Piano di Zona VT-1

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Piano di Zona VT-1
PIANO DI ZONA
2011
DISTRETTO SOCIO SANITARIO VT/1
COMUNI:
1. ACQUAPENDENTE
2. BAGNOREGIO
3. BOLSENA
4. CAPODIMONTE
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
6. CIVITELLA D’AGLIANO
7. FARNESE
8. GRADOLI
9. GRAFFIGNANO
10. GROTTE DI CASTRO
AUSL/VT Distretto di Montefiascone
11. ISCHIA DI CASTRO
12. LATERA
13. LUBRIANO
14. MARTA
15. MONTEFIASCONE Comune Capofila
16. ONANO
17. PROCENO
18. SAN LORENZO NUOVO
19. VALENTANO
PIANO DI ZONA 2011
I Comuni associati e l’A.U.S.L. Viterbo Distretto 1, in rapporto alle esigenze riscontrate
nell’elaborazione del presente Piano di Zona, hanno determinato l’integrazione, la
prosecuzione e l’aggiornamento, dei seguenti progetti già elaborati nelle annualità precedenti,
con le medesime modalità, finalità e obiettivi, riportati nei progetti stessi.
INTERVENTI A FAVORE DEGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI
1. A.D.I. - Assistenza Domiciliare Integrata;
2. INTEGRAZIONE RETTE CASE DI RIPOSO;
INTERVENTI A FAVORE DELL’INFANZIA E DELL’ADOLOSCENZA
3. CASA FAMIGLIA;
4. LUDOTECA
5. PROGETTI PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA, AI SENSI DELLA LEGGE 285/1997;
a. GREST.
b. AFFIDO EDUCATIVO – RESPONSABILITA’ FAMILIARE.
INTERVENTI A FAVORE DEI SOGGETTI CON HANDICAP GRAVE
6. NON SOLO CAVALLO;
7. CENTRO DIURNO DISABILI;
8. ASSISTENZA DI NATURA ASSISTENZIALE DI SUPPORTO ALLE PRESTAZIONI DI ASSISTENZA
SANITARIA E DISAGIATI PSICHICI;
9. PROGETTO AIUTO – LEGGE 162/1998;
ALTRI PROGETTI
10. CASA ACCOGLIENZA DISABILI DI PROCENO;
11. SOGGIORNI ESTIVI E WEEK-END DI SOLLIEVO PER DISABILI
12. a SPORTELLO FAMIGLIA;
12. b P.U.A.
13. SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE INTEGRATO DISTRETTUALE e SEGRETARIATO
SOCIALE;
14. INTERVENTI DI LOTTA ALLA DROGA RELATIVI ALLA PREVENZIONE;
15. PROGETTO MANUTENZIONI SOCIALI;
16. UFFICIO GESTIONE PIANO DISTRETTUALE.
1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.)
La descrizione del territorio del Distretto VT/1 (che di seguito si riporta per chi non è a
conoscenza dei precedenti Piani di Zona), è la seguente:
il territorio del Distretto VT/1 è composto da 19 Comuni, si estende per 959,61 Kmq nella
parte Nord della Provincia di Viterbo ed è essenzialmente caratterizzato dal modellamento
vulcanico.
I Comuni più a Nord, come Acquapendente e dintorni, partecipano, sia per il paesaggio che
per costumi e tradizioni, di alcune caratteristiche della Toscana.
Il Distretto è caratterizzato dalla presenza di piccoli comuni con pochi abitanti, a parte il
Comune capofila che ha una popolazione di 13602 abitanti e i Comuni di Acquapendente,
Bolsena, Bagnoregio e Marta che ne contano rispettivamente 5710, 4237, 3771 e 3574. Gli
altri comuni non arrivano a 3000 abitanti [come risulta nella tabella 3 contenente i dati al
31.12.2009]. La viabilità [altro fattore importante nel valutare le risorse del territorio, poiché
la rete stradale deve creare il giusto presupposto per consentire la piena mobilità sul
territorio], all’interno del Distretto, è garantita dalla Cassia che da Viterbo arriva a
Montefiascone (circa 17 Km), per entrare in Bolsena costeggiando il lago e per attraversare, in
direzione Nord Ovest, Acquapendente, in direzione Siena.
L’autostrada del sole A1 è l’arteria che si sviluppa quasi prevalentemente al confine orientale
della provincia.
La statale 312 che ha origine a Montalto di Castro attraversa, nel percorso di 42 Km, i Comuni
di Canino e Valentano e termina in prossimità di Gradoli. Infine la statale 71, che parte da
Montefiascone, seguendo la direzione Nord, esce di provincia per incontrarsi con la statale 74
che transita per Grotte di Castro e termina presso Gradoli.
I collegamenti dei Comuni sono assicurati maggiormente dal Servizio CO.TRA.L., mentre non vi
sono linee di collegamento ferroviarie, ad accezione del Comune di Montefiascone, che è ben
collegato con Viterbo – Roma – Orte. Permangono difficoltà oggettive relative al collegamento
tra i 19 Comuni, che rendono difficile ai cittadini sprovvisti di mezzi privati lo spostamento sul
territorio del Distretto e più specificatamente l’accesso ai Servizi socio-sanitari pubblici e
privati. Tale difficoltà viene tenuta in particolare considerazione nella progettazione del Piano
attuativo.
Tabella n° 1
Comuni
ACQUAPENDENTE
BAGNOREGIO
BOLSENA
CAPODIMONTE
CASTIGLIONE IN TEVERINA
CIVITELLA D'AGLIANO
FARNESE
GRADOLI
GRAFFIGNANO
GROTTE DI CASTRO
ISCHIA DI CASTRO
LATERA
LUBRIANO
MARTA
MONTEFIASCONE
ONANO
PROCENO
Superficie Comunale (Kmq)
130,36
72,63
63,93
61,31
19,96
32,9
52,87
37,49
29,11
39,3
104,85
22,63
16,57
33,33
104,74
24,61
41,85
Abitanti
5710
3771
4237
1823
2383
1695
1692
1496
2343
2868
2429
974
948
3574
13602
1042
626
Densità per Kmq
43,80%
51,92%
66,27%
29,73%
119,39%
51,52%
32,00%
39,90%
80,49%
72,98%
23,17%
43,04%
57,21%
107,23%
129,86%
42,34%
14,96%
2.
SAN LORENZO NUOVO
28,01
2194
78,32%
VALENTANO
TOTALE
43,29
959,76
2970
B377
68,61%
58,74%
Descrizione del territorio dal punto di vista demografico
Tabella n° 2
Popolazione residente al 31.12.2009
(Dati acquisiti dai Comuni del Distretto)
Comuni
ACQUAPENDENTE
BAGNOREGIO
BOLSENA
CAPODIMONTE
CASTIGLIONE IN TEVERINA
CIVITELLA D’AGLIANO
FARNESE
GRADOLI
GRAFFIGNANO
GROTTE DI CASTRO
ISCHIA DI CASTRO
LATERA
LUBRIANO
MARTA
MONTEFIASCONE
ONANO
PROCENO
SAN LORENZO NUOVO
VALENTANO
TOTALE
Abitanti
5710
3771
4237
1823
2383
1695
1692
1496
2343
2868
2429
974
948
3574
13602
1042
626
2194
2970
56377
Tabella n° 3
POPOLAZIONE RESIDENTE NEI COMUNI DEL DISTRETTO AL 31/12/2009 PER FASCE DI ETA'
Comuni
0-4
5 – 18
19 - 64
oltre
Totale
ACQUAPENDENTE
182
603
3365
1560
5710
BAGNOREGIO
95
399
2315
962
3771
BOLSENA
138
436
2520
1143
4237
CAPODIMONTE
38
175
1152
458
1823
CASTIGLIONE IN TEVERINA
80
357
1611
335
2383
CIVITELLA D'AGLIANO
53
174
1003
465
1695
FARNESE
35
154
961
542
1692
GRADOLI
54
162
838
442
1496
GRAFFIGNANO
83
498
1185
577
2343
GROTTE DI CASTRO
81
257
1775
755
2868
ISCHIA DI CASTRO
94
248
1508
579
2429
LATERA
23
76
566
309
974
LUBRIANO
33
113
569
233
948
MARTA
125
388
2182
879
3574
ONANO
24
70
593
355
1042
PROCENO
SAN LORENZO
VALENTANO
MONTEFIASCONE
Totale generale
0
84
79
522
5
285
308
2171
27
1290
1884
7976
594
535
699
2933
626
2194
2970
13602
1823
6879
33320
14355
56377
Tabella n° 4
Percentuali di incidenza delle fasce d'età
Comuni
0-18
19-64
ACQUAPENDENTE
13,75%
58,93%
BAGNOREGIO
13,10%
61,39%
BOLSENA
13,55%
59,48%
CAPODIMONTE
11,68%
63,19%
CASTIGLIONE IN TEVERINA
18,34%
67,60%
CIVITELLA D'AGLIANO
13,39%
59,17%
FARNESE
11,17%
56,80%
GRADOLI
14,44%
56,02%
GRAFFIGNANO
24,80%
50,58%
GROTTE DI CASTRO
11,79%
61,89%
ISCHIA DI CASTRO
14,08%
62,08%
LATERA
10,16%
58,11%
LUBRIANO
15,40%
60,02%
MARTA
14,35%
61,05%
ONANO
9,02%
56,91%
PROCENO
0,80%
4,31%
SAN LORENZO
16,82%
58,80%
VALENTANO
13,03%
63,43%
MONTEFIASCONE
19,80%
58,64%
Incidenza generale
15,44%
59,10%
oltre 65
27,32%
25,51%
26,98%
25,12%
14,08%
27,43%
32,03%
29,55%
24,63%
26,32%
23,84%
31,72%
24,58%
24,59%
34,07%
94,89%
24,38%
23,54%
21,56%
25,46%
Dalle tabelle n° 3 e n° 4, si evince che la popolazione residente nel territorio dei Comuni
appartenenti al Distretto VT/1 è pari a 56.377 abitanti. Di questi il 25,46% sono anziani
ultrasessantacinquenni, mentre il 15,44% appartengono alla fascia di età 0-18 anni.
L’analisi della struttura anagrafica della popolazione distrettuale mostra l’estrema
diversificazione territoriale delle tendenze di declino naturale.
Sono, comunque, fenomeni che si manifestano con varie intensità nei diversi Comuni ed è
stato necessario analizzarli per una programmazione d’interventi più razionale.
Tutto ciò ha permesso, ai fini della programmazione, di integrare ed adeguare i Servizi SocioSanitari già esistenti ed in fase di realizzazione.
Gli anziani [65 anni e oltre] come si può ben rilevare nella tabella n°4 arrivano a costituire
oltre il 25% della popolazione in ben 14 Comuni, sui 19 del Distretto.
Nell’ordine emergono, in particolare, il Comune di Proceno con il 94,89%, Onano con il
34,07%, Farnese con il 32,03%, Latera con il 31,72%, Gradoli con il 29,55%, Civitella d’Agliano
con il 27,43%, Acquapendente con il 27,32%, Bolsena con il 26,98%.
Negli altri Comuni il tasso della popolazione anziana supera comunque il valore del 14%.
Il tasso relativo alla presenza di minori da 0 – 18 anni, si distribuisce invece tra un minimo del
0,80% del Comune di Proceno ad un massimo del 24,80% del Comune di Graffignano.
LA POPOLAZIONE STRANIERA
La popolazione straniera regolarmente residente nel Distretto VT/1, alla data del 31.12.2009,
ammonta a 3497 unità.
Dai dati riportati in tabella n. 5, per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, si osserva
un’ovvia concentrazione sull’area del comune di Montefiascone della popolazione straniera
distrettuale; seguono Bolsena, Bagnoregio, Acquapendente, Castiglione in Teverina, Marta e
San Lorenzo.
Tabella n° 5
POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE NEI COMUNI DEL DISTRETTO AL 31.12.2009 PER FASCE DI ETA'
Comuni
ACQUAPENDENTE
BAGNOREGIO
BOLSENA
CAPODIMONTE
CASTIGLIONE IN TEVERINA
CIVITELLA D'AGLIANO
FARNESE
GRADOLI
GRAFFIGNANO
GROTTE DI CASTRO
ISCHIA DI CASTRO
LATERA
LUBRIANO
MARTA
MONTEFIASCONE
ONANO
PROCENO
SAN LORENZO
VALENTANO
TOTALE
0 -4 5 – 18 19 - 64
12
40
227
12
30
230
9
32
240
0
8
115
18
66
192
5
14
91
5
7
89
3
15
67
2
20
43
7
19
102
13
18
92
4
2
33
3
5
72
15
21
144
36
170
641
1
5
25
0
5
27
12
23
123
7
14
118
Oltre
5
22
29
4
1
7
4
7
0
8
2
0
2
7
30
2
0
13
5
Totale Extra-comunitari Comunitari
284
187
97
294
139
155
310
94
216
127
40
87
277
109
168
117
38
79
105
54
51
92
21
71
65
30
35
136
72
64
125
67
58
39
10
29
82
6
76
187
108
79
877
439
438
33
23
10
32
19
13
171
87
84
144
80
64
164
148
3497
514
2671
1623
1874
3.
Delineare il quadro territoriale dei bisogni (specificare i disagi più acuti e
gli squilibri nelle varie zone del Distretto e, successivamente, articolare i
bisogni per macroaree. Per ogni tipologia di disagio indicare l’utenza
potenziale e l’utenza effettiva)
L’Area del Distretto Socio-Sanitario VT/1 è caratterizzata da un’elevata concentrazione di
diverse tipologie di disagio, diversità che ricalca le caratteristiche della Regione Lazio,
considerata “regione-contenitore” di contesti territoriali fortemente diversificati da un punto
di vista socio-demografico, economico, culturale e di articolazione del disagio sociale.
Le tradizionali ed evidenti distinzioni tra i centri più o meno grandi, tra le aree urbane e quelle
a maggiore vocazione agricola, si intrecciano con l’impatto delle più recenti fenomenologie
legate all’evoluzione dei caratteri socio-demografici (dall’invecchiamento al mutamento delle
famiglie sino ai fenomeni migratori), all’insorgere di un disagio multidimensionale, alla
ridefinizione delle microeconomie locali, alla crescente attenzione alla qualità della vita.
Il Distretto richiama, infatti, alcune delle principali caratteristiche socio–demografiche ed
economiche, con una dinamica non positiva della popolazione, dei fenomeni
d’invecchiamento e dei processi di indebolimento soprattutto della struttura artigianale e
industriale locale. Si evidenzia, tuttavia, come il territorio del Distretto presenti anche
fermenti di potenziale futura vitalità economica, con esperimenti in materia di agricoltura
biologica e prodotti tipici maggiormente nel territorio della Comunità Montana dell’Alta
Tuscia, mentre nei Comuni dell’area del Lago di Bolsena emerge un turismo stagionale che
stenta però ad attivare un’adeguata dinamica di sviluppo locale, vista soprattutto la situazione
economica generale attuale.
Il Censis, su incarico dell’Assessorato per le Politiche per la Famiglia e Servizi Sociali della
Regione Lazio, ha realizzato una mappa del disagio socio-economico nel territorio della
regione (2002) nella quale si evidenzia come la situazione del Distretto Vt1 è notevolmente
critica in quanto lo stesso occupa il terzo posto della graduatoria per massima intensità del
disagio in esame.
La mappa del disagio risente dell’articolazione territoriale delle dinamiche economiche,
produttive e sociali che determina un diverso peso specifico delle varie problematiche nei
differenti contesti.
Esiste un disagio che è prettamente economico, ma anche abitativo, problemi legati alla
disoccupazione e al lavoro nero, all’uso di sostanze stupefacenti ed alla criminalità ma anche
e soprattutto un disagio che si può definire “immateriale”, ovvero quello che racchiude la
solitudine degli anziani, i conflitti intrafamiliari, l’abuso dei minori ed il disagio adolescenziale
nonché le problematiche legate ai fenomeni migratori.
Sono aumentate le famiglie socialmente ed economicamente deboli e per questo
maggiormente esposte al rischio di sviluppare, e cronicizzare, multi problematicità manifeste
o latenti.
Si addensano difficoltà economiche e sociali di varia natura anche nelle famiglie composte da
persone anziane, che vivono sole e denunciano problemi di tipo assistenziale ed economico
più o meno gravi; seguono le famiglie numerose in cui vi sono tre o più figli.
Aumentano poi i casi in cui il disagio interessa sempre più i minori, soli o nelle famiglie di
origine, comportando, questo, servizi specifici alle esigenze manifeste.
Anche se le necessità degli anziani sono assolutamente prioritarie, risulta dunque essenziale
nel contesto del territorio in esame, potenziare altresì l’offerta dei servizi socio assistenziali
rivolti ai più giovani nonché forme di sostegno ai nuclei familiari in difficoltà.
Le risposte capaci di soddisfare le esigenze di queste famiglie variano evidentemente in
funzione delle circostanze che sono alla base delle loro specifiche problematicità.
Il reddito pro-capite disponibile nell’area è nettamente inferiore al valore medio regionale e
spicca il dato relativo alla quota di contribuenti con reddito medio basso, che risulta
sensibilmente inferiore al dato regionale.
E’ rilevante inoltre, come nella formazione dei redditi locali le pensione d’invalidità e di
vecchiaia abbiano un ruolo notevole in termini numerici, anche se gli importi sono
relativamente più bassi della media regionale.
La situazione economica attuale, che tenderà ad aggravarsi nei prossimi anni anche per
effetto della crisi economica, ha delineato uno scenario in cui la povertà e la difficoltà delle
famiglie a soddisfare i propri bisogni primari in maniera autonoma, risultano essere gli attori
principali e su questo dunque va impostata tutta la programmazione riferita ai servizi da
erogare.
Programmazione che deve tenere conto, come già anticipato, della conformazione del
territorio distrettuale che crea squilibri e differenziazioni nelle tipologie di disagio presentate
dalla popolazione.
Nello specifico, nei piccoli comuni situati ai confini del Distretto, dove si vive prettamente di
agricoltura e dove gli anziani sono più che numerosi, è preminente l’esigenza di fornire servizi
atti a sopperire all’isolamento sociale nel quale la popolazione anziana si trova spesso
costretta a vivere.
Nei comuni più grandi stanno emergendo problematiche relative alle condizioni economiche e
forti disagi sociali che coinvolgono sempre di più interi nuclei familiari e maggiormente i
minori presenti, richiedendo ciò interventi specifici e ben strutturati a sostegno e prevenzione
del disagio.
Un aiuto importante per delineare il quadro delle realtà esistenti nel territorio distrettuale al
fine di una programmazione futura il più rispondente possibile alla esigenze della popolazione
presente sarà inoltre fornito dall’elaborazione dei dati relativi al censimento attualmente in
corso.
3.a Area Minori e Famiglia
I Servizi e gli interventi specificati in tale macroarea rivolgono particolare attenzione alla
famiglia, quale aggregazione sociale di preminente importanza dato il fondamentale ruolo
delle figure genitoriali allo scopo di consolidare ed ampliare gli interventi di supporto alla
genitorialità e alle funzioni di cura domiciliare nonché di promuovere, a favore dei soggetti in
età evolutiva, lo sviluppo sul territorio di opportunità aggregative e ludiche quali l’asilo nido, i
soggiorni estivi, il trasporto e la mensa scolastica.
Si garantiscono inoltre servizi di assistenza ai minori con handicap e di erogazione di contributi
per sostenere economicamente le famiglie che vivono esperienze di disabilità.
Sono presenti nel Distretto:
n. 1
n. 1
n. 1
n. 1
asilo nido pubblico a Montefiascone con ricettività di 60 unità;
asilo nido comunale ad Acquapendente con ricettività di 35 unità;
asilo nido privato a Marta con ricettività di 60 unità;
asilo nido privato a Bolsena con ricettività di 10 unità (aperto nell’ottobre 2011);
-scuole materne in tutti i Comuni del Distretto ad eccezione di Latera e Proceno;
-scuole elementari in tutti i Comuni del Distretto ad eccezione di Latera e Proceno e Onano;
-scuole medie in tutti i Comuni del Distretto, ad eccezione di Civitella D’Agliano, Latera,
Lubriano, Onano, Proceno;
-scuole superiori ad Acquapendente, Bagnoregio, Montefiascone.
Sono attive:
n. 1 ludoteca a Montefiascone;
n. 1 ludoteca a Valentano;
n. 1 ludoteca privata a Graffignano;
n. 1 ludoteca privata a Bolsena (dall’ottobre 2011 è diventata un asilo nido privato);
n. 2 ludoteche nel Comune di Onano(di cui 1 distrettuale ed 1 comunale).
E’ attiva una casa famiglia privata a Bagnoregio, accreditata dalla Regione Lazio, nella quale al
31.12.2010 erano presenti n. 2 minori del Distretto VT/1.
Servizi minori e famiglia A.S.L.
Il Distretto A.S.L. VT/1 pone notevole attenzione alla tutela dei minori e della famiglia,
attraverso i seguenti servizi:
-Medicina preventiva dell’età evolutiva
-Vaccinazioni
-Salute mentale e riabilitazione dell’età evolutiva.
3.b. Area Anziani:
Per la popolazione anziana sono presenti sul territorio (fonte dati: comuni):
20 Centri Diurni Anziani, che espletano attività di aggregazione culturale e ricreativa; non è
presente il servizio nel Comune di Proceno; nel Comune di Civitella D’Agliano e Graffignano ne
sono presenti 2.
-Case di riposo
a gestione pubblica
IPAB
a gestione pubblico- privata
a gestione privata
Bagnoregio - Grotte di Castro
Acquapendente
Montefiascone
Farnese – Gradoli - Proceno.
-RSA
a gestione privata
a gestione pubblico- privata
“Padre Luigi Monti” a Montefiascone
“Villa Serena” a Montefiascone
-Comunità alloggio comunale
Civitella d’Agliano e Valentano.
Con i finanziamenti di cui alla legge 38/1996 Distrettuali e del fondo nazionale per le politiche
sociali, è attivo il servizio ADI in tutto il territorio dei 19 Comuni.
3.c. Area Disabili
Viene garantita l’assistenza agli studenti portatori di Handicap in tutte le scuole esistenti sul
territorio del Distretto.
Sono attivi due centri diurni per disabili dell’età evolutiva ed adulti ad Acquapendente e a
Montefiascone.
Viene realizzato, in collaborazione con la A.S.L-neuropsichiatria infantile (NP.I.), il servizio di
“Non Solo Cavallo” rivolto ai disabili in età evolutiva; possono inoltre essere fatti inserimenti
di disabili adulti concordati tra la NP.I ed il servizio sociale professionale distrettuale.
Durante il periodo estivo vengono organizzati:
in collaborazione con i comuni: la partecipazione ai GREST
in collaborazione con la A.S.L.: soggiorni Climatici
(tale servizio è assicurato dall’azione congiunta tra i Comuni che assumono l’impegno di spesa
alberghiero e la A.S.L. che assicura le prestazioni professionali).
Servizio minori a rischio
Il Servizio si occupa a livello distrettuale dei problemi inerenti i bambini ed adolescenti con
disabilità, difficoltà psicologiche, relazionali e sociali. Per ogni minore viene elaborato un
progetto adeguato alle patologie riscontrate, per la parte sociale provvedono i Comuni di
residenza e con i servizi socio sanitari di cui al presente piano di zona, per la parte sanitaria
l’azienda A.S.L..
3.d. Area disagio ed esclusione sociale
Attraverso il Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale si garantisce orientamento e
consulenza a:
Problematiche familiari e di coppia
Disagio Sociale
Disabilità
Devianza
Maltrattamenti ed abuso
Adozione e affidamento preadottivo
Affidamento familiare
Collaborazione con la magistratura minorile.
3.e. Area Immigrati
La Popolazione straniera regolarmente residente nel Distretto VT/1 alla data del 31.12.2009
ammonta a 3497 unità.
La problematica della rilevazione dei fabbisogni specificamente per le componenti straniere
per molti aspetti è simile a quella concernente la popolazione locale e in parte, invece riveste
una sua specifica peculiarità.
Dalla rilevazione del fenomeno migratorio emerge che i bisogni impellenti della popolazione
straniera riguardano la casa, il lavoro regolare, la formazione professionale e la scolarizzazione
dei bambini stranieri. I fattori di maggior vulnerabilità degli stranieri e delle loro famiglie sono
da individuarsi nel rischio dell’isolamento, della perdita del lavoro, della sicurezza sul lavoro e
dell’abbandono scolastico.
Gli interventi per gli immigrati sono stati garantiti, tramite il progetto Sportello Immigrati
approvato ai sensi della D.Lgs 286/98 e dagli aiuti straordinari dei singoli comuni, secondo la
normativa vigente (maternità, contributo sui canoni di locazioni, contributi sull’acquisto dei
libri, borse di studio, ecc).
4. Quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali:
Macroaree/Liveas
SEGRETARIATO SOCIALE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO VT1 – D
Prestazioni offerte:
Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità
Si
No
Consulenza sui problemi familiari e sociali
Si
No
Accoglienza della domanda individuale, collettiva lettura del bisogno, accompagnamento
nell’attivazione nei successivi percorsi di assistenza
Si
No
Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni
Si
No
Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale
Si
No
Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi
specifici
Si
No
Mediazione interculturale
Si
No
Destinatari:
Famiglie
Si
No
Anziani
Si
No
Minori
Si
No
Persone con problematiche psico-sociali (TUTTE)
Si
No
Disabili
Si
No
Immigrati
Si
No
Altro
(RIFUGIATI POLITICI)
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
INTEGRATO AL SEGRETARIATO SOCIALE, IN TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO VT1 - D
√ SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE E AI GRUPPI SOCIALI
Si
No
Destinatari
Famiglie
Si
No
Anziani
Si
No
Minori
Si
No
Persone con problematiche psico-sociali (specificare TUTTE)
Si
No
Disabili
Si
No
Immigrati
Si
No
Altro
√ AFFIANCAMENTO E AFFIDO FAMILIARE
Si
No
Destinatari:
Famiglie
Si
No
Minori
Si
No
√ INSERIMENTO LAVORATIVO
Si
No
Destinatari:
Disabili
Si
No
Persone con problematiche psico-sociali
Si
No
Giovani a rischio di devianza
Si
No
Immigrati
Si
No
Altro
√ DEFINIZIONE DEL PROGETTO INDIVIDUALE DI ASSISTENZA in collaborazione con i servizi
ASL
Si
No
Destinatari:
Disabili
Si
No
Anziani
Si
No
Persone con problematiche psico-sociali
Si
No
Minori
Si
No
Immigrati
Si
No
Altro
SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALE
FAMILIARE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se
subdistrettuale S; se comunale C).
