Dimension_Il giornale per la Clientela_30/2015

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Dimension_Il giornale per la Clientela_30/2015
Strength. Performance. Passion.
Dimension
Il giornale per la clientela di Holcim Central Europe
COSTRUIRE CON IL CALCESTRUZZO – MATERIALE VERSATILE E PERSONALIZZABILE
8
La casa delle scimmie
di Stoccarda
21
Una metro più
moderna per Milano
25
EDIZIONE 30 GENNAIO 2015
Cantieri di montagna:
Schwägalp e Chäserrugg
Editoriale
Più coraggio nel nuovo anno
L’anno è da poco iniziato, ma già possiamo
festeggiare un anniversario. È appena uscito, infatti,
il trentesimo numero di “Dimension”, la rivista per
i nostri clienti. Dal 2000, su queste pagine, vi teniamo
aggiornati sulle eccellenti performance nel campo
delle costruzioni in calcestruzzo, sulle soluzioni
particolari adottate per realizzare progetti complessi,
sulle novità tecnologiche e su molto altro che
riguarda il mondo del calcestruzzo.
Rispetto all’ultimo magazine abbiamo aggiunto
qualche tematica. In questo numero troverete
riportate anche opinioni politiche che hanno a che
fare con il mondo dell’economia. La situazione
attuale – fase di stagnazione, Paesi stranieri oberati
dal debito, scarsi incentivi agli investimenti –
è motivo di preoccupazione e ci sembra pertanto
legittimo sollecitare la politica chiedendole di
mostrare maggiore coraggio.
Malgrado la congiuntura stia segnando il passo,
continueremo a puntare l’attenzione sulla
sostenibilità dei nostri processi. La produzione di
cemento richiede un elevato consumo energetico;
ecco perché da tempo ci serviamo il più possibile di
combustibili neutrali dal punto di vista delle
emissioni di CO2 e bruciamo gli scarti di altri processi
industriali. Da molti anni investiamo nei combustibili
alternativi, per i quali, nel frattempo, anche altri
hanno iniziato a mostrare interesse. L’intervista
realizzata sul tema ci fornisce un quadro della
situazione attuale in Svizzera.
Intanto, Holcim Central Europe si è allargata;
in questo numero troverete pertanto anche notizie
su un cantiere italiano, la metropolitana di Milano,
dove si sta lavorando alacremente all’ampliamento
della rete. Il calcestruzzo, però, non trova impiego
solamente nel sottosuolo lombardo; si è rivelato
un materiale di primissima qualità anche per la
realizzazione della “Casa delle scimmie” a Stoccarda.
Il rinomato giardino zoologico-botanico“Wilhelma”
ospita ora gli animali in un nuovo modernissimo
alloggio, che ha ricevuto un premio per l’architettura
e che gli “ospiti” sembrano decisamente gradire.
Per non parlare, poi, dell’espressività del circolo
realizzato per un golf club nel Vorarlberg, in Austria,
e dell’ampliamento di una manifattura orologiera
a Ginevra, costruito a regola d’arte e con altrettanta
maestria. In entrambe le opere si concentrano
gli impareggiabili vantaggi del calcestruzzo:
plasmabilità, sicurezza statica e bellezza delle
superfici a vista, tutti insieme. Per tornare alla
sostenibilità, dobbiamo citare infine l’articolo sulle
Alpi svizzere: è impressionante vedere come sia
possibile, con mezzi semplici, produrre calcestruzzo
di altissima qualità direttamente sul posto,
risparmiando un’infinità di viaggi per il trasporto
di materiali.
E ora auguro a tutti una piacevole lettura.
Strength. Performance. Passion.
Kaspar E. A. Wenger
CEO Holcim (Svizzera) SA
Area Manager Central Europe
Dimension edizione 30/2015
Indice
Attualità
Realizzazione
Attualità4
Dialogo
Vita comoda per le “tribù” delle scimmie Un calcestruzzo “prezioso”
A Milano metro ultramoderna Produzione di calcestruzzo in cantiere, in montagna
Espressivo e discreto
8
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21
25
28
Opinioni 6
Dialogo14
Opere già in cantiere 30
COLOPHON
EDITORE Susanne Sugimoto, Holcim (Svizzera) SA, Redattrice capo: Ingeborg Spillmann,
EDITORE Martin Grether, Elke Groeger, LAYOUT Source AG, Zurigo, STAMPA Silvana Editoriale S.p.A., Cinisello Balsamo (MI)
Prima pagina
Vista sull’interno del nuovo alloggio per le scimmie africane alla “Wilhelma” di Stoccarda
Le foto, se non diversamente indicato, sono di Holcim.
Pagina 3
Attualità
Riempire le cavità
con calcestruzzo?
Sì, il calcestruzzo serve
anche a questo
Premio svizzero
dell’Ambiente per
materiali da costruzione
innovativi
OH&S Excellence Award
per Holcim Svizzera
GEWINNER KATEGORIE
INNOVATION 2014
Ciò che in Germania e Olanda è prassi da
anni, ora è arrivato anche in Svizzera.
Cos’è il calcestruzzo cellulare?
Si tratta di una miscela di:
• Cemento (optimo 4) • Schiumogeni
• Sabbia
• Acqua
• Additivi speciali
• Aria
Peso (a seconda della miscela):
200 –1.400 kg/m3
Indurimento:
Già nel giro di un giorno indurisce
sufficientemente da poterci camminare
sopra o da poter essere ulteriormente
lavorato.
Lavorazione:
Pompaggio. Il calcestruzzo cellulare viene
pompato e può essere applicato anche in
strati di grande spessore, con un laydown
rate che può arrivare a 30 metri cubi l’ora.
Come viene impiegato?
Si impiega calcestruzzo cellulare per
lisciare rapidamente scabrosità di
superfici interne o per riempire cavità.
Questo è possibile grazie all’elevata
fluidità del materiale.
All’esterno questo calcestruzzo viene
utilizzato per riempimenti o come isolante
al posto del pietrisco riciclato.
Questo materiale leggero, isolante e resistente convince, quindi, anche dal punto di vista
economico.
Altre info su: www.fixit.ch Un nuovo materiale della Logbau AG
di Maienfeld ha ricevuto il Premio svizzero
dell’Ambiente nella categoria Innovazione.
Il punto di partenza dell’innovazione è stata
la necessità di risolvere un problema: ogni
anno la Logbau AG produce da 10.000 a
15.000 m3 di particelle fini con diametro inferiore a 0,06 mm. Da qui la domanda: si può
riutilizzare il fango prodotto dalla lavorazione
degli aggregati o dal lavaggio dei materiali di
scavo, invece di smaltirli in modo improduttivo e costoso?
Soluzione innovativa:
1 una pressa fa fuoriuscire l’acqua dal fango;
2 al materiale rimasto nel filtro viene
quindi aggiunto un legante appositamente sviluppato;
3 il “calcestruzzo di terra” che si ottiene è
un materiale non soggetto a cedimenti e
facilmente addensante.
Impieghi del “calcestruzzo di terra”:
• Livellamenti
• Riempimenti di cave
• Getti di magrone
Vantaggi del
“calcestruzzo di terra”
• Non si pagano tasse di deposito
• Rispetto ad altri materiali da
costruzione usati per scopi simili,
si può risparmiare sui leganti
• Ciò che finora era stato considerato un
materiale di scarto, ora può essere reimmesso nel ciclo produttivo, con molteplici
possibilità di impiego
Altre info su: www.logbau.ch Dimension edizione 30/2015
Lo scorso novembre il team di Konrad Amann
è stato insignito, per la sua invenzione,
dell’OH&S Excellence Award di Holcim per la
Regione Europa. I candidati al premio, provenienti da tutto il mondo, erano 82; cinque i
vincitori regionali.
Il “Global Winner” sarà proclamato il 5 febbraio 2015. Progetto vincitore, Regione Europa:
Apparecchiatura per il prelievo dei
campioni dagli autosili
Team vincitore:
Konrad Amann, Responsabile Tecnico dei
Terminal cementi, Holcim (Svizzera) SA
Com’è nato il progetto
In tutto il mondo viaggiano milioni di
autocisterne. Nella maggior parte dei casi la
campionatura del cemento viene fatta ancora
nel modo tradizionale, ovvero
prelevando il prodotto dal chiusino aperto
sul veicolo. Per effettuare il prelievo, gli
autisti devono arrampicarsi in cima al mezzo
e aprire un coperchio. I lavori compiuti in altezza comportano determinati rischi e richiedono l’impiego di attrezzature anticaduta,
simili a quelle usate in genere dagli scalatori.
Maggior sicurezza per i conducenti
Il nuovo campionatore per autocisterne
funziona in questo modo: il raccordo, lungo
circa 40 cm, viene fissato tra la manichetta di
scarico e l’attacco del mezzo. Durante
la fase di scarico l’autista apre lentamente
il rubinetto, prelevando un campione di
cemento e di ceneri volanti. La nuova apparecchiatura rende obsolete sicurezze
e imbragature.
25 anni di Werkforum:
moderno e comunque
senza tempo
Ancora, dopo 25 anni, i visitatori chie­dono: “Ma è nuovo?” Non si potrebbe fare un
complimento più bello a una struttura
in funzione già da un quarto di secolo.
Il “Werkforum” con il Museo dei fossili a Dotternhausen è moderno, di attualità,
e comunque senza tempo. L’edificio funge
in egual misura da entrata nel cementificio,
centro per la formazione e le riunioni,
museo dei fossili, location per eventi e luogo
di lavoro.
