qui - Magre Sponde

Transcript

qui - Magre Sponde
Linee a capo
I
Due uomini camminavano sul pietrisco. Il sole arroventava le loro spalle e sollevava dai binari uno
sfrigolio d’aria calda che pareva un miraggio.
«Vedi qualcosa?» disse il più vecchio.
«Niente».
«Io vedo una linea orizzontale».
«È solo il calore» disse il più giovane. Guardò il cielo. «Fra un po’ farà buio».
Avevano camminato lungo i binari tutto il giorno. Come anche il giorno prima, diretti a sud. Il più
vecchio indossava stracci logori e sandali di cuoio. L’altro aveva uno zaino sulle spalle e pantaloni
sintetici. Il vecchio si fermò di scatto.
«Merda. E quello?».
«È il capolinea, Louis» disse il giovane. Indicò la traversa su cui finivano le rotaie. Poco a lato c’era
una casupola abbandonata, la porta divelta e il muro crepato. Il giovane si avvicinò con una torcia.
All’ingresso trovò il pavimento cosparso di calcinacci; il soffitto era bucato. Entrò e spinse appena
una seconda porta. Dava su delle scale che scendevano nel buio.
«È pulito!» gridò a Louis. «Stanotte stiamo qui».
Il secondo locale era una cucina interrata. C’erano mobili bianchi e marci, e una luce a filo ancora
funzionante. L’uomo di nome Louis era sceso e rovistava alla ricerca di qualunque cosa fosse stata
dimenticata.
«Eccoti, bastarda!» esultò impugnando una bottiglia polverosa.
«Whisky?».
Louis stappò la bottiglia e bevve un sorso. Fissò il giovane negli occhi.
«Rum!».
«Da mangiare non c’è niente» disse l’altro. Aprì lo zaino. «A me è rimasto poco».
Louis bevve un altro sorso e agitò la bottiglia in faccia al giovane, increspando le labbra.
«Mangi qualcosa?».
Louis bevve ancora e tossì. Si schiarì la voce.
«Niente». Tossì ancora e sputò un po’ di sangue. Il giovane lo guardò.
«Cosa facciamo domani?».
«Andiamo a sud».
«La ferrovia è finita».
Il vecchio tacque. Rigirò tra le mani la bottiglia e si sedette con la schiena contro il muro. Chiuse gli
occhi. Il giovane lo fissò, il volto scavato, i vestiti sporchi e madidi. Si era già addormentato;
russava. Gli sottrasse la bottiglia di rum e uscì di casa. Si appoggiò sul fianco della traversa dove
finivano i binari e bevve guardando il cielo inghiottito nel profondo blu della notte. Non c’erano
strade nelle vicinanze. A sud il terreno si appiattiva e scompariva monotono nell’orizzonte. Le
uniche luci in lontananza erano di un paese più a ovest. Il giovane sospirò e bevve un ultimo sorso.
-
«Non mi hai ancora detto da cosa scappi» disse Louis.
«Da niente» disse il giovane. «Perché?».
«Avevi solo voglia di una passeggiata, eh?» il vecchio rise e tossì cupo. «Merda».
«Dovresti farti vedere».
«Per starmene a morire chiuso in casa?» sputò in terra.
Erano partiti all’alba, diretti a sud. Avevano camminato fino a un torrente non del tutto secco. Il
giovane si chinò sul torrente per sciacquarsi il volto mentre Louis scrutava il paesaggio.
«Tu da cosa scappi?» disse il giovane.
«La noia» il vecchio increspò le labbra. «Gli sbirri».
«Non sembri pericoloso».
«No, non lo sembro» disse Louis. Aveva lo sguardo fisso sui campi in lontananza che salivano su
un leggero pendio.
«Laggiù c’è qualcosa» indicò.
Il giovane si sporse seguendo la linea tracciata dall’indice dell’altro.
«È solo il calore».
«Potrebbe essere una strada».
Il giovane si concentrò. Sospirò.
«È solo il calore».
Louis si ritrasse e sedette sulla riva del torrente. L’acqua bassa scorreva tra i sassi disposti uno
dietro l’altro come per un guado. Si passò una mano bagnata sui capelli radi e brizzolati.
