Dimension_Il giornale per la Clientela_30/2015
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Dimension_Il giornale per la Clientela_30/2015
Strength. Performance. Passion. Dimension Il giornale per la clientela di Holcim Central Europe COSTRUIRE CON IL CALCESTRUZZO – MATERIALE VERSATILE E PERSONALIZZABILE 8 La casa delle scimmie di Stoccarda 21 Una metro più moderna per Milano 25 EDIZIONE 30 GENNAIO 2015 Cantieri di montagna: Schwägalp e Chäserrugg Editoriale Più coraggio nel nuovo anno L’anno è da poco iniziato, ma già possiamo festeggiare un anniversario. È appena uscito, infatti, il trentesimo numero di “Dimension”, la rivista per i nostri clienti. Dal 2000, su queste pagine, vi teniamo aggiornati sulle eccellenti performance nel campo delle costruzioni in calcestruzzo, sulle soluzioni particolari adottate per realizzare progetti complessi, sulle novità tecnologiche e su molto altro che riguarda il mondo del calcestruzzo. Rispetto all’ultimo magazine abbiamo aggiunto qualche tematica. In questo numero troverete riportate anche opinioni politiche che hanno a che fare con il mondo dell’economia. La situazione attuale – fase di stagnazione, Paesi stranieri oberati dal debito, scarsi incentivi agli investimenti – è motivo di preoccupazione e ci sembra pertanto legittimo sollecitare la politica chiedendole di mostrare maggiore coraggio. Malgrado la congiuntura stia segnando il passo, continueremo a puntare l’attenzione sulla sostenibilità dei nostri processi. La produzione di cemento richiede un elevato consumo energetico; ecco perché da tempo ci serviamo il più possibile di combustibili neutrali dal punto di vista delle emissioni di CO2 e bruciamo gli scarti di altri processi industriali. Da molti anni investiamo nei combustibili alternativi, per i quali, nel frattempo, anche altri hanno iniziato a mostrare interesse. L’intervista realizzata sul tema ci fornisce un quadro della situazione attuale in Svizzera. Intanto, Holcim Central Europe si è allargata; in questo numero troverete pertanto anche notizie su un cantiere italiano, la metropolitana di Milano, dove si sta lavorando alacremente all’ampliamento della rete. Il calcestruzzo, però, non trova impiego solamente nel sottosuolo lombardo; si è rivelato un materiale di primissima qualità anche per la realizzazione della “Casa delle scimmie” a Stoccarda. Il rinomato giardino zoologico-botanico“Wilhelma” ospita ora gli animali in un nuovo modernissimo alloggio, che ha ricevuto un premio per l’architettura e che gli “ospiti” sembrano decisamente gradire. Per non parlare, poi, dell’espressività del circolo realizzato per un golf club nel Vorarlberg, in Austria, e dell’ampliamento di una manifattura orologiera a Ginevra, costruito a regola d’arte e con altrettanta maestria. In entrambe le opere si concentrano gli impareggiabili vantaggi del calcestruzzo: plasmabilità, sicurezza statica e bellezza delle superfici a vista, tutti insieme. Per tornare alla sostenibilità, dobbiamo citare infine l’articolo sulle Alpi svizzere: è impressionante vedere come sia possibile, con mezzi semplici, produrre calcestruzzo di altissima qualità direttamente sul posto, risparmiando un’infinità di viaggi per il trasporto di materiali. E ora auguro a tutti una piacevole lettura. Strength. Performance. Passion. Kaspar E. A. Wenger CEO Holcim (Svizzera) SA Area Manager Central Europe Dimension edizione 30/2015 Indice Attualità Realizzazione Attualità4 Dialogo Vita comoda per le “tribù” delle scimmie Un calcestruzzo “prezioso” A Milano metro ultramoderna Produzione di calcestruzzo in cantiere, in montagna Espressivo e discreto 8 17 21 25 28 Opinioni 6 Dialogo14 Opere già in cantiere 30 COLOPHON EDITORE Susanne Sugimoto, Holcim (Svizzera) SA, Redattrice capo: Ingeborg Spillmann, EDITORE Martin Grether, Elke Groeger, LAYOUT Source AG, Zurigo, STAMPA Silvana Editoriale S.p.A., Cinisello Balsamo (MI) Prima pagina Vista sull’interno del nuovo alloggio per le scimmie africane alla “Wilhelma” di Stoccarda Le foto, se non diversamente indicato, sono di Holcim. Pagina 3 Attualità Riempire le cavità con calcestruzzo? Sì, il calcestruzzo serve anche a questo Premio svizzero dell’Ambiente per materiali da costruzione innovativi OH&S Excellence Award per Holcim Svizzera GEWINNER KATEGORIE INNOVATION 2014 Ciò che in Germania e Olanda è prassi da anni, ora è arrivato anche in Svizzera. Cos’è il calcestruzzo cellulare? Si tratta di una miscela di: • Cemento (optimo 4) • Schiumogeni • Sabbia • Acqua • Additivi speciali • Aria Peso (a seconda della miscela): 200 –1.400 kg/m3 Indurimento: Già nel giro di un giorno indurisce sufficientemente da poterci camminare sopra o da poter essere ulteriormente lavorato. Lavorazione: Pompaggio. Il calcestruzzo cellulare viene pompato e può essere applicato anche in strati di grande spessore, con un laydown rate che può arrivare a 30 metri cubi l’ora. Come viene impiegato? Si impiega calcestruzzo cellulare per lisciare rapidamente scabrosità di superfici interne o per riempire cavità. Questo è possibile grazie all’elevata fluidità del materiale. All’esterno questo calcestruzzo viene utilizzato per riempimenti o come isolante al posto del pietrisco riciclato. Questo materiale leggero, isolante e resistente convince, quindi, anche dal punto di vista economico. Altre info su: www.fixit.ch Un nuovo materiale della Logbau AG di Maienfeld ha ricevuto il Premio svizzero dell’Ambiente nella categoria Innovazione. Il punto di partenza dell’innovazione è stata la necessità di risolvere un problema: ogni anno la Logbau AG produce da 10.000 a 15.000 m3 di particelle fini con diametro inferiore a 0,06 mm. Da qui la domanda: si può riutilizzare il fango prodotto dalla lavorazione degli aggregati o dal lavaggio dei materiali di scavo, invece di smaltirli in modo improduttivo e costoso? Soluzione innovativa: 1 una pressa fa fuoriuscire l’acqua dal fango; 2 al materiale rimasto nel filtro viene quindi aggiunto un legante appositamente sviluppato; 3 il “calcestruzzo di terra” che si ottiene è un materiale non soggetto a cedimenti e facilmente addensante. Impieghi del “calcestruzzo di terra”: • Livellamenti • Riempimenti di cave • Getti di magrone Vantaggi del “calcestruzzo di terra” • Non si pagano tasse di deposito • Rispetto ad altri materiali da costruzione usati per scopi simili, si può risparmiare sui leganti • Ciò che finora era stato considerato un materiale di scarto, ora può essere reimmesso nel ciclo produttivo, con molteplici possibilità di impiego Altre info su: www.logbau.ch Dimension edizione 30/2015 Lo scorso novembre il team di Konrad Amann è stato insignito, per la sua invenzione, dell’OH&S Excellence Award di Holcim per la Regione Europa. I candidati al premio, provenienti da tutto il mondo, erano 82; cinque i vincitori regionali. Il “Global Winner” sarà proclamato il 5 febbraio 2015. Progetto vincitore, Regione Europa: Apparecchiatura per il prelievo dei campioni dagli autosili Team vincitore: Konrad Amann, Responsabile Tecnico dei Terminal cementi, Holcim (Svizzera) SA Com’è nato il progetto In tutto il mondo viaggiano milioni di autocisterne. Nella maggior parte dei casi la campionatura del cemento viene fatta ancora nel modo tradizionale, ovvero prelevando il prodotto dal chiusino aperto sul veicolo. Per effettuare il prelievo, gli autisti devono arrampicarsi in cima al mezzo e aprire un coperchio. I lavori compiuti in altezza comportano determinati rischi e richiedono l’impiego di attrezzature anticaduta, simili a quelle usate in genere dagli scalatori. Maggior sicurezza per i conducenti Il nuovo campionatore per autocisterne funziona in questo modo: il raccordo, lungo circa 40 cm, viene fissato tra la manichetta di scarico e l’attacco del mezzo. Durante la fase di scarico l’autista apre lentamente il rubinetto, prelevando un campione di cemento e di ceneri volanti. La nuova apparecchiatura rende obsolete sicurezze e imbragature. 25 anni di Werkforum: moderno e comunque senza tempo Ancora, dopo 25 anni, i visitatori chiedono: “Ma è nuovo?” Non si potrebbe fare un complimento più bello a una struttura in funzione già da un quarto di secolo. Il “Werkforum” con il Museo dei fossili a Dotternhausen è moderno, di attualità, e comunque senza tempo. L’edificio funge in egual misura da entrata nel cementificio, centro per la formazione e le riunioni, museo dei fossili, location per eventi e luogo di lavoro. 