Responsabilità sociale e imprese familiari: un`analisi del corporate
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Responsabilità sociale e imprese familiari: un`analisi del corporate
Responsabilità sociale e imprese familiari: un’analisi del corporate social reporting di G. Campopiano1, L. Cassia2, A. De Massis3 - Dipartimento di Ingegneria Gestionale e Center for Young and Family Enterprise (CYFE), Università degli Studi di Bergamo - www.cyfe.unibg.it 1. Introduzione La Responsabilità sociale d’impresa (RSI), secondo la definizione fornita dalla Commissione Europea (2001 e 2011), è l'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate; la RSI consiste, quindi, in attività che testimoniano l’impegno delle imprese nei confronti della società e dell'ambiente al di là dei loro obblighi giuridici. Oggi si assiste a una crescente attenzione verso gli effetti che le attività delle aziende possono generare sull’ambiente e sulle comunità circostanti. Tali temi suscitano un interesse sempre maggiore all’interno della società e non più solo tra gli organi istituzionali e tra gli studiosi specializzati in ambito di responsabilità aziendale; infatti è aumentata anche l’apertura dei media a notizie relative all’ impatto ambientale e sociale delle attività industriali, raggiungendo e coinvolgendo così un vasto pubblico. In un contesto di crescente preoccupazione per la salvaguardia e lo sviluppo di realtà ambientali e diritti sociali, anche le aziende sono incentivate a riconoscere l’impossibilità di agire come entità distaccate dal mondo esterno e la necessità di una sempre maggiore integrazione con il contesto in cui operano. Agire responsabilmente permette alle aziende, da un lato, di contribuire al benessere della società e, dall’altro, di essere più conformi alle esigenze dei propri stakeholder, con la conseguente possibilità di ottenerne un guadagno reputazionale ed economico. L’impegno in attività socialmente responsabili può, infatti, migliorare la soddisfazione e la fiducia dei clienti, innalzare l’immagine della società nel mercato, agevolare la ricerca di investimenti, favorire i rapporti con fornitori e partner e ridurre il rischio di azioni e restrizioni legali. Integrare accorgimenti di responsabilità sociale ed ecologica nelle operazioni aziendali può essere, quindi, considerato come un investimento strategico da parte delle imprese, mirato a rendere il proprio business più sostenibile nel tempo e più conforme alle aspettative degli stakeholder. Oltre alle iniziative socialmente responsabili e all’attenzione che le imprese prestano all’impatto delle proprie attività sul contesto circostante, le aziende sono anche chiamate a comunicare il proprio impegno in responsabilità sociale d’impresa, al fine di mettere in luce gli sforzi intrapresi e i risultati conseguiti. La comunicazione dell’impegno in Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] responsabilità sociale consiste nel fornire informazioni ad alcuni gruppi di stakeholder, nonché all’intera società, circa gli impatti ecologici e sociali delle attività aziendali (Gray et al., 1987); si tratta di un fenomeno di recente sviluppo, nato negli Stati Uniti e diffusosi poi in tutto il mondo (Maignan and Ralston, 2002). La crescente importanza intorno ai temi di responsabilità sociale e alla relativa comunicazione da parte delle aziende ha già portato diversi studiosi a cercare, da un lato, un inquadramento teorico per tale argomento, e, dall’altro, evidenze empiriche finalizzate a mostrare possibili correlazioni tra caratteristiche delle aziende e impegno nel mettere in atto e nel comunicare iniziative di RSI. Gli studi precedenti, tuttavia, non forniscono né un modello teorico definitivo né una trattazione completa delle diverse casistiche empiriche possibili; vi sono, quindi, prospettive di sviluppo e approfondimento degli studi sulla comunicazione nel campo della RSI. Vi è la possibilità di approfondire l’influenza che determinate caratteristiche aziendali hanno sulla misura e sulle