Barocco - Pansofia

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Barocco - Pansofia
Il Barocco
INTRODUZIONE
DATE
Per musica barocca si intende quella produzione che va dal 1600 circa al 1750. Il termine barocco,
riferito alla musica, venne utilizzato per la prima volta nei primi anni del 1900 da musicologi tedeschi.
IL BAROCCO
Il barocco è un gusto artistico/letterario affermatosi nel Seicento, caratterizzato nelle arti
figurative dalla ricerca dello scenografico e del monumentale. Questo orientamento, interessa la cultura
europea e non soltanto quella italiana, infatti il barocco come il rinascimento ebbe origine in Italia (a
Roma si costruiscono le prime architetture barocche).
Il termine barocco, usato nell'accezione di "bizzarro", "stravagante" e "grottesco", era entrato nel
vocabolario della critica per definire lo stile artistico del Seicento. Fu usato per la prima volta in senso
dispregiativo dagli storici del ‘700, per indicare lo stile delle "forme che volano" e per contrapporre
l'esagerazione del Seicento alla sobrietà razionale dell'Illuminismo settecentesco. Oggi non lo si usa più
in senso dispregiativo, ma solo in senso storico e culturale per designare, nel suo complesso, la cultura del
‘600.
Le origini della parola «barocco» sono poco chiare; esistono tre differenti ipotesi sulla derivazione del
termine:
1 dal francese «baroque», attestato in Francia nel XVII sec. con il significato di stravagante, bizzarro;
2 potrebbe derivare dal portoghese «barroco» o dallo spagnolo «barueco», che designava un genere di
perla scaramazza, ovvero una perla dalla forma irregolare;
3 altri autori fanno derivare il termine dal sostantivo «baroco», usato nella filosofia scolastica per
indicare un procedimento logico o sillogismo complicato e cavilloso.
L’ARTE BAROCCA
Se nel Rinascimento l’arte fa leva sulle forze intellettuali (geometria, prospettiva, culto
dell’antico appannaggio quindi di un piccolo gruppo di umanisti), il Barocco invece fa appello
all’emotività, spesso si avvale della drammaticità illustrativa; si abbandona la realtà per un mondo di
fantasia. È la poetica della “meraviglia” quasi una disobbedienza e ribellione alle norme rinascimentali.
La perfezione armoniosa, il gusto raffinato e il perfetto equilibrio del Rinascimento, cedono il posto quindi
ad espressioni più mosse, tormentate ed inquiete, prevale la ricerca del meraviglioso, la tendenza a
sbalordire e meravigliare. Intento dell’artista barocco è commuovere, persuadere il pubblico, “fare
spettacolo” non disdegnando di ricorrere a tutti gli artifici, spesso esagerando. È l’arte dell’ostentazione,
irrequieta ed instabile che fa uso di elementi illusionistici e dimostra grande capacità comunicativa. Il
fasto e la sontuosità sono le espressioni più evidenti dello stile barocco, infatti teatro, architettura e
musica sono caratterizzate da aspirazioni grandiose, effetti imponenti, abbondanza di decorazioni, di
forme elaborate e insolite, ricche di fantasia.
Due sono i termini che possono efficacemente definire in sintesi questo nuovo gusto artistico: STUPORE –
DINAMISMO ossia la spinta al movimento, a rompere gli equilibri e le simmetrie. Il barocco non
rappresenta né un'ascesa né un declino del classico, ma un'arte totalmente diversa.
L’esaltazione dello sfarzo, della grandiosità e della ricchezza costituiscono l’altra faccia del potere
“assoluto” delle monarchie europee che manifestano con l’arte barocca il senso del prestigio affermazione
del potere economico e politico.
Le forme architettoniche, frutto di complessi calcoli matematici, presentano una quantità di linee
spezzate e ondulate, c’è la tendenza a strutture monumentali cariche di decorazioni e ornamenti.
Nella pittura il dinamismo è ottenuto non solo col movimento delle figure e dei panneggi, ma anche nei
forti giochi di luci e ombre (accentuazione del chiaroscuro - Caravaggio).
