Agenzia Regionale per l`Energia della Liguria ROBINWOOD
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Agenzia Regionale per l’Energia della Liguria ROBINWOOD La rivitalizzazione delle aree rurali attraverso uno sviluppo forestale integrato e sostenibile L’OPINIONE PUBBLICA REGIONALE E I PROPRIETARI PRIVATI DI APPEZZAMENTI RURALI E BOSCHIVI publica.SWG è un dipartimento di Swg, interamente dedicato alle pubbliche amministrazioni, alla comunicazione pubblica, alle multiutility, agli enti locali, all’associazionismo (economico, ambientale e sociale) e ai diversi soggetti che operano nel territorio. Trieste, agosto 2005 relazione Indice INTRODUZIONE 3 SINTESI DELLA RICERCA 5 L’operazione Robinwood: il percorso comunicativo come garanzia di consenso 5 La regione Liguria: un quadro d’insieme 6 La sensibilità alla questione ambientale e la percezione del patrimonio boschivo 6 ANALISI DEI RISULTATI 8 Ambiente e territorio: le priorità di intervento per il futuro della Liguria nella percezione dell’opinione pubblica 8 Il patrimonio boschivo 14 Il legno e la biomassa 23 Dinamiche insediative 29 LA SUDDIVISIONE TERRITORIALE 32 Le tre macro-zone 32 Le singole Comunità Montane importanti 33 I PROPRIETARI PRIVATI DI BOSCHI E APPEZZAMENTI RURALI 35 Profilo dei proprietari liguri 35 Gli appezzamenti boschivi/rurali privati 37 Il patrimonio forestale nella percezione dei proprietari privati di appezzamenti rurali e boschivi 40 2 METODOLOGIA 44 Parametri del campione 44 Introduzione All’interno del Programma di Iniziativa Comunitaria INTERREG IIIC zona SUD, si inserisce l’operazione Robinwood, cui la regione Liguria è capofila. La politica comunitaria di sviluppo rurale pone al centro delle politiche regionali la valorizzazione dei territori e delle specificità locali, attraverso il riconoscimento del valore del paesaggio agricolo e della qualità dei suoi prodotti e assegna al territorio rurale anche funzioni che esulano dalla mera produzione agricola, purché svolte in modo tale da tutelare e valorizzare l’ambiente naturale, nonché le tradizioni e le culture dei territori. Robinwood, in particolare, è un progetto finalizzato alla rivitalizzazione delle zone rurali e montane delle regioni che vi partecipano, attraverso la definizione di azioni in grado di attivare uno sviluppo forestale integrato e sostenibile. Azioni atte a rilanciare l’economia e, in modo sinergico, a valorizzare e tutelare il patrimonio forestale e boschivo dei territori; azioni, in altre parole, capaci di rendere le aree rurali, i patrimoni forestali e più specificamente la filiera del legno, motori di uno sviluppo socio-economico. Le regioni che partecipano al progetto Robinwood, condividono problematiche socio-economiche legate a: • dinamiche insediative di spopolamento delle zone rurali, le quali sono all’origine del degrado del patrimonio abitativo, dell’insostenibilità dell’erogazione dei servizi alle persone e della progressiva perdita di identità dei territori; • lenta crescita economica delle zone rurali, causa e conseguenza delle dinamiche insediative negative; • erosione del suolo e altri problemi di natura ambientale che portano a un degrado delle zone rurali e montane. Gli interventi finalizzati alla risoluzione di tali problematiche si inseriscono in un’azione complessiva di marketing territoriale finalizzato alla promozione delle regioni coinvolte. Il patrimonio forestale rappresenta il fulcro e il motore di tutta l’operazione, la quale punta, in particolare, a: 3 • la creazione di un processo a catena basato sull’impiego delle risorse boschive, in grado di rendere la filiera del legno fonte di sviluppo socio-economico; • l’adozione di nuove tecniche di sviluppo forestale (certificazione, nuove politiche, silvicoltura) derivanti dalla condivisione di conoscenze e competenze tra i diversi partner del progetto; • miglioramenti di natura idro-geologica, dalla prevenzione del dissesto alla limitazione dei rischi attuali di incendio ed erosione dei suoli; • promozione del legno e della biomassa come combustibili. I monitoraggi e gli studi sul territorio rappresentano uno snodo cruciale per la realizzazione degli obiettivi del progetto Robinwood e vanno nella direzione della conoscenza non solo dei territori (caratteristiche morfologiche, stato dei boschi e delle foreste, presenza di attività produttive, potenzialità economiche, ecc.), ma anche dell’opinione pubblica, ovvero del livello di conoscenza e condivisione dimostrato dai residenti nei confronti delle azioni e iniziative di gestione del patrimonio forestale previsti. In quest’ottica è stata avviata da publica.swg una ricerca multifocale finalizzata all’analisi dell’opinione ligure, dei proprietari privati di aree rurali e forestali e delle categorie economiche che operano nella filiera regionale del legno. Attraverso la verifica delle idee, delle percezioni e delle priorità avvertite, la ricerca intende rappresentare il primo passo verso la creazione di un percorso partecipativo e di comunicazione, in virtù del quale i cittadini e i vari attori sociali potranno essere attivamente informati e coinvolti nel processo di rivitalizzazione delle aree rurali regionali. Un primo passo, inoltre, verso la promozione del legno e della biomassa quale combustibili e, più in generale, verso una maggiore sensibilizzazione pubblica rispetto alle tematiche ambientali. Nel presente lavoro vengono esposti i risultati dell’indagine condotta tra l’opinione pubblica regionale. L’indagine è stata realizzata mediante interviste telefoniche all’interno di un campione rappresentativo della popolazione regionale maggiorenne secondo i parametri di sesso, età e zona di residenza. La costruzione e la numerosità del campione complessivo hanno permesso di analizzare i dati relativi, oltre che al dato medio regionale, ai seguenti segmenti campionari: • segmenti socio-demografici (suddivisione in base a sesso, età, scolarità, professione, provincia di residenza dell’intervistato) e residenti nel comune di Genova; • residenti nelle 10 Comunità Montane più importanti1 (considerate sia complessivamente che singolarmente) • residenti nelle 9 comunità montane rimanenti (considerate complessivamente) • residenti nelle zone complessivamente); • proprietari privati di boschi/appezzamenti rurali. costiere esterne alle comunità montane (considerate La strutturazione del questionario utilizzato per la conduzione delle interviste telefoniche ha consentito di monitorare l’opinione dei residenti per i seguenti ambiti tematici: AMBIENTE E TERRITORIO (campione complessivo): percezione delle priorità di intervento per il futuro della regione e della qualità della vita, con particolare attenzione per le tematiche e le criticità di natura ambientale e socio-economica; PATRIMONIO BOSCHIVO (campione complessivo): livello informativo e conoscenza delle caratteristiche morfologiche del territorio ligure; valutazioni e posizioni dell’opinione pubblica relativamente allo stato e agli impieghi del patrimonio forestale regionale; livello di fruizione di boschi e foreste; IL LEGNO E LA BIOMASSA (campione complessivo): propensione all’acquisto di prodotti in legno certificati; utilizzo del legno come combustibile; conoscenza della biomassa e dei suoi possibili utilizzi, percezione del costo della biomassa e propensione all’utilizzo; utilizzo effettivo della biomassa come combustibile. DINAMICHE INSEDIATIVE (residenti nelle zone situate al di fuori delle CM): propensione a trasferirsi nell’entroterra e fattori condizionanti; possesso e utilizzo di case nelle zone rurali. PATRIMONIO BOSCHIVO (campione dei proprietari privati di appezzamenti boschivi/rurali): dimensione, copertura boschiva, modalità di manutenzione e attività relative alla proprietà personale o di famiglia; individuazione dei settori da valorizzare e dei fattori limitanti per lo sviluppo del patrimonio forestale regionale; percezione degli atteggiamenti condivisi dai proprietari privati di boschi/appezzamenti rurali; partecipazione ai piani di creazione, gestione e utilizzo delle aree boschive. 4 1 Individuate in base alle indicazioni del Committente. Comunità montane considerate più rilevanti: Valle Arroscia (IM); Ingauna, Pollupice, Del Giovo, Val Bormida (SV); Valle Stura, Val Trebbia, Fontanabuona, Valli Aveto Graveglia Sturla (GE);Alta Val di Vara (SP). Sintesi della ricerca L’operazione Robinwood: il percorso comunicativo come garanzia di consenso L’operazione Robinwood trova in Liguria un clima di sensibilità ambientale favorevole, buon presupposto a una condivisione pubblica dei suoi obiettivi e delle sue modalità di intervento. L’impiego delle giuste leve comunicative e informative potrà migliorare la veicolazione del progetto in un contesto socio-economico recettivo; un contesto all’interno del quale lo stesso Robinwood può diventare leva e volano di consenso all’azione degli attori pubblici coinvolti nella gestione e nella realizzazione del progetto. A tal fine sarà, tuttavia, necessario realizzare un percorso comunicativo articolato e targetizzato, in grado di differenziare gli interventi tanto sul piano contenutistico, che su quello strumentale (scelta del canale informativo più adeguato). In quest’ottica, il percorso comunicativo dovrà puntare principalmente a: • la creazione di una visione del patrimonio forestale regionale come risorsa non solo ambientale, ma anche specificamente economica informazione come base di una nuova consapevolezza; • un concreto avvicinamento dei cittadini al patrimonio forestale, in termini non soltanto di interesse per le tematiche ad esso collegate, ma anche di propensione a un reale impegno nella tutela ambientale e nella manutenzione e cura dei boschi informazione come base di un nuovo impegno. A un livello generale si tratta di modificare il senso comune che oggi associa i boschi principalmente agli incendi e all’abbandono, sfruttando questa stessa sensibilità alle tematiche del degrado ambientale per sottolineare la necessità di intervenire sul patrimonio forestale e per dare rilievo al ruolo che la cura e la manutenzione dei territori forestali giocano nel più ampio quadro della tutela ambientale e dello sviluppo complessivo dell’area. Non solo, i dati emersi dall’indagine evidenziano un’opinione pubblica particolarmente recettiva su altri fronti, dall’impiego di fonti di energia pulite, cui non si accompagna un adeguato livello 2 informativo , alle potenzialità dell’impiego del legno come materia prima nella produzione di manufatti e prodotti certificati, fino allo sfruttamento del patrimonio forestale in chiave turistica. Si tratta inoltre di stimolare una partecipazione più attiva e concreta da parte dei residenti alla cura del territorio, per cui è necessaria la definizione di interventi e incentivi atti a stimolare, soprattutto nei proprietari privati di appezzamenti boschivi, un maggiore impegno nella cura e manutezione del patrimonio forestale. 5 Diversi sono i canali informativi da utilizzare, come diverse sono le modalità informative e le preferenze espresse dai diversi segmenti socio-demografici. Accanto ai canali più tradizionali e ad ampia diffusione (televisione, stampa), vanno considerati strumenti in grado di raggiungere target più specifici (internet ad esempio) e azioni particolari, tra cui iniziative indirizzate verso il mondo della scuola (campagne informative, laboratori didattici, visite guidate, ecc.), e azioni atte a rendere gli stessi boschi luoghi in grado di “raccontare” il territorio ligure e le sue peculiarità. la conoscenza dei vantaggi ambientali ed economici della biomassa, ad esempio, risulta ad oggi ancora poco approfondita e sostanzialmente intuitiva. 