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, per esempio, negli ultimi mesi sono state
inserite, in pazienti anche molto giovani, tre protesi in titanio stampate in 3D: una parte importante del
bacino, una scapola e un tarso del piede. Il titanio viene stampato in progressiva sovrapposizione di strati
su un modello virtuale costruito grazie ai dati ottenuti con TAC e risonanza magnetica. Sempre in titanio è
anche la prima mandibola artificiale stampata in 3D mai impiantata in Italia: il paziente, che soffriva di
osteonecrosi, è stato operato all'Ospedale di Padova qualche mese fa. Più comune è l'uso del 3D nella
produzione di tutori. Come quello che deve indossare chi soffre di sindrome del tunnel carpale, l'irritazione
del nervo che passa nel polso per arrivare alla mano. Grazie alla collaborazione con la ASL 10 di Firenze, il
dispositivo di Proteomed è stato messo a confronto con un tutore standard e con uno fatto su misura, ma in
maniera tradizionale. Risultato: quello stampato in 3D è efficace tanto quanto quello fatto su misura, ma è
più economico e confortevole. Sempre grazie a collaborazioni con ospedali o università, i ragazzi di Siena
hanno realizzato un busto per la scoliosi e tutori per fratture. «Con la stampa 3D riusciamo a realizzare
dispositivi che permettono una maggiore traspirazione, costruiti con materiali lavabili, che vestono
perfettamente », racconta Federico Papi, uno dei fondatori di Proteomed una start up di Siena che produce
dispositivi medici con la stampa 3D. Viste le caratteristiche dei loro prodotti, i ricercatori di Proteomed
hanno fatto un'incursione fuori dall'ortopedia realizzando una mascherina per la ventilazione forzata: è
bastato passare lo scanner vicino al viso del paziente e il sistema ha iniziato a lavorare. In pochi giorni si è
ottenuta una mascherina che aderisce completamente al viso e che riduce al massimo la dispersione
dell'ossigeno.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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RSALUTE
08/03/2016
Pag. 42
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tiratura:371646
Tempo &cervello
Quando si parla di malattie neurologiche, spesso le ore o i minuti possono fare la differenza.
Il neurologo lotta contro il tempo quando, nelle urgenze, deve limitare i danni di una malattia. Ma anche
quando deve formulare una diagnosi, che deve essere più precoce possibile. Per il Parkinson, la Sclerosi
multipla o le demenze, anche la terapia deve essere tempestiva, così da anticipare e prevenire il più
possibile i segni della degenerazione.
Ecco perché il filo rosso che si dipana lungo la Settimana Mondiale del Cervello 2016 (dal 14 al 20 marzo)
è appunto quello del tempo. «La rapidità e l'accuratezza dell'intervento del neurologo consente di ridurre o
annullare i danni che spesso condizionano fortemente la qualità di vita dei malati», spiega Leandro
Provinciali, presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN).
L'obiettivo è quello di coinvolgere i cittadini nella ricerca sul cervello. Perciò, oltre a conferenze sul territorio
nazionale, la SIN prevede anche lezioni e proiezioni nelle scuole secondarie, e visite guidate negli ospedali,
nei reparti e nei laboratori diagnostici dei centri di ricerca italiani che lavorano sul cervello.
Così dalle librerie di Alba ai licei di Palermo, gli esperti neurologi racconteranno al grande pubblico le
nuove frontiere delle neuroscienze.
Facendo luce su un organo che, come ricorda Provinciali, ancora cela molti segreti nonostante le
importanti scoperte di questi ultimi anni.
Tutto l'elenco delle diverse attività è su www.neuro.it
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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R SALUTE LA DATA
08/03/2016
Pag. 43
diffusione:262053
tiratura:371646
Infezioni. Due milioni di nuovi casi al mondo, quattromila in Italia. Colpa dei rapporti sessuali non protetti.
Hiv è di nuovo in primo piano. E spessissimo colpisce insieme all'epatite C Ma si cura. E in attesa c'è anche
l'approvazione di un farmaco capace di prevenire la malattia
ELVIRA NASELLI
L'OBIETTIVO è arrivare, entro il 2030, al 90-90-90: diagnosticare il 90 per cento delle infezioni da HIV, far
entrare in terapia il 90% dei diagnosticati e raggiungere l'abbattimento della carica virale nel 90% delle
persone in cura. Perché, se è vero che di Aids non si parla più, è altrettanto vero che l'epidemia avanza,
silenziosa e ignorata. Due milioni di nuovi casi ogni anno nel mondo, quattromila in Italia, segnala dal Croi,
il congresso annuale organizzato a Boston dalla società americana antivirale, Guido Silve- stri, professore
di Microbiologia alla Emory University School of Medicine di Atlanta. E così, mentre all'apertura del
congresso si sottolinea che il vero problema dell'Aids è che non fa più paura, il nostro ministero della Salute
prepara il primo piano nazionale Aids, che, tra le altre cose, dovrebbe prevedere la terapia orale preventiva,
la Prep, che in Francia si può prendere prima del rapporto sessuale a rischio. Un modo per limitare nuovi
contagi ed evitare che il virus si diffonda. Non a caso molte sessioni al Croi sono state dedicate alla
prevenzione: con l'anello vaginale a rilascio di dapivirina, costo cinque dollari (vedi
www.repubblica.it/salute/ benessere-donna/contraccezione); o i microbicidi per gli omosessuali uomini, da
usare prima e dopo il rapporto. I numeri dell'Aids - infatti - sono ancora da brivido: circa quaranta milioni di
infetti nel mondo, di cui solo 15 in trattamento. Certo, di Aids non si muore più, almeno in certi Paesi - come
ricorda Roberto Cauda, infettivologo alla Cattolica di Roma - ma neppure si guarisce, visto che la terapia va
fatta a vita, e che il costo di ogni malato è tutt'altro che irrilevante per i sistemi sanitari. Inoltre, la gran parte
delle infezioni non è più legata alla tossicodipendenza, ma ai rapporti sessuali senza profilattico, sia tra
etero che tra omosessuali. E se si considera che circa il 40 per cento di chi ha il virus non sa di averlo, si
intuisce come il sesso non protetto sia estremamente pericoloso. Per quanto riguarda l'obiettivo 90-90-90,
infine, sembra difficile da raggiungere. Si tratterebbe, infatti, di arrivare ad almeno 36 milioni di trattati sui 40
infetti, per raggiungere il fatidico 90 per cento. Partendo dai 15 già in trattamento, vuol dire che ne mancano
all'appello più di venti milioni. Un traguardo a portata di mano? «Facile a dirsi ma difficile a farsi - ragiona
Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto superiore di sanità - perché l'Aids è uscito
dalla fase emergenziale, i fondi continuano a diminuire, e ci sono problemi di difficile soluzione, come
raggiungere le cosiddette popolazioni chiave, che non hanno accesso ai test diagnostici e alla terapia e
diffondono il contagio: tossicodipendenti nell'Est Europa, detenuti, omosessuali maschi, transgender,
giovani donne in Africa i cui uomini non usano condom, prostitute. È difficilissimo raggiungere queste
categorie, perché in molti paesi queste categorie vengono emarginate. E non hanno accesso alle cure,
diventando più a rischio e infettando di più». Mettere in terapia queste persone - invece - impedirebbe il
diffondersi dell'infezione. Offrendo - come ribadisce l'Oms nelle sue linee guida - non solo un beneficio
personale per i malati, ma anche per la collettività, poiché il virus circola meno. La cura, infatti, è «più vicina
- conclude Vella - ma serviranno almeno dieci anni, mentre abbiamo già un vaccino che, sulle scimmie, ha
mostrato di indurre protezione assoluta». COSA CAUSANO I DUE VIRUS INSIEME FONTE
RIELABORAZIONE DA OPERSKALSKI E.A. & KOVACKS A. DA CURRENT HIV/ AIDS, 2011
INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI SISTEMA NERVOSO Disturbi cognitivi Demenza Neuropatia
periferica METABOLISMO Diabete mellito Disordini metabolici Attivazione immunitaria Disfunzione
immunologica FEGATO Steatosi Fibrosi Cirrosi INTESTINO Alterazioni del microbioma intestinale RENI
Insuffi cienza renale acuta e cronica OSSA Osteonecrosi Osteoporosi Fratture HCV HIV HIV - Virus
dell'Aids LEGENDA HCV - Virus dell'epatite SISTEMA IMMUNITARIO Infezioni opportunistiche (es.
tubercolosi) Aumento dell'incidenza dei tumori SISTEMA CARDIOVASCOLARE Infarto del miocardio Ictus.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Torna la paura dell'Aids ma la pillola per evitarlo c'è
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www.simit.org www.iss.it PER SAPERNE DI PIÙ
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Tumori. Una sostanza capace di sbloccare le difese del sistema immunitario Mettendolo in grado di
contrastare il cancro che uccide più di ogni altro. E consentire tassi di sopravvivenza del tutto inediti. Per la
prima volta il killer può diventare malattia cronica
AGNESE CODIGNOLA
SEMBRAVA IL NEMICO invincibile, quello contro il quale neppure i farmaci più intelligenti potevano
granché. Sempre più diffuso, dopo l'ingresso in massa, nei decenni scorsi, delle donne nel mondo dei
fumatori, e mortalità sempre altissima. Con nel mezzo, per i malati, mesi di terapie tanto pesanti quanto
poco efficaci. Ma ora, almeno per una parte di loro, le cose stanno per cambiare, grazie all'immunoterapia.
Ovvero grazie alla strategia antitumorale che sfrutta contro il cancro le normali difese che il nostro corpo
scatena quando si trova di fronte a creature anomale come le cellule neoplastiche; i nuovi farmaci le
liberano e stanno mostrando una potenza mai vista prima. Una buona notizia perché i primi antitumorali di
questo tipo stanno arrivando, anche nel nostro paese: sono anticorpi monoclonali, su tutti, il nivolumab,
primo approvato per il carcinoma polmonare. L'Italia, d'altro canto, è protagonista assoluta della ricerca
clinica fino dai primi, fondamentali studi. «Il concetto che sta alla base dell'immunoterapia - spiega Lucio
Crinò, direttore dell'Oncologia medica dell'Azienda Ospedaliera di Perugia, uno dei protagonisti di questi
studi - è semplice: il sistema immunitario, e in particolare i linfociti, non reagiscono al tumore perché
quest'ultimo mette in campo veri e propri sistemi di blocco, chiamati checkpoint e diventa così invisibile per
i normali sistemi di difesa. Quando lo abbiamo capito, la strada è apparsa in (relativa) discesa, e abbiamo
iniziato a lavorare sui freni, chiamati checkpoint, cercando di sbloccarli. Uno di questi è un complesso di
due proteine, una posizionata sui linfociti (le cellule del sistema immunitario preposte a difenderci, ndr),
chiamata PD1 (da Programmed Death 1), e una posizionata sulla cellula tumorale, PD-L1 (da PD1 Ligand),
e il nivolumab, legandosi a PD1, riesce appunto a spezzare l'abbraccio mortale tra le due, permettendo al
sistema immunitario di agire come fa quando incontra tutte le entità estranee». Gli studi che hanno
confermato l'efficacia del nivolumab sono stati condotti a livello internazionale su centinaia di persone con
tumori già avanzati di tipo squamoso (più legati al fumo) e su adenocarcinomi, e hanno mostrato la
superiorità dell'immunologico sulla chemioterapia: dopo un anno dalla cura, la sopravvivenza è di circa un
malato su quattro nel gruppo di controllo, e di uno su due in quello dei malati sottoposti a immunoterapia.
Non solo: la tossicità, diversa da quella della chemioterapia, è assai più sopportabile, come chiarisce
ancora Crinò: «Per lo più si hanno reazioni endocrine, che colpiscono soprattutto la tiroide o l'ipofisi o il
colon, e che solo in una minoranza di pazienti sono gravi; negli altri, i sintomi sono controllabili con
opportuni trattamenti preventivi, e di solito reversibili». Ma c'è di più. Spiega un altro protagonista degli studi
clinici sul farmaco, Cesare Gridelli, direttore del Dipartimento di onco-ematologia dell'Ospedale Moscati di
Avellino: «Quello che sta emergendo è che l'immunoterapia è particolarmente attiva nei tumori che hanno
molte mutazioni, proprio come quelli polmonari causati dal fumo, per lo più squamosi, anche se l'anticorpo
funziona pure negli adenocarcinomi, cioè nelle altre forme del cancro al polmone, e si sta lavorando molto
per capire come individuare i malati destinati a ottenere benefici, e come far diventare più sensibili alla cura
coloro che sembra ne abbiano meno». Insomma le medicine che lavorano sul sistema immunitario hanno
efficacia incomparabilmente superiore ai vecchi arnesi degli oncologi. «Ma è troppo presto - aggiunge
Gridelli - per dire se la resistenza al cancro dura a lungo, come accade per il melanoma, malattia per la
quale l'uso di queste terapie è in corso da più tempo. Non sappiamo se il sistema immunitario, una volta
sbloccato, impari a reagire sempre, cioè se la cura sia definitiva. Sappiamo però che le indicazioni che
giungono dai molti studi in corso su quasi tutte le forme tumorali lasciano ben sperare ». Altro terreno
ancora inesplorato è quello delle resistenze che il più delle volte insorgono quando si usano farmaci
antitumorali, anche intelligenti. In questo caso, chiarisce ancora Gridelli, «è possibile pensare ad
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Il polmone me lo curo da solo
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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assortimenti di più farmaci capaci di inibire i check point o a protocolli di vario tipo che mettono insieme
nuovi farmaci e chemioterapia o radioterapia. Esistono infatti altri monoclonali - alcuni dei quali già in clinica
- che agiscono con un meccanismo analogo a quello del nivolumab, ma su bersagli leggermente diversi
(sono in studio inibitori per almeno 5 checkpoint diversi), e ci sono prove già abbastanza convincenti del
fatto che un trattamento preliminare con una chemioterapia o una radioterapia studiate ad hoc rendano le
cellule tumorali più sensibili all'effetto delle terapie immunologiche; per questo si pensa a schemi di cura
con molti possibili assortimenti, che abbiano come risultato l'allungamento della vita di molti anni rispetto a
quanto possono offrire oggi le terapie standard». In ogni caso, ciò che l'immunoterapia sembra assicurare a
molti è una stabilizzazione, cioè la trasformazione del cancro in una malattia cronica, con la quale
convivere e vivere una vita di una qualità molto buona, che molto spesso non risente della cura in atto. Un
obbiettivo fino a pochissimo tempo fa a dir poco utopico, che nessun farmaco né cosiddetto intelligente né
biologico era riuscito neppure a sfiorare. Ancora non si sa se l'effetto è molto durevole. Si studiano cocktail
contro le resistenze 8 5 % A PICCOLE CELLULE meno frequente più aggressivo. Cresce e si diff onde
velocemente tipo più frequente, specie nei non fumatori. Evolve rapidamente secondo tipo più frequente.
Tende a evolvere lentamente Si sviluppa di solito vicino agli alveoli CIRCA Inizia spesso all'interno delle vie
aeree Si forma spesso nei bronchi centrali A GRANDI CELLULE ADENOCARCINOMA B SQUAMOSO La
maggior parte dei tumori inizia nelle cellule che rivestono i bronchi Trachea FONTE DATI 20142015 DELLA
FONDAZIONE IRCCS ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI DI MILANO / ISTITUTO SUPERIORE DI
SANITÀ / ANTONI RIBAS, RELEASING THE BRAKES ON CANCER IMMUNOTHERAPY UOMINI 1970
1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
2010 2012 2014 600 500 400 300 200 100 0 600 500 400 300 200 100 0 INCIDENZA MORTALITÀ 70
ANNI 5069 ANNI 049 ANNI 0-49 ANNI Casi stimati di tumore al polmone per 100mila maschi all'anno 70
ANNI Casi in aumento 50-69 ANNI Casi in diminuzione 27.440 38.460 11.020 SENZA TERAPIA
SOPRAVVIVENZA A LUNGO TERMINE d-1 eina specifi ca a cui si lega il Pd-1 Il lega prot la r CELLULA
TUMORALE I NUOVI CASI CELLULA TUMORALE Il blocco del Pd-1 permette l'attivazione immunitaria
L'immunoterapia riesce ad attivare il sistema immunitario e in questo modo recluta le naturali difese
dell'organismo in chiave antitumorale Membrana cellulare L'anticorpo della terapia si lega al recettore Pd-1
PD-1 e r Sostanze in grado di distruggere il tumore Lobo superiore sinistro Lobo inferiore sinistro PER
100MILA ABITANTI NEGI UOMINI NELLE DONNE TOTALE DI DIAGNOSI NEGLI UOMINI NELLE
DONNE NEL 2013 92 35 DONNE 1972 1974 1976 1978 1980 140 120 100 80 60 40 20 0 Casi stimati di
tumore al 50-69 ANNI Incidenza cresce +2% all'anno 0-49 ANNI Casi meno vincolati con il fumo ANNI % DI
SOPRAVVIVENZA 1 2 3 Con terapie convenzionali Gli eff etti non durano a lungo Senza cure % DI
SOPRAVVIVENZA ANNI 1 2 3 Senza cure Con immunoterapia Gli eff etti antitumorali sono durevoli
08/03/2016
Pag. 31
diffusione:40318
tiratura:80157
Riccardo Tomaselli
La Mutua basis assistance, primaria mutua italiana per numero di soci, ha nel 2015 segnato un ulteriore
anno in crescita, aumentando notevolmente il numero degli assistiti tra le famiglie, le aziende e gli enti.