modalità in cui l’impegno in responsabilità sociale è messo in atto e comunicato. Adams (2002), infatti, ha mostrato come molti studi siano principalmente focalizzati sull’impatto di caratteristiche come la dimensione, il settore d’appartenenza, il paese di appartenenza e altri fattori di contesto esterno, ma vi sia carenza di analisi riguardanti l’influenza di fattori interni all’azienda. Pertanto, è interessante, da una parte, verificare l’influenza sulle imprese italiane di fattori già studiati in altri contesti e, dall’altra, individuare nuovi fattori interni potenzialmente determinanti, come il coinvolgimento familiare nella proprietà e nella gestione di un’impresa. 2. Oggetto dell’analisi Il “report di sostenibilità” è il documento aziendale che fornisce informazioni riguardanti le performance sociali, ambientali e di governance (Global Reporting Initiative, 2001). Dalla ricerca da noi effettuata emerge che i tre report più frequenti tra le imprese italiane di grandi dimensioni sono il Bilancio di sostenibilità, il Codice etico e la presenza di una sezione dedicata sul sito web. Anche i bilanci ambientali sono spesso presenti, ma il più delle volte sotto forma di brevi enunciazioni delle linee guida e delle politiche adottate, mentre la descrizione dell’impegno in campo ambientale è spesso inclusa nel report di sostenibilità. La mappa degli stakeholder e gli indicatori di performance, quando non presenti come documenti a sé stanti, sono solitamente inclusi nel report di sostenibilità o presentati sul sito web. Il presente studio sulla comunicazione in tema di responsabilità sociale d’impresa è uno dei pochi completamente incentrato sulla realtà industriale italiana. Le imprese appartenenti al campione analizzato sono le seguenti: • Accountability Rating, uno strumento che, in Italia, prende in considerazione le aziende facenti parti dell’indice di borsa FTSE-MIB per valutarne: (i) l’impegno nel campo della responsabilità sociale e (ii) la capacità di quindi di spiegare e giustificare agli Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] stakeholder le proprie azioni, assumendosene la responsabilità in ottica di sostenibilità (www.accountabilityrating.it, 2009). • CSR Manager Network Italia, l’associazione nazionale che raduna i professionisti della CSR. Per il campione considereremo le aziende i cui manager fanno parte di tale network. • Membri della Fondazione Sodalitas, la prima organizzazione ad aver introdotto in Italia la Sostenibilità d’Impresa. • Membri di Impronta Etica, un’associazione senza scopo di lucro per la promozione e lo sviluppo della responsabilità sociale d’impresa (RSI). Il campione definitivo per le nostre analisi è composto da 87 aziende. Una prima raccolta informativa ci ha consentito di individuare le caratteristiche principali delle aziende selezionate, ovvero dimensioni (per fatturato e numero di dipendenti), settore di appartenenza e quotazione; i risultati sono riassunti nelle figure 1, 2 e 3. Figura 1: Numero di aziende quotate e non quotate nel campione Non quotate 37 Quotate 50 Figura 2: Numero di aziende di grandi, medie e piccole dimensioni nel campione Grandi 73 9 5 Medie Piccole Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] Finanza, assicurazioni, beni immobili Servizi e commercio all’ingrosso 20 21 16 23 Manifatturiero Trasporti, comunicazioni, elettricità, gas, sanità 7 Edilizia Figura 3: Numero di aziende del campione per ciascuno dei 5 settori identificati Con l’intenzione di distinguere le aziende familiari da quelle non familiari, abbiamo ulteriormente approfondito la ricerca informativa riguardante le aziende selezionate, individuando tre parametri che potessero fornirci indicazioni significative circa la natura familiare dell’azienda: 1. self-perception: se le imprese, nelle presentazioni del proprio business, si definiscono familiari o fanno cenno alla presenza di una famiglia influente ai vertici aziendali; 2. numero di componenti della stessa famiglia tra i principali azionisti; 3. numero di