Diapositiva 1 - Istituto Superiore AECLANUM
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Diapositiva 1 - Istituto Superiore AECLANUM
ISTITUTO SUPERIORE AECLANUM Istituto Professionale per i Servizi Commerciali Mirabella Eclano (AV) ANNO SCOLASTICO 2013–2014 POR CAMPANIA “English for Business” RELAZIONE ALUNNI Il 5 settembre è terminato un percorso molto significativo per la nostra vita, un’esperienza straordinariamente importante. In piena estate, noi alunni delle classi terze e quarte dell’Istituto Superiore “Aeclanum” siamo stati convocati per la partecipazione ad un viaggio-studio in Inghilterra, precisamente a Cambridge. Nel primo incontro che abbiamo avuto a scuola ci hanno comunicato che prima di partire avremmo dovuto frequentare un corso di inglese di una settimana con una docente madrelingua. Nel corso delle lezioni, le nostre aspettative non sembravano molto positive a causa di evidenti difficoltà a comunicare in lingua straniera. Ma questo non ci ha spaventato. Ed ecco che è arrivato il tanto atteso 15 agosto, il giorno della partenza! Tanti sono stati i preparativi ed eravamo, quella mattina, tutti molto eccitati, nonostante la stanchezza e il sonno poiché abbiamo dovuto presentarci al punto d’incontro alle 5:45, per poter arrivare all’aeroporto di Napoli Capodichino entro le ore 7:00. Là ci attendeva il volo per Londra, precisamente per l’aeroporto di Gatwick, dove siamo giunti dopo poche ore di viaggio. La prima cosa che ci ha impressionato è stata la diversità del clima: avevamo lasciato il sole mediterraneo per trovare la pioggia e il freddo tipicamente britannici. All’uscita dall’aeroporto c’era un accompagnatore che ci aspettava e con il pullman ci ha condotto a Cambridge. Dopo due ore di viaggio siamo arrivati al Varsity House, ovvero la “location” dove abbiamo alloggiato nei venti giorni di soggiorno. Nel pomeriggio ci siamo subito recati in quella che sarebbe diventata, poi, la sede dove avremmo svolto tutte le attività, dal servizio di ristorazione alle attività didattiche e ricreative, il “Cats College”, ubicato nel centro della città. Lì abbiamo recepito le informazioni sul sistema di sicurezza e sul comportamento che avremmo dovuto tenere durante il periodo di permanenza. Tra le tante notizie, gli orari della cena e del “coprifuoco”, poiché alle 23:00 dovevamo stare tutti a letto, ci hanno sorpreso particolarmente: i primi giorni è stato “tragico” abituarsi a queste condizioni. La mattina la sveglia suonava presto, alle 7:00, per ritrovarci nel cortile dopo mezz’ora. Il tragitto dalla location al college durava 15-20 minuti a piedi; la prima settimana l’abbiamo affrontato con molta fatica. Successivamente, però, siamo riusciti ad avere l’abbonamento per l’autobus e abbiamo risolto questo problema. Una volta arrivati al college, facevamo colazione nella “canteen”, ovvero la mensa. Alle 9:00 andavamo a lezione fino alle 12:30, con un break di mezz’ora. Poi ci riunivamo in mensa per pranzare, ma le pietanze che ci preparavano non erano molto gradite. “Chicken and chips” era il piatto principale di quasi tutti i pasti. Il pomeriggio, dalle 14:00 alle 15:00, avevamo lezione e ci occupavamo maggiormente dell’esame Trinity. Il resto della giornata era impegnato dalle attività o escursioni. Nelle tre settimane trascorse lì abbiamo fatto tre escursioni di un’intera giornata, tre escursioni di mezza giornata e tre visite guidate a Cambridge. Le iniziative che lo staff aveva programmato per noi erano giochi, gare, quiz, attività sportive e ricreative, cinema, discoteca. L’attività che ci ha maggiormente coinvolto è stata “The Scavenger Hunt”, un gioco simile alla caccia al tesoro. Suddivisi in gruppi, come del resto in tutti i giochi, dovevamo trovare degli oggetti strani e fare foto e video bizzarri per le strade di Cambridge. È stato un pomeriggio impegnativo ma molto divertente, un modo per relazionarci con i passanti, farli partecipare al gioco e conoscere abitudini e costumi inglesi. Alla fine di ogni gara, per la squadra vincente c’era in palio un premio, che consisteva in piccoli gadgets. Quando abbiamo visitato Londra, per alcuni di noi si è avverato un sogno, un’escursione emozionante e indimenticabile. Arrivati a Londra abbiamo preso il traghetto per la mini-crociera sul Tamigi. Lasciandoci alle spalle Towers Bridge, abbiamo navigato lungo il fiume diretti verso il Big Ben e durante il tragitto abbiamo potuto osservare l’immensità della London Eye. Siamo passati davanti alla