[nazionale - 5] 0-conquiste/nazionale/05 10/01/08

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[nazionale - 5] 0-conquiste/nazionale/05 10/01/08
10 gennaio 2008
MONDO
5
SINDACATOUNITOPER
IL FUTURO DELL’AFRICA
Promuovere i diritti
dei lavoratori, la loro
istruzione e salute,
sostenere la pace,
lottare
per la democrazia,
combattere
la povertà. Sono solo
alcune delle sfide
lanciate dalla
Csi-Afro, la nuova
centrale sindacale
nata dalla fusione tra
l’Oraf Icftu e l’Odsta,
a cui Cisl e Iscos
hanno dato
un importante
contributo,
in particolare
per la formazione
dei quadri dirigenti
A
cinquantanni dalla sua
nascita ad Accra in Ghana,
l’Oraf-Icftu nel corso del
suo 15˚ congresso si è sciolta
e unificata con l'Odsta, dando vita così alla Csi-Afro. Rispettando così l'impegno preso al Congresso d'unificazione delle due grandi centrali
sindacali a livello mondiale,
avvenuta a Vienna nel novembre 2006.
Il presidente della Csi-Afro è
stato confermato Mody Guiro, già presidente dell'
Oraf-Icftu e segretario generale della Cnts, la più rappresentativa delle tre confederazioni
senegalesi aderenti all'Oraf.
Segretario generale è stato
eletto
Kwasi
Adu-Amankwah, già segretario generale del sindacato
ghanese
Tuc
(affiliata
Oraf-Cisl).
La sede operativa rimane a
Nairobi, Kenya.
Prima e durante la fondazione
della Csi-Afro, l'Oraf-Icftu e
l'Odsta, avevano riaffermato
la loro determinazione a realizzare l'unità nello spirito di
rafforzare il potere dei lavoratori africani e la loro capacità
a rispondere ai problemi che
la mondializzazione ha messo in agenda, ma anche le problematiche che affliggono il
continente africano, nonostan-
Ferro, Arcelormittal:
intesainMauritania
I
l primo gruppo siderurgico del mondo, ArcelorMittal, ha
annunciato di aver firmato un protocollo d'intesa per lo sfruttamento di una miniera di ferro in Mauritania, al fine di rifornire le sue acciaierie in Europa. Si tratta di un nuovo tassello
dell'espansione del colosso dell'acciaio nel continente africano. Secondo i termini del contratto firmato con la Società nazionale industriale e mineraria (Snim) della Mauritania, ArcelorMittal e la Snim svilupperanno in maniera congiunta il giacimento di El Agareb che produce 25 milioni di tonnellate
all'anno e contiene più di un miliardo di tonnellate di magnetite. In un comunicato si precisa che ArcelorMittal sarà responsabile dei lavori di indagine e di studio di fattibilità, mentre
l'esecuzione del progetto sarà affidata a un'impresa che verrà
creata dai due soggetti coinvolti. ArcelorMittal sarà presente
nella nuova azienda con un 30% durante la fase di esplorazione e indagine, che potrà arrivare al 70% una volta avviata la
fase di esecuzione. Nella nota non sono state precisate le condizioni finanziarie dell'accordo. ”La posizione strategica della Mauritania in Africa occidentale ne fa una scelta ideale per
l'approvvigionamento di ferro alle acciaierie europee di ArcelorMittal”, ha spiegato il direttore finanziario, Aditya Mittal.
te che l'instabilità politica sia
diminuita a seguito del raggiungimento della pace e alla
legalità costituzionale in alcuni paesi come ad esempio in
Sierra Leone, in Liberia, nel
Sud Sudan e nella Repubblica
Democratica della Congo.
Tuttavia esistono situazioni
di conflitto o tensioni in molti
altri paesi come la Somalia, il
Ciad, il Darfur, i conflitti frontalieri tra Etiopia ed Eritrea, il
nord dell'Uganda, o l'est della
Repubblica Democratica del
Congo, per citarne alcuni tra i
più conosciuti. Proprio per
queste ragioni il ruolo che il
sindacato si trova ad esercitare non comprende "solo" la difesa e gli interessi dei lavoratori.