20.000 visitatori l’anno La filosofia di Dotternhausen è, da sempre, quella di invitare gli interessati a conoscere la storia naturale e la cultura oppure a discutere di edilizia e architettura e ascoltare le novità del settore. Con il Werkforum e il Museo dei fossili, Holcim offre, tanto ai comuni del territorio, quanto ai propri dipendenti, qualcosa di cui andare fieri e con cui identificarsi. La struttura è considerata da tempo, nella regione, un’istituzione culturale. Nel mondo della scienza e della paleontologia il Museo dei fossili gode di ottima fama. La responsabile del museo, la dott.ssa Annette Schmid-Rohl, spiega: “Gli scisti bituminosi, vecchi di 180 milioni di anni, sono un giacimento di fossili noto in tutto il mondo”. Se non ci fossero il cementificio e il museo, numerose specie di ittiosauri, gigli d’acqua e coccodrilli non sarebbero mai tornati alla luce.” Gli scisti di Dotternhausen vengono usati con eccellenti risultati da 75 anni: sono un’importante componente minerale del cemento “ecologico” Optimo. www.schiefererlebnis-dormettingen.de/ de/werkforum/ Holcim ha inserito un Seminario “Pavimentazioni stradali nuovo impianto nel suo portafoglio in calcestruzzo” Seminario “Pavimentazioni stradali in calcestruzzo” Data: Martedì 5 maggio 2015 Orario: 13.30–17.00 Aperitivo in chiusura dell’incontro Luogo: Aeroporto di Zurigo, Hotel Radisson Blu, Konferenzzentrum Programma: il programma dettagliato del seminario verrà messo in rete all’inizio dell’anno sulla pagina web: www.betonsuisse.ch Lingua: tedesco Il notevole aumento del traffico registrato negli scorsi anni e il progressivo invecchiamento delle nostre strade richiede una politica della viabilità che rispetti le esigenze dell’economia, dell’ambiente e della sicurezza stradale. Relativamente alla durata, alla tenuta, alla resistenza, al comfort di guida e alla completa riciclabilità del materiale utilizzato, la pavimentazione stradale realizzata in calcestruzzo presenta evidenti vantaggi rispetto ad altre tecnologie. Nell’ambito del seminario verranno presentate le novità sui vantaggi del calcestruzzo provenienti da Svizzera ed Europa. Meeting: • Relazione introduttiva di Jorg Rothlisberger, nuovo direttore dell’Ufficio federale delle Strade (USTRA ) • Pavimentazioni stradali in calcestruzzo all’interno delle gallerie • Pavimentazioni composite • Pavimentazioni insonorizzanti • Diminuzione dei consumi di carburante sulle strade con pavimentazione in calcestruzzo Si sa che l’iter autorizzativo legato ai progetti di cava è molto complesso e lungo, pertanto l’inizio delle attività nel nuovo sito di Pioltello costituisce un importante risultato per Holcim (Italia). Risultato ancora più importante se aggiungiamo che in poco meno di un anno è stato realizzato un nuovo impianto vagliatura, frantumazione, e lavaggio di materiali inerti. Così Holcim conferma la propria presenza sul mercato di Milano, puntando molto sull’espansione ad est della provincia, sede di grandi opere, e rafforza la propria presenza in città, nel lungo periodo. Un impianto nuovo anche dal punto di vista tecnologico, in grado di ottimizzare sia il consumo energetico sia il consumo di acqua. L’escavazione avviene in falda mediante una draga a benna mordente. Gamma prodotti Il nuovo impianto permette di adattarsi alle esigenze del mercato ed offrire una vasta gamma di prodotti sia naturali sia frantumati, che vanno dalla sabbia vagliata e frantumata, a pietrisco e ghiaietto di diverse granulometrie per una produzione complessiva che supera le 300 ton./h. Produzione 1 ora > 300 ton. Altre info su: www.holcim.it Pagina 5 Opinioni ora deve fare i conti con gli effetti dell’Iniziativa sulle abitazioni secondarie. Conclusione: l’export non sarà più in grado di far ripartire tanto in fretta l’economia elvetica. Kaspar E. A. Wenger, CEO Holcim (Svizzera) SA, Area Manager Central Europe A noi la scelta Le economie nazionali di tutta l’Eurozona languono sotto la pressione degli elevati costi sociali, travolte da un mare di debiti. Nonostante i tassi ai minimi storici, il motore dell’economia, nella maggior parte dei Paesi europei, non riesce a tornare a regime. In Svizzera, invece, la situazione è rimasta a lungo relativamente confortante. Ad esempio, dopo il crack della Lehmann, il PIL nazionale è cresciuto del tre percento pieno. Ma ora la curva sta continuando a scendere inesorabilmente; per il 2014 e il 2015 lo Schweizerische Konjunkturforschungsstelle (KOF), il Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo, prevede solo una modesta crescita dell’1,8 %. In conclusione: se il continente è in difficoltà, ne risentono anche gli abitanti delle isole. Una speranza può darcela l’export. A sostegno di questa tesi gli esperti di economia adducono la forte crescita registrata in Svizzera nel 2010, non ascrivibile tuttavia solo alle esportazioni, ma anche ai forti investimenti in beni strumentali. L’economia è in frenata a livello mondiale, e alcuni paesi UE si trovano da anni in una situazione di sofferenza. Alle imprese manca il coraggio di continuare a investire. E l’edilizia svizzera, per lungo tempo un settore trainante, Dimension edizione 30/2015 Bisogna munirsi di ombrello in previsione dei temporali in arrivo. Non sarebbe male investire nelle infrastrutture? Qui c’è assoluta necessità di recupero; in questo settore gli investimenti, rapportati al PIL, sono minimi. In Europa, solamente la Germania e l’Austria investono ancora meno della Svizzera . Le grandi opere infrastrutturali come l’AlpTransit sono quasi terminate, e la seconda galleria del Gottardo, come anche i collegamenti alla rete ferroviaria svizzera approvati da Italia e Germania, si stanno facendo attendere. Fra le fila degli amministratori pubblici e dei politici molti sono i sostenitori degli investimenti nelle infrastrutture. In uno studio, il Controllo federale delle finanze ha dimostrato che l’edilizia ha un ruolo critico nella stimolazione della congiuntura. E anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) vede, negli investimenti nel settore delle infrastrutture, la chiave di volta per uscire dall’impasse. In Europa hanno compreso il messaggio. Il presidente della Commissione UE, Jean-Claude Juncker, ha presentato recentemente un programma di investimenti da 315 miliardi per far ripartire l’economia europea. Dall’amministrazione federale svizzera e dalla politica ci aspettiamo la creazione dei presupposti per rimettere in moto il sistema Paese. Le aziende, sia nazionali che estere, hanno bisogno più che mai di un partner forte e affidabile che li appoggi nella loro attività. E se la mano pubblica non dovesse avere risorse a sufficienza, si ricorra al capitale privato, che di certo non manca. Servono semplicemente gli stimoli necessari a metterlo in circolazione. Impiegare maggiormente il capitale previdenziale per l’economia svizzera In Svizzera viene riservata grande importanza alla previdenza professionale. Solo le casse pensioni stanno gestendo al momento un patrimonio di quasi 700 miliardi di franchi. Tali disponibilità vengono investite, secondo le specifiche prescrizioni di investimento del 2° pilastro (LPP2), prevalentemente in azioni, obbligazioni e beni immobiliari. Il fatto sorprendente è che per tali investimenti non vengono perseguiti obiettivi esplicitamente sostenibili o sociali, anche se cresce il numero degli assicurati che lo richiede. Con questa enorme riserva di capitale, che continua peraltro a crescere superando di gran lunga il nostro PIL, si potrebbe supportare in modo mirato l’economia svizzera. Da quando, nel 1985, è entrata in vigore la legge sulla Previdenza professionale (LPP), ci sono stati già molti interventi parlamentari in questo senso, sempre però bloccati da vari gruppi di interesse. Il Consiglio federale, sulla base della mozione “Fondo per il futuro della Svizzera”, ha deciso proprio ora di insediare un gruppo di lavoro incaricato di valutare se e come le casse pensione possano investire il cosiddetto Venture Capital in tecnologie innovative per il futuro. Meno rischiosi e quindi a sostegno Jörg Odermatt, CEO PensExpert dell’economia sarebbero gli impegni destinati a progetti infrastrutturali sul territorio. Economiesuisse, la federazione delle imprese svizzere, con l’esempio della seconda galleria del Gottardo, ha mostrato che persino progetti strutturali di portata nazionale potrebbero essere finanziati da privati. E ciò tramite le Public Private Partnerships (PPP) che si stanno affermando all’estero. La società di gestione si finanzierebbe con i pedaggi a carico degli utenti e non a spese dei contribuenti, il che garantirebbe alle casse pensioni e ai loro assicurati un rendimento solido e duraturo, in un ambito vantaggioso per entrambe le parti. In ogni caso, la Svizzera non possiede l’esperienza e la cultura in questo senso. Qui possiamo imparare da fondi pensione esteri che, tutto sommato, stanno maturando valide esperienze con questo tipo di investimento. Per noi è importante una comunicazione trasparente. Se avete suggerimenti o