20.000
visitatori l’anno
La filosofia di Dotternhausen è, da sempre,
quella di invitare gli interessati a conoscere la
storia naturale e la cultura oppure a discutere
di edilizia e architettura e ascoltare le novità
del settore. Con il Werkforum e il Museo dei
fossili, Holcim offre, tanto ai comuni del territorio, quanto ai propri dipendenti, qualcosa
di cui andare fieri e con cui identificarsi. La
struttura è considerata da tempo, nella regione, un’istituzione culturale.
Nel mondo della scienza e della paleontologia il Museo dei fossili gode di ottima
fama. La responsabile del museo, la dott.ssa
Annette Schmid-Rohl, spiega: “Gli scisti bituminosi, vecchi di 180 milioni di anni, sono un
giacimento di fossili noto in tutto il mondo”.
Se non ci fossero il cementificio e il museo,
numerose specie di ittiosauri, gigli d’acqua
e coccodrilli non sarebbero mai tornati alla
luce.” Gli scisti di Dotternhausen vengono
usati con eccellenti risultati da 75 anni: sono
un’importante componente minerale del
cemento “ecologico” Optimo.
www.schiefererlebnis-dormettingen.de/ de/werkforum/ Holcim ha inserito un
Seminario
“Pavimentazioni stradali nuovo impianto nel suo
portafoglio
in calcestruzzo”
Seminario “Pavimentazioni
stradali in calcestruzzo”
Data: Martedì 5 maggio 2015
Orario: 13.30–17.00
Aperitivo in chiusura dell’incontro
Luogo: Aeroporto di Zurigo,
Hotel Radisson Blu, Konferenzzentrum
Programma: il programma dettagliato
del seminario verrà messo in rete all’inizio
dell’anno sulla pagina web:
www.betonsuisse.ch Lingua: tedesco
Il notevole aumento del traffico registrato negli scorsi anni e il progressivo invecchiamento
delle nostre strade richiede una politica della
viabilità che rispetti le esigenze dell’economia, dell’ambiente e della sicurezza stradale.
Relativamente alla durata, alla tenuta, alla
resistenza, al comfort di guida e alla completa
riciclabilità del materiale utilizzato, la pavimentazione stradale realizzata in calcestruzzo presenta evidenti vantaggi rispetto ad
altre tecnologie. Nell’ambito del seminario
verranno presentate le novità sui vantaggi
del calcestruzzo provenienti da Svizzera ed
Europa.
Meeting:
• Relazione introduttiva di Jorg Rothlisberger,
nuovo direttore dell’Ufficio federale delle
Strade (USTRA )
• Pavimentazioni stradali in calcestruzzo
all’interno delle gallerie
• Pavimentazioni composite
• Pavimentazioni insonorizzanti
• Diminuzione dei consumi di carburante
sulle strade con pavimentazione in
calcestruzzo
Si sa che l’iter
autorizzativo legato
ai progetti di cava è
molto complesso e
lungo, pertanto l’inizio
delle attività nel nuovo sito di Pioltello costituisce un importante
risultato per Holcim (Italia). Risultato ancora
più importante se aggiungiamo che in poco
meno di un anno è stato realizzato un nuovo
impianto vagliatura, frantumazione, e lavaggio di materiali inerti.
Così Holcim conferma la propria presenza
sul mercato di Milano, puntando molto
sull’espansione ad est della provincia, sede di
grandi opere, e rafforza la propria presenza in
città, nel lungo periodo. Un impianto nuovo
anche dal punto di vista tecnologico, in grado
di ottimizzare sia il consumo energetico sia il
consumo di acqua. L’escavazione avviene in
falda mediante una draga a benna mordente.
Gamma prodotti
Il nuovo impianto permette di adattarsi alle
esigenze del mercato ed
offrire una vasta gamma
di prodotti sia naturali
sia frantumati, che vanno dalla sabbia vagliata
e frantumata, a pietrisco
e ghiaietto di diverse
granulometrie per una
produzione complessiva
che supera le 300 ton./h.
Produzione
1 ora
> 300 ton.
Altre info su: www.holcim.it
Pagina 5
Opinioni
ora deve fare i conti con gli effetti dell’Iniziativa
sulle abitazioni secondarie. Conclusione:
l’export non sarà più in grado di far ripartire
tanto in fretta l’economia elvetica.
Kaspar E. A. Wenger,
CEO Holcim (Svizzera) SA, Area Manager Central Europe
A noi la scelta
Le economie nazionali di tutta l’Eurozona
languono sotto la pressione degli elevati costi
sociali, travolte da un mare di debiti. Nonostante i tassi ai minimi storici, il motore dell’economia, nella maggior parte dei Paesi europei, non
riesce a tornare a regime. In Svizzera, invece,
la situazione è rimasta a lungo relativamente
confortante. Ad esempio, dopo il crack della
Lehmann, il PIL nazionale è cresciuto del tre per­cento pieno. Ma ora la curva sta continuando a
scendere inesorabilmente; per il 2014 e il 2015
lo Schweizerische Konjunkturforschungsstelle
(KOF), il Centro di ricerche congiunturali del
Politecnico federale di Zurigo, prevede solo una
modesta crescita dell’1,8 %. In conclusione: se
il continente è in difficoltà, ne risentono anche
gli abitanti delle isole.
Una speranza può darcela l’export. A sostegno
di questa tesi gli esperti di economia adducono
la forte crescita registrata in Svizzera nel 2010,
non ascrivibile tuttavia solo alle esportazioni,
ma anche ai forti investimenti in beni strumentali. L’economia è in frenata a livello mondiale,
e alcuni paesi UE si trovano da anni in una
situazione di sofferenza. Alle imprese manca il
coraggio di continuare a investire. E l’edilizia
svizzera, per lungo tempo un settore trainante,
Dimension edizione 30/2015
Bisogna munirsi di ombrello in previsione dei
temporali in arrivo. Non sarebbe male investire
nelle infrastrutture? Qui c’è assoluta necessità
di recupero; in questo settore gli investimenti,
rapportati al PIL, sono minimi. In Europa,
solamente la Germania e l’Austria investono
ancora meno della Svizzera . Le grandi opere
infrastrutturali come l’AlpTransit sono quasi
terminate, e la seconda galleria del Gottardo,
come anche i collegamenti alla rete ferroviaria
svizzera approvati da Italia e Germania, si
stanno facendo attendere.
Fra le fila degli amministratori pubblici e dei
politici molti sono i sostenitori degli investimenti nelle infrastrutture. In uno studio, il
Controllo federale delle finanze ha dimostrato
che l’edilizia ha un ruolo critico nella stimolazione della congiuntura. E anche il Fondo
Monetario Internazionale (FMI) vede, negli
investimenti nel settore delle infrastrutture,
la chiave di volta per uscire dall’impasse. In
Europa hanno compreso il messaggio. Il presidente della Commissione UE, Jean-Claude
Juncker, ha presentato recentemente un
programma di investimenti da 315 miliardi
per far ripartire l’economia europea.
Dall’amministrazione federale svizzera e dalla
politica ci aspettiamo la creazione dei presupposti per rimettere in moto il sistema Paese. Le
aziende, sia nazionali che estere, hanno bisogno più che mai di un partner forte e affidabile
che li appoggi nella loro attività. E se la mano
pubblica non dovesse avere risorse a sufficienza, si ricorra al capitale privato, che di certo non
manca. Servono semplicemente gli stimoli
necessari a metterlo in circolazione.
Impiegare maggiormente il capitale
previdenziale per l’economia svizzera
In Svizzera viene riservata grande importanza
alla previdenza professionale. Solo le casse
pensioni stanno gestendo al momento un
patrimonio di quasi 700 miliardi di franchi.
Tali disponibilità vengono investite, secondo
le specifiche prescrizioni di investimento
del 2° pilastro (LPP2), prevalentemente in
azioni, obbligazioni e beni immobiliari. Il fatto
sorprendente è che per tali investimenti non
vengono perseguiti obiettivi esplicitamente
sostenibili o sociali, anche se cresce il numero
degli assicurati che lo richiede.
Con questa enorme riserva di capitale, che
continua peraltro a crescere superando di gran
lunga il nostro PIL, si potrebbe supportare in
modo mirato l’economia svizzera. Da quando,
nel 1985, è entrata in vigore la legge sulla
Previdenza professionale (LPP), ci sono stati
già molti interventi parlamentari in questo
senso, sempre però bloccati da vari gruppi di
interesse.
Il Consiglio federale, sulla base della mozione
“Fondo per il futuro della Svizzera”, ha
deciso proprio ora di insediare un gruppo di
lavoro incaricato di valutare se e come le casse
pensione possano investire il cosiddetto
Venture Capital in tecnologie innovative per
il futuro. Meno rischiosi e quindi a sostegno
Jörg Odermatt, CEO PensExpert
dell’economia sarebbero gli impegni destinati
a progetti infrastrutturali sul territorio.
Economiesuisse, la federazione delle imprese
svizzere, con l’esempio della seconda galleria
del Gottardo, ha mostrato che persino progetti
strutturali di portata nazionale potrebbero
essere finanziati da privati. E ciò tramite le
Public Private Partnerships (PPP) che si stanno
affermando all’estero. La società di gestione si
finanzierebbe con i pedaggi a carico degli
utenti e non a spese dei contribuenti, il che
garantirebbe alle casse pensioni e ai loro
assicurati un rendimento solido e duraturo, in
un ambito vantaggioso per entrambe le parti.
In ogni caso, la Svizzera non possiede l’esperienza e la cultura in questo senso. Qui possiamo imparare da fondi pensione esteri che,
tutto sommato, stanno maturando valide
esperienze con questo tipo di investimento.
Per noi è importante una comunicazione trasparente. Se avete
suggerimenti o volete saperne di più su Holcim, scriveteci!
