MISSIONE DI STRADA A VENEZIA, MESTRE E

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MISSIONE DI STRADA A VENEZIA, MESTRE E
MISSIONE DI STRADA A VENEZIA, MESTRE E
MARGHERA INSIEME a NUOVI ORIZZONTI E
AGLI EVANGELIZZATORI DI VENEZIA
La missione, voluta dal Patriarca di Venezia e organizzata dagli
evangelizzatori di Venezia, in collaborazione con Nuovi Orizzonti e Missione
Belém, si è aperta il 26 ottobre con la Messa di mandato presieduta dal
Patriarca Francesco Moraglia e si è conclusa il 1 novembre, solennità di
tutti i Santi.
Questa missione è stata un’esperienza di abbandono umile e
fiducioso alla volontà di Dio perché in molte occasioni, quando l’umanità
arriva al limite, è venuta in nostro aiuto la grazia. Eravamo 100
evangelizzatori con la felpa bianca e la scritta: “E GOIA SIA!” che
evangelizzavano per le calli di Venezia.
Nella S.Messa di mandato, il Patriarca è stato con noi e durante l’
omelia ha sottolineato l’importanza della preghiera che deve sempre
precedere l’ evangelizzazione.
“L’evangelizzatore - ha detto - è colui che ha un rapporto profondo con
Dio, il Signore è essenziale per lui. L’ evangelizzatore è colui che è
consapevole anche di essere rifiutato come Gesù Crocifisso che ha
ricevuto bestemmie, insulti, … Gesù salva anche chi lo bestemmia.
Siamo chiamati a donare pace mettendo in conto il rifiuto anche
frequente. Questo è il nostro contributo all’evangelizzazione. La gioia non
è il frutto che tutto va bene ma è la percezione della fiducia che Gesù è la
nostra gioia”.
Per info: MARIA 0968-1950739
Dopo la comunione, il patriarca ci ha imposto le mani su ciascun
evangelizzatore invocando lo Spirito Santo. Al termine della Santa
Messa , il Patriarca ha fatto la foto ricordo indossando la felpa della
missione di Venezia, mostrando di sentirsi come uno di noi, di
evangelizzare con noi.
Prima di terminare la Santa Messa, Don Antonio ha precisato che
oltre a Nuovi Orizzonti, in questa missione era presente anche la
Missione Belèm e l’ha presentata descrivendo la nostra specificità che è
l’evangelizzazione dei più poveri, fino a dormire con loro sui marciapiedi
e a mangiare con loro.
I primi tre giorni abbiamo potuto fare missione di strada a Mestre
secondo il nostro carisma e si sono unite a noi due ragazze e un ragazzo
di Nuovi Orizzonti, desiderosi di fare esperienza di evangelizzazione con
noi. Da mercoledì a venerdì invece, ci siamo uniti a Nuovi Orizzonti e agli
Evangelizzatori di Venezia per evangelizzare in comunione con loro.
Il primo giorno è stato bellissimo: siamo andati al SERT di Mestre e lì
abbiamo incontrato molti ragazzi schiavi del metadone, molto sofferenti e
soli, che ogni mattina immancabilmente, devono presentarsi per fare la
terapia. Mi ha colpito subito un ragazzo di nome S. Era giovanissimo ma
aveva occhi così tristi e spenti che la sua sofferenza penetrava in fondo al
cuore. Abbiamo fatto amicizia e con semplicità e naturalezza ci siamo
seduti accanto a lui, cercando di offrire il nostro ascolto e il nostro
amore. Il suo linguaggio era abbastanza colorito, talvolta provocatorio
ma non ci abbiamo fatto caso. Abbiamo parlato di Dio e ci ha fatto varie
domande: non riusciva a capire come mai persone che potevano avere
una casa, un letto e una vita normale, lasciassero tutto per vivere sulla
strada. Questo non gli quadrava, tuttavia ha apprezzato il nostro stare
con lui quella mattina.
Un suo amico che ha ascoltato il nostro dialogo nel momento in cui
spiegavo il nostro modo di vivere ci ha detto:
“Voi date la vita per gli altri, siete dei modelli”
Dopo aver parlato con loro, abbiamo incrociato J. e la sua ragazza. Era
già passato nella nostra casa di Lamezia e si ricordava di noi. Non era
riuscito a rimanervi a causa dell’astinenza. Ad un certo punto, dopo aver
preso il metadone di allontana per qualche minuto per poi tornare là
nuovamente. Nel tornare, guardandomi fisso negli occhi mi ha detto:
“Stamattina tu mi hai visto; non solo, mi hai guardato che è molto di più”.