Come dichiarato dal presidente di Mutua Mba, Massimiliano Alfieri, «sono sempre di più le richieste di
assistenza e tutela della salute e anche per questo motivo sono state fi nalizzate le operazioni di fusione
per incorporazione del Fondo Fasv, un fondo storico che pone le sue radici nel 1947, trasformato nel 1977
in fondo tra i dipendenti di Assolombarda Milano, Monza e Brianza, la più importante associazione di
Confindustria. Mutua Mba è stata scelta dagli enti bilaterali En.Bi.C. ,En.Bi.F. ed E.n.Bi.m.s. costituiti dalla
Cisal con Anpit, Cidec, Confazienda, Unica, Anaci, Saci e Unci, al fine di garantire la salute dei lavoratori
delle aziende iscritte. La capacità di innovare, di personalizzare i processi e renderli sempre più vicini
all'assistito, nell'unicità del rapporto no profi t, sono sempre più le armi del «sistema sanitario Mba». Mutua
Mba, per una migliore trasparenza verso i soci, affi da la certifi cazione del suo bilancio alla Kpmg, tra i più
grandi organi di revisione al mondo. Dal 2016 Mutua Mba ha introdotto un nuovo modello prestazionale per
i lavoratori delle Aziende del sistema bilaterale sopra citato e infatti saranno inserite nel piano sanitario già
applicato per l'anno 2015 delle prestazioni aggiuntive, come la diaria da ricovero, trattamenti fi sioterapici e
cure dentarie post infortunio ma anche incrementi relativi alle prestazioni già in essere, come l'aumento fi
no a € 6.500 per le spese di alta diagnostica e il sostegno fi no a € 10 mila per le correzioni di
malformazioni congenite nei neonati. È stata inoltre prevista una detartrasi per tutti i lavoratori, che
potranno estendere la totalità delle prestazioni anche alla famiglia. Queste le prestazioni annunciate da
Luciano Dragonetti, consigliere di amministrazione di Mutua Mba, ponendo l'accento anche sugli aspetti più
sociali, pensando a tutte quelle famiglie di lavoratori che, a seguito di una prematura scomparsa degli
stessi, si trovino in diffi coltà anche per le prime spese di sostegno. Mutua Mba ha quindi elaborato in
accordo con gli Enti bilaterali due importanti aree di sostegno economico a favore dei lavoratori e delle loro
famiglie, prevedendo dei sussidi sia per un grave evento invalidante da infortunio, sia per il sostegno ai
superstiti. Riccardo Tomaselli, coordinatore nazionale Mba
Foto: Gli addetti ai lavori fanno il punto sulla Mutua Mba
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Crescono le prestazioni degli Enti bilaterali Cisal
08/03/2016
Pag. 11
diffusione:125505
tiratura:158674
Gemelli, nasce centro per malattie femminili
Nuovo reparto dedicato alla salute della donna Lorenzin : ora avanti con i farmaci di genere
ALESSIA GUERRIERI
Un nuovo dono alle donne, specializzato in tutte le malattie femminili: dal dolore pelvico all'incontinenza,
fino alla riabilitazione post parto. Il Polo donna-bambino del policlinico Gemelli, una sorta di ospedale
nell'ospedale, si arricchisce infatti di un nuovo tassello: un centro di medicina e chirurgia ricostruttiva
pelvica. Operativa tra un mese, la struttura composta da 6 ambulatori sarà la prima in Italia interamente
dedicata a queste patologie - che colpiscono almeno 10mila persone all'anno - che spesso non trovano
risposte adeguate, fiaccando anche psicologicamente le donne. «Prendersi cura di loro vuol dire aiutare le
famiglie e l'intera società», ricorda appunto il ministro della salute Beatrice Lorenzin, intervenendo ieri
all'inaugurazione, perché «attraverso le donne passa l'educazione alla salute e ai corretti stili di vita dei
giovani». Nel «riconoscimento delle differenze», anche nei medicinali, perciò si fonda la medicina del
futuro; così, per l'8 marzo 2017, la sfida lanciata dal ministro è appunto la «farmacologia e la clinica di
genere». Uno step a cui il nosocomio romano sta già lavorando, ammette il direttore del Polo Giovanni
Scambia, con un reparto specializzato «che si dedicherà agli effetti dei farmaci sulla salute della donna,
operativo probabilmente entro la fine del 2016». Ora intanto, il nuovo centro aiuterà «a prendersi cura delle
donne in ogni arco della vita». Inaugurarlo alla vigilia del 8 marzo, «è il nostro piccolo, ma importante
contributo alla sua salute», aggiunge il responsabile del centro Mauro Cervigni. E a fare ricerca e
formazione, «coinvolgendo l'accademia a 360 gradi», dice il vice preside della facoltà di Medicina
dell'università del Sacro Cuore Pierluigi Granone. Le pareti e le porte rosa, così come le sale visite nel
massimo rispetto della privacy sono quel surplus di attenzione doveroso per disturbi imbarazzanti. A
benedire i locali, dopo il taglio del nastro, ribadendo la particolarità della donna, «il suo senso dell'umano e
della percezione della vita» è proprio l'assistente ecclesiastico generale della Cattolica, monsignor Claudio
Giuliodori, insieme al valore che il Gemelli e la Chiesa le riconosce. «Se avessimo guardato solo agli
aspetti economici, non lo avremmo fatto», è la precisazione del presidente della Fondazione Gemelli Enrico
Zampedri, ricordando che le patologie delle donne «hanno un impatto forte sulla vita delle famiglie». ©
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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L'inaugurazione
08/03/2016
Pag. 5
diffusione:77281
tiratura:142594
I medici sul piede di guerra: «Il governo dimentica la salute»
Domani l'incontro decisivo con l'esecutivo I camici bianchi chiedono meno precariato e più investimenti
anche nelle strutture
Francesca Angeli
Roma La sanità pubblica non è in salute. Tutti i medici (ospedalieri, pediatri e medici di famiglia) sono sul
piede di guerra pronti a due giorni di black out totale il 17 ed il 18 marzo dopo lo sciopero generale del 16
dicembre. Da ieri si stanno svolgendo assemblee negli ospedali di un centinaio di città durante le quali
ovviamente la routine dell'assistenza subirà rallentamenti. I medici non vogliono creare disagi ai pazienti
ma sottolineano che la posta in gioco, il diritto alla salute dei cittadini, è troppo alta. Domani mattina il
governo incontrerà i sindacati nel tentativo di scongiurare le due giornate di sciopero già proclamate.
All'incontro saranno presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, il ministro
della Pubblica amministrazione, Marianna Madia e naturalmente il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin,
pronta ad ascoltare le richieste dei camici bianchi. Costantino Troise, segretario nazionale dell' Anaao
Assomed, spiega perché i camici bianchi si sono spinti fino al muro contro muro con il governo. «Il
perimetro della sanità pubblica diminuisce giorno dopo giorno mentre aumentano i costi a carico dei privati dice Troise - Assistiamo a una progressiva riduzione sia della qualità sia della quantità del servizio sanitario
nazionale, basta vedere quello che accade in pronto soccorso con la caccia al posto letto». Il quadro dipinto
da Troise è sconfortante. I medici sono sempre più anziani e non vengono sostituiti quando vanno in
pensione. L'età media è salita a 55 anni e Troise sottolinea come negli ospedali medici di 70 anni siano
ancora costretti a fare i turni nei festivi e le guardie notturne. I giovani laureati emigrano perché all'estero
trovano contratti migliori. Turni pesanti anche lì certamente, ma retribuiti meglio e con migliori prospettive di
carriera. La vita del paziente si è fatta ancora più difficile. Le liste di attesa per un esame o una visita
specialistica arrivano a sei mesi di media negli ospedale del Meridione. La spesa a carico dei privati nel
2014 è salita a 33 miliardi ed è in continuo aumento. Non stupisce che lo scorso anno un cittadino su 10
abbia rinunciato a curarsi per motivi economici. In 6 anni il personale medico e infermieristico è diminuito di
25mila unità mentre la popolazione invecchia e i malati cronici aumentano. Da 10 anni nel Lazio e in
Campania non viene indetto un concorso per medici e nel frattempo sono stati tagliati 70mila posti letto. La
strada intrapresa anni fa prevedeva sì il taglio dei posti letto ospedalieri per acuti, ma affiancato dal
potenziamento dei servizi territoriali: dall'assistenza domiciliare ai poliambulatori aperti h24 . I tagli ci sono
stati, il potenziamento no. Troise domani al ministro chiederà due cose. «Quale sia il modello di sanità che
vuole per questo Paese e quale ruolo devono avere i medici? - conclude Troise - È necessario investire sul
capitale umano ed eliminare il precariato come è stato fatto per la scuola». LE CIFRE DELLA CRISI Fonte:
Istat 55 anni età media dei medici dipendenti 10% Gli italiani che nel 2015 hanno rinunciato a curarsi per
motivi economici 25 mila Medici e infermieri in meno rispetto a sei anni fa 70 mila I posti letto persi in 10
anni 33 miliardi La spesa privata nel 2014 per ticket, esami e prestazioni 2,9 punti di Pil
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La protesta del 17 e 18 marzo coinvolge ospedali, pediatri e assistenza di base
08/03/2016
Pag. 12
SPECIALE 8 MARZO
diffusione:10242
tiratura:39056
FILOMENA GALLO
Ogni anno, tra mimose e cioccolatini, in tanti dimenticano che la giornata dell'8 marzo affonda le proprie
radici nella lotta per la dignità e l'uguaglianza che, nel secolo scorso, tante donne e lavoratrici hanno
condotto anche a costo della vita. In oltre cento anni sono cambiate molte cose, ma non abbastanza da
rendere giustizia al loro sacrificio. Il tasso di occupazione femminile cresce, ma la piena equiparazione degli
stipendi e dei ruoli resta una meta lontana. Soprattutto in Italia, dove storie di maltrattamenti e violenza
sulle donne, dentro e fuori la famiglia, sono purtroppo all'ordine del giorno. C'è però un capitolo che quasi
mai si affronta con la dovuta attenzione: quello delle violenze inflitte alle donne dalla legge. Ad esempio alle
donne che, costrette a interrompere una gravidanza, devono scontrarsi con la quotidiana violazione della
legge 194. Com'è noto, il numero di medici obiettori è in costante crescita, al punto che nel 35% delle
strutture italiane autorizzate non si eseguono più aborti. Le Regioni, chiamate a vigilare sull'applicazione
della legge, tacciono. Mentre il governo addirittura punisce le vittime di questa violazione, cioè le donne,
con un vertiginoso innalzamento della multa per aborto clandestino: una misura che riporta il Paese a un
clima pre 194. Questa imperdonabile leggerezza da parte dell'esecutivo porta in superficie anche una
contraddizione marchiana. Se da una parte il ministro Lorenzin finge di ignorare come l'obiezione di
coscienza abbia causato il ritorno della piaga dell'aborto clandestino tanto da non farne menzione nella sua
relazione al Parlamento sull'applicazione della legge 194 - dall'altra intende punire con multe salatissime le
donne che sono costrette a farvi ricorso, poiché non riescono a ottenere l'interruzione di gravidanza per vie
legali proprio a causa dell'aumento di medici obiettori. Il risultato è che invece di occuparsi della salute delle
donne, vigilando sul rispetto della legge e sanzionando chi non garantisce l'accesso all'interruzione di
gravidanza, lo Stato si accanisce sulle vittime punendole due volte: prima con la privazione dei diritti, poi
con migliaia di euro di multa. Per non parlare, poi, della quotidiana lapidazione pubblica nel nome della
difesa della vita a cui sono sottoposte coloro che, attraverso la procreazione assistita, non vorrebbero che
generarla, questa vita. Sono tantissime le donne che dal 2004 a oggi hanno dovuto combattere nei tribunali
per smantellare i divieti liberticidi della 40, che nessun Governo ha mai voluto riformare. Per fortuna a
tutelare i cittadini c'è la Carta Costituzionale, che dovrebbe essere alla base di tutte le leggi. E ci sono i
giudici della Consulta, posti a guardia dei fondamenti costituzionali, che per tre volte hanno bocciato i divieti
liberticidi della legge 40 e il prossimo 22 marzo si pronunceranno di nuovo sul divieto di utilizzo per la
ricerca degli embrioni italiani non idonei alla gravidanza. Embrioni condannati alla distruzione, mentre i
nostri ricercatori devono importarli dall'estero per continuare a cercare la cura per il parkinson, il diabete e
altre gravi patologie. Un altro schiaffo alle donne arriva dal dibattito di questi giorni sulla criminalizzazione
della gestazione per altri, etichettata con la definizione dispregiativa di "utero in affitto". E' infatti chiaro che
uno stato pronto a proibire la libertà di una donna di contribuire alla nascita di un bambino per altri, sarà
anche pronto a proibire la scelta della interruzione volontaria di gravidanza. Ecco perché come
Associazione Luca Coscioni abbiamo presentato una proposta di legge per regolamentare anche in Italia la
gravidanza per altri. Crediamo infatti che soltanto con una buona legge sia possibile combattere lo
sfruttamento e, al contempo, garantire a tutti pari diritti. Per le donne italiane c'è dunque ben poco da
festeggiare. Questo 8 marzo dovrebbe invece servire ad accendere i riflettori sul rischio di un'involuzione
culturale. Una tendenza che va contrastata sgombrando il terreno del diritto dagli argomenti da stato etico
con cui, anche in Parlamento, si vorrebbero condizionare le scelte e le libertà individuali. In questa nuova
battaglia per difendere diritti che si ritenevano ormai acquisiti e per rivendicare la propria libertà di scelta e
di autodeterminazione, è però necessario che i cittadini tornino a fare squadra. All'Italia serve una nuova
grande stagione di mobilitazione sui diritti e le libertà civili, delle donne e non solo. La strada è ancora lunga
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Pericolo involuzione, facciamo squadra
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SPECIALE 8 MARZO
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/03/2016
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e l'obiettivo non è dietro l'angolo. Noi Radicali siamo come sempre in prima fila dalla parte di cittadini, per
riportare al centro di una politica sorda e troppo lontana la vita reale delle persone.