Cattedrale di Westminster, the House of Parliament e abbiamo attraversato il St. James’s Park per arrivare di fronte a Buckingham Palace. Dopo aver pranzato nel parco, ci siamo diretti a Trafalgar Square e Piccadilly Circus. Il pomeriggio abbiamo avuto del tempo libero per fare shopping e comprare souvenirs nei negozi circostanti. Come ultima tappa siamo andati all’Hard Rock Café e poi siamo ripartiti per tornare a Cambridge. Altri momenti speciali ed eccitanti li abbiamo trascorsi durante le lezioni con il mitico “Big Boss”. Un uomo grosso con un grande sorriso, che inizialmente ci aveva intimoriti, ma non appena sono iniziate le presentazioni, abbiamo cambiato opinione su di lui. Anche durante queste ore, eravamo divisi in squadre, ognuna con un nome buffo e, a fine settimana, il gruppo con maggior numero di punti vinceva un piccolo premio. Tutto ciò ci invogliava a partecipare con entusiasmo ed era assolutamente vietato parlare in italiano. Purtroppo, la seconda settimana è dovuto partire ed a sostituirlo è arrivato un altro insegnante di nome Alex. Con lui le lezioni erano un po’ noiose perché non aveva la stessa allegria di Big Boss. Negli ultimi giorni, un’altra insegnante, Irmina, ci ha aiutai per l’esame che, nonostante l’ansia e le difficoltà, quasi tutti abbiamo superato. Anche sotto l’aspetto relazionale tra noi ragazzi, questa esperienza è stata intensa e formativa. Abbiamo avuto modo di conoscerci e soprattutto instaurare nuove amicizie. Siamo diventati un gruppo solido e qualsiasi complicazione, benché minima, veniva affrontata insieme, complici ma allo stesso tempo responsabili. L’ultima sera, alla location, abbiamo organizzato una piccola festa. Con l’aiuto dei professori, alcuni di noi si sono cimentati in cucina a preparare gli spaghetti al pomodoro che da tanto non mangiavamo. Mentre eravamo lì a goderci la serata, una nostra compagna ci ha dedicato su un social network delle parole significative che rappresentano un po’ tutto ciò che abbiamo trascorso. Per questo vogliamo ricordarle: ‘’Stesso posto, stesso sogno. Un sogno condiviso insieme a voi che siete stati una mia seconda famiglia in questi ventuno giorni! E allora stasera voglio dirvi grazie. Grazie perché ci siamo ammazzati e amati in ogni secondo, tra scherzi fatti tra noi ragazze e la chitarra di Mario che non finiva mai di suonare, quel suono del blues che ogni mattina ci svegliava. Simone con le sue felpe calde e quell'aria da spavaldo. Fabiano con i suoi 'what's your mother's job?' e le sue battute pronte. Con il nostro 'prof' Giuseppe , i 'ridicoli' e gli 'scialiamo' di Stefania che facevano ridere tutti, le risate infinite di Cristina e Marika che, anche quando meno opportuno, schioccavano nel nulla, la parrucchiera Maria che ogni sera veniva a prepararci, l'infinita dolcezza di Denise e la timidezza di Michela che ci facevano star bene, le battute di Gabriele che ci facevano ridere ogni volta… L'ansia dell'esame, la contentezza di essere insieme, la spensieratezza dei nostri anni. Domani niente colazione in canteen, niente lezione con Alex e niente attività. Domani si ritorna in patria e vi giuro che mi mancherete un casino nonostante la voglia infinita di tornare a casa mia. Grazie per tutto ragazzi, e specialmente grazie a chi più ha condiviso con me tutte le mie emozioni.’’ Dopo le lacrime e l’ultima notte passata al Varsity House, tristemente, il mattino seguente, siamo ripartiti per tornare a casa. Per il viaggio di ritorno, il nostro bagaglio era sicuramente molto più pesante e ricco di quando siamo partiti, non per gli acquisti materiali, bensì per le conoscenze e le competenze acquisite. Questo percorso ci ha fatto maturare, crescere e soprattutto ha fatto emergere in noi la voglia di non perdere mai l’occasione di scoprire nuove realtà. Un ringraziamento particolare va ai nostri speciali accompagnatori. La saggezza e i consigli della professoressa Coscia hanno fatto sì che superassimo con successo le varie difficoltà. Il professore Petrillo, invece, è stato il “nostro compagno di viaggio”, divertente ma allo stesso tempo premuroso. Infine, ma non meno importanti, la professoressa Lo Priore e la professoressa De Venezia, che hanno accompagnato il gruppo di ragazzi del Liceo, ci hanno aiutato ad affrontare l’esame e l’intero percorso nei migliori dei modi. Cristina Egidio – Stefania Merola, classe IV sez. C, IPC di Mirabella Eclano, con il contributo (per la parte in corsivo) di Serena Capobianco, classe V, ITC di Gesualdo.