Poi rivolgendosi alla sua ragazza le ha detto:
“è bello stare con loro perché non hanno maschere, sono loro stessi”.
La sua ragazza era piena di piercing e ci osservava un po’ da lontano ma
era come se fosse interessata. Mi sono diretta verso di lei e non mi
aspettavo tanta apertura di cuore da parte sua. La sua situazione
familiare è molto difficile e a causa della malattia dei genitori che hanno
perso la fede entrambi. Lei è credente però il metadone la incatena al
SERT. La maggior parte di loro riconosce di essere stato ingannato
quando hanno iniziato a drogarsi: la semplice voglia di provare li sta
portando a consumarsi ogni giorno di più e sono giovanissimi. Quando
abbiamo parlato della gioia e di Gesù mi ha detto così:
“Io credo in Gesù perché se ci sono persone come voi piene di gioia in
volto, vuol dire che Gesù c’è e vorrei anch’io provare questa gioia”
Quel giorno abbiamo incontrato i fratelli anche alla sera durante la lode in
stazione e poi, alcuni di noi sono andati a Marghera per vedere come era
la situazione. La nostra intenzione era di tornarci la sera successiva.
Mentre passavamo in macchina per vedere dove lavoravano le ragazze di
strada e se c’erano i trans, ci siamo accorti sin dal primo giro che c’era
un uomo seduto sul marciapiede tutto ripiegato su se stesso ma
immobile. La seconda volta era ancora lì e non si muoveva. Abbiamo
pensato subito che avesse usato qualcosa. Infatti anche dopo aver
provato a chiamarlo e a scuoterlo, abbiamo notato che non riusciva a
tenere su la testa, perdeva le bave dalla bocca, anche i piedi non erano
stabili. Non ce l’avrebbe fatta a venire con noi, così abbiamo chiamato il
118 e se lo sono portati via. Probabilmente il Signore ci ha ispirati e ci ha
portato lì solo per lui. In questa occasione è successo anche un episodio
simpatico con la polizia che era di ronda. Non avevano notato l’uomo in
difficoltà ma la nostra auto parcheggiata momentaneamente in una via
scura. Pensavano fossimo ladri perché con le pile hanno iniziato a
guardare un edificio vicino per accertarsi che non fossero state forzate le
serrature. Abbiamo dovuto correre là per dare spiegazioni, così abbiamo
avuto modo di farci conoscere e spiegare che cosa stava succedendo.
Quella sera, tornati a Mestre, siamo andati a
dormire sui cartoni, sul sagrato di una chiesa,
di fronte alla quale, per tutta la notte, si
assisteva ad un via vai di persone che
venivano a lasciare e a ritirare le bustine di
droga.
Il secondo giorno è stato il più bello e il più
intenso di tutta la missione. E’ stato il più bello
per gli incontri che abbiamo fatto, per la
grazia del Signore che era presente, era vivo
con noi e in noi e operava per mezzo di noi. E’
stato intensissimo perché dopo aver fatto il
diario in cerchio al mattino, abbiamo
evangelizzato di nuovo al SERT, poi alla
mensa dei cappuccini, poi a Venezia abbiamo
partecipato alla “Luce nella notte”, per poi
tornare a Mestre per la lode in stazione. Dopo
la lode siamo andati a Marghera in via fratelli
Bandiera per evangelizzare le ragazze che si
prostituiscono. Abbiamo finito alle 2 del
mattino.
Al mattino al SERT abbiamo incontrato J.
giovanissimo ma distrutto. Faceva uso di
psicofarmaci, metadone e alcool. Una di noi gli ha fatto da mamma per
due giorni, cercando di spronarlo a lasciare l’alcool. C’era anche riuscita,
grazie anche alla preghiera che abbiamo fatto per lui quel mattino.
Durante il giorno non ha voluto restare con noi e la sera un litigio con il
padre l’ha fatto ripiombare nell’alcool. Vedendo la sua nuova “mamma” si
è vergognato tanto e le ha raccontato quanto stava male. La maggior
parte di loro desiderava uscire ma Lamezia
Terme è lontana e non se la sentivano di
allontanarsi troppo dal SERT. Per questo non
abbiamo avuto fratelli che sono venuti da noi.
