Agenzia Regionale per l`Energia della Liguria ROBINWOOD

Transcript

Agenzia Regionale per l`Energia della Liguria ROBINWOOD
Agenzia Regionale per l’Energia della
Liguria
ROBINWOOD
La rivitalizzazione delle aree rurali attraverso uno
sviluppo forestale integrato e sostenibile
L’OPINIONE PUBBLICA REGIONALE E I
PROPRIETARI PRIVATI DI APPEZZAMENTI
RURALI E BOSCHIVI
publica.SWG è un dipartimento di Swg, interamente dedicato alle pubbliche amministrazioni, alla comunicazione pubblica, alle
multiutility, agli enti locali, all’associazionismo (economico, ambientale e sociale) e ai diversi soggetti che operano nel territorio.
Trieste, agosto 2005
relazione
Indice
INTRODUZIONE
3
SINTESI DELLA RICERCA
5
L’operazione Robinwood: il percorso comunicativo come garanzia di consenso
5
La regione Liguria: un quadro d’insieme
6
La sensibilità alla questione ambientale e la percezione del patrimonio boschivo
6
ANALISI DEI RISULTATI
8
Ambiente e territorio: le priorità di intervento per il futuro della Liguria nella percezione
dell’opinione pubblica
8
Il patrimonio boschivo
14
Il legno e la biomassa
23
Dinamiche insediative
29
LA SUDDIVISIONE TERRITORIALE
32
Le tre macro-zone
32
Le singole Comunità Montane importanti
33
I PROPRIETARI PRIVATI DI BOSCHI E APPEZZAMENTI RURALI
35
Profilo dei proprietari liguri
35
Gli appezzamenti boschivi/rurali privati
37
Il patrimonio forestale nella percezione dei proprietari privati di appezzamenti rurali e boschivi 40
2
METODOLOGIA
44
Parametri del campione
44
Introduzione
All’interno del Programma di Iniziativa Comunitaria INTERREG IIIC zona SUD, si inserisce
l’operazione Robinwood, cui la regione Liguria è capofila. La politica comunitaria di sviluppo
rurale pone al centro delle politiche regionali la valorizzazione dei territori e delle specificità locali,
attraverso il riconoscimento del valore del paesaggio agricolo e della qualità dei suoi prodotti e
assegna al territorio rurale anche funzioni che esulano dalla mera produzione agricola, purché
svolte in modo tale da tutelare e valorizzare l’ambiente naturale, nonché le tradizioni e le culture
dei territori.
Robinwood, in particolare, è un progetto finalizzato alla rivitalizzazione delle zone rurali e
montane delle regioni che vi partecipano, attraverso la definizione di azioni in grado di attivare
uno sviluppo forestale integrato e sostenibile. Azioni atte a rilanciare l’economia e, in modo
sinergico, a valorizzare e tutelare il patrimonio forestale e boschivo dei territori; azioni, in altre
parole, capaci di rendere le aree rurali, i patrimoni forestali e più specificamente la filiera del
legno, motori di uno sviluppo socio-economico.
Le regioni che partecipano al progetto Robinwood, condividono problematiche socio-economiche
legate a:
•
dinamiche insediative di spopolamento delle zone rurali, le quali sono all’origine del
degrado del patrimonio abitativo, dell’insostenibilità dell’erogazione dei servizi alle
persone e della progressiva perdita di identità dei territori;
•
lenta crescita economica delle zone rurali, causa e conseguenza delle dinamiche
insediative negative;
•
erosione del suolo e altri problemi di natura ambientale che portano a un degrado delle
zone rurali e montane.
Gli interventi finalizzati alla risoluzione di tali problematiche si inseriscono in un’azione
complessiva di marketing territoriale finalizzato alla promozione delle regioni coinvolte. Il
patrimonio forestale rappresenta il fulcro e il motore di tutta l’operazione, la quale punta, in
particolare, a:
3
•
la creazione di un processo a catena basato sull’impiego delle risorse boschive, in grado
di rendere la filiera del legno fonte di sviluppo socio-economico;
•
l’adozione di nuove tecniche di sviluppo forestale (certificazione, nuove politiche,
silvicoltura) derivanti dalla condivisione di conoscenze e competenze tra i diversi partner
del progetto;
•
miglioramenti di natura idro-geologica, dalla prevenzione del dissesto alla limitazione dei
rischi attuali di incendio ed erosione dei suoli;
•
promozione del legno e della biomassa come combustibili.
I monitoraggi e gli studi sul territorio rappresentano uno snodo cruciale per la realizzazione degli
obiettivi del progetto Robinwood e vanno nella direzione della conoscenza non solo dei territori
(caratteristiche morfologiche, stato dei boschi e delle foreste, presenza di attività produttive,
potenzialità economiche, ecc.), ma anche dell’opinione pubblica, ovvero del livello di conoscenza
e condivisione dimostrato dai residenti nei confronti delle azioni e iniziative di gestione del
patrimonio forestale previsti.
In quest’ottica è stata avviata da publica.swg una ricerca multifocale finalizzata all’analisi
dell’opinione ligure, dei proprietari privati di aree rurali e forestali e delle categorie economiche
che operano nella filiera regionale del legno. Attraverso la verifica delle idee, delle percezioni e
delle priorità avvertite, la ricerca intende rappresentare il primo passo verso la creazione di un
percorso partecipativo e di comunicazione, in virtù del quale i cittadini e i vari attori sociali
potranno essere attivamente informati e coinvolti nel processo di rivitalizzazione delle aree rurali
regionali. Un primo passo, inoltre, verso la promozione del legno e della biomassa quale
combustibili e, più in generale, verso una maggiore sensibilizzazione pubblica rispetto alle
tematiche ambientali.
Nel presente lavoro vengono esposti i risultati dell’indagine condotta tra l’opinione pubblica
regionale. L’indagine è stata realizzata mediante interviste telefoniche all’interno di un campione
rappresentativo della popolazione regionale maggiorenne secondo i parametri di sesso, età e
zona di residenza.
La costruzione e la numerosità del campione complessivo hanno permesso di analizzare i dati
relativi, oltre che al dato medio regionale, ai seguenti segmenti campionari:
•
segmenti socio-demografici (suddivisione in base a sesso, età, scolarità, professione,
provincia di residenza dell’intervistato) e residenti nel comune di Genova;
•
residenti nelle 10 Comunità Montane più importanti1 (considerate sia complessivamente
che singolarmente)
•
residenti nelle 9 comunità montane rimanenti (considerate complessivamente)
•
residenti nelle zone
complessivamente);
•
proprietari privati di boschi/appezzamenti rurali.
costiere
esterne
alle
comunità
montane
(considerate
La strutturazione del questionario utilizzato per la conduzione delle interviste telefoniche ha
consentito di monitorare l’opinione dei residenti per i seguenti ambiti tematici:
AMBIENTE E TERRITORIO (campione complessivo): percezione delle priorità di
intervento per il futuro della regione e della qualità della vita, con particolare attenzione per le
tematiche e le criticità di natura ambientale e socio-economica;
PATRIMONIO BOSCHIVO (campione complessivo): livello informativo e conoscenza
delle caratteristiche morfologiche del territorio ligure; valutazioni e posizioni dell’opinione pubblica
relativamente allo stato e agli impieghi del patrimonio forestale regionale; livello di fruizione di
boschi e foreste;
IL LEGNO E LA BIOMASSA (campione complessivo): propensione all’acquisto di prodotti
in legno certificati; utilizzo del legno come combustibile; conoscenza della biomassa e dei suoi
possibili utilizzi, percezione del costo della biomassa e propensione all’utilizzo; utilizzo effettivo
della biomassa come combustibile.
DINAMICHE INSEDIATIVE (residenti nelle zone situate al di fuori delle CM): propensione
a trasferirsi nell’entroterra e fattori condizionanti; possesso e utilizzo di case nelle zone rurali.
PATRIMONIO BOSCHIVO (campione dei proprietari privati di appezzamenti
boschivi/rurali): dimensione, copertura boschiva, modalità di manutenzione e attività relative alla
proprietà personale o di famiglia; individuazione dei settori da valorizzare e dei fattori limitanti per
lo sviluppo del patrimonio forestale regionale; percezione degli atteggiamenti condivisi dai
proprietari privati di boschi/appezzamenti rurali; partecipazione ai piani di creazione, gestione e
utilizzo delle aree boschive.
4
1
Individuate in base alle indicazioni del Committente. Comunità montane considerate più rilevanti: Valle Arroscia (IM);
Ingauna, Pollupice, Del Giovo, Val Bormida (SV); Valle Stura, Val Trebbia, Fontanabuona, Valli Aveto Graveglia Sturla
(GE);Alta Val di Vara (SP).
Sintesi della ricerca
L’operazione Robinwood: il percorso comunicativo
come garanzia di consenso
L’operazione Robinwood trova in Liguria un clima di sensibilità ambientale favorevole, buon
presupposto a una condivisione pubblica dei suoi obiettivi e delle sue modalità di intervento.
L’impiego delle giuste leve comunicative e informative potrà migliorare la veicolazione del
progetto in un contesto socio-economico recettivo; un contesto all’interno del quale lo stesso
Robinwood può diventare leva e volano di consenso all’azione degli attori pubblici coinvolti nella
gestione e nella realizzazione del progetto.
A tal fine sarà, tuttavia, necessario realizzare un percorso comunicativo articolato e targetizzato,
in grado di differenziare gli interventi tanto sul piano contenutistico, che su quello strumentale
(scelta del canale informativo più adeguato).
In quest’ottica, il percorso comunicativo dovrà puntare principalmente a:
•
la creazione di una visione del patrimonio forestale regionale come risorsa non solo
ambientale, ma anche specificamente economica  informazione come base di una
nuova consapevolezza;
•
un concreto avvicinamento dei cittadini al patrimonio forestale, in termini non soltanto di
interesse per le tematiche ad esso collegate, ma anche di propensione a un reale
impegno nella tutela ambientale e nella manutenzione e cura dei boschi  informazione
come base di un nuovo impegno.
A un livello generale si tratta di modificare il senso comune che oggi associa i boschi
principalmente agli incendi e all’abbandono, sfruttando questa stessa sensibilità alle tematiche
del degrado ambientale per sottolineare la necessità di intervenire sul patrimonio forestale e per
dare rilievo al ruolo che la cura e la manutenzione dei territori forestali giocano nel più ampio
quadro della tutela ambientale e dello sviluppo complessivo dell’area.
Non solo, i dati emersi dall’indagine evidenziano un’opinione pubblica particolarmente recettiva
su altri fronti, dall’impiego di fonti di energia pulite, cui non si accompagna un adeguato livello
2
informativo , alle potenzialità dell’impiego del legno come materia prima nella produzione di
manufatti e prodotti certificati, fino allo sfruttamento del patrimonio forestale in chiave turistica.
Si tratta inoltre di stimolare una partecipazione più attiva e concreta da parte dei residenti alla
cura del territorio, per cui è necessaria la definizione di interventi e incentivi atti a stimolare,
soprattutto nei proprietari privati di appezzamenti boschivi, un maggiore impegno nella cura e
manutezione del patrimonio forestale.
5
Diversi sono i canali informativi da utilizzare, come diverse sono le modalità informative e le
preferenze espresse dai diversi segmenti socio-demografici. Accanto ai canali più tradizionali e
ad ampia diffusione (televisione, stampa), vanno considerati strumenti in grado di raggiungere
target più specifici (internet ad esempio) e azioni particolari, tra cui iniziative indirizzate verso il
mondo della scuola (campagne informative, laboratori didattici, visite guidate, ecc.), e azioni atte
a rendere gli stessi boschi luoghi in grado di “raccontare” il territorio ligure e le sue peculiarità.
la conoscenza dei vantaggi ambientali ed economici della biomassa, ad esempio, risulta ad oggi ancora poco
approfondita e sostanzialmente intuitiva.
