renminbi valuta riserva

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renminbi valuta riserva
Il Renminbi : diventerà quanto prima valuta di riserva?
Oggi vi riporto la domanda che mi viene fatta in continuazione: quando succederà che il renminbi cinese (RMB)
sostituirà il dollaro come principale valuta di riserva mondiale? Le motivazioni che stanno dietro questo tipo di
domanda si rifà al fatto che la prossima crisi costringerà la Fed a monetizzare ancora di più il debito, uccidendo così di
fatto il dollaro. Contrariamente a quanto pensano coloro che sono fortemente scettici nei confronti del dollaro, la mia
convinzione è che il dollaro americano stia per diventare ancora più forte e ad un certo punto in realtà meriterà di
essere ancora la moneta di riserva per eccellenza, piuttosto che semplicemente la ragazza più bella in un concorso di
brutti – ossia l'ultima valuta che sta ancora in piedi, e questo tanto per dire.
Ma se il renminbi cinese diventerà realmente valuta di riserva, questa è una questione completamente diversa.
Naturalmente con il passar del tempo lo diventerà ma la domanda è quella di sempre, quando? Ci sono alcune
condizioni di base che vengono richieste per raggiungere lo status di valuta di riserva. E a questo proposito molto
serenamente, a parte tutto ciò che potrebbe accadere al dollaro USA, la Cina sta lavorando intensamente per
soddisfare queste condizioni. Invece di preoccuparci delle azioni di quello che la Cina dovrebbe dare, potremmo
optare per formulare immediatamente una risposta molto più riflessiva e costruttiva: diamo il benvenuto al RMB
nell’entrare a far parte del club delle valute di riserva, e speriamo che la cosa accada quanto prima. Quando ciò
avverrà il mondo sarà un posto migliore dove vivere. Al di la del fatto che in questo momento ci si ponga scarsa
attenzione, la cosa può accadere in qualsiasi momento. Oggi analizzeremo i flussi commerciali globali e gli equilibri
internazionali, e cercheremo di immaginare un mondo dove nella testa delle persone ci sia molto "senso comune".
Uno dei prerequisiti per essere una vera valuta di riserva, è che ci deve essere una costante ed immediata disponibilità
della moneta al fine di agevolare il commercio globale. Gli Stati Uniti hanno fatto la propria parte nel fornire un ampia
offerta di dollari generando a sua volta un enorme deficit commerciale con il resto del mondo, soprattutto verso le
nazioni produttrici di petrolio e verso l'Asia (in particolare Cina e Giappone) per tutti i tipi di manufatti. Il consumatore
americano è stato il principale acquirente per diversi decenni (lo dico in modo un po' ironico). Quei dollari tipicamente
finiscono nei saldi delle varie nazioni che generano poi riserve, e da li poi ritrovano nuovamente la via del ritorno verso
gli Stati Uniti principalmente attraverso l’investimento in titoli di Stato statunitensi. In un modo un po’ strano, il resto
del mondo è stato vendor financing verso gli Stati Uniti, la nazione più ricca del mondo.
