SESSUALITÁ E DISABILITÁ slide
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SESSUALITÁ E DISABILITÁ slide
SESSUALITÁ E DISABILITÁ Relazione svolta da: Valeria Krasnolobova Vanessa Rossi Vanessa Baracco La Sessualità E’ un’espressione fondamentale dell’essere umano che da un lato comprende l’attività procreativa, mentre dall’altro comprende tutte quelle attività della «vita amorosa» quali ad esempio: Baci Carezze Abbracci Igiene personale Relazione …quindi La sessualità è una capacità: • riproduttiva •emotiva, affettiva •cognitiva La sessualità non è solo genitalità Sigmund Freud (1856-1939) ha dimostrato che il coito non è l’unica manifestazione di sessualità e che la vita sessuale di una persona ha inizio fin dai primi momenti di vita. La sessualità viene negata ai disabili perché mancano o non corrispondono a specifiche regole sociali che vanno nel loro insieme a definire quando l' esercizio della sessualità viene accettato socialmente. Alla persona disabile non viene riconosciuto il diritto alla sessualità; proprio perché a livello sociale il binomio sessualità-disabilità non viene accettato ma anzi considerato come un qualcosa di estremamente inadeguato, pericoloso e negativo. ONU , 1993 Nel 1993 l'Assemblea Generale dell'ONU approvò un documento nel quale veniva riconosciuto a tutti i portatoti di handicap:”[…]la possibilità di vivere la propria sessualità, avere rapporti sessuali sperimentare la paternità o la maternità. Tenendo conto del fatto che le persone con disabilità potrebbero avere delle difficoltà nello sposarsi e nel mettere su famiglia, gli stati dovrebbero incoraggiare la messa a disposizione di un servizio di consulenza adeguato. Le persone con disabilità devono avere le stesse possibilità di accesso degli altri ai metodi della pianificazione familiare, ed anche a delle informazioni in forma accessibile sul funzionamento sessuale dei loro corpi.” Il disabile incontra poche possibilità di ascolto e confronto circa la sessualità soprattutto a causa della scarsa preparazione degli educatori e delle famiglie che risultano «chiusi rispetto alla sessualità», inoltre viene messo in secondo piano quello che è lo sviluppo affettivo ed emozionale del disabile. Logiche illogiche Modalità di pensiero funzionali ad evitare il problema. • Di negazione • Di rimozione • Di scarto Ostacolo superabile con un’alleanza forte → GENITORI – INSEGNANTI -BAMBINI La speranza Il bambino acquisisce sicurezza Strategia di crescita e formazione umana Si costruisce con la percezione e accettazione di sé (come persona, coppia, degli altri come interlocutori e della percezione degli eventi). La paura In riferimento all’atteggiamento educativo dell’adulto. Messaggi negativi inviati da genitori e insegnanti ai figli/allievi. Aspetti che incidono nelle modalità cognitive che il bambino adotterà. Necessaria e fondamentale una formazione professionale di qualità degli insegnanti per riconoscere tutte le tipologie di bisogni educativi. Corso di educazione alla sessualità del disabile per educatori scolastici ed extrascolastici. Come rapportarsi ai genitori: • Collaborazione attiva e positiva dei genitori e con essi. • L’educatore dovrà prestare attenzione agli argomenti da trattare. • Comunicare alle famiglie la modalità didattica su come verrà svolto il corso per i ragazzi. Come rapportarsi ai soggetti svantaggiati: • L’educatore deve spiegare cos’è la sessualità con modalità idonee • Deve essere convinto e credere in ciò che propone • Ambiente aperto , rassicurante • I ragazzi devono avere fiducia negli educatori • Non devono mettere la sessualità femminile in secondo piano rispetto alla maschile. Progetto di corso essenziale di informazioni ed educazione sessuale per i ragazzi disabili. • • • • Fondamentale andare per gradi Linguaggio semplice, alla portata di tutti Utilizzo di immagini, disegni Ripetere le stesse cose per una miglior comprensione Gli utenti del centro di fronte al sesso Situazioni di casi ripresi dal libro «Anch’io voglio crescere(1995)» legati alla realtà dei corsi di socializzazione della Cooperativa «Gaetano