2
La regione Liguria: un quadro d’insieme
La Liguria si presenta come una regione attraversata, da un lato, da dinamiche riconducibili al più
vasto contesto nazionale in cui si inserisce, dall’altro da fenomeni peculiari rapportabili
unicamente all’evoluzione socio-economica locale e alla morfologia del territorio. La
preoccupazione di fondo per le prospettive economiche che caratterizza questa regione non
stupisce: in tutto il paese il clima è dominato da una forte insoddisfazione per la situazione
congiunturale attuale. In Liguria questo atteggiamento si traduce però in una specifica richiesta di
interventi in ambito occupazionale e, più in particolare, di rilancio del settore turistico. Nella
visione dei residenti, dal punto di vista economico, la Liguria ha bisogno oggi di nuovi incentivi
alla creazione di uno spirito imprenditoriale forte, in grado agire da stimolo catalizzatore in un
contesto regionale che deve fare i conti con profonde differenze territoriali (tra costa e entroterra)
e con difficili dinamiche insediative e demografiche.
Accanto alla prioritaria importanza del tema economico, l’agenda setting regionale si allarga ad
includere la necessità di un miglioramento dei servizi sanitari e di una maggiore attenzione verso
due categorie particolari: gli anziani e i giovani. La sensibilità dimostrata verso il tema dei giovani
ben si inserisce nel quadro fin’ora delineato: essa si lega intimamente a una richiesta di maggiori
prospettive di crescita, in particolare occupazionale. L’attenzione dedicata agli anziani, invece,
appare fortemente connessa alle preoccupazioni nei confronti dell’invecchiamento della
popolazione, considerato uno dei problemi socio-economici più rilevanti, nonché alla richiesta di
miglioramento dei servizi sanitari al fine di garantire a questa categoria una migliore qualità della
vita futura.
I residenti rivolgono poi la loro attenzione alla questione ambientale, dimostrando una forte
sensibilità verso un tema che, spesso, viene considerato secondariamente. E’ chiaro, dal quadro
delle priorità individuate dai cittadini, che in Liguria il tema della tutela ambientale riveste una
notevole importanza, tale da costringere in secondo piano altre questioni considerate solitamente
con maggiore urgenza, quali la mobilità, i servizi sociali alle persone e, soprattutto, la sicurezza e
l’ordine pubblico. Non solo, l’agenda setting che emerge dall’indagine individua la necessità di un
modello di sviluppo territoriale peculiare, fondato sulla valorizzazione delle risorse e del capitale
umano locali.
L’obiettivo di ripopolamento delle aree rurali e montane verso cui il progetto Robinwood tende,
nella più ampia prospettiva di una rivitalizzazione e valorizzazione dell’entroterra ligure, risulta
una meta difficile, ma non impossibile. La propensione complessivamente dimostrata dai
residenti delle zone costiere al trasferimento nell’entroterra è molto bassa e in molti casi resa
nulla da fattori incondizionabili e immutabili (radicamento alla terra di origine, legame con il mare,
posizione professionale stabile, legami familiari, ecc.). Emergono, tuttavia, in alcuni segmenti
(fasce di giovani fino a 34 anni) degli elementi in grado di incentivare la propensione a lasciare le
zone costiere per l’entroterra: maggiori opportunità lavorative e maggiori occasioni di trovare
un’abitazione a condizioni vantaggiose, rappresentano fattori su cui fare leva al fine di
incrementare le dinamiche insediative dei giovani verso l’interno.
6
La sensibilità alla questione ambientale e la
percezione del patrimonio boschivo
Lo stato dei boschi e delle foreste della regione occupa una posizione di rilievo tra le tematiche
ambientali su cui si focalizza l’attenzione dei cittadini: secondo l’opinione pubblica ligure la
prevenzione degli incendi boschivi è la prima azione da intraprendere da un punto di vista
ambientale. Gli incendi rappresentano infatti, insieme all’abbandono, il primo fattore cui gli
intervistati associano i boschi della propria regione. A dominare la percezione del patrimonio
forestale sono, dunque, due immagini negative alle quali si lega un giudizio non positivo sullo
stato attuale dei boschi e delle foreste, che i cittadini imputano a un’insufficiente cura e
manutenzione se non, addirittura, a una condizione di completo abbandono.
Alla negatività di queste valutazioni, tuttavia, si contrappone una visione differente: i cittadini
guardano al patrimonio forestale della propria regione come una risorsa in grado di contrastare lo
stesso degrado del territorio aggravato dallo stato di abbandono delle aree rurali; una risorsa in
grado di tradursi in un punto di forza del territorio qualora adeguatamente utilizzata.
In questo senso i boschi vengono visti come un bene da curare, mantenere ed eventualmente
ampliare, al fine di contenere e prevenire il dissesto idro-geologico e di consentire la tutela della
biodiversità.
Se da un lato questa percezione rivela la consapevolezza del valore che il patrimonio forestale
può rivestire dal punto di vista della sicurezza e della tutela ambientale, dall’altro essa evidenzia
anche la mancanza di un riconoscimento delle potenzialità più specificamente economiche del.
Sebbene non completamente ignorate, tali potenzialità non risultano ancora sufficientemente
considerate dall’opinione pubblica regionale. Si tratta di aspetti ad oggi presi in considerazione
solo parzialmente e messi maggiormente in rilievo da segmenti specifici della popolazione
(residenti nelle Comunità Montane e proprietari di boschi e/o appezzamenti rurali), coinvolti più
da vicino nelle questioni legate allo stato e alla gestione delle aree rurali e del territorio forestale.
A seconda della zona di residenza e del coinvolgimento diretto nella gestione di terreni boschivi,
infatti, diversa è la prospettiva dalla quale i cittadini guardano al patrimonio boschivo regionale: i
residenti nelle zone costiere e, in particolare i più giovani, dimostrano nei confronti della
questione un approccio più generico e per così dire naturalistico, in virtù del quale i boschi e le
foreste sono considerate innanzi tutto come il luogo della conservazione della biodiversità e del
contenimento del dissesto idro-geologico; sono gli abitanti dell’entroterra e i proprietari di
appezzamenti boschivi a guardare con più attenzione agli sbocchi economici legati all’impiego
dei boschi e delle foreste.
Questa situazione è, almeno in parte, rapportabile a un deficit informativo che caratterizza
l’opinione pubblica ligure: i cittadini si sentono poco informati riguardo allo stato dei boschi e delle
foreste della propria regione e in molti casi sottostimano l’ampiezza del territorio forestale. Ma
quello dell’opinione pubblica appare un terreno fertile sul quale intraprendere interventi informativi
mirati alla creazione di una maggiore consapevolezza delle potenzialità che il patrimonio
forestale può rappresentare per tutto il sistema socio-economico della regione.
In questa direzione dovrebbe procedere e a questo dovrebbe puntare la veicolazione mediatica
del progetto Robinwood: la percezione del patrimonio boschivo come ricchezza del territorio, va
maggiormente ancorata alla consapevolezza delle potenzialità che tale patrimonio rappresenta in
quanto fonte di ricchezza, in grado di stimolare lo sviluppo del territorio nel rispetto dell’ambiente.
7
Analisi dei risultati
Ambiente e territorio: le priorità di intervento per il
futuro della Liguria nella percezione dell’opinione
pubblica
Le indicazioni relative alle priorità di intervento per il futuro della regione e ai principali problemi
socio-economici che interessano la realtà locale delineano in Liguria un quadro piuttosto
interessante entro il quale si situano:
•
una preoccupazione di fondo per la situazione economica regionale e per il futuro del
settore turistico;
•
una particolare attenzione verso il miglioramento dei servizi sanitari;
•
una particolare sensibilità verso il tema della tutela ambientale;
•
una richiesta di maggiore attenzione verso i giovani e gli anziani.
L’importanza rivestita da tali ambiti è tale in regione da porre in ombra alcune questioni
solitamente percepite con urgenza, come i servizi sociali alle persone e la sicurezza e l’ordine
pubblico. Anche il miglioramento della viabilità e dei trasporti, fatta eccezione per alcuni
segmenti, appare rivestire un’importanza relativamente secondaria.
Nella percezione dell’opinione pubblica, la realtà socio-economica regionale appare poco
dinamica, limitata da un lato dalla mancanza di spirito imprenditoriale e dalle difficoltà del settore
turistico, dall’altro da dinamiche demografiche e insediative negative (invecchiamento della
popolazione e spopolamento delle zone rurali e montane), cui si lega un’inefficienza dei servizi ai
cittadini nell’entroterra. Le preoccupazioni di natura economica si accompagnano a una forte
richiesta in termini di sviluppo, uno sviluppo che sia in grado di porre rimedio alla disoccupazione,
considerata il principale problema socio-economico della regione, e che passi anche attraverso
un rilancio del turismo, settore considerato in crisi da circa un quinto della popolazione.
La sensibilità dimostrata dall’opinione pubblica regionale per la tutela dell’ambiente e del territorio
risulta piuttosto elevata. In tale ambito i liguri dimostrano una sensibilità per così dire a 360 gradi.
3
Se la prevenzione degli incendi boschivi risulta l’azione considerata in assoluto prioritaria
(indicata da circa il 50% degli intervistati), l’attenzione dell’opinione pubblica è rivolta non solo
alla cura e alla manutenzione dei boschi, ma anche alla tutela delle zone costiere e dell’ambiente
marino e alla riduzione dell’inquinamento, tutte azioni citate da circa un terzo dei rispondenti. A
indicare la necessità di valorizzare le aree rurali dell’entroterra è poi circa un rispondente ogni
quattro.
Gli investimenti in fonti energetiche pulite e la promozione del turismo ambientale risultano azioni
complessivamente meno considerate, tuttavia il livello di attenzione dedicato a tali tematiche
(vengono citate rispettivamente dal 19% e dal 13% dei rispondenti) fa presupporre l’esistenza di
un atteggiamento innovativo e lungimirante, proiettato verso forme di sviluppo socio-economico
integrato e sostenibile.
8
La qualità della vita riferita al comune di residenza ottiene in regione un voto più che sufficiente
(6,8 in una scala da 1 a 10), migliore di quello rilevato nel corso di un’indagine svolta da SWG in
Liguria a gennaio. Alcune variabili socio-professionali incidono su tale valutazione: appaiono
significativamente più soddisfatti, con voti che superano il 7 (scala 1-10), i lavoratori autonomi, i
residenti nella provincia di Savona e gli abitanti delle Comunità Montane importanti (CMI4); sono
invece sottomedia, con votazioni in ogni caso superiori al 6,6, gli over 64 e i pensionati.
3
non escludiamo che l’attenzione rivolta a questo fenomeno risulti in parte accentuata dal periodo dell’anno in cui è stata
condotta la rilevazione; d’estate, infatti, il problema degli incendi boschivi è significativamente più rilevante e come tale
viene anche ad avere un rilievo mediatico significativamente più elevato che nel resto dell’anno.
4
Comunità montane considerate più rilevanti, in base alle indicazioni del Committente, ovvero: Valle Arroscia (IM);
Ingauna, Pollupice, Del Giovo, Val Bormida (SV); Valle Stura, Val Trebbia, Fontanabuona, Valli Aveto Graveglia Sturla
(GE);Alta Val di Vara (SP).
La caratteristiche socio-demografiche del campione incidono fortemente anche sulla percezione
delle priorità e delle problematiche che interessano la regione.