volete saperne di più su Holcim, scriveteci! [email protected] Pagina 7 Realizzazione Prestigioso riconoscimento per l’architettura, con molto verde nella zona visitatori. Dimension edizione 30/2015 Vita comoda per le “tribù” delle scimmie Wilhelma, il Giardino zoologico e botanico di Stoccarda, si è dotato di un nuovo impianto che ospita scimmie africane, le cosiddette grandi scimmie, in un habitat adeguato e di tale pregio architettonico da essere addirittura stato premiato. Il gruppo di scimmie bonobo, che conta 15 esemplari, e la famiglia dei gorilla, composta da 9 individui, si sono ambientati molto bene nella nuova “casa”, attrezzata con liane – manichette antincendio – , impalcature per arrampicare, terrazze di calcestruzzo faccia a vista e strutture per il gioco. Annesso all’impianto c’è anche un “asilo” per i gorilla nel quale attualmente i guardiani allevano quattro cuccioli che le madri non possono crescere da sé. Pagina 9 Realizzazione Autrice: Elke Groeger | Foto: Brigida Gonzáles Proprio vicino agli habitat di elefanti, suricati e giraffe, dopo circa tre anni di lavori è stato inaugurato nel maggio del 2013 il nuovo imponente impianto destinato ad accogliere le scimmie. Se si sale in direzione nord del Wilhelma, si vede già da lontano quanto la nuova costruzione sia armonicamente integrata nella topografia dell’area, che confina con il parco Rosenstein. Le recinzioni interne ed esterne si estendono su una superficie di oltre un ettaro, di cui ben 2.000 metri quadri sono occupati dalla casa delle scimmie con le sue numerose superfici realizzate in calcestruzzo a vista. Il Wilhelma è noto e riconosciuto in tutto il mondo per l’attenzione che dedica alle grandi scimmie nell’ambito di una tradizione che dura oramai da circa 55 anni. La struttura che accoglie i bonobo e i gorilla è il top dell’ospitalità che uno zoo possa offrire a questi animali al momento: più comfort, più natura e più attrezzature per occuparli e farli divertire. Il complesso da 22 milioni di euro è la sintesi di molti requisiti e tanta passione, ovvero dell’esperienza decennale e delle conoscenze degli esperti del Wilhelma e delle attuali linee guida contenute nei programmi europei di allevamento e conservazione. La nuova “residenza” delle scimmie tiene conto dei diversi sistemi sociali e delle esigenze specifiche di entrambe le specie come mai era accaduto in passato. Soprattutto, questi ominidi dispongono ora di un ambiente notevolmente più ampio in cui vivere: la nuova struttura a loro destinata è 14 volte più grande di quella vecchia. Il dott. Thomas Kölpin, direttore del Wilhelma di Stoccarda dal gennaio 2014, ci ha detto: “Sono felice che le scimmie si siano COMMITTENTE/PROGETTAZIONE/ DIREZIONE DEI LAVORI LAND BADEN-WÜRTTEMBERG RAPPRESENTATO DA VERMÖGEN UND BAU BADEN-WÜRTTEMBERG, UFFICIO DI STOCCARDA UTENTE WILHELMA ZOOLOGISCH-BOTANISCHER GARTEN (GIARDINO ZOOLOGICOBOTANICO), STOCCARDA BAD CANNSTATT IMPRESA EDILE WILHELM KELLER GMBH & CO. KG, DENKENDORF CALCESTRUZZO HOLCIM KIES UND BETON GMBH, CENTRALE DI STOCCARDA-NECKARHAFEN ambientate rapidamente e si trovino ora a proprio agio. Molte sono state già anche le nascite dopo il trasloco.” Le basi per il nuovo progetto erano state gettate già nel 2000 durante la gestione dell’allora direttore Prof. Dott. Dieter Jauch. La gara d’appalto, indetta nel 2006, era stata vinta dallo studio di architettura Hascher Jehle di Berlino. Per la progettazione dell’impianto esterno la scelta era caduta sullo studio Möhrle und Partner di Stoccarda. I lavori erano iniziati nel 2010. E nel luglio del 2014 l’opera otteneva il premio Hugo Häring. Architettura eccellente – Habitat “naturale” Il premio Hugo Häring viene conferito ogni tre anni dall’Ordine Le vetrate del recinto esterno, incorniciate dal calcestruzzo, consentono di vedere bene gli animali. Dimension edizione 30/2015 degli Architetti Tedeschi del Baden-Württemberg a costruttori e architetti per le opere di maggior pregio realizzate nel Land del Baden-Württemberg. Il riconoscimento porta il nome di Hugo Häring, architetto e teorico dell’architettura tedesca. Il criterio più importante di valutazione delle opere è l’organicità dell’architettura, ovvero la misura in cui un’opera architettonica e un paesaggio si fondono armonicamente in un unicum. E questo al Wilhelma è riuscito straordinariamente bene. Le recinzioni esterne imitano gli spazi naturali in cui vivono le scimmie. Nei gruppi di querce che delimitano la zona dei gorilla Era stato espressamente richiesto che gli allestimenti fossero resistenti alle attività delle scimmie, nonché di facile pulizia e manutenzione. sono integrati arbusti, acqua e superfici a manto erboso, dove gli animali possono cercare all’aperto erbe e semi oppure sguazzare nel ruscello. La sagoma della “recinzione” esterna è resa più regolare dalla presenza di formazioni rocciose artificiali, con muri a elementi modulari di acciaio e legno di quercia, lastre di vetro blindato inserite in telai di calcestruzzo e fossati circondati da canneti per incontri “tête-à-tête”. Lungo le recinzioni esterne dell’area dei bonobo si estende un reticolo d’acciaio alto da uno a 15 metri: un paradiso per “scalatori” unico ed enorme. Questa filigrana leggera è sostenuta da una “foresta” di supporti d’acciaio trasversali e irregolari. I bonobo possono arrampicarsi e riposare sugli “alberi” di acciaio dotati di liane, amache e ceste. L’area esterna terrazzata, il ruscello, le nuove piante e le impalcature in legno per arrampicare consentono ai bonobo di sfogare il loro bisogno di movimento. diverse applicazioni e ricette di calcestruzzo, tanto per la parte interna dell’area abitata dagli animali, quanto per il settore destinato ai visitatori. Supporti, pareti e soffitti sono stati realizzati impiegando calcestruzzo a vista di classe SB1 – SB3. A seconda della collocazione dei manufatti nella struttura, dei loro requisiti e delle casseforme da utilizzare, le ricette del calcestruzzo sono state adattate alle esigenze locali.” Per il recinto interno, dove bisogna pulire ogni giorno, è prevalsa la scelta di calcestruzzi con classe di resistenza C30/37 e classi di esposizione XC3 e XA1 – ovvero la scelta di calcestruzzi impiegati per vasche di decantazione e contenitori di liquami. I supporti trasversali, che imitano gli alberi veri e che sono fortemente sollecitati, sono stati realizzati in calcestruzzo con classe di resistenza C45/55 e classe di consistenza F6. Nel rispetto delle esigenze degli animali e per motivi igienici, le superfici di calcestruzzo e vetro non hanno fughe. Un’altra particolarità è costituita dal tetto della casa delle scimmie, per il quale è stata sviluppata una ricetta di calcestruzzo con classe di spandimento F3. Il calcestruzzo utilizzato per le singole pareti e le terrazze, sulle quali le scimmie siedono spesso, ha il colore giallo pallido dell’arenaria. Queste scelte sono state precedute da intense consultazioni ed esami di numerosi campioni di materiale. Come alternativa alle superfici di calcestruzzo riscaldate, il suolo del recinto è stato ricoperto con una morbida lettiera autopulente di corteccia di pino alta 50 cm, simile al sottobosco naturale. Ovunque si percepisce la passione di tutti nel realizzare questa nuova casa. A bonobo e gorilla piacerà senz’altro e non potranno che essere d’accordo con lo slogan che definisce il Wilhelma: “Un parco di cui innamorarsi”. Nell’area interna, con l’ausilio di calcestruzzo a vista e calcestruzzo colorato, sono stati creati ambienti in cui anche gli animali si sentono a proprio agio. Holcim Süddeutschland e Holcim Kies und Beton GmbH sono state direttamente coinvolte nei processi di consulenza e progettazione, affinché trovassero soluzioni “su misura” relativamente ai cementi e calcestruzzi necessari. Tante ricette di calcestruzzo Sono stati consultati anche zoologi, veterinari e guardiani degli animali. Le loro conoscenze hanno determinato la scelta dei materiali. Holger Julmi, responsabile dei collaudi di Holcim a Stoccarda:“Erastatoespressamenterichiestochegliallestimenti fossero resistenti e di facile pulizia e manutenzione. Dopo un’attenta discussione, il team di progettazione optava all’unanimità per il calcestruzzo. Il fascino di questa scelta stava, per noi, nel fatto di poter impiegare una molteplicità di soluzioni basate su Due particolarità della casa: le terrazze in calcestruzzo di colore giallo pallido e la struttura obliqua del tetto. www.wilhelma.de → Menschen.Affen.Haus! Pagina 11 Realizzazione Terrazze, posti a sedere, pareti in calcestruzzo - le scimmie si sentono decisamente a loro agio nel nuovo ambiente. Dimension edizione 30/2015 Pagina 13 Dialogo “TIRA FUORI IL MEGLIO DI TE!” Intervista a: Clemens