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In letteratura si esaltano il sentimento e le passioni, si usano frequentemente metafore volutamente
bizzarre e insolite (la metafora è una figura retorica per la quale si esprime sulla base di una similitudine una cosa diversa da
quella nominata, trasferendo il concetto che questa esprime al di fuori del suo significato reale - esempio. “sei un fulmine”),
nasce il romanzo moderno. Attualmente si riconoscono tuttavia accanto alle esagerazioni, anche valori
che meritano la più attenta considerazione. Forse è la poesia che paga più pesantemente la libertà
d’espressione, ma nelle altre arti quanti capolavori!
Agganci con le altre discipline
NELLA STORIA
Guerra dei 30 anni (1618 - 1648 Europa centrale - motivi religiosi, libertà di culto - defenestrazione di
Praga - pace di Vestfalia) - Sbarcano in America i puritani del Mayflower (1620) - Campagna militare
contro gli Ugonotti di La Rochelle in Francia (1621) - Richelieu è nominato primo ministro (1624) - A
Richelieu succede Mazzarino (1642) - Decapitazione di Carlo I d’Inghilterra (1649) - Governo puritano di
Cromwell 1649 - 1660 - Epidemia di peste - Regno di Luigi XIV 1661 - 1715 - I Turchi assediano Vienna
(1683) - Venezia, Austria e Polonia contro i Turchi (1685) - Pietro il Grande diventa zar di Russia (1689) Inghilterra e Scozia si uniscono sotto il nome di Gran Bretagna (1707) - Pace di Utrecht (1713) - A Londra
sorge la “Grande Loggia” della massoneria (1717) - Pace di Aquisgrana (1740)
NELLA LETTERATURA
Miguel de Cervantes Saavedra (1547 - 1616) (1605 Don Chisciotte) - Giulio Cesare Croce (1550 1609)(Bertoldo e Bertoldino - 1606) - Paolo Sarpi 1552 - 1623 (teologo, storico e uomo politico) - Francesco
Bacone (1561 - 1626) barone di Verulamio (filosofo inglese ma anche cultore di scienza / Francis Bacon) Giambattista Marino (1569 - 1625) poeta napoletano - 1603 fondata a Roma l’Accademia dei Lincei Gottfried Wilhelm Leibniz (1646 – 1716) (filosofo e scienziato tedesco) - Daniel Defoe (1660 - 1731)
(Robinson Crusoe) - Jean Baptiste Poquelin detto Molière (1662 - 1673) (Il misantropo - L’avaro - Il
malato immaginario) - Viene pubblicato nel 1612 il vocabolario della Crusca - Jonathan Swift (1667 - 1745)
(scrittore inglese “I viaggi di Gulliver”) - Pietro Metastasio (1698 - 1782) (poeta romano autore di testi per
mlodrammi come “La clemenza di Tito” “Didone abbandonata” “Artaserse”).
NELL’ARTE
pittura: Dominikos Theotokòpulos detto El Greco (1541 - 1614) - Michelangelo Merisi detto Caravaggio
(1573 - 1610) - Artemisia Gentileschi (1597 - 1651) - Diego Rodriguez de Silva y Velázquez (1599 - 1660) Harmenszoon van Rijn Rembrant (1606 - 1669) - Antoine Watteau (1684 - 1721) - Giambattista Tiepolo
(1696 - 1770) - Giovanni Antonio Canàl detto Canaletto (1697 - 1768).
architettura:: Gian Lorenzo Bernini (1598 - 1680) architetto, scultore, pittore e scenografo - Francesco
architettura
Borromini (1599 - 1667) - Christopher Wren (1632 - 1723) - Filippo Juvarra (1678 - 1736) architetto e
scenografo - Balthasar Neumann (1687 - 1753) - Baldassarre Longhena (1598 - 1682) - 1730 ca. inizia a
diffondersi lo stile architettonico e decorativo rococò.
scultura: Gian Lorenzo Bernini (1598 - 1680) - Alessandro Algardi (1595 - 1654) - Andrea Brustolon (1678
- 1736) scultore in legno.