Il deficit commerciale degli Stati Uniti è tornato positivo
Negli ultimi dieci anni il deficit commerciale degli Stati Uniti (una componente chiave del disavanzo delle partite
correnti – si veda la tabella che è riportata qui sotto) è sceso a dei livelli senza precedenti in termini di percentuale
rispetto al PIL, uno sviluppo che normalmente preannuncia un calo significativo di una valuta. Fortunatamente
"l’esorbitante privilegio" di poter controllare la principale valuta di riserva del mondo, sia nel commercio
internazionale che per le transazioni finanziarie ha contribuito a fare molto scudo nei confronti del dollaro nel subire i
rischi di una forte correzione; ma ora lo status quo è in pericolo. Dopo aver inondato il mondo con dollari USA per più
di 20 anni, da quando ha avuto inizio della crisi finanziaria nel 2007-2008 gli Stati Uniti hanno ridotto il proprio deficit
del 58%. Guardando al futuro sia io che molti altri osservatori riteniamo che questo dato possa continuare a
migliorare, e questo per due fattori sorprendentemente positivi:
1 . Il boom nel settore dell’energia negli Stati Uniti dovuto allo shale oil e al gas. Gli Stati Uniti hanno avuto al
momento giusto un "colpo di fortuna" reso possibile dalla combinazione di nuove esplorazioni, produzione e
tecnologie di trasformazione (come la perforazione orizzontale e il fracking) e la fortunata scoperta di ampie
disponibilità di petrolio e di gas, spesso in aree che hanno dispongono già di significative infrastrutture e/o sono
accessibili a costi ragionevoli. Questa rinascita del settore energetico è una parte delle motivazione che ha fatto si che
Houston (Texas) diventasse la porta numero uno negli Stati Uniti, con una crescita che sarà ancora più ampia nel
prossimo futuro quando sarà completato l’allargamento del Canale di Panama nel 2014. I produttori americani si
stanno indirizzando verso il gas e il petrolio meno costoso con l’obiettivo di produrre prodotti combustibili fossili con
un forte valore aggiunto, e che potranno essere esportati in tutto il mondo. Questa tendenza diventerà sempre più
rilevante. In effetti quando nel giro di pochi anni verrà aperto il primo terminale GNL per le esportazioni, mi hanno
detto che le esportazioni che si aggiungeranno si avvicineranno agli $80 miliardi di dollari l'anno. E questo solo da un
terminale! C’è ne sono quattro in corso di approvazione, più altri in fase di pianificazione. La matematica è lì per
chiunque vogli fare dei conti. I prezzi spot del gas nelle normali zone produttrici degli Stati Uniti sono al di sotto dei $4.
In questo momento i giapponesi stanno pagando più di $14. Anche io posso essere in grado di fare arbitraggio. Solo
perché possiate divertirvi un po’, il grafico successivo è della Energy Information Administration e ci mostra l'aumento
dei prezzi spot del gas nel corso degli ultimi sei mesi, che era partito da un livello che era stato per lungo tempo fin
troppo basso. Essa mostra anche il potenziale livello di possibilità di arbitraggio che abbiamo proprio qui negli Stati
Uniti.
2. La conseguente rinascita del settore manifatturiero statunitense. Con il prezzo dell'energia molto più economico e
con le nuove tecnologie come la robotica avanzata e la stampa in 3D, gli Stati Uniti stanno producendo più di quanto
non abbiano mai fatto – lo stanno facendo solo con un minor numero di persone.
Queste due tendenze sono in generale fortemente positive per gli Stati Uniti. Ma questa è la storia per un'altra lettera.
Il punto di oggi è che il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti sta collassando. Però oggi raggiungere una
bilancia commerciale positiva, non è una prospettiva impensabile. E' possibile che per la fine di questo decennio gli
Stati Uniti saranno più o meno autosufficienti nel settore energetico, e questo potrebbe generare subito dopo una
bilancia commerciale positiva. Vorrei sottolineare che le esportazioni di prodotti chimici a valore aggiunto con un
prezzo dell’energia meno costoso contribuirà ancora di più ad un saldo positivo, e questo anche rispetto alla semplice
vendita di gas naturale grezzo.
Gli USA dovrebbero raggiungere un saldo commerciale positivo e così questo cambiamento potrebbe avere un
impatto molto “significativo” sulla restante parte del mondo. Per cominciare, passando da un disavanzo delle partite
correnti ad un avanzo delle partite correnti, questo interromperà le due relazioni commerciali più importanti che oggi
sono presenti nel mondo: (1) lo scambio di dollari per il petrolio dell'OPEC, e (2) lo scambio di dollari per le
manifatture Asiatiche. E mentre gli Stati Uniti continueranno ad importare in modo significativo (si potrebbe anche
dire enorme) una forte quantità di manufatti, la quantità di dollari che verrà definitivamente trasferita nel mondo
invece si ridurrà notevolmente.
Come veloce riflessione e come definizione, una significativa contrazione del disavanzo corrente degli Stati Uniti
significherà anche una forte diminuzione della liquidità presente in tutto il mondo (in quanto il USD rappresenta nel
commercio 87% delle transazioni valutarie globali), e come i nostri amici di GaveKal hanno sostenuto per anni, un calo
delle partite correnti degli Stati Uniti significa che quasi sempre vedremo una crisi in qualche parte del mondo.
