INTERVISTA A
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INTERVISTA A
intervista A ettore fiorini Ettore Fiorini ha partecipato alla scoperta delle correnti deboli neutre e dei neutrini solari a bassa energia ed ottenuto i primi limiti sul decadimento beta doppio del 76Ge e del nucleone. Ha suggerito l’applicazione dei rivelatori criogenici alla ricerca di eventi rari e diretto con questa tecnica l’ esperimento CUORICINO, il più sensibile nella ricerca sulla massa del neutrino. è spokesman dell’esperimento internazionale CUORE basato sulla stessa tecnica. Si occupa anche di misure di Radioattività Ambientale. Professore emerito presso l’ Università di Milano-Bicocca è membro dell’ Accademia Nazionale dei Lincei. Gli è stato conferito il Premio Enrico Fermi dalla SIF e la medaglia del Presidente della Repubblica per i Benemeriti della Scienza e della Cultura. Parlarne di meno, saperne di più con misure di altissima sensibilità Attorno a noi, nell’ambiente, e anche nel nostro corpo, si verificano “eventi” come il decadimento di un nucleo, che possono essere molto frequenti, ma anche rari o rarissimi. Quali sono i metodi e le difficoltà nella rivelazione di eventi molto rari dovuti a piccole tracce di radionuclidi? La presenza di radionuclidi provoca la cosiddetta radioattività naturale che non rappresenta ovviamente alcun problema per la nostra salute. A questa si aggiunge, a volte con effetti considerevoli, la cosiddetta radioattività di origine antropica dovuta all’uomo. Negli esperimenti per la rivelazione di eventi molto rari quali quelli prodotti dalle interazioni di neutrini solari o di ipotetici componenti della materia oscura, nonché nella ricerca di eventi nucleari rarissimi quali il decadimento beta doppio occorre ridurre al massimo gli effetti dovuti alla radiazione naturale. La radiazione dovuta ai raggi cosmici, che continuamente bombardano la nostra atmosfera, viene ridotta installando l’apparato di misura in laboratori sotterranei quali i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, mentre la radioattività ambientale va ridotta schermando opportunamente lo strumento di misura e riducendo la contaminazione radioattiva intrinseca dello strumento stesso. Per rivelare la presenza di contaminazioni radioattive si ricorre alla spettroscopia di massa ed alle spettroscopie a e g. La fig. 1 mostra lo spettro g ambientale registrato con un rivelatore al germanio di elevata risoluzione energetica prima dell’ incidente di Fukushima. Si osservi la presenza, accanto ai picchi dovuti alla radioattiva sia fossile che cosmogenica, prodotta cioè dai raggi cosmici, anche un piccolo picco dovuto al 137Cs residuo della contaminazione dovuta a Chernobyl (questo nuclide ha una vita di dimezzamento 30 anni). L’energia nucleare è una delle più importanti componenti del bilancio energetico dei paesi sviluppati. Quante centrali ci sono e quante sono in costruzione? I reattori di potenza al mondo sono 436 più una cinquantina in costruzione. I 149 in Europa producono circa il 30% dell’energia elettrica nel nostro continente. Non esistono reattori di potenza in Italia, ma 26 reattori europei sono entro 200 km dal confine del nostro paese. Oltre al recente incidente a Fukushima causato, non dal terremoto, ma dal terribile tzu nami, ci sono stati in precedenza altri incidenti rilevanti? Un primo incidente rilevante si è avuto al reattore di Three Miles Island negli Stati Uniti, dove si è avuta la fusione del 60% del nocciolo del reattore. Come è ben noto in questo caso il reattore si arresta, ma la radioattività delle scorie, che può costituire fino al 10% della potenza del reattore, può riscaldare fortemente il nocciolo a meno che Fig. 1 Spettro gamma di radioattività ambientale registrato a Milano-Bicocca nel Laboratorio di Basse Attività diretto da Ezio Previtali. vol27 / no3-4 / anno2011 > 69 esso non sia raffreddato sufficientemente. In questo caso la struttura aveva tenuto e l’emissione della radioattività nell’ ambiente è stata molto ridotta. Va però ricordato che l’effetto della fuoriuscita della radiazione è stato in questo caso trascurabile, anche se l’incidente ha causato un notevole panico nella popolazione. Un secondo e ben più grave incidente si è avuto nell’aprile 1986 in uno dei 4 reattori dell’ impianto nucleare di Chernobyl in Ucraina e fu dovuto all’ insensata gestione di un test sulla sicurezza (sic!) condotto tra l’altro da personale non qualificato. Va ricordato che gli operatori hanno successivamente ricevuto pesanti condanne attorno a dieci anni di carcere. In questo caso la fusione del nocciolo ha prodotto una grave esplosione con conseguente elevata fuoriuscita di materiale radioattivo, anche perché la parte superiore del reattore non era inspiegabilmente protetta da uno strato di cemento. Gli effetti sanitari locali furono molto gravi e causarono l’evacuazione di centinaia di migliaia di persone. A Milano nei giorni successivi all’incidente il nostro gruppo ha rivelato sia pur per pochi giorni attività solo di poco inferiori al limite di sicurezza. Quali sono i principali effetti dei diversi tipi