Fece un cenno al ragazzo.
«Non sei un gran compagno di viaggio, Fred» tossì e sputò del sangue.
Il giovane lo guardò. Gli porse la borraccia.
Louis scosse la testa.
Fred gli porse la bottiglia di rum che aveva ancora nello zaino.
Louis la prese e bevve avidamente. Tossì.
Fred lo guardò. Si volse ai campi.
«Forse laggiù c’è una strada» disse.
II
La porta del bar si aprì ed entrarono due uomini, un vecchio e un ragazzo, e una donna. Il barista
stava passando uno straccio sul bancone. Li fissò. Un vecchio cencioso, un ragazzo barbuto con uno
zaino sulle spalle, e una ragazza che conosceva già di vista. Indossava una salopette sopra una
camicia a mezze maniche aperta sulla scollatura. In testa aveva un cappello di paglia che si tolse
appena entrata, passandosi una mano tra i capelli biondi. Si sedettero al banco.
«Mangiate qualcosa?» disse il barista.
«Dammi del rum» disse il vecchio.
«Da mangiare?».
«Solo del rum».
«Io un panino, bacon e insalata» disse la ragazza.
«Due» disse il giovane.
Quel pomeriggio avevano seguito uno sterrato che tagliava tra il grano. La ragazza li aveva raccolti
sul suo pickup quando, verso sera, li aveva trovati a camminare nella direzione opposta alla sua.
Aveva detto che c’erano solo altri campi, di là.
Il barista tornò con i panini.
«Eri in città, Samy?».
«Come al solito» la ragazza sbuffò. «Non la sopporto».
«E loro?».
«Dei randagi».
Fred fece un cenno con la testa mentre addentava il suo panino. Louis guardava fuori dalla finestra.
Il barista guardò Samy.
«Birra?».
Samy annuì.
«Due» disse Fred.
Louis aveva già bevuto due bicchieri di rum, e stava riempiendo il terzo. Aveva tenuto gli occhi
fissi sulla finestra da quando erano entrati. Tossì e si raschiò la gola.
«Il tuo amico non sta molto bene» disse Samy.
«No, non molto».
«Dove siete diretti? Domani posso riportarvi sulla strada. O in città, se volete».
«Non so» disse Fred. «Stiamo andando a sud».
«Io mi fermo qui» disse Louis. Samy si voltò e sorrise.
«Non c’è un granché da fare qui».
Louis mandò giù un altro bicchiere di rum. Tossì.
«Dovresti farti vedere» aggiunse lei, «conosco un medico a due isolati».
«No, no. Per carità» il vecchio tossì ancora e riprese a guardare fuori dalla finestra.
Fred lo seguì. Al di là dello spiazzo di fronte al bar c’era un comando di polizia. Alcuni agenti
stavano uscendo.
«Vuoi andare via ora, Louis?».
«No, no. Io mi fermo qui».
«Ma cosa diavolo credi di fare?»
«Niente» disse Louis. «Mi costituisco».
La ragazza si irrigidì. Guardò il barista che era rimasto ad ascoltare. L’uomo dietro il bancone annuì
e fece per andare in cucina.
«State calmi … vi sembro pericoloso? Ah!» tossì e li guardò. «Faccio da me».
«Paga il rum, prima» disse il barista.
«Tu lasciami finire» disse il vecchio, e si riempì un altro bicchiere.
Teneva lo sguardo fisso sulla vetrata mentre con la mano riempiva un bicchiere dietro l’altro, fino a
vuotare la bottiglia. Fred era rimasto in silenzio. Ascoltava le note di una canzone country alla radio
e le poche parole che la ragazza scambiava con il barista. Di tanto in tanto tacevano e guardavano il
vecchio. Beveva. Samy riprese a parlare. Fred la osservava gesticolare come fosse a suo agio,
quando Luois batté il bicchiere sul banco.
«Ecco qua» sbuffò.
I tre si zittirono. Si sentiva l’assolo di banjo, di sottofondo.
Il vecchio estrasse alcuni spicci dalle tasche. Fred lo fissò negli occhi.
«Cos’hai fatto, Louis?» disse.
