Newsletter 09 - Pinerolo
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Newsletter 09 - Pinerolo
WWW.ALPIFORTIFICATE.COM NEWSLETTER 09 – PINEROLO Cari amici, vi ringraziamo ancora per essere iscritti al servizio di newsletter e per la pazienza con cui leggete i nostri scritti. Dopo i primi 8 numeri scritti a partire dall’estate del 2012, abbiamo deciso di inaugurare il 2013 scrivendo ed inviandovi una newsletter cercando di redigere un itinerario turistico di una delle più belle cittadine subalpine, ricca di storia e di bellezze da mostrare. È con questa introduzione che... ...oggi abbiamo il piacere di narrarvi della nostra visita alla scoperta di Citata in un documento ufficiale dell’imperatore Ottone II, Pinerolo vede svilupparsi il suo borgo abitato, formato inizialmente da sparute frazioni, fino a diventare, alla fine del 1200, una delle più importanti città sabaude nel territorio italiano, sotto il dominio diretto dei principi d’Acaja. Nel 1418, con l’estinzione del ramo degli Acaja, Pinerolo divenne a tutti gli effetti città della Contea di Savoia. Stante la sua posizione di confine, Pinerolo fu per secoli al centro delle vicende confinali franco-sabaude, e più volte ebbe a subire la dominazione francese, prima dal 1536 al 1574, quindi nuovamente dal 1631 al 1696. In quest’ultimo periodo, in particolare, Pinerolo, su ordine del cardinale Richelieu, fu resa una fortezza inespugnabile da uno dei più grandi architetti militari della storia: Sébastien La Prestre, marchese di Vauban. Di tale poderosa opera nulla rimane, in quanto Luigi XIV nel lasciare la città prima della riconquista piemontese, diede ordine di distruggere tutta la cittadella, nonché il forte di santa Brigida che dominava la collina pinerolese, lasciando intatta soltanto la poderosa caserma in centro a Pinerolo, che verrà però distrutta senza ritegno nel corso delle evoluzioni demografiche degli anni ’60 del 1900. È a questo scorcio di dominazione francese, quando il Re Sole inviava alle prigioni pinerolesi i suoi nemici politici, che risale uno degli episodi più famosi e misteriosi della storia di Pinerolo: la detenzione del 1 WWW.ALPIFORTIFICATE.COM NEWSLETTER 09 – PINEROLO prigioniero chiamato “la maschera di ferro”. Pinerolo subì, come la gran parte d’Italia, un ulteriore periodo di dominazione straniera, sotto Napoleone, dopodiché rientrò definitivamente nei confini piemontesi prima e italiani dopo, rendendosi protagonista come una delle città in cui sorsero i moti del 1821 capeggiati da Santorre di Santarosa, che fecero da preludio al risorgimento ed all’unità. A questi moti partecipò un altro grande personaggio cui Pinerolo ebbe l’onore di dare i natali: Michele Buniva, medico e veterinario, fautore della vaccinazione antivaiolica in Piemonte. Pinerolo con il risorgimento vide uno sviluppo economico senza precedenti, con l’inaugurazione della linea ferroviaria per Torino (poi espansa fino a Torre Pellice, ramo purtroppo oggi tagliato in quanto giudicato inutile), con il trasferimento da Venaria della Scuola d’Applicazione per l’Arma di Cavalleria, con la fondazione della Prima Società di Mutuo Soccorso d’Italia, a tutela dei lavoratori pinerolesi ed infine con un importante sviluppo industriale dovuto alla nascita delle Officine Meccaniche Poccardi di Pinerolo (poi acquisite dall’americana Beloit) e, soprattutto, della Galup, florida azienda dolciaria purtroppo recentemente colpita da una grave crisi. Con la seconda guerra mondiale, Pinerolo, quale sede del Nizza Cavalleria prossima al confine, ebbe un ruolo centrale nel coordinamento della battaglia delle Alpi, all’indomani della sventurata dichiarazione di guerra alla Francia. Ma soprattutto, Pinerolo ebbe successivamente un ruolo fondamentale