2 La regione Liguria: un quadro d’insieme La Liguria si presenta come una regione attraversata, da un lato, da dinamiche riconducibili al più vasto contesto nazionale in cui si inserisce, dall’altro da fenomeni peculiari rapportabili unicamente all’evoluzione socio-economica locale e alla morfologia del territorio. La preoccupazione di fondo per le prospettive economiche che caratterizza questa regione non stupisce: in tutto il paese il clima è dominato da una forte insoddisfazione per la situazione congiunturale attuale. In Liguria questo atteggiamento si traduce però in una specifica richiesta di interventi in ambito occupazionale e, più in particolare, di rilancio del settore turistico. Nella visione dei residenti, dal punto di vista economico, la Liguria ha bisogno oggi di nuovi incentivi alla creazione di uno spirito imprenditoriale forte, in grado agire da stimolo catalizzatore in un contesto regionale che deve fare i conti con profonde differenze territoriali (tra costa e entroterra) e con difficili dinamiche insediative e demografiche. Accanto alla prioritaria importanza del tema economico, l’agenda setting regionale si allarga ad includere la necessità di un miglioramento dei servizi sanitari e di una maggiore attenzione verso due categorie particolari: gli anziani e i giovani. La sensibilità dimostrata verso il tema dei giovani ben si inserisce nel quadro fin’ora delineato: essa si lega intimamente a una richiesta di maggiori prospettive di crescita, in particolare occupazionale. L’attenzione dedicata agli anziani, invece, appare fortemente connessa alle preoccupazioni nei confronti dell’invecchiamento della popolazione, considerato uno dei problemi socio-economici più rilevanti, nonché alla richiesta di miglioramento dei servizi sanitari al fine di garantire a questa categoria una migliore qualità della vita futura. I residenti rivolgono poi la loro attenzione alla questione ambientale, dimostrando una forte sensibilità verso un tema che, spesso, viene considerato secondariamente. E’ chiaro, dal quadro delle priorità individuate dai cittadini, che in Liguria il tema della tutela ambientale riveste una notevole importanza, tale da costringere in secondo piano altre questioni considerate solitamente con maggiore urgenza, quali la mobilità, i servizi sociali alle persone e, soprattutto, la sicurezza e l’ordine pubblico. Non solo, l’agenda setting che emerge dall’indagine individua la necessità di un modello di sviluppo territoriale peculiare, fondato sulla valorizzazione delle risorse e del capitale umano locali. L’obiettivo di ripopolamento delle aree rurali e montane verso cui il progetto Robinwood tende, nella più ampia prospettiva di una rivitalizzazione e valorizzazione dell’entroterra ligure, risulta una meta difficile, ma non impossibile. La propensione complessivamente dimostrata dai residenti delle zone costiere al trasferimento nell’entroterra è molto bassa e in molti casi resa nulla da fattori incondizionabili e immutabili (radicamento alla terra di origine, legame con il mare, posizione professionale stabile, legami familiari, ecc.). Emergono, tuttavia, in alcuni segmenti (fasce di giovani fino a 34 anni) degli elementi in grado di incentivare la propensione a lasciare le zone costiere per l’entroterra: maggiori opportunità lavorative e maggiori occasioni di trovare un’abitazione a condizioni vantaggiose, rappresentano fattori su cui fare leva al fine di incrementare le dinamiche insediative dei giovani verso l’interno. 6 La sensibilità alla questione ambientale e la percezione del patrimonio boschivo Lo stato dei boschi e delle foreste della regione occupa una posizione di rilievo tra le tematiche ambientali su cui si focalizza l’attenzione dei cittadini: secondo l’opinione pubblica ligure la prevenzione degli incendi boschivi è la prima azione da intraprendere da un punto di vista ambientale. Gli incendi rappresentano infatti, insieme all’abbandono, il primo fattore cui gli intervistati associano i boschi della propria regione. A dominare la percezione del patrimonio forestale sono, dunque, due immagini negative alle quali si lega un giudizio non positivo sullo stato attuale dei boschi e delle foreste, che i cittadini imputano a un’insufficiente cura e manutenzione se non, addirittura, a una condizione di completo abbandono. Alla negatività di queste valutazioni, tuttavia, si contrappone una visione differente: i cittadini guardano al patrimonio forestale della propria regione come una risorsa in grado di contrastare lo stesso degrado del territorio aggravato dallo stato di abbandono delle aree rurali; una risorsa in grado di tradursi in un punto di forza del territorio qualora adeguatamente utilizzata. In questo senso i boschi vengono visti come un bene da curare, mantenere ed eventualmente ampliare, al fine di contenere e prevenire il dissesto idro-geologico e di consentire la tutela della biodiversità. Se da un lato questa percezione rivela la consapevolezza del valore che il patrimonio forestale può rivestire dal punto di vista della sicurezza e della tutela ambientale, dall’altro essa evidenzia anche la mancanza di un riconoscimento delle potenzialità più specificamente economiche del. Sebbene non completamente ignorate, tali potenzialità non risultano ancora sufficientemente considerate dall’opinione pubblica regionale. Si tratta di aspetti ad oggi presi in considerazione solo parzialmente e messi maggiormente in rilievo da segmenti specifici della popolazione (residenti nelle Comunità Montane e proprietari di boschi e/o appezzamenti rurali), coinvolti più da vicino nelle questioni legate allo stato e alla gestione delle aree rurali e del territorio forestale. A seconda della zona di residenza e del coinvolgimento diretto nella gestione di terreni boschivi, infatti, diversa è la prospettiva dalla quale i cittadini guardano al patrimonio boschivo regionale: i residenti nelle zone costiere e, in particolare i più giovani, dimostrano nei confronti della questione un approccio più generico e per così dire naturalistico, in virtù del quale i boschi e le foreste sono considerate innanzi tutto come il luogo della conservazione della biodiversità e del contenimento del dissesto idro-geologico; sono gli abitanti dell’entroterra e i proprietari di appezzamenti boschivi a guardare con più attenzione agli sbocchi economici legati all’impiego dei boschi e delle foreste. Questa situazione è, almeno in parte, rapportabile a un deficit informativo che caratterizza l’opinione pubblica ligure: i cittadini si sentono poco informati riguardo allo stato dei boschi e delle foreste della propria regione e in molti casi sottostimano l’ampiezza del territorio forestale. Ma quello dell’opinione pubblica appare un terreno fertile sul quale intraprendere interventi informativi mirati alla creazione di una maggiore consapevolezza delle potenzialità che il patrimonio forestale può rappresentare per tutto il sistema socio-economico della regione. In questa direzione dovrebbe procedere e a questo dovrebbe puntare la veicolazione mediatica del progetto Robinwood: la percezione del patrimonio boschivo come ricchezza del territorio, va maggiormente ancorata alla consapevolezza delle potenzialità che tale patrimonio rappresenta in quanto fonte di ricchezza, in grado di stimolare lo sviluppo del territorio nel rispetto dell’ambiente. 7 Analisi dei risultati Ambiente e territorio: le priorità di intervento per il futuro della Liguria nella percezione dell’opinione pubblica Le indicazioni relative alle priorità di intervento per il futuro della regione e ai principali problemi socio-economici che interessano la realtà locale delineano in Liguria un quadro piuttosto interessante entro il quale si situano: • una preoccupazione di fondo per la situazione economica regionale e per il futuro del settore turistico; • una particolare attenzione verso il miglioramento dei servizi sanitari; • una particolare sensibilità verso il tema della tutela ambientale; • una richiesta di maggiore attenzione verso i giovani e gli anziani. L’importanza rivestita da tali ambiti è tale in regione da porre in ombra alcune questioni solitamente percepite con urgenza, come i servizi sociali alle persone e la sicurezza e l’ordine pubblico. Anche il miglioramento della viabilità e dei trasporti, fatta eccezione per alcuni segmenti, appare rivestire un’importanza relativamente secondaria. Nella percezione dell’opinione pubblica, la realtà socio-economica regionale appare poco dinamica, limitata da un lato dalla mancanza di spirito imprenditoriale e dalle difficoltà del settore turistico, dall’altro da dinamiche demografiche e insediative negative (invecchiamento della popolazione e spopolamento delle zone rurali e montane), cui si lega un’inefficienza dei servizi ai cittadini nell’entroterra. Le preoccupazioni di natura economica si accompagnano a una forte richiesta in termini di sviluppo, uno sviluppo che sia in grado di porre rimedio alla disoccupazione, considerata il principale problema socio-economico della regione, e che passi anche attraverso un rilancio del turismo, settore considerato in crisi da circa un quinto della popolazione. La sensibilità dimostrata dall’opinione pubblica regionale per la tutela dell’ambiente e del territorio risulta piuttosto elevata. In tale ambito i liguri dimostrano una sensibilità per così dire a 360 gradi. 3 Se la prevenzione degli incendi boschivi risulta l’azione considerata in assoluto prioritaria (indicata da circa il 50% degli intervistati), l’attenzione dell’opinione pubblica è rivolta non solo alla cura e alla manutenzione dei boschi, ma anche alla tutela delle zone costiere e dell’ambiente marino e alla riduzione dell’inquinamento, tutte azioni citate da circa un terzo dei rispondenti. A indicare la necessità di valorizzare le aree rurali dell’entroterra è poi circa un rispondente ogni quattro. Gli investimenti in fonti energetiche pulite e la promozione del turismo ambientale risultano azioni complessivamente meno considerate, tuttavia il livello di attenzione dedicato a tali tematiche (vengono citate rispettivamente dal 19% e dal 13% dei rispondenti) fa presupporre l’esistenza di un atteggiamento innovativo e lungimirante, proiettato verso forme di sviluppo socio-economico integrato e sostenibile. 8 La qualità della vita riferita al comune di residenza ottiene in regione un voto più che sufficiente (6,8 in una scala da 1 a 10), migliore di quello rilevato nel corso di un’indagine svolta da SWG in Liguria a gennaio. Alcune variabili socio-professionali incidono su tale valutazione: appaiono significativamente più soddisfatti, con voti che superano il 7 (scala 1-10), i lavoratori autonomi, i residenti nella provincia di Savona e gli abitanti delle Comunità Montane importanti (CMI4); sono invece sottomedia, con votazioni in ogni caso superiori al 6,6, gli over 64 e i pensionati. 