Barbieri», tratti da fatti realmente accaduti. Tematiche: famiglia , rapporti omosessuali ,casi particolari, i solitari e il fare l’amore. Analizziamo 2 casi : • Una mamma troppo presente • Lola Una mamma troppo presente Salvatore è un giovane down di 23 anni. È stato il primo utente del Centro. È un ragazzo con buone capacità ,figlio unico, il padre impiegato, la madre casalinga. Salvatore ha degli atteggiamenti talvolta di rifiuto a fare certe attività ed esercita una certa influenza su di un altro utente, Lando , al quale “ comanda” di fare questo e quello, come toccare il sedere delle educatrici, cosa che anche lui però, non disdegna , tanto che si è preso talvolta qualche schiaffo. Il suo rapporto con la madre è molto stretto. – Sai qual è l’età giusta per fare un figlio? - chiede. -No, quale ? - Trentanove anni come la mia madre. La coppia si è sposata in età avanzata e non ha altri figli. Salvatore tende molto a separare la vita a casa dalla vita nel Centro . A casa passa il suo tempo a fare i tappeti ed a esercitarsi con il flauto. Non guarda la Tv, salvo le telenovelas che la madre vuole che veda con lei. Ha atteggiamenti abbastanza intimi con gli altri ragazzi , soprattutto Down, ma , come dicevo prima , è interessato alle “forme” delle educatrici. Da alcuni discorsi e da una osservazione anche sommaria è palese il rapporto morboso e dominante della madre con lui. Per lui, minacciarlo di dire alla madre che ha fatto qualcosa di sconveniente , è la peggiore punizione. La madre non vuole che abbia atteggiamenti affettuosi, perché ciò non è da adulti , e soprattutto con gli altri maschi. È uno di quei casi in cui non si potrebbe escludere un rapporto intimo fra madre e figlio. Salvatore attualmente lavora come usciere. Qui siamo difronte ad un atteggiamento materno che arriva a qualunque passo pur di soddisfare il figlio ed è il caso ancor più esasperato del precedente, perché, non solo la madre vuole tenere sotto di sé il figlio , ma addirittura vuole condizionarlo nelle sue scelte, anche di tipo sessuale. Salvatore è riuscito ad ottenere una sua autonomia lavorativa, ma in realtà a che cosa gli serve se non può gestire liberamente la propria vita? Lola Lola ha attualmente 18 anni, è stata inserita nel Centro quando aveva 16 anni. La sua condizione familiare è molto difficile , vive con il padre e la madre che ha gravi disturbi psichici che alterano notevolmente le dinamiche familiari. Lola fa tutto velocemente, consuma tutto in maniera eccessiva, scrive , dipinge, fa operazioni a tempo di record. È piuttosto obesa e non ha il senso del pudore. Al mare quando è nell’acqua gli spallini non reggono assolutamente e spesso un seno enorme riappare dall’acqua. Gli educatori se ne sono fatti un problema , ma perché ? Forse perché è un fatto inconsapevole e non è una scelta ,ma ci potrebbe essere una ragazza disabile che va in topless sulla spiaggia? Forse perché è una nudità imbarazzante , perché non segue gli attuali canoni di bellezza? Talvolta non si mette le mutande ,e una sera al parco giochi saltando sul jumping è caduta a gambe per aria (Campo estivo, 1994). Lola è anche solita usare un linguaggio “colorito”, talvolta parlando anche con la madre. Una volta ha scritto durante l’attività libera del pomeriggio una sequela di espressioni riferite agli organi genitali sopra una tavoletta di legno. Lo scorso anno si è messa insieme a Martino, un ragazzo con ritardo mentale che frequenta il Centro, alto e magro. Le loro effusioni sono piuttosto “sostanziose”, lei si siede in collo a lui e lui non sa proprio dove mettere le mani! Dopo un certo periodo si sono lasciati , qualcuno ha malignato che forse Martino non ce la faceva più a tenerla cosi a collo! C’è stata cosi una parentesi con un altro ragazzo, con modalità similari. All’ultimo Campo estivo, però, essendo essente il secondo, si è ricostruita la coppia originaria con le medesime modalità , grandi baci e grandi… toccamenti, ma anche tanta tenerezza… “ Martino e Lola si sono rimessi insieme. Sono sulla Panchina. Li guardi e non distingui l’uno dall’altra. Poi la musica e via in