Destinatari:
Famiglie
Si
No
Anziani
Si
No
Minori
Si
No
Disabili adulti
Si
No
Persone con problematiche psico-sociali
Si
No
Immigrati
Si
No
Donne in difficoltà, gestanti o madri
Si
No
Altro
SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
ASSISTENZA DOMICILIARE- ACQUAPENDENTE-C
BOLSENA-C
GROTTE DI CASTRO-C
SAN LORENZO NUOVO-C
ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA - IN TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO VT1 - D
√ SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE
Si
No
Destinatari:
Famiglie
Si
No
Minori
Si
No
Anziani
Si
No
Disabili
Si
No
Persone con problematiche psico-sociali
Si
No
Persone in condizioni di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protratta
Si
No
Altro
√ ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA
Si
No
Destinatari:
Famiglie
Si
No
Minori
Si
No
Anziani
Si
No
Disabili
Si
No
Persone con problematiche psico-sociali
Si
No
Persone in condizioni di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protratta
Si
No
Altro
STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE
√ STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI
Nel distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
BAGNOREGIO-D
di cui:
Casa Famiglia
Si
No
Destinatari: Minori
Altro
√ STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
PROCENO - D
di cui:
Casa Famiglia
Si
No
Comunità alloggio
Si
No
Destinatari: Disabili adulti
Altro ()
√ STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
BAGNOREGIO-D
MONTEFIASCONE-D
CIVITELLA D’AGLIANO-D
ACQUAPENDENTE-D
GROTTE DI CASTRO-D
di cui:
Casa famiglia
Si
No
Destinatari
Comunità alloggio
Si
No
Destinatari: Anziani
Case di riposo
Si
No
Destinatari: Anziani
Casa albergo
Si
No
Destinatari
Altro (specificare Ipab)
Si
No
Destinatari: Anziani
√ STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO – SOCIALI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
MONTEFIASCONE- D
di cui:
Casa Famiglia
Si
No
Destinatari
Comunità alloggio
Si
No
Destinatari
Comunità di pronta accoglienza
Si
No
Destinatari
Altro
Psichiatrici
(sorveglianza notturna )
Si
No
Destinatari:
Pazienti
STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI
√ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
TUTTI I COMUNI ECCETTO PROCENO - C
di cui:
Centri diurni
Destinatari: Anziani
Si
No
Centri diurni integrati Alzheimer
Si
No
Destinatari
Altro (specificare)
√ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER PERSONE CON
PROBLEMATICHE PSICO – SOCIALI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
ACQUAPENDENTE-C
di cui:
Strutture semi – residenziali socio – riabilitative
Destinatari: adulti con
problematiche psico-sociali
Si
No
Altro
√ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE ADULTO
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
ACQUAPENDENTE –S
MONTEFIASCONE – S
di cui:
Centri diurni socio – riabilitativi
Adulti
Destinatari:
Disabili
Si
No
Centri diurni di terapia occupazionale
Si
No
Destinatari
Altro (specificare)
√ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0 – 18 ANNI)
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
MONTEFIASCONE - D
di cui:
Asili Nido
Si
No
Destinatari: Minori 0-3 anni
Micronidi nei luoghi di lavoro
Si
No
Altro (specificare)
CENTRI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
di cui:
Centri di pronta accoglienza notturna per adulti
SI
No
Servizio di mensa sociale
Si
No
Altro (specificare)
ALTRI SERVIZI
√ CENTRO SOCIALE PER ANZIANI
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
IN TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO AD ECCEZIONE DEL COMUNE DI PROCENO - C
√ LUDOTECHE
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
GRAFFIGNANO- C
MONTEFIASCONE-D
ONANO-(una distrettuale ed una comunale)
VALENTANO-D
Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?
Si
No
√ CENTRI DI AGGREGAZIONE PER BAMBINI
Si
No
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
5. Obiettivi strategici del Piano di Zona
Il Piano di zona è lo strumento strategico, previsto dalla legge quadro 8 novembre 2000 n.
328, per governare le politiche sociali a livello territoriale. In particolare il compito del Piano di
zona è di organizzare soggetti diversi, che in un ambito territoriale intervengono sui bisogni e
sulla domanda sociale, per la progettazione e realizzazione di un sistema integrato di
interventi e servizi sociali.
Si tratta di una grande opportunità, che richiede una mobilitazione delle amministrazioni locali
e dei diversi operatori e del Terzo Settore (volontariato,associazioni di promozione sociale,
cooperazione sociale) e l’acquisizione di metodologie di azioni adeguate e condivise.
L’esigenza di promuovere il coordinamento e la collaborazione tra i Comuni e il Distretto A.S.L.
è passata attraverso l’adozione di una modalità di lavoro di rete ed in rete, in grado di
focalizzarsi non più sulla semplice erogazione della prestazione, quanto piuttosto sui processi
che si attiveranno, costruendo un “sistema di risorse ugualmente responsabile”.
L’adozione di questa forma gestionale ha come obiettivo:
1. l’abbattimento dei costi;
2. il miglioramento dei servizi, attraverso la valorizzazione ed il governo delle risorse del
territorio.
Gli obiettivi generali sono:
sviluppare l’integrazione dei servizi sociali e sanitari, nel rispetto delle specifiche
competenze, individuando nei Comuni il livello territoriale adeguato per il coordinamento
e la gestione delle relative attività;
assicurare la fruibilità delle strutture, dei servizi e delle prestazioni, secondo modalità che
garantiscono la libertà e la dignità della persona nel rispetto della specificità dei bisogni e
del diritto di libera scelta del cittadino, prestando particolare attenzione alle aree di
emarginazione;
garantire alla collettività l’informazione e la partecipazione alla definizione delle modalità
di gestione e di erogazione delle prestazioni, nelle forme stabilite dalla vigente normativa
e dalla programmazione regionale;
attivare nuove forme di intervento sia come proposta di servizi innovativi che come azione
di potenziamento e miglioramento di servizi già in atto, cercando di dare risposte concrete
ai cittadini delle singole aree territoriali in relazione ai reali bisogni;
perseguire un’offerta di servizi capace di aderire alle caratteristiche di un territorio
segnato da una notevole articolazione interna sociale ed economica;
legare gli interventi all’analisi dei bisogni, alla valorizzazione ed integrazione delle risorse
pubbliche e private ed alla reale costruzione di reti per una risposta globale.
Da queste premesse si delineano gli obiettivi strategici di seguito elencati che il Distretto Socio
Sanitario Vt1 ha posto alla base della stesura del VIII Piano di Zona:
attivazione e messa in rete di un sistema integrato di servizi socio-assistenziali e servizi
socio-sanitari, al fine di assicurare una risposta unitaria e adeguata alle esigenze della
persona;
individuazione e rimozione delle cause di ordine economico, psicologico, culturale,
ambientale e sociale che possono determinare situazioni di bisogno o di disagio,
oppure fenomeni di marginalità e di disadattamento;
promozione e realizzazione di servizi e interventi, che favoriscono il mantenimento,
l’inserimento ed il reinserimento dei soggetti deboli nell’ambito familiare, scolastico,
lavorativo e sociale, al fine di evitare situazioni di marginalità e di disagio.
Tali obiettivi strategici possono essere articolati in macroaree e sviluppati come segue:
5. a. AREA MINORI E FAMIGLIA
Il notevole cambiamento dei bisogni dei minori, per effetto di fenomeni socio-demografici di
vari eziogenesi comporta la necessità di un ripensamento delle risposte per l’infanzia e
l’adolescenza.
Gli interventi proposti in primis tendono a:
Valorizzare il ruolo della famiglia quale prima aggregazione a livello sociale;
valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e le capacità genitoriali;
sostenere la famiglia come momento essenziale della tutela sociale del minore,
adolescente, giovane con particolare riferimento al minore disabile;
consolidare ed ampliare gli interventi di supporto alla genitorialità e alle funzioni di
cura domiciliare attraverso lo sviluppo delle iniziative di sostegno a gruppi di famiglie
con particolari carichi assistenziali;
consolidamento e sviluppo di iniziative di sostegno delle famiglie e dei minori
finalizzate a valorizzare le risorse esistenti in ottica di rete;
rafforzare i diritti dei minori assicurandone I’esigibilità anche tramite l’attivazione di
servizi e iniziative all’interno di una progettazione di più ampie politiche di territorio;
promuovere la crescita e il benessere del minore, adolescente, giovane, nei contesti
educativi e sociali ed educativi della società;
promuovere, a favore dei soggetti in età evolutiva, lo sviluppo sul territorio di
opportunità aggregative e ludiche.
5. b. AREA ANZIANI
Premesso che le linee guida per la predisposizione ed approvazione dei piani di zona
sottolineano come la diminuzione della natalità e l’allungamento della durata della vita media
fanno sì che si accentui il processo di invecchiamento della società e che, di conseguenza, la
non autosufficienza nella terza età non può essere considerata un evento straordinario ma, al
contrario un rischio sempre più prevedibile in relazione all’avanzamento dell’età, i Comuni e la
Asl del Distretto VT/1, sulla base della legge 328/00, si propongono, con questo piano di zona,
di continuare a valorizzare e sostenere, come obiettivo di priorità sociale, politiche nei
confronti della popolazione anziana, tendenti ad incrementare l’offerta dei servizi,
prevedendo specificatamente misure ed interventi rivolti a:
− favorire la permanenza a casa, o l’inserimento presso le famiglie delle persone anziane
privilegiando gli interventi a sostegno della domiciliarità attraverso il potenziamento
dei servizi di assistenza domiciliare integrata per sostenere le famiglie che assistono in
casa anziani non autosufficienti ed evitare la loro istituzionalizzazione;
− affinare gli strumenti atti a valutare la tipologia del bisogno sia per la personalizzazione
sia per una maggiore coerenza nell’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari integrati,
vista la crescente difficoltà di conciliare la necessità di differenziare e sviluppare i
servizi rivolti alla crescente popolazione anziana con la carenza di risorse;
− mantenere efficienti i servizi per anziani e disabili, al fine di evitare liste di attesa e
garantire un alleviamento alle famiglie;
− affiancare nelle responsabilità del lavoro di cura la famiglia e, in modo particolare, i
componenti più impegnati nell’accudimento quotidiano o per sostituirli durante
l’orario di lavoro.
− promuovere attività informative ed educative dei familiari per una adeguata presa in
carico ed assistenza del congiunto ed attività di sostegno psicologico;
− migliorare l’esigibilità del diritto all’ inserimento in presidi residenziali di qualità per le
persone non più in condizione di vivere a casa.
Si ritiene inoltre che le azioni iniziate e progettate siano in grado di avviare un sistema di
protezione sociale e di cura, per favorire la permanenza nei nuclei familiari delle persone
affette da malattie invalidanti e degenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
5. c. AREA DISABILI
Sulla scia dell’evoluzione tecnica giuridica, si vuole incentrare l’intervento sul massimo
recupero possibile, riprogettando i percorsi riabilitativi e valorizzando la domiciliarizzazione
rispetto alla residenzialità.
Nello specifico si intende:
sostenere con servizi domiciliari le persone non autosufficienti;
promuovere l’integrazione sociale, lavorativa ed economica delle persone disabili con
interventi di promozione dell’autonomia;
attivare servizi di sostegno e sollievo alle famiglie che si trovano ad accudire un
familiare disabile.
5. d. AREA DISAGIO ED ESCLUSIONE SOCIALE
Attraverso i vari interveti previsti nelle varie aree di problematicità (minori, disabili, anziani,
immigrati ) si tende ad ampliare le risposte rispetto a situazioni di disagio, attraverso la
costruzione di una rete sociale, all’interno di una progettualità mirata a sostenere e
potenziare le risorse della persona e dell’ambiente.
R
ete sociale atta a sostenere percorsi di autonomia e di inclusione sociale delle persone in
difficoltà, attraverso il potenziamento, tra l’altro, delle strategie per la lotta ad ogni forma di
povertà e di emarginazione.
5. e. AREA IMMIGRATI
Gli obiettivi che si intende perseguire sono i seguenti:
-Informazione per l’integrazione sociale e culturale e l’accesso alla rete dei servizi:
• Fornire un servizio di informazione, orientamento e consulenza ai cittadini italiani e
stranieri presenti sul territorio al fine di favorire l’insieme dei diritti e doveri che
appartengono a ciascun cittadino e promuovere l'inserimento dei cittadini stranieri
nella realtà sociale, non ultimo creare una concreta rete di servizi e strutture inerenti
la tematica dell'immigrazione, in collegamento permanente con altre agenzie e servizi;
• Predisporre, raccogliere e diffondere materiale informativo sui servizi, associazioni,
normative vigenti;
• Realizzare percorsi formativi mirati sui diritti degli immigrati e sui diversi modelli
culturali per operatori dei vari servizi pubblici e del privato sociale.
-Interventi di integrazione:
• Contribuire alla realizzazione di momenti di formazione e di laboratori di educazione
interculturale per insegnanti;
• Sostenere l’attivazione di laboratori linguistici nelle varie scuole, soprattutto
elementari, per facilitare l’apprendimento della lingua e della cultura italiana da parte
degli allievi stranieri;
•
•
Tutelare la salute relativamente alle norme igienico-sanitarie e alle vaccinazioni;
Attivare la mediazione linguistico-culturale anche per l’accesso alle prestazioni
sanitarie ed il monitoraggio della salute.
6. Quali sono le misure adottate per realizzare l’integrazione socio-sanitaria dei
servizi?
Coinvolgimento del Terzo Settore:
consultazione
partecipazione alla stesura del Piano
monitoraggio del Piano
altro (specificare)
organizzazioni di consulte
predisposizione di uffici o coordinamenti di piano per l’integrazione
UFFICIO DISTRETTUALE PRESSO IL COMUNE CAPOFILA
promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali e sanitari
Specifici protocolli concordati con le Asl
Altro
7. Modalità adottate per realizzare il coordinamento con gli altri organi dello
Stato ( ad esempio l’amministrazione penitenziaria e della giustizia e le
istituzioni scolastiche) e con la pluralità dei soggetti locali?
Riunioni periodiche con i rappresentanti delle varie istituzioni scolastiche e provinciali.
8. Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti (sistema di controllo,
monitoraggio e verifica dei risultati)
La verifica dei risultati raggiunti avviene:
a) in collaborazione con la Asl VT/1, tramite l’Unità Valutativa Territoriale, per i servizi
sociali integrati , quali: ADI, Affido Educativo, Assistenza Domiciliare ai malati di
Alzheimer e Parkinson;
b) tramite il Servizio Materno Infantile per le Case Famiglia;
c) tramite le assistenti sociali della Asl e del Distretto per il Servizio di Segretariato
Sociale;
d) con l’Istituzione dei servizi dell’Ufficio Distrettuale ( Sportello Famiglia, Pronto
Famiglia, ecc.).
Il controllo ed il monitoraggio si realizzano mediante:
la distribuzione di questionari a tutti gli utenti per verificare il livello di
soddisfacimento
sopralluoghi delle assistenti sociali del Servizio Sociale Professionale Distrettuale
Integrato, in collaborazione con le assistenti sociali della Asl
per quanto riguarda i minori in affido educativo, le fasi di monitoraggio e controllo
sono espletate in collaborazione con i dirigenti scolastici e con i GLH, ove necessario.
9. Innovazioni organizzative, operative, gestionali e di sistema del Distretto
Si realizza una fattiva e costante collaborazione con il Dirigente dell’Azienda Usl del Distretto
Vt/1 e vengono svolte riunioni periodiche con il personale operante nei vari servizi e gli
operatori della Asl, al fine di verificare i risultati raggiunti e valutare l’opportunità di azioni
correttive.
Costo complessivo
Quota budget
regionale (D.G.R.
307/2011)
A.D.I
337.205,01
337.205,01
Integrazione rette Casa di Riposo
30.000,00
30.000,00
Totali interventi anziani non
autosuff.
367.205,01
367.205,01
interventi in favore
dell’infanzia e
dell’adolescenza. ex L.
285/1997 (min. 9% budget
D.G.R. 307/2011)
Casa Famiglia
87.600,00
87.600,00
Ludoteca
55.800,00
46.431,20
Grest
25.000,00
25.000,00
Affido educativo – Responsabilità
familiare
36.691,41
36.691,41
Totali interventi ex L. 285/1997
205.091,41
195.722,61
9.368,80
Non solo cavallo
96.158,00
7.526,00
88.632,00
Centro Diurno Disabili
208.288,92
171.288,92
37.000,00
Attività di natura assistenziale di
supporto alle prestazioni di assistenza
sanitaria a disagiati psichici
61.077,22
46.197,22
14.880,00
interventi in
favore degli
anziani non
autosufficienti
(min. 15%
Nome progetto
interventi in favore
dei soggetti con
handicap grave, ex
art. 3, c. 3 L
104/1992 (min. 5%
Piano di Zona 2011 – Riepilogo progetti; quadro finanziario riassuntivo
Cofinanziamento (specificare se
comunale, provinciale, ASL, etc.)
9.368,80
Progetto aiuto – Legge 162/1998
63.399,00
63.399,00
Casa accoglienza disabili di Proceno
314.265,00
273.324,24
40.940,76
25.000,00
17.090,68
7.909,32
428.923,14
288.411,14
140.512,00
Sportello Famiglia
18.000,00
18.000,00
Servizio Sociale Professionale
integrato distrettuale e Segretariato
sociale
82.326,83
82.326,83
Interventi di lotta alla droga relativi
alla prevenzione
7.000,00
7.000,00
43.000,00
43.000,00
37.277,56
37.277,56
137.604,39
137.604,39
(Progetto con finanziamento specifico)
Soggiorni estivi e week-end di sollievo
per disabili
(Progetto con finanziamento specifico)
Altri interventi
Totale interventi ex art. 3, c. 3 L
104/1992
(Progetto con finanziamento specifico)
Progetto manutenzioni sociali
(Progetto con finanziamento specifico)
Ufficio Gestione Piano Distrettuale
Totale altri progetti
0,00
1° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1. Titolo del progetto
A.D.I. - Assistenza Domiciliare Integrata
2. Nuovo progetto
Sì
No
3. Progetto già avviato
Sì
No
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimane invariato l’ambito territoriale.
In considerazione delle domande avanzante, a fronte delle quali sono state già espletate le
valutazioni, per le quali, però, non è possibile procedere alla materiale attivazione per la
carenza del finanziamento corrente, così come accaduto nell’esercizio precedente, si
procederà mediante l’utilizzo dei residui riferiti alle annualità precedenti e certificati nella
rendicontazione fino al 31.12.2008, per l’utilizzazione dei quali è stata già presentata la
relativa richiesta alla Regione Lazio.
Il servizio si colloca a completamento delle attività di assistenza domiciliare previste da
specifici progetti che assolvono ad esigenze riconducibili a particolari stati patologici o a
particolari condizioni socio-sanitarie (progetto “ Non Autosufficienza” – “Piccoli Comuni”“Progetto Aiuto – legge 162/1998”).
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.) consiste nell’erogazione integrata di
prestazioni di carattere socio-assistenziale e sanitario, al domicilio dell’utente:
Prestazioni di tipo socio–assistenziale:
assistenza alla persona (igiene personale, aiuto all’alimentazione, preparazione dei
pasti, supporto alla deambulazione, sorveglianza per terapie farmacologiche e/o
rapporto con il medico) aiuto domestico (governo della casa, pulizia dell’ambiente),
aiuto nelle pratiche burocratiche, cura dei rapporti.
Prestazioni di tipo sanitario:
assistenza medica domiciliare, generica e specialistica, se necessaria, assistenza
infermieristica, assistenza riabilitativa, educazione sanitaria, monitoraggio delle
condizioni generali per prevenire aggravamenti e complicanze.
6. Liveas: SI
7. Macroarea: AREA ANZIANI – DISABILI
8. Costo del progetto (totale):
euro 337.205,01
8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio:
euro 337.205,01
9. Servizi/prestazioni erogati
PRESTAZIONI EROGATE
La Tipologia del Servizio tende a differenziare le prestazioni, secondo interventi a bassa,
media e alta intensità come di seguito esplicitato:
Servizio Assistenza Domiciliare
A.D.I
- Profilo 1 –
Autosufficiente con necessità di tutela
sociale
- Livello 1 –
A.D.I a bassa intensità
di Assistenza Sanitaria Domiciliare
- Profilo 2 –
Non autosufficiente di tipo lieve
- Livello 2 –
A.D.I. a media intensità
di Assistenza Sanitaria Domiciliare
- Profilo 3 –
Non autosufficiente di tipo medio
- Livello 3 A.D.I. ad alta intensità
di Assistenza Sanitaria Domiciliare.
- Livello 3 A.D.I. ad alta intensità
di Assistenza Sanitaria Domiciliare.
- Livello 3 A.D.I. ad alta intensità
di Assistenza Sanitaria Domiciliare.
- Profilo 4 Grave non autosufficiente
-Profilo 5Soggetto non vedente
(progetto Ippocrate AUSL)
-
ASSISTENZA DOMICILIARE SOCIO-ASSISTENZIALE
PROFILO 1:
Autosufficiente con necessità di tutela sociale.
Persona in possesso delle abilità funzionali richieste per gestire autonomamente la
cura della propria persona e del proprio ambiente di vita, che necessita di tutoraggio
costante, generalmente persona sola, priva di rete familiare.
Prestazioni:
Controllo farmacologico e/o eventuali rapporti con il medico di medicina
generale verifica dell’igiene personale ed ambientale
controllo alimentazione rapporto con eventuali parenti
Segretariato Sociale.
PROFILO 2
Non autosufficiente di tipo lieve
Persona non in possesso delle abilità funzionali necessaria per la totale
autosufficienza del menage domestico (necessita assistenza per il bagno, pulizie
straordinarie, sorveglianza, terapie ecc.
Prestazioni:
Bagno settimanale,
Pulizie dell’ambiente di tipo straordinario,
Sorveglianza per terapie farmacologiche e/o rapporto con il medico,
Verifica dell’alimentazione,
Segretariato Sociale,
Supporto alla Deambulazione;
Le prestazioni sopraindicate andranno ad integrarsi con eventuali prestazioni di
rilevo sanitario.
PROFILO 3
Non autosufficienti di tipo medio:
Persona parzialmente in possesso delle abilità funzionali più complesse necessarie
per l’autosufficienza (lavarsi, vestirsi, gestione farmaci, preparazione pasti, igiene
dell’alloggio)
Prestazioni:
Igiene personale giornaliera,
Pulizia giornaliera dell’ambiente
Gestione e/o rapporti con il medico e/o l’infermiere,
Preparazione pasti e/o fornitura,
Segretariato Sociale,
Supporto deambulazione,
Le prestazioni sopraindicate andranno ad integrarsi con eventuali prestazioni di
rilievo sanitario
PROFILO 4
Grave non autosufficienza:
Persona non in possesso delle abilità funzionali necessarie per gestire
autonomamente la cura della propria persona e del proprio ambiente di vita
Prestazioni:
Igiene personale più volte al giorno,
Pulizia giornaliera dell’ambiente,
Gestione rapporti con il Medico o l’infermiere,
Preparazione pasti,
Segretariato Sociale,
Supporto deambulazione.
Le prestazioni sopraindicate andranno ad integrarsi con eventuali prestazioni di
rilievo Sanitario.
Nei vari livelli, le prestazioni sono rivolte a persone anziane, a nuclei familiari in stato di
bisogno, minori, disabili, portatori di handicap.
Per ogni tipologia A.D.I., l’elemento “integrazione” dipende da due variabili:
- la presenza dell’intervento/bisogno socio assistenziale (che può variare a seconda
delle condizioni socio-ambientali familiari del paziente),
- la presenza dell’apporto multiprofessionale all’interno della collaborazione tra
figure professionali sanitarie.
-
ASSISTENZA DOMICILIARE DI TIPO SANITARIO
Con riferimento al carico assistenziale di tipo sanitario, il quadro erogativo sopra
delineato si estrinseca sostanzialmente attraverso 3 differenti livelli di intensità:
LIVELLO 1
A bassa intensità di assistenza sanitaria domiciliare:
l’intervento del medico è eventuale e comunque questo può esplicarsi attraverso
accessi periodici, mentre l’assistenza infermieristica e/o tecnico riabilitativa è
necessaria con una periodicità programmata.
LIVELLO 2
A media intensità di assistenza sanitaria domiciliare:
l’intervento periodico del medico è necessario mentre è eventuale l’assistenza
infermieristica, la quale se interviene, si estrinseca attraverso accessi infermieristici
programmati.
LIVELLO 3
Ad alta intensità di assistenza sanitaria domiciliare:
In ragione delle condizioni di grave dipendenza sanitaria in cui versa il paziente (di
tutte le età), si richiede un elevato impegno medico attraverso più accessi
settimanali nonché congiuntamente l’apporto infermieristico o di altri operatori
sanitari, il tutto da garantire in un quadro di pronta disponibilità diurna medica ed
infermieristica all’interno di un programma di intervento definito ed autorizzato
dall’unità valutativa del distretto.
Il progetto nella sua totalità prevede l’erogazione di interventi così come sopra identificati.
È di tutta evidenza, comunque, che le attività di squisito carattere sanitario vengono approntate
e svolte direttamente dalla Ausl competente, a carico della quale resta anche il correlato onere
economico.
Gli interventi di aiuto domestico e ausilio alla persona nelle attività fondamentali della vita sono
finanziate con questo progetto.
10. Bacino di utenza
- Distrettuale (Distretto VT/1 – n. 19 Comuni)
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
-
Sub - distrettuale
Comunale
11. Tipologia di utenza
-
I destinatari sono soggetti di tutte le età, che si trovano prioritariamente in parziale e/o
totale non autosufficienza, affetti da patologie fisiche e/o psichiche, bisognosi di
assistenza socio-assistenziale e/o socio-sanitaria, che richiedono:
aiuto domestico;
assistenza alla persona;
monitoraggio delle condizioni generali per prevenire aggravamenti e complicanze;
interventi di cura e/o riabilitazione (a carico direttamente della Ausl)
12. Obiettivi del progetto
Fornire interventi sanitari e socio-assistenziali tempestivi e coordinati, al fine di
tutelare la dignità dell’anziano e/o disabile e la sua salute psico-fisica;
Dare sollievo alle famiglie, affiancando i componenti più impegnati nella cura
quotidiana ovvero nel sostituirli temporaneamente nelle responsabilità;
Evitare forme di istituzionalizzazioni improprie;
Evitare ricoveri ripetuti od impropri in ospedale;
Ridurre il numero di richieste di istituzionalizzazione e/o posticipato ingresso in Casa di
Riposo per anziani oltre 75 anni;
Diminuire i tempi di ricovero.
13. Tempi di attuazione: UN ANNO - dal 01 gennaio al 31 dicembre 2012
14. Tipologia di strutture
Numero strutture
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare ______________________)
Altro (DOMICILIO UTENTE)
|_|_|_|
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
15.
16.
-
Numero utenti anno 2010
|1|9|6|
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative sociali
Convenzione con Associazioni di volontariato
(Trasporti presso strutture sanitarie)
Altro (comune capofila - Montefiascone)
A partire dal 01 luglio 2010, sul territorio del Distretto VT/1, il servizio ADI viene gestito
attraverso il sistema dell’accreditamento e la circolazione di voucher, per l’acquisto di
prestazioni professionali di natura socio-assistenziale, erogabili da gestori allo scopo accreditati.