componenti della stessa famiglia nel management. I risultati della distinzione tra family e non-family businesses sono mostrati in figura 4: Figura 4 Numero di aziende familiari e non familiari nel campione Non familiari 74 13 Familiari 3. Analisi e Risultati Documenti, fondazioni e standard Il presente studio ha permesso l’individuazione di: (i) eventuali documenti legati alla CSR in aggiunta ai tre principali report; (ii) fondazioni di proprietà delle aziende; (iii) adesione da Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] parte delle aziende a standard di sostenibilità nazionali e internazionali e (iv) presenza delle aziende in graduatorie che valutano l’impegno e la comunicazione in tema di sostenibilità. Attraverso l’esplorazione dei siti web delle aziende quotate e, in particolare, delle sezioni dedicate alla responsabilità sociale d’impresa, è stato possibile raccogliere informazioni circa la presenza di documenti e report redatti dalle aziende per comunicare il loro impegno in RSI. Un riassunto dei risultati ottenuti è illustrato in figura 5, che mostra, per ogni tipo di documento elencato, il numero di aziende del campione che lo adotta e lo redige. Figura 5: Numero di aziende del campione che pubblicano i documenti di sostenibilità elencati 87 85 76 9 15 4 6 Osservando i dati raccolti si può verificare la presenza di un bilancio di sostenibilità per tutte le aziende del campione. Anche la sezione dedicata sul sito web e, soprattutto, il codice etico sono quasi sempre presenti, confermando così quanto siano importanti queste tre tipologie di report per comunicare l’impegno dedicato dall’azienda alla RSI. Le politiche di sostenibilità sono pubblicate da più del 17% delle aziende del campione, ma si tratta spesso di documenti molto brevi in cui le imprese concentrano le linee guida aziendali per il rispetto ambientale o sociale. Confrontando imprese familiari e non familiari del campione sulla base dei documenti e report di RSI pubblicati, abbiamo ottenuto i dati (in percentuale) raccolti in tabella 2. Tabella 2: Percentuale di aziende di ciascuna delle due categorie (familiare e non familiare) che pubblica i report di responsabilità sociale elencati CATEGORIA Documenti aggiuntivi Bilancio Codice Sezione Sociale Etico Web Ambientale Politiche Indicatori Altro Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Totale Email: [email protected] Familiari 100% 100% 92% 23% 23% 0% 8% 13% Non Familiari 100% 97% 86% 8% 16% 5% 7% 9% Si può notare come le imprese familiari presenti nel campione sembrino più propense rispetto alle non familiari a curare una sezione web dedicata a temi di CSR e a pubblicare bilanci ambientali e politiche di sostenibilità; d’altro canto, nessuna delle imprese familiari selezionate ha pubblicato un report dedicato alla comunicazione delle proprie performances in tema di responsabilità sociale. Un ulteriore indicatore dell’impegno che le aziende profondono nel campo della responsabilità sociale è la proprietà di una o più fondazioni. In base alla definizione formulata dall’European Foundation Centre di Bruxelles, le fondazioni sono organizzazioni no-profit che supportano attività caritatevoli al fine di contribuire al benessere sociale. Si tratta di enti con una propria sorgente di reddito (ad esempio il patrimonio di un’impresa) e un proprio organo di governo, che impiegano le risorse finanziarie di cui dispongono per scopi educativi, culturali, religiosi, sociali, o altri scopi di pubblico beneficio. Dalla ricerca è emerso che 42 tra le 87 aziende del campione hanno costituito almeno una fondazione di loro proprietà. Osservando poi separatamente le aziende appartenente ai due gruppi individuati, familiari e non familiari, si nota come vi sia un certo equilibrio riguardo alla costituzione di fondazioni di proprietà, con le aziende familiari leggermente più propense rispetto alle non familiari; più precisamente, il 54% delle imprese familiari del nostro campione detiene la proprietà di una fondazione, contro il 47% delle