La sensibilità dei rispondenti relativamente alle tematiche di natura economica risultano
influenzate soprattutto dalla condizione professionale, dal titolo di studio, dall’età e dalla provincia
di residenza:
•
il rilancio economico e occupazionale viene messo maggiormente in rilevo dai lavoratori
dipendenti5 e dai residenti a Genova;
•
il rilancio del turismo è citato in misura superiore dai soggetti al di sotto dei 44 anni, dai
lavoratori autonomi e dipendenti, dagli studenti e dai residenti nelle province di Imperia;
•
la mancanza di spirito imprenditoriale viene maggiormente denunciata dai 35-44enni, dai
soggetti a scolarità medio e alta, dai lavoratori autonomi e dipendenti e dai residenti nel
comune di Genova.
In diversi segmenti (25-34enni, soggetti a scolarità medio-alta e lavoratori dipendenti) emerge,
dunque, un chiaro legame tra la richiesta di sviluppo economico e la necessità di rilanciare il
settore turistico e di stimolare lo spirito imprenditoriale al fine di garantire alla Liguria un futuro
economico migliore.
Un altro aspetto che appare focalizzare maggiormente l’attenzione in determinati segmenti è il
miglioramento della viabilità e dei trasporti, che complessivamente occupa una posizione
intermedia nella gerarchia delle priorità indicate dai residenti per il futuro della regione. L’ambito
della mobilità focalizza maggiormente l’attenzione degli uomini, dei 35-44enni, dei soggetti con
un livello di istruzione medio-alto e delle categorie di lavoro autonomo e dipendente.
La percezione delle dinamiche demografiche e insediative risulta condizionata dalla zona di
residenza degli intervistati: l’invecchiamento della popolazione preoccupa in misura
significativamente maggiore i residenti nella provincia e nel comune di Genova, mentre lo
spopolamento delle zone rurali è un problema più avvertito dai residenti nelle Comunità Montane.
La sensibilità verso il tema della tutela ambientale risulta leggermente più elevata tra i giovani
(18-24 anni), gli studenti e i proprietari privati di boschi o appezzamenti rurali, in particolare se
diretti possessori di terreni (proprietà personale o del coniuge/compagno). L’atteggiamento di
fondo di questi tre segmenti è tuttavia differente. I giovani e gli studenti dimostrano una sensibilità
ambientale che prescinde dal fatto di essere direttamente coinvolti nella questione e un approccio
in un certo senso più idealistico: la riduzione di ogni forma di inquinamento rappresenta l’azione
da intraprendere prioritariamente dal punto di vista ambientale e accanto a ciò è
significativamente superiore rispetto al dato medio l’attenzione rivolta alla tutela della biodiversità.
Più pratico e determinato dal diretto coinvolgimento nella questione è invece l’atteggiamento dei
proprietari di boschi, i quali risultano maggiormente preoccupati per il declino delle attività
agricole e vivaistiche e ritengono prioritaria una serie di azioni indirizzate alla cura e alla
valorizzazione dei boschi, nonché alla rivitalizzazione delle aree rurali dell’entroterra.
*****
Legenda alla lettura delle tabelle di confronto :
dato medio = dato medio relativo al campione complessivo
CMi = dato medio relativo alle Comunità Montane importanti
9
CMmi = dato medio relativo alle Comunità Montane meno importanti
Zone fuori da CM = dato medio relativo alle zone non incluse nelle Comunità Montane
Proprietari 1 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: possiedono in prima persona
(o possiede il coniuge/compagno/a) un appezzamento rurale/boschivo
Proprietari 2 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: figli/nipoti di proprietari di un
appezzamento rurale/boschivo
5
Con lavoratori dipendenti si intende la categoria di lavoro dipendente con mansioni impiegatizie non operaie.
Quale tra le cose che le elenchero' e' fondamentale per il futuro della Liguria?
Dato medio
un forte rilancio economico e occupazionale
53
il rilancio del turismo
34
un miglioramento dei servizi sanitari
33
una maggiore attenzione agli anziani
29
una maggiore attenzione ai giovani
27
la tutela dell'ambiente
25
il miglioramento della viabilita' e dei trasporti
23
i servizi sociali alle persone
15
la sicurezza e l'ordine pubblico
9
un incremento delle attivita' culturali
4
altro
1
non sa/non risponde
1
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
Quale tra le cose che le elenchero' e' fondamentale per il futuro della Liguria? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
un forte rilancio
economico e
21
19
20
21
21
22
occupazionale
10
il rilancio del turismo
14
13
12
14
12
19
un miglioramento dei
servizi sanitari
13
13
15
13
13
9
una maggiore attenzione
agli anziani
11
13
14
10
13
5
una maggiore attenzione
ai giovani
11
9
12
11
11
7
la tutela dell'ambiente
10
10
10
10
11
13
il miglioramento della
viabilita' e dei trasporti
9
9
7
9
9
12
i servizi sociali alle
persone
6
7
6
6
7
7
la sicurezza e l'ordine
pubblico
4
3
1
4
2
3
un incremento delle
attivita' culturali
2
2
2
2
1
2
altro
1
1
1
0
1
0
non sa/non risponde
1
2
4
1
2
0
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Pensi ora alla situazione socio-economica complessiva della sua regione. Quale tra quelli che le
elenchero' e' il problema che bisogna affrontare prioritariamente?
Dato medio
disoccupazione
47
invecchiamento della popolazione
33
spopolamento delle zone rurali e montane
30
mancanza di spirito imprenditoriale
22
crisi del turismo
21
inefficienza dei servizi ai cittadini nell'entroterra
20
l'inadeguatezza delle infrastrutture
18
declino delle attivita' agricole e vivaistiche
18
bassa capacita' attrattiva e competitiva dei prodotti
liguri
11
carenza di servizi alle imprese
10
altro
1
non sa/non risponde
2
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
Pensi ora alla situazione socio-economica complessiva della sua regione. Quale tra quelli che le
elenchero' e' il problema che bisogna affrontare prioritariamente? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
11
disoccupazione
20
19
21
20
18
19
invecchiamento della
popolazione
14
13
11
15
12
14
spopolamento delle
zone rurali e montane
13
15
14
12
14
14
mancanza di spirito
imprenditoriale
10
7
8
11
9
12
crisi del turismo
9
9
11
8
9
7
inefficienza dei servizi ai
cittadini nell'entroterra
9
11
9
8
12
5
l'inadeguatezza delle
infrastrutture
8
7
8
8
6
9
declino delle attivita'
agricole e vivaistiche
8
8
8
7
10
10
bassa capacita' attrattiva
e competitiva dei prodotti
liguri
5
7
4
4
5
6
carenza di servizi alle
imprese
4
4
6
4
5
4
altro
1
0
0
1
0
0
non sa/non risponde
2
2
2
2
1
1
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Dal punto di vista piu' specificamente ambientale, secondo lei, quale tra le seguenti azioni
bisognerebbe adottare prioritariamente nella sua regione?
Dato medio
prevenzione degli incendi boschivi
52
cura e manutenzione dei boschi e delle foreste
37
riduzione dell'inquinamento (acustico, dell'aria, del
suolo)
36
tutela delle coste e del mare
32
valorizzazione delle aree rurali dell'entroterra
27
investimenti in fonti energetiche pulite/rinnovabili
19
prevenzione/limitazione del dissesto idro-geologico
19
promozione del turismo ambientale
13
tutela della biodiversita' (varieta' di specie vegetali e
animali)
6
azioni che contrastano l'erosione dei suoli
5
non sa/non risponde
1
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
Dal punto di vista piu' specificamente ambientale, secondo lei, quale tra le seguenti azioni
bisognerebbe adottare prioritariamente nella sua regione? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
prevenzione degli incendi
21
23
19
21
20
21
boschivi
12
cura e manutenzione dei
boschi e delle foreste
15
19
15
14
18
14
riduzione
dell'inquinamento
(acustico, dell'aria, del
suolo)
14
13
14
15
11
11
tutela delle coste e del
mare
13
10
13
14
12
16
valorizzazione delle aree
rurali dell'entroterra
11
11
14
10
16
14
investimenti in fonti
energetiche
pulite/rinnovabili
8
8
7
8
7
5
prevenzione/limitazione
del dissesto idrogeologico
8
8
9
7
7
8
promozione del turismo
ambientale
5
5
4
6
4
6
tutela della biodiversita'
(varieta' di specie vegetali
e animali)
2
2
2
3
2
3
azioni che contrastano
l'erosione dei suoli
2
2
4
2
3
1
non sa/non risponde
1
3
1
1
2
4
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Nel complesso, utilizzando un voto che va da 1 (min) a 10 (max) come giudica la qualita' della
vita nel comune in cui lei risiede? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
1
2
2
1
2
3
0
2
1
1
0
1
0
0
3
2
1
3
2
4
0
4
3
4
1
2
3
2
5
11
9
17
11
10
7
da 1 a 5
18
16
22
18
20
10
6
17
12
15
19
13
20
7
30
30
36
29
27
41
8
24
27
20
24
25
22
9
6
8
4
5
5
4
10
5
6
4
5
9
3
da 7 a 10
65
71
63
63
67
71
non sa/ non risponde
1
1
0
1
1
2
6,8
7,0
6,7
6,8
6,9
7,0
Voto medio (1-10):
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
13
Il patrimonio boschivo
LA PERCEZIONE DEL PATRIMONIO BOSCHIVO
La percezione del patrimonio boschivo e forestale della regione è dominata dalle immagini
negative dell’abbandono e degli incendi, entrambi aspetti citati da percentuali di rispondenti
nettamente superiori al 40%. In secondo luogo, quasi un terzo dei rispondenti associa i boschi
alla natura, mentre circa un quinto del campione li collega ai parchi e alle aree protette.
Significativamente minoritaria, invece, l’associazione del patrimonio boschivo alle attività
economiche ad esso collegato (9%).
La percezione varia significativamente all’interno dei diversi segmenti monitorati, portando alla
luce un’ampia varietà di visioni:
•
tra i soggetti al di sopra dei 64 anni, i soggetti poco scolarizzati, i pensionati la
percezione appare dominata dall’immagine dell’abbandono;
•
gli incendi rappresentano invece la prima associazione tra i 35-34enni e i laureati;
•
la natura, pur non dominando in assoluto, risulta maggiormente collegata ai boschi dai
25-34enni, dai lavoratori dipendenti e dai residenti nella provincia di La Spezia;
•
i parchi e le aree protette vengono significativamente più citati dai giovanissimi e dagli
studenti, confermando l’approccio “naturalista” di questi segmenti alle questioni
ambientali.
Poco determinante in questa prima percezione dei boschi e delle foreste risulta invece il fatto di
risiedere nell’entroterra o sulla costa, nonché il livello informativo sullo stato del patrimonio
boschivo regionale.
Legenda alla lettura delle tabelle di confronto :
dato medio = dato medio relativo al campione complessivo
CMi = dato medio relativo alle Comunità Montane importanti
CMmi = dato medio relativo alle Comunità Montane meno importanti
Zone fuori da CM = dato medio relativo alle zone non incluse nelle Comunità Montane
Proprietari 1 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: possiedono in prima persona
(o possiede il coniuge/compagno/a) un appezzamento rurale/boschivo
Proprietari 2 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: figli/nipoti di proprietari di un
appezzamento rurale/boschivo
14
Parliamo ora dei boschi e delle foreste della sua regione. Lei associa i boschi liguri
prevalentemente:
Dato medio
all'abbandono
49
agli incendi
43
alla natura
31
ai parchi e aree protette
22
alle attivita' economiche legate ai boschi e alla filiera
del legno
9
nessuna di queste
1
non sa/non risponde
1
somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili
Parliamo ora dei boschi e delle foreste della sua regione. Lei associa i boschi liguri
prevalentemente: CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
all'abbandono
32
33
34
31
36
24
agli incendi
28
28
30
28
30
31
alla natura
20
20
21
20
17
26
ai parchi e aree protette
14
13
11
15
12
12
alle attivita' economiche
legate ai boschi e alla
filiera del legno
6
6
2
6
5
7
nessuna di queste
0
0
1
0
0
0
non sa/non risponde
1
1
1
1
0
1
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
IL LIVELLO INFORMATIVO E GLI STRUMENTI PER RICEVERE INFORMAZIONI SUL
PATRIMONIO BOSCHIVO
Per quanto riguarda il livello informativo sullo stato dei boschi e delle foreste della Liguria, la
grande maggioranza dei residenti (64%) dichiara di essere poco o per niente informata.