Infatti, la maggior parte dei
paesi africani si devono confrontare con tutte le problematiche, dai conflitti armati, sociali, politici ed economici.
Sono situazioni queste che
spingono le persone a fuggire
dai paesi in guerra e che vivono spesso in condizioni disperate e deplorevoli nei campi rifugiati dei paesi vicini. Oppure tentano la fuga della speranza, rischiando di morire in mare o dispersi nel deserto.
Il sindacato in realtà si trova
anche a dover affrontare il fenomeno dell'immigrazione
che negli anni è cambiato. Di
fatto le persone non lasciano i
loro paesi clandestinamente
"solo" per fuggire alla miseria ma, sempre di più, fuggono le guerre, le dittature, le
violazioni dei diritti umani.
Fuggono a rischio della loro
vita perché vogliono vivere,
studiare, lavorare.
Questo è l'ambito in cui la
Csi-Afro si trova ad operare.
Un sindacato responsabile
che lancia sfide importanti ed
impegnative che possiamo,
tra quelli elencati durante il
Congresso, riassumere nei seguenti punti: mondializzare
la solidarietà e l'unificazione
sindacale come strategie fondamentali per rafforzare i sindacati africani e rilevare le sfide della mondializzazione.
Difendere e promuovere i diritti umani e sindacali. Promuovere la risoluzione e la
prevenzione dei conflitti oltre
al consolidamento della pace
in Africa. Rafforzare l'Oil per
assicurare la giustizia sociale.
Rafforzare la cooperazione
tra i paesi del Sud in vista di
una distribuzione equa dei
vantaggi della mondializzazione e per eliminare le enormi disparità attuali. Lottare,
difendere e sostenere la democrazia in Africa. Consolidare
e rafforzare i sindacati attraverso la formazione. Promuovere l'azione sindacale contro
Hiv/Sida nei luoghi di lavoro.
Promuovere lo sviluppo per
combattere la povertà. Comprendere il ruolo della Cina in
Africa tra opportunità e rischi.
Il congresso d'unificazione è
stato preceduto dai due congressi di scioglimento dell'
Oraf-Icftu e dell'Odsta. Non
solo una formalità, infatti, ha
permesso alle due centrali di
fare un bilancio delle attività
svolte negli ultimi anni e riconfermare le sfide del futuro
riprese poi nel congresso di
unificazione.
Il segretario generale uscente
dell'Oraf-Icftu, Andrew M.
Kailembo, nel percorrere i
punti più salienti delle attività
ha ringraziato la Cisl, rappresentata dal direttore del Dipartimento internazionale, Luigi
Cal, e da Tiziana Salmistraro dell'Iscos, per l'impegno e
la solidarietà dimostrata, in
particolare per l'importante
contributo nella formazione
di 1.114 quadri dirigenti di
cui 354 donne (31.8%) realizzata dal 2003 in 25 Paesi. Programma di formazione, ancora in corso e a cui è stata dedicata una giornata di valutazione ad Accra, grazie al finanziamento multilaterale del ministero degli Affari Esteri italiano all'Oil e gestito in stretta
collaborazione con la Cisl
che coordina le attività.
T.S.
Francia: frutta poco
tassa ’solidarietà aerei’
L
atassadisolidarietàsuibigliettid'aereoche l'ex
presidente Jacques Chirac aveva lanciato nel 2006
per aiutare i paesi in via di sviluppo, frutta meno del
previsto, stando a un rapporto parlamentare. Nel
2007, secondo questo documento, il gettito si sarà
attestato attorno ai 160 milioni di euro invece dei
205 milioni attesi inizialmente. La tassa, in vigore
dal luglio 2006 per i passeggeri in partenza dalla
Francia, va da 1 a 40 euro a seconda della tratta e
della classe. Al momento i paesi che hanno seguito
l'esempio della Francia sono il Gabon e il Cile.