Wögerbauer e Robin Quartier Cosa hanno in comune i 30 inceneritori svizzeri con l’industria del cemento? A prima vista molto poco. Eppure condividono la loro passione per l’innovazione e la voglia di essere qualcosa di più di un semplice bruciatore di rifiuti. Chi fa lo smaltimento, quindi anche i cementifici, ha un ottimo ritorno economico. Già da molto tempo non ci si limita solo a bruciare quello che alla società moderna non serve più. Tutto ciò che è prezioso deve essere recuperato prima del processo di incinerazione. Il “residuo buono” che non può essere reintrodotto nel circuito viene sfruttato termicamente e diventa calore di processo, telecalore e corrente elettrica. L’attività con i rifiuti oggi è fortemente contesa – da aziende di riciclaggio locali e da attori globali del settore. Clemens Wögerbauer, Head Alternative Fuel and Raw Material alla Holcim Central Europe e Robin Quartier, amministratore dell’Associazione svizzera dei dirigenti e gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti (ASIR), si confrontano su un mercato dal quale nessuno è esonerato e sul credo dell’economia verde che viene analizzato in modo critico. In qualità di azienda che ricicla vi trovate in competizione su alcuni tipi di rifiuti. Se fosse un film al cinema, quale sarebbe il titolo? “Quasi amici” o “A letto con il nemico”? Clemens Wögerbauer: Nel titolo del mio film, sicuramente non c’è la parola “nemico”, visto che ci troviamo qui seduti allo stesso tavolo. Holcim Svizzera deve importare una buona parte della sua energia termica, tra cui anche rifiuti, sebbene contemporaneamente dalla Svizzera vengano esportati rifiuti. Alcune frazioni finiscono nei cementifici di Paesi esteri europei per essere poi impiegate nella produzione del clinker e quindi rientrano in Svizzera sotto forma di cemento. Gli inceneritori e l’industria del cemento in Svizzera ci perdono entrambi in questo flusso di rifiuti internazionale. Robin Quartier: Bisogna comunque fare una considerazione: se i cementifici svizzeri importano combustibili alternativi dall’estero, i trasportatori non tornano mai indietro vuoti. Solitamente per quanto riguarda il carico si tratta quasi solo di rifiuti. Ogni importazione di rifiuti comporta quindi anche un’esportazione di rifiuti. Sarebbe quindi logico per l’industria del cemento nazionale, per gli impianti di trattamento dei rifiuti svizzeri e per l’ambiente riutilizzare i rifiuti svizzeri possibilmente all’interno del paese. Cosa collega i vostri settori? Cosa li divide? CW: Ci consideriamo parte del panorama dello smaltimento in Svizzera e non avversari. Sul mercato c’è spazio per entrambi. Noi, in qualità di produttori di cemento, vogliamo sfruttare i materiali presenti localmente per produrre cemen- Dimension edizione 30/2015 to ed essere un’integrazione ecologica all’offerta di servizi degli impianti di trattamento dei rifiuti. RQ: Direi che prevale l’interesse comune. Ci sono rifiuti, come la terra contaminata che possono essere riutilizzati molto bene nell’industria del cemento. Anche solventi, olio di scarto e rifiuti liquidi non trovano posto in un impianto di trattamento dei rifiuti. Lo stoccaggio e la manipolazione sono molto esigenti e sicuramente l’industria del cemento è meglio attrezzata. C’è concorrenza solo nelle plastiche e talvolta nella legna vecchia. Le associazioni ambientali mirano a raggiungere per il 2030 un recupero dei materiali pari o superiore al 50 percento. Cosa significa questo per il vostro modello di attività? CW: Lavoriamo secondo il motto “prevenire, riciclare, sfruttare, eliminare”. Nello smaltimento per noi al primo posto c’è il riciclo, premesso che ci sia un prodotto che il cliente vuole avere. E quello che non è riciclabile viene utilizzato come combustibile alternativo nel cementificio, mentre il resto finisce nell’inceneritore. RQ: Il riciclaggio è bello e va bene, ma non come viene divulgato in generale. Il recupero termico non è male e nemmeno negativo. Un esempio: l’alloggiamento in plastica delle stampanti contiene molte sostanze nocive e non è idoneo per il riciclo. Tutto viene esportato e non ci sono prove che dimostrino se il materiale sul posto viene veramente riutilizzato. L’economia svizzera si basa in modo preponderante sui servizi e non produce quasi per nulla merci di massa. Ogni “Lavoriamo secondo il motto ‘prevenire, riciclare, sfruttare, eliminare’.” “Sarebbe logico sfruttare i rifiuti svizzeri principalmente sul territorio nazionale.” (Da sinistra verso destra) Clemens Wögerbauer e Robin Quartier nella sede della Neue Plastrec AG, il più grande impianto di trattamento della plastica per combustibili sostitutivi in Svizzera Pagina 15 Dialogo anno importiamo circa 15 milioni di tonnellate di prodotti finiti. E un giorno questi diventano rifiuti dai quali si potrebbero recuperare addirittura materie prime. Rimanendo sull’esempio della plastica, l’industria svizzera semplicemente non ha bisogno di così tanta plastica riciclata. Chiudere il cerchio significa rispedire i rifiuti di plastica in Cina. Questi materiali sono così preziosi da giustificare il trasporto in mezzo mondo? Io naturalmente sono convinto che bisognerebbe sfruttare energeticamente questi rifiuti in Svizzera. in condizioni discutibili all’estero. CW: Per l’industria del cemento prevedo di ridurre ulteriormente l’impronta ecologica. Vogliamo utilizzare al 100 percento combustibili alternativi e materiali grezzi alternativi, qualora possibile. Oggi abbiamo molto in comune con gli impianti di trattamento dei rifiuti: offriamo il recupero termico, lavoriamo in modo ecologico e scientifico. Dovremmo entrambi guardare oltre il nostro confine e sicuramente ci saranno opportunità per la collaborazione. Che cosa propone? RQ: Dobbiamo cominciare dai consumi. La confezione di un litro di latte incide per un tre percento sull’inquinamento ambientale. Una volta consumato il contenuto, rimane la confezione. E ogni persona con una mentalità ecologica si scontra con questo imballaggio e con una quota di sfruttamento. Si tratta di una reazione frustante vera e propria. Se solo alcune volte all’anno bevessimo acqua del rubinetto anziché acqua minerale nelle bottiglie PET, si avrebbe un impatto decisamente inferiore sull’ambiente anziché scontrarsi con perizie e controperizie sul futuro della confezione. Nel frattempo il riciclaggio è diventato uno strumento per promuovere il consumo. É una cosa che mi infastidisce perché il consumo è il più grande fattore di diffusione. CW: Concordo sul fatto che il consumo sia il principale fattore di diffusione dell’inquinamento ambientale e che pertanto vada tenuto sotto controllo, ma questo non è il compito della nostra impresa. Si tratta di fare una cosa e di non trascurare un’altra. Per questo alla Holcim lavoriamo secondo il motto “prevenire, riciclare, sfruttare, eliminare”, che da un lato supporta la riduzione dei consumi e dall’altro mira a uno sfruttamento ottimale delle risorse dei rifiuti. E dove sarà lei personalmente nel 2030? RQ: Per i miei figli mi auguro di non dovere continuare a leggere lo stesso capitolo dove i dinosauri e gli orsi polari si sono estinti. Mi auguro che gli orsi polari non diventino l’ultimo membro del triste club delle specie estinte inaugurato con i dinosauri. CW (sorride): Ho un figlio di un anno. Non mi auguro di certo che io e mia moglie nel 2030 saremo già nonni. Vede una possibilità di collaborazione tra gli impianti di trattamento dei rifiuti e l’industria del cemento? RQ: Nel recupero dei metalli dalle scorie residue e dalle polveri dei filtri sono già stati fatti progressi incredibili. Inoltre i residui del recupero termico dovrebbero essere veramente puliti per poter essere utilizzati nella produzione di cemento. Ciò è già possibile con il gesso recuperato dalla desolforazione dei gas combusti. CW: Negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi nel trattamento delle scorie e polveri dei rifiuti, tuttavia il contenuto di metalli pesanti è ancora problematico per l’industria del cemento. Cosa prevede per il suo settore nell’anno 2030? RQ: Per il settore prevedo di poter recuperare ancora più metalli dai rifiuti. Oggi è già stato fatto tanto nel trattamento dei gas combusti. Tanto che difficilmente saranno possibili ulteriori miglioramenti. Per le acque reflue e le scorie non siamo ancora arrivati a questo punto e c’è un grande potenziale. Tra 15 anni spero veramente di essere riuscito a dimostrare che il recupero termico nazionale di norma è meglio del riciclaggio Dimension edizione 30/2015 INFORMAZIONI PERSONALI Clemens Wögerbauer è Head Alternative Fuel and Raw Material alla Holcim Central Europe. Robin Quartier è amministratore dell’Associazione svizzera dei dirigenti e gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti (ASIR). L’intervista è stata condotta da Ingeborg Spillmann. Realizzazione Un calcestruzzo “prezioso” L’ampliamento della fabbrica di orologi Vacheron Constantin si distingue per l’impiego di materiali pregiati. Oltre all’acciaio, al vetro e al legno, per gli interni sono stati utilizzati elementi in calce struzzo a vista, realizzati con grande accuratezza e precisione. Autore: Martin Grether La maison Vacheron Constantin produce da 260 anni orologi da polso e da taschino ed è la fabbrica che vanta il periodo di attività ininterrotta più lungo del mondo nel settore. Il suo successo è dimostrato anche dalla storia più recente: dal 2004 al 2014 il numero di dipendenti è aumentato di due volte e mezzo, arrivando a raggiungere quasi le 500 unità. Carenza di spazio Appena quattordici anni fa l’azienda aveva trasferito tutti gli addetti nella nuova, grande fabbrica di Plan-les-Ouates, a sud di Ginevra. L’edificio, progettato da Bernard Tschumi, rispondeva con la sua architettura all’esigenza di riunire sotto un unico tetto gli uffici amministrativi e i laboratori di produzione. La continuità dell’involucro metallico ondulato assicurava una coerenza visiva e funzionale dell’insieme, e la forma di questo involucro era addirittura diventata una sorta di “marchio di fabbrica” della Vacheron Constantin. Ma la grande crescita dell’azienda arrivò a superare in breve tempo anche le aspettative più rosee, e molto presto si cominciò a soffrire la forte carenza di spazi alla quale si dovette ovviare con l’allestimento di padiglioni provvisori. Un ampliamento era diventato oramai imprescindibile; esso avrebbe dovuto avere, però, le stesse qualità della costruzione originaria. Stavolta Bernard Tschumi ottenne, senza gara d’appalto, l’incarico di realizzare con lo stesso team un’opera quanto più possibile in armonia con il fabbricato esistente. A tal fine Tschumi progettò un “pendant” analogo dal punto di vista dei materiali impiegati, ma diverso per forma, in modo che la nuova opera non mettesse “in ombra” quella già esistente. Anche il nuovo corpo è dotato di involucro, che qui, però, è realizzato in lamiera forata, che si incurva intorno al piano superiore. Sono state mantenute le facciate di vetro, così come sono stati ripresi il rivestimento in legno delle pareti interne e l’impiego mirato di pareti in calcestruzzo a vista. La nuova costruzione, però, presenta un unico piano sopraelevato, che otticamente la colloca in maniera evidente al di sotto dell’edificio-simbolo principale. Il calcestruzzo: grandi volumi e belle superfici Visti dall’esterno, entrambi gli edifici hanno l’aspetto di pure costruzioni in vetrocemento; solamente per la realizzazione del secondo corpo sono stati utilizzati 10.000 metri cubi di calcestruzzo. Sébastien Lebailly, direttore dei lavori per la ditta Rampini, ricorda che nel nuovo edificio alcuni punti hanno richiesto l’impiego di grandi quantità di calcestruzzo. “Le pareti dei locali Pagina 17 Realizzazione 1_ Dimension edizione 30/2015 2_ 3_ _4 1_ Una rampa posta esattamente al centro dell’edificio e del relativo cortile-lucernario garantisce l’accesso alla nuova costruzione. 2_Il corpo principale ha la forma di una mezza croce di Malta stilizzata. 3_Un angolo ottuso – meno di 40 gradi – a spigolo vivo realizzato con calcestruzzo a vista. 4_Il nuovo edificio richiama la forma di quello principale (a destra), senza però “oscurarlo”. Dietro, a sinistra, il cortile che dà nella nuova struttura. Pagina 19 Realizzazione Azienda: Vacheron Constantin, parte del Gruppo Richemont Fondazione: 1755 Il 9 agosto 2004 la Vacheron Constantin entra nel nuovo stabilimento manifatturiero di Plan-les-Ouates. Tutto sotto uno stesso tetto: direzione aziendale, amministrazione e laboratori di produzione. Numero dipendenti: tra il 2004 e il 2014 il numero degli addetti in sede è aumentato di due volte e mezzo per raggiungere le 500 unità. Nel mondo il numero dei dipendenti supera le 1000 unità. del caveau hanno uno spessore che può raggiungere i 60 centimetri e sono molto ben armate per custodire al meglio le pietre e i metalli preziosi che verranno montati negli orologi”, spiega Lebailly, che indica poi un’altra zona, ovvero il cortile che dà nel nuovo fabbricato: “La pavimentazione sotto i nostri piedi e quella del tratto di strada che corre lungo l’edificio sono state realizzate utilizzando una spessa lastra di calcestruzzo sulla quale In certe condizioni abbiamo dovuto preparare l’armatura degli angoli in opera, perché se l’avessimo fatto in cantiere non avremmo potuto essere sufficientemente precisi. Sébastien Lebailly, direttore dei lavori per la ditta Rampini possono correre anche i camion.” E prosegue nella spiegazione: “Questa stessa lastra costituisce il tetto del garage e della zona di scarico per i fornitori”. Infine, anche la rampa che conduce al piano interrato – e che funge anche da copertura dei locali tecnici – deve sopportare il passaggio di mezzi pesanti. E nell’accesso al garage sotterraneo, come anche nella parte sopraelevata della struttura, ci sono varie campate di notevoli dimensioni, previste per evitare il più possibile le colonne. Ma le vere sfide sono state l’impiego del calcestruzzo a vista e l’ottenimento di varie forme e angoli previsti dalla geometria della nuova costruzione. “Tutte le pareti realizzate con calcestruzzo a vista corrispondono al tipo di armatura 4”, spiega Bertrand Zeiger, che ha sviluppato il progetto per la Rampini. “Prima di tutto abbiamo costruito, nel piano interrato, una parete di prova, che, una volta collaudata, è servita da riferimento per tutte le altre parti dell’edificio da realizzare con calcestruzzo a vista”. Questa è una procedura abituale, poiché committenti e progettisti possono avere esigenze e aspettative molto disparate. Un campione di riferimento è il Dimension edizione 30/2015 modo migliore per chiarire questioni spesso puramente soggettive. Possono comparire dei problemi nel prosieguo, poiché, a seconda delle condizioni atmosferiche e della stagione, il calcestruzzo appena disarmato può sempre presentare lievi differenze di colore, alle quali, talvolta, è difficile ovviare. Anche la messa in opera delle armature e, a volte, anche la loro rimozione, hanno richiesto alle maestranze grande capacità e perizia. Infatti, il nuovo edificio non presenta solamente angoli retti; in un punto, ad esempio, c’è un angolo acuto di meno di 40 gradi, che ha dovuto, ovviamente, essere realizzato senza smussi. L’angolo garantisce una vista prospettica affascinante, ma realizzarlo ha comportato, per il personale, il pericolo di ferirsi. “In certe condizioni abbiamo dovuto preparare l’armatura degli angoli in opera, perché se l’avessimo fatto in cantiere non avremmo potuto essere sufficientemente precisi”, racconta Lebailly. E la precisione in questo caso è tutto, visto che qui si produrranno cronometri di alta precisione. Alta qualità e precisione Nonostante queste analogie, non si può immaginare una differenza più grande fra la realizzazione di un edificio nuovo con scavo e pilastri di fondazione e la costruzione del meccanismo di un orologio. Nel primo caso abbiamo grandi macchinari e tolleranze nell’ordine di centimetri, nel secondo si tratta di pezzi malamente visibili ad occhio nudo e di rispettare tolleranze proporzionate alla grandezza dei particolari maneggiati. Le vibrazioni prodotte dalla posa dei pilastri, ma anche dalla stessa realizzazione della struttura grezza, hanno dovuto tener conto della manifattura orologiera adiacente al cantiere ed essere, quindi, le più contenute possibili. D’altra parte, la costruzione del fabbricato al grezzo, con le pareti di calcestruzzo a vista di alta qualità ed estrema precisione, ha dato il proprio apporto alla filosofia della Vacheron Constantin, secondo la quale non può esserci bellezza esteriore senza bellezza interiore. I preziosi orologi continueranno ad essere prodotti in un ambiente di pregio e attentamente studiato anche dopo il “trasloco” nel nuovo laboratorio nel gennaio 2015. COMMITTENTE VACHERON CONSTANTIN ARCHITETTI BERNARD TSCHUMI ARCHITECTES, PARIGI DIREZIONE DEI LAVORI GLAUCO LOMBARDI, LES ACACIAS STATICA MDI INGÉNIEURS CONSEILS SÀRL, CAROUGE IMPRESA EDILE RAMPINI & CIE SA, VERNIER CEMENTI E AGGREGATI HOLCIM (SVIZZERA) SA A Milano metro u ltramoderna La metropolitana milanese verrà potenziata con una nuova linea completamente automatizzata. La prima tratta è in funzione già da un anno. Ora si sta ultimando la seconda, e Holcim Italia è coinvolta in modo massiccio nei lavori, essendo fornitrice di cemento e calcestruzzo del grande cantiere cittadino. BIGNAMI ZARA 1A TRATTA 2A TRATTA DOMODOSSOLA GARIBALDI