17. Utenza annuale prevista
|2|0|0|
18.
-
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|1|9|
Assistenti sociali
|_|0|9|*
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|1|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio-sanitari
|_|_|X|
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure
(SPECIALISTI AUSL – fisioterapisti – infermieri - medici)
|_|1|3|
*Le assistenti sociali hanno un ruolo di completa presa in carico delle situazioni sociali, in
stretta integrazione con il Servizio Sociale del Distretto 1 – AUSL VT, al fine di realizzare un
sistema omogeneo ed uniforme di servizio sociale distrettuale.
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
DOMICILIO UTENTI
20.
Liste di attesa
Si
No
21.
-
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì
Con frequenza periodica, il delegato dell’Az. AUSL VT/1 e il
Responsabile dei Servizi Sociali del comune capofila provvedono a:
- verificare globalmente l’attività del servizio;
- valutare il livello quantitativo e qualitativo delle prestazioni;
- valutare i risultati ottenuti in rapporto ai risultati attesi.
-
No
22.
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Sì, parzialmente
No
-
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?
L’attività della Ausl integra quella degli uffici e servizi distrettuali, nel rispetto della disciplina
contenuta nell’apposito regolamento approvato in concomitanza con l’adozione del sistema
dell’accreditamento e la circolazione di voucher sociali.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Il controvalore economico del voucher, come previsto dal Regolamento Distrettuale, viene
stabilito entro il 31 ottobre di ciascun anno a valere sull’anno successivo, dalla Conferenza dei
Sindaci sottoscrittori dell’Accordo di Programma. Gli importi vengono determinati sulla base di
una logica progressiva inversamente proporzionale al reddito ISEE e all’effettivo stato di
bisogno.
Per l’anno 2012, il valore del voucher individuale, da assegnare ai beneficiari sulla base
dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente e della disponibilità di altri redditi e/o
indennità, non potrà essere superiore ad euro 11,00 più iva.
RIPARTIZIONE DEI COSTI
Finanziament
Pro
o regionale
v
Costo risorse
umane
euro
337.205,01
Cofinanziamento
Comunale
Ausl
Altro
La
Il personale
Il personale
compartecipazio
della
ne dell’utenza
dei comuni
A.U.S.L.
viene
viene
viene
finanziato
direttamente
finanziato
da parte
fatturata e
da parte
degli enti di
riscossa dal
dell’ente di
soggetto
appartenen
appartenen
za
erogatore della
za
prestazione
Totale
finanziament
o
euro
337.205,01
Costo di
funzionamen
to e gestione
Costo di
struttura e di
manteniment
o
Totale
euro
337.205,01
euro
337.205,01
2° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
INTEGRAZIONE RETTE PER ANZIANI INDIGENTI IN CASA DI RIPOSO
2.
-
Nuovo progetto
Sì
No
3.
-
Progetto già avviato
Sì
No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati l’ambito territoriale - diminuisce l’utenza di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
L’art. 22 della legge 328/2000 prevede che il sistema integrato di interventi e servizi
sociali garantisca al cittadino l’erogazione di alcuni servizi essenziali che rappresentano i
livelli essenziali delle prestazioni sociali (LIVEAS). I LIVEAS garantiscono un sistema di
prestazioni e servizi sociali idonei ad assicurare cittadinanza sociale ai soggetti più
deboli. Con riferimento alla MACRO AREA DI INTERVENTO “PERSONE ANZIANE”, è da
sottolineare che l’assistenza, l’accoglienza e la cura alla persona vengono prestate sul
territorio dalle Case di Riposo, gestite da ex IPAB (Acquapendente, Bagnoregio), da
soggetti misti pubblico-privato (Montefiascone) o da Comunità Alloggio (Civitella
D’Agliano).
In alcuni casi l’ospitalità in strutture residenziali rappresenta l’unica modalità per la
risoluzione di problemi soggettivi, collegabili alla capacità dell’individuo di badare a se
stesso, di intrattenere relazioni sociali positive, capaci di generare quell’integrazione
necessaria ad una proficua e positiva prosecuzione della vita che, soprattutto nell’età
avanzata, costituiscono l’elemento di un serio e fondato rischio di emarginazione che,
peraltro, i servizi domiciliari non riuscirebbero a rimuovere. Sovente tale condizione si
abbina ad un concreto stato di disagio economico, che non consente al soggetto di
provvedere al pagamento della retta nelle strutture di ospitalità; di tali situazioni appare
necessario debba farsi carico il servizio pubblico mediante l’allestimento del mezzo
economico capace di integrare quanto non rientrante nella possibilità economica del
soggetto.
L’intervento si propone di sopperire a tali carenze non soltanto per l’ospitalità offerta
dalle strutture del territorio ma in via più ampia e generale per l’ospitalità che tutte le
case di riposo del territorio nazionale offrono ai residenti nel distretto.
6.
Liveas: SI
7.
Macroarea “ANZIANI”
8.
Costo del progetto (totale):
euro 30.000,00
8.1
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio:
euro 30.000,00
9.
Servizi/prestazioni erogati
Il progetto consiste nell’erogazione di un contributo economico in favore di anziani in
condizione di disagio socio-economico e privi di familiari tenuti al mantenimento,
ospitati presso strutture residenziali.
Al fine di dimensionare il progetto ad una risposta territorialmente uniforme e di non
creare sperequazione, si definisce la misura massima della compartecipazione del
Distretto in euro 351,00 mensili, mantenendo a carico dei comuni di residenza, peraltro
obbligati per legge, l’ulteriore eventuale differenza della retta di ospitalità, defalcata
della capacità individuale e del contributo sopra individuato.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
1. ACQUAPENDENTE
2. BAGNOREGIO
3. BOLSENA
4. CAPODIMONTE
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
6. CIVITELLA D’AGLIANO
7. FARNESE
8. GRADOLI
9. GRAFFIGNANO
10. GROTTE DI CASTRO
-
11.
11. ISCHIA DI CASTRO
12. LATERA
13. LUBRIANO
14. MARTA
15. MONTEFIASCONE
16. ONANO
17. PROCENO
18. SAN LORENZO NUOVO
19. VALENTANO
Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale (specificare il Comune)
Tipologia di utenza
Anziani ricoverati presso strutture residenziali, le cui condizioni economiche non
consentano l'intero pagamento della retta e che non abbiano altri familiari tenuti agli
alimenti in base all'art. 433 c.c.
N.B.
Le condizioni finanziarie e patrimoniali dei beneficiari dovranno essere accertate
secondo quanto previsto dal D.lgs. 109/98 e successive modifiche ed integrazioni.
Art. 433 c.c.: "All'obbligo di prestare gli alimenti sono tenuti, nell'ordine:
1) il coniuge; 2) i figli legittimi o legittimati o naturali o adottivi ed, in mancanza, i
discendenti prossimi, anche naturali; 3) i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti
prossimi, anche naturali, gli adottanti; 4) i generi e le nuore; 5) il suocero e la
suocera; 6) i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani
sugli unilaterali.
12.
Obiettivi del progetto
Integrare le risorse economiche della persona;
Contrastare l'emarginazione e l'esclusione sociale.
13.
Tempi di attuazione: UN ANNO - Dal 01 gennaio al 31 dicembre 2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali
- Altro
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
16.
-
Soggetto che gestisce
Comune
capofila
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro
17.
Utenza annuale prevista
18.
-
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
Assistenti sociali
Sociologi
Psicologi
Pedagogisti
Educatori professionali
Operatori socio-sanitari
Volontari
Mediatori culturali
Altre figure
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
20.
-
Liste di attesa
Sì (specificare i motivi)
No alla fase di redazione del piano
||_||
|_|||
|1|5|
|_|_|6|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
21.
-
-
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì (specificare quali)
collaborazione con i dirigenti delle Case di Riposo
segretariato sociale
No
22.
-
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Sì, parzialmente
No
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?
Nessuna
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Cofinanziamento
Provinciale Comunale Ausl Altro
Totale
finanziamento
Costo risorse umane
Costo
funzionamento
gestione
di
e
euro 30.000,00
euro 30.000,00
Costo di struttura e di
mantenimento
Totale
euro 30.000,00
euro 30.000,00
3° [attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1. Titolo del progetto
CASA FAMIGLIA
2. Nuovo progetto
Sì
No
3. Progetto già avviato
Sì
No
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati l’ambito territoriale e l’utenza di riferimento.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto
(es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
I fondi distrettuali assegnati al progetto sono destinati al pagamento della retta prevista
per l’inserimento di minori presso strutture residenziali di cui all’art. 3 della Legge
Regionale 41 del 12.12.2003.
La Casa Famiglia è una struttura abitativa, con un numero limitato di posti, ove operatori
specializzati si occupano della crescita e della cura del minore; offre un servizio di
sostegno alla famiglia nelle sue difficoltà educative nei confronti dei minori e può
sostituirla temporaneamente, in caso di caso di assenza o di grave inadeguatezza. La
Casa Famiglia s’ispira ad un modello di vita familiare, pur non basandosi su rapporti
parentali fra i suoi membri, per garantire, anche attraverso progetti personalizzati,
un’organizzazione educativa. La Casa Famiglia si pone per i ragazzi come un ambiente
positivo, come un’occasione di cambiamento e di nuova progettualità, attraverso un
lavoro di rete che utilizza tutte la agenzie educative del territorio. La Casa Famiglia,
infatti, non si colloca come un elemento esterno al contesto sociale, ma anzi, intende
interagire con il territorio, attraverso un efficace lavoro di rete, per favorire
l'inserimento dei ragazzi nel tessuto sociale e la loro integrazione nei gruppi dei pari. Il
ritmo della vita nella Casa Famiglia è, infatti, scandito dall'impegno scolastico, dalle
diverse attività pomeridiane come lo sport, la cultura, il gioco, i momenti di
socializzazione interni ed esterni alla "casa", oltre che dall'impegno personale e
professionale degli operatori. La Casa Famiglia in genere per offrire questi servizi si
avvale della collaborazione di Amministrazioni Pubbliche (Comuni, AUSL, Servizi Sociali,
Scuole, Tribunale dei Minori) e gruppi informali (famiglie, associazioni sportive, di
volontariato, ecc.).
6. Liveas SI
7. Macroarea AREA MINORI
8. Costo del progetto (finanziamento regionale) euro 87.600,00
8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio euro 87.600,00
9. Servizi/prestazioni erogati
- Ospitalità, vigilanza e cura degli ospiti;
- Elaborazione di progetti individuali di intervento per ogni singolo minore;
- Individuazione attività individuali e di gruppo;
- Assistenza educativa, didattica e cura della persona;
- Organizzazione e gestione del tempo libero;
- Cura dell’ambiente e preparazione dei pasti.
10. Bacino di utenza
Distrettuale
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
- Sub-distrettuale (specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
-
11. Tipologia di utenza
Il progetto è diretto a minori di ambo i sessi, vittime di maltrattamento psicologico e fisico,
in condizione di grave trascuratezza ed emarginazione sociale e/o con difficoltà psicoaffettive, particolarmente bisognosi di assistenza e tutela:
Minori dai 3 ai 18 anni con procedure in corso presso il Tribunale per i minorenni
Minori dai 3 ai 18 anni appartenenti a nuclei familiari in carico ai servizi sociali per i quali
si è verificata la necessità di un temporaneo allontanamento dalla famiglia di origine
12. Obiettivi del progetto
- Assicurare al minore una vita armoniosa e un ambiente il più possibile vicino a quello
familiare;
- Aiutare la persona in situazione di disagio a ricostruire la propria esperienza
frammentata.
- Favorire negli ospiti una maturazione psicologica, relazionale e sociale, in vista di un
loro eventuale reinserimento in famiglia o in strutture familiari;
- Inserimento scolastico e conseguimento del titolo di studio per gli ospiti adolescenti;
13. Tempi di attuazione: 12 mesi
14. Tipologia di strutture
Numero strutture |_|_||
Tipologia struttura
-
Gruppo appartamento
-
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
-
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali
Altro
15. Numero utenti nel 2010
|_|_1|1|
16. Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro
17. Utenza annuale prevista
|_|_|4|
18. Personale coinvolto nel progetto
-
Amministrativi
Assistenti sociali
Sociologi
Psicologi
Pedagogisti
Educatori professionali
Operatori socio-sanitari
Volontari
Mediatori culturali
Altre figure:
|_|_|6|
|_|_|9|
|_|_| |
|_|_|1|
|_|_|_|
|_|_| |
|_|_| |
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
- No
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì
Visite periodiche da parte di personale AUSL e/o del Comune capofila.
- No
22.
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
- No
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?
La AUSL partecipa, con proprio personale, alla predisposizione del piano individualizzato,
alla valutazione psicologica del minore e alle verifiche sui singoli casi.
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti:
Essendo gli inserimenti in Casa Famiglia disposti dall’autorità giudiziaria su tutto il territorio
nazionale e, pertanto, non essendo determinabile il costo della retta giornaliera di ospitalità
che, peraltro, a seconda delle strutture coinvolte risulta diversa, viene definita una quota di
partecipazione in via presuntiva di euro 70,00
COSTI PROGETTO
Cofinanziamento
Totale
Finanziamento
finanziamento
Au
regionale
Provinciale Comunale
Altro
sl
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento
e gestione
euro 87.600,00
euro 87.600,00
euro 87.600,00
euro 87.600,00
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
4° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
LUDOTECA
2.
-
Nuovo progetto
Sì No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
- No 4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto è nato dall’intento manifestato dai comuni, dalle istituzioni scolastiche e dalla ASL di
creare opportunità diversificate per la realizzazione di interventi rivolti all’infanzia e
all’adolescenza.
Il bacino comprende 19 Comuni:
Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano,
Farnese,Gradoli,Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Lubriano, Marta,Onano,
Proceno, San Lorenzo Nuovo,Valentano,Comune capofila Montefiascone.
Viene aggiornato il progetto, a partire dal corrente anno, con il seguente assetto territoriale
1. Ludoteca – Spazio Gioco di MONTEFIASCONE
2. Ludoteca Comunale di VALENTANO
3. Ludoteca Casa Milà di GROTTE DI CASTRO
A) L’ offerta di servizi e attività legate a scopi sociali e a sostegno della famiglia ai bisogni dei
bambini, nelle diverse fasce di età, mediante la creazione di spazi per bambine/i,
quale occasione, di socializzazione e di integrazione con il territorio, tenendo
conto dei bisogni dei genitori in modo da favorire la relazione e l’educazione dei
piccoli/e. Lo scopo finale, quindi, è quello di organizzare spazi bambine/i –
genitori – nonni – volontari, quali luoghi per favorire la relazione e l’educazione
assieme alla crescita creativa in un “tempo condiviso” e in uno “spazio protetto”.
LINEE GUIDA DEL PROGETTO
Il progetto, elaborato dal Comune capofila, di concerto con i Comuni dell’intero Bacino, va letto
nelle sue linee guida in base alle quali sono stati esplicitati contenuti, tempi, attività e costi.
COMUNI PARTECIPANTI: 19 nel comprensorio
COMUNE CAPOFILA: Montefiascone
ATTIVITA’: Ludiche, creative, di gruppo
TIPOLOGIA SERVIZI: interventi alla famiglia
PROFESSIONALITA’ COINVOLTE: tecnici ludotecari, operatori pedagogici, animatori
METODOLOGIA: Insegnare a fare giocando, ricostruendo, assemblando, riscoprendo e
comunicando
B) IL PERCHE’ DEL PROGETTO
“Spazio gioco per i bambini e luogo di aggregazione per adulti”
E’ da tempo, ormai, che l’attenzione si è spostata “sulle donne e sui bambini” e poi sull’intera
famiglia con i tanti problemi, difficoltà, capacità e risorse: inizialmente per “aiutare” le
categorie con disagio e, infine, per dar voce, da protagonisti, ai componenti dei diversi nuclei,
nell’ambito delle pari opportunità.
La L. 285/97 ha contribuito ad evidenziare alcuni grossi problemi tentando di mettere ordine
nelle offerte disarticolate degli spazi esistenti sul territorio per bambine/i e genitori:
•
creando servizi con esigenze socializzanti di incontro, di scambio e di crescita;
•
progettando offerte per cogestire i fondi elargiti;
•
inventando la formazione delle figure per la gestione dei nuovi spazi ludici;
•
producendo materiale per pubblicizzare il servizio a dimensione di bambine/i.
Poiché i fondi stabiliti per la progettazione del II triennio della L. 285/97 non sono stati
sufficienti per poter realizzare ludoteche all’interno del distretto VT/1, Montefiascone, Bolsena
, Valentano e Onano hanno deciso di promuovere, positivamente, i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, utilizzando altri percorsi legislativi e tracciando l’identikit di una struttura
ludica legata ai contesti territoriali per soddisfare, i bisogni emergenti e non, dei cittadini,
piccoli e grandi.
Il nuovo contenitore è quello della Casa del gioco.
Giocheria da riempirsi di proposte ludico-creative-educative con spazi di aggregazione e
con aree bambini/e, genitori e nonni. Spazi dove far crescere i bambini e gli adolescenti
nel tempo non scuola, con problemi e non, sperimentando insieme cambiamenti,
riprogettando gli interventi e valutandone l’efficacia .
L’obiettivo vincente è quello del coinvolgimento delle famiglie con tutti i suoi
componenti, in una capacità di interpretazione, di valorizzazione e di fruibilità degli
interessi, vecchi e nuovi, in proposte/progetti di cooperazione con l’Amministrazione
Comunale.
L’ottica è quella di cercare e continuare a dare risposte adeguate e attente nel contesto
della filosofia organizzativa, cooperativa e solidale nell’ambito sociale attraverso:
l’approccio per problemi legati alla concretezza;
le risposte legate alle identità personali, piccole e grandi, familiari e sociali, femminili e
maschili;
il ruoLo attivo nella realizzazione degli interventi.
L’offerta, conseguente a tali premesse che le Amministrazioni di Montefiascone, Bolsena,
Onano e Valentano, intendono esplicitare, è quella di dare possibilità di un servizio da
“indossare”, attraverso l’integrazione delle tante opportunità.
Lo slogan del nuovo servizio è legato al binomio “bambini/e – genitori” e, più spesso, a
quello “mamma – figlio/a” in:
- ambiti protetti ma accessibili;
- con fruizione multipla e snodabile per tempi, modalità e creatività;
- in atmosfere di scambievoli proposte ludiche, educative e socializzanti;
- in un comporsi e scomporsi di scenari con materiali, strumenti e tecniche;
- in spazi dove abbandonare ansie, timori e incertezze legati al sé e al mestiere del genitore;
- in scenari creativi e divertenti per facilitare l’aggregazione affettiva, culturale e ludica;
- in contenitori protetti perché supportati dalle vigili Amministrazioni Comunali, da
personale qualificato, dall’utilizzo di spazi, dentro e fuori.
Tanti e ottimi saranno i risultati e avranno visibilità in campo ambientale, culturale,
sociale e istituzionale.
Tante e ottime le finalità legate all’informazione, al confronto, all’accoglienza, alla
solidarietà e allo scambio tra culture diverse.
Dall’analisi di Comunità dei territori è emersa la carenza di strutture per l’infanzia a
carattere ludico, creativo, educativo e associativo. Da tale lettura i Comuni hanno
elaborato la proposta progettuale.
I Centri offrono………
spazio e tempo nuovo per la relazione
un posto per crescere
un luogo dove rapportare genitore e genitorialità
un tempo nuovo per bambine/i e famiglia
un luogo accogliente per genitori e bambine/i
uno spazio per far acquisire e sostenere risorse e competenze
un posto dove si ha il piacere di ritrovarsi
Nell’intento di ……….
Fare acquisire capacità e sicurezza nell’utilizzo delle tante risorse nascoste
creare interazione
mediare nei rapporti
allestire spazi transazionali e acquisire stili relazionali
attivare compresenze
aiutare con processi di accoglienza
Con……….
spazi di lettura
biblioteca dei giochi
centro informazione minori
luoghi per le famiglie
isola di incontro
esplorazione aree e spazi esterni
progetti famiglie – bambine/i
incontri a tema
laboratori cogestiti da operatori, genitori e anziani
CRITERI DI SCELTA DEI MATERIALI LUDICI
I giocattoli devono rispondere ai seguenti criteri:
- Criterio creativo o pedagogico poiché è indubbio che: il giocattolo arricchisce il
bambino, si preferiranno quindi, i giochi di costruzione che offrono varie possibilità
rispetto a quelli predeterminati, legati a risultati ben precisi:
sul piano creativo, un giocattolo è eccellente, quando impegna l’immaginazione
senza alcuna costrizione.
Un gioco è pedagogico perché insegna qualcosa: la differenza di colori e di forme,
l’abilità manuale, il senso dell’equilibrio, l’uso.
- Criterio ricreativo o psicologico: il giocattolo deve apportare gioia: la sensazione del
successo che il gioco procura è molto importante per il bambino perché gli trasmette
sicurezza in se stesso e raggiungimento di equilibrio. La riuscita del gioco spinge il
bambino a superare sempre nuove difficoltà; la sconfitta lo porta a ricominciare con
perseveranza.
Criterio di solidità: un giocattolo utilizzato da più persone per tante volte, deve
essere innanzitutto, resistente. I materiali che si preferiscono sono il legno e la
plastica di prima qualità. Il legno è un materiale caldo e naturale, la plastica di prima
qualità, permette una facile manutenzione, una notevole resistenza ed una maggiore
scelta cromatica.
- Criterio estetico: è importante per trasmettere al bambino il gusto del bello. Si
preferiscono giocattoli dalle forme armoniose, dai colori belli e piacevoli al tatto.
I giocattoli inoltre devono:
- Essere sicuri, non devono avere bordi taglienti, né contenere esplosivi, ne essere
fatti di materiali infiammabili e con colori tossici.
- Non devono avere elementi da utilizzare una sola volta.
- Devono essere ben costruiti.
- Non devono contenere parti che si mangiano.
Classificazione giocattoli
I giocattoli della Ludoteca sono classificati tramite categorie prestabilite e contrassegnati
da un “simbolo” (timbro).
Il simbolo è presente sia nell’involucro che sulla “Scheda informativa” del giocattolo.
Categorie giocattoli
1- Giochi di manipolazione e di costruzione.
2- Giochi di percezione.
3- Giochi di imitazione.
4- Giochi con l’acqua e di travasi.
5- Giochi di oculo-motricità.
6- Giochi di movimento.
Materiale illustrativo
I libri devono suscitare nel bambino il piacere di leggere:
si preferiscono libri – gioco, libri che permettono di “fare” e di “scoprire”, che
presuppongono la lettura non solo di una scrittura ma anche di un’immagine e di una
forma.
I libri devono:
Realizzare l’interesse ed il piacere alla lettura.
Stimolare nuovi interessi.
Permettere la socializzazione.
Stimolare la reinvenzione.
Classificazione libri
Come per i giocattoli, anche i libri della Ludoteca sono classificati seguendo categorie
prestabilite e contrassegnati da “simboli”.
Libro – gioco.
Libro – immagine.
Libro – manuale.
filastrocche.
Racconti, favole e fiabe.
Classificazione video cassette
Animazione.
Cinema.
Documentari.
ATTIVITA’ ESPRESSIVE E RICREATIVE DEI LABORATORI
1. Laboratorio di musica
-
1.
2.
3.
4.
2. Laboratorio di teatro
3. Laboratorio di pittura e grafica
4. Laboratorio di manipolazione
5. Laboratorio di fotografia
6. Laboratorio di riciclaggio
7. Laboratorio di ricostruzione di giocattoli
Tutte le attività espressive e creative hanno, come obiettivo primario, quello di
potenziare le capacità dei bambini/e, e degli adulti che frequentano
per
promuovere un maggiore “protagonismo” nell’intento di riorganizzare, in termini di
qualità, sia la vita a livello individuale che a livello socializzante dello star bene in
gruppo.
Laboratorio musicale
Per il “laboratorio musicale” è prevista una figura professionale, che si rapporta con il
bambino/a con tecniche e metodologie ben individuate.
La finalità primaria di questa esperienza musicale non sarà soltanto quella di insegnare a
suonare uno strumento, ma quella di stimolare il bambino ad esplorare il fantastico
mondo dei suoni, dei ritmi e delle melodie.
I piccoli utenti assoceranno ad esse stati d’animo ed emozioni e creeranno nuovi suoni
attraverso l’invenzione di strumenti inediti realizzati con materiali poveri.
Il laboratorio esplorerà il territorio sonoro del bambino, che si traducono in movimenti,
in immagini, in idee, in suggestioni.
Il bambino diventerà autore, attore ed interprete della musicalità che è dentro e fuori di
lui, inventando un testo fantastico, ballando, suonando e cantando.
Laboratorio teatrale
Da sempre i bambini sono attratti dal gioco del “travestimento”. Nel centro quindi, è
previsto “l’angolo del travestimento”, dove il bambino, senza il ludotecario, potrà
mettersi davanti ad uno specchio ed inventare i personaggi più fantastici che
scaturiscono dalla sua immaginazione. I materiali a sua disposizione saranno gli
indumenti da vario genere, gli accessori divertenti, le stoffe colorate che potrà scoprire
in un cestone posto davanti allo specchio. Dal cesto delle sorprese verrà fuori il
personaggio” trasformandosi in esso quasi per magia. Il tempo del gioco è deciso dal
bambino, perché solo lui ne è il protagonista. In questa attività l’operatore interverrà in
un secondo tempo per assecondarli nel dare vita ai personaggi prescelti, ad inventare
storie assieme, a giocare nel mondo fantastico dal quale gli adulti, spesso, restano
esclusi. Permettere ai bambini libertà assoluta in questo lavoro di drammatizzazione,
significa capire meglio i loro stati d’animo, le loro paure, le debolezze, le emozioni, le
aspettative e ridiventarne, poi, in circle time costruttivi e affettivi.
Laboratorio di pittura
Per i più piccoli è previsto un laboratorio di digito pittura poiché attraverso i colori i
bambini danbno libero sfogo a quella che è la loro principale attività creativa, liberando
la fantasia per trasformarla in colori, in segni, ed immagini senza nessun tipo di
condizionamento esterno.
Le produzioni grafico-pittoriche saranno, sia individuali che collettive, a questi ultime
verrà dato maggior rilievo, consapevoli del fatto che il promuovere la collaborazione in
gruppo, stimola il bambino a socializzare, a non ghettizzarsi e richiudersi in se stesso, a
trasformare in colore le proprie idee, desideri, aspettative.
Laboratorio di manipolazione
5.
6.
7.
Il manipolare la pasta di sale, di mais, la cartapesta, la creta, con la carta o con elementi
naturali, sollecita il bambino di acquisire tecniche manuali, e a sviluppare
l’immaginazione. Vedere qualcosa trasformarsi tra le proprie mani per assumere forme
desiderate, che scaturiscono dalla creatività, introdurrà il bambino/a ad essere padroni
di se stessi, a controllare la propria manualità, con il sussidio della fantasia ed
acquistando nuove conoscenze e capacità.