nel fornire ai gruppi di patrioti partigiani delle vicine vallate, un gran numero di elementi provenienti dai ranghi dell’esercito. Su tutti ricordiamo Pompeo Colajanni detto “Barbato”, grande e stimato comandante garibaldino e poi deputato della Repubblica. Nel dopoguerra, di Pinerolo si parla, oltre che per le rievocazioni storiche della maschera di ferro e per le industrie locali, soprattutto per le vicende sportive: durante le olimpiadi invernali del 2006 Pinerolo fu sede di gara per il Curling ed in numerose occasioni fu protagonista di splendide ed indimenticabili pagine di ciclismo, con l’arrivo di magnifiche tappe del Giro d’Italia o Tour de France (su tutte la Cuneo-Pinerolo del 1949, stravinta con un’impresa epica da Fausto Coppi). 2 WWW.ALPIFORTIFICATE.COM NEWSLETTER 09 – PINEROLO Orbene, nel cominciare a narrarvi di un possibile itinerario alla scoperta di Pinerolo, certamente iniziamo laddove si ha modo di giungervi: la stazione ferroviaria. Questa fu inaugurata nel 1854 con la linea per Torino, poi estesa alcuni anni dopo fino a Torre Pellice, ed oggi ridimensionata a causa di una miope decisione che la considera “ramo secco”. Da notare la targa posta a memoria del partigiano Sebastiano Speranza, catturato dai tedeschi proprio presso la stazione e deportato a Mauthausen. Attraversata la graziosa piazza Garibaldi, antistante la stazione, ci troviamo accanto allo storico chioschetto della stazione, nonché tra i monumenti all’alpino Cesare Battisti ed a Clemente Lequio. Da qui continuiamo dritti percorrendo via Brignone, accanto allo storico Liceo Porporato ed ai musei “etnografico” e di “scienze naturali”, sfociando dunque in Piazza Vittorio Veneto, per i pinerolesi Piazza Fontana. Accanto a voi potrete agevolmente vedere lo storico Palazzo Vittone, innanzi a voi vedrete in lontananza il Teatro Sociale ed appena sulla destra il palazzo del comune con la torre dell’orologio di inequivocabile architettura degli anni ’30. Ci spostiamo quindi d’innanzi al palazzo civico, per poter ammirare la targa in memoria di uno dei pinerolesi più illustri nella storia, Michele Buniva, cui va il merito di aver diffuso il vaccino anti vaiolo in Piemonte. Da qui, non sarà sfuggito ai più attenti il piccolo vicolo denominato “delle carceri”. Ciò in quanto proprio qui si trovava l’edificio penitenziario di Pinerolo, chiuso nel 1986. Proseguiamo, dunque, lungo via Cesare Battisti che, passando accanto al teatro, ci conduce al centro storico. Qui, nel caratteristico borgo con le strade in pavé, giungiamo in pochi passi al cuore di Pinerolo: la cattedrale o, come la chiamano i pinerolesi, il duomo. La cattedrale di San Donato sorge sui resti di una chiesa più antica, risalente al X secolo. L’attuale struttura è figlia di una costruzione sviluppatasi a tappe nel corso dei secoli: il campanile risale all’inizio del’400 e la struttura centrale del duomo risale ai primi anni del secolo successivo; nel corso del XVIII° secolo, con la “promozione” a cattedrale, il duomo di San Donato fu protagonista di massicce opere di ingrandimento, mentre i favolosi dipinti interni furono realizzati nel 1887 ad opera di Alessandro Vacca e Giuseppe Rollini. 3 WWW.ALPIFORTIFICATE.COM NEWSLETTER 09 – PINEROLO Una volta visitato il duomo, se dall’ingresso giriamo a sinistra di 90 gradi ed imbocchiamo la stretta e caratteristica via Della Parrocchiale, potremo agevolmente vedere il pannello descrittivo indicante, alla fine della via, la targa in pietra posta a memoria del terremoto che nell’anno 1808 causò ingenti danni a tutte le costruzioni del centro storico. Dopo questa veloce digressione, torniamo sui nostri passi e da piazza del duomo imbocchiamo, dunque, via Trento, per poi abbandonarla dopo poche decine di