Risultano maggiormente al corrente delle questioni legate al patrimonio forestale gli uomini, i
soggetti più anziani, i lavoratori autonomi e i pensionati, gli abitanti delle principali Comunità
Montane e, come prevedibile, i proprietari di boschi o appezzamenti rurali, in particolare quelli
che possiedono personalmente un terreno. Al contrario, il livello informativo percepito risulta
significativamente inferiore alla media tra i 18-24enni, gli operai, gli studenti e le casalinghe.
La scelta dei canali attraverso i quali ricevere informazioni riguardo al patrimonio boschivo
regionale privilegia la televisione (64% di preferenze) e la stampa (52%), lasciando in ombra tutti
gli altri strumenti proposti, fatta eccezione, all’interno di alcuni segmenti (18-34enni, laureati,
studenti, lavoratori autonomi e impiegati), per internet.
La preferenza rivolta ai giornali è significativamente più elevata tra i giovanissimi, i 45-54enni, i
lavoratori dipendenti con mansioni di ufficio e gli studenti; la televisione, invece, raccoglie
maggiore favore tra gli over 55, i soggetti poco scolarizzati e i pensionati.
15
Lei si sente molto, poco o per niente informato riguardo allo stato dei boschi e delle foreste della
sua regione? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
molto
11
14
11
10
14
14
abbastanza
25
26
20
25
29
20
poco
50
48
54
50
43
55
per niente
14
12
15
15
14
11
non sa/non risponde
0
1
1
0
0
0
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Attraverso quale tra i seguenti canali preferirebbe ricevere maggiori informazioni riguardo ai
boschi e alle foreste della sua regione?
Dato medio
televisioni
64
giornali
52
internet
12
manifesti
11
volantini
9
sportelli informativi
8
convegni
6
newsletter
5
radio
2
altro
1
nessuno perche' non e' interessato
2
non sa/non risponde
2
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
Attraverso quale tra i seguenti canali preferirebbe ricevere maggiori informazioni riguardo ai
boschi e alle foreste della sua regione? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
televisioni
37
37
40
37
41
28
giornali
30
32
29
30
30
30
internet
7
6
4
8
4
11
manifesti
7
7
7
7
7
9
volantini
5
5
7
5
4
7
sportelli informativi
5
4
5
5
3
5
convegni
3
3
4
3
5
6
newsletter
3
2
2
3
3
2
radio
1
1
1
1
1
0
altro
1
1
1
1
1
0
nessuno perche' non e'
interessato
1
3
1
1
1
0
non sa/non risponde
2
2
4
1
2
3
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
16
IL PATRIMONIO BOSCHIVO: CONOSCENZA, VALUTAZIONE, INDIVDUAZIONE DEGLI
UTILIZZI, FRUIZIONE
Più del 40% di residenti non è in grado di stimare la percentuale di territorio regionale ricoperta
da boschi e foreste e solo un rispondente su cinque indica la risposta corretta (tra il 60 e il 70%).
Complessivamente è pari al 27% la quota dei rispondenti che sottostima l’ampiezza della
copertura forestale.
Tra coloro che dimostrano una conoscenza precisa dell’estensione del patrimonio boschivo
regionale risultano sovra-rappresentati gli uomini, i soggetti tra 35 e 44 anni e i lavoratori
autonomi e dipendenti non operai.
Una volta informati in merito alle principali caratteristiche morfologiche del territorio ligure tra cui
l’ampiezza e la varietà della copertura boschiva, gli intervistati si dividono equamente in quanti
vorrebbero l’estensione del territorio forestale mantenuta com’è o ulteriormente ampliata e non si
segnalano differenze sostanziali tra i segmenti monitorati, fatta eccezione per una maggiore
propensione da parte dei lavoratori autonomi a un mantenimento dell’estensione attuale. La
propensione a una riduzione del patrimonio boschivo risulta, invece, assolutamente minoritaria.
Le motivazioni fornite a sostegno di un ampliamento del territorio forestale vanno principalmente
in due direzioni:
•
il contenimento del dissesto idrogeologico;
•
la tutela della biodiversità.
Il patrimonio forestale viene dunque considerato come un’importante risorsa per la regione, una
risorsa che va mantenuta, o addirittura incentivata al fine tutelare le ricchezze e le varietà floreali
e faunistiche e al fine di garantire la sicurezza del territorio. La tutela della biodiversità viene
maggiormente sottolineata dai rispondenti più giovani (under 34), a conferma, ancora una volta,
dell’atteggiamento che questo segmento mantiene nei confronti delle questioni ambientali. Il
contenimento del degrado ambientale trova invece percentuali significativamente più elevate di
rispondenti tra i soggetti di scolarità media e alta e tra i lavoratori dipendenti non operai.
Solo a un secondo livello, coloro che si esprimono a favore di una maggiore estensione delle
aree forestali rivolgono la propria attenzione alle potenzialità produttive del patrimonio boschivo,
auspicando l’incentivazione delle coltivazioni boschive e delle attività economiche legate alla
filiera del legno (produzione di legname destinato alle costruzioni, all’artigianato e alla produzione
di combustibile).
Lei saprebbe dirmi (indicativamente) quanta parte del territorio ligure in percentuale e' ricoperto
da boschi e foreste?
Dato medio
17
meno del 25%
1
tra il 25 e il 50%
15
tra il 50 e il 60%
11
tra il 60 e il 70%
19
piu' del 70%
11
non sa/non risponde
43
Lei saprebbe dirmi (indicativamente) quanta parte del territorio ligure in percentuale e' ricoperto
da boschi e foreste? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
meno del 25%
2
4
3
2
2
3
tra il 25 e il 50%
26
19
27
27
25
15
tra il 50 e il 60%
20
15
23
21
16
29
tra il 60 e il 70%
33
40
28
32
33
35
piu' del 70%
19
22
19
18
24
17
non sa/non risponde
44
47
41
43
41
31
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Secondo lei l'ampiezza del territorio forestale della Liguria dovrebbe venir: CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
ridotta
6
5
10
6
8
10
mantenuta cosi' com'e'
47
49
40
47
45
43
aumentata, con la
creazione di nuove aree
boschive
47
45
50
46
47
46
non sa/non risponde
2
3
2
3
0
1
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Per quale dei seguenti motivi, secondo lei, l'ampiezza del territorio forestale della Liguria
dovrebbe venir aumentata?
Dato medio
per contenere il dissesto idro-geologico
53
per creare piu' parchi e tutelare la biodiversita'
50
per incentivare le coltivazioni boschive (frutti di
bosco, funghi, castagne, ecc.)
29
per incentivare le attivita' socio-economiche legate al
legno (costruzioni, energia rinnovabile, artigianato)
20
nessuno di questi
1
non sa/non risponde
1
somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili
rispondenti quanti hanno risposto “aumentata” alla domanda precendente
18
Per quale dei seguenti motivi, secondo lei, l'ampiezza del territorio forestale della Liguria
dovrebbe venir aumentata? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
per contenere il dissesto
idro-geologico
35
32
35
36
38
42
per creare piu' parchi e
tutelare la biodiversita'
33
30
29
34
28
33
per incentivare le
coltivazioni boschive
(frutti di bosco, funghi,
castagne, ecc.)
19
20
25
17
13
14
per incentivare le attivita'
socio-economiche legate
al legno (costruzioni,
energia rinnovabile,
artigianato)
13
17
11
13
20
11
nessuno di questi
1
1
0
0
1
0
non sa/non risponde
1
2
1
0
0
0
dati riportati a 100 in assenza di non risposte – rispondenti quanti hanno risposto “aumentata” alla domanda
precendente
*****
A conferma delle motivazioni e delle diverse prospettive che giustificano la propensione a un
ampliamento del territorio forestale regionale, risultano gli obiettivi che secondo l’opinione
pubblica regionale dovrebbero indirizzare la gestione del territorio forestale ligure, a prescindere
da un’estensione o meno delle sue dimensioni.
L’attenzione viene infatti rivolta principalmente alla tutela del territorio, sia nel senso della
prevenzione e della limitazione del dissesto idrogeologico che nel senso della salvaguardia della
biodiversità. Solo a un secondo livello emergono le potenzialità economiche del patrimonio
forestale, tra le quali vengono privilegiate le coltivazioni boschive e il rilancio del settore turistico.
19
Secondo lei il patrimonio forestale della sua regione dovrebbe venire utilizzato principalmente al
fine di:
Dato medio
prevenire/limitare il dissesto idro-geologico (frane,
57
smottamenti, aridita' del suolo, alluvioni, ecc.)
salvaguardare gli habitat naturali esistenti
36
coltivare alberi e frutti di bosco/piante officinali
30
richiesti dal mercato
rilanciare il settore turistico
28
produrre legname come combustibile/fonte
energetica rinnovabile
19
sviluppare l'artigianato artistico del legno
14
produrre legname per le costruzioni e altri settori
industriali (ad es. produzione di carta)
12
non sa/non risponde
2
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
Secondo lei il patrimonio forestale della sua regione dovrebbe venire utilizzato principalmente al
fine di: CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
prevenire/limitare il
dissesto idro-geologico
(frane, smottamenti,
29
27
30
29
29
31
aridita' del suolo,
alluvioni, ecc.)
salvaguardare gli habitat
naturali esistenti
18
19
16
19
18
21
coltivare alberi e frutti di
bosco/piante officinali
richiesti dal mercato
15
13
17
16
14
10
rilanciare il settore
turistico
14
16
12
14
14
17
produrre legname come
combustibile/fonte
energetica rinnovabile
10
9
13
9
13
8
produrre legname per le
costruzioni e altri settori
industriali (ad es.
produzione di carta)
6
6
5
6
5
6
sviluppare l'artigianato
artistico del legno
7
10
7
7
7
7
non sa/non risponde
2
2
3
2
6
0
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
*****
La valutazione dello stato complessivo del patrimonio forestale della Liguria non risulta
sbilanciata verso posizioni estreme, tuttavia la maggioranza relativa della popolazione esprime
un giudizio non buono, rivelando l’esistenza di ampi margini di miglioramento nella gestione e
manutenzione dei boschi e delle foreste della regione. Questa percezione appare condivisa
trasversalmente nei diversi segmenti monitorati, tanto che non emergono significatività di rilievo.
La valutazione negativa allo stato dei boschi e delle foreste liguri si accompagna in primo luogo
alla convinzione che vi sia una scarsa cura e manutenzione, se non addirittura un completo
abbandono degli stessi. La stragrande maggioranza dell’opinione pubblica ligure è, inoltre,
dell’idea che i boschi necessitino ogni caso di un intervento umano di cura e manutenzione,
anche qualora non siano destinati ad alcune attività produttiva.