3 non escludiamo che l’attenzione rivolta a questo fenomeno risulti in parte accentuata dal periodo dell’anno in cui è stata condotta la rilevazione; d’estate, infatti, il problema degli incendi boschivi è significativamente più rilevante e come tale viene anche ad avere un rilievo mediatico significativamente più elevato che nel resto dell’anno. 4 Comunità montane considerate più rilevanti, in base alle indicazioni del Committente, ovvero: Valle Arroscia (IM); Ingauna, Pollupice, Del Giovo, Val Bormida (SV); Valle Stura, Val Trebbia, Fontanabuona, Valli Aveto Graveglia Sturla (GE);Alta Val di Vara (SP). La caratteristiche socio-demografiche del campione incidono fortemente anche sulla percezione delle priorità e delle problematiche che interessano la regione. La sensibilità dei rispondenti relativamente alle tematiche di natura economica risultano influenzate soprattutto dalla condizione professionale, dal titolo di studio, dall’età e dalla provincia di residenza: • il rilancio economico e occupazionale viene messo maggiormente in rilevo dai lavoratori dipendenti5 e dai residenti a Genova; • il rilancio del turismo è citato in misura superiore dai soggetti al di sotto dei 44 anni, dai lavoratori autonomi e dipendenti, dagli studenti e dai residenti nelle province di Imperia; • la mancanza di spirito imprenditoriale viene maggiormente denunciata dai 35-44enni, dai soggetti a scolarità medio e alta, dai lavoratori autonomi e dipendenti e dai residenti nel comune di Genova. In diversi segmenti (25-34enni, soggetti a scolarità medio-alta e lavoratori dipendenti) emerge, dunque, un chiaro legame tra la richiesta di sviluppo economico e la necessità di rilanciare il settore turistico e di stimolare lo spirito imprenditoriale al fine di garantire alla Liguria un futuro economico migliore. Un altro aspetto che appare focalizzare maggiormente l’attenzione in determinati segmenti è il miglioramento della viabilità e dei trasporti, che complessivamente occupa una posizione intermedia nella gerarchia delle priorità indicate dai residenti per il futuro della regione. L’ambito della mobilità focalizza maggiormente l’attenzione degli uomini, dei 35-44enni, dei soggetti con un livello di istruzione medio-alto e delle categorie di lavoro autonomo e dipendente. La percezione delle dinamiche demografiche e insediative risulta condizionata dalla zona di residenza degli intervistati: l’invecchiamento della popolazione preoccupa in misura significativamente maggiore i residenti nella provincia e nel comune di Genova, mentre lo spopolamento delle zone rurali è un problema più avvertito dai residenti nelle Comunità Montane. La sensibilità verso il tema della tutela ambientale risulta leggermente più elevata tra i giovani (18-24 anni), gli studenti e i proprietari privati di boschi o appezzamenti rurali, in particolare se diretti possessori di terreni (proprietà personale o del coniuge/compagno). L’atteggiamento di fondo di questi tre segmenti è tuttavia differente. I giovani e gli studenti dimostrano una sensibilità ambientale che prescinde dal fatto di essere direttamente coinvolti nella questione e un approccio in un certo senso più idealistico: la riduzione di ogni forma di inquinamento rappresenta l’azione da intraprendere prioritariamente dal punto di vista ambientale e accanto a ciò è significativamente superiore rispetto al dato medio l’attenzione rivolta alla tutela della biodiversità. Più pratico e determinato dal diretto coinvolgimento nella questione è invece l’atteggiamento dei proprietari di boschi, i quali risultano maggiormente preoccupati per il declino delle attività agricole e vivaistiche e ritengono prioritaria una serie di azioni indirizzate alla cura e alla valorizzazione dei boschi, nonché alla rivitalizzazione delle aree rurali dell’entroterra. ***** Legenda alla lettura delle tabelle di confronto : dato medio = dato medio relativo al campione complessivo CMi = dato medio relativo alle Comunità Montane importanti 9 CMmi = dato medio relativo alle Comunità Montane meno importanti Zone fuori da CM = dato medio relativo alle zone non incluse nelle Comunità Montane Proprietari 1 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: possiedono in prima persona (o possiede il coniuge/compagno/a) un appezzamento rurale/boschivo Proprietari 2 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: figli/nipoti di proprietari di un appezzamento rurale/boschivo 5 Con lavoratori dipendenti si intende la categoria di lavoro dipendente con mansioni impiegatizie non operaie. Quale tra le cose che le elenchero' e' fondamentale per il futuro della Liguria? Dato medio un forte rilancio economico e occupazionale 53 il rilancio del turismo 34 un miglioramento dei servizi sanitari 33 una maggiore attenzione agli anziani 29 una maggiore attenzione ai giovani 27 la tutela dell'ambiente 25 il miglioramento della viabilita' e dei trasporti 23 i servizi sociali alle persone 15 la sicurezza e l'ordine pubblico 9 un incremento delle attivita' culturali 4 altro 1 non sa/non risponde 1 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili Quale tra le cose che le elenchero' e' fondamentale per il futuro della Liguria? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM un forte rilancio economico e 21 19 20 21 21 22 occupazionale 10 il rilancio del turismo 14 13 12 14 12 19 un miglioramento dei servizi sanitari 13 13 15 13 13 9 una maggiore attenzione agli anziani 11 13 14 10 13 5 una maggiore attenzione ai giovani 11 9 12 11 11 7 la tutela dell'ambiente 10 10 10 10 11 13 il miglioramento della viabilita' e dei trasporti 9 9 7 9 9 12 i servizi sociali alle persone 6 7 6 6 7 7 la sicurezza e l'ordine pubblico 4 3 1 4 2 3 un incremento delle attivita' culturali 2 2 2 2 1 2 altro 1 1 1 0 1 0 non sa/non risponde 1 2 4 1 2 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Pensi ora alla situazione socio-economica complessiva della sua regione. Quale tra quelli che le elenchero' e' il problema che bisogna affrontare prioritariamente? Dato medio disoccupazione 47 invecchiamento della popolazione 33 spopolamento delle zone rurali e montane 30 mancanza di spirito imprenditoriale 22 crisi del turismo 21 inefficienza dei servizi ai cittadini nell'entroterra 20 l'inadeguatezza delle infrastrutture 18 declino delle attivita' agricole e vivaistiche 18 bassa capacita' attrattiva e competitiva dei prodotti liguri 11 carenza di servizi alle imprese 10 altro 1 non sa/non risponde 2 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili Pensi ora alla situazione socio-economica complessiva della sua regione. Quale tra quelli che le elenchero' e' il problema che bisogna affrontare prioritariamente? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM 11 disoccupazione 20 19 21 20 18 19 invecchiamento della popolazione 14 13 11 15 12 14 spopolamento delle zone rurali e montane 13 15 14 12 14 14 mancanza di spirito imprenditoriale 10 7 8 11 9 12 crisi del turismo 9 9 11 8 9 7 inefficienza dei servizi ai cittadini nell'entroterra 9 11 9 8 12 5 l'inadeguatezza delle infrastrutture 8 7 8 8 6 9 declino delle attivita' agricole e vivaistiche 8 8 8 7 10 10 bassa capacita' attrattiva e competitiva dei prodotti liguri 5 7 4 4 5 6 carenza di servizi alle imprese 4 4 6 4 5 4 altro 1 0 0 1 0 0 non sa/non risponde 2 2 2 2 1 1 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Dal punto di vista piu' specificamente ambientale, secondo lei, quale tra le seguenti azioni bisognerebbe adottare prioritariamente nella sua regione? Dato medio prevenzione degli incendi boschivi 52 cura e manutenzione dei boschi e delle foreste 37 riduzione dell'inquinamento (acustico, dell'aria, del suolo) 36 tutela delle coste e del mare 32 valorizzazione delle aree rurali dell'entroterra 27 investimenti in fonti energetiche pulite/rinnovabili 19 prevenzione/limitazione del dissesto idro-geologico 19 promozione del turismo ambientale 13 tutela della biodiversita' (varieta' di specie vegetali e animali) 6 azioni che contrastano l'erosione dei suoli 5 non sa/non risponde 1 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili Dal punto di vista piu' specificamente ambientale, secondo lei, quale tra le seguenti azioni bisognerebbe adottare prioritariamente nella sua regione? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM prevenzione degli incendi 21 23 19 21 20 21 boschivi 12 cura e manutenzione dei boschi e delle foreste 15 19 15 14 18 14 riduzione dell'inquinamento (acustico, dell'aria, del suolo) 14 13 14 15 11 11 tutela delle coste e del mare 13 10 13 14 12 16 valorizzazione delle aree rurali dell'entroterra 11 11 14 10 16 14 investimenti in fonti energetiche pulite/rinnovabili 8 8 7 8 7 5 prevenzione/limitazione del dissesto idrogeologico 8 8 9 7 7 8 promozione del turismo ambientale 5 5 4 6 4 6 tutela della biodiversita' (varieta' di specie vegetali e animali) 2 2 2 3 2 3 azioni che contrastano l'erosione dei suoli 2 2 4 2 3 1 non sa/non risponde 1 3 1 1 2 4 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Nel complesso, utilizzando un voto che va da 1 (min) a 10 (max) come giudica la qualita' della vita nel comune in cui lei risiede? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM 1 2 2 1 2 3 0 2 1 1 0 1 0 0 3 2 1 3 2 4 0 4 3 4 1 2 3 2 5 11 9 17 11 10 7 da 1 a 5 18 16 22 18 20 10 6 17 12 15 19 13 20 7 30 30 36 29 27 41 8 24 27 20 24 25 22 9 6 8 4 5 5 4 10 5 6 4 5 9 3 da 7 a 10 65 71 63 63 67 71 non sa/ non risponde 1 1 0 1 1 2 6,8 7,0 6,7 6,8 6,9 7,0 Voto medio (1-10): dati riportati a 100 in assenza di non risposte 13 Il patrimonio boschivo LA PERCEZIONE DEL PATRIMONIO BOSCHIVO La percezione del patrimonio boschivo e forestale della regione è dominata dalle immagini negative dell’abbandono e degli incendi, entrambi aspetti citati da percentuali di rispondenti nettamente superiori al 40%. In secondo luogo, quasi un terzo dei rispondenti associa i boschi alla natura, mentre circa un quinto del campione li collega ai parchi e alle aree protette. Significativamente minoritaria, invece, l’associazione del patrimonio boschivo alle attività economiche ad esso collegato (9%). La percezione varia significativamente all’interno dei diversi segmenti monitorati, portando alla luce un’ampia varietà di visioni: • tra i soggetti al di sopra dei 64 anni, i soggetti poco scolarizzati, i pensionati la percezione appare dominata dall’immagine dell’abbandono; • gli incendi rappresentano invece la prima associazione tra i 35-34enni e i laureati; • la natura, pur non dominando in assoluto, risulta maggiormente collegata ai boschi dai 25-34enni, dai lavoratori dipendenti e dai residenti nella provincia di La Spezia; • i parchi e le aree protette vengono significativamente più citati dai giovanissimi e dagli studenti, confermando l’approccio “naturalista” di questi segmenti alle questioni ambientali. Poco determinante in questa prima percezione dei boschi e delle foreste risulta invece il fatto di risiedere nell’entroterra o sulla costa, nonché il livello informativo sullo stato del patrimonio boschivo regionale. Legenda alla lettura delle tabelle di confronto : dato medio = dato medio relativo al campione complessivo CMi = dato medio relativo alle Comunità Montane importanti CMmi = dato medio relativo alle Comunità Montane meno importanti Zone fuori da CM = dato medio relativo alle zone non incluse nelle Comunità Montane Proprietari 1 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: possiedono in prima persona (o possiede il coniuge/compagno/a) un appezzamento rurale/boschivo Proprietari 2 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: figli/nipoti di proprietari di un appezzamento rurale/boschivo 14 Parliamo ora dei boschi e delle foreste della sua regione. Lei associa i boschi liguri prevalentemente: Dato medio all'abbandono 49 agli