di radiazione sulla salute dell’uomo? Dato che viviamo in un ambiente con radiazioni, quali sono i livelli certamente non pericolosi e quali i limiti fissati? Uno dei principali effetti dell’esposizione alla radiazione o dell’ingestione di sostanze radioattive è l’aumento di tumori. L’ unità di dose efficace è il Sievert (Sv) che corrisponde a un Joule di energia assorbita per chilogrammo moltiplicato per un “fattore di qualità” di carattere biologico pari a uno per raggi g ed elettroni, ma che può raggiungere il valore 20 per le particelle a, particolarmente pericolose quando il radionuclide è ingerito. La dose media dovuta alla radioattività naturale in Italia è di qualche mSv per anno, ma può assumere valori fino a dieci mSv/anno in zone vulcaniche. In alcune zone del Brasile può raggiungere valori fino a 50 mSv/anno e non vi sono chiare indicazioni di un aumento di tumori. La legge europea prevede che per una esposizione non medica non si deve superare un mSv/anno per la popolazione e 20 mSv/anno (50 negli USA) per i soggetti professionalmente esposti. Può essere interessante notare che l’ingestione del 210Pb presente nel particolato atmosferico causa nel fumatore un aumento di dose del 30% circa. Naturalmente non è questa la ragione per non fumare! Quali sono i principali impieghi di agenti ionizzanti per la diagnostica medica e la cura di malattie? Ci sono esempi di incidenti che abbiano provocato eventi rari nell’ambiente, ma osservabili con tecniche di alta sensibilità? Sorgenti radioattive d’elevata intensità e macchine radiogene hanno come è noto ampio impiego in medicina nucleare, radiodiagnostica e radioterapia. Va ricordato che la dose dovuta alla radiodiagnostica è pari al 30% circa della dose naturale nei paesi sviluppati mentre cala attorno al 5% in quelli in via di sviluppo. Nel 1998 si è avuto un curioso ed allarmante incidente non dovuto all’ energia nucleare. La fusione di materiale contenente 137Cs in una fonderia spagnola ha causato una considerevole presenza di questo radionuclide nell’atmosfera. Il nostro laboratorio era in grado di rivelare una minima presenza di radionuclidi nel particolato atmosferico. L’attività massima registrata è stata di una trentina di µBq per metro cubo d’aria, pari ad un milione di volte meno di quanto da noi rilevato nel caso di Chernobyl e, quindi di nessun rilievo sanitario. Se basta così poco per produrre piccole tracce di isotopi nell’ambiente, presumibilmente anche Fukushima avrà prodotto qualche traccia osservabile a strumenti di alta sensibilità? In effetti con una strumentazione più avanzata e con l’impiego di più filtri abbiamo raggiunto una sensibilità di circa 0.2 mBqm–3. Abbiamo 70 < il nuovo saggiatore Fig. 2 Spettro del particolato atmosferico registrato a Milano-Bicocca da Max Clemenza. così chiaramente rivelato per primi in Italia la presenza di 131I seguita da quella del 134Cs e 137Cs nel particolato atmosferico, come si può osservare dallo spettro della fig. 2 dove il rivelatore che misurava la radioattività dei filtri d’aria era opportunamente schermato dalla radioattività esterna. Siete realmente sensibilissimi, non vi sfugge nulla. Il monitoraggio delle attività specifiche dei principali nuclei radioattivi nell’atmosfera, nel terreno, nelle acque e nei cibi viene fatto sistematicamente in Italia e in molti Paesi al mondo. Quali sono le variazioni osservate in questa circostanza? Questi monitoraggi sono svolti con molta efficienza dalle autorità preposte (Arpa ed ENEA) in Italia e per quanto ne so nella quasi totalità dei paesi Europei. Mi è gradito comunicare che la nostra indicazione dello 131I è stata rapidamente confermata da numerose sedi Arpa in Italia (quella sugli isotopi del cesio era ovviamente molto più difficile). Non esiste una relazione sulla presenza di radioattività nella zona del reattore, ma ottime misure al KEK, a 165 km dal reattore ed in altre parti del Giappone, dell’Europa e degli Stati Uniti. L’attività misurata nel particolato atmosferico al KEK immediatamente dopo l’esplosione è circa un milione di volte di quella rivelata da noi, che è quindi assolutamente priva di ogni rilievo sanitario. L’attività rilevata nei vari laboratori dipende non solo dalla distanza da Fukushima, ma anche dalle condizioni atmosferiche. Quali sono state e sono le tue reazioni a seguito di questi due ultimi incidenti nucleari? Come sai le mie ricerche riguardano quasi esclusivamente la fisica e l’astrofisica delle particelle elementari, ma allo scopo di ridurre il fondo nei vari esperimenti sugli eventi rari abbiamo dovuto realizzare un laboratorio in grado di rivelare contaminazioni radioattive minime. Il caso molto grave dell’incidente di Chernobyl ha rappresentato per noi un’occasione unica da un punto di vista scientifico, ma tragica dal punto di vista umano. Ricordo che dicevo allora che non mi sarei mai aspettato un test del genere, ma che ero certo che sarebbe stato l’unico. Non è stato così, anche se in quello di Fukushima il rilascio della radioattività è dovuto ad una non aspettabile tragedia e non ad un deprecabile errore umano. A. Bettini