[email protected]
Pagina 7
Realizzazione
Prestigioso riconoscimento per l’architettura, con molto verde nella zona visitatori.
Dimension edizione 30/2015
Vita comoda
per le “tribù”
delle scimmie
Wilhelma, il Giardino zoologico e botanico di Stoccarda,
si è dotato di un nuovo impianto che ospita scimmie
africane, le cosiddette grandi scimmie, in un habitat adeguato e di tale pregio architettonico da essere addirittura stato premiato. Il gruppo di scimmie
bonobo, che conta 15 esemplari, e la famiglia dei
gorilla, composta da 9 individui, si sono ambientati
molto bene nella nuova “casa”, attrezzata con liane
– manichette antincendio – , impalcature per arrampicare, terrazze di calcestruzzo faccia a vista e strutture per il gioco. Annesso all’impianto c’è anche un
“asilo” per i gorilla nel quale attualmente i guardiani
allevano quattro cuccioli che le madri non possono
crescere da sé.
Pagina 9
Realizzazione
Autrice: Elke Groeger | Foto: Brigida Gonzáles
Proprio vicino agli habitat di elefanti, suricati e giraffe, dopo
circa tre anni di lavori è stato inaugurato nel maggio del 2013 il
nuovo imponente impianto destinato ad accogliere le scimmie.
Se si sale in direzione nord del Wilhelma, si vede già da lontano
quanto la nuova costruzione sia armonicamente integrata nella topografia dell’area, che confina con il parco Rosenstein. Le
recinzioni interne ed esterne si estendono su una superficie di
oltre un ettaro, di cui ben 2.000 metri quadri sono occupati dalla
casa delle scimmie con le sue numerose superfici realizzate in
calcestruzzo a vista.
Il Wilhelma è noto e riconosciuto in tutto il mondo per l’attenzione che dedica alle grandi scimmie nell’ambito di una tradizione che dura oramai da circa 55 anni. La struttura che accoglie
i bonobo e i gorilla è il top dell’ospitalità che uno zoo possa
offrire a questi animali al momento: più comfort, più natura e
più attrezzature per occuparli e farli divertire. Il complesso da
22 milioni di euro è la sintesi di molti requisiti e tanta passione, ovvero dell’esperienza decennale e delle conoscenze degli
esperti del Wilhelma e delle attuali linee guida contenute nei
programmi europei di allevamento e conservazione. La nuova
“residenza” delle scimmie tiene conto dei diversi sistemi sociali
e delle esigenze specifiche di entrambe le specie come mai era
accaduto in passato. Soprattutto, questi ominidi dispongono ora
di un ambiente notevolmente più ampio in cui vivere: la nuova
struttura a loro destinata è 14 volte più grande di quella vecchia.
Il dott. Thomas Kölpin, direttore del Wilhelma di Stoccarda dal
gennaio 2014, ci ha detto: “Sono felice che le scimmie si siano
COMMITTENTE/PROGETTAZIONE/
DIREZIONE DEI LAVORI
LAND BADEN-WÜRTTEMBERG
RAPPRESENTATO DA VERMÖGEN UND
BAU BADEN-WÜRTTEMBERG, UFFICIO DI
STOCCARDA
UTENTE
WILHELMA ZOOLOGISCH-BOTANISCHER
GARTEN (GIARDINO ZOOLOGICOBOTANICO), STOCCARDA BAD CANNSTATT
IMPRESA EDILE
WILHELM KELLER GMBH & CO. KG,
DENKENDORF
CALCESTRUZZO
HOLCIM KIES UND BETON GMBH,
CENTRALE DI STOCCARDA-NECKARHAFEN
ambientate rapidamente e si trovino ora a proprio agio. Molte
sono state già anche le nascite dopo il trasloco.”
Le basi per il nuovo progetto erano state gettate già nel 2000
durante la gestione dell’allora direttore Prof. Dott. Dieter
Jauch. La gara d’appalto, indetta nel 2006, era stata vinta dallo
studio di architettura Hascher Jehle di Berlino. Per la progettazione dell’impianto esterno la scelta era caduta sullo studio
Möhrle und Partner di Stoccarda. I lavori erano iniziati nel 2010.
E nel luglio del 2014 l’opera otteneva il premio Hugo Häring.
Architettura eccellente – Habitat “naturale”
Il premio Hugo Häring viene conferito ogni tre anni dall’Ordine
Le vetrate del recinto esterno, incorniciate dal calcestruzzo, consentono di vedere bene gli animali.
Dimension edizione 30/2015
degli Architetti Tedeschi del Baden-Württemberg a costruttori e
architetti per le opere di maggior pregio realizzate nel Land del
Baden-Württemberg. Il riconoscimento porta il nome di Hugo
Häring, architetto e teorico dell’architettura tedesca. Il criterio
più importante di valutazione delle opere è l’organicità dell’architettura, ovvero la misura in cui un’opera architettonica e un
paesaggio si fondono armonicamente in un unicum. E questo
al Wilhelma è riuscito straordinariamente bene.
Le recinzioni esterne imitano gli spazi naturali in cui vivono le
scimmie. Nei gruppi di querce che delimitano la zona dei gorilla
Era stato espressamente richiesto
che gli allestimenti fossero resistenti
alle attività delle scimmie, nonché
di facile pulizia e manutenzione.
sono integrati arbusti, acqua e superfici a manto erboso, dove gli
animali possono cercare all’aperto erbe e semi oppure sguazzare
nel ruscello. La sagoma della “recinzione” esterna è resa più regolare dalla presenza di formazioni rocciose artificiali, con muri
a elementi modulari di acciaio e legno di quercia, lastre di vetro
blindato inserite in telai di calcestruzzo e fossati circondati da
canneti per incontri “tête-à-tête”.
Lungo le recinzioni esterne dell’area dei bonobo si estende
un reticolo d’acciaio alto da uno a 15 metri: un paradiso per
“scalatori” unico ed enorme. Questa filigrana leggera è
sostenuta da una “foresta” di supporti d’acciaio trasversali e irregolari. I bonobo possono arrampicarsi e riposare sugli
“alberi” di acciaio dotati di liane, amache e ceste. L’area esterna
terrazzata, il ruscello, le nuove piante e le impalcature in legno
per arrampicare consentono ai bonobo di sfogare il loro bisogno
di movimento.
diverse applicazioni e ricette di calcestruzzo, tanto per la parte
interna dell’area abitata dagli animali, quanto per il settore destinato ai visitatori. Supporti, pareti e soffitti sono stati realizzati
impiegando calcestruzzo a vista di classe SB1 – SB3. A seconda
della collocazione dei manufatti nella struttura, dei loro requisiti
e delle casseforme da utilizzare, le ricette del calcestruzzo sono
state adattate alle esigenze locali.”
Per il recinto interno, dove bisogna pulire ogni giorno, è prevalsa
la scelta di calcestruzzi con classe di resistenza C30/37 e classi di
esposizione XC3 e XA1 – ovvero la scelta di calcestruzzi impiegati
per vasche di decantazione e contenitori di liquami. I supporti
trasversali, che imitano gli alberi veri e che sono fortemente sollecitati, sono stati realizzati in calcestruzzo con classe di resistenza C45/55 e classe di consistenza F6. Nel rispetto delle esigenze
degli animali e per motivi igienici, le superfici di calcestruzzo
e vetro non hanno fughe. Un’altra particolarità è costituita dal
tetto della casa delle scimmie, per il quale è stata sviluppata una
ricetta di calcestruzzo con classe di spandimento F3. Il calcestruzzo utilizzato per le singole pareti e le terrazze, sulle quali le
scimmie siedono spesso, ha il colore giallo pallido dell’arenaria.
Queste scelte sono state precedute da intense consultazioni ed
esami di numerosi campioni di materiale.
Come alternativa alle superfici di calcestruzzo riscaldate, il suolo
del recinto è stato ricoperto con una morbida lettiera autopulente di corteccia di pino alta 50 cm, simile al sottobosco naturale.
Ovunque si percepisce la passione di tutti nel realizzare questa
nuova casa. A bonobo e gorilla piacerà senz’altro e non potranno che essere d’accordo con lo slogan che definisce il Wilhelma:
“Un parco di cui innamorarsi”. Nell’area interna, con l’ausilio di calcestruzzo a vista e calcestruzzo colorato, sono stati creati ambienti in cui anche gli animali si
sentono a proprio agio. Holcim Süddeutschland e Holcim Kies
und Beton GmbH sono state direttamente coinvolte nei processi
di consulenza e progettazione, affinché trovassero soluzioni “su
misura” relativamente ai cementi e calcestruzzi necessari.
Tante ricette di calcestruzzo
Sono stati consultati anche zoologi, veterinari e guardiani degli
animali. Le loro conoscenze hanno determinato la scelta dei
materiali. Holger Julmi, responsabile dei collaudi di Holcim a
Stoccarda:“Erastatoespressamenterichiestochegliallestimenti
fossero resistenti e di facile pulizia e manutenzione. Dopo un’attenta discussione, il team di progettazione optava all’unanimità
per il calcestruzzo. Il fascino di questa scelta stava, per noi, nel
fatto di poter impiegare una molteplicità di soluzioni basate su
Due particolarità della casa: le terrazze in calcestruzzo di colore giallo pallido e la struttura obliqua del tetto.
www.wilhelma.de
→ Menschen.Affen.Haus!
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Realizzazione
Terrazze, posti a sedere, pareti in calcestruzzo - le scimmie si sentono decisamente a loro agio nel nuovo ambiente.
Dimension edizione 30/2015
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Dialogo
“TIRA FUORI IL MEGLIO
DI TE!”