Tuttavia, evangelizzando insieme a Nuovi
Orizzonti, e avendo loro una casa a Trento,
abbiamo dovuto indirizzare i fratelli là.
A mezzogiorno siamo andati nella mensa
dei cappuccini per mangiare con i fratelli e fare
famiglia con loro. Questo è infatti l’intuito di
pranzare con loro. Sedersi allo stesso tavolo e
dialogare è fare famiglia, fare unità, occasione
propizia per evangelizzare, come faceva Gesù
quando sedeva a mensa con i farisei e i
pubblicani.
Dopo un momento di adorazione per ricaricarci, siamo partiti per Venezia
per la “luce nella notte”. Sono entrate in chiesa brasiliani, francesi,
tedeschi, spagnoli, cinesi, austriaci, italiani, … e l’inglese era la lingua
che faceva da ponte.
Al termine della “luce nella notte”, eravamo stanchissime: personalmente
pensavo a come sarei arrivata a sera dato che mi aspettava ancora
un’ora di lode e annuncio in stazione e alcune ore di pastorale con le
ragazze di strada. Chiesi forza a Gesù. A partire da quel momento, don
Antonio di San Cassiano (VE) si è unito a noi per partecipare alla lode in
stazione e alla pastorale di Marghera.
Appena arrivati in stazione, ho visto una scena particolarissima. Ho
raggiunto il punto stabilito e mi sono voltata indietro per fare cenno ai
fratelli di avvicinarsi. Con mia grande sorpresa, ho visto una processione
di fratelli di strada che si stavano avvicinando e mi si è allargato il cuore.
Una ragazza di Nuovi Orizzonti che era con noi ha descritto così la scena:
“Alla lode della seconda sera i poveri ci sono venuti incontro da soli,
sembravano degli zombi usciti dalle tombe.”. (Federica)
Erano venuti anche altri membri della pastorale di
strada che durante il giorno non potevano essere
con noi a causa degli impegni di lavoro. Abbiamo
iniziato a cantare, a lodare il Signore e ad
annunciare la sua Parola. Poi, un fratello della casa
Nazareth ha dato la sua testimonianza. E’ stata
molto forte soprattutto perché esattamente un anno
fa lui si trovava in quella stazione ad ascoltare il
nostro annuncio e aveva deciso di venire a Lamezia
con noi. Ora dopo un anno, si ritrovava a parlare ai
suoi amici, rendendo testimonianza dell’amore di
Dio che ha cambiato la sua vita. Tutti i fratelli lo
hanno ascoltato con attenzione e interesse facendo cenni col capo, di
tanto in tanto. Poi, abbiamo pregato su di loro e sono stati colmati dalla
potenza dello Spirito Santo. La gioia era tanta che non smettevamo di
cantare e danzare assieme a loro.
Poi, ci siamo spostati a Marghera ma già la stanchezza e la debolezza
erano andate via. Una gioia grande abitava i nostri cuori e volevamo
portarla anche alle donne di strada. A Marghera faceva più freddo che a
Mestre. Un vento freddo passava sulla schiena ma subito diventava
piccolo quando vedevamo le donne seminude sul marciapiede. Anche
loro sentivano freddo e anche Gesù sentiva freddo in loro. Il nostro
freddo era il loro e il loro era il freddo di Gesù. Abbiamo incontrato queste
sorelle, le abbiamo ascoltate ed abbracciate. Le abbiamo guardate
diversamente dagli altri, interessati ad arrivare al cuore e non a fermarci
al corpo come fanno tutti. Alcune si sono aperte, altre erano un po’
impazienti perché la polizia passava spesso e i clienti erano pochi.
Federica commenta così questa pastorale:
“E’ stato molto forte stare per strada: Marghera per me è stato come
scendere all’inferno; mi sono sentita barbona, prostituta, trans”.
(Federica – Nuovi Orizzonti)
Eravamo senza bagno dalla domenica pomeriggio, così dal mercoledì
pomeriggio, ci siamo trasferiti a Venezia raggiungendo gli altri
evangelizzatori. Le ragazze di Nuovi Orizzonti che si erano unite a noi,
hanno fatto un esperienza radicalissima e molto forte: per la prima volta
hanno dormito sulla strada, hanno vissuto senza un momento di privacy,
senza cellulare, soldi, certezze, … Durante una condivisione davanti a
tutti i 100 evangelizzatori hanno commentato così la missione con noi:
“i poveri insegnano tantissimo. Un loro sorriso vale più dei sorrisi che ci
facciamo tra di noi perché non loro hanno nulla ma hanno tutto”.