NELLA TECNICA / SCIENZA
Renato Cartesio (1596 - 1650) (filosofo e scienziato francese / René Descartes) - Z. Jenssen inizia a
produrre telescopi (1604) - Keplero - Viene fondata l’università di Harvard la più antica del Nordamerica
(1636) - B. Pascal - Torricelli inventa il barometro (1643) - G. W. Leibniz inventa la calcolatrice meccanica
(1673) - In Inghilterra viene costruito l’osservtorio di Greenwich (1675) - Newton e il principio di
gravitazione universale (1687) Boyle - Nel 1690 Papin inventa
la macchina a vapore e nel 1707
il
battello
a vapore Cannocchiale e microscopio Primo orologio a pendolo - In
Inghilterra si costruisce la
prima seminatrice meccanica
(1701) - In Inghilterra si inizia a
produrre l’acido solforico (1740)
- Celsius fabbrica il primo
termometro a scala centigrada
(1742).
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PARTE SPECIFICA
LA MUSICA STRUMENTALE
Uno degli aspetti che caratterizzano il barocco
musicale è la definitiva consacrazione dell’autonomia della
musica strumentale; si scoprono le innumerevoli possibilità
degli strumenti, ci si accorge che essi possiedono una
ricchezza di timbri e un’estensione superiori a quelle della
voce. Se durante il Rinascimento gli strumenti avevano
avuto la funzione di raddoppiare le voci della musica corale
e/o di sostituirne alcune quando mancavano, nell’età
barocca assumono un ruolo indipendente.
Essa conosce un grande sviluppo, grazie al perfezionamento
degli strumenti ad arco (soprattutto del violino) che
diventano i veri protagonisti dell’orchestra barocca, infatti
nella seconda metà del XVII secolo sorgono i primi
complessi strumentali.
Le famiglie dei liutai di Cremona costruiscono violini e viole tanto perfetti nella bellezza e nella sonorità
da rimanere insuperati nei secoli (Stradivari, Guarneri del Gesù, Amati).
In questo periodo emergono anche gli strumenti a fiato quali il flauto, l’oboe, la tromba, il fagotto, si
perfeziona l’organo e si afferma il clavicembalo.
Il VIOLINO - strumento ad arco che nasce, grazie alla fantasia e alla genialità dei costruttori italiani,
dalla trasformazione di strumenti medievali quali la viella e la ribeca. Dotato di 4 corde e con sonorità
duttile ed espressiva diventa lo strumento principe dell’orchestra.
L’ORGANO - strumento il cui suono è prodotto dall’aria immessa nelle canne; dotato di più tastiere e
pedaliera; nel periodo barocco diventa uno strumento grandioso e tecnicamente molto complesso.
Il CLAVICEMBALO - strumento con una o più tastiere dove il suono viene prodotto dalle corde
pizzicate da penne (plettri o becchi) inserite sui salterelli; apprezzato strumento solista, nell’orchestra
barocca ha il compito di sostenere armonicamente l’insieme dei vari strumenti e assume il ruolo di
“conduttore”.
Il FLAUTO - costruito in legno; in questo periodo venivano usati indifferentemente quello traverso e
quello dritto.
L’OBOE - la struttura di questo strumento si stabilizza proprio nel periodo barocco. Costruito in
legno è formato da 3 sezioni: l’imboccatura dove è inserita l’ancia doppia, la parte centrale con fori
muniti di chiavi e la parte terminale con una piccola campana. Per la sua voce espressiva è adatto ad
interpretare parti cantabili.
Il FAGOTTO - dal Seicento questo strumento ha avuto un posto di rilievo in orchestra; strumento di
legno di notevoli dimensioni, costituito da due tubi paralleli e comunicanti è dotato di chiavi. L’ancia
doppia è inserita in un cannello metallico a forma di S.
La TROMBA - proprio nel barocco la tromba, col suo suono potente e marziale, fu impiegata come
strumento solista, sia nella musica sacra che in quella profana.