20
Per quanto ha potuto vedere personalmente, o per quanto ha sentito dire, lei direbbe che lo stato
dei boschi e delle foreste della sua regione e' complessivamente: CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
ottimo
2
4
1
2
3
1
buono
25
24
24
25
27
25
cosi' cosi
40
37
38
41
32
48
scarso
27
28
28
27
29
20
pessimo
7
8
9
6
9
7
non sa/non risponde
2
2
2
2
2
0
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Per quale motivo tra i seguenti lei non valuta positivamente lo stato dei boschi e delle foreste
della sua regione? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
i boschi sono
completamente
abbandonati a se stessi
50
50
48
50
56
49
c'e' una scarsa
manutenzione e cura dei
boschi
45
43
49
45
39
47
i boschi sono
eccessivamente sfruttati
a fini produttivi
4
4
3
4
4
3
nessuno di questi
1
2
1
1
1
0
non sa/non risponde
3
1
2
3
2
1
dati riportati a 100 in assenza di non risposte – rispondenti: quanti non valutano positivamente lo stato dei
boschi
Secondo lei i boschi e le foreste della Liguria che NON vengono utilizzati a fini produttivi
(produzione legname), o energetici (produzione combustibile) o vivaistici (produzione alberi/frutti)
dovrebbero essere: CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
21
comunque curati
dall'uomo, mediante
l'abbattimento degli
alberi vecchi o malati
87
89
89
87
89
86
lasciati a se stessi,
perche' la natura deve
fare il suo corso ed e' in
grado di badare a se
stessa
13
11
11
13
11
14
non sa/non risponde
2
3
1
2
1
4
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
*****
La frequentazione assidua dei boschi come luogo in cui trascorrere il tempo libero riguarda ben il
43% della popolazione maggiorenne residente in Liguria; circa il 46% dei residenti, poi, dichiara
di trascorrere almeno qualche volta del tempo dedicato allo svago nei boschi della propria
regione. La fruizione dei boschi risulta più elevata tra gli uomini, i 55-64enni, i lavoratori autonomi
e dipendenti non operai, e, come prevedibile, tra coloro che risiedono nell’entroterra e tra quanti
possiedono appezzamenti boschivi.
Quanto spesso le capita di trascorrere del tempo libero nei boschi/aree protette/parchi della sua
regione (per svago, sport, divertimento)? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
sempre
10
17
15
7
14
5
spesso
33
33
39
32
41
38
talvolta
22
20
18
24
20
25
raramente
24
21
21
25
17
29
mai
11
9
7
12
9
3
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
22
Il legno e la biomassa
LA CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI IN LEGNO: UN VALORE AGGIUNTO E GARANZIA DI
QUALITÀ
L’appeal di un’eventuale certificazione dei prodotti realizzati con legno proveniente dalla Liguria
risulta piuttosto elevato. Più del 50% dei rispondenti e in misura superiore le donne, gli anziani e
le casalinghe, esprime infatti la propensione ad acquistare un prodotto “made in Liguria”,
piuttosto di uno simile non certificato e di cui non sia nota la provenienza del legno.
La propensione generica all’acquisto è in parte confermata dalla disponibilità effettiva di spesa
per l’acquisto di prodotti e manufatti realizzati con legno della Liguria: il 49% dei soggetti
intervistati si dichiara disponibile a una spesa aggiuntiva, che mediamente è pari all’ 8% in più del
prezzo di un prodotto simile non certificato. In questo caso le significatività rilevate
precedentemente non sono confermate e le disponibilità di spesa maggiore emergono in quei
segmenti che generalmente godono di uno status economico più elevato: laureati, lavoratori
autonomi e soggetti tra 45 e 54 anni.
Legenda alla lettura delle tabelle di confronto :
dato medio = dato medio relativo al campione complessivo
CMi = dato medio relativo alle Comunità Montane importanti
CMmi = dato medio relativo alle Comunità Montane meno importanti
Zone fuori da CM = dato medio relativo alle zone non incluse nelle Comunità Montane
Proprietari 1 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: possiedono in prima persona
(o possiede il coniuge/compagno/a) un appezzamento rurale/boschivo
Proprietari 2 = dato medio relativo a quanti rispondono al requistito: figli/nipoti di proprietari di un
appezzamento rurale/boschivo
Pensi ora agli acquisti di prodotti in legno (mobili, utensili, giocattoli, ecc.). Se un'etichetta
(certificazione) indicasse che un prodotto e' stato fatto utilizzando legno della Liguria, lei
acquisterebbe più probabilmente: CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
il prodotto certificato e
55
55
50
55
56
44
fatto con legno della
Liguria
non farebbe differenza
22
23
25
22
22
30
23
un prodotto simile ma
non certificato (di cui non
si conosca la
provenienza/origine del
legno)
10
8
9
10
6
14
dipenderebbe dal
prodotto
6
7
9
5
7
9
dipenderebbe dal prezzo
4
3
5
4
4
1
non compra mai prodotti
in legno
4
4
3
4
5
3
non sa/non risponde
6
5
5
6
6
3
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Quanto sarebbe disposto a pagare in piu' per un prodotto/manufatto fatto con legno proveniente
dalla Liguria, rispetto a un prodotto simile non certificato? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
niente
38
37
40
38
38
31
fino al 5% in piu'
rispetto allo stesso
prodotto non etichettato
23
25
25
23
26
29
dal 6 al 10%
18
17
16
18
16
20
dall'11 al 15%
6
4
4
6
7
3
dal 16 al 20%
4
4
3
5
5
9
dal 21 al 25%
0
1
0
0
0
1
dal 26 al 30%
1
1
2
1
1
2
piu' del 30%
1
2
0
1
1
0
dipende dal prodotto
8
9
10
8
7
6
non sa/non risponde
9
10
7
9
14
5
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
L’UTILIZZO DEL LEGNO COME COMBUSTIBILE
Complessivamente l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico risulta
diffuso, tuttavia, in molti casi si tratta di un comportamento poco frequente o comunque affiancato
dall’impiego di altre fonti energetiche: se il 44% per cento degli intervistati annovera il legno tra i
combustibili utilizzati per il riscaldamento domestico, la quota di quanti dichiarano di utilizzarlo
con costanza scende infatti al 22%. L’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento
domestico è più frequente nelle zone appartenenti alle comunità montante, e, dal punto di vista
della suddivisione provinciale, nei territorio di Imperia e Savona.
Tra quanti non fanno abitualmente ricorso al legno come fonte energetica per il riscaldamento,
sono state considerate due classi di intervistati: quelli che utilizzano con scarsa frequenza il
legno e quelli che non lo utilizzano affatto. Tra questi ultimi, la motivazione principale al mancato
impiego è rappresentata dall’impossibilità di inserire una stufa o un caminetto nella propria
abitazione. Come prevedibile, le maggiori difficoltà nel creare impianti di riscaldamento alimentati
a legna si trovano nei centri urbani, mentre nelle Comunità Montane e tra chi possiede terreni
boschivi tali difficoltà sono significativamente minori e, al contrario, aumentano i problemi legati
alla scarsa praticità e convenienza del riscaldamento a legna.
24
Tra chi utilizza il legno ma solo sporadicamente, invece, le motivazioni dello scarso utilizzo sono
individuabili sia nella impossibilità di creare un impianto adatto che nella scarsa praticità dovuta
alla bassa autonomia e ai problemi di pulizia dell’impianto.
Lei utilizza il legno come combustibile per il riscaldamento domestico? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
si, solo nell'abitazione in
cui risiede
38
53
50
32
52
45
si, solo nella casa delle
vacanze
4
4
5
4
4
10
si, in entrambe
2
1
1
2
2
4
no
56
42
45
62
42
42
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Quanto spesso lei utilizza il legno come combustibile per il riscaldamento domestico?
CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
sempre
52
59
46
51
54
52
spesso
30
25
31
31
28
34
talvolta
12
12
13
12
11
10
raramente
6
4
10
6
7
4
rispondenti quanti dicharano di utilizzare il legno come conbustibile per il riscaldamento domestico
Quali delle seguenti motivazioni la spingono a non utilizzare o a utilizzare poco il legno per il
riscaldamento?
Dato medio
impossibilita' di inserire un caminetto/stufa a casa
51
problemi legati alla pulizia (cenere, polvere)
8
scarsa autonomia del sistema di riscaldamento
(necessita' di tenere il fuoco acceso)
8
e' troppo costoso inserire un caminetto a casa
6
eccessivo costo delle scorte di legno
6
la tutela dei boschi
6
preoccupazioni legate alla sicurezza in casa
4
la mancanza di informazioni
2
altro
22
non sa/non risponde
3
somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili
25
rispondenti quanti dichiarano di utilizzare il legno come conbustibile per il riscaldamenteo domestico “mai”,
“talvolta” o “raramente”
Quali delle seguenti motivazioni la spingono a non utilizzare o a utilizzare poco il legno per il
riscaldamento? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
impossibilita' di inserire
un caminetto/stufa a
casa
45
35
43
48
39
37
problemi legati alla
pulizia (cenere, polvere)
7
10
11
6
8
9
scarsa autonomia del
sistema di riscaldamento
(necessita' di tenere il
fuoco acceso)
7
12
9
6
12
9
e' troppo costoso
inserire un caminetto a
casa
5
5
5
5
6
8
eccessivo costo delle
scorte di legno
5
6
7
5
8
7
la tutela dei boschi
5
6
5
5
4
6
preoccupazioni legate
alla sicurezza in casa
4
2
2
4
3
3
la mancanza di
informazioni
2
2
1
2
1
4
altro
19
22
17
19
19
18
non sa/non risponde
3
2
1
4
3
1
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
rispondenti quanti dichiarano di utilizzare il legno come conbustibile per il riscaldamenteo domestico “mai”,
“talvolta” o “raramente”
BIOMASSA: CONOSCENZA E UTILIZZO
26
Non sono molti in regione a sapere cosa sia la biomassa che si può ottenere dai boschi: poco più
di un rispondente ogni dieci è in grado di spiegarne l’origine e i possibili utilizzi. La conoscenza
specifica della biomassa risulta fortemente condizionata dalle caratteristiche socio demografiche
dei rispondenti e dal fatto di possedere o meno una proprietà terriera: tra gli uomini, i laureati, i
lavoratori autonomi e i proprietari di boschi essa risulta significativamente più elevata,
riguardando quote comprese tra il 17 e il 23% dei rispondenti.
6
Complessivamente la biomassa viene considerata una fonte energetica più economica rispetto a
quelle attualmente utilizzate: accanto a una consistente percentuale di rispondenti che non sono
in grado di fornire una risposta (28%), circa la metà del campione considera infatti conveniente
l’impiego della biomassa a fini energetici.
Generalmente, la conoscenza della biomassa non risulta positivamente correlata al
riconoscimento della sua maggiore economicità: fatta eccezione per i proprietari di boschi,
maggiormente consapevoli del risparmio che l’utilizzo della biomassa comporterebbe, quanti
6
in seguito alla domanda tesa a verificare la conoscenza della biomassa a tutti gli intervistati è stata fornita una
definizione del termine (“La biomassa che si può ottenere dai boschi è il materiale di origine biologica recuperato dalla
manutenzione del bosco e dalle attività della filiera del legno, che può essere utilizzato come combustibile”).
dimostrano una conoscenza più approfondita della biomassa non sono altrettanto a conoscenza
dei vantaggi economici ad essa correlati.
L’effettivo utilizzo domestico della biomassa a fini energetici riguarda circa l’8% dei soggetti
intervistati.
Nella grande maggioranza dei casi, i residenti in Liguria ricorrono al gas metano e all’elettricità
per i consumi energetici domestici.
La disponibilità di spesa per l’utilizzo della biomassa come combustibile, possibile segnale di
apertura verso l’impiego di fonti energetiche pulite, non è molto elevata: non specificata da più di
un rispondente ogni cinque, essa è nulla nel 45% dei casi. Tra i rispondenti che dimostrano
invece una certa disponibilità di spesa, questa non supera mediamente il 7% di incremento
rispetto alla spesa attualmente dedicata al consumo energetico.