un ballo che dà le ali , che rende leggiadri, che fa dimenticare quest’aspetto all’apparenza ridicolo, della coppia, lui secco e lungo , lei grassa e ridondante. Non credo però che nessuno l’abbia notato , perché insieme sembra che volino e si uniscano alle note che danzano leggere, dolci, romantiche. Lola sta lentamente sviluppando la propria sessualità e sta cercando di costruire dei rapporti affettivi, per ora non molto stabili, ma certamente ricchi di contenuti . Il suo rapporto con la madre non contribuisce certamente ad attenuare la sua ansia costante. Lola consuma e produce tutto rapidamente, per questo va aiutata e seguita nel suo esprimersi nella sfera affettiva e sessuale IL PROGETTO DI VITA PER LA PERSONA IN SITUAZIONE DI DISABILITA’ MENTALE: AIUTI DI QUALITA’ QUANDO L’ETA’ AVANZA. Per le persone disabili si stanno aprendo prospettive di vita stimolanti, nettamente in contrasto con le prognosi nefaste di qualche decennio fa. Si è però ancora poco attrezzati di fronte alle problematiche connesse all’aumento dell’età nei soggetti disabili. Dunque, molto spesso, la prospettiva di vita che aumenta, non si associa al mantenimento di adeguati livelli delle qualità stessa. Dunque si è arrivati a costruire un «PROGETTO DI VITA» Costruzione della quotidianità, del futuro rendendo protagonista il soggetto a prendere decisioni che lo accompagneranno nell’evolversi della sua storia; questo progetto si promette di intervenire sulla realtà, e non sfuggire da essa. Alla base di questo progetto, però, inizialmente bisogna tenere presenti i bisogni fondamentali dell’individuo disabile, definiti come 5 dimensioni in un “modello pentagonale”: • Il benessere fisico, inteso come stato di salute e di integrità sensoriale e motoria; • Il benessere materiale inteso da indicatori sociali come il reddito, le condizioni abitative, qualità dell’ambiente di vita, servizi, trasporti ecc; • Il benessere sociale valutato da un’ insieme di relazioni interpersonali in cui è inserito il soggetto, ed è uno strumento fondamentale per la salvaguardia del benessere individuale; • Il benessere emozionale facendo attenzione alle dimensioni psicologiche quali autostima e autoefficacia e alla eventuale presenza di psicopatologie; • Ed infine la funzionalità sociale intesa come una competenza del soggetto a ricoprire particolari ruoli sociali, come ad esempio il campo lavorativo, e dunque il suo adattamento all’ambiente e al contesto circostante. PROGETTO SENIOR Il progetto di vita è una proposta operativa promossa e sviluppata nel 1999 dal Centro socioeducativo “Francesca” di Urbino. UN’ATTIVITA’ SPERIMENTALE Qui di seguito viene riportato un’esperienza condotta dalla Dott.ssa Alessandra Barilocci. Per questo progetto di ricerca è stato preso in esame un campione di 20 soggetti divisi in due gruppi, uno sperimentale e l’altro di controllo. Il progetto è stato diviso in tre fasi: la prima costituita dalla somministrazione di una intervista strutturata per verificare il grado di conoscenza di tematiche a carattere sessuale. La seconda fase ha previsto un intervento educativo strutturato in un corso di educazione sessuale per il gruppo sperimentale. La terza fase ha costituito la verifica dell’apprendimento ricevuto nella seconda fase, riutilizzando l’intervista per entrambi i gruppi. La nostra società non può considerarsi civile se non si fa carico dei bisogni delle persone con disabilità: infatti non riuscire a coniugare l’aumento della prospettiva di vita con un mantenimento della qualità della stessa, è una condizione che una società civile, in quanto tale, non può assolutamente permettere che ciò si verifichi. E’ necessario, dunque, in una società ritenuta civile, integrare le diversità vedendole come una grande risorsa per il nostro vivere. Bibliografia • Canevaro, A. (2007), L'integrazione scolastica degli alunni con disabilita. Trent'anni di inclusione nella scuola italiana, Trento, Erickson (capp.16-22-23) • Mannucci, A., (1996), Peter Pan vuole fare l'amore: la sessualità e l'educazione alla sessualità dei disabili, Tirrenia, Pisa, Edizioni del Cerro.