Laboratorio fotografico
Il lavorare con le immagini fotografiche diventerà un gioco divertente e stimolante
raggiungendo vari obiettivi: insegnando ad usare il mezzo fotografico per esplorare e
conoscere il territorio circostante; per scoprirne la storia, le usanze e le tradizioni
attraverso le immagini del tempo; per confrontarle con quelle di oggi rivisitate con “Gli
occhi dei bambini”.
Il tutto avverrà sviluppando, nel bambino/a una prima educazione all’immagine per
tradursi, poi, in vera e propria lettura.
Laboratorio di riciclaggio
Con materiale di scarto: carta, legno, plastica, vecchi giocattoli, cassette, scatole di
cartone, stoffe, fili, foglie, vecchi giocattoli, ecc. si realizzeranno oggetti fantastici
“reiventati” dall’immaginazione del bambino/a.
L’esperienza sarà oltre che educativa, anticonsumista, per far nascere il senso del
rispetto per i materiali ritenuti inutili: l’obiettivo principale sarà quello di ripensare in un
altro modo, riciclando con finalità e rendendo il bambino/a responsabile, creativo,
fantasioso.
Educando il bambino/a ad un lavoro di riciclaggio, significherà sollecitarlo a rispettare
che tutto ciò che lo circonda, ad amare la natura e a saperla vivere.
Tutte le attività espressive proposte dai laboratori, verranno proposte rispettando un
programma settimanale, prestabilito dai ludotecari e concordato su richiesta.
ULTERIORI ATTIVITA’ PREVISTE
CENTRO ……… - ESTATE
Nei mesi estivi, al termine delle scuole il Centro programmerà le attività all’esterno
individuando un percorso completo suddiviso in fasi settimanali, per consentire ai piccoli
utenti anche la partecipazione saltuaria pur seguendo un unico obiettivo, con
l’affettuosa compagnia di nonni e di genitori che affiancheranno gli operatori.
Sarà privilegiata la scoperta del territorio circostante con uscite, visite guidate,
escursioni per visitarlo, esplorarlo e leggerlo con attività diverse legate alla natura,
all’archeologia, all’architettura, alla riscoperta di colori, odori e sapori. Il materiale
raccolto costituirà la base per racconti illustrati e mostrati a più mani, dai piccoli attori,
per comunicare le esperienze.
CENTRO ………. – SCUOLA
Saranno avviati programmi congiunti con le scuole per collaborare ed integrare le
conoscenze dei piccoli sperimentando e facendo nei laboratori, usando tecniche e
strumenti diversi dall’apprendimento teorico e dalle metodologie educative, creando un
punto di incontro tra momenti a scuola e momenti nell’extrascuola da concordarsi con
gli insegnanti in continuità con i programmi svolti.
PERCORSO FORMATIVO
Sostegno all’iniziativa rivolto agli operatori per l’acquisizione di capacita’ gestionali,
relazionali e conoscitive del servizio di nuova istituzione.
1° MODULO Fare gruppo per “star bene insieme”,
6.
7.
acquisire capacità di
gestire il servizio utilizzando le diversificate competenze per
allestire ed organizzare la struttura in cui si opera, progettando
gli spazi ludici e allestendo laboratori.
2° MODULO Scegliere e selezionare il materiale attraverso un’analisi
conoscitiva dei giocattoli in dotazione e dei diversi modi di giocare.
3° MODULO Gestire le strutture organizzando schedature, strumenti di
verifica dell’attività all’interno e all’esterno, regolamenti
e comunicazioni.
4° MODULO Sviluppare la creatività nei bambini e nelle bambine rendendoli
capaci di usare strumenti e tecniche di comunicazione, di scambio
e di socializzazione.
5° MODULO Saper guardare l’immagine prospettica cogliendone i particolari,
ricostruendoli creativamente combinando e scombinando i diversi
pezzi con materiali vari.
6° MODULO Saper guidare nella letteratura per l’infanzia, raccontare fiabe,
suggerire scelte, imparare / insegnare a divenire autori / scrittori.
7° MODULO Ripercorrere la pedagogia del gioco con i diversi significati,
valori e stili; individuare percorsi filmici significativi e legati alle
tappe dello sviluppo dei piccoli.
8° MODULO Saper strutturare indicatori di qualità per valutare il tasso di
gradimento attraverso osservatori, questionari e schede.
9° MODULO Integrare momenti di progettazione con e per la scuola a
supporto del percorso teorico con attività pratiche coordinate.
10° MODULO Organizzare mostre con relativi percorsi e didascalie per guidare
alla lettura partecipata e costruire un archivio storico della
memoria.
Liveas
SI
Macroarea
Il progetto nella sua completezza, prevede di coinvolgere, inoltre, alcune particolare
aree :
Responsabilità familiari per rendere gli adulti, mamme, papà, fratelli e sorelle maggiori,
nonne e nonni compartecipi della crescita consapevole dei piccoli per sollecitare ad
imparare il “mestiere di………” riscoprendo le proprie disponibilità e creatività,
condividendo momenti ludici e creativi con i più piccoli, con la guida consapevole ed
esperta degli operatori del servizio e della A.s.l. Un modo per ritrovare se stessi e scoprire
i propri ruoli e riacquisire responsabilità.
Diritti dei minori perché gli adulti prendano sul serio le cose dei piccoli negli itinerari
della crescita, della socializzazione, della prevenzione dei disagi, del rafforzamento
dell’identità e dello sviluppo della cultura, creando luoghi di incontro e di gioco.
Persone anziane che facciano parte integrante del Centro trasmettendo conoscenza,
esperienza, affettività e contribuendo ad una crescita e ad una identificazione
fondamentale nella famiglia patriarcale che è scomparsa del tutto, nell’odierna,
nucleare. Perchè ritrovino un proprio ruolo ed una gratificante funzione.
Contrasto della povertà per dare la possibilità ai bambini/e meno fortunati/e di
sperimentare aree e tecniche di gioco, giocattoli e momenti ludici con adulti attenti ed
esperti e fare gruppo senza barriere sociali.
Disabili per agevolarne l’inserimento nel rispetto di tutti i diritti convergenti in una
crescita ludica che annulli negli spazi di gioco, i divieti e le impossibilità di farcela.
Usando giocattoli che favoriscono e non inibiscono il coinvolgimento.
8.
Costo del progetto (totale) € 55.800,00
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 46.431,00
Servizi/prestazioni erogati (v. punto 5 – attività )
1- I Centri offrono………
spazio e tempo nuovo per la relazione
un posto per crescere
un luogo dove rapportare genitore e genitorialità
un tempo nuovo per bambine/i e famiglia
un luogo accogliente per genitori e bambine/i
uno spazio per far acquisire e sostenere risorse e competenze
un posto dove si ha il piacere di ritrovarsi
Con……….
spazi di lettura
biblioteca dei giochi
centro informazione minori
luoghi per le famiglie
isola di incontro
esplorazione aree e spazi esterni
progetti famiglie – bambine/i
incontri a tema
laboratori cogestiti da operatori, genitori e anziani
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
- Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
9.
11.
Tipologia di utenza
Bambine/i, da 4 – 11 anni
X
12.
13.
Obiettivi del progetto
Restituire all’infanzia autonomia nel territorio;
Favorire la riscoperta ludica, giocando per non crescere più da soli;
Fare acquisire capacità e sicurezza nell’utilizzo delle tante risorse nascoste;
creare interazione;
mediare nei rapporti.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Un anno - Dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|3
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro …………… LUDOTECA
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_120
15.
Numero utenti nel 2010
16.
Soggetto che gestisce
-
Utenza annuale prevista
18.
Personale coinvolto nel progetto
-
480
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro COMUNE CAPOFILA TRAMITE COLLABORAZIONE COORDINATE
17.
X
X
120
Amministrativi
Assistenti sociali
Sociologi
Psicologi
Pedagogisti
Educatori professionali
Operatori socio-sanitari
Volontari
Mediatori culturali
Altre figure (specificare _______________________________)
|_|_|_6
|_|_|_2
|_|_|_|
|_|_|_1
|_|_|_7
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
MONTEFIASCONE , VALENTANO, GROTTE DI CASTRO
20.
Liste di attesa
X
- Sì (specificare i motivi)
- No
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
presenza di pedagogisti con il ruolo di osservatori e questionari periodici
compilati dalle famiglie
- No
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
X
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
- No
23.
X
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Verifiche periodiche da parte del personale del Servizio Materno Infantile
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Costo
umane
risorse
Costo
funzionamento
gestione
Provinciale Comunale Ausl Altro
euro 46.431,20
di
e
Costo di struttura e
di mantenimento
Totale
Cofinanziamento
euro 46.431,20
Totale
finanziamento
€ 46.431,20
€
4.684,40
€ 4.684,40
€
4.684,40
€ 4.684,40
€
9.368,80
€ 55.800,00
5° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
GREST
2.
Nuovo progetto
- Sì - No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
- No 4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale e utenza di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto “GREST” consiste nell’organizzazione, nel periodo estivo, di iniziative ludico
ricreative, presso spazi messi a disposizione dalla Parrocchie e/o dai Comuni, con caratteristiche
di semiresidenzialità.
Il GREST viene gestito dai 19 Comuni del Distretto e dalle Parrocchie e rappresenta un punto di
riferimento formativo per la crescita dell’individuo e la sua educazione ai valori umani che
regolano il vivere civile; un luogo in cui i ragazzi possono esprimere se stessi, le proprie
capacità, socializzare e integrarsi divertendosi.
La parola GREST sta per GRuppo ESTivo.
Il GRUPPO è il luogo educativo per eccellenza. Sono, infatti, a rischio i minori emarginati o quelli
che appartengono a gruppi deviati. In particolare, nell’adolescenza diminuisce il “potere
educativo” degli adulti e si fa più forte la pressione della comitiva. L’appartenenza a compagnie
portatrici di valori negativi aumenta il rischio di identità negative.
La scelta del gruppo come luogo privilegiato di crescita è una risposta a questi rischi: un gruppo
sano sostiene identità sane e si prende cura del bisogno di appartenenza , di amicizia e di
comunicazione.
Il GREST non è soltanto un’occasione di svago, ma rappresenta un’esperienza di impegno,
comunione e cooperazione e propone:
Attività di laboratorio: drammatizzazioni, lavori manuali, ecc…;
Attività ludica: gioco organizzato e libero;
Attività sportive, formative, ricreative, di animazione, culturali e di supporto per gruppi
di giovani ragazzi /e, bambini/e.
Attività educative formative, di promozione culturale di vario genere e di prevenzione.
Il progetto prevede:
- Un’ alleanza educativa con le famiglie dei fruitori del servizio.
- Un rapporto dialettico con le istituzioni: esse vanno stimolate a riappropriarsi del
proprio ruolo pedagogico, essendo i primi architetti e i primi costruttori delle città a
misura dei minori.
6.
Liveas
SI
7.
Macroarea MINORI PIU’ DISAGIO ED ESCUSIONE SOCIALE
8.
Costo del progetto (totale)
€ 25.000,00
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 25.000,00
9.
Servizi/prestazioni erogati
Accoglienza, educazione, animazione ed assistenza di bambini e giovani ragazzi.
Organizzazione di:
1. attività socio/ludico/ricreative/sportive quali: attività artistico-prassicomanipolative, attività espressive, giochi (psico-motori, da tavolo, di squadra ed
individuali, di “relazione” ).
2. percorsi socio/culturali/istruttivi: incontri su tematiche attuali, educazione ai
valori “universali”, educazione alle regole sociali, visite guidate, gite ludicoricreative, cineforum.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
X
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
- Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
11.
12.
Tipologia di utenza
Minori 6/18 anni
Obiettivi del progetto
o OBIETTIVI DIRETTI
Aiutare i bambini/e, ragazzi/e a sviluppare le seguenti competenze:
− Competenza sociale: intesa sia come capacità di scegliere il
comportamento sociale più adeguato alla situazione specifica, sia come
capacità di ascoltare sia di proporsi come emittente efficace.
− Autostima: intesa come giudizio positivo del proprio valore personale.
− Capacità di problem solving: la capacità di trovare soluzioni ai problemi
dopo averli identificati e valutati nella loro natura e conseguenze.
− Competenza emozionale: capacità di riconoscere, gestire le proprie
emozioni e di esprimerle, decodificarle, empatizzare e gestire le emozioni
altrui (il malessere delle nuove generazioni è palesato da chiusura in se
stessi , ansia , depressione).
− Ricchezza spirituale: una spiritualità intensa protegge la salute
o OBIETTIVI INDIRETTI
Diffondere la cultura dell’Educazione
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
UN ANNO Dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|1|9|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro(spazi interni ed esterni messi a disposizione da Comuni e parrocchie)X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|6|0|0|
15.
Numero utenti nel 2010
|_|6|0|0|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (Comune Capofila in collaborazione con le parrocchie)
17.
Utenza annuale prevista
X
|_|6|0|0|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi (Ufficio Distrettuale Sociale)
- Assistenti sociali
- Sociologi
- Psicologi
- Pedagogisti
- Educatori professionali
- Operatori socio-sanitari
- Volontari (Genitori dei minori con varie qualifiche)
- Mediatori culturali
- Altre figure (Parroci)
|_|_|6|
|_|_|4|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|1|0|0|
|_|_|_|
|0|2|0|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Spazi interni ed esterni in ogni Comune del Distretto
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
- No
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
Colloqui con gli operatori che partecipano al progetto.
Questionari rivolti ai genitori.
- No
X
X
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
- No
X
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Per i minori a disagio, è a disposizione tutta l’equipe del Servizio Materno Infantile della Ausl.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
I costi di funzionamento e gestione sono riferiti:
1) all’ acquisto materiale di consumo ed attrezzature necessari per la realizzazione
delle molteplici attività previste;
2) all’acquisto magliette per partecipanti, genitori ed animatori;
3) alla stipulazione di idonea assicurazione;
4) all’organizzazione di una festa di fine “GREST”;
5) alle spese tipografiche;
6) alle spese per i trasporti.
Finanziamento
regionale
Cofinanziamento
Provinciale Comunale Ausl Altro
Totale
finanziamento
Costo risorse umane
Costo
funzionamento
gestione
di
e
euro 25.000,00
euro 25.000,00
Costo di struttura e di
mantenimento
Totale
euro 25.000,00
euro 25.000,00
11.. Titolo progetto
AFFIDO EDUCATIVO – RESPONSABILITA’ FAMILIARE
2. Nuovo progetto
Sì
No
3. Progetto già avviato
-
Sì
No
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto è stato già avviato con i fondi del V e VI Piano di Zona.
L’inserimento del progetto in questo Piano consente il soddisfacimento dell’utenza anche
potenziale integrando le risorse finanziarie.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
L’AFFIDO EDUCATIVO è un servizio per il sostegno educativo e l'integrazione sociale di minori in
condizione di disagio.
E’ uno strumento di intervento a tempo parziale che prevede la presa in carico individuale della
persona da parte di una figura adulta educatore, nel suo contesto familiare. Costituisce uno dei
possibili interventi in favore di minori e adolescenti che vivono condizioni di rischio sociale,
derivante da problematiche familiari di varia natura.
E’ basato sulla consapevolezza del valore della persona e si muove all’interno di una
progettualità mirata a sostenere e potenziare le risorse dell’individuo nella propria famiglia.
Il sostegno socio educativo non è destinato unicamente alla persona che esprime il disagio ma
rivolge la sua attenzione anche ai componenti del nucleo familiare o alle figure di riferimento, al
fine di promuovere l’integrazione della persona nel proprio contesto attivando anche le risorse
sociali del territorio.
Gli interventi vengono realizzati mediante l’impiego di educatori e/o assistenti che attuando
quanto formulato nel progetto individuale/familiare si recano nell’ambiente di vita per svolgere
attività di diverso genere.
6. Liveas: SI
7. Macroarea: AREA MINORI
8. Costo del progetto (totale):
euro 36.684,00
8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio: euro 36.684,00
9. Servizi/prestazioni erogati
1) Sostegno scolastico e/o lavorativo:
Servizio educativo domiciliare, finalizzato ad evitare situazioni di disagio,
dispersione scolastica ed abbandoni precoci.
2) Integrazione dell’esperienza in senso globale:
- supporto nella conoscenza e nell’uso delle risorse del territorio;
- attività svolte a stimolare processi di integrazione e socializzazione;
- attività svolte al sostegno delle relazioni positive e all’allontanamento dei conflitti.
10. Bacino di utenza
- Distrettuale
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
- Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
11. Tipologia di utenza
a) Minori che presentano disagio psico-sociale e forme di disabilità psico-fisiche, per i
quali possa rilevarsi utile un sostegno educativo extrascolastico.
b) Nuclei con problemi relazionali intrafamiliari con presenza di minori evasori
dell’obbligo scolastico o appartenenti a contesti di devianza o disagio.
c) Nuclei che esprimono una forte difficoltà a fornire il necessario supporto educativo e
di sostegno ai figli, ma che esprimono relazioni parentali affettivamente non
compromesse.
d) Nuclei deprivati sul piano socio-affettivo e/o economico con rischio di possibile crisi
del sistema di relazioni familiari e probabile ripercussione sulla fase di crescita e
sviluppo dei minori.
e) Minori per i quali sia aperto un contenzioso tra genitori separati per i quali il servizio,
su mandato del Tribunale Civile e di altri organi della Magistratura Minorile, può
fornire specifici interventi.
f) Nuclei che presentano un temporaneo carattere di squilibrio organizzativo ed un
disagio, causato da degenze ospedaliere, da patologie, da detenzioni che minano la
stabilità dell’ambiente familiare e penalizzano i minori interessati
12.
Obiettivi del progetto
fornire un sostegno educativo o riabilitativo individualizzato;
aiutare il minore nei processi di crescita e di integrazione nel contesto sociale al fine
di evitare, quando possibile, provvedimenti più drastici quali l’istituzionalizzazione o
l’affido familiare.
consentire la permanenza del giovane nel proprio nucleo familiare e nel contesto
socio ambientale;
mirare ad un cambiamento e ad un miglioramento delle condizioni di vita dell’intero
sistema familiare
prevenire e contenere l’evoluzione di rischio psicosociale e favorire il recupero del
disagio individuale.
Favorire un armonico processo di crescita attraverso l’attuazione di percorsi
educativi e riabilitativi in risposta ai bisogni specifici di ogni soggetto, finalizzati allo
sviluppo delle potenzialità, alla integrazione sociale, alla acquisizione di autonomie.
Promuovere un sano sviluppo della vita dei nuclei familiari attraverso l’attivazione di
energie e risorse dei singoli componenti e dell’ambiente familiare e sociale.
Predisporre, nell’ambito di progetti educativi individualizzati elaborati insieme ai
docenti scolastici, attività di sostegno e verifica rispetto all’andamento scolastico.
Coinvolgere i genitori.
13. Tempi di attuazione dal 01 agosto 2012 al 31 dicembre 2012
14. Numero utenti nel 2010
|0|0|
15. Tipologia di strutture
Numero strutture
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali
Altro (domicilio utenti)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
-
16.
Soggetto che gestisce
-
17.
18.
|_|||
Comune capofila
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro
Utenza annuale prevista
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
- Assistenti sociali
|_|_|3|0|
|_|_|6|UFFICIO DI PIANO
|_|_ 9|
- Sociologi
- Psicologi
- Pedagogisti
- Educatori professionali
- Operatori socio-sanitari
- Volontari
- Mediatori culturali
- Altre figure
19.
|_|_|_|
|_|_|1|
|_|_|_|
|_| |X|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
Sede della struttura e/o dell’attività
DOMICILIO UTENTI
20.
Liste di attesa
-
21.
Sì (specificare i motivi)
No
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
Controllo da parte dell’equipe del servizio materno infantile.
- No
22.
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
-
23.
Sì, totalmente
No
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Il Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’AUSL Distretto 1 e il Servizio Sociale
professionale Distrettuale individuano i minori che necessitano delle prestazioni ed
effettuano una valutazione globale del contesto di vita del soggetto, al fine di realizzare
attività dirette ad agire sugli aspetti problematici evidenziati.
Gli operatori di riferimento incontrano mensilmente gli educatori per:
- analisi e discussione dei casi;
- individuazione del campo di azione;
- elaborazione di strategie di intervento a livello organizzativo-gestionale e a livello
relazionale-educativo;
- elaborazione di strumenti di verifica;
- monitoraggio e valutazione dell’intervento in relazione agli obiettivi prefissati;
- impostazione del lavoro.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Cofinanziamento
Provinciale Com.
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo risorse umane
Costo di
funzionamento e
gestione
euro 36.684,00
euro 36.684,00
euro 36.684,00
euro 36.684,00
Costo di struttura e
di mantenimento
Totale
COSTO GENERALE DEL SERVIZIO DI SOSTEGNO SOCIO-EDUCATIVO COLLEGATO AL
DISAGIO SOCIALE E ALLE FASCE DI POPOLAZIONE A RISCHIO
n. ORE
2.038
COSTO ORAR.OPERATORE
euro 18,00
TOTALE
euro 36.684,00
6° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
Non solo Cavallo
2.
-
Nuovo progetto
Sì No ×
3.
-
Progetto già avviato
Sì ×
No 4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Questo progetto prosegue quello degli anni precedenti ed è finalizzato a migliorare l’offerta
riabilitativa ed educativa-formativa-assistenziale, nonché le opportunità di lavoro protetto.
Da una valutazione dell’attività equestre, svolta negli anni precedenti, sono stati evidenziati
risultatati positivi in termini di esiti a livello riabilitativo, di offerta assistenziale e di gradimento
da parte dell’utenza. D’altra parte, da una analisi dei bisogni del territorio, è emersa l’esigenza
di integrare l’attività equestre con le strutture e le attività socio assistenziali ed educative già
esistenti nel territorio per garantire una sinergia d’interventi, ampliare le risposte ed i servizi
offerti ottimizzando l’uso delle risorse, oltre la necessità di impegnare per un maggior numero
di ore giornaliere l’utenza in attività guidate. In questa ottica, è stato riformulato il progetto
come “ non solo cavallo”, senza costi aggiuntivi rispetto a quelli previsti per l’attività equestre,
con il quale viene offerta all’utente l’opportunità di usufruire di maggiori stimoli educativi e
socio riabilitativi, di proposte educative e ludico ricreative, in strutture all’interno o nelle
vicinanze del maneggio e per necessità in altri locali idonei.
6.
Liveas
SIù
7.
Macroarea
8.
Costo del progetto (totale)
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
9.
Servizi/prestazioni erogati
DISABILI e DISAGIATI certificati dalla AUSL
Nei centri verranno organizzate le seguenti attività:
€ 96.158,00
€ 7.526,00
Attività equestre;
Attività correlate a quella equestre;
La fattoria degli animali;
Percorsi di educazione stradale;
Rilassamento;
“Tutti a merenda”
Integrazione con i laboratori dei centri socio-riabilitativi;
Tirocini terapeutico-riabilitativi;
Esperienze di lavoro protetto.
Si cerca sostanzialmente di creare intorno alle attività le condizioni ottimali per far sviluppare
nei fruitori la creatività, la relazione di gruppo, la comunicazione con gli altri e con il mondo
esterno, insegnando loro a dominare le proprie angosce e le paure, per favorire le autonomie
personali.
L’ambiente destinato all’attività è caratterizzato come “ambiente aperto” con la possibilità di
quotidiani contatti con differenziati tipi di utenza e quindi in grado di far superare la dannosa e
immorale etichettatura di “diverso”.
La programmazione prevede lo svolgimento dell’attività due volte a settimana per almeno tre
ore a pomeriggio.
Saranno impiegati cinque operatori per ognuno dei centri equestri che saranno individuati.
Saranno ammessi fino a quindici utenti in ognuno dei due giorni. Al fine di soddisfare la
domanda che proviene dal territorio, l’attività si articolerà in tre cicli di quattro mesi. Sarà il
servizio territoriale distrettuale AUSL ad individuare i soggetti da inserire nelle attività previste
nel numero massimo fissato e concordato con i comuni aderenti all’iniziativa e a stabilire,
inoltre, la durata dei cicli d’intervento.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
- Sub-distrettuale (specificare i Comuni)
sub-distretto Montefiascone: Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione in
Teverina, Civitella d’Agliano, Graffignano, Lubriano, Marta, Montefiascone;
sub-distretto Acquapendente:
Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte di
Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo,
Valentano, Acquapendente.
×
- Comunale (specificare il Comune)
11.
Tipologia di utenza
soggetti con forte riduzione delle capacità personali per inabilità di ordine fisico e
psichico;
soggetti con difficoltà di inserimento nella vita sociale bisognosi di rafforzamento e
sviluppo dell’autonomia;
soggetti a rischio psicosociale che richiedono un intervento precoce e preventivo (
fascia adolescenziale e giovanile);
soggetti con disturbi o disabilità psichica per gli inserimenti lavorativi e nei tirocini
terapeutico-riabilitativi.
12. Obiettivi del progetto
1)
2)
3)
4)
5)
6)
Il progetto si propone i seguenti obiettivi:
rispondere a quanto richiesto dalla normativa che prevede uno stretto intreccio tra ambito
socio-assistenziale e sanitario;
giungere ad un intervento sulla persona unitario e globale;
creare strutture significative di accoglienza, cura e recupero del disagio psico-sociale o di quello
derivante dalla condizione di handicap;
ampliare l’offerta per una risposta diversificata alla domanda presente nel territorio. La
proposta tiene conto dei nuovi indirizzi culturali della riabilitazione, dove ad una fase
specificatamente clinica, debbono far seguito interventi articolati e snelli, al di fuori dei contesti
sanitari, per favorire l’utilizzo nella vita quotidiana delle competenze acquisite a qualsiasi
livello;
Garantire alle famiglie un periodo di sollievo dall’onere assistenziale, consentendo loro di
recuperare spazi di libertà ed energie psicofisiche;
Contribuire al raggiungimento di una migliore qualità della vita per gli utenti e le loro famiglie.
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Un anno – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|0|0|2|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (MANEGGI)
X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
16.
Soggetto che gestisce
-
|_|_|2|5|
X
X
Comune
Convenzione con cooperative o appalto
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (Comune Capofila)
17.
Utenza annuale prevista
18.
Personale coinvolto nel progetto
|_|_|2|5|
-
Amministrativi
Assistenti sociali (Ausl)
Sociologi
Psicologi
Pedagogisti
Educatori professionali
Operatori socio-sanitari
Volontari
Mediatori culturali
Altre figure (Neuropsichiatra Ausl)
19.
|0|0|6|
|_|_|1|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|1|0|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|0|0|1|
Sede della struttura e/o dell’attività
N. 2 Maneggi da individuare nei sub-distretti di
Montefiascone:
Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione In Teverina, Civitella d’Agliano,
Graffignano, Lubriano, Marta.
Acquapendente:
Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte Di Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano,
Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano.