In questo periodo ci fu un maggior interesse per la musica “colta” anche da parte delle classi sociali meno
agiate, grazie anche al fatto che si diffusero sempre più le associazioni concertistiche ed i concerti
pubblici.
Si definisce gradualmente l’assetto dell’orchestra e nascono le prime vere forme strumentali; quelle più in
uso furono:
il CONCERTO che si sviluppò verso la fine del 1600. Il termine indicava un insieme di srumenti che
dialogavano fra di loro. La prima forma ebbe il nome di concerto grosso in quanto si riferiva
all’esecuzione dell’intera orchestra (soli archi) contrapposta a pochi strumenti solisti (due, tre o
quattro) chiamati concertino:
concertino questi ultimi ora suonavano da soli ora insieme a tutto il resto. Agli
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inizi del Settecento questa forma di concerto lasciò progressivamente il posto al concerto solista:
solista un
solo strumento si opponeva a tutta l’orchestra e dialogava con essa. Entrambi i generi furono
solitamente suddivisi in tre tempi: movimento veloce (allegro)
adagio)
allegro) - movimento lento (adagio
adagio movimento veloce (allegro
allegro)
allegro).
la SONATA: fino al Cinquecento questo termine veniva utilizzato per indicare in modo generico brani
che dovevano essere suonati anziché cantati. Nel periodo Barocco la sonata poteva essere una
composizione per strumento solista (unico movimento - per esempio le sonate per clavicembalo di
Scarlatti) o una composizione per più strumenti (archi e clavicembalo od organo) in questo caso, si
distingueva in: sonata da chiesa (4 movimenti: adagio, allegro, adagio, allegro) e sonata da camera (di
forma più libera con danze, arie e brani di diverso carattere).
la SUITE o partita (il termine significa successione / insieme): è una forma musicale tipicamente
barocca, si tratta di una composizione i cui movimenti sono danze stilizzate (cioè che prendono lo stile
della danza, il ritmo, ma non servono ad accompagnare la danza stessa). Le suite erano pezzi da concerto,
affidati a strumenti solisti o a un’intera orchestra. L’origine della suite risale al XVI secolo e si collega
all’uso abbinato di due danze di carattere ed andamento diverso, da eseguirsi al liuto o al cembalo.
Nel corso del XVII secolo essa assume la sua struttura caratteristica di quattro danze: allemanda (di
origine tedesca, di andamento moderato e solenne) - corrente (di origine francese, di andamento
vivace) - sarabanda (forse di origine spagnola, di andamento molto lento) - giga (di origine irlandese,
di andamento vivacissimo). Questa struttura però non è rigida, per cui il numero ed il genere delle
danze può risultare diverso: spesso, infatti nella suite sono presenti un preludio introduttivo ed altre
danze.
In senso odierno, il termine suite, indica una composizione formata da una selezione di danze tratte
da un balletto teatrale ecc.
L’organico dell’orchestra barocca è molto variabile; in essa dominano gli
archi, divisi in quattro gruppi: violini primi e violini secondi (6), viole (4),
violoncelli (2) e un contrabbasso (fino alla metà del 1700, raddoppiava la parte dei
violoncelli all’ottava inferiore). Il clavicembalo ha il compito di sostenere
armonicamente l’insieme e funge da “conduttore”. Agli archi possono essere
associati alcuni fiati (flauto, oboe, fagotto, tromba, corno). Il gusto del tempo
predilige l’omogeneità timbrica del gruppo orchestrale: ecco perché gli archi
predominano sugli altri strumenti.
Fautori di un’autonomia effettiva dell’orchestra furono Monteverdi in Italia,
Purcell in Inghilterra e Lully (Luolli) in Francia.
È l’orchestra del tempo di Bach e Vivaldi che suonava alle corti dei principi, nelle
sale dei palazzi, nei salotti.
L’OPERA E L’ORATORIO
La musica del Seicento riflette i caratteri generali della società e delle arti del tempo, assumendo
anch’essa una funzione sociale. Le nuove forme teatrali sacre (oratorio) e profane (melodramma),
soddisfano il gusto per le manifestazioni grandiose e spettacolari.