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Pag. 1 N.9 - 8 marzo 2016
Ospedali-azienda, dieta da 1,8 mld
Maglia nera a Sicilia, Campania e Lazio - Ritorno graduale dal deficit nei casi più critici
Emiliano Calabrese
È di oltre 1,8 miliardi (dati 2014) l'eccesso di spesa che le 53 aziende ospedaliere, individuate attraverso le
schema di decreto ministeriale per la predisposizione dei piani di rientro, dovranno recuperare nei prossimi
tre anni. È l'amaro verdetto che traspare dalla bozza del documento del ministero della Salute, in
applicazione della manovra 2016, che fissa i criteri per effettuare le valutazioni delle varie aziende
ospedaliere, ospedaliere universitarie (Aou), Irccs e altri enti pubblici che erogano le prestazioni di ricovero
e cura. CALABRESE A PAG. 4--5 Èdi oltre 1,8 miliardi (dati 2014) l'eccesso di spesa che le 53 aziende
ospedaliere, individuate attraverso le schema di decreto ministeriale per la predisposizione dei piani di
rientro, dovranno recuperare nei prossimi tre anni. È questo l'amaro verdetto che traspare leggendo la
bozza del documento redatto dal ministero della Salute, che il comma 526 prevedeva entro 30 giorni
dall'uscita della legge, che fissa i criteri per effettuare le valutazioni delle varie aziende ospedaliere (Ao),
ospedaliere universitarie (Aou), istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici (Irccs) nonché gli
altri enti pubblici che erogano prestazioni di ricovero e cura. Insomma, a quello che si può definire un vero e
proprio "tsunami", sono davvero poche le Regioni a salvarsi, tra queste dovrebbero esserci l'EmiliaRomagna e l'Umbria quest'ultima, recentemente, confermata Regione benchmark per il 2016. Se la
Conferenza Stato-Regioni darà il via libera definitivo, circa il 50% delle aziende ospedaliere del nostro
Paese dovranno attenersi alla dieta prevista dal decreto. Da osservare che per la prima volta assumono un
ruolo determinante le valutazioni relative a volumi, qualità ed esiti delle cure comma 524 lettera b) -. Ma
importanti novità sono previste anche per quel che riguarda l'"inefficienza gestionale" comma 524 lettera a)
- che tiene conto della differenza tariffaria presente tra le Regioni, fissando un criterio di normalizzazione. Il
risultato di tutto ciò ha portato i tecnici del ministero guidato dalla Lorenzin a valutare in 1,841 miliardi la
spesa eccessiva da comprimere, fissando l'obiettivo minimo di risparmio, da raggiungere nell'arco dei tre
anni, a poco meno di 1,5 miliardi (vedi tabella "Sintesi regionale di applicazione delle metodologie di cui al
comma 524 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016" - pag. 33 dello schema di decreto). Ma quali sono le
Regioni che presentano le maggiori inefficienze? La parte del leone - si fa per dire - spetterebbe alla
Campania che, secondo lo schema di decreto, vedrebbe tutte e 10 le sue aziende ospedaliere sottoposte a
piano di rientro con circa 310 milioni di risparmi da effettuare. Segue poi la Sicilia. In questo caso le aziende
ospedaliere sotto lente del decreto sarebbero 8 su un totale di 9, ma i livelli di risparmio supererebbero
quelli campani attestandosi a oltre 340 milioni. Non poteva mancare il Lazio con 6 aziende su 9 e più di 260
milioni da efficientare. Nella tabella del ministero sono presenti anche le Regioni del Nord. Tra queste il
Piemonte con una sola azienda ma ben 160 milioni da recuperare, la Lombardia con 5 aziende su 35 e
oltre 140 milioni di possibili inefficienze e infine la Liguria che presenta entrambe le sue strutture fuori
parametri con circa 137 milioni di possibili risparmi. Anche la Toscana avrà il suo bel da fare considerato
che presenta 3 aziende, con 71 milioni di euro di spese eccedenti, in piano di rientro. Non viene risparmiato
neanche il Nord Est. La Regione della presidente Serracchiani (Fvg) potrebbe ritrovarsi ben 4 delle sue 5
aziende in piano di rientro con l'obiettivo di recuperare poco meno di 100 milioni. Anche il Veneto compare
nella tabella del ministero, ma in questo caso la spesa eccessiva riguarderebbe una sola azienda per circa
16 milioni di euro. Vedremo nei prossimi giorni quali saranno le ripercussioni. Certo inizia a prendere corpo
il confronto con quanto dichiarato recentemente dal presidente dell'Aiop, l'associazione che raggruppa
l'ospedalità privata, che individuava in 4-5 miliardi i possibili risparmi per le casse dello Stato se le aziende
pubbliche fossero gestite come nel privato.
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Nella bozza di decreto della Salute sui piani di rientro H la stima di un rosso per 53 strutture del Ssn
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Pag. 1 N.9 - 8 marzo 2016
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Sintesi regionale di applicazione della metodologia di cui al comma 524 dell'articolo 1 della legge di
Stabilità 2016 ( Piemonte 183.036 146.429 1 - - 1 V. d'Aosta - - - - - Lombardia 141.222 141.222 4 1 - 5 Pa
Bolzano - - - - - Pa Trento - - - - - Veneto 16.337 16.337 1 - - 1 Friuli V.G. 92.545 79.216 3 1 - 4 Liguria 137.89
94.864 1 - 1 2 Emilia R. - - - - - Toscana 71.953 71.953 2 1 - 3 Umbria - - - - - - Marche - - - 2 - 2 Lazio 282.650 213
3 - 2 6 Abruzzo - - - - - Molise - - - - - Campania 309.081 228.052 3 3 4 10 Puglia 48.730 48.730 2 1 - 3 Basilicata 1 - 1 Calabria 105.552 94.085 - - 4 4 Sicilia 340.250 243.990 5 - 3 8 Sardegna 112.247 75.967 2 - 1 3 Totale
1.841.499 1.453.883 27 11 15 53 P r T R P a i R r ( i c l N i c l N p T ( R a i ( R ( N i c l N i c l N p ( N
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Lucilla Vazza
La sanità resta uno dei settori più a rischio corruzione. Parola di Raffaele Cantone, presidente dell'Anac
audito dalla commissione Igiene del Senato. VAZZA A PAG. 7 Corruzione e sanità, il binomio resta
purtroppo indissolubile. A Sud come a Nord, dove le cricche del malaffare si spartiscono il bottino negli
appalti, negli accreditamenti e in tutte quelle pieghe tra legalità e illegalità in cui la mazzetta e i favoritismi
continuano a farsi largo. «La sanità è oggetto da sempre di interesse di gruppi affaristici, del malaffare. A
Sud in forme tipicamente legate alla criminalità organizzata, la mafia al Nord lo fa negli appalti e lo fa nella
sanità. Ed è indubbio che i fenomeni distorsivi abbiano un costo rispetto ai servizi sanitari». Questo, per
Cantone, «è il prezzo del malaffare che è costretto a pagare il Ssn, che invece resta uno dei grandi vanti
italiani di cui andare fieri». Parola di Raffaele Cantone , il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione,
in audizione alla commissione Igiene e Sanità del Senato lo scorso giovedì. La missione di Cantone è
rendere la lotta alla corruzione una pratica possibile, concreta e non un totem da adorare, astratto e
inarrivabile. Per questo nei mesi scorsi insieme all'Agenas, l'anticorruzione ha presentato un "addendum"
sanitario al piano nazionale Anac. Regole chiare per chi lavora nella sanità pubblica, trasparenza
misurabile e verificabile. «Da tempo la penetrazione delle associazioni mafiose nella pubblica
amministrazione comporta degli episodi di corruzione», per questo Cantone ha più volte sottolineato
davanti ai senatori, l'importanza dei piani anticorruzione degli enti pubblici: «La normativa anticorruzione è
ormai diventata imponente, con il rischio di vanificare gli obiettivi per eccesso di regole. Abbiamo approvato
da pochi mesi il nuovo piano nazionale, ora bisogna dare il tempo alla Pa di adeguarsi». Il magistrato
Cantone non si è tirato indietro alla domanda specifica dei senatori sul livello reale di applicazione della
normativa nelle Asl: «Negli enti sanitari, c'è un altissimo adempimento formale. Stiamo valutando con
l'Agenas di avviare ispezioni per verificare cosa c'è di concreto». La sanità è il settore che ha più dipendenti
formati a questi obiettivi, personale preposto, manager della trasparenza. «I piani "fotocopiati" da quello
nazionale, presentati come puri atti formali non sono utili». Per questo, la sfida dei prossimi mesi sarà il
salto di qualità per passare dal livello di rispetto formale alla pratica "sostanziale", con risultati concreti.
Nessun dirigente potrà più dire «Non sapevo, non mi ero accorto». Accreditamenti che "scottano".
Nell'esposizione a 360 gradi, non poteva non saltare fuori il tema degli accreditamenti delle strutture
private: «Dove la commistione tra privato e pubblico non sempre è lecita», perché ha spiegato: «In sanità, il
problema della scelta dei privati accreditati è, in alcuni casi, più difficile da toccare dell'alta tensione.
Abbiamo situazioni di monopoli, di potentati, che vigono da sempre e che ormai si sono strutturate». Per
questo, l'autorità sta valutando di effettuare attività ispettiva mirata insieme all'Agenas. E Cantone si è
riallacciato anche al tema degli appalti sanitari, dove sono partiti i primi commissariamenti come nel caso
dell'Ospedale Israelitico di Roma e più di recente in Lombardia, su sollecitazione del governatore Roberto
Maroni. E la corruzione insidia un altro ambito apparentemente slegato dalla sanità: i servizi funebri. Sul
business del caro estino, il presidente Anac è andato giù senza mezzi termini: «Serve una white list per le
imprese in regola, parliamo di un settore dove in alcune zone del Sud l'evasione fiscale è al 500% e oltre il
50% degli operatori è pregiudicato». Calcolo del prezzo di riferiment o : ad altri la patata bollente. E
Cantone partendo dal tema del costo (ormai divenuto mitologico) della siringa, e per questo poi
rimproverato dalla senatrice Nerina Dirindin, ha lanciato una proposta che sa di resa: «Nei prossimi giorni
presenteremo un proposta di modifica al Parlamento per coinvolgere altre istituzioni o per affidare
direttamente ad altri soggetti il calcolo del prezzo di riferimento per il settore sanitario, di cui ora si occupa
l'Authority anticorruzione». Alla fine dell'audizione la presidente della commissione Emilia Grazia De Biasi
«Ringrazio sentitamente Raffaele Cantone per il quadro fatto sulla corruzione in sanità con elementi che ci
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Cantone sente odore di mafia
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aiuteranno nel nostro lavoro istituzionale». E ha sottolineato che l'introduzione in Italia del Foia (Freedom of
information act) è «un grande strumento di trasparenza e diritto all'accesso degli atti pubblici da parte dei
cittadini, perché - ha concluso De Biasi - è emerso chiaramente che la migliore spending review è non
rubare».
Foto: Il piano della prevenzione della corruzione non è solo un meccanismo etico e non permetterà più ai
dirigenti della sanità di dire «non lo sapevo», «non avevo capito» NELL'INSERTO
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Telemedicina solo per pochi
Il vuoto-tariffe e il "digital divide" tra gli ostacoli al decollo
Paolo Locatelli Chiara Sgarbossa Niccolò Ballerio
La fotografia dei servizi di telemedicina scattata dall'Osservatorio Innovazione digitale in Sanità del
Politecnico di Milano mostra un quadro "a macchia di leopardo". Infatti, nonostante nel 2014 circa il 37%
delle strutture socio-sanitarie italiane abbia investito in telemedicina per circa 14 milioni di euro, l'assenza di
tariffe per la rimborsabilità delle cure in remoto e il persistente "digital divide" frenano lo sviluppo.
Teleconsulto abituale solo per il 6% dei medici di medicina generale. SERVIZI A PAG. 8--9 L'evoluzione
demografica in atto e la conseguente modifica dei bisogni di salute della popolazione, con una quota
crescente di anziani (con un'aspettativa di vita pari a 82,9 anni, l'Italia si conferma come il Paese più
longevo d'Europa dopo la Spagna - Rapporto Bes, Istat 2015 ) e di malati cronici (in Italia il 68,5% degli
over 65 presenta limitazioni funzionali lievi, invalidità o patologie croniche gravi - Inclusione sociale delle
persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, Istat 2015 ), rendono sempre più necessario
un ridisegno strutturale e organizzativo della rete dei servizi sanitari, soprattutto nell'ottica di rafforzare
l'ambito territoriale di assistenza. Come evidenzia il "Patto per la Sanità digitale", nel nostro Paese il ruolo
delle tecnologie digitali è sempre più cruciale per la realizzazione di modelli assistenziali e organizzativi
rispondenti alle nuove necessità di salute, grazie a una diversa interazione tra gli operatori del sistema
socio-sanitario e tra questi e i cittadini. In questo quadro, la Telemedicina è una delle principali soluzioni in
grado di mettere in rete il sistema di cura e assistenza, spostando i servizi dalle strutture sanitarie verso il
territorio, facendo leva sull'"empowerment" di cittadini e pazienti. La fotografia della situazione attuale scattata nel 2015 dall'Osservatorio Innovazione digitale in Sanità del Politecnico di Milano - mostra tuttavia
un quadro ancora a "macchia di leopardo" nel nostro Paese, con uno sviluppo organico e diffuso solo di
alcune soluzioni. Infatti, nonostante nel 2014 circa il 37% delle strutture socio-sanitarie italiane abbia
investito in Telemedicina, per un valore complessivo stimato pari a 14 milioni di euro, il livello di diffusione è
ancora limitato. Analizzando lo stato di adozione di soluzioni di Telemedicina da parte delle strutture
sanitarie italiane (figura 1) i servizi più diffusi e adottati - quantomeno a livello di prime sperimentazioni sono quelli che consentono attività di consulenza a distanza fra medici appartenenti a diversi dipartimenti o
Aziende (Tele-consulto), presenti nel 62% delle aziende del campione. Seguono, con largo distacco e
percentuali tra il 12 e il 10%, i servizi di Tele-salute (diagnosi, monitoraggio e gestione di pazienti cronici a
distanza), Tele-assistenza (presa in carico socio-assistenziale a distanza di persona anziana e fragile) e
Tele-cooperazione (assistenza da remoto di un operatore sanitario a un altro impegnato in un atto sanitario
, anche d'urgenza). Infine la Tele-riabilitazione ha presenza limitata al 7%, ma una buona presenza di
progettualità destinate a essere introdotte entro la fine del 2015, e i servizi di Tele-visita chiudono la
classifica con un 5% di presenza. Secondo le Direzioni strategiche delle aziende sanitarie, il principale
driver all'adozione di soluzioni di Telemedicina è legato alla definizione di nuovi modelli organizzativi di
integrazione socio-sanitaria, che possano essere poi supportati da tecnologie digitali. Dall'altro lato,
ritengono che le principali barriere siano invece riconducibili alle tecnologie e alle infrastrutture: il digital
divide può rappresentare un ostacolo tale da impedire il collegamento e lo scambio di informazioni tra
ospedale e territorio. Nonostante i bassi livelli di adozione, i benefici che le soluzioni di Telemedicina
possono apportare sono tuttavia chiari: secondo le Direzioni Strategiche delle aziende sanitarie grazie alla
Telemedicina è possibile migliorare la continuità della cura (beneficio rilevato dal 56% dei direttori
rispondenti), il coordinamento tra i diversi attori interni ed esterni all'azienda (36%) e l'accessibilità - in
termini di tempi e costi - per accedere ai servizi (31%). Anche i cittadini sembrano aver preso
consapevolezza delle potenzialità della Telemedicina: secondo la rilevazione effettuata da Voices from the
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POLITECNICO DI MILANO
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Blogs in collaborazione con l'Osservatorio, su 400.000 testi presenti in rete (blog, forum, news, Twitter,
Facebook) riguardanti l'eHealth il 26% riguardano la Telemedicina, risultando il secondo tema più
"discusso" dopo i servizi online. Secondo il web i benefici dell'eHealth più rilevanti riguardano proprio la
possibilità di monitorare i pazienti da remoto (24%) e di consentire quindi un risparmio di tempo per medici
e pazienti (16%). Tali dati sono coerenti con la Ricerca svolta dall'Osservatorio, in collaborazione con
Doxapharma su un campione di 1.000 cittadini, da cui emerge che - oltre ai tradizionali servizi di
Telemedicina ritenuti di interesse per il 16% del campione gli italiani sono interessati anche ad ambiti di
frontiera che possono supportare o agevolare l'introduzione di servizi di Telemedicina, quali ad esempio le
App per la salute e i dispositivi wearable. L'11% dei cittadini, infatti, ha utilizzato nell'ultimo anno App per
conoscere informazioni nutrizionali sugli alimenti e un ulteriore 11% è interessato a utilizzarle. Meno
utilizzate (6%), ma di interesse (10%), le App per monitorare i parametri vitali (es. pressione, frequenza
cardiaca, ecc.), spesso connesse a dispositivi indossabili (es. orologio, bracciale, ecc.). Alla luce
dell'interesse verso il tema da parte dei diversi attori, è lecito domandarsi cosa limiti una reale diffusione dei
servizi di Telemedicina in Italia: le linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina emesse dal ministero della
Salute nel gennaio 2014 hanno infatti consentito a tutti gli addetti ai lavori di disporre di un quadro unitario,
promuovendo la messa a regime di quei progetti di Telemedicina che troppo spesso in passato sono stati
relegati a una fase di sperimentazione perenne. Ciò nonostante, come emerso dai dati della Ricerca,
questo non sembra essere sufficiente: per dare un reale impulso alla diffusione della Telemedicina in Italia
è auspicabile la definizione tariffaria per la rimborsabilità delle prestazioni svolte in remoto, consentendo
così alle amministrazioni una congrua pianificazione e allocazione dei costi. pagine a cura di Paolo Locatelli
Chiara Sgarbossa Niccolò Ballerio osservatorio Innovazione digitale in Sanità School of management del
Politecnico di Milano
Figura 1 - L'adozione delle soluzioni di Telemedicina 5% Tele-consulto tra strutture ospedaliere/dipartimenti
7% 10% 12% 7% 62% 2% Tele-salute Tele-visita Tele-assistenza 10% 2% Tele-cooperazione Teleriabilitazione Campione: 42 Cio Presente Introduzione prevista (entro il 2015) Fonte grafici: Osservatorio
Innovazione digitale in Sanità - School of management del Politecnico di Milano www.osservatori.net
Figura 3 - Strumenti utilizzati dai Mmg per interagire con i pazienti Sms 67% 84% 6% 5% E-mail Whatsapp
Social network Blog e forum 17% 15% Utilizzo Non utilizzo ma sono interessato 14% 24% 6% 60% 14%
42% 18% 37% 40% 14% Campione: 752 Mmg App per la salute e il benessere App per la comunicazione e
la raccolta di dati sulla salute Monitoraggio dei pazienti tramite l'utilizzo di dispositivi indossabili
VITA IN FARMACIA
18 articoli
08/03/2016
Pag. 26 Ed. Bologna
diffusione:106545
tiratura:136843
Al via il cantiere nella Comunale di via Matteotti
- CASTEL SAN PIETRO - HA PRESO il via ieri il consistente intervento di ristrutturazione e rinnovamento
della Farmacia Comunale di via Matteotti 74, programmato a pochi mesi dall'inizio della nuova gestione da
parte della società pubblica Sfera. I lavori dureranno due mesi, ma la farmacia resterà chiusa solo nelle
ultime tre settimane, da domenica 17 aprile a venerdì 6 maggio compreso. «E' un intervento che porterà ad
una nuova 'nostra' farmacia comunale, efficiente, competitiva e gradevole per tutti i cittadini - sottolinea il
sindaco Fausto Tinti -. Ci scusiamo per i disagi che i lavori potranno causare». Gli interventi di
manutenzione straordinaria prevedono la totale riorganizzazione dei locali al piano terra in modo da
ampliare lo spazio di vendita, la ridistribuzione dei locali al primo piano da destinare a deposito e
magazzino automatizzato, lo spostamento dell'area per le preparazioni galeniche, la realizzazione al primo
piano anche di un locale adibito a trattamenti fisioterapici e/o estetici e relativo servizio igienico, il
trasferimento al piano terra dello spogliatoio e del servizio per il personale della farmacia. Grazie al nuovo
magazzino automatizzato al primo piano, i farmaci saranno caricati dagli operatori in un macchinario e
consegnati in modo automatico, attraverso nastri e chiocciole di distribuzione orizzontale e verticale, in
prossimità delle postazioni di vendita. Anche gli arredi saranno completamente rinnovati, per rendere più
razionale e confortevole il servizio, e sono previste aree riservate a Cup, autoanalisi e trattamenti cosmetici.