imprese non familiari. I documenti dedicati alla RSI e, spesso anche i siti web, ci informano che le aziende comunicano la loro adesione a standard nazionali e internazionali riguardo i temi di responsabilità sociale e ambientale. L’adesione a standard e certificazioni è un indicatore dell’agire responsabile dell’impresa; anche dal punto di vista della comunicazione, la citazione dei riconoscimenti ufficiali di cui si dispone costituisce un modo diretto e inequivocabile per garantire a tutti gli stakeholder il proprio impegno in RSI. Nel nostro studio abbiamo preso in considerazione gli standard più focalizzati su temi di RSI: • • • I principi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), agenzia specializzata delle Nazioni Unite I 10 principi del Patto Globale (Global Compact) delle Nazioni Unite riguardo i diritti umani, i diritti del lavoro, l’ambiente e la corruzione. Conformità alle linee guida del Global Reporting Initiative (GRI) in ambito di completezza nella comunicazione riguardo la RSI. Le aziende possono anche Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] • • decidere di condurre una valutazione del livello di applicazione di tali principi (GRI application level), valutazione che può inoltre essere certificata da enti esterni. Adesione alle associazioni internazionali World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) per lo sviluppo sostenibile e World Resources Institute (WRI)per la salvaguardia dell’ambiente. Adesione ai principi definiti dal Carbon Disclosure Project (CDP), orientati all’attenzione verso le emissioni inquinanti, il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici. Abbiamo raccolto informazioni circa l’adesione delle aziende del campione ai suddetti standard; in Figura 6 sono riassunti i risultati di questa indagine, in termini di numero di aziende che aderiscono a ciascuno standard individuato. Figura 6: Numero di aziende del campione che aderiscono agli standard elencati 26 ILO 38 Global Compact 62 GRI WBCSD & WRI 14 39 CDP La Tabella 3 mostra la percentuale di aziende familiari e non familiari che aderiscono ai suddetti standard. Tabella 3: Percentuale di aziende di ciascuna delle due categorie (familiare e non familiare) che aderisce agli standard elencati ILO Global Compact WRI e WBCSD GRI CDP Familiari 23% 38% 15% 69% 31% Non Familiari 31% 45% 15% 72% 47% CATEGORIA Si può osservare come le imprese familiari tendano, in genere, ad aderire in misura inferiore agli standard di RSI individuati. Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] Caratteristiche dei report L’analisi di tre diverse tipologie di report per tutte le 87 aziende del campione ci ha permesso di identificare alcuni tratti peculiari di ciascuna tipologia. Bilancio Sociale o di Sostenibilità Questo tipo di report è solitamente molto esaustivo dal punto di vista sia dei temi trattati che degli stakeholder a cui si rivolge. Attraverso il bilancio sociale, infatti, le aziende trattano tutti i temi di RSI collegati alle loro attività (ambiente, contesto circostante, corporate governance) e vi sono spesso capitoli o paragrafi interamente dedicati a ciascuno Figura 7: Esempio layout Bilancio Sociale, tratto da Bilancio Sociale di De Cecco stakeholder; in particolare clienti e comunità circostanti sono spesso considerati punto di riferimento e principali destinatari del documento. All’interno di un bilancio sociale si è soliti trovare anche sezioni incentrate su obiettivi di RSI (attuali e futuri), risultati ottenuti e misurazione delle performance. Gli stili con cui i bilanci sociali sono redatti sono molto vari e possono differire non solo da settore a settore ma anche tra singole imprese. Solitamente questi report sono realizzati con layout accattivanti, ricchi di immagini, schemi e tabelle, al fine di attirare l’attenzione del lettore e invogliarlo ad addentrarsi nelle diverse tematiche. Codice Etico Rispetto ai bilanci sociali, i codici etici sono solitamente molto più brevi, concisi e formali, utilizzano un linguaggio