Lei saprebbe dirmi che cos'e' la biomassa che si puo' ottenere dai boschi ?* CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
materiale/sostanze di
origine biologica
recuperato dalla
manutenzione del bosco
56
57
52
56
66
61
che puo' essere utilizzato
come combustibile (fonte
energetica)
materiale/sostanze di
origine biologica in
genere (non specifica i
possibili utilizzi)
27
24
26
28
23
11
altro, non pertinente
18
19
21
16
12
29
non sa/non risponde
79
79
81
79
77
72
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
*modalità di risposta non stimolate
Secondo lei, la biomassa come fonte di energia (per le abitazioni e le attivita' produttive) sarebbe
piu' o meno costosa delle fonti energetiche attualmente utilizzate (gas metano, petrolio, ecc.)?
CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
27
piu' costoso
19
17
14
20
14
29
ugualmente costoso
3
4
3
3
3
2
meno costoso
50
52
54
49
57
53
non sa
28
27
29
28
26
17
non risponde
1
1
0
1
1
0
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
La casa/condominio in cui abita e' dotata di un impianto per l'utilizzo della biomassa a fini
energetici? Se no quale fonte energetica utilizza? CONFRONTO
zone
Dato
proprietari proprietari
CMi
CMmi
fuori da
medio
1
2
CM
si'
8
10
9
7
10
11
no, utilizza gas metano e
elettricita'
61
49
54
66
53
47
no, utilizza gasolio e
eletticita'
11
13
11
11
9
14
no, utilizza altre fonte
energetiche
19
28
25
15
28
28
non direttamente, ma la
casa/condominio e'
collegata a un impianto
per la trasformazione
della biomassa in
energia
1
0
1
1
0
0
non sa/non risponde
3
4
1
3
3
2
dati riportati a 100 in assenza di non risposte
Che tipo di combustile in particolare utilizza?
Dato medio
pellets
22
cippato (legno pressato
in piccoli pezzetti)
18
altro
57
non sa
2
non risponde
1
rispondenti quanti utilizzano un impianto di riscaldamento alimentato a biomassa
28
Dinamiche insediative7
LA PROPENSIONE A TRASFERIRSI NELL’ENTROTERRA
L’ipotesi di trasferirsi dalle zone costiere a quelle dell’entroterra non è molto considerata in
regione: più di otto rispondenti su dieci dichiarano di non averci mai pensato e tale atteggiamento
risulta maggiormente radicato nei soggetti al di sopra dei 55 anni.
Le motivazioni che fanno pensare alla possibilità di uno spostamento residenziale verso l’interno
sono legate prevalentemente alla ricerca di una migliore qualità della vita, mentre fattori di natura
lavorativa o familiare risultano relativamente secondari.
La probabilità di un effettivo trasferimento (dichiarata da quanti hanno considerato l’ipotesi di
lasciare il proprio comune di residenza per vivere nell’entroterra) risulta in ogni caso bassa: nulla
nel 26% e bassa in quasi la metà dei casi.
Tra quanti non hanno mai considerato l’eventualità di trasferirsi nell’entroterra e tra coloro che
rimandano questa possibilità a una bassa probabilità di realizzo (inferiore al 50%), è interessante
rilevare gli elementi in grado di influire sulla propensione dei giovani (tra 18 e 34 anni), che sono
sostanzialmente due: la possibilità di migliorare la posizione lavorativa e quella di comprare o
affittare un’abitazione a condizioni vantaggiose.
Lei ha mai considerato l'ipotesi di cambiare comune di residenza e di andare a vivere in un
comune che non si trova sulla costa, bensi' nell'entroterra? Se si', per quale motivo tra i
seguenti?
Dato medio (zone fuori
da CM)
no, mai
83
si, perche' la qualita' della vita e' migliore
10
si', per il paesaggio (campagna/montagna)
4
si', per motivi di lavoro
2
si', per tornare al comune di origine (in cui e'
nato/cresciuto)
2
si', altro motivo
2
si', per motivi familiari (stare vicino a familiari che
vivono nell'entroterra)
1
non sa/non risponde
1
somma delle risposte consentite (2 risposte consentite a quanti dichiarano di aver considerato l’ipotesi)
29
7
la parte relativa alle dinamiche insediative e al possesso immobiliare nell’entroterra si basa sull’analisi dei dati relativi ai
soli residenti al di fuori delle Comunità Montane.
E con quale probabilita' crede che in futuro si trasferira' in un comune dell'entroterra?
Dato medio (zone fuori
da CM)
nessuna
26
da 1 a 10% (bassissima probabilita')
17
da 11 a 20% (bassissima probabilita')
11
da 21 a 30% (bassissima probabilita')
6
da 31 a 40% (bassa probabilita')
3
da 41 a 50% (bassa probabilita')
12
dall'1% al 50%
48
da 51 a 60% (buona probabilita')
9
da 61 a 70% (buona probabilita')
1
dal 51% al 70%
10
da 71 a 80% (alta probabilita')
9
da 81 a 90% (alta probabilita')
3
da 91 a 100% (altissima probabilita'/di sicuro)
4
più del 70%
15
non sa/non risponde
7
dati riportati a 100 in assenza di non risposte – rispondenti quanti dichiarano di aver preso in considerazione
l’ipotesi di trasferimento
A quale tra le seguenti condizioni lei considererebbe l'ipotesi di trasferirsi per andare a vivere in
un comune dell'entroterra (in campagna/montagna)?
Dato medio (zone fuori
da CM)
possibilita' di migliorare la posizione lavorativa
20
miglior qualita' dell'ambiente rurale e boschivo
18
possibilita'di comprare/affittare abitazione a
condizioni favorevoli
11
il raggiungimento dell'eta' per il pensionamento
10
miglioramento dei collegamenti viari regionali
5
garanzia di disporre di servizi alla persona di qualita'
5
altro
5
non sa/non risponde
29
nessuna condizione (modalità non stimolata)
12
somma delle risposte consentite – 2 scelte possibili
rispondenti: chi non ha considerato l'ipotesi di trasferirsi o pensa vi sia una bassa-bassissima probabilità
30
IL POSSESSO IMMOBILIARE NELL’ENTROTERRA
I dati rilevati nel corso dell’indagine rivelano che il 23% degli intervistati che risiedono al di fuori
delle Comunità Montane possiede personalmente o ha un familiare che possiede un’abitazione
situata in un comune dell’entroterra; nella gran parte dei casi (17%) si tratta di una seconda casa,
più raramente (6%) si tratta dell’abitazione principale.
L’utilizzo di queste abitazioni durante le vacanza avviene nel 39% dei casi con una frequenza
elevata (sempre, spesso), nel 44% saltuariamente (raramente o mai), mentre nel 16% dei casi
non avviene mai. La frequenza di utilizzo aumenta significativamente nel caso in cui le abitazioni
in questione costituiscano l’abitazione principale dell’intervistato o di un suo familiare.
Lei (o qualcuno dei suoi famigliari) possiede un'abitazione in un comune dell'entroterra?
Dato medio (zone fuori
da CM)
si, l'abitazione principale
6
si, la seconda casa
17
si, ma la affitta a terzi
0
no
76
non risponde
1
E utilizza questa casa sempre, talvolta, raramente o mai per periodi di vacanza o per trascorrere i
fine settimana?
Dato medio (zone fuori
da CM)
sempre
22
spesso
17
31
talvolta
23
raramente
21
mai
16
non risponde
1
La suddivisione territoriale
Le tre macro-zone
L’approccio di fondo dei residenti nelle Comunità Montane verso le tematiche ambientali appare
sostanzialmente in linea con quello dell’opinione pubblica regionale considerata nel suo
complesso: la tutela ambientale occupa della gerarchia delle priorità per il futuro della regione la
stessa posizione di rilievo. Un discorso analogo può essere fatto per quanto riguarda la
valutazione complessiva dello stato dei boschi e delle foreste della regione e delle cause
all’origine di una situazione che presenta ampi margini di miglioramento: analogamente ai
residenti delle zone costiere, i residenti delle Comunità Montane puntano innanzi tutto il dito
contro un’inadeguatezza dell’azione manutentiva del territorio forestale e associano
prevalentemente i boschi agli incendi e all’abbandono.
Restringendo il campo d’indagine al quadro socio-economico regionale e alle questioni più
specificamente legate alla gestione del patrimonio forestale, tuttavia, la visione dei residenti
dell’entroterra presenta alcuni tratti peculiari, tali da diversificare non soltanto il territorio montano
da quello costiero, ma anche le due macro-zone in cui sono state suddivise le Comunità Montane
regionali.
Il quadro delle priorità per il futuro della regione e l’individuazione delle problematicità di carattere
socio-economico evidenziano:
•
una maggiore insoddisfazione per l’efficienza dei servizi ai cittadini dell’entroterra nelle
Comunità Montane importanti (CMi), cui tuttavia non si legano ripercussioni negative
8
sulla valutazione della qualità della vita riferita al comune di residenza ;
•
una maggiore richiesta, in riferimento agli interventi ambientali più urgenti, di cura e
manutenzione dei boschi all’interno delle CMi,;
•
una maggiore richiesta in termini di valorizzazione delle aree rurali dell’entroterra nelle
Comunità Montane meno importanti (CMmi).
All’interno delle CMi, il livello informativo percepito sullo stato dei boschi e delle foreste della
regione risulta più elevato, sia rispetto al dato medio regionale, che a quello riferito alle CMmi.
Parallelamente, risulta superiore nelle CMi la capacità di stimare correttamente l’ampiezza del
territorio forestale della regione.
Per quanto riguarda la gestione e l’utilizzo del patrimonio forestale regionale, poi, i dati mettono in
luce:
•
una maggiore considerazione
residenti delle CMi;
per lo sviluppo dell’artigianato artistico del legno tra i
•
una maggiore attenzione all’incentivazione delle coltivazioni boschive e alla produzione
di legname come fonte energetica rinnovabile nelle CMmi.
32
8
Al contrario la valutazione della qualità della vita riferita al comune di residenza risulta in questo segmento
significativamente migliore che nel resto della regione.
Le singole Comunità Montane importanti
Sinteticamente si riportano le principali significatività emerse nell’analisi del dato relativo alle
singole Comunità Montane importanti. Il dato relativo alla Comunità Montana Del Giovo (Savona)
non ha evidenziato alcuna differenziazione di rilievo.
Valle Stura (Genova):
•
nel quadro delle priorità per il futuro della regione i cittadini danno maggiore peso al
rilancio economico e occupazionale e, allo stesso tempo, al miglioramento dei servizi
sanitari;
•
la CM presenta la più elevata percentuale di persone in grado di stimare correttamente
l’estensione della copertura boschiva regionale;
•
nell’individuazione degli impieghi verso cui indirizzare il patrimonio forestale i cittadini
danno maggiore importanza alla produzione di legname come fonte energetica pulita.
Val Trebbia (Genova):
•
nell’individuazione delle priorità ambientali per il futuro della regione, i cittadini richiedono
con forza una valorizzazione delle aree rurali dell’entroterra;
•
i residenti indicano lo spopolamento delle zone rurali e montane come il principale
problema socio-economico della Liguria;
•
il livello informativo percepito riguardo lo stato dei boschi e delle foreste liguri risulta più
elevato che nelle altre CM;
•
tra le motivazioni fornite a sostegno di un giudizio negativo sullo stato dei boschi il
completo abbandono viene significativamente più citato;
•
l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di
residenza risulta più elevato;
•
è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il
coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali.
Fontanabuona (Genova):
•
l’associazione dei boschi liguri all’abbandono risulta significativamente più elevata che
nelle altre CM;
•
risulta significativamente superiore tra i cittadini la convinzione che l’ampiezza del
territorio forestale ligure non vada ulteriormente estesa;
•
l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di
residenza risulta più elevato;
•
è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il
coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali.