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
- No
X
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
X
Controllo degli utenti da parte delle assistenti sociali dell’Ausl VT/1. Il monitoraggio,
che è stato eseguito fino ad ora,ha fatto registrare sinteticamente i seguenti risultati:
1- Sul piano sanitario-riabilitativo:
a - miglioramento del grado di autonomia psicomotoria (coordinazione dei movimenti e
organizzazione spazio-temporale; elaborazione di strategie ideomotorie funzionali;
appropriazione dello schema corporeo).
b - rafforzamento dell’attenzione, della memoria e della reazione.
c - maggiore costanza nel portare a termine un compito.
d - acquisizione di capacità di orientamento e di equilibrio.
2 – Sul piano socio-comunicativo e affettivo
a– acquisizione di regole di comportamento (rispetto degli altri, contenimento e
canalizzazione dell’aggressività).
b – conquista e rafforzamento del senso di autostima e del carattere
c – possesso di un maggior grado di competenze e autonomie relazionali e sociali
d – arricchimento lessicale
- No
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
- No
X
23.
24.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Monitoraggio delle attività;
consulenze tecniche;
inserimento minori.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Analisi dei costi per ciascun centro:
Struttura
€ 8.400,00
Operatori
€ 34.425,00
Gestione
€ 2.982,00
Assicurazioni infortuni
€ 2.273,00
TOTALE
€ 48.079,00
Ripartizione spese:
AUSL
€ 77.500,00
Utenti
€ 4.535,00
Comuni
€ 6.597,00
Fondo Nazionale
€ 7.526,00
La A.U.S.L. [A.V.P.S. – Acquisto vendite prestazioni sanitarie] provvede a tutta l’organizzazione
dell’attività, compresi gli affidamenti.
Il Comune Capofila – Montefiascone provvede all’affitto delle strutture, all’assicurazione degli
utenti e alle spese del materiale didattico necessarie.
Il Comune Capofila provvede ad introitare la quota degli utenti e dei Comuni per la
compartecipazione alla spesa.
Cofinanziamento
Finanziamen
Provincial
to regionale
Com.
e
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento
e gestione
Asl
Altro
Totale
finanziamento
€ 77.500,00
euro
7.526,00
€ 6.597,00
€
4.535,00
€ 6.597,00
€
4.535,00
euro
96.158,00
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
euro
7.526,00
€ 77.500
euro
96.158,00
7°PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1. Titolo del progetto
CENTRO DIURNO DISABILI GRAVI – n. 2 nei sub-distretti di
- Montefiascone:
Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano,
Graffignano, Lubriano, Marta.
- Acquapendente:
Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte Di Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano, Proceno,
San Lorenzo Nuovo, Valentano.
2. Nuovo progetto
Sì
No
3. Progetto già avviato
Sì
No
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale e utenza di riferimento.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
CENTRO DIURNO DISABILI GRAVI
FINALITA’
I Servizi del Centro Diurno socio-riabilitativo sono rivolti a otto utenti per ciascun subdistretto [Attestazione Legge 104 art. 3 – comma 3°].
Nel rispetto della legge quadro n. 104 del 05.02.1992, che sancisce norme per lo sviluppo dei
servizi di prevenzione e riabilitazione per i disabili, il Centro Diurno si propone le seguenti
finalità psicologiche, sociali e culturali:
• essere una struttura aperta, capace di aggregare forze diverse in grado di promuovere
l’integrazione sociale e la riabilitazione psicologica degli utenti che frequentano il
centro.
• promuovere iniziative che permettono di rimuovere le cause di ordine psicologico e
sociale che possono creare situazioni di bisogno e fenomeni di emarginazione negli
ambienti di vita.
• essere una struttura intermedia tra le strutture di primo livello [scuola e famiglia] e di
secondo livello [poliambulatori specialisti, D.S.M.] con le quali collaborare con un
rapporto di integrazione e di scambio;
• favorire, attraverso interventi mirati, il mantenimento delle capacità in possesso degli
utenti e là dove possibile il potenziamento delle stesse.
• permettere agli utenti di fare esperienze, al fine di ottenere la conquista di una sempre
più reale autonomia, base fondamentale per il benessere personale e per l’acquisizione
dell’autostima.
•
sviluppare le competenze comunicative [anche con l’ausilio di mezzi non verbali], come
strumento indispensabile per il loro inserimento e la loro integrazione sociale.
L’intervento richiede che l’operatore possegga gli strumenti per una osservazione
esauriente completa, conoscenze teoriche che gli permettano di gestire con competenza
il rapporto con la famiglia [la cui collaborazione è fondamentale per non vanificare gli
sforzi], sollecitando la disponibilità dei vari componenti, predisponendoli ad un
mutamento delle loro abituali modalità relazionali e aiutandoli a superare atteggiamenti
di eccessiva protezione.
Questa sensibilità, più umana che specialistica, sarà poi la garanzia per una
progettazione realistica per quanto riguarda i tempi dell’intervento, mettendo fine alle
“terapie interminabili” che pretendono di rispondere “quantitativamente” ai bisogni del
“grave” ed hanno come conseguenza di ritardare la sensibilizzazione dei contesti umani
in cui il “grave” vive e nei quali può trovare il suo posto e forse la sua felicità.
ATTIVITA’
All’interno del centro saranno proposte e curate in forma individualizzata una serie di
attività tra le quali:
Attività di manipolazione e falegnameria: costruzione di piccoli oggetti in legno,
ceramica, vimini, rinnovando una tradizione di artigianato locale;
Attività grafico pittoriche ;
Attività psico-motorie;
Attività culinaria e di gestione domestica;
Attività di avvio all’uso di alcune funzioni del computer, utilizzando programmi specifici
realizzati dalle scuole e dai servizi AUSL;
Laboratorio di giardinaggio;
Attività integrative (corsi di nuoto, visite ed escursioni, palestra ecc.);
Manifestazioni e feste per l’integrazione sociale.
6. Liveas: SI
7. Macroarea: AREA DISABILI
8. Costo del progetto (totale):
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio:
9. Servizi/prestazioni erogati:
Ospitalità diurna,
Accudimento della persona,
Attività di osservazione e orientamento mirati,
Educazione del soggetto all’autonomia personale,
Inserimento dell’utente nel contesto territoriale.
10.
-
euro 208.288,92
Bacino di utenza
Distrettuale
Sub-distrettuale
sub-distretto Montefiascone:
euro 171.288,92
Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione In Teverina, Civitella d’agliano,
Graffignano, Lubriano, Marta, Montefiascone.
sub-distretto Acquapendente:
Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano,
Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano, Acquapendente.
Comunale
11.
Tipologia di utenza
Il presente progetto è rivolto a n. 16 utenti (n. 8 per ciascun sub-distretto), di età compresa
tra 15 e 54 anni, rispondenti ai criteri di gravità, come individuati all’art. 3 comma 3° della
legge 104/92 e accertati ai sensi dell’art. 4 di tale legge.
TIPOLOGIA DI DISABILITA’:
- Tetraparesi spastica;
Sclerosi e placche;
Insufficienza mentale;
Mongolismo grave con deficit intellettivo;
Autismo.
12.
Obiettivi del progetto
Favorire, attraverso interventi mirati, il mantenimento delle capacità in possesso degli
utenti e, dove possibile, il potenziamento delle stesse;
Permettere agli utenti di fare esperienze, affinché acquistino una sempre più reale
autonomia, base fondamentale per il loro benessere personale e per l’acquisizione
dell’autostima;
Sviluppare le competenze comunicative [anche con l’ausilio di mezzi non verbali], come
strumento indispensabile per il loro inserimento e la loro integrazione sociale;
Rappresentare un sostegno alle famiglie degli utenti.
-
-
13.
14.
-
Tempi di attuazione dal 01 gennaio 2012 al 31 dicembre 2012
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_0|2|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (centro diurno)
Altro
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|1|6|
(8 in ciascun centro diurno)
15.
Numero utenti nel 2010
| |9| ACQUAPENDENTE
| 1|1| MONTEFIASCONE
Il rapporto costante di presenza è stato sempre di otto utenti per ciascun centro, anche se gli
utenti sono stati in numero complessivo di nove nel centro di Acquapendente e di undici in
quello di Montefiascone. L’accesso della quota di esubero, rispetto alla capacità del centro, è
stata possibile mediante l’articolazione della presenza degli utenti.
16.
-
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative o appalto
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (specificare COMUNE CAPOFILA)
17.
Utenza annuale prevista
VEDI PUNTO 15
18.
-
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi (COMUNE CAPOFILA)
Assistenti sociali
Sociologi
|
Psicologi
Pedagogisti
Educatori professionali
Operatori socio-sanitari
Volontari
Mediatori culturali
Altre figure
|2|0|
|_|0|6|
|_|_|4|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|6|
_| | |
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Le sedi dei centri sono:
n. 1 a Montefiascone
n. 1 ad Acquapendente.
20.
-
Liste di attesa
Sì (specificare i motivi)
-
No
21.
-
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì
Il servizio sociale competente si incontra mensilmente con gli operatori per:
- analisi e discussione dei casi;
- individuazione del campo di azione;
- elaborazione di strategie di intervento a livello organizzativo - gestionale e a livello
relazionale - educativo;
- elaborazione di strumenti di verifica;
- monitoraggio e valutazione dell’intervento in relazione agli obiettivi prefissati;
- impostazione del lavoro.
-
No
22.
-
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
-
Sì, parzialmente
-
No
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?
Il progetto è stato concordato con la AUSL;
le modalità di integrazione con la Ausl sono quelle contenute nell’accordo di programma,
sottoscritto tra i comuni del Distretto VT/1 e la AUSL
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
COSTI GENERALI
COSTO OPERATORI PER ASSISTENZA per i 2 CENTRI DIURNO € 139.088,92
SPESE GENERALI PER IL CENTRO DIURNO DI MONTEFIASCONE
Descrizione
Affitto locali e Utenze (luce, gas, telefono) Pulizie locali
Mensa
Assicurazione utenti
Materiale Didattico
Totale
Totale annuo
€ 14.000,00
€ 6.500,00
€ 1.600,00
€ 3.000,00
€ 25.100,00
SPESE GENERALI PER IL CENTRO DIURNO DI ACQUAPENDENTE
Descrizione
Affitto locali e Utenze (luce, gas, telefono) Pulizie locali
Mensa - Fornitura Pasti
Assicurazione utenti
Materiale Didattico
Totale
Totale annuo
€ 14.000,00
€ 6.500,00
€ 1.600,00
€ 3.000,00
€ 25.100,00
SPESE GENERALI DEI 2 CENTRI DIURNI euro
TRASPORTO
n. 2 Centri
Totale
TOTALE GENERALE
ENTRATA € 37.000,00 [pagamento quota di partecipazione utenti]
RIPARTIZIONE DEI COSTI
A carico del fondo sociale
x 2 centri = € 171.288,92
euro
euro
50.200,00
19.000,00
208.288,92
A carico dei Comuni – Utenti
x 2 centri = € 37.000,00
Cofinanziamento
Finanziamento
regionale
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento
e gestione
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
€ 102.088,92
Totale
finanziamento
Provinciale Com. Ausl Altro
Utenti
€ 37.000,00
€ 69.200,00
€ 171.288,92
€ 139.088,92
€ 69.200,00
€ 37.000,00
€ 208.288,92
8° PROGETTO
attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
ATTIVITÀ DI NATURA ASSISTENZIALE DI SUPPORTO ALLE PRESTAZIONI DI ASSISTENZA
SANITARIA A DISAGIATI PSICHICI, presso la CO.DI.CO. (Comunità di Convivenza) di
Montefiascone.
2.
-
Nuovo progetto
Sì
No
3.
-
Progetto già avviato
Sì
No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Le CO.DI.CO. sono strutture socio-riabilitative a minore intensità socio-assistenziale.
La caratteristica del progetto per la SRSMIA di Montefiascone (Struttura residenziale
socio–riabilitativa a minore intensità socio-assistenziale) è di essere strutturalmente
adiacente al Centro Diurno e funzionalmente connessa sia al Centro Diurno stesso che al
Centro di salute Mentale. Non si avvale, dunque, di una propria équipe, ma utilizza in
modo coordinato il personale del C.D. e del CSM; questo, da un lato, permette un
risparmio economico, in quanto alcune attività possono essere svolte in comune tra i
residenti della struttura e gli utenti del Centro Diurno, e, dall’altro, consente una
massima integrazione con la rete dei servizi e quindi una elevata continuità terapeutica.
CON I FINANZIAMENTI REGIONALI, VENGONO GARANTITE LE PRESTAZIONI DI
SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ PRETTAMENTE SANITARIE.
REQUISITI STRUTTURALI della CO.DI.CO.
Al secondo piano della struttura, messo a disposizione dall’AUSL per la creazione di spazi
residenziali, si trovano 4 stanze da letto con doppi servizi.
Il primo piano, già destinato al Centro Diurno, è composto da un salone per le attività,
una stanza laboratorio, una stanza per gli operatori e doppi servizi.
Il piano terra, già destinato al C.D., si articola in una cucina, una sala mensa, una stanza
per attività e doppi servizi.
L’esterno è uno spazio che permette lo svolgimento di attività in caso di tempo
favorevole.
INGRESSO
L’ingresso nella Srsmia avviene su base volontaria e su proposta dell’équipe curante
territoriale, con la quale il responsabile della struttura territoriale di riferimento
definisce obiettivi e durata dell’intervento; anche il paziente e la sua famiglia sono
informati sugli obiettivi che si vogliono perseguire con l’inserimento temporaneo nella
struttura e sulle regole di convivenza. L’équipe curante mantiene gli interventi di terapia
farmacologica e della eventuale psicoterapia , ma il case management del paziente e
della sua famiglia fa capo alla SRSMIA. Una verifica dei risultati raggiunti, rispetto agli
obiettivi prefissati, va fatta congiuntamente tra le due equipe ogni due mesi circa. I
tempi di permanenza devono essere inferiori ai due anni.
Può essere prevista un’ammissione d’urgenza alla SRSMIA per i casi in cui si verifica
un’espulsione dalla famiglia e che avrebbero come unica alternativa un improprio
ricovero ospedaliero: ciò può avvenire solo se il CSM garantisce per il periodo transitorio
dell’inserimento un rinforzo delle risorse della SRSMIA da concordare tra i responsabili.
6.
7.
Liveas: SI
Macroarea: area organizzativa strutture a ciclo residenziale e semi residenziale per
soggetti con fragilità sociali.
8.
8.1.
Costo del progetto (totale):
euro 61.077,22
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio: euro 46.197,22
9.
Servizi/prestazioni erogati
Sono previsti:
- psicoterapie di gruppo;
- psicofarmacologia e psicoterapia individuale;
- attività risocializzanti;
- attività manuali volte allo sviluppo di competenze nella gestione delle cose e
- nella cura personale;
- attività di reinserimento sociale e lavorativo;
- gruppi psico-educazionali con le famiglie;
- altre attività:
Parte della mattina sarà dedicata alla gestione della struttura e alla preparazione
del pranzo.
Il restante tempo sarà dedicato, secondo il progetto individuale, ad attività di
formazione lavorativa esterne o alla partecipazione alle attività interne ed
esterne del centro diurno.
Due pomeriggi a settimana si svolgerà un gruppo finalizzato al social skilltraining.
Nel pomeriggio gli ospiti parteciperanno alle attività del centro diurno e dalle 18
si dedicheranno alla preparazione della cena.
Sempre nel pomeriggio potranno avvalersi del CSM per le visite psichiatriche e le
psicoterapie, qualora siano previste dal piano di intervento.
Con i finanziamenti regionali, vengono garantite le prestazioni di supporto alle attività
prettamente sanitarie. Nello specifico:
−
Accompagnamento, ove necessario, dei pazienti presso i centri o i luoghi dove si
svolgono le attività previste dai programmi terapeutico- riabilitativi
−
Aiuto ed assistenza durante le attività.
−
Collaborazione con il Centro Diurno e il DSM
−
Assistenza generica agli ospiti che dovrà comprendere le seguenti attività:
•
Sorveglianza dei locali nelle ore notturne
•
Assistenza agli ospiti in caso di chiamata;
•
Attivazione del 118 in caso di necessità;
•
Attivazione dei parenti in caso di necessità.
10.
-
-
Bacino di utenza
Distrettuale
1. ACQUAPENDENTE
2. BAGNOREGIO
3. BOLSENA
4. CAPODIMONTE
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
6. CIVITELLA D’AGLIANO
7. FARNESE
8. GRADOLI
9. GRAFFIGNANO
10. GROTTE DI CASTRO
11. ISCHIA DI CASTRO
12. LATERA
13. LUBRIANO
14. MARTA
15. MONTEFIASCONE
16. ONANO
17. PROCENO
18. SAN LORENZO NUOVO
19. VALENTANO
Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale (specificare il Comune)
11. Tipologia di utenza
Gli utenti previsti sono otto.
Si tratta di pazienti con patologie psicotiche stabilizzate, con sufficiente autonomia nelle
normali attività della vita quotidiana ma scarsa capacità di relazioni sociali e gestione del
proprio tempo, per i quali la famiglia non rappresenti un sostegno e siano dunque a rischio di
istituzionalizzazione: ricoveri impropri in S.P.D.C. o in C.T.R. .
Non è previsto l’inserimento di soggetti con problemi di abuso e dipendenza da sostanze e di
soggetti con gravi disturbi della condotta (Disturbi di personalità Antisociale, Borderline).
12.
Obiettivi del progetto
Gli obiettivi della SRSMIA, che non rappresenta una soluzione abitativa definitiva ma accoglie i
pazienti per un tempo determinato, definito nel progetto terapeutico riabilitativo, sono:
- prevenire e contenere il ricovero ospedaliero,
- acquisire abilità nella cura di sé adeguate al proprio contesto ambientale,
- sviluppare capacità espressive,
- sviluppare capacità comunicative,
- sviluppare competenze sociali.
13.
Tempi di attuazione: dal 1 gennaio al 31 dicembre 2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|1|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
-
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
-
Casa di riposo
-
Casa albergo
Strutture semiresidenziali (specificare _____________________ )
-
Altro (struttura residenziale socio riabilitativa)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|8|
15.
Numero utenti nel 2010
16.
-
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
-
Convenzione con Associazioni di volontariato
-
Altro (specificare COMUNE CAPOFILA e AUSL )
17.
Utenza annuale prevista
18.
|_|_|7|
|_|_|8|
Personale coinvolto nel progetto
E’ prevista, per la struttura residenziale socio-riabilitativa a minore intensità
assistenziale, una articolazione per moduli di massimo 8 pazienti, con prestazioni di
assistenza per fasce orarie rese dal seguente personale dell’AUSL VT1 (La SRSMIA non
dispone di una propria équipe, ma dovendo garantire la presenza di personale per fasce
orarie sulle 12 ore diurne si avvale del personale del CSM e del CD):
− Medici:
1 per ore 10 settimanali per almeno 5 gg
− Psicologi:
1 a tempo pieno
che contemporaneamente è il responsabile
del Centro Diurno (senza costi aggiuntivi)
− 5 Infermieri di cui un a part-time
4 per 36 ore settimanali e
1 per 18 ore settimanali
− Assistente Sociale
1 per 36 ore
Per i controlli farmacologici è disponibile una fascia oraria pomeridiana di due ore al
giorno (10 ore settimanali) presso l’ambulatorio del CSM (senza costi aggiuntivi).
Le prestazioni di supporto alle attività prettamente sanitarie sono garantire da n. 3
operatori socio-sanitari che turnano in fasce orarie diversificate.
- Amministrativi
|_|_|6|
- Assistenti sociali
|_|_|1|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi
|_|_|1|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
|_|_| |
- Operatori socio-sanitari
|_|_|3|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (medico - infermieri)
|_|_|6|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
presso centro di salute mentale a Montefiascone.
20.
-
Liste di attesa
Sì (specificare i motivi)
No
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì
sistema di valutazione oggettiva, fondato sui parametri propri dei metodi di analisi swot
No
22.
-
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Sì, parzialmente
No
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?
La AUSL provvede al coordinamento e al monitoraggio dei servizi.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti:
Finanziamento
regionale
Prov.
Cofinanziamento
Com.
Ausl
Altro
Totale
finanziam.
Costo
risorse
umane
Costo di
funzionam
euro 46.197,22
ento
e
gestione
Costo di
struttura e
di
mantenim
ento
euro 14.880,00
per n. 8 utenti
–
155,00/mensili
euro 61.077,22
Totale
euro 14.880,00
euro 61.077,22
euro 46.197,22
9° PROGETTO
1.
Titolo del progetto
PROGETTO AIUTO – Progetto per la Disabilità grave, ai sensi della legge 162/98
2.
-
Nuovo progetto
Sì
No
3.
-
Progetto già avviato
Sì
No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambiti territoriali e ambito di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto “AIUTO” comprende:
Assistenza domiciliare e aiuto personale gestito in forma diretta dell’ente:
Programmazione e attuazione di interventi di sostegno alla persona e ai familiari,
attraverso forme di assistenza domiciliare e aiuto personale;il servizio, anche della
durata di 24 ore e nelle giornate festive e prefestive sarà gestito direttamente
dall’Ente o mediante convenzione con Cooperative sociali, Organizzazioni di
volontariato ed associazioni di disabili , iscritti negli appositi albi regionali di cui alla
legge L.R. 22/99, Fondazioni ed Associazioni privati socio-assistenziali .
Avvio di programmi, attivati ai sensi della Legge 104/92, con assistenza domiciliare
gestita in forma indiretta e con verifica delle prestazioni erogate e della loro
efficacia.
Rimborso parziale delle spese documentate di assistenza nell’ambito di programmi
preventivamente concordati con gli Enti competenti.
Sono state redatte schede individuali con relativi progetti per ogni disabile grave che ha
presentato domanda, con la descrizione analitica della disabilità e della situazione socio
economica. E’ prevista la tipologia degli interventi e la durata del servizio di concerto
con il servizio competente della AUSL VT/1.
6.
Liveas SI
7.
Macroarea: Area disabili
8.
Costo del progetto Euro 63.399,00
8.1
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio Euro 63.399,00
Servizi/prestazioni erogati
9.
10.
Assistenza domiciliare e aiuto alla persona gestito in forma diretta dall’ente,
Aiuto alla persona gestito in forma indiretta,
Rimborso parziale delle spese documentate di assistenza.
Bacino di utenza
-
Distrettuale
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
Sub-distrettuale
Comunale
11.
-
Tipologia di utenza
Gli utenti sono disabili in situazione di particolare gravità di cui all’art. 3, comma 2 ,
lettera “1”bis e “1” ter della legge 104 del 05.02.1992, come modificato dall’art. 1 della
legge 162 del 21.05.1998
11.
13.
Obiettivi del progetto
Garantire la permanenza nell’ambiente familiare delle persone con disabilità grave;
Garantire forme di sostegno alla persona e ai familiari;
Garantire l’integrazione sociale delle persone con disabilità grave.
Tempi di attuazione
Un anno – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali
Altro (DOMICILIO UTENTI)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
15.
Numero utenti nel 2010
_|
|27
16.
-
Soggetto che gestisce
Comune
capofila
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (specificare ____________________________)
17.
18.
Utenza annuale prevista
Personale coinvolto nel progetto
-
Amministrativi
(tutto il personale del settore “Servizi alle Persone” del Comune capofila Montefiascone)
Assistenti sociali
|_|_| 9|
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio-sanitari
| |x|
Volontari
(associazioni di volontariato per i trasporti)
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure
|_|_|_|
-
35|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
DOMICILIO DELL’UTENTE
20.
-
Liste di attesa
Sì
Si osserva una notevole diminuzione dei fondi stanziati rispetto agli anni precedenti;
No
21.
-
-
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì
Previsione, nei progetti individuali, di verifiche a medio termine, da parte di personale
Ausl.
No
22.
-
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Sì, parzialmente
No
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?
stesura di progetti individuali,
valutazione e monitoraggio dei risultati.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Cofinanziamento
Provinciale
Ausl
Totale
Altro finanziamento
Costo risorse
umane
Costo
di
funzionamento
e gestione
euro 63.399,00
euro 63.399,00
Euro 63.399,00
euro 63.399,00
Costo
di
struttura e di
mantenimento
Totale
10° PROGETTO
1.
Titolo del progetto
Casa di accoglienza per disabili adulti
2.
Nuovo progetto
- Sì - No x
3.
Progetto già avviato
- Sì x
- No 4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale e l’utenza di riferimento, consentendo continuità di
struttura e servizio già attivati.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
La casa di accoglienza per disabili adulti ha come obiettivo fondamentale di intervento quello di
garantire una buona qualità della vita ai soggetti con disabilità che il Piano Personalizzato tende
a colmare per mezzo di un potenziamento delle autonomie personali promuovendo la cura di
sé e delle cose e facilitando il vissuto spazio-temporale; potenziamento dell’autostima
ricomponendo, attraverso il lavoro, un’immagine di sé diversa da quella del soggetto passivo e
dipendente; potenziamento delle attività motorie. Di fondamentale importanza è inoltre il
recupero dello spazio socio – affettivo più ampio possibile e collegato ad una rete di agenzie
sociali esterne. Tutte le attività e gli interventi hanno quale finalità primaria quella di aiutare la
persona a sviluppare le sue capacità per mezzo di azioni di stimolo sostegno ed
accompagnamento garantendo il rispetto della dignità e della libertà personale, il rispetto delle
scelte personali nell’abbigliamento e nella cura della propria persona,il coinvolgimento
costante delle persone di riferimento per garantire la continuità dei rapporti la promozione di
legami affettivi nuovi. il rispetto della dignità e della libertà personale, il rispetto delle scelte
personali nell’abbigliamento e nella cura della propria persona,il coinvolgimento costante
delle persone di riferimento per garantire la continuità dei rapporti,la promozione di legami
affettivi nuovi.
6.
Liveas SI
7.
Macroarea Area disabili
8.
Costo del progetto (totale)
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 273.324,24
€ 314.265,00
9.
Servizi/prestazioni erogati
Assistenza tutelare notturna e diurna; alloggio, vitto, cura dell’igiene personale e ambientale;
interventi di sostegno e di sviluppo delle abilità individuali;curare la somministrazione dei
medicinali prescritti dal medico e il loro approvvigionamento; stimolare gli ospiti a seguire la
dieta prescritta dal medico; garantire la fruizione delle prestazioni sanitarie esterne (medico di
base, medici specialisti, servizi territoriali AUSL); interventi di sostegno e di sviluppo delle abilità
individuali che favoriscono l’espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane;
prestazioni sanitarie, assimilabili all’assistenza domiciliare integrata, concordate e
programmate con i servizi territoriali.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
- Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
11.
X
Tipologia di utenza
Destinatari della Casa Famiglia sono adulti disabili di cui alla legge 104/92 art 3. privi di genitori.
12.
Obiettivi del progetto
Obiettivo fondamentale è garantire una buona qualità di vita ai soggetti con disabilità intesa
quest’ultima non come attributo della persona ma come limitazione che ha origine dal divario
fra stato di salute e fattori contestuali dell’ambiente dove vive.
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Un anno – Dal 01.01.2011 al 31.12.2011
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_1|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (specificare __________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|_0|7_|
15.