più normativo e presentano una molto più limitata varietà di temi trattati e stili utilizzati. Attraverso il codice etico, un’azienda definisce i principi che osserva nel condurre le proprie attività e le regole di condotta che i dipendenti, i collaboratori e l’intera organizzazione si impegnano a rispettare. Tra i temi più frequentemente citati vi sono la sicurezza e salute dei lavoratori e di tutti gli stakeholder, il diritto di privacy, la garanzia di qualità, il rispetto dei diritti umani e della legge. I principali destinatari del codice etico sono spesso i dipendenti, ma anche tutti coloro che stringono relazioni formali con l’azienda. Nelle pagine finali dei codici etici è consueto trovare informazioni riguardanti le figure professionali addette a garantire il rispetto del codice, le procedure per verificare possibili violazioni e, in tal caso, Figura 8: Esempio layout Codice Etico, tratto da Codice Etico di Ansaldo STS Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] quali provvedimenti dovrebbero essere adottati. Come già anticipato, lo stile con cui i codici etici sono redatti è particolarmente conciso e formale; non si tratta, infatti, di un documento che mira ad incuriosire il lettore, bensì è un codice che deve essere scrupolosamente consultato da chiunque intrattenga rapporti formali con l’organizzazione. Sezione dedicata alla RSI sul sito web Le sezioni dedicate alla RSI sui siti web delle aziende sono il tipo di report più vario e personalizzato tra le tre tipologie considerate, sia in termini di argomenti trattati sia nello stile. Naturalmente queste sezioni dedicate costituiscono la prima interfaccia informativa riguardo l’impegno dell’azienda in responsabilità sociale, per cui devono presentare tutti i temi più rilevanti attraverso uno stile molto diretto. Spesso le aziende utilizzano la struttura a collegamenti dei siti web per realizzare particolari approfondimenti, in modo che solo i visitatori più interessati si addentrino in tali tematiche. Elementi normalmente presenti nelle sezioni dedicate alla RSI sono: anteprime delle performances ambientali e sociali, attestati dei riconoscimenti da parte di enti esterni, sponsorizzazioni, iniziative solidali, etc. I siti web sono indirizzati a tutti gli stakeholder, ma solitamente particolare attenzione è rivolta a clienti attuali e potenziali. Gli stili utilizzati per realizzare le sezioni di RSI richiamano lo stile generale del sito web di cui fanno parte, per cui vi sono notevoli differenze di stile da azienda a azienda. Naturalmente, la maggior parte dei siti web presenta layout vivaci e accattivanti, con il chiaro scopo di attrarre e coinvolgere il lettore. Figura 9: Esempio layout Sezione dedicata a RSI su sito web di Edison Temi e citazioni A valle dell’analisi sull’intero campione, la lista dei temi di RSI individuati è composta da 151 argomenti suddivisi in 11 aree tematiche, 8 delle quali riguardanti i diversi stakeholder; in figura 8 vi è un riassunto delle aree tematiche e del numero di argomenti per ciascuna area. Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] Figura 8: Aree tematiche della lista dei temi e, tra parentesi, numero di argomenti per ciascuna area Valori e interessi (25) Ecologia e ambiente (13) Prodotti/Servizi e Processi (11) Stakeholders (102) Temi generali (13) Azionisti (5) Dipendenti (33) Management (6) Contesto circostante (18) Clienti (10) Fornitori (8) Altri esterni (9) Può essere interessante osservare una prima evidenza dell’analisi condotta, ovvero la percentuale di citazioni (sul totale possibile) di ciascuna area tematica all’interno di tutti i documenti analizzati; tale risultato è mostrato in tabella 4. Tabella 3: Percentuale di citazioni di ciascuna area tematica in tutti i documenti analizzati AREA TEMATICA % citazioni VALORI E INTERESSI 46,5% ECOLOGIA E AMBIENTE 50,8% PRODOTTI/SERVIZI E PROCESSI 42,7% STAKEHOLDERS - Generale 42,7% STAKEHOLDERS - Azionisti 37,9% STAKEHOLDERS - Dipendenti 49,3% STAKEHOLDERS - Management 36,7% STAKEHOLDERS – Contesto circostante 45,4% STAKEHOLDERS - Clienti 47,0% STAKEHOLDERS - Fornitori 38,3% Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] STAKEHOLDERS – Altri esterni 50,7% Si può notare che “Ecologia e ambiente” e “Altri stakeholder esterni” sono le aree tematiche che, in media, sono state maggiormente citate nei documenti analizzati; questo risultato denota una particolare attenzione delle aziende verso gli impatti ambientali delle loro attività e verso le relazioni con stakeholder come associazioni dei lavoratori e istituzioni. Anche l’area relativa ai dipendenti presenta argomenti frequentemente citati, tra i quali spiccano sicurezza e salute sul lavoro, tematiche che toccano quasi ogni impresa, indipendentemente dal settore di appartenenza. Esempi Dopo aver considerato le caratteristiche dei documenti e le aree tematiche individuate, è utile riportare alcune delle citazioni che meglio esemplificano l’analisi svolta. VALORI E INTERESSI I soggetti in posizione apicale, quali amministratori, sindaci o soggetti con funzioni di direzione, nonché tutti i dipendenti, i collaboratori e consulenti esterni non devono mai venire meno al rispetto di principi fondamentali quali l’onestà, l’integrità, la correttezza, la trasparenza e l’obiettività nel perseguimento degli obiettivi aziendali. (Codice Etico, BPM) ECOLOGIA E AMBIENTE Le principali emissioni atmosferiche sono determinate attraverso misure in continuo ai punti di emissione e, ove necessario, attraverso stime basate su coefficienti di emissione che tengono conto sia dei sistemi di combustione sia della qualità dei combustibili utilizzati. In particolare, per la rendicontazione delle emissioni di CO2 si è fatto riferimento alle Linee Guida nazionali ed europee. (Bilancio di Sostenibilità, ERG) STAKEHOLDERS – Clienti In linea con l’obiettivo strategico di dedicare la massima attenzione ai propri clienti, Vodafone Italia è attenta a soddisfarne le richieste, ascoltando le esigenze concrete o potenziali, valutando il livello di soddisfazione e intervenendo sui motivi di insoddisfazione, cercando di cogliere le tendenze in atto e i segnali provenienti dalla clientela. (Sezione “Sostenibilità” su corporate.vodafone.it) Confronto familiari – non familiari Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] Un primo confronto tra aziende familiari e non familiari del nostro campione riguardo ai temi di RSI citati può essere condotto paragonando la percentuale di citazione di ciascuna area tematica per i due gruppi considerati. STAKEHOLDERS Generale STAKEHOLDERS Azionisti STAKEHOLDERS Dipendenti STAKEHOLDERS Management STAKEHOLDERS Contesto circostante STAKEHOLDERS Clienti STAKEHOLDERS Fornitori STAKEHOLDERS Altri esterni Non familiari PRODOTTI/SERVIZI E PROCESSI Familiari ECOLOGIA E AMBIENTE e 41,3 % 47,4 % 54,6 % 50,1 % 47,1 % 41,9 % 42,6 % 50,5 % 30,8 % 39,2 % 43,7 % 50,2 % 31,6 % 37,6 % 42,0 % 46,0 % 36,7 % 48,8 % 34,3 % 39,0 % 42,5 % 52,2 % INTERESSI Categori VALORI E Tabella 4: Percentuale di citazioni di ciascuna area tematica per le due categorie: aziende familiari e non Al fine di verificare se il fattore familiare-non familiare influenza significativamente la quantità di argomenti trattati all’interno dei report di RSI, per ciascuna area tematica è stato condotto un confronto statistico tra i due gruppi di aziende basato su test d’ipotesi. In tabella 5 sono riportati i risultati finali del test d’ipotesi: per ogni area tematica si mette in luce se vi è una differenza significativa oppure no tra imprese familiari e non; tra parentesi è riportato un acronimo che indica quale dei due gruppi ha fatto registrare un numero significativamente maggiore di citazioni. L’analisi statistica è stata condotta per due differenti livelli di significatività, 5% e 1%, dei quali il secondo è più stringente. Tabella 5: Risultati dell’analisi statistica sul confronto tra imprese familiari e non riguardo al numero di argomenti citati per ciascuna area tematica C’è differenza significativa? Area tematica Livello di