FS STADIO SAN SIRO LOTTO DUOMO DI MILANO Pagina 21 Realizzazione Metro 5 Milano Seconda tratta: Stazione Garibaldi – Stadio San Siro Lunghezza: 12,6 km Fornitura di calcestruzzo: 65 000 m3 Caratteristiche del sottosuolo: eterogeneo, sabbioso, con pericolo di frane Fermate: 9 (in funzione), 19 (previste) Capacità: 60 milioni di passeggeri/anno Apertura: 2016 al più tardi Autore: Martin Grether Se la popolazione cresce, debbono “crescere” anche le infrastrutture. Il traffico suburbano nelle grandi agglomerazioni ha bisogno di avere una capacità molto elevata per poter garantire ai pendolari l’affidabilità dei trasporti anche nelle ore di punta. Niente di meglio, quindi, della metropolitana, che può svolgere questa funzione dal momento che è indipendente dagli altri mezzi di trasporto e corre su un proprio livello. Ecco perché, già qualche anno fa Milano aveva deciso di ampliare la rete esistente costruendo una linea nuova, lunga quasi 13 km. La linea doveva essere conforme allo stato dell’arte e, quindi, non solo essere completamente automatizzata, ma anche garantire la massima sicurezza dei passeggeri. La zona a nord-est della città, rimasta finora un po’ isolata, avrà presto un collegamento diretto con la zona a nord-ovest e, quindi, con lo stadio di San Siro. La nuova linea servirà anche due nuovi quartieri che si stanno sviluppando nelle vicinanze del centro: Porta Nuova (vedi Dimension 1/2014) e City Life. Il tratto nord di questa nuova linea 5, che arriva alla Stazione Garibaldi, è in funzione dal 2013; la seconda tratta dovrebbe essere inaugurata al più tardi entro il 2016. Un cantiere “difficile” Un livello sotterraneo per il trasporto urbano è estremamente funzionale, ma molto impegnativo da realizzare in zone ad alta densità edilizia. Considerati gli edifici esistenti, la natura del sottosuolo e la presenza di acque di falda, per la realizzazione della nuova linea sono state impiegate diverse tecniche di costruzione. In certe gallerie è stata impiegata la TBM, in altri punti è stato necessario stabilizzare preventivamente il terreno, in altri ancora si è proceduto con le tecniche convenzionali. Alcuni tratti sono stati scavati a cielo aperto e interrati in un secondo tempo, e questo perché il sottosuolo di Milano è eterogeneo e in prevalenza sabbioso, e quindi esposto al rischio di frane. Particolare attenzione è stata riservata alle misure di sicurezza volte a prevenire crolli, che avrebbero conseguenze catastrofiche all’interno di un territorio urbano. Ma i lavori non sono stati ostacolati solamente Dimension edizione 30/2015 dal terreno; anche le acque di falda sono state causa di sorprese sgradite. “Abbiamo registrato numerose infiltrazioni che hanno ritardato i lavori di tre quattro mesi”, racconta Michele Alverdi, all’epoca Responsabile commessa per Holcim Italia per la realizzazione della prima tratta della linea 5 e responsabile dei Grandi Progetti di Holcim Italia. Impiegato tutto l’assortimento Holcim Italia partecipa a vario titolo alla costruzione della nuova linea, sia come fornitrice di solo cemento, sia come produttrice di calcestruzzo. In cantiere ci sono stati e sono tutt’ora presenti altri fornitori, poiché il cliente aveva richiesto da subito la disponibilità di due produttori di calcestruzzo, al fine di evitare il rischio di rimanere senza materiale. “Noi, comunque, siamo riusciti a fornire 100 000 metri cubi di calcestruzzo per la prima tratta, e contiamo di fornirne in totale altri 65 000 per la seconda tratta della nuova linea”, dice Michele Alverdi. E prosegue: “Per Circa il 90 percento del calcestruzzo fornito da Holcim viene prodotto con cemento pozzolanico di classe 32,5 dal momento che le opere da realizzare sono spesso manufatti di grandi dimensioni immersi in acque di falda. l’assegnazione della fornitura è stata determinante la promessa di una qualità costante frutto anche dell’integrazione verticale di Holcim, in grado di produrre calcestruzzo con proprio cemento e aggregati dalle proprie cave, e della puntualità dei rifornimenti. Ma il cliente si è convinto anche grazie alla nostra offerta di smaltimento di una parte del materiale di risulta prodotto dalla TBM e Alcune parti delle gallerie non sono state scavate con la TBM, bensì con tecniche convenzionali. Vista dell’area di una futura fermata a livello della nuova linea. di assistenza tecnologica e logistica.” Circa il 90% del calcestruzzo fornito da Holcim viene prodotto con cemento pozzolanico di classe 32,5, dal momento che le opere da realizzare sono spesso manufatti di grandi dimensioni immersi in acque di falda. I materiali pozzolanici resistono meglio al dilavamento, consentono di avere una matrice cementizia più compatta, aiutano a prevenire le fessurazioni da ritiro termico e resistono agli attacchi chimici. Le ricette impiegate sono state adattate di volta in volta alla situazione contingente e ottimizzate dal punto di vista dei requisiti del prodotto. Oltre al calcestruzzo, Holcim Italia ha fornito anche grandi quantità di cemento 52,5, ideale per i prefabbricati. Le gallerie scavate sono state rivestite internamente con anelli di calcestruzzo, composti da sette elementi. Questi anelli sono stati realizzati in uno stabilimento per la produzione di prefabbricati dove viene richiesta una forte presa iniziale del calcestruzzo, così che sia possibile disarmare presto un manufatto pronto e iniziare rapidamente a produrre il successivo. Infine, in numerosi punti è stato anche necessario procedere alla stabilizzazione preventiva del terreno tramite jet grouting, ovvero iniettando nel terreno, tratto dopo tratto, una miscela cementizia. Anche qui è stato impiegato un cemento pozzolanico. La realizzazione della linea 5 ha richiesto di tutto: dal magrone C12/15 fino al calcestruzzo autocompattante ad alta resistenza. Una sfida per la logistica Anche prescindendo completamente dalle difficili condizioni di un cantiere sotterraneo e dagli elevati requisiti richiesti ai materiali da costruzione, lavorare in aree urbane è soprattutto una sfida logistica. Un cantiere in un’area urbana complica ulteriormente le già difficili condizioni ambientali, cosa che può ripercuotersi sulle forniture al cantiere stesso. Disponenti e addetti alla logistica devono, quindi, fare calcoli esatti per far arrivare puntualmente i materiali in cantiere e far sgomberare rapidamente le aree di trasbordo per le forniture successive. Inoltre, i cantieri urbani in genere non sono molto amati a causa delle loro emissioni, che vanno ad aggiungersi a quelle normali. Ma, nonostante tutti questi ostacoli, la prima tratta della linea 5 funziona bene già da un anno e contribuisce in modo efficace a facilitare l’accesso al territorio urbano di Milano. www.metro-5.com COMMITTENTE METRO 5 S.P.A. SOCIETÀ PARTECIPANTI ASTALDI S.P.A., ANSALDO STS S.P.A., TORNO GLOBAL CONTRACTING S.P.A., ANSALDO BREVA S.P.A., ALSTOM FERROVIARIA S.P.A. E ATM S.P.A. CEMENTO E CALCESTRUZZO (FORNITURA PARZIALE) HOLCIM ITALIA Pagina 23 Realizzazione res nd Figu ita Facts a anno di nasc , 3 dal 200 Holcim Foundation for sustainable construction 15 FINALISTI PER IL GLOBAL AWARD 2015 47 83 PUBBLICAZIONI SUL TEMA SOSTENIBILITÀ PROGETTI REALIZZATI Dimension edizione 30/2015 www.holcimfoundation.org NEXT GENERATION BRONZE GOLD 22.115 PROGETTI PRESENTATI SILVER Ogni tre anni vengono attributi prestigiosi riconoscimenti a progetti sul tema della sostenibilità. ACKNOW LEDGEMENTS 227 PREMI ATTRIBUITI INNOVATION Holcim Foundation for Sustainable Construction è stata creata nel 2003 per accrescere, a livello internazionale, la consapevolezza del ruolo che l’architettura, l’ingegneria e l’edilizia hanno nel supportare la costruzione di un futuro più sostenibile e nell’incoraggiare prospettive interdisciplinari e di ampio raggio. Produzione di calcestruzzo in cantiere, in montagna Schwägalp e Chäserrugg Due cantieri appena terminati con i manufatti al grezzo hanno dimostrato che il materiale roccioso di risulta può essere riciclato con successo per produrre calcestruzzo nei cantieri di montagna. Il procedimento offre grandi vantaggi, tanto economici quanto ecologici. Autore: Martin Grether Per i cantieri aperti sull’Altipiano svizzero, serviti da una buona viabilità, raramente i trasporti rappresentano un problema. Ma se i lavori sono da realizzare in sperdute regioni di montagna, l’accesso e l’accessibilità dei cantieri diventano fattori critici e le distanze incidono pesantemente sul costo dei trasporti. Per due cantieri aperti nell’estate 2014 in zone montuose, la Grob Kies AG di Lichtensteig ha presentato quindi una variante in corso d’opera per la produzione del calcestruzzo. In entrambi i casi l’impresa è partita dalla possibilità di riciclare