Questo è il motivo per cui le stesse banche centrali dei mercati emergenti, che prima si lamentavano del quantitative
easing della Federal Reserve definito come QE3, ora stanno apertamente invitando la Fed a rivedere la propria
posizione rispetto ad una possibile riduzione. Ora che la Fed ha enormemente gonfiato il palloncino dei mercati
emergenti, queste economie sono più vulnerabili allo scoppio. Recentemente ho letto che l'Autorità Monetaria di
Singapore (la Repubblica della banca centrale di Singapore) ha detto piuttosto fortemente che la Federal Reserve
dovrebbe considerare il fatto che il suo ruolo dovrebbe essere quello di banca centrale per il mondo intero, e che
dovrebbe quindi assicurarsi che vi sia sempre una sufficiente quantità di dollari al fine di facilitare il commercio
mondiale. (Il loro suggerimento potrebbe nascere dal fatto che lo scorso anno hanno perso $10 miliardi di dollari, nel
cercare di mantenere stabile il valore della loro valuta dal rischio che potesse apprezzarsi).
Mentre il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti continua la sua caduta, dobbiamo essere attenti a cogliere
quale sarà la prossima crisi estera che si genererà. E' molto difficile prevedere esattamente quando, dove e come i
mercati entreranno in panico. Potrebbe succedere in Europa o in Giappone - ci sono diverse cose che potrebbero
accadere nelle saghe economiche europee e giapponesi - ma molto probabilmente sono i Paesi Emergenti che sono
carichi di debito estero denominato in dollari statunitensi a rischiare molto di più.
I mercati emergenti, ed in particolare le economie dell'Asia e dell'America latina, hanno subito un duro colpo proprio
durante gli anni ‘90 a causa del dei cicli del credito che inizialmente aveva causato dei forti afflussi di capitali ma che
poi sono stati seguiti da altrettanti rapidi deflussi dei medesimi capitali. Un ciclo fortemente volatile è esattamente ciò
che i mercati emergenti e i politici speravano di prevenire, mantenendo a partire dagli anni ’90 una maggiore quantità
di riserve in valuta estera; ma il fatto di essersi fortemente concentrati sul dollaro USA li ha lasciati molto vulnerabili
alle oscillazioni dei tassi di interesse del mercato e alla politica della Fed.
Proviamo a riesaminare l'attuale stato degli squilibri commerciali globali. Fortunatamente per noi la Banca dei
regolamenti internazionali ha appena pubblicato un articolo che ci fornisce i dati su questo argomento (BIS Working
Paper N. 424 : "Squilibri globali e Euro: Cina e Germania", di Guonan Ma e Robert N. McCauley).
Dovreste vedere il grafico a colori se per caso l’avete stampato in bianco e nero, per apprezzare quanto sia stato
importante negli ultimi 15 anni il deficit commerciale degli Stati Uniti ai fini del commercio mondiale. Spero che vi
ricordiate che per definizione, se vi è un surplus in una parte del mondo ci deve essere un deficit da qualche altra
parte. Ci possono poi essere degli aggiustamenti di valore delle valute o attraverso i paesi produttori quanto questi
vendono. Gli Stati Uniti sono un caso particolare in quanto l'87% del commercio mondiale è denominato in dollari, e la
domanda di dollari è evidentemente sufficiente a mantenerne alto il prezzo e questo nonostante l’enorme
quantitative easing che è stato fatto.
La Cina si sta muovendo per lasciare fluttuare la propria moneta
Ora torniamo alla Cina. Lo scorso lunedì ho fatto una lunga intervista con Louis su BNN, la rete nazionale canadese
(parte 1, parte 2). Permettetemi di riportarvi una trascrizione abbastanza approssimativa di ciò che è stato detto.