significatività 5% 1% SI (nF) SI (nF) ECOLOGIA E AMBIENTE NO NO PRODOTTI/SERVIZI E PROCESSI NO NO SI (nF) NO VALORI E INTERESSI STAKEHOLDERS - Generale Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] STAKEHOLDERS - Azionisti NO NO SI (nF) SI (nF) STAKEHOLDERS - Management NO NO STAKEHOLDERS – Contesto circostante NO NO SI (nF) SI (nF) NO NO SI (nF) NO STAKEHOLDERS - Dipendenti STAKEHOLDERS - Clienti STAKEHOLDERS - Fornitori STAKEHOLDERS – Altri esterni La differenza tra imprese familiari e non familiari non appare marcata per ciascuna area tematica; dalla tabella precedente si può notare come in tre aree, “valori e interessi”, “dipendenti” e “clienti” il numero di argomenti trattati dalle imprese non familiari sia significativamente superiore a quanto ci si aspettasse, il contrario vale per le imprese familiari. Una certa differenza tra citazioni contate e attese si nota anche per le aree “temi generali riguardo gli stakeholder” e “altri stakeholder esterni”. Il basso numero di argomenti citati dalle imprese familiari nelle aree “valori e interessi” e “temi generali riguardo gli stakeholder” può essere spiegato con il fatto che queste imprese tendono a focalizzarsi maggiormente su valori e principi specifici delle realtà familiari o in qualche modo legati a questo mondo, piuttosto che concentrarsi su valori generali. Per quanto riguarda l’area “dipendenti”, è noto che le imprese familiari tendano a essere meno propense delle controparti non familiari a sponsorizzare la crescita e coinvolgimento delle risorse umane (Dunn, 1996; Donckels e Frohlic, 1991; Stoy Hayward, 1989). Ci sono anche alcuni risultati che non rispecchiano le nostre aspettative riguardo le differenze tra imprese familiari e non. Ad esempio ci si attendeva che le imprese familiari fossero molto meno propense a comunicare in materia di relazioni con gli azionisti rispetto alle non familiari (Cabrera-Suàrez e Santana-Martìn, 2003); inoltre, sapendo che le imprese familiari sono tendenzialmente più orientate alle questioni interne e meno dipendenti dalla situazione ambientale, culturale e macro-economica (Dunn, 1996; Fukuyama, 1995; Wong, McReynolds e Wong, 1992; Donckels e Frohlich, 1991; Stoy Hayward, 1989 e 1990), ci si aspettava una più carente comunicazione in aree come “ecologia e ambiente” e “contesto circostante”. Un’ultima importante considerazione riguarda l’area di attenzione verso i clienti, relativamente alla quale ci si poteva aspettare un risultato opposto, dal momento che le imprese familiari solitamente profondono un notevole impegno nella cura della propria visibilità e reputazione tra i clienti. 4. Conclusioni Lo studio presentato nel presente articolo rappresenta un contributo alla ricerca empirica riguardo la comunicazione dell'impegno in responsabilità sociale d'impresa nel contesto industriale italiano. In particolare, lo studio svolto si è concentrato su tre principali aspetti: (i) i documenti utilizzati per comunicare nel campo della RSI, (ii) la comunicazione dell'adesione a standard e rating nazionali e internazionali di RSI e, soprattutto, (iii) i Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] contenuti dei documenti analizzati. A valle dell’analisi è stato poi possibile condurre un confronto tra imprese familiari e non familiari del campione per ciascuno dei tre aspetti considerati, al fine di verificare l’influenza di questo fattore distintivo sulla comunicazione in tema di RSI. Lo studio, condotto su un campione di 87 aziende, considerate l'eccellenza italiana nell'impegno in RSI, ha portato, innanzitutto, all’identificazione dei report più frequenti e significativi nel campo della RSI, ovvero bilancio sociale, codice etico e sezione dedicata sul sito web dell'azienda. Le imprese familiari presenti nel campione sono apparse più propense rispetto alle non familiari a curare una sezione web dedicata a temi di CSR, e a pubblicare bilanci ambientali e politiche di sostenibilità; d’altro canto, si è anche notato come le imprese familiari selezionate tendano