Egr Sig Direttore “Corriere della Sera” Via Solferino 28 Milano
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Egr Sig Direttore “Corriere della Sera” Via Solferino 28 Milano Oggetto: Articolo del “Corriere” sulle “pubblicità terroristiche degli studi legali”: ringraziamenti e contributo al dibattito (qualora si ritenga di riprenderlo dalle pagine del “Corriere”). Titolati interlocutori hanno già espresso nel merito osservazioni e deduzioni che condivido. Io vorrei semplicemente dare onore al merito a chi ha voluto affrontare con correttezza e lucidità questa spinosa ed attualissima tematica, dando ascolto anche alle ragioni ed alle argomentazioni dei medici. In ciò ha colto, con lungimiranza, come questo tema stia diventando nevralgico se non dirimente nel determinare e definire il nuovo equilibrio su cui si dovrà reggere la futura sanità nazionale, che già si trova a non potere prescindere dalle ristrettezze della congiuntura economica che stiamo vivendo. E’ significativo che sia stata la Sua prestigiosa testata nazionale a dare avvio a quella che, per i medici che rappresento e non solo, è una ormai improcrastinabile azione educativa verso tutti noi cittadini italiani, su che cosa si possa chiedere alla sanità, ai medici ed al Servizio Sanitario Nazionale, che cosa questi possano dare e che cosa no (distinzione tra fiction e realtà, significato di salute, aspettativa di vita, il nostro rapporto con la morte etc). Occorre che tutti gli interlocutori che interagiscono in questo settore riconoscano che questa azione educativa costituisce una delle basi essenziali della futura sanità e della sua tenuta anche economica. A queste osservazioni mi permetto di aggiungere una proposta circa la depenalizzazione dell’atto medico, tratta dal nostro documento”Proposte per la Sanità lombarda” pubblicato nelle settimane scorse. La depenalizzazione dovrebbe essere associata ad una revisione completa del rapporto contrattuale tra sistema sanitario nazionale, singoli medici e pazienti. Si deve passare, almeno per le prestazioni in ambito SSN (libera professione intramoenia compresa) dal concetto di risarcimento da ottenere in ambito giudiziario o comunque a seguito di contenzioso, a quello di "equo indennizzo" da ottenere attraverso la valutazione espressa da una commissione pubblica. Non si capisce infatti perché quando si eroga la prestazione questa debba avere il carattere di rapporto cittadino/Ssn offerta ad un prezzo “calmierato” (quali sono le tariffe del sistema sanitario nazionale) peraltro pagato in gran parte dalla fiscalità generale, mentre nel caso in cui la prestazione erogata venga ritenuta presumibilmente non corretta si debba passare al sistema del contenzioso giudiziario ed in definitiva al sistema assicurativo, come in un rapporto tra privati. In sintesi la proposta avrebbe questi contenuti: lo Stato dovrebbe depenalizzare l'atto medico, definire per ogni danno possibile una tariffa di equo indennizzo e dovrebbe indicare in ogni ambito territoriale definito, una commissione, magari con la possibilità di una seconda istanza (in analogia a quanto accade per l'invalidità civile), che ha il potere dirimente definitivo. Dovrebbe essere escluso per legge il ricorso alla magistratura ordinaria (ovviamente con esclusione degli atti dolosi). Questa soluzione: 1) porterebbe a riduzione di costi per il Ssn, che è comunque il garante del servizio, tra cui quelli causati dal ricorso alla “medicina difensiva”, statisticamente ormai molto rilevante, 2) è già applicata in altri ambiti della pubblica amministrazione 3) eviterebbe molte spese giudiziarie 4) terrebbe conto anche di altri sostegni che comunque lo Stato garantisce anche dopo incidenti in questo settore (invalidità civile ect.). Ringraziando per l’attenzione, porgo cordiali saluti. Dott. Arturo Bergonzi Segretario regionale CISL MEDICI LOMBARDIA 349/2182616 02/6690904 [email protected] testo delle “Proposte per la sanità lombarda” su: www.cislmedicilombardia.it Via R. Lepetit, 18 – 20124 MILANO Tel. 02/6690904 - Fax 02/6693512 E-mail: [email protected] - www.cislmedicilombardia.it