Avevo appena espresso la mia convinzione sul fatto che gli Stati Uniti sono sulla buona strada per raggiungere una
bilancia commerciale positiva, e che questo renderà il dollaro maggiormente forte. Il punto finale è che ci saranno
meno dollari a disposizione nel mondo per il commercio globale. A quel punto Louis è intervenuto dicendo:
Penso che [una bilancia commerciale degli Stati Uniti con il segno +] sia un aspetto molto importante per la parte di
mondo dalla quale vengo. Io vivo ad Hong Kong. Fino ad ora l’Asia fino è stata per lo più una zona legata al dollaro. In
Asia praticamente produciamo manufatti che poi vendiamo agli Stati Uniti, e guadagniamo dollari che abbiamo poi
bisogno per commerciare con gli altri. Così quando la Cina commercia con l'Indonesia, il commercio è denominato in
dollari. Quando il Giappone commercia con Taiwan, anche in quel caso il commercio è denominato in dollari.
Il grande problema è che se ci muoviamo in un mondo in cui scompare il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti sia attraverso la rivoluzione energetica che sta attraversando gli Stati Uniti e sia attraverso la conseguente rinascita
della produzione – a quel punto, tutto ad un tratto, la produzione negli Stati Uniti diventerà molto più conveniente
rispetto altrove in quanto il costo dell'energia sarà molto più basso. Se gli Stati Uniti importano praticamente
[riportano] tutta la loro produzione e quindi non esportano più dollari, come farà l'Asia a commerciare con i paesi
confinanti? E come farà a crescere il commercio nei mercati emergenti, se questi paesi non guadagneranno più dei
dollari?
Penso che la risposta a queste domande molto importanti sarà sempre il RMB. Come avete visto negli ultimi due -tre
anni, la Cina sta facendo un chiaro gioco nel cercare di internazionalizzare la propria moneta. In soli due anni la Cina è
passata dall’avere lo 0% delle sue esportazioni in RMB a raggiungere il 18% delle sue esportazioni in RMB. Due anni fa
il RMB era una non- moneta [sia nel commercio internazionale, che nel settore finanziario]. Nessuno lo possedeva.
Nessuno lo utilizzava per gli scambi. Oggi il renminbi è già - in soli due anni - tra le prime dieci valute che vengono
scambiate in tutto il mondo .... [Si veda la tabella qui sotto che è stata prodotta dal mio staff di ricerca. - John]
Credo che questo cambiamento stia avvenendo perché la Cina ha un enorme vantaggio, che la maggior parte delle
persone non riescono nemmeno a comprendere. Se chiedete a qualcuno: "Qual è il reale vantaggio competitivo della
Cina?" 99 persone su 100 vi diranno "la manodopera a basso costo", ma questo non è vero. In Cina il mercato del
lavoro non è più a buon mercato. Il vero vantaggio della Cina è che la Cina – la sola tra le nazioni presenti nei mercati
emergenti – è quella che ha un importante e credibile centro finanziario. Ci vogliono almeno 50 anni per costruire un
centro finanziario – è necessario avere revisori, avvocati, commercialisti, giudici. E la Cina è molto fortunata perché nel
1997 gli inglesi - che sono abbastanza bravi nel costruire dei centri finanziari - fondamentalmente ne hanno costruito
uno a Hong Kong e hanno detto alla Cina: "Questo è, cercate di non rovinarlo”.
Per dodici anni la Cina non ha avuto rapporti con Hong Kong. C’è stato una specie di accordo "Tu non ci importuni, noi
non ti disturbiamo. Abbiamo altro per la testa". E questo ha funzionato molto bene fino a quando, tutto ad un tratto
negli ultimi due o tre anni, la Cina a deciso di internazionalizzare la propria moneta tramite Hong Kong. Parliamo
sempre di ciò che si vede e mai di ciò che non si vede. Tutti parlano del rallentamento della Cina. Tutti parlano
dell'impatto che questo avrà sulle materie prime, su paesi come il Canada e l'Australia. Nessuno parla di ciò che non si
vede. E ciò che non si vede è che la Cina sta lentamente ma inesorabilmente internazionalizzando la sua moneta. Sta
lentamente liberando i controlli sul capitale. Tutto questo permette la creazione di mercati di capitali liquidi e
immensi, il che cambierà il modo in cui le aziende e gli individui si finanziano tra i mercati emergenti. L'intenzione è di
creare dei mercati emergenti più stabili al fine di poter raggiungere una maggiore crescita.