Numero utenti nel 2010
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (Ass. Orchidea Onlus di Acquapendente)
x
|_|_|_0|_7|
x
17.
Utenza annuale prevista
|_|_|_0|7_|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
- Assistenti sociali
- Sociologi
- Psicologi
- Pedagogisti
- Educatori professionali
- Operatori socio-sanitari
- Volontari
- Mediatori culturali
- Altre figure (specificare _______________________________)
19.
|_|_|_6|
|_|_|_1|
|_|_|_1|
|_|_|_1|
|_|_|_|
|_|_|_1|
|_|_|_4|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
Sede della struttura e/o dell’attività
La casa Famiglia “san Vincenzo” con sede a Proceno (VT)
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
- No
21.
x
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
Visite periodiche da parte di personale AUSL e/o del Comune capofila.
- No
x
- No
22.
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
- No
23.
X
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Servizi territoriali delle AUSL quali il Centro di Salute Mentale e la Struttura Semplice
Interdistrettuale per la disabilità adulta.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Costo
umane
Cofinanziamento
Provinciale
Ausl Altro
Totale
finanziamento
risorse
Costo
di
funzionamento euro 273.324,24
e gestione
40.940,76
314.265,00
40.940,76
314.265,00
Costo
di
struttura e di
mantenimento
Euro 273.324,24
Totale
REGOLAMENTO INTERNO DELLA STRUTTURA RESIDENZIALE PER SOGGETTI CON HANDICAP
GRAVE - GRAVISSIMO PRIVI DI GENITORI
INDICE
PREMESSA
ORGANIZZAZIONE
1
DESTINATARI
2
CRITERI PER L’ACCESSO
1. Modalità
2. Durata
1
MODALITA’ DI FUNZIONAMENTO DELLA STRUTTURA
1. Finalità e metodologia della struttura
2. Regole della vita comunitaria
3. organizzazione della giornata e delle attività
4. indicazione delle prestazioni e dei servizi forniti dei servizi
5. integrazione nella vita sociale del territorio
1
TARIFFE
1. Ammontare
2. Modalità di corresponsione
3. Tipo di polizza assicurativa
2 PERSONALE
1. Organizzazione del personale
1
DOCUMENTAZIONE
PREMESSA
L’Associazione ONLUS “ORCHIDEA”, costituita da genitori, educatori e sostenitori attivamente
impegnati ad assicurare ad adulti diversamente abili un presente ed un futuro rispondente alla
loro dignità umana, nasce nel 1998.
Si propone di gestire iniziative atte a rendere possibile lo sviluppo della loro personalità e a
favorire l’integrazione sociale.
Lo scopo sociale dell’Associazione è perseguito attraverso il contributo volontario e gratuito di
tutti i soci, genitori, educatori e sostenitori, lo scopo educativo-assistenziale è perseguito
attraverso l’impegno responsabile dei soci-lavoratori; insieme sono riusciti, nel tempo, a dar
vita ad un organismo ben inserito nella realtà sociale del territorio attraverso la promozione di
feste, mercatini, spettacoli che sono lo specchio della attività riabilitative svolte all’interno
delle due strutture attraverso cui opera l’Associazione: un Centro Diurno e una Casa Famiglia.
La Casa Famiglia “San Vincenzo” con sede a Proceno (VT), attiva dal 2005, è in grado di
accogliere 7 utenti adulti diversamente abili privi di genitori. La struttura è costituita da un
casale sito nel Comune di Proceno (VT) all’interno di una piccola proprietà agricola che può
essere sfruttata per attività produttive (orto e giardino). L’edificio si articola su due piani
collegati da un piano mobile per disabili, la zona superiore è adibita a zona notte, il pianterreno
a zona pranzo e ricreativa.
ORGANIZZAZIONE
DESTINATARI
Destinatari della Casa Famiglia sono adulti disabili di cui alla Legge 104/92 articolo 3, privi di
genitori. Per favorire la creazione di rapporti di scambio e di supporto la struttura è in grado di
accogliere ospiti con esigenze assistenziali compatibili.
Dopo una prima fase, che non supera i 3 mesi, l’equipe tecnica verifica e prende atto delle
eventuali condizioni di idoneità per proseguire l’inserimento sia nel rispetto del soggetto
richiedente, che del gruppo famiglia esistente.
CRITERI PER L’ACCESSO
1. Modalità di inserimento : gli ospiti sono accolti sulla base di una richiesta personale o di
una segnalazione dei Servizi Sociali del Comune di residenza o della AUSL nel rispetto di
quanto contenuto nella Carta dei Servizi Sociali Leg. 328/2000
Il Servizio Sociale del Distretto attiva gli assistenti sociali di riferimento, i quali reperiscono la
documentazione necessaria:
1 Relazione sanitaria con relativa motivazione della richiesta di inserimento
2 Diagnosi sanitaria
Successivamente si incontra un gruppo di lavoro costituito da:
1 Assistente sociale di riferimento
2 Responsabile della struttura psicologa e pedagogista
3 Parenti prossimi ove esistenti
Questo gruppo di lavoro è la base per compilare la scheda informativa generale prendendo
tutte le informazioni possibili sulle abitudini generali del soggetto, sulla storia personale e
familiare per poter stabilire le modalità di inserimento.
Qualora la persona con disabilità e/o un parente si rivolga direttamente alla struttura per
chiedere l’ammissione, è compito della struttura stessa collegarsi con il Servizio Sociale di
riferimento per la presa in carico.
Tempi e modalità dell’inserimento sono individuati e strutturati in modo da portare ogni
soggetto a vivere la nuova realtà come un luogo familiare e accogliente
E’ compito del Servizio sociale, nell’ambito dell’Unità valutativa multidisciplinare, stilare per
ogni utente un progetto di assistenza finalizzato a definire gi obbiettivi assistenziali e a
garantire la necessaria vigilanza sulla qualità degli interventi. Tale progetto contiene tutti i dati
relativi allo stato di benessere psicofisico dell’ utente.
Tutti gli atti relativi alla presa in carico ai fini dell’ammissione sono inseriti nella cartella
personale dell’utente.
Avvenuto l’inserimento, in base alle informazioni raccolte, ai modelli I.C.F., all’osservazione e
all’esperienza della vita in comune, l’equipe operativa (composta dal responsabile e da tutti gli
educatori) redige un piano personalizzato di assistenza, riportando autonomie, capacità e
potenzialità, individuando gli obbiettivi da raggiungere, i contenuti e le modalità degli interventi
finalizzati al mantenimento e al recupero delle capacità fisiche e cognitive.
La finalità di ogni piano personalizzato coincide con il miglioramento della qualità della vita
della persona disabile, focalizzando l’attenzione sulla tipologia e modalità di aiuto da offrire in
coerenza con il progetto globale della struttura.
2. Durata
In base alla legge 41/2003 essendo prioritaria l’esigenza di mantenere ogni persona
nell’ambiente nel quale vive, l’ospite della struttura viene dimesso soltanto su domanda
personale e/o dei familiari, o solo qualora le sue condizioni di benessere psicofisico richiedano
forme di assistenza diverse da quelle offerte dalla struttura.
MODALITA’ DI FUNZIONAMENTO DELLA STRUTTURA
a) Finalità e metodologia della struttura:
L’obiettivo fondamentale della struttura residenziale è quello di garantire una BUONA
QUALITA’ DELLA VITA, tenendo conto che la disabilità non è un attributo della persona ma una
limitazione che ha origine dal divario tra il suo stato di salute e i fattori contestuali
dell’ambiente in cui vive.
Il progetto si pone come scopi generali IL RECUPERO DELL’IDENTITA’ DEL SOGGETTO E DELLO
SPAZIO SOCIO AFFETTIVO.
RECUPERO DELL’IDENTITÀ DEL SOGGETTO
Partendo dagli obiettivi generali sono stati individuati diversi obiettivi specifici per aiutare un
sano sviluppo dell’identità delle persone ospitate:
- Potenziamento autonomie personali
- Potenziamento autostima del soggetto
-
Potenziamento abilità motorie
a) Potenziamento autonomie personali:
•
Promuovere la cura del SE’:
riguardano tutte le autonomie primarie, spogliarsi, vestirsi, lavarsi e mangiare
•
Facilitare il vissuto spazio-temporale
Riguardano tutte le autonomie spazio-temporali legati al nuovo ambiente:
riconosce il posto a tavola-armadietto;
spostarsi autonomamente nella struttura.
•
Far si che l’individuo possa appropriarsi delle proprie cose e curarle
riordinare la propria stanza, riporre le proprie cose nel proprio armadio.
Tutto questo si può raggiungere con un lavoro continuo e costante degli operatori che
seguiranno un percorso educativo appositamente studiato ogni singolo utente.
b) Potenziamento autostima del soggetto
Ogni individuo si rispecchia in parte nel prodotto del proprio lavoro, nel caso dell’handicap
grave si può, attraverso il lavoro e il coinvolgimento nelle varie attività ricomporre un’
immagine di sé diversa da quella di soggetto passivo e dipendente.
Oltre alle attività proprie al funzionamento di una casa vissuta insieme, la struttura propone le
seguenti attività:
• giardinaggio da svolgere nell’area adiacente la struttura stessa.
• Realizzazione di buste di carta ed altri oggetti che possono essere utilizzati nel centro
diurno o altre strutture
• manipolazione di materiali
• pittura con tecniche varie.
c) Potenziamento abilità motorie:
Si tratta di mantenere le strategie motorie già acquisite, dove è possibile potenziarle evitando
che nel contempo insorgano o si aggravino problemi motori.
Questo obbiettivo può essere raggiunto attraverso:
attività motoria globale
nuoto
attività equestre specifica per adulti con handicap grave
RECUPERO DELLO SPAZIO SOCIO-AFFETTIVO
Sono state individuate una serie di attività ed iniziative che possono facilitare il raggiungimento
di questo obiettivo:
-contatti con il Centro Diurno Orchidea per adulti disabili
-partecipazione ai mercatini che il suddetto centro organizza con i propri prodotti artigianali
-partecipazione ai soggiorni estivi organizzati dalla AUSL
-partecipazione alle feste dell’associazione Orchidea
-organizzazione nell’ambito della struttura di feste di compleanno
-presenza dei parenti al fine di mantenere il legame con la famiglia
1
Regole della vita comunitaria:
Gli ospiti possono ricevere visite dei parenti e amici concordando telefonicamente l’incontro
tenendo conto delle attività programmate.
Gli ospiti possono recarsi a far visita a parenti o amici concordando la durata dell’uscita.
2
Organizzazione della giornata, delle attività e delle prestazioni
All’interno della struttura le attività sono prevalentemente finalizzate all’organizzazione della
vita in comune seguendo i percorsi individuali sulle autonomie e le esigenze degli ospiti.
L’attività della giornata è organizzata in modo da soddisfare i bisogni assistenziali e di inclusione
sociale degli ospiti, sopperendo alle difficoltà personali.
Fare la spesa, cucinare, apparecchiare, spazzare, stendere o ritirare la biancheria…sono attività
che vengono svolte a turno stimolando le autonomie e il senso di partecipazione alla vita del
gruppo famiglia.
La giornata è suddivisa:
Ore 8.30
- Sveglia
Ore 9.00
- colazione
Ore 9.30/11.00 - cura della persona seguendo i percorsi individuali sulle autonomie, riordino
delle stanze e della sala pasti
Ore11.00/12.30 - Preparazione del pranzo (1 operatore + 3 utenti), allestimento della
tavola(1utente),lavaggio
e
sistemazione
della
biancheria(1utente),manutenzione
esterno(2utenti).L’altro
operatore(non
impegnato
nella
cucina)supervisiona
e
coordina le attività degli altri utenti.
Ore 12.30
- Pranzo
Ore 13.30/14.30 - Riordino della sala pasti e della cucina
Ore 14.30/16.00 - Riposo o attività ricreative (ascoltare musica, guardare la TV, giocare
con la playstation) nel rispetto della libertà personale.
Ore 16.00
- Gli utenti vengono accompagnati alle attività esterne: nuoto, cavallo
o svolgono attività interne alla struttura: giardinaggio, costruzione buste,
animazione (danze o giochi sociali), attività culinarie (dolci,etc…), computer.
Ore 17.30
- Merenda
Ore 18-19.30
- Preparazione cena, allestimento della tavola, attività di supporto alla casa:
ritirare, piegare e riordinare la biancheria. Due volte a settimana tutti gli utenti e gli operatori,
provvedono alla spesa, in base ai menu stilati e supervisionati dalla AUSL.
Ore 19.30
- Cena
Ore 20.30
- Riordino della sala pasti e della cucina
Ore 21.30
- Preparazione per la notte seguendo i percorsi individuali
Ore 23.00
- Riposo
Premesse le suddette attività pedagogiche, la gestione della struttura prevedere anche attività
di piccola manutenzione che vengono, quando possibile, svolte coinvolgendo gli utenti.
Durante il fine settimana e soprattutto nella stagione estiva vengono effettuate uscite
organizzate (lago, mare, piscina, montagna ed eventi mondani).
In particolare sono garantiti dalla struttura i seguenti servizi e prestazioni:
− Assistenza tutelare notturna e diurna
− Alloggio, vitto, cura dell’igiene personale e dell’ambiente
− Interventi di sostegno e di sviluppo delle abilità individuali che favoriscono
l’espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane
− Prestazioni sanitarie, assimilabili all’assistenza domiciliare integrata, concordate e
programmate con i servizi territoriali.
− Indicazione delle prestazioni assistenziali e dei servizi socio-sanitari forniti
Gli operatori provvedono:
− all’approvvigionamento e alla somministrazione dei medicinali prescritti dal medico.
− garantiscono la fruizione di prestazioni sanitarie esterne.
− organizzano l’eventuale ricovero in ospedale e mantengono costanti rapporti con
l’utente durante la degenza.
− informano tempestivamente i familiari dell’avvenuto ricovero.
− mantengono i contatti con la strutture sanitaria.
La cartella sanitaria, la cura, le informazioni sullo stato di salute vengono riportate nella cartella
personale dell’utente.
Gli operatori:
− stimolano gli ospiti a seguire la dieta prescritta,
− ove necessario prendono appuntamento e accompagnano dall’estetista, dal podologo e
dal parrucchiere.
− Provvedono all’acquisto dei capi di abbigliamento nel rispetto delle scelte personali.
− Integrazione nella vita sociale del territorio
E’ compito della struttura coinvolgere costantemente le famiglie e le persone di riferimento per
garantire la continuità dei rapporti con feste di compleanno, uscite, attività sociali
dell’Associazione.
E’ inoltre compito della struttura promuovere nuovi legami organizzando:
- attività lavorativa e ricreative presso il Centro Diurno dell’Associazione,
- attività riabilitative e ricreative fuori dalla struttura (nuoto, ippoterapia, pallacanestro),
- gite nei centri culturali della zona.
- Partecipando alle attività culturali della zona, feste, rappresentazioni, mercatini,
carnevale.
- Partecipando ai soggiorni estivi.
TARIFFE
1. Ammontare
Il costo della retta giornaliera è di E 125,00…………
Tale ammontare è così suddiviso: a carico della Regione Lazio, Leg. 388/200 art. 81 e D.M. n°
470 del 13.12.2001 (Dopo di noi) l'intero ammontare della quota detratto, ove esiste, l'assegno
di accompagnamento a carico dell' ospite.
Ogni utente conserva la quota di € 250,00 come previsto dalla normativa vigente per le spese
personali, qualora la pensione superasse detta quota l'importo rimanente andrà a coprire la
retta della struttura.
2. Modalità di corresponsione della retta
Sono comprese nella quota versata da ogni utente le seguenti prestazioni:
spese generali:
- abbigliamento,
- parrucchiere e prodotti igienici personali
- lavanderia,
- medicinali non esenti
- estetista e podologo
servizi
- attività esterne alla struttura: nuoto, ippoterapia, soggiorni estivi, ristorante.
Prestazioni a carico della struttura:
- spese di gestione generale
- personale
- biancheria in comune
- trasporto
PERSONALE
Gli utenti sono seguiti nell’ambito delle 24 ore da diverse figure professionali presenti nella
struttura in fasce orarie stabilite.
Il personale è così composto:
Responsabile
La direzione della Casa Famiglia è affidata al Presidente dell’Associazione che si avvale della
collaborazione del Comitato Direttivo, egli ha la responsabilità legale della struttura e la
rappresentanza verso l’esterno.
In particolare deve:
- supervisionare il lavoro di équipe tecnica in cui si discutono i progetti educativi
individuali
- effettuare le verifiche ed i controlli sui programmi attuati,
- coordinare le attività con i servizi territoriali
- essere il referente del coordinatore
- curare i rapporti con il volontariato dal punto di vista tecnico.
Coordinatore
Il Coordinatore ha il compito di:
- collaborare con gli operatori alla stesura dei programmi e alla verifica degli stessi,
- coordinare le attività degli operatori nella struttura,
- fare i turni di presenza degli operatori ed eventuali sostituzioni (in base al regolamento
interno) annotandoli nel registro,
- controllare che i turni siano rispettati,
- controllare l’esecuzione dei progetti individuali,
- essere il referente degli operatori in questi temi.
Per le finalità e le modalità organizzative tale figura può essere ricoperta da un laureato nelle
aree sociali, pedagogico-educativo e psicologica, con laurea ed esperienza nel campo almeno
di tre anni.
Educatore professionale
Gli educatori sono forniti di una adeguata qualifica (operatori di comunità-lauree brevi e di un
periodo di tirocinio presso le strutture dell’Associazione).
Gli educatori hanno il compito di realizzare gli obiettivi previsti dal piano personalizzato di
assistenza.
In particolare:
-stendere i programmi delle attività interne ed esterne della casa famiglia,
-progettare e mettere in atto le attività finalizzate al mantenimento e al miglioramento delle
capacità fisiche e cognitive degli ospiti,
-svolgere una attività di supplenza dell’organizzazione famigliare,
-promuove momenti di integrazione,
-discutere in sede di gruppo tecnico con il Responsabile e gli altri operatori il progetto attuato,
la
verifica e gli obiettivi raggiunti,
-essere il referente e quindi l’educatore principale dell’ospite,
-redigere periodicamente relazioni sull’andamento del progetto individuale,
-aggiornare la cartella individuale per ogni ospite in cui vengono annotate eventuali visite dei
parenti o uscite dell’ospite, note sanitarie..
-essere presente nei turni giornalieri e notturni (come da orario).
Tecnico della riabilitazione psichiatrica e psicosociale
Oltre a svolgere le stesse attività dell’operatore,essendo in possesso di una specifica
abilitazione regionale e di una approfondita preparazione teorica in campo psichiatrico, si
occupano di stilare e seguire appositi progetti riabilitativi, indirizzati soprattutto verso quegli
utenti dove è presente una terapia farmacologica-psichiatrica.
Assistente sociale
-Assiste gli ospiti con interventi di natura socio-assistenziale,
-cura l’inserimento nella struttura,
-favorisce il migliore utilizzo delle risorse,
-cura i rapporti con le famiglie d’origine.
Collaboratori O.S.A.
Operatori in possesso di relativo diploma, hanno il compito di:
-essere presenti nei turni notturni e nelle fasce orarie prestabiliti, per provvedere alla pulizia e
all’igiene della struttura.
DOCUMENTAZIONE
- cartella personale per ogni singolo ospite contenente i dati personali, amministrativi,
sociali e sanitari
- piano personalizzato di assistenza contenente la cura farmacologia da seguire, i controlli
periodici e le analisi effettuate,
- un registro delle presenze del personale con i turni di lavoro svolti,
- il quaderno delle consegne giornaliere,
- una tabella dietetica alimentare autorizzata dalla AUSL.
11° PROGETTO
1.
Titolo del progetto
SOGGIORNI ESTIVI E WEEK-END DI SOLLIEVO PER DISABILI
2.
-
Nuovo progetto
X
Sì
No
3.
Progetto già avviato
- Sì
- No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Nell’ambito dell’offerta dei servizi finalizzati al raggiungimento della piena autonomia ed
integrazione sociale della persona disabile presenti sul territorio del Distretto 1, i soggiorni
estivi e i week–end di sollievo rappresentano un’importante strumento di arricchimento del
disabile stesso, un’occasione di scambio che permette di favorire il percorso di riabilitazione
sociale attraverso un’esperienza ricreativa all’interno di un gruppo in un contesto di vacanza.
Tale iniziativa ha lo scopo ulteriore di offrire alle famiglie un periodo di sollievo e di riposo.
I soggiorni potranno essere organizzati per un periodo massimo di 15 gg. per gruppo, in
località balneare o montana. Dovranno essere prescelte località con ambiente strutturato in
assenza di barriere architettoniche dove poter impostare regole di base per la vita
comunitaria, organizzare attività socializzanti, uscite e visite in luoghi d’interesse. I soggiorni
dovranno essere coordinati da 1 operatore con qualifica di Educatore Professionale,
Assistente Sociale o Psicologo e prevedere la presenza di personale qualificato
Su ciascun gruppo dovranno essere presenti operatori con qualifica idonea, con la previsione,
in caso di persone con handicap grave, anche di un rapporto operatore/utente di 1:1.
I Servizi competenti dei Comuni e della AUSL avranno il compito di effettuare le verifiche
necessarie per monitorare l’andamento del Progetto.
6.
Liveas
SI
7.
Macroarea
AREA DISABILI
8.
Costo del progetto (totale)
€ 25.000,00
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 17.090,68
9.
Servizi/prestazioni erogati
Il servizio intende avere una funzione socio-educativa, il cui significato sta nella promozione
delle capacità espressive e cognitive della persona e nel favorire la relazione con l’ambiente.
L'ambiente naturale, in cui si svolgono i soggiorni o i week-end, rappresenta una opportunità
di stimoli per un programma di educazione permanente, che mira alla costruzione di un
pensiero critico, all'autonomia personale e alla partecipazione delle scelte.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
- Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
11.
X
Tipologia di utenza
Il progetto è rivolto ai disabili (ai sensi dell’art. 3 comma 3 della L. 104/92) in età evolutiva e
adulti, e altre categorie di disabilità (ad es. disagiati psichici), residenti nel territorio del
Distretto 1 individuati dal Servizio Sociale dei Comuni e dai servizi specialistici della AUSL
(Servizio Disabili Adulti, NPI, CSM).
12.
Obiettivi del progetto
Obiettivi fondamentali sono:
• integrazione sociale;
• autonomia personale;
• sviluppo delle capacità ludico-espressive;
• sensibilizzazione sociale;
• sensibilizzazione ambientale.
Sviluppo dell'autonomia personale
La partecipazione alle attività di un gruppo, che non sia la famiglia o la scuola, comporta la
necessità di apprendere certe competenze in merito alla gestione del proprio corpo e delle
proprie cose, all'orientamento spaziale e alla gestione dello spazio circostante: il lavarsi, il
vestirsi, il mangiare, l'uso degli oggetti ecc..
In sintesi i contenuti relativi a questo obiettivo sono i seguenti:
utilizzo di capacità acquisite, relative alla gestione del proprio corpo e delle proprie cose,
rispetto allo spazio e al tempo in un contesto diverso da quello abituale.
• Gratificazione nell'utilizzo delle proprie capacità.
• Opportunità di sperimentare nuove capacità.
Sviluppo delle potenzialità ludico-espressive
Nell'ottica di un intervento volto a favorire la relazione con l’ambiente, è estremamente
importante potenziare l'acquisizione di competenze in merito all'uso di linguaggi (del corpo,
simbolici, dell'ambiente) e quindi a livello del comunicare, del fare richieste, del fare proposte,
del dare risposte (capacità di essere riceventi ed emittenti).
È altresì importante (e qui sta la peculiarità di un intervento nell'ambito del tempo libero)
fornire occasioni di conoscenza, privilegiando strumenti solitamente poco ricorrenti
nell'esperienza: per esempio il gioco, sia nella sua funzione cognitiva che in quella fantastica.
In sintesi i contenuti relativi a questo obiettivo sono i seguenti:
• utilizzo delle capacità acquisite nell'esprimere i desideri, nel recepire e
collocarsi in nuove proposte.
• Favorire, tramite l'interrelazione educatore-gruppo e attività di espressione
corporea, lo sviluppo della personalità a livello del linguaggio scritto, parlato e
relazionale.
• Utilizzo delle capacità di partecipazione tramite un fare.
• Sperimentazione di diverse competenze ludico-espressive.
• Consapevolezza, ricordo e gratificazione dell'esperienza ultimata.
Sviluppo della socializzazione
Questo obiettivo è strettamente collegato ai precedenti e un suo soddisfacente
raggiungimento può derivare solo da una loro corretta impostazione.
Tale obiettivo fa riferimento all'acquisizione e all'apprendimento delle capacità relazionali
rispetto alla relazione con l’ambiente , le persone, l’educatore, al significato di norma sociale e
al suo uso.
In sintesi i contenuti relativi a questi obiettivi sono i seguenti:
• individuazione e utilizzo di contesti sociali (nel nostro caso il gruppo).
• Riconoscimento e rispetto delle regole.
• Utilizzo delle capacità presenti e sperimentazione di nuove competenze relative
al cambiamento del contesto.
• Gratificazione e rafforzamento dell'autostima per l'esperienza di scambio
effettuata.
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
UN ANNO Dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_| (Variabile in riferimento ai soggiorni effettuati)
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali
- Altro (Hotel, Pensioni, Villaggi Turistici, ecc….)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
15.
Numero utenti nel 2010
16.
Soggetto che gestisce
-
X
X
|_|_|_|_|
|_|_|8|0|
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (Strutture individuate dalla Ausl)
17.
Utenza annuale prevista
18.
Personale coinvolto nel progetto
X
X
X
X
|_|_|8|0|
- Amministrativi (Tutto il personale del Settore “Servizi alle persone”del Comune Capofila di
Montefiascone)
|_|_|_|
- Assistenti sociali (Personale Ausl)
|_|_|9|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi (Personale Ausl)
|_|_|2|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
|_|1|5|
- Operatori socio-sanitari
|_|_|_|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (Psichiatra – Neuropsichiatria – Infermieri professionali – Personale Ausl)
|_|_|7|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Può variare in base alla tipologia del soggiorno o week-end di sollievo (Hotel, Pensioni, Villaggi
Turistici, ecc….)
L’attività prevista avviene in strutture appositamente selezionate ed adeguate alle esigenze
degli utenti partecipanti.
Possono essere utilizzate strutture idonee di proprietà comunale.
Nei servizi per la vacanza di tipo residenziale la AUSL garantisce, dove necessario, le
prestazioni sanitarie.
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
- No
21.
X
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì
X
Si prevedono almeno due incontri di verifica e monitoraggio sulla validità dei soggiorni in
generale e in relazione ai piani individualizzati d’intervento.
Agli incontri partecipano gli operatori dei Comuni del Distretto, del Distretto 1 della AUSL
Viterbo e dei servizi AUSL coinvolti che hanno preso parte alla programmazione e
realizzazione degli stessi.
- No
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
X
La modalità della spesa da parte dell’utente verrà stabilità annualmente secondo parametri
ISEE, la disponibilità finanziaria dei singoli comuni, la quota erogata dalla Regione Lazio per
il servizio specifico.