Intervista a: Clemens Wögerbauer e Robin Quartier
Cosa hanno in comune i 30 inceneritori svizzeri con l’industria del cemento? A prima vista molto poco. Eppure condividono la
loro passione per l’innovazione e la voglia di essere qualcosa di più di un semplice bruciatore di rifiuti. Chi fa lo smaltimento,
quindi anche i cementifici, ha un ottimo ritorno economico. Già da molto tempo non ci si limita solo a bruciare quello che alla
società moderna non serve più. Tutto ciò che è prezioso deve essere recuperato prima del processo di incinerazione. Il “residuo
buono” che non può essere reintrodotto nel circuito viene sfruttato termicamente e diventa calore di processo, telecalore e corrente elettrica. L’attività con i rifiuti oggi è fortemente contesa – da aziende di riciclaggio locali e da attori globali del settore.
Clemens Wögerbauer, Head Alternative Fuel and Raw Material alla Holcim Central Europe e Robin Quartier, amministratore
dell’Associazione svizzera dei dirigenti e gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti (ASIR), si confrontano su un mercato dal
quale nessuno è esonerato e sul credo dell’economia verde che viene analizzato in modo critico.
In qualità di azienda che ricicla vi trovate in competizione su
alcuni tipi di rifiuti. Se fosse un film al cinema, quale sarebbe
il titolo? “Quasi amici” o “A letto con il nemico”?
Clemens Wögerbauer: Nel titolo del mio film, sicuramente non c’è la parola “nemico”, visto che ci troviamo qui seduti
allo stesso tavolo. Holcim Svizzera deve importare una buona
parte della sua energia termica, tra cui anche rifiuti, sebbene
contemporaneamente dalla Svizzera vengano esportati rifiuti.
Alcune frazioni finiscono nei cementifici di Paesi esteri europei
per essere poi impiegate nella produzione del clinker e quindi
rientrano in Svizzera sotto forma di cemento. Gli inceneritori
e l’industria del cemento in Svizzera ci perdono entrambi in
questo flusso di rifiuti internazionale.
Robin Quartier: Bisogna comunque fare una considerazione: se i cementifici svizzeri importano combustibili alternativi dall’estero, i trasportatori non tornano mai indietro vuoti.
Solitamente per quanto riguarda il carico si tratta quasi solo
di rifiuti. Ogni importazione di rifiuti comporta quindi anche
un’esportazione di rifiuti. Sarebbe quindi logico per l’industria del cemento nazionale, per gli impianti di trattamento
dei rifiuti svizzeri e per l’ambiente riutilizzare i rifiuti svizzeri
possibilmente all’interno del paese.
Cosa collega i vostri settori? Cosa li divide?
CW: Ci consideriamo parte del panorama dello smaltimento in Svizzera e non avversari. Sul mercato c’è spazio per
entrambi. Noi, in qualità di produttori di cemento, vogliamo
sfruttare i materiali presenti localmente per produrre cemen-
Dimension edizione 30/2015
to ed essere un’integrazione ecologica all’offerta di servizi degli impianti di trattamento dei rifiuti.
RQ: Direi che prevale l’interesse comune. Ci sono rifiuti, come la terra contaminata che possono essere riutilizzati
molto bene nell’industria del cemento. Anche solventi, olio
di scarto e rifiuti liquidi non trovano posto in un impianto di
trattamento dei rifiuti. Lo stoccaggio e la manipolazione sono
molto esigenti e sicuramente l’industria del cemento è meglio
attrezzata. C’è concorrenza solo nelle plastiche e talvolta nella
legna vecchia.
Le associazioni ambientali mirano a raggiungere per il 2030
un recupero dei materiali pari o superiore al 50 percento. Cosa
significa questo per il vostro modello di attività?
CW: Lavoriamo secondo il motto “prevenire, riciclare,
sfruttare, eliminare”. Nello smaltimento per noi al primo posto c’è il riciclo, premesso che ci sia un prodotto che il cliente
vuole avere. E quello che non è riciclabile viene utilizzato come
combustibile alternativo nel cementificio, mentre il resto finisce nell’inceneritore.
RQ: Il riciclaggio è bello e va bene, ma non come viene
divulgato in generale. Il recupero termico non è male e nemmeno negativo. Un esempio: l’alloggiamento in plastica delle
stampanti contiene molte sostanze nocive e non è idoneo
per il riciclo. Tutto viene esportato e non ci sono prove che
dimostrino se il materiale sul posto viene veramente riutilizzato. L’economia svizzera si basa in modo preponderante sui
servizi e non produce quasi per nulla merci di massa. Ogni
“Lavoriamo secondo il motto
‘prevenire, riciclare, sfruttare,
eliminare’.”
“Sarebbe logico sfruttare i
rifiuti svizzeri principalmente
sul territorio nazionale.”
(Da sinistra verso destra) Clemens Wögerbauer e Robin Quartier nella sede della Neue Plastrec AG, il più grande impianto di trattamento della plastica per
combustibili sostitutivi in Svizzera
Pagina 15
Dialogo
anno importiamo circa 15 milioni di tonnellate di prodotti
finiti. E un giorno questi diventano rifiuti dai quali si potrebbero recuperare addirittura materie prime. Rimanendo sull’esempio della plastica, l’industria svizzera semplicemente non
ha bisogno di così tanta plastica riciclata. Chiudere il cerchio
significa rispedire i rifiuti di plastica in Cina. Questi materiali
sono così preziosi da giustificare il trasporto in mezzo mondo?
Io naturalmente sono convinto che bisognerebbe sfruttare
energeticamente questi rifiuti in Svizzera.
in condizioni discutibili all’estero.
CW: Per l’industria del cemento prevedo di ridurre ulteriormente l’impronta ecologica. Vogliamo utilizzare al 100
percento combustibili alternativi e materiali grezzi alternativi,
qualora possibile. Oggi abbiamo molto in comune con gli impianti di trattamento dei rifiuti: offriamo il recupero termico,
lavoriamo in modo ecologico e scientifico. Dovremmo entrambi guardare oltre il nostro confine e sicuramente ci saranno
opportunità per la collaborazione.
Che cosa propone?
RQ: Dobbiamo cominciare dai consumi. La confezione di
un litro di latte incide per un tre percento sull’inquinamento
ambientale. Una volta consumato il contenuto, rimane la confezione. E ogni persona con una mentalità ecologica si scontra
con questo imballaggio e con una quota di sfruttamento. Si
tratta di una reazione frustante vera e propria. Se solo alcune
volte all’anno bevessimo acqua del rubinetto anziché acqua
minerale nelle bottiglie PET, si avrebbe un impatto decisamente inferiore sull’ambiente anziché scontrarsi con perizie
e controperizie sul futuro della confezione. Nel frattempo il
riciclaggio è diventato uno strumento per promuovere il consumo. É una cosa che mi infastidisce perché il consumo è il più
grande fattore di diffusione.
CW: Concordo sul fatto che il consumo sia il principale fattore di diffusione dell’inquinamento ambientale e che
pertanto vada tenuto sotto controllo, ma questo non è il compito della nostra impresa. Si tratta di fare una cosa e di non
trascurare un’altra. Per questo alla Holcim lavoriamo secondo
il motto “prevenire, riciclare, sfruttare, eliminare”, che da un
lato supporta la riduzione dei consumi e dall’altro mira a uno
sfruttamento ottimale delle risorse dei rifiuti.
E dove sarà lei personalmente nel 2030?
RQ: Per i miei figli mi auguro di non dovere continuare a
leggere lo stesso capitolo dove i dinosauri e gli orsi polari si
sono estinti. Mi auguro che gli orsi polari non diventino l’ultimo membro del triste club delle specie estinte inaugurato
con i dinosauri.
CW (sorride): Ho un figlio di un anno. Non mi auguro di
certo che io e mia moglie nel 2030 saremo già nonni.
Vede una possibilità di collaborazione tra gli impianti di trattamento dei rifiuti e l’industria del cemento?
RQ: Nel recupero dei metalli dalle scorie residue e dalle
polveri dei filtri sono già stati fatti progressi incredibili. Inoltre
i residui del recupero termico dovrebbero essere veramente
puliti per poter essere utilizzati nella produzione di cemento.
Ciò è già possibile con il gesso recuperato dalla desolforazione
dei gas combusti.
CW: Negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi nel
trattamento delle scorie e polveri dei rifiuti, tuttavia il contenuto di metalli pesanti è ancora problematico per l’industria
del cemento.
Cosa prevede per il suo settore nell’anno 2030?
RQ: Per il settore prevedo di poter recuperare ancora più
metalli dai rifiuti. Oggi è già stato fatto tanto nel trattamento
dei gas combusti. Tanto che difficilmente saranno possibili ulteriori miglioramenti. Per le acque reflue e le scorie non siamo
ancora arrivati a questo punto e c’è un grande potenziale. Tra
15 anni spero veramente di essere riuscito a dimostrare che il
recupero termico nazionale di norma è meglio del riciclaggio
Dimension edizione 30/2015
INFORMAZIONI PERSONALI
Clemens Wögerbauer è Head Alternative Fuel and
Raw Material alla Holcim Central Europe.
Robin Quartier è amministratore dell’Associazione
svizzera dei dirigenti e gestori degli impianti di
trattamento dei rifiuti (ASIR).
L’intervista è stata condotta da Ingeborg Spillmann.
Realizzazione
Un calcestruzzo
“prezioso”
L’ampliamento della fabbrica di orologi Vacheron
Constantin si distingue per l’impiego di materiali
pregiati. Oltre all’acciaio, al vetro e al legno, per
gli interni sono stati utilizzati elementi in calce­
struzzo a vista, realizzati con grande accuratezza
e precisione.