Valli Aveto, Graveglia, Sturla (Genova):
33
•
il livello informativo percepito riguardo lo stato dei boschi e delle foreste liguri risulta più
elevato che nelle altre CM;
•
è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il
coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali.
Ingauna (Savona):
•
nell’individuazione delle priorità ambientali per il futuro della regione, i cittadini richiedono
con maggiore intensità azioni finalizzate alla prevenzione degli incendi boschivi;
•
il voto medio alla qualità della vita riferito al comune di residenza è significativamente più
elevato che nelle altre CM;
•
l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di
residenza risulta più elevato.
Pollupice (Savona):
•
risulta più diffusa la percezione di una crisi del settore turistico;
•
i cittadini risultano maggiormente consapevoli della convenienza economica derivante
dall’utilizzo della biomassa a fini energetici; parallelamente emerge una maggiore
propensione all’utilizzo della biomassa come combustibile.
Val Bormida (Savona):
•
nel quadro delle priorità per il futuro della regione i cittadini danno maggiore peso al
rilancio economico e occupazionale;
•
da un punto di vista più specificamente ambientale è significativamente più elevata la
richiesta di interventi atti a ridurre l’inquinamento;
•
la disponibilità economica all’utilizzo della biomassa come combustibile risulta più ridotta.
Valle Arroscia (Imperia):
•
nell’individuazione delle priorità ambientali per il futuro della regione, i cittadini richiedono
con forza una valorizzazione delle aree rurali dell’entroterra e una maggiore cura e
manutenzione del patrimonio forestale;
•
nella considerazione dei principali problemi socio-economici che interessano la regione, i
cittadini danno maggiore rilievo, da una parte, allo spopolamento delle zone rurali e
montane, dall’altra, all’inefficienza dei servizi ai cittadini nell’entroterra;
•
il livello informativo percepito riguardo lo stato dei boschi e delle foreste liguri risulta più
elevato che nelle altre CM.
•
l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di
residenza risulta più elevato;
•
è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il
coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali.
Alta Val di Vara (La Spezia):
34
•
nella considerazione dei principali problemi socio-economici che interessano la regione, i
cittadini individuano nello spopolamento delle zone rurali e montane il fattore più
determinante;
•
l’associazione dei boschi liguri all’abbandono risulta significativamente più elevata che
nelle altre CM;
•
nell’individuazione degli impieghi verso cui indirizzare il patrimonio forestale i cittadini
danno maggiore importanza alla produzione di legname come fonte energetica pulita;
•
l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico nell’abitazione di
residenza risulta più elevato;
•
è maggiore l’incidenza di proprietari privati (possiedono in prima persona/possiede il
coniuge/compagno) di boschi o appezzamenti rurali.
I proprietari privati di boschi e appezzamenti
rurali
Profilo dei proprietari liguri
Il possesso di un appezzamento boschivo o rurale interessa in modo più o meno diretto il 30%
dei residenti intervistati; più precisamente:
•
per il 17% si tratta di un coinvolgimento diretto nel possesso del terreno: il proprietario è
lo stesso intervistato o al massimo il coniuge/compagno/a;
•
per il rimanente 13% il coivolgimento nel possesso di un terreno è più indiretto, essendo
l’appezzamento proprietà dei genitori/nonni o di altri familiari.
Lei o qualcuno della sua famiglia possiede un appezzamento boschivo o rurale?
Dato medio regionale
si, lui personalmente
13
si, il compagno/compagna, il marito/la moglie
4
si, i genitori/nonni
7
si, altri familiari
6
totale persone coinvolte in un possedimento
30
no
69
non sa
1
L’incidenza dei proprietari diretti (possesso personale o del coniuge/compagno) varia all’interno
delle diverse province:
•
sale al 28% nella provincia di Imperia e al 24% in quella di Savona;
•
scende al 19% nella provincia di La Spezia e al 12% in quella di Genova.
L’incidenza dei soggetti interessati più o meno indirettamente nel possesso di un appezzamento
boschivo/rurale presi nel loro complesso varia in modo analogo all’interno delle suddivisioni
provinciali:
•
tocca il 44% nella provincia di Imperia e il 39% in quella di Savona;
•
è in media con quella regionale in provincia di La Spezia (30%), mentre scende al 24% in
provincia di Genova.
35
*****
Considerando come proprietari veri e propri soltanto i soggetti coinvolti direttamente nel
possesso di un appezzamento boschivo/rurale (proprietari in prima persona o tramite
coniuge/compagno) e paragonando la composizione socio-demografica del campione
complessivo con quella del segmento di proprietari emerge che tra essi:
•
sono significativamente sovrarappresentati rispetto al dato medio i soggetti al di sopra
dei 44 anni, i soggetti poco scolarizzati, i lavoratori autonomi, i pensionati, i residenti nelle
Comunità Montane e gli abitanti delle province di Imperia e Savona;
•
sono significativamente sottorappresentati rispetto al dato medio i soggetti al di sotto dei
34 anni, i soggetti con scolarità media e alta, i lavoratori dipendenti non operai, gli
studenti, i residenti al di fuori delle Comunità Montane e gli abitanti della provincia di
Genova;
•
la proporzione in base al genere (uomini e donne) risulta in linea con il dato medio
regionale.
Dato medio
campione
complessivo
Dato medio
proprietari
diretti (1)
maschio
47
47
femmina
53
53
18-24 anni
7
-
25-34 anni
15
2
35-44 anni
17
16
45-54 anni
15
23
55-64 anni
16
23
piu' di 64 anni
30
36
bassa
60
73
media
32
22
alta
8
5
Imperia
13
22
Savona
18
24
Genova
55
39
La Spezia
14
15
Comunita' montane importanti
18
33
Comunita' montane meno importanti
13
26
zone fuori da Comunita' montane
69
41
lavoratore autonomo
10
18
lavoratore dipendente non operaio
21
14
operaio
12
10
studente/disoccupato
8
1
casalinga/o
18
16
pensionato
31
41
Sesso:
Età:
Scolarità:
Provincia di residenza:
Zona di residenza:
Professione:
36
 Seguono le analisi delle dichiarazioni degli intervistati rispondenti al seguente requisito:
coinvolti nel possesso di un terreno direttamente (possesso personale o del coniuge/compagno)
o indirettamente (possesso di genitori o nonni); sono stati esclusi i soggetti legati a un
proprietario privato da altri vincoli di parentela. Vengono pertanto analizzate le risposte fornite da
una quota di intervistati pari al 24% del campione totale. Per praticità si potrà fare riferimento a
tali soggetti con il termine “proprietari”. 
Gli appezzamenti boschivi/rurali privati
Complessivamente le dichiarazioni degli intervistati rivelano un deficit di informazioni
relativamente alle caratteristiche del proprio appezzamento (o dell’appezzamento di famiglia) e
lasciano ipotizzare un interessamento piuttosto superficiale per la cura e la manutenzione dei
terreni privati.
DIMENSIONE
Gli intervistati dimostrano una sostanziale incapacità a stimare l’ampiezza dell’appezzamento
privato: il 36% non fornisce alcuna risposta, mentre negli altri casi l’ampiezza tende ad essere
significativamente sovra-stimata (l’ampiezza media dei terreni dichiarata è superiore ai 5 ettari,
un dato impossibile in considerazione dell’incidenza dei terreni privati in regione e dell’estensione
complessiva del territorio ligure).
La mancanza di informazione riguarda in misura superiore i soggetti coinvolti indirettamente nel
possesso di un terreno, tuttavia è elevata anche tra i proprietari diretti. Il segmento più informato
risulta quello dei proprietari diretti che seguono personalmente la cura e manutezione del terreno
affidando il lavoro a terzi (non a caso in questo segmento il 54% dei rispondenti dichiara di
possedere meno di un ettaro di terra).
SUPERFICIE DELLA COPERTURA BOSCHIVA
Il dato medio relativo alla copertura boschiva rivela minori difficoltà di quantificazione da parte
degli intervistati (la percentuale di non rispondenti scende al 19%) e restituisce un dato credibile:
58% della superficie totale. La percentuale media di copertura boschiva degli appezzamenti
privati non risulta significativamente correlata alla zona di residenza dell’intervistato.
MANUTENZIONE
Il dato relativo alla cura e manutezione dell’appezzamento privato evidenzia un elevato ricorso
alla manutezione personale: nella metà dei casi il terreno viene curato direttamente dal
proprietario e per un ulteriore 12 % la manutezione avviene sotto la sua supervisione, anche se
attraverso il lavoro di terzi. Il dato sulla conoscenza dell’ampiezza del terreno, che evidenzia un
livello informativo piuttosto deficitario, lascia tuttavia presupporre che in molti casi l’opera di
manutenzione riguardi solo una parte del terreno posseduto.
37
In quasi il 30% dei casi l’appezzamento boschivo/rurale privato non viene curato affatto; come
prevedibile la mancata manutezione riguarda in misura significativamente inferiore i terreni di
dimensioni più ridotte (meno di un ettaro).
ATTIVITA’ SVOLTE
Ben 3 intervistati su 4 dichiarano che il terreno boschivo/rurale privato (proprio o di famiglia) non
viene utilizzato per alcun fine economico o produttivo. La mancanza di tale sfruttamento appare
trasversalmente diffusa, indipendentemente dall’ampiezza del terreno e dalla sua ubicazione
territoriale.
L’attività attualmente più diffusa (16%) è la produzione di prodotti agro-alimentari. Ridottissima la
percentuale di casi in cui il terreno è destinato alla produzione di biomassa o alla produzione di
legname.
Mi sa dire qual'e' in ettari la dimensione del suo appezzamento/dell'appezzamento di famiglia?
Dato medio proprietari
(1 e 2)
meno di 1
18
da 1 a 5
22
da 6 a 10
11
piu’ di 10
13
non sa/non risponde
36
E rispetto alla superficie totale la copertura boschiva di tale appezzamento e':
Dato medio proprietari
(1 e 2)
superiore all'80% del totale
29
tra il 60 e l'80% del totale
16
tra il 40 e il 60% del totale
11
tra il 20 e il 40% del totale
8
meno del 20% del totale
17
non sa/non risponde
19
Pensi all'area rurale e boschiva di cui e' proprietario o che altri della sua famiglia posseggono.
Lei/i suoi famigliari:
Dato medio proprietari
(1 e 2)
la cura regolarmente e segue personalmente l'opera
50
di manutenzione
38
la segue e la cura regolarmente ma attraverso il
lavoro di terzi
12
la cura e' affidata a terzi e lei non segue lo stato
dell'area
5
non se ne cura/non ve ne curate
29
non ne conosce l'ubicazione/non ha alcuna
informazione
3
non risponde
1
L'area rurale e boschiva di cui e' proprietario o che altri della sua famiglia posseggono viene
utilizzata a fini sociali-economici-produttivi? Se sì in che modo?
Dato medio proprietari
(1 e 2)
produzione prodotti agroalimentari(frutti di
bosco,castagne,funghi)
16
produzione di biomassa
2
produzione di piante officinali
1
produzione di legname per l'edilizia
1
produzione di legno per manufatti
1
produzione di legno per produrre carta
-
parchi/riserve naturali e aree protette
-
servizi per il turismo
-
altro
5
non viene utilizzata a fini economici-produttivi
75
non sa/non risponde
2
somma delle risposte consentite – 9 scelte possibili
39
Il patrimonio forestale nella percezione dei proprietari
privati di appezzamenti rurali e boschivi
AGENDA SETTING DEL TERRITORIO RURALE: PRIORITA’ E FATTORI LIMITANTI
Produzione di prodotti agroalimentari (48%), riserve naturali e aree protette (40%), turismo
(34%): questo il futuro del territorio rurale della Liguria nella visione dei proprietari privati di
appezzamenti boschivi/rurali.