metri svoltando a destra in via Principi d’Acaja: inizia qui la salita a San Maurizio, il cuore di Pinerolo. Appena pochi passi di salita e troviamo a sinistra la chiesa, oggi sconsacrata, dedicata a S. Agostino, mentre dritto davanti a noi, sul lato sinistro della via, troviamo la Casa del Senato, ove sono ospitati i resti romani rinvenuti durante i lavori di realizzazione dell’autostrada Torino-Pinerolo. Lasciata alle spalle la Casa del Senato, scorgiamo d’innanzi a noi il pozzo medievale e dopo avergli girato intorno ed aver imboccato lo stretto passaggio che ci conduce in via al Castello, ci troviamo improvvisamente davanti al palazzo che fu dei principi di Pinerolo: gli Acaja. È in tale sede da sottolineare il vivo rammarico per lo stato di abbandono ormai decennale dell’opera, che se recuperata potrebbe essere una delle testimonianze più belle ed importanti del borgo pinerolese e dei suoi antichi fasti. Tornando su via Principi d’Acaja, proseguiamo la nostra salita, passando accanto al convento delle suore della Visitazione e giungiamo, infine, al viale che conduce all’ingresso della basilica di San Maurizio. Tale costruzione risulta presente già da alcuni documenti dell’anno 1000 e risale, nella versione attuale, al 1470. Una interessante visita interna ci permette di scoprirne le peculiarità nonché, soprattutto, le tombe di molti membri della dinastia Acaja ed alcune della famiglia Savoia. Girando intorno alla chiesa poi, giungiamo a quello che è uno dei punti più belli di Pinerolo, la terrazza panoramica, 4 WWW.ALPIFORTIFICATE.COM NEWSLETTER 09 – PINEROLO situata d’innanzi al piccolo santuario della Madonna delle Grazie (XVI sec.), dalla quale si può scorgere tutta la città e la pianura circostante. Ritorniamo sui nostri passi giusto il tempo per operare un’altra piccola digressione. Ai più attenti non sarà sfuggito il bassorilievo in memoria di una delle vicende più misteriose della storia europea: la maschera di ferro. Inoltre, alzando lo sguardo in direzione opposta rispetto alla chiesa di San Maurizio, è possibile scorgere Villa Graziosa, ove, come ricorda un’opportuna targa, soggiornò Edmondo De Amicis, nel periodo in cui scrisse il famoso “Alle porte d’Italia”. Per scendere nuovamente nella parte bassa di Pinerolo, imbocchiamo via Edmondo de Amicis, questa con un secco tornante, ci conduce dritti alla fontana costruita negli anni del regime fascista in memoria del conflitto in Etiopia, ma recentemente restaurata e dedicata alla condanna del nostro passato coloniale ed alla riconciliazione con la popolazione africana. Da qui percorriamo via Silvio Pellico fino alla chiesa di San Domenico, nonché al monumento, che si affaccia su piazza Marconi, dedicato a tutti gli ex internati e deportati. Proseguendo dritti per via Silvio Pellico si giunge nuovamente a piazza del duomo, non prima, però, d’esser passati alla sinistra del museo del mutuo soccorso. Quest’ultimo è allestito all’interno della sede di una delle prime società del mutuo soccorso italiane; per meglio comprendere la realtà dei lavoratori e della società civile nel secolo scorso, questo museo, ottimamente gestito dai volontari, merita certamente una visita. Potrete, comunque, trovare maggiori dettagli sulle pagine del nostro sito. 5 WWW.ALPIFORTIFICATE.COM NEWSLETTER 09 – PINEROLO Attraversando piazza del duomo, passando dietro alla costruzione che dà il nome alla piazza, giungiamo dritti in piazza Cavour. Qui, prima delle ignominiose opere di urbanizzazione degli anni ’60, si ergeva la caserma che fu vestigia dei tempi di Luigi XIV. Di questa oggi resta soltanto il cosiddetto “portale del re sole”, timpano di uno degli ingressi principali della caserma, oggi posto all’incrocio tra piazza Cavour, via Saluzzo