il materiale roccioso proveniente dagli scavi effettuati in loco, elaborando così un’offerta economicamente interessante. Utilizzo del materiale presente in loco Uno dei due cantieri aperti era quello dell’albergo – il Berghotel – sulla Schwägalp, dal quale parte una funivia che porta sul monte Säntis. Tanto il volume dei materiali di risulta e il fabbisogno di calcestruzzo, quanto la qualità del materiale roccioso interessato deponevano a favore di un trattamento della roccia in loco. La selce presente in quell’area è una pietra dura che fornisce aggregati più che validi. “Per una questione di costi non potevamo installare un impianto completo di trattamento che ci fornisse tutti i 10 000 metri cubi di calcestruzzo necessari”, spiega Jacques Grob, amministratore, “ma avremmo fatto in modo che i compromessi che Vista dalla parete del Säntis sul cantiere del Berghotel Schwägalp. © Schällibaum AG stavamo attuando non pregiudicassero la qualità del prodotto.” Per questo decidemmo di usare solamente blocchi di roccia di grandi dimensioni e senza impurità; il materiale più sottile sarebbe stato messo in deposito per l’esecuzione dei successivi riempimenti. Con l’aiuto di martelli pneumatici i blocchi di roccia venivano prima rotti grossolanamente e poi frantumati per ottenere due granulometrie di aggregati, rispettivamente da 0 a 16 mm e da 16 a 32 mm; con l’aggiunta di sabbia naturale lavata, è stato possibile rispettare le specifiche dei materiali. “Infine, la qualità del conglomerato cementizio è determinata dai parametri del calcestruzzo fresco e da quelli del calcestruzzo indurito”, continua Grob. “Perciò abbiamo realizzato i primi provini con un anticipo tale da disporre, già prima dell’inizio dei lavori, di campioni con 28 giorni di indurimento, cosa che ci ha consentito di dimostrare l’idoneità del prodotto anche in relazione ad altre caratteristiche.” Così il calcestruzzo necessario, qualitativamente eccellente, è stato prodotto sul posto con materiale “di scarto”. I vantaggi Pagina 25 Realizzazione della soluzione adottata sono notevoli: i costi sono stati inferiori e anche l’ambiente ci ha guadagnato. Infatti, sono stati risparmiati circa 3.000 viaggi di camion e, di conseguenza, ben 210 tonnellate di CO2. Per lo Schwägalp, inserito nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale, questi numeri hanno un certo significato. E ci ha guadagnato anche l’estetica dell’opera: in un secondo momento le facciate di calcestruzzo dell’edificio sono state martellinate, così da rendere la pietra frantumata nuovamente visibile e il manufatto perfettamente in armonia con il colore dei blocchi di roccia del paesaggio. E l’effetto di continuità cromatica della costruzione con l’ambiente è ulteriormente amplificato dall’Optimo 4, un cemento che ha la stessa tonalità di grigio della pietra. Piccole quantità – grande lavoro Ancora più laboriosa è stata la costruzione del ristorante sul Chäserrugg, uno dei sette Churfirsten. Il cantiere, a circa 2.300 metri di altitudine, era accessibile solamente tramite funivia, non disponendo di collegamenti stradali. “Considerata la modesta quantità di calcestruzzo necessaria – appena 1.000 metri cubi – abbiamo dovuto trovare una soluzione “ad hoc” per la lavorazione della roccia asportata”, spiega Grob. Se si pensa ai requisiti del calcestruzzo, si può addirittura parlare di audacia, visto che si sarebbe dovuto iniziare a produrre il materiale già qualche giorno dopo l’inizio degli scavi. I parametri del calcestruzzo dopo 28 giorni si sarebbero potuti rilevare solamente a posteriori. Però, poiché la qualità della roccia – sedimentaria, stando alle indicazioni dell’atlante geologico – era comparabile a quella della Schwägalp, gli ingegneri e i fornitori di calcestruzzo decisero di affrontare insieme la temeraria impresa. I valori di resistenza, rilevati costantemente ogni due giorni, e quelli misurati dopo 28 giorni diedero loro ragione. L’“Alpin Resort Schwägalp” sostituirà l’attuale “Berggasthaus”. (Visualizzazione – Tom Schmid) Dimension edizione 30/2015 Il calcestruzzo dello zoccolo viene martellinato: il materiale ottenuto dalla roccia viene alla luce, in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Cemento via big bag Per arrivare fin là era stato tuttavia necessario portare fin sul Chäserrugg frantoi, miscelatori, sili e altre attrezzature. L’impianto di frantumazione era arrivato fino in cima sui propri cingoli in due giorni, superando pareti ripide e campi innevati, coadiuvato da un verricello. Ma mancava ancora una soluzione per il trasporto del cemento. Era impensabile portare fino in vetta le 300 tonnellate ne- Il frantoio e il vaglio sulla Schwägalp per la produzione di aggregati (Foto: Grob Kies AG). cessarie in sacchi da 25 kg utilizzando la teleferica. Imballi più grandi avrebbero dovuto essere resistenti alla pressione, onde consentire il travaso del materiale nel silo. Insieme al consulente Vendite di Holcim Svizzera, Arthur Hofer, fu trovata finalmente la soluzione: il cemen- Con il trattamento sul posto degli aggregati sono stati risparmiati circa 3000 viaggi di camion e, di conseguenza, ben 210 tonnellate di CO2. è stato prodotto solamente materiale con un’unica granulometria – da 0 a 32 mm. I requisiti normativi del calcestruzzo sono stati mantenuti grazie all’aggiunta di una determinata percentuale di sabbia naturale lavata. Anche il miscelatore installato si è rivelato una soluzione semplice, ma molto funzionale, poiché ha consentito di pesare e registrare esattamente i materiali di partenza usati per il calcestruzzo. Vantaggi sostanziali Entrambe le opere dimostrano che trattare il materiale presente in loco è possibile anche per piccoli quantitativi e in condizioni difficili. I notevoli vantaggi per l’economia e l’ecologia bilanciano il maggior sforzo compiuto a livello di progettazione. to sarebbe stato trasportato in big bag da una tonnellata l’uno, utilizzando la teleferica. “Attraverso l’apertura inferiore dei big bag era possibile scaricare il cemento direttamente nel silo o nel miscelatore senza usare l’aria compressa”, si compiace Arthur Hofer dell’idea innovativa. Per ridurre la roccia asportata in aggregati si è dovuto tener conto delle possibilità limitate dell’impianto, e di conseguenza •www.saentisbahn.ch/ gastronomie/berghotel- schwaegalp.html •www.chaeserrugg.ch IL BERGHOTEL SULLA SCHWÄGALP COMMITTENTE SÄNTIS-SCHWEBEBAHN AG, SCHWÄGALP ARCHITETTO E INGEGNERE (DAL PROGETTO PRELIMINARE) SCHÄLLIBAUM AG INGENIEURE UND ARCHITEKTEN, WATTWIL E HERISAU DIREZIONE DEI LAVORI AMMANN PARTNER AG ARCHITEKTUR + PLANUNG, STEIN IMPRESA EDILE CONSORZIO CON LA SLONGO AG, HERISAU, GIEZENDANNER AG, EBNAT-KAPPEL E WEBER AG, WATTWIL AGGREGATI E CALCESTRUZZI GROB KIES AG, LICHTENSTEIG CEMENTO HOLCIM (SVIZZERA) SA RISTORANTE CHÄSERRUGG COMMITTENTE TOGGENBURG BERGBAHNEN AG, UNTERWASSER ARCHITETTO HERZOG & DE MEURON, BASILEA INGEGNERE EDILE SCHÄLLIBAUM AG INGENIEURE UND ARCHITEKTEN, WATTWIL E HERISAU DIREZIONE DEI LAVORI GHISLENI PLANEN BAUEN GMBH, SAN GALLO IMPRESA EDILE CONSORZIO CON POZZI AG, WATTWIL, E KELLER AG TIEFBAU, NESSLAU AGGREGATI E CALCESTRUZZI GROB KIES AG, LICHTENSTEIG CEMENTO HOLCIM (SVIZZERA) SA Pagina 27 Realizzazione Espressivo e discreto Il nuovo circolo di un campo da golf nel Vorarlberg/A sor- prende per la sua forma espressiva che gli consente di integrarsi perfettamente nel paesaggio. Le rampe doppiamente arcuate che conducono da terra fino al tetto dell’edificio hanno richiesto un grande lavoro per l’allestimento delle armature e l’esecuzione del betonaggio. Autore: Martin Grether Quando si sente nominare ilVorarlberg si pensa immediatamente a colline, valli e alte vette, quasi mai a terreni pianeggianti. Ma dalla cittadina di Feldkirch inizia una pianura, creata dal Reno nel corso dei millenni, che diventa sempre più vasta via via che si procede verso il lago di Costanza. Su questo antico terreno coltivato, alcuni anni fa, nel comune di Rankweil, è sorto un campo da golf accuratamente progettato, che ora dispone anche di un circolo. Integrato nell’impianto sportivo È quasi implicito che un campo da golf nasca già con il suo circolo, ma quando si costruisce in diverse fasi e un vecchio edificio agricolo può dover fungere da “sede” temporanea, possono essere necessari anche un paio d’anni, affinché dei locali provvisori diventino una struttura definitiva. E a volte vale addirittura la pena di aspettare un po’ più a lungo, se così può nascere una soluzione attenta e ben ponderata. Wolfgang Mähr, ex stagista edile e progettista, nonché appassionato golfista, definisce così il suo compito: “La sfida consisteva nell’integrare la grande cubatura del circolo nel sensibile paesaggio di un campo da