Le origini dell’opera risalgono agli inizi del Seicento, quando un gruppo di studiosi, letterati e musicisti
fiorentini (la Camerata dei Bardi detta anche Camerata fiorentina) che si ritrovavano in casa del conte
Bardi per discutere d’arte e soprattutto per studiare le tragedie greche, cerca di far rivivere e restaurare
questa antica forma rappresentativa.
Data di battesimo di questa nuova forma fu il 6 ottobre 1600, quando in occasione delle nozze di Maria
de’ Medici con Enrico IV di Francia, venne allestita a Firenze “Euridice” (sposa di Orfeo) (libretto di
Ottavio Rinuccini - musica di Jacopo Peri). Il pubblico che assistette alla rappresentazione era molto
selezionato (aristocratici, letterati, musicisti ed intellettuali); quello che ne risultò fu un evento
straordinario presto imitato dalle corti di tutta Europa. Nacquero così i primi melodrammi; inizialmente
le trame erano attinte da vicende narrate e racconti classici/mitologici, successivamente da avvenimenti
storici.
Le forme che precedono l’avvento dell’opera sono: i drammi
drammi liturgici,
liturgici le sacre rappresentazoni e i misteri.
misteri
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È nelle corti che questo nuovo genere si afferma: feste, ricorrenze, appuntamenti mondani sono occasioni
per allestire spettacoli sempre più ricchi e fastosi. Tale è il successo che nel 1637, a Venezia, viene
inaugurato il primo teatro pubblico il “San Cassiano”, dove lo spettatore, anche se non invitato, può
assistere allo spettacolo acquistando il biglietto. Il passo è fatto, subito dopo Venezia molte altre città
italiane provvedono all’apertura di teatri pubblici e, nell’arco di qualche anno, il melodramma italiano così
bello da essere definito “bel canto”, comincia a diffondersi in tutta Europa. Il melodramma continuerà ad
essere il più importante e diffuso spettacolo anche per tutto il Settecento e buona parte dell’Ottocento.
Il melodramma (dal greco “melos”, canto, e “dramma”, azione) è uno spettacolo teatrale, in cui una
vicenda viene narrata dagli attori che in questo caso sono cantanti. In esso si attua la fusione completa
della parola con il suono detta anche « pittura verbale » dove la musica collabora anche con altri aspetti
artistici quali la poesia, la danza, la recitazione e la mimica, i costumi e le scenografie (Bernini - Juvarra),
in un unico grande avvenimento (opera come sommatoria di vari “opus”).
L’italiano Claudio Monteverdi fu il primo grande compositore di opere, fra le quali ricordiamo: Orfeo
(favola pastorale), L’incoronazione di Poppea. Monteverdi fu sempre alla ricerca di una melodia che
interpretasse gli stati d’animo, e creò i primi effetti di tremolo e pizzicato sugli strumenti ad arco.
Simile al melodramma fu l’oratorio
oratorio,
oratorio un genere musicale che si sviluppò a Roma. Nel rinascere
della vita e pietà religiosa determinata dalla Controriforma, si chiamarono a Roma oratori quei luoghi
destinati alla preghiera che erano stati aperti principalmente per opera di San Filippo Neri (1515 - 1595). A
poco a poco l’uso di alternare alle preghiere alcuni canti (prima brevi e di carattere meditativo o lirico, poi
più ampi e di struttura dialogica e narrativa), fece si che dal 1600 con il nome di oratorio si indicasse una
composizione drammatica ma non rappresentativa, eseguita da voci, coro e strumenti. Questa forma
successivamente si diffuse nel resto d’Italia e all’estero. L’oratorio quindi è una forma musicale
drammatica, che prevede la narrazione di un evento sacro (la vita dei santi, o episodi della Bibbia) con
personaggi e dialoghi; veniva rappresentato nelle chiese, e poteva essere cantato in lingua volgare o in
latino da solisti e coro immobili con accompagnamento orchestrale. La differenza con il melodramma sta
nel fatto che, oltre ad essere basato su un soggetto sacro, ed essere eseguito nelle chiese, non fa uso di
scenografie o di costumi.