Proprio come Louis aveva già previsto alcuni anni fa, il renminbi cinese ha continuato a crescere in termini di
importanza molto rapidamente a livello internazionale, arrivando ad essere ora il numero nove nella lista!
Questo processo avviene alla velocità della luce dal punto di vista storico, ma possiamo ancora sperare di vederlo
ulteriormente progredire nei prossimi 5-10 anni. Il renminbi è per ora solamente utilizzato nel 2,2% delle operazioni in
valuta estera, ma questo numero potrà aumentare all'improvviso quando il RMB fluttuerà liberamente, anche se oggi
c'è una grande differenza tra il RMB e le vere monete di riserva (USD, EUR, JPY, GBP). (Si noti che il renminbi è
chiamato anche yuan e in modo abbreviato CNY, si veda la tabella qui sotto). Come Louis ha accennato, la Cina e il solo
paese tra i mercati emergenti ad avere un maturo e credibile centro finanziario, con un mercato dei capitali
fortemente liquido ad Hong Kong. Come abbiamo detto la costruzione di un vero e proprio centro finanziario globale
in genere dura circa 50 anni, per cui la Cina sta approfittando del suo colpo di fortuna per far si che la sua moneta
assuma lo status di riserva.
Ciò che può accelerare il processo è l'aumento della cooperazione tra le autorità cinesi e il governo britannico, questo
al fine di sostenere l'internazionalizzazione del RMB attraverso i mercati dei cambi (FX) di Londra. Gregory Clark,
segretario finanziario al Tesoro del Regno Unito, è stato a Hong Kong la scorsa settimana e ha scritto un editoriale sul
South China Morning Post. Diamo un'occhiata ad un paio di frasi:
Oltre il 50 per cento degli investimenti nel Regno Unito sono in Asia e passano da Hong Kong. Questo è un importante
voto di fiducia da parte delle aziende del Regno Unito ....
Il commercio bilaterale delle merci tra Hong Kong e il Regno Unito è aumentato del 13,5% tra il 2009 e il 2012, per un
valore complessivo di £121 miliardi nel 2012. Questo rende Hong Kong il secondo più grande mercato per le
esportazione di merci del Regno Unito verso l’Asia Pacifico ....
Secondo la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications (SWIFT), Londra rappresenta ormai il 28
per cento delle operazioni off-shore regolate in RMB.
A partire dal 2011, a Londra il volume delle operazioni denominate in renminbi è aumentato del 100 per
cento. Questo fornisce dei reali benefici e risparmi alle imprese. Si stima che le aziende possono ridurre i costi di
transazione con la Cina fino al 7 per cento, quando le operazioni sono denominate in Renminbi.
L'aumento dell'utilizzo del renminbi non riguarda solo Hong Kong e Londra. Negli ultimi quattro anni le banche cinesi
hanno aperto delle filiali in più di 80 paesi con le quali effettuare la compensazione. Ma la storia è ancora più
ampia. Mi sembra che la Cina si appresti a creare un'altra realtà come quella di Hong Kong che rappresenta per ora il
tradizionale centro finanziario della Cina, ma però a Shanghai. Il mio buon amico ed esperto della Cina Simon Hunt, ha
scritto:
La proposta di sviluppo di una Free Trade Zone (FTZ) a Shanghai di circa 28 km quadrati, avrà delle enormi
conseguenze per i mercati finanziari Cinesi e per quelli del mondo intero. Sarà una zona tax-free nella quale il RMB
sarà pienamente convertibile, la FTZ avrà delle proprie regole e una regolamentazione che non potrà essere poi
cambiate dal governo centrale, sarà legalmente al di fuori della dogana cinese in un territorio interamente separato
all'interno della Cina; avrà l'effetto di abolire il controllo sugli investimenti in modo tale da permettere di creare
liberamente tutti i tipi di imprese e di favorire la libera circolazione dei capitali dentro e fuori la FTZ, il che significa sia
dentro che fuori dalla Cina; quest’area diventerà un centro scambi internazionali per lo sviluppo del commercio
internazionale, consentendo alle banche all'interno del FTZ una maggiore flessibilità nella sviluppo delle attività. In
breve, le implicazioni che ne deriveranno dallo sviluppo della FTZ, se il progetto pilota andrà in porto, rappresenterà
una mostruosa opportunità non solo per la Cina ma anche per l'economia globale.