Autore: Martin Grether
La maison Vacheron Constantin produce da 260 anni orologi
da polso e da taschino ed è la fabbrica che vanta il periodo di
attività ininterrotta più lungo del mondo nel settore. Il suo successo è dimostrato anche dalla storia più recente: dal 2004 al
2014 il numero di dipendenti è aumentato di due volte e mezzo,
arrivando a raggiungere quasi le 500 unità.
Carenza di spazio
Appena quattordici anni fa l’azienda aveva trasferito tutti gli
addetti nella nuova, grande fabbrica di Plan-les-Ouates, a sud di
Ginevra. L’edificio, progettato da Bernard Tschumi, rispondeva
con la sua architettura all’esigenza di riunire sotto un unico tetto
gli uffici amministrativi e i laboratori di produzione. La continuità dell’involucro metallico ondulato assicurava una coerenza
visiva e funzionale dell’insieme, e la forma di questo involucro
era addirittura diventata una sorta di “marchio di fabbrica” della
Vacheron Constantin. Ma la grande crescita dell’azienda arrivò a
superare in breve tempo anche le aspettative più rosee, e molto
presto si cominciò a soffrire la forte carenza di spazi alla quale
si dovette ovviare con l’allestimento di padiglioni provvisori.
Un ampliamento era diventato oramai imprescindibile; esso
avrebbe dovuto avere, però, le stesse qualità della costruzione
originaria. Stavolta Bernard Tschumi ottenne, senza gara d’appalto, l’incarico di realizzare con lo stesso team un’opera quanto
più possibile in armonia con il fabbricato esistente. A tal fine
Tschumi progettò un “pendant” analogo dal punto di vista dei
materiali impiegati, ma diverso per forma, in modo che la nuova opera non mettesse “in ombra” quella già esistente. Anche il
nuovo corpo è dotato di involucro, che qui, però, è realizzato in
lamiera forata, che si incurva intorno al piano superiore. Sono
state mantenute le facciate di vetro, così come sono stati ripresi
il rivestimento in legno delle pareti interne e l’impiego mirato
di pareti in calcestruzzo a vista. La nuova costruzione, però, presenta un unico piano sopraelevato, che otticamente la colloca
in maniera evidente al di sotto dell’edificio-simbolo principale.
Il calcestruzzo: grandi volumi e belle superfici
Visti dall’esterno, entrambi gli edifici hanno l’aspetto di pure
costruzioni in vetrocemento; solamente per la realizzazione del
secondo corpo sono stati utilizzati 10.000 metri cubi di calcestruzzo. Sébastien Lebailly, direttore dei lavori per la ditta Rampini, ricorda che nel nuovo edificio alcuni punti hanno richiesto
l’impiego di grandi quantità di calcestruzzo. “Le pareti dei locali
Pagina 17
Realizzazione
1_
Dimension edizione 30/2015
2_
3_
_4
1_ Una rampa posta esattamente al centro dell’edificio e del relativo
cortile-lucernario garantisce l’accesso alla nuova costruzione.
2_Il corpo principale ha la forma di una mezza croce di Malta stilizzata.
3_Un angolo ottuso – meno di 40 gradi – a spigolo vivo realizzato con
calcestruzzo a vista.
4_Il nuovo edificio richiama la forma di quello principale (a destra), senza
però “oscurarlo”. Dietro, a sinistra, il cortile che dà nella nuova struttura.
Pagina 19
Realizzazione
Azienda: Vacheron Constantin, parte del Gruppo Richemont
Fondazione: 1755
Il 9 agosto 2004 la Vacheron Constantin entra nel nuovo
stabilimento manifatturiero di Plan-les-Ouates. Tutto
sotto uno stesso tetto: direzione aziendale, amministrazione e laboratori di produzione.
Numero dipendenti: tra il 2004 e il 2014 il numero
degli addetti in sede è aumentato di due volte e mezzo
per raggiungere le 500 unità. Nel mondo il numero dei
dipendenti supera le 1000 unità.
del caveau hanno uno spessore che può raggiungere i 60 centimetri e sono molto ben armate per custodire al meglio le pietre
e i metalli preziosi che verranno montati negli orologi”, spiega
Lebailly, che indica poi un’altra zona, ovvero il cortile che dà
nel nuovo fabbricato: “La pavimentazione sotto i nostri piedi e
quella del tratto di strada che corre lungo l’edificio sono state realizzate utilizzando una spessa lastra di calcestruzzo sulla quale
In certe condizioni abbiamo dovuto
preparare l’armatura degli angoli
in opera, perché se l’avessimo fatto
in cantiere non avremmo potuto
essere sufficientemente precisi.
Sébastien Lebailly, direttore dei lavori per la ditta Rampini
possono correre anche i camion.” E prosegue nella spiegazione:
“Questa stessa lastra costituisce il tetto del garage e della zona
di scarico per i fornitori”. Infine, anche la rampa che conduce al
piano interrato – e che funge anche da copertura dei locali tecnici – deve sopportare il passaggio di mezzi pesanti. E nell’accesso
al garage sotterraneo, come anche nella parte sopraelevata della
struttura, ci sono varie campate di notevoli dimensioni, previste
per evitare il più possibile le colonne. Ma le vere sfide sono state
l’impiego del calcestruzzo a vista e l’ottenimento di varie forme
e angoli previsti dalla geometria della nuova costruzione. “Tutte le pareti realizzate con calcestruzzo a vista corrispondono al
tipo di armatura 4”, spiega Bertrand Zeiger, che ha sviluppato il
progetto per la Rampini. “Prima di tutto abbiamo costruito, nel
piano interrato, una parete di prova, che, una volta collaudata,
è servita da riferimento per tutte le altre parti dell’edificio da
realizzare con calcestruzzo a vista”. Questa è una procedura abituale, poiché committenti e progettisti possono avere esigenze
e aspettative molto disparate. Un campione di riferimento è il
Dimension edizione 30/2015
modo migliore per chiarire questioni spesso puramente soggettive. Possono comparire dei problemi nel prosieguo, poiché, a
seconda delle condizioni atmosferiche e della stagione, il calcestruzzo appena disarmato può sempre presentare lievi differenze di colore, alle quali, talvolta, è difficile ovviare.
Anche la messa in opera delle armature e, a volte, anche la loro
rimozione, hanno richiesto alle maestranze grande capacità e
perizia. Infatti, il nuovo edificio non presenta solamente angoli
retti; in un punto, ad esempio, c’è un angolo acuto di meno di 40
gradi, che ha dovuto, ovviamente, essere realizzato senza smussi. L’angolo garantisce una vista prospettica affascinante, ma
realizzarlo ha comportato, per il personale, il pericolo di ferirsi.
“In certe condizioni abbiamo dovuto preparare l’armatura degli
angoli in opera, perché se l’avessimo fatto in cantiere non avremmo potuto essere sufficientemente precisi”, racconta Lebailly. E
la precisione in questo caso è tutto, visto che qui si produrranno
cronometri di alta precisione.
Alta qualità e precisione
Nonostante queste analogie, non si può immaginare una differenza più grande fra la realizzazione di un edificio nuovo con
scavo e pilastri di fondazione e la costruzione del meccanismo
di un orologio. Nel primo caso abbiamo grandi macchinari e
tolleranze nell’ordine di centimetri, nel secondo si tratta di pezzi malamente visibili ad occhio nudo e di rispettare tolleranze
proporzionate alla grandezza dei particolari maneggiati. Le vibrazioni prodotte dalla posa dei pilastri, ma anche dalla stessa
realizzazione della struttura grezza, hanno dovuto tener conto
della manifattura orologiera adiacente al cantiere ed essere,
quindi, le più contenute possibili. D’altra parte, la costruzione
del fabbricato al grezzo, con le pareti di calcestruzzo a vista di
alta qualità ed estrema precisione, ha dato il proprio apporto
alla filosofia della Vacheron Constantin, secondo la quale non
può esserci bellezza esteriore senza bellezza interiore. I preziosi
orologi continueranno ad essere prodotti in un ambiente di pregio e attentamente studiato anche dopo il “trasloco” nel nuovo
laboratorio nel gennaio 2015.
COMMITTENTE
VACHERON CONSTANTIN
ARCHITETTI
BERNARD TSCHUMI ARCHITECTES, PARIGI
DIREZIONE DEI LAVORI
GLAUCO LOMBARDI, LES ACACIAS
STATICA
MDI INGÉNIEURS CONSEILS SÀRL, CAROUGE
IMPRESA EDILE
RAMPINI & CIE SA, VERNIER
CEMENTI E AGGREGATI
HOLCIM (SVIZZERA) SA
A Milano metro
u
ltramoderna
La metropolitana milanese verrà potenziata con una
nuova linea completamente automatizzata.
La prima tratta è in funzione già da un anno. Ora
si sta ultimando la seconda, e Holcim Italia è
coinvolta in modo massiccio nei lavori, essendo
fornitrice di cemento e calcestruzzo del grande
cantiere cittadino.
BIGNAMI
ZARA
1A TRATTA
2A TRATTA
DOMODOSSOLA
GARIBALDI FS
STADIO
SAN SIRO
LOTTO
DUOMO
DI MILANO
Pagina 21
Realizzazione
Metro 5 Milano
Seconda tratta: Stazione Garibaldi – Stadio San Siro
Lunghezza: 12,6 km
Fornitura di calcestruzzo: 65 000 m3
Caratteristiche del sottosuolo: eterogeneo, sabbioso,
con pericolo di frane
Fermate: 9 (in funzione), 19 (previste)
Capacità: 60 milioni di passeggeri/anno
Apertura: 2016 al più tardi
Autore: Martin Grether
Se la popolazione cresce, debbono “crescere” anche le infrastrutture. Il traffico suburbano nelle grandi agglomerazioni ha
bisogno di avere una capacità molto elevata per poter garantire
ai pendolari l’affidabilità dei trasporti anche nelle ore di punta.