CARATTERI E TECNICHE COMPOSITIVE USATE NELLA MUSICA BAROCCA
Le principali caratteristiche della musica barocca si possono così sintetizzare:
rispetto a quella rinascimentale la musica barocca è caratterizzata da una più marcata eloquenza
drammatica, presenta frequenti contrasti ed è nel suo insieme più grandiosa, il linguaggio musicale
vuole esprimere i sentimenti, gli “affetti” come venivano chiamati all’epoca.
Si sviluppa lo stile concertato, costituito da composizioni destinate a voci unite a strumenti.
Si fa largo uso di abbellimenti, di abbondanti fioritute di note veloci, di accordi ricchi di dissonanze,
I ritmi sono inconsueti e strani, rendono le melodie bizzarre, mosse, svolazzanti che si snodano in
lussureggianti e capricciosi arabeschi .
Si iniziano ad indicare per la prima volta i segni agogici per il tempo (allegro, adagio ecc.) e la
dinamica (forte, piano ecc.) come esigenza di un più marcato contenuto espressivo della musica.
Come in pittura predomina la tendenza a proporre accesi contrasti di colore e di luce, così in musica
nasce la consuetudine di alternare piano e forte (dinamica “a terrazze”).
Interessante notare che le caratteristiche musicali del periodo barocco quali la melodia, la struttura e le invenzioni
ornamentali, rispecchiano lo stile esuberante delle arti figurative del tempo e delle forme architettoniche.
La tecnica polifonica continua ad essere perfezionata per giungere al suo massimo splendore
grazie a Giovanni Sebastiano Bach (la polifonia è la tecnica che prevede la sovrapposizione di più linee melodiche
contemporaneamente espresse e, tutte ugualmente importanti). L’uso della polifonia comunque non pregiudica ne
impedisce una trasformazione del linguaggio musicale e lo sviluppo di un nuovo modo di comporre: il
Rinascimento aveva visto l’affermarsi della polifonia, il Barocco vede invece rinascere la monodia,
monodia cioè
quella melodia unica, non più però solitaria e fine a se stessa come nel canto gregoriano, ma
accompagnata dall’armonia affidata a strumenti o ad altre voci che hanno il compito di darle maggior
risalto (OMOFONIA).
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MUSICISTI
CLAUDIO MONTEVERDI (1567 - 1643) Nacque a Cremona: fin da piccolo
iniziò a studiare musica, e già all’età di quindici anni pubblicò una raccolta
di canti sacri a tre voci, ma fu nel 1587 che il suo nome divenne famoso in
tutta Europa con la pubblicazione del primo libro di Madrigali. La svolta
decisiva per la sua carriera di musicista e compositore, avvenne nel 1590,
quando fu assunto come musicista (in qualità di suonatore di viola e
cantore) alla corte di Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova. L’ambiente
della corte, dove vivevano artisti, letterati, musicisti e uomini di cultura,
influenzò profondamente il giovane Monteverdi: in questo periodo ebbe
anche molte occasioni di viaggiare, ed imparò a conoscere bene la tecnica
polifonica, direttamente dalle scuole dove veniva praticata. Iniziò ad
interessarsi di teatro, e nel 1607 compose l’Orfeo, un melodramma che ebbe
subito un grande successo, a questo seguì ben presto l’Arianna (di cui ci
rimane solo il famoso “Lamento di Arianna”). Nel 1613 ottenne l'incarico
di maestro di cappella presso la Repubblica di Venezia, dove rimase per il
resto della sua vita. A Venezia compose le opere “Il ritorno di Ulisse in patria” (1640), e “l'Incoronazione
di Poppea” (1643), oltre ad un gran numero di composizioni di carattere sacro, messe, sonate, eccetera. La
produzione musicale di Monteverdi è particolarmente importante per due aspetti:
1 - portò il melodramma ad una dignità e ricchezza espressiva;
2 - si preoccupò di cercare tecniche strumentali, nuovi modi di produrre il suono (è il caso degli effetti di
tremolo e pizzicato sugli strumenti ad arco), ed inoltre arricchì l'orchestra con un numero maggiore di
strumenti, per ottenere sonorità più intense e poter esprimere meglio le sensazioni e gli stati d'animo dei
personaggi dell'opera.