a non comunicare le proprie performance in tema di responsabilità sociale all’interno di documenti dedicati. L’analisi esplorativa riguardante l’adesione a standard di sostenibilità nazionali e internazionali ha evidenziato una forte propensione delle aziende del campione (più del 70%) a seguire le linee guida per la comunicazione in tema di RSI definite dal Global Reporting Initiative; i principi definiti dal Global Compact e il Carbon Disclosure Project sono altri due standard che riscuotono un certo interesse tra le aziende del campione (poco meno del 50%). Osservando l’adesione agli standard da parte delle imprese familiari e non familiari, è emerso come le aziende familiari tendano, in genere, a seguire in misura inferiore gli standard di RSI individuati. La parte principale dello studio qui presentato è costituita da un’approfondita analisi dei contenuti dei documenti di RSI considerati, che ha permesso di delineare una lista di 151 differenti temi (suddivisi in 11 aree tematiche) trattati dalle aziende del campione. Dai risultati è emerso che gli argomenti maggiormente citati riguardano problematiche ambientali, salute e sicurezza dei lavoratori e relazioni con associazioni e istituzioni. Mediante un’analisi statistica è stato poi possibile verificare se e come la presenza familiare sia influente sulla propensione a comunicare l’impegno nelle diverse tematiche di RSI. Dall’analisi comparativa tra i due gruppi di imprese, familiari e non familiari, è apparso come la differenza non sia marcata per ciascuna area tematica; in particolare si è notato come le imprese familiari abbiano trattato un numero di argomenti decisamente inferiore alle aspettative nelle aree tematiche riguardanti valori e interessi generali, dipendenti e clienti. Il basso numero di argomenti citati dalle imprese familiari riguardo a valori e interessi generali potrebbe essere spiegato con il fatto che queste imprese tendono a focalizzarsi maggiormente su valori e principi specifici delle realtà familiari; per quanto riguarda l’area “dipendenti”, è noto che le imprese familiari tendano a essere meno propense delle controparti non familiari a sponsorizzare la crescita e il coinvolgimento delle risorse umane. Ci si attendeva un risultato diverso, invece, relativamente all’area tematica di attenzione verso i clienti, dal momento che solitamente le imprese familiari profondono un notevole impegno nella cura della propria visibilità e reputazione tra i clienti. I risultati ottenuti dai confronti tra aziende familiari e non familiari non sempre sono netti e consistenti con gli studi precedenti, per cui è chiara la necessità di approfondire ulteriormente questo studio comparativo nel campo della comunicazione in RSI. Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected] 5. Riferimenti Bibliografici Adams C. A. (2002), “Internal organizational factors influencing Corporate Social and Ethical Reporting - Beyond current theorising”; Accounting, Auditing & Accountability Journal, 15(2): 223-250. Cabrera-Suárez K., Santana-Martín D. J. (2003), “Corporate and family governance in the Spanish family firms”; Family Business Review, 14: 37-46. Donckels R., Frohlich E. (1991), “Are family businesses really different? European experiences from STRATOS”; Family Business Review, 4(2): 149-60. Dunn B. (1996), “Family enterprises in the UK: A special sector?”; Family Business Review, 9(2): 139-56. Fukuyama F. (1995), Trust: The social virtues and the creation of prosperities. New York: Free Press. Gray R., Owen D., Maunders K. (1987), Corporate social reporting: Accounting and accountability. Englewood Cliffs: Prentice Hall International. Maignan I., Ralston D.A. 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Alfredo De Massis, Professore Aggregato presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Bergamo e Direttore Vicario del Center for Young & Family Enterprise (CYFE) presso il medesimo ateneo, email [email protected] Sito web: http://www.aidaf.unibocconi.it Email: [email protected]