La riqualificazione riguarderà anche la corte interna comune, con la regimazione delle acque, la nuova
pavimentazione, la creazione di una rampa per l'abbattimento delle barriere architettoniche esistenti e di un
ascensore.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FARMACIE
08/03/2016
Pag. 9 Ed. Ferrara
diffusione:106545
tiratura:136843
ANCORA UNA VOLTA il 'Centro Regionale di Riferimento Antidoti', che ha la propria sede presso la
farmacia dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara, ha fornito l'antidoto grazie al quale una
persona è riuscita a salvarsi. In questo caso il farmaco, fornito in prima battuta dall'ospedale di Modena nel
quale il paziente intossicato era stato preso in carico, è stato poi inviato da Ferrara a Modena per
consentire la prosecuzione della terapia. La farmacia ospedaliera di Cona ha infatti permesso di rendere
disponibile l'antidoto nel tempo necessario, grazie al monitoraggio e al costante aggiornamento (tramite un
apposito portale web) delle giacenze antidotiche nelle sedi delle province della nostra regione, effettuato
attraverso la 'rete regionale degli antidoti' di cui Ferrara come detto è il centro di coordinamento. I FATTI
sono accaduti la scorsa settimana in provincia di Modena dove un uomo, dopo aver assunto una quantità
imprecisata di digossina (una sostanza contenuta in vari tipi di farmaci, specie per il trattamento della
fibrillazione atriale), è stato portato, in gravi condizioni, al pronto soccorso dell'ospedale di Baggiovara
(Modena). Successivamente il paziente è stato trasferito nel reparto di Terapia Intensiva, dove è tuttora
ricoverato anche se non in pericolo di vita. LA FARMACIA del Sant'Anna, - diretta da Paola Scanavacca,
mentre Anna Marra è la responsabile del servizio di erogazione diretta - attivata a questo punto dal
personale sanitario di Modena, è intervenuta fornendo il necessario, ripristinando la scorta di Digifab di
Modena, in quanto l'ospedale di Baggiovara aveva usato le ultime quattro fiale per il trattamento del
paziente. La rete regionale è costituita da diciassette aziende sanitarie della regione Emilia-Romagna,
coordinate da Ferrara.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Salvo grazie all'antidoto della farmacia ospedaliera
08/03/2016
Pag. 8 Ed. Modena
diffusione:106545
tiratura:136843
Paziente salvato in extremis grazie a un antidoto
GRAZIE AL COSTANTE monitoraggio e aggiornamento delle giacenze antidotiche da parte di Ferrara, il
paziente modenese si riprende dopo aver assunto una grande quantità di 'digossina'. Ancora una volta il
centro regionale di riferimento antidoti, con sede presso la farmacia dell'azienda ospedaliero universitaria di
Ferrara, fornisce l'antidoto grazie al quale una persona riesce a salvarsi. In questo caso il farmaco, fornito
in prima battuta dall'ospedale Modena nel quale il paziente intossicato è stato preso in carico, è stato poi
inviato da Ferrara a Modena per consentire la prosecuzione della terapia. La farmacia ospedaliera di
Ferrara ha infatti permesso di rendere disponibile l'antidoto nel tempo necessario grazie al monitoraggio e
al costante aggiornamento - tramite un apposito portale web - delle giacenze antidotiche nelle sedi delle
province della nostra regione, effettuato attraverso la rete regionale degli antidoti di cui Ferrara è il Centro
di coordinamento. I fatti sono accaduti la scorsa settimana in provincia di Modena dove un uomo, dopo aver
assunto una quantità imprecisata di digossina, è stato portato, in gravi condizioni, al pronto soccorso
dell'ospedale di Baggiovara (Modena). Successivamente il paziente è stato trasferito nel reparto di terapia
intensiva, dove è tuttora ricoverato anche se non in pericolo di vita. La farmacia del S. Anna, attivata dal
personale sanitario di Modena, ha subito ripristinato la scorta di Digifab di Modena, in quanto l'ospedale di
Baggiovara aveva usato le ultime 4 fiale per il trattamento del paziente. La rete regionale è costituita da 17
aziende della regione Emilia-Romagna, coordinate da Ferrara.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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SANITA'
08/03/2016
Pag. 27 Ed. Firenze
diffusione:82441
tiratura:109938
Apre la quinta farmacia «Noi a Incisa, soltanto una»
A FIGLINE è arrivata la quinta farmacia, si trova in via Petrarca, nella periferia sud del paese, una zona
molto popolosa e abbastanza distante dal centro cittadino dove le farmacie sono due. Entrambe in piazza
Ficino, un' altra è situata in piazza della Fattoria e un'altra a Matassino. Queste due sono 'comunali' e le
altre private. «Figline batte Incisa 5 a 1 - polemizzano tanti residenti nel centro incisano che per anni hanno
chiesto un'altra farmacia -, non è possibile tanta differenza, anche se si tratta di farmacie private, un' altra
dicono che verrà aperta nella frazione reggellese dei Ciliegi, a un chilometro da Incisa, e da noi niente, e
quando quella che c'è non è di turno il sabato pomeriggio per comprare le medicine si deve andare a
Figline».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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FIGLINE
08/03/2016
Pag. 12 Ed. Grosseto
diffusione:82441
tiratura:109938
Chi ha agito conosceva il luogo Ha approfittato di una zona «cieca» alle
videocamere
TUTTI gli impianti sportivi di Follonica sono dotati di strumenti di soccorso. L'amministrazione comunale,
grazie agli utili dei proventi delle farmacie comunali, ha consegnato alla Follonica Sport un nuovo
defibrillatore semiautomatico da collocare nell'impianto sportivo di via Etruria. «Con questa nuova
donazione - dice il vicesindaco e assessore alle farmacie Andrea Pecorini - tutti gli impianti sportivi della
nostra città sono dotati del defibrillatore, strumento fondamentale per cercare di garantire un più veloce
intervento in caso di arresto cardiaco, in attesa del 118. Grazie ai proventi delle farmacie comunali,
Follonica può garantire una serie di interventi sulla collettività di notevole importanza, ricordando, in questo
caso specifico, che l'azione immediata di un defibrillatore può salvare una vita e, il fatto che tutti i nostri
impianti sportivi oggi siano dotati di questo strumento, offre una sicurezza in più a tutti gli atleti che
frequentano gli impianti». Il nuovo defibrillatore è stato consegnato dal vicesindaco Andrea Pecorini, alla
presenza di Stefano Bechi presidente della II commissione consiliare: a riceverlo il presidente della
Follonica Sport Fabrizio Rombai.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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LA DINAMICA
08/03/2016
Pag. 30 Ed. Salerno
diffusione:41868
tiratura:57179
Furti e truffe il consorzio farmaceutico licenzia tre addetti
Simona Paolillo Le frodi Un addetto si accreditava maxi stipendi altri due rubavano medicinali dai depositi Il
consorzio farmaceutico intercomunale di Salerno ha un nuovo volto ma soprattutto delle nuove parole
d'ardine: trasparenza, legalità, servizi al cittadino. Parole d'ordine che hanno portato il consiglio di
amministrazione, composto da Andrea Inserra (presidente), Filippo Accardi, Antonio Agresti, Mauro
Gnazzo, a una scelta coraggiosa: licenziare tre dipendenti infedeli. Nello specifico, è stato eseguito un
provvedimento di licenziamento nei confronti di un dipendente denunciato all'autorità per furto ai danni del
consorzio. Il lavoratore in questione, che aveva l'incarico di eseguire i bonifici bancari per conto
dell'azienda, è accusato di aver sottratto illecitamente circa 200mila euro alle casse del consorzio.
L'infedele dipendente dal 2007 al 2013 si è accreditato ogni fine mese uno stipendio di gran lunga
superiore rispetto a quanto previsto dal suo rapporto di lavoro. Con alcuni stratagemmi di tipo informatico è
riuscito ad eludere i controlli. Solo grazie alla stringente e approfondita azione di controllo sui conti del
consorzio messa in atto dalla direzione generale, guidata da Francesco Sorrentino e Romeo Nesi, oggi si è
potuta smascherare la reiterata condotta del dipendente, che è stato licenziato e denunciato alle autorità
competenti. La Procura di Salerno ha aperto un fascicolo e la Guardia di Finanza sta verificando quali sono
i danni subiti dal consorzio. I vertici del consorzio hanno eseguito poi altri due provvedimenti di
licenziamento nei confronti di due magazzinieri denunciati per furti di farmaci dai depositi annessi alle
farmacie comunali gestite dal consorzio. All'operazione legalità del consorzio farmaceutico composto dai
comuni di Salerno, Scafati, Cava de' Tirreni, Eboli, Baronissi e Capaccio, nato per offrire servizi per la tutela
della salute dei cittadini, si affianca proprio quella di focalizzarsi sui fabbisogni della popolazione. Oggi il
consorzio aderisce alla federazione Assofarm (federazione delle aziende e dei servizi socio-farmaceutici) e
gestisce 19 farmacie comunali. Punta però ad aumentare le sue adesioni in convenzione. Nelle farmacie si
svolgono diverse attività: distribuzione dei farmaci, acquisto di attrezzature mediche per analisi e controlli a
disposizione delle singole farmacie, diffusione di informazioni socio-sanitarie, organizzazione di servizi
socio-assistenziali, offerta di servizi diagnostici integrativi. L'obiettivo primario del consorzio è quella di
offrire un'assistenza qualificata, la competenza e la professionalità di oltre 80 dipendenti. «Il valore aggiunto
delle farmacie comunali si sostanzia nell'offerta di servizi sanitari, sociali, assistenziali e di prevenzione che
integrano e completano l'azione sul territorio posta in essere dai comuni per la tutela della salute e del
benessere dei cittadini», affermano i nuovi responsabili del consorzio.
Foto: Vertici Consorzio farmaceutico il presidente Inserra e Agresti.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'operazione
08/03/2016
Pag. 5 Ed. Milano
diffusione:308087
tiratura:395884
Sanità , bilanci in crisi dal Niguarda al San Carlo Ma il governatore: no ai sacrifici, Roma ci ascolti Il testo
del decreto «Le dimensioni economiche e le modalità attuative verranno concordate»
Simona Ravizza
La partita è complicata. Gli ospedali lombardi tirano la cinghia da anni per riuscire a fare quadrare i conti
senza penalizzare la qualità delle cure per i pazienti: e ora rischiano di essere costretti ad altri, pesantissimi
risparmi. Non sono più calcoli spannometrici, stavolta ci sono le tabelle del ministero della Salute che lo
mettono nero su bianco: nell'efficiente Lombardia c'è un buco da 141 milioni di euro distribuito su cinque
ospedali. Così, come anticipato dal Corriere lo scorso gennaio, devono scattare i piani di rientro. Lo impone
la legge di Stabilità approvata a Roma lo scorso 22 dicembre. Il che vuole dire, fuori dal gergo tecnico, che i
manager dovranno prendere in mano le forbici per ridurre i costi. Ma - ed è la domanda di queste ore riusciranno a farlo senza danneggiare i malati? I più a rischio sono il Niguarda, i Santi Paolo e Carlo,
Garbagnate e Melegnano.
All'assessorato della Sanità è appena arrivata la bozza del decreto ministeriale che dà attuazione alla
Finanziaria. La parola d'ordine è l'equilibrio di bilancio. In gioco ci sono soldi pubblici e non possono essere
ammessi sprechi. Alla Lombardia, che garantisce il pareggio dei conti da 12 anni, viene riconosciuto un
trattamento di favore: «In virtù della peculiare organizzazione del proprio sistema sanitario nazionale - si
legge nel documento - il Pirellone deve sottoporre al ministero della Salute un'apposita documentazione
(...) al fine di individuare, d'intesa tra Regione e ministero, le aziende ospedaliere da sottoporre ai piani di
rientro triennali nel 2016. Le dimensioni economiche e le modalità attuative verranno anch'esse
concordate». Insomma: non ci sarà nessuna decisione calata d'alto, i conti saranno condivisi, come chiesto
a più riprese dal governatore Roberto Maroni. È il motivo per cui, al momento, non è stato stilato alcun
elenco ufficiale con i nomi degli ospedali che dovranno tagliare le spese. Ma il ministero della Salute
sembra già avere le idee chiare: negli allegati al decreto c'è scritto che la Lombardia deve risparmiare 141
milioni di euro e che a farlo dovranno essere cinque ospedali. In base ai commi 524 e 525 della legge di
Stabilità sono chiamati a prendere in mano le forbici quelli dove c'è uno scostamento tra costi e ricavi pari o
superiore al 10% delle entrate, o, in valore assoluto, pari ad almeno 10 milioni.
Stilare l'elenco, dati alla mano, non è difficile: in cima alla lista c'è il Niguarda, il più importante ospedale
della Lombardia (i suoi conti, secondo le stime dell'assessorato alla Sanità sono in rosso per oltre 35 milioni
di euro). Seguono a ruota, il San Carlo e il San Paolo (diventati da gennaio un'unica azienda socio sanitaria
territoriale), Garbagnate e Melegnano. Meglio del previsto: inizialmente gli ospedali considerati a rischio
erano dieci. Ma il governatore Roberto Maroni, che già nelle scorse settimane ha scritto al ministro Beatrice
Lorenzin per salvaguardare la Lombardia da tagli indiscriminati, è pronto a dare battaglia: «Il piano di
rientro per cinque ospedali per ora è solo un'ipotesi del ministero e neppure ufficiale - dice Maroni -. Noi
puntiamo ad azzerare il numero per salvaguardare la peculiarità delle cure offerte dalla Lombardia. Siamo
pronti ad andare a Roma agguerriti». Solo nei prossimi giorni si capirà, però, se il governatore riuscirà a
spuntarla.