- No
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Le modalità di integrazione:
- stesura di progetti individuali;
- partecipazione del personale ASL ai soggiorni estivi o week-end;
- valutazione e monitoraggio dei risultati;
- i Comuni del Distretto 1 assicurano la realizzazione dei soggiorni estivi e week end di
sollievo a favore di persone disabili in età evolutiva e adulte, nell’ambito delle risorse
disponibili e annualmente destinate, facendosi carico in tutto o in parte delle spese
alberghiere e di trasporto degli utenti;
- la AUSL di Viterbo assicura, nel Distretto 1, la realizzazione dei soggiorni estivi e weekend di sollievo a favore di persone disabili in età evolutiva e adulte, facendosi carico di
mettere a disposizione gli operatori necessari o tramite il proprio personale o
assumendone la relativa spesa.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Prov.
Cofinanziamento
Com.
Ausl
Altro
Totale
finanziam.
Costo
risorse
umane
Costo di
funzionam
€ 17.090,68
ento
e
gestione
Costo di
struttura e
di
mantenim
ento
Totale
€ 17.090,68
€
6.909,32
€ 1.000,00
€ 25.000,00
€
6.909,32
€ 1.000,00
€ 25.000,00
12 a° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
SPORTELLO FAMIGLIA
2.
-
Nuovo progetto
Sì
No
3.
-
Progetto già avviato
Sì
No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale ed amplia l’ utenza di riferimento, estendendo il
servzio anche alle famiglie di immigrati.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Lo “SPORTELLO FAMIGLIA”, complementare al Servizio di Segretariato Sociale, viene integrato
con attività in favore delle famiglie di immigrati.
Le funzioni specifiche sono le seguenti:
fornire informazioni sulle norme e sui provvedimenti nazionali, regionali e locali in
materia di politiche familiari e sui servizi attivati;
prendere in carico delle problematiche e dei bisogni rappresentati dai nuclei familiari in
termini di richiesta di accesso ai servizi socio-sanitari ed educativi esistenti sul territorio
del Distretto;
contribuire a sviluppare iniziative di solidarietà alle famiglie nel cui nucleo sono presenti
diversamente abili, finalizzate ad agevolare il loro mantenimento nell’ambito familiare;
attivare e/o mediare servizi che facilitino la permanenza dell’anziano non autosufficiente
all’interno del nucleo familiare per incrementare i rapporti intergenerazionali;
fornire informazioni dirette per guidare l’accesso ai servizi rivolti ai nuclei familiari;
realizzare una diffusa informazione sulle modalità relative all’affido e all’adozione
nazionale ed internazionale e sostenere le famiglie che accolgono i minori, promuovendo
e sostenendo le iniziative tese all’adozione di bambini diversamente abili;
assicurare assistenza e consulenza a favore dei componenti del nucleo familiare che
subiscono maltrattamenti, in particolare dei minori vittime di abusi e di violenza sessuale
o di altro tipo;
fornire un servizio di informazione e consulenza alla popolazione straniera residente sul
territorio distrettuale;
mediare, nei casi più problematici, l’attivazione degli altri servizi territoriali dedicati
(segretariato sociale, servizi socio-sanitari in genere);
effettuare attività di monitoraggio in stretto collegamento con l’Osservatorio Sociale, per
misurare e valutare l’efficacia delle risposte fornite e i risultati ottenuti in rapporto alle
risorse utilizzate;
6.
Liveas SI
7.
Macroarea
anziani , minori , disabili, famiglie, popolazione straniera, etc.
8.
Costo del progetto € 18.000,00
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 18.000,00
9.
Servizi/prestazioni erogati
Tali sportelli sono in grado di accogliere la più ampia tipologia di esigenze informando le
famiglie sulle “risorse sociali disponibili nel territorio che possono risultare utili per affrontare
esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita” (Piano Nazionale Sociale).
10.
Bacino di utenza
Distrettuale (Distretto Vt/1 – n. 19 Comuni)
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
-
Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale (specificare il Comune)
11.
Tipologia di utenza: Tutte le fasce della popolazione
12.
-
-
13.
Obiettivi del progetto
Fornire informazioni all’utenza il più possibili complete, in merito ai diritti, alle
prestazioni, alle modalità di accesso ai servizi
Consentire la conoscenza delle risorse sociali disponibili nel territorio, utili a risolvere
e/o ad affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita;
Assicurare il monitoraggio locale dei bisogni e delle risorse, alimentando forme di
dialogo tra cittadino ed istituzioni, che favoriscono il processo di responsabilizzazione,
anche in materia di gestione dei tempi di attesa nell’accesso ai servizi
Integrazione sociale del cittadino straniero nel territorio
Unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, funzione di filtro,
funzione di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, funzione di
trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino e servizi.
Tempi di attuazione: un anno
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
Casa famiglia
Comunità alloggio
Comunità di pronta accoglienza
Casa di riposo
Casa albergo
Strutture semiresidenziali
Altro
(punti di accoglienza e orientamento presso
tutti i Comuni del distretto, in locali messi
a disposizione da ogni Amministrazione)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
15.
Numero utenti nel 2010
|1|4|0|0|
|_|_|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro
(COMUNE CAPOFILA + personale assunto nelle forme di legge vigenti)
17.
Utenza annuale prevista
|1|4|0|0|
18.
Personale coinvolto nel progetto
Amministrativi
|_|_|4|
Assistenti sociali
|_|_| |
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio-sanitari
|_|_|_|
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure
|_|_| |
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
L’attività è presente nel Comune capofila e nei vari Comuni del Distretto.
20.
-
Liste di attesa
Sì (specificare i motivi)
No
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì
raccolta delle domande sui servizi offerti
No
22.
23.
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Sì, parzialmente
No
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Nessuna
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
L’integrazione delle attività dello Sportello viene realizzata mediante l’utilizzo di residui riferiti
ad anni precedenti per i quali è stata richiesta alla Regione la devoluzione.
Cofinanziamento
Finanziamento
regionale
Costo risorse
umane
€ 18.000,00
Personale
impegnato agli
Sportelli
Provinciale
Comunale Asl
Totale
finanziamento
Altro
€ 18.000,00
Costo di
funzionamento
e gestione
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
€ 18.000,00
Personale
impegnato agli
Sportelli
€ 18.000,00
12.b
IL PUNTO UNICO D’ACCESSO
Il Punto Unico D’accesso è l’istituzione intesa quale funzione del Distretto, in grado di fornire
informazioni e orientamento al cittadino, risolvere problemi semplici e rinviare i casi a
maggiore complessità verso le sedi adeguate attivando un’unità funzionale di pre-valutazione
integrata.
Esso dovrà essere strategico alla facilitazione dell’accesso integrato ai servizi socio sanitari ed
socio assistenziali delle persone con fragilità.
Sarà improntato allo scopo di rendere effettiva la programmazione congiunta delle attività
socio sanitarie e assistenziali da parte dell’Azienda ASL e dei Comuni Distrettuali
rappresentati dall’Ente Capofila.
L’obiettivo è quello di una fattiva collaborazione fra i diversi soggetti, coinvolti al fine di
realizzare prese in carico di utenti che siano eseguite attraverso l’attivazione sia del percorso
sanitario che di quello assistenziale.
Pur nella difficoltà di realizzare una perfetta osmosi tra il soggetto sanitario e quello
assistenziale, determinata dalle diverse forme organizzative e dai limiti normativi riguardanti
gli ordinamenti dei due soggetti, si ritiene possibile attivare un servizio capace di fornire al
cittadino utente quanto le linee di indirizzo regionali individuano quale contenuto minimo
delle attività svolte dal PUA, ciò soprattutto grazie all’introduzione di un sistema
informatizzato integrato per l’individualizzazione dei percorsi socio sanitari e di gestione delle
relative risposte.
Il Distretto è già dotato sia del sistema informatico Hardware sia del sistema sofware di
valutazione, gestione delle prese in carico.
Considerando che in virtù del protocollo d’intesa stipulato tra ASL VT/1 e Comune di
Montefiascone , Ente Capofila del Distretto Socio Sanitario è stato già attivato fin dall’esercizio
2007 un Punto Unico D’Accesso anche attraverso l’individuazione di un preciso luogo fisico in
cui tale attività viene svolta.
Si ritiene che l’introduzione del sistema informatizzato possa realizzare definitivamente in un
modo compiuto l’obiettivo prefissato.
Saranno pertanto le professionalità dell’Azienda ASL individuate dalle stesse linee guida e gli
operatori degli Enti Locali che utilizzando lo stesso sistema saranno nella condizione di fornire
risposte multidimensionali e multidisciplinari ai soggetti richiedenti.
I Progetti Distrettuali coinvolti nel PUA sono i seguenti:
1. Servizio Sociale Professionale
2. Sportello Famiglia
3. Sportello Immigrati
4. Ufficio Distrettuale di Piano
I servizi predetti integrano in modo funzionale al punto unico di accesso già attivo presso il
Distretto sanitario e condividendo con esso l’utilizzo della procedura informatizzata allo scopo
allestita, offriranno un completo orientamento all’utente nel percorso integrato socio sanitario e socio - assistenziale.
13° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
e
1.
Titolo del progetto
Servizio Sociale Professionale Distrettuale Integrato e Segretariato Sociale
2.
-
Nuovo progetto
Sì
No
3.
-
Progetto già avviato
Sì
No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
L’ambito territoriale rimane invariato
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
A superamento e completamento dell’esperienza dei precedenti piani di zona, dopo
attente valutazioni, considerando le risorse esistenti, la conformazione del territorio e le
criticità emerse nella fase attuativa dei precedenti piani di zona, si è individuato come
modello da attuare il Servizio Sociale Distrettuale Professionale Integrato che prevede
prestazioni ad altro grado di integrazione socio-sanitaria.
Il Servizio Sociale Professionale è finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a
rimuovere e/o ridurre situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini
6 .Liveas Si
7 Macroarea
8 Costo del progetto (totale) € 82.326,83
8.1 Importo finanziato con risorse assegnate della Regione Lazio € 82.326,83
9 Servizi/prestazioni erogati
10.
-
-
Bacino di utenza
Distrettuale (Distretto Vt/1 – n. 19 Comuni)
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
Comunale (specificare il Comune)
11.
Tipologia di utenza: Destinatari
Tutta la popolazione residente nel territorio del Distretto Vt1 che si trovi ad affrontare
problematiche sociali.
Il servizio è rivolto:
- Ai minori, per prevenire il disagio minorile e sostenere le famiglie in difficoltà o
in disgregazione;
- Agli adulti per promuovere l’autonomia economica attraverso il lavoro e la
valorizzazione delle risorse personali;
- Alle persone anziane, inabili con l’obiettivo di valorizzare le loro risorse
personali e mantenere le persone nel proprio ambiente di vita, evitando il
ricovero.
12.
Obiettivi del progetto
L’obiettivo primario del servizio sociale distrettuale professionale integrato è la salute,
intesa come uno stato di benessere fisico, mentale e sociale.
Il servizio sociale è una metaistituzione del sistema organizzato delle risorse sociali e
una disciplina di sintesi che, attraverso il lavoro professionale dell’assistente sociale
rivolto a individui, famiglie e gruppi in situazioni problematiche di bisogno, concorre:
• alla rimozione delle cause del bisogno ricercandone la soluzione tramite
un rapporto interrelazionale e l’uso delle risorse personali e sociali
indirizzati a promuovere la piena e autonoma realizzazione delle persone;
• a facilitare il rapporto cittadino - istituzioni;
• a collegare il bisogno dei singoli al sistema dei servizi e viceversa e
contribuisce ai processi di modifica delle istituzioni prevalentemente
considerate nell’ambito dei servizi sociali.
Nel servizio sociale integrato gli assistenti sociali lavorano in rete e le diverse
prestazioni vengono concordate e fornite in stretta integrazione, favorendo il raccordo
fra i progetti di cura sanitari e i progetti sociali di sostegno, per una presa in carico
globale della persona e della sua famiglia secondo un modello di “rete sociale”
(Progetto individualizzato integrato di presa in carico).
Tutto questo avviene nel rispetto delle competenze derivanti dall’appartenenza
ai due diversi enti: prestazioni sociali ad alta integrazione sanitaria (ASL) e
prestazioni sociali (Comuni).
(Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14/02/2001 – Atto di indirizzo e
coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie).
Finalità e Funzioni
La realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria rende necessaria la presenza
dell’assistente sociale in ogni comune del Distretto 1 e nelle sedi di ogni singolo presidio
ASL, dove sono aperti sportelli di servizio sociale professionale con la presenza di questa
figura professionale.
Gli A. S. dei comuni e quelli della ASL accolgono l’utente con le stesse modalità,
lavorano in stretta integrazione e collaborano all’individuazione delle risposte più
adatte alle esigenze delle singole persone.
Questa nuova metodologia ha portato all’istituzione del Servizio Sociale Distrettuale
Professionale Integrato che costituisce una porta unitaria di accesso in grado di
-
-
-
-
orientare il cittadino nel circuito dei servizio socio assistenziali e socio sanitari e nella
conoscenza delle risorse disponibili sul territorio.
Gli assistenti sociali del distretto 1, pur appartenendo ad enti diversi, ASL e Comuni,
lavorano in rete, nel rispetto delle competenze del servizio specifico.
Il Servizio Sociale Distrettuale Professionale Integrato:
- opera per la valorizzazione della centralità delle persone e della loro
capacità di scelta ed autodeterminazione;
- svolge attività di aiuto ai singoli, ai gruppi, alle famiglie per lo sviluppo delle
capacità atte ad affrontare, gestire e risolvere i problemi;
- svolge funzioni di programmazione, organizzazione, coordinamento tecnico
e valutazione degli interventi e dei servizi sociali.
In particolare, il Servizio Sociale Professionale svolge le seguenti funzioni:
coordinamento tecnico, supervisione, accompagnamento, monitoraggio e valutazione,
dei servizi del sistema integrato;
presa in carico dei casi e predisposizione di progetti di intervento personalizzati, in
ragione delle singole competenze, d’intesa con gli altri attori coinvolti, e tenuto conto
delle eventuali disposizioni di organi giudiziari;
realizzazione di forme di cooperazione tecnica ed integrazione con altri attori sociali,
pubblici e privati;
rilevazione, monitoraggio, analisi e valutazione di nuovi bisogni, anche con l’ausilio di
esperti esterni, ed elaborazione di proposte di intervento.
Inoltre:
conosce ed approfondisce, con il supporto del Segretariato Sociale, attraverso analisi
studi e ricerche, bisogni e problemi sociali, domanda effettiva di prestazioni di
interventi, risorse disponibili, reali e potenziali, e provvede al monitoraggio
dell’efficacia e dell’efficienza dei Servizi;
partecipa ed organizza, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, attività di
aggiornamento e formazione per gli operatori dei servizi sociali e socio-sanitari;
collabora con le risorse territoriali del Terzo Settore per l’attivazione di interventi
coordinati;
svolge, infine, ogni altra attività professionale funzionale alla realizzazione degli
interventi e servizi sociali previsti dal Piano di Zona.
Gli assistenti sociali dell’ente locale e della ASL condividono la funzione di Servizio
sociale ed erogano dunque le seguenti prestazioni:
Assistenza di tipo consultoriale alla famiglia, alla maternità, ai minori;
Interventi di sostegno per le famiglie di minori in situazioni di disagio, di
disadattamento o di devianza;
Protezione del minore in stato di abbandono e tutela per la sua crescita anche
attraverso affidi ed adozioni;
Interventi per minori soggetti a provvedimenti penali, civili, amministrativi;
Assistenza ai disabili;
Assistenza agli anziani ed alle persone non autosufficienti;
Interventi di prevenzione, assistenza e recupero rivolti a minori, anziani,
disabili,persone in situazione di disagio.
Gli assistenti sociali dell’ente locale e della ASL condividono la funzione di: SEGRETARIATO
SOCIALE per facilitare l’accesso al sistema dei servizi socio sanitari presenti nel Distretto.
Il cittadino sarà accolto da operatori che daranno informazioni in marito a:
- I servizi e le prestazioni che il Comune e la ASL offrono
- I servizi e le prestazioni degli altri Enti
- Il privato sociale presente sul territorio
- Un utilizzo facilitato dei servizi pubblici e privati.
Ciò avverrà con colloqui, visite domiciliari, ricerca di risorse e con interventi di consulenza
mirata, anche di tipo giuridico, rispetto a problematiche relative ai minori, agli
handicappati, agli anziani, agli invalidi.
Come attivare il servizio
Sono presenti in ogni comune del Distretto e nelle sedi dei singoli presidi ASL
uffici di Servizio Sociale Professionale con orari e apertura differenziati
13.
Tempi di attuazione: un anno dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
-
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro
(COMUNE CAPOFILA tramite personale assunto nelle forme di legge vigenti)
.
15.
Finanziamenti e cofinanziamenti previsti:
COSTO ANNUALE per 4 unità
€ 82.326,83
L’integrazione delle attività del Servizio Sociale Professionale, con l’introduzione di una
ulteriore assistente sociale (da n. 3 a n. 4 unità ), viene realizzata mediante l’utilizzo di
residui riferiti ad anni precedenti per i quali è stata richiesta alla Regione la
devoluzione.
Cofinanziamento
Finanziamento
regionale
Provinciale
Costo
umane
risorse
Costo
di
funzionamento
e gestione
€ 82.326,83
Comunale
Totale
finanziamento
Asl Altro
€ 82.326,83
Costo
di
struttura e di
mantenimento
Totale
€ 82.326,83
€ 82.326,83
Calcolando che il servizio sociale è trasversale a tutti i servizi e a tutte le aree di intervento si
intende convogliare le ore previste nei singoli servizi ed i relativi costi nel servizio sociale
professionale, al fine di evitare che si creino divisioni per aree di intervento, in ottemperanza
del principio su cui si fonda il servizio sociale distrettuale integrato come nuova metodologia
che costituisce una porta unitaria di accesso in grado di orientare il cittadino nel circuito dei
servizi socio assistenziali e socio sanitari e nella conoscenza delle risorse disponibili sul
territorio.
14° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
INTERVENTI DI LOTTA ALLA DROGA RELATIVI ALLA PREVENZIONE, AL RECUPERO AL
REINSERIMENTO SOCIALE
2.
Nuovo progetto
-
Sì No ×
3.
Progetto già avviato
- Sì ×
- No 4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
L’ottica con la quale si intende lavorare per la promozione della salute e la prevenzione del
disagio e delle dipendenze patologiche presuppone la scelta di considerare la comunità
locale come comunità territoriale competente. Il centro dell’interesse non è la mancanza, il
problema, il deficit, il bisogno da soddisfare; l’accento viene posto sulle risorse, le abilità e le
competenze da scoprire e valorizzare, sulla capacità di assumersi la responsabilità
nell’analizzare e gestire le situazioni.
Lo scopo del lavoro in questo settore è quello di rendere protagonisti del cambiamento gli
attori della comunità (giovani, famiglia, operatori socio-sanitari, insegnanti, tecnici, forze
sociali nelle varie forme..) rendendoli capaci di riconoscere i problemi e di assumersi le
responsabilità per affrontarli.
Il Distretto Socio Sanitario VT1 ha recentemente costituito al proprio interno un’equipe di
lavoro, con personale del Ser.T. VT1, del Servizio Sociale e di altri Servizi specialistici del
Distretto che, in sinergia con gli EE.LL, la scuola e alcune strutture del Terzo settore elabora,
progetta e realizza attività di promozione della salute, di prevenzione del disagio e delle
dipendenze patologiche.
Nel Distretto VT1 sono già in corso attività di prevenzione, promosse nel VII Piano di Zona,
triennio 2008-2010, che necessitano di una continuità per garantire lo sviluppo della rete
locale degli interventi in materia onde evitare la messa in atto di interventi non efficaci o
addirittura controproducenti circa la riduzione dei comportamenti a rischio e la prevenzione
delle dipendenze patologiche.
L’equipe suddetta intende articolare il proprio operare in questo settore sviluppandolo
sostanzialmente in tre livelli, secondo le evidenze scientifiche in materia:
• sviluppo di un lavoro di rete finalizzato alla conoscenza, potenziamento e realizzazione
dei progetti proposti attraverso il coinvolgimento diretto degli EE.LL., di altri servizi
sanitari, del Terzo settore e del volontariarato;
• sviluppo di programmi, evidence based, di formazione delle abilità genitoriali ed
educative del mondo adulto.
Gli adulti, rivestendo un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini e dei ragazzi,
sono chiamati ad interrogarsi sulla funzione del proprio ruolo di educatori della salute,
di facilitatori della comunicazione, di garanti di un clima relazionale accogliente e
rispettoso.
• Sviluppo di programmi di prevenzione ed educazione alla salute rivolti al target
bambini, adolescenti e giovani.
Gli ambiti che si intendono privilegiare sono:
• famigliare (attraverso l’attività svolta con i figli o direttamente)
• scolastico (la scuola è deputata ad equipaggiare le persone delle abilità necessarie per
affrontare il proprio percorso di crescita)
• territoriale (associazioni e agenzie del tempo libero, culturali, religiose…)
L’ottica con la quale si intende lavorare per la promozione della salute e la prevenzione del
disagio e delle dipendenze patologiche presuppone la scelta di considerare la comunità
locale come comunità territoriale competente. Il centro dell’interesse non è la mancanza, il
problema, il deficit, il bisogno da soddisfare; l’accento viene posto sulle risorse, le abilità e le
competenze da scoprire e valorizzare, sulla capacità di assumersi la responsabilità
nell’analizzare e gestire le situazioni.
Lo scopo del lavoro in questo settore è quello di rendere protagonisti del cambiamento gli
attori della comunità (giovani, famiglia, operatori socio-sanitari, insegnanti, tecnici, forze
sociali nelle varie forme..) rendendoli capaci di riconoscere i problemi e di assumersi le
responsabilità per affrontarli.
Anche l’OMS ha centrato l’attenzione sulla necessità di favorire interventi di sviluppo di
comunità, definendo appunto l’empowerment come il processo attraverso il quale un soggetto
o una comunità accresce il controllo sulle decisioni e azioni relative alla propria salute.
Nell’ambito della letteratura scientifica sugli interventi di prevenzione delle dipendenze
patologiche i programmi basati sul coinvolgimento della comunità quale soggetto
competente è riconosciuta come una delle principali strategie ad elevato livello di efficacia.
Le proposte di attività che si ritiene opportuno promuovere nei Piani di Zona in discussione,
per l’esercizio finanziario 2011, per garantire la continuità agli interventi già avviati, sono le
seguenti:
Attività di promozione della salute e di
prevenzione del disagio e delle
dipendenze patologiche
Formazione Insegnanti
Educatori Insieme
6.
Liveas
SI
Target
Insegnanti delle scuole di ogni
ordine e grado
Educatori di gruppi giovanili,
allenatori sportivi, famigliari,
volontari, istruttori scuole guida e
operatori del Terzo settore
7.
Macroarea
8.
Costo del progetto (totale)
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
INTERVENTI A FAVORE DELLE TOSSICODIPENDENZE
€ 7.000,00
€ 7.000,00
9.
Servizi/prestazioni erogati
Il progetto si articola in due corsi separati:
• formazione insegnati
• educatori insieme
Formazione Insegnanti
La dimensione educativa in ambito scolastico diventa sempre più urgente e necessaria, per
questo è indispensabile la formazione di adulti consapevoli del proprio ruolo di educatori, di
facilitatori della comunicazione, di garanti di un clima relazionale accogliente e rispettoso,
attraverso lo sviluppo di una reale competenza pedagogica.
Per l’anno scolastico 2011/2012 sono stati attivati Corsi di formazione per insegnanti e
dirigenti scolastici indirizzati a tutte le scuole pubbliche e paritarie, di ogni ordine e grado, del
territorio del Distretto VT1.
Attività e
metodologia
Aspetti
programmatici
L’attività prevede lo sviluppo di corsi di formazione strutturati in 2/3
moduli formativi, della durata di sei ore ciascuno, per un minimo di 12
partecipanti.
Gli incontri si svolgeranno con una modalità interattiva. I temi saranno
proposti e approfonditi attraverso la discussione, il confronto, lo scambio di
esperienze e la creazione di un buon clima relazionale.
Per i docenti che hanno già partecipato alla formazione si prevedono corsi
avanzati di livello.
Le attività proposte non hanno costi aggiuntivi per le scuole. Il calendario
dettagliato degli incontri e delle rispettive sedi sarà definito a seguito della
iscrizione dei docenti.
Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
Educatori Insieme
Promuovere attività di prevenzione delle dipendenze vuol dire soprattutto promuovere lo
sviluppo armonico della persona e quindi occuparsi di ciò che ha a che vedere con la sfera
emotiva e relazionale dell’individuo. Significa, quindi, rinforzare competenze socio-affettive
che permettono di affrontare i cambiamenti e le difficoltà per prevenire disagi, fragilità e
insicurezze.
Il progetto costituisce una proposta innovativa di lavoro in quanto privilegia il target degli
adulti con funzioni educative piuttosto che l’esecuzione diretta con i giovani.
Attività e
metodologia
Aspetti
L’attività prevede lo sviluppo di corsi di formazione nel Distretto VT1.
Gli incontri si svolgeranno con una modalità interattiva. I temi saranno
proposti e approfonditi attraverso la discussione, il confronto, lo scambio di
esperienze e la creazione di un buon clima relazionale.
Le attività proposte non hanno costi a carico dei partecipanti e si
programmatici
svolgeranno all’interno delle strutture indicate dal Distretto e/o dai
Comuni.
Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
Distrettuale (Distretto Vt/1 – n. 19 Comuni)
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA
15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
- Sub-distrettuale (specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
11.
x
Tipologia di utenza
I progetti sono riferiti ad educatori di gruppi giovanili, allenatori sportivi, famigliari, volontari,
istruttori scuole guida e operatori del Terzo settore, insegnanti delle scuole di ogni ordine e
grado del Distretto VT1.
12.Obiettivi del progetto
Formazione Insegnanti
Obiettivi
- Favorire la capacità di ascolto, empatia, problem solving;
- migliorare le strategie di gestione relazionale con il singolo e/o il
gruppo;
- stimolare la creazione di spazi di condivisione tra insegnanti e
incrementare il numero di quelli esistenti tra insegnanti e genitori;
- favorire l’acquisizione delle Life Skills quali “competenze sociali e
relazionali che permettono di affrontare in modo efficace le esigenze
della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a se stessi, agli altri e alla
comunità".
Educatori Insieme
Obiettivi
-
-
favorire la capacità di ascolto, empatia, problem solving;
migliorare le strategie di gestione relazionale con i giovani;
consulenza organizzativa ed educativa delle attività ricreative,
sportive e culturali del territorio (grest estivi, attività sportive, eventi
per giovani, feste cittadine…) in materia di prevenzione;
favorire l’acquisizione delle Life Skills quali “competenze sociali e
relazionali che permettono di affrontare in modo efficace le
esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a se stessi,
agli altri e alla comunità".