incendi 43 alla natura 31 ai parchi e aree protette 22 alle attivita' economiche legate ai boschi e alla filiera del legno 9 nessuna di queste 1 non sa/non risponde 1 somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili Parliamo ora dei boschi e delle foreste della sua regione. Lei associa i boschi liguri prevalentemente: CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM all'abbandono 32 33 34 31 36 24 agli incendi 28 28 30 28 30 31 alla natura 20 20 21 20 17 26 ai parchi e aree protette 14 13 11 15 12 12 alle attivita' economiche legate ai boschi e alla filiera del legno 6 6 2 6 5 7 nessuna di queste 0 0 1 0 0 0 non sa/non risponde 1 1 1 1 0 1 dati riportati a 100 in assenza di non risposte IL LIVELLO INFORMATIVO E GLI STRUMENTI PER RICEVERE INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO BOSCHIVO Per quanto riguarda il livello informativo sullo stato dei boschi e delle foreste della Liguria, la grande maggioranza dei residenti (64%) dichiara di essere poco o per niente informata. Risultano maggiormente al corrente delle questioni legate al patrimonio forestale gli uomini, i soggetti più anziani, i lavoratori autonomi e i pensionati, gli abitanti delle principali Comunità Montane e, come prevedibile, i proprietari di boschi o appezzamenti rurali, in particolare quelli che possiedono personalmente un terreno. Al contrario, il livello informativo percepito risulta significativamente inferiore alla media tra i 18-24enni, gli operai, gli studenti e le casalinghe. La scelta dei canali attraverso i quali ricevere informazioni riguardo al patrimonio boschivo regionale privilegia la televisione (64% di preferenze) e la stampa (52%), lasciando in ombra tutti gli altri strumenti proposti, fatta eccezione, all’interno di alcuni segmenti (18-34enni, laureati, studenti, lavoratori autonomi e impiegati), per internet. La preferenza rivolta ai giornali è significativamente più elevata tra i giovanissimi, i 45-54enni, i lavoratori dipendenti con mansioni di ufficio e gli studenti; la televisione, invece, raccoglie maggiore favore tra gli over 55, i soggetti poco scolarizzati e i pensionati. 15 Lei si sente molto, poco o per niente informato riguardo allo stato dei boschi e delle foreste della sua regione? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM molto 11 14 11 10 14 14 abbastanza 25 26 20 25 29 20 poco 50 48 54 50 43 55 per niente 14 12 15 15 14 11 non sa/non risponde 0 1 1 0 0 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Attraverso quale tra i seguenti canali preferirebbe ricevere maggiori informazioni riguardo ai boschi e alle foreste della sua regione? Dato medio televisioni 64 giornali 52 internet 12 manifesti 11 volantini 9 sportelli informativi 8 convegni 6 newsletter 5 radio 2 altro 1 nessuno perche' non e' interessato 2 non sa/non risponde 2 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili Attraverso quale tra i seguenti canali preferirebbe ricevere maggiori informazioni riguardo ai boschi e alle foreste della sua regione? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM televisioni 37 37 40 37 41 28 giornali 30 32 29 30 30 30 internet 7 6 4 8 4 11 manifesti 7 7 7 7 7 9 volantini 5 5 7 5 4 7 sportelli informativi 5 4 5 5 3 5 convegni 3 3 4 3 5 6 newsletter 3 2 2 3 3 2 radio 1 1 1 1 1 0 altro 1 1 1 1 1 0 nessuno perche' non e' interessato 1 3 1 1 1 0 non sa/non risponde 2 2 4 1 2 3 dati riportati a 100 in assenza di non risposte 16 IL PATRIMONIO BOSCHIVO: CONOSCENZA, VALUTAZIONE, INDIVDUAZIONE DEGLI UTILIZZI, FRUIZIONE Più del 40% di residenti non è in grado di stimare la percentuale di territorio regionale ricoperta da boschi e foreste e solo un rispondente su cinque indica la risposta corretta (tra il 60 e il 70%). Complessivamente è pari al 27% la quota dei rispondenti che sottostima l’ampiezza della copertura forestale. Tra coloro che dimostrano una conoscenza precisa dell’estensione del patrimonio boschivo regionale risultano sovra-rappresentati gli uomini, i soggetti tra 35 e 44 anni e i lavoratori autonomi e dipendenti non operai. Una volta informati in merito alle principali caratteristiche morfologiche del territorio ligure tra cui l’ampiezza e la varietà della copertura boschiva, gli intervistati si dividono equamente in quanti vorrebbero l’estensione del territorio forestale mantenuta com’è o ulteriormente ampliata e non si segnalano differenze sostanziali tra i segmenti monitorati, fatta eccezione per una maggiore propensione da parte dei lavoratori autonomi a un mantenimento dell’estensione attuale. La propensione a una riduzione del patrimonio boschivo risulta, invece, assolutamente minoritaria. Le motivazioni fornite a sostegno di un ampliamento del territorio forestale vanno principalmente in due direzioni: • il contenimento del dissesto idrogeologico; • la tutela della biodiversità. Il patrimonio forestale viene dunque considerato come un’importante risorsa per la regione, una risorsa che va mantenuta, o addirittura incentivata al fine tutelare le ricchezze e le varietà floreali e faunistiche e al fine di garantire la sicurezza del territorio. La tutela della biodiversità viene maggiormente sottolineata dai rispondenti più giovani (under 34), a conferma, ancora una volta, dell’atteggiamento che questo segmento mantiene nei confronti delle questioni ambientali. Il contenimento del degrado ambientale trova invece percentuali significativamente più elevate di rispondenti tra i soggetti di scolarità media e alta e tra i lavoratori dipendenti non operai. Solo a un secondo livello, coloro che si esprimono a favore di una maggiore estensione delle aree forestali rivolgono la propria attenzione alle potenzialità produttive del patrimonio boschivo, auspicando l’incentivazione delle coltivazioni boschive e delle attività economiche legate alla filiera del legno (produzione di legname destinato alle costruzioni, all’artigianato e alla produzione di combustibile). Lei saprebbe dirmi (indicativamente) quanta parte del territorio ligure in percentuale e' ricoperto da boschi e foreste? Dato medio 17 meno del 25% 1 tra il 25 e il 50% 15 tra il 50 e il 60% 11 tra il 60 e il 70% 19 piu' del 70% 11 non sa/non risponde 43 Lei saprebbe dirmi (indicativamente) quanta parte del territorio ligure in percentuale e' ricoperto da boschi e foreste? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM meno del 25% 2 4 3 2 2 3 tra il 25 e il 50% 26 19 27 27 25 15 tra il 50 e il 60% 20 15 23 21 16 29 tra il 60 e il 70% 33 40 28 32 33 35 piu' del 70% 19 22 19 18 24 17 non sa/non risponde 44 47 41 43 41 31 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Secondo lei l'ampiezza del territorio forestale della Liguria dovrebbe venir: CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM ridotta 6 5 10 6 8 10 mantenuta cosi' com'e' 47 49 40 47 45 43 aumentata, con la creazione di nuove aree boschive 47 45 50 46 47 46 non sa/non risponde 2 3 2 3 0 1 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Per quale dei seguenti motivi, secondo lei, l'ampiezza del territorio forestale della Liguria dovrebbe venir aumentata? Dato medio per contenere il dissesto idro-geologico 53 per creare piu' parchi e tutelare la biodiversita' 50 per incentivare le coltivazioni boschive (frutti di bosco, funghi, castagne, ecc.) 29 per incentivare le attivita' socio-economiche legate al legno (costruzioni, energia rinnovabile, artigianato) 20 nessuno di questi 1 non sa/non risponde 1 somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili rispondenti quanti hanno risposto “aumentata” alla domanda precendente 18 Per quale dei seguenti motivi, secondo lei, l'ampiezza del territorio forestale della Liguria dovrebbe venir aumentata? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM per contenere il dissesto idro-geologico 35 32 35 36 38 42 per creare piu' parchi e tutelare la biodiversita' 33 30 29 34 28 33 per incentivare le coltivazioni boschive (frutti di bosco, funghi, castagne, ecc.) 19 20 25 17 13 14 per incentivare le attivita' socio-economiche legate al legno (costruzioni, energia rinnovabile, artigianato) 13 17 11 13 20 11 nessuno di questi 1 1 0 0 1 0 non sa/non risponde 1 2 1 0 0 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte – rispondenti quanti hanno risposto “aumentata” alla domanda precendente ***** A conferma delle motivazioni e delle diverse prospettive che giustificano la propensione a un ampliamento del territorio forestale regionale, risultano gli obiettivi che secondo l’opinione pubblica regionale dovrebbero indirizzare la gestione del territorio forestale ligure, a prescindere da un’estensione o meno delle sue dimensioni. L’attenzione viene infatti rivolta principalmente alla tutela del territorio, sia nel senso della prevenzione e della limitazione del dissesto idrogeologico che nel senso della salvaguardia della biodiversità. Solo a un secondo livello emergono le potenzialità economiche del patrimonio forestale, tra le quali vengono privilegiate le coltivazioni boschive e il rilancio del settore turistico. 19 Secondo lei il patrimonio forestale della sua regione dovrebbe venire utilizzato principalmente al fine di: Dato medio prevenire/limitare il dissesto idro-geologico (frane, 57 smottamenti, aridita' del suolo, alluvioni, ecc.) salvaguardare gli habitat naturali esistenti 36 coltivare alberi e frutti di bosco/piante officinali 30 richiesti dal mercato rilanciare il settore turistico 28 produrre legname come combustibile/fonte energetica rinnovabile 19 sviluppare l'artigianato artistico del legno 14 produrre legname per le costruzioni e altri settori industriali (ad es. produzione di carta) 12 non sa/non risponde 2 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili Secondo lei il patrimonio forestale della sua regione dovrebbe venire utilizzato principalmente al fine di: CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM prevenire/limitare il dissesto idro-geologico (frane, smottamenti, 29 27 30 29 29 31 aridita' del suolo, alluvioni, ecc.) salvaguardare gli habitat naturali esistenti 18 19 16 19 18 21 coltivare alberi e frutti di bosco/piante officinali richiesti dal mercato 15 13 17 16 14 10 rilanciare il settore turistico 14 16 12 14 14 17 produrre legname come combustibile/fonte energetica rinnovabile 10 9 13 9 13 8 produrre legname per le costruzioni e altri settori industriali (ad es. produzione di carta) 6 6 5 6 5 6 sviluppare l'artigianato artistico del legno 7 10 7 7 7 7 non sa/non risponde 2 2 3 2 6 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte ***** La valutazione dello stato complessivo del patrimonio forestale della Liguria non risulta sbilanciata verso posizioni estreme, tuttavia la maggioranza relativa della popolazione esprime un giudizio non buono, rivelando l’esistenza di ampi margini di miglioramento nella gestione e manutenzione dei boschi e delle foreste della regione. Questa percezione appare condivisa trasversalmente nei diversi segmenti monitorati, tanto che non emergono significatività di rilievo. La valutazione negativa allo stato dei boschi e delle foreste liguri si accompagna in primo luogo alla convinzione che vi sia una scarsa cura e manutenzione, se non addirittura un completo abbandono degli stessi. La stragrande maggioranza dell’opinione pubblica ligure è, inoltre, dell’idea che i boschi necessitino ogni caso di un intervento umano di cura e manutenzione, anche qualora non siano destinati ad alcune attività produttiva. 