L’ultimo giorno pieno di missione sono stata inviata al SERT di
Venezia, assieme ad una ragazza di Nuovi Orizzonti. Là ho conosciuto
due fratelli di strada, amici fra loro con la birra in mano, davanti ad una
barca. Uno diceva all’altro:
“Queste sono belle persone che si ricordano di noi e vengono a trovarci.
Mi sento come in ospedale: ero malato e siete venuti a trovarmi”
Per me sono state parole molto forti che mi hanno fatto ricordare come i
fratelli siano per noi Gesù vivo e sofferente. Uno dei due parlava molto ed
era difficile cercare ci parlare di Gesù. C’è stato un momento in cui non
riuscivo più a contenermi e prima all’uno poi all’altro ho parlato
dell’amore di Dio, abbiamo letto la Parola del giorno che diceva che
niente e nessuno al mondo può separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù
(Rm 8,31-39). Ha accettato la preghiera e ha invocato su di lui lo Spirito
Santo perché avesse la forza di ricominciare una vota nuova. Desideravo
che anche l’altro suo amico lo ricevesse ma parlava così tanto che era
molto difficile che ascoltasse. Mentre parlava continuavo a pregare
interiormente il rosario finchè il momento opportuno venne. Accolse la
Da li fino all’adorazione del pomeriggio ebbi molti insegnamenti, grazie ai consigli di
sorella Maria Cidinha e grazie alla preghiera, che mi hanno portato poi in cappella a
scrivere questa preghiera:
“Signore Grazie”
Oggi ho scoperto un dono meraviglioso, ho visto dove Tu preferisci passare le Tue
giornate. Ho capito che per vivere secondo la Tua Parola devo imparare da fratelli di
strada, dalla loro umiltà, dalla loro purezza di cuore, nonostante abbiano desideri
carnali o materiali come il denaro e il cibo, ma è il minimo che gli serve per vivere,
perdonali.
Ho capito che il mio cammino lo devo fare pian piano, come pian piano devo
distaccarmi dalle mie certezze materiali e dai miei pregiudizi. Grazie a sorella Maria
Cidinha che mi ha fatto capire che non devo farmi prendere dalle emozioni e lasciare
tutto anche perché oggi sennò avrei preso e mi sarei ridotto come loro, ma non so
quanto sarei durato. So ora che stavo andando contro la mia e Tua volontà, invece devo
affidarmi a Te e farmi guidare nel mio cammino affinché possa scoprire passo dopo
passo, ciò che hai disegnato per la mia vita. Hai spiegato che la sofferenza serve ma è
sbagliata se ci fa rimanere fermi, perché le scelte che si fanno devono solo riempirti di
gioia e amore e non farti soffrire.
Insegnami Signore a guardare dentro i cuori di questi fratelli, perché hanno dati che
pochi hanno e so che sono graditi a Te. Grazie Signore perché mi hai fatto sentire che
sono importante per il tuo disegno, che sono un piccolo tassello del puzzle che non può
mancare. Mi impegnerò a non deluderti Signore. Mi hai aperto gli occhi facendomi
capire quanto è bello e semplice vivere in comunione con i fratelli, se io mi affido
completamente a Te. Mi hai dato la convinzione che la povertà e la semplicità sono due
valori importanti per seguirti, fondamentali. Quindi Signore, ti prego affinché io faccia
tesoro di questi insegnamenti e che non me li perda per strada. Grazie mio Signore.
preghiera con grande umiltà, con gli occhi chiusi e con l’intenzione vera
di ricevere questo dono. Dopo la preghiera mi ha abbracciata e mi ha
raccontato la ferita più grande della sua vita. Cercavo di aiutarlo ma
proprio in quel momento passò il proprietario della barca che rivendicava
la sua proprietà. Il fratello l’aveva rimessa a posto con l’intimo desiderio
di donarla al fratello che si trova in carcere e che uscirà tra quasi 10 anni.
Già sognava il fiocco e la scritta da metterci perché fosse contento.