ARCANGELO CORELLI (1653 - 1713) Nato a Fusignano (Ravenna) e
morto a Roma, fu violinista e compositore. La sua fama internazionale
richiamò a Roma, presso la sua scuola violinistica, allievi da tutta
Europa. Corelli fu il più fecondo e autorevole compositore di sonate e di
concerti grossi dei quali stabilì in modo definitivo la forma, ponendo le
basi di tutta la produzione strumentale del Settecento. Da lui discende
una numerosa schiera di violinisti e compositori di musica per archi. Nei
concerti grossi di Corelli il violino comincia a dominare (anticipando la
strada poi seguita da Vivaldi) e acquista una dolce cantabilità. Le sue
opere principali sono: 12 Sonate a tre, Sonate da camera e da chiesa, 12
Concerti grossi, di cui il più famoso è il n° 8 «fatto per la notte di
Natale».
HENRY PURCELL (1658/9 - 1695) E' stato definito "il più grande genio
naturale della musica inglese”, la qualifica sottolinea il dono di
spontaneità e facilità che caratterizza quasi tutte le sue composizioni. Ben
poco si conosce della vita di questo grande compositore. Da ragazzo fu
corista della Cappella reale ove, oltre al canto, imparò a suonare il liuto, il
violino e l'organo. Si sposò ma poco si conosce anche di sua moglie, si è
tramandata la voce che sia stata lei la causa indiretta della morte, del
marito (lo avrebbe chiuso fuori di casa una notte che egli rientrava ubriaco,
il freddo notturno avrebbe provocato la malattia in seguito alla quale egli
morì). Ricoprì l'incarico di organista della cappella reale. La sua
produzione musicale comprende opere teatrali, musica da camera (sonate e
fantasie), composizioni per clavicembalo, inni sacri.
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GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685 - 1759) Nato ad Halle in
Germania, nello stesso anno di Bach. Già da piccolo dimostrava
amore e predisposizione alla musica e si ribellava al padre che
desiderava fare di lui un avvocato; si levava pian pianino nel cuore
della notte, si recava nella soffitta e la da solo, al fioco lume di una
candela, si esercitava su una tastiera muta di una vecchia spinetta.
Finché una volta suo padre, non trovandolo a letto, cominciò a
cercarlo e, alla fine, lo scoperse lassù addormentato al suo strumento.
Vi furono pianti e sgridate, alla fine il padre si convinse che il figlio
doveva avere realmente un grande amore per la musica e gli consentì
di studiare l'arte prediletta. Abile clavicembalista ed organista,
Haendel viaggiò molto, fu anche in Italia, e dal 1710 si trasferisce in
Inghilterra ottenendo in questo paese incarichi prestigiosi. Divenuto
cieco disse che voleva morire un Venerdì Santo, per poter raggiungere
il Signore nel giorno della sua resurrezione. II suo desiderio venne
quasi esaudito: morirà a Londra il Sabato Santo del 1759. Uomo dal carattere vulcanico, volitivo,
insofferente di qualsiasi costrizione, violento a volte e poi ... pieno di cuore, di sentimenti delicati, di
slanci di generosità e di abbandoni fanciulleschi può essere considerato uno dei compositori più
rappresentativi del barocco. Era molto attento ai gusti del pubblico che sapeva accontentare pienamente.
La sua musica è grandiosa, spettacolare, capace di stupire e affascinare per la sua ricercatezza. La sua
produzione musicale comprende oratori, (il Messia è il più famoso), suite orchestrali (Musica sull'acqua),
concerti, melodrammi.