20 Per quanto ha potuto vedere personalmente, o per quanto ha sentito dire, lei direbbe che lo stato dei boschi e delle foreste della sua regione e' complessivamente: CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM ottimo 2 4 1 2 3 1 buono 25 24 24 25 27 25 cosi' cosi 40 37 38 41 32 48 scarso 27 28 28 27 29 20 pessimo 7 8 9 6 9 7 non sa/non risponde 2 2 2 2 2 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Per quale motivo tra i seguenti lei non valuta positivamente lo stato dei boschi e delle foreste della sua regione? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM i boschi sono completamente abbandonati a se stessi 50 50 48 50 56 49 c'e' una scarsa manutenzione e cura dei boschi 45 43 49 45 39 47 i boschi sono eccessivamente sfruttati a fini produttivi 4 4 3 4 4 3 nessuno di questi 1 2 1 1 1 0 non sa/non risponde 3 1 2 3 2 1 dati riportati a 100 in assenza di non risposte – rispondenti: quanti non valutano positivamente lo stato dei boschi Secondo lei i boschi e le foreste della Liguria che NON vengono utilizzati a fini produttivi (produzione legname), o energetici (produzione combustibile) o vivaistici (produzione alberi/frutti) dovrebbero essere: CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM 21 comunque curati dall'uomo, mediante l'abbattimento degli alberi vecchi o malati 87 89 89 87 89 86 lasciati a se stessi, perche' la natura deve fare il suo corso ed e' in grado di badare a se stessa 13 11 11 13 11 14 non sa/non risponde 2 3 1 2 1 4 dati riportati a 100 in assenza di non risposte ***** La frequentazione assidua dei boschi come luogo in cui trascorrere il tempo libero riguarda ben il 43% della popolazione maggiorenne residente in Liguria; circa il 46% dei residenti, poi, dichiara di trascorrere almeno qualche volta del tempo dedicato allo svago nei boschi della propria regione. La fruizione dei boschi risulta più elevata tra gli uomini, i 55-64enni, i lavoratori autonomi e dipendenti non operai, e, come prevedibile, tra coloro che risiedono nell’entroterra e tra quanti possiedono appezzamenti boschivi. Quanto spesso le capita di trascorrere del tempo libero nei boschi/aree protette/parchi della sua regione (per svago, sport, divertimento)? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM sempre 10 17 15 7 14 5 spesso 33 33 39 32 41 38 talvolta 22 20 18 24 20 25 raramente 24 21 21 25 17 29 mai 11 9 7 12 9 3 dati riportati a 100 in assenza di non risposte 22 Il legno e la biomassa LA CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI IN LEGNO: UN VALORE AGGIUNTO E GARANZIA DI QUALITÀ L’appeal di un’eventuale certificazione dei prodotti realizzati con legno proveniente dalla Liguria risulta piuttosto elevato. Più del 50% dei rispondenti e in misura superiore le donne, gli anziani e le casalinghe, esprime infatti la propensione ad acquistare un prodotto “made in Liguria”, piuttosto di uno simile non certificato e di cui non sia nota la provenienza del legno. La propensione generica all’acquisto è in parte confermata dalla disponibilità effettiva di spesa per l’acquisto di prodotti e manufatti realizzati con legno della Liguria: il 49% dei soggetti intervistati si dichiara disponibile a una spesa aggiuntiva, che mediamente è pari all’ 8% in più del prezzo di un prodotto simile non certificato. In questo caso le significatività rilevate precedentemente non sono confermate e le disponibilità di spesa maggiore emergono in quei segmenti che generalmente godono di uno status economico più elevato: laureati, lavoratori autonomi e soggetti tra 45 e 54 anni. Legenda alla lettura delle tabelle di confronto : dato medio = dato medio relativo al campione complessivo CMi = dato medio relativo alle Comunità Montane importanti CMmi = dato medio relativo alle Comunità Montane meno importanti Zone fuori da CM = dato medio relativo alle zone non incluse nelle Comunità Montane Proprietari 1 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: possiedono in prima persona (o possiede il coniuge/compagno/a) un appezzamento rurale/boschivo Proprietari 2 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: figli/nipoti di proprietari di un appezzamento rurale/boschivo Pensi ora agli acquisti di prodotti in legno (mobili, utensili, giocattoli, ecc.). Se un'etichetta (certificazione) indicasse che un prodotto e' stato fatto utilizzando legno della Liguria, lei acquisterebbe più probabilmente: CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM il prodotto certificato e 55 55 50 55 56 44 fatto con legno della Liguria non farebbe differenza 22 23 25 22 22 30 23 un prodotto simile ma non certificato (di cui non si conosca la provenienza/origine del legno) 10 8 9 10 6 14 dipenderebbe dal prodotto 6 7 9 5 7 9 dipenderebbe dal prezzo 4 3 5 4 4 1 non compra mai prodotti in legno 4 4 3 4 5 3 non sa/non risponde 6 5 5 6 6 3 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Quanto sarebbe disposto a pagare in piu' per un prodotto/manufatto fatto con legno proveniente dalla Liguria, rispetto a un prodotto simile non certificato? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM niente 38 37 40 38 38 31 fino al 5% in piu' rispetto allo stesso prodotto non etichettato 23 25 25 23 26 29 dal 6 al 10% 18 17 16 18 16 20 dall'11 al 15% 6 4 4 6 7 3 dal 16 al 20% 4 4 3 5 5 9 dal 21 al 25% 0 1 0 0 0 1 dal 26 al 30% 1 1 2 1 1 2 piu' del 30% 1 2 0 1 1 0 dipende dal prodotto 8 9 10 8 7 6 non sa/non risponde 9 10 7 9 14 5 dati riportati a 100 in assenza di non risposte L’UTILIZZO DEL LEGNO COME COMBUSTIBILE Complessivamente l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico risulta diffuso, tuttavia, in molti casi si tratta di un comportamento poco frequente o comunque affiancato dall’impiego di altre fonti energetiche: se il 44% per cento degli intervistati annovera il legno tra i combustibili utilizzati per il riscaldamento domestico, la quota di quanti dichiarano di utilizzarlo con costanza scende infatti al 22%. L’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico è più frequente nelle zone appartenenti alle comunità montante, e, dal punto di vista della suddivisione provinciale, nei territorio di Imperia e Savona. Tra quanti non fanno abitualmente ricorso al legno come fonte energetica per il riscaldamento, sono state considerate due classi di intervistati: quelli che utilizzano con scarsa frequenza il legno e quelli che non lo utilizzano affatto. Tra questi ultimi, la motivazione principale al mancato impiego è rappresentata dall’impossibilità di inserire una stufa o un caminetto nella propria abitazione. Come prevedibile, le maggiori difficoltà nel creare impianti di riscaldamento alimentati a legna si trovano nei centri urbani, mentre nelle Comunità Montane e tra chi possiede terreni boschivi tali difficoltà sono significativamente minori e, al contrario, aumentano i problemi legati alla scarsa praticità e convenienza del riscaldamento a legna. 24 Tra chi utilizza il legno ma solo sporadicamente, invece, le motivazioni dello scarso utilizzo sono individuabili sia nella impossibilità di creare un impianto adatto che nella scarsa praticità dovuta alla bassa autonomia e ai problemi di pulizia dell’impianto. Lei utilizza il legno come combustibile per il riscaldamento domestico? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM si, solo nell'abitazione in cui risiede 38 53 50 32 52 45 si, solo nella casa delle vacanze 4 4 5 4 4 10 si, in entrambe 2 1 1 2 2 4 no 56 42 45 62 42 42 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Quanto spesso lei utilizza il legno come combustibile per il riscaldamento domestico? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM sempre 52 59 46 51 54 52 spesso 30 25 31 31 28 34 talvolta 12 12 13 12 11 10 raramente 6 4 10 6 7 4 rispondenti quanti dicharano di utilizzare il legno come conbustibile per il riscaldamento domestico Quali delle seguenti motivazioni la spingono a non utilizzare o a utilizzare poco il legno per il riscaldamento? Dato medio impossibilita' di inserire un caminetto/stufa a casa 51 problemi legati alla pulizia (cenere, polvere) 8 scarsa autonomia del sistema di riscaldamento (necessita' di tenere il fuoco acceso) 8 e' troppo costoso inserire un caminetto a casa 6 eccessivo costo delle scorte di legno 6 la tutela dei boschi 6 preoccupazioni legate alla sicurezza in casa 4 la mancanza di informazioni 2 altro 22 non sa/non risponde 3 somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili 25 rispondenti quanti dichiarano di utilizzare il legno come conbustibile per il riscaldamenteo domestico “mai”, “talvolta” o “raramente” Quali delle seguenti motivazioni la spingono a non utilizzare o a utilizzare poco il legno per il riscaldamento? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM impossibilita' di inserire un caminetto/stufa a casa 45 35 43 48 39 37 problemi legati alla pulizia (cenere, polvere) 7 10 11 6 8 9 scarsa autonomia del sistema di riscaldamento (necessita' di tenere il fuoco acceso) 7 12 9 6 12 9 e' troppo costoso inserire un caminetto a casa 5 5 5 5 6 8 eccessivo costo delle scorte di legno 5 6 7 5 8 7 la tutela dei boschi 5 6 5 5 4 6 preoccupazioni legate alla sicurezza in casa 4 2 2 4 3 3 la mancanza di informazioni 2 2 1 2 1 4 altro 19 22 17 19 19 18 non sa/non risponde 3 2 1 4 3 1 dati riportati a 100 in assenza di non risposte rispondenti quanti dichiarano di utilizzare il legno come conbustibile per il riscaldamenteo domestico “mai”, “talvolta” o “raramente” BIOMASSA: CONOSCENZA E UTILIZZO 26 Non sono molti in regione a sapere cosa sia la biomassa che si può ottenere dai boschi: poco più di un rispondente ogni dieci è in grado di spiegarne l’origine e i possibili utilizzi. La conoscenza specifica della biomassa risulta fortemente condizionata dalle caratteristiche socio demografiche dei rispondenti e dal fatto di possedere o meno una proprietà terriera: tra gli uomini, i laureati, i lavoratori autonomi e i proprietari di boschi essa risulta significativamente più elevata, riguardando quote comprese tra il 17 e il 23% dei rispondenti. 6 Complessivamente la biomassa viene considerata una fonte energetica più economica rispetto a quelle attualmente utilizzate: accanto a una consistente percentuale di rispondenti che non sono in grado di fornire una risposta (28%), circa la metà del campione considera infatti conveniente l’impiego della biomassa a fini energetici. Generalmente, la conoscenza della biomassa non risulta positivamente correlata al riconoscimento della sua maggiore economicità: fatta eccezione per i proprietari di boschi, maggiormente consapevoli del risparmio che l’utilizzo della biomassa comporterebbe, quanti 6 in seguito alla domanda tesa a verificare la conoscenza della biomassa a tutti gli intervistati è stata fornita una definizione del termine (“La biomassa che si può ottenere dai boschi è il materiale di origine biologica recuperato dalla manutenzione del bosco e dalle attività della filiera del legno, che può essere utilizzato come combustibile”). dimostrano una conoscenza più approfondita della biomassa non sono altrettanto a conoscenza dei vantaggi economici ad essa correlati. L’effettivo utilizzo domestico della biomassa a fini energetici riguarda circa l’8% dei soggetti intervistati. Nella grande maggioranza dei casi, i residenti in Liguria ricorrono al gas metano e all’elettricità per i consumi energetici domestici. La disponibilità di spesa per l’utilizzo della biomassa come combustibile, possibile segnale di apertura verso l’impiego di fonti energetiche pulite, non è molto elevata: non specificata da più di un rispondente ogni cinque, essa è nulla nel 45% dei casi. Tra i rispondenti che dimostrano invece una certa disponibilità di spesa, questa non supera mediamente il 7% di incremento rispetto alla spesa attualmente dedicata al consumo energetico. Lei saprebbe dirmi che cos'e' la biomassa che si puo' ottenere dai boschi ?* CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM materiale/sostanze di origine biologica recuperato dalla manutenzione del bosco 56 57 52 56 66 61 che puo' essere utilizzato come combustibile (fonte energetica) materiale/sostanze di origine biologica in genere (non specifica i possibili utilizzi) 27 24 26 28 23 11 altro, non pertinente 18 19 21 16 12 29 non sa/non risponde 79 79 81 79 77 72 dati riportati a 100 in assenza di non risposte *modalità di risposta non stimolate Secondo lei, la biomassa come fonte di energia (per le abitazioni e le attivita' produttive) sarebbe piu' o meno costosa delle fonti energetiche attualmente utilizzate (gas metano, petrolio, ecc.)? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM 27 piu' costoso 19 17 14 20 14 29 ugualmente costoso 3 4 3 3 3 2 meno costoso 50 52 54 49 57 53 non sa 28 27 29 28 26 17 non risponde 1 1 0 1 1 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte La casa/condominio in cui abita e' dotata di un impianto per l'utilizzo della biomassa a fini energetici? Se no quale fonte energetica utilizza? CONFRONTO zone Dato proprietari proprietari CMi CMmi fuori da medio 1 2 CM si' 8 10 9 7 10 11 no, utilizza gas metano e elettricita' 61 49 54 66 53 47 no, utilizza gasolio e eletticita' 11 13 11 11 9 14 no, utilizza altre fonte energetiche 19 28 25 15 28 28 non direttamente, ma la casa/condominio e' collegata a un impianto per la trasformazione della biomassa in energia 1 0 1 1 0 0 non sa/non risponde 3 4 1 3 3 2 dati riportati a 100 in assenza di non risposte Che tipo di combustile in particolare utilizza? Dato medio pellets 22 cippato (legno pressato in piccoli pezzetti) 18 altro 57 non sa 2 non risponde 1 rispondenti quanti utilizzano un impianto di riscaldamento alimentato a biomassa 28 Dinamiche insediative7 LA PROPENSIONE A TRASFERIRSI NELL’ENTROTERRA L’ipotesi di trasferirsi dalle zone costiere a quelle dell’entroterra non è molto considerata in regione: più di otto rispondenti su dieci dichiarano di non averci mai pensato e tale atteggiamento risulta maggiormente radicato nei soggetti al di sopra dei 55 anni. Le motivazioni che fanno pensare alla possibilità di uno spostamento residenziale verso l’interno sono legate prevalentemente alla ricerca di una migliore qualità della vita, mentre fattori di natura lavorativa o familiare risultano relativamente secondari. La probabilità di un effettivo trasferimento (dichiarata da quanti hanno considerato l’ipotesi di lasciare il proprio comune di residenza per vivere nell’entroterra) risulta in ogni caso bassa: nulla nel 26% e bassa in quasi la metà dei casi. Tra quanti non hanno mai considerato l’eventualità di trasferirsi nell’entroterra e tra coloro che rimandano questa possibilità a una bassa probabilità di realizzo (inferiore al 50%), è interessante rilevare gli elementi in grado di influire sulla propensione dei giovani (tra 18 e 34 anni), che sono sostanzialmente due: la possibilità di migliorare la posizione lavorativa e quella di comprare o affittare un’abitazione a condizioni vantaggiose. Lei ha mai considerato l'ipotesi di cambiare comune di residenza e di andare a vivere in un comune che non si trova sulla costa, bensi' nell'entroterra? Se si', per quale motivo tra i seguenti? Dato medio (zone fuori da CM) no, mai 83 si, perche' la qualita' della vita e' migliore 10 si', per il paesaggio (campagna/montagna) 4 si', per motivi di lavoro 2 si', per tornare al comune di origine (in cui e' nato/cresciuto) 2 si', altro motivo 2 si', per motivi familiari (stare vicino a familiari che vivono nell'entroterra) 1 non sa/non risponde 1 somma delle risposte consentite (2 risposte consentite a quanti dichiarano di aver considerato l’ipotesi) 29 7 la parte relativa alle dinamiche insediative e al possesso immobiliare nell’entroterra si basa sull’analisi dei dati relativi ai soli residenti al di fuori delle Comunità Montane. E con quale probabilita' crede che in futuro si trasferira' in un comune dell'entroterra? Dato medio (zone fuori da CM) nessuna 26 da 1 a 10% (bassissima probabilita') 17 da 11 a 20% (bassissima probabilita') 11 da 21 a 30% (bassissima probabilita') 6 da 31 a 40% (bassa probabilita') 3 da 41 a 50% (bassa probabilita') 12 dall'1% al 50% 48 da 51 a 60% (buona probabilita') 9 da 61 a 70% (buona probabilita') 1 dal 51% al 70% 10 da 71 a 80% (alta probabilita') 9 da 81 a 90% (alta probabilita') 3 da 91 a 100% (altissima probabilita'/di sicuro) 4 più del 70% 15 non sa/non risponde 7 dati riportati a 100 in assenza di non risposte – rispondenti quanti dichiarano di aver preso in considerazione l’ipotesi di trasferimento A quale tra le seguenti condizioni lei considererebbe l'ipotesi di trasferirsi per andare a vivere in un comune dell'entroterra (in campagna/montagna)? Dato medio (zone fuori da CM) possibilita' di migliorare la posizione lavorativa 20 miglior qualita' dell'ambiente rurale e boschivo 18 possibilita'di comprare/affittare abitazione a condizioni favorevoli 11 il raggiungimento dell'eta' per il pensionamento 10 miglioramento dei collegamenti viari regionali 5 garanzia di disporre di servizi alla persona di qualita' 5 altro 5 non sa/non risponde 29 nessuna condizione (modalità non stimolata) 12 somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili rispondenti: chi non ha considerato l'ipotesi di trasferirsi o pensa vi sia una bassa-bassissima probabilità 30 IL POSSESSO IMMOBILIARE NELL’ENTROTERRA I dati rilevati nel corso dell’indagine rivelano che il 23% degli intervistati che risiedono al di fuori delle Comunità Montane possiede personalmente o ha un familiare che possiede un’abitazione situata in un comune dell’entroterra; nella gran parte dei casi (17%) si tratta di una seconda casa, più raramente (6%) si tratta dell’abitazione principale. L’utilizzo di queste abitazioni durante le vacanza avviene nel 39% dei casi con una frequenza elevata (sempre, spesso), nel 44% saltuariamente (raramente o mai), mentre nel 16% dei casi non avviene mai. La frequenza di utilizzo aumenta significativamente nel caso in cui le abitazioni in questione costituiscano l’abitazione principale dell’intervistato o di un suo familiare. Lei (o qualcuno dei suoi famigliari) possiede un'abitazione in un comune dell'entroterra? Dato medio (zone fuori da CM) si, l'abitazione principale 6 si, la seconda casa 17 si, ma la affitta a terzi 0 no 76 non risponde 1 E utilizza questa casa sempre, talvolta, raramente o mai per periodi di vacanza o per trascorrere i fine settimana? Dato medio (zone fuori da CM) sempre 22 spesso 17 31 talvolta 23 raramente 21 mai 16 non risponde 1 La suddivisione territoriale Le tre macro-zone L’approccio di fondo dei residenti nelle Comunità Montane verso le tematiche ambientali appare sostanzialmente in linea con quello dell’opinione pubblica regionale considerata nel suo complesso: la tutela ambientale occupa della gerarchia delle priorità per il futuro della regione la stessa posizione di rilievo. Un discorso analogo può essere fatto per quanto riguarda la valutazione complessiva dello stato dei boschi e delle foreste della regione e delle cause all’origine di una situazione che presenta ampi margini di miglioramento: analogamente ai residenti delle zone costiere, i residenti delle Comunità Montane puntano innanzi tutto il dito contro un’inadeguatezza dell’azione manutentiva del territorio forestale e associano prevalentemente i boschi agli incendi e all’abbandono. Restringendo il campo d’indagine al quadro socio-economico regionale e alle questioni più specificamente legate alla gestione del patrimonio forestale, tuttavia, la visione dei residenti dell’entroterra presenta alcuni tratti peculiari, tali da diversificare non soltanto il territorio montano da quello costiero, ma anche le due macro-zone in cui sono state suddivise le Comunità Montane regionali. Il quadro delle priorità per il futuro della regione e l’individuazione delle problematicità di carattere socio-economico evidenziano: • una maggiore insoddisfazione per l’efficienza dei servizi ai cittadini dell’entroterra nelle Comunità Montane importanti (CMi), cui tuttavia non si legano ripercussioni negative 8 sulla valutazione della qualità della vita riferita al comune di residenza ; • una maggiore richiesta, in riferimento agli interventi ambientali più urgenti, di cura e manutenzione dei boschi all’interno delle CMi,; • una maggiore richiesta in termini di valorizzazione delle aree rurali dell’entroterra nelle Comunità Montane meno importanti (CMmi). All’interno delle CMi, il livello informativo percepito sullo stato dei boschi e delle foreste della regione risulta più elevato, sia rispetto al dato medio regionale, che a quello riferito alle CMmi. Parallelamente, risulta superiore nelle CMi la capacità di stimare correttamente l’ampiezza del territorio forestale della regione. Per quanto riguarda la gestione e l’utilizzo del patrimonio forestale regionale, poi, i dati mettono in luce: • una maggiore considerazione residenti delle CMi; per lo sviluppo dell’artigianato artistico del legno tra i • una maggiore attenzione all’incentivazione delle coltivazioni boschive e alla produzione di legname come fonte energetica rinnovabile nelle CMmi. 32 8 Al contrario la valutazione della qualità della vita riferita al comune di residenza risulta in questo segmento significativamente migliore che nel resto della regione. Le singole Comunità Montane importanti Sinteticamente si riportano le principali significatività emerse nell’analisi del dato relativo alle singole Comunità Montane importanti. Il dato relativo alla Comunità Montana Del Giovo (Savona) non ha evidenziato alcuna differenziazione di rilievo. Valle Stura (Genova): • nel quadro delle priorità per il futuro della regione i cittadini danno maggiore peso al rilancio economico e occupazionale e, allo stesso tempo, al miglioramento dei servizi sanitari; • la CM presenta la più elevata percentuale di persone in grado di stimare correttamente l’estensione della copertura boschiva regionale; • nell’individuazione degli impieghi verso cui indirizzare il patrimonio forestale i cittadini danno maggiore importanza alla produzione di legname come fonte energetica pulita. Val Trebbia (Genova): • nell’individuazione delle priorità ambientali per il futuro della regione, i cittadini richiedono con forza una valorizzazione delle aree rurali dell’entroterra; • i residenti indicano lo spopolamento delle zone rurali e montane come il principale problema socio-economico della Liguria; • il livello informativo percepito riguardo lo stato dei boschi e delle foreste liguri risulta più elevato che nelle altre CM; • tra le motivazioni fornite a sostegno di un giudizio negativo sullo stato dei boschi il completo abbandono viene significativamente più citato; • l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di residenza risulta più elevato; • è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali. Fontanabuona (Genova): • l’associazione dei boschi liguri all’abbandono risulta significativamente più elevata