Nel breve termine una prima conseguenza sarà quella di facilitare all’interno della zona un arbitraggio sul tasso di
interesse, e questo toglierà delle attività sia ad Hong Kong che a Singapore. Per sviluppare questo tipo di attività,
le aziende cinesi non dovranno più costituire delle società offshore ad Hong Kong o a Singapore. Già, le aziende cinesi
e quelle straniere potranno affittare lo spazio, costruendo edifici o acquistando gli spazi per uffici nella FTZ.
Questa mossa ha molto senso per la Cina, in quanto è un grande passo per arrivare a far fluttuare la propria moneta,
che è un altro importante requisito per una vera moneta di riserva. In passato ho scritto che inizialmente, quando i
cinesi finalmente lasceranno la loro moneta libera di fluttuare, il RMB tenderà a deprezzarsi nei confronti del dollaro
(anche se a lungo termine dovrebbe diventare abbastanza forte), perché ci sono un sacco di soldi in Cina che cercano
di trovare delle fonti di diversificazione negli investimenti. L'impostazione di una zona di libero scambio come
proposto a Shanghai, è un modo per lasciare uscire lentamente l'aria dal palloncino e forse anche per evitare delle
drammatiche riallocazioni che potrebbero verificarsi se si procedesse troppo velocemente.
Anche così però l'internazionalizzazione del RMB genera un sacco di rischi, quindi perché la Cina vuole veramente
globalizzare la sua moneta? Riassumendo un recente rapporto della DBS Bank (che ha sede a Singapore), siamo in
grado di rimettere insieme il quadro:
- "La Cina ha avuto negli ultimi 35 anni una crescita relativamente stabile del PIL pari al 10% all’anno. Si tratta di una
crescita 28 volte più grande di quella del 1978. Perché mettere a rischio questo tipo di successo solo per avere un RMB
globalizzato e un mercato dei capitali aperto?"
- La struttura dell'economia mondiale è radicalmente cambiata dal 1978, mentre l'architettura finanziaria si è
modificata in modo relativo.
- Tra oggi e il 2020, la Cina ha due canali di scambi commerciali che cresceranno di $4.000 miliardi dollari. Questa
rappresenta quasi l’intera dimensione del mercato off-shore dell'eurodollaro.
- La Cina non vuole solo un RMB globalizzato, certamente ne ha bisogno. Anche se la crescita a partire dal 1970 del
Middle Kingdom può essere in gran parte spiegata attraverso l’uso di due fattori chiave della produzione: la terra e il
lavoro. Ora che in Cina la crescita economica nel suo complesso sta rallentando (anche se ci sono in alcune zone dei
boom a livello regionale) i politici cinesi sperano di poter riprendere slancio mobilitando l'ultimo fattore: il capitale.
Perché la Cina possa diventare un forte esportatore dei propri prodotti ha bisogno di essere in grado di offrire
finanziamenti ai propri clienti finali, quali l’Indonesia, il Vietnam e il resto dell'Asia. Se si è in competizione con
Caterpillar e Komatsu, non solo si ha bisogno di avere un prodotto meno costoso ma è necessario essere in grado di
offrire anche dei finanziamenti. Lo stesso vale se di vendono delle attrezzature nel settore delle telecomunicazioni,
delle apparecchiature, delle automobili o dei treni ad alta velocità.