golf.” Per ottenere questo risultato, Mähr ha valutato attentamente il contesto in cui si sarebbe inserita la nuova costruzione, analizzando le varie possibili viste da e su di essa, per arrivare infine a progettare un edificio che si sarebbe integrato perfettamente nell’impianto sportivo esistente. L’obiettivo è stato raggiunto scegliendo, da un lato, una forma architettonica organica che richiamasse le Dimension edizione 30/2015 colline del campo, e realizzando, dall’altro, una sorta di argine sul lato della terrazza ristorante, atto a nascondere la maggior parte dei locali sottostanti. Ciò che colpisce sono soprattutto le due rampe ricoperte da un manto erboso che si elevano fino al tetto della costruzione e che, formando con questo un tutt’ uno, fanno sembrare la costruzione stessa una collina. “Molto importante, però, è anche il fatto che dal circolo si gode una vista praticamente illimitata del campo da golf”, sottolinea Wolfgang Mähr. Ciò è stato reso possibile dall’impiego di vetrate alte fino al soffitto, montate praticamente dappertutto. Soluzioni “ardite” per forme armoniche La forma organica e l’involucro arioso, leggero e trasparente dell’edificio, fanno quasi dimenticare che il volume degli interni del circolo è pur sempre di 6000 metri cubi. L’edificio non ospita solamente un ristorante, ma anche locali amministrativi, guardaroba, locali per i caddy e un garage sotterraneo. Guardando il tetto, ma soprattutto le rampe, si fatica a immaginare le difficoltà incontrate nel realizzare il garage, i locali tecnici e l’access core, che nell’edilizia che utilizza il calcestruzzo sono opere assolutamente normali. “Già la pendenza delle rampe rappresentava per noi una grossa sfida”, dice Günter Summer, che è stato direttore dei lavori di costruzione del nuovo edificio. “Soprattutto la realizzazione degli accessi al tetto era un progetto particolarmente ambizioso.” Entrambe le rampe, che si sviluppano senza giunti o soluzioni di continuità, portano da terra fin sopra il tetto, con un dislivello di circa sette metri e una pendenza di 26 gradi. “Per Il tetto e le due rampe formano insieme la “collina” del circolo (Foto: Günter König, Dornbirn). poter colare il calcestruzzo in modo sicuro in queste condizioni dovevamo inventarci qualcosa”, prosegue Günter Summer. Così l’impresa edile ebbe l’idea di suddividere le rampe in segmenti di quattro metri tramite l’impiego di inserti metallici a espansione, Questo procedere “per analogia” offriva il vantaggio di poter osservare il tutto costantemente e da diverse angolazioni e, quindi, la possibilità di ottimizzare in modo affidabile il procedimento. Ovviamente, anche con questa soluzione non è stato possibile rinunciare del tutto ai servizi di un ispettore. Vista la pendenza delle rampe, il calcestruzzo doveva essere sufficientemente rigido da non scivolare, anche se i tratti da gettare erano corti. Insieme verso il traguardo La collaborazione è stata una componente basilare di tutto il processo. Anche i progetti delle casseforme con le relative giunzioni erano stati approvati insieme, con la premessa di costi e benefici. Era importante la precisione, ad esempio, nel montaggio delle vetrate. Per questioni di scadenze le stesse vetrate avevano dovuto essere ordinate prima di togliere l’armatura del tetto, ma le loro dimensioni sono risultate esatte. L’unione fa la forza! eseguendo da sotto il betonaggio dei segmenti stessi in successione. Naturalmente il calcestruzzo si sarebbe dovuto produrre secondo una ricetta particolare: nonostante i segmenti delle rampe fossero corti, la loro pendenza richiedeva pur sempre un calcestruzzo che fosse sufficientemente rigido da non scivolare. Un’ulteriore difficoltà era che la parte inferiore delle rampe si sarebbe dovuta rifinire solamente tramite tinteggiatura e che, quindi, il beton avrebbe dovuto avere anche le caratteristiche del calcestruzzo a vista. Risolto brillantemente questo problema, ecco, alla fine, arrivare il punto più delicato: la giunzione delle rampe con il tetto necessitava di avere, tanto in verticale che in orizzontale, forme arrotondate, che garantissero l’effetto armonico voluto. Per la soluzione di questo problema le persone coinvolte nel progetto decisero di appoggiarsi alla loro manualità. Anziché calcolare i punti esatti di intervento con un programma 3D e fornire direttive, i progettisti, gli esperti di statica, le imprese costruttrici e i fornitori di casseforme decisero di affidarsi al lavoro di squadra e al loro “occhio”, mettendosi all’opera insieme direttamente sul manufatto per ottenere la forma definitiva delle casseforme. COMMITTENTE DR. RICHARD FISCHER, GOLFPARK RANKWEIL PROGETTAZIONE E ARCHITETTURA INTERNI PROGETTISTA E ARCHITETTO DI INTERNI WOLFGANG MÄHR, A-SCHLINS STATICA FRICK & SCHÖCH ZT GMBH, A-RANKWEIL ESECUZIONE DEI LAVORI E BETONAGGIO NÄGELE HOCH- UND TIEFBAU GMBH, A-RÖTHIS CALCESTRUZZO VORARLBERGER LIEFERBETON GMBH, A-NÜZIDERS CEMENTO HOLCIM (VORARLBERG) GMBH Pagina 29 Opere già in cantiere © AlpTransit Gotthard AG Dimension edizione 30/2015 HANS-PETER SCHWARZEN RESPONSABILE DEGLI IMPIANTI DI BETONAGGIO, ALPTRANSIT, TICINO L’AlpTransit è uno dei progetti svizzeri del secolo e uno dei maggiori a livello europeo per la tutela dell’ambiente. La nuova galleria ferroviaria aggiungerà un’importante pagina alla storia delle infrastrutture svizzere. Costruire in zone montuose non è una questione risolvibile da una persona sola; al contrario, servono teste capaci e maestranze ben preparate. Lo sa molto bene Hans-Peter Schwarzen, responsabile della centrale di betonaggio di Sigirino, Ticino. Se l’impianto si ferma, tutto il cantiere si blocca, e 400 persone sono costrette stare con le mani in mano. Scavare tunnel non è un lavoro facile, ma è certamente facile immaginare che gli addetti agli scavi in galleria siano una “specie” umana particolare. Questi uomini trascorrono la maggior parte della vita al buio, nel ventre della montagna, dove fa caldo, l’aria è irrespirabile, il lavoro è fisicamente molto faticoso. “Costruire gallerie è sempre una cosa affascinante”, dice Hans-Peter Schwarzen. Nella vita di questo ingegnere HTL tutto ruota intorno alla montagna. Nato a Zermatt, a quota 1600 m, dopo gli studi si trasferisce in pianura. Inizia lavorando alla Galleria della Vereina, poi passa a quella di base del Lötscherberg, finché Holcim gli chiede di diventare responsabile della centrale di betonaggio che avrebbe rifornito il Gottardo. Da quando Schwarzen accetta, assicura la propria disponibilità per 10 anni, 24 ore su 24. Al termine dei lavori – si prevede che la Galleria di base del Gottardo entri in funzione alla fine del 2016, mentre quella del Ceneri alla fine del 2019 – Hans-Peter Schwarzen e i suoi dieci impiantisti avranno prodotto e trasportato in cantiere oltre 1,8 milioni di metri cubi di calcestruzzo. Sono lavoratori migranti altamente qualificati e, man mano che i lavori avanzano, si spostano anche loro. Dapprima hanno fatto tappa a Faido e Bodio, quindi sono passati a Camorino, direzione Galleria di base del Ceneri, per approdare infine a Sigirino, dove hanno allestito una centrale di betonaggio. Non sempre hanno lavorato “in caverna”; del resto, non tutti sono adatti a scavare gallerie. Ma chi lavora per due o tre anni sempre nelle viscere della terra – si dice – finisce con il rimanerci per sempre. I minatori sono legati da un forte cameratismo. “In can- tiere convivono fino a 17 religioni“, dice Hans-Peter Schwarzen, “ma alla messa che si celebra il 4 dicembre in onore di Santa Barbara, patrona dei minatori, sono sempre tutti presenti, senza eccezioni”. Alla fine del 2016 Sigirino chiuderà, e l’ingegnere del Vallese tornerà a casa. Se tuttavia sarà attratto da un nuovo tunnel in costruzione, nemmeno il Cervino riuscirà a trattenerlo. BREVE PROFILO Dal 1995 Hans-Peter Schwarzen lavora come responsabile delle centrali di betonaggio di Holcim Svizzera in Ticino. Con i suoi 10 collaboratori ha prodotto, a Faido e Bodio, 1.3 milioni di metri cubi di calcestruzzo, mentre a Sigirino ne ha confezionati finora altri 220 000, destinati al cantiere dell’AlpTransit. Scavare tunnel non è un lavoro facile, ma è certamente facile immaginare che gli addetti agli scavi in galleria siano una “specie” umana particolare. Pagina 31 Holcim (Süddeutschland) GmbH Dormettinger Strasse 23 72359 Dotternhausen Germania Telefono +49 7427 79 0 Fax +49 7427 79 201 [email protected] www.holcim-sued.de Holcim (Svizzera) SA Hagenholzstrasse 83 8050 Zurigo Svizzera Telefono +41 58 850 68 68 Fax +41 58 850 68 69 [email protected] www.holcim.ch Holcim (Italia) S.p.A. Via Volta, 1 22046 Merone (co) Italia Telefono +39 031616111 Fax +39 031616250 [email protected] www.holcim.it