che nelle altre CM; • risulta significativamente superiore tra i cittadini la convinzione che l’ampiezza del territorio forestale ligure non vada ulteriormente estesa; • l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di residenza risulta più elevato; • è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali. Valli Aveto, Graveglia, Sturla (Genova): 33 • il livello informativo percepito riguardo lo stato dei boschi e delle foreste liguri risulta più elevato che nelle altre CM; • è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali. Ingauna (Savona): • nell’individuazione delle priorità ambientali per il futuro della regione, i cittadini richiedono con maggiore intensità azioni finalizzate alla prevenzione degli incendi boschivi; • il voto medio alla qualità della vita riferito al comune di residenza è significativamente più elevato che nelle altre CM; • l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di residenza risulta più elevato. Pollupice (Savona): • risulta più diffusa la percezione di una crisi del settore turistico; • i cittadini risultano maggiormente consapevoli della convenienza economica derivante dall’utilizzo della biomassa a fini energetici; parallelamente emerge una maggiore propensione all’utilizzo della biomassa come combustibile. Val Bormida (Savona): • nel quadro delle priorità per il futuro della regione i cittadini danno maggiore peso al rilancio economico e occupazionale; • da un punto di vista più specificamente ambientale è significativamente più elevata la richiesta di interventi atti a ridurre l’inquinamento; • la disponibilità economica all’utilizzo della biomassa come combustibile risulta più ridotta. Valle Arroscia (Imperia): • nell’individuazione delle priorità ambientali per il futuro della regione, i cittadini richiedono con forza una valorizzazione delle aree rurali dell’entroterra e una maggiore cura e manutenzione del patrimonio forestale; • nella considerazione dei principali problemi socio-economici che interessano la regione, i cittadini danno maggiore rilievo, da una parte, allo spopolamento delle zone rurali e montane, dall’altra, all’inefficienza dei servizi ai cittadini nell’entroterra; • il livello informativo percepito riguardo lo stato dei boschi e delle foreste liguri risulta più elevato che nelle altre CM. • l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di residenza risulta più elevato; • è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali. Alta Val di Vara (La Spezia): 34 • nella considerazione dei principali problemi socio-economici che interessano la regione, i cittadini individuano nello spopolamento delle zone rurali e montane il fattore più determinante; • l’associazione dei boschi liguri all’abbandono risulta significativamente più elevata che nelle altre CM; • nell’individuazione degli impieghi verso cui indirizzare il patrimonio forestale i cittadini danno maggiore importanza alla produzione di legname come fonte energetica pulita; • l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di residenza risulta più elevato; • è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali. I proprietari privati di boschi e appezzamenti rurali Profilo dei proprietari liguri Il possesso di un appezzamento boschivo o rurale interessa in modo più o meno diretto il 30% dei residenti intervistati; più precisamente: • per il 17% si tratta di un coinvolgimento diretto nel possesso del terreno: il proprietario è lo stesso intervistato o al massimo il coniuge/compagno/a; • per il rimanente 13% il coivolgimento nel possesso di un terreno è più indiretto, essendo l’appezzamento proprietà dei genitori/nonni o di altri familiari. Lei o qualcuno della sua famiglia possiede un appezzamento boschivo o rurale? Dato medio regionale si, lui personalmente 13 si, il compagno/compagna, il marito/la moglie 4 si, i genitori/nonni 7 si, altri familiari 6 totale persone coinvolte in un possedimento 30 no 69 non sa 1 L’incidenza dei proprietari diretti (possesso personale o del coniuge/compagno) varia all’interno delle diverse province: • sale al 28% nella provincia di Imperia e al 24% in quella di Savona; • scende al 19% nella provincia di La Spezia e al 12% in quella di Genova. L’incidenza dei soggetti interessati più o meno indirettamente nel possesso di un appezzamento boschivo/rurale presi nel loro complesso varia in modo analogo all’interno delle suddivisioni provinciali: • tocca il 44% nella provincia di Imperia e il 39% in quella di Savona; • è in media con quella regionale in provincia di La Spezia (30%), mentre scende al 24% in provincia di Genova. 35 ***** Considerando come proprietari veri e propri soltanto i soggetti coinvolti direttamente nel possesso di un appezzamento boschivo/rurale (proprietari in prima persona o tramite coniuge/compagno) e paragonando la composizione socio-demografica del campione complessivo con quella del segmento di proprietari emerge che tra essi: • sono significativamente sovrarappresentati rispetto al dato medio i soggetti al di sopra dei 44 anni, i soggetti poco scolarizzati, i lavoratori autonomi, i pensionati, i residenti nelle Comunità Montane e gli abitanti delle province di Imperia e Savona; • sono significativamente sottorappresentati rispetto al dato medio i soggetti al di sotto dei 34 anni, i soggetti con scolarità media e alta, i lavoratori dipendenti non operai, gli studenti, i residenti al di fuori delle Comunità Montane e gli abitanti della provincia di Genova; • la proporzione in base al genere (uomini e donne) risulta in linea con il dato medio regionale. Dato medio campione complessivo Dato medio proprietari diretti (1) maschio 47 47 femmina 53 53 18-24 anni 7 - 25-34 anni 15 2 35-44 anni 17 16 45-54 anni 15 23 55-64 anni 16 23 piu' di 64 anni 30 36 bassa 60 73 media 32 22 alta 8 5 Imperia 13 22 Savona 18 24 Genova 55 39 La Spezia 14 15 Comunita' montane importanti 18 33 Comunita' montane meno importanti 13 26 zone fuori da Comunita' montane 69 41 lavoratore autonomo 10 18 lavoratore dipendente non operaio 21 14 operaio 12 10 studente/disoccupato 8 1 casalinga/o 18 16 pensionato 31 41 Sesso: Età: Scolarità: Provincia di residenza: Zona di residenza: Professione: 36 Seguono le analisi delle dichiarazioni degli intervistati rispondenti al seguente requisito: coinvolti nel possesso di un terreno direttamente (possesso personale o del coniuge/compagno) o indirettamente (possesso di genitori o nonni); sono stati esclusi i soggetti legati a un proprietario privato da altri vincoli di parentela. Vengono pertanto analizzate le risposte fornite da una quota di intervistati pari al 24% del campione totale. Per praticità si potrà fare riferimento a tali soggetti con il termine “proprietari”. Gli appezzamenti boschivi/rurali privati Complessivamente le dichiarazioni degli intervistati rivelano un deficit di informazioni relativamente alle caratteristiche del proprio appezzamento (o dell’appezzamento di famiglia) e lasciano ipotizzare un interessamento piuttosto superficiale per la cura e la manutenzione dei terreni privati. DIMENSIONE Gli intervistati dimostrano una sostanziale incapacità a stimare l’ampiezza dell’appezzamento privato: il 36% non fornisce alcuna risposta, mentre negli altri casi l’ampiezza tende ad essere significativamente sovra-stimata (l’ampiezza media dei terreni dichiarata è superiore ai 5 ettari, un dato impossibile in considerazione dell’incidenza dei terreni privati in regione e dell’estensione complessiva del territorio ligure). La mancanza di informazione riguarda in misura superiore i soggetti coinvolti indirettamente nel possesso di un terreno, tuttavia è elevata anche tra i proprietari diretti. Il segmento più informato risulta quello dei proprietari diretti che seguono personalmente la cura e manutezione del terreno affidando il lavoro a terzi (non a caso in questo segmento il 54% dei rispondenti dichiara di possedere meno di un ettaro di terra). SUPERFICIE DELLA COPERTURA BOSCHIVA Il dato medio relativo alla copertura boschiva rivela minori difficoltà di quantificazione da parte degli intervistati (la percentuale di non rispondenti scende al 19%) e restituisce un dato credibile: 58% della superficie totale. La percentuale media di copertura boschiva degli appezzamenti privati non risulta significativamente correlata alla zona di residenza dell’intervistato. MANUTENZIONE Il dato relativo alla cura e manutezione dell’appezzamento privato evidenzia un elevato ricorso alla manutezione personale: nella metà dei casi il terreno viene curato direttamente dal proprietario e per un ulteriore 12 % la manutezione avviene sotto la sua supervisione, anche se attraverso il lavoro di terzi. Il dato sulla conoscenza dell’ampiezza del terreno, che evidenzia un livello informativo piuttosto deficitario, lascia tuttavia presupporre che in molti casi l’opera di manutenzione riguardi solo una parte del terreno posseduto. 37 In quasi il 30% dei casi l’appezzamento boschivo/rurale privato non viene curato affatto; come prevedibile la mancata manutezione riguarda in misura significativamente inferiore i terreni di dimensioni più ridotte (meno di un ettaro). ATTIVITA’ SVOLTE Ben 3 intervistati su 4 dichiarano che il terreno boschivo/rurale privato (proprio o di famiglia) non viene utilizzato per alcun fine economico o produttivo. La mancanza di tale sfruttamento appare trasversalmente diffusa, indipendentemente dall’ampiezza del terreno e dalla sua ubicazione territoriale. L’attività attualmente più diffusa (16%) è la produzione di prodotti agro-alimentari. Ridottissima la percentuale di casi in cui il terreno è destinato alla produzione di biomassa o alla produzione di legname. Mi sa dire qual'e' in ettari la dimensione del suo appezzamento/dell'appezzamento di famiglia? Dato medio proprietari (1 e 2) meno di 1 18 da 1 a 5 22 da 6 a 10 11 piu’ di 10 13 non sa/non risponde 36 E rispetto alla superficie totale la copertura boschiva di tale appezzamento e': Dato medio proprietari (1 e 2) superiore all'80% del totale 29 tra il 60 e l'80% del totale 16 tra il 40 e il 60% del totale 11 tra il 20 e il 40% del totale 8 meno del 20% del totale 17 non sa/non risponde 19 Pensi all'area rurale e boschiva di cui e' proprietario o che altri della sua famiglia posseggono. Lei/i suoi famigliari: Dato medio proprietari (1 e 2) la cura regolarmente e segue personalmente l'opera 50 di manutenzione 38 la segue e la cura regolarmente ma attraverso il lavoro di terzi 12 la cura e' affidata a terzi e lei non segue lo stato dell'area 5 non se ne cura/non ve ne curate 29 non ne conosce l'ubicazione/non ha alcuna informazione 3 non risponde 1 L'area rurale e boschiva di cui e' proprietario o che altri della sua famiglia posseggono viene utilizzata a fini sociali-economici-produttivi? Se sì in che modo? Dato medio proprietari (1 e 2) produzione prodotti agroalimentari(frutti di bosco,castagne,funghi) 16 produzione di biomassa 2 produzione di piante officinali 1 produzione di legname per l'edilizia 1 produzione di legno per manufatti 1 produzione di legno per produrre carta - parchi/riserve naturali e aree protette - servizi per il turismo - altro 5 non viene utilizzata a fini economici-produttivi 75 non sa/non risponde 2 somma delle risposte consentite – 9 scelte possibili 39 Il patrimonio forestale nella percezione dei proprietari privati di appezzamenti rurali e boschivi AGENDA SETTING DEL TERRITORIO RURALE: PRIORITA’ E FATTORI LIMITANTI Produzione di prodotti