ANTONIO VIVALDI (1678 - 1741) È il principale esponente della musica
strumentale italiana della prima metà del Settecento, che valorizzò al
massimo il violino e gli altri archi e coltivò i generi della sonata, del concerto
grosso e del concerto solistico. Nacque a Venezia che era uno dei centri
principali di questa fioritura artistica, ed egli si inserì in questa tradizione,
immettendovi un nuovo e originale calore melodico e ritmico. Il padre,
violinista, lo avviò agli studi musicali e contemporaneamente a quelli
ecclesiastici. Ordinato sacerdote e chiamato, come anche scrive Goldoni,
«il prete rosso» per il colore dei suoi capelli, fu presto dispensato dal
celebrare la messa; si dedicò quindi completamente alla musica. Nel 1704
assunse l’incarico di insegnante, direttore e compositore nel Conservatorio
della Pietà, dove, ragazze orfane e malate, trovavano assistenza e venivano
educate al canto e alla pratica strumentale; nei giorni festivi facevano
sfoggio della loro abilità esibendosi in pubblico. Egli scrisse per loro la
maggior parte dei suoi concerti, dirigendone le esecuzioni. Stimato in patria come straordinario violinista
ed insegnante, lo fu meno come compositore, tanto che dopo la sua morte, avvenuta a Vienna in
condizioni di povertà, fu completamente dimenticato. Vivaldi componeva musica con una facilità e una
rapidità eccezionali; scrisse moltissimi concerti (circa 450!) per diverse combinazioni strumentali. Si
tratta di concerti grossi e di concerti solistici (per violino, per violoncello, per flauto, per oboe, per
mandolino, ecc.); essi sono riuniti in varie raccolte dai nomi ricercati e fantasiosi, come “L'estro
armonico”, “La stravaganza”, “Il cimento dell'armonia e dell'invenzione” (in quest'ultima raccolta
figurano le famose “Quattro stagioni”). Scrisse anche molti melodrammi e musica sacra.
La sua produzione è caratterizzata da una brillante fantasia melodica e da un ritimo vigoroso e
incalzante. Le possibilità degli strumenti sono sfruttate con grande maestria ricavandone timbri vividi e
sfruttando abilmente i contrasti fra gli stessi, impegnandoli spesso in prestazioni di virtuosismo tecnico,
in cui mettono in mostra tutta la loro agilità. Un altro tratto tipico di molta musica vivaldiana è la
tendenza a descrivere luoghi e situazioni (la tempesta, la campagna, il canto degli uccelli...) mediante vere
e proprie «pitture» musicali ricche di effetti coloriti e talora bizzarri.
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DOMENICO SCARLATTI (1685 - 1757) Nacque a Napoli e visse in un clima
eminentemente artistico; le sue simpatie non andarono alle composizioni
di grande mole, bensì alle composizioni per clavicembalo che egli
modestamente intitolò “Esercizi per gravicembalo'': ne scrisse oltre 500.
Dal 1714 ricoprì l’incarico di maestro di cappella presso la Basilica di S.
Pietro a Roma. Come esecutore fu impareggiabile e proprio a Roma ebbe
occasione di misurarsi, in una gara di abilità al clavicembalo, con Haendel;
ebbe il sopravvento su questi, ma Haendel a sua volta ebbe la rivincita,
come esecutore di musiche organistiche.
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1750)
N.B.
Su J. S. Bach dovrai sviluppare una ricerca
seguendo lo schema dato.
ALTRI IMPORTANTI MUSICISTI FURONO:
Giacomo Carissimi 1605 - 1674 (Italia)
Johann Pachelbel 1653 - 1706 (Germania)
Dietrich Buxtehude 1637 - 1707 (Danimarca)
Jean Baptiste Lully 1632 - 1687 (Francia - ma di origine italiana)
François Couperin 1668 - 1733 (Francia)
Tommaso Albinoni 1671 - 1750 (Italia)
Alessandro Marcello 1684 - 1750 (Italia)
Benedetto Marcello 1686 - 1739 (Italia)
Giuseppe Tartini 1692 - 1770 (Italia)
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