Quasi sicuramente non era sua ma di fronte a quella scena e ai due che
litigavano non potevo starmene ferma. Così mi sono diretta decisamente
dal proprietario della barca. L’ho invitato a riflettere sul fatto che lui una
casa e una vita dignitosa ce l’aveva, mentre il fratello no. Aveva
risistemato la barca che si trovava in uno stato pietoso e l’aveva resa
bella per regalarla al fratello. L’ho invitato a rinunciare alla sua barca per
far felice quel fratello. Non so come andrà finire questa vicenda però so
che non riuscivo a tacere. Alla fine, il fratello spostò la barca da un’altra
parte così il proprietario non avrebbe dovuto pagare la tassa annuale per
il posteggio.
Non avrei mai fatto una cosa simile in passato, ma la forza che Gesù dà in
certi momenti è straordinaria. Dev’essere stato con questa forza che i
martiri sono riusciti ad affrontare il martirio!
Il pomeriggio, per altre tre ore, siamo usciti ad invitare chiunque
incontravamo alla “Luce nella notte”. La sera infatti era la notte di
Halloween e Venezia era piena di mostri, streghe, molti giovani che si
ubriacavano, turisti di tutti i credo: da rastafarian ad atei dichiarati, che
mi prendevano in giro al vedere il mio abbigliamento … molti al solo
vedermi non mi stavano nemmeno ad ascoltare. Così ho preferito stare
davanti a Gesù e intercedere per i giovani evangelizzatori che
sicuramente erano più adatti di me ad attirare a Gesù queste persone.
Entrarono in chiesa persone di tutti i tipi e nazionalità: portavano la loro
preghiera davanti a Gesù e rimanevano a fissarLo. Alcuni si sono anche
confessati. Siamo stati in chiesa fino alle 2 del mattino e abbiamo dormito
alle 3. Quante persone quella notte stavano offendendo Gesù. Quanto
piccolo era il nostro contributo
quella sera … quanta gente
Spero che questa piccola testimonianza possa sciogliere qualche cuore ed aprirlo
all’amore che Dio dona a noi. Non smetterò mai di ripetere che se noi ci abbandoniamo
a Dio, ci svuotiamo completamente dai mille pensieri che abbiamo nella nostra capacità
e ci facciamo pervadere da Lui, vedremo miracoli, capiremo che pensa a tutto Lui. Noi
dobbiamo solo dire il nostro si, tutte le difficoltà, tutte le preoccupazioni che dobbiamo
affrontare, in Lui. Tutto si cancella e si ridisegna e suo piacimento.
Grazie ragazzi di Belem avete fatto da ponte per scoprire le meraviglie del Signore!
avrebbe ferito Gesù senza
saperlo, solo per moda, per fare
quello che fanno tutti. Quanti peccati in quella notte!
Ma il cristiano fa la differenza. Veramente eravamo
una piccola luce accesa nelle tenebre dei cuori!
Tornando indietro, nelle calli di Venezia, c’erano
bottiglie vuote di vino e birra, sangue, … il prezzo
che pagano i figli delle tenebre che non sanno di
essere figli di Dio.
preghiamo, invochiamo lo Spirito Santo, c'è una grande unità..ce Gesù
tra noi...e si sente forte...poi propongo a Nicola: senti, perché non ci
appostiamo qui e aspettiamo la nostra amica? infatti abbiamo fatto così e
siamo riusciti a pregare con lei ..e le abbiamo lasciato un rosario! e' stato
bello!
Testimonianza di Federica
Grazie Gesu' per tutto
“Tutto inizia con il desiderio di conoscervi e quindi
fare una esperienza insieme. Parto con un sacco
azzurro dell'hera, visto che vi ho raggiunto il giorno
dopo e non avevo un sacco nero, ma quel sacco, per
me, fin da subito, è stato uno strumento di
spoliazione di me stessa, di disgregazione interiore, al punto che mi sono
sentita davvero una povera, una ragazza di strada, un trans, poi mi
chiedevo... ma perchè sto facendo tutto questo? non ho bisogno di girare
con un sacco di plastica, sono qui per la missione, che c'entra fare sta
esperienza? perchè devo girare con questo sacco?