@SimonaRavizza
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Le sofferenze finanziarie
Foto: In cima alla lista degli ospedali chiamati ad attuare il piano
di rientro c'è il Niguarda, il più importante ospedale della Lombardia: i suoi conti sono
in rosso - secondo le stime - per oltre 35 milioni di euro.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Buco di 141 milioni nei conti di 5 ospedali Scatta il piano di tagli
08/03/2016
Pag. 5 Ed. Milano
diffusione:308087
tiratura:395884
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Il motivo? Offre un'infinità di cure costose, tutte concentrate in un unico polo d'eccellenza
Foto: Il rosso del San Carlo è tra i 10 e i 30 milioni di euro (secondo stime non ancora ufficiali). In base ai
commi 524 e 525 della legge di Stabilità sono chiamati a prendere in mano le forbici gli ospedali dove c'è
uno scostamento tra costi e ricavi superiore al 10%, o, in valore assoluto, pari ad almeno 10 milioni
Foto: Nella lista degli ospedali su cui verosimilmente si abbatterà la mannaia dei tagli anche il San Paolo
(con deficit tra i 10 e i 30 milioni di euro). Dallo scorso gennaio l'ospedale è stato unito al San Carlo, con il
quale forma un'azienda socio sanitaria territoriale (Asst) diretta da un unico manager
Foto: Inizialmente gli ospedali lombardi colpiti dal piano
di rientro dovevano essere dieci. Dopo l'intervento del governatore Roberto Maroni, l'elenco si è
assottigliato: ma gli ospedali di Melegnano e di Garbagnate rischiano comunque di rimanere nella lista di
quelli che dovranno effettuare tagli
La scheda
A gennaio il governatore Roberto Maroni (foto ) ha inviato una lettera a Roma per rivendicare il pareggio di
bilancio della Sanità lombarda e spiegare che il deficit degli ospedali è legato alla qualità delle cure. A giorni
tornerà a trattare
con il ministero della Salute
08/03/2016
Pag. 10 Ed. Milano
diffusione:308087
tiratura:395884
Il centro di riabilitazione equestre dove si curano 80 bimbi di Niguarda Programmi ludico-sportivi ad hoc: il
segreto è giocare con i quadrupedi
Paola D'Amico
Ottanta bambini ogni settimana entrano nel Centro di Riabilitazione Equestre Vittorio Di Capua per seguire
una terapia. C'è una grande differenza tra un reparto ospedaliero e questa «fattoria», che fa parte della
Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza di Niguarda. Sono piccoli pazienti affetti da disabilità
motorie (paralisi cerebrali infantili o esiti da ustione) o psichici e cognitive. La possibilità di stare a contatto
con gli animali (ma c'è anche l'orto per il progetto «Semi per crescere») trasforma la terapia in un gioco. Ed
è così difficile staccarsi da questo ambiente unico che, dopo le terapie, ora il centro ha aperto anche
l'attività ludico-sportiva, supportata dall'Associazione amici Centro Di Capua. «L'iniziativa nasce 35 anni fa spiega Annalisa Roscio- grazie a medici e amministratori lungimiranti che accolsero la donazione del centro
importando l'idea che aveva già preso piede in inghilterra della terapia con gli animali, in particolare con il
cavallo». Il percorso seguito dai pazienti è quello di ogni altra cura. «Una prima visita ambulatoriale con il
neuropsichiatra e il terapista specializzato in riabilitazione equestre per verificare che ci sia l'indicazione prosegue l'esperta -. Segue un periodo di osservazione in cui vengono fatte diverse valutazioni in équipe e
si disegna il progetto terapeutico con gli obiettivi». Al centro arrivano bimbi con tutte le patologie
dell'infanzia. «Non perché il cavallo sia la panacea per tutti i mali, ma perché il progetto è individualizzato.
Vediamo tantissimi bimbi intorno ai 3 anni che per la loro patologia non camminano ancora. L'esperienza
con il cavallo li porta a maturare il cammino. C'è chi grida al miracolo, in realtà il bambino era già pronto. Il
cavallo gli ha solo permesso di fare le esperienze per il passo finale».
Da tempo i neuro-ortopedici hanno verificato come lo stimolo del movimento dato dal cavallo al cavaliere è
molto simile al cammino umano corretto. «Ricorderò sempre come un paziente adulto con una lesione
midollare messo sul cavallo, al termine di due giri, mi disse: "Ecco ora mi ricordo cosa vuole dire
camminare". La sensazione è quella». Tanto poco è medicalizzato il Centro che diventa difficile dimettere i
pazienti. «Con l'associazione si è creato un progetto che è anche di integrazione sociale, un'attività
equestre di gruppo con il cavallo e il progetto dell'orto dove i bambini sono coinvolti in attività che li aiutano
a gestire le frustrazioni quando si troveranno fuori da questa realtà».
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Il numero
Sono 80
i piccoli pazienti che ogni settimana seguono
la terapia
al centro
Foto: Una giornata con operatori
e volontari
al centro
di Ippoterapia presso l'ospedale
di Niguarda
Foto: L'équipe A sinistra, gli operatori del Centro Di Capua; sopra dall'alto Marco, Francesca con la capretta
e i ragazzi nell'orto
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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la TERAPIA (neuropsichiatrica) a cavallo
08/03/2016
Pag. 3 Ed. Bari
diffusione:262053
tiratura:371646
Le Asl: "I medici devono dire se è urgente" Ma regna il caos
CHIARA SPAGNOLO
PAZIENTI che vogliono a tutti i costi andare in ospedale, ricette sbagliate, urgenze non indicate: le Asl di
Puglia non ci stanno ad essere dipinte come le bestie nere della sanità. Citano dati ed esempi, i direttori
generali da Bari a Taranto, per cercare di ridimensionare il caso delle liste d'attesa infinite, scoppiato in
seguito alla denuncia presentata da due donne al Tribunale dei diritti del malato di Lecce. Entrambe malate
di tumore, hanno provato a prenotare una tac addominale e ottenuto gli appuntamenti a distanza di un
anno e mezzo. "Colpa delle carenze di personale" tuona il TdM. Ma l'Azienda diretta da Silvana Melli si
difende.
LA REPLICA DELL'ASL DI LECCE Il primo caso riguarda una paziente in trattamento chemioterapico
presso il Fazzi che ha chiesto a febbraio un approfondimento diagnostico "per il quale la Asl ha dato
disponibilità in altre strutture della provincia a partire dal 19 aprile - è scritto in una nota ufficiale -. La
signora però ha preferito eseguire la prestazione presso la Radiologia del Fazzi, accettando la prima data
utile del 20 ottobre 2017". Storia simile per il secondo caso: "Una paziente in trattamento chemioterapico al
Fazzi ha prenotato la tac il 10 novembre 2015 e le è stato fissato appuntamento per il 1 marzo 2016 presso
l'ospedale di Copertino. Il 29 dicembre la paziente ha spostato la prenotazione da Copertino a Lecce,
ottenendo come data il 9 giugno 2017". "Siamo tenuti a garantire le prestazioni specialistiche in tempi certi
su tutto il territorio - dice l'Asl - ma non a consentire la scelta del medico o della sede".
A BARI Del resto, che gli utenti preferiscano rivolgersi ad alcune strutture piuttosto che ad altre è evidente
anche dai dati in possesso dell'Azienda sanitaria di Bari, dai quali emerge per esempio un'enorme
differenza tra i tempi di prenotazione del policlinico e quelli di alcuni ambulatori. L'attesa per la
colonoscopia, per esempio, al Policlinico è di 400 giorni, stando ai fogli affissi al Cup, ma se ci si rivolge agli
ambulatori dell'Asl si arriva a poche settimane.
"Così come la mammografia - spiega il direttore generale Vito Montanaro - che nelle strutture del territorio
si può effettuare dopo circa sette giorri dalla prenotazione.
La situazione barese non è patologica ma ancora ci scontriamo con l'usanza dei pazienti di voler andare a
tutti i costi in ospedale e anche con i limiti di ricette fatte male dai medici, che a volte non riportano i codici
esatti per giustificare le urgenze".
TARANTO E BAT I codici, appunto. Croce e delizia di medici e pazienti, come spiega il dg dell'Asl Taranto,
Stefano Rossi, prendendo spunto dal caso Lecce: "Bisogna vedere se la prescrizione conteneva il codice di
priorità, la U di urgente o la B di breve. Tutte quelle che contengono questi codici e la sospetta diagnosi
vengono fatte nel rispetto dei termini. Altrimenti la ricetta finisce in un mare magnum, il sistema la mette in
calce alle altre, come previsto dalle linee guida sanitarie. Una cosa del genere può essere fisiologica, non
scandalosa". Di codici parla anche il direttore dell'Azienda Bat Ottavio Narracci: "Il problema serio è dare i
tempi giusti al giusto codice, non è dare prestazioni perché noi oggi abbiamo tante prestazioni da offrire. Se
chi richiede la prestazione non mette l'offerta in condizione di fornirla, allora è normale che tutto si perde.
Abbiamo un sistema complesso, per cui se non c'è un codice che mette in relazione richiesta e offerta, non
riesci a soddisfarla".
I DATI NON QUADRANO Eppure è proprio la Regione, nei report pubblicati on line e relativi alla situazione
del 2015 a mostrare con i numeri che, in quanto alle attese, le cose non vanno poi così bene. Prendendo
come esempio la tac addominale emerge che solo il 17% di quelle giudicate urgenti è stata effettuata nei
tempi previsti nelle strutture pubbliche, mentre nelle cliniche private il dato è schizzato al 92%. Ugualmente
bassi i numeri dell'esame alla prostata e vescica (urgenze rispettate solo nel 15% dei casi), al cervello
(17%), tac al torace (28%), alla testa (33%). Mentre la tempistica viene regolarmente rispettata nel caso di
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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IL CASO
08/03/2016
Pag. 3 Ed. Bari
diffusione:262053
tiratura:371646
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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esami cosiddetti "programmati" e anche in relazione a quelli definiti "differibili" Ancora: i dati complessivi
relativi alla diagnostica parlano di 132 giorni di attesa media per la tac all'addome superiore e 112
all'addome inferiore, 108 giorni per la colonoscopia, addirittura 248 per la mammografia.
La media dei tempi d'attesa in Puglia
Tac addome superiore 132 giorni
Tac addome inferiore 112 giorni
Tac addome: nelle strutture pubbliche solo il 17% delle urgenze entro il tempo previsto; nelle strutture
private il 92%
Tac testa 180 giorni
Mammografia 248 giorni
Colonscopia 108 giorni
I due casi
Lecce Tac addome prenotata ieri 11 mesi
Bari - Policlinico Colonscopia prenotata ieri 400 giorni
08/03/2016
Pag. 6 Ed. Firenze
diffusione:262053
tiratura:371646
Rugby, vaccinazione di "mischia" con i militari della Croce Rossa
(g.a.)
UNA vaccinazione collettiva per sensibilizzare i giovani a proteggersi, con un vaccino, dalla meningite C. È
stata organizzata ieri a Firenze, in viale Paoli, dalla Società rugby Firenze che ha vaccinato, con l'aiuto
della Croce Rossa della Toscana e dopo un accordo con Regione e l'Azienda Usl Toscana Centro, tutti i
giovani giocatori della società e i loro familiari.
Il campo di via Paoli, per qualche ora, è stato così trasformato in un un laboratorio mobile con le strutture
messe a disposizione dal Corpo militare Cri. Al lavoro una trentina di operatori tra medici, infermieri e
logistica con circa 150 vaccini effettuati. «La vaccinazione è considerata la misura più efficace per ridurre il
rischio di diffusione delle infezioni trasmesse dalle malattie batteriche invasive - dicono dalla Rugby Firenze
- la nostra decisione è soprattutto un appello simbolico rivolto agli adolescenti». Intanto continuano le
polemiche dopo la circolare del ministero della Salute sull'allarme meningite in Toscana. «Se da un lato è
altamente informativa - ha detto il presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi - dall'altro
dissuade i turisti che devono scegliere il luogo dove trascorrere un sereno periodo di ferie e riposo».
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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GIOCATORI E FAMILIARI DELLA SQUADRA FIORENTINA
08/03/2016
Pag. 1 Ed. Genova
diffusione:262053
tiratura:371646
La notte di San Martino cinghiali a spasso nei viali
AVA ZUNINO
L'OSPEDALE San Martino è una cittadella che di sera si popola di presenze anomale, come i clochard che
dormono sul pavimento, negli atri e nei fondi dei padiglioni. O i cinghiali che con il buio scorrazzano nel
verde dei viali e non deve essere tranquillizzante trovarseli davanti. E poi i furti in corsia. È un campionario
di problemi che si incontrano al San Martino-Ist. A PAGINA IV L'OSPEDALE San Martino è una cittadella
che di sera si popola di presenze anomale, come i clochard che dormono sul pavimento, negli atri e nei
fondi dei padiglioni. O i cinghiali che con il buio scorrazzano nel verde dei viali e non deve essere
tranquillizzante trovarseli davanti. E poi i furti in corsia. È un campionario di problemi che si incontrano al
San Martino-Ist. Li mette in fila Gilberto Forno, che dentro l'Irccs è il segretario di Anaao (l'associazione dei
medici ospedalieri).«Direi che il vero problema di San Martino non è la violenza tra colleghi ma la sicurezza,
quella dei medici, dei lavoratori, tecnici e infermieri e dei parenti dei malati», è la sua reazione alla
distribuzione del questionario "sulla violenza tra lavoratori nei luoghi di lavoro". Lo ha voluto l'azienda che
ha creato un apposito gruppo tecnico e ora attende, entro fine marzo, le risposte dei circa 2500 dipendenti
dell'ospedale. Da loro vuole sapere, tra l'altro, se hanno subito aggressioni fisiche (specificando con "pugni,
calci, sputi, morsi, schiaffi, graffi con o senza "armi"") o subito comportamenti minacciosi. L'ospedale è un
far west dove tra colleghi ci si prende a schiaffoni? «Il nostro, e con questo non intendo solo noi medici ma
tutti gli operatori e i tecnici, è uno dei lavori più difficili. Siamo sempre in una situazione di emergenzaurgenza, lavoriamo molte ore e si possono verificare delle conflittualità. Inoltre siamo 2500 e solo noi medici
ospedalieri siamo più di 700: su numeri così grandi con situazioni di lavoro stressanti è naturale che si
creino tensioni. Ma come in tutti i posti di lavoro. Qui invece abbiamo altri, veri problemi». Il primo punto,
dice il dottor Forno, è la sicurezza, sotto diversi profili. «Il numero dei furti ai danni dei poveri malati è alto:
ci sono ladri che girano per l'ospedale e aprono gli stipetti. Nel mio reparto, ad esempio, abbiamo avuto tre
furti di seguito. Sono andato dai Carabinieri e mi hanno detto di provare a mettere una telecamera e in
questi giorni mi è stato detto che verranno messe delle luci più forti». Questo è un problema che non ha
spazi temporali definiti. Valgono il giorno come la notte e diverso è il capitolo di quando cala l'oscurità e il
lavoro, come è ovvio, dentro all'ospedale non si ferma ma le presenze nei reparti si diradano. «È normale
spostarsi da un padiglione all'altro, perchè ti chiamano, e muoversi nei reparti ed è altrettanto normale
trovarsi davanti i clochard che dormono, persone senza fissa dimora che la sera si stabiliscono negli atri e
nei fondi. La loro presenza è acclarata ma restano dove sono. E poi i cinghiali: se li possono trovare davanti
anche i familiari dei pazienti, magari persone anziane». In tutto questo, racconta il segretario di Anaao, San
Martino aveva ingaggiato una ditta di vigilanza: «ma il contratto è scaduto e ci hanno fatto sapere che non
ci sono i fondi per rinnovarlo. Non erano persone con la licenza di guardia giurata e dunque potevano fare
poco ma almeno servivano da deterrente».
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www.ospedalesanmartino.it www.genova.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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VIAGGIO NEI PROBLEMI DELL'OSPEDALE
08/03/2016
Pag. 4 Ed. Genova
diffusione:262053
tiratura:371646
Viale a Sanremo per presentare il "Libro bianco" della sanità
©RIPRODUZIONE RISERVATA L'ASSESSORE alla salute e vice presidente della Regione, Sonia Viale,
ha cominciato un calendario di incontri per presentare il "Libro Bianco della Sanità" nelle varie province
liguri.
Ieri ha giocato in casa, a Sanremo dove è nata, con una riunione al teatro del Casinò con il direttore
generale della Asl 1, Mario Cotelessa, e i medici.
Anche a Sanremo Viale ha ripetuto che l'obiettivo del Libro Bianco: «è scrivere la riforma della sanità
insieme ai medici e ai cittadini». Poi ha parlato della provincia di Imperia: «Un territorio che negli ultimi anni
è stato sacrificato e quindi dobbiamo recuperare». Non sarà facile e bisognerà studiare come, ha detto
Viale ricordando che la realizzazione dell'ospedale unico comporterà dieci anni di cantieri: «un periodo
durante il quale i nostri cittadini hanno comunque bisogno di essere curati». Uno dei tasselli, ha ancora
aggiunto l'assessore, sarà: «la motivazione degli operatori e dunque l'aspetto umano come una delle
caratteristiche del modello sanitario ligure».
Foto: SONIA VIALE L'assessore regionale alla salute è nata a Sanremo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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IL CONVEGNO
08/03/2016
Pag. 13 Ed. Napoli
diffusione:262053
tiratura:371646
Al Centro Salus di Napoli, la prevenzione salvavita
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di mortalità nel mondo. A tal p
roposito sono da considerarsi numerosi i fattori di rischio che ne determinano una maggiore
predisposizione. Il fumo, l'alimentazione poco sana, il consumo di alcolici, la scarsa attività fisica, stili di vita
scorretti, dunque, che determinano un rischio magg iore di infarti ed ictus.