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Un anno – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|0|0|1|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (Sedi scolastiche, Parrocchie, Associazioni, Ausl)
X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
|_|1|2|0|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative o appalto
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (Ausl)
17.
Utenza annuale prevista
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
- Assistenti sociali (Ausl)
- Sociologi
- Psicologi
- Pedagogisti
- Educatori professionali
- Operatori socio-sanitari
- Volontari
- Mediatori culturali
- Altre figure (Insegnanti)
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Sedi Scolastiche, AUSL
x
X
|_|2|2|0|
|0|0|6|
|_|_|1|
|_|_|_|
|_|_|2|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|0|0|4|
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
- No
X
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
Schede di Valutazione
- No
X
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
- No
x
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Gestito dalla Ausl del Distetto Vt/1 con integrazione di insegnati
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Cofinanziamento
Finanziamen
Provincial
to regionale
Com.
e
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento
e gestione
euro
7.000,00
euro 7.000,00
euro
7.000,00
euro 7.000,00
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
15° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
PROGETTO MANUTENZIONI SOCIALI
2.
Nuovo progetto
- Sì - No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
- No 4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito
territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di
accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il presente progetto interessa il Distretto VT/1. Tale territorio è composto da 19 Comuni,
caratterizzato in prevalenza dalla presenza di piccole comunità, con pochi abitanti, e da alcuni
comuni a più elevata popolazione tra cui spicca il Comune di Montefiascone con 13.442
abitanti. L’indice di invecchiamento della popolazione, rilevabile al 31/12/2007 dal VII piano
di zona, è sensibilmente più elevato (quasi il doppio) del dato nazionale, rilevato però a fine
2003 dell’assemblea del CNEL dedicata alla “non autosufficienza in Italia”.
Non sono rilevabili attività industriali particolarmente rilevanti e il territorio trae limitati
benefici dal settore terziario, non adeguatamente sviluppato. Parallelamente si riscontra,
anche a causa della contingente crisi economica, una preoccupante flessione del tasso di
occupazione.
Sono tuttavia presenti notevoli risorse agricole, soprattutto vitivinicole e olearie, con
possibilità di potenziamento delle attività a vocazione turistica che, opportunamente
indirizzate, potrebbero in futuro garantire un benessere diffuso e un miglioramento
generalizzato della qualità della vita. La presenza del lago di Bolsena rappresenta infatti una
attrattiva per un turismo non solo nazionale.
Vanno segnalate le difficoltà urbanistico/architettoniche che non consentono una adeguata
valorizzazione delle zone ricadenti nelle aree classificate come centro storico, né prevedono
percorsi di potenziamento e miglioramento delle aree verdi.
Nel territorio distrettuale si rileva, in generale, una difficoltà di assorbimento sociale e
lavorativo di persone seguite dal Servizi sociali comunali, distrettuali e dai servizi ASL e, più
in generale, di persone in condizione di fragilità sociale. Tale area si trova al terzo posto
della graduatoria dei distretti laziali, per intensità del disagio socio-economico, con un
reddito pro-capite di circa il 23% inferiore al valore medio regionale. Vi è inoltre un
fenomeno non trascurabile di migrazione demografica verso altri territori che, come
normalmente accade in casi simili, interessa principalmente persone con maggiore spirito di
iniziativa, impoverendo di conseguenza la capacità professionale, ma soprattutto
imprenditoriale, della popolazione distrettuale.
Nello specifico sono rilevabili problematiche territoriali che si ripercuotono principalmente
sulla popolazione attiva, con significative conseguenze sul grado di benessere delle famiglie
residenti. Qui di seguito descriviamo quelle principali:
•
deficit formativo delle persone in condizione di marginalità sociale;
•
difficoltà strutturale del territorio nel promuovere l’assorbimento di lavoratori afferenti a
tale popolazione;
•
marginalizzazione di tale fascia di popolazione con conseguente esposizione a:
rischio di criminalità
- rischio di tossicodipendenza;
- rischio di “emigrazione” verso altri territori.
Per affrontare le problematiche delineate ci si propone di agire su ampio raggio, offrendo
sostegno ai destinatari nelle diverse fasi congiunturali della loro vita. Le azioni proposte a
favore dei destinatari afferiranno ai seguenti ambiti:
•
acquisizione delle competenze utili al mondo del lavoro;
•
sostegno all’inserimento lavorativo;
•
costruzione, insieme ai servizi pubblici, di opportunità lavorative protette;
•
creazione di una rete di opportunità lavorative nel mondo del lavoro;
•
sostegno alla fruizione delle opportunità sociali territoriali (eventi, servizi, ecc.).
Acquisizione delle competenze utili al mondo del lavoro
Attività concrete proposte:
•
costruzione di una mappa delle aziende principali che insistono sul territorio distrettuale;
•
costruzione di una mappa delle esigenze lavorative (quantitative e qualitative) rilevate
presso le aziende mappate;
•
costruzione di un bilancio delle competenze per ciascuna persona segnalata;
•
individuazione delle potenzialità professionali delle persone segnalate utili al territorio;
•
formazione professionale:
»
formazione di base:
educazione alla puntualità, alla responsabilità e alla correttezza professionale e
relazionale sul lavoro;
educazione all’informatica di base;
educazione ai diritti e ai doveri sul lavoro;
educazione alla sicurezza sul lavoro;
educazione alla privacy sul lavoro;
»
formazione specifica sulle esigenze territoriali individuate;
»
formazione specifica sulle potenzialità individuali rilevate;
Sostegno all’inserimento lavorativo
Nella fase di avvio del tirocinio formativo-professionale presso organizzazioni pubbliche o
private, in attività lavorative di mercato o protette che siano, la nostra Organizzazione curerà
le attività di sostegno consistenti in:
•
accompagnamento al lavoro nei primi giorni di tirocinio;
•
sostegno all’unità operativa nella quale il tirocinante è inserito per eventuali problemi
lavorativi sorti sul luogo di lavoro;
•
sostegno al tirocinante per eventuali problemi sorti sul luogo di lavoro;
•
attività di verifica interna per la valutazione del grado di inserimento lavorativo raggiunto;
•
incontri di verifica periodica con i Servizi territoriali (sia Sociali che ASL).
Costruzione di opportunità lavorative protette
Per gli utenti non ritenuti in grado di fronteggiare il mondo del lavoro, saranno proposti
percorsi di costruzione di opportunità lavorative protette in accordo e con il sostegno degli
Enti Pubblici (Comuni, ASL, ecc.) che vorranno aderire, individuando unità operative che
eseguono lavori di pubblica utilità, in grado di accogliere personale tirocinante per lo
svolgimento di mansioni semplici, in affiancamento al personale titolare.
A titolo esemplificativo elenchiamo alcuni ambiti lavorativi per lo svolgimento dei tirocini
formativo-professionali:
•
attività di manutenzione degli edifici a titolarità comunale: ad es. immobili municipali,
R.S.A. comunali, scuole comunali, ecc.;
-
•
attività di pulizia ordinaria e straordinaria di giardini comunali (tale attività consentirebbe
un coinvolgimento di risorse umane all’interno del progetto più ampio di riqualificazione
sia in aree interne al centro storico che il zone più periferiche, anche limitrofe al lago di
Bolsena;
•
servizi di piccolo trasporto e traslochi;
•
attività di cura e assistenza agli anziani presso strutture residenziali;
•
lavori di manutenzione del verde presso strutture di accoglienza residenziale;
•
servizi di sostegno scolastico alla disabilità;
•
servizi di raccolta differenziata dei diversi materiabili riciclabili.
Creazione di una rete di opportunità lavorative nel mondo del lavoro
Gli utenti ritenuti in grado di fronteggiare il mondo del lavoro saranno avviati in attività di
tirocinio presso aziende territoriali, in affiancamento al personale titolare.
A titolo esemplificativo elenchiamo alcuni ambiti lavorativi per lo svolgimento dei tirocini
formativo-professionali:
•
servizi commerciali di distribuzione e di vendita al dettaglio;
•
servizi di assistenza presso strutture sportive;
•
servizi di ristorazione e di supporto;
•
servizi di supporto presso cantieri edili;
•
attività di trasformazione alimentare;
•
attività di produzione agricola (attività vitivinicole, olearie e ortofrutticole);
•
attività di produzione artigianale;
•
attività di produzione industriale.
Sostegno alla fruizione delle opportunità sociali territoriali
Riguardo alle persone in condizione di fragilità individuale, ritenute non in grado di affrontare
percorsi lavorativi, compresi quelli protetti, saranno messi in atto percorsi di aiuto, sostegno e
accompagnamento per la fruizione delle opportunità sociali che altrimenti non sarebbero
fruite dall’utente, o lo sarebbero con difficoltà. Qui di seguito ne elenchiamo alcune:
•
servizi territoriali istituzionali;
•
associazioni di volontariato;
•
associazioni culturali;
•
eventi territoriali (teatrali, cinematografici, musicali, sportivi, ecc.).
La fruizioni di tali opportunità consentirebbe all’utente di poter raggiungere una maggior
integrazione sociale, con maggiori opportunità di costruirsi un ruolo significativo nella
Comunità locale in cui vive.
6.
Liveas
SI
7.
Macroarea
INTERVENTI A FAVORE DELLE TOSSICODIPENDENZE
8.
Costo del progetto (totale)
€ 43.000,00
8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 43.000,00
9.
Servizi/prestazioni erogati
Le persone da coinvolgere nel Progetto saranno segnalate dai Servizi Sociali comunali,
distrettuali e ASL nonché dalla nostra Organizzazione. Sarà nostro impegno avviare percorsi di
reinserimento, attraverso un’analisi approfondita delle risorse personali presenti e la
definizione delle opportune modalità di empowerment, a partire dai bisogni dell’utente, resi
compatibili con le necessità territoriali e con i requisiti richiesti.
Il percorso sarà svolto in sinergia e collaborazione con tutti gli attori coinvolti (Utente,
Familiari, Ente comunale, Azienda territoriale, Servizi sociali, Servizi ASL, eventuali altre
Organizzazioni coinvolte), così da tener conto delle esigenze di ciascuno, contribuendo al
miglioramento del territorio di riferimento.
Durante lo svolgimento delle attività lavorative le persone saranno seguite da un gruppo di
monitoraggio sull’andamento dell’inserimento lavorativo. Esso sarà composto:
•
dal personale del progetto (coordinatore, assistente sociale e tutor interno) il quale si farà
carico di seguire dal punto di vista sociale ed educativo l’andamento dell’intervento,
sostenendo l’utente in ogni fase del percorso di inserimento, supervisionando l’intero
percorso e rendicontando l’attività svolta;
•
da un rappresentante dell’Ente inviante (Servizi Sociali comunali, distrettuali o ASL) che
avrà il compito di sostenere il progetto d’intervento e di supportare l’utente;
•
dal tutor aziendale che si occuperà di attività organizzative e logistiche concernenti lo
specifico ambito lavorativo.
Le funzioni svolte dall’intero gruppo riguarderanno:
•
il monitoraggio dell’attività lavorativa;
•
la funzione di raccordo e di scambio informativo tra i soggetti coinvolti.
Il processo informativo sarà agevolato dall’utilizzo di modulistica standard, condivisa da tutti i
soggetti coinvolti, per la raccolta e lo scambio delle informazioni relativa al profilo individuale
e professionale del soggetto, del progetto d’intervento proposto e degli esiti rilevati.
Il processo di accompagnamento sarà realizzato con una metodologia ispirata ai principi
sistemico-relazionali. In tale ottica verranno utilizzate modalità di intervento quali:
•
feed-back con esperti (accompagnatore, tutor, supervisore);
•
gruppi di auto-aiuto tra pari;
•
role-playing;
•
analisi delle capacità di problem solving.
Per le segnalazioni, il Servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 16:00, il
sabato dalle 10:00 alle 13:00. Negli altri orari sarà attiva una segreteria telefonica. Sarà inoltre
possibile contattare il Servizio via e-mail. Le attività di accompagnamento si realizzeranno
negli orari di volta in volta concordati con le unità operative che accoglieranno i tirocinanti.
Sarà comunque garantita una flessibilità organizzativa tale da modulare, previo accordo i
servizi comunali, distrettuali e ASL, i piani di lavoro del Servizio in relazione alle eventuali
esigenze che sopraggiungeranno nel tempo.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
x
1. ACQUAPENDENTE
11. ISCHIA DI CASTRO
2. BAGNOREGIO
12. LATERA
3. BOLSENA
13. LUBRIANO
4. CAPODIMONTE
14. MARTA
5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE
6. CIVITELLA D’AGLIANO
16. ONANO
7. FARNESE
17. PROCENO
8. GRADOLI
18. SAN LORENZO NUOVO
9. GRAFFIGNANO
19. VALENTANO
10. GROTTE DI CASTRO
- Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
11.
Tipologia di utenza
Il Progetto è indirizzato a persone in condizione di fragilità sociale, afferenti a problematiche
generali quali la povertà, la marginalità sociale, la non autonomia e la dipendenza, con
particolare riguardo a coloro che sono in carico ai Servizi sociali comunali, distrettuali e ai
Servizi ASL.
Nello specifico si rivolge a:
•
persone in condizione di fragilità professionale, con deficit di competenze rispetto ai
requisiti richiesti, ritenute in grado di spendersi sul mercato del lavoro grazie a opportuni
percorsi comunitari, sia riabilitativi, sia formativi, sia di accompagnamento;
•
persone in condizione di fragilità individuale, ritenute non in grado di spendersi sul
mercato del lavoro e per i quali si ritengono necessari percorsi comunitari riabilitativi e di
accompagnamento nella fruizione di opportunità lavorative protette;
•
persone in condizione di fragilità individuale, ritenute non in grado di affrontare percorsi
lavorativi, compresi quelli protetti, e che richiedono aiuto, sostegno e accompagnamento
per la fruizione delle opportunità sociali.
Tutte le attività progettuali produrranno benefici nella Comunità locale, rendendo disponibili
al territorio competenze professionali attualmente deficitarie e all’Ente Pubblico risorse
umane da poter coinvolgere in lavori di utilità collettiva, offrendo al contempo ai Servizi
Sociali comunali e ai Servizi ASL sostegno ai progetti di intervento rivolti ai rispettivi utenti.
Qui di seguito elenchiamo i principali beneficiari del progetto:
•
Imprese che insistono sul territorio;
•
Servizi sociali comunali;
•
Servizi ASL;
•
Organizzazioni territoriali che offrono servizi alla collettività.
12.
Obiettivi del progetto
Sul fronte individuale si intende fornire ai destinatari strumenti e opportunità in grado di
consentire la loro emancipazione sociale.
Sul fronte lavorativo ci si propone una formazione “sul campo”, seguendo, attraverso un
percorso psico-relazionale e l’offerta di saperi professionali di base, funzionali al territorio, la
riabilitazione sociale dei destinatari costruendo esperienze lavorative utili a possibili
assunzioni successive, consentendo loro di poter interagire con il mondo esterno partendo
finalmente da un ruolo definito e riconosciuto anche laddove dovesse trattarsi di lavori
protetti.
Sul fronte sociale si propongono percorsi di mantenimento delle reti utili alla persona,
offrendo opportunità ed esperienze sociali significative in grado di mantenere la persona ben
radicata nella Comunità, condizione indispensabile per promuovere il suo benessere e la sua
emancipazione sociale.
Sul fronte territoriale si propongono azioni di sostegno al’Ente pubblico e ai suoi Servizi
(Servizi sociali e Servizi ASL) ma anche al tessuto territoriale, beneficiari del progetto, con
particolare riguardo alle aziende e alle Organizzazioni a valenza sociale che svolgono una
funzione significativa nella rete territoriale dei Servizi.
Si tratta quindi di un Progetto rivolto sia alla Persona, sia al Territorio, sia ai Servizi Sociosanitari. Questi gli obiettivi generali:
•
•
•
•
13.
offrire al cittadino in condizione di disagio opportunità di reinserimento sociale;
rendere disponibili al territorio competenze professionali attualmente deficitarie;
rendere disponibili all’Ente Pubblico risorse umane da coinvolgere in lavori di utilità
collettiva;
offrire ai Servizi Sociali comunali e ai Servizi ASL sostegno ai progetti di intervento rivolti ai
rispettivi utenti.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
UN ANNO – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|1|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
x
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (specificare __________________________________________) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
16.
Soggetto che gestisce
|_|_|1|2|
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (COTRAD Società Cooperativa Sociale - ONLUS)
X
La Cooperativa Sociale COTRAD Onlus nasce nel 1978 e si è storicamente occupata di
prevenzione e di aiuto alle fasce deboli della popolazione. La sua attività si è inizialmente
sviluppata nel Comune di Roma e successivamente, da diversi anni ormai, in molti altri
territori della regione Lazio, affacciandosi negli ultimi anni anche in territori extra regionali. Il
lavoro della nostra Organizzazione ha riguardato segmenti della popolazione di diversa età, di
diversa etnia e con problematiche variegate (handicap e non autosufficienza, devianza e
sofferenza minorile, dipendenza, fragilità socio-economica, fragilità psico-relazionale,
fragilità familiare, ecc.), lavorando con diversi modelli di intervento a seconda delle
problematiche e dei contesti affrontati (servizi domiciliari, residenziali, su strada, ecc.) e con
obiettivi sempre più mirati ai diversi bisogni (servizi assistenziali, educativi, socializzanti,
informativo-consulenziali, di inserimento sociale, ecc.). Il territorio interessato dal presente
progetto fu inizialmente scelto dalla nostra Organizzazione per la collocazione di una parte
importante (quella residenziale) del più generale percorso terapeutico per il trattamento
delle dipendenze da sostanze stupefacenti, rivolto all’intero territorio nazionale. Già da
diversi anni, però, sono sorte sinergie particolari e progressivamente più frequenti con i
Servizi sociali e sanitari territoriali, per affrontare problematiche specifiche legate alla
popolazione locale. Oggi la nostra Organizzazione sente di far parte di tale tessuto territoriale
e si spinge ancora oltre, proponendosi come motore di arricchimento del tessuto sociale
locale e di sostegno alla popolazione in condizione di fragilità sociale.
17.
Utenza annuale prevista
|_|_|1|2|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|_|_|_|
- Assistenti sociali
|_|_|3|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi
|_|_|2|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
|_|_|_|
- Operatori socio-sanitari
|_|_|2|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (Un Ingegnere e un operaio del Comune Capofila, esperto in risorse umane,
sperto in sicurezza sul lavoro, esperto in problemi di privacy sul lavoro, esperto
informatico)
|_|_|6|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
COTRAD Società Cooperativa Sociale - ONLUS
Sede Legale: Via Cavour n. 325 – 00184 – Roma
Tel. 066976001 – Fax: 0669760026 e-mail: [email protected]
Codice fiscale: 03208980585
Partita IVA: 01171621004
Sede operativa: Via Primie n. 5 – 01027 Montefiascone (VT)
Tel. e Fax: 0761828274
20.
Liste di attesa
- Sì
- No
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
X
- Sì (specificare quali)
Monitoraggio con le figure interessate al progetto.
- No
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, totalmente
- Sì, parzialmente
- No
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
X
x
La AUSL provvede al coordinamento e al monitoraggio dei servizi con convenzione SERT,
Ospedali con un lavoro di rete.
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Cofinanziamento
Finanziamen
Provincial
to regionale
Com.
e
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento
e gestione
euro
40.474,08
Asl
Altro
Totale
finanziamento
euro
40.474,08
euro
2.525,92
euro 2.525,92
euro
43.000,00
euro
43.000,00
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
16° PROGETTO
[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]
1.
Titolo del progetto
Ufficio Gestione Piano Distrettuale
2.
-
Nuovo progetto
Sì
No
3.
-
Progetto già avviato
Sì
No
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se
amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Rimane invariato ambito territoriale
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto
(es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Considerata la complessità del territorio del Distretto VT/1, composto da 19 Comuni, la
necessità di organizzazione del Servizio a livello distrettuale comporta la valutazione continua
dei risultati delle azioni per misurarne la portata sotto il profilo dell’efficacia e delle
economicità delle stesse [ottimizzazione, rapporto costi/benefici ].
Il fine ultimo è quello di potenziare il sistema sociale integrato, responsabilizzare le strutture
nelle verifica dei servizi, qualificare l’azione mediante un sempre più coerente impiego delle
risorse, soprattutto con il ricorso a procedure efficienti di controllo della spesa.
I mezzi da adottare, a tal fine, si individuano nella accelerazione dei passaggi delle
informazioni tra soggetti coinvolti, azioni di semplificazione dei tempi di concessione dei
benefici e controllo sui dati acquisiti per la riduzione di ogni possibile contenzioso.
L’Ufficio di Piano è ubicato presso il comune capofila di Montefiascone ed è attualmente
gestito dal Responsabile del V Settore Servizi alle Persone, Alessandro Sciuga, con la
collaborazione del seguente personale destinato al settore (staff tecnico amministrativo):
- Capaldini Maria Teresa
- De Santis Paola
- Palombo Ombretta
- Pigliavento Paola
- Salvatori Cristina
- Smafora Loredana
- n. 1 unità dell’Ufficio Ragioneria (per gestione finanziamenti e collaborazione
alla rendicontazione)
Con il personale del Settore Servizi Sociali del Comune capofila, collabora, anche lo staff
tecnico progettuale è costituito, oltre al Coordinatore dell’Ufficio di Piano:
- 4 referenti distrettuali per l’integrazione socio sanitaria per i Comuni aderenti
all’Accordo
- 1 referente distrettuale per l’integrazione socio sanitaria per la AUSL Distretto
VT/1.
Nella gestione dei finanziamenti, nell’ambito del Piano di Zona VT/1, per i motivi esposti,
appare necessaria la continuità dell’Ufficio di Piano, che risponda a tutte le finalità tecniche ed
operative previste dalla normativa, poste dal piano e da tutti i servizi sociali distrettuali
(286/98, una tantum, sportello famiglia).
La D.G.R. n. 471 del 19.04.2002, con la quale sono stati determinati i criteri e le modalità delle
risorse provenienti dal Fondo Nazionale, destina una percentuale fino al 4%, del budget
assegnato del Servizio Sociale a livello distrettuale.
Il budget complessivo che si prevede di stanziare per il funzionamento dell’Ufficio di Piano
distrettuale e per la verifica e rielaborazione dei Progetti ammonta a euro 37.277,56
[Fondo Nazionale anno 2011 + Fondi Regionale anno 2011, pari al 4% circa dei finanziamenti
concessi] da suddividere secondo il seguente quadro economico:
STAFF TECNICO AMMINISTRATIVO
1) € 2.500,00 per partecipazione dei rappresentanti dei sub-distretti e della Ausl a
riunioni, per lo svolgimento dei compiti attribuiti dall’accordo di programma e ad
aste pubbliche dei servizi, da liquidare in base alle presenze.
STAFF TECNICO AMMINISTRATIVO:
2) € 9.000,00, per elaborazione e gestione del Piano di Zona per la responsabilità del
Capo Settore – Coordinatore dell’Ufficio di Piano ( art. 14 ccnl 22/01/2004).
3) € 25.777,56 destinate alla copertura dei costi dell’impegno lavorativo del personale
dell’ufficio di distretto per:
attività di collaborazione alla progettazione ed elaborazione dati.
attività di supporto amministrativo e contabile riferito alle aree d’intervento
dei Piani:
a) Minori;
b) Disabili;
c) Anziani;
d) Sostegno Familiare;
e) Portatori di Handicaps.
Gestione e monitoraggio continuo dei progetti avviati e adempimenti
formali connessi con l’avvio delle iniziative (formalità inerenti l’affidamento
di servizi a terzi, adempimenti bandi di gara, istruttorie domande e
formulazione graduatorie, rapporti con Ausl e servizio di raccordo tra tutti i
Comuni dell’area distrettuale, assistenza agli organi distrettuali, redazione
verbali e deliberazioni)
L’erogazione del compenso avverrà sulla base dell’effettiva presenza in servizio, della
professionalità e dell’impegno profuso. Il progetto a carattere di ricorrenza e continuità in
assenza di una diversa organizzazione stabile rappresenta l’unico punto di raccordo reale
dell’entità territoriale; pertanto, va dato allo stesso continuità e sostegno.
6.
7.
Liveas
Macroarea
8.
8.1.
9.
Costo del progetto (totale) € 37.277,56
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 37.277,56
Servizi/prestazioni erogati: descritti al punto 5
10.
Bacino di utenza
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Distrettuale
ACQUAPENDENTE
BAGNOREGIO
BOLSENA
CAPODIMONTE
CASTIGLIONE IN TEVERINA
CIVITELLA D’AGLIANO
FARNESE
GRADOLI
GRAFFIGNANO
11. ISCHIA DI CASTRO
12. LATERA
13. LUBRIANO
14. MARTA
15. MONTEFIASCONE
16. ONANO
17. PROCENO
18. SAN LORENZO NUOVO
19. VALENTANO
- Sub-distrettuale(specificare i Comuni)
- Comunale (specificare il Comune)
11.
Tipologia di utenza
12.
Obiettivi del progetto
a. Garantire il coordinamento e il monitoraggio di tutti i servizi
b. Assicurare la permanenza del rapporto tra tutti gli Enti coinvolti [ Comuni,
Comunità Montana, A.S.L.] e soggetti del Terzo Settore [Volontariato, Cooperative
Sociali, ecc.]
c. Garantire la gestione dei servizi integrati nei tempi e nei modi stabiliti dai progetti
.
13.
Tempi di attuazione:un anno
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
Tipologia struttura
Gruppo appartamento
-
Casa famiglia
-
Comunità alloggio
-
Comunità di pronta accoglienza
-
Casa di riposo
-
Casa albergo
|_|_|1|
-
Strutture semiresidenziali (specificare _____________________)
-
Altro (c/o COMUNE capofila)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)
|_|_|_|_|
15.
|_|_|_|_|
16.
-
Soggetto che gestisce
Comune
Convenzione con cooperative
Convenzione con Associazioni di volontariato
Altro (COMUNE CAPOFILA)
17.
Utenza annuale prevista
18.
|_|_|_|_|
Personale coinvolto nel progetto
-
Amministrativi
Assistenti sociali
Sociologi
Psicologi
Pedagogisti
Educatori professionali
Operatori socio-sanitari
Volontari
Mediatori culturali
Altre figure
|_|1|3|
|_|_| |
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
presso il COMUNE DÌ MONTEFIASCONE - CAPOFILA
20.
21.
22.
-
Liste di attesa
Sì (specificare i motivi)
No
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
Sì
rendicontazione e monitoraggio di tutti i servizi.
No
Esiste compartecipazione da parte degli utenti?
Sì, totalmente
Sì, parzialmente
No
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?
Compartecipazione n. 1 unità
24 Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Cofinanziamento
Finanziamento
regionale
Costo risorse
umane
Totale
finanziamento
Provinciale Comunale Ausl Altro
€ 37.277,56
€ 37.277,56
€ 37.277,56
€ 37.277,56
Costo di
funzionamento
e gestione
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale