Perle, un boom di colori
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Perle, un boom di colori
CA R PE DI E M Beauty n Bionsen presenta il fango anticellulite a base di argilla, alghe giapponesi ed estratti di bambù, arricchito con estratti di tè verde, edera e ippocastano, per riattivare la circolazione. Limone, lavanda e origano stimolano il drenaggio dei liquidi in eccesso, combattendo i gonfiori. Prezzo: 12 euro. Info: www.bionsen.it Investire nella Qualità della vita n n Collezionismo La rarefazione dei gioielli naturali ha provocato un forte rialzo delle quotazioni Perle, un boom di colori Occorrono 20 mila euro per un filo, ma gli esemplari rari superano i 200 mila di Elena Correggia L Sport n Il motto delle Olimpiadi di Pechino è cucito sul mocassino Olympic di Santoni. Il modello in pelle sfoderata presenta i cinque cerchi olimpici traforati ricamati sulla tomaia. Disponibile nella versione bianca o nei colori verde, blu, rosso, nero e giallo. Prezzo: 300 euro. Info: 02.76018060 Orologi n William Baldwin, l’astronauta dell’Apollo 13, firma il Pilot Gmt di Bulova. Un orologio in acciaio inossidabile, placcato nero allo ionio, con movimento automatico, secondo fuso orario e impermeabilità fino a 100 metri. Presenta il dettaglio retrò della lancetta Gmt a punta di aeroplano. Prezzo: 980 euro. Info: 800.28568200 m f p er s on a l@cl a s s . it e più care al mondo hanno superato i 5,2 milioni di euro. Il record per un gioiello di perle se lo è aggiudicato una storica collana di perle di Baroda, battuta da Christie’s a New York nell’aprile 2007 e acquistata da un facoltoso collezionista asiatico. Il doppio filo è formato da 68 perle fra le più grandi e belle esistenti, che in origine componevano una straordinaria collana a 7 fili appartenente al tesoro del maharaja di Baroda. Un gioiello da primato, che segnala però l’ottimo stato di salute del comparto. «La rarefazione delle perle naturali, che dagli anni 50 non vengono più pescate ma si trovano solo in collezioni d’epoca, e la forte richiesta soprattutto da parte degli indiani, veri cultori di questo genere di monile, hanno fatto impennare le quotazioni negli ultimi 5-6 anni», spiega Roberto Sciaguato, antiquario specializzato e titolare della galleria La piramide di Milano. Se per un semplice filo di perle naturali con diametro da 4 fino a 7 mm per la perla centrale più grande qualche anno fa si pagavano circa 1.500 euro, oggi la cifra non è inferiore a 20-25 mila euro e il prezzo può salire anche a 40-50 mila euro quando la perla centrale raggiunge dimensioni superiori. Bellezza, rarità, antichità sono quindi le caratteristiche che hanno determinato il boom del settore, con prezzi incrementati anche del 100% da un anno all’altro per esemplari in eccellente stato di conservazione. «Molto pregiate sono anche le perle rosa conch», continua Sciaguato, «possiedono tonalità che variano dal rosa tenue al rosa intenso fino all’aranciato e sono il prodotto del gasteropode Strombus Gigas. La particolare cristallizzazione rende la perla più dura e compatta delle altre, conferendole l’aspetto della porcellana. Solo una conchiglia ogni 50 mila genera una perla rosa e questa estrema rarità, unita al ritorno dell’interesse collezionistico, ha fatto lievitare le quotazioni, che oscillano fra 5 mila e 25 mila euro al carato». Per un gioiello importante si può per esempio montare una perla da 10 carati in forma di ciondolo o anello. Inconfondibili per il bel color arancio, le perle Melo costituiscono un oggetto del desiderio quasi introvabile. Originarie del Vietnam, provengono da un gasteropode oggi estinto. Ne esistono un’ottantina al mondo, che appartenevano alla collezione imperiale vietnamita. Nella simbologia orientale la Melo appare come un fuoco protetto da due dragoni. È la materializzazione della perfezione, difesa dal potere imperiale. La dimensione varia da 15 a 30 mm di diametro, il peso può aggirarsi sui 60 carati circa mentre il valore è stimato sui tremila euro a carato. Fra le rarità più curiose bisogna citare le perle horse conch, di cui si conoscono solo 10 esemplari. Dall’inusuale colore che spazia dal rosso al marroncino, con piacevoli fiammature e cangianze, queste perle raggiungono un valore pari a circa 7 mila euro al carato. Ogni 20-30 mila conchiglie tridacna è infine possibile trovare l’eccezionale sorpresa di una perla bianco latte, priva dell’opalescenza della perla classica, ma con un piacevole effetto velluto. Il prezzo per un esemplare di qualità di 45 carati si aggira sui 200-225 mila euro. Per evitare incauti acquisti è inoltre importante richiedere il certificato di autenticità. «Per scongiurare il rischio di comprare come naturali perle in realtà coltivate», conclude Sciaguato, «bisognerebbe sottoporre il gioiello a un esame gemmologico. Tramite i raggi x è possibile verificare la presenza del nucleo di madreperla, utilizzato nelle coltivazioni come corpo estraneo per provocare artificialmente la reazione di difesa del mollusco che, isolando l’agente esterno con carbonato di calcio e conchiolina, avvia la formazione della perla. In natura, invece, il medesimo processo viene attivato da parassiti o sabbia, percepiti dal mollusco come minaccia». (riproduzione riservata) n n Mostre Ricostruito a Venezia un laboratorio di profumeria del 1800 avanti Cristo Fra oli profumati e alambicchi, i segreti di bellezza di Venere di Elena Correggia U na fabbrica di profumi che risale a 4 mila anni fa e custodisce rituali e ricette per produrre fragranze inebrianti. A raccontare i segreti di questo luogo affascinante sarà Il mondo ritrovato dei profumi di Afrodite, una mostra curata da Angelo Bartoli, responsabile del Centro di archeologia sperimentale Antiquitates, e allestita il 27 e il 28 giugno nella cornice del Casinò del Lido di Venezia. Con l’esposizione di brocche, alambicchi, imbuti, vasellame e utensili vari si ripercorrerà la storia del profumo e delle tecniche originarie per la sua produzione, come la macerazione a caldo e la distillazione. Alla base della ricostruzione del laboratorio c’è la scoperta, compiuta da una missione del Cnr alcuni anni fa, di una stanza dei profumi inserita in un palazzo del 1800 a.C. sull’isola di Cipro, la terra di Afrodite. A est del frantoio si trovava la fabbrica dei profumi dove, in fossette scavate nella terra, erano contenute brocche con resti di cenere. Studiando questo sito, i materiali residui delle brocche in ceramica e valutando le descrizioni di fonti come Plinio il Vecchio, il Centro di archeologia sperimentale Antiquitates ha riprodotto gli utensili del tempo. Applicando quelle tecniche antichissime a fiori ed erbe già conosciute a Cipro ha poi dato vita a un nuovo profumo, che verrà presentato per l’occasione. La fragranza rievoca aromi millenari e celebra l’incontro fra Mediterraneo e Oriente con un bouquet di sentori fra cui si riconoscono lavanda, cannella, timo, mirto, lauro, muschio di quercia, giacinto, ambra, arnica, vaniglia e zagara. (riproduzione riservata) Lampi nel buio Come l’ostrica, anche le donne più dure, a volte, nascondono una perla Michel de Certeau