Esistono inoltre fattori di tipo patologico o fisiologico per le malattie cardiovascolari, come il di abet e,
l'ipertensione, l'ipercolesterolemia. Attraverso esami specifici es eguiti su D NA, R NA o cromosomi o su
prodotti genici, è assolutamente possibile individuare eventuali alterazioni del patrimonio genetico che
predispongono allo sviluppo di malattie. E' questa la mission del laboratorio di analisi cliniche "Salus" di
Napoli, ovvero fornire ai pazienti gli strumenti necessari per una corretta prevenzion e. Il Cent ro, coo
rdinato dal dottor Antonio Novissimo, è uno spazio di alta qualità dove si incontrano p ro f e s s i o n i s t i d
e l s e t t o re medico che svolgono numero s e a t t iv i t à l ab o ra t o r i a l i nella massima sicurezza ass i
s t e n z i a l e e s o p ra t t u t t o frutto di aggiornamenti costanti. Abbiamo incontrato il dott. Antonio
Novissimo, che ci ha raccontato dell'importanza d egli esami da effettuare per evitare l'insorg ere di malattie
cardiovascolari.
Dotto re, qual è la sua opinione riguardo i problemi di disorganizzazione del sistema sanitario? "Fino al
1978 la gestione dei servizi sanitari e ra f rammentata.
Poi con la legge n.833 che sanciva l'istituzione del servizio sanitario nazionale e nel 1992 col decreto
legislativo n.502 c'è stato un riordino, ed è stato introdotto il sistema di accreditamento presso strutture
pubbliche e private, fornendo all'assistito libera scelta. Il paziente ha il diritto di sapere cosa gli può
garantire la struttura accreditata. Negli ultimi 4 mesi dell' anno 2015, causa il raggiungimento dei tetti di
spesa, i cittadini sono stati privati di ogni tipo di assistenza. Molti pazienti per effettuare una banale tac si
facevano ricoverare e questo è ingiusto. Gli assistiti meriterebbero percorsi diagnostici e terapeutici seri,
mentre molto spesso c'è una disparità di trattamento." In che modo è possibile prevenire la comparsa di
alcune malattie? "Oggi purtroppo non si ci sottopone ad una corretta prevenzione. Ma è fondamentale. Le
mutazioni genetiche dei fattori della coagulazione vanno assolutamente esaminate, al fine di prevenire
soprattutto malattie cardiovascolari. Tali esami, che si ottengono attraverso la lettura del DNA,
comprendono tutto il campo della biologia molecolare che appartiene alla genetica. Si tratta di studi
effettuati nei nostri laboratori che ci permettono di indagare su eventuali predisposizioni e che risultano
fondamentali per diminuire il tasso di mortalità.
Conoscendo i fattori di mutazione genetica si possono davvero sal va re nume rose vite uman e.
Se attraverso una seria prevenzione è possibile capire se siamo soggetti a ictus o infarti, perché non farla?
L'anno scorso si sono verificati dei casi di mortalità materno-fetali dovuti a patologie cardiovascolari e
tromboemboli ch e. Come ha giustamente affermato in un'intervista la dott.ssa Rosalba Paesano,
ginecologa e docente all'Università La Sapienza, sa rebbe bastato un esame per trombofilia ereditaria
effettuabile su prelievo del sangue per evitare i decessi." Qual è l'impegno del Centro Salus al fine di
promuovere il concetto di "prevenzione"? "Innanzitutto il labo ratorio di analisi è aperto 365 giorni l'anno,
inclusi dunque i giorni festivi. I nostri pazienti possono effettuare delle analisi di routine o più specifici, e
avere delle risposte in giornata. Disponiamo delle strutture adeguate per effettuare indagini genetiche e
citogeneti che, coo rdinate da un team di professionisti esperti in materia. Il nostro obiettivo è quello di
risponde re a tutte le esigenze del paziente, in particolar modo per prevenire le malattie cardiovascolari,
causa principale della mortalità mondiale. Abbiamo dei grandi obiettivi circa queste indagini. Diversi mesi è
stato dato ampio spazio alla tematica in un con vegno presso l' Auditorium dell'O rdine dei Medici di Napoli,
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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IL DOTT. ANTONIO NOVISSIMO SPIEGA L'IMPORTANZA DEGLI ESAMI GENETICI AL FINE DI
PREVENIRE LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI SPECIALE SALUTE A cura della A. Manzoni & C
08/03/2016
Pag. 13 Ed. Napoli
diffusione:262053
tiratura:371646
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rivolto soprattutto ai medici di base, affrontando le prospettive della diagnostica genetica.
Credo moltissimo nella ricerca, ma sop rattutto nell'informazione, che è alla base della prevenzione."
Foto: Il dottor Antonio Novissimo, direttore del Centro Salus di Napoli
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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08/03/2016
Pag. 14 Ed. Napoli
diffusione:262053
tiratura:371646
Malattie renali e dialisi servono più donazioni per curare meglio
Giovedì a Caserta esperti a confronto su una patologia che colpisce sempre più anziani e peggiora la
qualità della vita
GIUSEPPE DEL BELLO
«NON ho mai conosciuto desolazione più profonda di quando mio figlio Nicolas di sette anni venne
dichiarato cerebralmente morto». A parlare è Reginald, il padre di Nicolas Green, il bambino di sette anni
colpito da un proiettile mentre era con i genitori sull'autostrada del Sole, in Calabria. Oggi, a distanza 21
anni e in occasione del decimo congresso "Sopravvivere non è abbastanza", la tragica vicenda torna alla
ribalta.
«Ricordo di aver pensato - continua il padre - "dopo questo, come faccio a passare il resto della mia vita
senza di lui?". Ma fu allora che mia moglie Maggie, mi sussurrò "ora che se n'è andato, non dovremmo
donare gli organi?". Per la prima volta mi resi conto che, in fondo, qualcosa di buono poteva venire fuori da
un atto di bestiale di violenza». Adesso, sette bambini, ormai adulti, possono vivere grazie a Nicholas.
"Sopravvivere non basta" è iniziata nel 2007, come conferenza internazionale organizzata dall'Istituto
italiano per gli studi filosofici e dal II Ateneo. A promuoverla ogni anno, è ancora una volta il suo fondatore
Natale Gaspare De Santo, professore emerito di Nefrologia alla Sun. Si terrà giovedì alle 9.30 e sabato a
Caserta con la partecipazione tra gli altri del presidente della Società italiana dei trapianti Francesco
Citterio. L'evento si svolge contemporaneamente a Bari, Messina, Gaziantep (Turchia), Kezmarok
(Slovacchia), Varna (Bulgaria) e Ostuni.
Prevista anche la presenza di ammalati, nefrologi, psicologi, manager, bioeticisti e filosofi. Il
coinvolgimento di personalità apparentemente distanti da tematiche scientifiche - sottolinea de Santo - si
spiega con il ruolo che hanno nell'interpretazione prospettica di bisogni e di aspettative. «Al convegno si fa
il punto su molte focali. Per esempio, il miglioramento della qualità della vita dei malati in dialisi che, in
quanto tali, sono complessi e di età sempre più avanzata; oppure lo sviluppo della prevenzione per offrire
una disponibilità di cura individualizzata a tutti i pazienti affetti da insufficienza renale cronica - spiega de
Santo - Ma anche lo sviluppo della donazione, soprattutto tra vivente, l'unica destinata al vero successo.
Non è un caso che negli Stati Uniti sia stata promossa una legge bicamerale per la protezione della
donazione da vivente».
La conferenza mira anche a far crescere una nuova generazione di economisti capaci di proporre un
modello sanitario non basato sui tagli, ma modulato sulle esigenze dei pazienti. «Finora la prevenzione
primaria è stata latitante in Campania - osserva il docente - non essendo stata organizzata la medicina del
territorio. Ma senza prevenzione sarà impossibile affrontare la sfida di una malattia che interessando un
grande numero di ammalati richiederà una disponibilità di risorse sempre maggiore».
PER SAPERNE DI PIÙ
www.aslnapoli2nord.it www.sin-italy.org
Foto: DIALISI Un centro per la cura delle malattie renali: necessarie più prevenzione e donazioni
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
74
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Pianeta sanità
08/03/2016
Pag. 6 Ed. Torino
diffusione:262053
tiratura:371646
Città della salute La giunta prevede via libera a aprile (con assegno)
Progetto al vaglio del ministero L'ok sbloccherebbe i primi fondi per il nuovo "Polo": 250 milioni
Chiamparino: un'opera che darà lavoro per anni Zanetta: la macchina sta per mettersi in moto
MARIACHIARA GIACOSA
«ENTRO metà aprile ci aspettiamo che arrivi il via libera da parte del comitato di valutazione del ministero».
La previsione è del presidente Sergio Chiamparino e a dover superare l'esame, sul quale però la Regione
si conferma ottimista, è il progetto della nuova Città della Salute, lo studio di fattibilità approvato a fine
dicembre dalla giunta e ora all'esame dei tecnici del ministero. Un passaggio, quello di metà aprile, atteso
perché, come spiega il direttore generale di Città della salute Gianpaolo Zanetta, «farà partire la macchina
e assegnerà in modo definitivo i soldi al progetto».
Dal governo infatti dovrebbero arrivare i primi 250 milioni accantonati dal ministero della Sanità per il
progetto piemontese, ma mai definitivamente assegnati. «A quel punto potrà essere individuato l'advisor
che raccoglierà i dati per l'avvio della gara nel 2017». Tempi confermati anche dall'assessore alla Sanità
Antonio Saitta che precisa come la gara servirà per individuare un partner privato «a cui affidare la
concessione per la costruzione e la gestione dei servizi non sanitari del futuro parco della Salute». La
nuova struttura sarà un'eccellenza sanitaria, ma avrà effetti anche sul Pil della città, perché porterà lavoro.
Sarà insomma una di quelle misure per lo sviluppo dell'impresa a cui fa spesso riferimento Chiamparino.
L'ha ribadito anche ieri, a margine dell'incontro con i parlamentari piemontesi. «Non ci limitiamo a misure di
sostegno al reddito, ma stiamo lavorando a grandi operazioni, a partire da quella per la Città della Salute,
uno dei grandi progetti per i prossimi anni». Seicento milioni di investimento complessivo, di cui 12 di fondi
regionali che rappresentano un appalto importante per il quale la Regione vuole la collaborazione e la
supervisione dell'Autorità anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone. «Entro maggio dovremo definire lo
studio di fattibilità economica di Città della Salute - spiega Saitta - poco dopo avremo anche quelli degli
ospedali di Moncalieri e del Verbano. Su tutto questo chiederemo a Cantone una valutazione preventiva
delle procedure in modo da avviare un proficuo accordo di collaborazione».
LE TAPPE DICEMBRE 2015 La Regione approva lo studio di fattibilità della "Città della salute": un progetto
da 600 milioni APRILE 2016 Il ministero della Sanità dovrebbe dare il via al piano e sbloccare 250 milioni di
fondi PRIMO SEMESTRE 2017 Entro giugno partirà la gara per la concessione del nuovo Polo della Salute
PER SAPERNE DI PIÙ Altre news e immagini sul sito torino.repubblica.it
Foto: BUONE SPERANZE
Foto: Sergio Chiamparino è convinto che a metà aprile arrivino buone notizie dal ministro della Sanità
Lorenzin per il progetto del Polo della Salute di Torino
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Pianeta sanità
08/03/2016
Pag. 51 Ed. Roma
diffusione:118350
tiratura:158213
Apre il centro di medicina femminile
Si chiama centro di medicina e di chirurgia ricostruttiva pelvica femminile: è la nuova struttura del polo per
la salute della donna e del bambino del Policlinico Gemelli dedicata al trattamento delle patologie femminili
e del dolore pelvico cronico in tutte le sue forme, mediante apparecchiature di avanguardia e grazie
all'utilizzo delle più avanzate tecnologie. Il nuovo centro - primo in Italia ad occuparsi in maniera esclusiva
di queste patologie - è stato inaugurato ieri dal ministro della Salute. «Mi piace un sacco l'idea dell'ospedale
nell' ospedale - ha detto Beatrice Lorenzin - per accompagnare nuove conoscenze e metterle nel giusto
assetto. Dobbiamo occuparci dei due momenti principali: il parto e la donna dopo la menopausa».
Foto: Il ministro Beatrice Lorenzin
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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AL GEMELLI
08/03/2016
Pag. 4 Ed. Milano
diffusione:77281
tiratura:142594
Sanità lombarda ai raggi X Controlli su 54mila appalti
«WHISTLEBLOWING» Estesa anche la pratica della denuncia dei dipendenti pubblici Il governatore
Maroni: «Ci affidiamo a una società esterna» Giovedì tavolo con il governo sull'Authority. Il Pd: «Inutile»
Maria Sorbi
La Regione Lombardia vuole il bollino di qualità sugli appalti. Soprattutto su quelli della sanità, per evitare
nuovi «giri» come quelli sui servizi odontoiatrici e le dentiere low cost. Entro l'inizio di giugno verrà
individuata una società di revisione «che certifichi tutte le procedure ma che proceda anche a una
valutazione della loro efficacia, indicandoci un benchmark europeo per garantire maggiore trasparenza
rispetto a quanto chiesto dalla legge». Il presidente lombardo Roberto Maroni ha scelto la linea dura e
vuole riformare per intero il sistema, facendo pulizia in ogni angolo. L'arresto del suo braccio destro Fabio
Rizzi e la scoperta del sistema di tangenti che aveva messo in piedi lo hanno colpito personalmente e
politicamente. Ora si svolta. O almeno tra un po'. «Ci vorranno al massimo dodici mesi di lavoro - spiega il
presidente regionale - Sono 54mila i contratti attivi nel sistema regionale. È un lavoraccio ma è giusto
farlo». Ogni documento verrà passato ai raggi X, senza sconti per niente e nessuno. La giunta lombarda ha
anche deciso di estendere la pratica del whistleblowing (il «soffiatore di fischietto») ai dipendenti di tutto il
sistema regionale: chi si accorgerà di qualche procedura poco chiara negli appalti e sospetterà qualche
«inciucio» dovrà lanciare l'allarme. Quanto all'istituzione di un'authority regionale anti-corruzione, l'Arac,
Maroni giovedì discuterà del progetto col ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa. E martedì 15 ci sarà
la discussione finale in Consiglio regionale. «Sarà un'autorità che non sostituisce l'Anac di Raffaele
Cantone ma aggiungerà forza e risorse al suo lavoro». I grillini, che non potranno partecipare alle votazioni
di oggi per il cartellino rosso ricevuto a causa della condotta tenuta durante l'ultima seduta, annunciano che
non saranno presenti in aula nemmeno per discutere dell'Arac. «Non partecipiamo all'ennesima farsa di
Maroni - denuncia il consigliere Silvana Carcano - Arac così come immaginata è uno specchietto per le
allodole che serve solo al presidente e ai suoi per fingere di contrastare la corruzione che il suo partito ha
portato nella sanità lombarda». «Maroni - punta il dito il capogruppo del Pd Enrico Brambilla - vuole a tutti i
costi creare un nuovo carrozzone e non gli importa se tutte le funzioni dell'agenzia regionale sono già di
competenza dell'Anac». Ma le critiche non sembrano fermare Maroni. Che non è nemmeno spaventato dal
rischio che il Governo impugni il provvedimento. «Quante leggi della Regione Lombardia sono state
impugnate dal Governo? Alcune sono state impugnate poi c'è stata la trattativa e l'impugnativa è stata
ritirata. Anche la legge di evoluzione del sistema sociosanitario - ha ricordato - voleva essere impugnata da
Palazzo Chigi. Sono intervenuto io e il Governo non l'ha impugnata. Così succederà anche per l'Arac».