La maggiore sensibilità dimostrata da questo segmento in tutto il corso dell’indagine
relativamente alla potenzialità insite nel patrimonio boschivo, emerge in questa visione che lega
l’una all’altra le risorse del territorio auspicando a una maggiore integrazione tra il settore agricolo
e quello turistico, passando attraverso la valorizzazione delle ricchezze naturali.
Da rilevare come la citazione di questi tre ambiti sia caratterizzata da una presenza
statisticamente significativa di persone con età medio-bassa (25-34 anni) e con un livello di
scolarità medio o elevato.
A una certa distanza, tra le soluzioni indicate per il futuro del territorio rurale, la filiera del legno
raccoglie complessivamente il 22% delle citazioni, tuttavia il sostegno a questo settore risulta
diviso tra la considerazione degli sbocchi edilizi (11%), artigianali (7%) o nell’ambito dell’industria
cartaria (4%). Più compatto il sostegno alla produzione di biomassa, un ambito sul quale si può
puntare per il 16% dei rispondenti.
*****
Tra i fattori che attualmente frenano lo sviluppo delle aree rurali e boschive, le risposte più citate
sono la scarsa cura dei boschi, già emersa nelle preoccupazioni dei proprietari, e la scarsa
cooperazione tra enti pubblici (41%), mancanza che viene maggiormente sentita tra i rispondenti
residenti in provincia di La Spezia, meno in quella di Savona.
In seconda battuta i proprietari puntano il dito contro un fattore più specificamente economico e
che si lega all’ambito della cura boschiva: il 25% dei rispondenti ritiene che a impedire un
miglioramento economico e sociale delle aree rurali siano i costi eccessivi per la manutenzione
dei boschi.
A seguire, per ordine di citazione, si trovano due indicazioni entrambe correlate all’età
dell’intervistato e al relativo livello di scolarità. La carenza di infrastrutture (21%) e la mancanza di
spirito imprenditoriale dei residenti (20%) sono fattori considerati cruciali per un mancato sviluppo
delle aree rurali e boschive soprattutto dai giovani (fino ai 34 anni) e dai proprietari con i livelli di
scolarità più elevati.
40
Piu' in generale, pensi ora al territorio rurale della sua regione e in particolare ai boschi/foreste.
Secondo lei, quali dei seguenti settori andrebbe maggiormente sviluppato e/o valorizzato?
Dato medio proprietari
(1 e 2)
produzione prodotti agroalimentari(frutti di
bosco,castagne,funghi) ecc)
48
parchi/riserve naturali e aree protette
40
servizio per il turismo
34
produzione di biomassa
16
produzione di piante officinali
13
produzione di legname per l'edilizia
11
produzione di legno per manufatti
7
produzione di legno per produrre carta
4
altro
2
non sa/non risponde
7
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
Quale, tra i seguenti, e' il principale fattore che limita lo sviluppo economico e sociale delle aree
rurali e boschive della sua regione?
Dato medio proprietari
(1 e 2)
scarsa cura dei boschi
42
scarsa cooperazione tra enti pubblici
(amministrazioni locali e comunita' montane) e privati
41
mancanza di spirito imprenditoriale dei residenti
21
carenza di infrastrutture (per la mobilita',trasporti e
logistiche)
20
scarsa cooperazione tra i diversi settori produttivi che
operano in quelle aree
9
eccessiva presenza di aree protette
4
costi troppo elevati per la manutenzione dei boschi
23
il prezzo troppo basso del legno
7
normative e controlli troppo severi
10
altro
3
non sa/non risponde
4
spopolamento/scarso ricambio generazionale
2
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
41
PERCEZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DEI PROPRIETARI A COLLABORARE AL FINE DI
RIVITALIZZARE LE AREE BOSCHIVE E RURALI
Conseguentemente a quanto indicato tra i fattori che maggiormente limitano lo sviluppo delle
aree rurali e boschive, per più di un quarto degli intervistati, la soluzione che i diretti interessati
sarebbero pronti ad accettare è l’associazione a consorzi per la cura dei boschi. Questa
soluzione trova più consensi tra i giovani (fino a 34 anni) e tra i lavoratori autonomi e dipendenti.
Citati da percentuali poco inferiori di intervistati sono poi gli interventi pubblici di taglio e l’impegno
personale nella manutenzione degli appezzamenti privati.
Un certo grado di consenso viene tributato alla possibilità di sostituire i boschi con piante a rapido
accrescimento (16%) e alla costruzione di servizi e spazi attrezzati per famiglie e sportivi (18%),
mentre tra gli interventi proposti, quello considerato meno accettabile è la realizzazione di opere
infrastrutturali sul suolo di loro proprietà (14%).
Secondo lei i proprietari di appezzamenti boschivi o rurali, nell'ambito di una strategia di
rivitalizzazione delle aree rurali e boschive sarebbero maggiormente disposti ad accettare:
Dato medio proprietari
(1 e 2)
di associarsi ad altri consorzi forestali (per la cura
28
boschi)
periodici interventi pubblici di taglio e manutenzione
25
di impegnarsi personalmente nella cura e
manutenzione del proprio appezzamento
21
la costruzione di servizi e spazi attrezzati per famiglie
e sportivi
18
la sostituzione dei boschi con piante a rapido
accrescimento
16
opere infrastruttuturali (strade, parcheggi, ecc.) sul
suolo di loro prorprieta'
14
nessuna di queste cose, lascerebbero i boschi come
sono (NON STIM.)
5
altro
3
non sa/non risponde
18
somma delle risposte consentite – 3 scelte possibili
PARTECIPAZIONE AI PIANI DI CREAZIONE, GESTIONE E UTILIZZO DELLE AREE
BOSCHIVE
Fin’ora la partecipazione dei proprietari ai piani di creazione, gestione e utilizzo delle aree
boschive è stata molto scarsa, avendo riguardato solo il 5% delle famiglie coinvolte nel possesso
di un appezzamento boschivo/rurale, senza significatività di rilievo relativamente alla zona di
residenza.
Per quanto riguarda l’eventualità di una consultazione futura, più di quattro rispondenti su dieci
accolgono con favore tale possibilità. In questo caso l’età e la provincia di residenza incidono
significativamente:
•
considerando il campione complessivo di quanti sono coinvolti nel possesso di un
terreno, risultano maggiormente interessati allo strumento della consultazione i giovani
tra 25-34 anni, i soggetti tra 45 e 54 anni e i residenti a Imperia;
•
considerando esclusivamente il segmento dei proprietari diretti, emerge un interesse
significativamente superiore alla media tra i 45-54enni e i residenti nella provincia di
Imperia.
42
Poco più di un intervistato su cinque si considera realmente in grado di influenzare le decisioni
operative che coinvolgono le aree boschive della propria zona. Il dato non varia
significativamente all’interno del segmento dei proprietari diretti; emerge esclusivamente una
maggiore fiducia nel proprio potere decisionale tra gli abitanti della provincia di Imperia.
Infine, risulta particolarmente considerata l’ipotesi di supportare la creazione di nuove zone
boschive per ridurre il problema delle alluvioni: quasi l’80% degli intervistati considera
favorevolmente questa prospettiva. Analizzando esclusivamente il segmento dei proprietari
diretti, emerge un maggiore favore all’ipotesi prospettata tra i soggetti residenti nelle Comunità
Montane meno importanti.
Lei/i suoi famigliari e'/siete mai stato/i consultato/i in merito a piani di creazione, gestione e
utilizzo delle aree boschive nella sua zona?
dato medio proprietari
(1 e 2)
si
5
no
94
non risponde
1
E vorrebbe venire consultato (nuovamente) in merito ai piani di creazione, gestione e utilizzo
delle aree boschive della sua zona?
Dato medio proprietari
(1 e 2)
si
43
no
52
non risponde
5
Lei direbbe di aver influenzato (o di essere in grado di farlo) le decisioni in merito alla creazione,
gestione e utilizzo delle aree boschive della sua zona?
Dato medio proprietari
(1 e 2)
si
21
no
74
non risponde
5
Lei considererebbe l'ipotesi di supportare la creazione di nuove zone boschive se venisse
dimostrata la loro capacita' di ridurre la frequenza o l'intensita' delle alluvioni?
Dato medio proprietari
(1 e 2)
si
79
43
no
11
forse
5
non sa/non risponde
5
Metodologia
L’indagine quantitativa è stata condotta mediante sondaggio telefonico CATI (Computer Assisted
Telephone Interview), all’interno di un campione di 2000 soggetti maggiorenni residenti in Liguria,
rappresentativi dell’universo di riferimento in base ai parametri di sesso, età e zona di residenza.
L’estrazione del campione ha seguito uno schema che ha previsto una stratificazione iniziale del
territorio in 12 zone:
•
10 zone che corrispondono alle Comunità Montane considerate più rilevanti dal
Committente (Valle Arroscia (IM); Ingauna, Pollupice, Del Giovo, Val Bormida (SV); Valle
Stura, Val Trebbia, Fontanabuona, Valli Aveto Graveglia Sturla (GE);Alta Val di Vara
(SP));
•
una zona che comprende le rimanenti CM;
•
una zona che comprende le città capoluogo e gli altri comuni non inclusi nelle CM.
All’interno di ogni zona il campione è stato distribuito tra i comuni proporzionalmente al numero di
abitanti. A partire dai comuni si è proceduto alla selezione delle unità finali secondo quote relative
al sesso (a livello comunale) e all’età (a livello regionale).
Le unità finali sono state estratte casualmente dagli elenchi telefonici della rete provinciale fino al
raggiungimento delle quote previste.
Alla fine della rilevazione i dati sono stati ponderati al fine di portare nel campione la reale
ripartizione geografica e anagrafica dell’universo di riferimento secondo tutti i parametri presi in
considerazione (sesso, età, zona di residenza) e uniformati ai più recenti dati forniti dall’ISTAT.
L’analisi dei dati relativi alle singole Comunità Montane importanti è stata condotta sui dati non
ponderati per zona di residenza, al fine di disporre di un numero più elevato di rispondenti,
comunque rappresentativi in base ai parametri anagrafici.
Le interviste sono state somministrate nel periodo che va dal 25/07/2005 al 02/08/2005.
Parametri del campione
Il campione complessivo di 2000 intervistati risulta così composto:
Sesso:
44
maschio
47,0
femmina
53,0
Età:
18-24 anni
7,0
25-34 anni
15,0
35-44 anni
17,0
45-54 anni
15,0
55-64 anni
16,0
più di 64 anni
30,0
Professione:
imprenditore
1,0
lavoratore autonomo
5,0
libero professionista
3,0
dirigente
1,0
insegnante/docente
2,0
quadro/direttivo/tecnico
2,0
impiegato
14,0
agricoltore
1,0
altro lavoratore dipendente
2,0
operaio
12,0
studente
6,0
casalinga
18,0
pensionato
31,0
disoccupato
2,0
Provincia di residenza:
45
Imperia
13,0
Savona
18,0
Genova
55,0
La Spezia
14,0
per publica.swg
Maria Porro
[email protected]
Fabiana Vidoz
[email protected]
46
SWG trieste
trieste 34133, via s. francesco 24
telefono +39.040.362525
fax +39.040.635050
SWG milano
milano 20144, via solari 8
telefono +39.02.43911320
fax +39.02.4986773
SWG ufficio stampa
divisione comunicazione
telefono +39.02.43911320
fax +39.02.4986773
SWG bologna
bologna 40126, via altabella 7
telefono +39.051.2960733
fax +39.051.2960725
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trapani 91100, via c. romey 7
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