«Non ha importanza» disse il vecchio. Tossì. «Non ha più importanza».
Lasciò gli spicci sul bancone.
«Puoi ancora andartene» disse Fred. Il barista lo guardò di sbieco.
«Non se ne parla» Louis sputò nel bicchiere. «Mi fermo qui».
Cominciò a rovistare nelle tasche. Aveva ancora dei soldi che gli erano avanzati e li porse al
giovane. Fred continuò a fissarlo.
«Che cazzo di senso ha, ora?».
«Nessuno» disse Louis. Mise i soldi nel piatto di Fred e indicò gli agenti sotto l’insegna del comando.
«Avrà un senso, per loro» disse.
Fred scuoteva la testa.
Louis rise e li guardò negli occhi, uno a uno. Si voltò. Uscì dal locale e attraversò la strada fino agli
uomini che stavano in piedi sull’entrata del comando. Lo videro parlare con uno di loro. L’agente lo
prese sotto braccio, e sparirono dietro la porta.
III
I due giovani camminavano su un marciapiede, nel paese, dopo aver lasciato il pickup poco lontano.
Samy aveva appena detto di aver sempre vissuto lì.
«Ma sai, qualche volta mi piacerebbe fare come voi vagabondi» disse. «Mollare tutto, andarmene».
Guardò Fred. «Solo non saprei dove».
«È importante?» disse Fred.
Samy strinse gli occhi. «Non lo so … » disse.
Fred camminava con le mani in tasca. Ogni tanto si voltava verso Samy, ogni tanto verso la strada.
Non c’erano auto, né altre persone.
«Perché non sei mai partita?».
«Non lo so … » disse la ragazza. «Forse mi so accontentare». Si passò una mano tra i capelli.
«Tu invece, cosa farai ora?».
«Andrò a sud».
«Da solo?».
«Sì» disse il giovane. «Come prima».
Spostò lo sguardo in alto, come per ricordare. «Louis l’ho conosciuto pochi giorni fa, in una
stazione degli autobus. Io aspettavo l’autobus per andare in città,» aggiunse, «lui voleva camminare,
ma cercava qualcuno».
«Puoi venire in città con me, domani» disse Samy.
Passeggiavano tra le case e la luce gialla dei lampioni sulla strada. Si vedeva la luna, a tre quarti, in
un cielo rischiarato dalla brezza notturna. Non c’era traccia della calura del giorno.
«È bello qui» disse Fred.
«Sì» disse Samy. «Sì, è bello».
Giunsero nei pressi di una casa di legno col tetto spiovente e una veranda all’ingresso.
«Casa mia» disse Samy. Lo guardò con un mezzo sorriso. «Puoi fermarti, se vuoi».
Si rigirava il cappello tra le mani. I capelli biondi le ricadevano ondulati sulle spalle. Sembrava
trattenere il fiato.
Fred annuì.
La luce del mattino cominciava a filtrare sulle tende azzurre della stanza. Fred si era spostato
accanto alla finestra e guardava Samy ancora a letto, i capelli cosparsi sul cuscino e gli occhi al
soffitto. Con una mano accarezzava le lenzuola dello stesso colore delle tende.
«Sarebbe bello,» disse lei «se ti fermassi per un po’».
Fred tacque continuando a fissarla.
«Vado in città oggi» disse. Si mise a sedere. «Puoi restare qui nel frattempo».
«Non c’è un granché da fare qui».
«Posso portarti in città» disse Samy. «Ci vado spesso».
«Non lo so» disse Fred. «Non so se voglio restare».
«Conosco qualcuno per un lavoro, in città» disse la ragazza.
Fred si voltò e scostò le tende. Fuori il sole si faceva alto sul paese, sui campi lontani e sui colli che
salivano verso sud. Il calore sollevava da terra uno sfrigolio d’aria che pareva un miraggio.
Samy si era alzata.
«Cosa farai?» disse.
«Non so» disse Fred. Indicò. «Forse laggiù c’è una strada».
Samy si sporse seguendo la linea tracciata dall’indice dell’altro.
Sospirò.
«È solo il calore» disse.
© riproduzione riservata
per magresponde.com
di Botùn