Foto: BUFERA Dopo l'arresto del consigliere regionale leghista Fabio Rizzi per presunte tangenti legate
agli appalti per i servizi di odontoiatria, la Regione intende istituire un'Authoruty anticorruzione Dall'alto:
Roberto Maroni, Silvana Carcano (5 Stelle) e Enrico Brambilla (Pd)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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IL CASO Da giugno le verifiche sui contratti
08/03/2016
Pag. 21 Ed. Genova
diffusione:48521
tiratura:65297
Manca il traduttore cingalese, non può essere operato
I medici devono spiegargli il quadro clinico prima dell'intervento Un vigilante si era costituito tre giorni dopo
aver investito Jalal Uddin
ALESSANDRO PONTE
HA RIAPERTO gli occhi, è uscito dal coma. Ma per tornare a camminare dev'essere operato al perone. Un
intervento che non si può eseguire senza che il paziente firmi la liberatoria. E il grande ostacolo per Jalal
Uddin, il venditore di rose di 41 anni originario del Bangladesh travolto da un'auto pirata in via di Francia la
sera del 14 febbraio scorso e sopravvissuto per miracolo allo schianto, si chiama traduttore. Lo straniero,
che adesso è ricoverato nel reparto di ortopedia dell'ospedale Galliera, parla poco l'italiano e ancora meno
l'inglese. E fino ad oggi non è stato possibile spiegargli i dettagli dell'operazione. I suoi connazionali, che lo
hanno raggiunto all'ospedale, non sono considerati in grado di tradurre compiutamente nella lingua madre
le informazioni mediche che l'uomo deve necessariamente ascoltare e accettare. E in attesa di un
traduttore giudiziario, Uddin resta ricoverato e non viene operato. Per ricostruire la sua odissea bisogna
partire dallo scorso 14 febbraio, poco prima di mezzanotte, in via di Francia. Il quarantenne vende fiori per
tutta la serata tra Sottoripa e via Sampierdarena. È contento, perché ha guadagnato 200 euro da poter
spedire alla famiglia in Bangladesh. Ma la sua gioia dura poco. Mancano pochi minuti a mezzanotte quando
un'auto lo travolge sul marciapiede. Uddin viene sbalzato a una decina di metri dal punto d'impatto, le sue
condizioni appaiono subito disperate. Il conducente dell'auto, invece, fugge. Si costituirà qualche giorno più
tardi: è una guardia giurata e deve rispondere di lesioni gravissime. Nel frattempo Uddin lotta per non
morire. Ricoverato in rianimazione al Galliera, esce dal coma dopo più di una settimana. Inizia cos ì quello
che dovrebbe essere un lungo percorso di riabilitazione, ma al primo ostacolo tutto si blocca. I medici
devono operarlo al perone. Come per tutti gli interventi chirurgici, il paziente dev'essere informato del
quadro clinico. Il problema è tutto qui: Uddin parla poco l'italiano, ancor meno l'inglese. Il servizio di
traduzione telefonico in cingalese non funziona. Nessuno può cos ì avere la sicurezza che il quarantenne
possa firmare una liberatoria per l'intervento chirurgico, troppo alta è la possibilità che non capisca le
spiegazioni dei medici. E cos ì l'operazione slitta a tempo indeterminato, quello che servirà per trovare un
traduttore qualificato.
Foto: L'ingresso al pronto soccorso dell'ospedale Galliera
Foto: PAMBIANCHI
Foto: [email protected] cc
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 08/03/2016
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CONTINUA L'ODISSEA DEL VENDITORE DI ROSE TRAVOLTO DA UN'AUTO PIRATA
PROFESSIONI
7 articoli
08/03/2016
Pag. 32
diffusione:141637
tiratura:195317
La farmaceutica punta sulle donne
Rosanna Magnano
L'industria farmaceutica è sempre più femminile. Perché il 43% degli addettiè donna (contro una media
manifatturiera del 25%) ma soprattutto perché poco meno della metà (il 43%) ricopre posizioni di vertice.
Un dirigente su tre è infatti una signora (il triplo degli altri settori) e lo sono anche quattro quadri su dieci (il
doppio del totale industria). Sonoi numeri sciorinati con orgoglio ieri mattina dal presidente di Farmindustria
Massimo Scaccabarozzi nel corso dell'evento romano «Le donne per la farmaceutica, la farmaceutica per
le donne». Nonè ancora la parità, ma sicuramente un ottimo segnale. Tenendo conto anche del livello di
preparazione delle lavoratrici, per il 90% laureateo diplomate. «Nella farmaceutica le pari opportunità non
sono uno slogan. Il contributo femminile- afferma Scaccabarozzi-è fondamentale. C'è un legame profondo tra
le nostre impresee le donne. Imprenditrici, manager, dirigenti.E non solo: nella ricerca, negli stabilimenti
produttivi, nell'amministrazione. Insomma in tuttii campie in tuttii ruoli». A raggiungere la parità numericaè
invece la punta di diamante della ricerca: nei laboratori, sotto le tute asettiche apparentemente uguali, oltre
la metà sono donne. «Nel nostro settore- spiega Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria l'innovazione richiede molta tenacia. Basti pensare che solo una molecola su 10mila diventa farmaco edè
qui che la grande capacità femminile di non arrendersi di fronte alle difficoltà fa la differenza». Più in
generale, spiega Farmindustria, l'attenzione alla meritocrazia consente alle donne di infrangere il «tetto di
cristallo»e di raggiungere posizioni apicali, senza per questo rinunciare alla maternità e alla cura della
propria famiglia. Traguardi raggiunti anche grazie a scelte mirate nella contrattazione di secondo livello.
L'industria farmaceutica ha infatti giocato d'anticipo introducendo innovazioni importanti nella conciliazione
tra tempi di lavoroe di vita. «Per primi abbiamo abbiamo creato strumenti- continua Scaccabarozzi- per
aiutare le famiglie e le donne. Prevedendo ad esempio, in caso di maternità, periodi di aspettativa più
lunghi rispetto alla legge e al Ccnl. O introducendo per le neomamme la possibilità dello smart working.
Assicurando poi per tutte alcuni servizi come quelli di medicina preventiva focalizzati sulle patologie
femminili e quelli per una migliore concilia- zione dei tempi di vitae lavoro (asili nido, lavanderia, calzoleria,
take away). Possono sembrare delle banalità mai risultati si vedono nei numeri». Quasi il 70% delle
aziende farmaceutiche adotta politiche di welfare (43% negli altri settori), con una quota di servizi che per il
78% deriva da decisioni aziendali. E l'attenzione al femminile è sempre più centrale anche nello sviluppo
crescente della medicina di genere, che rappresenta una sfida per le imprese farmaceutiche, da condurre
attraverso sinergie pubblico-privato. Dall'oncologia alle cellule staminali, dalle malattie cardiovascolari agli
screening basati sulle nanotecnologie e la nutrigenomica i settori coinvolti nella ricerca gender sono sempre
di più. E i farmaci in sviluppo per le patologie maggiormente presenti nelle donne sono più di 850 nel
mondo. Sul capitolo sanitario, le differenze sono infatti provate ed evidenti. Le donne vivono piùa lungo
degli uomini (in Italia 85 anni rispettoa 80) ma l'aspettativa di vita in buona saluteè minore, si ammalano di
piùe usano di piùi servizi sanitari, sono più sogget- tea reazioni avverse da farmaci che si manifestano più
gravemente che negli uomini. Serve dunque un grande investimento e un pianoa lungo termine. «Perché
aiutare le donne - sottolinea la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin - significa aiutare una famiglia e un
intero pezzo di società. Quindi occorre sia guardare alla crescente popolazione anziana, fatta soprattutto da
donne,ea politiche per la natalità che ci portino un nuovo baby boom». E annuncia misure ad hoc.
«Proporrò un aumento del bonus bebè, che cresca anche nel tempo». Ma la salute della donna è centrale
anche per gli impatti che il suo ruolo di caregiver ha sul welfare generale. E l'allungamento dell'età
pensionabile rappresenta un appiattimento che a lungo termine sarà controproducente. Lo sostiene il
segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha invitato la stessa ministra Lorenzin e il governo
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Parità di genere. I dati del settore confermano: femminile il 43% degli addetti e quasi la metà dei posti di
vertice
08/03/2016
Pag. 32
diffusione:141637
tiratura:195317
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ad aprire un confronto per «rivedere la legge sulle pensioni» definita come «profondamente ingiusta».
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
81
08/03/2016
Pag. 47
diffusione:262053
tiratura:371646
SE I MALATI NON SI FIDANO LA COLPA È DEI MEDICI
PAOLO CORNAGLIA FERRARIS
L'OSTILITÀ che i medici leggono sul volto di alcuni pazienti è palese: non si fidano e lo fanno capire. Vanno
su Internet e quel che trovano, un fritto misto di nutrienti, integratori, vaccini, farmaci, tecnologie, malattie,
prestazioni sessuali, autismo, cancro ecc. ne condiziona umore e comportamenti, incentivando la
diffidenza. Internet vende speranze e alimenta ansie, sfrutta curiosità e bisogni, afferma il falso e mostra
l'improbabile come facile da ottenere. Mamme disperate per esami del sangue marcati da asterisco,
temono leucemie inesistenti e rifiutano i vaccini. Padri contrari agli antibiotici "per principio", mettono i figli a
rischio di gravi conseguenze.
L'automedicazione è un monumento sociale ad ignoranza e pregiudizi. Tutto vero, ma i medici dovrebbero
chiedersi: «Sarà anche colpa nostra?». Forse sì, per almeno tre ragioni: 1) è opaca la relazione che le
società scientifiche hanno con l'industria alimentare e farmaceutica; 2) sono troppi gli episodi di negligenza
che i pazienti vivono sulla propria pelle; 3) sono troppi i laureati in medicina che non si attengono ad alcun
rigore scientifico, vendendo piuttosto "aria fritta" a caro prezzo. La relazione tra Medicina e Danaro equivale
a ballare il Tango col porcospino: grande ritmo, molta passione, ma tanti dolori. Diffidate sempre dei
ballerini! Meglio affidarsi a medici umili, scrupolosi, prudenti, pieni di buon senso, capaci di attendere prima
di intervenire e soprattutto in grado di rassicurarvi su ciò che ignorate e che internet non potrà mai
insegnarvi, perché non è un medico di fiducia. [email protected]
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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R SALUTE/ LETTERE& RUBRICHE Il medico risponde CAMICI & PIGIAMI
08/03/2016
Pag. 3
diffusione:40318
tiratura:80157
Una gara per gli ascensori Rai
GIANFRANCO FERRONI
Nella Rai guidata da Antonio Campo dall'Orto c'è chi sale e c'è chi scende. Quindi, occhio agli ascensori.
Forse anche per questo ora a viale Mazzini hanno ideato una gara per la manutenzione ordinaria
straordinaria degli impianti elevatori (ascensori, montacarichi e montascale, compresi gli impianti elettrici di
alimentazione) installati «presso gli insediamenti di Roma, Napoli, Milano e Torino della Rai». In palio 2,2
milioni di euro. Le principali tappe della conquista dei diritti civili e politici da parte delle donne, l'origine e il
significato dell'8 marzo, le lotte condotte per arrivare alla parità di genere, in Italia e nel mondo. Rai Cultura
celebra la giornata internazionale della donna anche con un web doc al sito www.cultura.rai. it/webdocottomarzo/index.html. Attraverso immagini storiche d'eccezione selezionate dalle Teche Rai e contenuti
esclusivi, vengono approfondite, a partire dai settant'anni dal riconoscimento del suffragio universale in
Italia, le lotte delle donne per la conquista del voto, iniziate in Italia alla fine dell'Ottocento e culminate nelle
elezioni amministrative del marzo 1946 e in quelle istituzionali del 2 giugno. Al re dei tortellini Giovanni
Rana, grazie alla pubblicità televisiva che lo vede protagonista, chiedono gli autografi anche quando
cammina per strada: è successo anche ieri a Roma, dove il patron del gruppo Rana si è recato per ritirare il
premio Leonardo Qualità Italia 2015. Dopo la tappa al Quirinale, un lunch nell'hotel Bernini Bristol, per
festeggiare insieme al presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini. Non finiscono mai le polemiche per il
servizio del Tg1 dedicato alla reggia di Caserta, dove è improvvisamente apparsa quella di Carditello. Nella
sede della Rai c'è chi ha svolto un'indagine su quanto accaduto dalle parti di Mario Orfeo, evidenziando che
tutto sarebbe dipeso dalla volontà del direttore di consegnare il servizio nelle mani della cronaca, invece
che in quelle esperte della cultura. Un «collocamento» che a viale Mazzini è stato guardato con stupore. Le
Marche puntano sui testimonial cari a chi guarda il piccolo schermo: non solo Neri Marcoré, c'è anche
Vittorio Sgarbi tra i volti noti che aiutano la regione adriatica a promuovere le sue bellezze, naturali ed
artistiche. Ieri Sgarbi ha presentato nella sede romana del Mibact le grandi mostre del Giubileo in terra
marchigiana, con protagoniste le opere di Cimabue, Crivelli, Lotto, Guercini, Tiziano e Caravaggio. Con
un'attenzione speciale per il sistema «Social Network Marche Tourism». Una mattina dedicata al premio
Telethon Farmindustria per tre giovani ricercatrici, ieri a Roma nel tempio di Adriano. Chiamati a condurre
l'evento due noti volti Rai, quelli di Franco Di Mare e Francesca Fialdini. Pino Insegno, Ricky Tognazzi e
Simona Izzo: tutti impegnati a promuovere le giornate della prevenzione gratuita, in occasione della festa
della donna, dando appuntamento il 12 marzo per gli esami senologici gratuiti per la prevenzione dei
tumori, in un progetto ideato dal presidente dell'associazione Artemisia onlus Mariastella Giorlandino, con
la «benedizione» del delegato alla pastorale della salute monsignor Lorenzo Leuzzi. [email protected]
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PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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TELEKOMMANDO
08/03/2016
Pag. 16
In pediatria la pratica clinica si fa tecnologica
LUCA BERNARDO*
È alle porte l'ormai consueto appuntamento con il congresso «La Pediatria nella pratica clinica»,
organizzato dal professor Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Clinica Pediatrica dell'Università degli
Studidi Milano dell'Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, che aprirà i battenti il prossimo giovedì, quest'anno
nella nuova sede del Palazzo delle Stelline, nel centro del capoluogo lombardo. L'evento è alla sua quinta
edizione, e anche quest'anno verrà proposto il fortunato "format" strutturato in un pomeriggio di lavori a
piccoli gruppi tematici, con esercitazioni pratiche, seguito da due giornate di lavori congressuali tradizionali.
Tutto il congresso avrà comunque, come ormai avviene da sempre, un taglio decisamente pratico, fedele
all'obiettivo di portare l' Evidence Based Medicine - letteralmente «medicina basata su prove di efficacia» al
letto del malato. Il programma el congresso comprende inoltre delle "Breakfast e Luncheon Session",
ovvero delle piccole sessioni a numero chiuso, mattutine e durante la pausa pranzo, per quei discenti che
non vogliono perdere nemmeno un'occasione di aggiornarsi sui temi caldi della pediatria trattati dai più
validi esperti. I temi saranno come sempre numerosi e diversificati, e spazieranno dalla farmacologia alla
«gestione» del bambino con malattia cronica, alla metabolomica,alla vaccinologia, alle urgenzeemergenze,
senza naturalmente dimenticare il tema della nutrizione, che ha rappresentato il fil rouge in tutte le
precedenti edizioni del congresso e che godrà di ampio spazio anche quest'anno. Tre, dunque, le giornate
ricche di interventi tra moderatori e relatori provenienti da tutto il territorio lombardo e che anche questa
volta si ritroveranno insieme per dialogare sulla pediatria nella pratica clinica. Novità di quest'anno è il tema
della tecnologia applicata alla medicina: l'informatica al servizio della nutrizione e la telematica nella
gestione del bambino con patologia cronica sono due esempi di come le innovazionitecnologiche possano
entrare a far parte degli strumenti di lavoro del pediatra. Un altro tema attuale che verrà ampiamente
discusso nella sessione di apertura del congresso è quello dei farmaci generici e biosimilari: verranno
presentati i dati di prescrizione nella popolazione pediatrica e affrontati i "pro e contro" del loro utilizzo nel
paziente bambino. Le diverse tematiche saranno affrontate secondo i diversi punti di vista e le diverse
competenze degli specialisti coinvolti nella gestione interdisciplinare delle problematiche più complesse del
bambino. L'appuntamento è quindi per giovedì 10 marzo. Un'occasione di partecipare a un evento che
anche quest'anno si propone di essere un riferimento per la pediatria milanese e lombarda. *Direttore del
Dipartimento Materno-Infantile ASST Fatebenefratelli Sacco
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Pillole di salute
08/03/2016
Pag. 19
L'Unità
diffusione:22216
tiratura:57915
Giannini: più donne per la carriera scientifica
- « Oggi lanceremo una campagna per convincere le donne a intraprendere le carriere scientifiche e a
proporsi per i ruoli apicali » Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca
scientifica, Stefania Giannini , a margine del convegno di Farmindustria sulle donne. « Il tema - ha
proseguito - è quello della sensibilizzazione delle nostre ragazza alla cultura scientifica. Questa è la base
perché ci siano più' donne impegnate nelle posizioni strategiche, non solo nella direzione di grandi aziende
, ma anche nel campo del coordinamento della ricerca scientifica. C'è ancora molto da fare e non solo in
Italia - ha concluso la ministra Giannini - ma noi siamo i primi a lanciare una campagna mirata » . Il tema
delle donne e le carriere scientifiche è dibattutto da tempo, ma finora gli appelli sono rimasti inascoltati.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La campagna
08/03/2016
Pag. 26
diffusione:49633
tiratura:73858
Un coro per le donne: «La pensione va anticipata»
ROMA RIVEDERE la legge sulle pensioni ed il limite dell'età pensionabile, poichè se lavorare fino alla
soglia dei 70 anni è in vari casi «insostenibile» per gli uomini, lo è, tanto più, per le donne. È un appello
'trasversale', che parte dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso passando per il ministro della
Salute Beatrice Lorenzin, rilanciato ieri - alla vigilia della Giornata dell'8 marzo - in occasione di un
convegno organizzato da Farmindustria sulla farmaceutica 'al femminile' (il 43% degli addetti totali è
donna). L'osservazione comune pone l'accento sul fatto che la donna va considerata pure la sua peculiare
funzione 'sociale' di figura responsabile della cura e assistenza di bambini e anziani. Un 'carico' difficilmente
conciliabile con tempi lavorativi e l'attuale innalzamento dell'età pensionabile. «Chiediamo al governo di
aprire un confronto serio per cambiare una legge ingiusta - ha affermato Camusso -. Il lavoro non è uguale
per tutti ed è un errore portarlo tutto allo stesso livello con la logica che l'aspettativa di vita si innalza. Ci
sono poi lavoratrici e lavoratori che sono entrati nel mondo del lavoro a 14 anni e non ci possiamo
aspettare che restino tutti fino a 67 anni. Così non si può fare il turn-over e non c'è lavoro per i giovani».