Niente di meglio, quindi, della metropolitana, che può svolgere
questa funzione dal momento che è indipendente dagli altri
mezzi di trasporto e corre su un proprio livello. Ecco perché, già
qualche anno fa Milano aveva deciso di ampliare la rete esistente
costruendo una linea nuova, lunga quasi 13 km. La linea doveva
essere conforme allo stato dell’arte e, quindi, non solo essere
completamente automatizzata, ma anche garantire la massima
sicurezza dei passeggeri. La zona a nord-est della città, rimasta
finora un po’ isolata, avrà presto un collegamento diretto con la
zona a nord-ovest e, quindi, con lo stadio di San Siro. La nuova linea servirà anche due nuovi quartieri che si stanno sviluppando
nelle vicinanze del centro: Porta Nuova (vedi Dimension 1/2014)
e City Life. Il tratto nord di questa nuova linea 5, che arriva alla
Stazione Garibaldi, è in funzione dal 2013; la seconda tratta dovrebbe essere inaugurata al più tardi entro il 2016.
Un cantiere “difficile”
Un livello sotterraneo per il trasporto urbano è estremamente
funzionale, ma molto impegnativo da realizzare in zone ad alta
densità edilizia. Considerati gli edifici esistenti, la natura del sottosuolo e la presenza di acque di falda, per la realizzazione della
nuova linea sono state impiegate diverse tecniche di costruzione. In certe gallerie è stata impiegata la TBM, in altri punti è stato
necessario stabilizzare preventivamente il terreno, in altri ancora
si è proceduto con le tecniche convenzionali. Alcuni tratti sono
stati scavati a cielo aperto e interrati in un secondo tempo, e questo perché il sottosuolo di Milano è eterogeneo e in prevalenza
sabbioso, e quindi esposto al rischio di frane. Particolare attenzione è stata riservata alle misure di sicurezza volte a prevenire
crolli, che avrebbero conseguenze catastrofiche all’interno di un
territorio urbano. Ma i lavori non sono stati ostacolati solamente
Dimension edizione 30/2015
dal terreno; anche le acque di falda sono state causa di sorprese
sgradite. “Abbiamo registrato numerose infiltrazioni che hanno
ritardato i lavori di tre quattro mesi”, racconta Michele Alverdi,
all’epoca Responsabile commessa per Holcim Italia per la realizzazione della prima tratta della linea 5 e responsabile dei Grandi
Progetti di Holcim Italia.
Impiegato tutto l’assortimento
Holcim Italia partecipa a vario titolo alla costruzione della nuova
linea, sia come fornitrice di solo cemento, sia come produttrice
di calcestruzzo. In cantiere ci sono stati e sono tutt’ora presenti
altri fornitori, poiché il cliente aveva richiesto da subito la disponibilità di due produttori di calcestruzzo, al fine di evitare
il rischio di rimanere senza materiale. “Noi, comunque, siamo
riusciti a fornire 100 000 metri cubi di calcestruzzo per la prima
tratta, e contiamo di fornirne in totale altri 65 000 per la seconda
tratta della nuova linea”, dice Michele Alverdi. E prosegue: “Per
Circa il 90 percento del calcestruzzo
fornito da Holcim viene prodotto
con cemento pozzolanico di classe
32,5 dal momento che le opere da
realizzare sono spesso manufatti di
grandi dimensioni immersi in acque
di falda.
l’assegnazione della fornitura è stata determinante la promessa
di una qualità costante frutto anche dell’integrazione verticale di
Holcim, in grado di produrre calcestruzzo con proprio cemento e
aggregati dalle proprie cave, e della puntualità dei rifornimenti.
Ma il cliente si è convinto anche grazie alla nostra offerta di smaltimento di una parte del materiale di risulta prodotto dalla TBM e
Alcune parti delle gallerie non sono state scavate con la TBM, bensì con
tecniche convenzionali.
Vista dell’area di una futura fermata a livello della nuova linea.
di assistenza tecnologica e logistica.” Circa il 90% del calcestruzzo
fornito da Holcim viene prodotto con cemento pozzolanico di
classe 32,5, dal momento che le opere da realizzare sono spesso
manufatti di grandi dimensioni immersi in acque di falda. I materiali pozzolanici resistono meglio al dilavamento, consentono
di avere una matrice cementizia più compatta, aiutano a prevenire le fessurazioni da ritiro termico e resistono agli attacchi
chimici. Le ricette impiegate sono state adattate di volta in volta
alla situazione contingente e ottimizzate dal punto di vista dei
requisiti del prodotto.
Oltre al calcestruzzo, Holcim Italia ha fornito anche grandi quantità di cemento 52,5, ideale per i prefabbricati. Le gallerie scavate sono state rivestite internamente con anelli di calcestruzzo,
composti da sette elementi. Questi anelli sono stati realizzati in
uno stabilimento per la produzione di prefabbricati dove viene
richiesta una forte presa iniziale del calcestruzzo, così che sia
possibile disarmare presto un manufatto pronto e iniziare rapidamente a produrre il successivo. Infine, in numerosi punti è
stato anche necessario procedere alla stabilizzazione preventiva
del terreno tramite jet grouting, ovvero iniettando nel terreno,
tratto dopo tratto, una miscela cementizia. Anche qui è stato
impiegato un cemento pozzo­lanico. La realizzazione della linea
5 ha richiesto di tutto: dal magrone C12/15 fino al calcestruzzo
autocompattante ad alta resistenza.
Una sfida per la logistica
Anche prescindendo completamente dalle difficili condizioni
di un cantiere sotterraneo e dagli elevati requisiti richiesti ai
materiali da costruzione, lavorare in aree urbane è soprattutto una sfida logistica. Un cantiere in un’area urbana complica
ulteriormente le già difficili condizioni ambientali, cosa che
può ripercuotersi sulle forniture al cantiere stesso. Disponenti
e addetti alla logistica devono, quindi, fare calcoli esatti per far
arrivare puntualmente i materiali in cantiere e far sgomberare
rapidamente le aree di trasbordo per le forniture successive.
Inoltre, i cantieri urbani in genere non sono molto amati a causa
delle loro emissioni, che vanno ad aggiungersi a quelle normali.
Ma, nonostante tutti questi ostacoli, la prima tratta della linea 5
funziona bene già da un anno e contribuisce in modo efficace a
facilitare l’accesso al territorio urbano di Milano.
www.metro-5.com
COMMITTENTE
METRO 5 S.P.A.
SOCIETÀ PARTECIPANTI
ASTALDI S.P.A.,
ANSALDO STS S.P.A.,
TORNO GLOBAL CONTRACTING S.P.A.,
ANSALDO BREVA S.P.A.,
ALSTOM FERROVIARIA S.P.A. E ATM S.P.A.
CEMENTO E CALCESTRUZZO (FORNITURA
PARZIALE)
HOLCIM ITALIA
Pagina 23
Realizzazione
res
nd Figu
ita
Facts a anno di nasc
,
3
dal 200
Holcim Foundation for
sustainable construction
15
FINALISTI PER IL
GLOBAL AWARD 2015
47
83
PUBBLICAZIONI
SUL TEMA SOSTENIBILITÀ
PROGETTI
REALIZZATI
Dimension edizione 30/2015
www.holcimfoundation.org
NEXT
GENERATION
BRONZE
GOLD
22.115
PROGETTI
PRESENTATI
SILVER
Ogni tre anni vengono attributi prestigiosi riconoscimenti a
progetti sul tema della sostenibilità.
ACKNOW­
LEDGEMENTS
227
PREMI
ATTRIBUITI
INNOVATION
Holcim Foundation for Sustainable Construction è stata creata nel 2003 per accrescere, a livello internazionale, la consapevolezza del ruolo che l’architettura, l’ingegneria e l’edilizia
hanno nel supportare la costruzione di un futuro più sostenibile e nell’incoraggiare prospettive interdisciplinari e di ampio raggio.
Produzione di calcestruzzo
in cantiere, in montagna
Schwägalp e Chäserrugg Due cantieri appena terminati
con i manufatti al grezzo hanno dimostrato che il materiale roccioso di risulta può essere riciclato con successo per produrre calcestruzzo nei cantieri di montagna. Il procedimento offre grandi vantaggi, tanto
economici quanto ecologici.
Autore: Martin Grether
Per i cantieri aperti sull’Altipiano svizzero,
serviti da una buona viabilità, raramente i
trasporti rappresentano un problema. Ma
se i lavori sono da realizzare in sperdute
regioni di montagna, l’accesso e l’accessibilità dei cantieri diventano fattori critici
e le distanze incidono pesantemente sul
costo dei trasporti. Per due cantieri aperti nell’estate 2014 in zone montuose, la
Grob Kies AG di Lichtensteig ha presentato quindi una variante in corso d’opera per la produzione del calcestruzzo. In
entrambi i casi l’impresa è partita dalla
possibilità di riciclare il materiale roccioso
proveniente dagli scavi effettuati in loco,
elaborando così un’offerta economicamente interessante.
Utilizzo del materiale presente in loco
Uno dei due cantieri aperti era quello
dell’albergo – il Berghotel – sulla Schwägalp, dal quale parte una funivia che porta
sul monte Säntis. Tanto il volume dei materiali di risulta e il fabbisogno di calcestruzzo, quanto la qualità del materiale
roccioso interessato deponevano a favore
di un trattamento della roccia in loco. La
selce presente in quell’area è una pietra
dura che fornisce aggregati più che validi.