Poi mi sono abbandonata ......sapevo che dovevo starci, così ci siamo
diretti prima alla stazione di Mestre , per fare la pastorale, cioè un
momento di lode , di canti, di danze, di preghiera, di invocazione allo
Spirito Santo ... di preghiera di intercessione per le persone di strada
presenti li, finendo con cibi che mi hanno ricordato le nozze di Cana, lì il
vino buono arriva alla fine, infatti i commensali si stupiscono, e dicono:
ma come? in genere all'inizio della festa c’è il vino buono ... poi alla fine
quello meno buono ... e qui si è verificato lo stesso, prima c'erano panini,
poi sono arrivati primi , arrosto, patate , pollo!!!!!!!!!!
Appena arrivati in stazione, un popolo di "zombi" di morti ... cominciano a
uscire dalle loro tombe, e iniziano ad aggregarsi , fare cerchio intorno a
noi, non si capiva da dove fossero usciti ... e iniziano, contenti, a ballare a
gioire.
Dopo c’è una testimonianza di un ragazzo della comunità Missione Belèm,
e scatta l 'invito, per chi vuole, di partire coi missionari e andare a vivere
con loro.
Dopo ci spostiamo nel quartiere più malfamato di Mestre in 8 persone,
arrivati io e Nicola andiamo in direzione dei trans, li cerchiamo , ma non li
troviamo, stranamente quella sera non c'era nessuno.
Ad un certo punto vediamo un trans entrare in una macchina, e ci
diciamo, ma guarda per un secondo il maligno si è preso il nostro
amico....poi lo vediamo ritornare e allora ci diciamo: questa volta lo
fermiamo....invece , come un fulmine, arriva una seconda auto e
scompare nella strada ......sono scesa all'inferno...questo posto è un
inferno, buio, macchine che vanno piano cercando chi caricare,
capannoni industriali squallidi....ma noi li!!!
LA LUCE HA TRIONFATO, COME SEMPRE!
Testimonianza di Ivan
Parto dal dire che la mia esperienza con Gesù è iniziata da non più di tre settimane,
ovvero da quando sono entrato a Piglio (FR). Ho avuto una forte chiamata a seguirlo in
questa comunità Nuovi Orizzonti, quest’estate, quando sono andato a fare un campo di
lavoro a Belluno. Quindi, se mi sentirete cosi euforico e ricco di emozioni è perché sono
innamorato di Lui. Forse perché l’ho riscoperto da poco o forse perché mi sto dando
tanto a Lui, comunque sono tre settimane che sto passando pieno di gioia.
Le mie intenzioni quando sono arrivato a Piglio erano di iniziare ad imparare e guarire il
mio cuore, troppo freddo e troppo corrotto, ma dopo nemmeno una settimana di
comunità mi dicono di partire in missione a Venezia. Le mie prime incertezze furono:
“Vado ad annunciare, e provare esperienze che ancora non sono pronto a fare, e non
sono per niente pronto ad affrontarle. Ma, senza
pensarci più di tanto, parto.
Era il Signore che mi continuava ad assistere,
cosi mi sono ritrovato a vivere i primi giorni di
missione in piena serenità, comunione e preghiera. Poi,
durante la condivisione sento la missionaria Maria
Cidinha che racconta la realtà di Missione Belem; non
so perché ma mi viene istintivamente di alzare subito la
mano e provare questa esperienza, sentivo che era la
cosa più giusta che potevo fare.
Cosi dopo un piccolo colloquio con i missionari Belem,
in cui mi spiegano in cosa consisteva la missione di
strada, senza scoraggiarmi, ma anzi sempre più convito
di farla, ci ritroviamo la mattina dopo, nell’atrio e partiamo per Mestre armati di scacchi
neri e di volontà di Dio.
Il primo impatto non fu cosi scioccante né dal punto di vista della condizioni in
cui giravamo né dai fratelli di strada che incontravamo, ma la preghiera per fortuna era
costante, e mi chiedevo tra me e me, “Signore cosa vuoi dirmi, perché finora non sto
provando niente, non riesco a cogliere nessun insegnamento”, da li al giorno dopo però
tutto si è rivoluzionato. La prima lode con i fratelli e gli incontri che ho fatto il giorno
dopo, hanno sconvolto la mia esistenza e mi hanno dato tantissimo e insegnato più di
quanto avessi imparato negli ultimi tre anni.
Il sorriso di quei giorni era cosi puro, cosi forte che ti spezzava tutte le ossa, valeva
quanto mille sorrisi messi insieme perché era raro e veniva dalle labbra che erano
abituate solo a soffrire; era forte, sentivo la comunione profonda tra tutti noi, la presenza