PRONTA la riposta del ministro Lorenzin: «È evidente che il sistema dell'età pensionabile per le donne
vada rivisto, anche se ci vorrà tempo ed equilibrio. Far lavorare una donna fino a 70 anni è molto di più che
usurante: diventerà un tema serissimo su cui bisogna riflettere». Oggi, ha quindi commentato la leader della
Cisl, Annamaria Furlan, il ministro Lorenzin «ha preso un impegno e speriamo che il governo ne tenga
conto». Anche per il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, la legge sulle pensioni «è una
legge nata male sin dall'inizio e mi auguro che si rimetta mano a questa stortura che è tutta italiana». Sulla
difficoltà crescente per le donne di conciliare vita materna e lavoro, Lorenzin ha fatto un altro annuncio:
«Proporrò un aumento del bonus bebè, attualmente pari a 80 euro, che sia anche un aumento nel tempo.
Dobbiamo pensare a misure di sgravio non solo nei primi mesi di vita».
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'APPELLO DALLA CAMUSSO AL MINISTRO LORENZIN: PESANO I COMPITI PER LA CURA DI BIMBI
E ANZIANI
08/03/2016
Pag. 25
diffusione:17058
tiratura:32889
Farmaceutica «rosa» un modello vincente
43% di occupate: vere pari opportunità Tre giovani ricercatrici Su 450 domande, premiate con 10 mila euro
ciascuna
Sar.Bir.
L'industria farmaceutica è un'industria in rosa e punta sempre più sulle capacità e sulle competenze delle
donne, oltre che alla medicina di genere. L'82% degli insegnanti è rappresentato da donne, ma solo il 65%
dei dirigenti scolastici sono donne. Il palleggio di affermazioni è avvenuto ieri, alla vigilia dell'8 marzo, sul
«campo» di Farmindustria durante l'incontro «Le donne x la farmaceutica, la farmaceutica x le donne», che
ha visto la partecipazione di due ministre: Beatrice Lorenzin, alla Salute (con la piccola Lavinia tra le
braccia che ha già fatto subire la prima "discriminazione" al gemellino Francesco) e Stefania Giannini
all'Istruzione. A tracciare il bilancio al femminile del settore industriale del farmaco è stato il presidente di
farmindustria Massimo Scaccabarozzi: «Nella farmaceutica le pari opportunità non sono uno slogan. I
farmaci in sviluppo per le patologie maggiormente presenti nelle donne sono più di 850 nel mondo. E le
donne sono il 43% degli addetti totali, con una quota di laureate o diplomate superiore al 90%. Spesso con
incarichi di primo piano. Nella ricerca, cuore pulsante del settore, superano addirittura il 50%. Dato che
dimostra la spinta innovativa che può venire dalle donne, grazie al loro entusiasmo e alla creatività e
tenacia». L'industria farmaceutica, ha ribadito Scaccabarozzi «tutela le donne. Prevedendo ad esempio, in
caso di maternità, periodi di aspettativa più lunghi rispetto alla legge e al Ccnl. O introducendo per le
neomamme la possibilità dello smart working. Assicurando poi per tutte alcuni servizi come quelli di
medicina preventiva focalizzati sulle patologie femminili e quelli per una migliore conciliazione dei tempi di
vita e lavoro (asili nido, lavanderia, calzoleria, take away). L'attivismo scientifico del settore, secondo il
ministro Giannini, dimostra con i numeri il grande lavoro che si sta facendo in Italia, membro autorevole di
una comunità scientifica internazionale anche grazie al sistema integrato nella ricerca in cui non c'è confine
tra pubblico e privato. Realistica l'analisi di Nathalie Dompé, intervenuta come rappresentante delle
«manager donne» della farmaceutica insieme a Franziska Khevenhuller di Ibi Giovanni Lorenzini, Chiara
Montegelli di Kedrion, Anna Maria Porrini di Boehringer Ingelheim Italia e anche Nicoletta Luppi di Msd
Italia: «Abbiamo delle sfide enormi di fronte a noi soprattutto come donne: il crollo della natalità, la
necessità di fare prevenzione all'interno delle famiglie, la medicina di genere. Tutti fattori diversi di grande
importanza, che hanno un filo comune, che se riusciremo a seguire riusciremo a stare al passo». Ed infatti
il ministro Lorenzin ha definito la donna il «care manager»: «Il quadro demografico desolante dovrebbe
essere la nostra prima preoccupazione. Quindi occorre sia guardare alla crescente popolazione anziana,
fatta soprattutto da donne, e a politiche per la natalità che ci portino un nuovo baby boom, dato che a oggi
nemmeno le nascite dalle persone immigrate ce la fanno a crearlo». Per questo la Lorenzin proporrà al suo
governo (dove la presenza femminile è importante ma, ha ammesso, in politica mancano ancora tante
donne) sia un aumento del bonus bebè attualmente pari ad 80 euro, sia un aumento nel tempo. Inoltre,
secondo il ministro «dobbiamo puntare sulla medicina di genere, siamo diversi, e curare una donna è
diverso che curare un uomo. Le donne, è vero, vivono di più, ma vivono peggio i loro ultimi anni. Servono
iniziative (come quella della giornata per la salute della donna il 22 aprile) un grande progetto di
prevenzione». In occasione dell'incontro sono stati consegnati i premi Farmindustria-Telethon dedicati a
giovani ricercatrici del settore pubblico. Con 10.000 euro a testa, su 450 domande, sono state premiate tre
scienziate: Donella Puliti, Jenny Sassone e Maria Nicastro. Le domande sono state valutate da una
Commissione composta da tre esperti del settore: Francesca Pasinelli, direttore generale Fondazione
Telethon; Flavia Franconi, coordinatrice del gruppo Farmacologia di genere della Società italiana di
farmacologia (Sif); Adriana Albini, direttore scientifico Fondazione MultiMedica Onlus.
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Evento Un settore strategico di Farmindustria / Speciale Donna
PERSONAGGI
3 articoli
08/03/2016
Pag. 6 Ed. Bari
diffusione:22565
tiratura:31646
«Non ci presteremo a buffonate ma valuteremo i dati tecnici e la valenza
epidemiologica»
GIUSEPPE ARMENISE l «Vorrei ricordare che circa 12 anni fa, quando si parlava di piano di riordino
ospedaliero, la gente saltava sulle macchine. Per quanto ci riguarda non ricorreremo a queste buffonate.
Se verificheremo che le scelte della bozza di piano osedaliero sono supportate da dati epidemiologici e
tecnicamente validi è un conto, se le scelte sono politiche e si modificano a seconda dei contatti politici,
evidentemente non potremo che contestarle». Così il leader nazionale di Conservtaori e riformisti (CoR),
Raffaele Fitto in apertura del primo incontro pubblico voluto dal gruppo CoR del Consiglio regionale per
l'analisi del documento sulla nuova mappa dell'of ferta di Salute della regione Puglia, al quale hanno
partecipato i parlamentari pugliesi (i senatori Luigi d'Ambrosio Lettieri e Pie ro Liuzzi , gli onorevoli Lui gi
Perrone, Antonio Distataso e Benedetto Fucci ) e alcuni amministratori o rappresentanti degli organismi
elettivi degli enti locali pugliesi. «Abbiamo alle spalle - ha aggiunto Fitto - dieci anni nei quali sulle principali
questioni di emergenza di questa regione non si è avuta la capacità di affrontare i problemi, ma si è solo
rinviato o non fatto nulla: dalla sanità ai rifiuti. Il problema - ha rilevato - è che Emiliano (presidente della
Regione, ndr) non può scaricare su Vendola (ex presidente della Regione Puglia, ndr). Noi dovremmo
ricordare a Emiliano che lui è stato il segretario regionale del Partito democratico, quindi del principale
partito che ha sostenuto Vendola dalle non scelte sui temi principali di questa regione in questi dieci anni». I
fittiani hanno analizzato il provvedimento di riordino ospedaliero così come partorito dalla giunta regionale,
sollevando perplessità in merito a numerose incongruenze (ne riferiamo a parte) rispetto agli standard
richiesti dalla legge nazionale. Proprio quegli standard che, invece, il presidente della giunta regionale,
Michele Emiliano , e il direttore dell'Area Salute della Regione, Giovanni Gorgoni , dicono abbia guidato
l'analisi che ha condotto con metodo scientifico alla classificazione degli ospedali e, in otto casi, della loro
scomparsa. «Tra le varie criticità già denunciate confermano dal gruppo di CoR (con Zullo i consiglieri
Francesco Ventola, Luigi Manca, Erio Congedo e Renato Perrini ) - la bozza di piano di riordino presenta
anche una disomogeneità nella distribuzione dei posti letto per disciplina che non ha nessuna ratio, né nella
legge né nella mappa delle malattie». In verità, rimarcano i consiglieri fittiani, già dalle slide distribuite dal
presidente Emiliano è scritto che per la redazione del piano «sono stati presi in considerazione solo tre
degli otto standard previsti, ovvero la classificazione delle strutture, i bacini d'utenza minimi e massimi, e
volumi di esito e di ricovero». Una visione parziale, insomma, che non farebbe fede alla specificità delle
strutture esistenti e dei territori sulle quali insistono. E tuttavia, la presa di posizione di CoR resta nell'area
dell'analisi e della collaborazione, sperando che, «Emiliano dicono da Conservatori e riformisti - sia ancora
disposto all'ascolto». Il presidente del gruppo CoR alla Regione, Ignazio Z u l l o , spiega a proposito: «Se il
Piano di riordino è un'occasione per dare ai pugliesi una sanità ospedaliera migliore, non vogliamo che sia
un'occasione persa, per questo motivo abbiamo avviato una serie di iniziative di ascolto e confronto con i
territori». COR Ignazio Zullo, Raffaele Fitto, Erio Congedo
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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FIT TO «CONTRO DI NOI, 12 ANNI FA, PROTESTAVANO SALTANDOCI SULLE MACCHINE»
08/03/2016
Pag. 38
Bioenergia ora produce 8 mila tonnellate di pellet
Bioenergia ora produce
8 mila tonnellate di pellet
È entrato a regime il nuovo impianto realizzato a Cavalese e costato 2 milioni
Chiude la filiera del legno locale utilizzandone gli scarti per ricavare energia
PREDAZZO. La giunta comunale di Predazzo ha provveduto recentemente ad approvare in linea tecnica il
progetto redatto dal perito industriale Alberto Capra, di Predazzo, per la realizzazione di una centralina
idroelettrica sul rio Valsorda, che sfrutterà le acque del torrente per produrre energia. Il costo complessivo
dell'intervento è stato quantificato in 25 mila euro e sarà finanziato per 5.000 euro con i canoni aggiuntivi
dei beni demaniali e per la parte restante, quindi 20 mila euro, con il budget dei fondi di investimento.
(l.ch.)di Luciano Chinetti wCAVALESE È entrato ormai a regime il nuovo impianto di produzione industriale
di pellet realizzato da "BioenergiaFiemme" di Cavalese. Un investimento di 2 milioni di euro che ha
permesso tra l'altro di completare la filiera locale del legno (recuperando gli scarti delle lavorazioni per
ricavarne combustibile) e di assumere ben 4 nuovi operai, di cui tre a tempo indeterminato. "Ora con
questa nuova produzione - spiega l'amministratore delegato di BioenergiaFiemme Andrea Ventura andiamo a chiudere il cerchio e la filiera corta e inoltre le 8 segherie della valle riusciranno ora a piazzare
interamente tutti i loro scarti di lavorazione (segature e cippato). Con questo nuovo progetto tra l'altro le
segherie poi non devono più trasportare il materiale fuori valle , ma viene assorbito direttamente a scopi
industriali e per produrre energia rinnovabile con notevole risparmio in termini di costi". Ma non è tutto . Da
questi progetti, sottolinea ancora Andrea Ventura, ne sono nati nel frattempo altri due, uno in
collaborazione con la nota azienda Eurostandard Spa di Tesero, guidata dall' abile amministratrice delegata
Marisa Zeni e una con la Eneco srl di Predazzo, guidata dal presidente Andrea Giacomelli che si occupa
del teleriscaldamento . Entrambe le aziende hanno realizzato dei gassificatori identici, del costo di 750 mila
euro ciascuno, che funzionano a pellet in grado di produrre sia calore che energia. Le due aziende saranno
in grado consumare la bellezza di 1000 tonnellate di pellet all'anno ciascuna. Matriale prodotto da
Bioenergiafiemme . Per realizzare il gassificatore Eurostandard e BioenergiaFiemme hanno costituito una
nuova società, la Eurobio Energy srl. La proprietà è ripartita tra le due società con il 49% a
BioenergiaFiemme e il 51% a Eurostandard. L'impianto di produzione di pellet, che è stato realizzato
nell'area prima utilizzata come deposito delle segature e cippato, sarà in grado di produrre dalle 6 alle 8
mila tonnellate di cilindretti di legno, sempre più in uso per il riscaldamento privato con le stufe domestiche
nelle case . Dalla filiera della Bioenergia di Cavalese usciranno pellet di prima qualità, realizzati con l'abete
di Fiemme. Potranno essere venduti sfusi ai privati in sacchetti da 15 chili o con pallet da 600 chili per i
grossisti e il mercato delle grosse aziende. Per il nuovo impianto entrato in funzione dalla metà di febbraio
la società non ha utilizzato di alcun contributo provinciale. L'ammortamento del significativo investimento
effettuato avverrà, come ha spiegato ancora l'amministratore delegato Andrea Ventura, con un piano che si
chiuderà nel giro di 6-7 anni. Ora manca solo il marchio per la vendita di pellet e quindi anche un listino
ufficiale dei prezzi. Ma i privati che fossero interessati ad acquistare i sacchetti di pellet potranno già da ora
contattare direttamente la BioenergiaFiemme di Cavalese chiamando al numero telefonico 0462-235173.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Bioenergia ora produce 8 mila tonnellate di pellet È entrato a regime il nuovo impianto realizzato a
Cavalese e costato 2 milioni Chiude la filiera del legno locale utilizzandone gli scarti per ricavare energia
07/03/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
Lombardia. Diabete, Regione e pazienti trovano una soluzione su gara di
appalto per dispositivi
La gara per la fornitura dei presidi era stata aspramente contestata dai pazient. La proposta, ora sarebbe di
ridiscutere i termini della convenzione tra Servizio sanitario regionale e farmacie per la distribuzione di
presidi e dispositivi a prezzi inferiori e di implementare il sistema informatico per migliorare il controllo
dell'appropriatezza.
07 MAR - "Grazie all'Assessore Massimo Garavaglia la politica lombarda ha detto finalmente 'no' alla gara
per i presidi e i dispositivi medici per le persone con diabete". Con queste parole Tamara Grilli, coordinatore
FAND-Associazione italiana diabetici della Lombardia, annuncia l'apertura della Regione Lombardia verso
una soluzione diversa dalla tanto discussa gara predisposta da ARCA, e già sospesa dal TAR, per la
fornitura di glucometri, lancette pungidito, aghi e quant'altro normalmente utilizzato dalle oltre 500mila
persone con diabete lombarde. La disponibilità della Regione sarebbe emersa dal convegno "Diabete:
Dalla cura al prendersi cura. L'importanza dell'autocontrollo glicemico domiciliare", organizzato sabato
scorso in memoria del Presidente FAND, Egidio Archero, prematuramente scomparso in autunno, e al
quale è intervenuto anche l'assessore all'Economia Massimo Garavaglia. "È una soluzione ponte", ha detto
l'Assessore raccogliendo la proposta di Albino Bottazzo, Presidente Nazionale FAND, di Tamara Grilli
coordinatrice Fand Lombardia, di Antonino Arini Presidente di Amici del Diabetico, della Presidente di
Federfarma Annarosa Racca e sostenuta dal Presidente della Società italiana di diabetologia (SID), Enzo
Bonora.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 08/03/2016
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Regioni e Asl