“Per una questione di costi non potevamo
installare un impianto completo di trattamento che ci fornisse tutti i 10 000 metri
cubi di calcestruzzo necessari”, spiega Jacques Grob, amministratore, “ma avremmo fatto in modo che i compromessi che
Vista dalla parete del Säntis sul cantiere del
Berghotel Schwägalp. © Schällibaum AG
stavamo attuando non pregiudicassero
la qualità del prodotto.” Per questo decidemmo di usare solamente blocchi
di roccia di grandi dimensioni e senza
impurità; il materiale più sottile sarebbe
stato messo in deposito per l’esecuzione
dei successivi riempimenti. Con l’aiuto
di martelli pneumatici i blocchi di roccia
venivano prima rotti grossolanamente e
poi frantumati per ottenere due granulometrie di aggregati, rispettivamente da
0 a 16 mm e da 16 a 32 mm; con l’aggiunta
di sabbia naturale lavata, è stato possibile rispettare le specifiche dei materiali.
“Infine, la qualità del conglomerato cementizio è determinata dai parametri
del calcestruzzo fresco e da quelli del
calcestruzzo indurito”, continua Grob.
“Perciò abbiamo realizzato i primi provini con un anticipo tale da disporre, già
prima dell’inizio dei lavori, di campioni
con 28 giorni di indurimento, cosa che
ci ha consentito di dimostrare l’idoneità
del prodotto anche in relazione ad altre
caratteristiche.”
Così il calcestruzzo necessario, qualitativamente eccellente, è stato prodotto sul
posto con materiale “di scarto”. I vantaggi
Pagina 25
Realizzazione
della soluzione adottata sono notevoli: i
costi sono stati inferiori e anche l’ambiente ci ha guadagnato. Infatti, sono stati risparmiati circa 3.000 viaggi di camion e, di
conseguenza, ben 210 tonnellate di CO2.
Per lo Schwägalp, inserito nell’Inventario
federale dei paesaggi, siti e monumenti
naturali d'importanza nazionale, questi
numeri hanno un certo significato. E ci
ha guadagnato anche l’estetica dell’opera: in un secondo momento le facciate di
calcestruzzo dell’edificio sono state martellinate, così da rendere la pietra frantumata nuovamente visibile e il manufatto
perfettamente in armonia con il colore dei
blocchi di roccia del paesaggio. E l’effetto
di continuità cromatica della costruzione
con l’ambiente è ulteriormente amplificato dall’Optimo 4, un cemento che ha la
stessa tonalità di grigio della pietra.
Piccole quantità – grande lavoro
Ancora più laboriosa è stata la costruzione del ristorante sul Chäserrugg, uno dei
sette Churfirsten. Il cantiere, a circa 2.300
metri di altitudine, era accessibile solamente tramite funivia, non disponendo
di collegamenti stradali. “Considerata la
modesta quantità di calcestruzzo necessaria – appena 1.000 metri cubi – abbiamo dovuto trovare una soluzione “ad hoc”
per la lavorazione della roccia asportata”,
spiega Grob. Se si pensa ai requisiti del
calcestruzzo, si può addirittura parlare di
audacia, visto che si sarebbe dovuto iniziare a produrre il materiale già qualche
giorno dopo l’inizio degli scavi. I parametri
del calcestruzzo dopo 28 giorni si sarebbero potuti rilevare solamente a posteriori. Però, poiché la qualità della roccia
– sedimentaria, stando alle indicazioni
dell’atlante geologico – era comparabile
a quella della Schwägalp, gli ingegneri e i
fornitori di calcestruzzo decisero di affrontare insieme la temeraria impresa. I valori
di resistenza, rilevati costantemente ogni
due giorni, e quelli misurati dopo 28 giorni
diedero loro ragione.
L’“Alpin Resort Schwägalp” sostituirà l’attuale “Berggasthaus”. (Visualizzazione – Tom Schmid)
Dimension edizione 30/2015
Il calcestruzzo dello zoccolo viene martellinato: il
materiale ottenuto dalla roccia viene alla luce, in
perfetta armonia con l’ambiente circostante.
Cemento via big bag
Per arrivare fin là era stato tuttavia necessario portare fin sul Chäserrugg frantoi, miscelatori, sili e altre attrezzature.
L’impianto di frantumazione era arrivato fino in cima sui propri cingoli in due
giorni, superando pareti ripide e campi
innevati, coadiuvato da un verricello.
Ma mancava ancora una soluzione per il
trasporto del cemento. Era impensabile
portare fino in vetta le 300 tonnellate ne-
Il frantoio e il vaglio sulla Schwägalp per la produzione di aggregati (Foto: Grob Kies AG).
cessarie in sacchi da 25 kg utilizzando la
teleferica. Imballi più grandi avrebbero
dovuto essere resistenti alla pressione,
onde consentire il travaso del materiale
nel silo. Insieme al consulente Vendite
di Holcim Svizzera, Arthur Hofer, fu trovata finalmente la soluzione: il cemen-
Con il trattamento sul
posto degli aggregati
sono stati risparmiati
circa 3000 viaggi di
camion e, di conseguenza, ben 210 tonnellate di CO2.
è stato prodotto solamente materiale con
un’unica granulometria – da 0 a 32 mm. I
requisiti normativi del calcestruzzo sono
stati mantenuti grazie all’aggiunta di una
determinata percentuale di sabbia naturale lavata. Anche il miscelatore installato
si è rivelato una soluzione semplice, ma
molto funzionale, poiché ha consentito di
pesare e registrare esattamente i materiali
di partenza usati per il calcestruzzo.
Vantaggi sostanziali
Entrambe le opere dimostrano che trattare il materiale presente in loco è possibile anche per piccoli quantitativi e in
condizioni difficili. I notevoli vantaggi
per l’economia e l’ecologia bilanciano il
maggior sforzo compiuto a livello di progettazione.
to sarebbe stato trasportato in big bag
da una tonnellata l’uno, utilizzando la
teleferica. “Attraverso l’apertura inferiore dei big bag era possibile scaricare
il cemento direttamente nel silo o nel
miscelatore senza usare l’aria compressa”, si compiace Arthur Hofer dell’idea
innovativa.
Per ridurre la roccia asportata in aggregati
si è dovuto tener conto delle possibilità
limitate dell’impianto, e di conseguenza
•www.saentisbahn.ch/
gastronomie/berghotel-­
schwaegalp.html
•www.chaeserrugg.ch
IL BERGHOTEL SULLA SCHWÄGALP
COMMITTENTE
SÄNTIS-SCHWEBEBAHN AG, SCHWÄGALP
ARCHITETTO E INGEGNERE
(DAL PROGETTO PRELIMINARE)
SCHÄLLIBAUM AG INGENIEURE UND
ARCHITEKTEN, WATTWIL E HERISAU
DIREZIONE DEI LAVORI
AMMANN PARTNER AG ARCHITEKTUR +
PLANUNG, STEIN
IMPRESA EDILE
CONSORZIO CON LA SLONGO AG, HERISAU,
GIEZENDANNER AG, EBNAT-KAPPEL
E WEBER AG, WATTWIL
AGGREGATI E CALCESTRUZZI
GROB KIES AG, LICHTENSTEIG
CEMENTO
HOLCIM (SVIZZERA) SA
RISTORANTE CHÄSERRUGG
COMMITTENTE
TOGGENBURG BERGBAHNEN AG,
UNTERWASSER
ARCHITETTO
HERZOG & DE MEURON, BASILEA
INGEGNERE EDILE
SCHÄLLIBAUM AG INGENIEURE UND
ARCHITEKTEN, WATTWIL E HERISAU
DIREZIONE DEI LAVORI
GHISLENI PLANEN BAUEN GMBH,
SAN GALLO
IMPRESA EDILE
CONSORZIO CON POZZI AG, WATTWIL,
E KELLER AG TIEFBAU, NESSLAU
AGGREGATI E CALCESTRUZZI
GROB KIES AG, LICHTENSTEIG
CEMENTO
HOLCIM (SVIZZERA) SA
Pagina 27
Realizzazione
Espressivo e
discreto
Il nuovo circolo di un campo da golf nel Vorarlberg/A sor-
prende per la sua forma espressiva che gli consente
di integrarsi perfettamente nel paesaggio. Le rampe
doppiamente arcuate che conducono da terra fino al
tetto dell’edificio hanno richiesto un grande lavoro per
l’allestimento delle armature e l’esecuzione del betonaggio.
Autore: Martin Grether
Quando si sente nominare ilVorarlberg si pensa immediatamente a colline, valli e alte vette, quasi mai a terreni pianeggianti.
Ma dalla cittadina di Feldkirch inizia una pianura, creata dal
Reno nel corso dei millenni, che diventa sempre più vasta via
via che si procede verso il lago di Costanza. Su questo antico
terreno coltivato, alcuni anni fa, nel comune di Rankweil, è sorto
un campo da golf accuratamente progettato, che ora dispone
anche di un circolo.