agroalimentari (48%), riserve naturali e aree protette (40%), turismo (34%): questo il futuro del territorio rurale della Liguria nella visione dei proprietari privati di appezzamenti boschivi/rurali. La maggiore sensibilità dimostrata da questo segmento in tutto il corso dell’indagine relativamente alla potenzialità insite nel patrimonio boschivo, emerge in questa visione che lega l’una all’altra le risorse del territorio auspicando a una maggiore integrazione tra il settore agricolo e quello turistico, passando attraverso la valorizzazione delle ricchezze naturali. Da rilevare come la citazione di questi tre ambiti sia caratterizzata da una presenza statisticamente significativa di persone con età medio-bassa (25-34 anni) e con un livello di scolarità medio o elevato. A una certa distanza, tra le soluzioni indicate per il futuro del territorio rurale, la filiera del legno raccoglie complessivamente il 22% delle citazioni, tuttavia il sostegno a questo settore risulta diviso tra la considerazione degli sbocchi edilizi (11%), artigianali (7%) o nell’ambito dell’industria cartaria (4%). Più compatto il sostegno alla produzione di biomassa, un ambito sul quale si può puntare per il 16% dei rispondenti. ***** Tra i fattori che attualmente frenano lo sviluppo delle aree rurali e boschive, le risposte più citate sono la scarsa cura dei boschi, già emersa nelle preoccupazioni dei proprietari, e la scarsa cooperazione tra enti pubblici (41%), mancanza che viene maggiormente sentita tra i rispondenti residenti in provincia di La Spezia, meno in quella di Savona. In seconda battuta i proprietari puntano il dito contro un fattore più specificamente economico e che si lega all’ambito della cura boschiva: il 25% dei rispondenti ritiene che a impedire un miglioramento economico e sociale delle aree rurali siano i costi eccessivi per la manutenzione dei boschi. A seguire, per ordine di citazione, si trovano due indicazioni entrambe correlate all’età dell’intervistato e al relativo livello di scolarità. La carenza di infrastrutture (21%) e la mancanza di spirito imprenditoriale dei residenti (20%) sono fattori considerati cruciali per un mancato sviluppo delle aree rurali e boschive soprattutto dai giovani (fino ai 34 anni) e dai proprietari con i livelli di scolarità più elevati. 40 Piu' in generale, pensi ora al territorio rurale della sua regione e in particolare ai boschi/foreste. Secondo lei, quali dei seguenti settori andrebbe maggiormente sviluppato e/o valorizzato? Dato medio proprietari (1 e 2) produzione prodotti agroalimentari(frutti di bosco,castagne,funghi) ecc) 48 parchi/riserve naturali e aree protette 40 servizio per il turismo 34 produzione di biomassa 16 produzione di piante officinali 13 produzione di legname per l'edilizia 11 produzione di legno per manufatti 7 produzione di legno per produrre carta 4 altro 2 non sa/non risponde 7 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili Quale, tra i seguenti, e' il principale fattore che limita lo sviluppo economico e sociale delle aree rurali e boschive della sua regione? Dato medio proprietari (1 e 2) scarsa cura dei boschi 42 scarsa cooperazione tra enti pubblici (amministrazioni locali e comunita' montane) e privati 41 mancanza di spirito imprenditoriale dei residenti 21 carenza di infrastrutture (per la mobilita',trasporti e logistiche) 20 scarsa cooperazione tra i diversi settori produttivi che operano in quelle aree 9 eccessiva presenza di aree protette 4 costi troppo elevati per la manutenzione dei boschi 23 il prezzo troppo basso del legno 7 normative e controlli troppo severi 10 altro 3 non sa/non risponde 4 spopolamento/scarso ricambio generazionale 2 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili 41 PERCEZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DEI PROPRIETARI A COLLABORARE AL FINE DI RIVITALIZZARE LE AREE BOSCHIVE E RURALI Conseguentemente a quanto indicato tra i fattori che maggiormente limitano lo sviluppo delle aree rurali e boschive, per più di un quarto degli intervistati, la soluzione che i diretti interessati sarebbero pronti ad accettare è l’associazione a consorzi per la cura dei boschi. Questa soluzione trova più consensi tra i giovani (fino a 34 anni) e tra i lavoratori autonomi e dipendenti. Citati da percentuali poco inferiori di intervistati sono poi gli interventi pubblici di taglio e l’impegno personale nella manutenzione degli appezzamenti privati. Un certo grado di consenso viene tributato alla possibilità di sostituire i boschi con piante a rapido accrescimento (16%) e alla costruzione di servizi e spazi attrezzati per famiglie e sportivi (18%), mentre tra gli interventi proposti, quello considerato meno accettabile è la realizzazione di opere infrastrutturali sul suolo di loro proprietà (14%). Secondo lei i proprietari di appezzamenti boschivi o rurali, nell'ambito di una strategia di rivitalizzazione delle aree rurali e boschive sarebbero maggiormente disposti ad accettare: Dato medio proprietari (1 e 2) di associarsi ad altri consorzi forestali (per la cura 28 boschi) periodici interventi pubblici di taglio e manutenzione 25 di impegnarsi personalmente nella cura e manutenzione del proprio appezzamento 21 la costruzione di servizi e spazi attrezzati per famiglie e sportivi 18 la sostituzione dei boschi con piante a rapido accrescimento 16 opere infrastruttuturali (strade, parcheggi, ecc.) sul suolo di loro prorprieta' 14 nessuna di queste cose, lascerebbero i boschi come sono (NON STIM.) 5 altro 3 non sa/non risponde 18 somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili PARTECIPAZIONE AI PIANI DI CREAZIONE, GESTIONE E UTILIZZO DELLE AREE BOSCHIVE Fin’ora la partecipazione dei proprietari ai piani di creazione, gestione e utilizzo delle aree boschive è stata molto scarsa, avendo riguardato solo il 5% delle famiglie coinvolte nel possesso di un appezzamento boschivo/rurale, senza significatività di rilievo relativamente alla zona di residenza. Per quanto riguarda l’eventualità di una consultazione futura, più di quattro rispondenti su dieci accolgono con favore tale possibilità. In questo caso l’età e la provincia di residenza incidono significativamente: • considerando il campione complessivo di quanti sono coinvolti nel possesso di un terreno, risultano maggiormente interessati allo strumento della consultazione i giovani tra 25-34 anni, i soggetti tra 45 e 54 anni e i residenti a Imperia; • considerando esclusivamente il segmento dei proprietari diretti, emerge un interesse significativamente superiore alla media tra i 45-54enni e i residenti nella provincia di Imperia. 42 Poco più di un intervistato su cinque si considera realmente in grado di influenzare le decisioni operative che coinvolgono le aree boschive della propria zona. Il dato non varia significativamente all’interno del segmento dei proprietari diretti; emerge esclusivamente una maggiore fiducia nel proprio potere decisionale tra gli abitanti della provincia di Imperia. Infine, risulta particolarmente considerata l’ipotesi di supportare la creazione di nuove zone boschive per ridurre il problema delle alluvioni: quasi l’80% degli intervistati considera favorevolmente questa prospettiva. Analizzando esclusivamente il segmento dei proprietari diretti, emerge un maggiore favore all’ipotesi prospettata tra i soggetti residenti nelle Comunità Montane meno importanti. Lei/i suoi famigliari e'/siete mai stato/i consultato/i in merito a piani di creazione, gestione e utilizzo delle aree boschive nella sua zona? dato medio proprietari (1 e 2) si 5 no 94 non risponde 1 E vorrebbe venire consultato (nuovamente) in merito ai piani di creazione, gestione e utilizzo delle aree boschive della sua zona? Dato medio proprietari (1 e 2) si 43 no 52 non risponde 5 Lei direbbe di aver influenzato (o di essere in grado di farlo) le decisioni in merito alla creazione, gestione e utilizzo delle aree boschive della sua zona? Dato medio proprietari (1 e 2) si 21 no 74 non risponde 5 Lei considererebbe l'ipotesi di supportare la creazione di nuove zone boschive se venisse dimostrata la loro capacita' di ridurre la frequenza o l'intensita' delle alluvioni? Dato medio proprietari (1 e 2) si 79 43 no 11 forse 5 non sa/non risponde 5 Metodologia L’indagine quantitativa è stata condotta mediante sondaggio telefonico CATI (Computer Assisted Telephone Interview), all’interno di un campione di 2000 soggetti maggiorenni residenti in Liguria, rappresentativi dell’universo di riferimento in base ai parametri di sesso, età e zona di residenza. L’estrazione del campione ha seguito uno schema che ha previsto una stratificazione iniziale del territorio in 12 zone: • 10 zone che corrispondono alle Comunità Montane considerate più rilevanti dal Committente (Valle Arroscia (IM); Ingauna, Pollupice, Del Giovo, Val Bormida (SV); Valle Stura, Val Trebbia, Fontanabuona, Valli Aveto Graveglia Sturla (GE);Alta Val di Vara (SP)); • una zona che comprende le rimanenti CM; • una zona che comprende le città capoluogo e gli altri comuni non inclusi nelle CM. All’interno di ogni zona il campione è stato distribuito tra i comuni proporzionalmente al numero di abitanti. A partire dai comuni si è proceduto alla selezione delle unità finali secondo quote relative al sesso (a livello comunale) e all’età (a livello regionale). Le unità finali sono state estratte casualmente dagli elenchi telefonici della rete provinciale fino al raggiungimento delle quote previste. Alla fine della rilevazione i dati sono stati ponderati al fine di portare nel campione la reale ripartizione geografica e anagrafica dell’universo di riferimento secondo tutti i parametri presi in considerazione (sesso, età, zona di residenza) e uniformati ai più recenti dati forniti dall’ISTAT. L’analisi dei dati relativi alle singole Comunità Montane importanti è stata condotta sui dati non ponderati per zona di residenza, al fine di disporre di un numero più elevato di rispondenti, comunque rappresentativi in base ai parametri anagrafici. Le interviste sono state somministrate nel periodo che va dal 25/07/2005 al 02/08/2005. Parametri del campione Il campione complessivo di 2000 intervistati risulta così composto: Sesso: 44 maschio 47,0 femmina 53,0 Età: 18-24 anni 7,0 25-34 anni 15,0 35-44 anni 17,0 45-54 anni 15,0 55-64 anni 16,0 più di 64 anni 30,0 Professione: imprenditore 1,0 lavoratore autonomo 5,0 libero professionista 3,0 dirigente 1,0 insegnante/docente 2,0 quadro/direttivo/tecnico 2,0 impiegato 14,0 agricoltore 1,0 altro lavoratore dipendente 2,0 operaio 12,0 studente 6,0 casalinga 18,0 pensionato 31,0 disoccupato 2,0 Provincia di residenza: 45 Imperia 13,0 Savona 18,0 Genova 55,0 La Spezia 14,0 per publica.swg Maria Porro [email protected] Fabiana Vidoz [email protected] 46 SWG trieste trieste 34133, via s. francesco 24 telefono +39.040.362525 fax +39.040.635050 SWG milano milano 20144, via solari 8 telefono +39.02.43911320 fax +39.02.4986773 SWG ufficio stampa divisione comunicazione telefono +39.02.43911320 fax +39.02.4986773 SWG bologna bologna 40126, via altabella 7 telefono +39.051.2960733 fax +39.051.2960725 SWG sicilia trapani 91100, via c. romey 7 telefono +39.0923.593500 fax +39.0923.593302 SWG S.r.l. - sede legale: via S.Francesco, 24 - 34133 Trieste - partita iva 00532540325 - member of HarrisInteractive Iscrizione CCIAA ts 00532540325 - capitale sociale euro 58.076,20 i.v. – SEDI DI TRIESTE E MILANO CON SISTEMA QUALITÀ CERTIFICATO