e via Fenestrelle. Imboccando e percorrendo il vialetto alberato lungo quest’ultima via, lambendo, a sinistra, piazza III° Alpini, possiamo vedere, progressivamente, un recente monumento installato nel vialetto stesso a memoria delle grandi stragi dell’ultimo secolo, nonché un mezzobusto di Edmondo De Amicis. Nel giardinetto a sinistra, inoltre, si scorge una splendida fontana commemorativa della Medaglia d’Oro Alberto Banfi e di tutti i marinai pinerolesi caduti per l’Italia, la quale fontana si affaccia direttamente sul tempio valdese di Pinerolo, opera architettonica che potrete agevolmente riconoscere dai pittogrammi simbolici sulla sommità della facciata. Tornando su via Fenestrelle ed attraversandola, giungiamo sulla piazzetta che prende il nome dalla chiesetta che abbiamo di fronte a noi, ovvero S. Croce. Tornando, dunque, in piazza Cavour, possiamo a questo punto percorrere i bei portici di corso Torino, per girare a destra in piazza Roma, ove quotidianamente si tiene il mercato ortofrutticolo. Proseguiamo fino ad incontrare via Buniva, che con corso Torino forma un quadrilatero di negozi degno d’esser percorso con una bella passeggiata. Ma il nostro tour non è finito qui. Sulla via del ritorno alla stazione ferroviaria, percorrendo corso Torino, imbocchiamo viale Giolitti, per entrare in uno dei vanti di Pinerolo: il museo dell’arma di cavalleria. Anche questo, come il piccolo museo del mutuo soccorso sopra menzionato, è assolutamente meritevole di una visita, in quanto, a dispetto della scarsa fama, ha al suo interno un allestimento di 6 WWW.ALPIFORTIFICATE.COM NEWSLETTER 09 – PINEROLO tutto rispetto: dalle antiche armature, alle armi seicentesche, alle divise ed alle armi dei corpi di cavalleria ottocenteschi, fino ai mezzi blindati del secolo scorso. Da viale Giolitti siamo nuovamente nei giardini d’innanzi alla stazione ferroviaria, dove concludiamo, dunque, il nostro breve ma intenso itinerario a spasso per Pinerolo. Possono, inoltre, esservi ottime varianti al percorso, nel caso in cui si sia automuniti o, meglio ancora, ci si sposti su due ruote. In primo luogo, dal piazzale della basilica di San Maurizio, imboccando via Ciochino e proseguendo sempre dritto su questa, che diviene prima via della Cittadella e dopo via Costagrande, raggiungiamo dopo alcuni km di splendida collina, Villa Facta, oggi B&B ma un tempo residenza del primo ministro Luigi Facta. Appena dopo, si può scorgere a sinistra, il cosiddetto “pilun d’la dona morta”, oggi purtroppo irriconoscibile ed abbandonato. Chi volesse approfondire la misteriosa storia di questo pilone può farlo visitando l’apposita pagina sul nostro sito. Molto interessanti e caratteristiche sono anche le visite alla frazione Abbadia Alpina, posta verso l’imbocco della val Chisone, che si snoda attorno alla storica chiesa di San Verano. In direzione Torino incontriamo la frazione Riva, costruita intorno all’antica (e, purtroppo abbandonata), torre medievale, un tempo facente parte di un castello detto Motta dei Trucchetti. Ancora una volta, speriamo di non avervi annoiato cari amici, e di avervi anzi suggerito un’idea per una bella gita fuori porta primaverile. Se siamo riusciti ad incuriosirvi, potete andare sulle pagine del nostro sito che trattano di Pinerolo in: foto varie nella sezione Le bellezze storico-architettoniche del nostro territorio. Se poi vi spingerete a visitare questo splendido borgo, fateci sapere se avete gradito i posti e se avete gradito il nostro breve racconto: se le indicazioni erano corrette o le descrizioni troppo enfatiche, ogni suggerimento è per noi prezioso per migliorarci e creare delle newsletter sempre migliori. Grazie cari amici e buona escursione alla scoperta di Pinerolo! Luca Grande 7