Integrato nell’impianto sportivo
È quasi implicito che un campo da golf nasca già con il suo circolo,
ma quando si costruisce in diverse fasi e un vecchio edificio agricolo può dover fungere da “sede” temporanea, possono essere
necessari anche un paio d’anni, affinché dei locali provvisori diventino una struttura definitiva. E a volte vale addirittura la pena
di aspettare un po’ più a lungo, se così può nascere una soluzione attenta e ben ponderata. Wolfgang Mähr, ex stagista edile e
progettista, nonché appassionato golfista, definisce così il suo
compito: “La sfida consisteva nell’integrare la grande cubatura
del circolo nel sensibile paesaggio di un campo da golf.” Per ottenere questo risultato, Mähr ha valutato attentamente il contesto
in cui si sarebbe inserita la nuova costruzione, analizzando le
varie possibili viste da e su di essa, per arrivare infine a progettare
un edificio che si sarebbe integrato perfettamente nell’impianto
sportivo esistente. L’obiettivo è stato raggiunto scegliendo, da
un lato, una forma architettonica organica che richiamasse le
Dimension edizione 30/2015
colline del campo, e realizzando, dall’altro, una sorta di argine
sul lato della terrazza ristorante, atto a nascondere la maggior
parte dei locali sottostanti. Ciò che colpisce sono soprattutto le
due rampe ricoperte da un manto erboso che si elevano fino
al tetto della costruzione e che, formando con questo un tutt’
uno, fanno sembrare la costruzione stessa una collina. “Molto
importante, però, è anche il fatto che dal circolo si gode una vista
praticamente illimitata del campo da golf”, sottolinea Wolfgang
Mähr. Ciò è stato reso possibile dall’impiego di vetrate alte fino
al soffitto, montate praticamente dappertutto.
Soluzioni “ardite” per forme armoniche
La forma organica e l’involucro arioso, leggero e trasparente
dell’edificio, fanno quasi dimenticare che il volume degli interni
del circolo è pur sempre di 6000 metri cubi. L’edificio non ospita
solamente un ristorante, ma anche locali amministrativi, guardaroba, locali per i caddy e un garage sotterraneo. Guardando il
tetto, ma soprattutto le rampe, si fatica a immaginare le difficoltà
incontrate nel realizzare il garage, i locali tecnici e l’access core,
che nell’edilizia che utilizza il calcestruzzo sono opere assolutamente normali. “Già la pendenza delle rampe rappresentava per
noi una grossa sfida”, dice Günter Summer, che è stato direttore
dei lavori di costruzione del nuovo edificio. “Soprattutto la realizzazione degli accessi al tetto era un progetto particolarmente
ambizioso.” Entrambe le rampe, che si sviluppano senza giunti
o soluzioni di continuità, portano da terra fin sopra il tetto, con
un dislivello di circa sette metri e una pendenza di 26 gradi. “Per
Il tetto e le due rampe formano insieme la “collina” del circolo (Foto: Günter König, Dornbirn).
poter colare il calcestruzzo in modo sicuro in queste condizioni
dovevamo inventarci qualcosa”, prosegue Günter Summer. Così
l’impresa edile ebbe l’idea di suddividere le rampe in segmenti di
quattro metri tramite l’impiego di inserti metallici a espansione,
Questo procedere “per analogia” offriva il vantaggio di poter osservare il tutto costantemente e da diverse angolazioni e, quindi,
la possibilità di ottimizzare in modo affidabile il procedimento.
Ovviamente, anche con questa soluzione non è stato possibile
rinunciare del tutto ai servizi di un ispettore.
Vista la pendenza delle rampe, il calcestruzzo doveva essere sufficientemente rigido da non scivolare, anche
se i tratti da gettare erano corti.
Insieme verso il traguardo
La collaborazione è stata una componente basilare di tutto il
processo. Anche i progetti delle casseforme con le relative giunzioni erano stati approvati insieme, con la premessa di costi e benefici. Era importante la precisione, ad esempio, nel montaggio
delle vetrate. Per questioni di scadenze le stesse vetrate avevano
dovuto essere ordinate prima di togliere l’armatura del tetto, ma
le loro dimensioni sono risultate esatte. L’unione fa la forza! eseguendo da sotto il betonaggio dei segmenti stessi in successione. Naturalmente il calcestruzzo si sarebbe dovuto produrre
secondo una ricetta particolare: nonostante i segmenti delle
rampe fossero corti, la loro pendenza richiedeva pur sempre un
calcestruzzo che fosse sufficientemente rigido da non scivolare.
Un’ulteriore difficoltà era che la parte inferiore delle rampe si
sarebbe dovuta rifinire solamente tramite tinteggiatura e che,
quindi, il beton avrebbe dovuto avere anche le caratteristiche
del calcestruzzo a vista.
Risolto brillantemente questo problema, ecco, alla fine, arrivare
il punto più delicato: la giunzione delle rampe con il tetto necessitava di avere, tanto in verticale che in orizzontale, forme
arrotondate, che garantissero l’effetto armonico voluto. Per la
soluzione di questo problema le persone coinvolte nel progetto
decisero di appoggiarsi alla loro manualità. Anziché calcolare i
punti esatti di intervento con un programma 3D e fornire direttive, i progettisti, gli esperti di statica, le imprese costruttrici e i
fornitori di casseforme decisero di affidarsi al lavoro di squadra
e al loro “occhio”, mettendosi all’opera insieme direttamente sul
manufatto per ottenere la forma definitiva delle casseforme.
COMMITTENTE
DR. RICHARD FISCHER, GOLFPARK
RANKWEIL
PROGETTAZIONE E ARCHITETTURA INTERNI
PROGETTISTA E ARCHITETTO DI INTERNI
WOLFGANG MÄHR, A-SCHLINS
STATICA
FRICK & SCHÖCH ZT GMBH, A-RANKWEIL
ESECUZIONE DEI LAVORI E BETONAGGIO
NÄGELE HOCH- UND TIEFBAU GMBH,
A-RÖTHIS
CALCESTRUZZO
VORARLBERGER LIEFERBETON GMBH,
A-NÜZIDERS
CEMENTO
HOLCIM (VORARLBERG) GMBH
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Opere già in cantiere
© AlpTransit Gotthard AG
Dimension edizione 30/2015
HANS-PETER SCHWARZEN
RESPONSABILE DEGLI IMPIANTI
DI BETONAGGIO, ALPTRANSIT,
TICINO
L’AlpTransit è uno dei progetti svizzeri del secolo e uno dei maggiori a livello europeo per la tutela dell’ambiente. La nuova
galleria ferroviaria aggiungerà un’importante pagina alla storia delle infrastrutture svizzere. Costruire in zone montuose non è
una questione risolvibile da una persona sola; al contrario, servono teste capaci e maestranze ben preparate. Lo sa molto bene
Hans-Peter Schwarzen, responsabile della centrale di betonaggio di Sigirino, Ticino. Se l’impianto si ferma, tutto il cantiere si
blocca, e 400 persone sono costrette stare con le mani in mano.
Scavare tunnel non è un lavoro facile, ma
è certamente facile immaginare che gli
addetti agli scavi in galleria siano una
“specie” umana particolare. Questi uomini trascorrono la maggior parte della
vita al buio, nel ventre della montagna,
dove fa caldo, l’aria è irrespirabile, il lavoro è fisicamente molto faticoso. “Costruire gallerie è sempre una cosa affascinante”, dice Hans-Peter Schwarzen. Nella
vita di questo ingegnere HTL tutto ruota
intorno alla montagna. Nato a Zermatt,
a quota 1600 m, dopo gli studi si trasferisce in pianura. Inizia lavorando alla
Galleria della Vereina, poi passa a quella
di base del Lötscherberg, finché Holcim
gli chiede di diventare responsabile della
centrale di betonaggio che avrebbe rifornito il Gottardo. Da quando Schwarzen
accetta, assicura la propria disponibilità
per 10 anni, 24 ore su 24. Al termine dei
lavori – si prevede che la Galleria di base
del Gottardo entri in funzione alla fine
del 2016, mentre quella del Ceneri alla
fine del 2019 – Hans-Peter Schwarzen e
i suoi dieci impiantisti avranno prodotto
e trasportato in cantiere oltre 1,8 milioni
di metri cubi di calcestruzzo. Sono lavoratori migranti altamente qualificati
e, man mano che i lavori avanzano, si
spostano anche loro. Dapprima hanno
fatto tappa a Faido e Bodio, quindi sono
passati a Camorino, direzione Galleria di
base del Ceneri, per approdare infine a
Sigirino, dove hanno allestito una centrale di betonaggio. Non sempre hanno
lavorato “in caverna”; del resto, non tutti sono adatti a scavare gallerie. Ma chi
lavora per due o tre anni sempre nelle
viscere della terra – si dice – finisce con
il rimanerci per sempre. I minatori sono
legati da un forte cameratismo. “In can-
tiere convivono fino a 17 religioni“, dice
Hans-Peter Schwarzen, “ma alla messa
che si celebra il 4 dicembre in onore di
Santa Barbara, patrona dei minatori,
sono sempre tutti presenti, senza eccezioni”. Alla fine del 2016 Sigirino chiuderà, e l’ingegnere del Vallese tornerà
a casa. Se tuttavia sarà attratto da un
nuovo tunnel in costruzione, nemmeno
il Cervino riuscirà a trattenerlo.
BREVE PROFILO
Dal 1995 Hans-Peter Schwarzen lavora come
responsabile delle centrali di betonaggio di
Holcim Svizzera in Ticino. Con i suoi 10 collaboratori ha prodotto, a Faido e Bodio, 1.3 milioni
di metri cubi di calcestruzzo, mentre a Sigirino
ne ha confezionati finora altri 220 000, destinati
al cantiere dell’AlpTransit.
Scavare tunnel non è un lavoro facile,
ma è certamente facile immaginare che
gli addetti agli scavi in galleria siano
una “specie” umana particolare.
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Holcim (Süddeutschland) GmbH
Dormettinger Strasse 23
72359 Dotternhausen
Germania
Telefono +49 7427 79 0
Fax +49 7427 79 201
[email protected]
www.holcim-sued.de
Holcim (Svizzera) SA
Hagenholzstrasse 83
8050 Zurigo
Svizzera
Telefono +41 58 850 68 68
Fax +41 58 850 68 69
[email protected]
www.holcim.ch
Holcim (Italia) S.p.A.
Via Volta, 1
22046 Merone (co)
Italia
Telefono +39 031616111
Fax +39 031616250
[email protected]
www.holcim.it