In fine per raggiungere lo status di valuta di riserva, una moneta deve avere un valore per chi riceve la valuta dal paese
nel quale ha investito. Se un paese riceve dollari, significa che possono investire nei nostri titoli e nei mercati
azionari. Solo pochi anni fa la Cina ha creato il mercato obbligazionario, il dim sum di Hong Kong che ora sta
cominciando a fornire una reale alternativa di investimento nell’ambito dei mercati emergenti, in particolare nella
Grande Cina e nel Sud-Est asiatico in cui il commercio è in gran parte intra-regionale. La Cina è il paese che nel mondo
ha i maggiori flussi commerciali (ha appena sorpassato gli Stati Uniti, con circa $1 miliardo di dollari nel 2012), un RMB
free-floating potrebbe raggiungere rapidamente lo stato di valuta di riserva e forse acquisire una quota nel mercato
dei cambi (FX) al posto del USD, che potrebbe a quel punto diventare troppo forte e dove le quantità di dollari
disponibili sarebbero inferiori per continuare ad essere funzionale al commercio globale.
La Cina è sulla buona strada per diventare una valuta di riserva non a causa della debolezza del dollaro USA, ma
proprio perché il dollaro sta per diventare molto più forte e dove le quantità di dollari in circolazione diminuiranno. I
paesi avranno bisogno di essere in grado di commerciare con qualcosa d'altro, oltre che con i dollari. Se il 20% del
commercio di un Paese Emergente è con la Cina a quel punto la valuta di riferimento sarà il RMB, piuttosto che un
dollaro relativamente poco disponibile. Naturalmente, questo significherà che la Cina avrà bisogno di avere una
politica monetaria relativamente stabile in modo tale che i suoi partner commerciali acquisiscano una fiducia nei
confronti del RMB nel lungo termine. E naturalmente il RMB dovrà anche soddisfare tutti gli altri requisiti, per essere
una vera valuta di riserva.
Si noti che c'è una bella differenza tra una moneta di riserva e una valuta rifugio. Una moneta rifugio deve essere
immune dalla confisca del governo, dai controlli valutari, fiscali e rapidamente scambiata senza deprezzarsi, ecc.
Come ho già detto, il RMB probabilmente si deprezzerà quando la moneta inizierà a fluttuare liberamente. C'è un
sacco di capitale intrappolato dietro il muro dei controlli della Cina, che vuole uscire dal paese; i leader conoscono il
modo per farlo che è quello di rendere la transizione verso la libera fluttuazione molto graduale senza far si che si
precipiti in una crisi. Il problema (anche se i cinesi non vogliono ammetterlo) è che la Cina è ancora più dipendente
dalla stampa di moneta, sia rispetto agli Stati Uniti che al Giappone. Per anni la Banca popolare della Cina ha iniettato
denaro nel sistema. (Questo è necessario fintanto che la Cina vuole aggrapparsi al cambio RMB/USD). La recente
volatilità del tasso di interesse ci suggerisce che il sistema creditizio cinese è piuttosto fragile. Molto semplicemente
normalmente in una economia sana i tassi di interesse non volano dal 3% al 13% come è recentemente successo in
Cina (si veda la tabella qui sotto). Questa instabilità ci dice che c’è da fare molto di più rispetto a quanto per ora noi ci
immaginiamo. E' anche per questo che la fluttuazione del RMB avverrà per piccoli passi, piuttosto che in tempi brevi. E
francamente tutto questo ha un senso.
Infine, la fluttuazione del RMB sarebbe una risposta alla guerra valutaria globale che il Giappone ha avviato la scorsa
primavera. Dopo tutto, non farebbero altro che "dare seguito" alle richieste degli Stati Uniti. La Cina sarebbe in grado
di dire semplicemente: "Abbiamo fatto quello che ci avete chiesto. Perché ora vi dovete lamentare di ciò che il libero
mercato dice circa il valore del RMB?" Un modo perfettamente innocente di degenerare in una guerra valutaria.
In meno di un mese lancerò un nuovo libro (si veda qui sotto) sulle politiche delle banche centrali e sulla grande
guerra valutaria globale, che io e il mio co-autore Jonathan Tepper riteniamo che sia proprio dietro l'angolo.
Il tuo analista che sta pensando ancora alla Cina,
John Mauldin
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John Mauldin - www.mauldineconomics.com- è un esperto finanziario, autore di best-seller, tra cui l'ultimo Endgame.
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storia economica. La newsletter “Thoughts from the Frontline” fornisce agli investitori in modo gratuito, informazioni
imparziali e di orientamento. La traduzione italiana è curata da Horo Capital è disponibile su www.scenarifinanziari.it
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