Usa, sale lavoro part time
R
allenta l'economia e cresce il numero di dipendentiparttime.Idatoridilavororeagisconocosìalla
flessionedelladomanda:anzichèlicenziare,preferisconoridurreglioraridelpersonale.Nehadatonotizia il Wall Street Journal online, che ha riportato alcunidatidelDipartimentodellavorodegliStatiUniti. Negli Usa, sono almeno 2,8 milioni le persone
chelavoranomenodi35 oreallasettimana,sogliaal
disottodellaquale gliimpieghisonoconsiderati per
l'appunto part time. Si tratta di 231 mila persone in
più rispetto all'anno scorso, un aumento del 9%.
World economic forum:
Usa a rischio recessione
S
tretta creditizia, rischi di recessione negli
Usa, alti prezzi di beni alimentari, energia e petrolio in particolare: l'ultimo rapporto del World economic forum (Wef) sui rischi globali (Global
risks 2008) prevede un futuro in bilico.
Il Rapporto, pubblicato a Ginevra, esprime il timore che l'attuale stretta delle liquidità scateni
una recessione negli Usa nei prossimi 12 mesi ed
insiste sulla necessità di rivedere il rischio finanziario sistemico in seguito alla rivoluzione dei
mercati finanziari negli ultimi due decenni.
Nel settore finanziario, il rischio sistemico è il
più immediato e, da un punto di vista dei costi
economici, è il più grave rischio che minaccia
l'economia globale, commenta David Nadler, vice-presidente di Marsch e McLennan Companies. La diversificazione dei rischi ha rafforzato
la stabilità durante i tempi buoni, ma il rischio sistemico resta alto.
Nell'anno che viene - scrive il Wef - una recessione Usa è possibile e gli economisti non sono concordi sul ruolo trainante della crescita dell'Asia,
fondata sul consumo. In Europa l'importanza del
settore finanziario del Regno Unito è causa di
vulnerabilità, mentre i deficit di alcune economie
dell'Europa dell'est potrebbero risultare sempre
più insostenibili.
Anche la fornitura di energia è un tema cruciale.
L'economia globale ha dimostrato notevoli capacità di resilienza all'aumento dei prezzi dell'energia dal 2004, ma i limiti della resilienza sono forse stati raggiunti, scrive il Wef. Il previsto aumento del 37% della domanda di petrolio entro il
2030 lascia poco spazio ad un calo dei prezzi dell'
energia nel prossimo decennio. Tra i rischi che si
affacciano all'orizzonte, il Global risks si sofferma anche sulla sicurezza alimentare, con i prezzi
dei beni alimentari di base che hanno raggiunto
nuovi record e le riserve globali alimentari ai livelli più bassi da 25 anni. Le forniture alimentari
mondiali sono quindi particolarmente esposte a
crisi e disastri naturali, con i rischi di rivolte della
fame e complesse sfide per l'equità globale. I fattori all'origine dell'insicurezza alimentare - crescita della popolazione, modifica degli stili di vita, biocarbuanti e cambiamenti climatici - dovrebbero inoltre accentuarsi. Anche l'iper-ottimizzazione delle catene di fornitura rischia di accentuare le vulnerabilità in caso di interruzioni.
Il rapporto Global risks 2008 indica un futuro di
sfide enormi, ma anche di opportunità, ha osservato Klaus Schwab, fondatore e presidente del
Wef, sottolineando l'interconnessione dei rischi.
I temi del rapporto saranno affrontati a fine mese
dai leader del mondo economico e politico riuniti
a Davos (Svizzera) per l'incontro annuale del
Wef.
Da sottolineare che al congresso annuale parteciperà il Nobel Muhammad Yunus che parlerà di
povertà, ci sarà chi proporrà di farla finita con le
tasse, per sempre, e sono già centinaia le proposte
che stanno giungendo tramite il portale di video
YouTube per la Davos conversation. Il congresso
annuale più esclusivo al mondo, che si terrà nella
cittadina elvetica tra il 23 e il 27 gennaio, si apre
al contributo del grande pubblico e ai suggerimenti su quali siano i temi più cruciali da affrontare. I
migliori spunti sul ”cosa fare per migliorare il
mondo” verranno trasmessi nel corso dei lavori,
con i partecipanti invitati a rispondere.